XXVII CO FERE ZA ITALIA A DI SCIE ZE REGIO ALI MIGRAZIONI E

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XXVII CO FERE ZA ITALIA A DI SCIE ZE REGIO ALI MIGRAZIONI E
XXVII COFEREZA ITALIAA DI SCIEZE REGIOALI
MIGRAZIONI E SVILUPPO
di Maria COLUCCI e Annunziata PALERMO
Dipartimento di Pianificazione Territoriale
Facoltà di Ingegneria - Università della Calabria
Ponte Pietro Bucci - 87036 Rende (CS)
Tel. 0984.496758, Fax 0984.496759
mail: [email protected]
SOMMARIO
Le migrazioni costituiscono una straordinaria ed indispensabile risorsa in termini sviluppo, di
crescita economica e culturale. In tale contesto si inserisce l’Operazione Quadro Regionale City
to City, che fa parte del Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg IIIC Sud. Nello specifico,
il Progetto Pilota RE.LA.TE. - Regional Territorial Laboratories, pone particolare attenzione alla
creazione di nuovi approcci alle politiche economiche ed alle opportunità di sviluppo e
integrazione risultanti dai movimenti finanziari, indotti dai flussi migratori, così come dalla forza
lavoro. Il Progetto Pilota, attuato nelle quattro aree di intervento di Valencia (Spagna), Palermo
(Italia), Crotone (Italia) e Villa San Giovanni (Italia), ha l’obiettivo specifico della creazione di
una Rete di Laboratori Territoriali di progettazione negoziata, intesi come il contesto nel quale
tutti i soggetti interessati - amministratori pubblici, comunità locali e comunità di immigrati,
operatori economici, ecc. - partecipano attivamente alla progettazione dello spazio urbano,
definendo principi, criteri, linee guida e strumenti orientati alla rigenerazione urbana, economica
e sociale.
Nella presente trattazione sono illustrati i primi risultati sperimentali inerenti il Laboratorio
Territoriale di Crotone.
Lavoro svolto in parti uguali da entrambi gli autori
ITRODUZIOE
el corso degli anni si è assistito al passaggio da una visione economicistica dello sviluppo, che
ne misurava i livelli solo attraverso i valori della crescita del reddito e del prodotto interno lordo,
ad una nuova visione in cui lo sviluppo diventa “sociale”, connesso ad una serie di variabili
collettive, come istruzione, sanità, diritti civili e politici, tutela delle minoranze, essenziali nel
processo ormai acquisito della “sostenibilità”. Il concetto di sviluppo sostenibile è, pertanto,
indubbiamente connesso alle problematiche inerenti il progresso economico, ma risulta altresì
indissolubilmente legato alle dinamiche sociali.
I processi migratori sono stati componente essenziale e decisiva nella storia della nostra società,
sia come fenomeno destrutturante, in riferimento alle aree di partenza, sia come fattore di
trasformazione delle aree di nuovo insediamento. Le analisi sociologiche condotte negli ultimi
anni hanno sottolineato la connessione tra immigrazioni, riorganizzazione economico-produttiva,
trasformazione delle aree urbane e rurali, e quindi sviluppo. Molte di queste connessioni hanno
prodotto fasi significative nella storia delle città; la nascita di quartieri, le esperienze di
partecipazione e di decentramento possono essere considerate come significativi effetti dei
processi di inurbamento avvenuti nei decenni passati.
Sotto la pressione dei flussi migratori tutte le aggregazioni urbane tendono a ricostruire una
propria identità, ricomponendo al proprio interno un nuovo equilibrio ed un nuovo ordine, dove il
rapporto tra popolazione autoctona e straniera gioca un ruolo fondamentale.
Paesi e organizzazioni internazionali guardano sempre più alle migrazioni come a un fenomeno
in grado di produrre un impatto positivo sostanziale sullo sviluppo. Tuttavia, il punto di partenza
deve essere rappresentato dall’attuazione di appropriate politiche di integrazione. Governare i
processi migratori significa non accettarli come dato di fatto, bensì affrontarli come un fenomeno
complesso, di cui è necessario massimizzare l’impatto positivo e ridurre quello negativo. La posta
in gioco è altissima e comprende, tra gli altri fattori, la sicurezza, il benessere ed i diritti umani
fondamentali, non solo dei migranti ma delle società coinvolte nel loro complesso.
In questo processo, sono innanzitutto necessarie politiche migratorie eque e sostenibili, che
medino efficacemente gli interessi, i diritti e le paure delle popolazioni coinvolte. L’obiettivo è la
valorizzazione del ruolo primario degli individui, insieme ai fabbisogni di cui sono portatori, da
considerare come attori delle politiche e come risorse fondamentali delle stesse.
Il punto centrale è che le questioni dell’integrazione e dell’intercultura non possono limitarsi ad
essere trattate in programmi, iniziative ed azioni specifiche e isolate; esse devono permeare
l’intera politica a scala comunale, intercomunale e territoriale, attraverso la pianificazione fisica e
quella sociale.
Vista la cogenza di tali tematiche, il Laboratorio di Pianificazione Territoriale dell’omonimo
Dipartimento dell’Università della Calabria, ha voluto, quindi, far parte di una Operazione
Quadro Regionale di cui è capofila la Regione Calabria, in riferimento allo sviluppo di nuovi
approcci riguardanti le politiche migratorie in un mondo in continuo cambiamento, e sul quale
verte la trattazione del contributo in esame.
1. REALTÀ URBAE A COFROTO SUL TEMA DELL’ITERCULTURALITÀ: IL
PROGETTO CITY TO CITY
Le politiche migratorie rappresentano uno degli argomenti di importanza prioritaria nell’agenda
economica e politica dell’Unione Europea, dal momento che le migrazioni costituiscono non solo
un fattore chiave delle relazioni economiche e sociali, ma anche un elemento di opposizione e di
tensione nelle relazioni internazionali. In tale contesto si inserisce l’Operazione Quadro
Regionale City to City, che fa parte del Programma di Iniziativa Comunitaria Interreg IIIC Sud.
L’OQR sopra citata, avviata nell’ottobre 2006 e la cui conclusione si prevede nel luglio del 2008,
pone particolare attenzione alla creazione di nuovi approcci alle politiche economiche ed alle
opportunità di sviluppo e integrazione risultanti dai movimenti finanziari così come dalla forza
lavoro, ed è attuata da un gruppo di autorità regionali o istituzioni equivalenti che hanno lo scopo
di scambiarsi esperienza su metodologie e attività basate su progetti
La partnership è costituita da Regione Calabria (capofila), Veneto Lavoro (Italia), Sicilia (Italia),
Municipalità di Valencia (Spagna), Federazione delle Autorità Locali Valenciane (Spagna),
London Borough of Enfield (Regno Unito), TuTech Innovation GmbH (Germania), Livani
(Latuania), Turunç (Turchia), West Sweden (Svezia), Cambridgeshire County Council (Regno
Unito).
Il modello strategico scelto è basato sull’idea di “cittadinanza comunitaria”, ovvero sulla
convinzione che in un contesto europeo debbano essere riconosciuti tutti gli specifici modelli di
aggregazione di diversi gruppi provenienti da vari contesti etnici. Il più ovvio di questi modelli
organizzativi consiste nell’ospitare questi gruppi, il più semplice consiste nel creare una
cittadinanza multiculturale con comunità che vivono in armonia nel loro nuovo ambiente.
L’obiettivo generale è quello di massimizzare le opportunità di integrazione fra cittadini europei
così come tra europei e cittadini di paesi terzi, attraverso la promozione di reti di comunicazione
tra comunità di immigrati, che possono essere “reti lunghe” come i legami tra le comunità e i loro
paesi di origine, o “reti corte” come i legami tra le varie comunità all’interno dei loro nuovi paesi
di residenza.
Gli obiettivi specifici risultano essere:
−
l’attuazione di buone pratiche nello sviluppo di servizi integrati e interventi che supportino i
meccanismi di inclusione delle comunità multietniche, il miglioramento dei diritti civili e la
−
cittadinanza per le comunità di immigrati;
lo sviluppo di reti tra paesi ospiti e paesi di origine, attraverso l’utilizzo di modelli
multiculturali;
−
la creazione di un servizio on-line che curi gli aspetti chiave delle attività dei partners e gli
interessi dei soggetti target;
−
lo sviluppo di partnership interregionali, di metodologie di lavoro comuni e di iniziative di
−
assistenza tecnica che potranno essere estese in altre regioni e adattate ai nuovi scenari;
la realizzazione di un centro di ricerche multi-disciplinare di natura internazionale al fine di
facilitare il trasferimento di conoscenza e lo sviluppo di nuovi approcci alla coesione
comunitaria, presso gli Uffici di Bruxelles della Regione Calabria - partner capofila del
progetto - e che si avvarrà dei contributi di tutti i partners.
Per quanto concerne gli impatti positivi previsti sul territorio, è interessante evidenziare gli
incentivi alla discussione e allo scambio tra regioni europee riguardo le politiche migratorie, il
consolidamento di positivi approcci alle politiche migratorie nelle regioni partners, lo sviluppo di
solide basi di cooperazione sostenibile Nord-Sud e Ovest-Est, nonché la diffusione e promozione
di reti di integrazione transnazionale come modello di buone pratiche.
Le iniziative implementate durante il progetto, sono suddivise in Studi e Analisi (inerenti gli stili
di vita e lo spazio urbano, l’integrazione economica, la cittadinanza, la diversità interculturale e la
coesistenza), Progetti Pilota (afferenti a tre sotto-programmi: Sviluppo di attività economiche,
Pari opportunità e lotta alla discriminazione, Cultura urbana multietnica e suo radicamento nel
territorio), e Centro Ricerche (finalizzato alla condivisione di conoscenze, buone pratiche e
servizi basati sull’approccio tecnologico).
Nello specifico, per quanto concerne i Progetti Pilota, è necessario approfondire i tre sottoprogrammi sopra menzionati.
L’aera tematica relativa allo sviluppo di attività economiche è orientata al supporto delle attività
economiche di iniziativa dei cittadini immigrati nei paesi in cui si sono stabiliti, tramite
microcredito, benefici e aiuti, formazione. Più nel dettaglio, si vuole promuovere il
coinvolgimento degli operatori dei paesi di origine, offrire agli immigrati la possibilità di
svolgere il ruolo di mediatori culturali - soprattutto nei settori del turismo internazionale e delle
esportazioni - migliorare i trasferimenti legali di rimesse economiche e promuovere progetti
basati sull’uso di trasferimenti di denaro per favorire lo sviluppo nei paesi d’origine.
In questa area tematica rientrano i progetti pilota BPR - Business Promotion Rainbow e MIDIT Migrants Development and Integration Tools.
Il primo mira a sostenere le attività imprenditoriali e lo sviluppo di imprese d’iniziativa degli
immigrati nei paesi di origine ed ospiti, sviluppando le conoscenze e le capacità dei potenziali
imprenditori immigrati, sperimentando nuove iniziative e dimostrandone i diretti effetti
economici positivi, nonché rafforzando la rete di collegamenti tra l’ospite ed il paese di origine.
Il secondo, invece, punta a fornire informazioni, supporto e mediazione per l’integrazione degli
immigrati nel mercato del lavoro, attraverso il potenziamento delle abilità e delle competenze
degli stessi, i contatti con le PMI ed una piattaforma multi-lingua e multi-canale che fornisce
servizi innovatori ad immigrati e operatori.
L’aera tematica relativa alle pari opportunità e lotta alla discriminazione é orientata ad
organizzare, soprattutto presso le comunità femminili, iniziative per facilitare una migliore
distribuzione dei carichi di lavoro in ambito domestico, come asili nido o servizi di consulenza
familiare, favorire le relazioni con le comunità dei paesi di origine, perseguire la lotta contro la
prostituzione e ogni forma di costrizione personale, ed agevolare la fruizione dei servizi sociosanitari, la scolarizzazione dei bambini, la creazione di sistemi che permettano la produzione e la
fruizione e la vendita di prodotti propri.
In questa area tematica rientrano i progetti pilota InsO - Inside/Outside: Empowering and
including migrant women and families e EASY - Equal Access to Social Services Yes.
Il primo si interessa, prioritariamente, di sostenere l’integrazione delle donne immigrate ed
aumentare le loro opportunità. I territori interessati dal progetto presentano caratteristiche
demografiche e socio-economiche simili, così come gli ostacoli all’integrazione; si tratta di aree
urbane di grandi città che presentano zone molto ricche accanto ad altre estremamente povere,
interessate da notevoli flussi migratori. Il progetto, pertanto, mira a favorire l’accesso alle
informazioni e ai servizi pubblici e privati per le donne immigrate e le loro famiglie, migliorare il
funzionamento congiunto tra i servizi pubblici e le organizzazioni non governative per soddisfare
le loro esigenze, nonché rilevare l’impatto di tali miglioramenti ai servizi sulle donne e sulle
famiglie.
Mentre il secondo si basa sulla promozione dell’integrazione degli immigrati nelle società
europee e sul miglioramento del loro accesso ai sistemi pubblici di protezione sociale. Le attività
principali vertono sulla mediazione sociale ed interculturale e sull’offerta di servizi socio-sanitari,
in cui la figura del mediatore è decisamente importante per l’integrazione degli immigrati.
L’aera tematica relativa alla cultura urbana multietnica e suo radicamento nel territorio è
indirizzata a realizzare attività che, attraverso l’utilizzo di reti esistenti, favoriscano la
partecipazione delle comunità di immigrati alla vita culturale attraverso il cinema, gli spettacoli,
la musica; si mira al rispetto delle diversità culturali, specialmente nei percorsi educativi, a
promuovere modelli di auto-rappresentazione delle condizioni di vita in Europa, per facilitare
politiche di integrazione e intercedere presso le istituzioni locali, a creare centri di prima
accoglienza dedicati a coloro che cercano asilo, rifugio o casa e a prevedere punti informativi
sulle offerte di lavoro a livello locale, nonchè al coordinamento con altre istituzioni locali per
stimolare azioni concrete negli spazi urbani di maggiore concentrazione di immigrati.
In questa area tematica rientra il progetto pilota RE.LA.TE. - Territorial Regional Laboratories, il
cui fine ultimo è quello di generare gli strumenti per la progettazione urbana e l’integrazione
socio-culturale, favorendo le relazioni e le diversità interculturali. Il progetto affronta le
tematiche inerenti i flussi migratori nel contesto euro-mediterraneo, con lo scopo di definire
nuovi modelli nell’ambito della progettazione urbana, indirizzando le azioni sulle unità e sui
distretti esistenti, mediante l’uso di nuove metodologie di partecipazione mirate all’acquisizione
della consapevolezza dei propri diritti da parte delle comunità di immigrati.
2. RE.LA.TE.: TERRITORIAL REGIOAL LABORATORIES
Il progetto pilota RE.LA.TE. - Regional Territorial Laboratories contribuisce alla realizzazione di
strumenti e metodi per definire nuovi scenari della città “multietnica”.
La Partnership è così composta: DAACM - Università Mediterranea di Reggio Calabria (leader
partner), Italia; Associazione Eurokom, Italia; Associazione Valenciana per l’aiuto ai Rifugiati
(AVAR), Spagna; Comitato Permanente Partenariato Euromediterraneo dei Poteri Locali e
Regionali (COPPEM), Italia; Comune di Villa San Giovanni, Italia; Comune di Crotone, Italia;
Comune di Palermo, Italia; Centro di Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione (CRESM),
Italia; Mancomunidad la serranía, Spagna; Movimiento contra la intolerancia (MCI), Spagna;
Psicologos Sin Fronteras, Spagna; Unione degli assessorati alle politiche socio-sanitarie e del
lavoro d’Italia, Italia; Dipartimento di Pianificazione Territoriale (rappresentato dal Laboratorio
di Pianificazione Territoriale) - Università della Calabria, Italia.
Il progetto pilota viene attuato in quattro aree di intervento - Valencia (Spagna), Palermo (Italia),
Crotone (Italia) e Villa San Giovanni (Italia) - e le attività, svolte con l’accordo e la
collaborazione di tutti i partners, ciascuno secondo le proprie specifiche competenze, hanno
l’obiettivo specifico della creazione di una Rete di Laboratori Territoriali di progettazione
negoziata, intesi come il contesto nel quale tutti i soggetti interessati - amministratori pubblici,
comunità locali e comunità di immigrati, operatori economici, ecc. - partecipano attivamente alla
progettazione dello spazio urbano, definendo principi, linee guida ed interventi finalizzati alla
riqualificazione urbana, economica e sociale.
Il progetto contribuisce, dunque, alla realizzazione di strumenti per la costruzione di una “città
etica” promuovendo:
− l’applicazione di regole di civile coesistenza ispirate al rispetto delle differenze e al
riconoscimento del loro valore, al fine di rinsaldare i legami culturali tra i popoli, dilatare
l’area del benessere alle regioni periferiche e sviluppare occasioni di incontro, dettate anche
da comuni e legittimi interessi;
−
nell’ambito dei processi di pianificazione urbana, i temi del rapporto tra le culture nel
rispetto delle differenze, del recupero dell’identità semantica degli spazi urbani, delle nuove
centralità urbane secondo la teoria dell’aggregazione interetnica, dei diritti della cittadinanza
e dei doveri della coesistenza, del ruolo delle imprese per il superamento delle barriere
culturali, del ruolo delle istituzioni per l’accoglienza;
−
processi di pianificazione negoziata e modelli di partecipazione nell’organizzazione dello
spazio urbano.
Il progetto prevede 5 Unità, ciascuna delle quali fa riferimento ad un aspetto specifico del
progetto stesso.
L’Unità 1 - Coordinamento ed organizzazione, il cui partner responsabile è il DAACM
dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, prevede la gestione di una Cabina di Regia che,
mediante il coinvolgimento e la continua interazione con tutti i partners, deve garantire il rispetto
delle tempistiche e delle azioni previste dal progetto.
L’Unità 2 - Sensibilizzazione e comunicazione, il cui partner responsabile è il COPPEM di
Palermo, prevede la realizzazione di attività di sensibilizzazione e di animazione territoriale nei
luoghi di incontro tra le diverse comunità - ad esempio parrocchie, campi di accoglienza, partiti
locali, scuole, centri sociali di aggregazione - finalizzate a favorire la reale integrazione tra le
parti, nonché la divulgazione degli obiettivi, della metodologia e dei risultati attesi dal progetto
pilota in ognuna delle 4 aree di indagine.
L’Unità 3 - Sviluppo di modelli di partecipazione, il cui partner responsabile è l’AVAR di
Valencia, è incentrata sulla ricerca e sperimentazione di strumenti e metodi innovativi di
pianificazione partecipata nell’ambito delle aree di intervento individuate dal progetto.
L’obiettivo consiste nel provare a definire un modello di pianificazione e progettazione
partecipata dello spazio urbano interattivo e plurale, in grado di favorire l’aggregazione e la
cooperazione dei diversi attori coinvolti nelle trasformazioni urbane, come cittadini e
rappresentanti delle comunità locali, migranti, enti pubblici e privati.
Il punto di partenza consiste nello studio delle buone prassi di pianificazione partecipata, quali:
− Easw (European Awarness Scenario Workshop, adottata dalla Commissione europea nel
1994 per promuovere dibattiti pubblici e garantire la partecipazione alla pianificazione
sostenibile);
−
Strategic Choice (un processo ciclico interattivo nel quale gli attori locali - tecnici e politici partecipano a sessioni di lavoro per decidere in condizioni di incertezza, di urgenza, di
carenza di risorse e di conflitti di interesse);
−
Appreciative Inquiry (approccio col quale si leggono i processi di cambiamento che
interessano le organizzazioni e le comunità attraverso le motivazioni e le impressioni dei
−
diversi attori);
Visioning (metodo che permette la costruzione di scenari futuri o prefigurazione degli scenari
che gli abitanti vorrebbero vedere realizzati).
Il progetto prevede la costituzione di gruppi di studio, che lavorano in autonomia, secondo le
specificità dell’area in cui operano, in modo da valutare il modello più appropriato da applicare
all’area di progetto. Contemporaneamente, sono previsti seminari di lavoro congiunto tra i
partners volti allo scambio di informazioni, alla diffusione delle buone prassi di partecipazione
sperimentate e alla verifica dei presupposti di ripetibilità delle esperienze prodotte, perseguendo
l’obiettivo di allargare la base sociale su cui si costruisce il progetto della città “multietnica”,
attraverso il coinvolgimento delle amministrazioni e di tutti gli attori locali, cittadini e migranti.
L’Unità 4 - Laboratori territoriali, i cui partners responsabili sono Mancomunidad La Serrania di
Valencia - per quanto concerne la componente sociologica - ed il Dipartimento di Pianificazione
Territoriale dell’Università della Calabria - per quanto concerne gli aspetti urbanistici, ha
l’obiettivo di promuovere nuove esperienze di pianificazione urbanistica, basata su processi di
partecipazione in grado di coinvolgere la comunità locale e i diversi gruppi di immigrati presenti
sul territorio, per la costruzione di spazi sociali ed urbani integrati e rispettosi delle diversità. La
base di partenza è l’attivazione dei 4 Laboratori Territoriali, uno per ogni area di progetto Valencia (Spagna), Palermo (Italia), Crotone (Italia) e Villa San Giovanni (Italia) - in cui
svolgere attività di ricerca e progettazione sul campo attraverso work group di professionisti che,
insieme alle comunità interessate, definiscono i comparti urbani su cui intervenire e, in base alle
problematiche e alle potenzialità emerse, valutano le modalità con cui operare.
Le azioni dei laboratori, con l’obiettivo di favorire l’integrazione degli immigrati sia in contesti
urbani che rurali, consistono, tra l’altro, nel rilevamento del degrado edilizio che caratterizza gli
spazi occupati dagli immigrati - con particolare riferimento ai luoghi della residenza, del lavoro,
della formazione, del commercio e dello svago - e nella definizione delle modalità d’intervento
per il miglioramento della qualità urbana e della vita.
In altri termini, si mira a realizzare uno strumento di progettazione - quale il Laboratorio
Territoriale - in grado di produrre proposte progettuali di riqualificazione urbana attraverso
percorsi partecipati, principi fondamentali e linee guida per la pianificazione della città
“multietnica” e l’integrazione socio-culturale. Tali risultati dovranno essere trasferibili anche in
contesti diversi da quelli in cui sono stati sperimentati, purché presentino caratteristiche simili,
sia in relazione all’assetto urbano ed ambientale che al fenomeno migratorio.
L’Unità 5 - Elaborazione dei prodotti e diffusione dei risultati, il cui partner responsabile è il
Dipartimento di Pianificazione Territoriale dell’Università della Calabria, prevede la costituzione
di un focus group transnazionale, che ha il compito di fornire il quadro conoscitivo delle
dinamiche e dei fattori che favoriscono o ostacolano i processi di integrazione degli immigrati nei
contesti territoriali del progetto, nonché realizzare strumenti a supporto dello sviluppo di una città
“multietnica”, in grado di favorire la condivisione dello spazio urbano, inteso quale luogo
dell’abitare e del vivere sociale, tra soggetti culturalmente differenti.
Nello specifico, l’Unità 5 prevede la realizzazione dei prodotti finali del progetto pilota:
−
l’Handbook RE.LA.TE per costruire i nuovi scenari urbani della città “multietnica”, una
guida di facile fruizione destinata a tecnici, esperti, attori locali ed istituzioni competenti, che
contiene osservazioni sul fenomeno della multiculturalità urbana nelle aree di progetto, buone
prassi e linee guida per la pianificazione partecipata multicultural-oriented sia in contesti
urbani che rurali
−
la Carta europea dei servizi multicultural-oriented, avente standards europei, che descrive i
bisogni di integrazione, i principi fondamentali su cui basare i servizi sia per gli immigrati
cha per i cittadini residenti al fine di favorire processi di integrazione attraverso la garanzia
del “diritto al rispetto della differenza”, gli indicatori di valutazione, nonché le azioni per
rafforzare e diffondere il concetto di cittadinanza attiva presso gli immigrati.
3. IL LABORATORIO TERRITORIALE DI CROTOE
Il laboratorio di Crotone nasce come laboratorio urbano per poi allargare il campo di intervento al
livello provinciale, mediante stipula di un protocollo di intesa tra il Comune di Crotone e i
Comuni di: Cirò Marina, Cutro, Isola Capo Rizzuto, Rocca di Neto e Strongoli.
A livello territoriale, infatti, sono carenti iniziative volte all’integrazione dei cittadini stranieri che
vi risiedono che discutano e propongano soluzioni su aspetti interessanti quali: il collocamento
nel mondo del lavoro e l’incontro domanda-offerta di lavoro, la formazione e la riqualificazione
professionale degli adulti, l’apertura di sportelli di informazione e di consulenza, il sostegno e la
protezione dei minori stranieri non accompagnati.
Infatti, facendo riferimento al dato relativo agli stranieri residenti, al 31 dicembre 2005, emerge
un valore rilevante, ai fini dell’indagine, non tanto a livello comunale, dove si può parlare più che
altro di popolazione fluttuante, ma a livello provinciale, in riferimento a cui l’1,7% (2.991 unità)
della popolazione residente è straniera.
Tale popolazione è distribuita in maniera eterogenea, con un picco, appunto, nei comuni di
Crotone (34,4%), Isola Capo Rizzuto (15,3%) e Cirò Marina (13,7%). L’8,3% degli stranieri è
localizzato a Cutro, comunque seguito, per popolazione straniera da Cotronei, Melissa, Strongoli
e Rocca di Neto. Gli altri comuni presentano, invece, una presenza straniera inferiore al 2% o
quasi nulla (Pallagorio, San Nicola dell’Alto, Umbriatico).Tuttavia il comune con maggiore
densità di stranieri è Isola Capo Rizzuto (3,92), seguito da Cirò Marina e Melissa (2,44), Cutro
(1,97) e Cotronei (1,60). Il comune di Crotone segue con una densità di stranieri di 1,50, ossia
ogni 100 cittadini residenti 1,50 proviene da oltre confine; chiude, invece, la lista dei comuni per
densità demografica di stranieri San Nicola dell’Alto, dove ogni 100 persone residenti solo lo
0,19 è straniero.
3.1 I soggetti coinvolti nella gestione del laboratorio
La gestione dell’indagine sulla condizione degli immigrati è stata affidata dal Comune di
Crotone, supervisionato per quanto concerne gli studi sociologici dalla Mancomunidad La
Serrania, mentre per quanto concerne gli studi urbanistici dal dipartimento di Pianificazione
Territoriale dell’Università della Calabria, alla Caritas Diocesana di Crotone, che ha analizzato i
dati quantitativi inerenti la situazione degli immigrati, nonché, mediante attività di partecipazione
attiva all’interno del laboratorio, i loro stili di vita, il loro grado di integrazione, i loro pensieri, i
loro atteggiamenti nei confronti della città, della popolazione e del lavoro.
I soggetti interessati direttamente e indirettamente dalle suddette attività sono i seguenti, in
relazione ai quali vengono evidenziati i servizi specifici agli immigrati.
−
Comune di Crotone: si occupa in primis della realizzazione del progetto sugli immigrati, che
consiste nella realizzazione di un centro denominato CACEC “Centro Accoglienza Cittadini
Extra-Comunitari“, volto alla valorizzazione e allo sviluppo di competenze per gli immigrati.
Il progetto, pertanto, intende realizzare azioni capaci di favorire l’inserimento socio-culturale
di soggetti a rischio di esclusione sociale quali gli immigrati; intervenire per superare
problemi anche individuali di integrazione; collegare in una Rete stabile di partenariato locale
soggetti coinvolti a diverso titolo nel processo di integrazione di cittadini stranieri; prevedere
servizi di sostegno, informazione e orientamento collegati in forma integrata; fornire
assistenza medica e culturale.
−
Provincia di Crotone: studia il fenomeno delle immigrazioni attraverso l’attività
dell’Osservatorio sulle Politiche Sociali, servizio istituito per rispondere a esigenze più
generali, ma che sta rivolgendo sempre più attenzione all’immigrazione; si occupa dell’avvio
del progetto “Sakan”, uno sportello informativo per gli immigrati che vivono nel territorio
−
crotonese.
PROCIV Crotone e PROCIV-ARCI di Isola Capo Rizzuto: fornisce servizio di protezione
civile e antincendio presso il CPA di S. Anna, assistenza in occasione dell’emergenza
rappresentata dagli sbarchi, prima accoglienza ai clandestini nel campo profughi S. Anna, con
servizio medico, alloggiamento in abitazioni messe a disposizione dalle autorità competenti e
distribuzione pasti; gestisce, in collaborazione con il Comune di Isola Capo Rizzuto (Progetto
Fer), alcuni servizi di seconda accoglienza per richiedenti asilo politico presso il centro
servizi di S. Anna.
−
Prefettura: gestisce il Centro di Prima Accoglienza di S.Anna; eroga sussidi economici per il
sostentamento dei richiedenti asilo; coordina lo Sportello Unico per l’Immigrazione del
Consiglio Territoriale per l’Immigrazione della Provincia di Crotone; si occupa della richiesta
di nulla-osta per il ricongiungimento familiare e del rilascio del nulla-osta per lavoro
subordinato e del relativo permesso di soggiorno.
−
Questura: si occupa delle procedure previste dalla legge in merito alla identificazione dei
profughi e al successivo iter relativo alla presentazione di domanda per il riconoscimento
dello status di rifugiato; gestisce lo Sportello Unico per l´Immigrazione, a cui vengono
inviate le istanze sia per il permesso che per la carta di soggiorno.
−
Camera di Commercio di Crotone: cura i rapporti e le indicazioni specifiche sull’utenza
immigrata svolti ogni anno attraverso il Rapporto Polos o altri documenti predisposti
−
dall’Ufficio Studi; eroga agli immigrati gli stessi servizi previsti per le altre imprese e ditte.
Centro per l’impiego di Crotone: studia l’incrocio domanda/offerta di lavoro relativamente
all’utenza immigrata, mediante ricerca presso le banche dati e lo Sportello Unico per
l’immigrazione; gestisce le schede professionali dei lavoratori; inserisce i nominativi
nell’elenco anagrafico telematico, in collegamento con le Agenzie private.
−
Inps di Crotone: indaga sul lavoro non regolare, sia per lavoratori immigrati che autoctoni e
relativi alle collaboratrici domestiche non italiane; eroga informazioni tramite il sito internet
su due temi principali, inerenti l'inserimento nel mercato del lavoro, tenendo presenti la
nuova normativa sull'immigrazione e sulla condizione dello straniero, l'ingresso di nuovi
Paesi nell'Unione Europea e la recente riforma del mercato del lavoro; si occupa delle tutele
assistenziali e previdenziali previste per i lavoratori stranieri per l'occupazione, la pensione, la
famiglia, la salute, in base ai principi della territorialità dell'obbligo assicurativo e della parità
di trattamento rispetto ai lavoratori italiani.
−
ASL ;. 5 di Crotone: offre assistenza ai cittadini italiani emigrati all’estero, agli stranieri
inseriti in nuclei familiari italiani, ai cittadini stranieri extra-comunitari con copertura
assicurativa, ai cittadini stranieri senza copertura sanitaria, ai clandestini e irregolari, nonché
−
fornisce assistenza sanitaria presso il CPA di S. Anna.
Associazione Misericordie: gestisce 2 case di accoglienza per immigrati ad Isola Capo
Rizzuto, con la capienza rispettivamente di 15 posti (donne/ragazze) e 10 posti (uomini).
−
CARITAS Diocesana Crotone - Santa Severina: offre servizi di assistenza legale, sostegno
socio-psicologico, assistenza a rifugiati e richiedenti asilo, accoglienza di 13 profughi e
perseguitati politici, già finanziato dalla CEI con l’utilizzo di fondi dell’8 per mille; svolge
presso il CPA corsi di alfabetizzazione per l’utenza immigrata; elabora il Dossier statistico
sull’immigrazione Caritas/Migrantes.
−
COOP. AGORA’ KROTO; O;LUS: offre assistenza ai rifugiati e ai richiedenti asilo, anche
mediante lo Sportello Sakan, da poco attivato in collaborazione con la Provincia e la Regione,
eroga servizi inerenti la consulenza e l’orientamento legale e sociale, le attività informative e
formative (depliant, incontri e campagna stampa), i corsi brevi di lingua italiana, l’utilizzo di
postazioni Internet, l’assistenza nella preparazione della documentazione relativa sia alle
richiesta del primo permesso di soggiorno, del ricongiungimento familiare, della Carta di
−
Soggiorno e della cittadinanza, che al rinnovo del permesso di soggiorno e ai ricorsi
amministrativi e giudiziari.
Croce Rossa Italiana: si occupa della gestione del Centro di identificazione e di prima
accoglienza di S. Anna, curando l’organizzazione generale dei servizi, la distribuzione del
vitto, degli indumenti e dei prodotti per l’igiene personale; eroga assistenza sociale e di prima
accoglienza per il CPA, assistenza legale per i casi di ricongiungimento familiare, assistenza
ai minori, accompagnamento e assistenza ai soggetti bisognosi di cure mediche; coadiuva, in
situazioni di emergenza la Misericordia nel trasporto in autolettiga, presso il CPA.
−
Consorzio pubblico CO.PRO.S.S.: si occupa dell’attuazione del Progetto Safira “Programma
di assistenza e integrazione per donne vittime della tratta”. Questo progetto ha previsto la
realizzazione di un “Centro residenziale di accoglienza per donne vittime di abuso”, ubicato
nel comune di Cirò Marina, il cui obiettivo principale è quello di sottrarre alle condizioni di
sfruttamento sessuale donne, anche minori, vittime della tratta, per le quali è previsto un
programma di assistenza, protezione ed integrazione sociale, nel rispetto delle loro tradizioni
−
culturali, linguistiche e religiose.
Cooperativa sociale Onlus CO.RI.S.S.: gestisce un Centro di accoglienza temporanea
“Domus”, situato nel Comune di Melissa. Il Centro nasce nel 2002 in convenzione con
l’Amministrazione Provinciale di Crotone, offre un servizio per soggetti in povertà estrema
(nuclei familiari che versano in disagiate condizioni economiche, donne in difficoltà,
minori/adolescenti fragili, profughi), attivandosi nel tentativo di superare la parzialità e la
separazione tra momento di prevenzione, cura, riduzione del danno e recupero.
−
A;OLF( Associazione ;azionale oltre le Frontiere) – CISL: eroga servizi inerenti le attività
di informazione ed assistenza agli immigrati, realizzando corsi di formazione professionale
con l’alfabetizzazione e formazione sui diritti e le azioni di tutela degli immigrati, nonché
svolge attività di mediazione domanda-offerta di lavoro.
−
CGIL: organizza periodicamente corsi di lingua italiana, incontri formativi con immigrati su
nuove disposizione legislative, corsi di cultura generale ed informatica, offrendo, inoltre, il
servizio di consulenza ed assistenza in ambito legale, oltre che di assistenza contrattuale.
−
CSIL: si occupa di offrire assistenza nelle pratiche di regolarizzazione, nei permessi di
soggiorno, nell’inserimento degli immigrati nel contesto scolastico, nei contratti delle colf
immigrate, tutelando i diritti degli immigrati stessi e dando loro anche indicazioni ed
informazioni di tipo sanitario. Inoltre, ha realizzato con cadenza periodica corsi di
alfabetizzazione ed attività di formazione professionale rivolta all’utenza immigrata sui temi
della mediazione culturale, dell’incontro domanda-offerta di lavoro, prestando altresì
consulenza contrattuale ed organizzando corsi per mediatore culturale, nonché un corso per
−
addetto al telelavoro, utilizzando lo IAL Cisl.
UIL: eroga servizi specifici all’utenza immigrata inerenti i diritti e doveri dei cittadini
stranieri in Italia, le ricerche e/o offerte di lavoro, i diritti e doveri dei lavoratori delle diverse
categorie, il contatto con altri stranieri e loro associazioni, il problema famiglia.
3.2 I dati quantitativi preliminari
Per come riportato nella Tabella 1, la maggior parte della popolazione straniera residente (63%)
proviene da Paesi europei, in particolare dalla zona centro-orientale del continente. Il 24% arriva,
invece, dall’Africa, e, in larga predominanza, dai Paesi situati nella zona settentrionale. Il 10%
degli straneri residenti alla data delle indagini, si muove dall’Asia, soprattutto centro-meridionale
ed orientale. È partito, infine, dall’America per risiedere a Crotone, solo il 2 % degli stranieri.
Sempre alla stessa data, non risultavano stranieri provenienti dal continente oceanico.
Tabella 1 Provenienza per continenti della popolazione straniera nella Provincia di Crotone
Europa
Africa
Asia
America
Oceania
Totale
1894
728
287
82
0
2991
63%
24%
10%
3%
0%
100%
Fonte: Elaborazione Osservatorio Politiche Sociali su dati comunali 32.12.2005
Inoltre, il numero di stranieri che risiede nella provincia proviene (si veda Grafico1) per il
maggiore numero dal Marocco (583 unità), seguito dall’Ucraina (570 unità), dall’Albania (237
unità), dalla Polonia (181 unità), dalla Serbia (150 unità), dalla Cina (128 unità), dalla Russia
(128 unità).
Totale
Femmine
1200
Mas chi
1000
800
600
400
200
0
M aro cco
Ucraina
A lb ania
Po lo nia
Romania
Serb ia e
M ont enegro
Cina Rep.
Pop o lare
Russia
Fed erazio ne
Germania
Grafico 1 Nazionalità a maggiore flusso di provenienza
Facendo riferimento ai comuni che hanno sottoscritto il protocollo di intesa, sono state eseguite
delle analisi puntuali per ciascuno di essi inerenti i cittadini stranieri iscritti in anagrafe al 31
dicembre 2006 per sesso, cittadinanza e classe di età; alcuni dei suddetti dati sono di seguito
riportati nella Tabella 2 .
Tabella 2 Cittadini stranieri per classi di età
Comune di Crotone
Classi di età
Maschi Femmine
0-18
121
110
19-36
172
258
37-55
162
277
56-80
24
7
479
652
Totale
1.131
Comune di Cirò Marina
Classe di età
Maschi Femmine
0-18
60
57
19-36
71
91
37-55
50
62
56-80
11
9
192
219
Totale
411
Comune di Cutro
Classe di età Maschi Femmine
0-18
29
26
19-36
47
43
37-55
50
41
56-80
5
9
131
119
Totale
250
Comune di Isola Capo Rizzuto
Classe di età
Maschi Femmine
0-18
50
37
19-50
197
169
56-80
45
24
Comune di Rocca di eto
Classe di età Maschi Femmine
0-18
7
5
19-36
12
15
37-55
15
13
56-80
3
2
37
35
Totale
72
Comune di Strongoli
Classe di età
Maschi Femmine
0-18
11
7
19-36
15
27
37-55
20
23
56-80
3
2
49
59
Totale
180
299
Totale
230
522
Interessante è anche il numero totale di stranieri iscritti al Centro per l’impiego di Crotone e Cirò
Marina, pari a 702 unità. Nel CPI di Crotone sono iscritte 594 unità di cui 342 maschi e 252
femmine, mentre nel CPI di Cirò Marina gli iscritti scendono a 108 con la presenza di 38 maschi
e 70 femmine. Di questi il 3% è in possesso di una laurea, lo 0,8% di un attestato di qualifica, il
4% di un diploma di scuola media superiore, il 29% è in possesso della licenza elementare media,
mentre il 10% non è in possesso di alcun titolo.
Alla crescita del tessuto economico della provincia hanno contribuito, inoltre, anche gli
imprenditori extracomunitari, il cui numero è aumentato con continuità negli ultimi anni. Il
numero delle imprese di extracomunitari è salito, infatti, dalle 368 registrate a fine 2004 alle 415
di fine 2005 con un tasso di sviluppo del 12,8%, ben superiore al tasso medio registrato nella
provincia pari al 1,5%.
Il tasso di sviluppo (12,8%) è inferiore alla media nazionale (15,4%), ma superiore alla media
regionale (10,2%), segno che la provincia rappresenta un’area a maggiore attrattività di nuove
imprese di proprietà di immigrati, rispetto ad altre province calabresi. Negli ultimi 5 anni gli
imprenditori individuali extra-Ue nella nostra provincia sono raddoppiati, con un saldo attivo di
208 imprese e un tasso di sviluppo che ha raggiunto il picco assoluto nel 2002 con un tasso medio
di crescita del 20,7% nei dodici mesi. La crescita dell’imprenditoria di origine extra-comunitaria,
seppure in decelerazione negli anni 2003-2004, ha fatto registrare una nuova impennata nell’anno
2005 e costituisce un vero motore di crescita soprattutto relativamente alle imprese individuali.
L’incidenza delle imprese extracomunitarie sul totale delle imprese registrate è pari al 2,4%. Così
come per gli anni passati, aumenta il numero di immigrati che tra i settori di attività sceglie il
commercio. Infatti, sul totale delle imprese avviate da soggetti extraxcomunitari, ben il 62,2% (lo
scorso anno era il 61%) rientra nel settore del commercio al dettaglio, cui si dovrà aggiungere un
2% operante nel commercio all’ingrosso. Tuttavia, presenze extracomunitarie sono rilevate anche
nell’agricoltura con il 5% (lo scorso anno era il 4,8 %) e nelle costruzioni 4,3% (lo scorso anno
era il 4 %), così come in misura prossima all’1-2% anche in altri settori quali ricezione turistica,
attività ricreative, culturali e sportive, sanità e altri servizi sociali. Significativa anche la presenza
di imprese non classificate che costituiscono l’8,2% del totale.
In merito al profilo dell’imprenditore extracomunitario, è da rilevare un aumento, rispetto agli
anni precedenti, della percentuale di imprese avviate da soggetti con età inferiore ai 30 anni (20%
sul totale), anche se la maggioranza delle imprese extracomunitarie (63,2%) è capeggiata da
soggetti adulti con età compresa tra 30 e 49 anni; solo il restante 15,1% delle imprese fa
riferimento ad extracomunitari ultracinquantenni. Inoltre, l’84% delle imprese ha come titolare o
socio lo stesso extra-comunitario, mentre per il 13,3% delle imprese questi detiene la carica di
amministratore; per il restante 2,7% l’extracomunitario detiene altre cariche. Qualche cenno va
inoltre riservato alla provenienza geografica degli imprenditori extracomunitari ed alla relativa
preferenza di settore d’attività (si veda a tal proposito la Tabella 3).
Tabella 3 Suddivisione imprese per attività economiche e classe di età imprenditoriale
SEZIOI E DIVISIOI DI ATTIVITA'
ECOOMICA
A 01 Agricoltura, caccia e relativi servizi
A 02 Silvicoltura e utilizzazione aree
forestali
TOTALE
< 30
anni
30-49
anni
>= 50
anni
Titolare/
Socio
Amministratore
Altre
cariche
3
11
5
18
1
0
19
0
0
0
0
0
0
0
PERSOE Extra
Comunitari
B 05 Pesca, piscicoltura e servizi connessi
0
1
0
0
1
0
1
CB14 Altre industrie estrattive
0
0
0
0
0
0
0
DA15 Industrie alimentari e delle bevande
2
1
2
3
2
0
5
DB17 Industrie tessili
0
0
1
1
0
0
1
DB18 Confez. articoli vestiario -prep.
pellicce
0
1
0
1
0
0
1
DC19 Prep. e concia cuoio -fabbr. articoli
viaggio
0
0
0
0
0
0
0
DD20 Industria del legno, esclusi mobili fabbr. in paglia
1
2
1
3
1
0
4
DE21 Fabbric. pasta - carta, carta e prod. di
carta
0
0
0
0
0
0
0
2
0
0
2
0
0
2
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
1
0
1
DI26 Fabbric. prodotti lavoraz. min. non
metallif.
1
4
0
3
2
0
5
DJ27 Produzione di metalli e loro leghe
0
0
0
0
0
0
0
DJ28 Fabbric. e lav. prod. metallo, escl.
macchine
1
1
0
1
1
0
2
DK29 Fabbric. macchine ed appar. mecc.,
installazione
0
0
1
0
1
0
1
DL30 Fabbric. macchine per uff., elaboratori
0
0
0
0
0
0
0
DL31 Fabbric.di macchine ed appar. elettr.
n.c.a.
0
0
0
0
0
0
0
DL32 Fabbric. appar. radiotel. e app. per
comunicazione
0
0
0
0
0
0
0
DL33 Fabbric. appar. medicali, precis.,
strumenti ottici
0
2
0
1
0
1
2
DM34 Fabbric. autoveicoli, rimorchi e
semirimorchi
0
0
0
0
0
0
0
DM35 Fabbric. di altri mezzi di trasporto
0
0
0
0
0
0
0
DN36 Fabbric. mobili - altre industrie
manifatturiere
0
1
0
1
0
0
1
DN37 Recupero e preparaz. per il riciclaggio
0
0
0
0
0
0
0
E 40 Produz. energia elettr., gas, acqua calda
0
1
0
0
1
0
1
DE22 Editoria, stampa e riprod. supp.
registrati
DG24 Fabbric. prodotti chimici e fibre
sintetiche
DH25 Fabbric. artic. in gomma e mat.
plastiche
E 41 Raccolta, depurazione e distrib.acqua
0
0
0
0
0
0
0
F 45 Costruzioni
3
14
1
16
2
0
18
G 50 Comm. manut. e rip. autov. e motocicli
1
5
0
3
2
1
6
G 51 Comm. ingr. e interm. del comm. escl.
autov.
1
6
2
8
0
1
9
G 52 Comm. dett. escl. autov - rip.beni pers.
64
149
45
255
3
0
258
H 55 Alberghi e ristoranti
1
9
0
9
0
1
10
I 60 Trasporti terrestri - trasp. mediante
condotta
0
1
0
0
0
1
1
I 63 Attività ausiliarie dei trasp. - ag. viaggi
0
0
0
0
0
0
0
I 64 Poste e telecomunicazioni
0
2
0
0
2
0
2
J 65 Interm. mon. e finanz. (escl. assic. e
fondi p.)
0
0
0
0
0
0
0
J 67 Attività ausil. intermediazione
finanziaria
0
1
0
1
0
0
1
K 70 Attività immobiliari
0
1
1
1
0
1
2
K 71 Noleggio macc. e attrezz. senza operat.
0
0
0
0
0
0
0
K 72 Informatica e attività connesse
1
2
0
1
2
0
3
K 73 Ricerca e sviluppo
0
0
1
0
1
0
1
K 74 Altre attività professionali e imprendit.
0
2
0
0
2
0
2
M 80 Istruzione
0
3
0
2
1
0
3
N 85 Sanita' e altri servizi sociali
0
5
1
4
2
0
6
0
1
0
0
1
0
1
O 92 Attività ricreative, culturali sportive
1
5
0
3
1
2
6
O 93 Altre attività dei servizi
0
6
0
6
0
0
6
O 90 Smaltim. rifiuti solidi, acque scarico e
sim.
X Imprese non classificate
6
26
2
6
25
3
34
TOTALE
89
263
63
349
55
11
415
Fonte: Infocamere - Unioncamere, Movimprese, 2005
La provenienza degli imprenditori extracomunitari è varia, con una concentrazione di soggetti
provenienti dall’Africa settentrionale che, con il 41,2%, è l’area che più contribuisce ad
alimentare le fila di questa imprenditoria. Il 20,5% degli imprenditori proviene da altri Paesi
europei, ad eccezione di Albania, Turchia e Romania, aree da cui provengono rispettivamente
l’1,4%, l’1,7% e lo 0,5% degli imprenditori stranieri. Significative anche le percentuali vicine al
10% per imprenditori provenienti dall’America settentrionale e dalla Cina (rispettivamente 9,6%
e 9,2%).
3.3 I primi dati qualitativi inerenti le esigenze degli interessi deboli
L’indagine è stata realizzata intervistando un campione rappresentativo della popolazione
straniera residente, composto da 100 soggetti scelti nei sei Comuni aderenti al protocollo di intesa
e che presentano una popolazione complessiva di stranieri residenti pari a 2.494 unità (al
31/12/2006).
I destinatari di questa indagine non sono solo le istituzioni locali che nel loro processo di crescita
ed integrazione con una realtà, quella straniera in forte evoluzione, devono promuovere Progetti
diretti all’integrazione dei cittadini stranieri residenti in Italia, ma anche gli stessi cittadini
stranieri i quali devono avviare un’azione più ampia, volta al rilancio dell'attività dei Consigli
Territoriali per l’Immigrazione.
Il piano di campionamento costruito per ottenere la rappresentatività statistica degli stranieri a
livello territoriale è stato messo a punto utilizzando le seguenti variabili di stratificazione:
Sesso, Titolo di Studio, Religione, Paese di nascita (si rimanda a tal proposito alla Tabella 4).
L’indagine si è svolta utilizzando lo strumento tecnico dei questionari strutturati, formulati con
domande chiuse a risposte multiple e domande aperte. La dinamica dell’intervista prevedeva
la somministrazione del questionario direttamente da parte di tre intervistatori presso
Parrocchie, Centri di Ascolto e Associazioni Giovanili della Provincia di Crotone, con una
durata di circa un’ora. L’affidabilità delle rilevazioni è stata garantita da accurati controlli di
qualità e di veridicità sulle interviste svolte.
Tabella 4 Caratteristiche del campione
SESSO
PAESE DI
ASCITA
RELIGIOE
TITOLO DI STUDIO
M
F
ITALIA
ESTERO
CATTOLICA
MUSULMANA
LAUREA
DIPLOMA
LICENZA
MEDIA
NO
RISP.
60
40
10
90
60
40
10
30
40
20
Secondo i dati del campione, il 60% degli stranieri è arrivata in Italia per lavoro, il 20% per
ricongiungersi con i propri familiari, il 10% per cambiare vita e il 10% per fuggire dal proprio
paese, inoltre il 40% degli stranieri è venuto direttamente in Italia, mentre il 60% è stato in altri
paesi prima di arrivare nel nostro. Tra i paesi di transito troviamo la Libia (35%), la Francia (8%),
la Germania (7%), la Spagna e la Grecia (5%). É emerso, ulteriormente, che al momento
dell’arrivo in Italia il 45% degli stranieri non conosce la lingua italiana, mentre solo il 5% la conosce
perfettamente, con un successivo aumento al 90% legato alla permanenza. L’80% degli intervistati,
inoltre, dichiara di essere arrivato con amici e conoscenti e solo il 20% con familiari e parenti,
giustificando il forte processo di ricongiungimento familiare che avviene dopo l’arrivo in Italia.
Tra i problemi più ingenti è emerso quello relativo alla disponibilità di una casa salubre e
dignitosa, e i dati raccolti in merito a tale tematica hanno evidenziato che il 40% abita in buone
condizioni, il 30% in ottime e solo il 10% non trova adeguate le proprie abitazioni.
Inoltre sono emersi gli ulteriori dati:
−
il 5% abita in quartieri ed il 95% in alloggi o case in affitto, mostrando come nel territorio
preso in esame, a prescindere dalla popolazione Rom, non esistano casi di ghettizzazione
−
come nei grossi centri urbani;
il 55% condivide l’appartamento con più di 3 persone, il 25% con 3 persone, il 15% con 2
persone ed il 5% con una sola persona;
−
il 70% del campione vive con persone della stessa nazionalità, mentre il 30% con persone di
diverse etnie.
Altra domanda posta è quella inerente la conoscenza di centri di informazione per gli stranieri, a
cui l’80% ha risposto positivamente e solo il 20% negativamente, mentre per quanto riguarda il
settore dell’associazionismo a favore dei diritti degli stranieri, gli intervistati sottolineano con
decisione come siano poche le Associazioni che si occupano del problema dell’integrazione degli
stranieri, infatti solo il 5% ha risposto positivamente, mentre 55% negativamente ed il 45% non
ha saputo dare alcuna risposta in merito.
Per contro, è interessante constatare come il 90% dei soggetti, pur non partecipando attivamente
alla definizione di politiche di sviluppo per il territorio, organizzandosi in associazioni, afferma di
difendere la propria identità culturale e di credere fortemente di contribuire all’arricchimento
culturale del nostro paese.
Secondo quanto espresso nel questionario di rilevazione, inoltre, il 50% degli intervistati passa il
tempo libero a casa, il 30% in locali pubblici ed il 20% in sale internet, sottolineando la totale
assenza di strutture specifiche per donne e consultori familiari per stranieri.
Per quanto concerne il mercato del lavoro, invece, suddiviso in mercato di lavoro autonomo
sottoforma di impresa e mercato di lavoro dipendente, che ha registrato un aumento del tasso di
sviluppo delle imprese extracomunitarie del 12,8%, ben superiore a quello provinciale del 1,5%, i
dati registrati sono molto vicini alle proiezioni offerte dal CPI della provincia di Crotone e dalla
camera di commercio, infatti il 70% degli intervistati dichiara di essere occupato, mentre il 30%
afferma il contrario.
Il 57% afferma di lavorare principalmente nel settore del commercio e dei servizi, mentre il 29%
nel settore dell’industria ed il 14% nel settore agricolo, facendo emergere la diffusa occupazione
nel lavoro autonomo.
Per quanto riguarda la retribuzione, la cui distribuzione viene rappresentata nel Grafico 2, il 30%
la ritiene adeguata, mentre il restante afferma il contrario.
30 %
AFFITTO
15%
SPESA
55%
FAMIGLIA
0
10
20
30
40
50
60
Grafico 2 Distribuzione della retribuzione
COCLUSIOE
Quanto detto conduce a una serie di filoni di ricerca e di azione:
1. Promuovere una dimensione inter-comunale della pianificazione sociale e fisica del territorio,
in cui la partecipazione della popolazione residente immigrata abbia pari dignità di quella
autoctona.
2. Ripensare gli strumenti urbanistici esistenti per implementare tali politiche o proporne di
nuovi, qualora quelli esistenti non rispondano più alle esigenze attuali.
3. Rivedere le prassi e gli elementi in cui sono articolati gli strumenti urbanistici - vigenti o
previsti dalla normativa - alla luce delle politiche dell’integrazione, mettendo in luce i
possibili e non ancora esplorati settori in cui la tematica può operare, affiancando in
particolare alla pianificazione fisica quella sociale, e affiancando anche la dimensione della
sicurezza.
Per la realizzazione dei suddetti intenti, è prevista una fase preliminare che prevede la definizione
di criteri utili all’implementazione dei processi partecipati, nonché la redazione di una Carta dei
Servizi, la quale, prendendo a riferimento la normativa in materia presente sul territorio nazionale
(Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994, e intitolata: Principi
sulla erogazione dei servizi pubblici) per la Carta dei Servizi in Italia, si occupa soprattutto
dell’organizzazione interna, della regolamentazione e della comunicazione (con il pubblicocliente) dei servizi erogati da un determinato ente pubblico o impresa privata.
La Carta dei Servizi fissa obiettivi, risultati e standard qualitativi dell’ente erogatore, inoltre fissa
la possibilità del consumatore/utente di rivalersi nel caso in cui tali standard non siano raggiunti.
Assume, quindi la forma di un “contratto” tra ente e utente.
In un certo senso la Carta dei Servizi prima ha una funzione organizzativa interna (funzione
regolativa del processo produttivo) in quanto impone un fine, le regole, la routine ed i metodi per
raggiungere tale fine. In seconda battuta rende possibile (attraverso la sua pubblicizzazionecondivisione con il pubblico) una maggiore partecipazione del consumatore-pubblico-cittadino
alla gestione dei servizi.
In quanto “pubblica” la “Carta dei Servizi” vincola l’erogatore dei servizi ad obiettivi precisi e
riconosce specifici diritti dell’utente/consumatore. La Carta dei Servizi, definisce lo standard a
cui i servizi devono attenersi e le possibili azioni di verifica e richiesta di risarcimento da parte
dei cittadini-utenti.
La normativa prevede alcuni obiettivi di fondo nello stilare le singole carte dei servizi che ciascun
ente deve redigere. I servizi erogati devono seguire alcune regole precise:
− standard di qualità (tecnico-organizzativa) della sua erogazione;
−
conoscibilità e verificabilità di questo standard;
−
−
controllo da parte degli utenti sulla applicazione dello standard;
principio di giustizia nella erogazione dei servizi;
garantire il risarcimento del danno derivante dalla eventuale inosservanza dello standard;
−
garantire una evoluzione migliorativa dello standard basata su verifiche di gradimento da
−
parte degli utenti ed ottenuta attraverso la negoziazione amministratori/servizi.
La Carta dei Servizi specifica per stranieri, parte dal concetto di fenomeno migratorio regolare,
che si manifesta in almeno tre diverse forme, che richiedono politiche differenziate. Si tratta di
lavoratori stranieri o di rifugiati, richiedenti asilo e protezione temporanea per motivi umanitari o,
infine, di ricongiungimenti familiari.
La Carta dei Servizi rappresenta uno strumento di informazione sui servizi presenti sul territorio
della Provincia/Regione/Comune a sostegno di tutti gli immigrati presenti.
Dunque, le finalità della Carta dei Servizi, sono così riassumibili:
−
Promuovere relazioni con i cittadini stranieri ispirate a collaborazione, trasparenza e
miglioramento dei servizi;
−
Agevolare i cittadini stranieri e aiutarli ad utilizzare nel modo migliore i servizi esistenti;
−
Favorire un’accoglienza rispettosa dei diritti degli immigrati e delle loro famiglie nei contesti
di arrivo;
−
Promuovere il benessere sociale, individuale e collettivo dei cittadini, e dei cittadini stranieri
in particolare, cercando di coinvolgere e attivare tutte le istituzioni e le risorse presenti sul
territorio;
−
Offrire supporto e orientamento ai cittadini immigrati e richiedenti asilo, aiuti in casi di
necessità, facilitazione nell'utilizzare i servizi del territorio, cercando di rimuovere eventuali
−
forme di discriminazione;
Sensibilizzare operatori, cittadini e istituzioni sul tema dell’immigrazione e dell’asilo,
creando conoscenza reciproca, occasioni di incontro e scambi fra persone di diversa
provenienza e cultura;
−
Consentire ai cittadini stranieri di conoscere i servizi ed utilizzarli per poter esercitare
consapevolmente diritti e doveri, e promuovere le necessarie iniziative di miglioramento.
La Carta dei Servizi può, infine, fornire informazioni e supporti orientativi su: consulenza legale,
mediazione linguistico-culturale, sostegno alle associazioni di immigrati, progetti per favorire le
relazioni interculturali, approfondimenti sull’immigrazione e sulle culture migranti, interventi
specifici rivolti ai richiedenti asilo e rifugiati, informazioni su diritti e doveri di cittadinanza, su
come entrare e rimanere in Italia in regola (permessi di soggiorno, visti d’ingresso,
ricongiungimenti familiari, normativa, etc), accedere ai servizi sociali, sanitari e scolastici
(consultori, inserimenti scolastici, attività ricreative, asili, etc), accedere ai servizi di prima
accoglienza (mense, docce, dormitori, etc) ed ai servizi per la formazione e il lavoro.
Bibliografia
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Anterem, Roma
Developing New Approaches to Migration Policies (The Project, The Resource Centre, Pilot
Project), http://www.interregc2c.net
ABSTRACT
Migrations constitute an extraordinary and indispensable resource in terms of development and
economic and cultural growth. The regional operation Framework City to City is inserted in this
context, which is part of the Community Initiative Programme Interreg IIIC South. Specifically,
the Pilot Project RE.LA.TE. - Regional Territorial Laboratories, pays special attention to the
creation of new approaches to economic policies and to the development and integration
opportunities resulting from financial movements, induced by migratory flows, and in the same
way to the labour force. The Pilot Project, actuated in the four action areas of Valencia (Spain),
Palermo (Italy), Crotone (Italy) and Villa San Giovanni (Italy), has the specific objective of the
creation of a Network of Territorial Laboratories for negotiated planning, understood as the
context in which all the subjects
involved - public administrators, local communities and
immigrant communities, economic operators, etc. – participate actively in town planning,
defining principles, criteria, guidelines
and tools aimed at economic and social urban
regeneration.
This treatise illustrates the first experimental results regarding the Territorial Laboratory of
Crotone.