Battesimo - Monastero Clarisse Eremite

Transcript

Battesimo - Monastero Clarisse Eremite
Tempo di Natale
con i Padri della Chiesa
Per riflettere nella Festa del Battesimo del Signore
Is 42,1-4.6-7; Sal 28; At 10,34-38; Mt 3,13-17
Dal Vangelo secondo Matteo
I
n quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi
battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho
bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia
fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò
fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli
vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una
voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio
compiacimento».
1.
Dalle Orazioni di Gregorio Nazianzeno,
G
iovanni sta battezzando gli altri, Gesù si avvicina; forse, in verità,
perché anche quegli, dal quale è battezzato, venga purificato; ma senza dubbio,
per seppellire tutto il vecchio Adamo nelle acque: santificando il Giordano
davanti a costoro, invero, e per costoro; affinchè, come era spirito e carne, così
iniziasse ad essere per lo Spirito e l'acqua. Il Battista non ammette: Gesù è deciso.
Allora: Io debbo essere battezzato da te, dice la lucerna al Sole, la voce al Verbo,
l'amico allo Sposo, il più grande tra tutti i nati di donna, di ogni creatura al
Primogenito, quegli che nel seno materno aveva sussultato, a colui che nel seno era
stato adorato, il precursore e il precorritore, a colui che era apparso e che apparirà.
Io debbo essere battezzato da te: aggiungi, e per te. Aveva infatti la certezza che
sarebbe stato battezzato con il martirio. (Orazione XXXIX, Nelle Sante Luci, 1416)
2.
Dai Discorsi di Cromazio di Aquileia
O
h, che grande mistero in questo Battesimo celeste! Il Padre si fa sentire
dal cielo, il Figlio appare sulla terra, lo Spirito Santo si manifesta sotto forma di
colomba: non si può parlare infatti di vero Battesimo, né di vera remissione dei peccati
dove non sia la verità della Trinità, né si può concedere la remissione dei peccati
ove non si creda alla Trinità perfetta. L'unico e vero Battesimo è quello della
Chiesa, che è dato una sola volta: in esso veniamo immersi un'unica volta e ne
usciamo puri e rinnovati; puri perché ci liberiamo dalla sozzura dei peccati, rinnovati
perché risorgiamo a nuova vita, dopo aver deposto la decrepitezza del peccato. Questo
lavacro del Battesimo rende l'uomo più bianco della neve, non nella pelle del suo
corpo, ma nello splendore del suo spirito e nel candore della sua anima. I cicli
pertanto si aprirono al Battesimo del Signore, per mostrare che il lavacro della
rigenerazione spalanca ai credenti il regno dei cicli, secondo quella sentenza del
Signore: Nessuno, se non rinasce dall'acqua e dallo Spirito Santo, può entrare nel
regno dei cieli. Vi entra dunque chi rinasce e chi non trascura di custodire la grazia
del proprio Battesimo; e così, per contro, non vi entra chi non sia rinato. (Discorso 34,
1-3)
3.
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
F
u portato proprio nel seno materno, e fu riconosciuto veramente dal
Profeta che, mentre ancora esisteva nel seno [materno], esultava davanti al Verbo, a
causa del quale era stato procreato. Fu avvolto con pannolini, e tornato vivo rigettò
le fasce della sepoltura. Fu adagiato, è vero, nella mangiatoia, ma poi fu celebrato
dagli angeli ed indicato dalla stella e adorato dai Magi. Perché ti meravigli di quello
che è visto cogli occhi, mentre non osservi quello che è percepito con la mente e col
cuore? Fu spinto a fuggire in Egitto; ma volse in fuga l'andare errando degli Egiziani.
Non aveva né aspetto, né decoro umano presso i Giudei: ma secondo David era
bello di volto al di sopra dei figli degli uomini e anche sul monte, a guisa di folgore,
risplende e diventa più luminoso del sole, adombrando, in tal modo, lo splendore
futuro. Fu battezzato, è vero, come uomo: ma assunse su di sé i peccati come Dio;
non perché avesse bisogno di purificazione, ma affinché dalle acque stesse arrecasse
la santità. (Orazione, 29, 19-20)
4.
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
C
risto nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo
riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria. Giovanni
dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene
battezzato nell'acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il
vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E
poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell'acqua. Il Battista non accetta la
richiesta, ma Gesù insiste. «Sono io che devo ricevere da te il battesimo» (cfr. Mt 3,
14), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l'amico allo Sposo, colui che è il
più grande tra i nati di donna a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che
nel ventre della madre sussultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo
materno, ricevette la sua adorazione, colui che percorreva e che avrebbe ancora
precorso, a colui che era già apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo. «Io
devo ricevere il battesimo da te» e, aggiungi pure, «in nome tuo». Sapeva infatti che
avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non
solo ai piedi.
2
Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e
aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza,
quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante. E lo
Spirito testimonia la divinità del Cristo: si presenta simbolicamente sopra Colui che
gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità dei cieli, da quelle stesse
profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza. Lo
Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo
divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure
una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio. Onoriamo dunque in
questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si
rallegra, come della conversione e della salvezza dell'uomo. Per l'uomo, infatti, sono
state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della
rivelazione. Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza
vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete
inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la
luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio,
proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano
gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen. (Disc. 39 per il Battesimo del Signore,
14-16. 20; PG 36, 350-351. 354. 358-359).
5.
Dal "Commento al Vangelo di Giovanni" di Sant’Agostino Vescovo
I
l Signore uscì dall’acqua, come leggiamo nel Vangelo: ed ecco che sopra di
lui i cieli si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba, e
fermarsi su di lui; ed ecco una voce dai cieli che diceva: Tu sei il mio Figlio diletto,
nel quale mi sono compiaciuto (Mt 3, 16-17). La Trinità si rivela qui molto
chiaramente: il Padre nella voce, il Figlio nell’uomo, lo Spirito nella colomba. In
questa Trinità, nel cui nome furono inviati gli Apostoli, cerchiamo di renderci conto
di ciò che vediamo.
Questo vide Giovanni in lui e conobbe ciò che ancora non sapeva. Sapeva che Gesù
era il Figlio di Dio; sapeva che egli era il Signore e il Cristo; sapeva anche che egli
era colui che doveva battezzare in acqua e Spirito Santo; tutto questo lo sapeva; ma
ciò che non sapeva, e che apprese per mezzo della colomba, è che il Cristo avrebbe
riservato a sé la potestà di battezzare e non l’avrebbe trasmessa a nessun ministro. E’
su questa potestà, che il Cristo riservò a sé e non trasferì in nessun ministro, sebbene
si sia degnato servirsi di loro per battezzare, è su questa potestà che si fonda l’unità
della Chiesa, che è simboleggiata nella colomba della quale è stato detto: Unica è la
mia colomba, unica è per sua madre (Ct 6, 8). Infatti, o miei fratelli, come già vi ho
detto, se il Signore avesse trasferito questa potestà nei suoi ministri, ci sarebbero tanti
battesimi quanti ministri, e non si salverebbe l’unità del battesimo.
2
Prestate attenzione, fratelli. Fu dopo il battesimo del Signore nostro Gesù Cristo, che
la colomba discese su di lui e fece conoscere a Giovanni una caratteristica del
Signore, secondo ciò che gli era stato detto: Colui sul quale vedrai discendere e
fermarsi lo Spirito, come colomba, è lui quello che battezza nello Spirito Santo.
Prima che il Signore si presentasse per il battesimo, Giovanni sapeva che è lui quello
che battezza nello Spirito Santo; ma è dalla colomba che Giovanni apprende che la
potestà del Signore è così personale che non passerà in nessun altro, anche se ad altri
darà facoltà di battezzare. (…) Che cosa apprese allora per mezzo della colomba, sì
da non dover essere poi considerato bugiardo (allontani Dio da noi un tale sospetto)?
Apprese che ci sarebbe stata in Cristo una proprietà tale per cui, malgrado la
moltitudine dei ministri, santi o peccatori, che avrebbero battezzato, la santità del
battesimo non era da attribuirsi se non a colui sopra il quale discese la colomba, e del
quale fu detto: E’ lui quello che battezza nello Spirito Santo (Gv 1, 33). Battezzi pure
Pietro, è Cristo che battezza; battezzi Paolo, è Cristo che battezza; e battezzi anche
Giuda, è Cristo che battezza.
3
Se la santità del battesimo dipendesse dalla diversità dei meriti dei ministri, ci
sarebbero tanti battesimi quanti possono essere i meriti; e ognuno penserebbe d’aver
ricevuto una cosa tanto migliore quanto migliore considera il ministro dal quale è
stato battezzato. Perché dunque, se uno viene battezzato, mettiamo, da un tale che è
giusto e santo, e un altro invece da uno di minor merito davanti a Dio, di una virtù
meno elevata, di una castità meno perfetta, insomma di vita meno santa; perché
entrambi i battezzati ricevono la stessa identica cosa se non perché è lui quello che
battezza? Allora, come quando battezzano due santi dotati di meriti diversi, la grazia
è una e identica, e malgrado il diverso grado di santità dei ministri, non è superiore in
uno e inferiore nell’altro; così ugualmente una e identica è la grazia donata dal
battesimo amministrato da un indegno, che battezza perché la Chiesa non sa che è
cattivo, o perché lo tollera (i cattivi, infatti, restano ignorati o tollerati; come si tollera
la pula in attesa che, alla fine, l’aia venga ripulita). La grazia data da questo battesimo
è una e identica, e non viene compromessa dall’indegnità del ministro; è sempre
uguale perché è lui quello che battezza. (Agostino, In Io. Ev. tr. 6, 5-8).
6.
Dal "Discorsi" di Sant’Agostino Vescovo
F
u inviato innanzi Giovanni perché battezzasse il Signore umile. Il Signore
infatti volle essere battezzato per umiltà, non a causa del peccato. Perché venne
battezzato Cristo Signore? Perché venne battezzato Cristo Signore, l’Unigenito Figlio
di Dio? Ricerca la ragione per cui nacque ed ivi troverai perché sia stato battezzato.
Senza dubbio vi scoprirai la via dell’umiltà, che non puoi percorrere con incedere
superbo: se non la percorrerai con piede umile non potrai giungere a quell’altezza
dove conduce. Venne battezzato per te Colui che per te è sceso dal cielo. Nota quanto
sia diventato insignificante Colui che essendo di natura divina, non considerò
un’appropriazione indebita essere uguale a Dio (Cf. Fil 2, 6). Tuttavia, spogliò se
stesso assumendo la natura di servo (Fil 2, 7). Assunse ciò che non era in modo da
non perdere ciò che era. Restando Dio, assunse l’uomo. Assunse la natura di servo e
divenne Dio uomo quel Dio dal quale fu creato l’uomo.
Considera dunque quale maestà, quale potenza, quale sublimità, quale uguaglianza
con il Padre venne a rivestirsi della natura di servo: vedi anche di apprendere da un
così eccellente maestro la via dell’umiltà; poiché è molto più importante aver voluto
farsi uomo che voler esser battezzato da un uomo.
Dunque Giovanni battezza Cristo, il servo il Signore, la voce la Parola, la creatura il
Creatore, la lucerna il Sole; (…) la creatura battezzò il Creatore, la lucerna il sole: e il
battezzatore non se ne inorgoglì, ma si sottomise al battezzando. Vedendolo
avvicinarsi gli disse infatti: Tu vieni per essere battezzato da me? Sono io che devo
essere battezzato da te (Mt 3, 14). Piena confessione e deciso riconoscimento
dell’umiltà da parte della lucerna. Se si fosse inalberata contro il sole, quella sarebbe
stata subito spenta dal vento della superbia. È questo dunque che il Signore previde e
che il Signore fece capire con il suo battesimo. Egli, il grande, volle essere battezzato
da colui che era tanto piccolo; per dirla in breve: il Salvatore da chi doveva essere
salvato. Infatti Giovanni, sebbene molto dotato, aveva dovuto richiamare alla mente
qualche sua debolezza. Ecco pertanto: Non sono io che devo essere battezzato da te?
È certamente il Battesimo del Signore la salvezza: perché del Signore è la salvezza.
Poiché vana è la salvezza dell’uomo. Nessuno dica: Non ho bisogno di un salvatore.
Chi parla così non si sottomette al medico, ma muore nel suo male. (Agostino,
Sermoni 292, 3.3-4.4)
7.
Dal Commento al vangelo di Matteo di san Girolamo
P
er una triplice ragione il Salvatore riceve il battesimo da Giovanni. Primo,
perché essendo nato uomo come gli altri deve rispettare la Legge con giustizia e
umiltà. Secondo, per dimostrare col suo battesimo l’efficacia del battesimo di
Giovanni. Terzo per mostrare, santificando le acque del Giordano per mezzo della
discesa della colomba, l’avvento dello Spirito Santo nel lavacro dei credenti
(Girolamo, Commento a Mt 1,3,13).
8.
Dall’Opera incompleta sul vangelo di Matteo di un Autore Anonimo
N
on comprendo il motivo per cui è scritto: subito si sollevò dall’acqua.
Penso che l’azione di Cristo riguardi il mistero di tutti coloro che sarebbero stati
battezzati in seguito. Perciò è detto: subito e non ‘uscì’, ma si sollevò: tutti coloro
che, degnamente formati alla giustizia …e resi perfetti, sono battezzati in Cristo,
subito si sollevano dall’acqua, cioè avanzano verso la virtù e si innalzano alla dignità
celeste. Coloro infatti che erano entrati in acqua come creature di carne, figli del
peccatore Adamo, da essa si sollevano subito, diventati spirituali figli di Dio (Opera
incompleta su Mt 4).