Sulla Peugeot di Le Mans È come stare alla Playstation
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Sulla Peugeot di Le Mans È come stare alla Playstation
Codice cliente: 8843 Corriere della Sera Lunedì 10 Gennaio 2011 Motori 51 italia: 57575352 La Chrysler 300: in Europa arriverà con il marchio Lancia. Per la nuova ammiraglia, la Casa ripropone lo storico nome Thema La Audi A6: le vendite in Italia della berlina tedesca cominceranno in primavera. Prezzi da 45.250 euro La Bmw Serie 6 Cabrio: in vendita da marzo. Quattro posti e capote in tessuto che si apre in circa 20 secondi Prova esclusiva Sul circuito di Le Castellet con il bolide da gara 908 Hdi La Kia KV7: le porte anteriori si aprono normalmente, mentre quelle posteriori sono ad «ali di gabbiano» Sulla Peugeot di Le Mans È come stare alla Playstation In pista a oltre 300 all’ora si guida, si fatica e si suda lievo. La Honda mette sul palcoscenico di Detroit la nona generazione della Civic. La Toyota fa intravedere la nascita di una famiglia-Prius con la versione Mpv, un po’ più grande e a 7 posti, della berlina ibrida. E poi c’è il quarto costruttore su scala mondiale: il gruppo coreano Kia-Hyundai. Se la prima marca cattura l’attenzione con la KV7 (concept squadrato, porte posteriori ad ali di gabbiano, sedili girevoli a 360 gradi), la seconda sorprende con il concept di un crossover medio battezzato Curb e con la Veloster, coupé dalle linee scolpite in profondità, secondo la tendenza che la Casa ha battezzato «Fluidic Sculpture». Bianca Carretto © RIPRODUZIONE RISERVATA Oltre alla Focus (foto), presentata anche nella variante elettrica, la Ford espone il concept della futura Kuga Detroit vede la nascita, in casa Toyota, della «famiglia Prius»: alla berlina si affianca la Mpv (foto), con 7 posti A sinistra la Hyundai Veloster, presentata in queste ore al Salone di Detroit. Lunga 422 cm per 179 di larghezza e 139 di altezza, l’auto ha una carrozzeria a tre porte (due da un lato, una dall’altro), più il portellone Un test «camuffato» A Seoul abbiamo provato una versione camuffata della Hyundai i40 Wagon (nella foto): la versione definitiva verrà presentata in marzo al Salone di Ginevra cc di cilindrata, 172 cavalli di potenza e 230 Nm di coppia, Euro 5, con cambio manuale a 6 marce. Nella gamma ci saranno altri due motori a benzina, un 1.6 da 140 cavalli e un 2.0 da 172 cavalli, e due alternative a gasolio, 1.7, da 115 cavalli (cambio manuale a 6 marce) o 136 cavalli (manuale o automatico, a 6 rapporti). Emissioni di CO2 tra 113 e 119 g/km, secondo i motori. La Hyundai i40 non è certo una sportiva da brividi. È, piuttosto, un’auto funzionale e destinata alla famiglia, a cui offre sicurezza, maneggevolezza, facilità di guida, spazio, comfort. Sotto quest’ultimo profilo, il merito va anche alla buona insonorizzazione. Un modello che nel suo segmento ha di sicuro qualcosa da dire. La prima ad arrivare nelle concessionarie italiane, il prossimo aprile, sarà la Wagon; per la berlina bisognerà attendere l’autunno. Il listino dovrebbe partire da circa 25mila euro. Valerio Monaco © RIPRODUZIONE RISERVATA LE CASTELLET — Sei un ragazzo pieno di passione, segui la 24 Ore di Le Mans e sogni. Vedi il film con Steve McQueen, con le Ferrari 512S e le Porsche 917 in lotta tra loro, e continui a sognare. Anche se da grande esaudisci molti desideri e trovi un lavoro che ti permette di provare quasi tutte le auto che vuoi, non smetti comunque di sognare. Poi, come per miracolo, un bel giorno ti svegli indossando casco e tuta nei box di Le Castellet e lei è li che ti aspetta… Bisogna darsi dei pizzicotti per capacitarsi di essere svegli e che è davvero arrivato il momento di salire in groppa a un’opportunità quasi unica: quella di guidare la 908 Hdi che ha corso, ed è stata l’auto più veloce, alla 24 Ore di Le Mans! Pur se pronta per andare in pensione, sostituita dalla 90X con il nuovo turbodiesel di cilindrata e potenza ridotta in vista del campionato 2011, la 908 Hdi ha un valore di difficile stima. Il passaggio di consegne ha favorito una prova che la Peugeot ha concesso a pochissime persone al mondo, e al Corriere in esclusiva assoluta per l’Italia. La responsabilità è grande: diciamo che è come ritrovarsi per le mani l’equivalente di una villa di lusso, che però può finire distrutta contro un muro di protezione ai lati della pista. Per fortuna il modernissimo circuito di Le Castellet è uno dei più sicuri al mondo, e inoltre lo conosciamo abbastanza bene. Per come è costruita, la 908 Hdi somiglia più a un aereo da caccia che a un’automobile. Il telaio è in fibra di carbonio mentre la bellissima carrozzeria e il fondo sono stati disegnati per sfruttare al massimo il fenomeno dell’effetto suolo. Ed è questo che distingue maggiormente un prototipo da corsa da una raffinata Gt, pur di elevata potenza. La forza dell’aerodinamica spinge il veicolo verso il basso e permette ai prototipi di percorrere le curve a una velocità vertiginosa, anzi quasi inimmaginabile. Alcuni momenti del test esclusivo sul circuito di Le Castellet in Francia La scheda La Peugeot 908 Hdi è lunga 461 cm, larga 200 e alta 103. Passo: 295 cm. Peso: 930 kg. Motore 12 cilindri a V di 100˚, a gasolio, 5,5 litri, 700 cv, 1.200 Nm di coppia a 3.750 giri. Cambio sequenziale semiautomatico a 6 marce. Trazione posteriore. Freni a disco. Velocità massima: oltre 350 km/h Sulla 908 Hdi si scende piuttosto che salire, indossandola quasi come un guanto. I comandi sono quasi tutti concentrati sul volante, che è di fatto il terminale di un computer con tanto di schermo che riporta le informazioni necessarie. Si cambia con due leve dietro le razze del volante, esattamente come con la Playstation. La frizione c’è, ma si usa solo per partire e fermarsi. Il motore turbodiesel di 5,5 litri eroga 700 cv a 3.750 giri. Il pilota cambia marcia quando si accendono le luci verdi nella parte superiore del volante. Il problema non è stare troppo su di giri quanto di non scen- dere di regime. La coppia di 1.200 Nm è impressionante, e si fa sentire molto più del borbottio del 12 cilindri che, se fosse a benzina, urlerebbe tutta la sua rabbia lungo i rettilinei del circuito. La 908 Hdi non è complicata da guidare. Anzi, grazie allo sterzo servoassistito e al velocissimo cambio in punta di dita, le operazioni più elementari si eseguono con relativa semplicità. Quello che è difficile è riuscire a sfruttare, anche solo parzialmente, l’enorme potenziale di una delle auto più veloci del mondo. A non essere abituati, si rischia di farsi staccare la testa. Per andare al massimo delle possibilità, si deve sviluppare una muscolatura del collo in grado di sopportare oltre 3 g di accelerazione laterale. Non molto meno impressionante è la decelerazione permessa da un impianto frenante che può arrestare il mezzo lanciato a 350 all’ora in un centinaio di metri circa. Se a questo aggiungiamo la rigidità delle sospensioni per minimizzare le variazioni di assetto aerodinamico, possiamo capire come il pilota sia costantemente sottoposto a una serie di sollecitazioni impressionanti. Bastano un paio di giri a buona andatura per ritrovarsi accaldati a bordo, come se si stesse facendo jogging o andando in bicicletta a un ritmo molto sostenuto. La soddisfazione di qualche giro veloce è comunque impagabile e ovviamente irripetibile su qualunque auto di serie. La tenuta di strada è pazzesca, gli spazi di frenata ridottissimi, la spinta in accelerazione folgorante. Nei giri a disposizione ci siamo ovviamente divertiti ad andare più velocemente possibile. Peccato solo che, come per tutti i sogni più belli, l’alba sia arrivata troppo presto! Roberto Gurian © RIPRODUZIONE RISERVATA Guarda il video della prova sul canale Motori del Corriere.it