ndrangheta, il giorno dei 300 arresti
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ndrangheta, il giorno dei 300 arresti
MERCOLEDÌ 14 LUGLIO 2010 EURO 1,20 con MILANO FINANZA in Liguria. EURO 1,20 in tutte le altre zone [+] ilsecoloxix . it FONDATO NEL 1886 Anno CXXIV NUMERO 165, COMMA 20/B. Spedizione abb. post. gr. 50 [+] STING E L’ORCHESTRA: IL NUOVO DISCO (VIDEO) 19 MINUTO, IL CALCIOMERCATO (1620) PER LA PUBBLICITÀ SU IL SECOLO XIX E RADIO 19 TEL.: 01053641 EMAIL: [email protected] L’INTERCETTAZIONE ‘NDRANGHETA, IL GIORNO DEI 300 ARRESTI «UNO VALE L’ALTRO, I VOTI DIAMOLI A MONTELEONE» MATTEO INDICE GENOVA. NelcuorediSiderno,provincia di Reggio Calabria, c’è una lavanderia chiamata “Ape Green”, un caldo da bestie eungruppodimafiosiches’incontrasen za il sospetto di parlare alle cimici dei ca rabinieri: «Questo ha voluto appoggiare a Monteleone...lo potete appoggiare, uno vale l’altro, appoggiamo a Monteleone...». AGenovapresoilcapo,“Mimmoilverduraio” Colpo alle cosche che puntano ai grandi affari del nord, primo fra tutti l’Expo 2015. Gli intrecci con la politica SERVIZI >> 2 e 3 Uno dei trecento arrestati di ieri mentre viene portato in caserma SEGUE >> 3 FINI: FACCIA PURE, SE APRE LA CRISI PER DIFENDERE QUESTI. L’ONU: RITIRARE LA LEGGEBAVAGLIO «Basta con il giustizialismo» IL COMMENTO LE CINQUE MOSSE PER DARE SCACCO AL CALCIO NOIOSO CLAUDIO PAGLIERI Berlusconi attacca le inchieste. «Chi vota la sfiducia a Cosentino è fuori» LE TELEFONATE Il capo del governo? Nome in codice “Cesare” L’INVIATO BONAZZI >> 5 ROMA. Berlusconi denuncia il «clima gia TUTTI PAZZI PER ANNA cobino» e il «giustizialismo», definisce «un polverone» le inchieste sugli appalti e bolla come «quattro pensionati sfigati» i membri della presunta associazione segreta arre stati. Poi minaccia i finiani sulla vicenda del sottosegretario Nicola Cosentino: «Chi vo terà la sfiducia si metterà fuori dal Pdl». La sfiduciaèstatapresentatadalPdeavràl’ap poggio di tutte le opposizioni, Udc compre so, mentre i finiani stanno valutando come votare: «Voglio proprio vedere avrebbe dettoFiniaisuoiseBerlusconiaprelacrisi per difendere uno così». Braccio di ferro sul bavaglio e le intercettazioni: intervengono ancheleNazioniUnite:«Ritiratequellaleg ge». BOCCONETTI, MARI e PALOMBO >> 4, 5 e 6 IL MINISTRO A BRUXELLES INCASSA IL SÌ ALLA MANOVRA SEGUE >> 43 Allavoropiùdi40anni? Tremonti:nonèunrefuso INDICE Primo Piano................2 Politica........................6 Dal Mondo .................. 7 Cronache .................... 9 Inserti........................10 «Abbiamo la riforma delle pensioni più forte d’Europa» MA L’IMPRENDITORE RESISTE Il Consiglio di Stato: «Via da Cornigliano i container di Spinelli» CAFASSO >> 15 GENOVA ROMA. «Lanostraèlapiùimportanterifor ma delle pensioni fatta in Europa quest’an no». Giulio Tremonti, ministro dell’Econo mia incassa l’ok dei ministri europei alla manovra e, smentendo il collega Maurizio Sacconi, rivela di aver tentato il blitz per abolire il tetto massimo di 40 anni di lavoro per la pensione: «Non era un refuso». Liguria........................11 Economia...................13 Www.shippingonline.it.15 Commenti.................32 Meteo ....................... 48 33 La Città ..................... 39 Basso Piemonte ........ 41 Genova Sport...........40 XTE ESTATE Dai politici alle ragazze che la imitano, la Russia impazzisce per la sexy 007 Anna Chapman PAGANI e TORTAROLO >> 19 LUGARO >> 13 DOPO LA BOCCIATURA, IL COMUNE DI GENOVA CORRE AI RIPARI CORSI DI BON TON AI CENTRALINISTI FRANCESCO MARGIOCCO A QUELLO SUDAFRICANO è stato il Mon diale con meno gol segnati nella storia (145in64partite,media2,26),ehabattuto il record di Germania 2006 (147). La tendenza è evidente: si segna sempre meno, lo spettacolo latita, gli allenatori si esaltano sulla «fase difensiva» e fanno ar retrare fino alla propria area di rigore at taccanti come Rooney, Eto’o, Kuyt. Utile per la squadra, utile per l’ego di chi li alle na, meno utile per gli spettatori che sbadi gliano davanti alla tv. Purtropponelcalcio,comeneltennis,nel basket, nella pallanuoto distruggere il gio co altrui è più facile che costruirne uno proprio. Selezionare ragazzini dotati di grande fisico e grande corsa è più comodo che insegnare loro la tecnica. Evistocheilpostodilavorodipendedalri sultato, e non dal bel gioco, è facile capire perché gli allenatori scelgono di non ri schiareetengonoinpanchinaitalenti,op pure li costringono a giocare contro natu ra. settembre il Comune di Genova manderà ci, verdi e non, che il Comune mette a disposizione dei i suoi operatori telefonici a lezione di bon cittadini. E che, a giudicare da quell’indagine, sono di ton. Un corso di formazione per imparare qualità non sempre eccelsa. A volte, addirittura, scaden a non perdere mai la calma te. Non è la prima volta che il Comune in con i cittadini: anche con terviene sulla qualità dei suoi centralini. I telefonisti: quelliesonomoltichescambianoilcen Nel 2008 il sindaco Marta Vincenzi aveva tralino comunale (010557111) per uno lanciato il cosiddetto “numero unico”, in «Siamo sfogatoiodelleproprieansiequotidiane.Il grado di inoltrare le chiamate a qualsiasi diventati difficilecompitosaràaffidatoadunesper ufficio comunale. Una soluzione tecnolo to, psicologo del lavoro, che dovrà «curare innovativa, molto diffusa nelle uno sfogatoio» gicamente gli aspetti relazionali dei centralinisti, per aziende e già adottata anche da alcune cit migliorare spiegano da Palazzo Tursi il tà italiane. Un progetto ambizioso, ma an loro rapporto con il pubblico». che costosissimo, e che si è momentanemante arenato. La decisione, maturata negli ultimi mesi, è stata resa «ItaglidellaFinanziariaspieganodagliufficicomunali nota ieri, dopo che il Secolo XIX ha pubblicato i risultati non ci permettono di realizzarlo». di un’indagine interna sulla qualità dei numeri telefoni SEGUE >> 37 17 Album.......................22 Rubriche & Giochi.....29 Televisione................28 Album Cinema & Teatri.30 SPORT 42 2 IL SECOLO XIX MERCOLEDÌ 14 LUGLIO 2010 primo piano IMPONENTE OPERAZIONE: UN COLPO AGLI INTRECCI TRA POLITICA E CRIMINALITÀ ‘Ndrangheta nordista, le mani sull’Expo 2015 Oltre 300 arresti, sgominata la cosca in Lombardia e in Liguria dal nostro inviato MARCO MENDUNI MILANO. La ‘ndrangheta è dapper tutto. Da Sud a Nord. Strutturata mi litarmente, ordinata gerarchica mente, con i boss che vanno a render contoeaprendereordiniinCalabria. Altrochecoscheindipendenti:chiha sgarrato, ha pagato con la vita. È ac caduto a Carmelo Novella, il capo del mandamento Lombardia e ucciso a San Vittore Olona il 14 luglio di due anni fa. Voleva affrancarsi dai boss calabresi che vogliono tener tutto sotto il loro strettissimo controllo. Ovunque, anche in Liguria. Basta sentirechecosadiceMimmoGange mi,intercettato:«Siamotuttiunaco sa, pare che la Liguria è ndrangheti sta ... noi siamo calabresi», e poi sghi gnazza alla cornetta, mentre parla con il superboss Domenico Oppedi sano,80anni,ancheluifinitoingale ra. Gangemi, fruttivendolo con il suo La riunione della cupola lombarda, negozio, conosciutissimo, nella cen nel circolo “FalconeBorsellino” trale piazza Giusti a Genova, è finito di Paderno Dugnano, ripresa con in galera e con lui Domenico Belca una telecamera nascosta [CARABINIERI] stro.Egliechidellamaxioperazione conclusa ieri mattina con più di tre cento arresti in tutta Italia arrivano Ma i rapporti tra malavita e politi oraanchenell’estremoponenteligu ca non finiscono qui. Viene arrestato re,doveiclanfamiliarisonogiàfiniti, Pino Neri, il capo assoluto della nelle scorse settimane, nel mirino ‘ndrangheta in Lombardia. Tra le ac dei pm. A Bordighera. A Ventimiglia, cuse spunta quella di avere convo «camera di passaggio o di transito, gliatovotisuindicazionediChiriaco. destinataaregolareirapportidicoo Tutti a favore del deputato del Pdl perazione con i locali calabresi ope Giancarlo Abelli, che risulta però ranti in Costa Azzurra». non indagato. Abelli, che in passato è Per la Liguria, dice Anna Canepa, stato sfiorato da varie inchieste, ha storico pm antimafia, «si sappia che scelto il parlamento: si è dimesso da questoèunpuntodipartenza,nondi consigliereregionalemacontinuaad arrivo». Per Pietro Grasso, che della essere il braccio operativo di Roberto procura antimafia è il nu Formigoni per la Sanità in mero uno, «la Regione ha Lombardia. Dalle carte si però ancora tanta capacità scopre che i clan avevano di reazione. Per questo i cri deciso di sostenere anche minali attaccano con il fuo un altro politico del Pdl, An co, ci sono tanti incendi: vo gelo Giammario, nella corsa gliono intimorire, piegare, al Pirellone. spaventare chi non china il ‘NDRINE AL Una criminalità così po capo facilmente». Lo ribadi TELEFONO tente da farsi beffe anche sce alla conferenza stampa Intercetta della Memoria. C’è un even zioni? Sì, in cui si tirano le somme del è stata to ripreso dalle videocame maxi blitz. Due procure in violata re delle forze dell’ordine. Il campo, Milano e Reggio Ca la privacy 31 ottobre 2009 le teleca labria. La polizia, i carabi di molti mere nascoste documenta nieri, la Dia. La ‘ndrangheta ‘ndranghetisti no il summit dei capi clan volevatutto.Dailavoriperla della regione a Paderno Du ricostruzione dell’Abruzzo PIETRO gnano, nell’hinterland mi alla Statale Jonica. Ma è la GRASSO lanese. È la riunione che proc. Antimafia Lombardia la regione mag sancisce l’indicazione di Pa giormente sotto l’attacco squale Zappia a mastro ge delle ‘ndrine calabresi. Con nerale della regione. L’in iltentativodimetterlemani contro avviene in un centro sui lavori dell’Expo 2015. E culturale intitolato ai giudi gratta gratta, sotto l’insegna ci Falcone e Borsellino, uc delle cosche, nell’indagine cisi dalla mafia. salta fuori di tutto. Da Nord a Sud. Solo in TENTACOLI Manette per Carlo Anto AL NORD provincia di Reggio Cala nio Chiriaco, nato a Reggio Oltre briasonostatearrestate120 Calabria: è il direttore sani cinquecento persone. Colpite le più im tariodell’AsldiPavia.Perlui affiliati portanti e potenti famiglie a una brutta storia di banco in Lombardia Reggio, a Vibo Valentia, a note infilate in una busta e 14 locali Crotone. Decapitate le co per comprare preferenze a Milano sche egemoni: i vecchi e i elettorali nel maggio del e provincia nuovi nomi della ‘ndran 2009, un mese prima delle ILDA gheta. Che si è ormai orga elezionicomunalinellacittà BOCCASSINI nizzata come Cosa Nostra. Una struttura verticistica, lombarda. Manette per magistrato una piramide. C’è quindi un Francesco Bertucca, im capo assoluto, sotto di lui i prenditore edile del pavese, in cella anche Rocco Coluccio, biolo capimandamentoeicapilocali.Ean go e imprenditore di Novara. Fini che le cosche che non vivono più nel scono nel registro degli indagati an le terre brulle o sul mare di Calabria, che l’assessore comunale di Pavia quelle dai modi ripuliti, dei colletti PietroTrivi(corruzioneelettorale)e bianchi, degli imprenditori che stan l’ex assessore provinciale milanese nooggiaMilano,aTorino,inCanada dell’Udeur Antonio Oliviero (corru o in Australia, dipendono in tutto e zioneebancarotta).Buonpeso,ciso per tutto dalla commissione provin no anche quattro carabinieri di Rho, ciale di Reggio Calabria. vicino a Milano, uno di loro per con [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA corso in associazione mafiosa. La geografia dell'operazione Le 'ndrine individuate nella maxioperazione di ieri GERMANIA Francoforte Singen CANADA Toronto Thunder Bay SVIZZERA Zurigo Lombardia Piemonte Liguria ITALIA Calabria AUSTRALIA GRAFICI IL SECOLO XIX / CENTIMETRI LA FAMIGLIA ATTIVA NELLA ZONA DI ROSARNO E GIOIA TAURO IN MANETTE IL VECCHIO BOSS, FEDELE AL CLAN E ALLA MADONNA Oppedisano, 80 anni, arrestato con i figli. Gli inquirenti: «È lui il numero uno» IL PERSONAGGIO dal nostro inviato La sera dell’8 gennaio le strade di Rosarno bruciavano anco ra ed era difficile, in macchina, farsi strada tra cassonetti rovesciati e fa lò. Primo incontro, al nostro arrivo, due ragazzetti di 13 anni che racco glievano pietre: «Dobbiamo difen derci dai negri». Sì, perché erano lo ro,ilavoratorideicampi,ibraccian ti africani che avevano scatenato la rivolta, il vero spauracchio, il vero babau dei rosarnesi in quelle gior nate. E poi avevamo raccolto la voce impetuosa di Maria Bellocco, espo nentedelclanpiùpotentedelpaese, che imprecava contro la polizia che le aveva arrestato il nipote negli scontri. Intanto Antonio Bellocco L’arresto di Domenico Oppedisano, ritenuto il boss della ‘ndrangheta giurava che il fratello Peppino era finito in carcere «per colpa di un cornuto», un pentito che si era in IL PROTAGONISTA ventato tutto. Bellocco, Pesce. Co gnomi che la gente del posto pro FALSIFICÒ L’AGENDA PER DARE UN ALIBI nunciava con deferenza e con ri spetto.Econiltimoredimetterbec A LADY ABELLI: PRESO IL DIRETTORE DELL’ASL co là dove è meglio non farlo. Inquelpandemoniosolounaper ••• PAVIA. Carlo Antonio Chiriaco, il riaco parla con la segretaria della sona se ne stava, silenziosa, in casa. direttore della Asl di Pavia arrestato Abelli per concordare «una linea di Un anziano, un uomo di ottant’an per concorso esterno in associazione fensiva in favore della donna volta a ni.Solodiquellapersonaeravietato mafiosa e corruzione, si rese «dispo precostituire false prove». Il direttore anche solo sussurrare il nome. Ieri nibile a creare false prove a favore di della Asl, come si legge nel provvedi qualcuno l’ha fatto. Ma ancora una Rosanna Abelli», moglie del deputa mento, spiega alla segretaria di recu volta sottovoce: «Arrestaru puru a to del Pdl Giancarlo Abelli. Queste perare l’agenda della donna arresta Don Micu Oppesidano». Tutti san servivano «per dimostrarne l’incom ta «inserendo un falso appuntamen no chi è. Nessuno fa un commento. patibilità col regime carcerario», to di costei, alla data dell’11 agosto» Ancora una volta Rosarno torna quando la donna fu arrestata nell’in con una persona che «si sarebbe det nel mirino della cronaca. Ventimila chiesta MontecitySanta Giulia. Ro to d’accordo a prestarsi a diagnosti abitanti, vicino al megaporto di sanna Abelli era finita in carcere il 20 care un preesistente stato di depres Gioia Tauro. Dai giorni della rivolta ottobre. Alla notizia dell’arresto, scri sione tale da rendere inidoneo il car il Comune è commissariato. Qui è ve il gip di Milano Andrea Ghinetti, cere». Chiriaco è accusato anche di stato fermato il vecchio patriarca «immediatamente all’interno della aver indicato al boss della ‘ndranghe della ‘ndrangheta Domenico Oppe cerchia di Chiriaco vi è notevole ap ta Pino Neri di «convogliare» voti su disano, 80 anni. Gli inquirenti lo prensione». Il giorno successivo Chi Giancarlo Abelli alle scorse regionali. considerano il nuovo numero uno. MILANO. Silenzioso, discreto. Ha lasciato ad altri la ribalta, per quanto sia una ri balta criminale. Lui dà ordini, offre consigli, impartisce direttive. Gli entrano in casa che è l’alba e Domenico Oppedisano finisce in stato di fermo con i figli Michele e Raffele. È una famiglia legata ai vec chi codici di `ndrangheta. E che ha mantenuto un’aura di rispetto. Un esempio? Il collaboratore di giusti ziaSalvatoreFacchinetticitaOppe disano come testimone di lusso al suo battesimo di ´ndrangheta. Lo descrive come uno dei capi della vecchia onorata società. Addirittu ra, oggi, il capo dei capi. Fedele al codice non scritto della criminalità. Fedele alla religione. «Facciamo le cariche per la Madon na»; così Domenico Oppedisano, sollecitava ai suoi interlocutori in un’intercettazione riportata nelle carte della maxioperazione di ieri. La Madonna è quella della Mon tagna di Polsi, custodita nell’omo nimo santuario nel cuore del l’Aspromonte, nel territorio di San Luca. Proprio in quel luogo sacro, tanto caro agli appartenenti al l’Onorata Societa che Oppedisano il primo settembre, proprio nel pieno dei festeggiamenti per la Madonna, ha disegnato il nuovo organigram ma della `ndrangheta. A 850 metri di altezza, ai piedi del Montalto, che sfiora i duemila me tri, in una vallata dalle pareti alte e scoscese. È un luogo molto difficile da raggiungere. Ma proprio per questo appartato e riservato. Quasi impossibile poter intercettare le parole dei summit. le decisioni più importanti della ‘ndrangheta. In un’atmosfera di sacralità che i boss, come Domenico Oppedisano, cer cano per imprimere ancora più for za alle loro decisioni. M. MEN. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL SECOLO XIX primo piano MERCOLEDÌ 14 LUGLIO 2010 3 L’INCHIESTA SULLA MALAVITA IN LIGURIA «I vostri voti dateli a Monteleone» Così i boss calabresi volevano orientare le preferenze IL RETROSCENA L’INCONTRO CON PRATICÒ (PDL) dalla prima pagina L’arresto di uno degli oltre trecento personaggi coinvolti nell’inchiesta LA NUOVA STRUTTURA DELL’ORGANIZZAZIONE LA MAPPA DELLA 'NDRANGHETA Le cosche colpite dall'operazione "Il crimine" Bellocco-Pesce e Oppedisano Rosarno CALABRIA Alvaro Sinopoli Messina Longo Polistena As pro monte Acquino-Coluccio e Mazzaferro Gioiosa Ionica Reggio Calabria Commisso Siderno Basta una frase pronunciata in cala brese stretto il 19 agosto del 2009, per scuotere la politica in Liguria. Perché quel «Monteleone» chiama to in causa nell’intercettazione è Rosario, presidente del Consiglio regionale eletto con un mare di voti alle ultime regionali per l’Udc, l’Unione di centro che ha appoggia tolacoalizionedicentrosinistragui data dall’attuale governatore Clau dio Burlando. E perché a parlare so no due esponenti di spicco della ‘ndrangheta, arrestati nel maxibli tz di ieri, che fanno chiarissimo rife rimento alla volontà di pilotare voti in favore del politico. È successo davvero, alla fine? Monteleone (vedi intervista sotto) smentisce seccamente, ma da ieri quellecartesonostatetrasmesseuf ficialmente alla Direzione distret tuale antimafia di Genova, che con durrà un’indagine specifica. Lo ha confermato al Secolo XIX Giuseppe Pignatone, il procuratore capo di Reggio Calabria, città nella quale è stato coordinato il clou degli accer tamenti: «Non possiamo sapere an cora se il candidato fosse consape vole di questi movimenti, ma abbia mo lasciato ai magistrati genovesi il compito di approfondire ogni rap porto fra i personaggi finiti in ma nette e gli esponenti di partito citati nelle nostre carte» Ci sono altri dettagli “politici” e parecchio liguri, nei numerosi dos sierchehannodatocorpoall’inchie sta nazionale. In un’altra conversa zione, registrata lo stesso giorno, si fainfatticennoauntentativodicon dizionamento del voto, questa volta a favore di Fortunata Moio, origina Il vicecapogruppo del Pdl in consiglio comunale a Genova, Aldo Praticò, nella prima foto è di profilo con cravatta a righe, si intrattiene con quello che per i Ros è il capo della ‘ndrangheta a Genova: Domenico Gangemi (che indossa la sciarpa). Nelle altre foto, ancora il presunto boss LA DIFESA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE «GANGEMI MI CHIESE DEI FAVORI MA IO GLI DISSI CHE NON POTEVO» GENOVA. Due boss parlano al tele Pelle San Luca Iamonte Melito Porto Salvo GRAFICI IL SECOLO XIX / CENTIMETRI I CALABRESI COME I CUGINI DI SICILIA ANCHE LORO ADESSO HANNO UNA CUPOLA I TENTACOLI ovunque, ma la base ben radicata in Calabria. I figli e i ni poti crescono, vanno a vivere altro ve, fanno casa, affari e famiglia. In Lombardia la ‘ndrangheta diventa “mafia imprenditrice”. E qualcuno pensa di renderla autonoma dalla terra madre, come Carmelo Novella, per questo sgarro ucciso nel 2008 a San Vittore Olona. “Lombardia”, proprio così, si chiama la federazio ne delle ‘ndrine trapiantate al Nord. È questa la novità emersa dalla maxi inchiesta. Gruppi, “locali”, dissemi nati ovunque, nelle città industriali, legate da una rete di potere che co munque resta gestita da vecchi ca pibastone in Calabria. «La struttura è unitaria» dicono i pm con una «Camera di controllo deputata al raccordo tra le strutture lombarde e calabresi». Cosche, come in Sici lia, raggruppate in Cupole (quella del Nord guidata da Pasquale Zap pia e con Pino Neri a fare da raccor do con l’Aspromonte), fino al verti ce assoluto di un’unica Cupola, un organismo che comanda su tutte le ‘ndrine ed è denominato Provincia. Ecco l’altra immagine inedita della Santa: non più una struttura oriz zontale, dove i legami di famiglia saldano nel sangue la fedeltà al cri mine, ma una piramide, al cui verti ce fino a ieri c’era un uomo, un capo dei capi, Domenico Oppedisano. fono, uno è Domenico Belcastro, ar restato ieri a Genova. Parlano di vo ti, di elezioni, di promesse. E di un altro boss,MimmoGangemi,anche lui finito nella retata Ros, che «...vuole appoggiare Monteleone, adesso questo qua gli ha promesso unpostodilavoroalgenero». «Que stoqua»èRosarioMonteleone,pre sidente del consiglio regionale e co ordinatore dell’Udc in Liguria, la longamanusdiPierFerdinandoCa sini. «Sono indebitamente tirato in ballo» è il commento di Monteleo ne «non c’entro niente con questa gente». Le intercettazioni risalgono a qualche settimana prima delle ele zioni regionali. Dal colloquio tra i dueuominiinodordi’ndranghetasi capisce che è in atto uno scontro tra chi vorrebbe appoggiare Fortunata (Fortunella) Moio, 23 anni, candi data nella Lista Bertone Federazio ne Pensionati alleata del centrosi nistra e chi Mimmo Gangemi in vece vuole far confluire i voti su Ro sario Monteleone, capolista dell’Udc, al fianco del centrosini stra. Il motivo, riportato nella tele fonata intercettata, la promessa di unpostodilavoroalgenero.Monte leone nega. «Escludo nella maniera più categorica qualsiasi tipo di ap Rosario Monteleone [PAMBIANCHI] poggio elettorale». E allora perché lacitazionenellatelefonatatraidue mafiosi? «Ho conosciuto occasio nalmente Gangemi, mi ha chiesto un posto di lavoro per il genero a Reggio Calabria, ma io gli ho rispo sto che non potevo. Lui mi ha detto che si sarebbe rivolto ad altri partiti e così penso che abbia fatto». Mon teleone non ricorda in quale occa sione ha incontrato Gangemi e nep pure se lo ha rivisto in seguito a quel primo «e unico» colloquio. «Boh, forse l’ho rivisto per strada, non lo so...mi sembra tutta una bufala, il frutto di qualcuno che millanta qualcosa». Monteleone, 52 anni, ha origini calabresi, ma ha sempre negato di aver concentrato le sue campagne elettorali (la prima nel 1981 nella Democrazia Cristiana) sulla folta comunità calabrese di Genova: «Io prendo voti in tutti i quartieri di Ge nova»haripetutoancheprimadelle elezioni del marzo scorso. Ieriserahainformatoilpresiden te della Regione Claudio Burlando «delfulmineacielsereno»estamat tina è a Roma per incontrare Casini. «Incontro già in programma, non vado apposta» tiene a precisare. C’è un altro politico genovese che inquesteoreèalcentrodell’interes se per i suoi, presunti, contatti con il boss Gangemi. È il consigliere co munale Aldo Praticò, calabrese da 21 anni a Genova, nel marzo scorso candidato al consiglio regionale con ilPdl.Sul suositolaCasadellaLega litàhapubblicatofotodiPraticòcon Gangemi. «Quelle foto sono state scattatedurantelafestadeicalabre si che si svolge ogni anno, un evento pubblico dove viene chi vuole, non una festa elettorale: quella semmai l’avrei fatta se fossi stato eletto in Regione. Eppoi basta: da 21 anni sento sempre le stesse cose sui cala bresiela’ndranghetaesuisicilianie la mafia. Non se ne può più». AL. COST. ria di Cinquefrondi (Reggio Cala bria) e figlia dell’ex vicesindaco di Ventimiglia Vincenzo, pure lui cala brese. La Moio, ventitreenne, alle ultimeRegionalieracandidatanella lista Pensionati che appoggiava Claudio Burlando. C’è infine una serie di fotografie (le pubblichiamo in questa pagina) che ritraggono il vicecapogruppo delPdlaGenova,AldoPraticò,men trediscuteeaccoglieconmoltionori quello che i carabinieri considerano il «capo» della ‘ndrangheta a Geno va, Domenico Gangemi. Le immagi ni furono scattate durante una festa organizzata a febbraio nel capoluo go ligure in onore dei calabresi, che lo stesso Praticò curò personalmen te: «Non era un appuntamento poli tico taglia corto ma una ricorren za cui partecipano tante persone ed è inevitabile incontrarle». Il “dettaglio” cruciale resta co munquequellosuMonteleone.Eal loraproviamoacontestualizzarlo.Il dialogo nella lavanderia “Ape Gre en” è intavolato fra «u’ mastro» Giu seppeCommisso,unodeisuperboss arrestato ieri all’alba, e Domenico Belcastro,piccoloimprenditoreori ginario di Siderno ma residente e a Genova, dove guiderebbe la ‘ndran gheta insieme al commerciante di frutta Gangemi. Belcastro è lì per chiedere a Commisso di esercitare la sua influenza, e dirimere alcu ne controversie GLI ALTRI di potere sorte NOMI non solo all’om Spuntano bra della Lan terna ma in tut i politici ta la Liguria. Il Praticò e comportamen Fortunata to di Gangemi, Moio infatti, non sempre rispetta le indicazioni arrivate dalla «Pro vincia», ovvero la base della cosca in Calabria: «Quello lì si lamentano i due mafiosi c’ha il vizietto di fare di testa sua, è un po’ ignorante ma poi alla fine è un bravo compare». E fra gli elementi di contrasto un posto chiave lo occupano proprio i voti di scambio. Scrivono i carabinieri del Ros: «Tornando a temi più seri, Bel castro racconta al “mastro” che in sieme a un certo Raffaele D’Agosti no (pure lui finito in manette ieri) starebbedandoappoggiopoliticoal la figlia ventitreenne di tale Moio. “Stiamo appoggiando ad uno dice Belcastro a Commisso voi sapete chi è questo, che lui veniva sempre a Sidernoeviconosce.QuelMoiovelo ricordate? È un amico che s’impe gna, adesso sta candidando la figlia e lo appoggiamo noi”». I militari spie gano meglio: «Tale impegno eletto rale,comeriferisceancorailbossge novese Belcastro, avrebbe fatto sor gere dei problemi con un altro affi liato: “Ci impegniamo contro la volontà di compare Mimmo Gange mi, con cui abbiamo avuto una di scussione”». ProprioGangemiinpassatoaveva manifestato la volontà di orientare le preferenze «su un finanziere», mentre «adesso ha voluto appoggia re a Monteleone». Belcastro chiude: «Uno vale l’altro, appoggiamo a Monteleone... adesso questo gli ha promessounpostodilavoroalgene roevolevaappoggiareaquestoqua». Sono poche righe, ma quando il dos sier inizia a circolare il presidente del consiglio regionale convoca i suoi legali. Da Reggio Calabria, in tanto, le carte finiscono alla Procura di Genova. MATTEO INDICE indice @ilsecoloxix.it © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 IL SECOLO XIX MERCOLEDÌ 14 LUGLIO 2010 genova L’INCHIESTA SULLA ’NDRANGHETA: ECCO CHI SONO I “GENOVESI” NEL MIRINO I venti tentacoli della Piovra in città Piccoli imprenditori e una finanziaria intorno ai 2 arrestati GRAZIANO CETARA e MATTEO INDICE UN’ORGANIZZAZIONE «che indi rizzainmodotentacolaregliaffariil leciti». E all’ombra della lanterna conta una ventina di «elementi di spicco» tuttora sott’inchiesta, seb bene non finiti in manette. La ‘ndrangheta in città non è solo una suggestione, rappresentata dagli ar resti,avvenutiieriall’alba,delverdu raio Domenico Gangemi e del picco lo imprenditore Domenico Belca stro,traitd’unionconisupercapica labresi. La ‘ndrangheta a Genova è un gruppo «strutturato», con nomi e cognomi e ruoli. E soprattutto con un leader, Gangemi appunto, che de cide chi deve partecipare ai funerali dei vari «affiliati», chi dev’essere in vitato alle riunioni e con quale grado potrà assistere. Il commerciante ha ereditato, nell’opinione degli inqui renti, la “guida” dal 2008, succeden do ad Antonio Rampino, morto per cause naturali e con cui aveva avuto spessodivergenzedivedute.Lospie ga un dettagliato dossier dei carabi nierigenovesidelRos,inviatoinPro cura a poche settimane dalla retata. Un documento che focalizza in pri mis l’attività degli stessi Gangemi e Belcastro, ma che descrive con chia rezza come non fossero soli. Sono in particolare le «riunioni» nelle quali si progetta il malaffare, a far drizzare le antenne ai militari. A parere dei quali, tutte le persone citate fanno comunque parte del «sodalizio criminoso» e si muovono fra il capo luogoligureeilBassoPiemonte.Uno dei momenti di maggiore piani ficazione, viene STRUTTURA individuato da COMPLESSA gli investigatori Decisi il 27 dicembre 2009. «Quel anche i dettagli per giorno spiega presenziare no è avvenuto incontro nel ai funerali un l’abitazione di Francesco Bru no Pronestì a Bosco Marengo (Ales sandria)». Quindi il passaggiochia ve:«Peril“locale”genovese(inprati ca la divisione della ‘ndrangheta nel capoluogo ligure) partecipano l’at tuale reggente Domenico Gangemi, Lorenzo Nucera, Arcangelo Condi dorio (cognato di Cangemi) e Dome nico Violi», tutti residenti a Genova. Eccoli, i primi personaggi che il Ros mette nero su bianco. Sintetizzando, neiparagrafisuccessivi,l’argomento delle discussioni captate dalle “cimi ci”: truffe, possibile riciclaggio di de naro, pure contatti con una banca svizzera per capitalizzare al meglio «gli affari». Sempre Gangemi, nella mappatura, è quello che decide chi fa cosa. E quindi che riceve, all’interno del suo negozio di piazza Giusti dove sono installate le “ambientali”, le scuse «in modo ossequioso» di Roc co Bruzzaniti, convocato d’urgenza, perché non può partecipare a un summit e indirettamente quelle di un altro «affiliato», Cosimo Gorizia. La controversa riunione alla fine si tiene, a Lavagna, e qui i carabinieri annotano un altro nome di assoluto rispetto «inserito a pieno titolo nel l’organizzazione». Si tratta di Ono frio Garcea, il cui volto imbarazzò molto l’Italia dei Valori a fine marzo, poichépartecipòaunacenaelettora le per Cinzia Damonte, ex diessina, ai tempi assessore in Comune ad Arenzano e candidata dell’Idv alle scorse Regionali. Spesso, sottolinea ancora l’Arma, l’obiettivo di Gange mieGarceaèquellodi«ribadireillo ro assolutopoteredicoordinamento regionale». Il30maggioscorsoimilitari“spia no” un’altra riunioneclou: «La lun ga intercettazione precisano sta biliva in modo inequivocabile l’esi stenza di una “società maggiore” e di una “società minore” nel basso ales sandrino e la sua stretta dipendenza dal “locale” di Genova. Si individua no i ruoli di ciascun personaggio (ca po giovane, puntaiolo e picciotto di giornata). E di grande importanza eranoconsideratelecaricheconferi te ad Antonio Maiolo (attivo fra Ge novaeilBassoPiemonte)eDamiano Guzzetta, in particolare il ruolo di “mastro di giornata” assegnato a quest’ultimo». Ancora: «Da alcuni branisievincevalanecessitàd’invia re i rappresentanti dei vari sodalizi a un funerale, che si sarebbe celebrato il giorno successivo in una località del ponente». Chi partecipa? «Per Genova Arcangelo Condidorio, Lo renzo Nucera e Benito Giuseppe Domenico Belcastro Rampino, per Lavagna Antonio Ro meo e Francesco Rodà (piccoli im prenditori, ndr)». Il lavoro della co sca genovese è in pieno svolgimento, spiegano i carabinieri. Che nella par teconclusivadellorodossierdecido no di concentrarsi pure sugli uffici di una società finanziaria, la “Effegì Di rect” con sede in via Cornigliano. So no infatti in uso a Onofrio Garcea, «partecipante attivo alla consorte ria mafiosa» e perciò vanno tenuti sotto controllo. Da un fruttivendolo di San Frut tuoso a un ufficetto di Cornigliano, passando per un bar di Lavagna e un paio di tenute in provincia di Ales sandria. Il braccio operativo della ‘ndrangheta in città è questo, secon do il Ros, e aveva una specie di mini distaccamento nel Basso Piemonte che dipendeva in tutto e per tutto da Genova. Da oggi, il gruppo ha anche molti nomi e cognomi. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA La struttura Locale: è l’entità formata da più ‘ndrine‘, (o cosche) le cellule base della ‘ndrangheta, corrispondenti a nuclei familiari uniti da vincoli di sangue. Più ‘ndrine nella stessa zona, formano una locale La locale è suddivisa in due strutture, la Società maggiore e la Società minore La prima, anche detta Santa, è nata negli anni Settanta. Chi fa parte di questa socità viene chiamato santista, ed è uno più alti gradi della gerarchia calabrese. Un tempo i santisti potevano essere al massimo 33, ma col tempo ne furono accettati anche di più. Chi appartiene alla Santa può avere contatti con persone non affiliate e che hanno prestato giuramento ad altri corpi come carabinieri, politici, magistratura e soprattutto con la massoneria. La Santa decide le azioni che deve compiere la società minore e la aiuta economicamente quando è necessario La seconda, anche detta Società di sgarro è strumentale alla prima di cui esegue le determinazioni, quando si tratta di reati di entità minore. Se è in difficoltà economiche riceve dalla maggiore, più ricca, un aiuto detto Baciletta o Bacinella. Tra i suoi compiti c’è anche quello di affiliare i picciotti semplici. Quando non c’è vincolo diretto di sangue è un membro della società minore che si assume la responsabilità del nuovo picciotto L’UOMO, CONSIDERATO IL NUMERO UNO A GENOVA, È FINITO IN CARCERE CON L’IMPRESARIO EDILE BELCASTRO “MIMMO”, IL VERDURAIOBOSS ALLA CORTE DEL CAPO DEI CAPI La scorsa estate Gangemi fu ricevuto da Oppedisano: «Qui siamo tutti ’ndranghetisti» IL PERSONAGGIO MARCO GRASSO IL VERDURAIO diventava boss solo quando si sentiva protetto. Chi era realmente e di cosa faceva parte, lo rivelava solo in occasioni molto spe ciali. Come il 14 agosto del 2009, alla presenza del capo dei capi della ‘ndrangheta Domenico Oppedisano, cheloricevevanellasuatenutadiRo sarno: «Noi con la Calabria abbiamo la massima collaborazione, il massi mo rispetto, siamo tutti una cosa gli spiegava l’emissario ligure dei cala bresi, senza sapere di essere ascolta to La Liguria è ‘ndranghetista. Noi siamo tutti calabresi». Lo descriveva così il territorio che «amministrava» Domenico “Mim mo” Gangemi, 64 anni, secondo i mi litari del Ros il capo della “Locale”, il braccio genovese della ‘ndrangheta. La mafia calabrese che ha messo le radici sotto la Lanterna non ama i ri flettori. Si nasconde sotto le sem bianze di un fruttivendolo. O nei panni di un impresario edile, come Domenico “Mimmo” Belcastro, 48 anni, l’altro boss arrestato ieri dalla squadra mobile. «Meno so e meglio è», riassume un dipendente suda mericano della Edilmarassi, la ditta di Belcastro in via Monticelli 18r, che sipremuradicontrollareimovimen ti degli “intrusi”. «Oggi va male», ha detto ai vicini il figlio di Belcastro. Il boss, «faceva la vita seria» nel suo quartiere. Mimmo Gangemi si alzava all’alba per andare a scaricare cassette. Salutava ed era contrac cambiato. Un caffè, quattro chiac chiere. E per riposarsi si sedeva fuori dalsuonegoziodipiazzaGiusti,aSan Fruttuoso, e fumava il suo sigaro. Un semplice verduraio. Così amava pre sentarsi: «Comando le patate e le ci polle io», diceva al telefono. Un ritornello che ripete anche la moglie Francesca, sorella di Arcan gelo Condidorio, ritenuto dagli in quirenti affiliato della ‘ndrangheta, trincerata nella casa della coppia in via dall’Orto 3, a San Fruttuoso: «So notutteinvenzioni.Miomaritopuli sce verdura per “fare gli euro”. È in negozio 14 ore al giorno, come fa a fa re tutte quelle cose che dicono?». Unadiquestecose,èquelladiaverdi rottato una marea di voti su alcuni candidati alle regionali: «Ma quali politici. Loro per noi non hanno mai fatto nulla», replica la donna stizzita. «Cel’hannoconnoiperchésiamoca labresidice«unamico»,nellabotte ga Tra due giorni è qui, ve lo spiega lui». A Rosarno però, faccia faccia con il superboss, Gangemi parlava dei meccanismi di affiliazione di un picciotto. Come la «croce su un brac cio», la «stella su una spalla», la «cru FRANCESCA CONDIDORIO ciata», del «quartino» e del «bacio sulla fronte al padrino». È l’understatement il punto di for za di Gangemi, già negli anni ‘70 se gnalato come capo ‘ndrina di Spirito Santo, contiguo alla cosca dei Gioffrè di Seminara. Nel tempo aveva scala to il potere. E da due anni era diven tato il numero uno a Genova, dopo la morte di Antonio Rampino. Un boss «arcaico», per gli inquirenti, a cui era succeduto Gangemi il «moderno», quello che comprendeva di finanza e ditrafficodidroga.Ilverduraio.Acu to, anche se un po’ «dissidente». «Le cosediquavengonopervannoperlà, ma no di là vengono per qua. Quello che amministriamo lì è per la nostra terra», gli ricorda Oppedisano, quasi richiamandolo all’ordine. Ma al ver duraio, oltre alla “modestia”, non mancaladiplomazia:«Tuttiunacosa siamo. Tutti calabresi». moglie di Mimmo Gangemi [email protected] LA DIFESA DEI FAMILIARI: TUTTE INVENZIONI Mio marito pulisce ortaggi tutto il giorno per guadagnare un po’ di euro © RIPRODUZIONE RISERVATA SPIEGAMENTO DI UOMINI A CALATA BETTOLO LA FISSAZIONE DEL PARCHEGGIO DAMONTE, LA FOTO DELL’IMBARAZZO IL BOSS Gangemi era un «ottimo vicino». Solo una cosa lo spingeva a litigare: «Se qualcuno gli toccava il parcheggio davanti al negozio», racconta un esercente. Era suo. Anche se è in divieto di sosta. «Lo sapevano anche i vigili». Assessore ad Arenzano, candidata per l’Idv alle scorse regionali, Cinzia Damonte finì nella bufera (le furono ritirate le deleghe all’urbanistica) per una foto che la ritraeva ad una cena elettorale con Onofrio Garcea Antimafia, blitz in porto: caccia agli appalti sospetti del nuovo terminal Un investigatore: «Dragaggi e riempimenti sono fra le attività che fanno più gola» genova Gli uomini Capo bastone: è il numero uno della Locale con potere di vita e di morte su tutti gli affiliati Capo contabile: ai vertici della Locale come gestore delle finanze Capo crimine: governa i regolamenti di conti della Locale con le cosche rivali, organizzando omicidi, estorsioni ed agguati Mastro di giornata: è l’affiliato che svolge il ruolo collegamento tra società maggiore e minore, ha gli incarichi più delicati come portare e ricevere ambasciate per conto della società e raccogliere il denaro per i detenuti in carcere o per eventi particolari Capo giovane: è uno sgarrista a capo della società minore Picciotto di giornata, è l’affiliato che mantiene i contatti con i singoli sgarristi o con i picciotti “lisci” Sgarrista: prima dell'introduzione della Santa era il grado più alto in seno alla ‘ndrangheta con il quale si poteva assumere il comando di una locale Camorrista: è il secondo grado dopo quello di picciotto liscio e giovane d'onore. Un giovane d'onore, cioè chi è figlio di 'ndranghetisti può diventare direttamente camorrista e viene definito camorrista in corona Picciotto liscio: è il primo grado che ricevono tutte le persone che potrebbero diventare affiliate dai quattordici anni in su In neretto termini e ruoli ricorrenti nelle intercettazioni dei carabinieri Domenico “Mimmo” Gangemi sulla soglia del suo negozio a San Fruttuoso «DRAGAGGI e riempimenti sono fra le attività più a rischio per co prire traffici e riciclaggio di denaro non proprio pulito: perché sotto tre carichi di terreno si potrebbe nascondere ben altro. E fare i conti dei volumi spostati non è proprio una cosa così semplice. Ecco per ché controlli come questo sono moltoimportanti».Paroladiunin vestigatore della Dia (la Direzione investigativa antimafia), i cui col leghi, ieri, assieme a carabinieri, polizia, Guardia di Finanza, Dire zioneprovincialedellavoroeauto rità portuale, hanno passato al se taccio il cantiere di calata Bettolo. Quello che dovrà portare alla co struzione del nuovo terminal por tuale. Ma anche quello che negli scorsi anni è finito al centro di un’inchiesta ambientale del sosti tuto procuratore Francesco Car dona Albini. Lo stesso infine sul quale si concentra l’attenzione de gli inquirenti che stanno indagan dosugliappaltielaspartizionedel le banchine all’interno del porto di Genova. Come era accaduto nel luglio scorsopericantieridellametropo litana,ecomeaccadràinfuturoper quellidialtreeventualigrandiope re, il Prefetto ha disposto un’ispe zione nell’area dei lavori di calata Bettolo: 2.200 metri quadrati per la quale l’autorità portuale ha asse gnato un appalto da 116 milioni di euro. Vinto da Tecnis spa. «È stato un intervento doveroso, essendo calata Bettolo il cantiere più grande di Genova spiega l’in gegner Gianguido Babini, diretto re tecnico di Tecnis Chi è venuto è stato molto gentile. Hanno chie sto della documentazione e gli è Il blitz di ieri mattina in porto 35 L’ombra di una talpa «Qua i cani mi stanno addosso» Il riferimento in gergo ai carabinieri IL RETROSCENA MARCO FAGANDINI e MATTEO INDICE «QUA I CANI pare che mi vogliono rompere i coglioni alla grande». Do menico “Mimmo” Gangemi, il boss intercettato dai carabinieri, parla al telefonoconilregginoRolandoMa donia. Quei «cani» che gli stanno addosso fra «patate e cipolle» come segugi intorno a una preda ferita, lo assillano. Quei «cani», nel linguag gio di chi bazzica gli ambienti del l’ndrangheta, sono i carabinieri. Lo scrivono i militari del Ros, nella re lazione che contiene queste inter cettazioniecheèstatadepositatain Procura a Genova alcune settimane fa. Ma le pagine su cui sono impres Un militare del Ros al lavoro se le parole del fruttivendolo di piazza Giusti, squarciano il velo su dubbi inquietanti almeno quanto l’intera inchiesta: come ha saputo Gangemi di essere finito così tanto nelmirino?C’èunatalpanellamac china investigativa? «Le paure di Gangemi Domenico che le forze dell’ordine ed in parti «RACCOLSI SEGNALI CONCRETI MA QUALCUNO MI PRESE PER PAZZA» «VUOL dire che le orecchie ce l’ho ancora buone e al loro posto. E che è giusto tenerle in uso e non far finta di non vedere, di non sentire. Quanto alla politica forse coinvolta, credo che nessuno sia vergine, ma un pro cesso di rinnovamento sia necessa rio. Per sostituire in maniera netta la trasparenza alla logica del voto di scambio o dei pacchetti di voti». Marta Vincenzi nel marzo 2009 de nunciòilcresceredellapresenza,an che a Genova, di infiltrazioni mafio se. Sindaco, allora qualcuno non la prese sul serio... «Vederechelemieparolevengono confermate dai fatti in realtà non mi fa felice. Avrei preferito sapere la no stra città libera da queste presenze». Genova, quindi, è una città ma fiosa? «No,nonsipuòdirequesto,mache ci siano presenze sempre più forti è vero. Che sia ‘ndrangheta, ‘ndrine o altre sfaccettature poco importa, quello che bisogna fare è identificar ne le forme e combatterle. Questa MERCOLEDÌ 14 LUGLIO 2010 LE INTERCETTAZIONE: UNA FRASE ALIMENTA I SOSPETTI GENOVA E LE INFILTRAZIONI DELLA CRIMINALITÀ, LA DENUNCIA DEL SINDACO DANIELE GRILLO IL SECOLO XIX che ha visto l’ar resto di un frut tivendolo, per esempio,mipare possa identifica re una sorta di mafia “borghe se”, con radici nella piccola im prenditoria». Perché deci Marta Vincenzi se di interveni re, un anno e mezzo fa? «Perchédiversicittadinimisegna larono movimenti tutt’altro che nor mali, comportamenti non ascrivibili a puro “colore”. Succede, che i sinda ci avvertano fenomeni prima che di ventino di dominio pubblico. Ebbi segnali molto concreti che la forza di queste presenze stava crescendo e acquisendo potere. Qualcuno mi in vitòapresentareproveconcrete. Ma il compito di un primo cittadino non è questo, perché significherebbe so stituirsi agli inquirenti, a chi le se gnalazioni deve verificarle». Mai ricevuto minacce? «No, minacce mai. Ma insulti sì, e tanti. Anche su qualche sito (il riferi mento è al portale della Casa della Legalità, ndr) dove le mie dichiara zioni furono considerate un mezzo per favorire certe idee. E dove qual cunodissechecisisarebbedovutiac corgere prima del fenomeno». Le prime intercettazioni parla no di contatti tra questa mafia e pezzi di politica. Si fa il nome del leader Udc Monteleone. «Credo che indagini approfondite vadano fatte. E che, al di là di tutto, i partiti debbano legare sempre di più il consenso alla trasparenza, piutto sto che ai voti di scambio o ai pac chetti di voti da conquistare. Soltan to così si potrà far capire ai cittadini che non tutto è sporco, non tutto è grigio nella politica. Con la chiarez za». Ieri gli appartamenti confiscati nei vicoli, oggi gli arresti dei boss. Per domani in cosa spera? «Spero che non sia tutto un fuoco destinato a spegnersi. Vittorie come questaaiutanoaintravedereunosvi luppo possibile per il nostro paese. E ne abbiamo bisogno. Molto». stata fornita. Dal canto nostro, es sendo un lavoro così importante per la città, abbiamo coinvolto il tessuto operativo genovese. Di conseguenza, buona parte dei no stri fornitori e subappaltatori so no locali. Su questo le varie forze intervenute hanno preso visione della situazione e hanno fatto i controlli acquisendo della docu mentazione». Documenti, quelli relativi ad ap palti e subappalti, che le Fiamme Gialle e la Dia studieranno nelle prossime settimane. Mentre cara binieri, polizia e ispettorato del la voro, si sono concentrati in primo luogo sugli operai e i mezzi utiliz zati. Sessantasei sono stati gli addetti intervistati e controllati. Per veri ficarecheisoggettipresentiincan tiere fossero legati effettivamente a una delle trenta ditte coinvolte nell’opera, fra quella appaltatrice e le subappaltatrici. E che, in caso di persone straniere, non vi fosse sfruttamento di manodopera irre golare. Tutte verifiche che finora hanno dato esito negativo. Cinquantuno infine i veicoli e i mezzi da lavoro ispezionati. Un’ispezione programmata, in somma, ma importante, anche alla luce del grave infortunio sul lavoro avvenuto dieci giorni fa proprio a calata Bettolo. Dove un ingegnere britannico, Frederick Christopher Heppel,eracadutomentrecercava di salire su una draga in movimen to: battendo la testa proprio su una parte del materiale di riporto siste mato per il riempimento. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA colare i “cani” (da intendersi i cara binieri) si legge nel documento stiano indagando nei confronti di soggetti calabresi si palesano in una conversazione telefonica avvenuta con Madonia Rolando». Voce agita ta, interruzioni continue. Eppure il concetto che Gangemi esprime e che le intercettazioni riportano sembra lineare: «Dicono mi voglio norompereicoglioni»,silegge.«Di cono». Chi dice? Chi lo avrebbe in formato di questa caccia aperta? «Il brano esprime il radicato ti more proseguono gli investigatori nella relazione che i Carabinieri stiano attenzionando Gangemi Do menico al quale avrebbero attribui to ingiustamente “titoli di coman do”». Quindi non solo “Mimmo” sa prebbe di avere i «cani» alle calca gna. Ma anche di essere considerato,daquellamutadisegu gi, come la preda più ambita. Il «compare» a cui gli altri compari devono rispetto. «Questi cornuti non lo sanno che lavoro qua dalla mattina alla sera dice Gangemi in tercettato Comando le patate e le cipolle io [...] Se vedi il titolo che mi vogliono dare questi quattro sbir ri...». La chiosa del suo interlocuto re è lampante: «Compare dice Ma donia meglio considerato che compatito». Già, ma considerato da chi? E poi, Gangemi sa di essere ascoltato men tre parla al tele fono? «Ce lo do vevo dire, alme CONFIDENZA no ci attaccano a A UN AMICO tutti, che me ne Parlando al frega», scherza telefono, il una terza perso boss rivela na che si inseri di conoscere sce nella con l’inchiesta versazione qua lificandosi come TotòCurcio.PassaggiocheilRosin terpreta così: «Si rivolge ai presenti che molto probabilmente, ridendo, lo criticavano per aver fatto il suo nome». Proprio al telefono. In un’altra intercettazione inol tre, è lo stesso Gangemi a ricordare che altri «compari» sono finiti nella rete nonostante un linguaggio crip tico. Tanto che, in certi passaggi del dialogo spiato dagli investigatori, sembrerebbemetterelemaniavan ti:«Stolavorandodaunavita...losa pete che vita faccio! [...] Sapete che comando le patate». Gli risponde Madonia:«Voiavetesemprefattola vita seria [...] Abbiamo avuto la sfor tuna di nascere in Calabria... che dobbiamo fare!». “Mimmo”, in ogni caso, non rie sceadarsipace:«Miromponoilcaz zo, mi hanno rotto nella gioventù», spiega Gangemi. Quale «gioven tù»?. «Gangemi Domenico si legge nella relazione del Ros ha prece denti di polizia per associazione per delinquere (1976), omicidio (1978), traffico di sostanze stupefacenti (1983, 1985, 1987), detenzione di ar mi (1985)». Eccola, la «gioventù». L’inquietudine sta tutta nel salu to al compare, al quale Gangemi an ticipa un suo viaggio al sud per il prossimo agosto. «Io mi auguro che ci vediamo conclude “Mimmo” Vengo giù per fare il mio dovere». Ma i carabinieri, i «cani» come dice lui, hanno azzannato ben prima di quella data la loro preda. M. FAG. [email protected] [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA