monte di pietá di mantova - Istituto Centrale per gli Archivi

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MONTE DI PIETÁ
DI MANTOVA
anni 1555-1565
buste 15, registri 36 e 1 cartella di disegni
117
Mantova, 2004
Monte di Pietà
L’archivio del Monte di Pietà di Mantova, di particolare importanza storica per la città e per
il territorio, si credeva disperso; nel 1999 ne fu invece segnalata l’esistenza presso la Banca
Regionale Europea s. p. a. di Milano. Il materiale documentario originariamente faceva parte del
patrimonio del Monte di Credito su Pegno di Mantova, incorporato nel 1946 dal Monte di Credito
su Pegno di Milano, istituto che divenne a sua volta Banca Regionale Europea.
Come risulta dagli atti d’ufficio, l’Archivio di Stato, pur trattandosi di archivio prodotto da
ente provato, si attivò rapidamente dichiarando il proprio interesse ad acquisire il fondo per
consentirne un’adeguata valorizzazione.
Successivamente, nel gennaio 2001, il Comitato Esecutivo dell’Istituto di Credito milanese
deliberava la stipula di una convenzione di deposito con l’Archivio di Stato, atto che veniva tuttavia
perfezionato soltanto il 4 aprile 2002, mentre il materiale documentario, conservato in otto grandi
scatole, veniva consegnato il 16 dicembre dello stesso anno.
Infine il deposito veniva autorizzato dal Direttore Generale per gli Archivi di Stato con
decreto del 18 febbraio 2003; nel frattempo il fondo è stato inventariato, con competenza e
professionalità, da Luisa Tamassia e viene ora messo a disposizione degli studiosi e dei ricercatori
interessati.
Mantova, 15 gennaio 2004
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Monte di Pietà
Il Monte di Pietà: cenni storici
Il Monte di Pietà di Mantova fu istituito, su impulso del beato Bernardino da Feltre, dal
marchese Francesco II Gonzaga con decreto del 1° dicembre 1484 1 : scopo del pio luogo, che come
noto prestava denaro a modico interesse su pegno di beni mobili, fu di recare sollievo ai poveri
sottraendoli all’usura ed agli alti tassi praticati dai banchi feneratizi ebrei. L’atto fu corroborato da
papa Innocenzo VIII con breve del 29 novembre 1486 “Apud Sanctum Petrum” 2 .
L’Istituto trovò collocazione nelle case poste all’angolo tra le attuali via Giustiziati e via
della Dottrina Cristiana, luogo che ospitò per un certo periodo anche il Consorzio di Santa Maria
della Cornetta, altro ente assistenziale cittadino dal quale ebbe origine l’Ospedale Grande. La sede
fu rimessa a nuovo nel 1596 con la costruzione, nel medesimo sito, di una massiccia fabbrica
protetta da robuste inferriate e separata dall’adiacente quartiere ebraico da alte mura 3 ; l’edificio
ospita ora appartamenti ed un supermercato di prodotti di pulizia, al cui interno sopravvivono, ben
visibili al pubblico, lacerti di affreschi testimonianti l’antica destinazione dei locali.
La vita del Monte, non particolarmente agiata per endemica scarsità di fondi e per la
concorrenza dei banchi ebrei, si trascinò stancamente, pur con la protezione dei Gonzaga, fino al
1630, allorché, in occasione del sacco, esso fu depredato di pegni, denari e registri. In seguito
rimase chiuso per oltre vent’anni, finché nel 1656 venne riattivato per volontà di Isabella Clara,
moglie del duca Carlo II, e continuò a funzionare fino al 1680, quando, a causa di errate operazioni
finanziarie, di ripetuti ammanchi e dell’insolvenza di grandi debitori, entrò definitivamente in crisi4 :
nonostante i tentativi dell’amministrazione austriaca, subentrata ai Gonzaga nel 1707, di risanarne i
bilanci, si pervenne al fallimento, decretato il 5 giugno 1732.
Una nuova fase, amministrativa ed economica, prese l’avvio con il “Piano del Nuovo Monte
di Pietà della Città di Mantova” pubblicato nel 1756: il nuovo Monte prese a funzionare grazie
all’eredità del defunto marchese Giulio Gonzaga di Novellara, alla fine di una lunga vertenza legale
con Ricciarda Gonzaga Cybo, duchessa di Massa e sorella del defunto.
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ASMn., Archivio Gonzaga, Libri dei decreti, 20 1/2, c. 178 e segg.
ASMn., Archivio Gonzaga, b. 3359, in copia. Per notizie sulla storia del Monte di Pietà di Mantova: C. D’ARCO,
Studi intorno al Municipio di Mantova, dall’origine di questa fino all’anno 1863, Mantova 1874, vol. VII, pp. 139-145;
F. AMADEI, Cronaca universale della città di Mantova, vol. II, Mantova 1955, pp. 270-272; A. MARSIGLI, Il Monte
di Mantova. Brevi notizie storiche, Mantova s. d. (1942), pp. 1-16; E. CASTELLI, Origini e vicende del Sacro Monte di
Pietà di Mantova, in Civiltà mantovana, n. 109, anno XXXIV, Mantova 1999, pp. 45-60, cui si rimanda per l’accurata
ricostruzione della storia economica e finanziaria dell’Istituto.
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F. AMADEI, op. cit., vol. III, Mantova 1956, pp. 155-156.
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La causa principale del fallimento del Monte di Pietà è da ricercarsi, come suggerisce Enrico Castelli, nell’essere stato
“un comodo e compiacente serbatoio per gli stessi duchi e reggenti di Mantova, nonché per gli alti papaveri dello Stato
o nobili in genere”, cit. p. 50.
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Nel volgere di qualche anno raggiunse una certa floridezza, mentre le sue funzioni, prima
prevalentemente basate sul mutuo su pegno, vennero assumendo una connotazione bancaria,
indirizzandosi alla sovvenzione di attività economiche produttive come l’agricoltura ed il
commercio. Durante il regno di Maria Teresa, infatti, il Monte di Pietà svolse la funzione di cassa di
sovvenzione per la costruzione di case e fabbriche rustiche, e per opere di bonifica e migliorìe
agrarie.
Durante l’occupazione francese esso conobbe, invece, una nuova grave crisi per
l’atteggiamento vessatorio del governo e per le sistematiche requisizioni a favore dell’esercito di
occupazione. Nel 1807, nel contesto della riforma delle Congregazioni di Carità, i Monti di Pietà vi
furono aggregati e trattati alla stregua degli altri istituti assistenziali.
Con il ritorno degli Austriaci non cessarono le incette a favore degli eserciti di occupazione,
compiute mediante la requisizione degli argenti e l’introduzione del cosiddetto “Prestito forzato” (b.
6).
Dall’unità d’Italia, avvenuta per Mantova nel 1866, l’Istituto non conobbe sostanziali
trasformazioni della sua attività, quasi esclusivamente pignoratizia, fino al 1898, quando con legge
del 4 maggio 1898 n. 169, i Monti furono abilitati alle duplici funzioni di beneficenza e di credito.
Nel frattempo, il Monte di Pietà di Mantova, ospitato dal 1484 nell’originario sito
quattrocentesco di via Giustiziati, migrò nell’angolo tra via Fratelli Bandiera e via Arrivabene, a
seguito dell’acquisto dai conti Arrivabene dell’omonimo palazzo, con rogito datato 8 aprile 1889
del notaio Alessandro Nicolini.
La legislazione successiva, in particolare la legge del 10 maggio 1938 n. 745, fece prevalere
la funzione creditizia dei Monti e concesse loro ordinamenti autonomi: conseguentemente, a partire
dal 1942 il Monte di Mantova fu autorizzato a svolgere funzioni prevalentemente bancarie e a
denominarsi Banca del Monte di Mantova a norma di un proprio Statuto. Infine, nel 1947 il Monte
di Mantova fu assorbito dalla Banca del Monte di Milano, che dal 1995 ha assunto la
denominazione di Banca Regionale Europea.
L’archivio: natura, dispersioni, struttura, problemi e metodi di ordinamento
Il fondo è pervenuto all’Archivio di Stato di Mantova, a seguito di convenzione di deposito,
nel dicembre 2002, in 8 scatoloni provenienti dalla sede di Milano della Banca Regionale Europea,
con allegata una generica distinta dei pezzi: alla fine dell’ordinamento, giacché non di vero riordinamento si può parlare, come di seguito si spiegherà, esso consta di 52 unità: 15 buste, 36
registri, una cartella di disegni.
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Tale documentazione, per quanto esigua rispetto alla mole originaria, aggiunge un nuovo
tassello al mosaico della storia della città di Mantova, con particolare riferimento alla storia
dell’economia e del credito, offrendo un utile contributo alla storia dell’evoluzione economica,
sociale e culturale. Il deposito da parte della Banca Regionale Europea è inoltre testimonianza della
consapevolezza, ormai raggiunta anche da parte degli istituti bancari, dell’importanza della
conservazione e valorizzazione dei propri archivi.
L’esame delle carte non ha consentito di individuare stabili criteri originari di stratificazione
e/o classificazione, o precedenti e sistematici interventi di riordino dell’archivio: solo in qualche
caso sono riconoscibili fascicoli originali o nuclei di documenti volontariamente costituiti.
Viceversa, l’esigua consistenza del materiale testimonia eloquentemente le spogliazioni subite dal
fondo. La prima delle quali avvenne nel 1630, in occasione dello storico sacco della città di
Mantova, come risulta dalla relazione del 15 marzo 1738 del rettore Giuseppe Soldati: unico pezzo
sopravvissuto, il libro cosiddetto “Beato Bernardino”, ora registro n. 21 5 .
Una vera operazione di scarto, questa volta programmatica, è testimoniata da un carteggio
intercorso tra il 1808 ed il 1809 tra il personale amministrativo del Monte e la Congregazione di
Carità: documentazione afferente al vecchio Monte, dal 1483 al 1750, costituita da “Registri,
Biglietti di pignorazione, recipiat, mandati ed altri ammassi di minute e carte informi”, fu avviata
allo scarto, mentre della documentazione a partire dal 1756, ovvero dalla fondazione del Nuovo
Monte, si propose la conservazione, previa selezione, delle sole carte utili 6 . Nell’operazione di
scarto furono comprese tutte le filze dei biglietti dei pegni ed i corrispondenti registri di
pignorazione e riscossione fino al 1798, ad esclusione dell’ultimo decennio 1799-1808. A titolo
precauzionale furono invece conservati, pur reputandoli ormai inutili a causa del noto fallimento, e
quindi procrastinandone semplicemente l’eliminazione, i registri di contabilità e le filze dei conti e
bilanci; contestualmente si propose di affidare ad un soggetto idoneo e capace il riordino delle carte
della Ragioneria e la indicizzazione delle filze dei rogiti.
Nuove e sistematiche campagne di scarto sono documentate nel 1901 e nel 1911,
rispettivamente sul decennio 1881-1890, e 1891-1900 7 . Ciò evidenzia l’instaurarsi della
consuetudine di rimuovere d’ufficio, ogni dieci anni, la documentazione del penultimo decennio; a
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ASMn., Archivio Gonzaga, b. 3359, c. 646 v.
ASMn., Monte di Pietà, b. 2. Documento del 12 dicembre 1808. A testimonianza del “riuso” cui il materiale scartato
veniva sottoposto : “Tali carte sono del tutto inutili, e solo atte da vendersi ai bottegai quelle cioè, che possano ad essi
servire, e le lacere alle cartare, ed essendovi delle coperte di registri ancor buone si possono adoperare per le coperte di
molti registri che tutti gli anni si rinovellano risparmiando così una maggiore annuale spesa. Per quelle coperte poi, che
sono già in parte dai sorci rose, vi sono li calzolai che le acquistano a loro uso”.
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Archivio Storico del Comune di Mantova (d’ora in poi ASCMn), Ente Comunale di Assistenza (ECA), b. 70. Il dato
quantitativo del documento datato 24 agosto 1901 è eloquente: oltre 26 quintali di carta consegnati alla ditta Bellenghi.
Dal medesimo carteggio si evince che erano conservati presso il sottotetto di palazzo Arrivabene, al IV piano, cui si
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tale procedura usuale si aggiunsero, nella contingenza del I° conflitto mondiale, ulteriori scarti
sistematici a favore della Croce Rossa nel 1916. Oggetto degli spogli dovettero essere proprio le
carte relative alla gestione quotidiana dell’attività di credito su pegno, ovvero polizze madri e figlie
estinte, registri dei pegni e tabelle contabili di riscossione; esclusa invece, generalmente, la
corrispondenza d’ufficio. Tutto questo sembra rendere conto dell’esiguità e farraginosità del fondo,
fattori che hanno precluso la possibilità di un suo effettivo ri-ordinamento e ne hanno condizionato
la sistemazione.
L’analisi delle carte ed il confronto con la struttura archivistica di altri Monti di Pietà e di
Istituti di assistenza e beneficenza 8 , hanno suggerito di organizzare le carte intorno a nuclei tematici
che rimandano alle principali funzioni dell’Istituto. Si sono pertanto create tre sezioni così descritte:
I Atti costitutivi (busta 1)
II Amministrazione (buste 2-9)
III Gestione (buste 10-15)
Seguono una miscellanea di registri (da n. 16 a n. 51), ed una cartella di disegni (n. 52).
Un primo nucleo di documenti è rappresentato dagli atti costitutivi (b. 1), ovvero dalle carte
che definiscono la fisionomia giuridica dell’Istituto e ne testimoniano l’assetto e l’evoluzione
istituzionale: ordini, piani, statuti, relazioni e simili; grida, leggi, avvisi, decreti, circolari e
disposizioni varie. In questa sezione si è inserito anche un registro delle cause, non altrimenti
collocabile, presumibile unico superstite di una corposa serie sul contenzioso.
Un secondo nucleo è rappresentato dai documenti e dalle scritture prodotti dal corpo
amministrativo dell’Istituto in adempimento alle proprie funzioni burocratiche ed amministrative
(bb. 2-9): conti preventivi e consuntivi, prospetti e riassunti statistici, ruoli degli impiegati, spese
d’ufficio, questioni legali, comunicazioni. Significative, nella busta 6, le testimonianze sulle
requisizioni degli argenti nel 1848, e sul prestito forzato nel 1850.
In questa sezione si sono fatti inoltre confluire: il carteggio con la Congregazione di Carità ed altre
Istituzioni ed Enti, e, in quanto relativi alla gestione logistica degli uffici, tutti i documenti inerenti
l’acquisto di palazzo Arrivabene, lavori di adattamento dei locali, e le successive manutenzioni
ordinarie e straordinarie, anche relative alla sede della Banca del Monte in piazza Marconi 7, ora
filiale della Banca Regionale Europea.
accedeva tramite una disagevole scala di circa 80 gradini, due distinti archivi: quello del Monte e quello della
Congregazione di Carità, i cui uffici furono ospitati per qualche tempo nel medesimo palazzo (vedasi b. 7, fasc. 3 e 4).
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Collectio Actorum. Guida alla Fondazione del Monte e agli archivi storici dei Monti di Pietà di Bologna e Ravenna
(secoli XIII-XX), a cura di Massimo Fornasari, Paola Mita, Patrizia Busi, Aurelia Casagrande, Bologna 1994. ASCMn,
R. NAVARRINI, Gli archivi degli istituti di assistenza e beneficenza, s.d., dispensa dattiloscritta.
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Una terza sezione è stata riservata alla gestione, ovvero alle carte che dovrebbero
testimoniare l’attività concreta del Monte (bb. 10-15). In realtà, come già rilevato, la
documentazione prodotta dall’attività di prestito su pegno, di entità quantitativamente
considerevole, è andata pressoché interamente perduta.
Viceversa si è conservato un nucleo di carte settecentesche relative alla gestione dei beni
dell’eredità di Giulio Gonzaga da Novellara, lascito grazie al quale, nel 1756, fu rifondato il Nuovo
Monte di Pietà (bb. 10-11). Nella farraginosità del materiale che si è ritenuto di far confluire in
questa sezione (ad es. bb. 12-13), sono riconoscibili una trentina di fascicoletti originali, sempre
settecenteschi, relativi ad eredità, legati e livelli, ovvero rendite a favore del Monte (b. 14): la
conservazione di questo corpus deriva, evidentemente, dalla necessità di documentare i capitali e le
rendite dai quali trasse fondamento l’attività dell’Istituto rinnovato. Infine, la busta 15 contiene
carte relative a sovvenzioni per la costruzione di fabbriche rustiche, migliorìe agrarie e lavori a
favore di comunità locali.
Segue una miscellanea costituita dai soli 36 registri conservatisi (da n. 16 a n. 51). Dati i
frequenti collegamenti e rimandi interni si avverte che, per alcuni di essi, è consigliabile la
consultazione in parallelo. Per il loro ordinamento si è seguita la falsariga di una vecchia
numerazione su piccoli tasselli di carta incollati alle coste, che contrassegna, da 1 a 21, 19 pezzi
(essendo caduti i numeri 13 e 14): tali volumi contengono dati e registrazioni collocabili tra le
seconda metà del ‘600 ed il 1807. È probabile che il censimento ed il contrassegno di questi registri
superstiti siano stati effettuati proprio all’indomani della svolta istituzionale dei Monti, ovvero la
loro concentrazione, assieme agli altri Istituti pii ed assistenziali, sotto l’amministrazione delle
Congregazioni di Carità, imposta dal Governo francese con decreto vicereale del 17 luglio 1807. Il
criterio che presiede alla vecchia numerazione, tipologico e cronologico insieme, è stato esteso per
analogia ai rimanenti registri
I primi cinque pezzi, dal n. 16 al n. 20, sono “catasti”, ovvero grossi volumi contenenti
registrazioni di rogiti e atti notarili in genere. Il registro n. 21 è il famoso libro del Beato
Bernardino, rinvenuto fortunosamente dopo il sacco del 1630. Seguono tre mastri, un registro II
delle Convocazioni del sacro Monte di Pietà (il I è andato perduto) e due registri di depositi e doti; i
registri 28, 29 e 30, privi della numerazione d’epoca di cui si è detto, che riprende dal n. 31, sono
stati inseriti in sequenza secondo il criterio cronologico. Segue, dal n. 33 al n. 42, una serie di
registri sullo stato attivo e passivo del Monte fino al 1813.
Per tutti gli altri volumi, quando non è dato riconoscere serie tipologiche, si è adottata come criterio
di ordinamento la mera sequenza cronologica.
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In coda, al n. 51, si è collocato quanto resta di un registro denominato “Croce”, afferente al
Monte di Pietà di Canneto, gravemente ammalorato ed apparentemente estraneo al fondo.
Infine, si è creata una cartella (n. 52) con disegni pervenuti arrotolati, che è stato
impossibile collegare alla documentazione del fondo, eseguiti dall’ing. Francesco Bonfanti, attivo a
Mantova tra gli anni ’30 e ’50 del Novecento: si tratta di prospetti di palazzo Arrivabene sulla via
omonima e su via F.lli Bandiera, di rilievi del piano terra e di un progetto di sistemazione di parti
dell’edificio, il tutto senza data. L’ente committente è il “Monte di Credito su pegno”, e la
sistemazione comporta una suddivisione degli spazi per lo svolgimento in ambienti separati
dell’attività creditizia e dell’attività connessa ai pegni. Dato che tra il 1938 e 1939 si operò il
“distacco del Monte di Credito su Pegno dalle Opere Pie decentrate e sua costituzione autonoma
con Decreto Prefettizio 5 maggio 1938” (b. 8, n. 3), si può presumere che i lavori siano stati
commissionati ed eseguiti poco dopo questa data, tra il 1940 ed il 1941 9 .
A titolo informativo si segnala che un libro di cassa di livelli e legati del Monte di Pietà
databile tra il 1686 ed il 1710, con chiari riferimenti al libro San Paolo n. 27 e al libro Giornale n.
32, è stato rinvenuto ed inventariato tra le carte dell’Ospedale di Mantova (Versamento 2002, b. 2,
n. 13). Tale presenza sembrerebbe dovuta alla temporanea contiguità, presso i medesimi uffici
amministrativi siti prima in via Giustiziati e poi in palazzo Arrivabene, di carte afferenti a diverse
opere pie della città e della provincia di Mantova: ciò spiegherebbe anche la presenza del registro
relativo al Monte di Canneto.
Mantova, 15 gennaio 2004
a cura di Luisa Onesta Tamassia
Il presente dattiloscritto, passibile di aggiornamenti e correzioni, è ad uso esclusivo della sala di
studio, pertanto è escluso dalla fotoriproduzione.
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Si veda a tal proposito: A. MARSIGLI, cit., pp. 15-16.
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Monte di Pietà
Inventario
I Atti costitutivi
Busta 1
1. Atti inerenti la fondazione del Monte di Pietà: ordini, decreti, privilegi, piani, memorie,
sentenze, regolamenti e statuti organici, 1555(1484)-1934, e senza data.
2. Raccolta avvisi e decreti, 1769-1906.
2.1 Documenti a stampa: informazioni, avvisi, circolari, bandi e simili, 1769-1906.
2.2 “Dal 1862 al 1870. Raccolta decreti ed ordinanze ”, 1862-1870.
3. “ [Secundus Liber] Causarum Sacri Montis”, 1714-1738.
II Amministrazione
Busta 2
1. Carteggio amministrativo, 1666 (copie)-1799, e data illeggibile.
2. Carteggio con Amministrazione francese, con indice delle carte, 1797.
3. Carteggio con Amministrazione francese, con indice delle carte, 1798-1799.
4. Carteggio con Amministrazione francese, con indice delle carte, 1799.
Busta 3
Carteggio amministrativo, 1801-1815.
Busta 4
1. Carteggio amministrativo, 1815-1826.
2. “N.1 Fascicolo degli atti interni relativi alla causa contro la signora Fulvia Accordi”, maritata
Cocconcelli, 1800-1826. Il fascicolo contiene “Elenco delli pegni falsi”, ed elenchi di preziosi
venduti nel 1817.
Busta 5
Carteggio amministrativo, 1827-1891.
Busta 6
1. “Progetto di unione tra la Cassa di Risparmio ed il Monte di Pietà”, 1829-1830.
2. “Requisizione delle argenterie presso il Monte”, 1848. Allegato: “Inventario di tutti i pegni
d’argenteria presso il Monte di Pietà di Mantova dal febbraio a tutto dicembre 1846”.
3. “Notificazione di prestito forzato dall’I. R. Governo Generale C e M”, 1850-1854.
4. “Congregazione di Carità di Mantova. Ragioneria. Monte di Pietà. Ricchezza mobile”, 18771930. Minute e prospetti di natura contabile inerenti redditi, onorari e pensioni di spettanza ed a
carico del Monte di Pietà in relazione all’imposta di ricchezza mobile.
Busta 7
1. “Pratiche per la riforma del Monte di Pietà”, 1883-1889. Riforma del Monte di Pietà ed
adattamento relativi locali; acquisizione di palazzo Arrivabene, 8 aprile 1889, per rogito del
notaio Alessandro Nicolini. Allegati: pianta “Progetto per erigere un nuovo Monte di Pietà
nella porzione dell’Orfanotrofio femminile di Mantova affittata al Comune per uso di scuole
elementari”, ing. Vallenari, 7 luglio 1887; lucido “Pianta in scala metrica di 1:200 del palazzo in
Mantova di ragione del nobile conte Gian Galeazzo Arrivabene…”, ing. Vallenari, 18 agosto
1887.
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Monte di Pietà
Segue busta 7
2. Atti relativi a palazzo Arrivabene, 1814-1833, come segue:
2.1 “Istrumento di divisione tra li nobili signori conti Ferdinando, Francesco, Giberto, Giovanni
fratelli Arrivabene maggiorenni, il nobile signor conte Francesco Biondi in qualità di tutore del
minore signor conte Giuseppe Arrivabene, etc.”, 1 ottobre 1814, notaio Giuseppe Maria Tirelli;
2.2 “Assegno di porzione del palazzo Arrivabene n. 747, fatto dal concorso dei creditori sulla
eredità giacente della contessa Adelaide Arrivabene, etc.”, 5 ottobre 1815, notaio Innocente
Pastorio;
2.3 “Vendita per parte del signor conte Ferdinando Arrivabene alla signora contessa Eleonora
Ippoliti di Gazoldo Arrivabene di alcune determinate parti del palazzo Arrivabene”, 20 aprile
1833, notaio Francesco Bacchi.
2.4 “Relazione di stima di una parte del palazzo nella contrada S. Francesco al civico n. 747
dell’eredità lasciata dal fu conte Giberto Arrivabene”, 14 novembre 1833. Allegate n. 4 tavole
con piante del palazzo.
3. Lavori di adattamento di palazzo Arrivabene a sede del Monte di Pietà, 1887-1904. Allegati:
“Progetto speciale per l’impianto degli uffici del Monte di Pietà in parte del cortile, e per la
copertura completa e cristalli del resto del cortile medesimo”, n. 2 tavole, ing. Vallenari, 25
febbraio 1888; “Progetto di una tettoja di ferro a vetri, di gallerie pure di ferro con vetri e di
serramenti in ferro a vetrate…”, n. 4 tavole, ingg. Cantoni e Colorni, 2 marzo 1888; “Tettoia in
ferro con copertura a vetri”, n. 4 tavole, Larini Nathan e C., 9 gennaio 1888; “Progetto speciale
per la parziale copertura a vetri del cortile…”, n. 4 pezze a, b, c, d, costituenti allegato IV, al
“Progetto delle opere di restauro, riforma e sistemazione da eseguirsi nell’ex palazzo
Arrivabene, allo scopo di insediarvi e trasportarvi gli Uffizi Congregazione di Carità ed il
Monte di Pietà”, 23 febbraio 1889, ing. Vallenari; lucido di grosso formato ”Progetto di tettoia
metallica e veranda per sala pubblica ed uffici del Monte di Pietà in Mantova”, ing. Giuseppe
Rosati, 22 agosto 1889; lucido con particolari costruttivi di “pulvini di vivo”, 20 ottobre 1889.
Schizzo con pianta relativa ad area indebitamente occupata da Spagna Giosafatte presso edificio
Monte di Pietà tra via Giustiziati e via Dottrina Cristiana, 12 maggio 1883; “Tavola disegni…
contenente i tipi dello stabile ex Monte di Pietà posto in via Giustiziati civico n. 3” allegata a
“Relazione di stima del fabbricato ex Monte di Pietà…” relativa ad antica sede in via
Giustiziati, ing. Vallenari, 18 dicembre 1890; n. 2 tavole relative a porta d’ingresso del palazzo
del Monte di Pietà su via Arrivabene, ing. Vallenari, 1 giugno 1894; n. 3 tavole “Serranda di
ferro a difesa dell’arcata fra l’androne ed il porticato del Monte di Pietà di Mantova”, 5 maggio
1904.
4. “Riparazioni ai parafulmini, caloriferi, tettoja metallica e veranda del Monte”, 1888-1916.
Allegati: lucido “Progetto di riscaldamento dei locali del Monte di Pietà di Mantova”, 9 marzo
1888; lucido “Pianta dimostrativa del fabbricato ex Arrivabene indicante il modo di
riscaldamento degli uffici nel medesimo contenuti”, 23 agosto 1889; “Progetto delle opere di
restauro riforma ecc. del palazzo ex Arrivabene. Pianta dimostrativa della struttura dei tetti”,
ing. Roberto Vallenari, 3 aprile 1890; n. 2 piante con progetto per riscaldamento degli uffici
sede della Congregazione di Carità, ing. Ludovico Rosati, 14 aprile 1910.
5. “Lite vertente contro Corbellani Guglielmo”, 1890-1891, per opere da falegname eseguite al
nuovo Monte di Pietà.
Busta 8
1. “2.5.1 Eredità, lasciti, legati, donazioni, elargizioni”, 1934.
2. “2.5.2 Approvazione conti consuntivi 1929-1935. Bilanci preventivi (approvazioni)”, 19371939.
10
Monte di Pietà
Segue busta 8
3. “2.5.3 Distacco del Monte di Pegni dalle Opere Pie Decentrate”, 1937-1939.
4. “2.5.4 Stabili di Città. Monte di Pietà, affittanze in corso”, 1919-1938. Affittanze di ambienti in
palazzo Arrivabene.
5. “2.5.6 Sistemazione fabbricato. Monte di Pietà”, 1932-1937. Impianto di riscaldamento,
sistemazione locali di compendio, sistemazione tettoia, illuminazione, ecc., presso palazzo
Arrivabene. Allegati: lucido “Tipo dimostrativo uffici del Monte sistemato”, ing. Gaetano
Nuvoletti, 17 luglio 1932; disegno della ditta Sacil di Milano per costruzione di lucernario e
velario presso cortile del Monte di Pietà, 10 ottobre 1932.
6. “2.5.7 Servizio di Tesoreria e Cassa. Finanziamenti”, 1938-1939.
7. Moduli accertamento della proprietà immobiliare urbana presso palazzo Arrivabene, con
allegate n. 4 planimetrie catastali, 31 gennaio 1940.
Busta 9
1. Situazioni attività del Monte 1914 e 1918, versamenti Cassa Depositi e Prestiti, varie, 19141955.
2. “Danni di guerra mobili e palazzo Monte di Credito su pegno Mantova”: lavori di ricostruzione
tetto di palazzo Arrivabene,1942-1952. Allegata tavola ing. Giovanni Borella, 4 ottobre 1945.
3. “Richiesta di adempimento degli oneri derivanti dalla Cappellania Alessandro Martelli”, 19511957.
4. “Banca del Monte. Locali”, 1951: lavori di sistemazione di solaio presso sede in via Arrivabene.
Allegati un disegno e n. 5 lucidi.
5. “Immobili Banca”, 1951-1964: lavori di costruzione immobile Banca del Monte di Milano in
piazza Marconi n. 7. Allegate n. 10 tavole progettuali, ing. Raffaello Albani di Milano, s. d.
(1951). Lavori presso palazzo Arrivabene per costruzione locali ad uso centro scolastico ENAL,
allegate n. 5 tavole, ing. Aldo Signoretti, 6 aprile 1964.
6. “Lavori immobile via F.lli Bandiera”, 1963-1965: lavori presso locali ENAL e torre. Allegata
una tavola, s. d.
III Gestione
Busta 10
Eredità Giulio Gonzaga da Novellara, 1725-1801.
1. Fascicoli relativi all’eredità Giulio Gonzaga da Novellara come segue:
1.1 “N. 1 e 2. Carte portanti l’ordinata indi sospesa alienazione de’ fondi dell’eredità del fu
marchese Giulio Gonzaga col suo testamento”, 1773-1779.
1.2 “N. 3. Possessione di Buzzoletto”, 1728-1787 e senza data.
1.3 “N. 4. Possessione del Gambino”, 1728-1801.
1.4 “N. 5. Molino di Massimbona”, 1732-1791 e senza data.
1.5 “N. 6. Molino e pila di Molinella”, 1734-1795.
1.6 “N. 9. Maldinaro”, 1735-1779.
1.7 Mulini a Volta, 1737-1786.
2. Adempimenti connessi ad eredità Giulio Gonzaga da Novellara, 1717-1790 e senza data.
3. Filza di carte numerate da 1 a 172, con lacune, relative a conti e bilanci dell’eredità Giulio
Gonzaga da Novellara, 1725-1782.
11
Monte di Pietà
Busta 11
Eredità Giulio Gonzaga da Novellara, 1757-1786.
1. Filza di carte numerate da 1 a 205, con lacune, relative a gestione dei beni dell’eredità Giulio
Gonzaga da Novellara, 1757-1786.
2. Filza di carte numerate da 3 a 497, con lacune, 1764-1768, relative a spese sostenute, doti e
somme erogate a seguito di disposizioni dell’eredità Giulio Gonzaga da Novellara.
Busta 12
1. Copie di atti (inventari, cessioni, vendite, ecc.), 1508-1752.
2. Copie di atti di investitura, 1559-1765.
3. “Deducioni di contribucioni”, 1706-1769. Filzetta di attestazioni provenienti dall’ufficio delle
contribuzioni.
Busta 13
Copie di atti notarili, documenti e carteggio inerenti legati, eredità, debitori, ed altro, 1618-1891.
Busta 14
Fascicoli relativi ad eredità, legati e livelli, generalmente s. d., ma circa 1765-66 (si vedano registri
28 e 29).
1. “N. 1. Eredità Affini”.
2. “N. 2. Legato di Lavinia Aldegatti”.
3. “N. 3. Eredità di Benedetto Alessandria”.
4. “N. 4. Eredità di Francesca Berti”.
5. “N. 5. Eredità di Sigismondo Bonomi”.
6. “N. 6. Legato di Caterina di Brandemburg del Torchio”.
7. “N. 7. Legato di Girolamo Brunamonti”.
8. “N. 8. Legato di Francesco Cadamosti”.
9. “N. 9. Eredità di Giambattista Calzoni”.
10. “N. 10. Eredità di Camillo Capiluppi”.
11. “N. 11. Eredità di Elisabetta Ceppi”.
12. “N. 12. Eredità di Giacomo Chiodi”.
13. “N. 13. Eredità di Don Giovanni Doro”.
14. “N. 14. Eredità di Bernardino Franceschi”.
15. Eredità del cardinale Ercole Gonzaga.
16. “N. 16. Legato di Emilia Gonzaga”.
17. “N. 17 e 18. Legato di Irenea Estense e legati di Francesco Grossi detto Grossino”.
18. “N. 19. Eredità di Alessandro Grassi”.
19. “N. 20. Eredità di Francesco Greppi”.
20. “N. 21. Eredità di Giacomo Lazzarini”.
21. “N. 22. Eredità di Eugenia Locatelli”.
22. “N. 23. Legati di Francesco Mazzolino detto Zoppino”.
23. “N. 24. Legato di Caterina Polli Franchini”.
24. “N. 25. Legato di Stefano Porri”.
25. “N. 26. Legato di Francesco e Margarita Prevedini”.
26. “N. 27. Legato di Lucia Ricciardelli”.
27. “N. 28. Eredità di Giacomo Rondinelli”.
28. “N. 29. Eredità di Rodolfo Rozzi”.
29. “N. 31. Legato di Baldino Scarampi”.
30. “N. 32. Legato, ossia assegno di Paola Tridapalli”.
31. “N. 33. Legato di Carlo Perini”.
32. “N. 34. Legato di Giorgio Schiavi”.
33. Livello Banzola.
(NB: manca fascicolo originale n. 30)
12
Monte di Pietà
Busta 15
Atti, carte e fascicoli relativi a sovvenzioni a terzi per costruzioni o migliorie a fondi rustici, alvei,
digagne; sovvenzioni a Comuni e comunità parrocchiali, 1772-1845. Si veda registro IV Catastro, n.
19.
Registro 16 (alias 1)
“Cattastro delli Instromenti del Sacro Monte di Pietà di questa Città di Mantova, intittolato Pietà”.
Sulla costa: “Catastro I Monte, dal 1621 15 aprile al 1699 11 dicembre”.
Registro 17 (alias 2)
“Cattastrum secundum instrumentorum Montis”. Sulla costa: “Catastro II Instrumenta, dal 1673 6
settembre, al 1731 7 giugno. Rogiti”.
Registro 18 (alias 3)
“Cattastro terzo Monte”. Sulla costa: “Dal 29 marzo 1732 al 5 giugno 1792. Monte, rogiti. Cattastro
terzo”.
Registro 19 (alias 4)
“Cattastro del S. Monte di Pietà 1785”. Sulla costa: “IV Catastro dal 1785 al 1787 Monte. Rogiti”.
Contiene copie di atti di sovvenzione per costruzione di fabbriche.
Registro 20 (alias 5)
Sulla costa: “V Catastro, dal 1790 al 1803, 14 marzo. Monte. Copie di rogiti e documenti”.
Registro 21 (alias 6)
“B[eatus] Bernardinus MDCXVI, Libro Beato Bernardino I”. Sulla costa: “Coeptus 2 Januarii 1616
et finitus […] 1656, Monte di Pietà”. Contiene rimandi al libro Pietà (n. 16), al libro Piacenza
(manca), al libro S. Antonio (manca), al libro maestro segnato A (n. 25).
Registro 22 (alias 7)
“Libro mastro segnato B sotto la protecione del beato Luigi Gonzaga, com Protetore della Città e
Stato, dall’anno 1647 al 1732”. Sulla costa: “Libro maestro B dal 2 gennaio 1647 al 1732”.
Registro 23 (alias 8)
“Libro delle Convocazioni II”, sulla costa: “Dal 1655 al 1725”, con rubrica alfabetica inserta.
(Manca il libro I delle convocazioni).
Registro 24 (alias 9)
“Libro mastro del Sacro Monte di Pietà, intitolato Pietà, delli anni 1663, 1664, 1665, 1666, 1667,
1668, 1669, 1670, 1671, 1672, 1673, 1674, 1675, fino al 1° luglio”. Sulla costa: “Coeptus 2 januarii
1663 et finitus prima Julii 1675. Monte”.
Registro 25 (alias 10)
“Libro maestro segnato A principiato li 19 maggio 1674, procede sino al 30 dicembre 1686”. Sulla
costa “Coeptus 19 Maii 1674 et finitus 30 Decembris 1686”.
Registro 26 (alias 11)
“Depositi dal 17 gennaio 1748 al 12 dicembre 1806”. (In cattivo stato di conservazione).
13
Monte di Pietà
Registro 27 (alias 12)
“San Paolo”, sulla costa: “dal 1766 al 1786. Registro Doti Monte”, vedasi registro n. 28.
Registro 28
“Maestro di scritture per i redditi, ed obblighi annui dell’eredità, e Pie Cause di pertinenza del
vecchio Sagro Monte di Pietà, incominciato col primo gennaio 1766”. Sulla costa: “dal 1766 al
1786. Rendite e riscossioni. Monte”. Da consultarsi assieme al n. 27. Si veda inoltre busta 14 e
Libro delle eredità n. 29.
Registro 29
“Libro delle Eredità”, con allegato tabellone riepilogativo delle eredità dal 1630 al 1753, si veda
busta 14 e registro n. 28.
Registro 30
“Monte. Dal 1704 al 1798. Registro di interessi, capitali, ecc.”
Registro 31 (alias 15)
“Giro de’ pegni. Monte. Dal 1786 al 1798”.
Registro 32 (alias 16)
“Giornali di cassa della Dotazione del Monte di Pietà per gli anni 1789, 1790, 1791, 1792, 1793,
1794, 1795, 1796”, anche 1797 e 1798 a tutto dicembre.
Registro 33 (alias 17)
“Monte di Pietà. Stato attivo e passivo, 1803”.
Registro 34 (alias 18)
“Monte. Attivo e passivo, 1804”.
Registro 35 (alias 19)
“Monte di Pietà. Attivo e passivo, 1805”.
Registro 36 (alias 20)
“Monte di Pietà. Attivo e passivo, 1806”.
Registro 37 (alias 21)
“Monte. Attivo e passivo, 1807”.
Registro 38
“1808”, attivo e passivo.
Registro 39
“1809”, attivo e passivo.
Registro 40
1810, attivo e passivo. (In cattivo stato di conservazione. Non consultabile).
Registro 41
1811, attivo e passivo. (In cattivo stato di conservazione. Non consultabile).
14
Monte di Pietà
Registro 42
1812, attivo e passivo.
Registro 43
“Ausiliario del Monte di Pietà terminante col 31 dicembre 1822”, sulla costa: “Monte. Partite attive
e passive, 1813-1822.
Registro 44
“Monte di Pietà. Rendite e pesi. Depositi dal 1823 al 1845”, recte 1849.
Registro 45
“Maestro del Monte di Pietà 1828”.
Registro 46
“Libro maestro del Monte di Pietà”, sulla costa: “Monte. Maestro 1882-1919”.
Registro 47
“Stato patrimoniale del Monte di Pietà”, 1855-56 circa, con annotazioni al 1862.
Registro 48
“Monte”, stato patrimoniale del Monte di Pietà, con annotazioni al 1886.
Registro 49
“Monte di credito su pegno, Mantova. Registro delle
d’Amministrazione, dal 15 maggio 1942 al “, 17 marzo 1947.
deliberazioni
del
consiglio
Registro 50
“Amministrazione Orfanotrofi”, n. 2 registri, 1954-1955.
Registro 51
“Registro Croce del Monte […] Canneto”, 1539-1605. (In cattivo stato di conservazione. Non
consultabile).
Cartella 52
Cartella di n 10 disegni di palazzo Arrivabene, ing. Francesco Bonfanti, s. d., (1940-41).
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