piccolo viaggio negli antichi mestieri verticale

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piccolo viaggio negli antichi mestieri verticale
Provincia di Imperia - Settore Centri per l’Impiego/OML
piccolo viaggio negli antichi mestieri
Anneli, Annie, Christiane, Ilaria; ceramiste, Badalucco
Lo ammettiamo senza vergogna, la cosa che ci ha incuriosito di più è che si tratta di quattro
donne, due tedesche, una francese ed una italiana. Hanno deciso di mettersi insieme per
creare un laboratorio di ceramica artistica in quel di Badalucco. Per prima cosa i loro nomi:
Anneli, Annie, Christiane e Ilaria.
Ci
dicono
subito
che
l’associazione è nata nell’aprile
del 2003 (per poi subire alcuni
cambiamenti
nell’organico)
grazie alla passione comune di
alcune amiche “per l’arte in
generale ma soprattutto per
l’amore verso la ceramica e per
il bisogno di sperimentare e
quindi di crescere insieme,
mettendoci in discussione e
cercando di perfezionare quelle
tecniche che più rispecchiano le
nostre esigenze di artiste”.
Ci accolgono nelle bellissime
sale dal museo del Comune di
Badalucco (in piazza Duomo 1,
vi consigliamo davvero di
andarci);
d’altra
parte
un’iniziativa del genere non
poteva nascere che nel cuore di
un paesino così ricco di storia
(ci ricordano la grotta Tana
Bertrand, a quasi mille metri di
altitudine sul fianco del monte
Faudo, con ornamenti, selci, accette di pietra e ossa lavorate del periodo eneolitico, e ci
invitano ad andare a vedere i due ponti che contraddistinguono i due estremi del paese,
intitolati a Santa Lucia e alla Madonna degli Angeli…). Avevamo preparato una frase ad
effetto: “…Formò dunque l’uomo dal fango della terra”, ma l’effetto è scarso…le nostre
amiche la conoscono e rilanciano: “Dalle parole dell’antico testamento emerge l’immediata
idea di plasticità, di dimensione in progresso”. E per loro …“E’ un mondo che riesce ancora
oggi ad emozionare, a stupire per la sua eccezionale varietà”, in cui vengono messe al
primo posto la fantasia e la creatività dell’artista. Inutile dirlo, dopo la presentazione di rito
andiamo in giro per il museo a curiosare qua e la tra vasi, statue, anfore e mille altre cose
interessanti, con le nostre gentili ospiti pronte a spiegarci ogni cosa. Le domande sono
tante, e loro ci rispondono con grande gentilezza e…pazienza. D’altra parte sono abituate ai
bambini delle scuole… Finiti i dovuti apprezzamenti per quanto abbiamo visto, povere loro
partiamo con il nostro questionario: “Intanto i nostri complimenti. Sapete che siete in pochi
a fare questo lavoro? E come siete arrivate a formare l’associazione?” La risposta è
all’unisono: “Si, lo sappiamo, ma è stato uno sbocco naturale, per chi come noi ha sempre
cercato un lavoro creativo, che potesse riflettere l’amore per l’arte e per l’espressione
artistica. E poi cosa c’è di più bello di modellare la sostanza inerme, di creare la vita?”
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Non possiamo che essere d’accordo. Ma la curiosità è troppa; così veniamo a sapere che
due di loro si conoscevano già da un po’, e due sono entrate nel gruppo dopo un corso
svolto presso il Comune di Badalucco. Infatti va detto che già da anni qui si fanno
regolarmente corsi professionali inerenti
la ceramica e la maiolica (che
coinvolgono autorevoli esponenti, ci
chiedono di ricordare i nomi di Guido
Mariani, Ivana D’Apice, Beatrice Brauen,
Roberto Anfossi, Bruno Mariani), e basta
girare un po’ per il centro storico del
paese (splendido) per rendersene conto.
Ovunque ci sono testimonianze di questa
attività, ed è davvero bello vedere le
vecchie case colorate ed arricchite da
opere d’arte, un po’ qua e un po’ la.
Sicuramente l’inizio non è stato facile: ha comportato un grosso investimento (il Comune ha
comunque provveduto mettendo a disposizione le sale ed i forni) ma ora le cose sembrano
mettersi bene. “Allora, come va l’attività durante l’anno, ci sono dei picchi?” E la risposta ce
l’aspettavamo: “D’inverno si fa poco, il
territorio sembra addormentarsi, va
sicuramente meglio durante il periodo
estivo, ma i clienti per ora sono quasi
solamente i turisti (prima per lo più
tedeschi, adesso vengono un po’ da
tutti i paesi europei), e poi si fanno
tanti mercatini…” “Avete un sito
internet?” “E’ in costruzione, lo stiamo
preparando bene, puntiamo molto su
quello”. Su questo ultimo punto non
possiamo che essere d’accordo, noi lo
riteniamo ormai indispensabile, è una nostra fissa. Recentemente hanno ricevuto una
commessa dalla Francia, per un pannello (abbiamo visto le foto, davvero molto bello) che
ora è esposto in un importante centro medico, a Clermont Ferrano, e una da Sanremo, per
un pannello in un asilo. E naturalmente continua la collaborazione con la Provincia (in
particolare per l’annuale Festa di Primavera). Per l’acquisto dei materiali (molto costosi, ci
ricordano…) si rivolgono ad Albisola e a Vallouris, più o meno una volta ogni due mesi. “Ma
che cosa ci vuole per iniziare?” “Sicuramente tanta passione, al primo posto. Poi, inutile
dirlo, tanto sacrificio e tanta esperienza; le tecniche non sono certo facili da usare, ci vuole
tempo prima di avere una certa padronanza. E comunque senza la sensibilità necessaria è
tutto inutile”. Le nostre amiche in origine pensavano ad una attività tipo negozio, poi hanno
scelto la figura del museo-laboratorio. E secondo noi è stata la scelta giusta: ci sembra
superfluo sottolineare il valore aggiunto che questa iniziativa comporta per il paese e per
tutto il comprensorio. E la scelta del museo-laboratorio è sicuramente la più logica in
un’ottica di valorizzazione del territorio e dell’entroterra imperiese in generale (tema
sempre molto di moda, ma che purtroppo raramente si traduce poi in realtà). “Com’è il
vostro orario? E quanto lavorate al giorno?” “Il museo ha un orario stabilito (dal martedì al
venerdì dalle 10,00 alle 12,00, la domenica dalle 15,30 alle 18,00), mentre la nostra attività
non conosce mai soste, al forno ci siamo sempre, sabato e domenica compresi, per tutto
l’anno”. Adesso, rispettando il nostro questionario, dovremmo chiedere loro cos’è la cosa
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più bella di questa attività, ma dopo che ci hanno portato in giro per il museo, facendoci
vedere le loro creazioni, dopo che ci hanno descritto le tecniche usate, che ci hanno
mostrato le foto dei lavori prodotti, delle mostre, capiamo che qui di brutto c’è davvero
poco. È tutto un gesticolare, un parlare con gli occhi che si entusiasmano, un riferimento
culturale a questo e a quello. Per loro è veramente una
gioia creare, perfezionare, organizzare mostre; solo alla fine
una di loro, sorridendo, ci dice che “però un nostro maestro
dice che la ceramica è la cenerentola dell’arte…”
“Ma lo consigliereste davvero un lavoro così?” “Si, ma solo a
chi ha davvero tanta passione…e un po’ di pazzia. Come
noi”, e giù a ridere… Mentre continuiamo a parlare usciamo
un attimo dalle sale e andiamo a vedere i forni, a cento
metri dal museo-laboratorio. Sono in una piccola saletta, con
i muri vivi restaurati e lasciati come una volta. Tutto molto
bello e coinvolgente, davvero. Scendiamo un po’ nel
dettaglio: “La nostra creatività è ispirata soprattutto dalla
vegetazione che ci circonda in questa parte di ponente
ligure. Noi cerchiamo di interpretarla con le nostre opere
realizzate con diverse tecniche”. Oltre alla scultura, ci
parlano di raku, bucchero, decorazione a terzo fuoco.
Ma Vediamo meglio di cosa si tratta, sperando e di essere chiari (e di aver capito bene): il
raku è una tecnica a bassa temperatura (circa 800/900°C) creata in Giappone intorno al
XVI secolo nella quale gli oggetti sono estratti dal forno con apposite pinze nel momento in
cui lo smalto ha raggiunto il suo punto di fusione, e quindi introdotti in recipienti o buche
che contengono materiali combustibili come foglie, erbe, segatura di legno, stracci imbevuti
di olio ecc. e quindi ricoperti ermeticamente. Gli oggetti incandescenti generano la
combustione di tali elementi formando all’interno dei recipienti un’atmosfera “riducente” che
produce una serie di effetti sulla superficie degli smalti. Per interrompere il processo di
riduzione, gli oggetti ancora caldi vengono immersi in acqua. Tutte queste operazioni
vengono svolte con molta rapidità e servono a dare agli smalti speciali effetti di colore e di
riflessione, che sono quasi sempre non del tutto controllabili. Ma raku è anche un arte
spettacolare perché l’artista “è coinvolto in una serie di azioni nelle quali gli elementi
determinanti sono la terra, il fuoco, l’acqua, i tre elementi che costituiscono l’essenza e la
vita dell’uomo”. Quindi è un procedimento molto difficile: tra le altre cose, siccome l’oggetto
viene
estratto
dal
forno
incandescente e al contatto con
l’aria subisce uno shock termico
violento, l’argilla impiegata deve
avere
una
struttura
con
caratteristiche tali da sopportare
le
violente
variazioni
di
temperatura a cui è sottoposta.
Il bucchero etrusco è un’arte
antichissima (a quanto pare
nasce in Etruria intorno al VII°
secolo a.c.) che permette di
creare un tipo di ceramica molto particolare di colore nero che definiremmo “lucido”.
Questa viene ottenuta mediante uno speciale tipo di cottura, in cui il manufatto viene a
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contatto con polveri di carbone che durante il procedimento possono penetrare nella parete
del vaso, facilitandone la colorazione nera. In qualche caso la superficie dell’oggetto, a
causa del tipo di cottura, può essere argentata, cioè può avere dei riflessi metallici color
argento. La decorazione a terzo fuoco (detta anche "sopra vetrina" o "a muffola") si ottiene
applicando i colori sull'oggetto già “invetriato” e quindi sottoposto a due precedenti cotture:
dopo la decorazione l'oggetto viene sottoposto ad una (o più) successiva cottura ad una
temperatura media di 760°C. E non è possibile
dare un valore definito di temperatura in
quanto ogni colore ha una sua ottimale
temperatura di vetrificazione… Ok, dopo
questo viaggio nel tempo, torniamo alle nostre
carissime ospiti: in collaborazione con il
Comune di Badalucco organizzano mostreceramiche durante tutto l’anno nella loro “art–
gallery”, ed inoltre offrono corsi per principianti
ed avanzati, in particolare di tecniche di
manipolazione dell’argilla, di ceramica raku e di
decorazione. Finora hanno fatto tante mostre (tutte del Comune, che loro hanno
organizzato e gestito), di solito conseguenti a corsi ad hoc. Così ci parlano del corso di
decorazione umbra, del corso raku e ceramica, del corso di decorazione faentina, scultura e
buccaro (che ha portato alla bellissima mostra dedicata a Baudolino), e del corso di
scultura poi sfociato nella mostra dedicata a Fabrizio De Andrè (dove i vari oggetti erano
ispirati alle canzoni del compianto cantautore genovese); e poi ci raccontano di una in
Germania (vicino a Francoforte) l’anno scorso che ha ottenuto un incredibile successo di
pubblico e di critica (la stampa tedesca ne ha dato ampio risalto). In questo momento il
museo espone opere di artisti tedeschi, oltre alla consueta ala dedicata ai lavori
dell’associazione. “Le opere sono davvero belle. Complimenti!” “E’ stato un anno
importante: abbiamo iniziato con un maestro italiano, poi a maggio abbiamo ospitato i
lavori di tre artiste tedesche del collettivo wav, a fine estate un maestro ventimigliese, e
adesso un mese dedicato alla mostra schlafstorung di quattro maestri tedeschi. Siamo
davvero soddisfatte: il livello è elevatissimo, sono tutti artisti assai famosi e quotati…”.
“Ma
allora
il
territorio come
risponde?” “Bene, non ci lamentiamo;
spesso vengono in visita al museo
delle scolaresche, di scuole locali e
non”. “E il futuro? Come lo vedete?”
Hanno davvero tanto entusiasmo:
sembrano indirizzate non tanto sulla
piccola vendita, ma più alla
partecipazione a varie mostre. Il loro
sogno nel cassetto sarebbe poter
abbellire gli spazi pubblici: per
esempio ci parlano delle stazioni
ferroviarie, e di come sarebbe bello
“colorarle un po’”. E onestamente
non possiamo dargli torto!
Un grosso in bocca al lupo, alle nostre nuove quattro amiche. Torneremo presto a trovarle…
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