In auto sì, ma solo col talismano

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In auto sì, ma solo col talismano
C3SOCIETÀ E COSTUME
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Ad andare per la
maggiore sono i
peluche: orsacchiotti,
leoncini, scimmie,
trigrotti. Appesi allo
specchietto, ma
anche “seduti” sui
sedili anteriori con
tanto di cintura
IL
FENO
MENO
IL CAFFÈ 11 dicembre 2011
39
Tanti anni fa ha avuto
il suo momento di
gloria. Oggi, il
bassottino che
dondola al ritmo del
motore è un po’
démodé. Peggio
ancora se con la
scritta “ti penso”
GLI
INTRA
MONT
ABILI
Non tramonteranno
mai il dado di stoffa
che penzola dal
retrovisore, ma anche
le pietre curative che,
per chi ci crede,
aumentano la
concentrazione e
rilassano l’autista
In auto sì, ma solo col talismano
Viaggiare col peluche sullo specchietto e il protettore sul cruscotto
L
a magia viaggia su
quattro ruote. Avete
mai dato un’occhiata
all’interno delle automobili in circolazione? Piene zeppe di
talismani: gadget e accessori vari
appesi sul retrovisore, sui vetri,
ma anche poggiati su sedili, cruscotti o lunotti, per portare fortuna al conducente, proteggerlo un tempo si usavano immaginette con scritto frasi tipo “sii
prudente” - e, perché no, evitare
un radar o l’alt di una pattuglia di
polizia. E c’è davvero di tutto: peluche, corone del rosario, bamboline di plastica, cornetti rossi,
pietre, dadi, scarpine… Gli svizzeri, secondo una ricerca fatta
presso i garagisti della regione di
Berna, riportata dalla rivista Touring, sembrano prediligere gli
animali di peluche sopra ogni altra cosa. Appesi allo specchietto
tempi in cui condividere l’auto diventa sinonimo di scocciatura:
aspettare i tempi di un’altra persona, sentirsi una sorta di taxista
o dipendere da qualcuno… C’inventiamo decine di scuse per pigliare l’auto in solitudine, fregandocene dei bisogni altrui. Per fi-
nire poi tutti quanti imbottigliati,
soprattutto il sabato pomeriggio,
a smadonnare gli uni contro gli
altri, guardandoci in cagnesco,
ma soddisfatti di essere tutti soli
nel nostro abitacolo viaggiante.
Ma torniamo al tema. “Una volta
c’era San Cristoforo o l’immagi-
netta sacra, che tranquillizzavano
soprattutto i più devoti - riprende
Battista -. Oggi cambiano i gadget, ma il rituale è sempre quello:
un tentativo di scacciare la malasorte che, apppunto, appartiene
ad una modalità di pensiero di
tipo magico”. Ma è frequente vedere anche un rosario con la
croce appeso al retrovisore. Una
sorta di benedizione. Mentre su
lunotto e cruscotto ci si può sbizzarrire molto di più: giochini che
si muovono al ritmo del motore,
bassotti che scodinzola e dondolano la testa, miniature di magliette della propria squadra del
cuore o cuscini firmati dal nostro
giocatore preferito. Abitudini che
ritroviamo in qualsiasi Paese andiamo. Da un sondaggio realizzato da Chiarezza.it - portale online di confronto tra polizze assicurative - è emerso che sei persone su dieci dichiarano di
“In un mondo così
concreto come il
nostro è positivo che
resista una fetta di
pensiero magico”
Una volta c’era San
Cristoforo o
l’immaginetta sacra
che tranquillizzavano
i più devoti
retrovisore oppure, una manìa
femminile, seduti sul sedile posteriore e allacciati con la cintura.
“È un modo di fare che conferma
la nostra dimensione umana spiega Ivan Battista, psicologo e
psicoterapeuta, docente esperto
presso la Scuola medica ospedaliera di Roma -. In un mondo così
concreto e determinato c’è questa fetta di pensiero magico, un
qualcosa di sentimentale che resiste”.
Magico o no, la moda di viaggiare
accompagnati ce l’abbiamo un
po’ tutti. Difficile trovare auto
completamente spoglie al loro interno. In fondo tutti questi oggetti
ci aiutano a sentirci anche un po’
meno soli, soprattutto di questi
credere poco a riti e superstizioni
e tre su dieci dicono di essere
completamente scettiche sull’argomento. Anche se, una su dieci,
sempre in Italia, non nasconde
una vera e propria dipendenza da
amuleti e gesti scaramantici. Tre
quarti del campione preso in
esame pensa che i portafortuna
non siano indispensabili, il 25 per
cento afferma di esserne molto
affezionato e l’1,7 per cento non
guida se non ha il suo talismano.
“Tentativi di riproporsi in memoria qualcosa che ci addolcisca la
vita. A questo in fondo servono
l’orsacchiotto di peluche, il ranocchietto che dondola, magari
con la scritta ‘ti penso’”.
p.g.
LA
SCAR
AMAN
ZIA
Quando è lei a precedere lui, guai assicurati
C
TIC SU QUATTRORUOTE
Ci sono uomini che mai e poi mai si
farebbero precedere dall’auto di una donna
hissà se ci avete fatto caso: in circolazione non esistono quasi
automobili di colore viola. Una tinta che probabilmente non
solo nel mondo dello spettacolo porta sfortuna. Eh sì, anche
sulle quattro ruote la superstizione gioca brutti tiri. Ad esempio, c’è
chi mai e poi mai si farebbe precedere dall’auto di una donna.
Ma l’elenco dei “tic” sulle quattro ruote è vasto. C’è chi non entrerebbe mai dalla porta del passeggero per poi spostarsi alla guida.
Ma se in un parcheggio ti stringono così tanto da impedirti di aprire
la tua portiera che fai? Eppure alcuni preferiscono aspettare ore e
ore l’arrivo del “compagno” automobilista. C’è poi chi non parcheggerebbe mai sul lato sinistro né dietro un’auto con targhe straniere.
C’è addirittura chi si spinge oltre - maschio ovviamente - e mai e
poi mai s’accoderebbe ad un’auto guidata da una donna. Eppure,
lasciatecelo dire, avrebbe tanto da imparare sulla tecnica di guida.
p.g.
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