Parere del Comitato delle regioni — Promuovere la cittadinanza
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Parere del Comitato delle regioni — Promuovere la cittadinanza
25.4.2008 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea Parere del Comitato delle regioni — Promuovere la cittadinanza attiva dei giovani attraverso l'istruzione (2008/C 105/05) IL COMITATO DELLE REGIONI — constata che, in generale, i cittadini degli Stati membri hanno una scarsa conoscenza dei fondamenti della costruzione dell'Unione europea e delle sue prospettive di evoluzione, — questa scarsa conoscenza è particolarmente dannosa nel caso dei giovani, chiamati a costruire il loro futuro economico e sociale nell'Unione europea. È importante per il futuro dell'Unione che i giovani adottino nei confronti dell'Europa un comportamento da cittadini attivi, — gli enti regionali e locali hanno grandi responsabilità in materia di istruzione dei giovani e rappresentano il livello ad essi più vicino e quindi più adatto a sostenerli nell'esercizio attivo della cittadinanza. È a questo livello che i giovani possono fare le prime esperienze di cittadinanza attiva e dare prova del loro interesse e della loro partecipazione agli affari pubblici, che essi estenderanno poi, in modo naturale, al livello nazionale ed europeo, — reputa indispensabile che ogni giovane europeo riceva un'istruzione adeguata alle sue esigenze professionali e al suo sviluppo personale, ma ritiene altrettanto importante che egli acquisisca nel corso della scolarità le conoscenze che gli consentiranno di sentirsi cittadino dell'Unione, — si guarda bene dal proporre che l'Unione si sostituisca agli enti nazionali responsabili dell'istruzione, ma la incoraggia a valutare le pratiche che vanno nel senso di una migliore conoscenza dell'Unione europea, — sottolinea la rilevanza delle azioni di istruzione non formale che esistono e che meritano di essere sviluppate per completare l'educazione formale all'Europa, dato che testimoniano generalmente una prima responsabilizzazione liberamente accettata, preludio della cittadinanza attiva. C 105/21 C 105/22 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 25.4.2008 Relatrice: Claude DU GRANRUT, consigliere regionale della Piccardia (FR/PPE) Raccomandazioni politiche IL COMITATO DELLE REGIONI 1. constata che, in generale, i cittadini degli Stati membri hanno una scarsa conoscenza dei fondamenti della costruzione dell'Unione europea e delle sue prospettive di evoluzione; 2. ritiene che questa scarsa conoscenza sia particolarmente dannosa nel caso dei giovani, chiamati a costruire il loro futuro economico e sociale nell'Unione europea, e, nel contempo, reputa importante per il futuro dell'Unione che i giovani siano in grado di adottare nei confronti dell'Europa un comportamento da cittadini attivi; 3. ritiene che il concetto di cittadinanza europea introdotto nel Trattato di Maastricht (1992) e completato nel Trattato di Amsterdam (art. 8, par. 1) nel 1997 offra a tutti i cittadini dell'Unione europea alcuni importanti diritti e privilegi, alcuni dei quali riguardano direttamente i giovani dell'Unione: il diritto di viaggiare, di vivere, di lavorare o di studiare in qualsiasi Stato membro dell'Unione europea e il diritto di voto. La cittadinanza europea non sostituisce la cittadinanza nazionale, ma la completa; 4. reputa indispensabile che ogni giovane europeo riceva un'istruzione adeguata alle sue esigenze professionali e al suo sviluppo personale, ma ritiene altrettanto importante che egli acquisisca nel corso della scolarità le conoscenze che gli consentiranno di sentirsi cittadino dell'Unione; 5. accoglie con favore il riconoscimento dell'importanza della cittadinanza europea attiva nella comunicazione intitolata Insieme per comunicare l'Europa (1) adottata recentemente dalla Commissione europea, in particolare l'approccio pratico proposto che prevede di fornire agli insegnanti pubblicazioni e materiale scaricabile da Internet sui temi europei. Incoraggia la Commissione europea a rendere disponibile al più presto tale materiale; 6. riconosce che l'«appropriazione» della cittadinanza europea da parte dei giovani richiede da un lato il riconoscimento dei fondamenti costitutivi dell'identità europea, ovverosia un'educazione positiva all'Europa — la scoperta di valori condivisi, di una storia comune, dell'interazione fra culture, di uno stesso livello di diritti e di doveri sociali e politici — e, dall'altro, la comprensione del fatto che l'Europa riguarda il loro quotidiano e il loro futuro; 7. sulla base dei risultati di un recente sondaggio (Eurobarometro — luglio 2007) che evidenzia che, se la percezione dei diversi fondamenti dell'identità europea è relativamente facile per le «élite» europee, il discorso è ben diverso per l'insieme dei cittadini giovani degli Stati membri, conclude che è durante la scolarità che tutti i giovani devono acquisire la nozione che la cittadinanza dell'Unione costituisce uno dei fondamenti dell'identità europea; 8. si compiace del programma Urbact II che mette al primo posto l'integrazione sociale dei giovani e le azioni di informazione e di comunicazione provenienti dalle diverse istituzioni europee, apprezza gli effetti positivi del programma Socrates e (1) COM(2007) 568 def. riconosce l'efficacia delle associazioni di insegnanti o di giovani o delle associazioni che operano a favore dei giovani e si preoccupano di «iniziare» i giovani o i loro membri alle realtà europee; 9. accoglie con favore lo scambio di buone pratiche a livello locale e regionale in Europa, per consentire ai bambini e agli adolescenti di approfondire la conoscenza dell'Europa e degli Stati membri. È tuttavia convinto che, per essere realmente efficace, l'azione intrapresa debba essere generalizzata a tutti i giovani in età scolare, per arrivare ad una vera appropriazione della cittadinanza europea; 10. sottolinea, a tale scopo, la rilevanza delle azioni di istruzione non formale che esistono e che meritano di essere sviluppate per completare l'educazione formale all'Europa, dato che testimoniano generalmente una prima responsabilizzazione liberamente accettata, preludio della cittadinanza attiva; 11. incoraggia l'utilizzo dello Youthpass che permette il riconoscimento del lavoro sociale dei giovani nel quadro del programma Gioventù e dell'Europass che favorisce la mobilità dei giovani lavoratori in Europa; 12. è consapevole che l'istruzione scolastica è un obbligo che rientra nelle responsabilità dei governi degli Stati membri dell'Unione, ma ricorda la decisione dei ministri dell'Istruzione di garantire a tutti i giovani scolarizzati l'acquisizione di uno «zoccolo comune» di nozioni che comprenda una conoscenza di base dell'Unione europea; 13. si guarda bene dal proporre che l'Unione si sostituisca agli enti nazionali responsabili dell'istruzione, ma la incoraggia a valutare le pratiche che vanno nel senso di una migliore conoscenza dell'Unione europea; 14. ritiene, in tale contesto, di avere un ruolo da svolgere nell'incoraggiare i giovani all'esercizio della cittadinanza attiva sia per le responsabilità che gli enti regionali e locali hanno in materia di istruzione dei giovani in alcuni Stati sia per la loro prossimità ai giovani; 15. appoggia le azioni di comunicazione che la Commissione prevede di attuare in relazione alla ratifica del futuro Trattato di Lisbona; 16. sottolinea che le eventuali modifiche o integrazioni di elementi nuovi nei programmi di insegnamento con l'intento di promuovere la cittadinanza attiva richiedono una riflessione e una preparazione accurata e che i loro effetti si estenderanno su parecchi anni. Appropriazione da parte dei giovani di una cittadinanza attiva 17. ritiene che l'appropriazione di una cittadinanza europea attiva da parte dei giovani richieda l'apprendimento della diversità dell'identità europea che si fonda sulla conoscenza del passato e delle evoluzioni dell'Europa, dei suoi scontri interni, così come dei suoi valori, della sua ricchezza culturale e delle sue tradizioni democratiche e, più recentemente, del riconoscimento dei diritti fondamentali dei suoi cittadini; 25.4.2008 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 18. ritiene, in tale contesto, che l'arte e la cultura in generale e la formazione culturale formale e non formale in particolare rivestano una notevole importanza per lo sviluppo di una cittadinanza attiva nei giovani dell'Unione; 19. è fermamente convinto che questa conoscenza passi, da un lato, per l'istruzione formale e, dall'altro, per quella informale; 20. invita la Commissione europea ad aggiornare l'indagine effettuata da Eurydice sull'educazione alla cittadinanza nelle scuole in Europa; 21. suggerisce che le materie insegnate nel quadro dell'istruzione formale siano, ove opportuno, arricchite della loro dimensione europea. Questa pedagogia dell'apertura contribuirà a fare dei giovani dei cittadini realistici in merito all'utilità dell'Unione e ambiziosi per quanto riguarda la sua evoluzione; 22. insiste sulla necessità di apprendere più lingue. Il multilinguismo è riconosciuto dai giovani come un vantaggio per qualsiasi percorso professionale; si compiace delle conclusioni del gruppo di esperti di alto livello istituito dal commissario ORBAN su questo tema e dell'imminente comunicazione della Commissione sul multilinguismo di cui i giovani devono essere i primi beneficiari; 23. invita ad inserire nel curriculum scolastico un insegnamento sulla natura delle istituzioni europee e sulle competenze e sul funzionamento istituzionale dell'Unione. Come ogni giovane studia le istituzioni amministrative e politiche del suo paese, allo stesso modo ogni giovane europeo dovrà avere dimestichezza con quelle dell'Unione europea. Gli enti locali e regionali potranno mettere in evidenza le azioni concrete percepite come più importanti al loro livello, come ad esempio l'aiuto economico e solidale dei fondi strutturali fornito dall'Unione; 24. riconosce che un'attenzione particolare dovrà essere accordata ai giovani immigrati o provenienti da ambienti svantaggiati per rispondere alle loro esigenze specifiche, ma anche perché, meglio integrati, possono essere fonte di arricchimento culturale e di solidarietà per la collettività. L'anno 2008 è stato inoltre designato — non dimentichiamolo — come l'Anno europeo del dialogo interculturale per una migliore conoscenza e comprensione degli altri paesi dell'Europa e del mondo; 25. è consapevole che una maggiore attenzione alle lingue straniere e all'Europa nell'insegnamento non può avvenire senza l'impulso e l'appoggio dei responsabili dell'istruzione a livello politico, amministrativo ed economico né senza il contributo degli insegnanti stessi: è importante che venga loro offerta un'eventuale formazione specifica; 26. nota con interesse le iniziative già prese da associazioni educative complementari all'istruzione pubblica; 27. suggerisce che nell'insegnamento concernente l'UE e l'apprendimento delle lingue europee vengano pienamente utilizzate le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in particolare Internet, che consente di coinvolgere meglio i giovani C 105/23 nella formazione impartita e di raggiungere anche quelli che non possono beneficiare di una formazione scolastica regolare; 28. sostiene la proposta di concentrarsi sullo sviluppo e la promozione delle potenzialità delle azioni di istruzione non formale a favore dei giovani, istruzione che è importante almeno quanto l'istruzione formale nel creare una cittadinanza europea dinamica; 29. ritiene che l'istruzione non formale costituisca un livello essenziale della preparazione dei giovani alla cittadinanza attiva: responsabilità di volontariato nelle associazioni, apertura agli altri, percezione del bene comune, interesse per la vita pubblica, impegno politico locale che porta all'appropriazione del destino politico dell'Unione; 30. grazie al suo approccio incentrato sulla partecipazione volontaria dei giovani e grazie alla sua prossimità ai loro bisogni e alle loro aspirazioni, l'istruzione non formale permette ai giovani di acquisire competenze nuove o complementari rispetto al loro curriculum scolastico e qualifiche specifiche. La gamma delle azioni che propone è particolarmente adeguata ai giovani svantaggiati. Infine apre ai giovani la strada verso una presa di coscienza della loro necessaria adattabilità all'evoluzione economica e sociale dell'Unione; 31. ritiene che i genitori e il grado di conoscenza e di consapevolezza che essi hanno dell'Unione svolgano un ruolo centrale nel dibattito sulla cittadinanza attiva; in generale si dovrebbe contribuire a migliorare il grado di sensibilizzazione dei genitori, poiché man mano che l'Unione europea si sviluppa, è necessario integrare e aggiornare costantemente le conoscenze ad essa relative; 32. invita gli enti locali e regionali a impegnarsi nel sostegno o nell'attuazione delle iniziative di educazione all'Europa mediante l'organizzazione di gemellaggi tra istituti scolastici, l'incentivazione materiale delle iniziative delle associazioni di giovani o che operano per i giovani, l'accoglienza di classi di studenti europei, l'apertura delle loro strutture per il tempo libero o lo sport e delle loro stesse istituzioni, insistendo sulle competenze condivise con le istituzioni europee; 33. insiste sulla necessità di stimolare la riflessione sulle sfide e sulle modalità dell'appropriazione da parte dei giovani di una cittadinanza attiva che permetterà ai giovani europei di partecipare efficacemente all'economia dell'Unione in un contesto di globalizzazione e assumere la responsabilità di farla evolvere sul piano politico. Le azioni 34. fonda le sue proposte da un lato sulla decisione dei ministri dell'Istruzione dell'Unione di offrire a tutti i giovani europei le competenze chiave che comportano «una reale conoscenza dell'Unione europea» e dall'altro sul recente programma della Commissione approvato dal Parlamento e dal Consiglio europeo intitolato «L'Europa per i cittadini» riguardante le proposte della relazione Beazley sulle misure da adottare per integrare la dimensione europea nei curricoli scolastici; C 105/24 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 35. ritiene che l'integrazione della dimensione europea nell'insegnamento scolastico costituisca una base indispensabile per un'appropriazione reale e duratura di una cittadinanza attiva per tutti i giovani europei degli Stati membri. Questa dimensione europea comporta due aspetti: l'integrazione nelle materie insegnate, ove opportuno, del «prisma» europeo, cioè del rapporto che ciascuna di queste materie ha con l'Europa, e un corso di insegnamento specifico sulla costruzione dell'Unione europea, i suoi fondamenti, i suoi valori, le sue istituzioni — il loro funzionamento e il loro impatto sulla vita quotidiana dei giovani — la sua evoluzione e le sue relazioni con il resto del mondo; 36. propone, in base alle conclusioni del gruppo sul multilinguismo, di incoraggiare i giovani europei a parlare due lingue europee oltre alla loro lingua materna. Il multilinguismo è un'apertura non soltanto alle altre culture, ma anche agli scambi economici, professionali e a una comunità di ricerca e di innovazione; 37. sarebbe utile facilitare la mobilità dei giovani e degli insegnanti e il suo riconoscimento nel curriculum scolastico o professionale; 38. raccomanda l'adozione di azioni appropriate, con il coinvolgimento attivo dei docenti, affinché nelle scuole possa essere instaurato un ambiente educativo sicuro basato sul rispetto reciproco e sulla cooperazione, al fine di impedire o contrastare il nascere di fenomeni di violenza e di intolleranza tra i giovani; 39. raccomanda lo sviluppo delle azioni delle associazioni educative complementari all'istruzione pubblica e dell'istruzione non formale destinata ai giovani in età scolare come gemellaggi, scambi tra istituti scolastici, gare sportive, soggiorni sportivi o linguistici durante le vacanze scolastiche; 40. incoraggia lo sviluppo di progetti analoghi all'iniziativa promossa dall'Assemblea delle regioni «Giovani ambasciatori d'Europa» nel contesto delle università estive per i giovani. Si dovrebbero sensibilizzare i giovani alla responsabilità che incombe loro di essere ambasciatori nei confronti di altri giovani su diversi temi, inclusa la cittadinanza attiva. L'accento dovrebbe essere posto sull'approfondimento del concetto di cittadinanza in un'Europa multiculturale, nonché su questioni quali la società multireligiosa, il multiculturalismo nelle scuole e sul posto di lavoro e le risposte culturali ai problemi che riguardano i giovani; 41. invita gli enti regionali e locali a incentivare materialmente queste iniziative a favore dei giovani e a completarle con 25.4.2008 azioni specifiche quali simulazioni di situazioni basate sulle istituzioni europee su modello dei consigli municipali e delle assemblee regionali dei giovani, in modo da renderli consapevoli delle loro responsabilità politiche europee; 42. suggerisce che ognuna delle azioni previste dal programma «Europa per i cittadini» faccia posto alle iniziative che provengono dai giovani o destinate loro, che si tratti di progetti cosiddetti popolari, di programmi promossi dalla società civile, della creazione di eventi di grande visibilità o di azioni volte a preservare una memoria europea; 43. suggerisce che siano valutati gli effetti delle azioni già avviate da associazioni di insegnanti e da associazioni di giovani o che operano per i giovani, affinché le buone pratiche di questi organismi possano essere scambiate, sviluppate e inserite nei programmi d'azione dell'Unione; il modo più efficace per sensibilizzare i giovani alla cittadinanza attiva è la pratica: è necessario metterli in una situazione concreta, che faccia loro sentire che le loro decisioni contano e hanno un impatto diretto sulla loro vita. Anche i consigli studenteschi o, a un livello più alto, i comitati giovanili locali, offrono buone opportunità in tal senso. Gli effetti diretti delle attività di queste strutture sono particolarmente percettibili nei comuni di piccole dimensioni; 44. ciò costituirà un riconoscimento ufficiale del ruolo dell'istruzione non formale nel favorire l'inclusione sociale dei giovani, il loro adattamento alle evoluzioni del mercato del lavoro, la loro partecipazione alla vita pubblica e, in definitiva, la loro appropriazione di una cittadinanza attiva e motivata; 45. insiste affinché l'insegnamento delle tematiche europee sia all'altezza delle sue ambizioni, essendo un elemento così essenziale per il futuro dell'Unione europea e dei suoi cittadini. Tale insegnamento favorisce un rinnovamento dei concetti tradizionali e dell'istruzione necessario per rendere i giovani cittadini dei paesi membri più adeguati al loro futuro professionale e al loro impegno sociale e politico in un mondo dominato dalla globalizzazione dell'economia. Conferisce infine all'istruzione formale, e all'istruzione non formale che ne è il completamento, un obiettivo civico di partecipazione alla costruzione democratica dell'Unione; 46. sottolinea espressamente che un utilizzo attivo dei programmi UE e di quelli nazionali nonché dei numerosi progetti gestiti dalle ONG è imprescindibile per lo sviluppo di un ampio lavoro di formazione culturale formale e non formale e va ulteriormente promosso. Bruxelles, 7 febbraio 2008. Il presidente del Comitato delle regioni Luc VAN DEN BRANDE