Coro delle vergini da “Ifigonia in Culide”

Transcript

Coro delle vergini da “Ifigonia in Culide”
Coro delle vergini da “Ifigonia in Culide”
Testo: anonimo (appr. 1920 - 30)
Musica: Michele Novaro (1818 - 1885)
Arr.: Cosimo Maspazza
Note dell’arrangiatore
Questo brano è pensato per rallegrare una serata tra amici, dove ce ne sia almeno uno
che sappia strimpellare due accordi su una tastiera e qualcuno che abbia cantato qualche
volta in un coro. Gli altri possono non avere la benché minima preparazione musicale,
basta che abbiano voglia di divertirsi con le parole esilaranti prese da un poema goliardico
ed applicate ad un buffo arrangiamento a quattro voci di una melodia nota a tutti, cioè
l’inno nazionale italiano.
E’ raccomandata l’assunzione di una generosa quantità di alcool (escluso chi poi deve
guidare) per schiarire la voce e lasciarsi un po’ andare all’interpretazione.
Se questo brano riuscirà non solo a far divertire per una serata, ma anche a fare
avvicinare qualche nuovo cantore alla musica corale, allora avrà raggiunto e superato i
suoi obiettivi.
Coloro che si dovessero scandalizzare per l’accostamento tra le parole di un poema
goliardico con la musica dell’inno nazionale italiano sono cortesemente pregati di ignorare
l’esistenza di questo brano.
Informazioni sul testo
Ifigonia in Culide è una tragedia goliardica in tre atti, composta da un ignoto gruppo di
studenti intorno agli anni venti. Scritto in versi e strutturato come una tragedia greca (il
titolo è un chiaro rimando a Ifigenia in Aulide), il poema è una parodia del genere tragico
che, come vuole lo spirito goliardico, fa ampio utilizzo di termini scurrili e allusioni sessuali.
L'opera contiene anche un ricco e serioso apparato di note fuori testo, la cui lettura è
molto apprezzata dagli amanti del genere.
Il poema ha avuto ampia diffusione fra gli studenti, sempre su edizioni non ufficiali ma
stampate in fotocopie o ciclostili, diventando uno dei simboli della goliardia italiana.
Nonostante la citazione del titolo, la trama della tragedia è ispirata alla Turandot di Carlo
Gozzi.
(Fonte: Wikipedia)
Informazioni sulla musica
Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli o Fratelli d'Italia, è l'inno
nazionale della Repubblica Italiana, provvisoriamente adottato dal 12 ottobre 1946. Le
critiche si appuntano in genere sulla bassa qualità musicale dell'inno, rilevandone un
carattere di "marcetta" o "canzone da cortile" di poche pretese; si obietta tuttavia che la
funzione e gli scopi degli inni patriottici, popolari e di lotta mal si conciliano, in genere, con
un'elevata qualità artistica della melodia.
(Fonte: Wikipedia)
Informazioni biografiche
Michele Novaro è stato il compositore della musica dell'inno nazionale italiano, l'Inno di
Mameli, composto appunto su testo di Goffredo Mameli. Forse per la sua indole modesta,
Novaro non trasse mai grosso vantaggio da questa composizione.
La sua attività si basò soprattutto sulla composizione di inni e di canti patriottici da offrire,
per le loro forti idee liberali, alla causa del Risorgimento italiano.
La vita di Novaro fu quantomai semplice. Nel 1847 era a Torino come secondo tenore e
maestro dei cori dei Teatri Regio e Carignano, facendo poi ritorno a Genova nel 1864 per
fondare la Scuola Corale Popolare, ad accesso gratuito.
Morì povero tra difficoltà finanziarie e problemi di salute e venne sepolto nella sua città
natale nel Cimitero monumentale di Staglieno, accanto a Giuseppe Mazzini.
(Fonte: Wikipedia)
Cosimo Maspazza, siciliano, ha frequentato i conservatori meno rinomati e selettivi
dell’intera penisola italiana senza peraltro conseguire mai alcun diploma, e venendone
anzi spesso allontanato per motivi disciplinari.
Il suo scarso rendimento negli studi musicali va altresì in parte attribuito alle sue precarie
condizioni di salute, conseguenza della sua più costante attività nell’ambito del commercio
sessuale, dalla quale ha contratto tutte le malattie veneree oggi note, ed anche alcune
tuttora oggetto di identificazione e classificazione da parte dei più rinomati istituti di ricerca.
I suoi arrangiamenti di poemi goliardici su melodie famose e l’alcoolismo cronico di cui è
vittima lo collocano palesemente nella categoria dei cosiddetti “artisti da bettola”, maestri
nel coniugare vino, canto a squarciagola e rutto libero.
Coro delle vergini da "Ifigonia in Culide"
Testo: anonimo (appr. 1920 - 30)
Musica: Michele Novaro (1818 - 1885)
Arr.: Cosimo Maspazza
p
P
b& 4 · ·
Î. KÏk Ï JÏj. ÏKk Ï JÏj Å KÏk Ï ÏJj.#n ÏKk
·
·
?b 4 · ·
b& 4 ÏÏ ä ÏÏÏÏÏÏ ä ÏÏÏÏ ÏÏ ä ÏÏ ÏÏnn ÏÏ ÏÏ ##ÏÏ ÏÏ ÏJÏ Î Å Ïk Ï Ï. Ï Ï Ïj Å KÏ Ï ÏJ . #n Ïk
F
p
P
? b 4 ÏÏ ä ÏÏÏÏÏÏ ä ÏÏÏÏ ÏÏ ä ÏÏ ÏÏnn ÏÏ ÏÏ ##ÏÏ ÏÏ ÏJÏ ä JÏÏ ä JÏÏ ä JÏÏ ä ÏJÏ ä JÏÏ ä JÏÏ ä JÏÏ ä
b& Ï ÏJj ÅF KÏk Ï #Ï.Jj n KÏÏk ÏÏ ÏJj. KÏk Ï ÏJj. ÏKk Ï ÏJj Å p ÏKk Ï Ï.Jj n ÏKk
F
b? Î. ÏKk Ï Ï.Jj KÏÏk ÏÏ Ï.JÏj. n KÏk b Ï Ï.Jj ÏKÏk Ï ÏJj î
ä
k& b Ï ÏJ FÅ KÏ Ï #Ï. n ÏÏ ÏÏ Ï. Ï Ï JÏ. Ïk Ï Ïj Åp Ïk Ï Ï. #n Ï
? b JÏÏ ä ÏJÏ ä JÏÏ ä JÏÏ ä ÏJÏ ä JÏÏ ä JÏÏ ä ÏJÏ ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä
b& Ï ÏJj ÅPÏKk Ï Ï.Jj n KÏk Ï ÏJj FÅ ÏKk Ï ÏJj. KÏk Ï ÏJj. KÏk Ï ÏJj. KÏk
Ï
Ï
Ï.
F
Ï
k
Ï
Ï
Ï.
j
k
j
.
J
Ï
Ï
b? ·
Î. ÏK Ï JÏ. ÏK KÏk ÏÏ Ï.JÏj. ÏKÏk
b& Ï Ïj Å Ïk Ï Ï. n Ï Ï Ïj Å ÏK Ï Ï. Ï Ï Ï. Ï Ï Ï. Ï
P
F
? b ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä
1
Allegro
Soprano
Contralto
Noi sia
mo
le
ver
gin
dai
can
di
di
Tenore
Basso
Allegro
Piano
5
S/C
man
ti,
siam
rot
te
di
die
tro
ma
sa
ne
da
van
ti,
son
rot
te
di
die
tro
ma
sa
ne
da
van
ti,
i
no
stri
di
T/B
P.
8
S/C
ti
ni
son
tut
ti e
sco
ria
ti
a
fu
ria
di
caz
zi
che ab
bia
mo
me
a
fu
ria
di
caz
zi
che
han
no
me
T/B
P.
Copyright © 2009 CPDL
This edition can be freely distributed, duplicated, performed, and recorded
1/2
b& Ï pä. ÏKk Ï JÏj. #ÏKk Ï ÏJj ÅP ÏKk Ï Ï.Jj KÏk Ï n JÏjpÅ ÏKk Ï JÏj. #KÏk
b? Ï î.
·
·
& b Ï ä. p Ïk Ï Ï . #Ï Ï ÏjPÅ Ïk Ï Ï. Ï Ï n Ïj Åp Ïk Ï Ï. #Ï
? b ÏÏ Î ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä
b& Ï JÏj PÅ KÏk Ï Ï.Jj KÏk n Ï Fä. KÏk Ï JÏj. ÏKk Ï JÏj Åf KÏk Ï. Ï #n Ï.Jj KÏk
.
F
Ï
Ï
f
Ï
Ï
Ï
j
k
j
Ï
Ï
Ï.
Ï
k
j
k
b? ·
Î. K J K Ï ÏJ Å KÏ Ï JÏ. ÏÏKk
b& Ï Ïj Å Ïk Ï Ï. Ï n Ï ä. Ïk Ï Ï. Ï Ï Ïj Å KÏ Ï #n Ïj. KÏ
P
F
f
? b ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏ Î ÏJÏ ä ÏJÏ ä ÏÏJ ä ÏJÏ ä ÏJÏ ä ÏJÏ ä
b& Ï. Ï ÏJj ÅÄ KÏk JÏ.j ÏKk JÏ.j KÏÏk ÏÏ JÏ.j KÏk Ï ÏJj. ÏKk ÏJj äì JÏj î ä
Ï
Ï
.
Ï
Ï.
Ï
Ä
Ï
Ï
Ï
ì
j
j
j
k
.
Ï
j
k
k
Ï
j
Ï
.
Ï
k
Ï
Ï
Ï
j
k
j
.
K
J
J
Ï
J
K
K
J
J
KÏ JÏ. KÏ Ï Ï. Ï Ï Ï Ï ä Ï î ä
? b Ï ÏJ Å
Ï
Ï
Ï
.
Ï
Ï
.
Ï
Ï
Ï
Ï
J
b& Ï JÏ Å KÏ Ï . Ï Ï.
ä JÏ î ä
Ä
ì
Ï
Ï
? b ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä ÏÏj ä J ä ÏÏj ä JÏ ä ÏÏJ ä JÏÏ î ä
staccato, enigmatico
11
S/C
na';
T/B
nel
l'ar
come prima
non più
te
so
vra
na
di
fa
re i
pom pi
ni
bat
tia
mo
le
na';
P.
non più
14
S/C
tro
T/B
P.
ie
di
tut
lirico, grottesco
legato, allargando
ti i
ca
sin;
la
lin
gua
sa
pien
te
e
l'a
gi
le
la
lin
gua
sa
pien
te
e
l'a
gi
le
staccato, declamato scandendo le sillabe
17
S/C
T/B
P.
ma
no
dan
gio
ma
no
dan
gio
ia
ia
e
sol
lie
vo
al
du
ro
ba
na
no!
e
sol
lie
vo
al
du
ro
ba
na
no!
Copyright © 2009 CPDL
This edition can be freely distributed, duplicated, performed, and recorded
2/2