RUBRICA_Mascherine filtranti
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RUBRICA_Mascherine filtranti
FEDERAZIONE NAZIONALE VIGILI DEL FUOCO - SEGRETERIA NAZIONALE Roma, 02/06/2016 Prot. n° 4002 RAM Lo sai chè …… RUBRICA DI INFORMAZIONE E CURIOSITÀ PER I VIGILI DEL FUOCO Pagina 1 di pagine 1 PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE MASCHERINE FACCIALI Il ministero della Salute stima che ogni anno in Italia solo per il particolato fine muoiano almeno 30 mila persone, il 7 per cento di tutti i decessi (se si escludono quelli per incidente). L’inquinamento accorcia mediamente la vita di ogni italiano di 10 mesi, con una distribuzione geografica che varia molto: 14 mesi per chi vive al nord, 6,6 per chi è nel centro e 5,7 per il sud e le isole. Se si rispettassero i limiti di legge, che impongono un massimo di particolato per metro cubo, ogni anno si potrebbero risparmiare 11mila vite. L’inquinamento può causare effetti cronici dovuti a una lunga esposizione a particolato e gas, oppure effetti acuti che si verificano nei giorni in cui la concentrazione di inquinanti è più alta. Studi e ricerche hanno confermato che nelle città in cui è alto l’inquinamento atmosferico la salute delle persone è mediamente più bassa, con maggiori rischi legati a tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie. Le mascherine Molte persone utilizzano mascherine quando sono in giro per strada nelle città inquinate, sperando in questo modo di ripararsi dalle polveri sottili, ma l’efficacia di questa soluzione è discussa da molto tempo. Un utilizzo scorretto o di maschere non adeguate può essere molto pericoloso, perché induce le persone a frequentare luoghi più inquinati convinte di avere la necessaria protezione. Le mascherine semirigide di carta – quelle contro la comune polvere, per intendersi – non riparano dalle PM10 e forniscono una protezione trascurabile al particolato di diametro maggiore. Lo stesso vale per le maschere che coprono naso e bocca con un tassello di tessuto, simili a quelle utilizzate in ambito sanitario: servono per evitare di disperdere saliva, muco o particelle di sangue quando si è ammalati, non per prevenire l’inalazione di polveri sottili. Un test condotto tempo fa a Hong Kong, una città che deve fare spesso i conti con l’alto inquinamento, ha dimostrato che le mascherine semplici (di solito di polipropilene) filtrano poco l’aria dagli inquinanti con diametro più piccolo. Il problema non è solo legato al tipo di maschera, ma anche al modo in cui viene indossata. Per avere un minimo di efficacia, bocca e naso devono essere completamente isolati dall’esterno: non ci devono essere fessure e i margini della mascherina devono essere totalmente a contatto con la pelle. È una condizione minima per avere un po’ di protezione, che comunque si raggiunge soltanto con maschere più avanzate rispetto a quelle classiche di carta o semplice tessuto. Quale mascherina usare La mancanza di ricerche scientifiche, su un periodo sufficiente di anni di utilizzo delle mascherine contro lo smog, rende molto difficile stabilire quali siano le soluzioni più adatte per ripararsi dal particolato fine. Negli ultimi anni il medico Richard Saint Cyr ha provato a mettere ordine, raccogliendo informazioni sulle ricerche già eseguite e facendone altre dove vive, a Pechino in Cina, una delle città più inquinate al mondo. Saint Cyr ha anche avviato una ricerca in crowdfunding per testare al meglio le mascherine sul mercato: lo studio è ancora in corso, ma qualche risultato ha permesso di identificare protezioni più efficaci di altre. Saint Cyr consiglia l’utilizzo di maschere di tipo FFP3, un tipo di respiratore che arriva a trattenere fino al 99 per cento delle particelle libere in aria, quindi ideale per ridurre l’inalazione di polveri sottili nei giorni di grande inquinamento. A seconda dei modelli, si spendono tra i 15 e i 30 euro per un set di una decina di mascherine. È meglio utilizzare quelle meno rudimentali, che di solito sono sagomate in modo da aderire meglio alla faccia e con un filtro intercambiabile. È inoltre importante seguire le indicazioni del produttore e non riciclare la stessa maschera più volte: la sua capacità di filtrare l’aria si riduce col tempo di utilizzo. Quando si acquistano maschere di questo tipo è consigliabile verificare che riportino il marchio “EN 149” e che il prodotto sia in regola, e certificato, secondo le direttive europee. Le maschere FFP3 sono un poco più pesanti e scomode rispetto alle FFP1 e alle FFP2, che offrono rispettivamente un’efficienza filtrante del 78 e del 92 per cento. A seconda dei periodi di esposizione, possono essere sufficienti questi due tipi di maschere, consigliate anche per chi lavora a lungo per strada come i vigili urbani. Le mascherine non offrono invece particolare protezione dai gas nocivi. In commercio abbiamo tre diversi tipi di maschere: le mascherine igieniche, le mascherine chirurgiche, e i respiratori. La mascherina igienica. Serve esclusivamente a proteggere il prodotto (viene ad esempio utilizzata durante l'assemblaggio di chip) o l'alimento che si sta lavorando, non serve invece a proteggere le vie respiratorie. Questo tipo di mascherina non offre alcun tipo di protezione in quanto si lascia facilmente attraversare dalle goccioline di saliva (micro nebbiolina) e dalle secrezioni respiratorie. E' riconoscibile dall'assenza del marchio CE e riporta ben chiara la notazione che non svolge alcuna funzione di protezione delle vie respiratorie. ………………………………………… segue dalla pagina n°1 Pagina 2 di pagine 2 La mascherina chirurgica. E' utilizzata in particolare in ambiente ospedaliero, e serve a evitare che la persona che la indossa contamini l'ambiente (e quindi i soggetti con cui viene a contatto). Può essere di 4 tipi: I, IR , II e IIR. Quelle di tipo II (tre strati) e IIR (quattro strati) offrono una maggiore efficienza di filtrazione batterica (≥ 98%), inoltre la IIR è resistente anche agli spruzzi. L'uso della mascherina non garantisce una valida difesa contro il virus dell'influenza, in quanto non offre una sicura protezione alla penetrazione di polveri ed aerosol, ma presenta comunque alcuni vantaggi: riduce il rischio di contagio se indossata dalla persona malata, in quanto limita il numero di microorganismi immessi nell'ambiente (es. con uno starnuto) e, può protegge, in alcuni casi, la persona sana da schizzi di liquidi infetti. Questo tipo di maschera e' riconoscibile per la presenza sulla confezione della marcatura CE e dall' indicazione del tipo (II o IIR). Dopo 2 -3 ore di uso, le mascherine vanno sostituite in quanto, inumidendosi, perdendo di efficacia. L'uso di mascherine di tipo II e IIR e' raccomandato per le persone affette dal virus (quando sono a contatto con altre persone ad esempio nel tram, nella sala d'aspetto di un ambulatorio, ecc.). L'impiego di mascherine chirurgiche, da parte della popolazione sana, e' invece opportuno, per coloro che si prendono cura dei malati (familiari, personale sanitario). Non è dimostrato invece che l'uso della mascherina chirurgica da parte delle persone sane nelle loro normali attività quotidiane, riduca la trasmissione del virus dell'influenza. Il respiratore o facciali filtranti E' l'unica maschera a garantire, se dotata di particolari filtri, la protezione delle vie respiratorie dal virus dell' influenza. Particolarmente adatti sono i facciali filtranti antipolvere. Questo tipo di respiratore a filtro e' costituito interamente o prevalentemente di materiale filtrante attraverso il quale passa l'aria inspirata; il respiratore copre almeno il naso e la bocca. L'aria espirata può essere scaricata attraverso lo stesso materiale filtrante o attraverso una valvola di espirazione. Alcuni tipi, per migliorare l'adattamento del volto, ricorrono ad un adattatore attorno al naso (monouso). L'utilizzatore deve modellare lo stringinaso prima dell' uso. I facciali filtranti vengono classificati in: FF P1 facciale filtrante con bassa separazione contro le particelle solide (efficienza filtrante minima 78%) FF P2 facciale filtrante con media separazione contro le particelle solide e liquide(efficienza filtrante minima 92%) FF P3 facciale filtrante con alta separazione contro le particelle solide e liquide (efficienza filtrante minima 98%). Accanto alla classificazione (FFP2 e FFP3), a secondo della protezione che offrono, sono marcati con S (contro aerosol solidi e contro aerosol liquidi a base acquosa) o SL (contro aerosol solidi e liquidi). Inoltre potremo trovare anche la marcatura C (se è stata effettuata la prova di intasamento con polvere di carbone) o D (se è stata effettuata la prova con polvere di dolomite). La maschera di protezione delle vie respiratorie contro il virus dell' influenza è riconoscibile per la presenza sul respiratore della marcatura CE EN 149, e dalla classificazione FFP2 o FFP3. Questo tipo di maschere va sostituita dopo 8 ore di uso. L'efficacia della maschera è legata soprattutto ad una buona tenuta sul volto, per questo va indossata in assenza di barba e baffi, e all'attuazione di altre misure quali il lavaggio delle mani, il corretto indossamento e rimozione, la corretta eliminazione dopo l' uso. Tuttavia, vista la difficoltà di impiego (è richiesta una perfetta aderenza al viso), il basso confort che offrono, la non facile reperibilità, e che possono risultare pericolose per le persone con difficoltà respiratorie, sono da preferire le mascherine chirurgiche, lasciando l'uso delle maschere (respiratori) ai soli operatori del ramo sanitario. Un uso scorretto può aumentare il rischio di trasmissione piuttosto che ridurlo. Normativa EN 149 Dispositivi di protezione delle vie respiratorie – Semimaschere filtranti contro le particelle Per la protezione contro i contaminanti genericamente definiti come “particelle” - cioè le polveri, le nebbie e i fumi - le nuove norme europee per le maschere monouso, le semimaschere e le maschere integrali, distinguono le classi P1, P2 e P3 in base all’efficienza filtrante. Le maschere di protezione delle vie respiratorie secondo la EN 149 sono suddivise nelle tre classi FFP1, FFP2 e FFP3, in ordine crescente di protezione. FFP è l’abbreviazione di Filtering Facepiece Particle. Le maschere e i filtri FFP1 proteggono contro le polveri e i fumi (particelle solide) considerati molesti ma non immediatamente dannosi per la salute. La più alta concentrazione di sostanze nocive consentita corrisponde al quadruplo del valore MAK (valore limite di soglia ammesso sul posto di lavoro secondo le normative tedesche). Le maschere e i filtri FFP2 offrono protezione contro particelle dannose per la salute allo stato solido e liquido. La più alta concentrazione di sostanze nocive consentita corrisponde a 10 volte il valore MAK per l’uso di maschere monouso o di semimaschere, e a 15 volte il valore MAK per l’uso di maschere integrali. Le maschere e i filtri FFP3 proteggono contro le particelle tossiche allo stato liquido e solido, nonché contro le particelle di sostanze cancerogene e radioattive, contro le spore, i batteri, i virus e gli enzimi. La più alta concentrazione di sostanze nocive consentita corrisponde a 30 volte il valore MAK per l’uso di maschere monouso e semimaschere, e a 400 volte il valore MAK per l’uso di maschere integrali. Visto quanto sopra menzionato si deduce che le migliori mascherine contro le particele solide e liquide sono le famose FFP1, FFP2 e FFP3. Quindi si ribadisce quanto già stato detto che le sopracitate mascherine non servono in nessun caso a proteggere l’uomo da gas tossici, come quelli per esempio, sviluppati da un incendio o da una reazione chimica.