La fauna continua - Monferrato Paesaggi

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La fauna continua - Monferrato Paesaggi
La fauna
A cura di Franco Picco
Per gli stretti legami ecologici con il territorio, in relazione alla disponibilità di cibo e protezione
offerti, la fauna è condizionata dal tipo d’uso del suolo sia nella varietà che nella densità specifica, con
una varietà che aumenta dai paesaggi forestali ad agricoli con reti ecologiche e diventa minima nei
paesaggi agricolo-industriali.
I dati disponibili riferiti ad alcuni gruppi principali della fauna del Basso Monferrato e le relative
considerazioni ecologiche sono stati recentemente pubblicati dal Parco Naturale del Sacro Monte di
Crea. Lo studio ha interessato gruppi di vertebrati e invertebrati che per la capacità di registrare e
adeguarsi rapidamente ai minimi cambiamenti ambientali sono spesso usati come bioindicatori in grado
di valutare la struttura del paesaggio, segnalare alterazioni e valutare qualitativamente l’ambiente.
I risultati conseguiti sono stati i seguenti:
Mammiferi: sono stati censiti 36 taxa: 9 Pipistrelli (Chiroptera), 8 Toporagni, Riccio e Talpe
(Lipotyphla), 12 Roditori (Rodentia), 2 Conigli e Lepri (Lagomorpha), 4 Carnivori (Carnivora), 2
Ungulati (Cetartiodactyla).
Avifauna: complessivamente sono state censite 194 specie pari al 46 % di quelle segnalate in Piemonte
e circa il 30 % del totale italiano. Le specie censite sono ripartite in 17 ordini e 49 famiglie. I nidificanti
sono 75 (39 % del totale). Le specie svernanti sono 91 (47 %). Di tutte le specie censite 26 (13 %) sono
in stato sfavorevole di conservazione a livello europeo.
Rettili e anfibi: L’erpetofauna del Basso Monferrato comprende 8 specie di Anfibi e 8 specie di Rettili,
pari a circa la metà del popolamento erpetologico del Piemonte. Tra gli anfibi si segnala la presenza
della Luscengola (Chalcides chalcides) specie la cui distribuzione piemontese era accertata solo per gli
Appennini.
Lepidotteri: La lista delle specie fino ad oggi censite ammonta a 1093, numero che rappresenta circa il
21% della lepidotterofauna italiana, e annovera rarità scientifiche come specie nuove per la fauna
italiana e piemontese. Si registra però un trend di progressiva rarefazione delle popolazioni.
Carabidi: sono conosciute 181 specie di questi insetti coleotteri profondamente legati a esigenze
ecologiche specifiche. Il numero rappresenta il 14% delle specie conosciute per l’Italia. Prevalgono le
specie a gravitazione settentrionale e tra queste sono emersi popolamenti relittuali di specie orofile.
Ortotteri: Le specie elencate sono 41 ripartite in 7 famiglie: Tettigonidae (21), Gryllidae (3),
Oecanthidae (1), Gryllotalpidae (1), Tetrigidae (1), Catantopidae (4) e Acrididae (10). Sono state
ritrovate specie rare per la fauna del Piemonte.
Odonati: Nel territorio del Basso Monferrato sono attualmente note 32 specie di libellule, pari alla
metà del totale regionale; non si tratta di una fauna particolarmente ricca, ma ciò è dovuto ad una
relativa scarsità di ambienti acquatici idonei ad ospitare un gran numero di specie e alla relativa
omogeneità ambientale.
L’analisi dei dati relativi alle comunità faunistiche evidenzia una elevata biodiversità ricca di specie di
interesse conservazionistico. Questa è dovuta:
- alla storia biologica dell’area e all’importante ruolo di ponte ecologico (tra la catena alpina, la zona
continentale padana e l’area mediterranea) che le colline del Monferrato hanno svolto nelle ere
geologiche passate e che continuano a svolgere
- alla particolare conformazione e agli aspetti microclimatici del territorio che hanno consentito la
sopravvivenza dei biomi centroeuropei migrati verso sud durante i periodi glaciali e la sopravvivenza di
quelli mediterranei migrati verso nord nei periodi temperato-caldi inter- e post-glaciali
- alla diversificazione ambientale
- alla conservazione di aree naturali poco alterate come gli ambienti boscati che, benché di ridotta
estensione e molto frammentati (nonché in via di progressivo degrado), possiedono ancora una nutrita
schiera di elementi silvicoli specializzati, e le poche stazioni impaludate residue in cui sopravvivono
ancora elementi rari, distribuiti in modo ormai discontinuo in tutto il territorio padano e gravemente
minacciati dalle bonifiche e dallo sviluppo dell’agricoltura.
Il paesaggio monferrino è però in costante trasformazione e questi cambiamenti si traducono in effetti
negativi sulla qualità ambientale. Dagli studi citati emerge che è in corso un declino delle specie e delle
popolazioni faunistiche. Tra i motivi principali dell’erosione della biodiversità vengono imputati:
- la scomparsa o la rarefazione di ecosistemi naturali (come gli ambienti umidi) e degli agrosistemi
tradizionali (come la sostituzione dei prati da sfalcio con seminativi a seguito dell’abbandono degli
allevamenti zootecnici)
- l’impoverimento del patrimonio boschivo, con tagli irrazionali e mal gestiti, che sono la premessa per
l’invasione di specie esotiche che determinano la scomparsa delle specie autoctone
- la scomparsa o la rarefazione di specie vegetali costituenti le piante nutrici di molte specie animali a
causa della ruderalizzazione del territorio, dell’aumentato impiego di erbicidi, della competizione
esercitata su di esse da specie vegetali esotiche
- l’uso di insetticidi non selettivi utilizzati in agricoltura il cui impiego è aumentato negli ultimi anni
- l’inquinamento
Dati tratti dai contributi pubblicati in “Nascitur in collibus Montisferrati – Biodiversità delle colline del
Basso Monferrato” edito da Parco Naturale del Sacro Monte di Crea, 2010, di: Roberto Sindaco e
Cristina Grieco “Le libellule (Insecta: Odonata)”; Roberto Sindaco e Paolo Savoldelli “Gli ortotteri
(Insecta: Orthoptera)”; Gianni Allegro “I carabidi (Insecta: Carabidae)”; Giorgio Baldizzone, Piero
Giuseppe Varalda e Alberto De Donato “I lepidotteri (Insecta: Lepidoptera)”; Roberto Sindaco, “Anfibi
e rettili (Vertebrata: Amphibia et Reptilia)”; Massimiliano Biasioli, Matteo Gagliardone e Cristiana
Bardini “Avifauna (Vertebrata: Aves)”; Paolo Debernardi “I mammiferi”.