RAGAZZE SPECCHIETTI

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RAGAZZE SPECCHIETTI
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offsEt/shuttErstock
ragazze
specchietti
e latitudini
Usa grazia e destrezza, passandolo rapidamente: un cubetto di tè verde ghiacciato sopra le occhiaie può fare molto,
anche se non basta. È solo uno degli step del rituale del layering,
la cura minuziosa e quotidiana a strati (ovvero a tappe) da
rispettare per meritarsi l’unico complimento che valga in Giappone – «Hai la pelle come un mochi» (il dolce cremoso di riso)
– e ottenere, poi, la promessa di matrimonio. Perché nella
terra del Sol levante un viso bianco è il motivo principale per
cui un uomo ti sceglie e il culto della bellezza si chiama bihaku
(bi signifca “bello” e haku “bianco”). La blogger e designer
francese Elodie-Joy Jaubert (sirenebio.fr) ha rubato segreti
alle giovani donne e li racconta, con illustrazioni deliziose, in
Sette riti di bellezza giapponese (Sonzogno).
In Giappone, come
ci racconta un
nuovo libro, il must
per le donne è
avere la pelle
bianca. In India si
punta sui
capelli. In Italia sulla
linea. Essere
attraenti, insomma,
è anche una
questione
geografica. Vi
diamo le coordinate
di Rossana Campisi
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
canoni estetici
01/10/2015
Pag. 109 N.38 - 10 ottobre 2015
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Ce lo dicono i dati 2014 di Cosmetica Italia, per cui la fetta
di mercato più sostanziosa è quella del comparto “prodotti per
il corpo”. Ce lo dicono i lavori dei 18 designer coinvolti nel
mondo che, su invito della farmacia inglese Superdrug online
doctors, hanno fornito, attraverso Photoshop, l’immagine della
donna ideale, secondo i criteri estetici di ogni Paese. Il risultato
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è Perceptions of perfection, un progetto dove i canoni di bellezza italiani si sono così assottigliati che gambe e braccia sembrano quelle di un’étoile.
E le francesi? Non è che sono meno virtuose in fatto di silhouette, semplicemente loro restano magre, come ha testimoniato
Mireille Guiliano con il suo bestseller, Le francesi non ingrassano
(Sperling & Kupfer). Loro si godono la vita e rifuggono da ogni
contaminazione d’Oltreoceano in materia di “mascheroni”: non
le reggono, insomma, queste americane così eccessive nel make up.
«Quel che sta arrivando dall’America è infatti lo stile trans, adottato dalle donne che puntano su zigomi e labbra gonfate simil bambola», precisa Luigi Sutera, consulente d’immagine di Diego Dalla
Palma a Milano. Oltre alla mania delle sopracciglia: nei brow bar
di New York, come quello per esempio di Eliza Petrescu, la guru
delle sopracciglia in Madison Avenue, si spendono addirittura 125
dollari per sette minuti di cure. Che siano ad ali di gabbiano o folte,
poco importa. «In America, però, i canoni variano da costa a costa»,
aggiunge Cisterna. «A Los Angeles si sente l’infuenza di Hollywood: le donne usano ombretti intensi nero, marrone o oro, e molto
offSet/ShutterStocK
Tornando al protocollo di regole del layering, sappiate che
ogni sera è prevista anche una spazzolatura del corpo a secco,
con setole naturali, dal basso verso l’alto: rafforza il sistema
immunitario, elimina le tossine e rallenta la comparsa della pelle a buccia d’arancia. In materia di benessere le italiane battono
tutte. Come dimostrano le fat talks (scambi di idee sulla forma
fsica) che, secondo lo studio di Kellogg’s effettuato su 7.000
donne europee, sono molto diffuse da noi: almeno una volta al
giorno (con le amiche o il partner) noi parliamo infatti di diete.
«Basta camminare per Milano e vedere donne di tutte le età
magrissime, anche se la cura per il viso è davvero minima: mascara e un flo di blush...», aggiunge Micol Cisterna, docente di
make up beauty etnico e fotografco alla Mba di Milano. «E
così, mentre le nipponiche si schiariscono la pelle con prodotti
a base di riso, creati anche da aziende come la Shiseido, e usano
il blush sotto gli occhi come gli anime, – i cartoni animati giapponesi (da animation), spesso tratti dai manga, i fumetti – noi
abbiamo l’ossessione della linea».
«Secondo uno studio di
Kellogg’s su 7.000 donne
europee, le italiane sono le
più interessate alla linea:
almeno una volta al giorno
parlano di diete»
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
canoni estetici
Affascinata dal
Giappone, Elodie-Joy
Jaubert, illustratrice
e blogger parigina,
racconta in Sette riti di
bellezza (Sonzogno, pp.
127, € 13) i segreti delle
cure che regalano pelle di
porcellana e capelli lucidi
alle ragazze nipponiche.
Accompagnandoci, step
by step, con i suoi disegni
semplici e chiari.
Alle australiane bastano invece labbra meravigliose, da
coccolare con pomate a base di papaya. Alle indiane, i capelli
lucidi e lunghi da pettinare con olio di cocco (le giapponesi aggiungerebbero di usare l’acqua fredda e di dormire la notte con
una cuffa di seta in testa!). Le stesse indiane che, come le egiziane
e le africane, riservano grande attenzione agli occhi, anche se il
sex appeal, in questo caso, non è la ragione principale: spalmarsi
di kajal sopra e sotto le palpebre ha infatti un effetto disinfettante e protettivo nei confronti delle mosche (ecco perché lo mettono
la sera prima di andare a letto, uomini e bambini compresi).
Se le ragazze svedesi e irlandesi fanno raramente a meno delle
creme autoabbronzanti per ravvivare il loro incarnato pallido,
le donne dell’Europa dell’Est si dedicano con passione alla nail
art, mentre le russe confdano nel maquillage perfetto per spiccare in originalità e grinta: le loro collezioni di ciglia fnte sono
tra le più ricche e variegate del mondo. Per un effetto fnale di
perfetta armonia, le giapponesi non omettono mai di consumare ogni giorno semi di sesamo: serve per sentirsi in sintonia
con gli elementi dell’universo. E noi italiane che eravamo ferme al rossetto e al cioccolato!
G
offSet/ShutterStock
Fascino
d’Oriente
contouring per neutralizzare le imperfezioni e sembrare Barbie. A
New York, la businesswoman, sempre di corsa, punta sulla semplicità. Nulla a che vedere comunque con l’effetto naturale ricercato
dalle coreane: l’unico artifcio che si concedono è la lente a contatto
che ingrandisce la pupilla come quella di una bambola. A differenza delle donne caraibiche che si divertono con eyeliner colorati sopra
e sotto l’occhio».