giuseppe orsenigo

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giuseppe orsenigo
per
isolare
spazi
vuoti,
fondali
monocromi in cui galleggiano pochi
elementi
figurativi
dalle
evidenti
allusioni astrali.
Si direbbe che l’artista, dopo tante
calate nei recessi della coscienza
individuale, voglia interrogarsi sul
cammino di ognuno e quindi saggiare
panorami
più
vasti
di
quelli
introspettivi,
porre
in
campo
simboli
di
valore
universale
pur
senza abbandonare i richiami alla
natura. Pulsioni esistenziali, sempre,
non astrazioni intellettualistiche. Lo
provano gli interessanti dipinti della
serie “L’albero della vita” che come
metafora
visiva
non
fanno
riferimento
ai
rami
arricciolati
della celebre tavola klimtiana sullo
stesso soggetto ma rappresentano
tronchi solidamente ancorati al suolo
e da esso proiettati verso l’alto.
Agli aggraziati intenti decorativi del
maestro
viennese
si
preferisce
l’appello ad una realtà robusta, di
schietta sostanza umana.
Per riflettere sul destino comune ad
operatore
e
riguardante,
a
chi
comunica il proprio pensiero ed a chi
lo
riceve,
disponibile
a
farlo
proprio.
Inaugurazione:
Domenica 11 maggio alle ore 11
presentazione di Alberto Longatti.
Apertura:
Domenica 11 dalle ore 9 alle ore 17;
nei giorni feriali nell’orario di sportello
degli uffici bancari.
GIUSEPPE ORSENIGO
Presso la sala espositiva
UBI Banca Popolare
patrocinio
di Bergamo
Piazza Marconi, 9
22063 Cantù (Co)
dall’ 11 Maggio
“La Farfalla”
al 6 Giugno 2014
Giuseppe Orsenigo
Nato a Cantù nel 1948 ha
f r eq u en t a t o
l’ Is ti t u t o
d’Arte
di
Cantù,
diplomandosi
Maestro
d’Arte. La sua attività
artistica risale ai primi anni
sessanta, ma sino al 2001 si
è rifiutato di esporre in
pubblico le sue opere. Per
Orsenigo questi “trent’anni di segreto lavoro, quasi al
riparo da occhi indiscreti, o da giudizi frettolosi e
intempestivi”, come scrive il noto critico Morando
Morandini, sono serviti per affinare il suo stile
pittorico definito “la firma della sua volontà di fare e
di esprimersi”. Esperto conoscitore delle tecniche
della lavorazione del legno, svolge da oltre
quarant’anni la professione di designer dirigendo un
laboratorio artigiano. Dal 2001 ha esposto le sue
opere in numerose personali, tra cui
una
retrospettiva allo “Spazio Guicciardini” di Milano, ad
Aosta in due occasioni alla Saletta d’arte comunale e
alla Torre dei signori di Sant’Orso, a Milano al Nuovo
Spazio Aleph, Rosso Lacca, Galleria Zamenhof, a
PortoVenere alle Fondamenta della Chiesa di San
Pietro e al Castello Doria, a La Thuile Albergo
Planibel e Spazio Aiat, a Saint-Vincent Salone delle
Terme, a Figino Serenza Villa Ferranti, a Cantù
palazzo La Permanente Mobili, a Como Spazio
Espositivo San Pietro In Atrio, a Mariano Comense
Galleria Mauri, a Vertemate con Minoprio Fondazione
Minoprio e Rcm Arredamenti, a Menaggio Sala
Consiliare, Venezia Palazzo Zenobio, Torino
Galleria20.
Diverse anche le collettive in Italia e
all’estero: Ferrara Castello degli Estensi, Chiostrino
di Sant’Anna, Palazzo della Racchetta, Massa Carrara
Castello Malsaspina, Lecce Castello Carlo V, Imperia
Pinacoteca, Soleto Porta San Vito, Miilano Galleria
Zamenhof, Archivi del 900, Artisti Quartiere
Garibaldi, Fondazione Sassetti, La Permanente,
Palazzo della Triennale, Palermo I Biennale
Internazione d’Arte, Milano Spazio E, Innsbruck,
Nimes, Parigi e New York. Di lui si sono interessati
quotidiani e televisioni nazionali , fra cui “Rai3”, La
Stampa, Avvenire, Il Giornale, Magazine di Repubblica
America, La Provincia di Como, Il Corriere di Como.
Le sue opere sono pubblicate nel volume “PostAvanguardia” dell’Editoriale Giorgio Mondadori
(2010) e si trovano presso: Aiat Aosta, Terme di
Saint-Vincent, Comune di PortoVenere, Galleria
Mauri, nonché, in collezioni private. Di lui hanno
scritto: Laura e Morando Morandini, Gianni Pre,
Franco De Faveri, Giuseppe Possa, Alessandra
Masseglia, G.Vicentini, Corrado Taneo,
Vittoria
Colpi, Andrea Borra, Lorenzo Morandotti, Davide
Corsetti,
Paolo Levi, Virgilio Patarini, Alberto
Longatti.
Giuseppe Orsenigo - Via Tacito, 5/a – Cantù
[email protected] cell. 3489331655
”ll senso della vita” di Alberto Longatti
Nelle
tavole
“manipolate” da
G i u s e p p e
Orsenigo,
la
caratteristica
principale
è
l’accumulo
di
significati. Una
pluralità
che
va
di
pari
passo
con
la
v a r i a b i l e
“Vita trasversale”
disseminazione
di segni, immagini, figure mescolati in
magma
che
trova
proprio
nella
complessità
la
sua
giustificazione
operativa. Per produrre questo effetto
di spessore l’artista adotta una tecnica
particolare,
con
materiali
diversi
magistralmente
amalgamati,
talora
rappresi
talaltra
distesi,
colati,
sovrapposti
in
una
sostanza
dalla
tattile modellazione. E tale elaborato
sistema operativo finisce per apparire
come
una
sorta
di
umore
apparentemente liquido, ma in verità
solidissimo, dove qualcosa di vivo è
stato imprigionato. Lo si può anche
definire
una
sorta
di
acquario
pietrificato
nel
quale oggetti almeno
i n
p a r t e
r i c o n o s c i b i l i ,
es tratti
dall e
a p p a r e n z e
quotidiane,
sono
mescolati con forme
astratte, ectoplasmi
misteriosi, fantasmi
della
memoria,
riferimenti
onirici.
I titoli delle opere
( d i p i n t i
o
bassorilievi?)
non
d e s c r i v o n o
i
contenuti
ma
vi
“Fascino interiore”
accennano
soltanto,
almeno per quanto riguarda il percorso
concettuale, che poi ha una definizione
incerta perché subisce inevitabilmente
le variazioni imposte dal tormentato
procedimento operativo. Avendo come
costante l’intimo confronto con se
stessi rappresentato dai fori dove è
celata
una
superficie
specchiante.
L’incertezza, l’ambiguità dei significati
non sono fuorvianti, ma generano un
seguito
di
suggestioni
che
costituiscono
proprio
la
principale
connotazione della ricerca di Orsenigo.
Un
lavoro
che
attualmente,
come
dimostrano le opere raccolte in questa
mostra, sta attraversando una nuova,
interessante fase di semplificazione, o
meglio di aggregazione descrittiva che
suggerisce
un
più
ampio
campo
d’ispirazione, tematiche contigue alle
provocazioni
visive
di
marca
surrealista.
Sembrano
infatti
ricollegarsi
a
quelle
esperienze
storiche
le
composizioni
dove
le
eccedenze materiche si attenuano