Il Biondo delle Carline - Liceo Ettore Majorana Orvieto

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Il Biondo delle Carline - Liceo Ettore Majorana Orvieto
Il Biondo delle Carline
Mercoledì 28 Marzo 2012 21:11
Incontro con il partigiano toscano Alfredo Merlo
Lo scorso mercoledì 21 Marzo si è tenuta nell'aula audiovisivi del Liceo Scientifico Majorana la
conferenza-testimonianza del partigiano toscano Alfredo Merlo, Il Biondo delle Carline. Il fervido
racconto dell'ospite nativo del comune livornese di Collesalvetti ha delineato in maniera chiara
la complessa situazione di guerra civile delineatasi in Italia a seguito dell'armistizio del 8
Settembre 1943.
Nato nel 1925 da un padre barrocciaio e una madre donna di casa, impegnata a badare alla
famigliaed ai suoi quattro figli, trasferitosi a Radicondoli, a quindici anni è costretto ad
interrompere gli studi all'avviamento professionale ed a recarsi nella vicina località di Anqua per
lavorare in un'azienda rimasta priva di operai, avendo il Fascismo reclutato la maggior parte
degli uomini e dei ragazzi in forze. Dopo esser rimasto lì per tre anni per aiutare la famiglia in
difficoltà economiche, al compimento del diciottesimo anno di età riceve la lettera per
l'arruolamento nell'esercito fascista. La sua decisione sul da farsi è una: nascondersi e sfuggire
alle camice nere incaricate di scovare i disertori. Inizialmente si rifugia sotto la protezione di una
famiglia benestante della zona, vivendo per qualche mese nascosto in una casetta nel bosco
assieme al figlio dei proprietari, anch'egli disertore. Nel momento in cui però il padre dell'amico
viene arrestato e, di conseguenza, il giovane è costretto ad arruolarsi al fine di farlo rilasciare,
Alfredo capisce che ormai è venuto il momento di trovare un altro nascondiglio. Abbandona così
la famiglia ospitante e, mentre percorre la strada per recarsi a Radicondoli e decidere con i suoi
genitori il da farsi, incontra suo padre, al quale racconta l'intera vicenda e con il quale stabilisce
di aspettare qualche giorno in paese per poi tentare di entrare a far parte del gruppo di
partigiani da poco creatosi sulle vicine montagne Carline di Travale. Il padre, infatti, lascia
giudicare al figlio se la scelta di entrare in un gruppo partigiano possa essere la giusta via da
seguire in un contesto così complesso e delicato. All'età di diciotto anni Alfredo Merlo inizia così
la sua storia di partigiano nella lotta di liberazione italiana. Con determinazione mista ad una
naturale inquietudine verso un futuro di cui non conosce né vede i confini, e con una mezza lira
nascosta in una calza, durante la notte si avvia verso l'intermediario indicatogli dal padre, il
quale, dopo un'iniziale diffidenza, lo conduce sulla montagna fino a presentarlo alla quindicina
di giovani tra diciotto e venti anni, italiani e stranieri, alloggiati in qualche casetta di legno
costruita fra gli alberi, che si trova davanti dopo tre ore di cammino ininterrotto. Mentre aspetta
di conoscere il comandante della squadra, viene invitato dagli altri ragazzi a trovarsi un
soprannome: d'allora in avanti non verrà più riconosciuto come Alfredo Merlo, ma come Il
biondo, il partigiano delle Carline che contribuì alla liberazione dell'Italia dai nazifascisti. La sua
importanza all'interno del gruppo diventa evidente sin dall'inizio, egli è infatti l'unico che
conosce palmo a palmo le terre circostanti essendovi nato, elemento fondamentale per la
gestione e l'attuazione dei piani del gruppo partigiano. Grazie al Partito di Liberazione
Nazionale l'opera dei vari gruppi partigiani locali viene coordinata giorno dopo giorno. Se il
primo periodo per il ragazzo è difficile, trovatosi all'improvviso lontano dalla famiglia,
accompagnato da coetanei sporchi, vestiti di stracci e con scarpe logore ai piedi, che lottano
quotidianamente per rimediare il cibo e per placare la fame e la sete che li attanaglia, con il
passare del tempo la situazione migliora: il gruppo si amplia, divenendo sempre più operativo
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ed efficace nell'eliminazione dei nazifascisti dal territorio; i contadini forniscono un aiuto enorme
nell'approvvigionamento di risorse alimentari e nella staffetta di messaggi per il coordinamento
dei vari gruppi partigiani; gli Alleati si rendono conto dell'importanza fondamentale dei “volontari
per la libertà” nella liberazione della Penisola, sostenendo quest'ultimi soprattutto mediante
l'invio di armi. Solo il 9 Giugno del 1944 lo squadrone dei partigiani incontra materialmente gli
Alleati inglesi, quando però ormai Collesalvetti, Radicondoli, Anqua e le zone circostanti sono
state già liberate e restituite al popolo.
Alfredo Merlo, Il biondo delle Carline, ha appassionato gli studenti con la sua narrazione
chiara e passionale della sua esperienza di partigiano, senza tralasciare le vicende più piccole
e banali, in modo da dipingerne un quadro variegato ma perfettamente comprensibile. Come
punto nodale della sua testimonianza, come spunto di riflessione importante, Alfredo Merlo ha
posto un accento particolare sulla Costituzione italiana, sulla cui carta, per la cui stesura, è
stato sparso il sangue di migliaia di uomini, è stata sacrificata la vita di padri e di figli innocenti,
è stata spesa la fatica di popoli di lingua, religione e colore diverso, tutti uniti da un unico
obiettivo: la libertà. Per questo in ultimo ha invitato tutti a non sottovalutare quel libricino, che,
secondo lo stesso testimone, andrebbe sempre tenuto con sé, in modo così da poter far
rispettare in ogni frangente ciò che in esso è stato scritto grazie al sacrificio e all'attivismo di
migliaia di persone comuni, di gente come noi, tra cui c’era anche Alfredo Merlo.
Gliulia Ottobrini
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