incontro
Transcript
incontro
© AGV Foto incontro un maestro in cucina Dichiarato miglior cuoco d’Italia dal Gambero Rosso, Gianfranco Vissani rivela i suoi segreti e la sua filosofia che armonizza cultura e gastronomia. E regala ai lettori la ricetta esclusiva per il Frecciarossa 63 di Federico Fabretti «La tecnica, prima di tutto. Ma anche l’esperienza e la conoscenza delle materie prime». Non ha dubbi Gianfranco Vissani, che da vero fuoriclasse della cucina italiana rilegge in chiave critica la società di oggi e reintepreta la cultura tout court attraverso il rapporto con il cibo e i prodotti del territorio. Rivelando a La Freccia cosa non deve mai mancare nella dispensa di un grande chef: “ingredienti genuini e di qualità”. Il resto è genio, creatività e fantasia, per trasfor- mare ogni sapore e ogni ricetta in un’opera d’arte. “Re della ristorazione italiana” per il Gambero Rosso, lo chef di Baschi ha esaltato, con la propria arte, i luoghi della grande ristorazione internazionale come le piccole trattorie di provincia, valorizzando sempre la speciale fragranza delle tradizioni gastronomiche locali. Conteso tra stampa, radio e tv, Gianfranco Vissani è amato dal pubblico per il suo carattere estroverso, la spiccata personalità e l’immanca- Gennaio 2010 S_Incontro_Vissani 63 23-12-2009 11:30:14 incontro bile “parlar chiaro”. Dopo le fortunate collaborazioni a Uno Mattina, Domenica in e Linea Verde è oggi giudice insindacabile nella trasmissione di Rai Uno La Prova del Cuoco. A La Freccia, in un viaggio ideale tra i colori e i sapori d’Italia, tra aneddoti e notizie curiose, ha parlato di qualità dei prodotti, di educazione a tavola e di cultura gastronomica. A sorpresa, anche uno speciale cadeau dedicato al Frecciarossa. 64 mais 365 giorni all’anno e con la coltura intensiva dei campi abbiamo impoverito la terra. L’arrivo del pomodoro nel vecchio continente, nell’Ottocento, ha praticamente stravolto la gastronomia nazionale e lo stesso vale per il mais, le patate e la cioccolata. Già allora, i contadini, per conservare il pomodoro il più a lungo possibile, lo cuocevano tre volte, e questo spiega il colore scuro e l’aspetto denso del sugo. Senza contare che gli sbalzi termici sconvolgono l’essenza del prodotto». Cucina, ricette, prodotti. Maestro, qual è il segreto di un grande cuoco? «La tecnica, prima di tutto. E poi l’esperienza e la conoscenza delle materie prime, soprattutto quelle locali. Oggi, purtroppo, si tende ad abbandonare la stagionalità e a reperire prodotti di tutti i tipi in giro per il mondo. Moda? Snobismo? In entrambi i casi non fa bene alla natura e nemmeno al gusto. E poi, che senso ha mangiare le ciliegie d’inverno? Sono fredde al palato e perdono di sapore». È forse un fatto culturale? «Certo che lo è, e sta peggiorando la nostra cucina. E poi stravolge i cibi e danneggia l’ambiente. Non c’è più cultura, razionalità. Abbiamo essiccato tutti i fiumi d’Italia per irrigare il Forse, però, una certa “contaminazione” fa anche bene. «Sì, ma solo quando non va a discapito della naturalità. E se non perdiamo di vista la nostra storia, le nostre radici, e l’origine di ogni elemento. Lo sapeva che il panettone è nato a Bari e che si chiamava “ciabatta”? Il problema è che se non conosciamo la nostra storia rischiamo di perdere certe cose fondamentali. E di sbagliare». In tutto il servizio alcuni ritratti di Gianfranco Vissani, in cucina e a bordo del Frecciarossa Cosa intende, esattamente? «Serve attenzione e conoscenza dei processi di lavorazione, delle reazioni dei cibi prima e dopo la cottura. Ad esempio, il pesce crudo, i famosi sushi e sashimi per intenderci, andrebbe la freccia S_Incontro_Vissani 64 23-12-2009 11:30:19 65 abbattuto a meno 30 gradi prima di servirlo. Altrimenti potrebbe essere velenosissimo. E anche le ostriche, che spopolano a Natale, non andrebbero mangiate in quel periodo, perché sono in riproduzione». Stagionalità prima di tutto? «Sì, salvaguardando sempre la freschezza. E con la passione per il territorio, anche. Se andiamo a Torino, ad esempio, l’ideale è una bella torta di nocciola, lingue di suocera, toma e grissini piemontesi con dell’ottima robiola di Garlando. E anche il pane deve essere rigorosamente fresco. Secondo me, ogni prodotto deve avere nome, cognome e paternità. La famosa “amatriciana”, ad esempio, dovrebbe essere fatta con il pecorino dolce di Leonessa, e non con quello piccante! A proposito di pecorino: un mito da sfatare è proprio quello sul pecorino sardo, che non è sardo di nascita, ma portato sull’isola dai romani». Un consiglio ai giovani che si avvicinano alla professione. «Bisogna impararlo, questo mestiere, e saperlo fare bene. Nessuna scuola vale più dell’esperienza sul campo. E poi non lasciarsi mai abbagliare dalla notorietà. Molti credono che per affermarsi si debba cucinare per almeno un personaggio famoso. Ma non è sempre così. E infatti io non ho mai voluto dire “chi” ho servito, perché questo non significa niente. Se sei bravo lo sei a prescindere da chi viene nel tuo locale. Troppo spesso, gli italiani hanno fretta di arrivare, subito e ovunque. Ma non esiste una scorciatoia in certe cose». Torniamo ancora alla cultura… «Le rispondo con un esempio. Alcuni anni fa, incontrai il mio grande amico Pavarotti. “Maestro”, lo salutai. “Maestro”, mi rispose, e aggiunse: “Se anche tu fossi stato musica come me, avrei raccolto in un cd il meglio di te. Ma la tua arte si assapora, è impalpabile e non è possibile catturarla”. I cuochi sono artisti, piccoli o Cooking Master. gianfranco vissani, a real superstar of Italian cuisine, examines the key points of modern-day society and reinterprets culture simply through its relationship between food and local products. After successful appearances on various TV shows like “Uno Mattina”, “Domenica in” and “Linea Verde” he is today the indisputable judge of Rai Uno’s “La Prova del Cuoco”. Here he speaks to “La Freccia” about a perfect trip among the colours and flavours of Italy, of anecdotes and odd news, about the quality of products, table manners and gastronomic culture. Surprisingly, he also has a special gift for the Frecciarossa. Gennaio 2010 S_Incontro_Vissani 65 23-12-2009 11:30:26 incontro grandi, e anche se si cucina solo per venti persone bisogna coccolarle. Come in un sogno, che non ha prezzo, però, così come non hanno prezzo i capolavori di Renoir o Caravaggio». 66 Arte per pochi eletti? «No. La cultura è in ogni cosa, ed è per tutti. Anche in un tramezzino del bar o nelle fette biscottate con cui facciamo colazione la mattina. E poi una ricetta, anche la più originale e fantasiosa, non significa niente di per sé. Perché quando si cucina, lo stesso piatto è diverso ogni volta. E bisogna anche saper stare a tavola. Oggi è tutto così difficile! Tutto è consumismo, globalizzazione. Nessuno compra più la qualità e gli OGM li trasporta il vento da un capo all’altro del pianeta». I suoi must in cucina? «Ordine e pulizia». Cibo e viaggio. Antico amore? «Il mangiar bene, quando si viaggia, è freschezza, convivialità. Ma anche abbondanza e ricchezza. E un’occasione in più di attraversare, insieme ai luoghi, i migliori prodotti del made in Italy. Per guardare, assaporare, degustare. Un viaggio dei sensi». La ricetta di Vissani per il Frecciarossa? «Zuppa di peperoni rossi piccanti con dorso di lepre, accompagnata da sfere crude di lepre avvolte in mirefoix di peperoni rossi. Il rosso delle Frecce, la velocità della lepre, e lo sprint del peperoncino». la ricetta del Frecciarossa Ingredienti Per 4 persone 2 peperoni rossi 2 dorsi di lepre da cuocere 150 grammi di lepre cruda Olio, sale, peperoncino Sedano, carota, cipolla Alloro, bacche di ginepro, rosmarino, salvia Preparazione Mondare un peperone rosso, far appassire in forno e privarlo della pelle. Unire in una casseruola olio di oliva, aglio, qualche foglia di alloro e un tritato di sedano, carota e cipolla. Quando inizia a sudare, aggiungere il peperone, un pizzico di sale e peperoncino quanto basta. Unire 2 decilitri di brodo e far cuocere per circa 3 minuti a fuoco vivo. Eliminare l’aglio e l’alloro, frullare, quindi passare finemente allo chinois. Legare con uno spago alimentare 2 dorsi di lepre. Unire in una casseruola olio, aglio e qualche foglia di alloro. Appena inizia a sudare aggiungere, i dorsi di lepre e far scottare esternamente da entrambi i lati, assicurandosi che l’interno rimanga rosa. Ridurre con un coltello fine e passare al setaccio 150 grammi di lepre cruda, dopo averla fatta marinare per un giorno con bacche di ginepro, olio, aglio, rosmarino e salvia. Insaporire la purea di lepre così ottenuta con un pizzico di sale, pepe nero e olio di oliva. Comporre 4 sfere di 30-35 grammi l’una e fermare in frigorifero per un’ora circa. Mondare, spianare e tagliare a mirefoix un peperone rosso. Scottare in acqua bollente, quindi avvolgere le sfere di lepre cruda nella mirefoix di peperoni rossi. Adagiare in un piatto un mestolino di zuppa di peperoni rossi piccanti insieme al dorso di lepre tagliato a ventaglio e alla sfera cruda di lepre avvolta nel mirefoix. Una goccia di olio, un ramo di rosmarino e la ricetta è servita. la freccia S_Incontro_Vissani 66 23-12-2009 11:30:29