VENERDÌ 12 MARZO • 11.30 - Museo Nazionale della Scienza e

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VENERDÌ 12 MARZO • 11.30 - Museo Nazionale della Scienza e
VENERDÌ 12 MARZO • 11.30
ANTEPRIMA PER LA STAMPA
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
Ufficio Relazioni esterne e Stampa
Deborah Chiodoni - Paola Cuneo - Valeria Gasparotti
Via San Vittore 21 - 20123 Milano
T +39 02 48555 343 / 372 / 381 / 450 – C +39 339 1536030
[email protected] - www.museoscienza.org
COMUNICATO STAMPA
ECCEZIONALE ESPOSIZIONE DEL FRAMMENTO DI LUNA
In occasione del 400° anniversario della pubblicazione del Sidereus Nuncius di Galileo,
il Museo espone in via straordinaria l’unico frammento di roccia lunare presente in
Italia e propone speciali attività interattive e visite guidate
Venerdì 12 marzo – ore 11.30, Anteprima per la stampa
Sabato 13 e domenica 14 marzo – ore 9.30-18.30
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”
Via San Vittore 21, Milano
All’indirizzo http://www.museoscienza.org/areastampa/galileo/ è possibile scaricare la cartella stampa e le
immagini
Milano, 12 marzo. In occasione del quarto centenario della pubblicazione del Sidereus Nuncius, il
Museo espone la riproduzione di alcune delle pagine più significative di questo testo fondamentale.
In contemporanea offre al pubblico la possibilità di ammirare l'unico frammento di roccia
lunare presente in Italia, raccolto sul nostro satellite dagli astronauti della missione Apollo 17
(1972) e donato dal Governo degli Stati Uniti. I primi disegni della Luna realizzati
con approccio scientifico, quindi, saranno affiancati da quel frammento di Luna che si
può considerare testimonianza, piccola ma preziosa, del compimento di uno studio
iniziato esattamente quattro secoli fa.
Il frammento di Luna rappresenta anche l'ultimo grande sogno di esplorazione che
l'uomo abbia realizzato; un'esplorazione che tra momenti tragici ed eroici ci ha insegnato
quanto l'universo sia per noi lontano ed ostile. Un universo irraggiungibile, quindi, ma che,
nonostante tutto, abbiamo imparato a conoscere a fondo studiandolo con strumenti sempre più
ingegnosi e complessi. Una visita guidata nella sezione Astronomia permetterà di ascoltare il
racconto di parte di questa grande avventura e le attività nei laboratori interattivi forniranno
l’occasione per ricostruire antichi strumenti astronomici.
Intervengono
Fiorenzo Galli, Direttore Generale Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
Luca Reduzzi, Curatore Sezione Astronomia Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
“Mostriamo il nostro frammento di roccia lunare – dichiara il Direttore Generale del Museo
Fiorenzo Galli - in occasione di ricorrenze speciali, come quella del 400esimo anniversario della
pubblicazione del Sidereus Nuncius di Galileo. Ma al Museo il futuro dello studio e dell’esplorazione
dell’Universo passerà dal completo rinnovamento della Sezione Astronomia con un’area dedicata
allo Spazio, che si affiancherà a oggetti come i globi seicenteschi del Coronelli e del Moroncelli, il
settore equatoriale Sisson (1774) o il quadrante murale di Ramsden (1789)”.
Programma del weekend
OGGETTI ESPOSTI ECCEZIONALMENTE
L’unico frammento di roccia lunare presente in Italia, raccolto dagli astronauti della missione
Apollo 17 nel 1972 e donato dal Governo degli Stati Uniti.
La riproduzione delle pagine più significative del Sidereus Nuncius, pubblicazione in cui
Galileo Galilei riportava il risultato delle prime osservazioni astronomiche con il cannocchiale. Un
nuovo modo di concepire l’Universo e una vera rivoluzione per il mondo scientifico, religioso e
filosofico.
INCONTRI CON IL CURATORE
400 ANNI DI LUNA: DA GALILEO ALLE MISSIONI APOLLO
Una visita guidata dal curatore della sezione Astronomia per ripercorrere le tappe fondamentali
della rivoluzione galileiana, dalle prime osservazioni con il telescopio ai giorni nostri. Solo durante
la visita, possibilità di vedere da vicino un’edizione settecentesca del Sidereus Nuncius e la replica
dei cannocchiali
realizzati da Galileo per osservare la Luna, la Via Lattea e Giove.
(sabato ore 16.30; domenica ore 11.00, 12.00, 15.00, 16.00. da 10 anni, durata 45 min)
PERCORSI NEI LABORATORI INTERATTIVI
UN PLANETARIO TASCABILE
per sperimentare come costruire e utilizzare l’astrolabio, antico strumento per riconoscere le stelle
e prevedere la posizione delle costellazioni.
(i.lab Robotica, sabato ore 15.30; domenica ore 11.00 e 15.00. da 9 anni, durata 45 min)
NOTTURNALI E MERIDIANE SOLARI
da realizzare con carta e forbici per scoprire che ora è osservando la posizione in cielo del Sole e
delle stelle.
(i.lab Robotica, sabato ore 15.30; domenica ore 11.00 e 15.00. da 9 anni, durata 45 min)
PROIEZIONE DI VIDEO NELL’AUDITORIUM
APOLLO 11, L'UOMO SULLA LUNA
rievoca la storia completa del Progetto Apollo attraverso le immagini d’epoca e le parole di coloro
che riuscirono a realizzare il grande sogno di portare l’uomo sulla Luna; film premiato dalla History
& Society New York Festival e da Chicago International Film Festival.
LE NUOVE FRONTIERE DELL’ESPLORAZIONE SPAZIALE
documenta le missioni spaziali dal 1996 al 2009: nuove tecnologie, macchine ed uomini ormai
pronti per stabilire basi permanenti sulla Luna, conquistare Marte, cercare nuovi pianeti al di fuori
del sistema solare e osservare attraverso telescopi spaziali sempre più potenti le origini del tempo
e dello spazio. Realizzato in collaborazione con ESA.
(Auditorium, domenica ore 9.30-18.30)
Tutte le attività sono comprese nel biglietto d’ingresso al Museo. Gli incontri con il curatore e i
percorsi nei laboratori interattivi sono a numero chiuso e prenotabili solo il giorno stesso presso
l’Infopoint del Museo.
L’offerta di MUST SHOP
In occasione dello speciale weekend dedicato al 400° anniversario della pubblicazione del Sidereus
Nuncius MUST SHOP, il negozio del Museo, propone una selezione di libri, articoli di
merchandising, dvd e giochi legati al tema.
In un’isola dedicata si potranno soddisfare le proprie curiosità sull'astronomia con pubblicazioni
fotografiche, saggi e libri per ragazzi, scegliere tra un assortimento di dvd (tra cui i due proiettati
domenica nell’Auditorium), per conoscere più da vicino la vita di Galileo, la storia delle esplorazioni
spaziali e i segreti dell'universo che ci circonda, e provare una piccola parte dell'esperienza degli
astronauti selezionando alcuni dei cibi consumati durante le loro missioni.
Per i più piccoli sarà disponibile una scelta di giochi in scatola dedicati all'astronomia, puzzle e
pubblicazioni.
Nelle giornate di sabato e domenica sarà inoltre allestita una speciale area dedicata agli strumenti
astronomici e per l'osservazione del cielo.
INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
Dove siamo: Ingresso Via San Vittore 21 | Uscita via Olona 6 20123 Milano
Giorni di apertura: aperto da mercoledì a domenica
Giorni di chiusura: i lunedì e i martedì non festivi, il 25 dicembre e il 1° gennaio
Orari: da mercoledì a venerdì 9.30-17.00 | sabato e festivi 9.30-18.30
Biglietti d’ingresso
intero 8,00 € | ridotto 6,00 € | scuole 3,00 € a persona | gruppi (+10) 6,00 € cad
Biglietto famiglia (genitore + figlio fino a 18 anni) 6,00 € cad + 3,00 € cad
Nonno & Nipote (nonno + nipote fino a 18 anni) 6,00 € cad + 3,00 € cad
Ingresso gratuito per: visitatori disabili e accompagnatore, bambini sotto i 3 anni, adulti over 65
MUST SHOP: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00; lunedì chiuso.
Programma membership card
Presso MUST SHOP sono in vendita 4 tipologie di card per l'accesso gratuito e illimitato al Museo in compagnia di una persona a scelta o della famiglia
Visite guidate al sottomarino Enrico Toti
Non è possibile acquistare il biglietto per la visita guidata all'interno del sottomarino Enrico Toti separatamente da quello del Museo.
Il costo del biglietto Museo+ Toti varia tra gli 8 e i 18 euro.
È possibile acquistare il biglietto per il giorno stesso direttamente alla cassa del Museo (fino a esaurimento dei posti disponibili) o prenotando
telefonicamente al numero dedicato 02.48555330, attivo il martedì e il venerdì dalle 13.30 alle 16.30. Al momento il servizio di prenotazione
via mail è sospeso
www.museoscienza.org | [email protected] | T 02 48 555 1
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
Ufficio Relazioni esterne e Stampa
Deborah Chiodoni - Paola Cuneo - Valeria Gasparotti
T +39 02 48555 343 / 372 / 381 / 450 – C +39 339 1536030
[email protected]
GALILEO E IL SIDEREUS NUNCIUS
Il 12 marzo del 1610 Galileo Galilei dava alle stampe 550 copie di un libricino di
appena una sessantina di pagine in cui riportava il risultato delle prime osservazioni
astronomiche della storia compiute con il cannocchiale.
Questo testo era il Sidereus Nuncius (che si potrebbe tradurre con "Annuncio relativo agli astri"
oppure "Il messaggero celeste") e quello che conteneva era ben più che un semplice resoconto
di osservazioni celesti: lo sconvolgimento che portò nel mondo scientifico, religioso, filosofico
dell'epoca fu infatti senza precedenti. Quel nuovo modo di concepire l'Universo - e con esso
il ruolo stesso dell'Uomo nel creato - che ancora oggi è parte fondante della nostra
cultura nacque, in un certo senso, proprio in quel momento.
In quella piccola pubblicazione scritta in fretta e furia, in poche settimane, mentre ancora stava
facendo le sue osservazioni, guidato dall’urgenza e dall’ambizione di dare per primo al mondo
l’annuncio di scoperte straordinarie e inaudite, Galileo riprodusse con estrema precisione
scientifica e grande abilità artistica le prime osservazioni dettagliate della Via Lattea,
della superficie della Luna, delle quattro lune principali di Giove.
Proprio l'osservazione del nostro satellite naturale convinse Galileo che la presunta immacolata
purezza degli astri tramandata dogmaticamente da millenni era in realtà un grande abbaglio
dovuto solo alla carenza del nostro apparato visivo. Con l'aiuto del cannocchiale, che ne acuiva le
possibilità percettive, l'occhio poteva invece trasformarsi in un meraviglioso strumento di indagine
per analizzare in profondità e da un nuovo "punto di vista" i fenomeni naturali e, in particolare,
celesti.
Il ruolo centralissimo che Galileo diede in seguito sempre più al dato osservativo, per
sua natura incontrovertibile ma confutabile, diverrà il fondamento del protocollo di
indagine che andava definendo e che ancora oggi viene utilizzato da ogni scienziato: il
metodo scientifico moderno.
La scoperta delle quattro principali lune di Giove e l'analisi del loro moto orbitale
attorno al pianeta permisero inoltre a Galileo di dimostrare "sperimentalmente" che la
visione antropocentrica e tolemaica che poneva la Terra centro dell'Universo e di ogni
moto celeste era, almeno parzialmente, errata. Ma se lo era in qualche sua parte allora,
forse, poteva esserlo anche nelle sue stesse fondamenta; l'ipotesi copernicana di una Terra in
moto attorno al Sole, decentrata da ogni ruolo e da ogni significato particolare, poteva non
essere solo un mero esercizio matematico.
Un'affermazione sorprendentemente audace anche per quel "primo vero scienziato moderno" che
era Galileo non tanto perché egli stesso non disdegnava di compiacere, almeno in parte e per fini
utilitaristici, il potere costituito (fosse esso politico o religioso) ma soprattutto per il periodo storico
in cui venne fatta: l'accusa di eresia, infatti, era in quegli anni terribile e spesso "definitiva" se,
come ricordavano spaventati a Galileo gli amici più intimi, solo pochi anni prima, per accusa simile,
venne fatto assaggiare a Giordano Bruno il rogo in Campo dei Fiori.
Richiamato all’ordine dalle autorità ecclesiastiche, Galileo promise di non diffondere
ulteriormente alcuna osservazione, idea, teoria, che potesse rivelarsi in palese
contrasto con quanto affermato nei testi sacri. Il tentativo di convincere le più alte cariche
della Chiesa a guardare dentro il cannocchiale per constatare personalmente e oggettivamente
quanto da lui affermato non ebbe successo: la capacità di osservare il fenomeno naturale con
mente aperta e incondizionata era rara e guardare non voleva dire capire se dietro l’occhio la
ragione poggiava su presupposti sedimentati da secoli.
Le osservazioni celesti, però, continuarono. Galileo migliorò il suo cannocchiale
costruendone di nuovi, più precisi e più potenti e con essi si mise a osservare Saturno,
Venere, le macchie solari… Ogni nuova osservazione era una nuova scoperta; la convinzione
che il modello eliocentrico elaborato nella prima metà del ‘500 da Copernico fosse corretto crebbe
al punto da creare in Galileo un profondo conflitto interiore fra la necessità di rispettare la
promessa di non divulgare teorie ritenute eretiche e l’esigenza di soddisfare il proprio rigore
intellettuale.
Nel 1632, a oltre vent’anni dalla pubblicazione del Sidereus Nuncius, Galileo pubblica il
“Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, quello tolemaico e quello
copernicano” con il quale mette ordine alle sue scoperte vecchie e nuove “costruendo” un
ipotetico dibattito in cui i tre protagonisti affrontano i temi della nuova astronomia. Agli occhi
dell’Inquisizione l’autore sembra sostenere smaccatamente il modello copernicano di universo,
nonostante egli in una declaratoria iniziale affermi credere alla “fermezza della Terra”. Galileo
viene chiamato d’urgenza a Roma, viene processato e costretto, pena conseguenze
facilmente immaginabili, a rinnegare la sua fede scientifica. Morirà non molti anni dopo
esiliato sul colle di Arcetri; da lì, negli ultimi anni della sua vita, gli veniva concesso di guardare, da
lontano, quel mondo al quale aveva cercato di dare un nuovo ordine.
In queste giornate, oltre al frammento di Luna, solo durante la visita guidata dal curatore
della Sezione Astronomia sarà possibile vedere da vicino l’edizione settecentesca
(1744) del Sidereus Nuncius, realizzata a Padova in occasione del primo centenario della morte
di Galileo e custodita dalla Biblioteca del Museo, oltre a due repliche fedeli (prima metà del
Novecento) dei due cannocchiali costruiti nel 1609 da Galileo e da lui utilizzati per le prime
osservazioni astronomiche.
IL FRAMMENTO DI ROCCIA LUNARE
Una piccola pietra che rappresenta – guardando verso il cielo – l’evoluzione tecnologica e i
traguardi raggiunti dall’uomo nello spazio e che simboleggia – stando con i piedi per terra – la
pace nel mondo.
È proprio come segno di fratellanza, unione e collaborazione da parte degli Stati Uniti che nel
1973 il presidente Richard Nixon donò al Governo Italiano e poi al Museo Nazionale
della Scienza e della Tecnologia (allora Tecnica) “Leonardo da Vinci” un frammento di
basalto portato sulla Terra dagli astronauti dell’Apollo 17 al termine dell’ultima
missione umana sul nostro satellite (7-19 dicembre 1972).
La pietra – di cui il frammento, oggi di proprietà del Museo, rappresenta una piccola parte –
appartiene alla famiglia delle rocce basaltiche. Si tratta, quindi, di materiale lavico risalito in
superficie e solidificatosi a seguito del raffreddamento. Si ritiene che l’emissione di questo
materiale dall’interno della Luna sia avvenuto a seguito di un processo di affioramento e non per
fenomeni di tipo vulcanico come avviene invece sulla Terra. Le vaste regioni della Luna
denominate Mari, facilmente osservabili anche a occhio nudo come macchie più scure sullo sfondo
chiaro della superficie, hanno avuto questo tipo di genesi.
Il frammento fu raccolto nell’area chiamata “Taurus Littrow Valley” dal comandante della
missione, Eugene Cernan. Pur trattandosi di un piccolo campione (protetto da una sfera di vetro
sintetico di 7 cm di diametro) il suo valore è inestimabile.
Quella dell’Apollo 17 fu una missione particolare sotto molti aspetti: rappresentò
infatti l’ultimo viaggio con atterraggio di un modulo lunare con a bordo esseri umani,
chiudendo un cerchio iniziato tanti anni prima e contraddistinto da molti successi (il primo uomo
sulla Luna nel luglio 1969) e anche momenti tragici. Dal punto di vista scientifico consentì,
inoltre, di far arrivare sul satellite il primo astronauta-scienziato (Harrison Schmitt)
che pilotò tra l’altro un modulo lunare.
Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia è da sempre aperto anche all’astronomia e allo
spazio. Nel 1971, l’anno prima della missione dell’Apollo 17, furono ospiti al Museo gli astronauti
protagonisti pochi mesi prima della missione Apollo 15. Tra loro anche il comandante David Scott,
uno dei 12 uomini della storia che finora hanno messo piede sulla Luna.
Il 6 luglio 2007 il frammento di roccia lunare viene presentato a sorpresa dal Direttore Generale
del Museo Fiorenzo Galli, durante l’incontro “La conquista della Luna è la conquista del mondo”
nell’ambito dell’ ”Aperitivo con gli autori” a cura della Fondazione Corriere della Sera in occasione
dell’ottava edizione della Milanesiana, “I conflitti dell’Assoluto”.
Durante l’incontro sono intervenuti il Premio Nobel per la medicina 1999 Günter
Blobel, Erik M.Galimov, Giovanni Caprara e Franco Toffoletto.
Nel settembre 2007 il frammento di roccia lunare viene esposto eccezionalmente durante lo
spettacolo di danza Luminare Minus, realizzato nell’ambito di “MITO
SettembreMusica”, coprodotto dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e
l’Accademia Teatro alla Scala.
Luminare Minus è una performance di danza contemporanea ispirata al frammento di roccia lunare
conservato dal Museo.
Nel gennaio 2008 il Museo ha mostrato il frammento di roccia lunare durante l’evento in cui
sono intervenuti gli astronauti della missione Esperia STS-120, tra cui l’italiano Paolo
Nespoli, che a bordo dello Shuttle hanno raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale
(23 ottobre – 7 novembre 2007). Non è mancata l’emozione tra gli stessi astronauti nel vedere
il frammento di roccia lunare.
“L’esplorazione dello Spazio – dichiara il Direttore Generale del Museo, Fiorenzo Galli –
caratterizzata da fasi epiche e momenti drammatici, si sviluppa di pari passo con la
tecnologia e con la scienza. Raccontare quest’avventura è coerente con la storia,
l’identità e la missione del nostro Museo. Quella verso lo Spazio è una massima sfida alle
capacità umane e la nuova emozionante frontiera dell’uomo per quanto concerne conoscenza,
abilità e coraggio.
Al Museo, il futuro dello studio e dell’esplorazione dell’Universo, passerà dal completo
rinnovamento della Sezione Astronomia con un’area dedicata proprio allo Spazio, che si
affiancherà a oggetti come i globi seicenteschi del Coronelli e del Moroncelli, il settore equatoriale
Sisson (1774) o il quadrante murale di Ramsden (1789). Ma anche questa sarà un’avventura tutta
da scoprire. Nel frattempo mostriamo il nostro frammento di roccia lunare in occasione di
ricorrenze speciali, come quella del 400esimo anniversario della pubblicazione del Sidereus Nuncius
di Galileo.”
IMMAGINI DISPONIBILI
All’indirizzo http://www.museoscienza.org/areastampa/galileo/ è possibile scaricare le
seguenti immagini:
dettaglio_frammento Luna73_Archivio_MuseoScienza
dettaglio_frammento Luna73bis_Archivio_MuseoScienza
dettaglio_ravvicinato_frammento Luna73_Archivio_MuseoScienza
frammento LUNA73_Archivio_MuseoScienza2
sfera_vetro_sintetico_frammento Luna73_Archivio_MuseoScienza
Inquadrature diverse del frammento di roccia lunare, incapsulato in una sfera di vetro sintetico,
portato a terra dalla missione Apollo 17 e custodito al Museo Nazionale della Scienza e della
Tecnologia.
donazione_frammento_LUNA73_Archivio_MuseoScienza
Il frammento di Luna fu donato all’Italia nel 1973 dal presidente Usa Nixon su questo supporto,
insieme alla bandiera italiana portata a bordo dalla missione Apollo 17.
frontespizio2 del Sidereus Nuncius di Galileo nell'edizione padovana del 1744
pubblicata in occasione del centenario della sua morte
©Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
Frontespizio del Sidereus Nuncius di Galileo nell'edizione padovana del 1744 pubblicata in
occasione del centenario della sua morte.
Galileo, Sidereus Nuncius2, pagina osservazioni Luna, le prime realizzate con
cannocchiale. Edizione Padovana 1744
©Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
Galileo, Sidereus Nuncius, pagina dedicata alle osservazioni della Luna, le prime realizzate
con un cannocchiale. Edizione Padovana del 1744.
sett07©_A_Perugini_MNST
sett07_2©_A_Perugini_MNST
Nel settembre 2007 il frammento di roccia lunare fu esposto durante lo spettacolo di danza
Luminare Minus, realizzato nell’ambito di “MITO SettembreMusica”, coprodotto dal Museo
Nazionale della Scienza e della Tecnologia e l’Accademia Teatro alla Scala. Luminare Minus è una
performance di danza contemporanea ispirata al frammento di roccia lunare conservato dal Museo.
13_Frammento lunare con P.Melroy e F.Galli_genn08©MNST
Astronauta missione Esperia con frammento lunare_genn08©MNST
Nel gennaio 2008 il Museo mostrò il frammento di roccia lunare durante l’evento in cui
intervennero gli astronauti della missione Esperia STS-120, che a bordo dello Shuttle raggiunsero
la Stazione Spaziale Internazionale (23 ottobre – 7 novembre 2007).