Fare un magazine universitario

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Fare un magazine universitario
l’università degli studenti
Fare un magazine universitario
Il magazine
in rete…
Costruirsi uno
spazio mentale
di Giuseppe Torrisi
N
emmeno un decennio fa
esisteva un solo supporto
su cui realizzare un magazine: la
carta. Ma la carta stampata, si
sa, costa. Perciò chi voleva avventurarsi in un’esperienza simile doveva affrontare l’annosa
faccenda delle risorse finanziarie. Da alcuni anni le cose si
sono ribaltate completamente:
si può realizzare un magazine
fatto solo di economicissimi
byte. Largo alla creatività! Basta
catapultare il tutto in rete su
uno spazio gratuito o a basso
costo e il magazine è fatto (o
quasi…). Insomma, l’aspetto
economico è l’ultimo dei problemi.
Invece il problema principale rimane indubbiamente riu-
scire a formare un’équipe valida
e motivata che riesca a lavorare
senza rivalità e nel reciproco rispetto per il raggiungimento
del fine collettivo.
Il target
Fatto ciò, dobbiamo scegliere i
contenuti del magazine; si presume che un’idea l’avevamo
già, ma occorre mettere nero su
bianco temi e soggetti di cui ci
occuperemo, e come ce ne occuperemo. Nel far questo non
bisogna mai perdere di vista il
target a cui abbiamo intenzione di rivolgerci. Una regola generale è: “quanto più ristretto
sarà il target di utenza che abbiamo in mente, tante più possibilità avremo di avere successo”. Se ad esempio si vorrà
creare un magazine che si occupi prettamente di notizie uni-
versitarie, sarà meglio concentrarsi su un singolo ateneo,
ancora meglio su una singola
facoltà, o addirittura su un solo
corso di laurea, perché così fa-
cendo avremo buone probabilità di diventare il punto di
riferimento per tutti gli studenti di quell’ateneo, facoltà o
corso di laurea.
Lo stesso se avremo in mente di occuparci di cronaca: sarà
bene concentrarci su un territorio ristretto, come la nostra città, sempre con un occhio alla
situazione nazionale; tentare di
fare concorrenza al “Corriere
della Sera”, o a testate simili, significherebbe aver perso in partenza.
Nel fare questa scelta un
ruolo essenziale giocheranno le
risorse umane che abbiamo a
disposizione: se siamo tutti studenti di lettere o di medicina, è
inutile creare un magazine che
si occupi anche di matematica
o di ingegneria. Se viviamo
tutti a Catania e dintorni, che
probabilità avremo di riuscire
ad essere presenti anche in eventi che si svolgeranno a Roma o Milano?
Insomma, più e meglio ci
specializzeremo su un argomento ristretto, maggiori probabilità avremo di offrire un servizio
esaustivo.
Se invece tenteremo di gettare una piccola rete in mare
aperto, avremo basse possibilità di riuscire a pescare un prodotto valido.
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l’università degli studenti
Il nome e il logo
Ed eccoci giunti a quella che
molto verosimilmente sarà la
scelta più sofferta e ardua di
questa fase preparatoria: il nome. Come lo chiameremo questo nostro infante ancora in
fasce? Non c’è una regola generale, sarà una scelta molto soggettiva che dipenderà dai nostri
gusti e dalla nostra sensibilità.
Se ad esempio stiamo creando
un magazine che si occuperà di
cinema, evitiamo di chiamarlo
“il cine-giornale” o “la bottega
del cinefilo” o “Kubrik in pillole” o robe simili. Evitiamo anche di riportare intatto il titolo
di un film o, ancora più stucchevole, di storpiarlo con un
esito che suonerebbe inevitabilmente kitsch. Sarà meglio cercare all’interno dei film stessi, o
nella biografia di qualche autore, o perfino nella nostra vita
quotidiana, magari formando
poi un neologismo, un acronimo o scegliendo una parola poco comune, non per forza immediatamente decifrabile. Solo
così identificheremo in maniera
univoca il nostro magazine e gli
daremo una sua identità.
Non preoccupiamoci se il
titolo non risulterà subito comprensibile, anzi, così facendo diventerà presto un nuovo lemma nel dizionario dei nostri visitatori che servirà ad identificare soltanto il nostro giornale e
nient’altro.
Un’altra accortezza prima
di scegliere definitivamente un
nome: effettuare una ricerca
approfondita per verificare che
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nessuno abbia già creato qualcosa di simile e non l’abbia
chiamata allo stesso modo. Basterà aprire qualche motore di
ricerca, digitare il nome che
vorremmo prendere e vedere
cosa ne verrà fuori. Potremmo
scoprire che la soluzione che
credevamo originalissima è già
stata adottata.
Una buona idea, anche se
non indispensabile, sarebbe a
questo punto trovare un logo
grafico, che potrebbe essere
creato sul nome stesso oppure
a sé stante, ma che in ogni caso
non potrà prescindere da esso.
Qui dovremo sfoderare le nostre doti artistiche, o farci aiutare da qualche amico disegnatore, e lo forgeremo in base al
tipo di grafica e di impostazione che avremo in mente. Anche in questo caso sarà meglio
evitare delle soluzioni troppo
scontate.
La realizzazione tecnica
Adesso che abbiamo creato l’identità del sito, passiamo alla
realizzazione vera e propria.
Non l’avevamo detto prima, ma l’ideale sarebbe avere
nella redazione qualcuno che
abbia almeno un po’ di dimestichezza con la creazione e
pubblicazione di pagine online. In assenza di questo dovremo andare in libreria a cercare qualche testo che spieghi
come fare e, se non siamo proprio negati, impareremo…
Esistono due tipologie di
siti internet, i siti statici e quelli dinamici. I primi sono quelli
I
magazine del nostro ateneo
Esistono a Catania molti siti universitari più
o meno autonomi, esempi di un’università
che vuole cambiare e che si rinnova davvero “dal basso”, a partire dalle iniziative
degli studenti o di singoli professori. Alcuni
di essi hanno una collocazione editoriale
precisa, mentre altri sono per tipologia e
struttura non classificabili come veri e propri magazine, ma rappresentano comunque una risorsa importante per chi è in
cerca di idee e spunti, ma anche per chi
vuole conoscere le realtà on-line del nostro
ateneo. Eccone una breve e selettiva rassegna.
• Astratti Furori – Associazione per la
Sopravvivenza Mentale (www.astrattifurori.it) è un vero e proprio magazine. È nato
nell’aprile 2003 dalla comunità virtuale che
si è creata attorno a “Letteratura e
Dintorni”, il forum del prof. Antonio Di
Grado, ed è una piccola ma coraggiosa
testata di resistenza intellettuale, con articoli aggiornati quasi quotidianamente e con il
forum di discussione originale. Del tutto
autonomo e autofinanziato, raggiunge vette
di 160 visite giornaliere avendo dunque
anche il primato come magazine più frequentato del nostro ateneo. Tecnicamente è
realizzato implementando un ASP-Nuke e
uno Snitz Forum con importanti modifiche
strutturali al codice sorgente.
• Il Cibicida – Musica, Cinema e poco altro
(www.ilcibicida.com) è un ottimo esempio
di realizzazione di un magazine senza
ricorso a nessun linguaggio di programmazione: le pagine sono esclusivamente HTML
e il forum è un servizio gratuito fornito da
“Free Forum Zone”. È dotato perfino di un
motore ricerca interno creato con Google.
Come suggerisce l’esplicativo sottotitolo, i
temi di discussione più in voga sono l’arte
della pellicola e la musica.
•Step1 (www.flingue.unict.it/step1), magazine patrocinato dalla facoltà di Lingue e
letterature straniere, è nato all’interno di
“MEDIALAB/Laboratorio su il Giornale on
Line”. Presenta articoli di vario genere con
l’università degli studenti
una particolare predilezione per l’attualità
e il tempo libero. Il software del giornale è
una soluzione scritta ad hoc, mentre il
forum è un FUDForum, entrambi in linguaggio PHP.
•Web Levante (www.flingue.unict.it/weblevante) è un interessante notiziario on-line,
ancora patrocinato dalla facoltà di Lingue,
con pagine web su Giappone e dintorni a
cura del corso di Lingua e Letteratura giapponese di Ragusa. Il sito nasce con l’intenzione di creare una sorta di rassegna stampa sul Giappone, facendo ricorso a tutti gli
strumenti a disposizione per accedere alle
informazioni diffuse dai mass-media (prevalentemente quotidiani ed altri organi di informazione giapponesi sul web). Anch’esso è
realizzato in PHP.
• Unimagazine.it (www.unimagazine.it) è
un sito fatto da laureati di diverse facoltà
dell’università di Catania e nasce dall’esperienza di Villaceramica, l’ex sito degli studenti di giurisprudenza e non solo; si rivolge a studenti di tutte le facoltà con notizie
inerenti prettamente l’ambito universitario.
Sta tentando di autofinanziarsi attraverso
sponsor esterni e vuole attivare svariate
nuove iniziative, tra cui pubblicazioni cartacee.
•L’Erroneo (www.erroneo.org): «una webzine direttamente da Catania, (sedicente)
‘capitale del mediterraneo’, che guarda
l’Italia ed il mondo raccontandoli per storie
e fumetti e - tra una cronaca e l’altra - musica, cinema e teatro. Un punto di vista, dal
sud».
• Ideoteque (ospitato presso il sito di facoltà
all’indirizzo www.flingue.unict.it/forum) è il
nuovo forum degli studenti di storia della
musica della facoltà di Lingue, gestito dalla
prof.ssa Emanuela E. Abbadessa e dai suoi
studenti.
• IlRezzonico (www.ilrezzonico.it), il sito
indipendente degli studenti di Lettere e
Filosofia, il cui forum è il più visitato del
nostro ateneo e tra i maggiori forum studenteschi autonomi nel panorama nazionale.
• Villaggio Maori (www.villaggiomaoriedizioni.it), una vera e propria casa editrice
fondata autonomamente da alcuni studenti
della facoltà di Lettere.
creati con le classiche pagine
HTML, non è difficile crearle
e modificarle con un qualsiasi
editor apposito. Le pagine statiche hanno però un limite non
irrilevante: non consentono al
visitatore di interagire attivamente con il sito. Si può anche
cominciare facendosi mandare
i commenti via e-mail e pubblicandoli in un secondo momento, ma quando i visitatori
cresceranno questa procedura
renderà il compito dei webmaster troppo laborioso; sarà meglio allora optare per una soluzione più agevole e meno rudimentale.
Esistono centinaia di siti
che offrono gratuitamente guestbook e forum di discussione
già pronti. Basta configurarli
secondo le proprie esigenze e
iniziare ad utilizzarli. Questo
tipo di servizi si finanzia però
attraverso la sponsorizzazione;
dovremo perciò abituarci a
vedere sul nostro forum o guestbook banner pubblicitari che
in molti casi potranno diventare anche fastidiosamente invasivi. Inoltre è probabile che gli
indirizzi e-mail dei nostri iscritti verranno utilizzati dall’azienda che offre il servizio per
inviare messaggi promozionali.
E comunque le possibilità di
configurazione saranno sempre
limitate. Altra barriera tutt’altro che trascurabile: non avremo accesso diretto al database
su cui saranno contenuti i messaggi; di conseguenza, se decideremo un giorno di passare ad
un’altra soluzione, perderemo
tutti gli interventi e tutte le
iscrizioni (salvo fare copia/incolla per ogni singolo messaggio e iscritto), costringendo gli
utenti ad effettuare nuovamente la iscrizione.
Nonostante questi limiti,
ricorrere ad un servizio gratuito già installato rimane sempre
la soluzione meglio raccomandabile per webmaster alle prime
armi.
Se invece si ha un po’ di
esperienza con robe come il
protocollo FTP, si può scegliere
di implementare un progetto
già pronto direttamente nel
proprio spazio web. Esistono
migliaia di soluzioni open source, cioè gratuitamente e liberamente utilizzabili e modificabili, da poter scaricare e installare
sul proprio spazio internet.
Qui però bisogna aprire
una parentesi: non tutte le
soluzioni sono funzionanti su
qualsiasi spazio; occorre che il
server su cui installeremo il sito
sia configurato correttamente
per far “girare” il linguaggio di
programmazione in cui è stato
scritto il pacchetto che vogliamo implementare. I linguaggi
di programmazione con cui
vengono scritti i pacchetti che
si possono scaricare liberamente in rete sono principalmente
quattro: PHP, ASP, ASP.NET e
CGI/Perl. Tuttavia c’è un modo per andare direttamente sul
sicuro: acquistare uno spazio
su un server che sia configurato
per far girare tutti questi linguaggi contemporaneamente.
L’esperienza insegna che questo
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l’università degli studenti
tipo di provider è sicuramente
la scelta migliore per un magazine appena nato.
Tra le soluzioni già pronte
disponibili gratuitamente online, le migliori sono: PHPNuke (www.phpnuke.org) e
ASP-Nuke (www.aspnuke.org),
software completi per realizzare
un magazine o un “portale”.
PHP-BB (www.phpbb.com) e
Snitz Forum (forum.snitz.com)
sono invece progetti di forum
di discussione, scritti rispettivamente in PHP e ASP. Ne esistono migliaia, ma questi sono
universalmente i prodotti più
accreditati. Sono già realizzati
per soddisfare molte necessità e
nella maggior parte dei casi
basterà solo installarli e configurarli seguendo tutte le istruzioni reperibili nei rispettivi
siti e così sarà già possibile partire con il proprio magazine.
La maggior parte dei portali
visitabili in rete è realizzata implementando soltanto un normale PHP-Nuke. Inoltre, essendo software open source, oltre
ad essere interamente gratuiti,
si possono modificare, anche
nella loro struttura logica, senza
nessuna limitazione e senza
incorrere in violazioni di diritto
d’autore. In questo caso, però,
occorrerà avere conoscenze tecniche molto approfondite dei
linguaggi di programmazione e
della manipolazione dei database con l’SQL. Perciò, in assenza
di un programmatore informatico esperto tra i collaboratori, è
vivamente sconsigliabile avventurarsi in modifiche sostanziali
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del codice sorgente e si raccomanda invece di attenersi scrupolosamente alle istruzioni reperibili sui siti ufficiali.
Lo stile della grafica
Invece, a prescindere dalle nostre esigenze e aspettative, non
potremo sottrarci alla scelta di
una grafica per il nostro sito.
Esistono in proposito due “correnti di pensiero”: scegliere un
tipo di grafica che potremmo
definire “d’impatto”, caratterizzata da scritte molto piccole
e contenuti stretti e compatti, e
un altro tipo di grafica “amichevole”, con scritte grandi e
contenuti distesi comodamente lungo la pagina, non disdegnando anche una piccola dose
di disordine. Anche qui dipenderà dai nostri gusti personali,
non bisogna però lasciarsi guidare soltanto dall’impressione
istantanea della pagina e optare
a priori per una soluzione
“d’impatto”. Una grafica meno
accattivante, che dia l’idea di
sito “fatto in casa”, può avere
infatti il vantaggio di far sentire l’utente, per così dire, “a casa
propria”, non fargli avvertire
nessuna distanza tra sé e i gestori del sito, sentire da subito
di poterne far parte. Se la nostra priorità è formare una comunità virtuale attorno al nostro sito, non possiamo trascurare questo aspetto.
Si noti, infatti, che le community più grandi e movimentate
del nostro ateneo si sono formate proprio attorno a siti senza grandi pretese grafiche.
... e quello
su carta
Deve essere
“sfrontato”
Enrico Escher
Giornalista professionista, ha ideato e coordinato “NewspaperGame”, un’iniziativa di
Newspaper in educational rivolta al mondo della scuola, e il sito
internet del giornale
La Sicilia. Consulente di My-tv, la prima
web television italiana, è anche docente a
contratto di Teoria e tecnica delle comunicazioni di massa nella facoltà di Lingue di
Catania e di Tecniche dell’informazione e
dei mass media alla Sissis. È inoltre autore
di saggi sui mass-media e del volume: La
visibilità “mediata” del potere. I presupposti teoretici della comunicazione
(FrancoAngeli, Milano 2004).
P
roviamo ad immaginare
che un bel mattino qualcuno venga da voi e vi proponga di fare un magazine per i
giovani. Settimanale o mensile,
fate voi, l’importante è che il
pubblico di riferimento sia
quello. A questo punto le strade che vi si aprono sono diverse: dire, grazie ho molto da
fare, ci vediamo; cercare di
capire cosa il vostro fantomatico editore ha in testa di realizzare; mettersi subito al lavoro