sul monte armidda alla scoperta della luna, delle stelle e dei

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sul monte armidda alla scoperta della luna, delle stelle e dei
CAMMINERAS – a cura di Pier Luigi La Croce
SUL MONTE ARMIDDA ALLA SCOPERTA DELLA LUNA, DELLE STELLE E DEI PIANETI.
Lanusei che sorge su una collina aperta verso il mare a quasi 600 metri slm, viene considerata la
capitale storica dell'Ogliastra. L'abitato è ricco di scorci caratteristici, con le strette stradine che si
inerpicano tortuose a raggiungere le case più alte. I dintorni del paese offrono aspetti
particolarmente interessanti. La strada per Gairo consente di accedere al bosco Selene, un’ampia area
di verde attrezzato dotata anche di un camping. Nei pressi dell’area si trova il Parco Archeologico
del Bosco Selene, che consta di due Tombe dei Giganti, recentemente restaurate, databili tra il XV ed
il XIII Sec. A.C., dei resti del basamento di una torre nuragica e di alcuni affioramenti di capanne. Il
villaggio nuragico deve essere ancora riportato alla luce e restaurato. A completamento della visita è
allestita un’unità introduttiva con pannelli illustrativi e riproduzioni di ceramiche di epoca nuragica
e prenuragica. Le visite guidate, che sono tenute da guide professioniste, si effettuano generalmente
tutti i giorni, eccetto il lunedì. Poco oltre, la stessa strada di accesso al bosco di Selene, sale verso la
cantoniera Sarcerei (m 964), sulla sella tra il Monte Sa Ceresia (m 1.105) e la Punta Tricoli (m 1.211),
i cui versanti sono stati nel tempo rimboschiti. Su quest'ultima cima si trovano i tralicci dei ripetitori
Tv e Telecom: è facilmente raggiungibile in auto e la cima offre un panorama meraviglioso su tutta
l'Ogliastra fino al mare e al Monte Ferru di Tertenia, con un susseguirsi di case e di tetti, di vigne e
di boschi e di colori che sfumano appena prima della linea del mare che più in la si congiunge con il
cielo lontano. Un'altra stradina d'asfalto si arrampica invece verso il monte Armidda dove anni fa è
stato costruito un osservatorio astronomico. Ed è proprio qui che Cammineras vi vuole condurre.
L’osservatorio astronomico di Lanusei sorge a quota 1150 metri sul Monte Armidda, circondato da
rocce, arbusti e qualche raro pino piegato dal maestrale. Data la scarsa presenza di luci, dal Monte
Arnidda, un angolo selvaggio di Sardegna non distante dal mare, pare si possano avere delle visioni
molto chiare della volta celeste. Tutto cominciò nel 1986 quando un gruppo di appassionati astrofili
in occasione del passaggio della cometa di Halley costruì un primo rudimentale telescopio.
Successivamente nacque l'Associazione ogliastrina di astronomia. Nel 1992, grazie al lavoro di
alcuni soci, venne completata la costruzione del telescopio da 40 cm di diametro. Nel frattempo, il
Comune di Lanusei, sollecitato da quegli appassionati, aveva fatto costruire sulla cima del Monte
Armidda un Osservatorio, costituito da un piccolo edificio composto di pochi locali ma con un'aula
con il soffitto a cupola per il telescopio. La gestione della struttura venne affidata a quello stesso
gruppo di astrofili ed oggi l'osservatorio è aperto al pubblico, generalmente su prenotazione, con
orario variabile a seconda della stagione. L'osservatorio, che è intitolato a Ferdinando Caliumi, si
trova a meno di 20 Km da Punta La Marmora, la vetta più alta del Gennargentu. Intorno non ci sono
molte luci e gli esperti considerano questo come uno dei luoghi più bui e con il maggior numero di
notti serene in Italia. Se la latitudine dell'osservatorio permette di distinguere in condizioni più
favorevoli che nel Nord Italia costellazioni spettacolari come lo Scorpione e il Sagittario, che qui
sono più alte rispetto all'orizzonte, la situazione atmosferica del luogo è tale da consentire
l'osservazione di molti dettagli della superficie dei pianeti e soprattutto della Luna. Per fare qualche
esempio, di Giove si può vedere l'atmosfera "a strisce" in cui spicca la "Grande Macchia Rossa"; di
Saturno s'identificano chiaramente gli anelli; la scarsità di illuminazione consente di vedere anche i
corpi astronomici al di fuori del Sistema solare, quelli lontani migliaia di anni-luce come le nebulose
o milioni di anni-luce come le galassie; infine della Luna, oltre alle formazioni più importanti, si
possono ammirare crateri fino a 1 o 2 chilometri di diametro. Quando ho infilato l’occhio nel
telescopio che in quel momento era puntato sul nostro satellite mi è venuto una specie di tuffo al
cuore: infatti avevo sempre pensato alla luna in termini diversi: cioè come a un qualcosa di astratto e
non di astrofisico; per me la luna non è mai stata solo il corpo celeste capace di condizionare le
maree, ma quella che può magicamente illuminare certe notti d’estate, che ispira i poeti ed
accompagna il cammino dei pastori transumanti. Ed invece ad osservarla attraverso il telescopio si
rimane davvero stupiti quando si scopre che i crateri esistono realmente e che il nostro satellite è
vicino più di quanto pensassimo. Ovviamente la visita all’Osservatorio è preferibile che avvenga la
notte e le condizioni climatiche devono essere tali da consentire una visione chiara del cielo. Prima
di mettersi in viaggio è, perciò, preferibile telefonare.
Parlando dell’Osservatorio astronomico del Monte Armidda abbiamo citato dei toponimi, di cui
alcuni sono dei fitonimi, cioè nomi di luogo che derivano da quelli delle piante: Monte Armidda
significa letteralmente Monte del Timo: s’armidda o anche aspridda è il timo (Thymus herba-barona L.).
Monte Ceresia, invece, letteralmente si traduce con Monte dei Ciliegi. Infatti ceresia, cheressia,
cariasa o xeresia indica il nome della ciliegia o del ciliegio, (Prunus cerasum L.). Ma la cosa più
curiosa riguarda Selene, il bel bosco di Lanusei. II nome deriva dall'omonima parola greca che
designava la luna. Significa “ente divino” oppure “luminosa”. E' usata anche la forma Selena e la
forma maschile Selenio.
Archeologia e Astronomia in Sardegna Gli studi archeoastronomici iniziati in Sardegna negli anni
Settanta hanno in qualche modo rivelato un probabile interesse dei nuragici per le osservazioni
astronomiche. Infatti risulta che molti degli accessi ai nuraghi sono orientati a sud oppure in
direzione del sorgere del Sole al solstizio invernale. Gli ingressi dei nuraghi a cupola, sono in genere
orientati verso i punti dove sorgevano, culminavano e tramontavano le stelle Sirio, Rigel e Rigil del
Centauro. In alcuni nuraghi costituiti da più torri, almeno una delle linee tangenti le mura esterne,
risulta orientata con uno dei punti da cui sorgono o tramontano il Sole o la Luna ai solstizi o
lunistizi. Alcuni pozzi sacri sembrano orientati in modo da suggerire connessioni con culti lunari
legati alle acque. Il pozzo di Santa Cristina di Paulilatino, ne è l'esempio più rappresentativo.