alcune pagine del libro

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alcune pagine del libro
Andrea Macchi
Sherlock Jr.
una svolta nel cinema di
Buster Keaton
Questa è un'anteprima parziale del libro.
INTRODUZIONE
Il cinema di Buster Keaton si presta a diversi tipi di analisi, riguardanti
ad esempio la concezione dello spazio, le inquadrature, il montaggio,
le gag, i personaggi, l'uso degli oggetti ecc., sia come visione perma­
nente del regista, sia come novità introdotte di volta in volta nei vari
film.
Keaton ha interpretato, fra cortometraggi, mediometraggi e lungome­
traggi, un gran numero di film (i 47 di maggiore successo dal 1917 al
1929), della maggior parte dei quali è stato anche regista. Mentre sono
stati molto studiati alcuni suoi capolavori (principalmente The Gene­
ral, cui sono state dedicate tesi, anche di dottorato, come quella famosa
di Noël Carroll1) e cortometraggi (ad esempio One Week, che France­
sco Ballo ha minuziosamente analizzato fotogramma per fotogram­
ma2), è stato preso poco in considerazione Sherlock Jr.
Sherlock Jr. è il film che, nonostante la durata piuttosto breve (44 mi­
nuti), dà inizio a una svolta nel modo in cui Keaton pensa il cinema,
staccandosi dal mondo del vaudeville e dello slapstick3 per giungere a
una commedia più moderna, priva delle gag stravaganti presenti nelle
precedenti comiche a due rulli.
«Non potevamo fare un lungometraggio nello stesso modo dei duerulli».4
«Abbiamo smesso di fare gag impossibili e quelle che chiamiamo gag
da cartoni animati. Dovevano essere credibili, o la storia non avrebbe
retto».5
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Noël Carroll, Comedy Incarnate. Buster Keaton, Physical Humor and Bo­
dily Coping, Blackwell Publishing, Oxford, 2007.
Francesco Ballo, One Week, Lindau, Torino, 2000.
La filosofia slapstick in Keaton ha termine con il film The Three Ages
(1923). Già con il successivo lungometraggio Our Hospitality (1923) il
regista si stacca da questo contesto, drammatizzando l'azione. In Sherlock
Jr. (1924), che rimane distaccato dal mondo slapstick, la drammatizzazio­
ne è tuttavia più sfumata.
Traduzione da: John Gillett, James Blue, “Keaton at Venice”, in Kevin
Sweeney (a cura di), Buster Keaton Interviews, University Press of Mis­
sissippi, Jackson, 2007, pag. 222.
Traduzione da: Studs Terkel, “Interview with Buster Keaton”, in ibidem,
pag. 116.
Introduzione
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CAPITOLO 1
INQUADRATURE E SPAZIO IN ALCUNE SCENE
DI SHERLOCK JR.
Lo sdoppiamento di Keaton nella cabina di proiezione
Il protagonista del film, un proiezionista aspirante detective, è reduce
da un fallito pedinamento conclusosi con una torrenziale doccia:
«Come detective era bagnato fradicio, così tornò a vedere cosa poteva
fare con il suo altro lavoro».7
Questa didascalia dà il via ad uno dei momenti più importanti, che co­
stituisce la chiave di volta nel film: la famosissima scena dello sdop­
piamento del proiezionista, che fa da spartiacque fra la vita reale-mon­
do reale del protagonista e il mondo onirico-sogno.
Sherlock Jr. è infatti il film che più di ogni altro mette in scena il rap­
porto fra cinema, sogno e realtà. René Clair nel 1925 assimila il film a
una «critica drammatica [...] paragonabile a ciò che furono per il teatro
i Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello».8 Benayoun lo parago­
na a «un saggio teorico quale avrebbero potuto concepirlo i cineasti
dell'avanguardia francese».
La scena dello sdoppiamento mette in risalto il modo in cui il regista
concepisce lo spazio e le inquadrature. Scrive Francesco Ballo:
«L'inquadratura, meglio il suo spazio, fissato dall'occhio della cine­
camera, è quello che poi sarà oggetto della ricerca dello spettatore
[…] L'accadimento è dentro lo spazio inquadrato […] Quanto tempo
durerà questo determinato spazio? […] Keaton approfondisce la ri­
cerca di più spazi che si concatenano tra loro».9
Gli sceneggiatori10 erano convinti che uno dei temi fondamentali del
film sarebbe dovuto essere il sogno. In proposito l'operatore Elgin Les­
sley dice a Keaton:
«Per fare quello che vogliamo fare, devi essere un proiezionista in una
sala di proiezione di un cinema di una piccola città e addormentarti
dopo aver fatto partire il film. Una volta addormentato, ti vedi come
7
Così la didascalia originale: «As a detective he was all wet, so he went
back to see what he could do to his other job».
8 Citato in: Robert Knopf, The Theater and Cinema of Buster Keaton, Prin­
ceton University Press, Princeton, 1999, pag. 117.
9 Francesco Ballo, Buster Keaton, Gabriele Mazzotta, Milano, 1982, pag.
61.
10 Jean Havez, Clyde Bruckman, Joseph Mitchell.
Inquadrature e spazio in alcune scene di Sherlock Jr.
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uno degli importanti personaggi del film che stai proiettando. Esci dal­
la cabina di proiezione, arrivi sullo schermo e ne diventi parte. A que­
sto punto puoi raccontare tutta la storia».11
I protagonisti del film sono: il proiezionista, nelle parti del film che ri­
guardano la sua vita reale; il suo alter ego, nella parte onirica. Sarà pro­
prio quest'ultimo a entrare in Hearts and Pearls attraverso lo schermo
(la “porta” che collega la realtà col sogno) e a diventare Sherlock Jr.
La scena dello sdoppiamento, che sarà analizzata nel seguito, si può
suddividere in due parti: nella prima è sottolineato l'inizio della proie­
zione del film Hearts and Pearls, nella seconda il fulcro è lo sdoppia­
mento del proiezionista introdotto da piani medi dell'attore.
Analisi della prima parte
Saranno presi in considerazione cinque fotogrammi chiave (in ordine
cronologico nelle figure): i primi tre appartenenti alla stessa inquadra­
tura e gli ultimi due a quella immediatamente successiva.
Fotogrammi 1-2: il proiezionista si toglie la giacca e appende il cappello
Fotogrammi 1 e 2. L'aspirante investigatore12 è tornato al suo lavoro di
proiezionista (solo in seguito, nella parte onirica del film, vestirà di
nuovo i panni di Sherlock Jr., il più grande investigatore al mondo)13. Il
suo sguardo quasi sconsolato nella sala di proiezione è sottolineato da
una leggera inclinazione della testa verso il basso: forse già immagina
il mondo di sogno che costituirà il nucleo portante della parte succes­
siva del film. La figura intera evidenzia la gestualità di Keaton nella
11 Traduzione da: Joan Franklin, Robert Franklin, “Interview with Buster
Keaton”, in Kevin Sweeney (a cura di), Buster Keaton Interviews, Uni­
versity Press of Mississippi, Jackson, 2007, pag. 90.
12 Dopo un pedinamento andato a vuoto e, dopo una corsa sulle carrozze di
un treno, l'incidente con una pompa dell'acqua, da cui è uscito bagnato
fradicio.
13 Per avere un'idea generale della trama del film e degli accadimenti v. l'ap­
pendice A1, “Sinossi del film”, a pag. 61.
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Sherlock Jr. - una svolta nel cinema di Buster Keaton
CAPITOLO 2
CONTROFIGURE E TRUCCHI IN SHERLOCK JR. E
LORO USO NELLE GAG
Molti sono i numeri ad alto rischio e i trucchi presenti nei film di Bu­
ster Keaton. In questo capitolo ne vengono evidenziati alcuni, con par­
ticolare riferimento al film Sherlock Jr. In proposito sono riportati an­
che diversi spezzoni di interviste e testimonianze di persone che hanno
conosciuto bene Keaton e il suo mondo.
Buster Keaton di solito non usava controfigure nei suoi film ed esegui­
va personalmente la maggioranza dei numeri pericolosi. Un attore che
si prestava a simili scene non era molto frequente negli anni '20: tutte
le grandi personalità del cinema muto, ad esempio Douglas Fair­
banks27, facevano ricorso a controfigure o a stuntman (lo stesso discor­
so vale ovviamente anche per il cinema moderno).
Lo stuntman Harvey Perry, in un'intervista del 1976, rilasciata per il
documentario A Hard Act to Follow,28 dà una chiara idea del coraggio
di Keaton nell'affrontare i numeri pericolosi:
«Conoscendo Buster molto bene, e avendo sempre lavorato come pro­
fessionista, non avrei potuto farli come voleva lui. Sapeva esattamente
cosa voleva. Le sue cadute erano diverse, non era una semplice scivo­
lata. Faceva tante cose prima di cadere. Un tipo del genere non può
avere una controfigura».29
Keaton è stato abituato sin dalla prima infanzia ai numeri pericolosi, ri­
chiedenti spesso una grande agilità. Pertanto nell'attore si sviluppò un
notevole coraggio, che si unì a un innato istinto e capacità nella corsa.
Da questo punto di vista la scena della moto è emblematica.
Buster era un atleta di ottimo livello (in particolare nelle sequenze del­
la moto sono messe in evidenza le sue doti nelle corsa). Per lui, sempre
secondo Harvey Perry, «un film comico doveva avere azione fisica».30
27 Attore noto per numerosi film di avventura ed azione interpretati soprat­
tutto negli anni 10 e 20.
28 A Hard Act to Follow, film documentario (soggetto di Kevin Brownlow e
David Gill), Thames Television, 1987-1989 (il documentario, in tre parti,
è stato trasmesso il 30 settembre 1987 (prima parte), 1° gennaio 1989 (se­
conda parte) e 8 gennaio 1989 (terza parte).
29 Dal documentario A Hard Act to Follow, op. cit., episodio 1. Questa cita­
zioni e le successive da quest'opera sono tratte dai sottotitoli in italiano,
curati da Valentina Turri, dell'edizione in DVD della Cineteca di Bologna.
30 Dal documentario A Hard Act to Follow, op. cit., episodio 1.
Controfigure e trucchi in Sherlock Jr. e loro uso nelle gag
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La scena della moto
A proposito di Sherlock Jr., e in particolare della scena della moto,
Keaton asserisce:
«Non ho usato cascatori al mio
posto, piuttosto sono stato io la
loro controfigura. C'è una scena
in Sherlock Jr. in cui chiamo un
poliziotto in moto e gli dico:
“Segui quell'auto”. E salto sul
manubrio, ci imbattiamo in una
buca sulla strada e perdo il poli­
ziotto. Bene, il poliziotto che è
volato via ero io».31 (fotogram­
ma 45)
Fotogramma 45: Keaton è la
controfigura dei cascatori
Keaton, anche a distanza di molti
anni, ricordava nitidamente i dettagli di tutti i suoi film. Infatti subito
dopo spiega come è avvenuta la sostituzione:
«Ho preso Ernie Orsatti, un mio assistente attrezzista che aveva un fi­
sico simile al mio, gli ho passato i miei vestiti, ho indossato la divisa
di poliziotto, mi sono messo alla guida e sono caduto».32
Buster, dopo la caduta di Gillette,33
rimane solo, seduto sul manubrio
della moto (fotogramma 46). An­
che in questo caso, come in tante
altre scene (ad esempio quella della
gag del bicchiere34) non si rende
conto di ciò che sta accadendo (in
questo caso del fatto di essere ri­
masto solo sul veicolo), come lo
Fotogramma 46: Buster guida la
moto stando seduto sul manubrio
31 Kevin Brownlow, “Buster Keaton”, in Kevin Sweeney (a cura di), Buster
Keaton Interviews, University Press of Mississippi, Jackson, 2007, pag.
201.
32 Christopher Bishop, “An interview with Buster Keaton”, in Kevin Swee­
ney (a cura di), Buster Keaton Interviews, University Press of Mississippi,
Jackson, 2007, pag 61. Keaton, intervistato da Christopher Bishop, ripete
quasi letteralmente la stessa frase, cui aggiunge però, riferendosi a Orsatti
(che chiama erroneamente Rossetti): «Sono stato la sua controfigura».
33 In realtà, come già precisato, nella sequenza della caduta Gillette è inter­
pretato da Keaton stesso.
34 V. “La gag del bicchiere” a pag. 19.
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Sherlock Jr. - una svolta nel cinema di Buster Keaton
CAPITOLO 3
I PROTAGONISTI NEL CINEMA DI BUSTER
KEATON E IN SHERLOCK JR.
In questo capitolo saranno analizzate alcune figure presenti nei film di
Keaton e la nuova dimensione che assumono in Sherlock Jr.
La figura femminile in Buster Keaton e in Sherlock Jr.
Al di là delle disquisizioni dei critici, è lo stesso Buster Keaton a espri­
mersi con assoluta chiarezza sulla (scarsa) importanza che la figura
femminile riveste nei suoi film:
«Di norma c'erano solo tre ruoli principali: il cattivo, io e la ragazza, e
lei non era mai importante. La protagonista femminile doveva essere
graziosa e sarebbe stato d'aiuto se avesse avuto anche piccole doti d'at­
trice. Per quanto mi riguardava non mi interessava che avesse il senso
dell'umorismo: c'era sempre il pericolo che una ragazza di questo tipo
scoppiasse a ridere per una gag nel bel mezzo di una scena, rovinan­
dola e facendola rifare».70
I ruoli femminili non erano sempre i medesimi (si tenga conto che
Keaton è stato protagonista di 47 fra cortometraggi, mediometraggi e
lungometraggi dal 1917 al 1929).
Poteva trattarsi di personaggi che facevano risaltare vizi e negatività.
Esempi a riguardo sono: la moglie di Buster nel film My Wife's Rela­
tions71 e la figura femminile attaccata alla bottiglia in Spite Marriage,72
che Gerald Mast definisce «la più puttana delle eroine keatoniane».73 A
volte potevano apparire, almeno inizialmente, come impossibili oggetti
del desiderio: un esempio è la figlia del rivale del padre di Buster in
Steamboat Bill Jr.74
70 Tradotto da un'intervista a Keaton in: Gerald Mast, The Comic Mind: Co­
medy and the Movies, The University of Chicago Press, 1979, Chicago,
pag. 138.
71 Cortometraggio a due bobine diretto da Buster Keaton nel 1922.
72 Ultimo film muto interpretato da Buster Keaton (1929).
73 «The lady in Spite Marriage is the bitchiest of all the Keaton women».
Gerald Mast, The Comic Mind: Comedy and the Movies, The University
of Chicago Press, Chicago, 1979.
74 Film diretto da Buster Keaton nel 1928.
I protagonisti nel cinema di Buster Keaton e in Sherlock Jr.
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In Sherlock Jr., nella prima parte del film, la figura femminile assume
un ruolo diverso, quello di aiuto al protagonista, e una maggiore im­
portanza.
Buster, un proiezionista di cinema, è ingiustamente accusato del furto
dell'orologio del padre della ragazza di cui è innamorato. Questa, che
nutre dei dubbi sulla sua colpevolezza, si reca al banco dei pegni per
identificare il malfattore e scopre, con una buona dose di fortuna, che il
colpevole è Crane (l'antagonista in amore del proiezionista), giunto ca­
sualmente proprio di fronte alla vetrina del negozio.
Con la scoperta del colpevole si conclude la prima parte del film in cui,
nella scena del corteggiamento da parte del proiezionista, la ragazza,
cui sono rivolte le attenzioni-azioni dei due spasimanti, è sempre pre­
sente. Inoltre, quando Buster viene incolpato del furto dell'orologio del
padre, è lei che lo lascia (anche se ciò avviene dopo che il padre gli ha
già intimato di non farsi più vedere nella sua casa75).
Nella seconda parte, che è quella portante (il film nel film, ovvero il
sogno di Buster), la figura femminile perde però di nuovo importanza.
La ragazza, o meglio il suo alter ego, è ancora presente, però con un
ruolo differente e meno importante rispetto a quello della prima parte:
ora è l'oggetto del desiderio dell'alter ego di Crane, che qui è un mal­
fattore (che ruba delle perle di valore, anziché un orologio). Verrà pri­
ma rapita dai complici di quest'ultimo e poi salvata da Sherlock Jr., il
più grande investigatore del mondo (l'alter ego del proiezionista, che
invece è solo un investigatore aspirante).
Dunque nella parte onirica di quest'opera keatoniana tutto assume una
maggiore importanza, salvo proprio la figura femminile, che risulta se­
condaria, quasi ridotta a comparsa: sono Sherlock e Crane, il primo in
particolare,76 i protagonisti della scena.
75 La didascalia del film recita infatti così: «I'm sorry, my boy, but we never
want to see you in this house again». Da notare l'uso del we: tutti noi vo­
gliamo che tu non venga più in questa casa. Una sola persona parla anche
a nome degli altri componenti della famiglia.
76 Scrive Jennifer Peterson: «Il protagonista del film, il proiezionista di un
cinema, si addormenta sul lavoro. […] Significativamente questo perso­
naggio interpretato da Keaton non ha un nome nella cornice narrativa (è
detto semplicemente “il ragazzo”), così da rappresentare ogni uomo. Tut­
tavia, quando sogna se stesso nel film, diventa il magistrale detective
Sherlock Jr.». Traduzione da: Jennifer Peterson, Sherlock Jr., Routledge,
London, 2009, pag. 9.
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Sherlock Jr. - una svolta nel cinema di Buster Keaton