e li dimostra - Ordine Giornalisti Emilia
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e li dimostra - Ordine Giornalisti Emilia
oRdinE IORNALISTI Emilia-Romagna SPECIALE E LI DIMOSTRA 85 MARZO 2013 Anno XXVIII - N. 85 Poste Italiane Spa Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (convertito in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 Comma 1 - Bologna contiene I.R. www.odg.bo.it rivista trimestrale d’informazione e dibattito POLIAMBULATORIO PRIVATO CENTRO KINESI FISIOTERAPICO DI GIORNO alfonso di giorno, fondatore e general manager Direttore Sanitario: Dott. Lucio Maria Manuelli Medico Chirurgo Specialista Fisiochinesiterapia Ortopedica Ortopedia e Traumatologia FKT E RIABILITAZIONE ARTO SUPERIORE INFERIORE RACHIDE NEUROLOGICO CARDIOCIRCOLATORIO RESPIRATORIO CONVENZIONI DIRETTE / INDIRETTE: A.C.A.I. - ACI -ACLI - AEROPORTO DI BOLOGNA - ALIBERF-SI TAB - ANACI A.N.U.P.S.A. - APE BOLOGNA - ARCO CONSUMATORI - ASSIRETE/UNI.C.A. ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI IN CONGEDO BOLOGNA ASSOCIAZIONE ISTITUTO CARLO TINCANI - BLUE ASSISTANCE BOLOGNA RUGBY 1928 - CAMPA - CAMST - CASAGIT - C.A.S.P.I.E. - CIRCOLO HERA CGIL - CISL - CLINISERVICE - CNA - CONFESERCENTI - CRAL R.E.R. - C.S.A. INTESA CUSB - DAY MEDICAL - ELVIA ASSISTANCE - EUROPE ASSISTANCE - F.A.B.I. - FASDAC - FASI FASIOPEN - FILO DIRETTO - FIMIV - FIPAC - FISDE - FISDE EDISON - GOLF CLUB BOLOGNA SERVIZIO SANITARIO REGIONALE GOLF CLUB “LE FONTI” - INPDAPOLTRE - INTERPARTNER ASSISTANCE - LIONS CLUB EMILIA - ROMAGNA LLOYD ADRIATICO - MAPFRE WARRANTY - MEDIC4ALL ITALIA - MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA Azienda Uintà Sanitaria Locale di Bologna MONDIAL ASSISTANCE - NEW MED - ORDINE GEOLOGI, INGEGNERI,VETERINARI - P.A.S. AREA RISK MANAGEMENT - Unità Operativa Medicina Legale PREVIMEDICAL - QUAS - ROTARY CLUB - SANICARD - SARA ASSICURAZIONI - SCI CLUB BOLOGNA Attività Individuale di Medicina Legale e SINT SELECARD - SIULP BOLOGNA - CTB CIRCOLO TENNIS BOLOGNA ALP Equipe di Medicina Competente AUSL Bologna TENNIS CLUB AEROPORTO BOLOGNA - TUTTO BIANCO A.S.D. - UIL - UNISALUTE - U.N.U.C.I. - UPPI TARIFFE CASAGIT FKT E RIABILITAZIONE FUNZIONALE Onde d'Urto, Laser EXAND, Laser Neodimio/YAG, Crioterapia Cryo 6, Laser CO2, Tecarterapia, Ipertermia, T.E.N.S.-Algonix, Smart Terapia Shock Termico-Dinamico Controllato, Magnetoterapia, Elettrostimolazioni Compex, Correnti diadinamiche, Correnti interferenziali, Correnti faradiche, Correnti galvaniche, Idrogalvanoterapia, Ionoforesi, Infrarossi, Ultrasuoni, Radarterapia, Paraffinoterapia, Massaggi, Massaggio di Pompage, Massaggio di Linfodrenaggio Manuale, Trazioni Vertebrali meccaniche e manuali, Kinesiterapia, Riabilitazione funzionale, Rieducazione neuromotoria, Riabilitazione cardio-vascolare e respiratoria, Riabilitazione Pavimento Pelvico - Incontinenza - Impotenza, Manipolazioni Vertebrali ed Articolari Manu Medica, R.P.G. 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Massimiliano Mosca Dott. Alberto Muzzarelli Dott. Marco Piancastelli Dott. Federico Pilla Dott. Marco Tabarroni Dott. Federico Trentani CHIRURGIA DELL’ANCA Prof. Antonio Moroni Prof. Gualtiero Gualtieri Dott. Federico Pilla Dott. Federico Trentani CHIRURGIA DELLA SPALLA Dott. Saverio Colonna Dott. Marco Tabarroni CHIRURGIA DELLA MANO Dott. Giovanni Pilla Dott. Federico Pilla CHIRURGIA DEL GINOCCHIO Dott. Saverio Colonna Dott. Salvatore Garozzo Dott. Federico Trentani CHIRURGIA DELL’ AVAMPIEDE Dott. Massimiliano Mosca Dott. Andrea Bianchi Dott. Nicola Del Bianco FKT-FISIATRIA RIABILITAZIONE FUNZIONALE Dott. Lucio Maria Manuelli Prof. Antonio Moroni Dott. Mario Diamanti Dott.ssa Sandrina Alvoni Dott. Biagio Colori Dott. Francesco Ricciardi Dott. Giuseppe Saffioti MEDICINA DELLO SPORT Dott. Tommaso Cuzzani Dott. Saverio Colonna REUMATOLOGIA Dott.ssa Luana Mancarella Dott. Mario Diamanti Dott. Mirco Magnani Dott. Fabio Zizzi MEDICINA LEGALE E DELLE ASSICURAZIONI Prof. Andrea Minarini Dott.ssa Maria Caterina Manca MEDICINA DEL LAVORO Prof. Andrea Minarini Dott.ssa Maria Caterina Manca Dott. Massimo Masotti GERIATRIA Dott.ssa Sandrina Alvoni Dott.ssa Margherita Arcieri PEDIATRIA Prof.ssa Silvana Salardi Dott. Leo Orselli CHIRURGIA GENERALE Prof. Giuliano Viti Prof. Bruno Nardo CHIRURGIA VASCOLARE Prof. Giuliano Viti Prof. Alessandro Faenza NEUROCHIRURGIA Dott. Homere Mouchaty Dott. Carmelo Mascari GASTROSCOPIA Dott. Luigi Bagnoli T.P.E. TRATTAMENTO PERCUTANEO ECOGUIDATO INFILTRAZIONI ECOGUIDATE Dott. Stefano Galletti ECOGRAFIA SENOLOGICA Dott. Giovanni Celenza STUDIO E CURA DELL’OSTEOPOROSI Dott. Saverio Gnudi ECOGRAFIA PELVICA TRANSRETTALE UROFLUSSIMETRIA Prof. Eduard Bercovich GASTROENTEROLOGIA Prof. Gianluca Cornia Dott. Luigi Bagnoli SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE Prof. Gianluca Cornia Dott. Leo Orselli ENDOCRINOLOGIA Dott. Alvise Pascoli Dott. Enrico Graziano ONCOLOGIA - SENOLOGICA Dott. Giovanni Celenza Autorizzazione Comune di Bologna PG 36493 del 05/03/2001 ECOGRAFIA TIROIDEA Dott. Andrea Dalaiti ECOGRAFIAMUSCOLO-TENDINEA Dott. Stefano Galletti Dott. Mirco Magnani Dott. Domenico Affinito Dott. Andrea Dalaiti Dott. Giovanni Catuogno PNEUMOLOGIA ALLERGOLOGIA - ASMOLOGIA ALLERGIE RESPIRATORIE Prof. Alberto Cavalli Dott.ssa Monica Raimondi Dott. Giancarlo Minore Dott.ssa Cristina Cinti CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE MEDICINA AERONAUTICA Dott. Luciano Gentile E SPAZIALE Dott. Roberto Corrao DIAGNOSTICA - EQUIPE MEDICA ELETTROMIOGRAFIA Prof. Alberto Forti ECOGRAFIA OSTETRICA-GINECOLOGICA Dott. Alessandro Valdisserri Dott. Giorgio Pagni MEDICINA INTERNA Dott. Nicolino Molinaro Dott. Mirco Magnani OTORINOLARINGOIATRIA Dott. Luca Mirabelli NEUROLOGIA Prof. Alberto Forti Dott. Piero De Carolis Dott. Giuseppe Samoggia DERMATOLOGIA LASERCHIRURGIA VIDEODERMATOSCOPIA ELETTRONICA Dott.ssa Patrizia Paganini OCULISTICA Dott. Giuseppe Muraca ANDROLOGIA Dott. Lamberto Coppola UROLOGIA Prof. Eduard Bercovich Dott. Piero Romagnoli CARDIOLOGIA Prof. Alberto Cavalli Dott. Marco Ghinelli Dott. Giancarlo Carini Dott. Leo Orselli ANGIOLOGIA FLEBOLOGIA LINFOLOGIA Dott. Daniele Aloisi GINECOLOGIA OSTETRICIA Dott. Alessandro Valdisserri Dott. Lamberto Coppola Dott. Giorgio Pagni NEUROPSICHIATRIA INFANTILE Prof. Giuseppe Gobbi PSICHIATRIA Dott.ssa Irene Toniolo Autorizzazione Comune di Bologna PG 84545 del 21/05/2001 CHIRURGIA PLASTICA Prof. Paolo Gottarelli VIDEOCAPILLAROSCOPIA DELLA PLICA UNGUEALE DELLE MANI Dott. Daniele Aloisi ECOCARDIOGRAMMA ECOCOLORDOPPLER CARDIACO Dott. Marco Ghinelli Dott. Leo Orselli Dott. Giancarlo Carini ECOCOLORDOPPLER VASCOLARE Dott. Leo Orselli Dott. Daniele Aloisi VESTIBOLOGIA: PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE MANOVRE LIBERATORIE Dott. Daniele Aloisi Dott. Pier Paolo Cavazzuti Dott. Giancarlo Carini Orario continuato: LUNEDÌ-VENERDÌ ore 8,00-20,00 - SABATO ore 8,00 - 14,00 2 . GIORNALISTI Poliambulatorio Privato / marzo Di2013 Giorno di Alfonso di Giorno & C. sas - P. Iva 04141560377 Piazza dei Martiri, 1/2 - 40121 Bologna - Tel. 051 249101 - 051 254244 (r.a.) - Fax 051 4229343 - web: www.ckf-digiorno.com E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] ASMA ALLERGY CENTER Centro per la Diagnosi e Terapia dell’Asma e delle Allergie Respiratorie dell’Adulto e del Bambino Dott. Giancarlo Minore POLISONNOGRAFIA Dott.ssa Monica Raimondi Dott.ssa Cristina Cinti DIAGNOSI E PATOLOGIE TERZA ETÀ Dott.ssa Margherita Arcieri SERVIZIO SANITARIO REGIONALE EMILIA - ROMAGNA Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico AMBULATORIO PER ATTIVITÀ DELL’ ISTITUTO ORTOPEDICO RIZZOLI sommario 85 G EDITORIALE 4 SpEcIALE ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ speciale / da pag. 6 Mezzo secolo di ordine Articoli di Daniel Agami Annalisa Atti Elio Donno Argia Granini Roberto Laghi Alberto Lazzarini Fernando Pellerano Cesario Picca Gian Primo Quagliano Claudio Santini Franca Silvestri Roberto Zalambani Opinioni di Enzo Iacopino Giovanni Rossi Immagini di Walter Breveglieri Pasquale Spinelli b uon compleanno! Ma c’è qualcosa per cui festeggiare? Forse si può brindare almeno alla legge sull’equo compenso, sperando che si arrivi velocemente in porto. Per ora tutti concordano che la legge del ’63 è abbondantemente superata e la categoria è allo sbando. Per lasciare comunque un segno di questi cinquant’anni abbiamo raccolto nello speciale i contributi di colleghi che testimoniano passato, presente e ipotizzano il futuro della nostra, nonostante tutto, amata professione. ■ ■ ■ ■ ■ ■ IN pRImO pIANO ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ PER LA VOSTRA PUBBLICITà Tel. 051.634.04.80 Un anno di formazione Bologna e gli anni di piombo 27 30 vARIE ■ Direttore responsabile: Gerardo Bombonato Redazione: Emilio Bonavita, Roberto olivieri, Franca Silvestri Segretaria di redazione: Argia Granini Direzione e amministrazione: Strada Maggiore n. 6 - 40125 Bologna Tel. 051/23.54.61 - Fax 051/23.02.27 Grafica: Marco Bugamelli e idea Pagina snc di questo numero sono state stampate 8.200 copie Registrazione Tribunale di Bologna n. 5251 del 23.03.1985 Registrazione RoC n. 4506 Stampa: il Torchio - Via Copernico, 7 - 40017 S. Giovanni in Persiceto (Bo) Tel. 051/82.30.11 - Fax 051/82.71.87 Per colpa di chi... 6 Indifferente al passare del tempo 8 Nell'Ordine a pieno titolo 10 Bologna 1963 12 I quotidiani perduti 14 Una riforma indispensabile 16 Un pubblicista non pentito 17 I media francesi, tra vitalità e crisi 18 Nel mondo non è unico, ma raro 19 Consigli di disciplina: 20 una giustizia più rapida? È legge l'equo compenso. 22 Stop allo sfruttamento Una distrazione durata 23 troppi anni Più impegno per contrastare 24 abusi e povertà Progettare un futuro diverso 25 dal disastro attuale ■ Un articolo di giornale come prova d'esame Giornalisti, oltre la crisi non scordate la speranza! Ma come parli? Chi parla male pensa peggio Lettera aperta a politici e giornalisti Il nostro Schindler Forum nazionale dei pubblicisti Il convegno dell'Airf Il compleanno della rivista Il Cusna I giornali fanno storia 31 32 32 33 34 35 35 36 36 RubRIchE Via della Beverara 58/10 - Bologna Fax 051.634.21.92 [email protected] - www.eventibologna.com ■ ■ ■ ■ Ricordi In libreria Iscrizioni e cancellazioni Anno 1 Numero 1 37 40 45 46 marzo 2013 / GIORNALISTI . 3 di Gerardo Bombonato C’era una volta l’ordine LA vOcE DEI cONSIGLI REGIONALI u n altro triennio se n’è andato, ma non si vede all’orizzonte la luce di una riforma degna di questo nome. Certo, l’inerzia della politica e del Parlamento…, la stessa identica scusa consolatoria che usiamo da lustri: purtroppo non dipende da noi…, la crisi devastante dell’editoria, le ristrutturazioni aziendali (58 solo nel 2012), i prepensionamenti selvaggi, la disoccupazione dilagante, lo sfruttamento feroce dei colleghi sempre più precari… Pazienza, direte voi. Sarà per la prossima volta. Nossignori. Non ci sarà una prossima volta. O riusciremo a far varare la riforma nel corso del prossimo mandato o l’alternativa sarà la sparizione dell’Ordine dei giornalisti tout court. Se non ci riusciranno i grillini (peraltro assai più numerosi e ben intenzionati dei radicali) ad abolirci, saranno i colleghi a mandarci a casa con i forconi. E con buone ragioni. A metà maggio si torna a votare per rinnovare i Consigli regionali e per mandare a Roma un numero spropositato, ma soprattutto inutile, ingovernabile e costoso, di consiglieri nazionali: 154 (centocinquantaquattro). Una tornata epocale, che segnerà addirittura il “sorpasso” dei pubblicisti sui professionisti (povero Gonella, di certo non l’immaginava che il cinquantesimo compleanno sarebbe stato festeggiato così). Attenzione, nessuna discriminazione. Semplicemente quello che sosteniamo da sempre: giornalista è chi lo fa e chi di giornalismo vive, sia esso iscritto a un elenco o all’altro, superando divisioni ottocentesche. È illogico però, oltre che ingiusto, che a decidere sulla categoria sia chi svolge un’altra attività prevalente. Ma tant’è, non sta solo nei numeri 4 . GIORNALISTI / marzo 2013 l’anacronismo di un organismo gonfiatosi e burocratizzatosi con progressione geometrica negli anni e sempre più autoreferenziale. Mai come in questi ultimi tempi il Consiglio nazionale si è rivelato tanto lontano dalle necessità dei territori e dalle sensibilità dei Consigli regionali. E non parlo solo di scandalose assoluzioni di colleghi protagonisti di assai poco edificanti commistioni tra pubblicità e informazione o addirittura complici nello sfruttamento di giovani colleghi precari. Una questione di credibilità. E dio sa quanto ne avremmo bisogno. Mi riferisco alle soluzioni pasticciate, al pressapochismo informativo, all’arrendevolezza verso il Ministero, alle velate minacce di commissariamento contro gli ordini regionali più critici, in una parola all’incapacità di indirizzo dimostrata dal Consiglio nazionale e dalla sua maggioranza nella gestione delle uniche novità della legislatura: i collegi di disciplina e la formazione. Non per caso gli Ordini regionali hanno rivendicato chiarezza e regole condivise rifiutando regolamenti calati dall’alto e dando vita a un coordinamento la cui prima riunione si è tenuta a Milano nel novembre scorso, altre ne sono seguite a Roma. Un segnale “politico” importante per chi lo vuole cogliere e che rilancia il ruolo delle autonomie locali anche in sede decisionale, soprattutto quando le scelte nazionali hanno ricadute sulle regioni. Le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale, e per i colleghi che rappresenteranno la nostra regione in Consiglio nazionale, sono fissate per le domeniche di 12, 19 e 26 maggio (anche se nella prima giornata è pressoché impossibile raggiungere il quorum del 51% degli aventi diritti al voto e pertanto è da considerarsi nulla). Il Consiglio attualmente in carica ha valutato come fornire agli iscritti la più ampia possibilità di votare. L’esperienza di tre anni fa, quando era stato scelto di istituire ben cinque seggi in regione, non ha, purtroppo, portato un risultato particolarmente significativo in termini di presenza al voto. Questa volta è stato quindi deliberato di ampliare l’orario di apertura dei seggi che saranno tre anziché cinque. Si voterà a Bologna, a Cesena e a Parma il 19 e il 26 maggio, con il consueto orario (10-18), ma anche i lunedì 20 e 27 maggio dalle 10 alle 14. La convocazione elettorale può essere inoltrata, oltre che con posta prioritaria, anche tramite Pec (Posta elettronica certificata). Quest’ultima opzione porterebbe all’Ordine un risparmio in termini economici e di tempo. È per questo motivo che chiediamo la collaborazione di tutti i colleghi affinché provvedano, se ancora non l’hanno fatto, ad attivare una casella di Posta certificata. Ricordiamo che per gli iscritti negli albi professionali esiste un obbligo di legge e che attualmente è possibile accedere alla Pec anche in forma gratuita attraverso il sito istituzione www.postacertificata. gov.it dove si può trovare anche l’elenco dei gestori abilitati al rilascio della Pec, insieme a informazioni di natura tecnica e risposte alle domande più frequenti. editoriale napolitano incontra i presidenti degli ordini regionali È forse tardi, avremmo dovuto prendere coscienza e pensarci prima, ma siamo ancora in tempo per disegnare una riforma d’impronta federalista della rappresentanza nazionale. Possiamo farlo già dai nuovi consigli che usciranno dalle urne. Oggi più che mai, dal momento che il Consiglio nazionale non è più il tribunale di secondo grado per le attività disciplinari e le sue funzioni si sono notevolmente ridotte. Soprattutto costa troppo. Sono ormai molti, se non la totalità, i Consigli regionali che hanno rivendicato maggiori risorse per far fronte ai nuovi compiti. La formazione obbligatoria e permanente prevista dalla legge, ma ancora tutta da inventare per tanti Consigli regionali, necessita di energie, personale preparato e finanziamenti. I consigli regionali non possono più permettersi una ripartizione delle quote al cinquanta per cento inviando la metà al nazionale. E serve un fondo di solidarietà per gli ordini più piccoli. Sono tutte questioni che il neonato coordinamento dei Consigli regionali intende porre con forza e convinzione. Troppe volte abbiamo sottolineato, anche su queste pagine, il distacco e la lontananza tra il livello nazionale e quello regionale, addirittura la mancanza di dialogo, di confronto, e perché no di consultazione fra le diverse rappresentanze della stessa regione, quasi fossero corpi separati con interessi e obiettivi indipendenti. In attesa che si chiarisca il nostro futuro, credo che gli Ordini regionali possano e debbano cominciare proprio da queste elezioni alle porte a far sentire la loro voce, a indicare con chiarezza quali sono i punti irrinunciabili per un Ordine moderno, al fianco e al servizio dei giornalisti, ma garante anche dei diritti dei cittadini. Hanno titoli e competenze per farlo: il rinnovamento non può che partire da loro, dalla base. E non sarebbe male che il sindacato, troppo spesso disattento se non indifferente ai problemi dell’Ordine, contribuisse a questo risveglio. Ce lo chiedono i colleghi, ce lo chiede una categoria stremata, sempre più numerosa (abbiamo superato quota 112mila), ma sempre più debole. Colpa della crisi? Anche, ma non solo. Dalla recente apprezzabile indagine di Lsdi, l’osservatorio diretto da Pino Rea, si rileva che alcuni fenomeni non dipendono tanto dalle difficoltà di mercato e delle aziende, ma dalla struttura stessa della categoria, dalle modalità di accesso e dall’utilizzazione dei giornalisti da parte delle aziende. Su 112mila iscritti all’Albo (professionisti e pubblicisti) solo il 45% risultano attivi e solo un giornalista su 5 ha un contratto di lavoro dipendente. Di questi almeno la metà rappresenta l’esercito di precari sfruttati e senza speranza. Gli altri sono fantasmi, non lavorano e non si sa cosa facciano. Sta di fatto che, con la progressione degli stati di crisi, l’aumento dell’area dei contratti di solidarietà e della cassa integrazione, e il sostanziale blocco del turn over (sempre meno praticanti), si sta producendo un progressivo invecchiamento della professione e un preoccupante squilibrio nel rapporto fra attivi e pensionati. Considerazione finale: siamo il triplo dei francesi, il doppio dei britannici e degli americani, nazioni nelle quali però vale il principio detto all’inizio: è giornalista chi lo fa. E questo dovrebbe far riflettere sulla rappresentatività della categoria. marzo 2013 / GIORNALISTI . 5 I cinquant’anni dell’Ordine R izzoli 800 esuberi. 100 giornalisti di troppo nelle redazioni Mondadori. Solidarietà al Sole24Ore. 12 prepensionamenti all’Espresso. Il Messaggero: probabili 33 licenziamenti. Tagliati i collaboratori della Condé Nast. 60 aziende dichiarano lo stato di crisi. Per non parlare di testate chiuse, prepensionamenti e solidarietà nella nostra regione. Un bollettino di guerra dove i caduti sono i posti di lavoro dei giornalisti. Quando è nato l’Ordine la situazione era certamente più rosea. I detrattori diranno che il grande numero di giornalisti ha contribuito a mandare in crisi il settore. È possibile. Ma è oggettivo che il numero degli iscritti all’Ordine aumentava quando la richiesta degli editori era ampia, mentre ora (osservando i dati della nostra regione) registriamo una crescita pressoché nulla: un saldo attivo di soli 19 iscritti nel 2012! E il calo nelle domande non riguarda solo praticanti (e di conseguenza professionisti) e pubblicisti ma anche gli iscritti negli elenchi speciali, che dai 1200 di media negli anni dal 1996 al 2005 sono calati costantemente fino a oggi, che sono appena 950. Parafrasando Flaiano si potrebbe affermare che la categoria ha “un grande futuro dietro le spalle”. Giudicare in poche righe cinquant’anni è estremamente difficile e – come dice anche il presidente della Fnsi Giovanni Rossi nell’intervista di questo numero – forse editori, Sindacato e Ordine non hanno capito per tempo le trasformazioni in atto nella professione. E oggi ne paghiamo le conseguenze. Argia Granini Per colpa di chi... 6 . GIORNALISTI / marzo 2013 speciale Un calendario che simbolicamente inizia il 3 febbraio (giorno del 1963 in cui è nato l’ordine) e che riporta le tappe principali della categoria in questi cinquant’anni. Un curioso strumento per ricordare, anche visivamente, date importanti per i giornalisti. marzo 2013 / GIORNALISTI . 7 Il nostro passato indifferente al trascorrere del tempo cI SONO STATI cAmbIAmENTI EpOcALI mENTRE LA LEGGE DELL’ORDINE è RImASTA ImmuTATA E SEmpRE pIù INATTuALE. LE pERpLESSITà SuLLE NORmE DI REcENTE INTRODOTTE N il marchese Montagna e Wilma Montesi 8 . GIORNALISTI / marzo 2013 on ho più vent'anni, anzi ho superato i cinquanta, e non sono mai entrata in una clinica di bellezza, e si vede”. Parafrasando un noto spot tv (mi perdoni Valeria Mazza) oggi la Legge dell’Ordine dei Giornalisti mostra la sua pelle: sciupata, grinzosa, specchio di un tempo che non c'è più. Figlia di un’era nella quale i giornali si facevano con il piombo fuso, le foto erano su pellicola, i telefoni funzionavano “a rotella”, i cellulari erano sconosciuti, i computer solo progetti avveniristici. C’era l’Urss che non esiste più, il Muro divideva le due Germanie, il Pontefice romano pensava a come confermarsi e non a come dimettersi. Da allora solo noi giornalisti - come struttura professionale - siamo rimasti indifferenti al passare del tempo e ora, inevitabilmente, ci ritroviamo allo sfascio: non solo per colpa nostra, sia chiaro, ma anche per la pigrizia, l’indifferenza, la convenienza dei Parlamentari (molti sono anche colleghi e godono di trattamento previdenziale Inpgi!). L’ultima volta che hanno pensato all’Ordine è stato in Commissione Giustizia quando, nel 2012, hanno approvato un testo minimo di riordino che però si è perso per la fine di quella legislatura che, nell’ultimo giorno, ha tirato fuori dal cilindro solo la riforma degli avvocati. Per la verità, dimenticavo, abbiamo ricevuto le loro attenzioni anche nei provvedimenti di stabilizzazione economica dove si è fatto riferimento a due pilastri del nostro ordinamento: la giurisdizione deonto- il processo Montesi logica e la formazione professionale. Il primo è addirittura motore della nascita dell’Ordine nel 1963. Ricordate? C’era stato il Processo Montesi, i giornalisti “ci avevano marciato” coinvolgendo nelle inchieste politici e figli di politici, allora Mario Scelba, presidente del Consiglio, rispondendo a un’interpellanza sulle “intromissioni” dei giornali, pose l’alternativa fra “misure legislative esterne” e “efficace e vigile autocontrollo”. Leonardo Azzarita, al quinto congresso della Fnsi, concordò sul fatto che c’era “l’urgenza di dare un’adeguata legislazione alla stampa, secondo il principio che la libertà deve essere congiunta alla responsabilità”. Così nacque, con l’Ordine, la competenza giurisdizionale dei Consigli regionali con procedura fissata da dettagliati passaggi normativi scritti dal Consiglio nazionale. Una giurisprudenza annotata in una serie di massimari, giudizi condivisibili e meno condivisibili. Un’anomalia evidenziata da speciale molti soprattutto dopo l’affermazione costituzionale del “processo giusto”: la mancata differenziazione fra struttura inquirente e organismo giudicante. In poche parole le persone che elevavano la contestazione erano le stesse che emettevano la sentenza. Ebbene, pensate voi che l’intervento del 2012 abbia cancellato questa stortura? Niente affatto. Ha disposto solo che le decisioni siano prese da giornalisti esterni ai Consigli regionali, scelti dal presidente del Tribunale (che presumibilmente ne ignora le competenze) su una rosa di nostri colleghi che, se non hanno già fatto parte del governo dell’Ordine, non possono avere dimestichezza con la procedura giudicante. È un passo avanti? Nell’immediatezza sicuramente no. Anche perché si parte al buio: e si dovrà prevedere un regolamento che fissi l’iter procedurale. La riforma forense, ha dedicato un intero titolo (il quinto) ai collegi: norme, termini, ruoli di ac- cusa e di difesa, sanzioni e procedure per i ricorsi. Nessuna norma legislativa invece per i giornalisti “non riformati” e i Collegi giudicanti, non eletti (ma designati) non retribuiti (ma “a pieno servizio” vista la mole di esposti che mediamente arriva all’Ordine) dovrà sperimentare una procedura ancora non definita. Un impegno con rischi e incognite e una sola certezza: a far fronte alle spese saranno i Consigli regionali perché altre coperture finanziarie non sono state previste. E i costi si annunciano pesanti anche se - ripetiamo - per i giudici non è previsto compenso alcuno. Ma si dovrà certamente pensare a una forma assicurativa di responsabilità civile (come attualmente è per i componenti del Consiglio dell’Emilia-Romagna). E c’è, da subito, una questione logistico - formale che non va sottovalutata: nel momento in cui si stabilisce che i Consigli di disciplina sono una struttura diversa dai Consigli regionali dove li si insedia? Nell’ambito degli uffici dell’Ordine o fuori da essi? E poi chi provvede alla segreteria? Rimborsi per le spese di trasferta, aumento dei costi per la sede, assicurazione e probabili spese aggiuntive per la segreteria: alla faccia della spending review! E passiamo all’annunciata novità sul secondo “muro maestro” della casa dell’Ordine: la verifica delle capacità professionali. La legge del 1963 ha previsto l’esame di Stato e la normativa del 2012, non solo lo ha confermato (con richiamo all' articolo 33 della Costituzione), ma ha esteso ai giornalisti l’obbligo (già previsto per altre categorie) della formazione continua. Bene, benissimo: l’Emilia-Romagna sostiene da tempo tale necessità e a questo scopo ha dato vita a una Fondazione, unica in Italia. Ma anche in questo campo diversi sono gli interrogativi legati, ad esempio, all’inizio dell’obbligo dei crediti (dal 2014? E perché non da subito?), dalla necessaria benedizione romana (in epoca di autonomia didattica), dalle puntigliose direttive per la didattica alle non sempre precisate fonti di finanziamento. Altro volontariato come per i Consigli di disciplina o altri oneri per i Consigli regionali? E i pubblicisti? Restano, si riciclano, vanno? Nessuna risposta dopo l’affermazione di principio (vedi decreto e legge 2012) che all’Ordine possono essere iscritti solo coloro che hanno sostenuto l'esame di Stato. Buio fitto, per ora, su un argomento che incide non solo sulla struttura originaria dell' Ordine del ‘63 (articolata proprio sui due Albi) ma che può determinare possibili effetti collaterali anche in campo economico: perché, se sarà richiesta quella preparazione didattica oggi non prevista, occorreranno fondi per fare altri corsi e se saranno collocati altrove l’Ordine perderà le quote che ora versano. In questo quadro invece nessuna modifica degli automatismi di legge che dal ‘63 hanno fatto lievitare a centocinquanta il numero dei consiglieri nazionali destinati a crescere ulteriormente (a vantaggio di chi?). A pensare male si fa peccato ma talvolta ci si azzecca: allora, si vuole forse creare una struttura che serva solo alla sua formale sopravvivenza? Se sì, sarebbe questa l’intonazione delle prime note di un “de profundis” con quattro ceri al posto delle cinquanta candeline. Claudio Santini marzo 2013 / GIORNALISTI . 9 Il nostro passato Come si arriva all’ordine 1916 - Un lodo del Collegio Probiviri stabilisce che lo stesso Collegio è il solo competente a “decidere della iscrizione nell’albo dei professionisti”. Per la prima volta è usata la parola Albo. 1877 - Associazione della Stampa periodica italiana. 1) È istituito un giurì d’onore permanente tra i rappresentanti della stampa; 2) Ciascun rappresentante della stampa in Roma sarà tenuto a consultare il giurì prima di andare sul terreno per una questione di giornalismo. Dell’associazione fanno parte anche editori. I giornalisti sono divisi in effettivi (professione unica e retribuita), frequentatori (personalità del mondo culturale e politico che pubblicano saltuariamente sui giornali), pubblicisti (coloro che scrivono sui giornali pur avendo un’altra professione). 1908 - Legge 9 luglio n. 406 concede concessioni ferroviarie (8 scontrini al 75per cento) a chi fa del giornalismo “professione abituale, unica, retribuita”. Viene previsto un elenco di coloro che ne hanno diritto. L’elenco sarà aggiornato da una Commissione costituita presso le Ferrovie dello Stato. 1925 - Contratto di lavoro. Articolo 5 “Presso la Federazione della Stampa e l’Unione Editori è costituito un albo generale dei giornalisti professionisti nel quale saranno iscritti tutti coloro che si trovino nelle condizioni dell’articolo precedente (18 mesi di professione unica retribuita). All’aggiornamento provvederà un Comitato paritetico”. È il riconoscimento sindacale-contrattuale dell’Albo. Nello stesso anno, dopo l’esame della Camera, il Senato converte in legge i due decreti sulla stampa e la regolamentazione della professione giornalistica. Articolo 7: È istituito un Ordine dei Giornalisti (…). L’ esercizio della professione giornalistica sarà consentita solo a coloro che siano iscritti agli Albi stessi. Le norme per tale iscrizione saranno stabilite con speciale regolamento”. Il regolamento tarda. 1928 - Regio decreto 26 febbraio n.384 con “Norme per nell’ordine a pieno titolo I L’ImpEGNO DEI pubbLIcISTI DELLA NOSTRA REGIONE NEI cINquANT’ANNI DELL’ALbO colleghi seppero dell’approvazione della Legge 3 febbraio 1963 n.69 dal primo numero di Giornalismo emiliano e marchigiano, notiziario mensile dell’Associazione Stampa Emilia-Romagna e Marche e del Circolo della Stampa di Bologna e portavoce dell’Istituto Nazionale di Previdenza, edito dal 20 settembre dello stesso anno. In quel momento gli iscritti all’Albo di Bologna erano: professionisti 184 di cui 18 delle Marche, pubblicisti 487 di cui 109 delle Marche (complessivamente poco più dei 618 dell’elenco speciale). Gli iscritti all’elenco praticanti erano 31 di cui 5 delle Marche. Leader indiscusso era Roberto Monici, che troviamo prima al vertice della sub Commissione dele10 . GIORNALISTI / marzo 2013 gata per la tenuta dell’Albo (1945-1954) e poi del Comitato delegato (19551964) e infine dei primi Consigli interregionali (1965-1973). In quel primo numero del periodico Monici conferma la linea rigorosa per l’accesso e per la revisione periodica che consentirà di gestire in modo corretto il passaggio alla nuova normativa e sottolinea il grande fermento dell’editoria emiliano-romagnola rivendicando “ l’appropriata e doverosa uniformità di condotta nei riguardi particolarmente della categoria pubblicisti che è stata sempre la più complessa e meno decifrabile. Nel suo editoriale, il direttore di Giornalismo emiliano e marchigiano Angiolo Berti rilevava come la professione giornalistica fosse stata elevata a dignità di Ordine e quindi potesse finalmente disporre di un valido strumento di tutela e di protezione dagli “abusivi”. Il professionista Giuseppe Zeccaroni si soffermava sui problemi legati al praticantato e all’esame di Stato. Di Monici mi parla Donatella Gorini, attualmente unica pubblicista iscritta prima degli anni ’50 (dal primo dicembre 1949) dopo essere passata al vaglio della sub Commissione composta, insieme a Monici, da Dino Augelli, Giuseppe Casoni, Luciano Bergonzini, Gaetano Fusaroli, Giuliano Lenzi e Giovanni Silvani. «Avevo vent’anni quando scrissi i primi articoli su periodici turistici per poi approdare al Giornale dell’Emilia di Taulero Zulberti con pezzi di colore sulle corrispondenze degli Alleati alle loro ragazze. Successivamente lavorai per l’Alto Adige di Bolzano e per il Pomeriggio di Bologna diretto da Mario Bonetti. Avendo poi abbinato l’insegnamento all’impegno politico, iniziai a collaborare all’Avanti! e all’Umanità in qualità di responsabile dei rapporti femminili internazionali del Partito Socialdemocratico». Donatella ricorda la frequentazione del teatrino del Circolo della Stampa di Bologna durante le Assemblee annuali: «Noi donne eravamo speciale l’istituzione dell’albo professionale dei giornalisti”. La tenuta dell’albo e la disciplina degli iscritti sono esercitate dall’associazione sindacale a mezzo di un comitato di 5 membri, nominati dal ministero di Grazia e Giustizia di concerto con i Ministeri dell’Interno e delle Corporazioni. Tre elenchi: professionisti, praticanti, pubblicisti. L’iscrizione all’Albo non è più determinata dalla Commissione mista giornalisti-editori (come stabilito nel ‘25) ma viene demandata al sindacato. 1953-56 - Progetto Fnsi e proposta di Moro. 1944 - Decreto luogotenenziale per la Commissione unica per la tenuta degli albi professionali dei giornalisti. È prevista come norma transitoria ma si protrae. 1957 - Inchiesta Fnsi- Fieg sulla deontologia. 1950 - Congresso Fnsi a Riccione e prima proposta per una legge sulla professione giornalistica. 1952 - Congresso Fnsi di Merano e auspicio della tutela della professione attraverso apposito organismo. Invito a elaborare uno schema di progetto. pochissime, guardate dal lato estetico, come soprammobili della categoria». Al periodo del Comitato delegato per la tenuta dell’Albo risalgono le iscrizioni all’Ordine nell’elenco pubblicisti di Gianni Campi e Gianfranco Galletti (rispettivamente dal 26 giugno e dal 25 settembre 1962). Galletti iniziò l’attività giornalistica come critico cinematografico del settimanale Il nuovo Diario di Imola (col quale ha collaborato vari decenni anche Aureliano Bassani, com- 1954 - All’interrogazione sul comportamento della stampa nel Caso Montesi, Mario Scelba, presidente del Consiglio pone l’alternativa di “misure legislative” o “efficace e vigile autocontrollo”. Poco dopo Leonardo Azzarita al V congresso della nuova Fnsi afferma che “C’è l’urgenza di dare un’adeguata legislazione alla stampa, secondo il principio che la libertà deve essere congiunta alla responsabilità (…)”. 1959 - Progetto Gonella sull’ istituzione dell’ Ordine dei Giornalisti. 1962 - Discussione in Commissione parlamentare della Camera. 1963 - Approvazione alla II Commissione del Senato quindi varo della Legge dell’Ordine. pianto vice Presidente regionale, in carica per quasi vent’anni) per poi andare a guidare il mensile Cronaca Politica. Il giornale, edito a Bologna ma diffuso a livello nazionale, contava su collaboratori di calibro: Guido Gonella, Oscar Luigi Scalfaro, Gustavo Selva, Giovanni Vicentini e lo stesso Campi. Quest’ultimo fu consigliere nazionale dal 1974 al 2007. Dell’ultimo periodo di unione dell’Emilia-Romagna con le Marche dice: «Una bella stagione, di forte impe- gno civile e professionale». Per Campi - che sta predisponendo un album di storie e immagini dal titolo Un manager prestato al giornalismo - dalla metà degli anni ’70 si aprì una lunga e prestigiosa carriera ordinistica nel Consiglio nazionale (componente dell’Esecutivo dal 1974 al 1983, vice Presidente dal 1984 al 1992 e dal 1995 al 2001, consigliere dal 1992 al 1995 e del 2001 al 2007). Fu tra i primi, già all’inizio degli anni ‘80, a sollevare il tema dell’urgenza di «superare i limiti dell’impianto legislativo del 1963, inadeguato a interpretare la rivoluzione del mondo dell’informazione». Negli anni successivi pose con forza il problema «del riconoscimento effettivo del ruolo del pubblicista nell’evoluzione specialistica e tecnologica dell’informazione, con la difesa più rigorosa della sua immagine rispetto a deformazioni che hanno la loro origine nella stessa applicazione notarile della Legge istitutiva dell’Ordine». Anche oggi Campi - che ha all’attivo libri e migliaia di articoli, soprattutto di carattere economico - continua la difesa attiva del pubblicismo italiano: un impegno che gli è valso il riconoscimento del Consiglio nazionale dell’Ordine nella convention di Roma nel 2010. Roberto Zalambani marzo 2013 / GIORNALISTI . 11 Il nostro passato Bologna 1963 m FATTI, EvENTI E AccADImENTI NELL’ANNO DI NAScITA DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI entre il neonato Ordine dei Giornalisti apre la sua sede a Bologna (in via Santa Maria Maggiore per trasferirsi successivamente a Palazzo Montanari in via Galliera e poi, dal 1996, negli attuali locali di Strada Maggiore) accadono fatti ed eventi di non secondaria importanza. co Redenti (alla memoria) e il pittore Giorgio Morandi. Neppure un mese dopo, il 14 marzo, Ombretta Caleffi, moglie di Carlo Nigrisoli (figlio del professore Bartolo - uno dei dodici docenti italiani che nel ‘31 non giurò fedeltà al regime fascista - titolare di una nota casa di cura privata), viene trovata morta nel suo appartamento. È il il Bologna dell'ultimo scudetto È il 1963 e il 17 febbraio in occasione del quarto centenario dell’Archiginnasio viene istituito il premio annuale L’Archiginnasio d’oro con il quale vengono insigniti personaggi bolognesi che si sono distinti in campo culturale. Quattro le personalità premiate quell’anno: lo storico della letteratura Francesco Flora, il fisico Giampietro Puppi, il giurista Enri12 . GIORNALISTI / marzo 2013 famoso “delitto Nigrisoli” (conosciuto anche come “il giallo del curaro”) che appassionerà l’opinione pubblica bolognese e che si concluderà con la condanna all’ergastolo di Carlo Nigrisoli. In campo amministrativo molte le novità decise quell’anno: il 5 aprile viene approvato il “Programma di sviluppo della città e del comprensorio” (riforma che ospedale Maggiore speciale 1963 - Parcheggio in Piazza Maggiore (foto Walter Breveglieri) Ferruccio Lamborghini moltiplica gli investimenti pubblici grazie ai mutui contratti con il sistema bancario). Il Comune e la Società Autostrade decidono la realizzazione della tangenziale che verrà inaugurata 4 anni dopo; il 21 giugno viene invece adottato il “Piano per l’Edilizia Economica e Popolare” (Peep) con il conseguente sviluppo delle periferie a partire dal quartiere Fossolo. Nello stesso giorno, il primo dell’estate ‘63, in via d’Azeglio viene costituita la Cooperativa Murri che, dopo l’Acer (ex Iacp), diventerà il più grande attuatore del Peep: attualmente conta 25 mila soci, mentre sono 12.500 gli appartamenti realizzati in questi primi 50 anni. Sul fronte culturale, entreranno a far parte del neonato Gruppo 63 diversi intellettuali bolognesi: i fratelli Guglielmi, Giorgio Celli, Renato Barilli e poi Gianni Celati, Giovanni Anceschi e l’ “adottato” Umberto Eco. Sempre quell’anno viene inaugurata sotto le Due Torri, in piazza di Porta Ravegnana, la libreria Feltrinelli, la cui dire- zione, pochi mesi dopo la sua apertura, verrà affidata a un giovanissimo libraio, Romano Montroni, che la dirigerà per diversi decenni, fino al suo pensionamento (ma subito dopo darà vita al circuito delle librerie Coop). Altro evento di portata storica: otto anni dopo la posa della prima pietra viene inaugurato in via Marco Emilio Lepido il nuovo Ospedale Maggiore che sostituisce la vecchia struttura settecentesca di via Riva Reno distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Nuove costruzioni: l’architetto Glauco Gresleri realizza a San Lazzaro le Officine OM vincendo il premio In-Arch per la migliore architettura della regione; in via Rizzoli, l’architetto Ferdinando Forlay progetta la sede del Monte dei Paschi, “indovinando” un felice dialogo fra modernità e città storica; a Corticella viene inaugurato l’Istituto agrario Serpieri, eretto su disegno di Antonio Pesarico. Decisamente curiosa e anticipatrice dei tempi futuri l’iniziativa di quattro giovani allievi di Altiero Spinelli, della sezione bolognese del Movimento Federalista Europeo, che realizzano la prima moneta europea stampata in argento e che chiameranno Euro, e che con altre caratteristiche entrerà in vigore nel 2002. A pochi chilometri da Bologna, a Sant’Agata Bolognese, nasce nel maggio del 1963 la Lamborghini, fabbrica di auto sportive di lusso, su iniziativa di Ferruccio Lamborghini, nato nel 1916 sotto il segno del Toro, simbolo della casa automobilistica. Dalle auto al tram: il 3 novembre, in occasione dell’istituzione del senso unico in via Santo Stefano, chiudono le ultime linee tramviarie della città, la 6 Chiesa Nuova e la 13 San Ruffillo. L’ultimo viaggio, che si concluderà nel deposito Zucca, sarà accompagnato dal Sindaco Dozza. Chi invece ha appena iniziato un viaggio felice è il Bologna Fc di Bernardini e Dall’Ara: il 15 settembre, con un pareggio casalingo per 1-1 con il Genoa, comincia il campionato di calcio 19631964 che si concluderà il 7 giugno nel mitico spareggio di Roma contro l’Inter di Herrera (2-0 finale) con la conquista del settimo e (per ora?) ultimo scudetto dei rossoblù. Fernando Pellerano marzo 2013 / GIORNALISTI . 13 Il nostro passato i quotidiani perduti I IL FOGLIO, LE GAZZETTE DI LONGARINI, E-POLIS, IL DOMANI DI BOLOGNA: GLI ANNI DIFFIcILI DELLA STAmpA IN REGIONE n questo mezzo secolo dell’Ordine, molti quotidiani sono nati e chiusi in l’Emilia-Romagna: ingrato compito l’esaustività in poche righe, e mantenendoci distanti dall’essere completi, ne ricordiamo qualcuno. Alla fine del ‘68, tra le innovazioni del periodo, sparisce il 2 dicembre L’Avvenire d’Italia, quotidiano cattolico di Bologna, fondato nel 1896 come L’Avvenire, e dal 1902 con quella testata. Due giorni dopo, a Milano debutta invece Avvenire, che del predecessore felsineo è erede: per questa ragione, conserverà un’edizione settimanale bolognese. Nel settembre del 1919 aveva invece debuttato Il Resto del Carlino Sera, denominato dal 1953 solo Carlino Sera, «realizzato in collaborazione con Nazione Sera a Firenze» ci testimonia Italo Cucci, caporedattore con Gualtiero Vecchietti. Vi debuttano come giornalisti Paolo Morelli, Stefano Benni ed Enrico Franceschini, che ci racconta quell’esordio così: «Era un giornale veramente strano, usciva a Bologna nel pomeriggio con pagine locali fatte in un seminterrato del Resto del Carlino, che venivano completate ogni sera poco dopo mezzanotte, e pagine nazionali prese dal Giornale d’Italia, un quotidiano che si faceva a Roma. Era una combinazione pazzesca e forse era inevitabile che finisse, del resto hanno poi chiuso tutti i giornali della sera. Fu un’esperienza che mi cambiò la vita: avevo 17 anni…A notte tarda, finito il lavoro, talvolta Vecchietti ci portava a mangiare i tortellini a prezzo politico, oppure a vedere le prime cinematografiche gratis, o al night. Ho imparato tanto e tanto mi sono divertito: forse come giornalista, non sono mai stato così felice come allora». Chiude nel 1975, quando debuttano due nuovi gior14 . GIORNALISTI / marzo 2013 nali in cui trasmigreranno alcuni di loro: Paolo Morelli va a Il Nuovo Quotidiano, giornale di Bologna diretto da Enzo Tortora che debutta l’8 marzo 1975 e chiuderà il 30 settembre dello stesso anno. Vecchietti, Franceschini e Benni emigrano al Foglio di Bologna, che debutta il 3 giugno 1975, assieme al coevo Il Foglio di Modena. Il quotidiano è innovativo, per grafica e contenuti, e ci scrivono tra gli altri e oltre ai succitati: Paolo Giuntella, Luigi Accattoli, Maurizio Torrealta, La redazione del Foglio Fulvio De Nigris, Roberto Grandi, Otello Ciavatti. A raccontarcelo, Stefano Benni: «Ero abusivo al Carlino e non ci stavo proprio bene, anche se avevo molti amici lì. Aspettavo solo l’occasione di un altro giornale, e il Foglio arrivò: non ci pensai un attimo. Allora ero un gran presuntuoso e credevo di essere già uno scrittore. Lì mi resi conto che avevo tantissimo da imparare. La speranza era una stampa di cui i giornalisti potessero essere in parte padroni». Ma le copie vendute non bastano e col numero 54 del 5 agosto 1975 il direttore Luigi Pedrazzi, e l’editore Marino Golinelli lasciano. È a quel punto che, con varie polemiche, la redazione si “impadronisce” del giornale fondando una cooperativa che chiederà aiuto ai lettori per non chiudere, salvo arrendersi qualche mese dopo al numero 117 del 17 ottobre. Come ricorda Stefano Benni l’ultimo giorno da redattore? «Non lo ricordo. Ma siccome al giornale lavorava anche il grande amore della mia vita, probabilmente pensavo: il Foglio se ne va, Marta no». Nel commiato si promette che non sarà speciale L'Avvenire d'italia, chiuso nel 1968. il numero zero del Foglio di Bologna, nato nel giugno del 1975 e chiuso a ottobre dello stesso anno l’ultimo numero e infatti, il giornale tornerà in edicola con due numeri unici (nel 1976 e nel 1977) per mantenere la testata, ma sarà invano. Dieci anni dopo nel 1987 debutta La Gazzetta di Cesena, con edizioni a Forlì, Ravenna, Rimini. Chiuderanno nel 1993, con il crack dell’imprenditore anconetano Longarini. Anche allora, saranno i giornalisti a riunirsi in cooperatiEnzo Tortora va e rilevare i giornali, cambiando la testata: nasce il Corriere di Romagna (con le varie sedi di Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini, e della Repubblica di S. Marino). Il 12 set- tembre ‘95, da un’idea di Walter Veltroni debutta Mattina, quotidiano locale venduto in abbinamento a L’Unità ma autonomo sia sul piano redazionale che proprietario: cinque redazioni in Emilia e una versione romagnola (Mattina Romagna). Il giornale avrà anche edizioni in Toscana, a Milano e Roma. L’esperienza però finirà nel 1998. Nel 1996 il gruppo editoriale Monti Riffeser lancia Nuovo Extra, strano esperimento di quotidiano che unisce le pagine nazionali del Carlino e La Nazione, una pagina di articoli scelti dal Foglio di Giuliano Ferrara (nato quello stesso anno) e tre di servizio (orari di treni, aerei, previsioni del tempo in Europa). L’esperienza provoca una protesta degli stessi giornalisti del Carlino: il giornale diventa un’agenzia di stampa interna per poi scomparire nel 1997. Alla fine del XX secolo esordisce Il Domani, quotidiano bolognese spinoff del Domani di Calabria, che con alterne formule (abbinato a La Stampa, venduto autonomamente) arriva in edicola fino al 2009: quell’anno viene rilevato dal gruppo Spallanzani e cambia testata (L’Informazione di Bologna), per poi chiudere definitivamente nel 2011 (anche se tuttora continua come pagina web). Con il XXI secolo arriva la freepress: comincia City Bologna, nel 2001, edito da Rcs mentre nel 2006 comincia Il Bologna, quotidiano del gruppo sardo E-Polis, ma è un’illusione: il secondo chiuderà nel 2010, il primo nel 2012. Nel frattempo irrompe il web, e più possibilità per nuovi quotidiani on line da creare. O da chiudere. Daniel Agami marzo 2013 / GIORNALISTI . 15 Il nostro presente Una riforma indispensabile NEI FESTEGGIAmENTI DEL cINquANTENNIO DELL’ORDINE è STATO RIcORDATO GuIDO GONELLA E pRESENTATA LA RIcERcA DI ENRIcO FINzI SuLLA pROFESSIONE GIORNALISTIcA I l 7 febbraio scorso a Roma nell’aula dei gruppi parlamentari della Camera si è svolto un significativo convegno dal titolo “Giornalisti: mezzo secolo di Ordine tra etica, professionalità e cambiamento” al quale hanno partecipato Monica Maggioni direttrice di Rai news; Caterina Malavenda avvocato cassazionista, penalista e giornalista pubblicista; Francesco Occhetta, giornalista e gesuita. Nell’occasione è stata presentata un’interessante ricerca a cura di Enrico Finzi dal tema “I giornalisti italiani, l’etica professionale e l’informazione on line”. In apertura dei lavori il presidente nazionale Enzo Iacopino ha ricordato Guido Gonella «Ci sono persone che lasciano il segno - ha detto - senza mai usare toni forti o cercare riflettori. E altre scivolano via, cessato il rumore che provocano per dare sfogo alla loro vanità. Guido Gonella appartiene al primo gruppo. Non amava i toni forti, non rincorreva i riflettori, aveva attenzione per i dolori della vita e per gli ultimi». All’ex ministro della Giustizia è stata dedicata una bella biografia del collega Michelangelo Bellinetti. Con un discorso a tutto campo, Iacopino ha poi sottolineato i punti salienti di questo lungo periodo, strettamente legato alla vicenda politica e storica nazionale. Ha ricordato la grande evoluzione della professione e la necessità che il Parlamento provveda al varo di una riforma quanto mai necessaria anche se “non si parte da zero”. Il presidente si è poi soffermato sulla nutrita serie di Carte deontologiche approvate in almeno trent’anni. Fra queste la Carta di Firenze (“l’Osservatorio deve 16 . GIORNALISTI / marzo 2013 subito entrare in funzione” ha detto) e con essa l’intollerabile situazione nella quale versano i precari oggetto di “uno sfruttamento selvaggio”. Ma le minacce, per i giornalisti, vengono anche dal mondo politico che troppo spesso usa impropriamente l’arma della diffamazione. Non solo: ben 1315 colleghi, ha ricordato, sono stati fisicamente minacciati dalle mafie dal 2006 a oggi. A questo proposito, è intervenuta la collega Francesca Santolini oggetto, pochi giorni prima, di una vera e propria aggressione per le approfondite indagini giornalistiche da lei svolte in Lombardia su intrecci malavitosi. Fonte di riflessione sono apparsi i numerosi risultati della ricerca presentata dal il ministro Severino e il Presidente napolitano professor Finzi, frutto di un questionario sottoposto ai colleghi (hanno aderito in 1681). Fra i dati più rilevanti, emerge la necessità di una formazione più approfondita e di un approccio sempre più stretto nei confronti dell’innovazione. Decisamente negativa la percezione che i giornalisti hanno del grado di eticità e qualità complessiva dei mezzi di informazione. Anche il futuro economico della professione è visto negativamente: chiuderanno molte testate e i contratti saranno sempre più un miraggio. E sarà sempre più difficile difendere l’autonomia, culturale e professionale. Tre relazioni hanno infine sviluppato alcuni risultati proposti dalla ricerca. Monica Maggioni ha sottolineato come il giornalista sia tale se è formato e se può poggiare su solidi principi deontologici: solo così darà notizie autentiche e non opinioni o rumors. Caterina Malavenda ha messo in luce le oggettive difficoltà del giornalista “che è un dipendente”: la sua deontologia si confronta e scontra molto spesso con esigenze-richieste “terze”. La privacy, inoltre, è “la pietra tombale del giornalismo”. Molti gli spunti offerti anche da Francesco Occhetta che ha sostenuto come l’Ordine sia “garante di democrazia”. Il potere del giornalista, ha aggiunto, passa attraverso la credibilità fatta di vocazione, qualità e formazione. Il mestiere, poi, si trasmette: la scuola o il master possono non bastare. Internet, infine, deve essere considerato come luogo, non come strumento. Alberto Lazzarini speciale Un pubblicista non pentito LA TESTImONIANzA DI chI, OLTRE ALL’ATTIvITà GIORNALISTIcA, “ESERcITA ANchE ALTRE ATTIvITà O ImpIEGhI” I l giornalista è un uomo di lettere? Se per letterato si intende chi si occupa dei grandi problemi della vita e della morte, dell’amore, della pace e della guerra per lasciare messaggi immortali a chi viene dopo, il giornalista non è un letterato. Scrive infatti dell’attualità e non a caso nei corsi di giornalismo si dice che si parte sempre dalle notizie, cioè da informazioni che introducono almeno un elemento di novità in un quadro che generalmente è già noto. Nel trattare le notizie il giornalista può essere comunque considerato, per l’attualità, un uomo di lettere. Ma può essere anche un uomo di numeri? Nella prima lezione del corso di comunicazione che tengo all’Università di Bologna, cercando di far capire che cosa sia una notizia, dico che se affermiamo che la maggioranza degli italiani ormai non beve più regolarmente il vino a tavola diamo un’informazione già nota e quindi una non-notizia. Se invece diciamo che il 63,3% degli italiani non beve più vino a tavola diamo una notizia, perché la quantificazione è in sé un elemento nuovo in un quadro che era già noto, ma non nella sua dimensione. Il dato numerico lascia inoltre intendere che è stata eseguita una rilevazione e una misurazione e viene percepito come più attendibile di un’informazione non quantitativa che può essere scambiata anche solo per una sensazione non verificata di chi scrive. D’altra parte sui mezzi di comunicazione di massa le informazioni di carattere quantitativo sono sempre più diffuse e non di rado il pubblico le apprezza più delle opinioni di commentatori molto colti e quotati. Faccio queste considerazioni perché la rivista che state leggendo, che è l’organo ufficiale del nostro Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, mi ha chiesto (mettendomi in qualche imbarazzo) una testimonianza sul mio essere un pubblicista, cioè, per citare l’articolo 1 della legge istitutiva del nostro Ordine, sul mio essere una persona che svolge “attività giornalistica non occasionale e retribuita anche se esercita altre professioni o impieghi”. Questo è il mio caso. È del tutto evidente, per me come per altri nella mia situazione, che lo svolgimento dell’attività giornalistica è condizionato, anche e soprattutto nei contenuti, dall’altra o dalle altre professioni esercitate. Per quello che mi riguarda l’altra professione è legata ai numeri e per questo - e non solo per la constatazione, peraltro ineccepibile, che la dimensione quantitativa è sempre più importante nella comunicazione giornalistica - mi sento di affermare che, quantomeno, un certo tipo di giornalista è un uomo di lettere, ma anche un uomo di numeri. Qualche piccola nota autobiografica chiarisce come sono diventato un uomo di lettere e un uomo di numeri nell’attività giornalistica. Quando avevo otto anni mio padre mi regalò il mio primo libro che ancora conservo: I cannibali dell’Oceano Pacifico di Emilio Salgari. La lettura mi entusiasmò e decisi che sarei diventato uno scrittore di romanzi di avventura. A dodici anni scoprii casualmente che ero molto bravo nei cento metri piani e decisi che sarei diventato un campione olimpico. Per cominciare il percorso verso la Gloria, invece di studiare, mi misi ad allenarmi intensamente per partecipare e vincere, come primo passo, i campionati provinciali tra le scuole di Bologna, che allora erano egemonizzati dall’Istituto Tecnico Pier Crescenzi e dal Liceo Scientifico Augusto Righi in cui io militavo. Prima di poter partecipare ai campionati venni però col- pito da una malattia che mi costrinse a letto per sei mesi. Un mio grande amico di allora, e di sempre, oggi giornalista professionista, tutti i pomeriggi veniva a trovarmi. Insieme consultavamo il catalogo della Bur, che era sterminato e comprendeva tutti i classici al prezzo di 60 lire per ogni cento pagine, che era una miseria anche a quei tempi. Il mio amico andava poi a comprare quello che insieme decidevamo che avrei letto. Fu una stagione formidabile per la mia maturazione e quando mi alzai, svanito il sogno olimpico, decisi che avrei fatto il grande scrittore. Fin qui i numeri non ci sono e neanche il giornalismo. Arriveranno più tardi. All’Università mi innamorai della statistica (tutti i gusti sono gusti). Diventare un grande scrittore era sempre la mia massima aspirazione, ma non avevo ancora scritto nulla e continuavo a prepararmi con la speranza di fare esperienze fondamentali da trasmettere ai posteri. Finita l’Università, arrivò il primo lavoro importante: responsabile del reparto indagini di mercato e statistica dell’Autogerma, che allora era l’importatore per l’Italia di Volkswagen, Porsche e Audi. Ebbi così modo di sbizzarrirmi con fonti ufficiali, tabelle, grafici, coefficienti, indicatori e tutto il resto dell’armamentario dei numeri e delle statistiche. Ma proprio all’Autogerma feci un incontro fondamentale per la mia vita e per la mia professione: Athos Evanmarzo 2013 / GIORNALISTI . 17 Il nostro presente gelisti, giornalista professionista che, vedendo per caso un mio commento all’andamento del mercato dell’auto, pensò che potesse essere di un qualche interesse anche per un giornale se trasformato in articolo. Cominciai così, grazie ad Athos, a collaborare con riviste di automobili e poi approdai alla Gazzetta dello Sport, prima come collaboratore della pagina dei motori, e poi ancora addirittura come editorialista, quando nel mondo dell’auto succedeva qualcosa che meritava il fondo in prima pagina. A questo punto la fusione fra le lettere e i numeri era avvenuta ed ero diventato un pubblicista secondo quanto previsto dalla legge sull’Ordine, cioè un professionista che esercita attività giornalistica non occasionale e retribuita ma è impegnato anche in altre attività. La storia naturalmente continua (ma la pazienza del lettore ha un limite e così la faccio corta). Dall’Autogerma passai all’Alfa Romeo come addetto stampa per gli aspetti economici e sindacali e direttore responsabile di Alfa Romeo Notizie. Esercitai poi alcune altre professioni e qualche mestiere, ma il taglio è sempre stato quello a metà tra le lettere e i numeri. E anche oggi è così con il Centro Studi Promotor e con Econometrica, di cui sono presidente, che hanno il compito di portare sui giornali contenuti che riguardano il mondo dell’auto e l’economia, partendo dal supporto e dall’accreditamento che deriva da una solida base statistica che ha il pregio di presentarsi con il sapore dell’oggettività. Ho raccontato il mio percorso perché credo che il pubblicismo, specialmente quando è collegato all’esperienza professionale quotidiana complessiva, sia una risorsa per chi scrive e per il lettore. Nel primo caso, perché lo sforzo di scrivere aiuta a mettere in fila il proprio sapere; nel secondo, perché contribuisce in modo significativo ad arricchire l’insieme dell’offerta informativa dei media, che possono così avvalersi di approfondimenti tematici rigorosi, ma allo stesso tempo, cosa molto importante, accessibili ai più. Per tutte queste ragioni mi sono sentito orgogliosamente giornalista a tutto tondo quando l’anno scorso, proprio di questi tempi, ho ricevuto dalle mani del presidente dell’Ordine la medaglia d’oro per i miei quarant’anni di uomo di lettere e di numeri. Gian Primo Quagliano 18 . GIORNALISTI / marzo 2013 i media francesi, tra vitalità e crisi LA SFIDA DEL DIGITALE cONTINuA mA ANchE IN RETE SI FATIcA A SOpRAvvIvERE Editori contro Google Il primo febbraio scorso, il presidente francese François Hollande e il presidente esecutivo di Google Eric Schmidt hanno annunciato l'accordo che poneva fine alla battaglia che gli editori francesi avevano dichiarato all'azienda americana. Al centro del contenzioso, l'utilizzo da parte di Google dei contenuti dei giornali online d'oltralpe: gli editori lamentavano un danno economico derivato dalla pubblicazione di titoli, anteprime e link agli articoli sulle pagine del motore di ricerca. Google aveva sempre risposto che quelle anteprime e quei link generavano importanti volumi di traffico per i siti degli editori. Lo stallo ha portato a lunghe trattative, per le quali il governo francese aveva anche incaricato un consulente ad hoc. L'accordo raggiunto prevede che Google non debba pagare per utilizzare titoli, anteprime e link sul proprio motore di ricerca, impegnandosi con un finanziamento di 60 milioni di euro a costruire un piano di transizione al digitale per gli editori francesi. Questi avranno inoltre a disposizione le conoscenze tecnologiche del gigante di Mountain View e accordi pubblicitari a prezzi vantaggiosi per cinque anni. Progetti e modalità di finanziamento per la transizione al digitale saranno individuati da una commissione composta da rappresentanti degli editori, di Google e indipendenti. La sfida del digitale Il digitale continua così a sfidare i modelli tradizionali del giornalismo e, all'interno dei nuovi scenari, lo stesso giornalismo che vive esclusivamente sulla rete fatica a trovare strade per sopravvivere. La chiusura di Owni, il progetto di informazione in rete più innovativo e di successo della Francia, a dicembre 2012 è un sintomo chiaro: il sito non riusciva a reggersi economicamente. La sua chiusura è arrivata in un periodo in cui il dibattito sulle nuove forme di giornalismo, comprese la dialet- tica (non sempre sensata) che contrappone carta stampata e web, sono particolarmente vivaci. È di ottobre 2012 un manifesto “per un nuovo ecosistema della stampa digitale”: con questo testo il Syndicat de la presse indépendant d'information en ligne (SPIIL) chiede l'eliminazione degli aiuti diretti alla stampa (da sostituire con aiuti indiretti come la riduzione dell'Iva al 2,10%) e il potenziamento della ricerca nel settore dei media (attraverso forme di credito di imposta e collaborazioni con le università). Mentre il dibattito su questi temi si riaccendeva, la redazione di XXI, un trimestrale cartaceo nato nel 2008, ha risposto con un suo manifesto che presentava la conversione al digitale come una trappola, con i lettori trasformati in consumatori di un'informazione troppo spesso indistinta e di bassa qualità. Qualche numero Niente di nuovo, probabilmente: di questi temi si parla anche in Italia e da tempo. Ma pure in Francia il mondo del giornalismo non se la sta passando benissimo. Il rapporto dell'Observatoire des métiers de la presse pubblicato nel 2012 evidenzia una tendenza alla diminuzione del numero di giornalisti per il secondo anno consecutivo: nel 2011 i giornalisti con tesserino in Francia erano 37.286 (129 in meno che nel 2010), con 1.936 domande di prima iscrizione (in leggera ripresa, +4,2%, rispetto all'anno precedente). Nel 2012 (dati aggiornati al 3 gennaio) le Cartes de presse rilasciate sono state ancora meno: 37.012. Il rilascio del tesserino avviene in maniera diversa che in Italia: è la Commission pour la carte d'identité des journalistes professionnels a concederlo se chi ne fa richiesta dimostra che l'attività giornalistica è la sua attività principale e regolare, da cui ricava più del 50% del reddito (anche per i rinnovi annuali). Inoltre, non possono ottenere il tesserino coloro che svolgono funzioni di PR o di addetto stampa. Secondo i dati del rapporto, il speciale nel mondo non è unico, ma raro 67,2% dei giornalisti professionisti lavora nella carta stampata (ma la percentuale è in calo dell'1,7% rispetto al 2010), il 13,9% in televisione (in calo del 2,7%), il 9,5% alla radio (+19,3%). Se si guarda al tipo di supporto su cui lavorano i giornalisti, internet si ferma al 3,2% ma la percentuale di chi lavora su più supporti arriva all'8,3%. I giovani francesi che si affacciano all'attività giornalistica devono fare i conti con un aumento della precarietà. Contratti a tempo determinato e attività da freelance la fanno da padrone e, spesso, non si tratta di una scelta: dal 2008 al 2011 il numero di contratti a tempo determinato è salito del 57,9%. Il maggior numero di contratti a tempo indeterminato, invece, riguarda i giornalisti tra i 35 e i 59 anni. Il 57,2% dei giornalisti assunti a tempo indeterminato dichiara uno stipendio mensile lordo tra i 2.000 e i 5.000 euro. Tra i tempi determinati, il 17,4% guadagna meno di 1.500 euro al mese, il 42% tra 1.500 e 2.500 euro e il 40,6% più di 2.500 euro. Quelli che lavorano come freelance, invece, si dividono tra chi guadagna mensilmente meno di 1.500 euro (32,1%), chi sta tra i 1.500 e i 2.500 (35,2%) e chi supera i 2.500 (30,3%). Intanto, crescono esperimenti di giornalismo locale on-line, anche sui modelli già noti e consolidati di Rue89 e Mediapart. La maggior parte dei progetti di informazione legati al territorio cerca di trovare un difficile equilibrio tra l'affidarsi alla pubblicità e il chiedere un sostegno diretto ai propri lettori, sotto forma di abbonamento mensile. Il traguardo non è facile da raggiungere, ma questi esperimenti sono un segnale della vitalità che attraversa il mondo dei media francesi, nonostante i segnali di crisi. Roberto Laghi L’ITALIA hA L’EScLuSIvA EuROpEA pER L’ODG. ALTRI pAESI hANNO ORGANIzzAzIONI AFFINI ATTENTE AL RIGORE DELLA pROFESSIONE mA puRE AL cORRETTO cOmpORTAmENTO DEGLI EDITORI L ’ Ordine dei giornalisti quest’anno compie 50 anni. In Europa ce l’abbiamo solo noi. Ma in altri quattro Paesi ci sono degli organismi che in parte lo ricordano. In Francia c’è la Commission de la carte d’identité des journalistes professionnels (Ccijp). Istituita nel 1935 con la legge Brachard, è composta da editori e sindacati (Snj, Cgt, Cfdt). Concede la tessera e ne decide il rinnovo annualmente, se chi la possiede svolge attività giornalistica in via esclusiva e ne trae un certo reddito. La carta non ha carattere obbligatorio, ma l’articolo 6 della convenzione collettiva nazionale del lavoro giornalistico impedisce a un’azienda di impiegare per più di tre mesi chi non ce l’ha. E chi ne fosse in possesso senza i requisiti rischia fino a due anni di reclusione e un’ammenda di 3.750 euro. In Belgio c’è la Commission d’Agréation officielle. Composta da giornalisti e direttori di testate, assegna la carta di giornalista che il Ministero dell’Interno poi ratifica. Dietro la commissione c’è l’Association Générale des Journalistes Professionnels de Belgique (Agjpb). Il sindacato è nato nel 1978 dalla fusione tra l’Association Générale de la Presse Belge (nata nel 1886) e l’Union Professionnelle de la Presse Belge (1914). Al suo interno c’è l’associazione francofona (Ajp, Association des Journalistes Professionnels) e olandese (Vvj, Vlaamse Vereniging van journalisten). Le Conseil de Presse, creato con la legge del 20 dicembre 1979 e disciplinato dalla legge del 4 giugno 2008, “coordina” i giornalisti del Lussemburgo. Con l’atto di modifica dell’11 aprile 2010, il Consiglio della stampa è stato dotato di personalità civile e può concedere o revocare la carta di giornalista professionista. In Portogallo c’è la Comissão da Carteira Profissional dos Jornalistas. Guidata da un giudice e composta da giornalisti ed marzo 2013 / GIORNALISTI . 19 Il nostro futuro editori, oltre ad affrontare le questioni di etica giornalistica, può ammonire o imporre delle sanzioni. Prima della commissione c’era la Corporazione StampaArti Grafiche e Tipografiche poi sciolta con la caduta del dittatore Salazar nel 1974. Per esercitare la professione era obbligatorio essere iscritti. In Spagna non esiste un consiglio o un ordine professionale nazionale. Ne sono stati però creati di regionali in Catalogna (2000), Navarra (2001) e Andalusia (2004), ma vigilano più che altro nel settore audiovisivo per garantire il rispetto della legge. In realtà il compito di rappresentare, coordinare e difendere i giornalisti spetta alla Federación de Asociaciones de la Prensa de España (Federazione delle Associazioni di Stampa della Spagna, Fape). Così come avviene in tutti gli altri Paesi europei, Svizzera compresa. In Gran Bretagna e Irlanda c’è la National Union of Journalists (Nuj); in Norvegia la Press Association (Norsk Presseforbund, Np); in Danimarca l’Unione danese dei giornalisti (Dansk Journalistforbund, Dj); in Svezia l’Unione svedese dei giornalisti (The Swedish Union of Journalists). La più importante organizzazione sindacale in Finlandia è la Union of Journalists. Esiste il Consiglio per i Mass Media, ma non può imporre sanzioni. La maggior parte dei giornalisti tedeschi è iscritta al Deutscher Journalisten-Verband (Djv). L’altro sindacato è il Deutsche Journalistinnen-und Journalisten-Union, (Dju) che fa parte dei Verdi. Molte le sigle sindacali che rappresentano i giornalisti greci. La principale è l’Esiea (il sindacato dei giornalisti, fotoreporter e altri lavoratori dell’industria dei media greci) che è confederata con la Federazione panellenica dei sindacati dei giornalisti (Poesia). La più antica è l’Unione dei giornalisti dei quotidiani di Atene. L’olandese Dutch Association of Journalists (Nederlandse Vereniging van Journalisten, Nvj) è a metà strada tra il sindacato e l’organizzazione professionale. In Svizzera ci sono il Die Schweizer Journalistinnen Impressum; il Comedia (ora Syndicom) che conta 13.000 membri tra giornalisti, stampatori e addetti dell’industria grafica e libraria; e la Ssm (Schweizerisches Syndikat Medienschaffender) che cura gli interessi dei giornalisti di radio e tv. Cesario Picca 20 . GIORNALISTI / marzo 2013 Consigli di disciplina: una giustizia più rapida? I ISTITuITI A LIvELLO NAzIONALE E TERRITORIALE DOvRANNO vALuTARE I cOmpORTAmENTI DEGLI IScRITTI ALL’ORDINE l decreto legge n. 138 del 13 agosto 2011 recante misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e lo sviluppo, convertito con la legge n. 148 del 14 settembre 2011, ha previsto all’art. 3 vari interventi in materia di professioni, tra cui la divisione tra funzioni amministrative e disciplinari per le istituzioni ordinistiche. Il successivo Dpr n. 137 del 7 agosto 2012 (entrato in vigore il 14 agosto 2012) contenente il regolamento attuativo della riforma degli ordinamenti professionali ha rinviato la disciplina di molte materie, tra cui quella disciplinare, all’emanazione, da parte dei Consigli nazionali degli ordini professionali, di regolamenti sottoposti al parere del Ministero della Giustizia. Il legislatore ha stabilito che entro un anno dall’entrata in vigore del Dl 138/2011, e cioè entro il 12 agosto 2012, gli ordinamenti in questione dovessero essere riformati, con normativa regolamentare, sulla base di alcuni principi, tra cui, per quanto riguarda le materie disciplinari, l'istituzione di organi a livello territoriale, diversi da quelli aventi funzioni amministrative (consigli regionali dell’Ordine), e di un organo nazionale di disciplina diverso dal Consiglio nazionale. La novità principale sta nel fatto che la carica di consigliere dell'Ordine territoriale o di consigliere nazionale è incom- patibile con quella di membro dei Consigli di disciplina nazionale e territoriali, mentre restano immutate le sanzioni applicabili, dall’avvertimento, alla censura, alla sospensione e alla radiazione, nonché la potestà regolamentare dell’Ordine sui diritti e sui doveri degli iscritti. In sostanza i compiti di istruzione e decisione delle questioni disciplinari non saranno più dei Consigli degli Ordini (in prima istanza gli Ordini regionali e per i ricorsi il Consiglio nazionale che manterranno le funzioni amministrative demandate dai rispettivi ordinamenti), ma da Consigli di disciplina ad hoc, territoriali e nazionale. Sulla base di tali disposizioni, il Consiglio Nazionale ha adottato il regolamento delle funzioni disciplinari che, ottenuta l’approvazione del Ministero della Giustizia, è divenuto operativo il 14 dicembre 2012. Consigli di Disciplina Territoriali Saranno costituiti da nove membri, di cui il più anziano per iscrizione all’Albo riveste le funzioni di presidente mentre il più giovane quelle di segretario. I consigli, a loro volta, saranno strutturati in collegi giudicanti formati da tre membri appartenenti allo stesso Consiglio e individuati di volta in volta dal presidente del Consiglio di disciplina territoriale. Anche il Collegio giudicante è presieduto dal componente più an- speciale ziano, mentre il più giovane svolge le funzioni di segretario. In ogni collegio, formato da un pubblicista e due professionisti, almeno un componente dovrà essere donna. La scelta dei consiglieri di disciplina territoriali è, comunque, affidata al Consiglio regionale dell’Ordine tramite la definizione di una rosa di diciotto candidati da sottoporre al presidente del Tribunale perché designi i nove componenti dell’organo di disciplina. I requisiti per la designazione sono i seguenti: anzianità di iscrizione all’Albo non inferiore a 10 anni; assenza di condanne penali per reati non colposi; assenza negli ultimi dieci anni di sanzioni disciplinari, anche non definitive, ex art. 52, legge 69/1963; assenza di sanzioni disciplinari, anche non definitive, ex artt. 53, 54, 55 legge 69/1963 (non si terrà conto della radiazione per morosità); essere in regola con gli obblighi della formazione permanente e con il pagamento delle quote; essere iscritto all’Albo nella Regione in cui ha sede il Consiglio di disciplina territoriale. Consiglio di Disciplina Nazionale Al contrario di quanto previsto per i Consigli territoriali, non vi è invece terzietà nella composizione dei membri del Consiglio di disciplina nazionale, che sono scelti in numero di dodici tra i Consiglieri nazionali: essi devono avere almeno 10 di anzianità di iscrizione e gli stessi requisiti richiesti per i consigli territoriali. Il Consiglio Nazionale, a differenza di quelli territoriali, tratta i ricorsi e li decide collegialmente. Anche per questi collegi, per la carica di presidente e di segretario, valgono i requisiti dell’anzianità. È prevista invece la figura del vicepresidente, eletto dai 12 componenti, che sostituisce il presidente in caso di assenza. Una volta eletti nel Consiglio nazionale di disciplina, i consiglieri non possono più esercitare funzioni amministrative. Durata in carica I Consigli di disciplina territoriali e quello nazionale hanno identica durata (tre anni) con una differenza: che la durata dei territoriali decorre dalla data di insediamento, indipendentemente dalle vicende elettive (quindi disgiunti dalla durata dei Consigli regionali), mentre il Consiglio nazionale di Disciplina, essendo composto da consiglieri nazionali, cessa con la scadenza del Consiglio nazionale. Nel caso specifico, in vista dell’imminente scadenza elettorale per quasi tutti i Consigli regionali, i consigli territoriali, già costituiti o che saranno costituiti prima della consultazione elettorale, continueranno a svolgere la loro attività per tre anni, mentre il Consiglio nazionale di Disciplina, eletto a dicembre, cesserà le sue funzioni appena insediato il nuovo Consiglio nazionale. Osservazioni Sin qui le nuove disposizioni, che impongono qualche riflessione sull’assegnazione delle cariche in base all’anzianità e sulle difficoltà che, specie a livello territoriale, inevitabilmente si incontreranno nella fase di avvio. Quello dell’anzianità per l’assegnazione delle cariche è un criterio che va rivisto perché la guida di organismi così delicati non si limita a funzioni notarili, come il coordinamento del dibattito o la firma degli atti, ma richiede un impegno di stimolo, di input, di confronto, e di conoscenza della materia che sono maggiormente garantiti attraverso la scelta collegiale da parte dei vari componenti frutto di una elezione. Ciò toglierebbe anche da una situazione imbarazzante chi, pur volendo dare il proprio contributo a tali organismi, ma- gari non se la sente di assolvere a una funzione che la legge gli impone e a cui non può sottrarsi se non rinunciando anche alle funzioni di componente il Consiglio. Stesso discorso naturalmente vale per il segretario che dovrebbe essere scelto collegialmente, come peraltro accade per il vicepresidente nazionale. Fase iniziale Quanto alla fase d’avvio a livello territoriale, vi è la previsione di una rosa di 18 giornalisti da proporre al Presidente del Tribunale per la scelta dei nove componenti che potrebbe determinare problemi per gli Ordini di piccole dimensioni ma anche difficoltà nell’individuare colleghi che abbiano già avuto esperienze associative, perché è evidente che non si possono creare in prima istanza con colleghi, pur professionalmente bravi, che non abbiano mai avuto la minima esperienza in materia. Il procedimento disciplinare infatti comporta rigoroso rispetto di procedure, dalla fase d’avvio, all’istruttoria, al provvedimento conclusivo, tanto che un vizio insanabile determina la nullità di tutto il procedimento. Insomma, si è in una delicata fase di transizione nella quale specie i nuovi consigli territoriali dovranno avere il tempo del rodaggio, pur nella consapevolezza che, per la tutela degli incolpati, si dovrà fare di tutto per soddisfare la generale aspirazione di una “giustizia rapida e sicura”. Sotto questo aspetto, forse, saranno utili dei seminari, da organizzare magari a livello interregionale, per consentire ai componenti i nuovi Consigli di disporre di un quadro generale delle disposizioni e dei codici in materia disciplinare e sugli aspetti formali di ogni procedimento. Nel merito delle questioni, fatta salva l’autonomia decisionale per ogni caso che sarà sottoposto all’esame dei Consigli territoriali e nazionale, si suggerisce di consultare i Massimari che il Consiglio nazionale pubblica annualmente, per verificare qual è stata la giurisprudenza ordinistica sulle singole materie. Tale consultazione è possibile cliccando la voce Massimario sul sito del Consiglio Nazionale (www.odg.it). Elio Donno marzo 2013 / GIORNALISTI . 21 Il nostro futuro È legge l’equo compenso. Stop allo sfruttamento uNA cOmmISSIONE DEFINIRà LE GIuSTE RETRIbuzIONI pER I GIORNALISTI cOLLAbORATORI. SOLO LE TESTATE chE pAGANO cORRETTAmENTE AvRANNO I cONTRIbuTI pER L’EDITORIA N el sito dell’Ordine nazionale dei giornalisti la notizia dell’approvazione della legge sull’equo compenso nel settore giornalistico (n. 233/2012) è stata commentata con queste parole: “La schiavitù è abolita per legge. Nel 2012. È stata necessaria una norma, quella sull’equo compenso, per creare condizioni che consentiranno di porre fine allo sfruttamento selvaggio dei giornalisti”. Sfruttamento prima sanzionato solo deontologicamente dalla Carta di Firenze del 2011. Vediamo i punti cardine della disciplina e le questioni giuridiche più rilevanti che essa implica. Le linee portanti della nuova disciplina La legge riguarda il trattamento retributivo dei “giornalisti iscritti all’albo (…) titolari di un rapporto di lavoro non subordinato in quotidiani e periodici, anche telematici, nelle agenzie di stampa e nelle emittenti radiotelevisive” ed è “finalizzata a promuovere l’equità retributiva in attuazione del primo comma dell’art. 36 della Costituzione” (art.1, comma 1). Per equo compenso si intende “la corresponsione di una remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del 22 . GIORNALISTI / marzo 2013 lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione nonché della coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato” (art.1, comma 2). Deputata a quantificare la misura dell’equo compenso sarà una Commissione, che dovrà essere istituita entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge (18 gennaio 2013, dunque entro il 17 febbraio 2013), la quale (art. 2, comma 3) “entro due mesi dal suo insediamento, valutate le prassi retributive (…) a) definisce l’equo compenso dei giornalisti iscritti all’albo non titolari di rapporto di lavoro subordinato (…); b) redige un elenco dei quotidiani, dei periodici, anche telematici, delle agenzie di stampa e delle emittenti radiotelevisive che garantiscono il rispetto di un equo compenso, dandone adeguata pubblicità”. “A decorrere dal 1º gennaio 2013 la mancata iscrizione nell’elenco di cui all’articolo 2 per un periodo superiore a sei mesi comporta la decadenza dal contributo pubblico in favore dell’editoria, nonché da eventuali altri benefici pubblici, fino alla successiva iscrizione” (art. 3, comma 1). “Il patto contenente condizioni contrattuali in violazione dell’equo compenso è nullo” (art. 3, comma 2). Le particolarità 1) Il nostro sistema, normalmente, non (ri) conosce il concetto di “giusto prezzo”; la congruità dello scambio è data, secondo il codice civile, dal punto di equilibrio economico trovato autonomamente dai contraenti; le deroghe al principio sono previste solo laddove le posizioni delle parti coinvolte sono particolarmente sbilanciate (contratti di locazione, alcuni contratti con consumatori, ecc.) e ancor più rari sono i casi di “prezzo imposto”. Però per l’attività professionale (così come per il lavoro autonomo e l’attività di impresa), vale il dogma (quanto meno dal decreto Bersani in poi) che il compenso è determinato solo dall’accordo delle parti, con esclusione del riferimento a compensi predeterminati (anche se il cosiddetto tariffario dei giornalisti è stato contestato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, così come quelli di altre professioni); si presuppone cioè che nel caso di lavoratori autonomi il rapporto tra le parti si collochi su di un piano di parità, e anzi sia addirittura sbilanciato a favore del professionista. Dunque questa legge va in controtendenza rispetto a situazioni analoghe: Ad esempio, nella recentissima riforma della legge professionale forense, all’art. 41 comma 1, si prevede che “decorso il primo semestre, possono (non devono, ndr) essere riconosciuti con apposito contratto al praticante avvocato un’indennità o un compenso per l’attività svolta per conto dello studio, commisurati all’effettivo apporto professionale dato nell'esercizio delle prestazioni e tenuto altresì conto dell'utilizzo dei servizi e delle strutture dello studio”. Vi è però da dire che in questo caso si tratta di tirocinanti e non di professionisti già abilitati, come nel nostro caso. 2) La misura dell’equo compenso è inderogabile, tanto che patti contrari, con speciale compensi diversi e inferiori a quelli fissati dalla Commissione, saranno nulli per violazione di legge. La nullità in parola certamente è rilevabile dal Giudice d’ufficio, ed è probabilmente da considerarsi nullità cosiddetta di protezione - cioè eccepibile solo dal soggetto nel cui interesse è prevista (in analogia con quanto stabilito dall’art. 2126 c.c., secondo il quale “La nullità o l’annullamento del contratto di lavoro non produce effetto per il periodo in cui il rapporto ha avuto esecuzione, salvo che la nullità derivi dall’illiceità dell’oggetto o della causa. Se il lavoro è stato prestato con violazione di norme poste a tutela del prestatore di lavoro, questi ha in ogni caso diritto alla retribuzione”. Altrimenti, poiché il contratto nullo per definizione non produce alcun effetto dall’origine, il lavoratore non avrebbe diritto a ricevere alcun compenso). 3) Il rafforzamento della concreta operatività della disciplina sarà affidato a un meccanismo particolare: il committente / datore di lavoro, che non garantisce il rispetto dell’equo compenso stabilito dalla Commissione, perde il contributo in favore dell’editoria e qualsiasi altro beneficio pubblico, sino alla reiscrizione nell’elenco degli “osservanti”. Dunque, anziché comminare una sanzione - successiva e contestabile - in caso di inosservanza, si prevede un dis incentivo alla illegalità, mediante la perdita, immediata, di un beneficio, sino al rientro nella “legalità”. Meccanismi analoghi sono adottati ad esempio per rafforzare il rispetto della regolarità contributiva da parte delle imprese artigiane, commerciali e del turismo, per coloro che assumono apprendisti. Questi sono solo alcuni spunti di riflessione ad una prima lettura della legge; vedremo come concretamente opererà la disciplina per una più compiuta valutazione. Annalisa Atti Ricercatore confermato di Diritto privato nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna. Da molti anni insegna presso le Facoltà di Giurisprudenza e di Lettere in materia di diritto civile e di diritto d'autore, nonché partecipa in qualità di relatore a convegni, corsi di specializzazione e master. Avvocato, è stata ed è docente in numerosi eventi e corsi per la Formazione continua degli avvocati, e in eventi formativi per magistrati. Una distrazione durata troppi anni uNO DEI mESTIERI pIù bELLI AL mONDO SI è TRASFORmATO IN SchIAvITù. OGGI DuE NORmE pOTREbbERO mIGLIORARE LA SITuAzIONE Mai più 2 euro G li alibi, ora, sono finiti. Abbiamo due norme che, coniugate, offrono tutti gli elementi per un intervento moralizzatore del quale si avverte il bisogno: la Carta di Firenze e la legge sull’equo compenso. La prima è una conquista dei giovani di tante età che nel capoluogo toscano hanno fatto nascere delle regole deontologiche che richiamano in maniera netta il dovere di solidarietà tra colleghi. Tra tutti, dal direttore ai capi redattori, ai capiservizio fino all’ultimo della catena di comando per arrivare agli “invisibili”. Già, ci sono anche tra noi, e lo sappiamo da anni. Sono quelli che non vengono fatti entrare in redazione, ma senza il lavoro dei quali i giornali dovrebbero ridurre la foliazione e radio e tv (anche non piccole) dovrebbero rivedere la durata dei programmi di informazione. E accanto a loro ci sono i colleghi “trasparenti”, quelli che invece nelle redazioni vimarzo 2013 / GIORNALISTI . 23 Il nostro futuro vono, per dieci o dodici ore al giorno. Ma è come non ci fossero. I più sono molto atletici: debbono essere pronti a sparire, utilizzando ogni via di fuga, se si ha il sospetto che chi bussa alla porta sia un ispettore dell’Inpgi. La legge sull’equo compenso è figlia del lavoro di tanti. È nata nella sede dell’Odg, il 18 maggio del 2010, ma il percorso è stato condiviso, assistito, incoraggiato dagli altri organismi di categoria, Fnsi in testa. Con onestà è doveroso ammettere che non sarebbe stato possibile riuscirci senza l’aiuto di un gruppo di parlamentari: Enzo Carra, Beppe Giulietti, Silvano Moffa, Vincenzo Vita. Che strano (senza vittimismi, per carità), di tutti costoro solo Vita era candidato alle elezioni, in una posizione tale, il 18° posto, che richiedeva due o tre miracoli contemporaneamente. Neanche il miglior Spielberg poteva immaginarli. Neanche la Carta di Firenze e la legge sull’equo compenso faranno il miracolo. Sono strumenti, non soluzioni. La seconda ha il bisogno che venga stabilito il criterio di equità. Non sarà cosa semplice. Gli editori faranno di tutto per creare ostacoli fin dalla prima riunione di insediamento, programmata per il 4 marzo, che non si sa (mentre scrivo) se si terrà. Governo e Fieg, infatti, non hanno ancora indicato i nomi dei loro rappresentanti. Ma sono certo che Fnsi, Inpgi e Odg sapranno rispondere alle attese di migliaia e migliaia di colleghi. Lo dobbiamo loro, senza farci condizionare dagli “spaccacapelli”, ampiamente rappresentanti nella categoria, che fanno già le prefiche prima che ancora la legge venga applicata. La logica di alcuni tra costoro è la seguente: vedrete che le aziende abbasseranno i compensi di quelli che oggi vengono pagati (Bene? Benissimo? Benino? Lautamente?) per suddividere lo stesso badget tra più persone. È un inno all’egoismo perché equivale a dire che siccome io me la cavo nessuno deve permettersi di occuparsi di quelli che vengono trattati come schiavi. Mi spiace, ma non sono disposto a seguire alcuno su questo terreno. Proprio mentre scrivo, un collega mi trasmette copia di una proposta di contratto. Un’offerta “fa-vo-lo-sa”: per avere 8 euro bisogna conquistare 10.000 contatti (9.999 per l’esattezza). Se si vogliono ottenerne 20 occorre raggiungere quota 19.999. Per vedere 55 euro, la soglia è di 49.999. Tasse comprese. E, non dimentichiamolo, anche le spese sono incluse. È l’on line, bellezza? No, perché nella carta stampata non si sta meglio. Ci sono agenzie nazionali di stampa che retribuiscono con 3 euro e mezzo un take, magari strappato al desk che ti ha incaricato di seguire un pallosissimo convegno della durata di tre o quattro ore, dall’altra parte della città. Chi ti manda fa con gli organizzatori la sua bella figura (“Hai visto, ho coperto il tuo evento”: ma perché da un po’ di tempo ogni banalità viene chia- mata “evento”?) e tu, “schiavo” ottieni 3 euro e mezzo. Tasse e spese comprese. Nessuno, non io, immagina un livellamento al ribasso. Non è facendo stare peggio chi sbarca il lunario che si risolve il problema di chi non ce la fa. Ma si può sperare di riuscirci, a mio avviso, concordando parametri che tengano conto della realtà editoriale e della diffusione della testata. Corriere della sera e Repubblica non possono essere messi sullo stesso livello di un giornale provinciale. Panorama e l’Espresso sono diversi da un settimanale a diffusione locale. Ma c’è una soglia minima che va fissata, stabilendo delle maggiorazioni legate alla realtà della testata. Quel minimo, però, non può essere una mancetta o quasi. Un po’ provocatoriamente (ma non troppo) ipotizzavo, con autentico rispetto, il parametro colf. Può l’informazione, bene primario per la crescita democratica del Paese, essere compensata con una retribuzione oraria inferiore a quella di una collaboratrice familiare? No, non può. Su questo dovrebbero riflettere i garantiti, quelli che twittavano insolenze, mentre introducevo la conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio. Sazi dei loro stipendi da decine di migliaia di euro l’anno (molte decine e in qualche caso decine di decine) non riuscivano a contenere la loro ansia di sapere quel che tutti conoscevano già: ma Monti scende in campo? Perché, chiedevano, Iacopino perde tempo per raccontare agli italiani la vergogna Più impegno per contrastare abusi e povertà TRE DOmANDE AL pRESIDENTE IAcOpINO SuLLA cREScENTE pREcARIETà DEI GIOvANI GIORNALISTI Da diverse sessioni i praticanti dell’Emilia-Romagna rimandano il passaggio a professionisti perché non hanno i soldi per sostenere l’esame di Stato. È una segnalazione pervenuta anche da altre regioni? «Sì. In questi giorni stanno per scadere i termini di partecipazione alla 114esima sessione. Ricevo telefonate di colleghi, da tutta Italia, che mi segnalano che forse potranno pagare solo l’ultimo giorno la tassa di iscrizione. Ho un’idea, da verificare con l’amministrazione e se avrò il consenso dell’esecutivo, per ridurre la tassa almeno per quanti sono costretti a fare l’esame una seconda volta. C’è anche di peggio. Non sono pochi coloro i quali superano 24 . GIORNALISTI / marzo 2013 l’esame, ma non presentano la domanda per l’iscrizione tra i professionisti. Trovo, francamente, sconcertante quanto mi viene riferito sui costi di questa operazione. È una giungla. Ci sono Odg regionali che chiedono, con varia motivazione, somme significative». Sempre in tema di difficoltà economiche, all’Ordine dell’Emilia-Romagna arrivano tante mail di protesta riguardo al fatto che si dimezzano le quote ai professionisti e ai pubblicisti pensionati, mentre i colleghi che hanno perso il lavoro o che sono precari e mal pagati devono versare la quota intera. Questo problema è mai stato affrontato a livello nazionale? speciale Progettare un futuro diverso dal disastro attuale della “schiavitù” di migliaia e migliaia di “invisibili”? Rispondo loro da qui, dopo aver taciuto per far sbollire la collera: per una voglia di far perdonare all’Ordine una distrazione durata troppi anni, mentre vergogna si accumulava a vergogna, trasformando uno dei più bei mestieri del mondo in un inferno per decine di migliaia di sognatori. E, soprattutto, per il bisogno di dare voce a chi non l’ha: un’esigenza morale. Moralità? Sì, lo so, qualcuno non capirà. Me ne farò una ragione. Enzo Iacopino LE TRASFORmAzIONI TEcNOLOGIchE SONO STATE FONDAmENTALI mA GLI EDITORI LE hANNO uSATE pER RISpARmIARE I cOSTI E NON pER mIGLIORARE LA quALITà DELL’INFORmAzIONE N Enzo iacopino ella ricorrenza dei cinquant’anni dalla nascita dell’Ordine ci sono novità significative per la categoria: la legge sull’equo compenso, la Carta di Firenze, la formazione obbligatoria. Da anni lei è impegnato nel sindacato e ha seguito l’evoluzione della professione nel corso del tempo. Cosa pensa di questo particolare momento storico? «Si tratta di una delle fase di maggiore crisi di tutto il settore. Molti colleghi perdono il lavoro, tanti hanno le retribuzioni tagliate a seguito dei contratti di solidarietà, c’è un largo uso della cassa integrazione, centinaia di giornalisti ancor giovani sono prepensionati e non «Trovo insopportabili le ironie di quanti, garantiti, con stipendi importanti, fanno battutacce sull’ammontare della quota annuale. Cento euro sono spesso l’equivalente, tasse e spese comprese, di dieci articoli, a volte anche di venti o più. Sulla riduzione della quota alcuni Ordini hanno equivocato. Non va applicata a tutti i pensionati, ma a quelli che tali sono diventati per età. Così dice la legge. Con l’esplodere degli stati di crisi aziendale, i non aventi diritto non sono pochi, Iacopino compreso. Abbiamo provato, credo due anni fa, a chiedere al Ministero la possibilità di fissare quote differenziate, ad esempio per i disoccupati e per quanti percepiscono un reddito molto basso. Gli uffici mi dissero che la risposta era negativa. Ma gli Ordini regionali hanno strumenti per venire incontro ad esigenze particolari. So che quello dell’Emilia-Romagna, meritoriamente, lo fa. Un buon esempio, da imitare». poche aziende hanno, addirittura, come è accaduto ad alcuni quotidiani in Emilia-Romagna, cessato l’attività. Per gli organismi di categoria, non solo per il Sindacato, si tratta di progettare un futuro che sia diverso dal disastro attuale. In questo contesto si deve operare per una regolamentazione seria del lavoro autonomo e per un elevamento della qualità dell’informazione a prescindere dalla piattaforma tecnologica utilizzata. Pur senza essere la risoluzione del problema, conquiste come la legge sull'equo compenso e la Carta di Firenze e norme che impongano un obbligo formativo per i giornalisti vanno in questa direzione. Occorre che L’equo compenso e la Carta di Firenze serviranno realmente a migliorare la condizione delle frange più deboli della nostra categoria? «Ho investito molte energie nelle due iniziative. Ricordo la campagna contraria, anche sul piano personale, quando l’Odg, nel maggio 2010, propose la legge sull’equo compenso e le ironie, anche di autorevoli giornalisti gallonati, sulla Carta di Firenze. Sono strumenti, non soluzioni. Queste ultime dipendono dagli uomini, dai membri dei Cdr e dei Consigli regionali. I primi, tutelati dalla legge, facciano le segnalazioni degli abusi. I secondi agiscano. Non mi attendo miracoli e non mi nascondo i rischi delle conseguenze. Ma il timore di queste ultime non può autorizzarci a non far nulla, guardando dall’altra parte. Lo abbiamo già fatto, in passato, consentendo allo sfruttamento di trasformarsi in quasi schiavitù». Franca Silvestri marzo 2013 / GIORNALISTI . 25 Il nostro futuro anche gli editori facciano la loro parte e non si limitino a gestire la crisi con i tagli occupazionali in attesa di tempi migliori. È evidente, però, che anche la politica e le istituzioni debbano intervenire e tra gli interventi possibili c’è anche quello di una riforma vera, complessiva e radicale del nostro Ordine professionale che deve essere rappresentativo del lavoro giornalistico come è oggi e non come era cinquant’anni fa. Semplificando, l'Ordine dei giornalisti deve essere davvero tale: cioè rappresentativo di chi la professione la svolge davvero. E ciò lo si fa selezionando l’accesso sulla base della qualità e verificando nel tempo il persistere delle condizioni per le quali si è stati iscritti all’Ordine». Quali a suo avviso i passaggi (positivi e negativi) che hanno inciso maggiormente sulle trasformazioni del mondo dell’informazione? «Certamente le trasformazioni tecnologiche sono state l’elemento fondamentale di cambiamento. Nel bene e nel male. Hanno messo a disposizione dei giornalisti strumenti immensamente più veloci del passato per svolgere il loro lavoro. La possibilità di consultare con altrettanta rapidità fonti e archivi diversi incrociando e verificando i dati. Gli editori, però, hanno sostanzialmente visto in queste possibilità non la strada per una nuova e maggiore qualità del prodotto, ma la via per ridurre costi, aumentare la produttività purchessia, introdurre, di fatto, la catena di montaggio in redazione. Insomma, per aumentare la quantità, poco importa se questo andava a scapito della qualità. Anche qui c'è la strada per uscire dalla crisi: investire davvero sulla multimedialità integrando e non contrapponendo le diverse tecnologie con le quali è possibile “lavorare” l'informazione». L’attuale povertà economica di buona parte dei giornalisti e la generale crisi della professione da cosa dipendono? Quale ruolo hanno giocato in questi cinquant’anni editori, sindacato e Ordine? «La massificazione della professione con l’aumento esponenziale della forza lavoro disponibile ha - bisogna riconoscerlo - aumentato le possibilità degli editori di ricorrere a lavoro sottoretribuito e ha depresso la qualità del prodotto. L’idea, errata, che non sia più necessario un professionista (uso questo termine in senso generale e non nell’accezione ordinistica contrapposta a quello di pubblicista) in possesso di strumenti tecnici e culturali atti a “lavorare il prodotto informazione”, ma che basti il cittadino che naviga in Rete ed utilizza twitter o facebook per veicolare messaggi informativi, ha fatto il resto. Giudicare in poche righe cinquant’anni è estremamente difficile, ma ci provo. Editori, Sindacato ed Ordine sono stati accumunati dalla difficoltà di capire per tempo le trasformazioni, ma, se oggi possiamo ancora parlare di giornalismo professionale, cioè di una attività da cui migliaia di giornalisti e le loro famiglie traggono un reddito, è anche grazie alla capacità del Sindacato di tenere il punto, difendere il contratto di lavoro principale e trattare a tutto sottoscrivendone di nuovi nei vari ambiti nei quali si esplica la professione (da qui nascono gli accordi con Aeranti-Corallo, Uspi, Fipeg). L'Ordine è riuscito a produrre un complesso di regole professionali attraverso le Carte deontologiche. Gli editori, purtroppo, hanno badato più alla gestione contingente (spesso messa in crisi da manager non all'altezza dei loro compiti) seguendo le tendenze immediate del mercato senza immaginare cosa fare negli anni a seguire. E oggi ne paghiamo le conseguenze». In questo momento particolarmente difficile per la categoria , come nuovo presidente della Fnsi cosa si propone? «Il compito del presidente nella Federazione della stampa è quello di garantire l’unità del Sindacato, il rispetto degli Statuti (come condizione del poter stare assieme di tante idee e sensibilità diverse), essere sollecitatore di impegno sulle grandi questioni di principio, come l'intransigente difesa della libera informazione, garantire al Consiglio nazionale (il nostro Parlamento interno) un ruolo ed un coinvolgimento nelle scelte. Ogni Presidente ha le sue caratteristiche. Io sono il 25° e vorrei soprattutto caratterizzarmi per un impegno diretto sulle situazioni concrete che vive la categoria ovviamente in stretta collaborazione con il segretario generale, Franco Siddi, la Giunta esecutiva federale e le Associazioni regionali di stampa. Tra queste mi interessano, in modo particolare, il lavoro autonomo, il precariato e l'annosa questione del riconoscimento contrattuale e professionale degli addetti stampa, in particolare di quelli che lavorano nella Pubblica amministrazione». Giovanni Rossi è stato eletto di recente presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Nato a Piacenza nel febbraio del ’49, ha lavorato all’Unità come vice caposervizio di cronaca ed è stato caporedattore della sede emilianoromagnola della Dire. Il suo lungo impegno nel sindacato lo ha visto presidente dell’Aser (Associazione Stampa Emilia-Romagna) e segretario generale aggiunto della Fnsi. Attualmente è anche responsabile del Dipartimento Uffici stampa del Sindacato nazionale e membro del Consiglio generale dell’Inpgi. (foto Spinelli) 26 . GIORNALISTI Argia Granini IN pRImO pIANO Un anno di formazione mentisti. Nel primo caso abbiamo a che fare con la pratica dello scoprire e con la mentalità etica, cioè col migliorare il presente, l’esistente, servendosi del passato. Nel secondo caso abbiamo a che fare con la pratica dell’inventare e con la mentalità estetica, cioè col migliorare il futuro, l’inesistente, servendosi del progetto”. E come Fondazione abbiamo cercato di presentare corsi che dessero risposte alle necessità formative dei colleghi, proposte concrete, dove oltre alla parte teorica è stato privilegiato il contatto tra gli allievi e gli importanti testimonial che, lavorando sul campo, hanno avuto la possibilità di trasmettere le loro esperienze nelle varie forme di giornalismo. Come è possibile constatare, l’impegno è stato continuo, considerando tra l’altro le esigue risorse della Fondazione; i costi sono stati contenuti grazie alla collaborazione di colleghi che hanno apportato il loro contributo a titolo gratuito. Il corso più numeroso, come è facile intu- Dal dicembre 2011 la Fondazione ha proposto ben 17 iniziative fra corsi e dibattiti: 15-16 giugno 2011 Corso di formazione per giornalisti neo-pubblicisti 19-29 settembre 2011 Corso di preparazione all’esame di Stato 12-13 dicembre 2011 Corso di formazione per giornalisti neo-pubblicisti 09-14 gennaio 2012 Corso residenziale di preparazione all’esame di Stato 10 novembre 2011 - 9 febbraio 2012 Corso di formazione e aggiornamento professionale 6 febbraio - 12 marzo 2012 Corso Cittadini sempre su carcere e informazione 1-2 marzo 2012 Corso di formazione per giornalisti neo-pubblicisti 13 aprile - 19 maggio 2012 Corso di formazione per gli uffici stampa 15 e 22 maggio 2012 Corso di formazione per giornalisti neo-pubblicisti 25 giugno 2012 Convegno Giustizia a furor di media - istruttorie e processi sui mezzi di comunicazione 4 e 5 luglio 2012 Corso di formazione per giornalisti neo-pubblicisti 20 settembre - 10 ottobre 2012 Corso sulla lingua italiana Da Manzoni a twitter 1-5 ottobre 2012 Corso di preparazione per giornalisti praticanti all’esame di Stato 23 e 27 ottobre 2012 Preparazione per giornalisti praticanti alla prova orale dell’esame di Stato 5 dicembre 2012 Seminario di approfondimento sulla lettura dei bilanci aziendali 10 e 11 dicembre 2012 Corso di formazione per giornalisti neo-pubblicisti 27 ottobre - 22 dicembre 2012 Corso di formazione per gli uffici stampa è trascorso più di un anno dalla presentazione della Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna (il 28 settembre 2011 a Villa Pallavicini nella sede della Scuola Superiore di Giornalismo). Un anno che ha visto la Fondazione impegnata a sostegno della struttura ordinistica con convegni e dibattiti in tutta la regione, ma soprattutto in una costante proposta formativa che ha reso questi mesi molto impegnativi per una piccola realtà basata prevalentemente sul volontariato dei singoli e sulla abnegazione di una segreteria che ha gestito l’afflusso e la risposta alle richieste dei colleghi con solerte efficienza. La Fondazione ha proposto ai giornalisti una serie di corsie formative che hanno avuto un’ottima accoglienza per il pregio di offrire soluzioni alle specifiche esigenze dei colleghi. Proprio in relazione a un approfondimento sui problemi e sull’etica della formazione, mi sembra opportuno, ai fini di una considerazione comune, riportare in questo contesto una riflessione del collega Enzo Spaltro, membro del nostro Comitato tecnico scientifico e tra l’altro presidente dell’Aif Tabella 1 CoRSiSTi nEo-PUBBLiCiSTi dA GiUGno 2011 A diCEMBRE 2012 diViSi PER ETà < 20 ANNI TRA 21 E 30 ANNI TRA 31 E 40 ANNI TRA 41 E 50 ANNI 2 116 101 39 (Associazione Italiana Formatori): “Tutte le volte che si comincia a discutere di formazione ci si trova di fronte a una contraddizione: quella tra la formazione e lo TRA 51 E 60 ANNI 13 TRA 61 E 70 ANNI 9 TOTALE 280 ire, è stato quello dedicato ai giornalisti neo-pubblicisti: si tratta infatti di un momento formativo obbligatorio per coloro che si iscrivono all’Ordine. Il seminario PARTECiPAnTi Ai CoRSi PER GioRnALiSTi nEo-PUBBLiCiSTi Grafico 1 sviluppo, cioè tra il presente ed il futuro. Ci si chiede se dobbiamo inseguire un bersaglio fisso e fare i replicanti o inseguire un bersaglio mobile e fare i movi- dedica momenti formativi all’etica, alle normative e alle leggi che regolano la nostra professione, indispensabili per affrontare con serietà l’attività giornalistica, e marzo 2013 / GIORNALISTI . 27 IN pRImO pIANO rappresenta il primo approccio formale alla vita ordinistica. I corsi per pubblicisti sono stati frequentati da 280 colleghi. Nella tabella 1 si evidenzia il profilo del collega pubblicista; la fascia di età più rappresentata si posiziona in una area che va dai 21 ai 40 anni. Il pubblicista quindi è una persona giovane, con necessità di crescita professionale che solo la formazione permanente può dare. Formazione sancita dalle nuove direttive ordinistiche e definita dalla recente legge sulle professioni. Nel grafico 1 viene riportato il numero dei partecipanti per ogni corso proposto. Va evidenziato che i corsi sono stati seguiti anche da colleghi di altre regioni. Un altro importante impegno della Fondazione è stato quello di fornire ai colleghi praticanti preparazione e sostegno per l’esame di Stato. Vi sono stati ben 4 momenti formativi, con interventi d’aula, per la preparazione degli argomenti d’esame, cembre 2012 divisi per età (grafico 3). La proposta formativa è stata indirizzata anche a colleghi già occupati in Uffici Stampa pubblici o privati o che vogliono lavorare in questo settore. I corsi sono stati appositamente studiati, nella loro impostazione, in modo da fornire ai colleghi i riferimenti necessari per affrontare i problemi di questa particolare forma di giornalismo, dividendo il progetto formativo in tre fasi nell’ambito delle 40 ore proposte. La prima ha riguardato le regole del giornalismo, il linguaggio giornalistico, la notizia, gli istituti di categoria, l’organizzazione dell’Ufficio Stampa. Nel secondo gruppo di incontri si sono approfonditi gli aspetti relativi all’Ufficio Stampa pubblico, mentre nel terzo sono state affrontate le modalità di lavoro nell’Ufficio Stampa di strutture private. Elemento di rilievo è stata la presenza di colleghi che prestano la propria attività in importanti Uffici Stampa pubblici e privati e che hanno portato testimonianze basate sul loro reale impegno quotidiano, suscitando l’interesse dei partecipanti. Le domande per questo corso sono state molte, tanto che si è reso necessario proporlo in 3 edizioni: la prima nella primavera scorsa, la seconda in novembre-dicembre 2012 e la terza da poco iniziata. Per facilitare la frequenza, si è scelto di svolgere le lezioni il sabato, soprattutto per agevolare i corsisti fuori sede. I primi due corsi sono stati frequentati da 78 persone, di cui 18 non iscritte all’Ordine (vedi tabella 2). Altro corso di rilievo e molto impegnativo è stato quello di 120 ore, semplicemente detto “Corsone”, che ha preso in conside- Grafico 2 prove simulate con relative correzioni e discussione dei lavori svolti dai praticanti. Agli stessi è stato fornito anche un supporto per la preparazione all’orale. Hanno partecipato 65 colleghi, provenienti da diverse regioni italiane (grafico 2). Corsisti praticanti da giugno 2011 a di28 . GIORNALISTI / marzo 2013 Tabella 2 PARTECiPAnTi Ai CoRSi UFFiCio STAMPA nEL 2012 diViSi PER ETà < 20 ANNI TRA 21 E 30 ANNI TRA 31 E 40 ANNI TRA 41 E 50 ANNI 0 10 26 20 TRA 51 E 60 ANNI 20 TRA 61 E 70 ANNI 2 TOTALE 78 Grafico 3 Grafico 4 Grafico 5 razione, oltre ai fondamentali di questo mestiere, tutte le “anime” del giornalismo: un’ampia proposta formativa che ha preso in esame editoria, web, radio e televisioni, uffici stampa e particolari settori quali giornalismo sportivo, agroalimentare, foto-cine giornalismo e giornalismo d’inchiesta. Le testimonianze sono state portate da colleghi affermati che operano nei vari settori. Di seguito riportiamo in cui si evidenzia il profilo dei 36 partecipanti (grafico 4). Il corso di lingua italiana Da Manzoni a Twitter è stato seguitissimo: una proposta audace che ha riscosso interesse notevole anche da parte di non giornalisti (11 su 30 partecipanti) (grafico 5). La Fondazione ha inoltre realizzato momenti formativi come Giustizia a furor di Media e Cittadini Sempre, che hanno portato ad alcune riflessioni importanti, evidenziando i comportamenti non sempre deontologicamente corretti di alcuni media. Gli incontri sono stati caratterizzati da un dialogo continuo tra colleghi che operano in settori diversi e con differenti modalità di approccio ai problemi. Insomma, un’opportunità di conoscenza e di confronto, un modo per “imparare ad imparare”, arricchendo la propria esperienza professionale con l’apporto di quella altrui. Tutti i corsi complessivamente hanno visto la presenza di 478 partecipanti, con corsisti provenienti anche da altre regioni (grafico 6). Segno che la proposta formativa è stata considerata meritevole e interessante. La tabella 3 e il grafico 6 mostrano le diverse provenienze. Considerando il rapporto tra il totale degli iscritti all’Ordine dell’Emilia-Romagna (7.342) e il numero dei corsisti (469) emerge una percentuale sicuramente rilevante: il 6,5 % ha frequentato un corso promosso della Fondazione. Un dato molto lusinghiero, che testimonia il bisogno dei colleghi di condividere le proprie esperienze e di confrontarsi e migliorarsi per arricchire il proprio bagaglio culturale. Emilio Bonavita Grafico 6 Tabella 3 CoRSiSTi 2011-2012 PER PRoVinCE BO MO PR RA RE RN PC FC FE VENETO MARChE LOMBARDIA PIEMONTE BASILICATA ALTRI TOTALE 197 52 51 40 33 25 24 23 22 4 2 1 1 1 2 478 marzo 2013 / GIORNALISTI . 29 IN pRImO pIANO Bologna e gli anni di piombo LA vIOLENzA pOLITIcA DEGLI ANNI ’70 NEL LIbRO LA vETRINA INFRANTA, pROmOSSO DALLA FONDAzIONE DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI DELL’EmILIA-ROmAGNA Bologna, città delle tre stragi nere, ha vissuto negli anni del terrorismo rosso un lungo e intenso periodo di violenza politica finora mai accuratamente indagato. Questo libro - il primo pubblicato a cura della Fondazione Odg Emilia-Romagna - si propone di colmare tale vuoto storiografico prendendo spunto dall’assalto all’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna-Marche, il 13 marzo 1979, nel quale perse la vita Graziella Fava. L’analisi politica di quella morte “senza giustizia” (i colpevoli infatti non sono mai stati identificati) offre una prospettiva nuova e particolarmente interessante: l’assalto non è stato un atto improvvisato e occasionale, ma va collocato al termine di un ben preciso percorso politico che si conclude rendendo protagonista della Storia non una vittima eccellente, ma una donna del popolo. Questo volume è il risultato di accurate ricerche condotte dall’autore su quotidiani, atti processuali, dichiarazioni e documenti, biografie e volumi; è impreziosito inoltre da interviste - realizzate da Claudio Santini - a testimoni del tempo fra cui Maurice Bignami, il dirigente comunista Mauro Zani, il capo dei Carabinieri antiterrorismo, Nevio Monaco e altri. Promotori della ricerca sono stati l’Ordine dei Giornalisti e l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna che hanno istituito una borsa di studio. Infine la Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna ha concretizzato il progetto contribuendo al coordinamento di questa iniziativa nell’ambito di un’attività editoriale e culturale. G li attentati incendiari del 13 marzo 1979 contro i giornalisti bolognesi volevano colpire gli operatori dell’informazione per intimidirli e metterli a tacere. Invece provocarono la morte di Graziella Fava, 50 anni, domestica. Un nuovo contributo giunge ora grazie al libro di Luca Pastore, La vetrina infranta. La violenza politica a Bologna negli anni del terrorismo rosso 1974-1979 (edizioni Pendragon). Nato dalla collaborazione con l’Istituto Storico Parri Emilia-Romagna e con l’Università di Bologna, il volume ricostruisce eventi come l’omicidio del brigadiere Andrea Lombardini nel dicembre 1974, gli scontri di piazza degli anni successivi, gli attentati intimidatori, l’uccisione di Francesco Lorusso nel marzo 1977, l’agguato ad Antonio Mazzotti e la morte di Graziella Fava, per conclu30 . GIORNALISTI / marzo 2013 dersi con lo scioglimento dell’organizzazione terroristica Prima linea, annunciato in un tribunale bolognese. I fatti del 13 marzo 1979 si inseriscono quindi in una vicenda più complessa, quella del terrorismo di estrema sinistra anche detto “movimentista”, attivo nella seconda metà degli anni ’70 su un binario parallelo, ma altrettanto tragico, rispetto alla traiettoria delle Brigate rosse. Dopo aver incendiato la sede dell’Associazione stampa in via San Giorgio causando la morte per asfissia di Graziella Fava, dopo aver fatto esplodere ordigni rudimentali contro le porte delle abitazioni di Gianluigi Degli Esposti del Resto del Carlino e di Eneide Onofri dell’Avanti!, rimasti illesi, il fantomatico gruppo dei Gatti selvaggi fece ritrovare un volantino di rivendicazione in cui si diceva: «Con gli attentati ai penni- vendoli di Stato abbiamo voluto colpire nelle loro tane gli esecutori delle falsificazioni di regime». Una vendetta per gli articoli critici apparsi nei quotidiani sulla figura di Barbara Azzaroni, la terrorista di Prima linea uccisa in un bar di Torino il 28 febbraio 1979 durante uno scontro a fuoco con la polizia. Ma anche l’intenzione di punire i cronisti e il mondo dell’informazione in generale, colpevoli di contrastare con l’arma della parola la ricerca di consenso dei terroristi. Il giornalista, il mezzo di comunicazione che non si fa vettore del messaggio eversivo o criminale e addirittura tenta di disinnescarne l’efficacia diventa un nemico da minacciare e, se irriducibile, da colpire. Una dinamica che si è ripetuta più volte nella storia del nostro paese. vARIE Un articolo di giornale come prova d’esame SIGLATO uN AccORDO TRA ORDINE E mIuR pER FORNIRE STRumENTI E OppORTuNITà FORmATIvE AGLI STuDENTI DELLE mEDIE SupERIORI L’ Ordine nazionale e il Ministero dell’Istruzione hanno firmato un Protocollo d’intesa attraverso il quale i giornalisti potranno sostenere in modo più facile,oltre che “più istituzionalizzato”, il mondo della scuola e in particolare gli studenti dell’ultimo anno delle scuole medie superiori che vogliano scegliere l’articolo di giornale quale tema d’esame. In realtà l’accordo ha una portata ancora più vasta, come recita lo stesso titolo: “L’informazione come strumento di formazione per comprendere la complessità dei fenomeni sociali, economici, scientifici e culturali”. L’operazione è stata ideata, promossa e sviluppata, fino alla positiva conclusione, dalla Commissione cultura dell’Ordine nazionale; è stato un lavoro impegnativo e importante (durato oltre un anno) non solo per l’organismo rappresentativo dei giornalisti ma anche per il mondo della scuola e soprattutto i ragazzi. Il Protocollo non rappresenta un obbligo ma un’opportunità. A breve la palla passerà ai singoli Ordini regionali che potranno essere contattati, o a loro volta contattare gli Uffici scolastici regionali o gli ex Provveditorati agli studi provinciali ma anche le singole scuole. A quel punto scenderanno in campo i singoli giornalisti, a cominciare da quei volontari che avranno offerto la propria disponibilità (e con essa l’esperienza, le capacità professionali, le doti didattiche) a intervenire nelle scuole quali docenti per spiegare ai ragazzi cos’è un articolo di giornale e quali regole tecniche e deontologiche occorre seguire al momento di redigere il “pezzo”. Gli Ordini regionali sono dunque chiamati ad un nuovo impegno, importante e utile, ma dovranno essere sostenuti, in tutti i sensi, dall’Ordine nazionale. E lo saranno. Va da sé che per gli insegnanti e i ragazzi questi incontri potranno avere una positiva ricaduta anche per ciò che riguarda la conoscenza e la vicinanza del mondo dell’informazione: un mondo che non scoppia di salute in termini di immagine. È insomma un’occasione - come si diceva - da non lasciare scappare, e per tanti motivi. Tornando al Protocollo di intesa, per raggiungere gli obiettivi prefissati il Miur e l’Odg si sono impegnati a individuare, nel rispetto della propria autonomia e nell'ambito delle rispettive competenze, strumenti e opportunità formative volte a: favorire lo sviluppo delle capacità di analisi, di interpretazione e di considerazione delle conseguenze legate a fenomeni di ordine ambientale, economico e scientifico; fornire ulteriori chiavi di lettura delle diverse realtà attraverso le tecniche d’indagine, di verifica delle fonti d’informazione, di comparazione delle informazioni medesime, secondo l’ottica dell’oggettività dei fatti, seguendo forme espressive autonome e pluraliste nella descrizione e valutazione dei fatti stessi; studiare i sistemi di predisposizione e stesura di un articolo di giornale seguendo la tecnica della scala delle priorità, della selezione dei contenuti (la notizia) secondo criteri d’importanza in un determinato contesto socio emotivo, culturale e scientifico; spiegare il perché delle cose (le ragioni), con l’ausilio di tutte le informazioni che necessitano al singolo per formarsi un’opinione autonoma e sviluppare il senso della partecipazione civile e democratica alla vita del Paese; affinare le modalità di scrittura rapportandosi al modello giornalistico che utilizza: titoli coerenti con i contenuti, incisivi e accattivanti, linearità espositiva, periodi brevi, uso moderato degli avverbi e degli aggettivi, accurata selezione del verbo come motore dell’azione, capacità descrittiva improntata alla conoscenza e alla curiosità, ampio spazio all’intuizione, struttura dei titoli, capacità di sintesi, semplicità del linguaggio, uso della punteggiatura tale da rendere più comprensibili i significati e armoniosa la sonorità del periodo. Scuola e Ordine individueranno insieme gli strumenti e le modalità per raggiungere gli obiettivi, con un occhio particolare all’innovazione. Credo che questo grande progetto potrà davvero avvicinare maggiormente i giovani all’informazione, offrendo così alle nuove generazioni utili strumenti formativi, più che mai necessari in una società che abbisogna, fra l’altro, di maggiore responsabilità, conoscenza e consapevolezza del bene comune e dell’autentica crescita personale. Alberto Lazzarini Presidente Commissione Cultura Ordine nazionale giornalisti marzo 2013 / GIORNALISTI . 31 vARIE Giornalisti, oltre la crisi non scordate la speranza! cINquEcENTO OpERATORI DELLA cOmuNIcAzIONE hANNO pARTEcIpATO ALLE INIzIATIvE pER LA FESTA DEL pATRONO DEI GIORNALISTI SAN FRANcEScO DI SALES. L’AppELLO DEI vEScOvI “N el mondo della comunicazione l’eccezionale è la notizia. Un pontificato fatto soprattutto di parole e di letture teologiche è difficile da raccontare - lo afferma il vaticanista del Tg1 Fabio Zavattaro, intervenuto a Piacenza alla Festa del Patrono dei giornalisti -. È più facile comunicare la Chiesa di Giovanni Paolo II, basata anche sui gesti, sull’ammiccare, sulla capacità di nascondere sotto il mantello rosso due bambini nell’Aula Paolo VI. Aspetto assente in Benedetto XVI, che comunica con le riflessioni sull’uomo e i suoi diritti. I capisaldi del suo Magistero sono i temi della libertà, della giustizia, della pace, della difesa della vita, questioni difficili da proporre e non sempre gradite”. Dopo Zavattaro, sono intervenuti fra gli altri, il vescovo monsignor Gianni Ambrosio e la vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna Carla Chiappini. “Reti Sociali: porte di verità e di fede” è stato il tema della giornata a Carpi, promossa dall’Ufficio Regionale della Comunicazione Sociale della Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna, cui hanno partecipato oltre 250 fra giornalisti e co- Ma come parli? Chi parla male pensa peggio p overi politici! La loro ignoranza è pari solo alle loro parolone per non farci capire nulla! Ma non stiamo disprezzando, come fanno loro: in questo caso, ignoranza è intesa come ignorare, per la precisione, il disagio psichico. Durante questa campagna elettorale (e non solo) i termini psicopatico, schizofrenico, autistico, sono stati abitualmente usati per squalificare 32 . GIORNALISTI / marzo 2013 municatori aderenti all’Ucsi, Unione Cattolica Stampa Italiana, alla Fisc, Federazione settimanali cattolici e al Club Santa Chiara. L’iniziativa si è tenuta a Carpi per esprimere la vicinanza della stampa con le popolazioni colpite dal terremoto ma anche per ricordare l’imminente beatificazione del carpigiano Odoardo Focherini (vedi articolo a parte) su cui si è lungamente soffermato, anche con annotazioni inedite, il nipote, giornalista pubblicista, Francesco Manicardi. Intervenuti, fra gli altri, mons.Francesco Cavina, vescovo di Carpi, mons. Ernesto Vecchi, Francesco Zanotti, presidente nazionale Fisc, Antonio Farnè per l’Ucsi Emilia-Romagna e Giorgio Tonelli per L’Ordine regionale. “I giornalisti devono essere fedeli alla verità, rispettosi delle persone, delle loro diverse età e condizioni e liberi dai poteri forti”. L’auspicio è del vescovo di Faenza-Modigliana mons. Claudio Stagni nella giornata del patrono dei giornalisti. Sono inoltre intervenuti il vicedirettore del settimanale “Il Piccolo” Giulio Donati e i consiglieri nazionali dell’Ordine Roberto Zalambani e Elio Pezzi. Al termine dell’incontro, mons. Sta- Bergonzoni l’avversario politico. “Sapete come si sente un portatore di disagio psichico di fronte al vostro linguaggio violento e sprezzante, che utilizza la malattia mentale come paragone?” Questo passo è tratto dalla lettera aperta che Marie Francoise Delatour, presidente dell’Associazione Cercare Oltre, ha scritto ai politici, con la firma di numerose Associazioni di utenti e familiari del disagio psichico. La lettera è stata al centro di una conferenza stampa/incontro con i politici, che si è tenuta presso l’Ordine dei Giornalisti di Bologna organizzata da Psicoradio, moderata da Angela Cristelli, e che ha visto la partecipazione di Angelo Fioritti, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Bologna. L’artista bolognese Alessandro Bergonzoni ai microfoni di Psicorafio, ha definito il linguaggio usato dai politici come “delinquenza delle parole” e auspica un’Etica della Grammatica. Psicoradio si occupa da anni, oltre che del disagio psichico, del pregiudizio e del linguaggio. Anche noi redattori siamo pazienti psichiatrici ma, ora più che mai, siamo Impazienti e stanchi di essere un termine di paragone dispregiativo. Quei pazzi psicopatici e schizofrenici redattori di Psicoradio gni ha consegnato a don Angelo Bosi, (83 anni) una pergamena di riconoscenza per il suo “lungo impegno nel campo delle comunicazioni”. Don Bosi infatti, già agli inizi degli anni Ottanta si prodigò per far nascere una radio comunitaria e da allora collabora con vari programmi su emittenti locali. “I social network fanno di tutti noi dei potenziali giornalisti”. È attento alle novità mediatiche ma mette in guardia dai rischi delle “ideologie che tolgono all’uomo la curiosità di andare a vedere” il neo vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca nell’incontro con i giornalisti per la Festa del Patrono. Insieme al revisore del Consiglio regionale dell’Ordine Mario Guidetti è intervenuto anche il consigliere nazionale Roberto Zalambani che ha anticipato alcuni dati della ricerca sul rapporto fra giornalisti italiani e tecnologie digitali, curata dal gruppo di lavoro “Qualità dell’informazione, pubblicità e nuovi media” del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. A Forlì il vescovo monsignor Lino Pizzi ha illustrato il messaggio di papa Benedetto XVI per la 47° giornata mondiale delle comunicazioni sociali. L’incontro coi giornalisti, gli operatori della comunicazione e della cultura è stato anche l’occasione per approfondire i temi della categoria e della professione. Oltre al vicario episcopale per le comunicazioni sociali don Franco Appi è intervenuto il direttore del settimanale Il Momento, Luciano Sedioli. Ha incoraggiato i giornalisti a cercare la verità e a dare sempre un messaggio di speranza anche mons. Douglas Regattieri, vescovo di Cesena nell’incontro, in Vescovado con la stampa locale, moderato dal direttore del Corriere Cesenate Francesco Zanotti. Il Vescovo ha chiesto anche un supplemento di impegno per mettere maggiormente in evidenza gli effetti della crisi economica e le difficoltà delle famiglie. Estratto della lettera aperta inviata a politici e giornalisti Forse non lo ricordate, ma i manicomi sono stati chiusi in Italia a seguito della legge 180 del 1978, perché servivano a escludere più che a curare. Tuttavia, nel vostro linguaggio quotidiano, specialmente in televisione fate ancora e spesso riferimento, per squalificare un vostro avversario, a frasi come “Ma qui, siamo proprio in manicomio”, “Questa proposta è schizofrenica”, “Bisogna legarli tutti”, “Questo è proprio da rinchiudere” “Questa politica è autistica”. Perché continuate a usare questi termini? Dovete essere consapevoli che i malati mentali e le loro famiglie sono tanti (almeno 700.000 persone sono in cura ogni anno presso i Centri di Salute Mentale in Italia) e guardano anche loro la TV e leggono i giornali. Dovete sapere che sono persone ipersensibili, intelligenti, con un carico enorme di sofferenza sulle spalle. E sapete quali e quanti sforzi fanno le associazioni dei pazienti e dei familiari, gli operatori dei servizi di salute mentale perché si sentano accolti e "integrati" nella società? Sapete come si sente un portatore di un disagio psichico di fronte al vostro linguaggio violento e sprezzante, che utilizza la malattia mentale come paragone? Avete provato a mettervi nei panni del sofferente psichico che guarda le vostre trasmissioni? Lo fate tutti: politici di destra, politici di sinistra, politici di centro, politici dell'anti-politica, conduttori televisivi, giornalisti, comici. Credete veramente che “mandare qualcuno in manicomio” sia un'espressione come un'altra, solo un modo di dire? Con il vostro modo di dire, ferite ulteriormente persone vulnerabili. Cercate di dimostrare civiltà e vera attenzione a chi soffre. Non usate terminologie del passato per difendere le vostre idee, perché le vostre idee, i cittadini, anche i vostri avversari politici, gli ascoltatori dei programmi televisivi e i lettori dei giornali meritano di più, meritano rispetto. Cercate di dimostrare di essere degni di rappresentare l’intera comunità che comprende persone che soffrono e le loro famiglie. La redazione di Psicoradio marzo 2013 / GIORNALISTI . 33 vARIE il nostro Schindler ODOARDO FOchERINI, GIORNALISTA cARpIGIANO, SARà bEATIFIcATO IL 15 GIuGNO pER AvER FAvORITO LA FuGA DI OLTRE uN cENTINAIO DI EbREI. mORì IN uN cAmpO DI cONcENTRAmENTO “A nche i giornalisti possono aspirare agli altari. Lo dimostra Odoardo Focherini che il prossimo 15 giugno a Carpi sarà beatificato e ricordato per il suo impegno civile. Famiglia di origine trentina, Odoardo Focherini nasce il 6 giugno 1907. I suoi primi articoli compaiono nel 1924 sull’Aspirante testata che collaborò a fondare insieme a Zeno Saltini. Si trattava di un foglio di comunicazione tra i giovani che da regionale divenne poi nazionale. Dal 1925 scrive anche sul mensile Cuor di giovani pubblicato a Carpi. Scrive anche su L’Operaio Cattolico, espressione dei cattolici di Carpi che chiuderà le pubblicazioni nel 1930. Nel 1934 viene assunto dalla Società Assicurazione Cattolica di Verona come agente presso l’agenzia di Modena. Diviene poi ispettore e svolge il suo incarico a Modena, Bologna,Verona fino a Pordenone. La beffa della carta Padre di sette figli, presidente diocesano dell’Azione Cattolica, per anni è anche corrispondente locale dell’Avvenire d’Italia, quotidiano cattolico pubblicato a Bologna. Scrive articoli sulla cronaca di Carpi, sugli avvenimenti ecclesiali, sulle visite di ospiti illustri ma anche su argomenti di cultura, l’Opera o il teatro, o sui piccoli fatti quotidiani come le il giardino dei Giusti a Gerusalemme 34 . GIORNALISTI / marzo 2013 spese domestiche. Collabora anche con L’Osservatore Romano. Focherini è animato da una fede entusiasta e generosa. Con il direttore dell’Avvenire d’Italia Raimondo Manzini instaura un rapporto di fiducia e di stima. Il cardinal Nasalli Rocca, arcivescovo di Bologna, lo nomina membro e segretario della Pia Unione di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Nel 1939 assume l’incarico di amministratore delegato de L’Avvenire d’Italia. Nel 1942 inizia l’attività di Focherini a favore degli ebrei. E’ lo stesso Raimondo Manzini che, fidandosi di lui, gli affida l’incarico di aiutarli. Chiesto e ottenuto il consenso della moglie Maria, Odoardo comincia a tessere la tela di aiuti organizzativi che servono per trovare carte di identità in bianco e portare gli ebrei in salvo in Svizzera. All’indomani dell’ 8 settembre del 1943, si inventa “la beffa della carta”. Per non avvallare con l’uscita del giornale l’occupazione tedesca, utilizza l’alibi della mancanza dei rotoli di carta e del piombo per sfuggire alla parvenza di normalità, sollecitata dai tedeschi. La via crucis di Focherini Sono più di cento gli ebrei che riescono a evitare la deportazione grazie all’impegno di Focherini. L’11 marzo 1944 viene bloccato all’ospedale di Carpi odoardo Focherini mentre cerca di organizzare la fuga di Enrico Donati, l’ultimo ebreo che riesce a salvare. Viene quindi arrestato dal reggente del fascio di Carpi che lo porta dal questore di Modena e poi condotto nel carcere di San Giovanni in Monte a Bologna il 13 marzo del 1944, dove rimane fino al 5 luglio. È poi trasferito al campo di concentramento di Fossoli e il 4 agosto a quello di Gries (Bolzano). Da Gries viene deportato in Germania il 7 settembre, nel campo di Flossenburg e poi nel sottocampo di Hersbruck. Una ferita non curata a una gamba gli procura una grave setticemia che lo porterà alla morte il 27 dicembre 1944. Del periodo nei campi di concentramento restano una serie di lettere fatte uscire fortunosamente. Il pensiero corre al giornale, ai dipendenti da pagare e all’amata moglie: “Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli ebrei, non rimpiangeresti se non di non averne salvati in numero maggiore...”. Alla sua memoria la comunità ebraica ha conferito la medaglia d’oro e un ulivo è piantato con il suo nome nel “viale dei Giusti” di Gerusalemme. Sul monte del Ricordo. Nel gennaio 1995 è cominciata la causa di beatificazione. Per lo Schindler carpigiano, il caporedattore della sezione Cultura di Avvenire Roberto Righetto scrive: “Là dove la politica fallisce, all’individuo rimane sempre uno spazio personale per mettere un argine al Male. Questa la speranza che ci donano tanti giusti anonimi”. Giorgio Tonelli Forum nazionale dei pubblicisti IL 6 ApRILE A ROmA SI TERRà uN INcONTRO pROmOSSO DALLA vIcEpRESIDENzA E DAI GRuppI DI LAvORO DEL cONSIGLIO NAzIONALE I l profondo cambiamento in atto nel lavoro giornalistico, per la crisi dei media tradizionali, per la crescente diffusione dei new media, e per l’esigenza dei cittadini di essere informati “in tempo reale”, dunque con mezzi d’informazione sempre più veloci, ha modificato la professione di giornalista. Non soltanto dei 30 mila professionisti italiani, ma soprattutto dei pubblicisti, che nel 75% dei casi (circa 60 mila degli 80 mila iscritti agli Ordini regionali) vivono esclusivamente di questo mestiere, con una pluralità e vivacità di esperienze, che non hanno trovato finora una risposta adeguata sul piano della dignità contrattuale e del riconoscimento economico. Lo sfruttamento da parte di editori, privati e pubblici, rende infatti sempre più difficile e precario, il lavoro dei pubblicisti e a gran parte di loro non si applicano leggi e codici che dovrebbero tutelarli (nonostante lo sforzo dell’Ordine che con la Carta di Firenze sui precari ha fatto la sua parte). Un ulteriore strumento è stato messo a disposizione proprio in questi giorni: si tratta della Legge sull’equo compenso giornalistico (in vigore dal 18 gennaio scorso), fortemente voluta dall’Ordine nazionale, attualmente in fase di attuazione. Tale legge, coniugandosi con la citata Carta di Firenze, crediamo possa moralizzare l’infamia delle retribuzioni da miseria di tanti colleghi, una “pseudoretribuzione”. Per far rispettare quanto afferma la legge sull’equo compenso, crediamo sia fondamentale l’azione di vigilanza deontologica affidata a un apposito Osservatorio paritario, costituito da quattro giornalisti nominati dall’Ordine nazionale e altrettanti dalla Fnsi. I giornalisti pubblicisti hanno invece acquisito sul campo - e a proprie spese - il riconoscimento professionale, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie e all’autoformazione, come è emerso, ad esempio, dall’indagine di AstraRicerche per conto del Cnog, che vede il 92% dei giornalisti pubblicisti utilizzare quotidianamente nel proprio lavoro pc, tablet, cellulari e smartphone, strumenti che rispondono alle principali esigenze informative di oggi di immediata “reperibilità” (per l’84% dei giornalisti), “facilità” (83%), “rapidità” (83%), “continuo aggiornamento” (77%), “facilità d'archiviazione” (72%), “brevità sintetica” (65%) e “comodità di fruizione” (65%). L’autorevolezza dei diversi media dipende non soltanto dalle capacità di commentatori, direttori e “grandi firme”, ma anche dal puntuale, spesso oscuro e a volte anonimo lavoro di tantissimi colleghi (fotoreporter compresi) delle 28 mila testate specializzate e degli oltre 8 mila enti pubblici. Per riflettere su questi temi, proseguire il lavoro di sensibilizzazione sulla professione giornalistica e conseguire il pieno riconoscimento della dignità professionale dei pubblicisti (anche alla luce del processo di riforma della legge della professione avviato da Governo e Parlamento uscenti e che proseguirà con le nuove Camere), sabato 6 aprile 2013, a Roma, è in programma uno specifico Forum dei Pubblicisti, promosso dal vicepresidente del Cnog Enrico Paissan e dai colleghi dei gruppi di lavoro coinvolti (Pubblicisti, Giornali specializzati, Iniziative editoriali e culturali). Elio Pezzi in aprile a Milano il convegno dell’Airf L’ Associazione Italiana Reporters Fotografi terrà il suo terzo convegno in aprile a Milano. Nell’occasione verranno anche valutate le proposte dei due precedenti incontri a cui hanno partecipato il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e i presidenti delle associazioni di categoria. In occasione della presentazione del convegno milanese Mario Rebeschini, presidente dell’Airf e già consigliere nazionale dell'Ordine, ha ringraziato il Cnog per il contributo alla sua realizzazione e ha annunciato che si parlerà anche di precariato, della scarsa considerazione degli editori nei confronti del fotogiornalista e delle possibili opportunità lavorative che il mestiere di fotografo può ancora offrire. “Un precariato - ha detto Rebeschini - che sta calpestando e distruggendo il nostro lavoro e la vita di molti di noi . Al convegno parleremo di redazioni che non vogliono più pagare le foto, che le rubano e le tagliano senza porsi alcun problema. Che pagano alla prima pubblicazione, ma poi utilizzano cento volte la stessa immagine regalandola infine all’on-line senza preoccuparsi neppure di citare il nome dell’autore. Fanno finta di non sapere Rebeschini che la vera proprietà intellettuale dell’immagine è sempre del fotoreporter”. “Oggi sono pochissimi i fotore- porter presenti nel Cnog, soltanto un paio a fronte di un centinaio di giornalisti della carta stampata – ha aggiunto Rebeschini – e questo rappresenta un fattore di grande debolezza che la nostra categoria non deve più sottovalutare e un problema di rappresentatività a cui dobbiamo porre urgentemente rimedio”. A Milano i fotoreporter non si piangeranno addosso, ma cercheranno di capire se realmente c’è ancora bisogno di fotogiornalisti. Per questo il prossimo convegno sarà essenziale per un progetto comune che ipotizzi in termini di assoluta realtà quale dovrà essere il fotogiornalismo di domani. Pasquale Spinelli Segretario Associazione italiana Reporter Fotografi marzo 2013 / GIORNALISTI . 35 vARIE Una montagna di parole per i primi sessant’anni uN vOLumE DEL cAI pER IL cOmpLEANNO DELLA RIvISTA DI ALpINISmO I l Cusna ha compiuto 60 anni nel 2011: Il Cusna inteso non come montagna, ma come periodico, nato nell'ottobre del 1951 in occasione della prima edizione della Mostra interregionale di fotografia artistica a carattere alpinistico. Era uscito come numero unico della sezione del Club Alpino di Reggio Emilia (prossimo a compiere 140 anni), e poi è diventato un periodico trimestrale, dal 2006 completamente a colori. Si apriva con un editoriale su “L'escursionismo collettivo e l'alpinismo individuale”, a firma dell'allora direttore, l'avvocato Mario Cavallini. Qua e là, accanto alle notizie della vita del Cai provinciale, all'illustrazione delle attività svolte, al programma delle diverse manifestazioni sportive e culturali, compaiono alcuni preziosi aforismi che rispecchiano il carattere della pubblicazione. Eccone uno: “Alpinismo vuol dire andare per monti per uno speciale impulso dell'animo”. Nell'occasione del genetliaco, il Cai ha pubblicato un libro di 250 pagine dal felice titolo Una montagna di parole, a cura di Iglis Baldi, attuale direttore del giornale e presidente della Sezione reggiana. Il volume raccoglie gli articoli più significativi apparsi sul periodico nel corso dei 12 lustri, articoli di autori vari, che sono quegli stessi escursionisti, alpinisti o semplici amanti della montagna i quali, spinti dalla forte passione, hanno rivissuto le loro esperienze in veste di giornalisti e di scrittori. È un'antologia molto varia per argomenti e motivazioni, che ben spiega come Il Cusna non vada considerato un semplice notiziario di sezione, bensì un periodico che, non limitandosi a svolgere una funzione informativa per i numerosi soci, ha dato spazio ad approfondimenti e a temi che vanno ben oltre i confini regionali. Il periodico è passato attraverso una decina di direttori, uno dei quali, Luciano Serra, nel saluto di insediamento (gennaio 1968), da buon profeta, ha scritto: “Sarà, la nostra, una rivista di alpinismo anzitutto, poi di speleologia, di sci e 36 . GIORNALISTI / marzo 2013 sport invernali, di problemi della montagna, di difesa della natura. Benché sezionale ambirà quindi anche a una proiezione nazionale.” E infatti il giornale di tutto questo si è occupato, ospitando negli anni anche firme autorevoli di noti giornalisti e scrittori, stimolando dibattiti e suscitando l’interesse di un pubblico sempre più vasto. Non solo di Appennino dunque si tratta, ma della montagna tutta, con interessanti e godibilissimi reportages di arrampicate in diverse parti del mondo. Così nel volume pubblicato oggi ricompaiono gli articoli relativi all’alpinismo californiano nella Yosemite Walley, o sul Shisha Pangma in Tibet, per non parlare del viaggio nel tempo e nello spazio dell’Etiopia, o attraverso la sterminata taiga siberiana. Accanto a questi racconti esaltanti non mancano le pagine toccanti che ricordano le tragedie della montagna che hanno segnato pesantemente l’alpinismo reggiano, come quella avvenuta nel 1957 a Pizzo Palù o quella del Gran Zebrù nel 1997. Ma al di sopra di tutto emerge l’entusiasmo che anima le imprese dell’uomo che si confronta con la natura, la rispetta e la ama tanto da non riuscire a starne lontano. Dagli scritti traspaiono la gioia e l’emozione davanti a spettacoli affascinanti e unici, la soddisfazione indicibile dopo la conquista di una meta difficile, il senso di calda amicizia e solidarietà che cresce spontaneo tra compagni di scalata, la serena quiete che invade l’animo immerso nel silenzio perfetto, ma anche il sacrificio, talvolta la paura e il dolore, che spesso si accompagnano a queste imprese, frutto di lunga preparazione tecnica e di provata esperienza. E sempre si intuisce l'invito a non sottovalutare i pericoli che la montagna può nascondere, il monito a ricordare che tante volte la forza di volontà, l'abnegazione e il coraggio non bastano per vincere le sfide che la natura ci oppone. Fabio Cocconcelli i giornali fanno storia Il 30 gennaio è stata festeggiata la riapertura della prestigiosa Biblioteca della Camera di Commercio di Bologna dopo un lungo e delicato lavoro di riorganizzazione, selezione dei volumi (23 mila ) e informatizzazione del catalogo. Ampia l’ emeroteca con 750 raccolte di quotidiani e periodici italiani e stranieri, prevalentemente inerenti materie giuridiche, economiche e statistiche. La biblioteca mette a disposizione le raccolte,pressoché complete, della Gazzetta di Bologna (dal 1848, quando divenne quotidiano) del Monitore di Bologna (quotidiano più diffuso dal 1859 al 1875) e degli altri quotidiani più diffusi a Bologna a fine ‘800 quali: La stella d’Italia, La patria, L’ Unione e L’ Avvenire. Del Resto del Carlino conserva le copie dal 1889, del Corriere della Sera dal 1908, de Il Sole dal 1878, de Il Sole 24 Ore dal 1939. La biblioteca è disponibile al pubblico su appuntamento al fine di consentire la massima assistenza nelle ricerche. Per informazioni www.bo.camcom.it, tel. 051 6093405 [email protected], tel. 051 6093454. RIcORDI MARCo TAVASAni Aerei e giornalismo le sue grandi passioni Giornalisti “di pianura” in gara sulle nevi I ferraresi Dario Cavaliere e Gabriele Villa in rappresentanza dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, hanno conquistato ad Alleghe un brillante secondo posto nell’edizione 2012 dei Campionati Italiani Ussi di sci per squadre regionali, disputato sulle nevi del Civetta. La manifestazione organizzata come sempre dell’Unione Stampa Sportiva Italiana del Veneto, ha visto la partecipazione di colleghi provenienti da Lazio, Toscana, Alto Adige, Veneto, Friuli e, appunto, Emilia che si sono affrontati nella prova di slalom gigante che ha originato poi le varie classifiche. Pianura sugli scudi, dunque, con Dario Cavaliere che ha vinto la gara individuale con il tempo di 59,66, precedendo il triestino Daniele Benvenuti (1’02,99) e il vicentino Mauro Della valle (1’03,11). Buon settimo Gabriele Villa, preceduto di pochi centesimi dall’altro friulano Gruden. Nella classifica per regioni successo del Friuli Venezia Giulia (Benvenuti, Stefanini, Gruden) con 150 punti, segue l’Emilia-Romagna (Cavaliere, Villa) con 130. Terzo il Veneto (Della Valle, Genesin) con 85. dario Cavaliere e Gabriele Villa «h ai sempre la testa tra le nuvole», gli dicevamo. E lui sorrideva un po’ compiaciuto, perché il cielo era il suo mondo, e nei colori e negli umori della volta frugava spesso con la mano sul mouse e gli occhi sul computer. Aerei, comandanti, cloche, steward, hostess, piste d’atterraggio e di decollo, check in e sale vip gli accendevano ogni volta lo sguardo di bagliori di felicità, e per uno di quei fenomeni strani, ma neppure infrequenti, anche il suo aspetto aveva come assimilato qualcosa dell’ambiente aeronautico e in tanti sostenevano che sì, con la divisa da pilota sarebbe stato davvero benissimo. Ma l’altra sera, Marco, è salito in cielo per l’ultima volta e per sempre, quando un improvviso malore gli ha spento la vita sul pianerottolo della sua ca- Marco Tavasani sa, in piazza Carducci. Era nato a Belluno nel luglio del ’42, ma nel ’50 si era trasferito dal Sessanta, feluche e festa delle matricole, Piave al piatto scorrere del Reno, a Bo- centro sconvolto, musica e brindisi quasi logna, dove il padre guidava il birrificio sempre scatenatissimo e in prima fila, e Pedavena. Qui Marco aveva proseguito ogni tanto ancora adesso tornava con la gli studi fino alla laurea in Scienze poli- mente a quei giorni perché i ricordi e la tiche, con Prodi e Andreatta, matricola nostalgia gli occupavano un angolino numero 3 o 4, dopo un anno a Econo- dell’animo. mia. Il suo ultimo giorno di vita sta in un Gli aerei gli prendevano il tempo e i brindisi e in un rientro. L’altra sera, ha pensieri, come pure il giornalismo, me- lasciato il giornale per il consueto apglio se con argomenti non troppo lontani puntamento per l’aperitivo con il senadalle piste di decollo. Al Carlino era ar- tore Gian Carlo Sangalli. Cin cin e rivato ancora giovanissimo e qui era ri- quattro chiacchiere, saluti e a presto. Il masto sempre, in particolare, nell’ufficio malore lo ha fermato sul pianerottolo Cronaca di Bologna. L’andare degli anni, di casa, con le chiavi in mano. Lascia però, non aveva inciso granché sul suo la moglie Alessandra Banzi e la figlia carattere di eterno goliardo, indistruttibi- Elisabetta. Gianni Leoni le residuo degli indimenticabili anni marzo 2013 / GIORNALISTI . 37 RIcORDI ALdo FERRARi Ha saputo vivere e lasciare I giornalisti scompaiono quasi sempre prima di morire. Cessano di esistere quando smettono di scrivere. O di guidare la barra in un giornale. Si salvano pochi famosi, anzi famosissimi: e pure loro se continuano a lavorare. Poi, nemmeno tanto piano, la luce si spegne. I fortunati finiscono in qualche enciclopedia, senza gran spazio. Scompaiono per la gente comune che li leggeva, si affievoliscono per chi lavorava con loro, non sono mai esistiti per i ragazzi che tentano con sempre più fatica la professione. C’è un solo modo per i giornalisti di vivere anche dopo la loro fine: essere tramandati per quello che hanno insegnato, per ciò che hanno seminato. Il loro nome sarà dimenticato, quello che hanno fatto no. Passa da generazione a generazione. Come il polline, la sementa, la scienza grande e minuta. Aldo Ferrari persino fisicamente è (è, non era) l’involontario maestro che merita di essere ricordato anche con il suo nome, almeno per le generazioni che l’hanno conosciuto. Se sono brave lasceranno anche loro qualche spiffero di ricordo a chi le seguirà. Morto qualche giorno dopo quel 25 gennaio in cui non aveva compiuto gli 89 anni ma «cominciato i 90», Ferrari ha insegnato mestiere e soprattutto vita. Ad essere forse bravi, sicuramente allegri e perbene. Lo ha fatto senza lezioni, solo muovendosi, scrivendo, parlando, stando in compagnia, dimostrando come si è vitali, vitalissimi ad ogni età. Proprio lui che era un Peter Pan saggio nel corpo di un Babbo Natale adolescente, rideva sulla bellezza del suo amico Luca Goldoni e si consolava con l’ironia di Gianni Leoni, che i capelli li perse da ragazzo e l’altezza pure, con l’aristocrazia di Vanni Ballestrazzi, statua di una Ravenna sempre imperiale. Maestri anche loro, diversissimi e uguali. Aldo Ferrari ha insegnato come si lavora e come si rispetta non solo la noti- 38 . GIORNALISTI / marzo 2013 Aldo Ferrari zia ma chi la notizia la crea, la subisce. Etica, involontaria, quotidiana. Come si sta con gli altri, come si raccontano gli altri. Al Resto del Carlino con lui come capocronista sono venuti su Giovanni Serafini e Alfredo Venturi, Giorgio Battistini e Marco Guidi, Franco Mimmi e Claudio Santini. Ha insegnato a loro che poi hanno girato il mondo, come ai ragazzi dello sport quando lo guidò; ha insegnato anche ad altri, giovanotti spocchiosi di altri giornali che lo vedevano ogni sera da Vito, la trattoria, e lo guardavano per imparare, come si faceva con Dalla e Guccini. Mescolanze, quando il melting pot non esisteva e si sognava che domani fosse meglio di oggi. Già, i giornalisti si dimenticano. Vale per Ciro Soglia e Angelo Scagliarini dell’Unità e per altri ancora, tutti amici di Aldone. Tutti hanno lasciato qualcosa, sta a chi resta cercare di continuarlo senza presunzioni sul proprio nome, destinato all’oblio. Aldo è il monumento bello, quasi equestre, a questo modo di vivere. «Se è vero è uno scandalo, se non è vero è uno scandalo» è l’inizio di un suo pezzo che in molti abbiano copiato. E «Questa è la classica storia dove la gente non ci capisce niente. Gli inquirenti pure». «Fui assunto da Spadolini, liquidato dal Bingo», così salutò la compagnia quando, 29 anni fa, fu mandato in pensione da una delle prime pulizie etniche che non hanno mai risollevato le sorti (economiche) di nessun giornale. Ha fatto il presidente dell’Aser, è diventato un esperto nel computer, non ha mai rimpianto né dimenticato. Scriveva da dio, pensava da maestro: guai a ficcarsi in una discussione con lui se la banana è un albero o una pianta con fiore o quando davvero comincia un anno. Aveva conosciuto Lucia quando tutti e due facevano alla grande atletica, era un fotografo incredibile, ha regalato la sua collezione alla Cineteca. Leggeva le immagini e le costruiva: straordinarie quelle dell’unico detenuto di San Marino, un suo onesto amico. Soprattutto cercava continuamente i perché. Di tutto. Se esiste una cosa importante per un giornalista, è questa capacità. Cucinava come un matto di genio, amava le macchine, era rigido e compassionevole. Ha saputo vivere e lasciare. Marco Marozzi RoBERTo RoVERSi Bravi ce ne sono tanti, unici pochissimi «Nessun foglio scritto è da buttare perché può avere un retro bianco da riempire con qualcosa. Sono immerso nella carta stampata da quando sono nato. Amo i giornali: mi piace leggerli, dissentire, arrabbiarmi. È solo che i giornali italiani sono per lo più scritti male. Il giornalista che scrive bene invece mi commuove, mi fa andare in brodo di giuggiole. Lo vado a cercare, lo inseguo».(Roberto Roversi) c i vorrebbe un poeta, per esprimere in poche righe l’enormità culturale e artistica che ha creato Roberto Roversi. Un poeta, per raccontare un poeta come Roversi: quasi coetaneo di Pier Paolo Pasolini, con cui nel 1955 fondò a Bologna la rivista letteraria autoprodotta Officina (la redazione era in via Rizzoli 4). Dopo essere stato partigiano, si laureò in filosofia e pubblicò quattro raccolte di poesie (la prima, in piena Seconda Guerra Mondiale nel 1942, pubblicata dal libraio antiquario bolognese Landi). Del 1959 è il primo romanzo, Caccia all’uomo, edito da Mondadori, a cui ne seguiranno altri con Rizzoli, Editori Riuniti. Scrittore instancabile, ha collaborato a tante riviste nella sua lunghissima carriera, tra le quali: Corriere Padano, Rendiconti (da lui fondato), Quaderni Piacentini, l’Espresso, L’Informatore Europeo (con una rubrica di poesia in cui lancia giovani nuovi poeti). Iscritto nell’elenco speciale dell’albo dei giornalisti, ha realizzato importanti collaborazioni anche coi quotidiani l’Unità, il Manifesto, Lotta Continua, del quale assumerà una direzione “morale” negli anni’70. Ha scritto pagine fondamentali per il teatro e lo spettacolo italiano, soprattutto dopo la decisione, intorno alla metà degli anni’60, di non pubblicare più con grandi editori ma solo con piccolissimi, o con autoproduzioni, perché l’arte sfuggisse al consumismo industriale. Questo non gli ha impedito di collaborare con gio- vani attori, e di lavorare come paroliere per il cantautore Lucio Dalla, nella prima metà degli anni’70, per poi tornare a con lui in teatro con lo spettacolo Enzo Re alla fine degli anni ‘90. Sono seguite altre incursioni nella musica leggera, come paroliere per gli Stadio e Paola Turci. Per quasi tutta la vita è stato libraio alla Palmaverde, che ha gestito per più di mezzo secolo con la moglie, in varie sedi di Bologna. In questo posto si sono formati editori come il nipote Antonio Bagnoli di Pendragon, comici come Alessandro Bergonzoni e scrittori come Stefano Benni, che a Roversi dedicò due poesie in Prima o poi l’amore arriva del 1981. «Anche nell’attualità, aveva lo sguardo alto del poeta, vedeva lontano, non soltanto il fatto di quel giorno», ricorda Benni. «Mi ha influenzato in tante cose, anche nella semplice arte del vivere. È unico. Di bravi ce ne sono tanti, ma di unici pochissimi». Daniel Agami Roberto Roversi marzo 2013 / GIORNALISTI . 39 IN LIbRERIA Colpi bassi (sul ring e nella vita) Racconti tutela dei consumatori, propone un’interessante analisi del fenomeno globalizzazione. Il saggio esamina il contesto internazionale, europeo e nazionale, per evidenziare il significato della globalizzazione, denunciandone i rischi e facendo proposte per contenere gli aspetti negativi. L’autore evidenzia infatti come la globalizzazione potrebbe rappresentare per la nostra società un grande valore aggiunto, sia in termini di crescita delle imprese che per la diffusione dell’in- di Gianluigi Schiavon Giraldi Editore Sedici storie dentro e fuori dal ring per raccontare la passione per uno sport che, a differenza della vita, vieta i colpi bassi e pretende solo combattimenti regolari. Con il suo libro lo scrittore e giornalista Gianluigi Schiavon, caporedattore del Quotidiano Nazionale e ormai al suo quarto romanzo, ci conduce ai suoi personaggi attraverso le loro battaglie e i loro sogni, inseguiti al di là di ogni sopportazione. Un viaggio da Londra a New York, da Rimini a Marsiglia, fino in Sudamerica, tra lezioni e strategie per la boxe e per la vita, incontrando poeti e assassini, musicisti e vecchi pugili, nello stile diretto e incalzante del cronista, in un intreccio in cui niente è come sembra, e tutto può cambiare imprevedibilmente. (fp) Globalizzazione di Giuseppe Rocco Webster press 2013 Giuseppe Rocco, pubblicista ed esperto di economia e già autore di numerosi libri di commercio internazionale e 40 . GIORNALISTI / marzo 2013 formazione e la comunicazione, ma mette in luce i forti limiti generati da una gestione sbagliata, responsabile dell’incremento della forbice fra ricchi e poveri, invitando a contrastare le degenerazioni nocive di questo fenomeno e accoglierne e valorizzarne invece gli aspetti positivi. (fp) Riflessioni sul pugilato di Giorgio Vespignani e Moreno Barbi Booksprintedizioni Dall’uomo che usa i pugni per sopravvivere, alla mitologia e ai giochi panellenici, attraversando diverse culture: egizia, etrusca, cinese e romana. Un lungo cammino per arrivare allo sport del pugilato. All’inizio del secolo scorso la boxe salvato l’Italia. Un intreccio complesso, nel quale si incontrano particolare e universale, che partendo da Bologna attraversa il mondo. Il rivoluzionario è un romanzo politico ma trova le giuste condizioni per svilupparsi e dar vita al professionismo negli Stati Uniti, dove figli di migranti arrivati dall’Italia del sud e neri in cerca di riscatto diventano protagonisti assoluti dell’età d’oro del pugilato, dagli anni Venti e fino ai Novanta. Ma la boxe era insegnata anche nei riformatori e dava a ragazzi dal passato difficile la possibilità di una rivincita sociale. Rocky Marciano era figlio di migranti italiani e dopo il baseball e il servizio militare arrivò al pugilato, Jack Jhonson era un nero figlio di schiavi e per questo vittima di pregiudizi razziali. Il grande Muhammad Alì grazie a questo sport riuscì a portare alla ribalta il tema del razzismo nei confronti dei neri negli Stati Uniti. (ag) Il rivoluzionario di Valerio Varesi Frassinelli Editore Un intreccio di Storia, politica e cronaca per il nuovo romanzo dello scrittore e giornalista parmigiano Valerio Varesi. L’autore racconta la storia di Oscar Montuschi e della sua generazione: trentacinque anni di storia italiana, dalla Resistenza agli anni ‘80, attraverso sogni infranti, grandi ideali e ideologie. Un libro tutto bolognese che segue i passi di un comunista controcorrente, dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 1980, l’anno della Strage alla stazione di Bologna, in un libro ricco di umanità e passioni, quelle passioni che con coraggio hanno anche una storia d’amore, con un sottofondo mai celato di amarezza e malinconia. Insomma, una narrazione avvincente che racconta il passato per cercare di capire il presente. (fp) Bologna canta, le voci i musicisti le sale da ballo di Adriano Bacchi Lazzari e Giuliano Musi Minerva Edizioni Non solo Nilla Pizzi e Giorgio Consolini hanno calcato i palcoscenici fra gli anni Trenta e Sessanta ma sono ben 144 i cantanti bolognesi censiti da Adriano Bacchi Lazzari e da Giuliano Musi nel volume Bologna Canta, le voci, i musicisti, le sale da ballo (pp 239, con allegato CD). Il libro, frutto di anni di collezionismo di Adriano Bacchi Lazzari e della passione per il racconto di Giuliano Musi (già StadioCorriere dello Sport e autore dei romanzi gialli I Glossatori e Il Contabile) ricostruisce, in particolare, il mondo musica- le del secondo dopoguerra e del boom italiano, quando le sale da ballo erano lo snodo centrale dello svago festivo e il trampolino di lancio per nuovi talenti. E nessuna parte d’Italia come Bologna ha vissuto tanto intensamente questo fecondo periodo musicale. “A Bologna - spiega Giuliano Musi- c’erano molte sale da ballo, ma c’erano anche grandi orchestre e bravi cantanti. Merito anche del Conservatorio Martini che in quegli anni aveva fatto nascere molti soprani e tenori. Alcuni di questi cantanti che non riuscivano a sfondare nella lirica si spostarono sulla musica leggera ed ebbero successo perché a questi cantanti del Conservatorio non mancavano di certo le capacità”. Ma la più omaggiata dal volume è sicuramente Nilla Pizzi, regina indiscussa della canzone italiana. In 60 anni di carriera ha ottenuto tutti i più importanti premi e riconoscimenti. Inciso circa 800 canzoni, venduto milioni di dischi. “Ha sempre saputo gestire in maniera intelligente il proprio personaggiocontinua Musi- e per anni è stata l’ambasciatrice della canzone italiana nel mondo”. Ma se Nilla Pizza era l’ambasciatrice, il ruolo di ambasciatore era tutto per il bolognese Giorgio Consolini.” Ha fatto il garzone e il muratore prima del cantante e questo lo ha aiutato a non montarsi mai la testa ed a rimanere il bel rappresentante della bonomia bolognese” aggiunge Musi. Tra le curiosità del libro c’è Ariodante Dalla, che è anche lo zio di Lucio Dalla, poiché fratello del pa- dre. Era noto ai suoi tempi come il “lord Brummel della canzone italiana” per la raffinatissima eleganza nel vestire che lo contraddistingueva in ogni occasione. È morto a Torino nel 1966 a soli 47 anni, dopo aver inciso alcuni brani di un certo successo come “Ti vorrei baciare”, “ Sei venuta per me”,” Ritorneremo a Capri”. (gt) Grand Hôtel Majestic “già Baglioni” Bologna Cent’anni di eccellenze di Giancarlo Roversi Edizioni Allemandi & C. Torino Il Grand Hotel Majestic “già Baglioni” ha compiuto cent’anni e per celebrare questa ricorrenza è stato dato alle stampe un volume che ne racconta la storia. Fra gli autori, Paola Foschi, riferendosi al luogo dove sorge il Grand Hotel Majestic, ne espone le vicissitudini storiche dall’epoca romana sino al diciottesimo secolo. Mentre Mario Fanti descrive le peripezie che videro protagonista il Cardinale Prospero Lambertini nel fare erigere, di fronte alla Cattedrale, il seminario, oggi sede dell’albergo. Rosaria Greco Grassilli riporta invece alla luce gli avvenimenti che hanno contribuito a scrivere la storia di questo albergo, dal 1912 al 1978, anno che segnò l’inizio di una sosta che si è protratta fino al 1985, quando iniziarono i lavori di ristrutturazione. Dall’archivio storico della Soprintendenza, Daniela Sinigalliesi ha attinto i documenti per tramandarci la storia del palazzo che ospita l’albergo. Beatrice Buscaroli ha vergato due capitoli: il primo Marinetti e i Futuristi al Baglioni, il secondo sull’arte dei Carracci, i celebri pittori bolo- gnesi che affrescarono alcune stanze di Palazzo Fava, ora annesse al Baglioni. Fra gli autori anche Guido Lenzi, Carlo Monzani e Stefano Quarenghi. Il volume termina con una carrellata di personaggi illustri che hanno soggiornato nel prestigioso hotel. Progettazione e coordinamento editoriale di Gabriella Baldini. (ls) La società solidale. Generazioni, sindacato e protagonismo degli anziani di Fausto Anderlini, Bruno Pizzica, Florinda Rinaldini, Marco Trentini Editrice Socialmente Il ruolo sociale e l’identità degli anziani si stanno trasformando. È quanto emerge chiaramente dai report delle due interessanti ricerche proposte dallo Spi Cgil e curate dall’Ires Emilia-Romagna. La prima indagine si occupa della solidarietà fra generazioni, e mostra come il contributo informale, non retribuito e di cura apportato dagli anziani e dai giovani favorisca il benessere sociale generale e sia decisivo nella tenuta del welfare locale. La seconda, a cura del sociologo bolognese Fausto Anderlini, presenta un profilo degli iscritti allo Spi dell’EmiliaRomagna, militanti attivi e di- namici, in cui non mancano, però, situazioni di povertà e di disagio. Il libro si conclude con il saggio del segretario dello Spi regionale Bruno Pizzica, che tratta delle potenzialità del Sindacato dei Pensionati come soggetto che rappresenta gli anziani, i “vecchi sì, ma forti” - come scrive il segretario regionale Pizzica che hanno ben saldi i valori della solidarietà, della partecipazione e della coesione sociale e che sono ancora capaci di produrre lavoro prezioso per la società. La prefazione è del segretario generale dello Spi Maurizio Fabbri. (fp) Il paradosso del perdono di Giovanni Mascarucci Cittadella Editrice Se è vero, come scrive Pier Paolo Pasolini in una poesia citata in questo libro, che «Chi non si è perso non possiede», ci siamo persi tutti. Si è probabilmente perso l’autore del libro, frate francescano a Bologna, già marinaio a Fano, organizzatore teatrale nel modenese, autore televisivo e sacerdote, e vicino a chi si è perso più di lui: i carcerati che ogni mese va a trovare. Ma poi almeno lui si sarà ritrovato, in qualche speranza, nella salvezza che ha chi è un peccatore, rispetto ad un colmarzo 2013 / GIORNALISTI . 41 IN LIbRERIA Motta ripercorrono le vicende del nostro paese rileggendole attraverso le esperienze di quelle minoranze virtuose e poco note che in Italia hanno combattuto per il miglioramento delle condizioni di vita e che sono state sconfitte , co- pevole: il peccatore è salvo, il colpevole, è un imputato qualunque. E si sono persi i protagonisti dei film di Lars Von Trier, Bergman, e dei brani letterari di Sartre, Pirandello, Montale, Cêchov, Wallace, Conrad, Victor Hugo e Dostoevskij, qui ripresi ed analizzati. Inquieta e conforta, come l’abbraccio nell’ombra della copertina ripresa da Rembrandt. Il libro è forse un modo per ritrovarsi: i suoi lettori, il suo autore, I riti e il senso di una religione, e di una confessione (sia nel senso di pratica del credo, che in quello penitenziale), le colpe e i meriti, i genitori, i figli, i frati, gli innocenti e i dannati, gli amanti, tutti insieme, come d’altronde suggerisce l’etimologia della parola “Chiesa”. (da) Elogio delle minoranze. Le occasioni mancate dell’Italia di Massimiliano Panari e Franco Motta i Grilli, Marsilio Editori Un viaggio nei secoli alla scoperta e riscoperta di quelle minoranze finora sottratte al patrimonio condiviso dell’identità italiana. Il giornalista e professore universitario Massimiliano Panari e il ricercatore di storia moderna Franco 42 . GIORNALISTI / marzo 2013 stretti ad assistere alla dissoluzione dei loro progetti, e poi oggetto di dimenticanza. Dagli eretici italiani del Cinquecento ai social-riformisti dell'Italia primo-novecentesca, dai galileisti del Seicento agli igienisti dell'Ottocento: numerosi personaggi, accomunati da un atteggiamento mentale critico, che avrebbero potuto forse costruire un’Italia più vicina ai modelli sociali e culturali vincenti in buona parte dell’Occidente sviluppato. (fp) Italiani d’Ungheria. La Nobile famiglia de Pisztory tra Modena e Castelvetro di Gian Carlo Montanari Edizioni il Fiorino Il volume propone un’approfondita ricerca storica che offre una nuova chiave di lettura sul passato di Castelvetro nel periodo intorno al Risorgimento. L’autore riporta le vicende di una famiglia, la stirpe de Pisztory, originaria dell’Ungheria, che dopo numerosi spostamenti e viaggi in Europa, si trasferì stabilmente a Modena, dove ottenne la cittadinanza e incarichi di prestigio nell’Ancien Régime. Una storia nella Storia, da cui Gian Carlo Montanari prende spunto per tracciare il contesto e i cambiamenti del XIX secolo e gli avvenimenti di Castelvetro e della provincia di Modena. (fp) Bologna 1900-2000. Cronache di un secolo da Carducci a Guazzaloca, passando per Zanardi e Arpinati, Kenzo Tange e Renzo Imbeni. Cento anni di avvenimenti, fatti, spunti di cronaca, di politica e di eventi sociali, economici, culturali e sportivi raccolti in una straordinaria enciclopedia di testimonianze dirette, interviste, immagini dell’epoca, che documentano gli attimi e le svolte che hanno trasformato e costruito Bologna. La raccolta ripercorre e ricostruisce la storia della città attraverso un ventaglio di piccoli e grandi episodi e personaggi, con un taglio aderente ai fatti e la proposta di sistematizzazione di un percorso storico e filosofico. Al progetto hanno collaborato l’Anpi, l’Archivio fotografico Cineteca, la Biblioteca Comunale Sala Borsa, La Repubblica, la Fondazione Carisbo e il Gruppo Fotografico Centro Ricreativo Santa Viola del Quartiere Reno. (fp) di Antonio Ferri Bononia University Press Cinquecento pagine per un secolo di vita bolognese, raccontato dal giornalista Antonio Ferri insieme a un grande pool di storici, giornalisti e fotografi. Dal 1900 al 2000, Storia della libertà di stampa in Italia di Rinaldo Boggiani Agenzia il Segnalibro Edizioni Se la storia dell'uomo è storia di idee, cosa succede quando il potere le controlla? Qual è l’essenza della democrazia? Dallo Statuto albertino alla Costituzione italiana, questo saggio storico-giuridico com- parato analizza l’ordinamento giuridico della stampa in Italia, con i criteri scientifici di una rigorosa ricerca storica. A firmare la nuova edizione integrata è l’allievo dello storico del diritto italiano Italo Mereu, Rinaldo Boggiani, che ha condiviso col Maestro la cattedra di Istituzioni di diritto pubblico al Libero Istituto Universitario Carlo Cattaneo di Castellanza (Va), ed è collaboratore della prestigiosa rivista di diritto e applicazione forense La difesa penale, periodico ufficiale dell’Unione delle Camere penali italiane e del Centro studi Aldo Marongiu. Nel 2012, il libro è stato insignito del premio speciale della giuria nell’ambito del Premio Internazionale «Villa Selmi». (fp) diritto di accesso alle informazioni. Viene poi affrontato il tema della protezione delle fonti, presupposto questo di un’informazione libera. Ma vengono anche analizzati i doveri e le responsabilità che i giornalisti hanno in ambito internazionale. Il volume si conclude con l’esame delle misure sanzionatorie applicate ai giornalisti in Europa e nel mondo. (ag) Fatalisti allo sbaraglio Come orientarsi con la propria e l’altrui sorte di Francesco Baccillieri Edizioni Le Comete FrancoAngeli La libertà di stampa nel diritto internazionale ed europeo di Marina Castellaneta Cacucci Editore Il libro analizza il diritto alla libertà di informazione in ambito internazionale ed europeo. Nel primo capitolo si prende in esame, fra l’altro, la posizione “privilegiata” dei giornalisti, il pluralismo come presupposto fondamentale per la libertà di stampa e il Una riflessione a 360 gradi su un tema che ci riguarda tutti: il destino. Un argomento che, ben lungi dall’essere discettato solo da filosofi e dotti, è in realtà sulla bocca di tutti noi. Frasi come “se arriva il momento non c’è nulla da fare”, “era destino che finisse così”, le sentiamo tutti i giorni. Il libro è una sorta di manuale con molti esempi tratti dalle cronache e dall’esperienza quotidiana, che vuole mettere in luce alcuni falsi miti e luoghi comuni sul tema del destino. E affronta l’argomento con un linguaggio agile e scorrevole. Arricchiscono il volume le testimonianze di Padre Giovanni Cavalcoli, del professor Carlo Monaco, dell’attore Stefano Bicocchi e del cantautore Francesco Guccini. (ag) Stragi e Mandanti A cura di Roberto Scardova e Paolo Bolognesi Aliberti editore Quel che non riesce a fare la giustizia, talvolta cerca di farlo il tempo, e con esso, un libro: il risultato di questo libro, realizzato con il contributo (documentario, e testuale) dell’Associazione Familiari delle Vittime della Strage di Bologna è una supplenza della giustizia. Il tentativo, giornalisticamente coraggioso, è di vedere la strage alla stazione da lontano: l’acme, di un unico progetto eversivo ideato durante la II Guerra Mondiale, quando ancora l’Italia era una monarchia e la Repubblica di Salò era scissa, e che si è articolato attraverso le stragi italiane da Portella della Ginestra (1947) alla II Strage di San Benedetto Val di Sambro (1984), passando per Milano (Piazza Fontana), la I strage di San Benedetto Val di Sambro sul treno Italicus i numerosi attentati, i falsi suicidi letti come veri omicidi, di Feltrinelli, Calvi, dei fratelli Bisaglia. A ideare tutto questo, sarebbero stati uomini dell’Intelligence americana, attraverso un piano internazionale (Stay Behind) finalizzato a debellare il comunismo, assieme a uomini dei servizi segreti inglesi, governatori texani, dirigenti fascisti, sacerdoti: in questo senso la Strage di Bologna rientrerebbe in un’ unica strategia internazionale che in Italia si è manifestata col terrorismo, mentre in Grecia e in Argentina coi colpi di stato (tentati, invano, anche qui). Alta manovalanza di tutto ! questo, le Logge Massoniche (la P2, la Camea), e lo Stato italiano attraverso due strutture paramilitari, attive per reprimere una sempre imminente e mai avvenuta rivolta comunista: il piano Gladio, e l’Anello, o Noto Servizio, nata addirittura durante la fase repubblichina del Fascismo (a capo della quale sarebbe stato Giulio Andreotti). Bassa manovalanza: la mafia, che avrebbe agito in cambio di una promessa scissione della Sicilia dall’Italia (tentata più volte a fine anni’40 e anni ’70) e un cospicuo insieme di gruppi e organizzazioni neofasciste e neonaziste. Bassissima manovalanza: una serie impressionante di banditi e faccendieri. Tra i finanziatori, figurerebbero tra gli altri (in modi diversi) il Vaticano e Gheddafi. Ma il progetto eversivo avrebbe avuto inquietanti intersezioni anche con il sequestro di Moro e la strage di Ustica (depistata da chi, erroneamente, la riteneva parte della strategia). Questa la tesi del libro, argomentata attraverso testimonianze, articoli di giornali stranieri, libri, e soprattutto, atti processuali dei singoli procedimenti giudiziari, comparati e analizzati in un modo che la giustizia, per gran parte dei fatti già passati in giudicato o prescritti, non potrà più. (da) marzo 2013 / GIORNALISTI . 43 44 . GIORNALISTI / marzo 2013 ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI ■ Riunione dell'11 settembre 2012 ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Legni Andrea [Cesena (FC) 09/08/1982]: trasferito da Milano; Sabattini Michele [Bologna 06/05/1982]: Il Resto del Carlino, 05/11/2010. ALBO DEI PROFESSIONISTI Dall’Olio Caterina [Bologna 15/08/1987]: 15/06/2012; Pedrielli Alessia [Carpi (MO) - 22/10/1973]: 16/03/2012. CANCELLAzIONI PRATICANTI Dall’Olio Caterina, Pedrielli Alessia. PROFESSIONISTI De Simone Caterina. PUBBLICISTI Brega Giusi, Pedrielli Alessia, Pietrobelli Andrea. ELENCO SPECIALE Orlando Francesco, Salzillo Antonio, Tagliavini River. ■ Riunione del 18 settembre 2012 ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Ansaloni Andrea [Parma 03/07/1967]: freelance, 18/04/2010; Cocchi Vanina [Reggio Emilia - 04/04/1973]: freelance, 08/09/2010; Del Gesso Antonella [Atessa (CH) - 14/08/1974]: freelance, 18/03/2011; Gaggiano Concetta Sara [San Giovanni Rotondo (FG) - 07/02/1980]: Golfarelli editore, 02/05/2011; Lucchini Alessandra [Piacenza 22/08/1984]: Telelibertà, 27/08/2012; Paradiso Massimo Antonio [Piacenza - 06/07/1986]: freelance,18/03/2011. Casa Stefano [Bologna 15/08/1984]: Oggiscienza; Demonte Catia [Rimini - 08/03/1981]: Parolibero.it, La Fiera dell'Est; Ferri Gaia [Modena - 27/12/1986]: La Nuova Gazzetta di Modena, Modenatoday.it; Fiorini Fabrizio [Pescara - 13/10/1976]: Rinascita; Gelodi Julia [Civitavecchia (RM) - 30/08/1975]: Ilgiornaledellaprotezionecivile.it; Gianardi Elisa [Forlimpopoli (FC) 03/04/1986]: Corriere Romagna; Iazzi Marco Valerio Lorenzo [Brindisi - 15/08/1978]: Qui Magazine; Leone Andrea [Bologna 14/11/1986]: Creazioni Editoriali; Luccarelli Nicola [Cattolica (RN) - 15/03/1985]: Corriere di Romagna; Provasi Lorena [Pavullo nel Frignano (MO) - 10/03/1960]: Gazzetta dell'Economia, Giornale dell'Università di Modena e Reggio Emilia; Sias Giuliana [Oristano - 12/01/1982]: L'Unità; Tosini Andrea [Ferrara - 29/03/1983]: Estense.com; Trocciola Gaetano [Caserta - 22/05/1975]: Parmatoday.it. Napolitoday.it; Vanoni Milena [Pavullo nel Frignano (MO) 31/05/1985]: Il Resto del Carlino. ALBO DEI PUBBLICISTI Andreoli Chiara [Parma 09/06/1977]: Teleducato Parma; Bernardini Marco [Parma 25/12/1985]: Gazzetta di Parma; Cola Giovanni [Parma 22/10/1985]: TV Parma; Lucchini Rosa Anna [Borgonovo Val Tidone (PC) - 28/10/1950]: Cronaca di Piacenza; Nizzero Andrea [Montecchio Maggiore (VI) - 12/08/1986]: Il Tennis italiano, Supertennis Magazine; Sciacca Marialivia [Bologna - 26/11/1977]: Ravenna & Dintorni, Ravenna Festival Magazine; Tomasi Vittoria [Codigoro (FE) - 04/07/1990]: La Rivista di un Po nel Delta, Estense.com; Valentini Cristina [Forlì - 29/11/1979]: Il Corriere di Sesto. ELENCO SPECIALE Casadio Davide Enzo [Forlì 18/01/1953]: La Ca e tot que’l c’u j va dri; Danese Giorgio [Modena - 01/08/1958]: GP Collection; Mometti Mandy [Nieuwveen (Paesi Bassi) - 22/11/1976]: Wild - Oltrenatura; Zattini Alberto [Meldola (FC) - 21/08/1964]: Imprese di Romagna. ALBO DEI PUBBLICISTI Alberti Fabio [Bentivoglio (BO) 28/04/1974]: Radio Budrio; Bellantone Valentina [Reggio Calabria 28/09/1981]: Luxrevolution.com, Rubric.it; Bonaccini Nicola [Correggio (RE) - 03/02/1974]: Community Online; Brusamonti Cristian [Castel San Giovanni (PC) 03/05/1985]: Libertà; Gardini Gloria [Bologna - 02/06/1979]: Radio Bruno; Romenghi Luca [Parma 18/08/1978]: Gazzetta di Parma, TV Parma; Sangermano Mattia [Ravenna - 18/08/1982]: Qui Magazine. CANCELLAzIONI PRATICANTI Bruno Jessica. PUBBLICISTI Perazzoli Bruno. ■ Riunione del 15 ottobre 2012 ISCRIzIONI ELENCO SPECIALE Bagutti Franco, Battei Antonio, Biancini Luca, Carpana Emanuele, Casale Renato, Gallegati Gregorio, Golinelli Marino, Guidetti Emilio, Montipo’ Gino, Parmiggiani Luca, Rambaldi Onelio, Sabattini Gaetano, Spronelli Vicini Silvia. ■ Riunione del 25 ottobre 2012 ISCRIzIONI ALBO DEI PUBBLICISTI Esposito Maurizio [Napoli 07/07/1959]: trasferito da Napoli. ELENCO SPECIALE Ferretti Annalisa [Modena 02/01/1964]: Bollettino della Società Paleontologica; Maniscalco Pietro [Piacenza - 30/05/1964]: trasferito da Firenze. CANCELLAzIONI ELENCO SPECIALE Bonetti Michele, Casamatti Paolo, Chesi Giovanni, Minganti Lorenzo, Serpagli Enrico. ■ Riunione del 5 novembre 2012 CANCELLAzIONI PRATICANTI Legni Andrea. PUBBLICISTI Ansaloni Andrea, Cocchi Vanina, Del Gesso Antonella, Gaggiano Concetta Sara, Lucchini Alessandra, Paradiso Massimo Antonio. ELENCO SPECIALE Bonacini Ermes [Reggio Emilia 09/02/1953]: Carte in Tavola; Ortali Francesca [Ravenna - 28/12/1964]: Uccelli d'Italia. ALBO DEI PROFESSIONISTI Legni Andrea [Cesena (FC) 09/08/1982]: 23/11/2011. ■ Riunione del 25 settembre 2012 ISCRIzIONI CANCELLAzIONI ALBO DEI PUBBLICISTI Camerini Nicolo’ [Lugo (RA) 29/09/1990]: Qui Magazine; Dalla ALBO DEI PROFESSIONISTI Bruno Jessica [Parma 13/03/1982]: 30/11/2011. PUBBLICISTI Babini Antonella, Ke Rochas Valerie, Zanarini Enrico. - ISCRIzIONI ALBO DEI PUBBLICISTI Augelli Primiano [Porretta Terme (BO) - 08/02/1994]: La Gazzetta dell'Appennino; Castaldi Gerardino [Bologna - 22/08/1967]: Acquainfo.it; Ferrari Federico [Formigine (MO) - 24/08/1987]: Il Resto del Carlino; Gherardi Giovanni [Modena - 20/12/1934]: Nostro Tempo; Guardiani Giulia [Piacenza - 18/10/1986]: Il Cittadino; Menichella Vincenzo [Foggia 08/01/1979]: I Democratici; Nesi Mariaconcetta [Policoro (MT) 13/08/1979]: L'indipendente. ELENCO SPECIALE Dapero Renato [Zavattarello (PV) - 11/09/1947]: Anoss Magazine. CANCELLAzIONI PUBBLICISTI Ampollini Michele. Oliverio Cosimo, Reggiani Odoardo: deceduti. marzo 2013 / GIORNALISTI . 45 ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI ELENCO SPECIALE Blè Alessandro, Foli Maurizio. ■ Riunione del 12 novembre 2012 ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Malara Vincenzo [Modena 08/06/1981]: Modenaqui, 01/06/2011; Rancati Michele [Castel San Giovanni (PC) 30/12/1977]: Telelibertà, 27/08/2012. ALBO DEI PROFESSIONISTI Mannarino Fausta [Cosenza 26/06/1959]: trasferita da Trento. ALBO DEI PUBBLICISTI Cavosi Claudio [Milano 17/10/1965]: Eurosport; Viglietta Federica [Ancona - 13/06/1970]: Le Vie della Storia. ELENCO SPECIALE Drigo Gianfranco [Codroipo (UD) - 05/02/1965]: Bergamo Coldiretti. CANCELLAzIONI PRATICANTI Zama Nicola. PROFESSIONISTI Badini Carlo: deceduto. PUBBLICISTI Caffagnini Cirillo, Calidoni Paolo, Rancati Michele. ELENCO STRANIERI Gjoka Violeta. ELENCO SPECIALE Ponzi Emma. ■ Riunione del 26 novembre 2012 ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Persichella Giuseppe [Cerignola (FG) - 17/05/1981]: Radio Città del Capo, 26/05/2011. ALBO DEI PUBBLICISTI Bergamini Alessandra [Bologna - 15/05/1965]: Ottagono; Capasso Stefano [Fondi (LT) 19/04/1986]: Calcioblog.it; Ci46 . GIORNALISTI / marzo 2013 ANNO 1 NUMERO 1 coira Emanuela [Sapri (SA) 23/08/1981]: trasferita da Napoli; Dalla Costa Diego [San Secondo Parmense (PR) 13/09/1984]: Gazzetta di Parma; Giansanti Giampiero [Roma - 05/07/1953]: trasferito da Roma; Loreni Silvana [Fidenza (PR) - 30/03/1956]: Gazzetta di Parma; Rossi Gianguido [Fermo - 01/08/1971]: Ticino Welcome, Equestrio. ELENCO SPECIALE Russo Guido [Avellino 23/08/1959]: Bollettino Ufficiale per le Vendite immobiliari del Circondario del Tribunale di Modena. CANCELLAzIONI PUBBLICISTI Bertelli Gian Carlo, Cicero Roberto, Fisichella Daniele, Mancuso Claudia, Medici Dino, Nanetti Simona, Padovani Corrado, Parmeggiani Marcello, Persichella Giuseppe, Sguotti Cinzia. Colombi Giuseppe: deceduto. ELENCO SPECIALE Alvisi Mauro, Babbi Andrea, Bertoni Gianni, Bottari Carlo, Cagnoli Roberto, Cappellari Marco, Cotugno Pier Nicola, Covili Gianluigi, Dallari Fiorella, Emiliani Simona, Fonti Michele Sante, Gemelli Giuliana, Gualandi Monica, Gualtieri Giuseppina, Guaraldi Mario, Ignazi Piero, Mainini Franco, Merciari Giordano, Montanari Mirco, Montuschi Pellegrino, Mora Paolo, Olivieri Diego, Panizza Mauro, Pellati Roberto, Pini Giorgio, Pisano Mirco, Poggi Pollini Sabrina, Prencipe Monica, Pronti Roberto, Scaratti Elena, Silvestri Francesco, Spinalbelli Rosalba, Toni Graziano, Trombetta Giovanni, Vivoli Gianfranco. ■ Riunione del 3 dicembre 2012 ISCRIzIONI REGISTRO DEI PRATICANTI Piras Stefania [Viterbo 16/08/1982]: freelance, 01/06/2011. ALBO DEI PUBBLICISTI Branzi Maltoni Raffaella [Ravenna - 20/01/1974]: Ravennantica, Qui Magazine; Florio Ilaria Francesca [Reggio Calabria 12/11/1980]: Sette sere; Fouque’ Nicoletta [Parma - 02/08/1979]: Gazzetta di Parma; Gaetani Cecilia [Terracina (LT) - 23/01/1971]: trasferita da Palermo; Rinaldi Daniela [Recanati (MC) - 12/08/1967]: Radio5, TV Parma; Vastola Carolina [Dolo (VE) - 04/03/1978]: trasferita da Venezia. CANCELLAzIONI PUBBLICISTI Cerocchi Roberto, Fazzari Fernando, Piras Stefania. ELENCO SPECIALE Benedetti Francesco. ■ SECURITY hUB Bimestrale di sicurezza informatica e protezione digitale Direttore responsabile: Rossella Lucangelo Editore: Papi Editore - Via Galliera 28, Bologna Stampa: Filograf (FC) Riunione del 17 dicembre 2012 ISCRIzIONI ALBO DEI PROFESSIONISTI Donigaglia Luca [Argenta (FE) 30/10/1979]: 11/12/2012; Paradiso Massimo Antonio [Piacenza - 06/07/1986]: 03/12/2012; Perdoni Gianluca [Piacenza 01/06/1969]: 04/12/2012. ALBO DEI PUBBLICISTI Maruti Riccardo [Cremona 08/08/1980]: La Provincia di Cremona. CANCELLAzIONI PRATICANTI Donigaglia Luca, Paradiso Massimo Antonio, Perdoni Gianluca. PROFESSIONISTI Bussi Francesca. PUBBLICISTI Buttazzo Claudio Vito, Dardano Lorenzo, Donigaglia Luca, Gasparini Alessandro, Iacovone Luca. Gandini Giorgio: deceduto. UN’IDEA DI APPENNINO Periodico della montagna bolognese Redazione: Località Madonna dei Fornelli, San Benedetto Val di Sambro (BO) Direttore responsabile: Bruno Di Bernardo Stampa: La Grafica S.r.l. (TN) www.unideadiappennino.it Bologna Fiere Exhibitions 2013 gennaio - january 16-17 MARCA BY BOLOGNAFIERE Private Label Conference and Exhibition 25-28 ARTEFIERA Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea International Exhibition of Contemporary Art 25-28 25-27 febbraio - february 21-23 28/2-2/3 FORUMCLUB FORUMPISCINE 14th Expo and International Congress for Fitness, Wellness & Aquatic Clubs 5th Pool & Spa Expo and International Congress SAIE3 new Salone Internazionale della Filiera di Produzione del Serramento e delle Finiture di Interni ed Esterni International Exhibition of Windows, Doors, Shutters and Finishings for Interiors and Exteriors BIENNALE T3 new Tende Tessuti Tecnologie Curtains Fabrics Technologies COSMOPACK Salone Internazionale del Packaging International Exhibition of Packaging 8-11 COSMOPROF WORLDWIDE BOLOGNA 46o Salone Internazionale della Profumeria e della Cosmesi 46th International Exhibition of Perfumery and Cosmetics 22-24 IL MONDO CREATIVO SPRING Salone dell’Hobbistica Creativa, Belle Arti e Fai Da Te / Exhibition of Hobby and Craft BOLOGNA LICENSING TRADE FAIR La Fiera del Licensing in Italia The Licensing Event in Italy maggio - may 9-12 14-16 aprile - april 3-5 10-11 marzo - march 7-10 BOLOGNA CHILDREN’S BOOK FAIR Editoria Libraria e Digitale per l’Infanzia e la Gioventù Book Publishing and Digital Products for Children and Young Adults 15-17 LINEAPELLE Mostra Internazionale di Pelli, Accessori/ Componenti, Sintetico/ Tessuti e Modelli per Calzatura, Pelletteria, Abbigliamento e Arredamento International Exhibition of Leather, Accessories/ Components, Synthetics/ Fabrics and Models for Footwear, Leathergoods, Clothing and Upholstery ALMA ORIENTA Giornate dell’Orientamento Students’ Orientation Event Career Day (solo 10 Apr.) UNIVERCITY Expo Città per gli Studenti Expo-City for Students EXPOPIXEL new Digital Entertainment Exhibition & Conference 17-19 PHARMINTECH Exhibition for the Pharmaceutical, Nutraceutical and Personal Care Industry 19-21 COSMOFARMA EXHIBITION 2013 Salone Internazionale dei Prodotti e Servizi per la Salute, il Benessere e la Bellezza in Farmacia International Exhibition of Health, Wellness and Beauty Products and Services for Pharmacies 22-26 ZOOMARK INTERNATIONAL 15° Salone internazionale dei Prodotti e delle Attrezzature per gli Animali da Compagnia 15th International Exhibition of Products and Accessories for Pets PTE Expo 2013 new 10ª Fiera e Congresso Tecnologie, Prodotti e Servizi per la TERZA ETA’ 10th Exhibition and Congress-Technologies, Products and Services for ELDERLY CARE AUTOPROMOTEC 25° Biennale Internazionale di Attrezzature e dell’Aftermarket Automobilistico 25th International Biennial Exhibition of Automotive Equipment and Aftermarket Products settembre - september 7-10 SANA Salone Internazionale del Biologico e del Naturale International Exhibition of Organic and Natural Products 23-27 CERSAIE Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno International Exhibition of Ceramic Tiles and Bathroom Furnishings 5-6 14-16 8-10 R2B-RESEARCH TO BUSINESS 8° Salone Internazionale della Ricerca Industriale 8th Industrial Research International Exhibition 17-20 LINEAPELLE Mostra Internazionale di Pelli, Accessori/ Componenti, Sintetico/ Tessuti e Modelli per Calzatura, Pelletteria, Abbigliamento e Arredamento International Exhibition of Leather, Accessories/ Components, Synthetics/ Fabrics and Models for Footwear, Leathergoods, Clothing and Upholstery SIMAC Salone Internazionale delle Macchine e delle Tecnologie per le Industrie Calzaturiera e Pellettiera International Exhibition of Machines and Technologies for Footwear and Leathergoods Industries SMAU BUSINESS Information & Communication Technology per Imprese e Pubbliche Amministrazioni Information & Communication Technology for Business and Public Sector MUSIC ITALY SHOW Il Salone Della Musica e del Fare Musica The Show for Music & Making Music THE JAMBO new new Music, Art & Action sport 16-19 SAIE ottobre - october giugno - june 5-6 AMBIENTE LAVORO new 14° salone della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro 14th International Exhibition for Health and Safety in Working Places Responsible TANNING-TECH Salone Internazionale delle Macchine e delle Tecnologie per l’Industria Conciaria International Exhibition of Machines and Technologies for the Tanning Industry 16-18 SMART CITY EXHIBITION Comunicazione, Qualità e Sviluppo nelle Città Intelligenti/ Communication, Quality and Development in Smart Cities Salone Internazionale dell’Edilizia International Building Exhibition EXPOTUNNEL new Salone Professionale delle Tecnologie per il Sottosuolo / Underground Technologies Exhibition novembre - november 8-10 FISHING SHOW 7° Salone della Pesca Sportiva 7th Sportfishing Show 15-17 IL MONDO CREATIVO Salone dell’ Hobbistica Creativa, Belle Arti e Fai Da Te / Exhibition of Hobby and Craft MODEL GAME Modellismo Statico e Dinamico Static and Dynamic Model Making THE CAKE SHOW Sugar Art & Cake Design Fair 20-22 BIG BUYER Mostra Convegno del Settore Cartoleria/ Cancelleria di Prodotti Ufficio-Scuola-Fantasy per Grandi Compratori Italiani ed Esteri Exhibition Conference of Office/School/Fantasy Stationery Products for Italian and Foreign Big Buyers dicembre - december 7-15 MOTOR SHOW Salone Internazionale dell’Automobile International Automobile Exhibition marzo 2013 / GIORNALISTI . 47 www.bolognafiere.com Barabino&Partners Design NOVEMBRE 2013 MARZO 2013 AGOSTO 2013 Enada Primavera 12 - 15 marzo 25a Mostra Internazionale degli Apparecchi da Intrattenimento e da Gioco www.enadaprimavera.it Ecomondo 6 - 9 novembre 17a Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile www.ecomondo.com Oro Blu OTTOBRE 2013 Salone dedicato al trattamento e riuso delle Airet acque 3 - 5 ottobre Inertech Air Excellence Technologies Salone sul riciclaggio nel mondo www.airet.it delle costruzioni Città Sostenibile Sun La via italiana alle Smart Grid 6 - 8 ottobre 31° Salone Internazionale dell’Esterno Key Energy Progettazione, Arredamento, 6 - 9 novembre Accessori 7a Fiera Internazionale per l’Energia www.sungiosun.it e la Mobilità Sostenibili www.keyenergy.it Giosun Key Wind 6 - 8 ottobre Salone dedicato all’intera filiera dell’energia 28° Salone Internazionale del Giocattolo eolica e dei Giochi all’Aria Aperta Cooperambiente www.sungiosun.it 6 - 9 novembre Enada Roma 6a Fiera dell’Offerta Cooperativa 16 - 18 ottobre a 41 Mostra Internazionale degli Apparecchi di Energia e Servizi per l’Ambiente www.cooperambiente.it da Intrattenimento e da Gioco. Sal.Ve Roma - Nuovo Quartiere Fieristico 6 - 9 novembre www.enada.it Salone dei Veicoli Ecologici TTG Incontri www.ecomondo.com 17 - 19 ottobre BTC a 50 Edizione della Fiera b2b del Settore 12 - 13 novembre Turistico Fiera internazionale dedicata agli eventi, www.ttgincontri.it meeting, congressi, convention, viaggi TTI Tral Trade Italia incentive del settore marketing, turismo 17 - 19 ottobre e comunicazione - Fortezza da Basso 13a Edizione del Workshop dedicato Firenze al Prodotto Turistico Italiano www.btc.it www.ttiworkshop.it APRILE 2013 My Special Car Show 5 - 7 aprile 11° Salone dell’Auto Speciale e Sportiva www.myspecialcar.it MAGGIO 2013 RiminiWellness 9 - 12 maggio Fitness, Benessere e Sport on Stage www.riminiwellness.it Amici di Brugg 23 - 25 maggio 56° Congresso dell’Associazione Amici di Brugg www.amicidibrugg.it GIUGNO 2013 Packology 11 - 14 giugno 2° Salone delle Tecnologie per il Packaging e il Processing www.packologyexpo.com LUGLIO 2013 Sport Dance 8 - 14 luglio 6a Edizione dei Campionati Italiani di Danza Sportiva www.sportdance.it Networking Fare business in un quartiere tecnologico, funzionale, con 110mila mtq espositivi, 11mila posti auto, oltre 1,5 milioni di visitatori ogni anno. In un territorio centro dell’innovazione, accogliente, dinamico. 48 . GIORNALISTI / marzo 2013 Meeting 18 - 24 agosto XXXIV Meeting per l’Amicizia fra i Popoli www.meetingrimini.org Real Time Raggiungere la Fiera da ogni parte del mondo con l’aeroporto internazionale Rimini – San Marino collegato ai principali hub europei www.riminiairport.it o comodamente in treno da ogni parte d’Italia con la stazione ferroviaria di linea (Milano – Bari) interna al quartiere fieristico www.riminifiera.it/stazione. Multi Channel Hotel & Food Industry, Technology & Environment, Entertainment & Leisure, Travel & Tourism. Quattro distretti fieristici e 30 manifestazioni altamente specializzate dedicate a specifici target e mercati. Sports Days 22 - 24 novembre Conoscere, Praticare, Investire nello Sport www.sportsdays.it MANIFESTAZIONI BIENNALI O TRIENNALI 2014 Art&Tourism 10-11 aprile 2014 2° Salone Internazionale del Turismo Culturale - Fortezza da Basso, Firenze www.artandtourism.it Technodomus aprile 2014 4° Salone Internazionale dell’Industria del Legno per l’Edilizia e il Mobile www.technodomus.it Tecnargilla settembre 2014 24° Salone Internazionale delle Tecnologie e delle Forniture all’Industria Ceramica e del Laterizio www.tecnargilla.it T&T Tende & Tecnica ottobre 2014 7a Biennale Internazionale dei Prodotti e Soluzioni per la Protezione, l’oscuramento, il risparmio Energetico, la Sicurezza, l’Arredamento www.tendeetecnica.it Green Un quartiere all’insegna del basso impatto ambientale. Un’organizzazione incentrata sulle best practices, in una città dove l’ambiente è in primo piano.