Scuola di Ecologia dell`Architettura
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ISTITUTO UOMO E AMBIENTE DIRETTORE M. SPADA Scuola di Ecologia dell'Architettura VADEMECUM DEI PRODOTTI ECOLOGICI PER L’ARCHITETTURA NOVEMBRE 2002 A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA VADEMECUM DEI PRODOTTI ECOLOGICI PER L’ARCHITETTURA Dati recenti stimano che il solo settore edilizio è responsabile di circa il 40% del consumo di materie prime, del 40% del consumo di energia, del 30% della produzione di rifiuti solidi, e del 30% della produzione di anidride carbonica immessa in atmosfera. Il risultato finale di tale attività è il crescente inquinamento diffuso a tutti i livelli. L’edilizia ecologica nasce come reazione a tale grave crisi ambientale. I sintomi diretti più rilevanti di questa crisi in atto sono: - l’inquinamento atmosferico (immissione di CO2 e altri gas) e i suoi effetti negativi quali: l’effetto serra, la distruzione dello strato di ozono della stratosfera, e le piogge acide; - l’esaurimento delle risorse naturali non rigenerabili (petrolio, gas natuale); - l’inquinamento delle acque, del suolo e sprechi di acqua potabile; - dissesti idrogeologici che si verificano in ogni parte del pianeta; - distruzione dell’ecosistema e diminuzione delle biodiversità. VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA L’obiettivo generale dell’edilizia ecologica è quello di progettare e costruire edifici che non causino gravi effetti negativi sull’ambiente e sulla salute dei suoi abitanti. Tale obiettivo è raggiungibile attraverso un progetto che tenga conto dei seguenti fattori: 1) analisi reale dei fabbisogni e uso razionale del territorio; 2) progettare secondo il clima locale e sfruttare l’energia solare anche attraverso l’utilizzo di edifici passivi; 3) limitare i consumi di energia fossile non rinnovabile e usare fonti energetiche alternative e rinnovabili; 4) evitare emissioni dannose tipo fumi, gas, acque di scarico, rifiuti; 5) ridurre gli sprechi di acqua potabile; 6) depurazione delle acque reflue inquinate; 7) costruire edifici di qualità, che siano durevoli nel tempo, salubri e sicuri anche in caso di incendio e di calamità naturali; 8) evitare rischi per la salute dei lavoratori in fase di costruzione e degli abitanti; 9) utilizzare materiali ottenuti da materie prime rigenerabili, autoctone e riciclabili; 10) smaltire ecologicamente i rifiuti o procedere al loro riciclaggio; 11) rispettare l’ambiente in tutte le sue forme. CATEGORIA DESCRIZIONE ESEMPI 1 Materiali riutilizzabili (per lo stesso uso) Mattoni pieni, lastre in pietra naturale, tubi di rame, finestre 2 3 4 5 Legno, fibre di legno,canne palustri, lino, canapa, lana, paglia, pietre, argilla, mattoni crudi Materiali riciclabili solo Laterizio, calcestruzzo, derivati del attraverso processi di legno non trattato con sostanze trasformazione chimiche Materie plastiche, materiali Materiali riciclabili solo composti e non separabili, cavi attraverso processi complessi elettrici Materiali riciclabili o biodegradabili Materiali non riciclabili che devono essere distrutti Mattoni pieni, lastre in pietra naturale, tubi di rame, finestre - Tabella di analisi dei materiali “riciclabili” utilizzati nell’edilizia VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA La direttiva CEE 89/106 del 1988 definisce sei requisiti essenziali dei materiali e dei prodotti da costruzione: 1) 2) 3) 4) 5) 6) resistenza meccanica e stabilità; sicurezza in caso di incendio; igiene, salute e ambiente; sicurezza nell’impiego; protezione contro il rumore; risparmio energetico e ritenzione di calore. Per tale ragione gli edifici devono essere progettati e costruiti in modo che l’igiene e la salute degli occupanti e dei loro vicini non vengano compromesse da emissioni di gas e radiazioni nocive, da polveri, da inquinamenti dell’acqua e del suolo, dallo smaltimento inadeguato delle acque di scarico, da fumi, rifiuti solidi e liquidi e dall’umidità degli elementi costruttivi. All’interno delle unità abitative, anche a causa delle normali attività domestiche, si accumulano e stazionano i seguenti inquinanti: - prodotti del metabolismo; - prodotti di combustione da attività domestiche e di riscaldamento (vapore acqueo, monossido di carbonio, ossidi di azoto, idrocarburi); - fumo di tabacco; - composti organici volatili (formaldeide, solventi); - microrganismi quali protozoi, funghi, batteri e viri; - radon e sostanze radioattive; - emissioni da apparecchiature elettriche ed elettroniche (inquinamento elettromagnetico). Per quanto riguarda i materiali da costruzione, i più inquinanti sono quelli utilizzati per realizzare pavimentazioni, pareti, rivestimenti, soffitti, isolamenti termoacustici, pitture, conservanti del legno, collanti, impermeabilizzanti e sigillanti, impianti elettrici, sanitari, murature, mastici. Sono questi materiali in particolare che interessano maggiormente la nostra salute, in casa è inevitabile entrare in contatto con tali prodotti. In un ambiente ristretto ed ermetico, quale quello domestico, la concentrazione di emissioni inquinanti è assai elevata, maggiori sono quindi le probabilità di contrarre gravi patologie. Per concludere, è evidente che tutte le attività produttive, edilizia compresa, debbano tener conto dei gravi danni arrecati all’ecosistema. Una maggiore attenzione al problema ecologico resta quindi l’unica soluzione per preservare il pianeta e ancor prima la nostra salute. VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA ANALISI DELLE FASI COSTRUTTIVE DI UN EDIFICIO La costruzione di un edificio può essere schematizzata in sette fasi successive, di seguito elencate: • • • • • • • Fondazioni e strutture portanti; Muri perimetrali e tamponamenti; Solai; Muri divisori; Tetti e coperture; Finiture interne; Impianti. FONDAZIONI E STRUTTURE PORTANTI Le fondazioni costituiscono l’elemento principale, di una costruzione. Possono essere realizzate con diversi tipi di materiale ma attualmente il più diffuso è il calcestruzzo. Il calcestruzzo è un materiale composto ottenuto impastando leganti idraulici tipo cemento Portland con sabbia e inerti. L’utilizzo di questo materiale, pur essendo indispensabile in edilizia, potrebbe risultare dannoso per la salute qualora fosse riscontrata, durante la cottura in altoforno delle rocce calcare e delle argille, l’aggiunta di altre sostanze sintetiche quali gli additiv i polimerici (per potenziarne le caratteristiche) che potrebbero contenere elementi radioattivi. I manufatti di calcestruzzo sono inoltre fortemente igroscopici pertanto avendo basse capacità isolanti si è costretti, in fase costruttiva, a utilizzarli con rimedi e coibentazioni. Pur essendo molto ridotto il rischio di contatto diretto tra gli occupanti delle case e le fondazioni esiste tuttavia un problema rilevante. VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA Qualora si verificassero problemi di fessurazione nel sistema di attacco dell’edificio a terra, dalle fessure potrebbero esserci risalite di gas inquinanti, quali a esempio il radon, e non meno gravi anche infiltrazioni d’acqua responsabili dell’inquinamento biologico localizzato. I ferri delle armature nel cemento armato provocherebbero interferenze al campo magnetico naturale terrestre, modificando il reticolo di Hartmann. E’ consigliabile, per rimediare a tale interferenza, inserire nelle armature un nastro d’acciaio come dispersore creando una messa a terra di tutto il sistema. Il calcestruzzo è per natura un buon impermeabilizzante ma i tempi di asciugamento sono lunghi, la trasmittanza di calore è elevata, e sulla sua superficie fredda si forma facilmente la condensa, per tale motivo al suo utilizzo si associa sempre un coibente o una guaina impermeabilizzante. MURI PERIMETRALI Tutti i muri determinano fortemente le condizioni climatiche interne e quindi il benessere abitativo. Essi devono avere la capacità di assorbire l’eccessiva umidità dell’aria interna, che si forma in presenza di persone, di vapori di cucina e di restituirla all’aria quando questa è di nuovo diventata più secca. Questa capacità la possiedono i materiali porosi e leggermente igroscopici, come per esempio il laterizio e il legno. Anche l’intonaco deve possedere questa caratteristica, il più adatto è quello di calce confezionato senza cemento. I muri devono inoltre possedere una elevata inerzia termica, essere cioè capaci di assumere calore e di mantenerlo a lungo. Sotto questo aspetto i materiali più adatti sono i mattoni pieni e semipieni che accumulano e mantengono a lungo il calore assunto. VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA Nei moderni edifici la funzione portante viene normalmente assunta da un telaio di cemento armato e i muri perimetrali sono di solito costruiti in laterizio e in materiali termoisolanti, ma è ancora conveniente costruire edifici con muri portanti. PARETI OMOGENEE I materiali frequentemente utilizzati per le murature portanti sono i mattoni pieni in argilla, blocchi di laterizio alleggerito, gasbeton, terra cruda. Per assolvere alla loro funzione portante, le murature devono avere uno spessore di almeno 25/30 cm. Per tale caratteristica, la loro massa e il loro peso risultano essere più elevati, soddisfando naturalmente già alcuni dei requisiti termoacustici richiesti per le loro funzioni. I muri omogenei sono inoltre di più facile esecuzione e causano meno problemi a lungo termine; solamente gravi errori costruttivi possono provocare danni. Un muro in blocchi semipieni in laterizio alleggerito, dello spessore di 45 cm, intonacato su ambedue le facce, pesa 360 Kq/Mq contro i 650 Kq/Mq dei mattoni pieni, con un valore fonoassorbente di 52 dB. E’ evidente che l’utilizzo di grossi spessori diventa poco conveniente per la riduzione dello spazio interno, per questo si utilizzano spessori inferiori. Per l’isolamento termico dei muri portanti di minore spessore si consiglia di montare pannelli termoisolanti, in fibre minerali o sughero, alle pareti e proteggerli con un rivestimento. Molto adatti a essere intonacati sono i pannelli in trucioli di legno mineralizzati montati meccanicamente. PARETI A INTERCAPEDINE Nell’edilizia moderna, per recuperare gli spazi al centimetro, i muri perimetrali sono realizzati a intercapedine. Questi muri risultano essere composti da due paramenti paralleli distaccati da uno spazio vuoto per consentire l’inserimento di materiale termoisolante necessario per la coibentazione. Sono di solito muri di tamponamento. Molti materiali termoisolanti utilizzati nell’intercapedine assorbono facilmente umidità e quando si inumidiscono perdono le loro proprietà termoisolanti. Pertanto si consiglia di costruire intercapedini ventilate che permettano a questi materiali di asciugarsi. Nel caso di edifici con telaio portante e muri perimetrali di tamponamento il problema dei ponti termici è risolvibile facendo passare il paramento esterno e lo strato termoisolante all’esterno dei pilastri. VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA SOLAI I solai delimitano i diversi piani di un edificio, trasmettono i vari carichi sovrastanti, sono barriere termoacustiche e, in caso di incendio, impediscono la propagazione del fuoco. Più che il suono d’aria, i solai devono isolare dal rumore di calpestio. La migliore soluzione è un pavimento galleggiante, un pavimento cioè il cui strato di calpestio (o massetto di sottofondo) è diviso dal solaio portante da uno strato di materiale morbido ed elastico (spessore 1-2 cm). Lo strato di calpestio deve essere isolato anche lateralmente contro i muri perimetrali in quanto anch’essi trasmettono il rumore. I materiali fonoisolanti più usati sono i pannelli alveolari (per esempio polistirene espanso) o fibrosi (pannelli di fibre di legno duri o di media durezza). MATERIALI ISOLANTI NELLE MURATURE La realizzazione di murature in cemento armato o di un isolamento mal fatto che utilizzi prodotti con caratteristiche di non traspirabilità, potrebbero causare considerevoli danni come la formazione di condense e muffe. L’adeguato dimensionamento dello spessore delle murature con l’utilizzo di laterizio, consente di evitare l’impiego di ulteriori isolanti o comunque di limitarne l’uso. VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA Evitare di utilizzare coibentazioni sintetiche quali: espansi e schiume, polistirolo, polistirene, poliuretano, lana di vetro o di roccia. Utilizzare invece prodotti che garantiscono buone qualità traspiranti e prodotti con basso impatto ambientale quali: sughero in lastre, fibre di legno in pannelli, fibre di cocco, lana di cellulosa, lana di pecora. MURI DIVISORI Uno dei requisiti più importanti dei muri divisori è il potere fonoisolante, la capacità cioè di ridurre la trasmissione dei rumori. Per conferire le proprietà acustiche necessarie ai divisori costruiti in materiale leggero, laterizio forato, si costruiscono normalmente pareti doppie a intercapedine. I divisori possono essere costruiti anche con altri materiali quali gas beton ed elementi di gesso, rifiniti con stucco e con un intonachino di pochi millimetri. L’utilizzo di tali materiali, come per i muri perimetrali, non risulta dannoso per la salute se non per un diretto contatto con i materiali fonoisolanti o con intonaci contaminati. TETTI E COPERTURE VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA Il tetto ha il compito di proteggere efficacemente l’edificio dagli eventi atmosferici (acqua meteorica, neve, vento, gelo, calore e umidità). La forma del tet to è alla base di un buon progetto. Questa dovrebbe essere semplice a una o due falde, oppure a padiglione, in quanto le interruzioni della sua superficie, come lucernari, terrazze, balconi e comignoli costituiscono punti deboli. Oggi, la maggior parte dei tetti è costruita in latero-cemento, cioè in travi di calcestruzzo e pignatte. Sulla superficie superiore viene steso un intonaco o gettata una soletta in calcestruzzo (spessore 4-6 cm) e armata con rete elettrosaldata. Su questo supporto si stende lo strato termoisolante, sul quale poi si posa il manto di copertura. Il manto dei tetti, tegole o coppi, viene spesso direttamente posato sullo strato termoisolante. Le alte temperature che in estate si verificano sotto questi manti possono alterare i materiali termoisolanti sintetici (polistirene e poliuretano) che in condizioni di elevate temperature, cominciano a rammollirsi. Il surriscaldamento dei materiali termoisolanti si può prevenire facendo circolare l’aria tra lo strato termoisolante e il manto di copertura (tetto ventilato). L’aria che affluisce dalla parte della gronda e fuoriesce dal colmo asporta calore e il vapore acqueo che dovesse trasmigrare dagli ambienti sottostanti, inoltre espelle e asciuga l’acqua piovana eventualmente spinta sotto le tegole. Per la salubrità degli ambienti si consiglia di utilizzzare, per le coibentazioni, materiali di origine vegetale quali: - sughero sotto forma di granulato oppure in pannelli; VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA trucioli di legno mineralizzati, fiocchi di cellulosa (trattati con sali borici per ridurne l’infiammabilità e prevenire l’infestazione da parte di insetti e muffe); - pannelli morbidi di fibre di legno; - fibre di cocco; - lana di pecora. Per le impermeabilizzazioni, si consiglia di evitare guaine sintetiche le quali oltre ad essere altamente inquinanti non consentono la traspirabilità degli ambienti, e di utilizzare materiali vegetali quali: - intonaci impermeabilizzanti; - carta crespa Kraft; - carta oleata; - carta da barriera al vapore. - FINITURE INTERNE Le finiture interne alle unità abitative sono le maggiori responsabili delle cattive condizioni di sicurezza e salubrità degli ambienti, in quanto sussiste un contatto diretto tra le superfici emittenti e gli abitanti, inoltre è elevato il rapporto tra le superfici trattate e il volume abitativo. L’eccesso di emanazioni gassose provenienti dai prodotti utilizzati e la scarsa traspirabilità che tali sostanze determinano sono i fattori principali di questo inquinamento “indoor”. INTONACI L’intonaco conferisce alle pareti e ai soffitti di casa una finitura regolare ed esteticamente valida, protegge il sottofondo sul quale viene applicato ed esercita un effetto equilibrante sul clima interno, assorbendo umidità in eccesso e diffonde vapore acqueo. L’intonaco preferibile per interni è quello eseguito con malta di calce in quanto è traspirante e non altera il comportamento fisico della muratura. Gli intonaci eseguiti con malte cementizie non consentono la diffusione del vapore e il loro effetto sul clima interno è negativo. L’intonaco per gli esterni deve essere idrorepellente, ma non impermeabile e deve permettere la diffusione del vapore per consentire l’asciugatura della muratura. Questa proprietà si ottiene aggiungendo alla malta di calce spenta la pozzolana. Molto apprezzabile è il riutilizzo di intonachini a base di grassello di calce, sabbia, polveri di marmo e pigmenti naturali. Nelle costruzioni in terra cruda si usa un intonaco d’argilla ottenuto da una malta composta d’argilla grassa, sabbia e paglia triturata. Internamente vengono coperti con latte di calce per aumentarne la presa della pittura. Questo intonaco possiede un’elevata capacità VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA assorbente, regola l’umidità dell’aria ed esercita un effetto positivo sul clima interno. SOTTOFONDI E PAVIMENTI - Sottofondi Tutti i pavimenti per essere posati richiedono un sottofondo particolarmente liscio e piano. Di solito si tratta di una soletta di 3-5 cm gettata direttamente sul solaio già premunito di uno strato termo e fonoassorbente (pavimento galleggiante). Questa soluzione è indispensabile per evitare la trasmissione del rumore di calpestio e gli sbalzi di temperature tra i solai. Le malte più usate sono quelle a base cementizia di più facile lavorabilità e veloce essiccazione, che consente risparmi di tempo per la posa dei pavimenti. Si consiglia per tale operazione l’utilizzo di malta di calce e trass, che può essere confezionata solo in cantiere ed ha un tempo di essiccazione più lungo. -Pavimenti Le comuni piastrelle da pavimento o da rivestimento in ceramica presentano un piano di supporto e una smaltatura. La smaltatura consiste di composti ossidati di varia fattura che possono contenere molteplici elementi: arsenico, piombo, boro, cadmio, alluminio, calcio, cromo, potassio, cobalto, rame, litio, magnesio, manganese, sodio, nichel, fosforo, zolfo, selenio, stronzio, titanio, uranio, zinco o stagno. A seconda della consistenza e della porosità della piastrella possono essere rilasciati nell’aria per anni metalli pesanti. Inoltre tale superficie se da una parte le rende impermeabili all’umidità, dall’altra non consente la traspirabilità dei sottofondi. Per quanto riguarda le superfici di calpestio è consigliabile l’utilizzo di piastrelle in cotto, purche si tratti di manufatti ottenuti attraverso l’utilizzo di argille da cava che, dopo la cottura, non siano stati trattati con prodotti o vernici che ne impediscano la traspirabilità. Anche per le pavimentazioni il legno è il prodotto ecologico più diffuso, se questo non viene trattato con vernici e collanti sintetici. Occorre fare attenzione alla presenza nelle composizioni di formaldeide, fenolo, resine poliuretaniche ed epossidiche, derivati dal benzene, diclorometano, tetracloruro di carbonio, trementina sintetica. Le resine collanti contenute nell’adesivo utilizzato per la posa possono emettere composti organici volatili per lungo periodo. Evitare la sigillatura degli interstizi con schiume, resine, mastici, e siliconi. Nel caso di pavimentazioni prefinite, in cui la posa non prevede un successivo trattamento delle superfici, gli interstizi rimangono non protetti e mettono direttamente in comunicazione il fondo su cui è steso il collante con l’ambiente confinato. VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA I prodotti vernicianti di finitura di particolare tenacia e durata (formulazioni di resine poliuretaniche ed epossidiche) rilasciano composti organici volatili per tutta la durata della loro vita utile. Utilizzare collanti a base di leganti di origine vegetale quali: Dammar e resine vegetali, lattice naturale e caseina di latte, e trattare le superfici lignee con olio di lino e cera d’api. IMBIANCATURE E VERNICIATURE Se da un lato le finiture hanno la funzione di decorare, dall’altro devono anche proteggere dal degrado e dall’usura. Ciò implica che i materiali scelti rispondano a caratteristiche qualitative controllabili, che siano durevoli e sicuri. La responsabilità dei prodotti di finitura nel determinare la salubrità dell’aria interna è molto elevata poiché sussiste un contatto diretto, come nel caso delle verniciature che rappresentano lo strato finale di tutti quegli agglomerati sinora utilizzati per costruire le pareti circostanti di casa nostra. I vernicianti si classificano secondo la loro composizione e possono essere a base di legante in dispersione acquosa e a base di legante in soluzione. I primi si ottengono da particelle di resina sintetica con funzione filmogena disperse in acqua, per tale motivo tra le due è la soluzione migliore in quanto la loro influenze sull’inquinamento dell’aria è attenuata dall’acqua. I secondi si ottengono da particelle di resina sintetica in solventi che hanno la funzione di sciogliere i leganti resinosi senza alterarne la natura chimica e di abbassare, quindi la viscosità del prodotto. Hanno maggiore azione protettiva sulle superfici trattate e maggiore durabilità ma assai pericolosi. VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA Durante la messa in opera di tali vernici, il solvente in esso contenuto , a contatto dell’aria, evapora rilasciando grandi quantità di composti organici che in caso d’inalazione potrebbe causare malattie respiratorie e tumori. I solventi quali: l’acetato di etile, acetone, alcoli, benzolo, butanolo, cloroformio, diclorometano, trielina, si trovano anche nelle colle, nei liquidi correttori, nei pennarelli, nei prodotti in uso nelle tintorie a secco, nei detergenti e nei disinfettanti, nei prodotti per l’agricoltura. Le pitture murali e le vernici sintetiche sono addizionate con dei conservanti e la ricerca di laboratorio ne ha messi a punto oltre un centinaio. Il più economico ed efficace tra i conservanti è la formaldeide. La formaldeide o aldeide dell’acido formico, è un gas incolore con odore penetrante, che si scioglie ottimamente in acqua: la formalina ad esempio è una soluzione acquosa che contiene dal 35 al 50% di formaldeide e sino al 15% di metanolo. Dal 1979 si sa con assoluta certezza che questa sostanza può provocare il cancro. Inutile dire che l’esposizione continua a questo prodotto è inevitabile all’interno delle mura domestiche. La formaldeide non è solo utilizzata nell’edilizia (vernici, schiume epossidiche, legni truciolari, cera per pavimenti) ma anche nell’industria alimentare per accelerare la maturazione della frutta e della verdura, fuoriesce dalle palline antitarme, dagli spray per la pulizia dei forni. Si trova negli abiti ingualcibili, nei concianti, nei colori, e nei prodotti chimici per la fotografia, è usata negli shampoo, nei deodoranti, negli insetticidi, nei funghicidi, nei concimi chimici, nei collanti, nei saponi, nei dentrifici, sui tappeti, sulle tende e sulla moquette. L’edilizia ecologica consiglia per tale motivo l’utilizzo di pitture realizzate con prodotti naturali. La pittura murale più semplice e più economica è quella a calce (latte di calce) che contiene solo acqua e calce spenta. La calce funge da legante, pigmento e disinfettante. La pittura alla caseina è composta da acqua, caseina, inerti e un pigmento che può essere la calce spenta. VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA Molto utilizzate sono anche le pitture a colla d’amido o di cellulosa, vernici ad olio e per gli esterni molto utilizzate sono le pitture ai silicati. Fabrizio Patriarca I disegni sono tratti da U. Winkle “Manuale di Bioedilizia” – DEI Editore Bibliografia: - S. Piardi, P. Carena, I. Oberti, A. Berti “Costruire edifici sani” – Maggioli editore - A. Baglioni “Costruzioni e recupero dei rifiuti” – in Ambiente Costruito n°4, 1977. - U. Winkle “Manuale di Bioedilizia” – DEI Editore. - U. Winkle “Dizionario dell’edilizia bioecologica” – Roma 1999. - S. Bruno “Opere edili e bioedilizia” – Il Sole 24 Ore. - W. Pedrotti “Il grande libro della bioedilizia” – Demetra s.r.l. - G. Righetti, L. Bari (Consorzio Poroton) “L’edificio in muratura” – Edizioni B.I.N. - D. Person “La casa ecologica” – Ed. Touring Club, 1990. - G. Bressa “Materiali in edilizia e nell’arredo. Impieghi, aspetti tossicologici e biocompatibilità” – Milano, 1998. VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA