Parte del diario di Mossina Arnando

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Parte del diario di Mossina Arnando
Parte del diario di Mossina Arnando (in
famiglia Nando), sottotentente del 205˚
Reggimento Fanteria, Brigata Lambro:
(Fonte: Biblioteca Maldotti di Guastalla, Fondo Mossina n.83, copia dattiloscritta)
12 Maggio 1916
Anche da Asiago ci siamo allontanati. Abituati alle comodità “relative” sia pel dormire che pel servizio che
non era troppo pesante, ce la passavamo abbastanza bene. Quasi quasi l'idea della guerra stava per essere per
noi un sogno. Si doveva fare una tattica notturna ma fu sospesa pel tempo pessimo e rimandata di giorno in
giorno si decise di farla di giorno con orario notturno. E avvenne Mercoledì ore sei giunti al posto designato,
la finta azione ebbe inizio alle ore 8 figurando le due di notte e continuò sino a mezzogiorno. Si consumò il
rancio, per soldati, noi la mensa poi discorso del Colonnello. Alle 5 fummo di ritorno. Ero stanco e mi
proponevo, per rimettermi, di fare il giorno dopo, riposo assoluto, ma feci i conti molto male. Alle 9 ½ come il
solito siamo di già a letto. Dirò siamo, perchè causa la scarsità dei locali dormivamo in due in un lettone alla
montanara. Il sonno quella sera non tardò a venire avevamo le gambe che più non si reggevano, assai erano
state provate.....Ma alle 2 un chiacchierio confuso ci desta. Era l'ordine. Domattina alle sei trovarsi al
Comando, alle 5 ½ le casette ufficiale e furerie devono essere caricate per la partenza alla volta di Cima
Mardiele (Malga Mandrielle). Addio riposo! Sveglia alle 4 e preparazione per S.Martino, per la partenza. Alle
sette sotto l'acqua si lascia Asiago. Sono stanco, ma si cammina lo stesso. Alla località ove prima era una
casetta vi è una infinità di villette sorte come incanto coi giardinetti, tutte abitate e fatte da soldati e sembra
una allegra cittadina. Alle 12 breve sosta per consumare la mensa e poi via di nuovo. Ci avviciniamo al fronte.
Artiglieria baracche ecco i segni del carnevale. Piove e v'è nebbia, ciò però e bene così gli austriaci ci
lasciano in pace. Alle 5 finalmente, siamo al Pianoro Cortesina (Piana della Marcesina) dietro front e dopo 20
minuti eccoci alla............... attendati. La prima compagnia deve andare nei BlockHaus così in parte va subito
in servizio. Si dorme a terra vestiti e di nuovo la vita terribile per rischio di buscarsi la......Cavalleria.
L'artiglieria amica e nemica non ci lascia dormire e così passa la notte e il giorno, cioè venerdì.
13 Maggio 1916
Al sabato mattina vado nel BlockHaus n.8. Bombardamento continuo, diminuito per la nebbia verso il
tramonto.
14 Maggio 1916
Domenica relativa calma. I Garibaldini, così chiamate le artiglierie di vecchio tipo, fanno sentire la loro voce,
tutta la notte, ma l'alba inverte le parti. E' il nemico che ci tempesta con proiettili di ogni calibro. Dal 75 al
305 che in parte non scoppiano. Il forte Luserna è avanti a noi smantellato, diroccato, attorno la terra smossa
dai colpi nostri. Vi scrivo dalla mia cabina alla luce di una misera candela sebbene giorno, una cabina stretta,
una branda il mio letto, una stufa spenta, la mia casetta, dei chiodi per attaccapanni, una tavola appesa sopra
il letto ov'è distese le mie fotografie che mi seguono ovunque, ecco il mobilio della nuova dimora. Mi rincresce
che ora la posta subirà un altro ritardo, data la lontananza. Pazienza. La salute è buona, l'appetito diminuisce.
Il freddo è sensibile, ma ciò che più m'urta e che “non vorrei”, dovrò ospitare amici forzati che qui veramente
abbondano. Prima di entrare mi sono munito di una bottiglia di creolina e spero di tenerli lontani il più
possibile. Mentre scrivo, fuori, la musica strepita e la cabina trema dallo spostamento d'aria.
15 Maggio 1916
E' l'alba. Alba limpida, chiara, avversa alle intenzioni nemiche. Forse fidenti delle giornate antecedenti,
nebbiose, danno inizio alla grancassa. Una sinfonia melodiosa, i piccoli calibri aprono la seduta. Vorrebbero
provare i nuovi soldati Italiani, appena giunti. Aeroplani nemici sono fatti segno a scariche d'artiglieria
antiaeree, ecco arriva il nostro e tra loro si scambian fuoco di mitraglia. La musica continua rabbiosa, ai
piccoli calibri s'uniscono i medi e i grossi e passano rabbiosamente scuotendo ogni casale, detonazioni si
susseguono e i mille echi ne aumenta il rumore. Sono le 5 di mattino e sembra vogliano assaggiare il terreno.
Cadono or da una parte or dall'altra scoppiando e lasciando in alto ogni cosa riscoppiando ancora più avanti
creando danni. Sono terribili questi proiettili a doppio effetto. Sono presi di mira i BlockHaus e qualche d'uno
è colpito sconvolto e capovolto, trasportato lontano. Ecco le prime vittime son trasportate al sicuro. Son feriti
di schegge, son soldati travolti dalla furia esploditrice che copre e sotterra fra le macerie. Sono alberi di
grosso fusto rotti, gettati lontano e sradicati completamente. E la furia sempre aumenta non solo i 305
avvivano, ma anche i 420. Sono bolidi fenomenali e se scoppiano è un danno enorme. Ma non più a decine
arrivano ma direi a centinaia. E' una tempesta non comune e né tanto graziosa. Tutta la zona è battuta. Il
soldato Italiano, nuovo giovane; non curante delle lievi perdite è fermo saldo. Dai BlockHaus fatti segno da
questo inferno micidiale, non si muove, attende ordini e disciplinato si ritira nelle gallerie sotterranee al
sicuro, mentre la vedetta se ne rimane ferma al proprio posto rispettante la consegna. Cresce, cresce sempre
più l'inferno, sembra il finimondo. Buche enormi sono scavate dai 420. Tanto per darvi un'idea sono larghe
come il laghetto che abbiamo per andare a Po e il proiettile è alto m. 1,80, diametro cm. 42 e pesa quintali.
Uno è caduto senza esplodere a 30 m. da noi e tutti lo vanno a vedere. E' mezzogiorno, l'appetito austriaco
pare sazio e riposa. Ogni movimento di truppa è sospeso e così si va a mensa. Tutto il terreno è sconvolto,
arato di mano ignota, grossi sassi ridotti a ghiaia lanciati a distanze enormi, BlockHaus feriti gravemente, altri
leggermente, i camminamenti coperti sono atterrati, è impossibile il passaggio, i camminamenti scoperti
ricolmi di terra. E occorre molto tempo per ripararli. Squadre del Genio arrivano per cercare di togliere e
salvare i sepolti. Sono le 2 e la sosta nemica ha fine. L'ira austriaca aumenta, ha bisogno di far fracasso per
mascherare le sue intenzioni. E il bombardamento continua. Il tempo è lungo, mai ha fine il giorno poiché a
sera diminuisce l'ira per il timore di svelarsi. Ma se tace l'una, comincia l'altra. E sono i Garibaldini che
danno la sveglia il silenzio quel che volete. Si teme l'attacco e si sta in guardia. Ben vengano, ma lo sanno chi
viene quatto non ritorna certamente e già l'anno provato. E' notte breve, causa breve riposo. Le nostre orecchie
ne risentono ancora dell'incessante rumore e sibili. La notte si fa sempre più nera e il servizio è triplicato. Un
prigioniero fatto la notte prima, avverte che è prossimo l'attacco e seguito prima da un bombardamento mai
sentito che può durare anche 6 giorni. Difatti questo è il preludio poco gradito e che però pochi danni cagiona.
I Garibaldini petulanti, non taciono un istante. E' uno sparar continuo, sempre pronti benchè fatti bersaglio da
pezzi di grosso calibro nemico. Le loro tane sono sicure e ciò fa crescere l'ira nemica che vorrebbe scovarli,
distruggerli. Tra un colpo e l'altro spariscono, fanno appena capolino per lanciare il gingillo, ed un colpo così
secco che ogni volta fa sussultare. Si teme l'attacco e non si dorme, qualche scarica rabbiosa di fucileria e
mitragliatrici interrompe il regolare scoppio dei Garibaldini.
16 Maggio 1916
E' l'alba. I Garibaldini riposano, riprende la musica nemica la sinfonia interrotta. Dopo di aver assaggiato
minutamente il terreno prende di mira il BlockHaus. E regolato bene i tiri, ecco che il n. 4 ne è colpito. Prende
poveretto un 420 in pieno che lo sconvolge completamente. Disgrazia che 4 dei nostri siano presi tra le
macerie – 2 del 205 e 2 del 262 . Furono colti nel sonno e schiacciati, la morte fu certa, istantanea. Uno potè
essere salvato. Il BlockHaus n. 2 ha ricevuto esso pure il dono ed anche qui morti e feriti. Il n. 1 accusa 20
feriti gravemente. Si resiste ed anche il nuovo soldatino del 96 rimane impavido al suo posto senza dar segni di
scoraggiamento. Il BlockHaus n. 6, 5 feriti leggeri. Un 420 cade di nuovo a 20 m. dal n. 4 senza esplodere.
L'ira nemica sempre più infuria e allunga i tiri per impedire i rinforzi e i trasporti dei feriti. Anche questa notte
il servizio è aumentato per la tema dell'attacco.
19 Maggio 1916
Sgombrata la posizione ieri, viene subito oggi un contr'ordine di ritornare alle prime linee. Alle 9 di mattino
bombardamento ancor più feroce. Il terreno è arato ancor più profondo. Sono in maggioranza i 305 e i 420 che
arrivano. Il danno aumenta sempre più. Ogni posto chiamato angolo morto è battuto e insostenibile, solo nelle
caverne si può ancora, ma sono poche e piene di feriti. Le baracche del comando son trasformate in infermeria
e vi vengono deposti i morti e feriti che più non si contano, non v'è più posto e ancor più non si possono
trasportare essendo battute le retrovie. E' sera. L'ordine portato dal Maggior Giamperini è “resistere ad ogni
costo” e come sempre la nostra artiglieria infuria la notte, mentre l'altra tace. Resistere ecco l'ordine, e siamo
contenti, poiché l'ira nostra era al colmo. Asiago da giorni è bombardata, preso bersaglio i punti più
incendiabili, vi lanciarono bombe incendiarie in modo che l'aiuto dei pompieri fu vano e l'incendio ancora
dilaga devastando una meravigliosa ed industre cittadina. Un BlockHaus n.2 è preso da nemico, così il fortino,
ma prima di sera vi è cacciato. I nostri fuori combattimento son molti, ma i loro molti, molto più numerosi.
Varie linee di reticolati son posti fra noi. Il nemico scende da Millegrale (Millegrobbe). Arrivati al primo
reticolato. Li vediamo scendere con lo zaino in spalla contenti perchè il primo ostacolo è superato senza fatica,
ma quale delusione fra loro! Avanzano ed ecco un reticolato più fitto si para ai loro sguardi.