Gaffe della Taverna iC Ò un complotto per far

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ROMA. La teoria del complotto è un po’ il marchio di fabbrica, ma quello da vittoria provocata per danneggiarli non
si era mai sentito. La senatrice Cinque stelle Paola Taverna avverte puzza di bruciato,
nella corsa a sindaco di Roma. Ed elabora così una sua
tesi, mentre è partita la già
singolare selezione via web
dei 209 candidati grillini.
«Ho pensato che potrebbe
essere in corso un complotto
per far vincere il Movimento
Cinque Stelle e farci fare brutta figura», dice a una piccola
radio (Cusano Campus. La
parlamentare, che si è sempre caratterizzata per una
sua ruspante schiettezza, stavolta finisce per dar voce ai sospetti di chi pensa che la ditta
Grillo-Casaleggio abbia davvero paura di vincere e di
frantumarsi nella Capitale.
«È incredibile riuscire a proporre per i romani candidati
come Giachetti o Bertolaso - è
il ragionamento della senatrice - Diciamocelo chiaramen-
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te: questi non vogliono vincere Roma e vogliono metterci i
Cinque stelle per tagliare poi
i fondi grazie a Renzi al Governo e Zingaretti alla Regione.
Questo i romani lo devono capire, ma non sono rimbambiti. Ci stanno lasciando debiti
fino al 2010 e non è opera dei
Cinque stelle».
Si scatenano le reazioni e le
ilarità, sul web e non solo. «Le
prometto che farò di tutto
per evitare ai 5Stelle il sacrificio di governare Roma», scrive sul suo profilo facebook Roberto Giachetti, candidato alle primarie del Pd. La sortita
si rivela subito un boomerang al quale nel giro di un paio d’ore Alessandro Di Battista, membro del direttorio
pentastellato, tenta di porre
rimedio. «Quando Paola parla di un complotto per far vincere il M5S a Roma si riferisce al fatto che se dovessimo
vincere avremmo tutti contro, in prima battuta il governo: ci chiuderanno i rubinetti», dice il deputato a margine di un intervento a Montecitorio. E lei, redarguita, sembra, all’interno del Movimento, ancora in serata precisava: «Le mie parole strumentalizzate, non falliremo, vogliamo governare la Capitale».
Ma ormai la frittata era fatta.
In serata, la senatrice si
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consola andando ad assistere
- con tutti i big del Movimento - alla prima romana dello
spettacolo di Grillo. Al Teatro
Brancaccio compare a sorpresa anche il candidato pd Roberto Giachetti, come pure
Ignazio La Russa (accolto da
qualche fischio).
I pasticci di giornata in casa Cinque stelle non erano finiti lì, però. Dalle “Comunarie” via web che partiranno
giovedì è stato sospeso il professore della Sapienza Antonio Caracciolo, accusato (poi
assolto dal Consiglio nazionale universitario) di aver negato l’Olocausto. Mentre a Napoli sono stati espulsi quindici attivisti con l’accusa di far
parte di un gruppo Facebook
segreto creato per manipolare le “Comunarie” del capoluogo campano.
Nel centrodestra, su Guido
Bertolaso non si placano le polemiche. Adesso 21 dirigenti
di Fratelli d’Italia si schierano contro la sua candidatura
(e contro la Meloni) e al fianco di Francesco Storace. Bertolaso tira dritto e in tv afferma: «Se condannato in primo
grado nel mio processo mi dimetterei da sindaco. Tra i
miei avversari? Voterei Giachetti».
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