Le vite degli altri - Cinema Verdi

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Le vite degli altri - Cinema Verdi
Cineforum G. Verdi - Breganze
33°anno
www.cineverdi.it
Le vite degli altri
(Das Leben Der Anderen)
CAST TECNICO ARTISTICO
Regia: Florian Henckel von Donnersmarck
Sceneggiatura: Florian Henckel von
Donnersmarck
Fotografia: Hagen Bogdanski
Scenografia: Silke Buhr
Costumi: Gabriele Binder
Musica: Gabriel Yared
Montaggio: Patricia Rommel
Prodotto da: Donnersmarck Quirin Berg,
Max Wiedemann
(Germania, 2006)
Durata: 138'
Distribuzione cinematografica: 01
Distribution
PERSONAGGI E INTERPRETI
Christa-Maria Sieland: Martina Gedeck
Captain Gerd Wiesler: Ulrich Mühe
Georg Dreyman: Sebastian Koch
Anton Grubitz: Ulrich Tukur
a cura di Matteo Pauletto
Sentire. Sulla duplice natura di
questo verbo sembra svelarsi il
film ambientato in Germania (la
DDR) nel 1984, un'epoca così
vicina ma così lontana nelle nostre
memorie. Da un lato il sentire d'
orecchi, che dipana la trama
stessa dell' opera: il capitano Gerd
Wiesler, solerte agente della Stasi,
la Polizia di Stato, e devoto
sostenitore della causa del Partito,
riceve l’incarico di sorvegliare
Dreyman, un noto autore di teatro
con lo scopo di trovare imputazioni
a suo carico. La casa dell' artista
viene tappezzata di microfoni
attraverso
cui
l'agente
può
ascoltare ogni minimo respiro di
chi abita quei luoghi.
Un
eventuale
colpevolezza
lascerebbe campo libero ad un
ministro che si è invaghito di
Chista-Maria,
la
compagna
dell’intellettuale. Ma Dreyman è
pulito, si attiene alle linee guida del
Partito. Questo è un problema
8° film
perché
il
ministro
vorrebbe
l’oggetto delle sue brame tutto per
sé. Non esita a corrompere o
ricattare chiunque lo possa aiutare
nell’intento di possedere la donna.
Sembra una spy story da romanzo
ma è ciò che avveniva poco più di
vent’anni fa.
Quando nel 1989 cadde il Muro,
una delle Leggi che vennero
approvate fu di consentire ai
cittadini di prendere visione del
proprio fascicolo personale, e con
esso anche di chi li spiava. Una
miniera vera e propria, con rischi
enormi anche se, dice il regista in
un'intervista,
il
90%
della
popolazione ha preferito non
sapere, e continuare così a vivere,
come se nulla fosse stato.
Salvandosi forse la vita almeno dai
rancori di chi è stato tradito,
magari dal migliore amico.
Per il capitano Wiesler nella
semplice operazione di ascoltare e
trascrivere gli accadimenti della
casa di Dreyman si gioca la
profonda mutazione della sua
sensibilità, la scoperta della
compassione e il legame che ci
porta verso le altre persone.
Questo sentire, tutto di pancia e di
cuore é il vero motore del film, ciò
che trascina i personaggi in un
dramma personale, sociale e
storico che lascia spazio a non
poche suggestioni e a molti spunti
di riflessione. La magia dell'
immagine che questo film ci regala
è proprio nella semplicità di quei
gesti quotidiani che sono vissuti da
persone normali e che al
contempo ci accorgiamo essere
dettagli
importantissimi
per
poterne cogliere le sofferenze.
Con una regia sobria ed efficace il
giovane regista Florian Henckel
von
Donnersmarck
merita
ampiamente
i
numerosi
riconoscimenti
internazionali
ottenuti. Strepitoso il trio dei
protagonisti:
Martina
Gedeck,
Sebastian Koch, Ulrich Mühe per
la loro capacità di esprimere i
sentimenti
attraverso
sguardi
molto espressivi grazie anche a
14 - 15 – 16 – 17 Novembre 2007
semplici movimenti dei loro corpi.
E così ci troviamo forse a
rivedere noi stessi e a vivere
esistenze sofferenti che ci
confrontano con un momento
storico dei più recenti e
significativi di un'epoca.
La libertà di esprimersi e la
profonda amarezza nel sentirla
negata. L' impressione che il
presente sia solamente una
gabbia di cui non riusciamo a
distinguere i confini. E tutto
questo mescolato ad una
immensità
di
emozioni
e
sensazioni che non possono che
aspirare alla possibilità di essere
vissute. Dove ci sta portando
questa
epoca?
Che
cosa
governa le nostre scelte di ogni
giorno? E che cosa ci lega alle
vite degli altri?
Il film della prossima settimana
Mio fratello è figlio unico
Di Daniele Lucchetti
Durata 100’
Accio (Elio Germano), fascista scontroso e
attaccabrighe, è fratello di Manrico
(Riccardo Scamarcio) comunista facinoroso
e impegnato politicamente; Francesca è la
donna che entrambi scopriranno di amare.
Il loro rapporto è burrascoso, come il clima
presente nell’Italia di quegli anni,
asseragliata tra lotte sociali e politiche, ma
sempre contraddistinto dal reciproco
affetto. Deluso dai vecchi camerati però
Accio decide di dare una svolta alla sua
vita, ma gli eventi lo porteranno a tornare,
quasi involontariamente sui suoi passi.
Intanto le vite dei due si sono separano fino
a reincontrarsi in un clamoroso quanto
inaspettato finale. Come nell’omonima
canzone di Rino Gaetano l'attestazione
d'amore fraterno è il tramite per parlare di
società e politica. Lucchetti mostra
l'estremismo, sia di destra che di sinistra, la
violenza di quegli anni, appartenente ad
entrambi gli schieramenti, gli assalti rossi e
neri, gli scontri verbali e fisici, aiutato da un
cast in stato di grazia.
Cineforum G. Verdi - Breganze
8° film
33°anno
www.cineverdi.it
14 - 15 – 16 – 17 Novembre 2007
IL REGISTA
Scheda film
Le vite degli altri
La locandina
L’ATTORE
CENNI E CURIOSITA’ SUL FILM:
-Oscar 2007 come Miglior film straniero
-David di Donatello come Miglior film
dell'Unione Europea
-Golden Globe Miglior film straniero
ADDIO ULRICH MUHE
NOME: Florian Henckel von
Donnersmarck
All’anagrafe: Florian Maria Georg
Christian Graf Henckel von Donnersmarck
DATA DI NASCITA: 02/05/1973
LUOGO DI NASCITA: Colonia - GER
(2006)
(2003)
(2002)
(1999)
(1998)
(1997)
Le vite degli altri
Petits mythes urbains
The crusader
Dobermann
Das Datum
Mitternacht
NOME: Ulrich Muhe
LUOGO DI NASCITA: Grimma –
Sassonia, Germania
DATA DI NASCITA: 20/06/1953
Data di morte: 22 luglio
2007 Walbeck, Sassonia
(2007)
(2006)
(2006)
(2002)
(1997)
(1997)
(1992)
(1990)
Mein Fuhrer
Le vite degli altri
N io e Napoleone
Amen
Funny Games
Traguardo finale
Benny’s Video
l’ultimo U-Boot
La colonna sonora
Si è spento nel luglio scorsa a Walbeck,
presso Lipsia, l'attore tedesco Ulrich Mühe,
noto al pubblico soprattutto per la sua
recente commovente e intensa performance
nel film Le vite degli altri, ma già interprete
di alcune opere del regista austriaco Michael
Haneke, come l'agghiacciante Funny Games
(tra poco in uscita in versione remake
americano), in cui recita insieme alla moglie
Susanne Lothar, che oggi lascia insieme ai due
figli.
L'attore
aveva
già
dichiarato
pubblicamente di essere malato di cancro allo
stomaco. Lo scorso febbraio, dopo il suo
ritorno dalla cerimonia degli Oscar a Los
Angeles, Mühe si era sottoposto a
un'operazione chirurgica e poi non era più
apparso in pubblico
I PROSSIMI FILM IN
PROGRAMMA
21 – 22 – 23 - 24 Novembre
Mio fratello è figlio unico
28 – 29 – 30 Novembre - 1 Dicembre
La città proibita
5 – 6 – 7 - 8 Dicembre
Zodiac
Il regista con gli attori del film
IL REGISTA
Erede di un’antica famiglia di nobile lignaggio
della Slesia, all’età di due anni la sua famiglia
si è trasferita a New York, tornando poi, nel
1981, a Berlino Ovest. Dopo il diploma si è
trasferito a Leningrado per studiare russo, e
poter godere della sua letteratura preferita
in lingua originale. Il passaggio successivo è
Oxford, dove ha studiato scienze politiche,
economia
e
filosofia.
Sir
Richard
Attenborough,
allora
professore
di
drammaturgia ad Oxford, notò il talento del
giovane
narratore
per
la
regia,
e
Donnersmarck ha quindi iniziato a studiare
cinema all’Academy of Television & Film di
Monaco. E lì ha letto e imparato devotamente
tutto ciò che ha potuto sulla drammaturgia
cinematografica.
In collaborazione con Stéphane Moucha,
Gabriel Yared ha composto per Le vite
degli altri una soundtrack che combina con
intelligenza
nervosismo
e
pathos
drammatico. Le note si rincorrono qui in
strutture musicali dal sapore classico, ma
dalla forte capacità empatica: sensibile e
intelligente, Yared è riuscito a ottenere
dalla collaborazione con Moucha un
intreccio musicale solido e coerente.
Gli archi sanno essere rapidi e guizzanti
come nella migliore tradizione delle spy
story; ne è esempio il ricorrente motivo
principale, in cui le note si susseguono a due
a due secondo uno schema regolare, In
alcuni passaggi struggenti l’uso degli
strumenti fa tornare alla memoria una delle
colonne sonore migliori di Yared, quella
composta per Il paziente inglese di
Minghella, grazie alla quale il compositore
si aggiudicò l’Oscar nel 1997. Gli inserti di
altri autori, dalle sfumature jazz al pop
tedesco, risultano qua e là spiazzanti
nell’ascolto del CD al di fuori della visione
cinematografica; le musiche di Yared e
Moucha, però,
conservano pregevole
compattezza e ben si prestano a dare
corpo al groviglio dei sentimenti umani.