balabiott

Transcript

balabiott
Balabiótt
Intro : LAm, RE, SOL, DO, MIm ("Ma sono quelli della strofa!" Bene, brava/o! Sei così amabilmente
perspicace!…)
Attenzione,però: dopo tre giri conclude con LAm, SI7, Mim (e ancora SI7-Mim, tanto per ribadire).
Spiegati così, gli accordi li capirerbbe anche un ministro leghista!
Cosa te gh’et de usà, sterlöcc? ...
LAm
RE
SOL
MIm
Mòchela, pelabròcc, desmèt de fa’ casòt!
LAm
RE
SOL
MIm
E lasa sta’ la crus, che te set mia ‘l preòst
LAm
RE
SOL
MIm
seghèta a fa ‘l giupì e prega ‘l to dio Po …
LAm
RE
SOL
MIm MI
Balabiótt, che ta pàrlet per ol negòt,
LAm
RE
SOL
che ta töet per ol cül la set
DO
LAm
prima o dopo tal troerèt chel del formài!
SI7
MIm
MI
Balabiótt, anche l’öltem d’i maruchì
LAm
RE
SOL
che l’spacia ‘n de la stassiù
DO
LAm
l’ha capìt mei de te la eta
SI7
MIm
Adès ta gh’et ol post al sùl,
co i to quàter pultrùne per pogiaga ‘l cül;
mochela, doca, barlafüss!
Merda montada ‘n scagna,
te e ‘l to amìs mafiùs
Balabiótt, etc.
Stavolta l’ultimo giro dell’”itro” è divverso, leggete qui sotti (signori Ministri, lasciate perdere;oppure chiedete
a Maroni, che lui dorebbe sapere un po’ di musica. Attenzione che si parla di salite e discese cromatiche,
che, nel caso di un tastierista razzista, producono il triste obbligo di toccare i tasti neri!))
Il seguente special viene introdotto suonando, al posto dell’ultimo Mim dell’intro, 4 bicordi (quelli di
smokondeuòter) che salgono cromaticamente (un tasto per volta) dal DO# al MI. Per uscirne bisogna risalire,
nello stesso modo, dal FA# al Lam). Se è troppo complicato suonate, tutte e due le volte, 4 pennate belle
forti sulle corde vuote!
Te set ol re de’ la set che se anta,
MIm
FA#m
SIm
SIm/LA
che la se anta de ves ignoranta;
MIm
FA#m
SIm
SIm/LA
i la sa töcc, quando ‘l sul al tramonta,
MIm
FA#m
SIm
SIm/LA
l’àsen l’sponta, e set te, ...
DO#
FA#
... prope te...
FA#4 FA#
Balabiótt, etc.
Buffone
(1) Traduziione dal dialetto bergamasco
Cos’hai da gridare, idiota? (2)
Piantala, imbecille (3), smetti di far casino!
E lascia stare la Croce, che non sei il prevosto;
continua a fare il pagliaccio (4),
e prega il tuo dio Po
Buffone, che parli per niente,
che prendi per il culo la gente,
prima o poi troverai chi ti darà il fatto tuo! (5)
Buffone, anche l’ultimo dei marocchini
che spaccia alla stazione
ha capito meglio di te la vita
Adesso hai ottenuto il posto al sole,
con le tue quattro poltrone per appoggiarci il culo;
finiscila, almeno, imbroglione (6),
merda salita al trono (7),
tu ed il tuo amico mafioso
Buffone, che parli per niente,
che prendi per il culo la gente,
prima o poi troverai chi ti darà il fatto tuo!
Impostore, che dici “Io ce l’ho duro!”,
che di duro hai soltanto la testa
parla quando piscerà la gallina! (8)
Sei il re della gente che si vanta,
che si vanta di essere ignorante;
lo sanno tutti, quando il sole tramonta
l’asino si fa vedere, e sei tu, proprio tu… (9)
Buffone, etc.
NOTE:
1)
“Balabiòtt”: Letteralmente “balla-nudo”. Espressione originariamente riferita agli adepti della comunità
esoterica di Monte Verità, strabilitasi agli inizi del XX secolo nei pressi di Ascona, sul versante ticinese
del Lago Maggiore. I Monteveritani, veri e propri precursori del Naturismo, venivano dileggiati con
questo epiteto dalle popolazioni locali per la pratica dei “bagni di sole”. Con il tempo, il termine è
divenuto un dispregiativo generico, per indicare persone poco serie ed inaffidabili (vedere:
http://www.greenman.it/Mverit%C3%A0.htm).
2)
“Sterlöch” - babbeo, duro di comprendonio (da “loch” – stupido, allocco)
3)
“Pelabròch “- letteralmente “pela rami”, persona dappoco
4)
“Giupì” o “Giopì” – Gioppino: la maschera bergamasca nella commedia dell’arte (utilizzato in senso
dispregiativo).
5)
Letteralmente “Troverai quello del formaggio!”. Si dice a chi abusa della pazienza altrui.
6)
“Barlafüs”
- persona/cosa di nessun valore, persona instabile, volubile, priva di personalità /
voltagabbana, imbroglione, mentitore
7)
Si riferisce al proverbio: “Quando la mèrda la munta 'n scàgn, o la spüssa o la fà dagn” (Quando la
merda sale sullo scranno / o puzza o fa danno), che stigmatizza le persone rozze ed ignoranti,
arricchitesi velocemente, che occupano posti di potere con conseguenze disastrose.
8)
“Parla quand’ che pisa i poie” è un ossimoro zoologico, usato tradizionalmente per zittire chi parla a
vanvera.
9)
Dal proverbio “Quand’ol sul al tramonta, l’àsen l’sponta” (Quando tramonta il sole, l’asino si fa vivo).