L anuovaalba dell`arte italiana

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L anuovaalba dell`arte italiana
D’AUTORE
L a n u o v a a l b a
dell’arte italiana
ArteFiera 2015, dal
23 al 26 gennaio a
Bologna, accende
i riflettori sui
grandi maestri del
secondo ’900 e
sulle scommesse
del presente
e del futuro.
«Una kermesse
all’insegna delle
eccellenze made
in Italy», spiega il
direttore artistico
Claudio Spadoni,
«attenta agli scenari
internazionali ma
tesa a rilanciare
i valori dell’arte
italiana che, come
hanno dimostrato
le ultime edizioni
londinesi delle
Italian Sales e
le aste di New
York, spesso è
più apprezzata
all’estero che nel
nostro Paese».
Pino Pinelli
Pittura R. (1985)
Tecnica mista, tre elementi 23x16x10 cm
Courtesy Galleria Dep Art
[in mostra ad ArteFiera 2015]
di Giuliano Papalini
[PAePA arte e comunicazione
[email protected]]
A
Agostino Bonalumi
Nero (2009)
Tela estroflessa e acrilico 95x100 cm
Courtesy Galleria Mazzoleni
[in mostra ad ArteFiera 2015]
rteFiera 2015, dal 23 al 26 gennaio a Bologna, accende i riflettori sui grandi maestri del secondo ’900 e sulle scommesse del presente
e del futuro. «Una kermesse all’insegna
delle eccellenze made in Italy», spiega il
direttore artistico Claudio Spadoni, «attenta agli scenari internazionali ma tesa
a rilanciare i valori dell’arte italiana che,
come hanno dimostrato le ultime edizioni londinesi delle Italian Sales e le aste di
New York, spesso è più apprezzata all’estero che nel nostro Paese». Anche alla
luce dei risultati milionari, con record in
continua crescita, molte gallerie presentano i lavori dei principali protagonisti, i
soliti noti e campioni d’incassi come Fontana, Manzoni e Burri, a cui recentemente si sono aggiunti Castellani, Bonalumi,
Scheggi, Pistoletto, Boetti, Calzolari, Penone e Uncini, che ha portato il suo top
price in asta a sfiorare i 300mila euro. Ma
il mercato sta riscoprendo anche alcuni
maestri che cavalcano le scene dalla fine
degli anni ’50: esponenti di punta dell’Arte
Cinetica e Optical, tra cui Gianni Colombo,
Dadamaino, Grazia Varisco, Getulio Alviani, Turi Simeti e Alberto Biasi, e irriducibili della Pittura Analitica, quali Claudio
Olivieri, Pino Pinelli, Giorgio Griffa, Marco
Gastini e Claudio Verna. Ben piazzati anche outsider storici come Emilio Vedova
e Capogrossi, oltre alla nutrita squadra
di fuoriclasse delle nuove generazioni:
Francesco Vezzoli, Paola Pivi, Monica
Bonvicini, Lara Favaretto, Nunzio, Chiara
Dynys, Marco Tirelli, Gianni Caravaggio,
Stefano Arienti, Vittorio Corsini, Giuseppe
Gabellone, Loris Cecchini e Davide Nido,
da poco scomparso all’età di 48 anni.
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D’AUTORE
BolognArtCity
Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti
sono stati confermati direttori artistici della manifestazione, rispettivamente per il filone moderno e
contemporaneo. Oltre alla Main
Section, altre quattro sezioni animano l’evento bolognese: FocusEst, a cura di Marco Scotini, sul
Mediterraneo e il Medio Oriente;
Fotografia, in collaborazione con
MIA Fair, di Fabio Castelli, con 24
gallerie specializzate sul linguaggio fotografico; Solo Show, con
stand monografici, e Nuove Proposte, con creativi under 35. C’è
I
l doppio binario modernocontemporaneo che unisce
le eccellenze e i grandi nomi
di entrambi i comparti, con particolare attenzione all’arte italiana, si conferma il core business
di ArteFiera. Una scelta accolta
positivamente dagli espositori, in
forte crescita rispetto alle passate edizioni: in tutto 210, di cui
185 gallerie, quasi il 50% in più di
due anni fa, con un bagaglio di oltre duemila opere prodotte da un
migliaio di artisti, tra grandi maestri e giovani promesse. «Ottimi
risultati che premiano un format
sul quale abbiamo investito nonostante la crisi, realizzando una
fiera curatoriale con l’obiettivo di
valorizzare gli autori del nostro
Paese e il ruolo imprescindibile
del collezionismo», sottolinea soddisfatto Duccio Campagnoli, presidente di BolognaFiere. E visto che
squadra vincente non si cambia,
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Giuseppe Uncini
Cementarmato N.3
(1963)
Cemento e ferro
100x100 cm
Courtesy Galleria
Claudio Poleschi
[in mostra ad
ArteFiera 2015]
Lucio Fontana
Concetto spaziale
(1956)
Olio e tecnica mista
su tela, fondo rosso
60,5x50 cm
Courtesy Galleria
Mazzoleni
[in mostra ad
ArteFiera 2015]
poi la terza edizoone di Art City,
il programma di eventi outdoor
in collaborazione con il Comune
di Bologna, che culmina nella Art
White Night di sabato 24 gennaio.
Occasioni imperdibili anche per i
cinefili, grazie alla rassegna curata dalla Fondazione Cineteca e
all’anteprima nazionale di Turner,
il film di Mike Leigh presentato
all’ultimo Festival di Cannes. Un
omaggio alla straordinaria figura
di William Turner, geniale protagonista della pittura romantica britannica.
D’AUTORE
La parità di genere
non abita nei musei
Beverly Pepper,
ritratto
Beverly Pepper
all’Ara Pacis
Grazia Varisco
Schema Luminoso Variabile (quadro rotante) (1964)
Legno, perspex, neon, motore elettrico 70x70 cm
Courtesy Archivio Grazia Varisco/Ca’ di Fra’
[in mostra ad ArteFiera 2015]
A
nima il dibattito nella società civile, ma fatica a farsi
strada nel mondo dell’arte
la parità di genere. Esigua, infatti,
la presenza della creatività femminile nei musei contemporanei
secondo una ricerca dello IULM di
Milano sulle acquisizioni delle istituzioni pubbliche internazionali. Un
esempio per tutti la Tate Modern di
Londra, nata in tempi in cui la parità avrebbe dovuto essere un dato
acquisito, vanta una collezione firmata all’86% da uomini. Se poi si
contano le opere si sfiora addirittura il ridicolo 96%, contro il 4% di
quelle realizzate da donne. In Italia
le cose non vanno meglio: al MAXXI
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di Roma il rapporto percentuale è
73 a 27, e ancora peggio (88 a 12)
al Mart di Rovereto, dove la collezione è formata anche da prestiti
di collezionisti privati. Al Castello di
Rivoli, primo museo d’arte contemporanea nato in Italia, la presenza
rosa è ferma al 33%. Dati senz’altro
sconcertanti che segnalano come
la fantasia non sia di casa nelle
acquisizioni femminili: a trovare
spazio sono sempre le solite note
Louise Bourgeois, Marina Abramovic e Cindy Sherman. Onore al
merito, per carità, ma di eccellenti
artiste, anche giovani e vitali, è pieno il mondo. Purtroppo non si può
dire lo stesso per i musei.
L’arte contemporanea conquista gli spazi dell’Ara Pacis,
che fino al 15 marzo si trasforma in un suggestivo palcoscenico per le monumentali sculture dell’americana
Beverly Pepper. La mostra, curata da Roberta Semeraro, si sviluppa all’esterno del museo romano con quattro
opere, di grandi dimensioni (4-5 m di altezza), realizzate
in acciaio corten. Lavori di sicuro impatto visivo sotto
ogni aspetto: prospettiva, volume, profondità e luce inducono l’osservatore a riflettere e confrontare, di fronte a
quel magnifico connubio dal sapore quasi provocatorio,
gli armoniosi stili architettonici del passato e il linguaggio
asciutto e rigoroso della scultura contemporanea. All’interno sono collocate altre cinque sculture in ferro, tratte
dalla serieCurvae in Curvae ed esposte alla Marlborough
Gallery di Londra e New York.
Vista aerea delle sculture monumentali di Beverly Pepper
all’Ara Pacis di Roma