Una vittoria dei lavoratori nelle Antille e in Francia

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Una vittoria dei lavoratori nelle Antille e in Francia
Partito di Alternativa Comunista - Progetto Comunista - Lega Internazionale dei Lavoratori - LIT
Una vittoria dei lavoratori nelle Antille e in Francia
martedì 10 marzo 2009
Guadalupa
Una vittoria dei
lavoratori
nelle Antille e in
Francia
Â
di Enrica
Franco
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Dopo 44 giorni di sciopero generale che ha paralizzato
l'isola di Guadalupa (Antille, nel "Dipartimento d'Oltremare della Francia) la
Confindustria francese ha sottoscritto l'accordo che comprende ben 165 articoli
e prevede principalmente l’aumento di 200 euro per i salari più bassi, oltre
alla diminuzione del prezzo del pane, un nuovo reclutamento di insegnanti,
biglietti aerei a prezzi ridotti, ecc..
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In Martinica, dove il fuoco della rivolta si era propagato già dal 5 febbraio
scorso, i negoziati continuano. La maggior parte degli esercizi commerciali sono
ancora chiusi e i posti di blocco paralizzano l’attività economica dell’isola.
Intanto, a quarantamila chilometri di distanza, si è aperto un altro fronte: il
collettivo Cospar di Reunione (collettivo delle organizzazioni sindacali,
politiche e associative dell'isola) ha annunciato uno sciopero generale a
partire da martedì prossimo. La principale rivendicazione del Cospar è l’aumento
di 200 euro netti dei bassi salari, come nelle Antille.
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Carovita e retaggi del
colonialismo
Il conflitto sociale nelle isole francesi delle Antille è
legato anche a una questione identitaria ed etnica. La classe operaia e quella
contadina della Guadalupa provengono direttamente dallo schiavismo. La Guadalupa
è diventata dipartimento nel 1946, quando è ufficialmente finito il
colonialismo, ma anche nelle manifestazioni di questo febbraio si vede che il
colonialismo non è cosa del passato. L'80% delle attività produttive e
commerciali dei territori francesi d'oltremare è nelle mani dell'1% della
popolazione, cioè dei bianchi. I prezzi (di beni di prima necessità , ma anche
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dei carburanti) sono fino a sei volte più elevati di quelli francesi in quanto
tutte le merci sono importate dalla Francia continentale, dall'altro lato
dell'Atlantico. Nei negozi, i bianchi vendono, i neri comprano. Quasi tutti gli
uffici dell'amministrazione pubblica sono occupati da bianchi.
La
disoccupazione raggiunge cifre record: un quarto della popolazione di Reunione,
Guadalupa, Martinica e Guiana francese è senza lavoro. Il 56% dei giovani di
meno di 24 anni in Guadalupa è disoccupato.
Nei Caraibi francesi ogni crisi
porta quindi in sé la possibilità della svolta indipendentista.
Elie Domota,
portavoce del Lkp (il collettivo "Lyannaj Kont Pwofitasyo" - Dritti in piedi
contro i profittatori), denuncia una "società schiavista" e chiede la
"condivisione delle ricchezze".
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Sciopero a oltranza e solidarietà dei
lavoratori francesi
Lo sciopero generale è iniziato il 20 gennaio in Guadalupa,
per denunciare appunto una situazione di carovita ormai insostenibile, e si è
presto propagato nella vicina Martinica. Alcune organizzazioni padronali minori
hanno accettato quasi subito le rivendicazioni sindacali, mentre la
Confindustria francese, il Medef, ha tentato di resistere a lungo, ma è stata
infine sconfitta dalla rivolta popolare.
A Parigi, secondo vari sondaggi, si
è sviluppato un sentimento di solidarietà con i lavoratori in lotta nelle isole,
sentimento che ha preoccupato non poco il governo francese. Una grande folla ha
invaso le strade per manifestare il proprio sostegno e per ricordare Jacques
Bino, il sindacalista ucciso nei pressi delle barricate erette a
Pointe-a'-Pitre.
La stessa Francia sta vivendo in questi ultimi mesi momenti
di forte tensione sociale:Â il 29 gennaio sono scese in strada circa 2,5 milioni
di persone per protestare contro le politiche adottate da Sarkozy per affrontare
la crisi economica. Le burocrazie sindacali fanno però di tutto per smorzare gli
animi esasperati dei lavoratori, dopo l'enorme successo del 29 gennaio è stato
infatti indetta un'altra manifestazione soltanto per il 19 marzo.
I lavoratori delle Antille hanno invece dimostrato ancora una
volta che, nonostante lo spauracchio della crisi, attraverso lo sciopero
generale a oltranza si ottengono grandi risultati, un esempio formidabile da
seguire in Francia come nel resto del mondo.
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