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Martedì 19 Aprile 2016 Nuova serie - Anno 25 - Numero 93 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 * Offerta indivisibile con Marketing Oggi (ItaliaOggi € 1,20 + Marketing Oggi € 0,80) SCAMBIO DATI FISCALI Dal 2019 via alla trasparenza nei bilanci dei gruppi elvetici €2,00* IN EDICOLA Se fosse dipeso dai talk show il referendum no-triv sarebbe stato votato dal 120% degli aventi diritto Stefano Cingolani a pag. 5 www.italiaoggi.it Stroppa a pag. 30 IL 730/2016 AI RAGGI X Precompilata, slalom tra fogli illustrativi, allegati e modello Bongi a pag. 31 DLGS 50/2016 OGGI IN G.U. QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO CON Banche contro il terrorismo La riforma degli D Devono monitorare e segnalare le operazioni a rischio: occhio a enti non profit, appalti attende trasferimenti di denaro tramite money transfer, commercio dei beni culturali 50 decreti e linee Banche in campo nella lotta al terguida dell’Anac Ban DIRITTO & ROVESCIO ror rorismo. Gli istituti dovranno moniCon il referendum è stata bocciata Forza Italia in compagnia col Centro sociale Leoncavallo continua a pag. 6 EXCLUSIVELY RECOMMENDED BY JAGUAR ABOVE ALL, IT’S A JAGUAR. ALL-NEW JAGUAR F-PACE Pistelli a pag. 7 Con guida «Il nuovo codice della strada» a € 6,00 in più; con «Il codice del lavoro» a € 11,90 in più; con guida «L’assegnazione dei beni ai soci» a € 6,00 in più; con il libro «Una certa idea dell’Italia» a € 8,90 in più Scopri le soluzioni d’acquisto personalizzate di JAGUAR FINANCIAL SERVICES. Jaguar consiglia Castrol. Consumi Ciclo Combinato da 4,9 a 8,9 l/100 km. Emissioni CO2 da 129 a 209 g/km. MARCO TARADASH di Pierluigi Magnaschi Alle 23 e 05 di domenica sera, se ci fosse stata la possibilità di fare una foto collettiva, di quelle con i flash degli anni 50 che facevano il botto come una fucilata con il silenziatore, si sarebbe potuta ritrarre la nomenclatura italiana, di sinistra e di destra, con gli occhi spalancati, nuda, con la bocca a culo di gallina e le mani incrociate sull’inguine, a copertura di quelle che, un tempo, si diceva fossero le parti impresentabili. La bocca a culo di gallina la fa, sempre, chiunque investa in pieno una porta a vetri da lui non vista prima. Dimostra il profondo stupore per la botta subita Domenica scorsa ho applicato la vecchia e inossidabile regola del cronista, oggi sempre più disattesa, visto che troppi giornali, ma non ItaliaOggi, si fanno con i comunicati di chi lavora per te, pagato da altri. La regola è quella di scarpinare, cioè di andare sui fatti, per vedere e toccare con mano. Domenica mattina quindi, dalle 8 e 30 alle 10 e 30, sono andato in tre sedi elettorali per vedere come si svolgevano le operazioni di voto per il referendum No-triv. Lì ho trovato pochi votanti e quasi tutti donne anziane e, all’apparenza, molto pie. Debbono essere state convinte al voto dai vescovi italiani che hanno schierato, a favore del voto, oltre che i settimanali diocesani, anche il quotidiano Avvenire che non a caso è l’organo della Conferenza episcopale italiana (Cei). Tutto normale. Tutto lecito. Solo che questa indicazione politica al voto ha avuto delle conseguenze politiche. Nel senso che lo schiaffo che la Cei voleva dare a Renzi è finito, visto i risultati, contro l’ambientalismo di Papa Francesco. jaguar.it De Angelis a pag. 27 la nomenklatura di sinistra e di destra Nuova Jaguar F-PACE ti aspetta in Concessionaria. SU WWW.ITALIAOGGI.IT Codice appalti - Il decreto approvato dal consiglio dei ministri Finanza - Il decreto sugli Organismi di investimento ccollettivi Lotta al terL rrorismo - La nota di Bankitanot lia alle banche tor torare e segnalare le transazioni rela relative al commercio di beni culturali rali, in particolare riconducibili alle a aree occupate in Iraq, Siria, Libia, n nonché alla compravendita di parttite di petrolio. Occhio anche alle o operazioni incongrue di enti non p profit e ai money transfer. Sono le iindicazioni contenute in una comun nicazione diffusa da Bankitalia. Benvenuti a bordo di una nuova idea di Jaguar. Alla bellezza e alla sportività abbiamo aggiunto la praticità. Così la tua Jaguar potrà entrare nella tua vita portando non solo stile e performance, ma anche una nuova versatilità. E Nuova F-PACE lo fa al massimo: vieni a scoprire l’ampiezza del suo bagagliaio top in class, e a conoscere tutte le funzionalità dell’innovativa Activity Key. Mascolini a pag. 33 2 Martedì 19 Aprile 2016 I COMMENTI L’ANALISI IMPROVE YOUR ENGLISH Russia, le sanzioni debbono essere tolte Russia, sanctions should be lifted M a t t e o Insomma, MogheriDI CARLO VALENTINI Renzi è ni se ci sei batti un stato cricolpo. Tra l’altro, a ticato per avere punta- luglio scadrà la prima fase delle to le carte italiane in Europa sul- sanzioni e potrebbe essere l’occala figura dell’Alto rappresentante sione per intervenire. per gli affari esteri, cioè il miniGli Stati Uniti hanno deciso il stro degli Esteri dell’Ue, anziché disgelo con l’Iran (e Cuba) fiutansu chi decide sulla concorrenza o do i benefici per la loro economia. sulle politiche agricole o sull’infor- Non possono costringere l’Europa a matizzazione, ruoli che certamen- mantenere il boicottaggio verso la te incidono di più sull’economia. Russia. Non si discute la liceità delAdesso l’Alto commissario agli le sanzioni di fronte a un’emergenesteri, Federica Mogherini, po- za. Ma l’esperienza insegna che il trebbe, in un certo senso, prendersi loro impatto è per lo più simbolico. la rivincita e intervenire a favore Nel 1935 la Società delle Nazioni dell’economia italiana (ed europea) deliberò le sanzioni contro l’Italia guidando la cessaziocolpevole di avere aggredito l’Etiopia. ne dell’embargo conUna decisione che tro la Russia, voluto Gli Usa aprono finì per rafforzare il dagli Stati Uniti e con Iran e Cuba accettato dai Paesi fascismo. Così come ma non con Mosca Ue. Si trattava di si è rafforzato il nadare un segnale di zionalismo russo di riprovazione a Vladimir Putin fronte all’embargo occidentale. Ora per l’annessione della Crimea e le che la situazione ucraina sembra minacce all’Ucraina. A due anni di stabilizzata, è assurdo continuare distanza non si comprende perché nel muro-contro-muro, chiedendo il dialogo con la Russia non possa sacrifici all’industria italiana che riprendere e le sanzioni cancellate ha perso in questi due anni 3,6 (pur rimanendo il non riconosci- miliardi di export (il conteggio è mento dell’annessione). Esse, tra della Cgia di Mestre). Guai a chiul’altro, incidono più negativamen- dere gli occhi pur di fare affari ma te sull’economia italiana che su l’embargo non deve neppure essere quelle degli altri Paesi, con danni usato, indirettamente, per indeboche stanno diventando irreversibi- lire un’economia fortemente export li (sarà difficile recuperare quote oriented come quella italiana. di mercato conquistate da altri). © Riproduzione riservata DI M atteo Renzi has been knock once. Furthermore, the first criticized for having phase of the sanctions will expire focused the Italian in July and it could be the right cards in Europe on the time to intervene. role of the High Representative The United States have defor Foreign Affairs, namely the cided the thaw with Iran (and EU Foreign Minister, rather than Cuba), sensing the benefits for on the figure that decides on comtheir economy. They cannot force petition, agricultural policies or Europe to maintain the boycott computerization, roles that affect against Russia. The lawfulness certainly more the economy. Now of the sanctions in the face of an the High Commissioner for Foemergency isn’t disputed. Horeign Affairs, Federica Moghewever, experience taught us that rini, might, to some extent, take their impact is mostly symbolic. In revenge and intervene in favour 1935 the League of Nations deciof the Italian (and European) ecoded sanctions against Italy, guilnomy, promoting the suspension of ty of having attacked Ethiopia. A the embargo against decision that ended Russia, wanted by up strengthening The US open up to fascism. Similarly, the United States Russian nationalism and accepted by the Iran and Cuba EU countries. It was strengthened in the but not to Moscow important to give a face of the Western sign of disapproval embargo. Now that to Vladimir Putin for the annethe Ukrainian situation seems to xation of Crimea and the threats be stabilized, it is absurd to carry to Ukraine. After two years it isn’t the confrontation on, demanding clear why the dialogue with Russia sacrifices from the Italian macannot be resume and sanctions nufacturing that lost 3.6 billion lifted (while still not recognizing of exports in the last two years the annexation). Moreover, they (according to Mestre’s CGIA). We have a more negative impact on should never close our eyes just the Italian economy than on those to do business, but the embargo of other countries, with a damashould neither be used, indirectly, ge that is becoming irreversible to weaken a strong export-oriented (it will be difficult to regain the economy like the Italian one. market share gained by others). In © Riproduzione riservata short: Mogherini, if you are alive, Traduzione di Silvia De Prisco IL PUNTO LA NOTA POLITICA Le tasse scendono al centro ma intanto salgono in periferia Renzi è stato aiutato da lega, Destra e FI EDOARDO NARDUZZI L a partita della riduzione delle imposte e della pressione fiscale è quella sulla quale Matteo Renzi si gioca tutto. È stato lui a volerla mettere al centro della sua azione di governo e a voler segnare una netta discontinuità tra il Pd delle tasse, quello prima di lui, e il Pd detassatore, quello della sua direzione. Ires, Irap, Irpef sono già entrate, a vario titolo, nel mirino del premier che sogna una riduzione storica del prelievo tributario italiano al terzo anno di governo. I primi due non hanno segnato per la verità alcuna inversione di rotta. Nel 2015 la pressione fiscale complessiva registrata dall’Istat è stata pari al 43,5%, di fatto invariata rispetto all’anno precedente. Ma che fine hanno fatto le riduzioni, come quella dell’Irap, decise dal governo? Il problema è che le imposte che Renzi taglia al centro, cioè a livello di fiscalità nazionale, rispuntano come funghi sotto forma di addizionali a livello locale. In particolare a livello regionale. Due esempi sono offerti proprio da due regioni a guida Pd: la Sardegna e il Lazio. La prima, ha risposto all’eliminazione dell’Irap su parte del costo del lavoro decisa da Renzi con un mega innalzamento della sua aliquota ordinaria che, nel giro di due anni, è passata dall’1,9 al Vedi i casi del Lazio e della Sardegna 3,9%. In pratica, la Sardegna ha più che raddoppiato la sua aliquota per lasciare il gettito totale, post riduzione decisa da Renzi a livello nazionale, invariato. È ovvio che per le imprese si tratta di un gioco delle tre carte: il governo Renzi riduce l’Irap ma le regioni alzano le aliquote per mantenere invariato il loro gettito. Significa che per le imprese la partita è a somma zero in termini di pressione fiscale. Stessa musica applicata all’Irpef nel Lazio governato da altra giunta a trazione Pd. In questo caso l’addizionale ha raggiunto la cifra astronomica del 3,33%. L’addizionale Irpef del Lazio, nella sua applicazione, poi è la sublimazione dell’ignoranza economica: chi ha guadagnato 34.500 euro lordi annui, infatti, ha pagato una addizionale dell’1,6% per la parte di reddito superiore ai 15 mila euro, mentre chi ha incassato 35.500 ha pagato il 3,33% su tutto il reddito che supera la stessa soglia di 15 mila euro. Il risultato è un delirio tributario, perché due persone con analoga capacità contributiva (visto che mille euro lordi annui non modificano la capacità contributiva al netto di non si capisce quali astruse argomentazioni possa aver elaborato la giunta Zingaretti) si sono ritrovate tassate in maniera diametralmente opposta: 312 euro di addizionale annua il primo e 676,50 euro il secondo. Le tasse tagliate al centro da Renzi rifioriscono in periferia per mano di giunte incapaci di fare vere spending review. Il dato è stato certificato da Assolombarda che ha misurato una pressione fiscale locale aumentata dell’1% nel solo 2015. Così la buona volontà fiscale di Renzi non si farà mai statistica positiva. DI MARCO BERTONCINI Matteo Renzi è stato fatto vincere dai suoi avversari. La cordata degli oppositori, tutti motivati dal volerlo sconfiggere ben più che non dal concretamente esprimersi pro o contro il quesito referendario, si era fin troppo accanita in un’impropria, e improvvida per tutti loro, personalizzazione dell’evento. L’appoggio all’astensione sostenuto dal presidente del Consiglio aveva dato motivo a tutti i suoi numerosi avversari, interni ed esterni, di tramutare il referendum sulle trivelle in un plebiscito contro Renzi. Palese era l’obiettivo di anticipare il ben più rilevante appuntamento costituzionale dell’autunno: una specie di primo tempo. Poiché sono stati i nemici di Renzi a caricare d’impropri significati la partecipazione al voto, e poiché al fianco del presidente del Consiglio si sono schierati solo sparuti gruppi di contrari al sì (e dunque, logicamente, di astensionisti), è palese che oggi chi ha predicato il voto (cioè quasi tutti) sia sconfitto e chi ha sostenuto la fuga dalle urne (cioè, alla fin fine, il solo Renzi) sia vincitore. Adesso i perdenti puntano sulla rivincita a ottobre, fidando nei milioni di voti supposti antirenziani espressi domenica. Operare simili calcoli è prematuro e rischia di essere fallace. Si tratta di una mera operazione consolatoria di chi ha voluto ingaggiare una battaglia nella speranza (per molti una quasi certezza, addirittura fino alle 19 di domenica) di trionfare e invece è rimasto a terra. Renzi, più che di meriti propri, si può far bello di errori altrui, culminati nel comportamento retrogrado di Lega, destra e Fi, che gli hanno regalato un’eccellente arma di propaganda. Si è rafforzato, perché ancora una volta le sue minoranze interne sono rimaste scornate. © Riproduzione riservata PRIMO PIANO Martedì 19 April Aprile 2016 3 Niente quorum, il premier: festeggiamo chi mantiene il lavoro. Il comitato per il sì annuncia ricorso Referendum, Renzi festeggia L’Ue apre al migration compact italiano. Nuova tragedia in mare DI E I EMILIO GIOVENTÙ FRANCO ADRIANO l premier ha già fissato un nuovo traguardo e si prepara al prossimo strappo. Matteo Renzi, incassato il risultato referendario con il quesito sulle trivelle - che non ha raggiunto il quorum necessario e si è fermato al 31,18% - guarda alla prossima consultazione popolare, quella sulla riforma costituzionale di ottobre. Ma il fronte del sì mette in guardia: 16 milioni di elettori hanno comunque votato e 12 milioni hanno detto sì, non se ne può non tener conto. Basta polemiche, aveva invocato nella notte il premier a caldo. Ma aveva anche parlato di referendum strumentale e di sconfitti con nomi e cognomi, a cominciare da qualche presidente di Regione. «Credo che sia un risultato intelligente» commenta il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Comunque il giorno dopo il dibattito sul risultato è immancabile. Matteo Salvini taglia corto: tutti esultano ma in realtà «vince l’arroganza». «Il referendum è diventato l’ennesimo terreno di scontro tra bande del Pd e quando cittadini lo hanno capito lo hanno snobbato» minimizza Luigi Di Maio, esponente del Movimento 5 stelle e vicepresidente della Camera. «Abbiamo uno zoccolo duro di quasi 16 milioni di cittadini, tutti potenziali voti contro Renzi al referendum costituzionale, quello della vita per il segretario-premier» nota Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. «È stato uno straordinario successo», «avevo detto che sarebbe stato un successo avere dieci milioni di voti. Siamo andati ben oltre. È il secondo referendum più partecipato negli ultimi 15 anni, dopo quello sull’acqua. È più di quanto ha preso il Pd alle Europee» assicura Michele Emiliano che promette che il movimento continuerà a battersi contro le trivelle e afferma che il voto è stato comunque «un successo» con 14 milioni di votanti. Va al di là del merito invece il commento della leader Cgil, Susanna Camusso: «Mi pare sia un risultato non all’altezza del bisogno di partecipazione che c’è in questo Paese. Continuiamo ad essere convinti che, invece, essendo il voto il luogo di legittimazione democratica per tutti, sia bene smettere con una politica che favorisce la non partecipazione». Renzi non smorza affatto i toni della polemica. Anzi rilancia dicendo che «gli sconfitti di questo referendum hanno nomi e cognomi». Ce l’ha con chi «ha preso in ostaggio i social network», con i grandi esperti che «hanno parlato di spallate e di sconvolgimenti», con una parte della classe dirigente che «vive solo su facebook e su twitter», con «la vecchia politica autoreferenziale». «Qualche consigliere regionale, qualche presidente di regione», tutti coloro che «ora faranno una esibizione e diranno di aver vinto nonostante abbiano perso», chi ha voluto questa consultazione «solo per fare una conta interna e a scopi personali». Ebbene a costoro il presidente del Consiglio manda a dire che «la demagogia non paga». «Il governo non si ascrive tra i vincitori» e che chi ha votato merita rispetto» ma «il risultato ènetto, chiaro». Bisogna festeggiare, alzare i calici «per quei lavoratori che non hanno perso il posto di lavoro». co incrociato contro il premier. Inevitabile e scontato l’attacco del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. «Referendum, ha votato il 31,5% degli italiani. Renzi esulta, Giorgio Napolitano esulta, i petrolieri esultano. Vince l’arroganza. Non esultano gli italiani a cui Renzi, non accorpando il referendum alle altre elezioni, ha fatto sprecare 300 milioni», scrive, commentando l’esito del referendum sulle trivelle. «Io ringrazio i milioni di cittadini che hanno partecipato, alla faccia del silenzio dei «giornalisti» e dell’arroganza di certi politici. «Odio gli indifferenti» scriveva Gramsci nel 1917. Sono d’accordo con lui». «Il referendum è diventato l’ennesimo terreno di scontro tra bande del Pd e quando i cittadini lo hanno capito lo hanno Vignetta di Claudio Cadei Eppure, aggiunge Renzi, «ho sofferto per la scelta del non voto», una scelta decisa «per non mandare in crisi un intero settore» ma il premier «sta dove si rischia anche un posto di lavoro». Invece di sprecare 300 milioni per un referendum che «si poteva evitare» le regioni «pensino ai depuratori», «non possiamo accettare lezioni da chi pensa alle piattaforme e poi si disinteressa della raccolta differenziata». Ma Renzi dopo le divisioni sul referendum, dopo aver visto «una campagna elettorale» basata «su un odio sconsiderato» invita italiane e italiane a «mettere da parte le polemiche. Basta con la vecchia politica, fino alle elezioni del 2018 - è l’appello di Renzi - concentriamoci solo sull’Italia, che è uno scrigno, facciamo che torni ad essere un punto di riferimento», che si «superi questa guerra civile» e si pensi solo al bene del paese. «Noi - promette Renzi - faremo dell’Italia il Paese piu’ verde d’Europa ma il passaggio alle energie rinnovabili non si può fare da qui a domattina». Tutti contro Renzi le polemiche del day after Il giorno dopo continua il fuo- snobbato», dice Luigi Di Maio, esponente del Movimento 5 stelle e vicepresidente della Camera. «È stato un peccato travolgere la democrazia per lotte di potere interno», chiosa il grillino. Questione di quorum I numeri del referendum Un po’ di numeri per fotografare su che cosa si poggia l’entusiasmo di Renzi e la rabbia degli avversari politici del premier. La percentuale dei votanti è stata pari al 31,18% degli aventi diritto, quindi largamente al di sotto della soglia del 50% più uno necessaria per la validità della consultazione popolare abrogativa. La regione con più bassa affluenza alle urne è stata il Trentino Alto Adige con il 25,19%, mentre il maggior numero di votanti è stato registrato in Basilicata con il 50,16%. Flop di partecipazione anche in Puglia, la regione guidata dal presidente capofila della contestazione alle scelte del governo, dove la partecipazione si è fermata al 41,65%. Lo scrutinio dei voti espressi segnala il sì al referendum all’85,85% e il no al 14,15%. Intanto, alcune delle associazioni promotrici del referendum annunciano la prossima presentazione di una diffida al ministero dello Sviluppo economico per cinque concessioni entro le 12 miglia marine scadute. «Le società petrolifere hanno chiesto di rinnovo delle concessioni» dice il costituzionalista Enzo Di Salvatore - «ma il Mise non si è pronunciato e quindi al momento stanno estraendo senza la concessione». Di Salvatore ricorda poi che l’europarlamentare Barbara Spinelli ha presentato un’interrogazione per chiedere alla Commissione europea di verificare l’opportunità’ di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia. Annegati 400 migranti diretti in Italia Ancora una tragedia nelle acque del Mediterraneo. Circa 400 migranti, in gran parte somali, sarebbero annegati al largo delle coste egiziane, nel tentativo di arrivare in Italia. Lo riferisce Bbc Arabic e la notizia pare confermata da numerose foto e testimonianze apparse su Twitter. La gran parte dei migranti - a bordo di quattro barconi malconci - erano somali, ma ci sarebbero anche vittime etiopi ed eritree. Secondo la stampa somala, le squadre di soccorso sono riuscite a trarre in salvo solo 29 persone. L’ambasciatore somalo in Egitto ha detto che sta svolgendo verifiche sull’accaduto. Sui social network circolano da alcune ore le immagini dei soccorritori che portavano a riva i cadaveri. «C’e’ veramente bisogno di pensare, oggi di fronte ad una ennesima tragedia in cui sono morte centinaia di persone, ad un anno da una tragedia in cui ne morirono 800», dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Affondano barconi nel Mediterraneo, 400 immigrati dispersi. Altro sangue sulla coscienza dei trafficanti di uomini, altro sangue sulla coscienza dei politici ‘finti buoni’ complici dell’invasione». Così, invece, il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. Intanto l’Ue accogli con favore la proposta italiana per contenere i flussi dell’immigrazione, in discussione ieri al Consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa dei Ventotto. «La Commissione Ue dà un grande benvenuto» al migration compact proposto dall’Italia e il «presidente Jean-Claude Juncker è molto contento che l’approccio europeo trovi forte sostegno da parte dell’Italia e di Matteo Renzi», dice il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas. Ma la Germania punta i piedi. Il governo tedesco è contrario alla proposta italiana di ricorrere agli eurobond contro la crisi migratoria che ha coinvolto l’Europa. Def, Bankitalia: bene il calo del debito, ma... Il Def ha definito chiaramente l’inversione di tendenza del debito rispetto al prodotto come «obiettivo strategico del Governo». «È un fatto positivo e importante che, nonostante il peggioramento delle proiezioni di crescita, sia stato confermato l’obiettivo di avviare la riduzione del debito a partire da quest’anno». È quanto sostiene il vice direttore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, nel corso di un’audizione sul Def alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, aggiungendo che «i margini non sono ampi» e quindi per garantire il raggiungimento dell’obiettivo «sarà necessario mantenere durante l’anno uno stretto monitoraggio sui conti pubblici, anche in connessione con l’evoluzione del quadro economico. Inoltre, nonostante il calo, la pressione fiscale è rimasta più alta della media registrata nel decennio precedente la crisi. «La pressione fiscale è diminuita dal 43,2% del 2014 al 42,9% nel 2015. È tuttavia rimasta superiore, per circa 2,5 punti percentuali, alla media registrata nel decennio precedente la crisi dei debiti sovrani», sostiene Signorini. PILLOLE di Pierre de Nolac Bankitalia: “Monitorare i conti pubblici”. Con le telecamere nascoste? *** Renzi: “Le regioni dovrebbero pensare ai depuratori”. E a un cassonetto della differenziata per i governatori? *** Renzi: “Siamo affezionati alle mozioni di sfiducia”. O le ami o le odi. *** Fabio Fazio: “Mi regalo Rischiatutto”. Nemmeno un grazie a chi paga il canone? 4 Martedì 19 Aprile 2016 PRIMO PIANO L’ente pubblico italiano più squalificato ci ha rimesso le penne nel referendum anti triv Una dura sconfitta per le regioni Sempre impegnate contro tutte le iniziative produttive di quanto durano adesso. Un modo inaccettabile di tenere Italia è un bel Paese sotto scacco la società civile. Ci domandiamo perché nel quale le istituzioni hanno toccato il pun- l’economia non riparte e to più basso della loro perché la crisi continua, senza storia. La Banca d’Italia non osservare il ruolo devastante solo è esautorata, ma, con la delle regioni che, con normaperdita di prestigio, paga an- tive restrittive e ricattatorie, che una situazione bancaria pongono ostacoli ad attività nella quale, evidentemente, la ovunque favorite e promosse. vigilanza non è riuscita a im- La stessa protervia di Michele Emipedire i disastri liano (un e le malversamagistrato zioni di cui siaregalato alla mo stati attoniti politica) che, spettatori. ignorando lo La magistrastato dei detura è ai limiti puratori pudella considegliesi, se l’è razione dei citpresa con le tadini italiani piattaforme e rialza leggerche danno mente il basso un modesto gradimento di contributo cui gode solo alla nostra quando affronMichele Emiliano bolletta ta, a torto o a ragione, il mondo della po- energetica, dimostra come un litica. La situazione è tanto vecchio modo di fare politica, deteriorata che, rinunciando legato ai privilegi delle vecal senso della storia e a essere chie Nomenklature continui a partecipi del processo di tra- pretendere un ruolo cancellato sformazione innescato nella dalla Storia. Emiliano, la cui società che, di sicuro, tocche- ostensione e le cui prestazioni rà i privilegi e i privilegiati, i televisive hanno sfavorito la magistrati hanno eletto alla causa referendaria, non vede presidenza della loro associa- il «game out» e rifiuta di amzione Pier Camillo Davigo mettere la sconfitta, immagiper un impossibile ritorno nando fantascientifici scenari al passato. Tanto che questo di rivincita Ma gli sconfitti più sconmagistrato al culmine della carriera invece di prospettare fitti sono gli esponenti del Mouna strada per dare ai pro- vimento 5 Stelle la cui attratcessi tempistiche europee, si tiva crolla nel momento in cui è scagliato contro la prescri- sembrava avessero raggiunto zione, ipotizzando in modo il massimo splendore, tanto da implicito procedimenti che farli definire dai sondaggisti possano durare ancora di più delle parrocchiette televisive DI DOMENICO CACOPARDO L’ (antiRenzi) possibili antagonisti di Renzi nel ballottaggio che dovrebbe esserci dopo la prima fase delle elezioni politiche. Il 28/29% di cui erano stati, falsamente, accreditati si sfarina all’interno della sconfitta referendaria. Non impareranno la lezione, vittime come sono di un sistema fondato su un dittatore indiscusso, Grillo, e sul suo braccio destro (o principale decisore?) scomparso in questi giorni e surrogato per via ereditaria (gli affari della ditta di famiglia) da Davide Casaleggio. Fanno una figura barbina gente come Travaglio e lo speciale protetto della zarina de La7 (che, per ovvi motivi, non nomino) Scanzi: probabilmente abbracciando la causa NoTriv hanno rallentato per qualche giorno l’inesorabile caduta del loro giornale. Ma, a furia di distribuire tossine, la gente si stanca e trova gli antidoti. Risalta, nel panorama, Giorgio Napolitano, un politico non immune da critiche anche fondate, ma uomo coraggioso che, di fronte alla pusillanimità di tanti personaggi istituzionali, ha avuto il coraggio di parlare con chiarezza esprimendo le proprie opinioni. Se ci fate caso, coloro che non aderivano al fronte referendario erano soggetti a una generale damnatio, manifestazione contemporanea di intolleranza e di fascismo. Due considerazioni finali sul referendum: la prima è che il fronte referendario ha perduto la partita. La stragrandissima maggioranza degli italiani ha mostrato di- sinteresse e contrarietà, indiscutibile dato politico. La seconda è che questo è un Paese povero, senza risorse naturali, che ha inventato la propria ricchezza sulla trasformazione. Da molti anni, hanno avuto voce in capitolo coloro che auspicavano (e hanno attuato) una legislazione restrittiva, soprattutto le Regioni che hanno imposto una marea di condizioni e di balzelli (metodo ricattatorio i cui scopi sono immaginabili) tanto gravi da spingere coloro che avrebbero voluto investire nella loro Nazione a espatriare. La crisi occupazionale nella quale versiamo e della quale non si vede soluzione, si fonda su un clima generale delle istituzioni pubbliche contrario alle attività produttive. Le ultime perdite (la più grande ed eclatante, la siderurgia) aggiungono migliaia di lavoratori all’elenco dei disoccupati senza una prospettiva di rioccupazione. E lo scandalo maggiore è la bieca acquiescenza del sindacato votato ad appoggiare una normativa impeditiva, piuttosto che a sostenere le esigenze dei produttori di fronte alla mano pubblica votata alla rapina. In questo contesto, va ricordato al presidente Mattarella che lui, proprio lui, deve porsi il problema di uscire dalla mediocrità, cercando di farsi coraggiosamente interprete del popolo italiano e delle sue pulsioni riformiste. Cambi squadra e cerchi qualcuno che sia capace di accendere di passione e di contemporaneità i suoi discorsi, abbandonando la retorica veterodemocristia- na e i toni da sagrestia per riprendere la strada percorsa da alcuni presidenti del passato, tra i quali voglio ricordare Saragat, Cossiga e Napolitano. Non cito Pertini, non per dimenticanza, ma perché lo considero espressione consunta della peggiore retorica e incapace di interpretare il suo ruolo per quello che era (il New York Times, in occasione della sua visita negli Usa lo dipinse allo stesso modo in cui aveva dipinto Leone: una macchietta). Leggere le memorie di Antonio Maccanico per comprendere. Gli altri, a parte De Nicola ed Einaudi che appartengono all’archeologia della Repubblica –personaggi ammirevoli e disinteressati-, non meritano una citazione essendo stati mediocri nella vita politica e nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali. Domenica, 10 regioni hanno voluto giocare a braccio di ferro con gli italiani. Nelle urne hanno sonoramente perduto. Oggi è un altro giorno, non piove e si consolida la speranza che il cambiamento prosegua per la sua impervia via. Grideranno a più non posso i parassiti che sin qui hanno prosperato. Ma la corrente principale del fiume corre nell’alveo riformista. Per il momento due sole calde richieste al premier Matteo Renzi: parli di meno e meno a casaccio. Rifletta di più. La seconda: allontani dal video la signora Serracchiani che fa più danni di Bertoldo a ogni apparizione. Grazie. www.cacopardo.it © Riproduzione riservata IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI Per i pesci (e i bagnanti) il pericolo non è il petrolio (si estrae gas) ma gli scarichi da terra che i governatori avrebbero dovuto fare DI I RICCARDO RUGGERI l referendum è finito come doveva finire: tutti hanno vinto, tutti meno uno. Hanno vinto le trivelle, anche se non c’erano, per un riflesso ottico alcuni le vedevano. Hanno vinto i pesci, per i quali nulla cambierà. Rimarranno le piattaforme petrolifere che tra i tanti pregi hanno pure quello di essere «oasi naturali» (così sostengono i petrolieri, pensa te). Per i pesci il pericolo non è il petrolio (purtroppo non c’è), ma gli scarichi provenienti dalla terraferma, governata da Governatori referendari sì, ma distratti. Ha vinto la moltitudine di artisti che si sono pronunciati per il Sì, certo il Sì ha perso, ma loro hanno messo in berta una bella visibilità, tornerà utile quando firmeranno i contratti per la stagione 2017. Hanno vinto i petrolieri, non tanto per il mantenimento dello status quo, quanto per il battage pubblicitario a favore delle energie rinnovabili. Molti di noi cittadini (gonzi) non sapevamo che i proprietari di queste tecnologie cosiddette pulite (ahimè, spesso è falso) sono sempre loro, cambiano solo cappello, ma quando stilano il conto economico consolidato nulla cambia. Anzi, hanno vinto due volte, non dovranno smontare piattaforme inutili (con alti costi) quando i pozzi saranno esauriti, qualche scorreggia serale sarà sufficiente per mantenere piattaforme esauste a una vita vegetativa eterna. Ha vinto Emiliano, che ha visto realizzato il suo disegno: perdere il Referendum per diventare l’incontrastato sfidante di Renzi alla carica di segretario Pd. Senza contare che tutti i territori a sud di Roma ormai hanno lui come riferimento riformista-sinistrorso, obbligando Renzi a rifugiarsi nelle sue ridotte romane e toscane, ovvero volare per i cieli del mondo con il suo amato Air Force Uno. Ha vinto Renzi, perché ha invitato a non votare, grazie a lui il quorum non è scattato. Ha vinto Mattarella perché è andato votare. Ha vinto Napolitano, non so perché ma lui vince sempre. Ha vinto il Presidente della Consulta, dimostrando come in un mondo di birbanti gettare nello stagno una piuma crea più problemi di gettarvi un masso. Ha vinto Bagnasco, costringendo Galantino a un imbarazzato silenzio, per non apparire incoerente rispetto all’Enciclica anti petrolieri. Hanno vinto tutte le opposizioni, M5S, Lega, FdI, Sel, Sinistra (silente Berlusconi, ormai parla solo più con Brocchi): hanno messo a punto un’alleanza strategica per le batta- glie, di primavera (ballottaggi nelle grandi città) e d’autunno (referendum confermativo). Ha vinto Casaleggio riuscito a posizionare il M5S in una curiosa area centrista, concepita per fare da collettore di voti (anti) di destra e di sinistra. La scelta di Renzi di dettare l’agenda con stile marchionniano (On/Off, atteggiamenti da uomo solo al comando, Italicum come minaccia) si è rivelata per i pentastellati un colpo di fortuna. Tutti quelli che di Renzi hanno paura (sono in crescita), troveranno, al secondo turno, un porto sicuro («Onestà, Onestà»). Un solo sconfitto, io. Ho firmato l’appello per il No, convinto che tutti si avvalessero di uno dei diritti civili più alti, il referendum, invece no, mi hanno gabbato. [email protected] @editoreruggeri © Riproduzione riservata Martedì 19 April Aprile 2016 PRIMO PIANO 5 Se fosse dipeso da loro, il referendum sarebbe stato votato dal 120% degli aventi diritto I talk show non sono il paese Anarco-sindacalisti e post-fascisti in una ammucchiata DI STEFANO CINGOLANI A bbiamo vinto? Domenica sera, quando ho visto che il quorum era ormai irraggiungibile, non ci volevo credere. Nelle ultime due settimane, infatti, giornaloni e televisioni avevano cominciato a battere la grancassa e i loro tamburi (soprattutto nella notte, all’ora dei talk show) mandavano un richiamo di guerra: contro le trivelle, contro i petrolieri, contro il petrolio che inquina anche la politica (vedi inchieste in Basilicata) contro tante altre cose, ma soprattutto contro Matteo Renzi. Sì, inutile nascondere che il tentativo di dare una spallata c’è stato, ha raccolto un’ammucchiata di oppositori (quel che resta di Forza Italia dovrebbe pur chiedere a Renato Brunetta come mai si è messo a cavallo tra Salvini e Grillo, per finire schiacciato dall’uno e sbeffeggiato dall’altro), e ha trovato a sostenerla le spallone possenti di Michele Emiliano il quale continua a considerarsi vincitore. Adesso dice di aver raccolto 14 milioni di voti e lancia la sfida: «Renzi dovrà fare i conti con me». Il problema è che nessuno di loro, né lui né tutti gli altri che si sono uniti al suo tentativo di diventare l’anti-Renzi per eccellenza, ha capito cosa percorre l’Italia, che cosa preoccupa gli italiani, che cosa agita le loro notti spesso insonni: la crisi che non finisce, la sicurezza, la difficoltà di gestire l’immigrazione, il lavoro. Nemmeno le campagne giudiziarie (più o meno a orologeria) riescono a smuovere gli animi. L’era di Mani pulite è finita, il giudice vendicatore del popolo è passato, le manette tintinnano ancora, ma fanno parte del rumore di fondo. A questo esercito del No hanno dato voce i mass media che si erano tenuti per lo più fuori dalla mischia finché il referendum non ha assunto chiaramente la sua dimensione politica. Ecco perché, pur sapendo che né i vecchi né i nuovi mezzi di comunicazione esprimono davvero l’opinione della gente (per non parlare dei sondaggi), alla fine mi ero seriamente allarmato. Ho partecipato ad alcu- ni dibattiti televisivi nei quali mi sembrava di fare la parte dell’ultimo illuso sostenitore di un progressismo Renato Brunetta ottocentesco, «industrialista e sorpassato» (così mi hanno definito), che non aveva tratto lezione né da Heidegger né da Derrida, a differenza di Emiliano, di Greenpeace, dei grillini decostruttivisti e, ça va sans dire, di Salvini che ha già risciacquato i panni nella Senna. Io ero il moderno che non s’accorge di quanto sia invecchiato, il post moderno era altrove, era nella società liquida dei No (alle trivelle, alla Tav, alle pale eoliche, ai termovalorizzatori, ai rigassificatori, ai depuratori, ecc. ecc.), nell’ubiquo Emiliano o nel chou chou dei talk show, quel de Magistris, magistrato anche lui, trasformatosi (anche lui) in demagogo meridionale, una maschera politica che ha rovinato il Mezzogiorno e ha sepolto il meridionalismo. I conduttori tv, che dovevano essere arbitri, strizzavano molto spesso l’occhio ai sostenitori del referendum. Basta poco per rompere l’equilibrio, basta gestire il microfono: chi parla per primo e per ultimo ha vinto. Io, rimasto nel mezzo, come in una breve apparizione nel primo canale Rai, mi sentivo schiacciato e lo ero. Invece, non è andata come temevo. Proprio io che mi sono buttato con gli Ottimisti e razionali, ho finito per fare il pessimista e l’irrazionale. È che mi avevano depresso alcuni dibattiti ai quali avevo partecipato facendo da bersaglio, come alla sezione del Pd di Ponte Milvio dove praticamente tutti gli intervenuti dichiaravano di votare per il Sì. Erano grosso modo della mia generazione, avevano percorso la lunga traversata nel deserto dal Partito comunista al Partito democratico, poi, intravista l’oasi con le sue fresche acque e scoperto che era presidiata da Renzi, hanno preferito tornare nel deserto. Ebbene, le mie inquietudini non avevano ragion d’essere. Almeno in questo caso. Perché gli Emiliano di turno sono sinceri nel credere di poter gestire la loro visibilità e una piattaforma di consensi che considerano garantita, per la vera grande spallata, quella sul referendum costituzionale. Anche in tal caso con l’ammucchiata delle opposizioni, con l’armata Brancaleone che va va dagli anarco-sindacalisti ai post-fascisti. Dunque, ci sarà da lavorare, ci sarà pane per gli Ottimisti e razionali che non si sciolgono, ma si preparano a rimettersi in pista contro i cavalieri dell’apocalisse, sempre con serenità e con buon senso, con uno spirito alla Montaigne, si parva licet. Formiche.net TORRE DI CONTROLLO Il Fondo Atlante è una valida misura tampone, ma va ricordato che il merito è soprattutto della Bce, e che la partita non è finita DI D TINO OLDANI unque, non è vero che «le banche italiane sono messe meglio di quelle tedesche» (Matteo Renzi dixit). La prova della loro debolezza sistemica risiede proprio nei compiti assegnati al Fondo Atlante, appena istituito con 5-7 miliardi di dotazione interamente privati, e chiamato dal governo a centrare tre obiettivi di portata strategica: anzitutto, garantire che vadano in porto gli elevati aumenti di capitale (2,5 miliardi in totale) della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, a rischio di bail in; di seguito, acquistare le sofferenze bancarie più compromesse, a un prezzo meno umiliante di quello imposto (17%) per le quattro banche fallite a novembre 2015 (Etruria, Marche, CariFerrara, CariChieti); in definitiva, evitare il crollo dell’intero sistema nazionale del credito. Sì, crollo: è inutile girarci intorno. Prima che la Bce di Mario Draghi suonasse la sveglia, le banche italiane stavano rischiando l’osso del collo, e la colpa, questa volta, non è dei burocrati di Bruxelles o dei diktat di Berlino, bensì della malagestio ultradecennale di banchieri strapagati, ma pessimi sul piano professionale, soprattutto di quelli ai vertici delle tanto declamate banche del territorio. Quando il Financial Times scrive che i consigli d’amministrazione delle banche italiane quotate in Borsa sono pletorici, inflazionati da consiglieri strapagati (850 mila euro il compenso medio), ma yes men privi nella maggior parte dei casi di competenze bancarie, fotografa purtroppo la realtà dei fatti. E quando aggiunge che i crediti deteriorati, pari a 360 miliardi, sono un quinto del pil italiano, in parte ci ricorda per quale ragione il credito non riparte e la ripresa è di là da venire, ma soprattutto inchioda ai tanti errori commessi l’intera casta del credito, dalle autorità vigilanti nazionali in giù. C’è voluto infatti un diktat della Bce per scoperchiare questo disastro. Gli aumenti di capitale della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, che sono all’origine del Fondo Atlante, non sono infatti libere scelte dei rispettivi consigli d’amministrazione, bensì un’imposizione della vigilanza Bce, la quale ha appurato che il patrimonio delle due banche non è compatibile con la quantità e la qualità degli attivi. Per questo, da Francoforte è arrivato l’ordine perentorio di un forte aumento di capitale per entrambe le banche, da realizzare entro giugno, a prescindere dalle condizioni di mercato. Un’autentica mazzata, se si considera che l’aumento di capitale della Popolare di Vicenza, pari a 1,7 miliardi, senza il Fondo Atlante (subentrato), sarebbe gravato quasi per intero sulle spalle di Unicredit, che se ne era fatto garante. Nell’ipotesi di un fallimento di questo aumento di capitale sul mercato, il bail in sarebbe stato inevitabi- le, con effetti devastanti. La Popolare di Vicenza, da sola, è più grande delle quattro banche fallite in novembre messe insieme: di riflesso, il contagio si sarebbe esteso – per ammissione degli stessi banchieri interessati – non solo a Veneto Banca, ma anche al Banco Popolare di Verona (in predicato di fondersi con la Popolare di Milano), quindi alla Carige (Genova), al Monte Paschi (Siena), fino a minacciare le banche più solide, quelle sane, come Intesa, Unicredit, Ubi, Bpm, Credem. Una catastrofe da evitare ad ogni costo, in tempi rapidi, visto il termine di giugno imposto dalla Bce. Da qui, l’intesa tra governo, Banca d’Italia e le maggiori banche sulla costituzione del Fondo Atlante, presieduto da Alessandro Penati, veicolo privato che opererà con la regia della Cassa Depositi e Prestiti, ma con capitali privati (per non incorrere negli aiuti di Stato e nel disco rosso di Bruxelles). Capitali messi dalle banche interessate: un miliardo ciascuna Intesa e Unicredit, un altro miliardo le altre banche, 500 milioni dalle Fondazioni ex bancarie, altri 500 dalla Cdp, più quote minori di altri investitori (fondi pensione e assicurazioni). Una base di 4-5 miliardi, ai quali se ne dovrebbero aggiungere altri, per arrivare a 6-7 miliardi. Basteranno? I primi commenti degli interessati sfiorano l’entusiasmo, ma non ce n’è motivo. Uno degli artefici dell’accordo, Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, ha esultato, in polemica con le banche straniere pronte a banchettare a spese dell’Italia: «E’ finita la cuccagna di portare via le nostre sofferenze al 1820% e fare l’affare del secolo». Già, ma le sofferenze chi le ha prodotte? Gli stranieri che le comprano, o le banche italiane che le vendono? A sua volta, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha parlato di effetto leva di 50 miliardi per rimuovere le sofferenze bancarie: una cifra considerata da alcuni esperti frutto di fantasia finanziaria. Infatti, dopo che saranno stati impiegati i primi 3 miliardi del Fondo Atlante per gli aumenti di capitale, ne resterebbero solo tre per acquistare le «sofferenze nette» a un prezzo gradito dalle banche (40%), pari a circa 80 miliardi. Impresa impossibile per chiunque. Più realisticamente, senza trionfalismo fuori luogo, il Fondo Atlante è una buona iniziativa, perché assicura la riuscita degli aumenti di capitale delle due banche venete, ne evita il default, e scongiura il pericolo di contagio all’intero sistema, cosa che avrebbe distrutto i depositi di milioni di clienti e precipitato l’economia nel caos. Fatto questo, e non è poco, a giugno sarà necessario inventare qualcosa d’altro, per passare da una misura tampone a una di sistema. La partita salva-banche non è affatto finita. © Riproduzione riservata 6 Martedì 19 Aprile 2016 PRIMO PIANO SEGUE DALLA PRIMA PAGINA - PIERLUIGI MAGNASCHI e lascia sul vetro (in forma circolare) la sagoma della bocca con il suo respiro emesso nell’imprevisto impatto senza freni. Che cosa era successo? Che i cittadini italiani (non il popolo italiano; il popolo lo lasciamo a loro) avevano dichiarato che il re era nudo, facendo fallire il referendum notriv che tutti davano come un testa a testa da concludersi, come gli sprint fra atleti equivalenti, all’ultimo momento, sul filo di lana. Invece i votanti, anziché essere il 51% sono stati solo il 32%. Altro che filo di lana. È stato un cappotto. Rovinosamente imprevisto. Il risultato di questo referendum dimostra che, sia pure dopo troppo tempo, i cittadini italiani hanno smesso di recitare sotto dettatura. Strizzati da tasse insostenibili (per chi le paga, è ovvio); da una macchina burocratica che, oltre a non farsi capire, ti impedisce tutto; da una scuola che (nel 2016!), per non scontentare gli insegnanti che non vogliono riciclarsi, e forse anche per non scontentare Parigi (e chissene) impone ancora a molti ragazzi delle medie, i più poveri, di studiare francese anziché l’inglese (condannandoli a un futuro alla deriva); da un magistratura (specie civile) che non amministra la giustizia in tempi ragionevoli in un mondo che va di corsa e che, se ti fermi, ti travolge; da una sanità che oggi paghi più di quanto costava quando funzionava ma che, in compenso, ti fissa un’analisi a sei mesi, salvo farla subito se paghi pronta cassa. Gli italiani (dopo averle tentate tutte per mandare dei segnali ai politici naviganti; dal non voto al voto ai grillini) sono arrivati alla conclusione che non si può più vivere in un paese (che è quello pre-Renzi, tanto lodato dagli azionisti che hanno preso la sberla sul referendum) dove, faccio un caso sui mille che si potrebbero fare, per riuscire ad avere la carta elettronica non sono ancora bastati 20 anni, mentre, in soli sei mesi, Amazon ha organizzato a Milano e in 34 paesi del suo hinterland la consegna dei prodotti alimentari freschi entro due ore dall’ordinazione e 24 ore su 24. Renzi non è certo un mago ma ha fatto cose che la nomenklatura riteneva fossero impossibili. Non tanto le grandi cose (dalla riforma del Senato a quella degli appalti) ma le piccole che dimostrano un’adesione ai problemi della gente comune. Ad esempio, con gli impianti Ztl, si possono individuare automaticamente e senza aggravi le automobili che circolano senza pagare l’assicurazione. In Italia sono 3 milioni e i loro danni vengono pagati da un Fondo di garanzia che grava sui cittadini che pagano l’assicurazione obbligatoria. Gli impianto Ztl infatti erano schermati per, si diceva, ragioni di privacy. Il governo Renzi ha eliminato questo assurdo vincolo. Gli stessi ambienti che erano per il sì al referendum sono gli stessi che (con la proliferazione delle sigle sindacali) hanno impedito al sindaco di Milano, Pisapia, di spostare i fattorini comunali inutili dalla sede centrale del Comune alle mostre di Palazzo Reale che dista 300 metri da Palazzo Marino. Pisapia ha accennato al fatto in un talk show e ha dovuto subire la minaccia di uno sciopero di tutti i dipendenti comunali contro il supposto sopruso, tra l’altro pensato, non realizzato. E peraltro doveroso. Ma il paese si sta scuotendo dal torpore della rassegnazione. A Milano, ad esempio, grazie alla primarie renziane è stato scelto, dal centrosinistra, come candidato sindaco, Giuseppe Sala. Con due effetti modernizzatori. Il primo è che è stata eliminata la mano morta di una nomenklatura meneghina potentissima (formata da manovratori al partito di azione che hanno fra gli 80 e i 94 anni, che hanno avuto sinora in mano la città e che invece sono stati costretti a mollare la presa). Il secondo effetto è che, avendo il centrosinistra candidato a sindaco una persona di altissimo livello politico e manageriale, anche il centrodestra è stato costretto a fare altrettanto (scegliendo Stefano Parisi) per cui, oggi, grazie a Renzi, a Milano gli elettori possono scegliere, non fra il diavolo e l’acqua santa, ma fra due candidati eccellenti ed equivalenti, nel senso che chiunque vincerà la partita, non ne pagherà il conto la città di Milano. È cambiato il clima, nel senso che i pubblici amministratori sanno che non ci sono tabù. Ma ci sono solo cose da fare e le cose da non fare. La legge sull’omicidio stradale (che era stata a bagnomaria per un ventennio) è stata, per caso, approvata il giorno pri- ma che un tizio, guidando senza patente un Suv non revisionato a 140 km all’ora in un centro del Sud dove c’era il limite massimo dei 30 km, uccidesse all’istante un automobilista di 28 anni che guidava sulla sua corsia e riducesse in fin di vita i due nipotini che trasportava. Il guidatore era privo di patente perché spacciatore di droga. Senza questa legge sull’omicidio stradale, mai approvata prima, costui, come decina di migliaia d’altri in passato, l’avrebbe fatta franca. Ora non più. E che dire del neopresidente della Campania, Vincenzo De Luca, che nella sua città, Salerno (mentre Napoli era sommersa di immondizie e quella che non era nelle strade lo esportava con costi esorbitanti nel Nord Europa), aveva raggiunto il 70% di raccolta differenziata e aveva cambiato il volto di Salerno? Bene, De Luca, candidato da Renzi, venne demonizzato perché era stato condannato per abuso di ufficio che, a detta dello stesso Bersani, che, con i suoi, metteva in croce De Luca, costituisce «per un amministratore pubblico l’equivalente di una multa per un automobilista». Ebbene De Luca, che ha cambiato subito musica nella Regione peggio gestita d’Italia e proprio ieri ha detto, ad esempio, che lui i 700 mila euro (ripeto: 700 mila euro) stanziati per assicurare la presenza dell’attore americano Al Pacino a Napoli, lui non li scuce proprio. Sembra un’ovvietà ma è una svolta. Al Festival di Berlino gli attori americani (contrariamente a cosa succedeva con il Festival romano, ai tempi di Veltroni) non solo non chiedono il cachet ma si pagano da soli anche le spese di viaggio e di soggiorno, come bene ha spiegato, a suo tempo, il nostro Roberto Giardina. Dare 700 mila euro ad Al Pacino è uno scandalo che meriterebbe il carcere, anche se purtroppo è tutto legale, anche se indegno. Ci voleva De Luca a dire che non se ne fa nulla. Al Pacino resti pure a casa sua. Ce ne faremo una ragione. Altro segno significativo di svolta, fra i moltissimi che si potrebbero richiamare, è la nomina di Carlo Verdelli a direttore generale per l’informazione della Rai. Chiamato dalla Commissione di vigilanza sulla Rai (che non è, come pare, l’organismo che vigila sul rispetto della indipendenza della Rai dai partiti ma quello che vigila sulla equilibrata spartizione delle influenze partitiche sulla Rai), chiamato, dicevo, per riferire sul caso dell’intervista al figlio di Riina a Porta porta, Verdelli, dicendo la cosa più ovvia del mondo (per uno che come lui ha la schiena diritta) ha precisato: «Non posso censurare un pro- gramma solo perché ci sono 10 o 15 dichiarazioni di politici che mi chiedono di farlo». È venuto giù il mondo. Ma poi non è successo nulla perché il re sa di essere nudo. Ed è nudo perché ci sono molte persone che vogliono cambiare le cose e lo dicono. Che il corpaccione nazionale, a lungo narcotizzato dalla narrazione conservatrice (di destra o di sinistra, non importa), si stia muovendo in modo inarrestabile, lo dimostra, ad esempio, anche il fatto che la casa editrice Laterza, fino a poco fa allineata dentro il suo recinto radical chic di sinistra, ha pubblicato l’illuminante libro di Antonio Leotti (Nella valle senza nome) in cui, riferendosi alla Toscana (al Senese-Grossetano, per l’esattezza), dice: «In campagna ho imparato bene il senso del termine parolai, specie se riferito a certi sindaci inevitabilmente comunisti, e ho compreso quanto il Potere e i suoi malesseri non siano roba solo da House of Cards o da Roma Capitale, ma anche da San Casciano dei Bagni. Nella Valle senza nome il potere comunista era rappresentato da una serie di vassalli, valvassori e valvassini che prendevano ordini dalla fantasmatica Federazione di Siena, un ente metafisico e leggendario per noi normali cittadini. Là si prendevano decisioni, là venivano stabiliti i nostri destini con un assolutismo degno di una monarchia. La politica veniva decretata nelle sfere celesti della Federazione e attuata dai fedeli amministratori, nessuno spiegava mai niente, il dialogo non era previsto, soprattutto nelle province sperdute come la nostra». Anche qui basta un libro (che fino a poco tempo fa sarebbe rimasto impubblicato) a dire che il re è nudo. Contro questo cambio di scenario la nomenklatura di destra e di sinistra cerca di opporsi disordinatamente e con furore, facendo quadrato contro Renzi e la sua ciurma che hanno avuto la fortuna politica di farsi vivi nel momento in cui il paese non ne poteva più. I renziani hanno fatto, come tutti, molti errori. Ma hanno anche aperto un varco alla modernizzazione del paese. Se i conservatori volevano fermare questo processo con i referendum, hanno ricevuto una risposta adeguata. Che, a giudicare delle loro reazioni di ieri, non sarà capita. Hanno infatti reagito con gli stessi schemi mentali da guerra civile utilizzati in questi ultimi settant’anni come se l’Italia non potesse mai diventare un paese normale. Di qua i buoni i virtuosi, i capaci, i corretti, da una parte. Dall’altra, tutto l’opposto. Il giochino però è durato troppo tempo. E, tra l’altro, è ignobile e non vero. Il nemico (o meglio, il competitore) con il quale dobbiamo tutti misurarci è fuori dall’Italia, non nel nostro paese. Non l’hanno capito perché non vogliono capirlo. O forse non sanno fare altro. Resteranno sempre più soli. Pierluigi Magnaschi © Riproduzione riservata PRIMO PIANO Martedì 19 April Aprile 2016 7 Marco Taradash: il sì al referendum dagli antagonisti, estrema sinistra ed estrema destra Il Leoncavallo più Forza Italia L’area di Renato Brunetta era in pieno sbandamento «ciaone» via Twitter? R. Beh questa hubris apita di scam- (tracotanza in inglese, biare u n a ndr), non è molto lontas c a r a m u c c i a na da quella di Emiliano. periferica per Ora, non conosco la storia una grande battaglia su politica di Carbone... D. Un prodiano... ambiente, Costituzione, il R. Ecco, si mi pare una futuro della civiltà. Ora basta, però»: il giorno dopo cosa molto di sinistra, questa di la deriva dei q riidere NoTriv deld e g l i av la politica C’è stata, in Fi, versari. italiana, di v anche una maggioranD. Fra i quelli che za silenziosa guidata perdenti nascondevap da Silvio Berlusconi c’è no, e neppur c anche Marco Taradash che infatti non ha fatto il pretroppo, l’ampropaganda per il sì, né sidente bizioni di podella Con- qual è Grossi, possa ester dare una d ha votato, alla fine. C’è sulta, Pao- sere sospettato d’essere spallatina s evidentemente ancora lo al Governo, l Grossi, un ingenuo. Ma torniamo un nucleo moderato che aveva alla politica: qualcuno, dietro le pac in Fi. Ma che, per farsi invitato ad ha letto nel risultato di role d’ordine i sentire, deve stare zitto a n d a r e a domenica, il segnale di del tipo «ci votare. In uno stop al M5s. Lei è stanno inv m o d o u n d’accordo? quinando il R. Il voto ai cinque stelle mare», ecco che Marco Ta- po’ irrituale. R. Grossi disse una cosa è più diffuso della sempliradash distilla saggezza, via Twitter. E anche un po’ senza né capo né coda, su un ce militanza. È un voto di di ironia. Questo giornalista piano strettamente costitu- opinione, magari di cattiva livornese, classe 1950, radi- zionale. L’ho v opinione, distribuito cale e a lungo impegnato nel scritto anche Il presidente della su centrodestra, fino ad appro- sul Foglio... s tutti gli Corte costituzionale, strati sociadare nel Ncd, anche se è moD. Perché, s Paolo Grossi ha detto, li. mentanamente fuori dalla e s s e n d o c i l Per cui la sul quorum, delle cose protesta gepolitica attiva, non rinuncia un quorum, p senza capo né coda neralizzata certo a dire la sua. era evin non può esdente che n purtroppo su un piano sere chiamaDomanda. Mi sembra l’astensione s strettamente costituziota di capire che il risultato f o s s e c o n t a raccolta nale che è quello che su del referendum, non l’ab- templata... s un episodovrebbe conoscere a dio come il bia sorpresa. R. Esatto, d menadito anche perché referendum, Risposta. Era un risulta- ma una por lo deve tutelare oltretutto to scontato. Era diventata, sizione che, molto tecniun po’ per caso e un po’ per o l t r e t u t t o , m co. davvero, la prova di forza f i n i v a p e r c D. Al palo anche i berdella coalizione di tutti gli inserirsi in modo pesanantogonisti, di estrema sini- tissimo in una fase politi- saniani e, più in generastra e di estrema destra. Il ca delicata. Un po’ di voti le, la minoranza interna Centro sociale Leoncavallo all’antagonismo politico e al Pd. R. Pier Luigi Bersani e Forza Italia insieme... sociale li ha portati anche D. Un accostamento lui, con questa invasione di è stato cauto: gli è bastache fa un certo effetto... campo e questa induzione to dire che avrebbe votato R. Sì, ormai non c’è più al voto. Probabilmente per «no», per dare un colpo a Renzi. Semmai si potrebbe nessuna differenza, passan- ingenuità. do per tutti gli altri che si D. Non mi pare che rievocare la doppiezza tosono omologati. un professore con una gliattiana. D. Beh, c’è chi votava D. H a v i n t o M a t t e o lunghissima esperienza, Renzi, alla fine. R. Renzi ha assunto un posizione politica seria su questa vicenda. Ha obiettaDI SERENA GANA CAVALLO to nel merito della richiesta dei referendum, invocati su argomenti vicini al nulla, e In più di una (ma tutte uguali) intervista post referendi conseguenza ha invitato dum, il presidente della Puglia Emiliano, sventolando il all’astensione, una posiziovessillo di una imminente e certa rivoluzione popolare, ne politica ragionevole. ha celebrato la vittoria dei proponenti il referendum, D. Scatenando molti perché, ha spiegato, è grazie al referendum che il goveranche dei suoi... no, ancor prima che si tenesse la consultazione, ha emaR. I fulmini e il tridente nato la disposizione per la quale non si potranno più dare sempre agitato di Michele concessioni estrattive all’interno delle 12 miglia dalla Emiliano, che però ne esce costa. Sfugge agli sprovveduti cittadini (che saggiamente male. Come, peraltro, esce hanno disertato le urne) perché quindi il referendum si male anche qualcuno dei sia ugualmente voluto, perseguito e tenuto. Emiliano renziani. non lo ha spiegato, ma in compenso, ha ascritto al fronte D. Si riferisce anche del «si» tutti i (pochi) votanti, gentilmente assecondato lei all’onorevole Erneda tutti i giornalisti specialtalkeggianti, oscurando così sto Carbone, parafulmiil fatto che tra non votanti e contrari, la clamorosa vitne di tutta la rabbia Notoria di Emiliano è stata sostenuta da più o meno il 24 Triv, domenica sera, per per cento degli aventi diritto al voto. Resta la curiosità aver sbeffeggiato i suoi di sapere che percentuale sotto zero sia necessaria per compagni di partito sul certificare una sconfitta. quorum mancato con un DI GOFFREDO PISTELLI «C Emiliano è in stato confusionale sì, e non solo Roberto D. Si spieghi. Speranza che, essendo R. Sì, l’errore sarebbe dire lucano, poteva avere che questa è la riforma più le sue ragioni. Penso bella del mondo. Tutti sapanche Miguel Gotor, piamo che non lo è, anche romano, ed eletto se- lui. Il premier deve avere natore in Umbria. un linguaggio dialogante, R. Sì, sì, ma ce ne sono dicendo che è un primo stati tanti, di antirenzia- passo, anche con dei limiti, ni, a picchiare sui tambu- magari impegnandosi a miri. Anche Alfredo D’At- gliorarla. torre. D. E parlando ai modeD. Lui però è uscito rati, cosa deve dire? dal Pd, ora sta in Sel, R. Che a buttarla giù, mi pare. questa riforma imperfetR. Mah sa, non tengo ta, si rischia di perdere 10 tutta a mente la geografia anni, come accadde quando, piddina. nel 2006, D. A volssi volle diNel referendum di te faccio fasstruggere la ottobre la compagnia tica anche rriforma del avversaria a Renzi io. Conticentrodesi riformerà e stavolta nuando con sstra, cancelgli sconllandola nel senza il quorum. Per fitti, i suoi rreferendum, farcela, Renzi non deve ex-amici di e rendendo dire che la sua è la Fo r z a I t a il quadro riforma del Senato più lia. Che cressempre più bella del mondo perché do abbian statico e fatto una marcescenm non è cosi. Ma solo bella fatica tte. che si rischia a schierarD. Lei di perdere 10 anni si contro le peraltro, trivelle, esr i m a n e sendo degli «sviluppisti» freddissimo su un’altra storici. riforma renziana: l’ItaR. Infatti, non era nelle licum. loro corde. Ma questo diR. Certo. Firmerò il remostra che il primo tram ferendum se, come pare, Il che passa sono disposti a Fatto promuoverà la racprenderlo. L’area del mio colta di fi rme. Sono per la amico Renato Brunetta ha cancellazione di una legge dato la prova di un sbanda- elettorale suicida. mento generale. Per fortuna D. Perché? c’è stata una maggioranza R. Perché il ballottaggio silenziosa, guidata da Sil- darebbe esattamente a quelvio Berlusconi, che non la stessa coalizione antagoha fatto propaganda, e che nista, che per ora ha perso il immagino abbia influito referendum sulle trivelle, di sull’astensione. vincere le elezioni. D. Che significato poliD. La grande coalizione tico gli dà? antirenziana. R. Che salderebbe grilliR. Che c’è ancora un nucleo moderato, in quel parti- ni, «salvinini», «meloncini», to. Ma che per farsi sentire leoncavallini e tutti quanti gli altri. È un rischio troppo deve stare zitto. D. Poi ci sono stati gli alto per l’Italia, io ho paura. Sa che vivo a Livorno, no? altri, il fianco destro... D. Certo. R. Massì i Matteo SalviR. Beh, qui il M5s ebbe il ni, le Giorgia Meloni, hanno svolto il loro compitino, 19% al primo turno e poi, al secondo, peraltro anche col mio da gregari. D. Ora la battaglia si voto, vinse le comunali. Ora, sposta sul referendum questa cosa, che potrebbe essecostituzionale: a guar- re tollerabile persino a Roma, dare dalle polemiche non può essere accettabile per di queste ore, parrebbe il Paese. D. Bisognerebbe, mi pare che quasi il risultato delle amministrative di di capire, tornare a un giugno, quale che possa maggioritario puro, con essere, non conti niente l’uninominale. R. La battaglia che facemmo al confronto. R. È vero, la vera scaden- nel 1999, per eliminare la quoza sarà ottobre, perché lì si ta di proporzionale del Mattariformerà nuovamente que- rellum. Vede, anche il Porcelsto partito antagonista, che lum, che aveva molti difetti, non consentiva l’affermarsi unisce le estreme. D. Senza quorum, sta- dell’antagonismo politico. Con volta. Quali errori Ren- quella legge, se c’erano i numezi deve evitare, secondo ri, si sceglieva il governo. D. Anche con l’Italicum, lei? R. Quello di costruire un però. R. Già ma può essere un vitello d’oro, dopo quello che c’è già, ossia della Costitu- governo Frankenstein. zione vigente. © Riproduzione riservata 8 Martedì 19 Aprile 2016 PRIMO PIANO Col titolo V della Carta. Lo dice Davide Tabarelli, capo del centro studi Nomisma Energia Le Regioni hanno poteri eccessivi La sbornia federalista ha creato pericolosi eccessi DI CARLO VALENTINI E adesso, dopo il referendum, niente onore delle armi ai perdenti. Secondo uno dei massimi esperti del settore, Davide Tabarelli, a capo del centrostudi Nomisma Energia, è l’occasione per tornare a un sano centralismo. «Matteo Renzi è giovane ed è un bravissimo politico anche se forse un po’ incosciente», dice. «Ha fatto bene a tentare di sbloccare progetti strategici come quello di Tempa Rossa ma ha sottovalutato il potere di veto delle Regioni che è difficile arginare senza intervenire direttamente sul Titolo V della Costituzione. Come per il debito pubblico, stiamo scontando le scelte federaliste fatte all’inizio degli anni Duemila. Le risorse del sottosuolo sono di tutti gli italiani e non sono di proprietà delle Regioni e di chi vive in quei territori». Non è vero che c’è chi non ha perso. Sì, come alle elezioni politiche pure al referendum tutti sostengono di avere vinto (anche, in questa circostanza, chi dava per sicuro il raggiungimento del quorum) e c’è l’immancabile evocazione dello spettro del complotto dei poteri forti con l’altrettanto usuale appendice di accuse all’informazione che avrebbe nascosto e travisato. Ma la stragrande maggioranza degli italiani non sono andati a votare e le cifre, crude e veritiere, sono lì, implacabili. Non sono servite neppure le benedizioni di alcuni preti napoletani sul lungomare di Mergellina. Ha scritto un quotidiano locale: «Erano presenti i Verdi, la Lipu e membri dei comita- documento del governo indichi ti referendari che nell’ultimo che trivellando tutto il trivelgiorno di campagna elettorale labile copriremmo l’intero hanno organizzato la speciale fabbisogno nazionale di gas e benedizione del mare grazie petrolio per oltre 5 anni, menalla disponibilità di alcuni tre Legambiente sostiene, in sacerdoti. Ma al di là di tutto un altro documento ufficiale, questo e archiviate le urne sor- che al massimo “le nostre rige il concreto interrogativo: un serve coprirebbero soltanto otto settimaPaese altamenne”? te industrializNon c’è zato come l’Itaun esperto lia e che cerca del settodi uscire dalle re che non sabbie mobili condivida della crisi riula previsione scirà finalmenche sempre te a dotarsi di più, nei prosuna politica simi decenenergetica? ni, sarà l’inFi n o r a c i tegrazione si è limitati tra petrolio, a pagare il gas e soleconto (un temvento a fare po salato) agli marciare sceicchi oltre a un’economia qualche exploit Davide Tabarelli vincente. Il sul gas per inimix varierà ziativa autonoma dell’Eni. In più le tasche a seconda delle situazioni, ma dei contribuenti-consumatori dagli Stati Uniti alla Cina, dai sono state salassate per dare Paesi arabi all’Europa nessuincentivi abnormi (13 miliar- no potrà fare del tutto a meno di di euro l’anno) alle energie di uno dei tre elementi. alternative, al di là di una corNon è un controsenso imretta analisi costi-benefici. Il portare 115 milioni di tonreferendum e i milioni spesi nellate di gas e petrolio ogni per il suo svolgimento saran- anno e non sfruttare i nostri no serviti a qualcosa se pro- giacimenti? Un fiume di devocheranno una catarsi verso naro, 30 miliardi di euro, che un piano energetico da Paese ci dissangua e fa brindare gli adulto, che guardi sia alle ne- operatori stranieri. «Il nocessità dell’economia che alla stro Paese- aggiunge Davide salvaguardia dell’ambiente, Tabarelli- è l’unico al mondo tagliando gli estremismi del che vieta l’estrazione fino a 12 liberalismo selvaggio e del miglia dalla costa e ha mesradicalismo ecologista, ovve- so una serie di vincoli anche ro di chi non vuole regole e chi sugli altri giacimenti. Intanto ne vuole tante e paralizzanti. se si mettessero in fila tutte Com’è possibile che su un ar- le petroliere cariche in giro gomento tanto importante un per i mari si avrebbe un in- gorgo lungo 40 chilometri. Le piattaforme hanno livelli massimi di sicurezza, anche nei confronti dell’ambiente. Come si fa a non preferirle alle petroliere? Ma anche al carbone. Il 40% del fabbisogno energetico della Germania è coperto dal carbone, eppure là nessuno protesta». In Italia sono attive 201 concessioni, per un totale di 894 pozzi in produzione (695 estraggono metano e 199 petrolio, 532 sono sulla terraferma e 362 in mare). Vi sono poi 7000 vecchi pozzi chiusi o mai sfruttati. Si estraggono 6,88 miliardi di metri cubi di gas rispetto a un consumo di 65 miliardi di metri cubi. Quanto al petrolio, ne sono stati prodotti lo scorso anno 5,4 milioni di tonnellate su un consumo di 59 milioni, cioè 110mila barili al giorno, dei quali 75mila in Basilicata. In totale, la produzione interna di idrocarburi ha raggiunto il 10% del fabbisogno nazionale. «Fra gas e petrolio», dice Carlo Andrea Bollino, presidente dell’Associazione italiana degli economisti dell’energia, «la produzione italiana, in percentuale sul fabbisogno, potrebbe benissimo raddoppiare entro pochissimi anni se solo ci fosse una forte volontà politica a spingere queste produzioni, che potrebbero in più dare un contributo molto marcato alla ripresa degli investimenti in Italia nel complesso». «È vero», concorda Tabarelli. «Il fatto è che dal 2010 non sono stati sviluppati nuovi progetti. I nostri livelli di estrazione sono in decli- no perché non riusciamo a sviluppare i giacimenti. La nostra produzione di gas potrebbe raddoppiare, ma non lo facciamo». La legge di Stabilità 2016, nel tentativo di evitare il referendum, ha disposto che non ci saranno nuove trivellazioni. Una decisione che ha radicalmente fatto modificare i piani d’investimento di Eni, Edison, Total, Shell, Mitsui. Dice Pietro Cavanna, che dirige la sezione idrocarburi di Assomineraria: «Erano programmati investimenti per 16 miliardi ma la Shell ha spostato altrove l’ investimento di ricerca che voleva realizzare nel golfo di Taranto e l’irlandese Petroceltic ha rinunciato a quelli al largo del Gargano che pure erano oltre le 12 miglia». Per il nostro Paese il rischio è finire cornuto e mazziato. Cioè noi non trivelliamo ma abbiamo bisogno di fare funzionare case, industrie, automobili e computer, perciò ci impoveriamo acquistando l’energia da Paesi vicini con scarsa sensibilità ambientalista. «Con le moderne tecnologie di prospezione», conclude Tabarelli, «stime prudenziali indicano in un miliardo di barili le riserve accertate nel sottosuolo italiano, di cui 600 milioni in Basilicata. Certamente non sono i livelli dei Paesi arabi, ma il Regno Unito ne ha per 3 miliardi di barili e la Norvegia per 6, quindi non c’è una distanza abissale tra noi e quelli che sono definiti i Paesi petroliferi d’Europa. Se la politica non ci mette lo zampino…». Twitter: @cavalent IL CORSIVO Quattordici milioni di elettori responsabili e di sangue puro, contano, è chiaro, più di 45 mln di astenuti e di panciafichisti DI «S ISHMAEL travincitore» per autoproclamazione del referendum sulle trivelle, il presidente della Regione Puglia, l’ex magistrato Michele Emiliano, detta al presidente del consiglio Matteo Renzi le condizioni della resa. Prima di tutto sbaraccare le piattaforme petrolifere marine, quindi cambiare linea politica e baciare la pantofola dei poteri regionali. Come in 1984, dove l’odio è amore, qui nel paese dei sogni perdere è vincere, e vincere è perdere. Certo, ammettono i referendari, non abbiamo raggiunto il quorum, e può sembrare che il referendum, tecnicamente parlando, l’abbia vinto Renzi e l’abbiamo perso noi. Ma ben 14 milioni d’elettori, più di quanti abbiano votato Pd alle ultime europee, sono andati alle urne alla faccia del pre- che non si stancano di schierare mier che li invitava ad andarsene contro le maggioranze politiche e piuttosto a spasso o al mare; e si le istituzioni elette. Secondo costoro, che incarsa che in una nano sempre democrazia la verità e giusta, responCerti giornalisti, che a dispetto hanno il mosabile e di sanh della malaparata, con prosa un nopolio delle gue puro 14 mipo’ fuori di balcone, insistono a cause chic, la lioni d’elettori dire che sì, è proprio come dice piazza (piena partecipanti e Michele Emiliano: hanno vinto i o vuota non impegnati conimporta) «ha tano più di 45 referendari e Renzi, che s’illude sempre ragiomilioni d’asted’aver trionfato su gufi e rosicone» (come il nuti e di panni, in realtà ha perso di brutto, Dux secondo ciafichisti. proprio come merita Leo LonganeÈ così che si, che prima ragionano i inventò lo referendari fondamentalisti, eredi diretti slogan e poi ne prese le distanze dei demagoghi italian style che, sostenendo che, quando invitava negli ultimi cent’anni, non hanno gl’italiani a darGli ragione come mai smesso di dare per vincenti si fa con i pazzi, stava prendendo «le masse» (masse in corteo, mas- la Buonanima per il naso). Governatori regionali a parse inalberanti cartelli e striscioni) te, che si danno il cinque da soli e si congratulano con se stessi per l’ampiezza della propria vittoria, c’è anche chi dà ragione ai referendari dall’esterno (sempre come si fa con i pazzi, ma credendoli sani di mente, proprio come Longanesi col suo Dux). Per esempio certi giornalisti, che a dispetto della malaparata, con prosa un po’ fuori di balcone, insistono a dire che sì, è proprio come dice Michele Emiliano: hanno vinto i referendari e Renzi, che s’illude d’aver trionfato su gufi e rosiconi, in realtà ha perso di brutto, proprio come merita, da quel Maramaldo berlusconiano travestito da leader di centrosinistra che è. Annuiscono compunti gli ospiti ambientalisticamente corretti dei talk show. Se non vivessimo, ormai da decenni, nel paese dei sogni, sembrerebbe di sognare. © Riproduzione riservata PRIMO PIANO Martedì 19 April Aprile 2016 9 Astenersi è lecito ma votare è doveroso, ha detto il vescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte La non linea di mons. Galatino Ha finito per premiare chi votava e nell’urna metteva sì DI ANTONINO D’ANNA E venne il giorno dei consuntivi. I vescovi italiani devono adesso fare i conti con l’astensione che ha affondato il referendum no-Triv. E pensare che 11 anni fa celebravano la vittoria dell’astensione sulla legge 40, quella sulla fecondazione assistita, battaglia che il loro presidente del tempo, cardinale Camillo Ruini, aveva condotto (bene) e vinto. Grazie anche alla discesa in capo del neoeletto Benedetto XVI. La vinse perché la leadership allora non era un problema, ed il quadro politico pure. Erano i formidabili anni delle maggioranze di Silvio Berlusconi contrapposte ad una sinistra di «cattolici adulti» che non aveva nessun appeal sulla Conferenza Episcopale Italiana del tempo. Undici anni dopo, invece, la mancanza di leadership e un quadro politico molto diverso hanno pesato Nunzio Galantino su questa sconfitta. Intendiamoci, anche con una discesa in campo diretta della Cei e del Papa la sconfitta sarebbe stata apprezzabile: ma ognuno, diciamo, avrebbe fatto la sua parte. Che stavolta non c’è stata. A dettare la «non linea» è stato il segretario Cei, il dinamico monsignor Nunzio Galantino, che ha chiaramente detto come i vescovi non avrebbero preso posizione per il sì o per il no, ma che i cattolici erano chiamati a riflettere sull’enciclica dedicata all’ecologia Laudato si’ di Papa Francesco. Insomma: andate a votare informati, ecco tutto. Bene, il risultato è stato molto semplice: ordine sparso. I vescovi piemontesi si sono detti per il sì, quelli tra Puglia e Sicilia, pure, quelli della Lucania (Tempa Rossa vi dice niente?) hanno parlato di «libertà di coscienza» (avete capito bene, libertà di coscienza) pur manifestando vicinanza al popolo della Val D’Agri. Con delle premesse così era inevitabile che si andasse al voto con un risultato che è stato quel che è stato. Inutile dire che il Papa non è sceso in campo, essendo egli chiaramente disinteressato alle cose italiane ed avendo scelto di occuparsi degli ultimi e dei deboli (a Lesbo ha parlato da padre e fratello di tutti, diciamolo). Certo è però che tra quelli che si sono schierati per il «Sì» non c’erano proprio figure di secondo piano: c’era monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo di Campobasso-Bojano e da sempre in prima fila nel sociale; ma c’era anche Bruno Forte, l’arcivescovo di Chieti-Vasto che ha detto la sua qualche giorno prima del voto in un’intervista al Corriere della Sera e detto chiaramente che: «Lavarsene le mani di fronte a quesiti che riguardano in maniera così profonda il nostro futuro mi sembra sia una forma di ipocrisia». Ha spiegato che astenersi è lecito, ma stavolta votare sarebbe stato «do- Sempre in contatto con la tua energia Axpo offre soluzioni energetiche convenienti e studiate sulle esigenze di ogni singola azienda italiana. Scopri i nuovi servizi web e l’assistenza dedicata anche in mobilità. Attiva il contatto su axpo.com/italia N. verde: 800.199.978 veroso». Con un messaggio al Governo da parte di uno degli uomini più ascoltati dal Papa: «Il referendum non è importante solo per il quesito in sé ma per il segnale che si lancia sulle scelte di fondo nelle politiche energetiche del Paese. Il valore simbolico del referendum, certo, è maggiore di quello effettivo, è un’indicazione di rotta». Capito tutto. C’è un presidente Cei in uscita rappresentato dal cardinale Angelo Bagnasco, che l’anno prossimo dovrà essere sostituito da una terna di nomi votata dai vescovi italiani, al cui interno il Papa farà la sua scelta. E ci sono monsignori e prelati che dicono la loro in questa battaglia persa. Campagna elettorale per Via Aurelia? Può darsi. E a proposito: i laici che urlavano «ingerenza» al tempo di Ruini, che fine hanno fatto? Battono le mani a Jorge Mario Bergoglio, che considerano «uno di loro». © Riproduzione riservata 10 Martedì 19 Aprile 2016 PRIMO PIANO Brunetta è salito sulle barricate mentre Berlusconi è rimasto incerto fino alla fine Fi, partito anarco-ambientalista Gli azzurri non riescono più ad esprimere una politica MARCO BERTONCINI D omanda: che ci ha guadagnato Fi sostenendo la partecipazione al referendum? Ancor più: che ci hanno guadagnato i non pochi esponenti forzisti che si sono espressi per il sì? Pa r t i a m o d a l v e r t i c e. Silvio Berlusconi non ha proferito parola sulle trivelle. È da ritenere che egli fosse ostile al divieto, come era stato ostile al no sull’energia nucleare, come è sempre apparso ostile a tutti gli ecoterroristi, i regressisti, i teorici e i pratici della decrescita spacciata per felice. Tuttavia ha lasciato che la posizione ufficiale del partito fosse per la libertà di voto. Che non volesse apparire un sostenitore di Matteo Renzi e quindi un riesumatore del patto del Nazareno? Che fosse persuaso dell’esigenza di colpire, intanto, palazzo Chigi, in attesa della demolizione autunnale? Che fosse sfiduciato, stanco, incapace di tenere insieme i resti di un partito sempre più riottoso? Che si rassegnasse a tenere saldi rapporti col duo Salvini-Meloni? Quali che fossero i motivi, è un fatto che soltanto domenica nel tardo pomeriggio si è appresa la sua non partecipazione al voto, motivata con la difficoltà (sic) di arrivare in tempo per il voto, da Milano a Roma. Nel partito molti si sono sbracciati per il sì. Segno che condividevano una politica ambientalista che prima aveva al più Sivlio Berlusconi influenzato singoli rappresentanti azzurri, ma certo non il movimento. Un simile comportamento è stupefacente: l’esatto opposto di quella volontà di sviluppo economico che dalla fondazione a ieri qualificava, almeno nelle posizioni ufficiali, il movimento. Ci sono stati poi azzurri contrari al referendum. Bene, si dirà: questi erano in linea con i presupposti ideali di Forza Italia. Peccato che, in luogo di agire nell’unica maniera possibile per vincere, cioè astenendosi, non pochi fra costoro si siano fatti prendere dalla fregola di dare un’impossibile spallata a Renzi. Lo scopo dichiarato era mandare a casa il presidente del Consiglio, come ripeteva Renato Brunetta (il suo omologo capogruppo a palazzo Madama, invece, molto più saggiamente era per non andare alle urne) e come da ultimo si è dichia- rato pure, incredibilmente, il quotidiano di famiglia (con l’eccezione di un coerente Nicola Porro). Regalata, invece, a Renzi una vittoria che non si sarebbe potuta intestare se Fi (e meglio ancora l’intero centro-destra) avesse predicato l’astensione, adesso questi forzisti si consolano con la scontatissima battuta sulla vittoria di Pirro. E questo sarebbe il partito della riscossa dei moderati italiani? © Riproduzione riservata ANDREA BELLAVITE HA LASCIATO LA CHIESA PER TENTARE LA SCALATA AL COMUNE DI AIELLO (UDINE) Un ex parroco candidato col Pd In passato s’era presentato con la sinistra radicale DI I FILIPPO MERLI l suo soprannome è don Peppone. Glielo diede una decina d’anni fa un giornalista della Stampa, Fabio Poletti, che per primo raccontò la storia di Andrea Bellavite. «Con don Camillo di Giovannino Guareschi condivide la passione per la bicicletta. Ma i suoi avversari giurano che assomigli di più a Peppone». Bellavite era ancora un prete quando, nel 2007, si candidò a sindaco di Gorizia, in Friuli, con una coalizione guidata da Rifondazione comunista. Perse contro Ettore Romoli, che rappresentava il centrodestra. Oggi, che prete non lo è più, Bellavite ci riprova e si candida ad Aiello, comune di circa 2mila abitanti in provincia di Udine. Lì è piuttosto conosciuto, dato che è stato il parroco del paese per 5 anni. Ora la chiesa ha definitivamente lasciato il posto all’eventuale poltrona in municipio: Bellavite, che corre con una lista civica appoggiata dal Pd, vuole battere l’attuale primo cittadino, Roberto Festa, eletto nel 2011 e in cerca del secondo mandato. «Sono pronto a scendere dal pulpito e a continuare a seguire il Vangelo e a servire i poveri, ma in un altro modo», disse Bellavite quando, per la prima volta, decise di buttarsi in politica. Una decisione che portò alla cosiddetta sospensione a divinis. Ma l’ex parroco non s’è mai pentito. «È lo sviluppo di un percorso, di scelte che ho fatto a suo tempo e che mi hanno portato a scegliere la politica», ha raccontato al Piccolo a proposito della nuova sfida elettorale. «Mi sosterrà la lista civica Progetto comune, formata da un po’ tutti gli orientamenti del centrosinistra». «Il tutto», ha proseguito Bellavite, «nasce da un accordo tra il Pd locale e l’associazione L’ortica. Quando mi hanno chiesto la disponibilità non ho avuto dubbi. Volevo e voglio mettermi alla prova. Tutto sommato, è facile stare all’opposizione. Assai più difficile è amministrare e fare delle scelte». «Credo che Aiello possa di- ventare una sorta di laboratorio», ha aggiunto l’ex sacerdote. «Conosco l’ambiente e l’ambiente conosce me. L’eventuale elezione a sindaco sarebbe la conclusione di un percorso». L’attuale primo cittadino, Festa, fu eletto con una lista civica che ottenne il 43,25 per cento. Bellavite, però, è sicuro di poter competere. I punti principali del programma elettorale sono stati illustrati dalla portavoce della lista, Marianna Amoruso. «All’inizio abbiamo voluto creare degli incontri aperti a chiunque fosse interessato al progetto e, solitamente, il dibattito s’è rivelato costruttivo e vivace», ha spiegato. «La voglia di condurre il paese verso nuovi orizzonti si percepisce fortemente». «La sostenibilità ambientale, un effettivo investimento turistico e culturale su quanto il nostro ricco comune offre e un welfare della porta accanto sono alcuni degli argomenti che hanno destato maggior interesse». A cercare di concretizzare le varie proposte, in caso di elezione, sarà l’ex parroco Bellavite. Più Peppone che don Camillo. ARMANDO TESTA DI Martedì 19 April Aprile 2016 PRIMO PIANO 11 Vengono invocate da Eugenio Scalfari ma non esistono. Sono soltanto una sua opinione da bar Precisazioni costituzionali? Eh?! Qual è l’art. che vieta di far propaganda per l’astensione? DI CESARE MAFFI L’ età reca con sé idee fisse, monomanie, ripetizioni. Inevitabile, quindi, che Eugenio Scalfari, più anziano della regina Elisabetta, ritorni su sé stesso, ribadendo identici concetti e, ahilui, identici svarioni. In tema di referendum costituzionali, a lui invisi perché privi di quorum, si era già espresso all’inizio dell’anno («Il plebiscito senza quorum nel Paese dove regna don Chisciotte», la Repubblica, 3 genn.). Nell’ultimo sermone ha pensato bene di riprendere quelle sciocchezze, condendole con altre, aggiunte ex novo. Asserisce il Fondatore: «La Costituzione vieta di fare propaganda per l’astensione». Sarebbe opportuno che egli citasse l’articolo che prevede tale divieto. Semplicemente, non esiste. Mirabile è la concezione territoriale del referendum abrogativo: «Sarebbe molto opportuno non estendere all’intero Paese questo tipo di referendum che ne riguardano soltanto una parte». Non è del tutto originale, perché ricorda alcune proposte, quando si votò sul divorzio, per escludere elettori che si supponeva non fossero personalmente interessati, come per esempio le suore. Le profonde cognizioni costituzionali del Sommo gli fanno scrivere: «Ci vorrebbe naturalmente una modifica o meglio una precisazione costituzionale». Resterà nella storia del diritto pubblico questa fantasiosa creazione della «precisazione costituzionale», finora ignota perché i patres nell’Assemblea costituente si preoccuparono della «revisione costituzionale», dimentichi della «precisazione costituzionale», ora validamente sostenuta dal Sublime. Gli va dato merito di approfondire la faccenda con un auspicio: la «precisazione costituzionale» «potrebbe perfino essere anticipata da un’opinione della nostra Consulta». Questa «opinione costituzionale» è un’altra novità assoluta. Complimenti al Sommo. Il cuore della questione sollevata dal Divino è così sintetizzato: «Il referendum confermativo deve avere un quorum». È un’opinione, sia pure molto minoritaria nel mondo politico, giornalistico e costituzionale. Purtroppo, avverte il Nostro, «temo che non ve ne sia il tempo». Già: una legge di revisione costituzionale, ammesso che ve ne fossero le condizioni, richiederebbe tanti mesi da andare oltre il prossimo referendum confermativo. Ecco, allora, la soluzione, ardita e potentemente innovativa: «Una dichiarazione in proposito da parte della Corte costituzionale o del suo presidente anche come opinione personale ma ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI DI MARIO SECHI Titoli. Cosa è successo? Renzi ha vinto, Emiliano ha perso, il tentativo senza quorum di trivellare la segreteria del Pd (e il governo) è andato alla deriva, l’astensione era, è e sarà una legittima scelta elettorale, i grandi quotidiani e il piccolo establishment hanno seri problemi di sintonia con il paese, il popolo dei social network è il fazionismo della minoranza, non la maggioranza silenziosa, #ciaone è una stupidaggine, il centrodestra ha confermato di avere problemi di percezione della realtà, Renzi con questi avversari dominerà la scena per molti anni e ha un solo avversario: se stesso. I giornali che dicono? Primo caffè, Corriere della Sera: «Manca il quorum, le accuse di Renzi». Commenti? Antonio Polito, sull’ovvio dei popoli: «Le trivelle in alto mare non sono come l’acqua che esce dai rubinetti». Sì, e non ci sono più le mezze stagioni e signora mia suo figlio è bravo ma non si applica. C’è altro? Giovanni Bianconi ci informa che il Csm prova a (auto)disciplinare il Far West delle intercettazioni irrilevanti per il processo, ma regolarmente infilate nei fascicoli come arma di distruzione del singolo ad uso della massa: «Via dai fascicoli i dialoghi personali. importante». È un passo avanti nell’inventiva riformatrice scalfariana: la «dichiarazione costituzionale». A dir la verità, l’attuale presidente della Corte l’ha preceduto, con la discussa opinione personale sul partecipare al voto come caratteristica del «buon citta- Sul caso Potenza, i pubblici ministeri sono stati corretti. Ma certe frasi non dovevano uscire», così dice Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, persona che finora ha dimostrato una certa serietà. Vedremo. Che fanno a Repubblica? Titolo disteso su due righe: «Referendum trivelle, niente quorum. Renzi: «Hanno vinto i lavoratori». Più che un titolo, una pratica burocratica. Cose da leggere in pagina? Il commento di Stefano Folli: «Chi ha voluto usare il quesito ambientalista, astruso e ambiguo come pochi altri, per trasformarlo in una clava con cui colpire il presidente del Consiglio, ha sbagliato i conti. Alla fine della giornata deve registrare la propria sconfitta, anziché quella di Renzi». Ok, andiamo avanti. Giro rapido di titoli, dove c’è perfino chi trova motivi di consolazione nella batosta. La Stampa: «Niente quorum, vince Renzi». Il Giornale: «16 milioni di voti contro Renzi». Libero: «Vaffanquorum». Il Fatto Quotidiano: «La trivella vince, il mare perde. Renzi trionfa con chi non vota». Il Messaggero (e caffè ar vetro): «Voto flop, schiaffo di Renzi». Possiamo archiviare la lettura dei quotidiani e ricordare ai benpensanti: quando accendete l’automobile, il motore brucia benzina. Buona giornata. Il Foglio.it – List dino». Lo Scalfari costituzionalista ovviamente convive con almeno qualcuno degli altri Scalfari. L’ultima articolessa ne confermava il volto di analista di politica estera. Soffermandosi sull’Austria «guidata da un partito progressista», l’Immenso ha svelato un elemento scarsamente noto, da noi, sulla vicina repubblica, che è governata da una maggioranza di grande coalizione fra socialisti e popolari. All’evidenza, il Fondatore giudica questa larga intesa «un partito progressista». IN CONTROLUCE L’Italietta contemporanea è di gran lunga più sessantottesca che berlusconiana, più vittima del catalogo Feltrinelli che di Drive In DI Q DIEGO GABUTTI uello di Goffredo Fofi, critico cinematografico e guru culturale, sembra un discorso sensato quando spiega che i veri «nemici della cultura in Italia sono, nell’ordine, La Repubblica, Il Corriere della Sera e la tv alla Fazio». Nulla di più evidente. Ma perché aggiungere che «essi impongono alla piccola borghesia di cui noi facciamo parte (piccola borghesia? e noi ne facciamo parte?) quello che deve leggere, le persone che devono ammirare, i bonzi che devono venerare, che sono poi quelli che si sono affermati nel trentennio, che hanno prosperato e sono diventati importanti e famosi in quel periodo». Qualcuno dica a Fofi che Repubblica e Fazio non «impongono» niente: nessuno ascolta più le tivù, gl’intellòs in stile Saviano-CrozzaLittizzetto contano meno di zero e le tirature dei giornali tracollano. Diciamo che tivù e giornaloni provano a imporre le loro stracche Weltanschauung agl’italiani, ma tutto quel che ricavano dalla loro insistenza sono le fortune elettorali populiste e fascistoidi dei pentastelluti e dei leghisti padroni in casa loro. Scrivendo questo suo Cinema del no, un Bignami di cultura di si- nistra-sinistra e di cinematografia più o meno anarchica, Fofi individua quel che di smielato e di miserabile c’è nel cinema e nella cultura dell’Italietta contemporanea (ma di gran lunga più sessantottesca che berlusconiana, cioè più vittima del catalogo Einaudi o Feltrinelli anni sessanta e settanta che di Drive In o del Tg4): «Se Nanni Moretti non ha mai affondato il bisturi in niente che non fosse già molle, se Carlo Verdone si ferma sempre troppo presto, Roberto Benigni (…) si è rivelato ben presto come il più conforme di tutti alle logiche scalfariane e veltroniane, ergo, senza troppo scavare, berlusconiane». Fofi striglia Benigni, deplora i film di Moretti e quelli di Verdone, che stanno sull’anima un po’ a tutti, ma lo fa per recuperare al discorso della sinistra il buon vecchio luogocomunismo d’antan: «l’evoluzione della tecnica» che «vede sempre un esercito (…) di capitalisti, banchieri, padroni che si servono di quell’evoluzione (…) per costruire un loro dominio»; «la logica totalitaria della società industriale»; «il capitalismo cannibalico» che «ricorre volentieri alle guerre (…) per l’energia, per il petrolio, per l’acqua, per un’agricoltura che produca energia e non pane per chi non ne ha». Che mondo, signora cara! «Ci siamo fatti macchina, rispondiamo a impulsi esterni, ben calcolati da chi li manda»! Poveri noi, cara signora! «Ognuno pensa di essere unico e di cavarsela da solo», quando in realtà «non siamo unici», eh no, ma siamo «membri di una collettività, e da soli si perde sempre», cara signora. Dopo tutte queste parole sante, passiamo ai film, che Fofi divide sostanzialmente in due: quelli di cui non vale la pena parlare (i film escapisti, sciuè sciuè, disimpegnati) e quelli che parlano al popolo dal pulpito dell’anticapitalismo, i soli meritevoli. Cioè film che denunciano l’economia e la cultura della borghesia e tirano la volata alle buone cause (il cinema, per dire, che piace ai Minculpop e alle Sante Inquizioni). Ma anche film forti, film anarchici, tipo quelli dei «Fratelli Marx, distruttori di ogni quiete ma soprattutto della quiete borghese» (con «borghese» e «piccolo borghese», millant’anni fa, ma Fofi lo fa ancora, s’applicava la questione morale, per dire così, alla sociologia). O tipo Jean Vigo, autore dell’Atalante e di Zero in condotta, film in guerra (assicura Fofi, dall’alto dei cieli) col «mondo adulto, corrotto, borghese» (aritanga). Segue un lungo e assai scontato elenco di registi che si sono battuti, specie «negli anni settanta» e financo «negli Stati Uniti», nel nome d’un cinema che riusciva «ancora a dialogare attivamente con le masse degli spettatori, prima della loro completa sottomissione ai diktat delle grandi banche». (Sottomissione? Grandi banche? Spettatori?) Purtroppo «non tutti» questi registi «hanno mantenuto le promesse di partenza, rivelando la fragilità delle loro visioni in conseguenza dei ricatti del mercato». Fofi spiega per esempio che Sam Peckinpah, l’autore del Mucchio Selvaggio e di Pat Garrett e Billy Kid, «a un certo punto» capisce «d’aver perso la sua battaglia d’autore e di uomo» (di uomo?) e perciò «si consegna», cara signora, «alla logica spettacolare della violenza (…) e il suo anarchismo si vena di tentazioni destrorse e demagogiche». Prima il regista di Killer Elite e di Sierra Charriba conosceva perfettamente «le origini economiche della violenza: i grandi proprietari monopolisti, le banche, il capitale che invade il West e tutto muove». Poi è stato travolto anche lui (una prece) dalla «massa delle merci». Goffredo Fofi, Il cinema del no. Visioni anarchiche della vita e della società, elèuthera 2016, pp. 114, 10,00 euro 12 Martedì 19 Aprile 2016 PRIMO PIANO Gruppo smantellato anche per le divisioni con la ex di Grillo. Alcuni sostengono un fuoriuscito La triste fine di M5S a Rimini Hanno fatto paura al Pd, ora vanno con i centri sociali didato Andrea Gnassi. Solo che per farlo stanno prendenlle politiche del 2013 do le strade più disparate. C’è chi, ad esempio, come riuscirono nell’impresa di diventare in la consigliera comunale provincia di Rimini il uscente Carla Franchini, in partito più votato alla Came- rotta con parte del meetup lora. Proprio nella rossa Roma- cale, predica la necessità di una pausa di rigna, dove mai flessione. Alnessuno s’era tri invece si azzardato a susono già riciperare a livello clati in nuove provinciale il liste elettoraPci-Pds-Ds-Pd. li più o meno Tre anni dopo, civiche. È il in vista delle caso di Dacomunali di vide CarRimini, il loro done, che simbolo nemdalla battameno apparirà glia condotta sulla scheda qualche anno elettorale per fa contro i covolontà delBeppe Grillo sti esorbitanlo staff della Casaleggio Associati, che di ti del teleriscaldamento imposti fronte alle divisioni interne ai cittadini di una frazione rimial gruppo locale ha deciso di nese, è passato all’impegno atnon autorizzare la presenta- tivo nei 5 Stelle fino a divenire zione di alcuna lista. Ma gli uno dei punti di riferimento in (ex?) esponenti del Movimen- città, oltre che uno stretto e fito 5 Stelle a Rimini vogliono dato collaboratore della deputacomunque giocarsi la partita ta Giulia Sarti tanto da essere delle amministrative, pro- considerato la vera mente del vando a rompere le uova nel Movimento in Riviera. Cardone paniere al sindaco dem rican- era stato tra gli ispiratori della DI RAFFAELE PORRISINI A candidatura a sindaco 5 Stelle di Davide Grassi, giovane avvocato e figlio dello storico dirigente Pci e assessore cittadino Ennio Grassi, uno che fino a qualche mese fa non figurava certo tra gli attivisti grillini e il cui nome è stato bocciato dallo staff. L’avvocato Grassi era stato indicato come senza passare dalle primarie online, suscitando non poche polemiche interne. A quel punto, decisi a mettere i bastoni tra le ruote ai rivali interni, altri esponenti pentastellati hanno lavorato per mandare tutto all’aria. Come? Presentando una nuova lista da certificare allo staff di Milano, il tutto con lo zampino di Sonia Toni, l’ex moglie di Beppe Grillo che abita proprio a Rimini. Morale della favola, i vertici del Movimento davanti alla presentazione di due liste e di due candidati sindaco per la stessa città hanno negato a entrambe la certificazione. E ora Cardone che fa? Si inventa insieme ad altri una lista ribattezzata Rimini People che candida a sindaco un’ex preside (Mara Marani) e raccoglie anime della sinistra cittadina, a partire soprattutto da GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND Gli italiani non dovrebbero lamentarsi che Renzi non li fa votare. Sembra che riescano benissimo a farne a meno. *** Il Papa mostra i disegni dei bimbi migranti: «C’era da piangere». E figurati loro. *** Pietro Maso scrive a Foffo. Hannibal Letters. *** Mariah Carey in concerto al Forum di Assago. Tutto occupato. Da lei. quei centri sociali (come Casa Madiba) spesso protagonisti di occupazioni abusive di edifici pubblici e resisi protagonisti del duro scontro fisico di alcune settimane fa con i militanti di Forza Nuova. In questa operazione di svolta a sinistra di una parte dei 5 Stelle, lo segue a ruota anche l’ex candidato sindaco Grassi, che annuncia il sostegno alla nuova candidata (e riceve manforte dal padre ex assessore comunista). Non è finita, perché un altro gruppo di pentastel- lati ha invece deciso di virare a destra, andando a sostenere l’ex candidato sindaco grillino nel 2011, Luigi Camporesi, da tempo uscito dal Movimento e ora messosi a capo di una coalizione di forze civiche alternative al Pd, dove figurano esponenti della destra cittadina e dell’area centrista vicina a Carlo Giovanardi. Insomma, non proprio una fine gloriosa per un Movimento che fino a qualche anno fa aveva i numeri per conquistare Rimini. © Riproduzione riservata MA CON IL WEB, LA DEMOCRAZIA DIRETTA RISCHIA DI DEGENERARE E DI DIVENTARE TOTALITARIA Il lascito di Casaleggio al figlio è un potente software destinato ad assistere e guidare i militanti, chiamato, non a caso, Rousseau DI GIANFRANCO MORRA C asaleggio ha lasciato una duplice preziosa eredità. Un manifesto programmatico del Movimento (Veni, vidi, web, edizioni Adagio) e un potente software per realizzare la democrazia diretta. Un sistema chiuso che fornisce, solo al militante e in rapporto al suo luogo di residenza, informazioni su tutto quanto gli serve per fare politica (leggi regionali, nazionali ed europee, parlamento, elezioni e candidati, attività del Movimento). E lo erudisce ed orienta (scuola quadri, raccolta fondi, elenco avvocati disposti a difenderlo). Una megamacchina centralizzata non solo nella tecnologia, ma anche nella utilizzazione manipolatoria, dato che il militante partecipa a tutto, ma solo dentro una cornice vincolante imposta dai capi. Ora è di proprietà del figlio di Roberto, che forse sarà il nuovo guru. Questo Grande Cervello è stato chiamato Rousseau. Il nome più adatto. V’è chi dice che il M5S è un partito leninista, ma non è così. Nato per fare piazza pulita della finta democrazia dei partiti, ha mantenuto dentro il sistema elettorale milioni di italiani arrabbiati e delusi. È ancora un partito democratico, ma diverso dagli altri. Il suo fine è la creazione di una nuova democrazia, che può essere indifferentemente chiamata diretta o totalitaria, proprio come voleva Rousseau. Anche se parlare di metempsicosi sarebbe eccessivo, Casaleggio è stato il Rousseau italiano dei nostri giorni. Come lui timido e impacciato, misterioso e criptico, la testa nel berretto e paludato in una lunga palandrana sacrale. Ma soprattutto come il ginevrino progettista di una nuova società dell’armonia e della collaborazione («le regole del M5S le ho scritte io», ha dichiarato). Le coincidenze fra i due, sia pure nelle mutate semantiche e problematiche, sono molte. Basta chiedersi che cosa voleva veramente Rousseau, come tutti gli storici hanno ormai concordemente mostrato. Entrambi nostalgici della perduta natura: Rousseau nel Discorso sulle scienze e le arti, Casaleggio nel culto di Thoreau e della sua utopia, Walden ovvero Vita nei boschi (Bur), hanno cercato di farla rivivere nella società tecnologica, incipiente per il primo e invadente per il secondo. Buono per natura, l’uomo è stato corrotto dal cosiddetto progresso, distruttivo della moralità e della felicità. E dalla mania della produttività senza fine, alla quale i pentastellati contrappongono un progetto di «decrescita felice». La strada per uscire dalla fogna della civiltà non può essere il ritorno ai tempi preistorici, ma la creazione di una società libera e solidale. Ciò sarà possibile solo quando vincerà la «volontà generale», ossia un progetto «illuminato e retto», gestito da un legislatore che non è un politico, ma un profeta. La democrazia indiretta, quella parlamentare, in cui vince la maggioranza (una «volontà di molti» che non sarà mai «volontà di tutti»), è solo una truffa. Casaleggio condivideva le idee di David von Reybrouck (Contro le elezioni, Feltrinelli), che propone di sostituirle con l’estrazione a sorte. Col Contratto sociale Rousseau non ha fondato la democrazia, ma l’ha distrutta: «Non vi debbono essere società parziali e guai se ogni cittadino pensasse con la propria testa; egli deve invece alienarsi, con tutti i suoi diritti, nella comunità». Rousseau non ha dubbi: «una vera democrazia non è mai esistita e non esisterà mai, è contro l’ordine naturale che i molti governino e i pochi siano governati». Ad Atene dominava tangentopoli, solo a Sparta c’era onestà, perché vi mancava la democrazia. La vera democrazia non è un cocktail di molte religioni, ma il predominio di una sola, quella «religione civile» che attribuisce al popolo solidarietà: «E se qualche cittadino la rifiuta, sia punito con la morte». Dal contratto sociale esce una Città religiosa e laica, fonte e garanzia della moralità. Lo stato etico è nato molto prima del fascismo. Per Rousseau la libertà di opinione e di stampa è una peste della società e lo Stato deve usare decisamente la censura per frenare le cattive opinioni dei giornalisti. E deve anche imporre quelle buone, con un’opera massiccia e costante di indottrinamento, servendosi degli spettacoli pubblici come di una pedagogia so- ciale (come fa Grillo in piazze e teatri): «L’autorità assoluta deve agire dall’interno dell’uomo». Anche nella educazione, dove un «cattivo maestro» costringe Emilio a essere libero: «L’allievo dare fare ciò che vuole, ma deve volere ciò che il precettore (Grillo) vuole che faccia». Più generalmente, occorre costringere l’uomo a essere libero. Come gli utenti di Rousseau, che possono rispondere alle domande prefissate, ma in nessun modo porne delle proprie. È quel totalitarismo che, dopo il primo periodo ispirato dalla tradizione anglofila di Montesquieu, trionferà nella rivoluzione francese con i giacobini, per opera del più grande discepolo di Gian Giacomo, Robespierre: «Il terrore senza la virtù è funesto, la virtù senza il terrore è impotente». Ciò di cui abbiamo bisogno è «un dispotismo della libertà» (Marat). Sarebbe fuorviante cercarlo ora nel M5S, ma viene il sospetto che la via tracciata da Grillo e Casaleggio finisca per andare in quel senso: un totalitarismo digitale, presentato come democrazia diretta. La Grande Mente costruita da Casaleggio non è ancora il Big Brother di Orwell, che con la Tv sorvegliava e controllava ogni momento della vita del cittadino (1984, Mondadori). Che per ora viene guidato nella vita politica: «Pentastellato (Compagno), Rousseau (l’Unità) non lo dice». © Riproduzione riservata Martedì 19 April Aprile 2016 PRIMO PIANO 13 Repubblica dello scorso primo aprile aveva 305 mila caratteri. Tempo di lettura 6 ore e mezza Giornali ammalati di troppismo Corsera: 485 mila battute. Tempo di lettura: 10 ore e mezza didascalie e testi, ho calcolato 305.552 caratteri, circa un quarto della lunghezza dei Promessi sposi. Dal computo ho escluso la pubblicità. Tempo previsto per leggere il tutto: 392 minuti. Cioè 6 ore e mezza, che sono quelle di lavoro previste dal contratto per i medici. Ve lo vedete un chirurgo che invece di operare e visitare se ne sta in panciolle fino alle 2 del pomeriggio a leggere La Repubblica? Con le sue 60 pagine, comprensive di annunci economici, il Corriere della Sera del 1° aprile andava persino oltre: 484.962 battute, quasi cinque volte I Rusteghi di Carlo Goldoni. Tempo di lettura richiesto: 623 mi- ho contato spannometricamente - non a mano, si capisce, ma con il sistema Ocr di riconoscion pensate a un pesce mento ottico – 74 mila caratted’aprile scongelato. È che mi sono messo in ri. Tempo di lettura: 95 minuti. testa un esercizio inveUmano. rosimile: calcolare quante ore Che cosa sarà mai accaduto negli ultimi 140 anni per giunoi giornalisti siamo soliti rustificare questa mutazione genebare a voi, pazienti lettori. Data tica dei giornali in mastodonti? la lunghezza spropositata delle Sì, d’accordo, oggidì ci sono più mie articolesse, ero la persona democrazia, più istruzione, più meno indicata a sbrigare la cultura, più politica, più econopratica, ma è pur vero che solo i mia, più finanza, più conflitti, grandi peccatori possono parlapiù progresso, più invenzioni, re del peccato con cognizione di più popolazione, più eventi, più causa. Il ghiribizzo mi ha preso viaggi, più prodotti, più salute, dopo che mi è stato raccontato più soldi, più aspettativa di vita, di come Carlo De Benedetti, l’editore del gruppo L’Espresso più problemi, più spettacoli, più fresco di sposalizio con gli eredi sport, e chi più ne ha più ne metta. Agnelli, sia solito Ma M non staremo sbachiedere a bruciagliando qualcosa noi g Nino Nutrizio, un genio del giornalismo, pelo a chi gli fa visigiornalisti, se hanno g diceva: «Un articolo bello è sempre troppo ta: «Che cosa pensa cominciato, insieme c della Repubblica?». con c i lettori, a stufarsi corto, un articolo brutto è sempre troppo La telegrafica rispopersino gli editori? Le p lungo». Penso che dovremmo piuttosto selesta di un mio amico statistiche dell’Istat ci s zionare, anziché spacciare all’ingrosso; screè stata: «Troppe dicono che gli italiani d mare, anziché insaccare; curare nei dettagli, pagine». Al che un dedicano mediamente d anziché raccontare suppergiù; distinguere, sorriso radioso ha alla a lettura (quotidiaanziché confondere; interpretare, anziché illuminato il volto ni, n periodici, libri) e ai dell’Ingegnere, acmezzi di comunicaziom orecchiare; fustigare, anziché salmodiare compagnato da un ne n (tv, radio, Internet) laconico «è quello non n più di 2 ore e 11 nuti, pari a circa 10 ore e mezza. minuti della loro giornata. Qui s’è che penso anch’io». Tutto ciò accadeva parec- Ho consultato il primo numero appena dimostrato come un’unica chi mesi prima che La Stampa del quotidiano milanese, uscito testata pretenda ogni mattina da si fondesse per ragioni di bilan- il 5 marzo 1876: appena quattro loro, in linea teorica, un impegno cio con La Repubblica, dando pagine, l’ultima delle quali a pa- di tempo dalle tre alle cinque volte vita a quella che è stata ribat- gamento (bei tempi quando la superiore. tezzata Stampubblica. Presu- pubblicità rappresentava il 25 Che fare? Accorciare la mo che l’incubo della foliazione per cento di un giornale). Ben- lunghezza dei servizi? Se il riperseguiti Cdb ancora di più ché le prime tre fossero prive di medio fosse quello, sarei spacciaoggi, dopo l’accordo con John fotografie, occupate per intero to. Ma non sono affatto convinto Elkann, visto che il numero solo da testi (compresi quelli di che pubblicare soltanto notizie delle pagine s’è raddoppiato per due minuscole inserzioni, una da 30 righe sia la soluzione, effetto della concentrazione di della «polvere contro la critto- come peraltro ammaestrava in testate. Mi sono perciò imma- gama surrogato allo Zolfo per epoche lontane Nino Nutrizio ginato De Benedetti intento le Viti brevettata Conti» e l’al- un genio del giornalismo: «Un a sfogliare La Repubblica del tra dei «100 Confetti Meynet di articolo bello è sempre troppo 1° aprile. Edizione piuttosto Fegato di Merluzzo più efficaci corto, un articolo brutto è semsmilza: appena (si fa per dire) dell’Olio, non disaggradevoli, pre troppo lungo». Penso che do52 pagine. Fra titoli, sommari, consigliati in tutte le stagioni»), vremmo piuttosto selezionare, DI STEFANO LORENZETTO N anziché spacciare all’ingrosso; scremare, anziché insaccare; curare nei dettagli, anziché raccontare suppergiù; distinguere, anziché confondere; interpretare, anziché orecchiare; fustigare, anziché salmodiare. Un male oscuro ci corrode: il troppismo. Abbiamo troppo di tutto, inclusi i caratteri mobili di stampa che Johannes Gutenberg cinque secoli fa allineava con immane fatica a uno a uno nei telai delle pagine, e forse per questo badava di più a centellinare, mentre oggi si possono far piovere per via telematica sotto gli occhi dei nostri frastornati lettori. Basta qualche esempio banale per comprendere i livelli raggiunti dal troppismo. La bottega rionale è stata rimpiazzata prima dal supermercato, poi dall’ipermercato, quindi dal superstore e ora dal megastore. Se ti serve un rasoio usa e getta, devi scegliere fra il Bic bilama (la prima lama cattura il pelo, la seconda lo taglia), il Gillette Mach 3 Turbo Razor trilama (la prima lama cattura il pelo, la seconda impedisce che rientri nel follicolo, la terza lo tronca), il Wilkinson Sword Quattro (con «quattro lame perfettamente sincronizzate») e «il nuovo sistema di rasatura a 6+1 lame Coop», che presumo stia alla barba come Attila stava all’erba, dopodiché puoi solo rivolgerti a Freddy Krueger o usare il trattorino da giardinaggio. Se devi sostituire la stampante, ti obbligano ad acquistare un apparecchio che comprende come minimo fotocopiatrice, scanner, fax, segreteria telefonica e - ci arriveremo presto - macchinetta del caffè. A proposito di caffè. Siamo diventati l’unico Paese al mondo dove nei bar viene servito in almeno 76 modi diversi, tanti è riuscita ad appuntarsene nel corso di una sola settimana una barista (di Bologna, se non ricordo male): ristretto, lungo, molto lungo, macchiato caldo, macchiato freddo, in tazza grande, in tazza grande con acqua calda a parte, americano, amaro, molto dolce, con la panna, senza la panna, corretto grappa, corretto fernet, ristrettissimo con poco latte, in tazza fredda, alla francese, con cacao, con nuvoletta, macchiatone... Aggiungo - udito con le mie orecchie lunedì scorso in un bar di Roma - il caffè in vetro. Anche l’occhio vuole la sua parte. Silvio Paterno, gestore del Coffee Shop 1882 dell’Eataly di via Lagrange, a Torino, si è addirittura sentito chiedere «un cappuccino tiepido tendente al caldo», formula assai simile all’attenuante che tanto piaceva a Enzo Biagi, invocata da un giovanotto incontinente messo alle strette dai genitori della fidanzata: «È incinta, ma appena appena». Come se non bastasse, i baristi ci hanno messo del loro per rincorrere i volubili gusti dei clienti, sostituendo il vecchio e caro espresso con mokaccino, marokkino, cremino, orzino, ginseng, danese, joker, ice bianco, paperino, viennese, creolo, imperiale, vanigliato, caramellato, schiumato, nocciolato, alla cannella, alla valdostana, alla turca, alla giavanese e infiniti altri sbrodeghezzi. Tenuto conto che il caffè dovrebbe essere uno solo, possibilmente buono, mentre le testate e le pagine sono tante, l’eccesso d’informazione riversato da noi giornalisti sui lettori appare condonabile. Comunque per questa settimana vorrete almeno apprezzare la buona volontà: ho usurpato un colonnino meno del solito. L’Arena CONFERMANDOSI COME UNA DELLE PIÙ GRANDI (ANCHE SE APPARTATA) SCRITTRICI ITALIANE CONTEMPORANEE Marina Corradi in «Con occhi di bambina» rilegge, con la memoria, il niente fondamentale che ha caratterizzato la sua (e nostra) infanzia DI A SABINA RODI ggirandomi per casa, in questo inizio di primavera, nel tentativo di mettere ordine tra le innumerevoli pile di volumi che quasi quotidianamente accumulo, per motivi professionali o per il solo piacere della lettura, mi interrogavo su come sia sottile e soprattutto quale sia il confine che rende ai miei occhi un libro prezioso, insostituibile, caro e un altro no, tanto da cederlo dopo la lettura. La risposta me l’ha fornita l’ultima fatica letteraria di Marina Corradi «Con occhi di bambina», (edizioni Ares, pp 176) che raccoglie i 78 racconti che l’autrice ha centellinato per i lettori di Avvenire da luglio a settembre 2015 nella sua fortunatissima rubrica in prima pagina. La Corradi ha mosso i primi passi da giornalista al quotidiano La Notte, è passata a Repubblica e attualmente è inviato ed editorialista di Avvenire. È una cronista di razza (figlia peraltro del grandissimo inviato Egisto Corradi, ma questa è un’altra storia), abituata a scrivere sull’acqua, come si dice ironicamente nelle redazioni dei quotidiani per descrivere la caducità delle notizie e degli argomenti trattati, ma nonostante questo ha scovato la formula magica per rendere i suoi racconti indelebili. È riuscita, infatti, con poche sapienti righe, nel miracolo di far ritrovare quotidianamente ai suoi lettori gli occhi bambini. «Quando le proposi per la prima volta di spendersi in un genere letterario (apparentemente) nuovo per lei», spiega nella prefazione il suo direttore Marco Tarquinio «quando cioè la sfidai ad affacciarsi per tre mesi (gennaio, febbraio e marzo 2013) dalla speciale finestra che apriamo ogni giorno sulla prima pagina di Avvenire, Marina provò a eccepire, accennò a resistere, ma poi accettò». Corradi ha quindi deciso di aprire il suo zaino dei ricordi, di guardarci dentro e di coinvolgere i suoi lettori nell’esame del contenuto (che si rivela a volte ricco di gioia e a volte colmo di dolore e nostalgia) accompagnandoli in un viaggio tra le emozioni lungo 166 pagine, che chi legge vorrebbe non finisse mai. Quest’ultimo libro di Marina Corradi, per dovere di cronaca va sottolineato, non è un libro per tutti i palati perché è pieno, trabocca di cose belle. Non lo legga, quindi, chi non ha occhi e cuore per percepire la poesia del vento, del fuoco, della terra e della notte. Non lo legga chi delle valli Cadorine conosce solo il chiasso e la mondanità di Cortina d’Ampezzo, chi non si ferma senza fiato davanti alla maestosità immutabile delle Tofane, chi non ha nel cuore una casa delle estati bambine, silenziosa e cigolante allo stesso tempo o chi non sa godere del sortilegio della nebbia. Proprio raccontando la sua precoce passione per i libri, Corradi scrive, ricordando lo stupore provato per i racconti di Dino Buzzati: «Scoprivo, soprattutto, di non essere l’unica che amava aggirarsi nel suo giardino di sogni e inquietudini, che amava stare in bilico lungo il confine fragile fra il buio e la luce. Aprire quel libro, fu scoprire di non essere sola». E oggi, grazie a «Con occhi di bambina», anche molti altri nuovi lettori, si sentiranno un po’ meno soli. Ps: Marina Corradi è sicuramente una delle più grandi scrittrici italiane, ma non si può scriverlo e forse neanche pensarlo perché, a naso, lei si arrabbia e si ritrae. Ma ItaliaOggi che è un quotidiano fuori dai giri, oggi si prende la briga di metterlo nero su bianco. 14 Martedì 19 Aprile 2016 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Francia: fondo di Hong Kong acquista 1.700 ettari, senza informare le autorità agricole Mani cinesi sul grano del Berry Allarme degli agricoltori: terre pagate tre volte di più da Parigi GIUSEPPE CORSENTINO N on gli bastano gli Châteaux del Bordolese e i Domaines viticoli della Borgogna (vedere ItaliaOggi del 13 febbraio). Non gli bastano i caseifici della Bretagna con tutto l’indotto di allevatori e stalle cooperative (vedere ItaliaOggi del 9 aprile). Ora i cinesi puntano anche al cuore cerealicolo della Francia. Ed è allarme tra gli agricoltori. Perché un conto è trattare, per dire, con un ricco produttore di vino della Gironda e offrirgli una barca di milioni per il suo Château e gli 80 ettari di vigneto tutt’intorno, come ha fatto di recente mister Jack Ma, il tycoon del colosso delle vendite online Alibaba (quello stesso che al Vinitaly, solo pochi giorni fa, ha garantito al premier Matteo Renzi di poter piazzare tre miliardi, dicasi tre miliardi, di bottiglie di «italian wine»), un altro è mettere le mani sul patrimonio cerealicolo francese, su quelle enormi estensioni di terreno coltivate a grano o a mais nelle regioni centrali del Paese, il cuore di quell’altro grande asset agricolo che è la zootecnia, gli allevamenti intensivi di polli, tacchini, maiali, oche, anatre, mucche. Gli agricoltori sono preoccupati perché un fondo di investimento cinese, basato a Hong Kong, Hongyang, ha acquistato 1.700 ettari di terreno coltivati a grano nel dipartimento di Indre, nella storica regione del Berry (quella che ha i tre gigli di Francia nella bandiera), pagando l’incredibile prezzo di 15 mila euro a ettaro, quando la media delle transazioni agricole per terreni dello stesso tipo e nella stessa regione non supera i 4 mila. Perché, dunque, tre volte di più, con un esborso complessivo di oltre 25 milioni di euro? Che cosa diavolo hanno in mente i gestori del fondo Hongyang? Hanno comprato per speculare sul prezzo, per cartolarizzare questo enorme domaine cerealicolo e piazzare le quote tra i clienti o per quale altra misteriosa ragione? I dubbi e gli interrogativi sono alimentati anche dalle modalità e dai tempi con cui si è conclusa questa singolare (almeno per ora, in mancanza di informazioni) transazione agricola. Le modalità, innanzitutto. Gli investitori cinesi non hanno seguito la via maestra che si pratica qui in Francia per operazioni di questo tipo: si individua l’azienda agricola da acquistare, si fa un’offerta al proprietario, cioè all’agricoltore I cinesi hanno acquistato 1700 ettari per 25 mln di euro che la gestisce, poi si informa la Safer, Société d’aménagement foncier et d’établissement rural, una strana creatura giuridica di natura pubblica creata nel 1962 (nel suo azionariato ci sono anche delle ong e i rappresentanti del mondo agricolo) la cui mission è quella di evitare le speculazioni sui terreni e proteggere gli interessi degli agricoltori, e proprio per questo ha per legge un diritto di prelazione sull’azienda in vendita: può, cioè, offrire lo stesso prezzo dell’acquirente e inglobare l’azienda agricola (in questo modo la Safer si è fatta un patrimonio di 83 mila ettari). Forse un sistema un po’ sovietico, stile Glospan, ma è così che funziona. Ebbene, i cinesi del fondo Hongyang non hanno seguito questa strada. Hanno cominciato ad avvicinare i proprietari dei 1.700 ettari del Berry già alla fine del 2014 e a poco a poco, contratto dopo contratto, hanno messo le mani sulle varie aziende cerealicole (alcune erano di proprietà inglese e olandese) fino ad arrivare al closing qualche settimana fa. Non hanno avvertito la Safer perché, abilmente, non hanno acquisito i terreni con tanto di rogito davanti a un notaio, ma le quote delle società a cui erano intestate le diverse aziende agricole. La Safer e la FNSafer (Fédération nationale des sociétés d’aménagement foncier et d’établissement rural) lo hanno scoperto quasi per caso, da certe notizie pubblicate sui giornali locali. Quindi hanno fatto qualche ricerca, interrogato i vecchi proprietari, consultato i registri del Tribunale commerciale di Bourges, il capoluogo della regione, e così hanno potuto ricostruire il gigantesco deal da 1.700 ettari pagati 25 milioni di euro. Ora il presidente della FNSafer, Emmanuel Hyest, agricoltore anche lui (165 ettari a Vesly, nell’Alta Normandia) e una lunga carriera nella Confagricoltura francese, è seriamente preoccupato: «Comprare 1.700 ettari di terreno coltivato a grano in Francia non è un reato. Ma un’operazione di queste dimensioni da parte di attori economici cinesi doveva essere condotta con assoluta trasparenza alla luce delle leggi francesi e delle regole europee della Pac, la politica agricola comunitaria». Quello che inquieta i dirigenti delle organizzazioni agricole in Francia (ma il fenomeno si comincia a notare anche in Italia, nel settore vinicolo) è la cosiddetta «finanziarizzazione» dell’agricoltura, la prevalenza dei valori di scambio, i prezzi, sui piani di sviluppo e sul futuro delle imprese a conduzione familiare. L’andamento dei prezzi, rilevati da FNSafer, lo dimostra: in Francia il prezzo medio per ettaro è tra i più bassi d’Europa: 6 mila euro contro i 10 mila della Spagna, i 20 mila della Germania e della Gran Bretagna, i 50 mila dell’Olanda. Gli oltre 120 Châteaux del Bordolese e della Borgogna venduti per milioni di euro sono un caso a parte, ovviamente. Ma il grano del Berry non è il Bordeaux. E allora si torna alla domanda iniziale: perché i cinesi vogliono il grano dei francesi? @pippocorsentino IL PATRON DEL GRUPPO KERING TRASFORMERÀ IL PALAZZETTO OGGI SEDE DELLA CAMERA DI COMMERCIO Sfida tra big del lusso, anche Pinault (come il rivale Arnault) avrà finalmente il suo museo d’arte moderna a Parigi DI F CAMILLO ADINOLFI rançois Pinault, che già sopporta a stento di essere l’eterno numero due mondiale della moda e del lusso con i suoi 12,5 miliardi di euro di fatturato e un portafoglio di grandi marchi come Gucci, Bottega Veneta, Brioni, Pomellato (per citare solo gli italiani), non poteva di certo accettare di non avere nel cuore di Parigi il suo museo di arte moderna com’era, invece, riuscito a fare il suo eterno rivale, il numero uno Bernard Arnault dall’alto dei suoi 35,6 miliardi di fatturato sommando champagne, moda lusso e orologeria e marchi come Fendi, Emilio Pucci, Berruti, Loro Piana (limitandoci, anche qui, agli italiani). Il confronto, chiamiamolo culturale, tra i due re del luxury è stato motivo di stress anche per la pubblica amministrazione parigina. Perché Arnault - si è sempre chiesto il patron del gruppo Kering - ha potuto aprire l’anno scorso, nel cuore del Bois de Boulogne, il suo museo di arte moderna, quella gigantesca caravella di acciaio, legno e vetro disegnata da Frank Gehry, l’archistar del Guggenheim di Bilbao, mentre lui, monsieur Pinault, è stato costretto, quasi a sfregio delle autorità francesi, Il Comune di Parigi è riuscito a convincere la Camera di Commercio a sloggiare dal delizioso palazzetto circolare del XVIII secolo, sede dal 1949 della Bourse de commerce de Paris, nel giardino di fronte alle Halles, appena ristrutturate e riaperte al pubblico (vedere ItaliaOggi del 18 febbraio), e a darlo in concessione per 99 anni proprio a monsieur Pinault. Il palazzetto circolare del XVIII secolo, Così il miliardasede dal 1949 della Bourse de commerce de Paris rio, che è pure il primo sponsor del Festival di Cannes, uno a emigrare a Venezia e a finanziare Padegli eventi più glamour del bel mondo lazzo Grassi dopo la bocciatura del suo progetto di un museo sull’Ile Seguin, francese (Pinault è anche il suocero dell’attrice Salma Hayek, che ne ha tra Boulogne Billancourt e Sevres, una sposato il figlio François-Henri), podecina d’anni fa? trà finalmente avere la soddisfazione Ora, finalmente, dopo altri anni di di avere il suo museo d’arte moderna, trattative, sempre sull’orlo di una crisi tale e quale il rivale Arnault. di nervi tra i vari protagonisti pubblici Non si sa ancora nulla del progetto, e privati dell’operazione museale, Pinaturalmente. Troppo presto. Le tratnault, il gran concorrente del gruppo tative tra il sindaco di Parigi e il preLvmh, è stato accontentato. sidente della Camera di Commercio per farsi cedere il palazzetto circolare di 13 mila metri quadrati nel 1° arrondissement, dove oggi lavorano più di trecento dipendenti camerali, non sono state facili. La Camera di Commercio, che aveva rilevato l’immobile proprio dal Comune nel lontano 1949 per la cifra simbolica di un franco (ma che ha speso 12 milioni di euro dal 2009 a oggi per metterlo a norma e tenerlo in ordine), ha preteso, si capisce, una sistemazione adeguata. Alla fine, a gennaio scorso, la soluzione si è trovata. La Camera di Commercio avrà un nuovo palazzo per uffici nella centralissima place de la République e il settecentesco palazzo della Borsa ritornerà nella piena disponibilità del Comune, il quale, a sua volta, lo cederà con un contratto di bail emphytéotique (cessione della nuda proprietà per 99 anni, ma non si sa a quale prezzo) alla Fondazione di François Pinault, che potrà farci il suo museo di arte moderna. La cessione è fissata per luglio, l’inizio dei lavori per dicembre. Qual sarà il museo parigino di arte moderna più bello, quello di Pinault o quello di Arnault? La sfida è aperta. © Riproduzione riservata Martedì 19 April Aprile 2016 PRIMO PIANO PERISCOPIO LETTERE Referendum sulle trivelle, Renzi esulta per i lavoratori. Da qui si capisce che era una cazzata. Filippo Merli Fuffarendum. Claudio Cadei Catastrofe inimmaginabile La politica irresponsabile e falso buonista di Bergoglio, favorirà una catastrofe planetaria di proporzioni inimmaginabili. Migrazione totale. Alessandro Meluzzi Le Regioni hanno fatto come Tafazzi Fallito l’ennesimo referendum, è corsa a dire chi ha vinto e chi ha perso. Che spettacolo triste, alimentato peraltro proprio da quella classe politica che quel voto ha sminuito o, al contrario, pompato! A bocce ferme, però, mi domando: su questo referendum qualcuno ha ragionato a sufficienza? Innanzitutto, a sollevare il tema referendario sono state per la prima volta nella storia repubblicana, delle regioni, o, meglio, pochi consiglieri regionali che, all’insegna del populismo, hanno cercato di cavalcare il nichilismo produttivo proprio degli italiani. Fortunatamente per il paese, questi poveri politicanti non ce l’hanno fatta. Come avrebbero fatto altrimenti, questi politicanti, a spiegare ai neo-ambientalisti italici d’accatto del terzo millennio che se il referendum avesse vinto, le stesse identiche piattaforme di trivellazione già esistenti da decenni in Italia, non sarebbero state affatto smantellate, e che avrebbero continuato a lavorare fino a esaurimento del bacino, e cioè per almeno un’altra ventina d’anni? E soprattutto come avrebbero spiegato ai loro cittadini che le loro regioni non avrebbero più guadagnato quel fior di quattrini di royalties per lo sfruttamento dei territori di cui godono oggi? Che cosa avrebbero fatto questi no-triv se avessero vinto i referendum? Si sarebbero presi a bottigliate sui testicoli, come faceva Tafazzi? Carlo Olivi Canone Rai in bolletta kaputt Il Consiglio di Stato ha rimandato al mittente il decreto sul Canone Rai in bolletta della luce. D’altronde il Governo appariva come quell’ubriaco il quale, avendo perso le chiavi di casa, le cercava solo sotto un lampione. «Potresti averle perse ovunque, perché le cerchi solo lì?». «Perché qui ci si vede». Andrea Tribulini L’imbarazzante derby torinese dell’editoria La holding di casa Agnelli, cioè Exor, si troverà a detenere una partecipazione in Rcs Mediagroup attorno al 5% del capitale. Questo in quanto la sua controllata Fiat ha deliberato di assegnare ai propri soci i titoli Rcs che finora aveva gelosamente detenuto. Pertanto anche Exor ora è chiamata a decidere se conferire i suoi titoli Rcs a Cairo Communication, che ha lanciato un’offerta pubblica di scambio sull’azienda editoriale milanese. In merito però John Elkann ha già precisato: «Non abbiamo cambiato opinione, venderemo i titoli sul mercato». È vero che lo aveva detto, ma prima che Cairo lanciasse la sua offerta. Pertanto vendere sul mercato adesso, a meno di (improbabili) rilanci o contro-ops, significa incassare un prezzo per azione Rcs non troppo distante da quello offerto da Cairo, e a cui il mercato si è necessariamente allineato. Ma almeno in questo modo Elkann evita una situazione alquanto imbarazzante: i padroni della Juventus che cedono Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport al padrone del Torino. Altro che vincere i derby… Lucio Sironi Diritto di voto? Dipende per chi votano Si è ricordato il sessantesimo anniversario della concessione del diritto di voto alle donne italiane. Nessuno però ha ricordato che Togliatti e il Pci furono a lungo contrari a questa estensione di un diritto fondamentale (che riguarda l’uguaglianza delle persone) perchè temevano che le donne potessero essere condizionate, nel voto, dai mariti e dai preti. Per Il Pci, quindi, un diritto sacrosanto, assolutamente indifferibile, dipendeva, non dal fatto che le donne non potevano non disporne, ma dalla convenienza di partito. Un diritto si riconosce, non si patteggia. Non dipende da niente. C’è. Non può essere negato da niente. Punto. Marcello Arrivabene 15 DI PAOLO SIEPI Corruzione, Formigoni risc schia nove anni. Quattro al mare e cinque in montagna. m Spinoza. Il Fatto. Sp Altro che Renzi! Alle donne che guardano la tv piace molto Gianni Cuperlo. Misura Misurato, elegante, magro, atletico, capelli chiari, pettinatura ordinata. Ed è pure di Trieste. Il che è un’ottima cosa. Carlo Rossella. Il Foglio. Il capo di gabinetto del sindaco Pisapia, quando ero sindaco di Milano, faceva il consigliere comunale dei Verdi talebani e andava al quartiere di Porta Nuova con i centri sociali per impedire i lavori per la costruzione dei grattacieli di cui adesso la giunta Pisapia, che non c’entra per nulla, mena vanto. Adesso infatti il Pd, nei manifesti per la campagna elettorale di Sala, si appropria dei lavori che, a suo tempo, abbiamo fatto noi di centrodestra. Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano (Andrea Montanari). la Repubblica. Philippe Daverio ha fatto tutto da solo. Prima si è candidato nel centrodestra e poi si è scandidato. Stefano Parisi, candidato sindaco di Milano per il centrodestra. la Repubblica. Roberto Giachetti, candidato del Pd per diventare sindaco di Roma, è lo stesso che era a fianco di Luigi Lusi (il tesoriere della Margherita condannato a sette anni per aver distratto circa 25 milioni dalle casse del partito ndr) senza vedere niente. Alessanente Alessan dro Di Battista, M5s. Agenzie. Siamo un piccolo popolo di un milione e mezzo di abitanti. In 15 anni l’esercito russo ha massacrato 300 mila ceceni. E il mondo si è girato dall’altra parte. Adam Bisaev, immigrato a Vienna da Groznij (Lorenzo Cremonesi). Corsera. Dalla vita di redazione del Corriere della Sera era nato anche lo spunto, per Dino Buzzati, del romanzo Il deserto dei tartari: sempre in attesa di una grande occasione, di uno scoop che magari non arriva. E se arriva, diceva Buzzati con ironia, è il momento in cui non ci sei. Chiara Vanzetto. Corsera. «Deme indrìo i me schei». È il 21 dicembre 2015 quando un cliente di Veneto Banca si presenta alla filiale di Castelfranco e, rigorosamente in dialetto, ripete quel grido: «Ridatemi i miei soldi». Il disperato blitz culmina in un balzo oltre il bancone, dove il meccanico trentacinquenne arraffa poco più di 7 mila euro. Poco dopo ai carabinieri spiegherà che voleva essere risarcito dei 10 mila euro investiti in azioni della banca e poi evaporati nel nulla. Stefano Righi, Il grande imbroglio. Guerini e Associati. La maggior parte dei farmaci sono testati sugli uom mini ritenendo che la donna m non no sia che un piccolo uomo. Ci sono invece delle patologie di quasi esclusiva pertinenza femminile. Un esempio? L’aspirina per prees venire la malattie cardiovascolari è utile per i maschi mentre alle donne non va data, a meno che siano diabetiche. Questo aspetto maschilista della medicina è dovuto al fatto che la donna è scomoda da studiare, troppe variabili: se è incinta, se non lo è, se è fertile, se non è più fertile. Leda Galiuto, cardiologa e docente all’università di Medicina della Cattolica (Alessandro Ferrucci). Il Fatto. Ho rinunciato a molte cose per la carriera. Ho fatto un figlio a 44 anni. Al di là di questo, ci sono stati periodi in cui dormivo due ore per notte. Sono stata aiutata dal fatto che amo la mia professione. Ancora oggi quando apro un fascicolo mi monta l’adrenalina. Giulia Bongiorno, avvocato penalista (Pietro Senaldi). Libero. Il maestro Gabriele Santini leggeva qualcosa con l’orchele stra al San Carlo di Napoli. st A un certo punto, andato su tutte le furie, profferì verso tu l’orchestra una collezione di l’o davvero unica. Quelli parolacce irriferibili irrifer alzarono come un solo uomo e della buca si alza uscirono. Il giorno dopo Santini era pentito per aver offeso l’orchestra e pensava che avrebbe dovuto scusarsi. Sul leggio invece trovò una colossale scatola di cioccolatini. L’orchestra s’era precipitata fuori, non perché fosse sdegnata ma perché i professori, napoletani, essendo sabato, erano corsi a giocare i numeri tratti dalle incredibili parole del Maestro: e i numeri erano usciti. Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio, 2015. Pioveva, in quell’ottobre del 1922, come sa piovere solo a Roma, con quella petulanza che non ammette riparo. Sul ponte Cavour, drappelli di fantaccini med lanconici guardavano i loro cavalli la avalli di Frisia, il Tevere era gonfio e trasportava ortava tronchi d’albero, mucche e maiali morti. Portata dai d flutti, vidi anche una poltrona. Giù a San Paolo, il fiume era uscito e allagava la basilica. o Quella poltrona, credo una Louis XIV, se ne Q andava senza perdere il suo equilibrio verso a la foce, o verso qualche rigattiere. Mi colpì come un segno simbolico. Ennio Flaiano, Un bel giorno di libertà. Rizzoli, 1979. Nella primavera dell’anno del Signore 1601 migliaia di persone della bassa Valsesia andarono in pellegrinaggio a Biandrate a vedere la tigre imbalsamata e gli altri animali meravigliosi e mostruosi che i reverendi padri missionari della Compagnia di Gesù portavano intorno, di villaggio in villaggio, di città in città, nello stato di Milano e in tutta Europa: per stimolare le nuove vocazioni, mostrando, al popolo cristiano, i progressi compiuti dalla vera Fede nei paesi lontani e inesplorati e per raccogliere offerte di ogni genere, in denaro ma anche in sacchi di riso, di frumento, di segale; in porci e capre e capponi vivi, che i villani si trascinavano appresso, venendo dai più sperduti villaggi della bassa; in forme di formaggi e salami d’oca. Sebastiano Vassalli, La chimera. Rizzoli, 2014. Davanti all’alluvione del Polesine del 1951 provavo stupore, disperazione, impotenza. Pensavo a coloro che erano rimasti intrappolati nelle case, o in alcuni punti del fiume. Mi preoccupai dei miei che vivevano a Stienta, sull’altra sponda. Ma era rischiosissimo attraversarla. Alla fine fu una donna a traghettarmi. Ancora la ricordo: la Nena. Fu lei, anima di fiume, a portarmi con la sua barca. Disse solo: si faccia il segno della croce e puntò dritto con i suoi grandi remi verso il centro del fiume. Pensai che fosse pazza. L’acqua ribolliva. Un gorgo. Attorno arrivava ogni cosa: i cadaveri delle bestie, le suppellettili delle case, i tronchi. E lei schivava tutto. Con calma e forza. Pensavo che non ce l’avremmo fatta. Poi, come per miracolo, toccammo l’altra riva. Giuseppe Sgarbi, 95 anni, papà di Vittorio (Antonio Gnoli). la Repubblica. R Non credo in nulla, eppure esisto. Roberto Gervaso. Il es Messaggero. M © Riproduzione riservata Anno 25 - Numero 93 - € 0,80 È IN EDICOLA Marketing Oggi Martedì 19 Aprile p 2016 Il primo magazine-d device per p er vive vivere benee nell’era digi d italee IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ Il marchio di sportswear per il tennis cresce in Giappone e Australia. E celebra i 50 anni Tacchini gioca su nuovi campi Dal 2017 boutique a Milano e ritorno agli Internazionali DI FRANCESCA SOTTILARO R iparte da 60 monomarca in Giappone entro la fine dell’anno, una boutique a Milano e poi a Parigi oltre a nuove sponsorizzazioni (il sogno è Roma) il secondo mezzo secolo della Sergio Tacchini. L’azienda di sportswear festeggia quest’anno i 50 anni del marchio, dalla nascita sui campi da tennis per mano del fondatore che ne ha dato il nome, Sergio Tacchini appunto, passando per le star del tennis vestite all’apice della carriera dagli anni 70 e 90 fino alla cessione ai cinesi di Hembly e poi Wintex, la società di Hong Kong che gestisce il brand dall’headquarter di Milano in via Savona. «È qui che è custodito il concept del negozio che farà il giro del mondo, è qui che pensiamo alla comunicazione e disegniamo le collezioni», racconta Patrizia Bolzoni, general manager di Sergio Tacchini, un passato nella moda, tra Armani e Dolce&Gabbana come direttore marketing e prodotto. «Stiamo lavorando al cuore del brand per tornare a mostrarlo su più fronti». Sono lontani ma non troppo, correva il 2011, i tempi in cui la Sergio Tacchini era sponsor di maglia di Novak Djokovic (la indossava anche per il mitico video musicale Hello con Bob La campagna social Tennis Type di Sergio Tacchini e, a destra, un completo maschile della linea Archivio Sinclair e Martin Solveig). «Ma poi non esisteva una rete commerciale», aggiunge la general manager. «Da 3 anni è tornato un modello di busi- Patrizia Bolzoni ness: siamo una brand company che cresce grazie a licenziatari (tramite royalties al 12%): sono loro a scegliere fra prodotti già confezionati e uguali in tutto il mondo quello più idoneo al mercato di riferimento». Grazie alla nuova regia il fatturato aggregato dei rivenditori è stato di 33 milioni di euro nel 2014, 43 milioni nel 2015 «e stimiamo un 2016 a 55 milioni», spiega Bolzoni, che ora punta a crescere. «Il focus della nuova proprietà è certamente l’Asia: entro l’anno le boutique monomarca in Giappone passeranno da 38 a 60; siamo entrati in Australia e in Arabia Saudita, mentre nel 2017 aprirà il nuovo concept nel centro di Milano e poi a Parigi: la Fran- cia è un mercato ato straordinario per l’ l’abbigliabbi li mento, vale 5 volte l’Italia». Poi ci sono le sponsorizzazioni «eventi che parlano al cuore del brand e poi ci permettono di veicolarlo attraverso orologi, profumi, calzature e moda». Bolzoni è appena rientrata dai Montecarlo Rolex Masters di tennis di cui la Sergio Tacchini è sponsor tecnico da cinque anni. E sempre nel Principato ha tenuto a battesimo l’esposizione del fotografo Gianni Ciaccia sui 50 anni del brand. «Possiamo permetterci di fare una mostra non solo con le foto in bianco e nero, ma non si può dimenticare che per gli sponsor di maglietta si sta vivendo un’autentica rivoluzione», racconta. «Mi torna in mente la finale nal dell’anno scorso d dove erano Uniqlo ql (con Djokovic) e H&M (indosso a Tomas Berdych) a rivaleggiare sul r campo». campo Per il i marchio che per primo, «prima anche di Lacoste», Lacoste ha portato il colore sulle sul maglie nei campi da tte tennis l’obiettivo «è sposare sposa a stile e sport», sottolinea Bolzoni. «Ma sotto ol poi scherzare anche in ccomunicazione sui social». Così la nuosoc va collezione, è un inno al passato con in texture tecnologiche, tex e la com comunicazione curata dall’agenzia milanese Dude d ll’ ha una doppia valenza. «Celebra l’eleganza Sergio Tacchini indosso al testimonial Tommy Robredo sulle note di Claude Debussy, ma nelle pillole Tennis Type esalta, scherzando, le manie in campo», aggiunge. C’è il tennista che geme per una volèe, che ha mille ritualità in campo, quello che parla da solo o che vive di pallonetti. A proposito di punti fissi. «Il nostro sogno è tornare agli Internazionali di tennis a Roma dove c’è ancora chi chiama il punto ristoro la terrazza Sergio Tacchini. Per il secondo anno apriremo una boutique poi si vedrà, ma è un torneo a cui siamo legati particolarmente». conclude Bolzoni. Barilla, Ferrari e illy i brand più autentici secondo Cohn & Wolfe Barilla, Ferrari, illy, Ferrero e Coop dominano la classifica dei brand più autentici in Italia. A stilarla è Cohn & Wolfe, agenzia globale di comunicazione, che ha presentato ieri la prima edizione di Authentic 100, un indice annuale dei marchi classificati secondo la percezione di autenticità da parte dei consumatori. Tra i primi 20 presenti a livello globale spiccano Disney, Amazon, Apple, Samsung, Lego, Ford, Google e Coca-Cola. Lo studio definisce per la prima volta le caratteristiche che determinano l’autenticità di marca e se la presenza o meno di questi attributi comporti variazioni nelle decisioni dei consumatori. L’autenticità è vissuta come esperienza personale: i consumatori hanno bisogno ogni giorno di riscontri reali che dimo- tale» (55%). La ricerca identifica anche una mancanza di fiducia tra brand e consumatori, con un 75% dei quasi 12 mila intervistati in 14 mercati che hanno dichiarato un problema di credibilità per marchi e aziende. Lo scetticismo nei confronti La pasta della marca va di pari passo Barilla con la scolarizzazione e con la presenza forte di marchi strino di poter contare sui marchi. premium e di qualità: è più alto in Nel definire l’autenticità, danno Europa Occidentale con solo il 7% priorità alla «qualità» (66%), vero degli intervistati nel Regno Unito, soprattutto per gli italiani, e alla Francia, Germania e Spagna (9% per «capacità di mantenere le promes- l’Italia) e solo il 5% in Svezia che se» (70%) rispetto a misure più valo- descrivono i marchi come «onesti e riali quali la «responsabilità sociale» trasparenti». (57%) e la «responsabilità ambien- Nei Paesi meno scettici, Cina e Indo- nesia in testa, il numero si assesta sul 36% e il 35%, rispettivamente. Gli americani (+23%) si collocano a metà strada e più vicini alla media globale del 22%. A livello globale, «proteggere i dati dei clienti e la loro privacy» è il quarto più importante attributo di autenticità (come visto anche nel caso Apple al quinto posto della top 100 e non disposta a cedere dati all’Fbi). L’affidabilità conviene perché quasi 9 consumatori su 10 sono disposti a premiare un marchio per la sua autenticità. Il 52% lo consiglia ad altri e il 49% dimostra fedeltà alla marca. Un 20% sarebbe addirittura disposto a mettere mano alla tasca e a investire in un marchio in grado di dimostrare la sua autenticità. © Riproduzione riservata Martedì 19 Aprile 2 2016 MARKETING 17 I piani dell’azienda specializzata nella produzione di pavimenti in legno biocompatibili Fiemme 3000, rotta verso l’estero Negozio monomarca in Cina e punto vendita a New York DI GIOVANNI BUCCHI N el mercato globalizzato le aziende hanno due possibilità: puntare sui prezzi bassi oppure ritagliarsi una nicchia. È un ragionamento che Marco Felicetti ripete da quando nel 1993 a Predazzo, in Trentino, ha fondato Fiemme 3000 puntando sui pavimenti in legno biocompati- Marco bili. «Siamo una pic- Felicetti cola azienda, i grandi ci batteranno sempre nella convenienza, dobbiamo focalizzarci sulle nostre peculiarità» è il suo ragionamento. «Ci siamo ricavati una fetta di mercato proponendo il concetto di benessere anche all’interno della casa», spiega l’a.d. a ItaliaOggi. «I consumatori sono sempre più attenti ad uno stile di vita sano, per il quale sono disposti a spendere. Perché allora non proporgli di investire anche nel benessere abitativo?». Così, con una squadra di 35 persone tra dipendenti e col- BREVI Vodafone, fibra più veloce e Netflix anche da fisso. Vodafone lancia la fibra a 500 Mbps con tecnologia Fiber to the Home a Milano, Bologna e Torino. Tra le novità, l’accordo in esclusiva commerciale con Netflix che, dopo il mobile, arriva anche per il fisso. Tutte le nuove attivazioni fibra avranno sei mesi inclusi per guardare la piattaforma di video in streaming. Wind on air con un nuovo spot tv. Fiorello e Carlo Conti sono impegnati in un nuovo episodio dall’ambientazione di action-fantascienza. Il focus è sulla promozione Porta i tuoi amici in Wind che offre 2 giga gratis ogni quattro settimane. Benessere in riva al Lago. Il Grand Hotel Fasano di Gardone Riviera (provincia di Brescia), ex dimora dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe sul Lago di Garda, propone due pacchetti benessere Aqua Spa: Fuga dalla città (due notti+trattamenti+cena degustazione) e Mordi e fuggi (weekend con pernottamento nelle camere degli Asburgo+cena al beach club La Darsena+trattamenti). Alcuni esempi di pavimenti e, a destra, una campagna pubblicitaria di Fiemme 3000 laboratori, un fatturato 2015 da 7 milioni di euro da portare a 10 entro il 2018, Fiemme 3000 ha adottato una nuova strategia per l’internazionalizzazione, convinta di potersi sviluppare meglio oltre confine pur mantenendo la filiera produttiva in Italia. Nella metropoli cinese di Shanghai ha di recente inaugurato il suo primo negozio monomarca, all’interno di un’ex area industriale ora abitata da designer, artisti e creativi. Si tratta di un’ini- ziativa frutto di un fortunato incontro con un imprenditore cinese nel settore del legno (Mr. Shao), innamoratosi delle produzioni di Fiemme 3000 e che con la sua Padovaer Woodware Co. Ltd. ha deciso di aprire un innovativo showroom al primo piano di una struttura che ospita diversi studi di architettura, puntando su un target di clienti medio-alto, sensibile ai temi green e di benessere ambientale. Non c’è però solo la Cina nei progetti di Fiemme 3000. Entro la fine dell’anno l’azienda di Predazzo aprirà un punto vendita anche a New York, dove sarà presente con una rete di imprese trentine. A seguire saranno sviluppati gli importanti contatti già avviati in Russia, a Dubai (Emirati Arabi Uniti) e a Doha (Qatar). «Quel concept di negozio che non riusciamo a sviluppare in Italia, dove il mercato è troppo affollato, lo portiamo avanti all’estero», continua Felicetti, convinto inoltre che per selezionare il personale serva una struttura interna apposita come la Fiemme Green School che ha da È PARTITO COL BOTTO IL MEGA MALL SULLA EX FABBRICA ALFA ROMEO Dodici ore di coda per arrivare al centro commerciale di Arese DI ANDREA MONTANARI Nel weekend che ha di fatto consegnato lo scudetto alla Juventus, che ha dimostrato che le Ferrari non sono ancora all’altezza delle McLaren (nonostante i proclami dell’a.d. di Fca, Sergio Marchionne) e che ha dato ragione al premier Matteo Renzi sul referendum sulle trivelle, la vera notizia è un’altra. Ossia l’inaugurazione del mostruoso, per le dimensioni (120 mila metri quadrati o giù di lì), nuovo centro commerciale di Arese, forse il più grande d’Europa, voluto dall’ultra-ottantenne Marco Brunelli, patron del gruppo della gdo Finiper e storico rivale di Bernardo Caprotti, ovvero mr Esselunga. Per arrivare in quel di Arese, là dove un tempo sorgeva lo stabilimento dell’Alfa Romeo (marchio oggi del gruppo Fca di Marchionne di cui sopra), 100 mila persone, immaginiamo per la gran parte italiani, magari lombardi o piemontesi o in caso veneti, si sono sciroppate fino a 12ore-12 di coda. Manco fossimo a Ferragosto a Rimini&dintorni. La società Autostrade per l’Italia ha dovuto chiudere uno svincolo (quello di Lainate). Manco stesse arrivando il Papa. O Renzi. Una concentrazione umana da far impallidire anche i referendari che forse, domenica, hanno perso decine di migliaia di potenziali sostenitori a quel 31,2% che serve a poco o nulla. Ma quel che forse è peggio è che c’è gente, ci sono connazionali, che hanno fatto due ore di fila per mangiare pollo fritto e patatine, come facevano forse noi da ragazzini. Tutti davanti all’insegna di Kentucky Fried Chicken (KFC), come se solo negli Usa sapessero fare questa antica e segretissima ricetta. Sarà che siamo figli e schiavi della società del consumismo e che di questi tempi, almeno a Milano, vanno di moda le chips made in Olanda o Belgio. In tutto questo c’è una considerazione economica non da poco. Almeno una volta chi andava alle Feste de L’Unità mangiava italiano e soprattutto lasciava denaro fresco a imprenditori italiani. Oggi invece si va ad Arese, come fosse la caput mundi del Terzo Millennio, a omaggiare e soprattutto rimpinguare le tasche di americani, KFC appunto, danesi (i proprietari del mitico marchio della Lego) e pure degli irlandesi di Primark (abbigliamento low cost, dove lo scontrino medio per vestirsi da capo a piedi, è di 48 sterline quindi 55 euro). Curioso poi quest’ultimo caso: lo Stato italiano, ma anche quello francese e tedesco, da tempo combatte i colossi del web, Google su tutti, perché le varie branch locali non pagano le tasse nel paese in cui operano perché di fatto fungono da service per le case-madri europee tutte o in gran parte domiciliate in Irlanda. Verrebbe da dire, in questo caso: cornuti e mazziati Fine settimana, museo o barbecue? © Riproduzione riservata VE LO DICE classmeteo.it PER 27.000 LOCALITÀ ITALIANE E 170.000 CITTÀ DEL MONDO poco lanciato. E questo perché, dice, «se l’edilizia è andata in crisi nel nostro Paese è anche per colpa di chi ci lavorava. E’ arrivato il momento di cambiare gli attori; ci servono persone nuove, giovani, che conoscano le lingue, che non abbiano mai lavorato in questo settore e non vivano di rimpianti. Per questo abbiamo deciso di formarle con una nostra scuola prima di assumerle». I primi tre sono appena entrati nella squadra di Fiemme 3000. © Riproduzione riservata TURISMO Grimaldi si espande in Sardegna Grimaldi Lines lancia il collegamento giornaliero Civitavecchia-Olbia con la Cruise Olbia in grado di trasportare 1.600 passeggeri e 170 auto. Le partenze sono previste, tutti i giorni, da Civitavecchia alle 22,45 con arrivo previsto ad Olbia alle 7,00 del giorno successivo. Il ritorno è alle 12,30 con arrivo alle 19. Per Grimaldi Lines, l’operazione punta all’espansione e al rafforzamento in Sardegna, destinazione che da giugno vedrà raddoppiato il collegamento Livorno-Olbia, già a cadenza giornaliera e prossimamente con due partenze quotidiane da entrambi i porti. Per la stagione estiva 2016, Grimaldi Lines ha previsto una serie di promozioni, tra loro non cumulabili, su tutti i collegamenti passeggeri da e per la Sardegna. Per esempio, l’Advanced booking 30% offre uno sconto speciale del 30% sui biglietti relativi a passaggio ponte, supplemento sistemazioni e veicoli al seguito (diritti fissi e supplementi facoltativi esclusi), per prenotazioni effettuate entro il 31 maggio con partenza in media e alta stagione entro il 30 novembre. 18 Martedì 19 Aprile 2016 MEDIA Negli Usa Prime Video si sgancia dal servizio di consegne lampo a cui era legata finora Amazon, la vera sfida a Netflix Offerta di streaming on demand mensile a 1 dollaro in meno DI ANDREA SECCHI Sky e Sony, accordo paneuropeo sui film A mazon lancia definitivamente il guanto di sfida a Netflix sul video on demand. Da domenica gli americani possono abbonarsi al servizio Prime Video del gigante dell’e-commerce a 8,99 dollari al mese senza vincoli (al cambio attuale circa 8 euro) ovvero 1 dollaro in meno dell’abbonamento più diffuso di Netflix, quello in Hd che costa 10 dollari (per la definizione standard si parte invece da 7,99 dollari). Fino a questo momento Prime Video era un bonus inserito nel più generale Prime di Amazon, che costa 99 dollari all’anno e il cui principale servizio è la consegna degli ordini sul sito gratis in massimo due giorni più vari altri benefit, tra cui musica in streaming e una selezione di ebook. Dal momento che ogni mossa di Jeff Bezos è pesata e calcolata, evidentemente l’offerta video è ormai giudicata abbastanza competitiva rispetto a quella di Netflix e in grado di cammina- Sky e Sony Pictures Television hanno annunciato il primo accordo pluriennale paneuropeo sui film, che riguarda i servizi Sky in abbonamento e in pay per view di cinema in Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania e Austria. L’accordo comprende tutte le nuove produzioni Sony, anche in Ultra Hd: gli abbonati a Sky Cinema in Italia e ai servizi negli altri paesi (Sky Movies e Sky Film) avranno la possibilità di guardare i film Sony più di un anno prima degli altri servizi in abbonamento e pochi mesi dopo la loro uscita nelle sale. Allo stesso modo coloro che utilizzano servizi pay per view cinema (Sky Primafila, Sky Store e Sky Select) avranno la possibilità di affittare, e in alcuni casi acquistare, sia le nuove produzioni che i classici. Jeff Bezos re da sola. Da un po’ di tempo, infatti, Amazon ha cominciato a investire seriamente per acquisire diritti in esclusiva per Prime Video (Downton Abbey e Mr Robot, fra gli altri), ha direttamente prodotto serie come Mozart in the jungle e Transparent arruolando persino Woody Allen per una nuova serie che sarà lanciata quest’anno. Per giunta, lanciando un’offerta video separata dal resto, Bezos potrà ottenere un altro vantaggio (o forse è questo il France Télé chiude in utile con un artificio contabile Da Parigi GIUSEPPE CORSENTINO Sorpresa. Il primo bilancio di France Télévisions, la Rai francese, firmato dal nuovo presidente Delphine Arnotte, l’equivalente della nostra Monica Maggioni, porta il segno più. Più 200 mila euro. Per la prima volta dal 2012. Ma, attenzione, si tratta solo di un artificio contabile alla luce delle nuove regole di contabilità pubblica, insomma di un maquillage finanziario che non fa di certo sparire la voragine delle perdite accumulate negli ultimi anni e arrivate a quota 50 milioni di euro (a fronte di 2,4 miliardi di canone pagato dai francesi nella bolletta della luce). In ogni caso, il piccolo avanzo contabile consente alla neopresidente di continuare con più lena nel difficilissimo lavoro di ristrutturazione dell’emittente pubblica i cui bilanci sono appesantiti non solo dal calo della raccolta pubblicitaria ma soprattutto dal numero dei dipendenti, quasi diecimila, tutti assunti con contratti di lavoro a tempo indeterminato e a condizioni economiche più che vantaggiose. Nei primi mesi di quest’anno in duecento «son partis», si sono dimessi e se ne sono andati spontaneamente. Ma non bastano e per ridurre la voce «costo del lavoro» la Ernotte dovrà impegnarsi a trattative sindacali estenuanti. Così come sta facendo in questi giorni per portare a termine il progetto di fusione delle redazioni di France2 e France3 e creare un unico polo informativo sotto il marchio-ombrello di FranceInfo. Lo scontro, come ha scritto ItaliaOggi il 13 aprile, è divampato feroce («La Tourmente à France tv», ha titolato in prima pagina il quotidiano Le Monde) e ha coinvolto immediatamente il nuovo direttore dell’informazione, Michel Field (il Carlo Verdelli francese, se vogliamo trovare un paragone) di cui i giornalisti hanno chiesto le dimissioni dopo appena cinque mesi dal suo insediamento. Insomma, niente di nuovo a Parigi, come a Roma Saxa Rubra. @pippocorsentino © Riproduzione riservata principale motivo, chi lo sa): quello di far capire agli utenti il valore di un abbonamento tradizionale a Prime, che fatti i conti costa meno del solo video e offre di più. Non ci sono numeri sui clienti di Prime negli Usa, ma alcune stime parlano di 50/60 milioni di abbonati, dati comunque non significativi per capire quanti abbiano fatto l’abbonamento in primo luogo per i video. Analizzando l’utilizzo dei dati in rete, c’è chi ipo- tizza gli utenti reali di Prime Video siano il 10% di quelli di Netflix negli Usa, pari a 45,4 milioni a fine marzo. In Italia il servizio Prime consente di avere le consegne in un giorno su 1 milione di prodotti a 19,99 euro all’anno, ma non c’è ancora il video on demand, presente al di fuori degli Usa solo in Regno Unito e Germania. L’annuncio di Amazon è ar- rivato poche ore prima del rilascio della trimestrale di Netflix (avvenuto nella tarda serata di ieri quando questo giornale era chiuso in redazione), anche questa una mossa scaltra: quando si scoprirà se gli 1,75 milioni di abbonati netti in più negli Usa previsti dall’azienda saranno stati raggiunti, si parlerà molto anche della nuova sfida di Bezos. © Riproduzione riservata Yahoo, Verizon in pole per l’acquisizione Niente offerte da Time e Alphabet Verizon Communications è in prima fila nell’operazione Yahoo in seguito alla decisione di diversi pretendenti di abbandonare la partita. In vista del termine ultimo per la presentazione delle offerte per l’acquisizione degli asset online previsto per la giornata ieri, il colosso delle telecomunicazioni statunitense è uno dei pochi candidati rimasti in corsa dopo la decisione di molte delle 40 aziende interessate di non procedere con la transazione. Tra le aziende che hanno preferito abbandonare la contesa figurano, secondo il Wall Street Journal, Time Inc, intimorita Lowell dagli eccessivi rischi McAdam legati alla transazione, Alphabet (la holding a cui appartiene Google), Comcast, At&t e Iac/Interactivecorp. Verizon, azienda guidata da Lowell McAdam con una capitalizzazione di mercato di 210 miliardi di dollari e una liquidità di 4,5 miliardi, si troverà ad affrontare la concorrenza soprattutto di società di private-equity come Bain Capital, TPG e Advent International. Kkr ha manifestato interesse ma non è chiaro quali siano le sue intenzioni, mentre la britannica Daily Mail & General Trust è ancora in trattative con aziende sempre del private-equity per delineare un’offerta congiunta. Yahoo ha messo sul mercato il suo core business nel mondo di internet, da cui potrebbe incassare tra 4 e 8 miliardi di dollari anche se i recenti problemi potrebbero ridurre anche di molto l’incasso complessivo, e le partecipazioni in Alibaba e Yahoo Japan. Ai potenziali acquirenti è stato chiesto esplicitamente di precisare a quali asset siano interessati e a che prezzo. Alcuni potrebbero essere interessati solo al core business del web e altri alle sole partecipazioni. Secondo i rumors circolati nei giorni scorsi, l’offerta di Verizon dovrebbe essere di 8 miliardi di dollari (7 mld di euro) per l’acquisizione delle attività internet di Yahoo che comprendono siti come Yahoo Sport, Yahoo Notizie e Yahoo Finanza, l’omonimo motore di ricerca, il servizio di e-mail, la piattaforma per blog Tumblr e quella per immagini Flickr. La proposta dovrebbe comprendere anche l’acquisizione della quota in Yahoo Japan, società separata da quella americana e in cui quest’ultima detiene un 35% valutato in passato 8,5 miliardi di dollari (8 miliardi di euro). «Verizon sta cercando di spostare le proprie attività dall’analogico al digitale», ha detto Craig Moffett, analista di MoffettNathanson. «Quindi ritiene che combinare gli asset della sua Aol con Yahoo potrebbe consentire di avere la piattaforma pubblicitaria digitale di cui ha bisogno per portare avanti la strategia di rinnovamento». © Riproduzione riservata Martedì 19 Aprile 2016 MEDIA 19 1 Il Biscione diventerà ufficialmente azionista di controllo del gruppo radio nel secondo semestre 2016 Mediaset-Finelco, parte l’iter Rti avrà il 69% di RB1 e sarà l’editore di 105, Rmc e Virgin DI CLAUDIO PLAZZOTTA N el secondo semestre del 2016 Mediaset diventerà ufficialmente azionista di controllo di Finelco, il gruppo radiofonico di 105, Rmc e Virgin attualmente in mano ad Alberto Hazan. Dopo la decisione dell’Antitrust, infatti, può partire l’iter che porterà le emittenti milanesi di Largo Donegani nelle braccia del Biscione. Attualmente Hazan controlla il gruppo tramite la società Unibas sgps ltd, a sua volta controllata dalla società RB1. Ebbene, al momento Rti-Mediaset detiene il 19% di azioni ordinarie con diritto di voto di RB1 e il 50% di azioni senza diritto di voto, ma convertibili. E la conversione avverrà in prossimità di giugno-luglio, con effetti contabili sul secondo semestre del 2016. A questo punto Rti avrà il 69% di RB1, società che, indirettamente, controlla Finelco, E diventerà, quindi, editore di riferimento delle tre radio, cui affiancherà R101 e Radio Orbital, delle quali è già editore. Quanto, invece, alla raccolta pubblicitaria, la concessionaria Mediamond (joint venture tra Mediaset e Mondadori) potrà continuare a raccoglierla per R101, Finelco, Subasio, Radio Norba, Radio Suby, ma dovrà rinunciare a Radio Italia (da fine 2016) e Kiss Kiss (da fine 2017). Non potrà sottoscrivere ulteriori contratti di raccolta con queste emittenti almeno fino al 31 dicembre 2020, come non potrà, sempre entro fine 2020, diventare editore di altri circuiti nazionali (detiene, tuttavia, il titolo autorizzativo alla trasmissione di Radio Orbital, che in futuro potrebbe essere equiparato a quello di una concessione radio nazionale). Con i singoli centri media, infine, dovranno essere sottoscritti contratti autonomi da Mediamond per il mondo radio, rispetto ad altri contratti dell’universo Mediaset (Publitalia o Digitalia). Nonostante avesse in ballo una decisione dell’Antitrust (uscita lo scorso 15 aprile) su questioni di posizione dominante, Mediaset ha organizzato, lo scorso 26 gennaio a Milano, una serata di presentazione del «Sistema radio Mediamond». Ampi stralci di quella presentazione sono finiti proprio nel dispositivo dell’Antitrust e sono stati usati per dimostrare la posizione dominante del Biscione e quindi la necessità di intervenire. È l’Authority stessa a scrivere che nei documenti presentati a 1.200 esponenti di aziende, agenzie, centri media si parla di «leadership incontrasta- Alberto Hazan Internet, il 73% del tempo è su mobile ma il pc resiste per siti per adulti, news e mail Totale tempo speso nel mese, italiani 18-74 anni 0$*-, /-$/,# 0$*-, /-$/,# 100$)$" 0$&,.($ $*!$.,**1+(0($/ $))1) . &(+& +)(+$ *$/ $ ."' * () //$."' +#(/$. $+$. )+0$.$/0,.0 )/,**1+(0($/ +0$.+$0,,)/$!$.2("$/ ,%03 .$ +1% "01.$./ (#$,/,2($/ 1..$+02$+0/),! )$3/ +/0 +0$// &(+& -,.0/ ) //($#/1"0(,+/ #1)0 Distribuzione tempo speso online tra pc e mobile. Utenti 18-74 anni. Elaborazione ItaliaOggi su dati Audiweb C’è sempre più mobile nella navigazione degli italiani: l’audience online da smartphone e tablet è cresciuta del 26,4% negli ultimi due anni, con 18,2 milioni di utenti nel giorno medio (10,2 milioni quelli che utilizzano soltanto il mobile). Per contro, è evidente la flessione del pc: -12,7% nello stesso periodo, per un totale di 11,5 milioni. Il fenomeno che emerge dalle elaborazioni dei dati Audiweb presentate all’ultimo Iab Seminar è ancora più evidente se si considera il tempo trascorso a navigare sui dispositivi. A gennaio il 73% era dedicato appunto al mobile, in crescita dal 67% di un anno prima e solo il 27% al pc, mentre nel gennaio 2015 questa percentuale era il 33%. E quando si naviga da smartphone o tablet lo si fa principalmente con le app (84,5%, sebbene se ne utilizzino poche fra le tante) e solo raramente con il browser mobile (15,5%). Ma non tutte le categorie dei siti rispondono a questo schema generale. Ce ne sono alcune, infatti, per le quali il pc vince sempre sul cellulare in fatto di percentuale di tempo. È il caso dei siti per adulti, ultima categoria fra quelle nella tabella in pagina per tempo totale trascorso dagli utenti, ma con la particolarità che comunque i navigatori stazionano su PornHub e gli altri più da computer (69%) che da mobile (31%). Allo stesso modo, il tempo maggiore per la lettura delle notizie si passa su pc (61,1%, current events & global news), così per l’utilizzo dell’email (55,9%) e per i siti sportivi (50,5%). Per il resto il mobile la fa da padrone. ta» del sistema radio Mediamond, un sistema «in grado di raggiungere qualsiasi target nell’ambito della popolazione individui 15-64 anni», con «una grandissima audience (quasi televisiva)», e che può organizzare «eventi e attività cross mediali con la tv». Anche nei rilievi sollevati da Mediaset in ambito di dibattimento all’Antitrust, qualcosa non è filato per il verso giusto. Per esempio, Mediaset dice che «i fatturati di Finelco sono sovrastimati, poiché includono le commissioni di agenzia». Come a dire che i dati pubblici di Finelco, quelli usati dalla stessa Mediaset-Rti per valutare l’opportunità o meno del suo investimento, non sono del tutto realistici (nel bilancio 2014 di Finelco, ultimo disponibile, si parla di ricavi per 83 milioni di euro e di un fatturato pubblicitario netto per 59,8 milioni di euro). E infatti l’osservazione di Mediaset viene severamente bacchettata dallo stesso Antitrust (punti 114-115116 del dispositivo) sia nel merito sia nel metodo. Un altro paio di considerazioni interessanti emergono poi dalla disamina dell’Antitrust sul mondo radiofonico italiano. Innazitutto, viene fatta una precisa distinzione tra radio prevalentemente giovanili (Virgin, Kiss Kiss, m2o), quelle con un pubblico maturo (i canali Rai e Radio 24), femminile (Radio Italia, Subasio), generalista (Deejay, R101, Rds, Rtl 102,5), maschile ma con un profilo più maturo rispetto alle generaliste (Rmc, Capital), maschile ma con un profilo più giovane delle generaliste (105). Un secondo punto è il pericolo paventato da Rtl 102,5, Rds e il gruppo Espresso circa un ingresso massiccio di Mediaset nel mondo radio, tale da condurre a svalutazioni del mezzo e a forti sconti sugli spazi pubblicitari, nell’ordine del 7-9%: «Se i ricavi del mezzo radio dovessero calare del 7-9%, sarebbe a rischio il pareggio di bilancio per Rtl 102,5 e Rds», si scrive nel dispositivo Antitrust. © Riproduzione riservata In edicola il libro di Dini sulla sua idea dell’Italia Una certa idea dell’Italia, cinquant’anni tra scena e retroscena della politica e dell’economia, è questo il titolo del libro di Lamberto Dini (con Luigi Tivelli) che i lettori di ItaliaOggi e MF-Milano Finanza possono ora acquistare in edicola. Il saggio ripercorre più di mezzo secolo vissuto sulla scena politica ed economica italiana e internazionale da un uomo che ha riunito in sé diverse qualità politiche, oltre che economiche e finanziarie. «Un uomo che non partecipiù da protagonista alla vita popa p litica... ma che ha mantenuto una litic profondità di analisi e una visione pro internazionale che gli consentono inte un’originale capacità di giudizio», un’ scrive nell’introduzione al volume scr Antonio Polito, vicedirettore del An Corriere della Sera. Cor «Questo libro non è né vuole esse«Q re autobiografico, ma piuttosto un contributo a chi oggi governa il Pacon ese perché si convinca su che cosa si debba fare per risanare l’Italia, stesso tempo un contributo e allo a altrettanto importante nei conalt che scelgono chi deve governare», fronti dei concittadini ch prefazione Paolo Panerai, vicepresidente aggiunge nella prefazion e amministratore delegato di Class Editori (società che edita il volume, oltre che partecipare al capitale di questo giornale). Il lavoro ha il vigore di un saggio critico sul presente dell’Italia e dell’Europa, ma è anche proiettato sul futuro. Perché leggerlo? Per la sua capacità di essere attuale. Dini interviene in modo deciso sulle vicende di oggi, sia «imputando poco coraggio al primo ministro nell’affrontare l’eccesso di intermediazione pubblica nell’economica, sia invitando Matteo Renzi a un uso maggiore del compromesso, che... non è un peccato ma la risposta che serve ad evitare assolutismo e intolleranza», sottolinea Polito. E proprio «a Renzi potrebbe essere dedicato il libro», sostiene Panerai, «perché ripercorrendo la vicenda politica ed economica dell’Italia...possa trarne spunto per attuare una politica liberal-democratica dove lo Stato sia meno presente nell’economia e l’Europa non impedisca al paese di crescere». 20 Martedì 19 Aprile 2016 MEDIA CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA Sole 24 Ore, per la prima volta ipotesi vicepresidente esecutivo, aspettando il nuovo a.d. Mentre l’attenzione è concentrata sull’offerta di Urbano Cairo su Rcs e i francesi di Vivendi che si sono comprati la pay tv Premium di Mediaset, c’è un altro gruppo editoriale che prepara qualche novità a breve: si tratta del Sole 24 Ore da cui è in uscita l’attuale a.d. Donatella Treu, non ricompresa nella lista per il nuovo consiglio presentata da Confindustria (che controlla l’editrice col 67,5%). Il nuovo presidente designato è Giorgio Squinzi, patron della Mapei ed ex presidente dell’associazione degli industriali italiani fino al 25 maggio scorso (quando è stato eletto Vincenzo Boccia al timone delle salernitane Arti Grafiche Boccia). Ma chi sarà il prossimo a.d.? Al momento, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, l’incarico per selezionare il nuovo profilo è stato assegnato a due società di headhunting. Indiscrezioni di mercato hanno fatto vari nomi di candidati tra cui quello di Alessandro Bompieri, oggi a capo della divisione News Italia di Rcs-Corriere della Sera. Ma per via Monterosa, a Milano, l’intenzione sembra voler puntare non su un nuovo amministratore delegato, bensì nominare per la prima volta un vicepresidente con deleghe operative. Per la carica sono in pole position Carlo Pesenti dell’omonima famiglia di industriali bergamaschi con Ital- cementi, e quello di Luigi Abete, tra l’altro presidente di Bnl e a.d. dell’agenzia stampa romana Askanews. Entrambi fanno parte della lista presentata da Confindustria, ma per Abete è una conferma, per Pesenti un ingresso. Se il primo è più impegnato nel settore editoriale, il secondo ha tra l’altro un passato come consigliere di Rcs. Wi k i p e d i a R e search, Telecom prima per completezza d’informazione sull’enciclopedia online. Telecom Italia è prima nella classifi ca italiana Wi k i p e d i a R e s e arch, che valuta la completezza delle voci su Wikipedia delle cento maggiori aziende tricolore. Giunta alla quarta edizione in Italia, la classifica ha assegnato il 94% di soddisfazione dei criteri in considerazione a Telecom. Seguono sul podio Eni (84%) e Intesa Sanpaolo (82,8%). Mate debutta domani in edicola. Il nuovo mensile della casa editrice Centauria diretto da Luciano Regolo vuole promuovere la matematica tra il grande pubblico, con interviste, spiegazioni e giochi. È disponibile in edicola e su mobile (via abbonamento o singola copia). R o s s a n i g o a l l a c o mu n i c a zione di Allianz Italia. Carlo Rossanigo sarà ufficialmente da domani il nuovo responsabile della comunicazione di Allianz Italia (come anticipato da ItaliaOggi del 13/4/2016). A Rossanigo, che lascia Rcs Mediagroup, faranno capo le attività di media & external relations, csr, comunicazione interna, eventi e servizi alla rete e sponsorizzazioni. News Corp, nuova accusa a Google: utilizza gli articoli online senza permesso Larry Page Rupert Murdoch News Corp denuncia una seconda volta Google davanti alla Commissione europea, accusando questa volta il motore di ricerca americano di copiare le notizie di altri editori e inserirle tra i suoi risultati online, anche quando l’editore che ha pubblicato quegli articoli non ha acconsentito al loro utilizzo. L’obiettivo di Alphabet, holding di Google, è rafforzare la propria posizione dominante, secondo l’accusa, e in particolare voler attirare sempre più pubblicità internet. Già, lo scorso aprile, il gruppo guidato da Rupert Murdoch (che edita tra gli altri il Wall Street Journal) aveva denunciato più in generale l’azienda hi-tech Usa per le sue pratiche concorrenziali ma senza voler aggiungere ulteriori dettagli. In precedenza comunque, sempre contro il colosso guidato da Larry Page, anche l’Unione europea ha aperto un’indagine sospettando che i risultati del motore di ricerca siano distorti per favorire i servizi di shopping online della grande G. Secondo il Wall Street Journal, la Ue sta decidendo adesso se formalizzare a breve o meno quest’accusa. TELEKOMMANDO LA VIGNETTA DEL GIORNO In Rai nascerà la direzione cultura DI GIANFRANCO FERRONI In Rai nascerà la «direzione cultura»: nei prossimi giorni la nomina del prescelto per la prestigiosa carica. I candidati sono numerosi: tra i più quotati il giornalista Duilio Giammaria, conduttore della fortunata trasmissione Petrolio, su Rai 1, dove ha sempre dedicato grande attenzione ai beni culturali. *** Var. % 30/12/15 Capitaliz. (mln €) 0,61 7,88 386,2 1,68 -12,00 110,0 0,4307 - -38,03 40,7 Sarà Simone Annichiarico a condurre (al posto di Alessia Marcuzzi che ha rinunciato senza penale) la serata di musica e spettacolo allo stadio Olimpico di Roma in occasione del Giubileo dei ragazzi, sabato 23 aprile. Ci saranno gli artisti più famosi del momento, da Lorenzo Fragola a Francesca Michielin e ancora Arisa, Giovanni Caccamo, Moreno, Deborah Iurato, Shari, Dear Jack, Fuoricontrollo, Andrea D’Alessio. Una festa dedicata ai ragazzi, in un evento curato dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della Conferenza episcopale italiana con la collaborazione di Tv2000 (canale 28 digitale terreste, 18 TivuSat, 140 Sky, in streaming su www.tv2000.it) a cui è stata affidata la diretta televisiva. Diretta radiofonica sul circuito inBlu, il network delle radio cattoliche italiane. Espresso 1,0120 2,22 - 417,0 *** Il Sole 24 Ore 0,5450 -2,33 -15,50 23,6 Sei in un Paese meraviglioso raddoppia. Dopo il successo della prima stagione, da giovedì 21 aprile le experience del progetto di Autostrade per l’Italia prendono vita sullo schermo con immagini in alta definizione, con diciotto nuovi appuntamenti, quattro itinerari per ogni puntata e un solo «Virgilio»: Dario Vergassola che, partendo dalle aree di servizio, andrà alla scoperta degli angoli più suggestivi e meno conosciuti dei territori che circondano L’editoria in Piazza Affari Indice Chiusura Var. % Var. % 30/12/15 FTSE IT ALL SHARE 20.049,55 FTSE IT MEDIA 13.508,06 0,55 1,03 -13,71 0,08 Titolo Rif. Var. % Cairo Communication 4,9300 Caltagirone Editore 0,8800 Class Editori Mediaset 3,9340 1,29 2,66 4.646,9 Mondadori 0,9880 -0,10 -4,91 258,3 Monrif 0,2131 - -19,31 32,0 Poligrafici Editoriale 0,1940 - -23,59 25,6 Rcs Mediagroup 0,5795 1,67 -6,61 302,4 Seat Pagine Gialle 0,0026 - -16,13 167,1 la rete autostradale. Itinerari originali, studiati con il contributo scientifico di Touring Club Italiano e Slow Food per un progetto che vuole valorizzare migliaia di «bellezze nascoste» che si trovano in un raggio di 50 km dalle uscite autostradali. La produzione di Autostrade per l’Italia nasce da un’idea del direttore relazioni esterne, affari istituzionali e marketing di Autostrade per l’Italia Francesco Delzio, rilanciata dal direttore Sky Arte Hd Roberto Pisoni. La serie tv è realizzata da Ballandi Arts. Presentazione, ieri, nello scenario del palazzo Farnese di Caprarola, con il soprintendente per il polo museale del Lazio Edith Gabrielli e il sindaco del comune caprolatto Eugenio Stelliferi. *** Dal piccolo schermo alle presentazioni di libri: la scorsa settimana due giornalisti del Tg1 a Roma hanno calcato le scene della Feltrinelli di galleria Sordi e della fondazione Besso di largo Argentina. Nella prima, Fabrizio Ferragni ha accompagnato la presentazione del romanzo Vite sotto assedio di Nazzareno Pietroni, nella seconda Gianni Maritati è stato chiamato da Mariarita Pocino a «lanciare» il volume Le chiese di Roma da non perdere. *** Astri nascenti del piccolo schermo: un principe del foro come il vicepresidente di Mineracqua Ettore Fortuna riscuote consensi a ogni apparizione, diurna e notturna, sulle reti televisive. Obiettivo, sottolineare la qualità delle acque minerali italiane, batteriologicamente pure: «Non c’è acqua più fresca», direbbe l’attore e commediografo Giuseppe Battiston. [email protected] © Riproduzione riservata Mercati Martedì 19 Aprile 2016 & Finanza 21 in edicola ccon Il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,55% dopo un avvio negativo. Bene Saipem e Fca Doha non spaventa la borsa Atlante ha trascinato i bancari: brillano B. Mps e Carige P iazza Affari ha mostrato un’ottima tenuta dopo il nulla di fatto dal vertice di Doha (si veda articolo a pagina 25) dove i paesi produttori non sono riusciti a trovare l’accordo sul taglio alla produzione di greggio a causa delle tensioni fra Arabia e Iran. Il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,55%, a 18.358 punti, annullando tutte le perdite segnate in avvio di seduta (17.903 punti il minimo intraday). C’è stato un buon movimento sui titoli bancari, in scia al fondo Atlante, che hanno registrato una buona performance: B. Mps +8,24%, B. Carige +6,74%, Ubi B. +4,98%, Bp E.Romagna +2,58%, Mediobanca +1,67%, Intesa Sanpaolo +0,49% e Bp Milano +0,39%. In calo solo B. Popolare (-0,48%) e Unicredit (-3,43%) che hanno pagato lo stacco del dividendo. Tra i titoli che hanno staccato la cedola anche Prysmian (0,42 euro-azione; -0,99% a 20,09 euro), B. Mediolanum (0,14 euro-azione; +0,35% a 7,105 euro) e Finecobank (0,255 euro-azione; +0,42% a 7,105 euro). Fermi invece i big Intesa (+0,49%) e Unicredit (+0,06%). Nel risparmio gestito in evidenza Anima (+5,76%), Fineco (+4,16%), tra gli assicurativi è salito Unipol (+5,36%). Bene Fca (+3,14%), nel gruppo è risultato in rialzo Cnh (+4,50%), ed Exor è sul +1,98%. Nell’energia Enel è migliorato dell’1,84%, Eni -0,30%, è salito Saipem (+5,21%). Negativo Telecom Attacco a Draghi, il partito della Markel vuole la Bce (-1,68%) alla notizia che Vivendi ha leggermente diminuito la propria quota, giù Stm (-1,75%) su un report negativo. In rialzo Rcs (+1,67%) In consistente rialzo Finmeccanica (+1,84% a 11,06 euro) che ha beneficiato dell’upgrade di Ubs a buy da neutral, con prezzo obiettivo fissato a 13,6 euro. In leggero progresso S. Ferragamo (+0,42% a 21,34 euro) su cui Société Générale ha ridotto il prezzo obiettivo da 24 a 22 euro, confermando la raccomandazione hold. In rosso invece Stm (-1,75% a 5,04 euro). Kepler Cheuvreux (hold, Tp 7 usd) teme un taglio del dividendo. Sul resto del listino si segnala Astaldi (+4,66% a 4,09 euro) che con un pool di imprese si è aggiudicata il contratto per la realizzazione dell’autostrada Brasov-Ora- dea, in Romania. Ovs ha chiuso con un +1,23% a 5,75 euro con gli analisti che hanno continuato a dare giudizi positivi dopo la pubblicazione dei risultati 2015. Gruppo Waste Italia (+23,34%), Prelios (+11,87%) e Risanamento (+7,5%) si sono posizionati tra i migliori titoli del Ftse Mib. Il petrolio ha reagito con cali del 5% circa, che si sono poi ridotti nel corso della seduta con il brent che ha è risalito a 43,15 dollari al barile mentre il Wti ha virato salendo, ieri sera tardi, a 41,06 dollari al barile. A detta di uno strategist il mercato un po’ si aspettava questo esito e infatti il settore dell’Oil&Gas dopo un avvio in forte ribasso ha ripreso quota con Tenaris +0,43%. L’euro è passato di mano a 1,1319 dollari. La Germania attacca Mario Draghi e rivendica per sé la massima poltrona della Bce, nel 2019, quando, dopo otto anni, scadrà il mandato di Supermario. La Csu, il partito conservatore bavarese alleato della Cdu della cancelliera Angela Merkel, ha attaccato le politiche monetarie espansioniste del presidente Draghi e ha chiesto che il suo successore sia «un esperto finanziario tedesco che si senta fedele alla tradizione della Bundesbank di stabilità valutaria. Le politiche di Mario Draghi hanno minato enormemente la credibilità della Bce», ha dichiarato alla Bild il numero due del gruppo parlamentare della Csu al Bundestag, HansPeter Friedrich. Sulla richiesta di un tedesco al timone della Bce si è speso anche un altro parlamentare della Csu, Hans-Peter Uhl che ha puntato il dito contro la decisione dell’istituto di Francoforte di portare in territorio negativo i tassi sui depositi. Misura fortemente avversata dalle Sparkasse, le casse di risparmio tedesche che offrono ai correntisti rendimenti piuttosto redditizi ma che ora potrebbero vedersi costrette a trasferire su di loro i tassi negativi. Di conseguenza i risparmiatori, trovando sempre meno conveniente depositare il denaro in banca, si stanno già spostando sempre più sugli investimenti immobiliari. Il risultato è stato un aumento dei prezzi delle case che va a colpire un altro pilastro del modello tedesco: mantenere l’inflazione bassa per poter contenere il costo del lavoro. Sono proprio questi fenomeni che, di recente, hanno fatto salire alle stelle la tensione tra Draghi e il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, il quale ha accusato l’attuale politica monetaria della Bce di essere responsabile di parte del recente successo alle elezioni regionali del partito anti-euro Afd. © Riproduzione riservata QuotazioniRealtime © Riproduzione riservata TA S S I E VA L U T E Cambi Divisa Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali Valuta/ Euro U.i.c. prec. Var. ass. Cross su $ Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta Corona Ceca 27,022 27,025 -0,0030 23,9006 Tasso ufficiale di riferimento 0,00 0,15 0,10 Corona Danese 7,4417 7,4414 0,0003 6,5821 Rendistato Bankitalia(lordi) 0,85 0,87 -0,01 8,2545 Tasso Inflazione ITA -0,20 -0,30 0,10 -0,10 -0,20 0,10 Corona Norvegese 9,3325 9,3044 0,0281 Corona Svedese 9,1948 9,1902 0,0046 8,1327 Tasso Inflazione EU Dollaro Australiano 1,4685 1,4648 0,0037 1,2989 Indice HICP EU-12 100,10 98,00 2,10 Dollaro Canadese 1,4612 1,4535 0,0077 1,2924 HICP area EURO ex tobacco 100,07 98,83 1,24 Dollaro N Zelanda 1,6303 1,6334 -0,0031 1,4420 Tasso annuo crescita PIL ITA 1,00 0,82 0,18 Dollaro USA 1,1306 1,1284 0,0022 - Tasso di disoccupazione ITA 11,92 10,57 1,35 Fiorino Ungherese 310,33 310,54 -0,2100 274,4826 Franco Svizzero 1,0916 1,0919 -0,0003 0,9655 Rand Sudafricano 16,5061 16,4424 0,0637 14,5994 Sterlina GB 0,7978 0,79575 0,0021 0,7056 Yen Giapponese 122,32 122,91 -0,5900 108,1903 Zloty Polacco 4,3059 4,2967 0,0092 3,8085 LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Inflazione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat. Il primo quotidiano finanziario italiano Tassi Euro E.O.N.I.A. Scadenza E.O.N.I.A. Scadenza 1 sett 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi -0,337 -0,340 -0,343 -0,346 -0,350 -0,354 6 mesi 7 mesi 8 mesi 9 mesi 10 mesi 12 mesi -0,358 -0,363 -0,367 -0,372 -0,378 -0,386 Preziosi e metalli Den. Let. Preziosi ($ per oncia) Oro 1233,57 1233,71 Argento 16,24 16,26 Palladio 566,1 569,4 Platino 976,21 977,55 Metalli ($ per tonn.) Aluminium 1570 1569,5 Rame 4827,5 4826,5 Piombo 1714 1713 Nickel 9145 9140 Den. Stagno 17075 Zinco 1894 Monete e Preziosi (quote in €) Sterlina (v.c) 243,87 Sterlina (n.c) 246,05 Sterlina (post 74) 246,05 Marengo Italiano 196,25 Marengo Svizzero 194,03 Marengo Francese 194,02 Marengo Belga 193,93 Euribor Irs Euribor Scadenza Int. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera 1 Sett. 2 Sett. 1M 2M 3M 6M 9M 12 M Let. Fonte: EMMI 17055 1893 Btp 283,55 287,15 287,15 222,08 218,98 216,39 215,49 -0,361 -0,352 -0,342 -0,287 -0,249 -0,140 -0,073 -0,011 Valori al 15/04/2016 Btp Scadenza Rendimento 2Yr BTP 3Yr BTP 5Yr BTP 10Yr BTP 30Yr BTP -0,013 0,036 0,345 1,349 2,473 1 anno -0,168 -0,128 2 anni -0,175 -0,135 3 anni -0,145 -0,105 4 anni -0,085 -0,045 5 anni -0,003 0,037 6 anni 0,096 0,136 7 anni 0,207 0,247 8 anni 0,322 9 anni 0,431 0,471 10 anni 0,529 0,569 12 anni 0,698 0,738 15 anni 0,876 0,916 20 anni 1,011 1,051 25 anni 1,044 1,084 30 anni 1,043 1,083 0,362 22 Martedì 19 Aprile 2016 M E R CAT I E F I NA N Z A Partito il roadshow, sul mercato il 28,75% del capitale SFORZA FOGLIANI PRESIDENTE ASSOPOPOLARI Technogym al via Atlante non penalizzi le banche corrette Ipo: prezzo fra 3 e 3,75 euro «Bisogna scongiurare che il fondo per gli aumenti di capitale e le sofferenze (Atlante, ndr.) sia visto e venga interpretato come un mezzo di salvataggio che, come già è avvenuto, metta a carico delle banche corrette il soccorso a banche concorrenti e vigilate». È quanto ha detto il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani, al convegno dell’Associazione nazionale fra le banche popolari per il suo 140°anniversario. «E urgente», ha aggiunto, «il ritorno allo stato di diritto, anzitutto attraverso una giustizia civile efficiente, che ripristini il valore dei contratti di diritto privato, anche accorciando i tempi delle procedure concorsuali». «Bisogna chiedersi se la politica monetaria sia davvero in grado di farci superare il momento critico che attraversa l’Europa. Va considerato che la politica dei tassi di interesse negativi o al minimo è all’origine della crisi del 2007, non induce ad affamare la bestia della spesa pubblica e a ridurre il debito, che, come ci insegna l’esperienza della Destra storica, imbriglia l’iniziativa privata». Inoltre, per Sforza Fogliani «il sistema bancario non può continuare a essere condizionato, nella sua azione, dal pericolo di una fuga di denaro. Non può essere anchilosato da un eccesso di regolamentazione, proveniente proprio da un’istituzione che ha posto la proporzionalità tra i suoi principi fondamentali». Anche in Italia «si parla sempre più di nuova economia», di un’economia dei beni comuni che presuppone l’interazione tra tutti gli attori economici secondo meccanismi di diritto privato. Le banche popolari «sono a pieno titolo proiettate nel futuro, perché, grazie alla capacità di essere presenze di prossimità, sono rispondenti alle caratteristiche che saranno necessarie nella nuova fase di economia condivisa che ci aspetta, un’economia libera da condizionamenti statalistici, che invano si oppongono all’avvento di una società nuova, che superi l’invasività dello stato moderno. Noi saremo anche con queste avanguardie». T echnogym, il colosso di Cesena che produce apparecchiature per la palestra, fondato e presieduto da Nerio Alessandri, ha avviato il roadshow della Ipo annunciata il 25 marzo, in vista della quotazione a Piazza Affari. Il range di prezzo è stato fissato indicativamente tra i 3 e 3,75 euro per le azioni riservate a Nerio investitori istituzionaAlessandri li italiani ed esteri e a investitori istituzionali informativo da parte della qualificati negli Stati Uniti. L’operazione avviene trami- Consob e si prevede che si conte la società Salhouse holding cluderà il 28 aprile. Il periodo sarl, veicolo di Arle Capital di lock-up per ognuno degli partners, il fondo di private azionisti di Technogym e per equity che intende vendere gli attuali azionisti (Wellness 57,5 milioni di azioni, che holding e Salhouse holding) corrispondono al 28,75% del durerà 180 giorni dal closing capitale di Technogym. In par- dell’operazione. L’azienda, fondata nel 1983, ticolare, 50 milioni di azioni, e 7,5 milioni di azioni relative oggi conta circa 2 mila dipendenti nelle 14 filiali in Europa, all’opzione greenshoe. L’avvio dell’offerta è previsto Stati Uniti, Asia, Medio Orienal completamento del processo te, Australia e Sud America ed di approvazione del prospetto esporta il 90% della propria AZIENDA SANITARIA LOCALE N.2 - OLBIA (OT) Via Bazzoni Sircana 2 - 07026 Olbia tel. 079/978409 - fax 0789/67645 sito internet www.aslolbia.it. AVVISO DI AGGIUDICAZIONE: PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO TRIENNALE CON OPZIONE DI RINNOVO DEL SERVIZIO DI OSSIGENOTERAPIA DOMICILIARE PER LA ASL N. 2 DI OLBIA. Numero CPV 85111700. Data aggiudicazione appalto : deliberazione n.1341 del 02/12/2015, Criterio di aggiudicazione : ART.83 D.Lgs.163/206 numero di offerte 1 - nome e indirizzo dell’aggiudicataria VIVISOL SRL, via Borgazzi 27 -20052 Monza - gamma prezzi offerti – Valore triennale dell’offerta cui è stato aggiudicato l’appalto € 2.221.500,00; vedasi, per il dettaglio, atti integrali sul sito www.aslolbia.it- bandi e gare – esiti. Data di pubblicazione del bando di gara alla U.P.U.C.E: 09/09/2015 Data di invio del presente avviso all’ U.P.U.C.E: 06/04/2016. Il Direttore del Servizio Provveditorato e Amministrazione Patrimoniale Avv. Roberto Di Gennaro +/#'& ''$'!# &+'&'")& Il mercato resta anche in attesa di novità da Spig e Coima Res. Spig, società a capo di un gruppo industriale che progetta, realizza e installa complessi sistemi di raffreddamento, a inizio mese ha presentato la domanda di quotazione sul segmento Star, mentre Coima Res in data 8 aprile ha deliberato la riduzione della componente inscindibile dell’aumento di capitale a servizio dell’offerta, da 300 milioni a 215 milioni di euro, decidendo di proseguire nel percorso di quotazione solo attraverso il collocamento riservato agli investitori istituzionali. © Riproduzione riservata © Riproduzione riservata COMUNE DI VERONA #$$'%,&$ 0('$# *+)++' &' ) $+#-' $ '&')*' # ()'! ++/#'& ()' ,)( )+#&, !)#( )$)#'*+),/#'& $')(' &+)$ . #$#'+ $$ +/#'& ''$'!# &+'&'")&#('$# 0 5(,+$,,),&(" +0,+,'.+(+#("$1+ ,+",./,#(-.,&$00 5(,+$ -.,"$#1. -$.0 (+ #1$ &. #( -$. ) .(",/0.15(,+$ #$) ",.-, "$+0. )$$4!(!)(,0$" #$)) 0 5(,+$,,),&(" +0,+,'.+#( -,)()2 ),.$",*-)$//(2, #$) ! +#, 7 - .( 9 9 )( (+0$.$// 0(-,0. ++,% .-$.2$+(.$) -.,-.( (/0 +5 #( **(//(,+$ )",+",./,$+0.,$ +,+ ,)0.$ )$ ,.$ #$) (+ %,.* +,+(* /$",+#,)$*,# )(06/-$"(%(" 0$+$) #(/"(-)(+ .$ #( ",+",./, -.$//, )8%%("(, .,0,",)),#$)) 0 5(,+$,,),&(" ,'.+ $./(,+$(+0$&. )$#$)! +#,$#$(#,"1*$+0( #( & . /,+, .$-$.(!()( ( /$&1$+0( (+#(.(55( (+0$.+$0333%,+# 5(,+$ ."'(+&(0/$5(,+$ +#,$ 22(/(/-$"( )(,+",./, 333/5+(0/$5(,+$)!,,+)(+$)! +#, 7 /0 0, (+2( 0, )) () )(.$00,.$$+$. )$ '++#& &/'!!#'%' ESTRATTO DEL BANDO DI GARA N. 19/16 Per il giorno 1° giugno 2016 , alle ore 9:30 è indetta una procedura aperta per l’affidamento della fornitura di energia elettrica per tutte le utenze del Comune di Verona dall’1.9.2016 fino al 30.8.2017. - CIG 6651087A9D, per un valore dell’appalto di Euro 6.917.040,00 (I.V.A. esclusa), di cui Euro 1.836.585,00 (I.V.A. esclusa) per la sola componente di energia elettrica e la rimanente somma per oneri a carico dell’Ente, non soggetti a negoziazione. L’offerta dovrà pervenire all’Ufficio Protocollo Informatico Archivio del Comune di Verona - Piazza Bra n. 1 - entro le ore 13:00 del 30 maggio 2016. Il bando integrale e i documenti necessari per presentare offerta possono essere reperiti sul sito Internet www.comune.verona.it (tel. 0458077286/7812 - fax 0458077608). Spedizione dell’avviso alla GUUE: 15 aprile 2016 Verona, 15 aprile 2016 IL DIRIGENTE DELLA DIREZIONE ECONOMATO GESTIONE CONTRATTI UTENZE Avv. Marina DESIGNORI COMUNE DI PAVIA AZIENDA USL DELLA ROMAGNA Gara N. 1/2016 AVVISO DI GARA D’APPALTO PER ESTRATTO PROCEDURA APERTA AVVISO DI GARA L’Azienda U.S.L. della Romagna – Rimini indice procedura aperta ai sensi dell'art. 83 D.L.gs 163/06 e smi (offerta economicamente più vantaggiosa) in base ai criteri definiti nel Disciplinare di Gara per la concessione del servizio di ristoro a mezzo distributori automatici suddivisa in n. 5 lotti per un periodo triennale con facoltà di rinnovo per un ulteriore triennio. Importi a base d'asta triennale IVA esclusa: Lotto 1 - Euro 379.080,00 – Lotto 2 - Euro 149.760,00 – Lotto 3 - Euro 112.320,00 – Lotto 4 - Euro 458.640,00 – Lotto 5 Euro 159.120,00. Le offerte dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12:00 del 19/05/2016 all’AUSL della Romagna – Rimini – Ufficio Protocollo, via Coriano 38 – 47924 – Rimini, corredandola della documentazione richiesta. Il bando integrale è stato inviato alla GUUE in data 05/04/2016. Tutta la documentazione di gara è disponibile sul sito www. areavastaromagna.it. Per informazioni tel. 0541-707590-707580 - fax 0541707579. U.O. Acquisti Aziendali – Rimini Il Direttore Dr.ssa Annarita Monticelli produzione in oltre 100 paesi. La società attiva a livello mondiale nel settore delle soluzioni fitness e wellness, ha chiuso il 2015 con un fatturato di 512 milioni di euro (+10% nell’anno) e un ebitda di 86,7 milioni (+40% sul 2014). Questo Comune intende appaltare i seguenti servizi assi curativi per il periodo dalle ore 24.00 del 31/7/2016 alle ore 24.00 del 31/7/2021. Importo a base di gara annuo presunto al netto delle imposte di Euro 345.000,00 come segue suddiviso: LOTTO CIG LOTTO IMPORTO COMPLESSIVO ANNUALE A BASE DI GARA (COMPRENSIVO DI OGNI IMPOSTA E ONERE) LOTTO 1 – TUTELA LEGALE 6646706B4C € 50.000,00 LOTTO 2 – INCENDIO 66467217AE € 60.000,00 LOTTO 3 – FURTO 6646733197 € 9.500,00 LOTTO 4 - KASKO 664674182F € 6.500,00 LOTTO 5 - INFORTUNI 66467542EB €9.000,00 LOTTO 6 – RCT/O 6646763A56 € 195.000,00 LOTTO 7 RC PATRIMONIALE 66467721C6 € 15.000,00 L’appalto verrà aggiudicato a mezzo procedura aperta a favore dell'offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. n. 163/2006. Le offerte corredate dalla documentazione prescritta negli atti di gara, potranno essere presentate per uno o più lotti e dovranno pervenire entro e non oltre le ore 19:00 del giorno 23/05/2016 tramite la piattaforma telematica per l’E-Procurement di Regione Lombardia “SINTEL”. La gara avrà luogo il giorno 24/05/2016 alle ore 12:00 presso una sala comunale. Il bando è stato inviato all’Ufficio delle pubblicazioni ufficiali dell’Unione Europea in data 04/04/2016. Il Bando con i relativi allegati ed i capitolati speciali d’appalto sono pubblicati all’Albo Pretorio on-line sul profilo del committente e sulla Piattaforma SINTEL. RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO DIRIGENTE DEL SETTORE PERSONALE, AFFARI LEGALI, APPALTI E CONTRATTI, ISTRUZIONE E POLITICHE GIOVANILI Dott.ssa Ivana Dello Iacono AVVISO GARA D’APPALTO CON PROCEDURA APERTA 1. Ente appaltante: Società Brianzacque s.r.l. – con sede in viale E. Fermi n. 105 – 20900 MONZA (MB) - telefono n. 039/262301 – telefax n. 039/2140074 – sito www.brianzacque.it 2. Oggetto: Affidamento dei lavori per la realizzazione della Vasca Volano in Comune di Nova Milanese 3. Codice identificativo gara (CIG) n. 665672466B 4. Tipo di procedura: procedura aperta ai sensi dell’art. 3, comma 37 e dell’art. 55, comma 5, del D.Lgs 163/2006 5. Criterio di aggiudicazione: l’appalto sarà affidato mediante il criterio del prezzo più basso, ai sensi dell’art. 82 del D.Lgs. n. 163/2006 6. I m p o r t o c o m p l e s s i v o d e l l ’ a p p a l t o : € 7.300.000,00, IVA esclusa 7. Presentazione delle offerte: entro le ore 12.00 del giorno 1° giugno 2016 8. Apertura buste: ore 10.00 del 6 giugno 2016 9. Documentazione: tutta la documentazione relativa alla procedura di gara in oggetto è disponibile sul sito internet di Brianzacque srl www.brianzacque.it 10. Responsabile del procedimento: Danilo Brambilla Il Presidente Enrico Boerci Martedì 19 Aprile 2016 M E R CAT I E F I NA N Z A 23 Il gruppo amplia la propria offerta sul maggior mercato mondiale grazie alla jv con Gac Fca, rilancio in Cina con la Jeep La Renegade al salone di Pechino contro i Suv F ca punta a rilanciare la sua ancora esigua presenza in Cina con uno dei suoi ultimi prodotti più popolari. GacFca, joint venture tra Fiat Chrysler Automobiles e la cinese Guangzhou Automobile, ha avviato la produzione della Jeep Renegade nello stabilimento di Guangzhou, nel sud della Cina. Il lancio della Renegade nel maggior mercato automobilistico al mondo consente a Jeep di ampliare la propria offerta in Cina e rappresenta per Fca un ulteriore passo importante per le strategie di penetrazione nel paese asiatico in particolare dopo l’avvio della produzione locale del Jeep Cherokee nello stabilimento di Changsha lo scorso 19 ottobre. La produzione locale della Jeep Renegade darà ulteriore impulso alla crescita di Gac-Fca e alla capacità del marchio Jeep di competere nel segmento dei Suv in Cina», si legge in una nota della joint venture cinese di Fca. Per l’amministratore delegato del gruppo automobilistico Sergio Marchionne «l’evento segna un passo importante per la nostra strategia di espansione del marchio Jeep a livello globale e, altrettanto importante, rappresenta un ulteriore rafforzamento della collaborazione con il gruppo Gac, nostro consolidato e rispettato partner qui in Cina». Lo stabilimento di Guangzhou, costruito congiuntamente da Gac e Fca, è situato nel distretto di CONSORZIO DI BONIFICA EST TICINO VILLORESI (Ente di Diritto Pubblico) 20145 Milano – Via Ariosto n. 30 tel. 02.4561300 – fax. 02.48013031 AVVISO PER ESTRATTO Si rende noto che l’Amministrazione del Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi di Milano ha provveduto alla pubblicazione del seguente BANDO DI GARA MEDIANTE PROCEDURA APERTA Oggetto: “Interventi prioritari di consolidamento e ripristino delle sponde del Naviglio di Pavia nei comuni di Binasco e Casarile”. Quantitativo o entità dell’appalto: Importo posto a base di gara € 512.932,35 compresi oneri della sicurezza pari a € 18.157,16 non soggetti a ribasso. CUP: C31E15000430002 - CIG: 6652656965 Condizioni di partecipazione: a) Qualificazione SOA categoria prevalente OG 8 classifica II; b) autocertificazione situazione giuridica, requisiti ex art. 38 D.lgs. 163/2006; Durata dell’appalto: 75 giorni decorrenti dalla data del verbale di consegna, da intendersi naturali e consecutivi, durante il periodo di asciutta totale del Naviglio di Pavia (asciutta totale autunnale 2016), sulla scorta delle effettive date e calendario determinato con atti ufficiali del Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, in cui potranno essere realizzate le opere interne all’alveo. Tipo di Procedura: Procedura aperta. Aggiudicazione: Criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Termine per il ricevimento delle offerte: Ore12:00 del giorno 24 maggio 2016. Modalità di apertura Offerte: Prima seduta pubblica presso la sede di Via L. Ariosto, 30 – 20145 Milano alle ore 14:00 del giorno 24 maggio 2016. Bando pubblicato per estratto sulla GURI n. 43 del 15/04/2016 Serie Speciale - Contratti Pubblici. I soggetti interessati possono visionare il bando integrale sui siti internet: http://osservatorio.oopp.regione.lombardia.it www.infrastrutturetrasporti.it. www.etvilloresi.it Responsabile del Procedimento: dott. ing. Mario Fossati Panyu a Guangzhou, all’interno del polo produttivo automobilistico del Gruppo Gac. Con una capacità produttiva complessiva di 160 mila veicoli l’anno, l’impianto è organizzato secondo i principi del Wcm ed è dotato di impianti di ultima generazione e di un avanzato modello di gestione ambientale. La produzione si sviluppa su quattro reparti, stampaggio, lastratura, verniciatura e montaggio, può contare su un centro per il controllo qualità. «Gac-Fca è un eccellente esempio di collaborazione tra Cina, Stati Uniti e Italia. Lo stabilimento Gac-Fca a Guangzhou può contare su numerosi vantaggi in termini di prodotto, tecnologie e gestione. Darà indubbiamente ulteriore impulso allo sviluppo non solo del gruppo Gac, ma dell’intera industria automotive nella provincia di Guangdong», ha commentato Zhang Fa n g y o u , p r e s i d e n t e d i Guangzhou Automobile Industry Group Co.. Le prevendite della Jeep Renegade prodotta in Cina avranno inizio al salone dell’auto di Pechino, al via con le giornate dedicate alla stampa il 25 aprile prossimo. Lo stabilimento di Guangzhou è il terzo della rete produttiva di Fca ad assemblare il Renegade. Il Suv compatto del brand Jeep viene prodotto da circa due anni presso l’impianto Sata di Melfi, in Basilicata, e dalla primavera scorsa a Goiana, nello Stato brasiliano di Pernambuco. Il lancio del Renegade sul mercato, prima in Europa e poi in Nord America, ha consentito al brand Jeep di aggiornare l’anno scorso i suoi record commerciali con un forte miglioramento della penetrazione soprattutto nel Vecchio Continente e al gruppo Fca di compensare la contrazione delle vendite del marchio Fiat in Brasile cosi’ come di dare, insieme alla 500X, un nuovo futuro allo stabilimento lucano di Melfi con oltre un miliardo di euro di investimenti, nuove assunzioni ed elevati livelli produttivi. © Riproduzione riservata Popolare Vicenza, l’inoptato sulle spalle di Atlante Entra nel vivo l’azione del fondo Atlante, il veicolo privato in fase di costituzione per impulso dei principali istituti di credito del paese, supportati da soggetti istituzionali, assicurazioni e fondazioni bancarie, chiamato a farsi carico dell’eventuale inoptato dei prossimi aumenti di capitale e a sgravare i bilanci delle banche italiane rilevando pacchetti di sofferenze. A scandire i tempi dell’operatività del nuovo veicolo (entro fine aprile il via alle operazioni) è l’aumento di capitale che attende la Banca popolare di Vicenza, operazione da 1,75 miliardi richiesta dalla Banca centrale europea per puntellare finanziariamente la banca guidata da Francesco Iorio. Unicredit aveva sottoscritto accordi con l’istituto vicentino per garantire fino a 1,5 miliardi dell’eventuale inoptato. Una scelta che, con l’acuirsi delle tensioni in borsa, ha tuttavia mandato il titolo in altalena per i timori che la sottoscrizione dell’aumento CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI Si indice per il giorno 26/05/2016 ore 9.30 procedura telematica aperta per progettazione ed esecuzione dei lavori di miglioramento sismico del liceo De Bottis di Torre del Greco. CIG: 65288766E9 Importo totale € 840.631,18 (oltre IVA), scadenza ore 8.00 del giorno 26/05/2016. Il bando di gara è reperibile sul Portale Gare https://garetelematiche. cittametropolitana.na.it/portale. Il Dirigente Dott. Antonio Lamberti trovasse pochi compratori e costringesse pertanto la banca guidata da Federico Ghizzoni a uno sforzo eccessivo per tenere fede agli impegni assunti. Proprio le condizioni avverse di mercato, comunque, costituivano una delle tre opzioni che avrebbero permesso a Unicredit di chiamarsi fuori per tempo dall’operazione. La costituzione del Fondo Atlante, cui Unicredit parteciperà con un apporto finanziario fino a un miliardo di euro, ha cambiato le carte in tavola (il discorso vale anche per l’altro aumento di capitale, quello di Veneto Banca, che vede Intesa Sanpaolo capofila del consorzio di garanzia e che sarà fino a un miliardo di euro), riportando ottimismo sulla buona riuscita delle due operazioni. Proprio ieri mattina, Unicredit ha inoltre comunicato al mercato che Atlante le subentrerà nella garanzia per rilevare l’eventuale inoptato. Ieri a Vicenza si è riunito il cda. -,0)(*)-/&()-,"*& %&**""*"#/)" ((,%-0+ "'$* & 0 #: .. *2-.$0(* 1$04(6(-/3 #0($,, *$#("-,13*$,6 $ !0-)$0 &&(- 11("30 2(4-#$*-,1(&*(0$&(-, *$ #$** * !0( (* "3( ! ,#- 7 12 2.3!!*(" 2-13** $0($.$"( *$ , #$* "-, #$2$0+(, #(0(&$,6( *$,9#$*7 12 2 ,,3** 2 *&-+"/)%) L’argomento portante della riunione è stata la determinazione della forchetta di prezzo legata all’imminente aumento di capitale, indicazione che inevitabilmente per i tanti piccoli soci dell’istituto significherà prendere atto di una forte svalutazione: tutto lascia infatti pensare che l’indicazione del prezzo sarà ben al di sotto di quei 6,3 euro del diritto di recesso offerto a suo tempo ai soci che non avevano accettato la trasformazione in spa e che avevano scelto di uscire dalla partita con minusvalenze che in alcuni casi arrivarono al 90%. A chi ha scelto di rimanere nella partita non rimane ora che affrontare lo sbarco a Piazza Affari con l’ottica da cassettista, nella speranza che il titolo, grazie proprio al forte sconto con cui verrà proposto e al possibile interesse di soggetti istituzionali attirati anche dall’addio al voto capitario, riguadagni terreno una volta quotato. Comune di Siena Direzione Affari Generali – Servizio Gare e Appalti Avviso di aggiudicazione di appalto Affidamento del servizio di gestione, stampa, notifica e riscossione in outsourcing di verbali al Codice della Strada intestati a soggetti residenti all’estero e recupero crediti internazionale (CIG n. 6474440CE5). Offerte pervenute: 1. Data aggiudicazione: 29/02/2016. Aggiudicatario: Società Nivi Credit S.r.l, con sede in via Odorico da Pordenone 20 – 50127 Firenze. Percentuale di ribasso sull’aggio a base di gara del 5,00%. Avviso inviato alla G.U.U.E. in data 06/04/2016. Il Responsabile Dott.ssa Chiara Ravenni &$,-0&/2)$&$"+&/& COMUNE DI GENOVA 1&*'"3 Via Garibaldi 9 Genova 16124 mail [email protected] 4 ! 3$12- ,2$ (,#("$ & 0 +$#( ,2$ .0-"$#30 .$02 "-, &&(3#(" 6(-,$ % 4-0$ #$* .0$66- .(8 ! 11- .$0 * 1-++(,(120 6(-,$ #( * 4-0- 2$+.#$2$0+(, 2-.$0.$01-, *$#(.$,#$,2$# (+.0$1$$1$0"$,2(1$04(6(#(.3*(6( $1$04(6( (,2$&0 2(+3*2(1$04(6(30 2 1$04(6(- +$1(+.-02-"-+.*$11(4-#$** .. *2- ;-*20$$0+(,$0("$6(-,$ - %% $ 0 2 $ - 0 $ -"3+$,2 6(-,$(,2$&0 *$#(1.-,(!(*$13 5552$",-1$04("$" +$0$(2 :++(,(120 2-0$$*$& 2%-11*%-".-*) STAZIONE UNICA APPALTANTE del COMUNE ESTRATTO DI AVVISO DI GARA Si rende noto che il giorno 26/05/2016 dalle ore 9.30 avrà luogo procedura aperta per l’affidamento del servizio di trasporto scolastico con vettura di alunni/studenti disabili, per il valore di Euro 516.872,31 oltre IVA. Le offerte dovranno pervenire entro 24/05/2016 ore 12.00; il bando integrale è scaricabile dai siti internet www.comune.genova.it www.appaltiliguria.it www.serviziocontrattipubblici.it IL DIRIGENTE Dott.ssa Cinzia MARINO © Riproduzione riservata 24 Martedì 19 Aprile 2016 M E R CAT I E F I NA N Z A POLAR CAPITAL FUNDS Comparto Classe di Azioni Global Technology CNP Alpenbank Aggressive CNP Alpenbank Balanced CNP Alpenbank Balanced 2 CNP Alpenbank Dynamic CNP Alpenbank Substance CNP CIIS Aggressivo CNP CIIS Dinamico CNP CIIS Equilibrato CNP CIIS Moderato CNP CIIS Prudente CNP CIIS Total Return CNP CIIS Essential CNP CIIS Advanced CNP Crescita CNP Dynamic Structured Opp CNP Equilibrato CNP Fondo Interno Certius IV CNP Fondo Interno Certius V CNP Linea Aggressiva CNP Linea Conservativa CNP Dinamico CNP Moderato CNP Protezione CNP Prudente CNP Reddito CNP Sviluppo 99,92 94,52 100,43 122,24 107,21 90,63 92,89 92,79 95,55 97,87 96,64 78,25 86,03 93,60 100,00 94,22 83,27 51,53 95,06 92,85 96,20 97,30 97,76 98,51 94,49 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 20/01/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 NAV EUR GBP USD Helvetia Compagnia Italo-Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A. Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano Valori al 22,02 15/04/2016 17,5400 15/04/2016 24,8700 15/04/2016 Healthcare Opportunities EUR GBP USD Polar Japan Fund USD GBP JPY UK Absolute Return Class A EUR Class A GBP Class A USD Class I EUR Class I GBP Class I USD 20,99 16,7300 23,7100 19,60 13,8200 2121,4700 12,22 10,2523 16,5042 12,5050 10,4927 16,8911 15/04/2016 15/04/2016 15/04/2016 18/04/2016 18/04/2016 18/04/2016 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 www.polarcapital.co.uk NATIONALE SUISSE VITA Gruppo HELVETIA FONDI PENSIONE APERTI Valori al PREVISUISSE-Crescita-MAIN PREVISUISSE-Dinamica-MAIN PREVISUISSE-Garanzia-MAIN Valori in Euro 29/02/2016 15,21 13,94 16,16 Entra in Helvetia con il tuo Smartphone BANCASSICURAZIONE UNIT LINKED UNIDESIO 760071 12,185 08/04/2016 UNIDESIO 760125 12,079 08/04/2016 UNIDESIO 760183 11,429 08/04/2016 UNIDESIO 760072 12,179 08/04/2016 UNIDESIO 760129 12,190 08/04/2016 UNIDESIO 760185 11,3990 08/04/2016 UNIDESIO 760073 12,196 08/04/2016 UNIDESIO 760130 10,8520 08/04/2016 UNIDESIO 760186 11,3580 08/04/2016 UNIDESIO 760075 13,033 08/04/2016 UNIDESIO 760139 11,974 08/04/2016 UNIDESIO 760187 11,8290 08/04/2016 UNIDESIO 760078 11,5020 08/04/2016 UNIDESIO 760140 12,0130 08/04/2016 UNIDESIO 760189 11,9010 08/04/2016 UNIDESIO 760080 11,6390 08/04/2016 UNIDESIO 760147 11,9850 08/04/2016 UNIDESIO 760191 10,459 08/04/2016 UNIDESIO 760082 11,4130 08/04/2016 UNIDESIO 760149 11,9250 08/04/2016 UNIDESIO 760192 11,8170 08/04/2016 UNIDESIO 760085 10,808 08/04/2016 08/04/2016 08/04/2016 08/04/2016 12,0460 12,1490 11,942 UNIDESIO 760193 UNIDESIO 760088 UNIDESIO 760150 08/04/2016 08/04/2016 08/04/2016 11,465 12,3560 10,235 UNIDESIO 760201 UNIDESIO 760091 UNIDESIO 760156 08/04/2016 08/04/2016 08/04/2016 12,129 10,569 12,3940 UNIDESIO 760202 UNIDESIO 760095 UNIDESIO 760157 UNIDESIO 760203 13,0680 08/04/2016 UNIDESIO 760159 11,8820 08/04/2016 UNIDESIO 760205 10,7520 08/04/2016 UNIDESIO 760160 11,597 04/03/2016 UNIDESIO 760206 10,9180 08/04/2016 UNIDESIO 760096 11,0910 08/04/2016 UNIDESIO 760098 12,391 08/04/2016 UNIDESIO 760099 11,708 08/04/2016 UNIDESIO 760163 10,0320 08/04/2016 UNIDESIO 760210 12,206 08/04/2016 UNIDESIO 760102 11,308 08/04/2016 UNIDESIO 760169 12,807 08/04/2016 UNIDESIO 760216 10,982 08/04/2016 UNIDESIO 760104 11,0480 08/04/2016 UNIDESIO 760170 11,831 08/04/2016 UNIDESIO 760229 11,114 08/04/2016 UNIDESIO 760105 10,6750 08/04/2016 UNIDESIO 760174 12,1830 08/04/2016 UNIDESIO 760234 10,114 08/04/2016 UNIDESIO 760106 11,8640 08/04/2016 UNIDESIO 760179 11,637 08/04/2016 UNIDESIO 760235 10,085 08/04/2016 UNIDESIO 760109 11,5630 08/04/2016 UNIDESIO 760180 11,8140 08/04/2016 UNIDESIO 760243 9,545 08/04/2016 DUAL INDEX - 2012 101,362 13/04/2016 DUAL INDEX - 2013 100,789 13/04/2016 104,749 13/04/2016 UNIT LINKED - FONDI INTERNI MetLife Europe Limited Rappresentanza Generale per l’Italia Via Andrea Vesalio n. 6 00161 Roma Valorizzazione al: 15/04/16 MetLife Protezione in Crescita 70% 1,303 MetLife Protezione in Crescita 80% 1,206 Alico Monet. Protetto Alico Prot.Trim. Eur Alico Prot.Trim. Usa 15/04/16 15/04/16 15/04/16 1,107 1,083 MetLife Protezione in Crescita 90% Alico Liquidita’ Alico R. Prudente 15/04/16 15/04/16 1,092 1,054 1,192 1,089 Alico R. Crescita 15/04/16 1,093 INDEX LINKED AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,690 08/04/2016 AZZOAGLIO DINAMICO 5,532 08/04/2016 AZZOAGLIO EQUILIBRATO 6,734 08/04/2016 UNIDESIO PRUDENTE 11,600 08/04/2016 INDEX EURO DIVIDEND - 2013 UNIDESIO MODERATO 11,882 08/04/2016 INDEX EuroCrescita 2014 98,718 13/04/2016 UNIDESIO ATTIVO 12,240 08/04/2016 UNIDESIO VIVACE 12,143 08/04/2016 INDEX TOP DIVIDEND 2013 106,541 13/04/2016 OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,581 08/04/2016 EUROSTOXX 50 - 2012 106,747 13/04/2016 AZIONARIO EURO 8,831 08/04/2016 AZIONARIO GLOBALE 11,883 08/04/2016 BILANCIATO 11,804 08/04/2016 CONSERVATIVE 10,347 08/04/2016 BOND MIX 10,703 08/04/2016 BALANCED 11,715 08/04/2016 GLOBAL EQUITY 14,032 08/04/2016 UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,288 08/04/2016 UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,145 08/04/2016 PIP - FONDI INTERNI PREVIMISURATO 13,709 07/04/2016 PREVIBRIOSO 13,400 07/04/2016 PREVIDINAMICO 13,987 07/04/2016 FPA - LINEE LINEA 1 12,195 31/03/2016 LINEA 1 - FASCIA A 12,656 31/03/2016 31/03/2016 LINEA 1 - FASCIA B 12,394 UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 11,343 08/04/2016 LINEA 2 13,364 31/03/2016 UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 14,821 08/04/2016 LINEA 2 - FASCIA A 13,671 31/03/2016 OBBIETTIVO 03/2021 9,671 08/04/2016 LINEA 2 - FASCIA B 13,806 31/03/2016 OBBIETTIVO 05/2021 10,195 08/04/2016 LINEA 3 13,220 31/03/2016 HIGH DIVIDEND 8,617 08/04/2016 LINEA 3 - FASCIA A 13,446 31/03/2016 MEGATREND 7,922 08/04/2016 LINEA 3 - FASCIA B 14,526 31/03/2016 CANALE AGENTI E BROKER Alico Gest.Bilanc.Glob 15/04/16 1,353 INDEX LINKED Alico R. Multi Comm. 15/04/16 0,389 HELVETIA EUROCRESCITA UNIT LINKED - FONDI INTERNI 94,234 13/04/2016 ATTIVO SPECIFICO Alico Gest.Azion.Glob 15/04/16 1,374 Alico Multi Comm. 15/04/16 0,410 15/04/16 1,359 Alico Sec. Acc. 2016 Alico Gest.Azion. Eur 15/04/16 1,331 Alico Aper.Indiciz.Eur 15/04/16 0,987 Alico Aper.Indiciz.Usa 15/04/16 1,735 1,349 12/04/2016 HELVETIA WORLD BOND 241,940 12/04/2016 12/04/2016 99,352 13/04/2016 HELVETIA GLOBAL BALANCED 171,200 HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 105,893 13/04/2016 HELVETIA GLOBAL EQUITY 125,050 12/04/2016 HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 97,103 13/04/2016 FONDO CONSERVATIVO 10,000 12/04/2016 FONDO SVILUPPO 10,000 12/04/2016 LINEA GARANTITA 12,471 31/03/2016 FONDO OPPORTUNITA 10,000 12/04/2016 LINEA BILANCIATO 13,701 31/03/2016 LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,397 31/03/2016 HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 12,230 12/04/2016 LINEA AZIONARIO 9,971 31/03/2016 HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 12,690 12/04/2016 PIP - FONDI INTERNI 15/04/16 1,069 Il resto, scopritelo da voi. Alico Long Investment 15/04/16 1,055 12/04/2016 214,870 www.helvetia.it Alico Sec. Acc. 2017 Alico Aper.Indiciz.Glo 15/04/16 153,370 HELVETIA EUROPE BALANCED HELVETIA QUATTRO.10 FPA - LINEE Alico Gest.Bilanc.Eur HELVETIA WORLD EQUITY 15/04/16 0,814 UNIT LINKED Valori al 18/04/2016 UNIT in EURO Alico Agriculture 15/04/16 0,407 Ivy Gl.Investors Asset Strat.A EUR 1392,19 Quality Progress Maximum Global Equity Global 100 Flex Equity 100 Opportunità Reddito Opportunità Reddito Plus Opportunità Crescita Opportunità Crescita Plus DATA PREZZO 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 13/04/2016 7,554 6,7990 5,3740 5,8390 5,2840 11,498 4,926 4,645 4,925 4,636 EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A. Alico Aper.Indiciz.Ita 15/04/16 0,746 Alico Metals www.metlife.it 15/04/16 0,409 Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma Tel. 06 474821 www.eurovita.it + VELOCE + MODERNO + BELLO + RICCO + FACILE NEW DA USARE DA LEGGERE DA CONDIVIDERE NEI CONTENUTI DA NAVIGARE Martedì 19 Aprile 2016 M E R CAT I E F I NA N Z A Dopo lo stallo del supervertice dei produttori a Doha ENI Petrolio lima il calo Collocato bond da 400 milioni Il prezzo del brent sale a 43,15$ S i è andata via via moderando la caduta dei prezzi del petrolio, innescata dal fallimento dell’atteso supervertice dei produttori, che avrebbe dovuto formalizzare una intesa sul congelamento dell’offerta ai livelli di gennaio. Una manovra che voleva tamponare l’eccesso di produzione che ha fatto precipitare le quotazioni dell’oro nero, ma dopo ore di discussioni a Doha, in Qatar domenica, l’intesa non è stata raggiunta e le riunioni si sono concluse con uno stallo. In serata, ieri, il light crude Wti di New York ha ceduto 36 cent a 40 dollari al barile, il Brent di Londra ha virato in positivo e ha guadagnato 5 cent a 43,15 dollari al barile. Inizialmente, in mattinata le quotazioni dell’oro nero sono arrivate a perdere fino al 6 per cento e la pioggia di vendite è lo specchio anche la ressa a ricoprirsi di molti fondi speculativi, che avevano piazzato scommesse rialziste improvvisamente in pesante perdita. Nel tardo pomeriggio di ieri però il barile di brent, il greggio di riferimento del mare del Nord ha ridotto il calo a 47 cents a 42,63 dollari, dopo un minimo mattutino a 40,10. I futures in prima scadenza sul West Texas Intermediate (Wti) hanno ceduto 73 dollari, a 39,63 dollari e dopo un minimo a 37,61. A impedire il tracollo sarebbe un fattore rialzista contingente: la dura vertenza sulle retribuzioni dei lavoratori del comparto in Kuwait, che ormai ha provocato un calo, presumibilmente momentaneo, del 60 per cento sulla produzione del paese. Fino a pochi giorni fa un esito positivo del vertice in Qatar veniva dato sostanzialmente per scontato. I paesi dell’Opec e gli altri maggiori produttori globali, a cominciare dalla Russia, avrebbero semplicemente dovuto stabilire di non superare la produzione da record raggiunta lo scorso gennaio. Il fatto che qualcosa avrebbe potuto non filare liscio lo aveva suggerito l’annuncio dell’Iran sulla non partecipazione al vertice. Teheran è da poco tornata ufficialmente sul mercato, con il venir meno delle sanzioni internazionali, e deve ancora far risalire la sua produzione ai livelli pre embargo. Per questo era stato ipotizzato che a sua favore venisse previsto un meccanismo di controllata esenzione. Evidentemente però un accordo non c’era e nel corso delle discussioni è via via emersa una netta ostilità dell’Arabia Saudita, primo produttore mondiale e storico rivale dell’Iran, sciita, laddove i sauditi sono a maggioranza sunnita. Ora non è chiaro come uscire da questo stallo. Secondo il Financial Times non è del tutto svanita l’ipotesi di un accordo entro la fine dell’anno. Tuttavia, a questo punto l’eventuale manovra di tutti i produttori potrebbe rendere necessaria una decisione unanime preventiva a livello di Opec. © Riproduzione riservata BREVI Ubi Banca aderirà al fondo Atlante per un importo fino a 200 milioni di euro. Lo ha deciso il consiglio di gestione che ieri ha anche riconfermato Victor Massiah consigliere delegato e d.g. del gruppo. Il ministero dell’economia e delle finanze ha incaricato un gruppo di banche per procedere con l’emissione via sindacato di un nuovo Btp a 20 anni, con scadenza a settembre 2036. La struttura del nuovo titolo ricalcherà quella dei Btp nominali emessi regolarmente: vi saranno quindi cedole semestrali con tasso annuo fisso definito al momento del lancio del titolo e rimborso alla pari. Astaldi ha acquisito, in raggruppamento di imprese, un contratto in Romania per la realizzazione dell`autostrada Brasov-Oradea. Il valore delle opere da realizzare è pari a circa 100 milioni di euro (Gruppo Astaldi in quota al 48,5%). L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha ritirato tutti i suoi rating relativi a Unipol e alle sue controllate, su richiesta del gruppo assicurativo La decisione si basa sulla non condivisibilità delle metodologie valutative $#$*$& *$(,(* ,-4( (0 ,$1( .(2 *$1-"( *$30- (4 -#("$(1" *$$$&(120-+.0$1$#((* ,-$, adottate. Unipol e UnipolSai Assicurazioni continueranno ad essere valutati da Am Best, Dagong Europe, Fitch e Moody’s. S&P aveva assegnato a UnipolSai il rating Bbb e a Unipol doppia B. Riproduzione riservata ESTRATTO DI BANDO Il Fondo Pensione di Previdenza Bipiemme, Fondo pensione preesistente di cui all’articolo 20 del Dlgs n. 252/2005, iscritto alla Sezione speciale I dell’Albo dei fondi pensione con il numero 1223, ricerca i soggetti ai quali affidare la gestione delle Linee di Investimento 1, 2 e 3. Il testo completo del Bando è disponibile sul sito del Fondo www.fondopensionebipemme.it. Le candidature, redatte in lingua italiana e corredate dal Questionario e dalla restante documentazione prevista dal Bando, devono pervenire in busta chiusa recante la dicitura “BANDO GESTORE FINANZIARIO” all’indirizzo del Fondo, Piazza Filippo Meda, 4 - 20121 Milano entro e non oltre le ore 13 del 6 maggio 2016 a pena di esclusione. I fatti separati dalle opinioni Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected] Direttore ed editore: Paolo Panerai (02-58219209) Direttore ed editore associato: Pierluigi Magnaschi (02-58219207) Condirettore: Marino Longoni (02-58219207) Vicedirettore: Sabina Rodi (02-58219339) Capo della redazione romana: Roberto Miliacca (06-6976028); Caporedattore: Gianni Macheda (02-58219220). Impaginazione e grafica: Alessandra Superti (responsabile) ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 0258219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374. 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Eni ha collocato un prestito obbligazionario equity-linked non diluitivo per un valore nominale pari a 400 milioni di euro con scadenza 2022, che prevede che gli obbligazionisti possano esercitare un diritto di conversione in determinati periodi e in presenza di determinati eventi, fermo restando che le obbligazioni saranno regolate mediante cassa. Il prezzo iniziale di conversione delle obbligazioni è stato fissato a 17,6222 euro e include un premio del 35% rispetto al prezzo di riferimento delle azioni pari a 13,0535 euro, determinato quale media aritmetica del prezzo giornaliero ponderato per i volumi di un’azione ordinaria della società sul mercato telematico azionario in un periodo di sette giorni consecutivi di mercato aperto, a partire dal 7 aprile 2016. Il rapporto di conversione iniziale per un valore nominale delle obbligazioni di 100 mila euro, è pari a 5.674,6604 azioni. 25 Servizi Intercomunali per l’Ambiente :"-,4-" 2 *8 11$+!*$ -0#(, 0( #( 12-&(..0$11-* 1$#$1-"( *$(,(* ,-4( (0 ,$1( .$0 *$ -0$ #$* + &&(- $# -""-00$,#- (, 1$"-,# "-,4-" 6(-,$ .$0 (* &(-0,- + &&(- 12$11( *3-&- $# -0 .$0 #(1"32$0$ $ #$*(!$0 0$13*1$&3$,2$-0#(,$#$*&(-0,-? !(* ,"(-#($1$0"(6(- *#("$+!0$#( 12-&(.$*(!$0 6(-,((,$0$,2($"-,1$&3$,2(@ .-*(2("'$ #( 0$+3,$0 6(-,$ $*(!$0 6(-,( ( 1$,1( #$**8 022$0 "-++ #$* $12-,("-#$** (, ,6 $(,%-0+ 6(-,(13" .(2 *$1-"( *$,-,"'=/3$**$0(&3 0# ,2( +-# *(2;$2$0+(,(.$0? *8(,2$04$,2-$(*4-2- ,"'$.$0#$*$& (, 11$+!*$ >* A0$"-0## 2$9<*8+ &&(- *8$1$0"(6(-#$*#(0(22-#((,2$&0 0$*8-0#(,$#$*&(-0,-#(.0$1$,2 0$,3-4$.0-.-12$ #(#$*(!$0 $#(.-00$#-+ ,#$13**$+ 2$0($ **8-0#(,$#$*&(-0,- * 0$.$0(!(*(2;#$**$0$* 6(-,(13&*( 0&-+$,2( **8-0#(,$#$*&(-0,-$#$** #-"3+$,2 6(-,$ 0$* 2(4 **8 11$+!*$ 1-,- 0(.-02 2$ ,$**8 44(1- #( "-,4-" 6(-,$ #(1.-,(!(*$ .0$11- * 1$#$ 1-"( *$ -01 2 *( , 13* 1(2- (,2$0,$2 555! 12-&("-+ $ .0$11- (* +$"" ,(1+- #( 12-"" &&("$,20 *(66 2- A$ 0)$22-0 &$9 >555$+ 0)$212-0 &$"-+ AVVISO DI GARA È indetta gara con procedura aperta ai sensi dell’art. 3, comma 37 e artt. 54 e 55 del Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, approvato con Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i. con aggiudicazione a favore del prezzo più basso ai sensi dell’art. 82 del Decreto medesimo per L’AFFIDAMENTO DELLA FORNITURA DI GASOLIO PER AUTOTRAZIONE PER IL TRIENNIO 2016-2018. CIG: 66204643B9 Importo a base di gara complessivo (mesi 36): € 495.000,00 accise comprese e IVA esclusa. Scadenza presentazione offerte: ore 17,00 del 10-5-2016. Informazioni, richiesta bando integrale e capitolati presso l’Ufficio Segreteria della Società: SIA S.R.L. – Via Trento n° 21/d – Ciriè. Tel.: 0119202214 – fax: 0119211960 - e-mail: [email protected] e scaricabili sul sito internet: www.siaweb.info. 555! 12-&("-+ IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO Ing. Giorgio Perello FONDAZIONE ANTONIO UCKMAR N SS U Y LA E R SI IV T C N E D AY in collaborazione con DIRITTO E PRATICA TRIBUTARIA O LA LIQUIDAZIONE DELLE ISTANZE DI VOLUNTARY DISCLOSURE Centro Congressi - Fondazione Stelline – Milano, Corso Magenta 61 – 24 Maggio 2016 - ore 15.30 / 19.00 CONVEGNO CONVEGNO EVENT Introduzione al convegno: Prof. Victor UCKMAR, emerito nell’Università di Genova Prof. Giuseppe CORASANITI, Università di Brescia Problematiche applicative e criteri per la giusta imposizione Prof. Lorenzo DEL FEDERICO, Università di Chieti - Pescara Istruttoria, liquidazione e ruolo del Centro Operativo di Pescara Avv. Caterina CORRADO OLIVA Patologie del procedimento liquidatorio e tutele Avv. Paolo DE’ CAPITANI Le problematiche relative al trust e alle fondazioni nella VD Prof. Christian CALIFANO, competenza all’accertamento, inviti al contradditorio unitari e ripartiti e impugnabilità parziale Avv. Giuseppe IANNACCONE Esiti della liquidazione e implicazioni penalistiche Question Time Conclusioni: Prof. Cesare GLENDI, emerito nell’Università di Parma Coordina: Dott. Gabriele CAPOLINO, Direttore ed Editore Associato MF-Milano Finanza La partecipazione al convegno è gratuita previa registrazione ONLINE su www.mfconference.it oppure via FAX, compilando il coupon sottostante. Sono in corso le procedure per l’attribuzione di crediti professionali. Per iscriversi compilare il coupon in caratteri leggibili e inviarlo via fax al n. 02.58219.452 Nome Cognome Funzione Società/Ente Settore Abbonato a DPT SI T NO T Indirizzo Città Cap. Tel. Data Prov. Fax e-mail Firma MF Servizi Editoriali S.r.l.: Via M. Burigozzo, 5 - 20122 Milano Tel. 02.58.219.878 - Fax 02.58.219.452 - e-mail: [email protected] Informativa ai sensi dell’articolo 13 del D.lgs 196/03 I dati personali che La riguardano verranno trattati per permetterLe di partecipare all’evento e, in caso di Suo consenso, per inviarLe materiale pubblicitario relativo a prodotti e/o servizi di MF Servizi Editoriali S.r.l. e/o di società collegate e/o controllate della casa editrice Class Editori S.p.A. e/o di terzi. Il conferimento dei dati è del tutto facoltativo. La mancanza delle informazioni anagrafiche potrebbe impedire a MF Servizi Editoriali S.r.l. di inviarLe le informazioni relative alle prossime manifestazioni/ eventi di titolarità di MF Servizi Editoriali S.r.l. e/o di società collegate e/o controllate della casa editrice Class Editori S.p.A. e/o di terzi. I dati da Lei forniti saranno trattati con strumenti informatici, telematici e cartacei. I dati potranno essere comunicati alle società controllate o collegate della casa editrice Class Editori S.p.A. o terze ma non saranno diffusi. I dati potranno essere trattati da soggetti interni e/o esterni alle società nella loro qualità di Incaricati e/o Responsabili del trattamento. Lei potrà esercitare in ogni momento i diritti di cui all’art. 7 del d.lgs 196/03, rivolgendosi al Titolare del trattamento: MF Servizi Editoriali S.r.l., Via Marco Burigozzo, 5 20122 Milano. Consenso al trattamento dei dati Lei presta espressamente il Suo consenso al trattamento dei dati per le seguenti finalità: - invio di materiale pubblicitario relativo a prodotti e/o servizi della società Titolare TSI TNO - invio di materiale pubblicitario relativo a prodotti e/o servizi di società collegate e controllate della casa editrice Class Editori S.p.A. e/o società terze TSI TNO Diritto Martedì 19 Aprile 2016 & Fisco 27 € *Oltre al prezzo del giornale Bankitalia scrive agli istituti di credito. Sotto i riflettori anche non profit e money transfer Terrorismo, banche all’appello Da segnalare vendite di opere d’arte e partite di petrolio DI LUCIANO DE ANGELIS B anche in campo nella lotta al terrorismo. Gli istituti di credito dovranno monitorare e segnalare le transazioni relative al commercio di beni culturali, in particolare riconducibili alle aree occupate in Iraq, Siria, Libia, nonché alle compravendita di partite di petrolio con piccole società petrolifere. Occhio anche alle operazioni incongrue di enti non profit e ai trasferimenti di fondi attraverso money transfer. Sono alcuni principali input traibili da una comunicazione che Banca d’Italia ha pubblicato ieri sul proprio sito, in merito al finanziamento del terrorismo internazionale in attesa di un annunciato documento del Gafi (Gruppo d’azione finanziaria internazionale) con indicatori specifici. Le difficoltà oggettive di individuazione delle fonti Secondo Banca d’Italia il fenomeno del finanziamento del terrorismo risulta particolarmente complesso sia per l’individuazione delle relative condotte sia per l’utilizzo delle somme spesso esigue, sia per la fonte, non necessariamente illecita, delle disponibilità. A riguardo, si legge nel documento Banca d’Italia, per individuare soggetti dediti a tale attività criminale occorre che i destinatari delle informazioni assoggettati agli obblighi di segnalazione (in primis gli intermediari finanziari) valo- Le indicazioni Bankitalia sui rischi di finanziamento al terrorismo Localizzazione geografica delle operazioni Iraq, Siria, Libia, zone limitrofe a tali paesi o a quelle di transito Commercio di beni culturali, operazioni legate allo sfruttamento delle riserve di petrolio e gas naturale con società petrolifere di ridotto standing Canali di maggior Utilizzo distorto di organizzazioni non lucrative e utilizzo trasferimento di fondi attraverso money transfer Ricezione di disponibilità finanziarie provenienti da una pluralità di soggetti (soprattutto in assenza di rapporti familiari o di affari), prelevamenti di denaro Operazioni a rischio contante per importi complessivamente consistenti o, comunque, con la verosimile finalità di svuotare il rapporto; inconsuete richieste di cambio in valute estere Utilizzi di carte di pagamento in aree a rischio geografico e, in particolare, i prelevamenti di denaro Operazioni da immediatamente successivi alla creazione delle monitorare per gli operatori di servizi disponibilità e l’acquisto di titoli di viaggio, biglietti aerei o visti on line verso dette aree ovvero di beni e servizi di pagamento utilizzabili in quelle zone Principali fonti di finanziamento rizzino al massimo il proprio patrimonio informativo e adeguino le procedure di selezione automatica delle operazioni anomale (in particolare quelle su proposta Uif del provvedimento Banca d’Italia 24 agosto 2010: indicatori 20 e 21). Sotto il primo aspetto, si legge nella circolare «assumono specifica importanza: l’acquisizione di informazioni approfondite e aggiornate sul profilo soggettivo del cliente; l’attenta verifica della ricorrenza del medesimo o dei soggetti a esso collegati, nelle “liste” delle persone e degli enti associati ad attività di finanziamento del terrorismo; la sottoposizione di detti soggetti a indagini o processi penali per circostanze attinenti al terrorismo, ovvero la riconducibilità degli stessi ad AFFIDAMENTI/TRIBUNALE DI BRESCIA: OK SE C’È UN PROGETTO Minori stranieri, ritorno a casa Sì al rientro nella famiglia di origine in patria del minore straniero affidato a una famiglia italiana. Sulla base, però, di un progetto che dia garanzie del rispetto degli interessi del bambino. Ad autorizzare il viaggio di ritorno è una innovativa decisione del tribunale per i minorenni di Brescia (decreto n. 446 del 12/2/2016), che ha accolto la richiesta dei genitori di un bambino ecuadoriano, difesi dall’avvocato Giancarlo Cipolla. Il principio è che si devono privilegiare interventi di aiuti ai genitori naturali finalizzati allo svolgimento del loro compito educativo, anziché sottrarre i bambini alla famiglia di origine. Nel caso specifico, un minore ecuadoriano è stato affidato a una famiglia italiana, con supervisione dei servizi sociali. All’assistenza sociale è stato affidato anche il compito di verificare l’eventuale sussistenza dei presupposti del ricongiungimento del minore ai genitori. Il padre è rientrato in Ecuador e ha mantenuto rapporti telefonici con il figlio. Dalle relazioni sociali è anche emerso che il bambino ricordava il suo paese di origine e che aveva espresso il desiderio di tornare in Ecuador a vivere con i propri genitori e i propri fratelli. La mamma ha chiesto il supporto del Consolato per il rimpatrio assistito per lei stessa e per il minore in questione. Proprio un ufficio del Consolato dell’Ecuador ha elaborato un progetto assistenziale per tutto il nucleo familiare con ricongiungimento di tutti i componenti nel paese di origine; una volta in patria la famiglia sarebbe stata ospite della nonna paterna e sarebbe stata seguita dai servizi sociali locali. Il tribunale per i minorenni di Brescia ha valutato il progetto rispondente agli interessi del minore. Di conseguenza è stato revocato l’affidamento alla famiglia italiana. Antonio Ciccia Messina ambienti del radicalismo o estremismo; la consultazione ai predetti fini su base continuativa di fonti aperte e social media. Sotto il secondo aspetto si pone l’esigenza di calibrare in funzione del crescente rischio di finanziamento del terrorismo i parametri oggettivi su cui si fondano gli strumenti di selezione automatica delle operazioni, avendo riguardo in particolare all’operatività in settori caratterizzati dalla presenza di clienti occasionali pr e a quella che transita su conti di corrispondenza o conti assimi milabili, nonché ai servizi di tra tramutazione». Valutazione delle opeV razioni. Circa la valutazione ra delle operazioni, fondamende tale risulta la localizzazione tal geografica dei soggetti e delle ge attività, con particolare rifeatt rimento, negli enti non profit, rim delle incoerenze delle spese con de le loro attività tipiche. Particolare attenzione va altresì rivollar ta alla raccolta di fondi on line, anche attraverso piattaforme an crowdfunding. Altresì monicro torati dovranno essere i fondi tor provenienti da una pluralità di pr soggetti, soprattutto in assenza sog di relazioni familiari o d’affari. Gli operatori dei servizi di paGl gamento devono monitorare atga tentamente gli utilizzi di carte ten di pagamento in aree a rischio geografico e, in particolare, i ge prelevamenti di denaro impr mediatamente successivi alla me creazione delle disponibilità cre di titoli di viaggio, e l’acquisto l biglietti aerei o visti on line verbig so dette zone ovvero di beni e servizi ivi utilizzabili. © Riproduzione riservata La nota di Bankitalia sul sito www. italiaoggi.it/documenti Per le multe è retroattiva la franchigia di due giorni Chi ha pagato tempestivamente un verbale stradale con sistemi elettronici può confidare su due giorni ulteriori di franchigia per l’accredito della valuta. E questa interpretazione ha efficacia retroattiva anche per i procedimenti sanzionatori non ancora conclusi. Lo ha chiarito l’Interno con la circolare del 15 aprile 2016. L’art. 17-quinquies del dl 18/2016, ha specificato che per i pagamenti diversi da quelli in contanti o tramite conto corrente postale, l’effetto liberatorio del pagamento della multa si produce se l’accredito all’amministrazione avviene entro due giorni dalla data di scadenza del pagamento. Ma in caso di pagamento con strumenti di transazione elettronici possono esserci degli scostamenti. Perciò si è reso necessario adottare un correttivo che però riguarda anche i procedimenti sanzionatori non ancora conclusi, basati su pagamenti quasi tempestivi. In buona sostanza, specifica il Viminale, la novella si applica a tutti i verbali per i quali il pagamento della sanzione La circolare sul sia intervenuto in modalità e sito www.italiaog- termini in argomento. Stefano Manzelli gi.it/documenti 28 Martedì 19 Aprile 2016 G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ INVESTIMENTI/ Lo prevede il decreto sugli Oicvm approvato dal consiglio dei ministri Organismi collettivi in stile Ue Salgono le sanzioni. Stop a strategie troppo aggressive DI I GLORIA GRIGOLON talia allineata alle regole europee in materia di disposizioni sugli organismi di investimento collettivo. E se da un lato sale il tetto massimo di sanzioni amministrative pecuniarie applicabili ai cosiddetti Oicvm, organismi d’investimento collettivo in valori mobiliari, dall’altro si fanno più stretti i margini d’azione per i gestori, che non potranno attuare politiche d’investimento troppo aggressive rispetto al profilo di rischio del fondo. Infine, l’introduzione di una «temporary ban» per l’interdizione temporanea (o, in caso di violazioni gravi reiterate, permanente) dall’esercizio di gestione a carico dei responsabili delle eventuali violazioni. Sono questi alcuni dei punti toccati dal decreto approvato in via definitiva lo scorso venerdì in Consiglio dei ministri (si veda ItaliaOggi del 16 aprile scorso) da adottarsi a livello nazionale entro il 18 aprile 2016 (ex legge di delegazione 2014). Questo si accompagna all’attuazione di un’altra disposizione, quella contenuta nella Mifid II, che dovrà esser portata a compimento entro il prossimo 3 maggio. Il decreto dà voce alla direttiva 2014/91/Ue in materia di Oicvm, al fine di armonizzare le norme nazionali su depositari, politica retributiva e san- zioni applicate, limitatamente alle disposizioni sanzionatorie della direttiva 2014/65/Ue riguardante i mercati degli strumenti finanziari. Materie, sulle quali sono emerse negli ultimi anni numerose divergenze, in quanto le disposizioni lasciavano margine a interpretazioni divergenti riguardo alle funzioni del depositario e alla sua responsabilità in caso di negligenza. La direttiva interviene, in primis, sulle funzioni di depositario, con l’integrazione della disciplina riguardante gli obblighi del depositario e la gestione dei potenziali conflitti di interesse. Seguono le politiche di remunerazione dei gestori dei fondi, per promuovere una gestione efficace degli impieghi, in linea con il profilo di rischio dell’Oicvm. La ratio di quanto detto risiede nella necessità che la politica di remunerazione sia idonea a promuovere una prudente gestione, senza incoraggiare l’assunzione di rischi non coerenti alle caratteristiche del fondo. È inoltre previsto un obbligo di pubblicità della politica di remunerazione nel prospetto. Terzo profilo, il regime sanzionatorio. La direttiva prevede sanzioni amministrative pecuniarie da 30 mila fino a 5 milioni di euro per la violazione commessa da persona giuridica o pari al 10% del fatturato annuo totale societario qualora l’importo sia superiore ai 5 milioni; per le persone fisi- che il massimale fino a 5 milioni di euro è già presente nel Tuf. Gli Stati membri possono imporre ammende superiori a tali importi. La gran parte delle disposizioni della direttiva risulta già recepita in Italia per effetto della direttiva sui gestori di fondi alternativi del 2014. È stata infine inserita una sanzione amministrativa, alternativa a quelle pecuniarie: la dichiarazione pubblica, avente a oggetto la violazione commessa e il soggetto responsabile. Il dlgs stabilisce, fra l’altro, che Bankitalia e Consob possano richiedere informazioni all’autorità giudiziaria relative alle fattispecie sanzionatorie penali per le quali si ritiene necessario lo scambio di informazioni ai fini della cooperazione con le autorità di vigilanza straniere e con l’Esma (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati). BREVI La pressione fiscale «è diminuita dal 43,2% del 2014 al 42,9% nel 2015: è tuttavia rimasta superiore, per circa 2,5 punti percentuali, alla media registrata nel decennio precedente Luigi la crisi dei Federio debiti sovraSignorini ni». Lo ha sottolineato il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, nel corso di un’audizione sul Documento di economia e finanza di fronte alle commissioni riunite bilancio di Camera e Senato. © Riproduzione riservata Il testo del decreto sul sito www.italiaoggi.it/documenti «Sto lavorando a una piattaforma informatica e a giugno potrebbe essere pronto il codice di condotta per contrastare il fenomeno IN EDICOLA Dai canoni di concessione del litorale lo Stato incassa «pochissimo, 100 milioni, dovrebbero essere 300, c’è però un’evasione troppo forte, alla fine sono 100 milioni, francamente una cifra irrisoria». Lo ha detto in un’intervista radiofonica il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, denunciando una forte evasione sui canoni di concessione del litorale. Sono circa 30 mila imprese concessionarie che si dividono gli 8 mila chilometri di coste italiano. Di questi, circa la metà è balneabile: ogni 350 metri c’è uno stabilimento privato, un business da decine di milioni di euro. Il ministero della giustizia ha approvato l’aggiornamento del codice etico di Confcommercio, redatto ai sensi del dlgs 231/2001 relativo alla responsabilità amministrativa degli Enti, ritenendolo «adeguato ed idoneo al raggiungimento dello scopo fissato dall’art.6 comma 3 del dlgs 231/2001». Per Confcommercio si tratta del quarto aggiornamento. Porto d’armi/1 Disarmato chi spara per intimorire Il titolare di un deposito di legnami che esce in terrazzo sparando in aria per spaventare i ladri viene disarmato. Anche se non ferisce nessuno infatti questo comportamento aggressivo determina l’esercizio discrezionale di intervento dell’autorità di pubblica sicurezza. Lo ha chiarito il Tar Lombardia, sez. II, con la sentenza n. 387 del 15 marzo 2016. A seguito dell’intervento dei carabinieri l’autorità di pubblica sicurezza aveva sospeso la licenza di caccia vietando il porto di fucile. Contro questa misura, forte dell’archiviazione penale, l’interessato ha proposto ricorso: avvisi così espliciti sulla porta denotano l’eccessiva aggressività del titolare che non può girare armato. Stefano Manzelli Si è svolta a Milano lo scorso 15 aprile l’assemblea ordinaria Avi (Associazione esperti visuristi) per l’elezione del nuovo presidente e del consiglio direttivo relativa il triennio 2016/2018. Riconfermati Mario Bulgheroni - presidente dell’associazione, Marco Sorini e Paolo Baita - vicepresidenti, Marco Ubaldi come tesoriere ed Elisabetta Vertemara nel ruolo di segretaria generale. Porto d’armi/2 C’è ritiro dopo minacce e ingiurie Chi viene indagato per minaccia e ingiuria perde il diritto a portare armi, comprese quelle da caccia. Anche in mancanza di una condanna infatti l’autorità di pubblica sicurezza può disporre la revoca della licenza di porto di fucile. Lo ha chiarito il Consiglio di stato, sez. I, con il parere n. 715 del 15 marzo 2016. A parere del Consiglio sussiste in materia un’ampia discrezionalità dell’amministrazione «che non può ritenersi vincolata alla sussistenza di un quadro probatorio o a elementi di probabilità qualificata, essendo sufficiente l’esistenza di elementi indiziari». Anche in mancanza di una condanna per minacce il titolare di una licenza di porto d’armi può essere disarmato. Perché prevale la necessità di salvaguardare ordine e sicurezza. Stefano Manzelli delle dichiarazioni di odio e violenza su Internet». Lo ha annunciato la commissaria Ue alla Giustizia, Vera Jourovà, nella conferenza stampa che ha preceduto l’iniziativa di chiusura degli Stati Generali dell’esecuzione penale in corso a Rebibbia in merito alle iniziative di contrasto alla radicalizzazione e al proselitismo di matrice islamica. Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com Massimo Deandreis, direttore generale di Srm, Studi ricerche Mezzogiorno, è stato eletto presidente del Gei, l’Associazione italiana degli economisti d’impresa. I M P O S T E E TA S S E Martedì 19 Aprile 2016 29 APPALTI/ La circolare della Guardia di finanza ne delinea il ruolo a fini anticorruzione Reati in gara, Gdf guardiana Indagini finanziarie e interventi per i commissariamenti DI ANDREA MASCOLINI P ossibili indagini finanziarie da parte della Guardia di finanza sulle imprese, oltre ad altri interventi per verificare l’applicazione delle norme del codice dei contratti pubblici e finalizzati anche al commissariamento delle ditte in caso di reati contro la pubblica amministrazione. Accertamenti delle Fiamme gialle mirati per il rilascio del rating di legalità. È quanto stabilisce la circolare emessa dal Comando generale della Guardia di finanza il 14 aprile scorso, indirizzata ai comandi regionali e alle unità speciali, relativamente all’attività di collaborazione del corpo con l’Autorità nazionale anticorruzione, a valle del protocollo di intesa siglato nello scorso settembre che avrà validità tre anni (si veda quanto anticipato da ItaliaOggi del 15 aprile scorso). Ai già rafforzati poteri previsti dal nuovo codice dei contratti pubblici approvato venerdì scorso (si veda altro articolo a pag. 33), si affianca quindi, sul lato operativo, la Guardia di finanza che dovrà rendere effettiva l’attuazione concreta dei compiti affidati dalla legge all’Authority di Raffaele Cantone a valle del protocollo di intesa. Il fondamento del potere di verifica e accertamento della Guardia di finanza è nell’abrogando Codice dei contratti pubblici (articolo 6, comma 9) e viene raccordato anche con la disciplina di cui all’articolo 32 della legge 90/2014, che ha anche previsto la possibilità di commissariare le imprese (interventi Expo e Mose). L’accordo di collaborazione prevede in particolare la possibilità di fare ispezioni nei confronti delle stazioni appaltanti, degli operatori economici e di ogni amministrazione e società a partecipazione pubblica relativamente alle procedure di affidamento di lavori, forniture e servizi. Le Fiamme gialle potranno inoltre essere attivate per i controlli sul sistema di qualificazione Soa (sistema confermato dal nuovo dei contratti pubblici) con riguardo all’assetto societario, patrimoniale, organizzativo e di governance, al riscontro di requisiti di indipendenza che gli organismi di attestazione devono assicurare per il rilascio delle attestazioni alle imprese di costruzioni che ne fanno richiesta. Da notare che il nuovo codice dei contratti pubblici prevede una revisione straordinaria sulle Soa da effettuarsi entro tre mesi da parte dell’Anac; probabile quindi l’imminente attivazione della Guardia di finanza. Non solo: i finanzieri potranno anche controllare l’ottemperanza delle decisioni dell’Anac (indirizzate sia alle stazioni appaltanti, sia agli operatori economici) e agire con riferimento alle misure sul «commissariamento» delle imprese disposto in caso di problemi di corruzione e altri reati contro l’Amministrazione. Prevista l’attivazione della Gdf, da parte dell’Autorità presieduta da Cantone, anche per il rating di legalità (previsto nel nuovo codice appalti), oltre che dall’Antitrust, per gli accertamenti connessi al rilascio del rating delle impresa. La collaborazione avrà anche ad oggetto il rispetto della disciplina sulla prevenzione della corruzione nella p.a. (legge Severino), rivolta alle amministrazioni e agli enti pubblici e agli enti di diritto privato sotto controllo pubblico (ad esempio, sui piani di prevenzione , sulle verifiche in tema di obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione). Gli interventi potranno essere «congiunti» con personale Anac e delle Fiamme gialle, o autonomi con il personale in forza al Nucleo speciale della Gdf. Per quel che riguarda l’esercizio dei poteri di accertamento fiscale, i nuclei di polizia tributaria delle fi amme gialle potranno, su richiesta dell’Anac, richiedere alle amministrazioni comunicazioni di dati e notizie rilevanti ai fini istruttori, eseguire accessi presso le amministrazioni per acquisire direttamente i documenti, «effettuare accessi, ispezioni, verifiche e indagini finanziarie» inerenti ai soggetti affidatari dei contratti pubblici. La Guardia di finanza dovrà informare l’Anac se nel corso delle proprie attività istituzionale venisse a conoscenza di «elementi di interesse per l’Anac». Previsto anche lo scambio di informazioni fra le banche dati della Gdf e quelle dell’Anac. © Riproduzione riservata SOLUZIONE PER LA PROCEDURA DI RISOLUZIONE INTERNAZIONALE DELLE CONTROVERSIE FISCALI Transfer pricing, riscossione sospesa con rinuncia al ricorso Riscossione sospesa solo previa rinuncia al ricorso, la nuova ipotesi di sospensione del processo tributario (art. 39, comma 3-bis, dlgs 546/1992) in pendenza della procedura di risoluzione internazionale delle controversie fiscali in materia di Transfer pricing ai sensi della Convenzione n. 90/463/Cee (c.d. Map arbitrale) non incide sull’istituto della sospensione previsto dall’art. 3 della legge 99/1993 (legge di ratifica della Convenzione). Nella circolare n. 12/E l’Agenzia delle Entrate afferma infatti che il neo introdotto comma 3-bis dell’art. 39 «non comporta modifiche sotto il profilo dei rapporti tra [il Map arbitrale] e il contenzioso interno». La Convenzione disciplina un procedimento in ambito europeo per la risoluzione dei fenomeni di doppia imposizione economica riconducibili a rettifiche di Transfer pricing. L’appeal di tale procedura è che il contribuente ha la certezza, una volta accolta l’istanza di ammissione al Map, che la procedura attivata si concluda, in tempi ragionevoli, con l’eliminazione della lamentata doppia imposizione. Il Map arbitrale consta di 2 fasi, la prima nella quale gli Stati membri interessati si attivano per giungere ad un accordo amichevole per la risoluzione del lamentato fenomeno di doppia imposizione (fase amichevole), la seconda (fase arbitrale), attivata qualora gli Stati non si accordino entro un collegate alle rettifiche di Transfer se italiane che contestualmente al determinato periodo (generalmente pricing oggetto di Map (circ. 21/E Map coltivano il contenzioso interdue anni dall’avvio della fase predel 2012) ex art. 3, legge 99/1993. A no pur avendo oggi la possibilità di cedente), nella quale è prevista la detta dell’Amministrazione infatti ottenere, su richiesta congiunta, la costituzione di una commissione la sospensione prevista dal citato sospensione del processo tributario consultiva la quale (entro sei mesi art. 3 è alternativa rispetto a quelinstaurato, dovranno comunque ridalla sua costituzione) elabora un la prevista nel processo tributario nunciare al ricorso per far sì che la parere per la risoluzione della quedall’art. 47, dlgs 546/1992. Per tale fase arbitrale della procedura venstione a cui gli Stati (entro sei mesi ga avviata. La rinuncia al ricorso, ragione qualora il contribuente coldall’emissione del parere) possono tivi contemporaneamente il Map e inoltre, è anche la condizione posta conformarsi o decidere di derogare il contenzioso interno potrà ottedall’Agenzia delle entrate per concea favore di altro accordo. Termini nere, al ricorrere dei presupposti, dere la sospensione della riscossiotrascorsi sei mesi dall’emissione la sospensione della riscossione in ne, in pendenza della procedura condel parere, quindi, gli Stati devono sede giudiziale, la quale opererà venzionale, delle maggiori imposte comunque giungere alla risoluzioanche durante l’eventuale ne della vicenda. Il periodo di sospensione del passaggio alla fase processo richiesta ai sensi arbitrale è tuttavia del novellato art. 39, cominibito in presenza ma 1-ter, dlgs 546/1992. di un contenzioso Tuttavia qualora nelle interno sui rilievi more del contenzioso gli da cui scaturisce Commissioni speciali per le liti fiscali presso i tribunaStati non giungano ad la doppia imposili ordinari e soppressione delle commissioni tributarie un accordo amichevole, zione oggetto della provinciali e regionali. La riforma tributaria riparte l’impresa, per avere gaprocedura qualora dal Pd, oggi, alle ore 14,30, presso la Sala Stampa di ranzia della risoluzione l’istante risieda in Montecitoriocon lapresentazione della proposta di a livello internazionale uno Stato (come riforma della giustizia tributaria del partito democradella lamentata doppia l’Italia) la cui legitico. Le nuove norme vogliono garantire tempestiviimposizione, sarà tenuta slazione interna non tà, trasparenza ed efficienza nel rendere giustizia sui a rinunciare al ricorso. In consenta di derogatemi che incidono così profondamente sui diritti dei tal caso, quindi, venendo re alle decisioni dei cittadini e sui rapporti tra il cittadino e la pubblica meno la sospensione delgiudici. In tali casi amministrazione. la riscossione giudiziale, la presenza di un Cuore della riforma è la soppressione delle attuali il contribuente potrà chiecontenzioso esclucommissioni tributarie regionali e provinciali e l’istidere la sospensione della de la certezza che tuzione di sezioni specializzate presso i tribunali ordiriscossione ex art. 3, legge il Map si concluda nari con l’assunzione di 750 nuovi magistrati nell’arco 99/1993, la cui concessioatteso il mancato di un anno. Intervengono: David Ermini, responsabile ne è tuttavia a discrezione passaggio dalla fase Giustizia del Pd, Donatella Ferranti, presidente della dell’Ufficio. amichevole a quella commissione Giustizia di Montecitorio, e Walter VeriClaudia Marinozzi arbitrale. Le impreni, capogruppo in commissione Giustizia. Riforma tributaria, il Pd: commissioni nei tribunali 30 Martedì 19 Aprile 2016 I M P O S T E E TA S S E Berna ha presentato una proposta di legge sul country by country reporting Ocse Svizzera, ok allo scambio dati Dal 2019 trasparenza nei bilanci dei gruppi elvetici consultazione dal Consiglio federale svizzero, che dà atn ch e l a S v i z z e r a tuazione all’accordo multiobbliga le proprie laterale fra tax authorities multinazionali alla per lo scambio di file Cbcr m a s s i m a t r a s p a - firmato a Parigi il 27 genrenza sul transfer pricing. I naio scorso. Osservazioni e gruppi con fatturati superio- commenti potranno essere ri ai 900 milioni di franchi inviati a Berna fino al 13 (l’equivalente dei 750 milio- luglio 2016. Il Cbcr è ritenuto unanini di euro richiesti dall’Ocse e dall’Ue al cambio del memente dagli operatori la 1° gennaio 2015) dovranno misura più invasiva tra le fornire alle autorità fiscali varie raccomandazioni mesle informazioni sulla ripar- se a punto dall’Ocse nell’amtizione del volume d’affari, bito del progetto Beps contro l’elusiodegli utili, ne. delle impon In via generale ste pagate e Le multinazionali pola del numero l renditranno decidere voloncontaziodi addetti c tariamente di partire ne deve per ciascun e s s e r e paese nel già prima, cioè per gli predispoquale l’imp anni 2016 e 2017 sta dalla presa opera. s società Il country by m a d r e country reinviata alla porting (Cbcr) in versione del gruppo e inv elvetica debutterà però più propria amministrazione tardi che nel resto del mon- finanziaria: sarà quest’uldo: il primo appuntamento tima, poi, a relazionarsi è fissato al 2019, con foto- con i «colleghi» esteri. La grafia sull’anno d’imposta documentazione paese per 2018. Le multinazionali paese sarà trasmessa in potranno comunque deci- automatico ogni anno alle dere volontariamente di autorità fiscali nazionali partire prima, già per gli degli stati in cui i gruppi anni 2016 e 2017, se non dispongono di entità costialtro per evitare l’applica- tutive, a condizione che esizione di sanzioni da parte sta una base convenzionale di quei paesi che già hanno internazionale che preveda introdotto tempestivamente lo scambio. I dati saranno utilizzati esclusivamente il Cbcr (tra cui l’Italia). È quanto prevede una dai verificatori e non poproposta di legge messa in tranno essere resi pubblici. DI VALERIO STROPPA A Secondo una prima stima fornita dal governo elvetico, le capogruppo svizzere interessate dall’adempimento dovrebbero essere circa 200. Sanzioni fino a 250 mila franchi per chi fornisce documentazione incompleta o infedele. Affinché la cooperazione prenda il via, però, dovrà prima essere completato il quadro normativo. La Convenzione dell’Ocse e del Consiglio d’Europa sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale, approvata dall’Assemblea federale il 18 dicembre 2015, deve essere ancora ratificata. Così come l’accordo di Parigi sul Cbrc del gennaio scorso, atteso a breve in Assemblea federale per il via libera. Da ultimo, servirà l’approvazione della legge federale pubblicata in bozza nei giorni scorsi. Si ricorda come, dopo la pubblicazione della Action 13 del Beps, sono molti gli stati che hanno già provveduto a introdurre la Cbcr per i periodi d’imposta che hanno inizio dal 1° gennaio 2016. Ciò significa che per detti paesi i primi scambi dovrebbero avvenire a partire dal 2018. Tra questi vi sono Australia, Danimarca, Spagna, Francia, Italia, Irlanda, Giappone (aprile 2016), Messico, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito. Reverse charge, norme Ue prevalgono sulle italiane Le controversie in materia di Iva sono soggette a norme comunitarie imperative, la cui applicazione non può essere ostacolata dal carattere vincolante del giudicato nazionale, soprattutto laddove ciò possa impedire la realizzazione del contrasto dell’abuso del diritto, individuato come strumento per garantire la piena applicazione del sistema armonizzato. Così si è espressa la Cassazione con la sentenza n. 6343 dell’01/04/2016. Nel caso di specie, l’Agenzia accertava una maggiore Iva, disconoscendo l’applicazione del regime del margine. Il ricorso era accolto in Ctp, con sentenza poi confermata dalla Ctr, che affermava che il contribuente aveva provato di aver applicato il regime del margine sulla base della dichiarazione del cedente comunitario, che rendeva legittima l’applicazione del regime senza che assumessero rilievo la circostanza che le fatture emesse dai cedenti non riportassero l’indicazione «regime del margine» e facessero riferimento al regime delle «triangolazioni», non potendo porsi in capo al cessionario l’obbligo di accertare il regime applicato dal fornitore. Il giudice di legittimità respingeva in- nanzitutto l’eccezione di giudicato esterno, sollevata dal controricorrente con riferimento ad altra sentenza della Ctr passata in giudicato a seguito di rinuncia dell’Ufficio al ricorso per Cassazione. La Corte affermava che la sentenza con la quale si accertano gli obblighi del contribuente per un determinato anno d’imposta fa stato con riferimento alle imposte dovute per gli anni successivi solo per quanto attiene gli elementi costitutivi della fattispecie, che, estendendosi a una pluralità di periodi (per esempio le qualificazioni giuridiche), assumano carattere tendenzialmente permanente, mentre il giudicato esterno non può avere efficacia vincolante quando l’accertamento per i diversi anni si fondi su presupposti di fatto potenzialmente mutevoli. E nel caso in esame non si verteva di elementi costitutivi o generatori della fattispecie, ma sulle operazioni compiute nel corso dei diversi anni di imposta e sulla loro assoggettabilità al regime del margine in ragione all’effettiva sussistenza, per ciascuna operazione, dei presupposti normativamente previsti. Giovambattista Palumbo Fiscalità Panama-Italia l’iter è accelerato I Panama papers accelerano l’iter di approvazione della convenzione italo-panamense per evitare le doppie imposizioni fiscali. Oggi, infatti, in commissione finanze della camera si terrà l’esame del disegno di legge, in merito all’accordo tra il governo italiano e la Repubblica di Panama per evitare le doppie imposizioni sul reddito e per prevenire l’evasione fiscale, siglato il 30 dicembre 2010. In particolare, la legge prevede un diritto esclusivo di tassazione degli utili di impresa nello stato dove è residente l’impresa stessa. Si fa eccezione a questo punto se l’impresa presa in considerazione svolga attività nell’altro stato, per mezzo di una stabile organizzazione. Sui dividendi è stata invece stabilita un’aliquota differenziata di trattenuta nello stato della fonte pari al 5% per partecipazione societarie pari o superiori al 25%. Negli altri casi invece è prevista una trattenuta del 10%. Quando il disegno di legge sarà tramutato in legge, entrerà in vigore il giorno successivo dalla sua pubblicazione in Gazzetta. Da quel momento in poi il governo italiano potrà richiedere e ottenere tutte le informazioni che ritiene utili a Panama per svolgere le sue indagini. A seguito dello scandalo Panama papers, Christina Lagarde, direttore operativo del Fondo monetario internazionale, ha dichiarato che la comunità internazionale deve fare di più per combattere l’evasione fiscale e che già molti paesi avevano iniziato a porre attenzione sulla gestione dei capitali a Panama. Non è quindi un caso che proprio ieri è arrivata una dichiarazione da parte del presidente del Panama, Juan Carlos Valera, il quale ha annunciato che il suo paese aderirà all’iniziativa Ocse (organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sullo scambio di informazioni sensibili. Ha, anche, dichiarato che settimana prossima arriverà a Panama un team tecnico dell’Ocse per «raggiungere un accordo». Su questa scia si può anche leggere la decisione italiana di sbloccare il disegno di legge datato 30 dicembre 2010 e di iniziare i lavori in commissione finanza alla camera. Giorgia Pacione Di Bello Dalle indagini bancarie emerge solo un mero indizio precisando che non potendo le I soli dati emersi dalle indagini risultanze derivanti dalle indabancarie sono insufficienti per gini bancarie, proprio in relacondannare l’imprenditore aczione alla inutilizzabilità della cusato di omessa dichiarazione presunzione, rappresentare, ex ed evasione fiscale. Si tratta se, idoneo elemento di prova a infatti di un mero indizio. Ma sorreggere la tesi dell’accusa, non basta: il silenzio del contriinidoneità non solo probatoria buente, nonostante l’interpello ma nemmeno del fisco in sede indiziaria poamministrativa, sto che nel reè del tutto irrileI soli dati emersi ato di omessa vante. dalle indagini dichiarazione È q u a n t o a ff e rbancarie sono è rimesso al mato dalla Corte insufficienti per giudice penadi cassazione che, le il compito con la sentenza n. condannare di accertare 15899 del 18 aprile l’imprenditore l’ammontare 2016, ha accolto il accusato di omessa dell’imposta ricorso di un imdichiarazione ed evasa, da deprenditore di Paevasione fiscale terminarsi lermo. sulla base L’uomo era finito della connel mirino degli intrapposizione tra ricavi e costi quirenti per evasione ne fiscale e d’esercizio detraibili, mediante omessa dichiarazione. La Guaruna verifica può sovrapporsi e dia di finanza aveva ricostruito anche entrare in contraddizioil volume d’affari essenzialmenne con quella eventualmente te sulla base dei dati raccolti in effettuata dinanbanca. La sentenza sul zi al giudice triLa terza sezione penale del Palazsito www.italiaog- butario. Debora zaccio ha però rigi.it/documenti Alberici baltato il verdetto I M P O S T E E TA S S E Martedì 19 Aprile 2016 31 Dalle spese sanitarie ai figli a carichi, primo check di quello che c’è nel 730/2016 Precompilata, slalom tra fogli I dati incongrui per il fisco da verificare nell’allegato Dati presenti nella precompilata 2016 - Redditi di lavoro dipendente e assimilati; 1) R e d d i t i - Redditi dei terreni; - Redditi dei fabbricati; presenti: - Altri redditi (es. redditi occasionali); - Spese sanitarie (escluso farmaci); - Interessi per mutui ipotecari per acquisto abitazione principale; - Interessi per mutui ipotecari per acquisto altri immobili; - Interessi per mutui ipotecari per costruzione abitazione principale; - Interessi per prestiti o mutui agrari; 2) Oneri e spese - Spese di istruzione universitaria; del dichiarante: - Spese funebri; - Assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni; - Assicurazioni per rischio di non autosufficienza; - Altre spese detraibili; - Contributi previdenziali e assistenziali; - Contributi per addetti ai servizi domestici e familiari; - Contributi previdenza complementare; - Oneri pluriennali (da 730 o Unico PF anno precedente); - Acconti versati; - Ritenute subite; - Eccedenze d’imposta (dichiarazioni anno 3) Altri dati: precedente e altri dati); - Prospetto familiari a carico (da certificazione unica); - Spese sanitarie (escluso farmaci); - Spese di istruzione universitaria; 4) Oneri e spese - Assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni; relativi ai familiari - Assicurazioni per rischio di non autosufficienza; a carico: - Contributi previdenziali e assistenziali; - Contributi previdenza complementare; L DI ANDREA BONGI a precompilata è uno slalom fra modello e foglio illustrativo allegato. Ogni volta che un dato o una segnalazione è stato ritenuta incompleta o non coerente, l’Agenzia ha ritenuto opportuno non inserirla nel precompilato ma indicarla unicamente nel foglio illustrativo di dettaglio. Ciò avviene sia per i dati direttamente afferenti al contribuente sia per quelli relativi ai suoi familiari a carico. (si veda quanto anticipato da ItaliaOggi il 12/04/2016) In questa situazione è il contribuente che deve controllare ed eventualmente confermare o correggere, i dati inseriti nel foglio illustrativo stesso facendoli transitare all’interno della dichiarazione precompilata. Il tutto con le ovvie conseguenze in termini di controlli. Fonte dei dati – le CU. La dichiarazione precompilata si basa essenzialmente sulle certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta che attestano i redditi di lavoro dipendente e assimilati, le pensioni e i compensi per attività occasionali di lavoro autonomo, percepiti dal contribuente nel periodo d’imposta 2015. Tali certificazioni, se rilevanti ai fini della dichia- razione precompilata, sono state trasmesse telematicamente dai sostituti al fisco entro lo scorso 7 marzo e dovrebbero essere inserite all’interno del modello precaricato. Il condizionale è d’obbligo perché l’Agenzia delle entrate ha chiarito che qualora fossero pervenute più certificazioni uniche e vi siano dubbi, per esempio sui meccanismi di conguaglio, il sistema si limita a dare evidenza al contribuente della presenza di tali certificazioni uniche senza però inserire i dati delle stesse nella precompilata. Ma nella precompilata non vanno solo le informazioni contenute nelle certificazioni uniche. Esso contiene, infatti anche tutta una serie di informazioni presenti in Anagrafe tributaria relative, per esempio, alle spese di ristrutturazione edilizia e di risparmio energetico, ai versamenti effettuati con il modello F24, alle compravendite immobiliari, ai contratti di locazione registrati e alla dichiarazione dei redditi dell’anno precedente. A questi dati si vanno ad aggiungere anche quelli trasmessi da altri soggetti, che riguardano alcuni oneri detraibili e deducibili sostenuti dai contribuenti tra cui gli interessi passivi sui mutui, premi assicurativi, contributi previdenziali, spese funebri, spese mediche e universitarie. Inserimento nella precompilata – il criterio di base. Come precisato dalla stessa Agenzia delle entrate non sono state inserite in dichiarazione tutte quelle informazioni che appaiono incomplete o incoerenti. All’interno dell’applicazione dedicata alla precompilata ci sono anche alcuni esempi pratici di incoerenze. Si pensi al caso in cui in Anagrafe tributaria risulti l’atto di acquisto di un fabbricato, di cui però l’amministrazione finanziaria non conosce ancora la destinazione (concesso in comodato, tenuto a disposizione ecc.). Oppure alla situazione in cui gli interessi passivi per il mutuo comunicati dalla banca siano di importo superiore a quelli indicati nella dichiarazione dell’anno precedente, quando di norma dovrebbe accadere esattamente il contrario visto che il metodo utilizzato per il computo degli interessi passivi è quello cosiddetto alla francese (decrescenti nel tempo). In queste situazioni il dato non è perso. Lo stesso è riportato nel prospetto riepilogativo, in modo da poter essere verifi- Lo studente in affitto dovrà pagare il canone tv Lo studente in affitto, che ha spostato la sua residenza nella città dove studia, dovrà pagare il canone tv. È quanto emerge dagli esempi di compilazione presenti sul sito dell’Agenzia delle entrate. Quindi, se si è in affitto in un appartamento dove è presente un televisore e l’utenza elettrica è intestata al proprietario dell’abitazione o allo studente stesso quest’ultimo è tenuto al pagamento del canone tv, perché detiene un apparecchio televisivo nell’appartamento preso in affitto. Non sarà invece tenuto al pagamento del canone tv se lo studente, sebbene sia fuorisede, abbia mantenuto la residenza anagrafica a casa dei genitori che già pagano il canone. In questo caso può presentare la dichiarazione di non possesso compilando il quadro B indicando il codice fiscale, della madre o del padre, cui è intesta l’utenza elettrica su cui è dovuto il canone tv. Nel caso in cui, invece, ci sia una famiglia composta da due coniugi che vivono in un’abitazione dove l’utenza elettrica è intestata al marito e non è presente nessun apparecchio atto alla ricezione di trasmissioni televisive. Anche se si era già presentata una denuncia di cessazione dell’abbonamento per suggellamento prima del 2016, è necessario presentare un’autodichiarazione. Altro caso, preso in esame dall’Agenzia dell’entrate in quanto garante degli adempimenti fiscali, è il seguente. Una famiglia formata da moglie, marito e due figli ha due abitazioni A e B con due utenze elettriche intestate una alla moglie e l’altra al marito. La residenza anagrafica della moglie e marito è nell’abitazione A mentre quella dei figli è nell’abitazione B. Risultato: è possibile presentare una dichiarazione sostitutiva, solo da parte del marito, compilando il quadro B sul modulo di dichiarazione sostitutiva scrivendo il codice fiscale della moglie. In questo modo il canone dovuto sarà addebitato sull’utenza elettrica intestata alla moglie. I figli che risiedono nella casa B, rappresentando un’autonoma famiglia anagrafica, sono tenuti al pagamento del canone tv. Giorgia Pacione Di Bello cato ed eventualmente inserito in dichiarazione da parte del contribuente. Familiari a carico. Altro fronte caldo, anzi caldissimo della precompilata 2016 è rappresentato dai dati relativi ai familiari a carico del contribuente. Anche per i carichi familiari l’Agenzia delle entrate ha utilizzato lo stesso criterio sopra esaminato: non inserimento nella precompilata, ma «parcheggio» nel foglio illustrativo allegato di tutte le informazioni che sono state considerate incomplete o incoerenti. L’Agenzia ha individuato i familiari da considerare fiscalmente a carico esclusivamente sulla base delle informazioni ricevute, anche dal punto di vista reddituale, dai sostituti d’imposta con le Certificazioni Uniche. Quando nelle comunicazioni trasmesse dai soggetti terzi non è stato individuato il soggetto che ha sostenuto la spesa, l’onere è inserito nelle dichiarazioni dei redditi dei soggetti dei quali il familiare a cui la spesa si riferisce, risulta fiscalmente a carico, in proporzione alle percentuali di carico. In questi casi, l’onere è riportato nell’elenco delle informazioni sia del familiare fiscalmente a carico sia dei soggetti di cui il familiare a cui la spesa si riferisce, risulta fiscalmente a carico. Tocca ovviamente al contribuente modificare la dichiarazione proposta dall’Agenzia delle entrate se il familiare non è in possesso dei requisiti per essere considerato fiscalmente a carico o se la spesa è stata sostenuta da un soggetto diverso o in una percentuale diversa rispetto a quella risultante dal prospetto dei familiari a carico. Effetti sui controlli. È chiaro che la modifica o l’inserimento di dati nella dichiarazione precompilata ne alterano lo status quando incidono sul reddito, sull’imposta o su entrambi. In generale infatti il 730 precompilato si considera modificato quando vengono variati i redditi, gli oneri o le altre informazioni presenti nella dichiarazione oppure se sono inserite nuove voci non presenti nel modello 730 precompilato. La modifica alla precompilata fa sì che i controlli documentali si estendano anche agli oneri forniti all’Agenzia da soggetti terzi e non soltanto a quelli inseriti dal contribuente per effetto delle variazioni apportate. 32 Martedì 19 Aprile 2016 BENZINA I M P O S T E E TA S S E Una risoluzione sugli atti richiesti dagli avvocati Distributori a registro differenziato Notifica atti: bollo non dovuto Certificati esenti DI GIOVAMBATTISTA PALUMBO La transazione avente per oggetto la vendita di un distributore di carburanti è caratterizzata da una sostanziale differenziazione tra l’elemento immobiliare, costituito dal terreno su cui grava, e quello delle attrezzature/impianti che lo caratterizza e che ne determina la reale funzionalità. Ai fini dell’imposta di registro, si differenziano dunque le aliquote di riferimento, in base alla natura immobiliare o mobiliare del cespite trasferito. Così ha deciso la Commissione tributaria provinciale di Firenze con la sentenza n. 1249/1/15. Nel caso di specie l’amministrazione finanziaria aveva emesso avviso di liquidazione, con il quale procedeva al recupero di imposte sul valore dichiarato in atto di euro 840.000, in relazione al trasferimento di un ramo di azienda costituito da un impianto di distribuzione carburanti. Il prezzo complessivo della vendita era stato pattuito in euro 1.390.000, distinto, ai soli fini fiscali, in: euro 400.000, da attribuirsi all’immobile con terreno adiacente, euro 640.000 da attribuirsi agli impianti, euro 200.000 da attribuirsi alle attrezzature ed euro 150.000 da attribuirsi all’avviamento. Il notaio applicava dunque le aliquote di trasferimento immobiliari (pari a 7% + 2% + 1%) su euro 400.000 e l’aliquota dei trasferimenti mobiliari (3%) sul residuo prezzo di euro 990.000. L’Ufficio riteneva errata la tassazione, assoggettando invece l’intero importo, con esclusione dell’avviamento, a imposizione immobiliare, ritenendo che nella fattispecie non fosse possibile separare gli impianti e le attrezzature dall’area su cui insistevano, in relazione al concetto che tutto ciò che è incorporato al bene immobile costituisce un unico bene. La Commissione di merito ha quindi accolto il ricorso, ritenendo che l’atto liquidato contenesse sufficienti elementi di chiarezza al fine di comprendere la volontà delle parti nel tenere separati l’individuazione dei beni immobili da quelli mobili degli impianti e attrezzature, oltre all’attribuzione dell’avviamento, valori che, peraltro, l’Ufficio aveva contestato solo nel loro raggruppamento. DI ROBERTO ROSATI N on è dovuta l’imposta di bollo sui certificati anagrafici richiesti dagli avvocati per la notifica di atti giudiziari. Esenti dal tributo anche le quietanze rilasciate dai comuni a fronte del pagamento delle sanzioni per violazioni del codice della strada. Sono queste le indicazioni fornite dall’agenzia delle entrate con due risoluzioni diffuse ieri, 18 aprile 2016. Certificati anagrafici a uso giudiziario La risoluzione n. 24/E risponde al quesito del ministero dell’interno, che nel fare presente di essersi pronunciato affermativamente in merito all’applicabilità dell’imposta sui certificati anagrafici richiesti dagli studi legali ai fini della notifica degli atti giudiziari, segnalava il diverso parere dell’ordine degli avvocati, secondo il quale il tributo non sarebbe dovuto. L’Agenzia ha osservato che i certificati in esame, essendo rilasciati in base alle risultanze dei registri anagrafici e non di quelli dello stato civile, in via di principio sono soggetti all’imposta, salvo che ricorrano le ipotesi di esenzione previste dalla tabella B allegata al decreto del presidente della Repubblica numero 642 del 1972. Sono inoltre esenti dall’imposta tutti gli atti e i provvedimenti dei procedimenti giurisdizionali assoggettati al contributo unificato di cui al dpr n. 115/2002, qualora «antecedenti», «necessari» e «funzionali» ai procedimenti stessi. Ciò premesso, secondo l’Agenzia, anche i certificati anagrafici richiesti dagli studi legali per la notifica atti giudiziari sono esenti dall’imposta di bollo, ai sensi dell’art. 18 del citato dpr n. 115, in quanto trattasi di atti funzionali al procedimento giurisdizionale. In tal caso, sul certifica- Prestanome, serve il dolo specifico Essere il prestanome di un’azienda non fa scattare automaticamente la condanna per l’omessa tenuta o la distruzione della contabilità. L’accusa è infatti tenuta a provare il dolo specifico. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 15900 del 18 aprile 2016, ha accolto il ricorso del rappresentante legale di un’impresa di Napoli. La difesa ha sostenuto nel gravame che l’uomo fosse solo un prestanome e che nulla potesse sapere circa la mancata e scorretta tenuta della contabilità. La tesi ha fatto breccia presso i giudici del Palazzaccio che, accogliendo con rinvio, hanno spiegato che muovendo dal dato incontestabile secondo cui il reato richiede quale elemento soggettivo il dolo specifico, ne discende che la responsabilità penale dell’amministratore di diritto - qual è il ricorrente nel caso in esame - può sì essere affermata, posto che risponde a titolo di concorso per omesso impedimento dell’evento ex artt. 40, cpv. c.p. ma a condizione che ricorra l’elemento soggettivo richiesto della norma penale incriminatrice e cioè il dolo specifico. Tale elemento psicologico non è dimostrato, per i Supremi giudici, per il solo fatto di essere il prestanome nell’interesse degli effettivi gestori della società. Insomma ha sbagliato la Corte d’Appello partenopea a sostenere che il manager non poteva ignorare di essere il diretto responsabile della tenuta delle scritture contabili e della presentazione delle dichiarazioni fiscali. Di diverso avviso la Procura generale del Palazzaccio che ha chiesto l’inammissibilità del ricorso. Debora Alberici to dovrà essere indicata la norma di esenzione, ovvero l’uso cui l’atto è destinato. Ricevute di pagamento sanzioni pecuniarie La risoluzione 25/E risponde a un comune che riteneva di dover assoggettare all’imposta di bollo di 2 euro le quietanze emesse a seguito del pagamento delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni del codice della strada, effettuato presso gli agenti contabili della polizia locale, se di importo superiore a 77,47 euro. L’Agenzia ha invece chiarito che si rende applicabile l’esenzione prevista dall’art. 5, comma 4, della tabella allegata al decreto del presidente della Repubblica numero 642 del 1972, che riguarda, tra l’altro, anche gli atti per la riscossione delle entrate extra tributarie dei comuni, al cui ambito sono riconducibili le sanzioni amministrative in questione. © Riproduzione riservata LETTERA Cassazione molto chiara sulla medicina di gruppo La sentenza della Cassazione ss.uu. n. 7291 del 2016, con cui la cosiddetta medicina di gruppo è stata (finalmente) sdoganata dall’ambito applicativo dell’Irap (titolo di apertura di ItaliaOggi del 14 aprile) ha, in sostanza, ricompensato l’enorme lavoro di propaganda che la Fimmg sta svolgendo ormai da anni. Ma in un articolo pubblicato sul Il Sole 24 Ore dello scorso 14 aprile, il prof. Ferranti conclude il suo commento alla Sentenza n. 7291/2016 in esame, ritenendo la questione ancora aperta. A parere di chi scrive, però, attesa l’assoluta chiarezza e precisione dell’intervento delle ss.uu. non può che generarsi una duplice considerazione (tertium non datur) riguardo il professor Ferranti, nei termini che: a) o non ha ben compreso la portata assolutamente innovativa della sentenza delle ss.uu.; ovvero, cosa più probabile, b) non è mai riuscito a spogliarsi delle vesti del «vecchio burocrate» dell’amministrazione finanziaria, per il quale i contribuenti - ancorché svolgenti «… una delicata funzione di primo impatto a difesa della salute pubblica» (Cass. Sentenza n. 13048/2012) ovvero senza che la capacità produttiva risulti accresciuta dalla disponibilità di un dipendente, in quanto quest’ultimo «… non costituisce un fattore impersonale e aggiuntivo alla produttività del contribuente» (Cass. Sent. n. 22020/2013) - restano sempre, e solo, polli da spennare. Carmine Scavone, presidente Commissione Fisco Fimmg NUDA PROPRIETÀ Accertamenti sintetici perimetrati DI VINCENZO DELLI PRISCOLLI Qualora sia pacifico che il contribuente abbia acquistato esclusivamente la nuda proprietà dell’immobile con contestuale costituzione di usufrutto a favore di un terzo, l’Agenzia delle entrate è abilitata esclusivamente alla determinazione in via sintetica del reddito in base a spese per incrementi patrimoniali, ai sensi dell’art. 38, commi quarto e quinto, del dpr n. 600/1973, e non in base al pagamento dell’intero prezzo. Queste sono le conclusioni a cui è giunta la Corte di cassazione con la sentenza n. 930 del 20 gennaio 2016. Il contribuente ha proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale del Lazio la quale, confermando la legittimità dell’avviso di accertamento emanato dall’Agenzia delle entrate con metodo sintetico, aveva sostenuto che il contribuente non aveva dimostrato di aver versato il prezzo di acquisto della sola nuda proprietà di un immobile e non anche dell’usufrutto. I giudici di legittimità hanno sostenuto invece che risulta pacifico, come risulta anche dal contenuto delle difese dell’Agenzia delle entrate, che il contribuente ha acquistato esclusivamente la nuda proprietà dell’immobile in questione, con contestuale costituzione di usufrutto a favore di un terzo. Questo è, pertanto, l’unico fatto certo idoneo ad abilitare l’ufficio alla determinazione in via sintetica del reddito in base a spese per incrementi patrimoniali, ai sensi dell’art. 38, commi 4 e 5, del dpr n. 600/1973, e non già il pagamento dell’intero prezzo, circostanza evidentemente non desumibile con certezza dall’acquisto della sola nuda proprietà, non assumendo rilievo in tal senso il fatto che dal contratto risulta il versamento di una somma complessiva a opera della «parte acquirente» (espressione da intendere comprensiva anche del soggetto acquirente dell’usufrutto). Per questo motivo la Corte di cassazione ha accolto il ricorso del contribuente, rinviando la causa, anche per le spese, ad altra sezione della Commissione tributaria regionale del Lazio. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Martedì 19 Aprile 2016 Il nuovo codice oggi in Gazzetta. Cabina di regia per l’attuazione 33 PROVINCE Mobilità da chiudere Attesi 50 decreti. E le linee guida dell’Anac per giugno Appalti, riforma graduale DI ANDREA MASCOLINI S oppresso il vecchio codice degli appalti, la palla passa ai decreti attuativi. Poco meno di 50 provvedimenti, fra cui le linee guida generali dell’Anac che dovrebbero vedere la luce entro fine luglio e a breve saranno messe in consultazione pubblica. Le norme del dpr 207/2010 (regolamento del Codice De Lise) non incompatibili con il nuovo codice decadranno comunque entro la fine del 2016. Sono questi gli effetti derivanti dalla entrata in vigore del nuovo codice dei contratti pubblici, il decreto legislativo n. 50/2016, approvato venerdì dal consiglio dei ministri in via definitiva e atteso oggi in G.U. Le nuove norme si applicheranno alle procedure e ai contratti per i quali i bandi o gli avvisi con cui si indice la procedura di scelta del contraente siano stati pubblicati dopo l’entrata in vigore del decreto delegato. Non solo: il nuovo codice si applicherà anche ai contratti per i quali non è stata data pubblicità ai bandi e agli avvisi; per tali fattispecie contrattuali il decreto prevede che le nuove norme risultino applicabili se alla data di entrata in vigore del nuovo codice non sono stai ancora inviati gli inviti a presentare offerte. Pertanto, per esempio, a una procedura negoziata senza bando di gara laddove la stazione appaltante non abbia ancora inviato la lettera di invito ai soggetti individuati a seguito di indagine di mercato. L’entrata in vigore del nuovo decreto ha però, come effetto più rilevante, l’immediata soppressione del dlgs163/2006 e di ogni sua modifica successiva, disposta dall’articolo 217 del testo: da oggi, quindi, si applicano tutte le nuove norme contenute nei 217 articoli del decreto delegato, sostitutivo del codice del 2006. Il problema però è che al codice De Lise erano collegate anche molte norme del dpr 207/2010 (il regolamento attuativo del codice del 2006) che, in alcune materie, dettavano (dettano) un cospicuo apparato regolatorio (si pensi al tema della qualificazione delle imprese di costruzioni, ai livelli progettuali, alla disciplina dell’esecuzione del contratto, alle regole per l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura). Nel nuovo sistema il regolamento non esisterà più e al suo posto vi sarà una congerie di atti che, in larga misura, faranno capo all’Anac (linee guida generali e di dettaglio), alla presidenza del consiglio, al ministero delle infrastrutture, al Consiglio superiore dei lavori pubblici e ad altri dicasteri, con modalità di concerto le più svariate. Rispetto a questa pluralità di provvedimenti e di soggetti Contributo unificato, ok Ue Il contributo unificato da pagare per i procedimenti giurisdizionali in materia di appalti non viola il diritto comunitario. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue nell’ordinanza del 7 aprile (pubblicata ieri) emessa nella causa C-495/14 che ha visto contrapposti uno studio infermieristico di Trento e il ministero della giustizia. Secondo la Corte, la legislazione italiana che prevede contributi processuali non eccedenti il 2% del valore dell’appalto (si va da un minimo di 2 mila euro a un massimo di 6 mila a seconda del valore dell’appalto, rispettivamente di valore uguale o inferiore a 200 mila euro sino a un importo superiore al milione di euro) non costituisce un ostacolo all’accesso alla giustizia e quindi non si verifica alcuna lesione del principio di effettività. Si tratta infatti, dice la Corte, di una percentuale «in sé assai contenuta», tenuto conto che «la partecipazione di un’impresa a un appalto pubblico ne presuppone un’appropriata capacità economica e finanziaria». chiamati ad attuare il codice, codice con varie modalità, il Consiglio di stato nel parere reso due settimane fa aveva espresso «preoccupazione». Sarà fondamentale che la cabina di regia istituita ai sensi dell’articolo 212 del codice presso la presidenza del consiglio dei ministri riesca a coordinare il complesso iter attuativo fra i diversi soggetti. ne la cabina di soggetti Alla fi fine regia potrà anche prevedere la «raccolta in testi unici integrati, organici e omogenei» dei decreti e linee guida adottate da qui al prossimo anno. Il regolamento del 2010 rimarrà vigente fino a quando non saranno entrati in vigore tutti i provvedimenti di attuazione previsti dal codice stesso. Si prevede inoltre che s ogni provvedimento attuativo o dovrà effettuare la ricogniziod ne n delle norme del dpr 207 che si s intenderanno abrogate; per le l norme che non formeranno oggetto di ricognizione l’abroo gazione scatterà in ogni caso g entro il 31 dicembre 2016 a e condizione che non siano inc compatibili con il nuovo codice c o con ulteriori provvedimenti, anche dell’ Anac. È poi lo stesso a codice a elencare alcune delle c discipline regolamentari (e d non) da salvare fino a quando n i provvedimenti attuativi non saranno adottati (e i termini, s quando ci sono, varieranno da q sessanta giorni a un anno). Ins fine occorrerà attendere il più importante di tutti i provvedii menti di attuazione: le linee m guida generali dell’Anac che, di fatto, sostituiranno in buona misura il regolamento del codice dei contratti pubblici. A breve la Commissione presieduta da Michele Corradino lancerà la consultazione pubblica su una bozza, ma la natura regolamentare comporterà una vera corsa contro il tempo. Banco Popolare Società Cooperativa · Sede legale in Verona, Piazza Nogara, n. 2 · Società capogruppo del Gruppo bancario Banco Popolare · Iscritta all’albo delle banche al n. 5668 · Capitale sociale, al 31 dicembre 2015, Euro 6.092.996.076,83, rappresentato da n.° 362.179.606 azioni ordinarie · Iscritta al Registro delle Imprese di Verona · P.IVA n. 03700430238 AVVISO DI PUBBLICAZIONE DEL SUPPLEMENTO (il “Supplemento”) (A) AL DOCUMENTO DI REGISTRAZIONE (il “Documento di Registrazione”) E (B) AL PROSPETTO DI BASE RELATIVO AL PROGRAMMA DI OFFERTA AL PUBBLICO E/O QUOTAZIONE SUL MOT DI PRESTITI OBBLIGAZIONARI SENIOR DENOMINATI: (a) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Fisso”; (b) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Fisso Multicallable”; (c) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Fisso con Ammortamento Periodico”; (d) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni Step-Up”; (e) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni Step-Up Multicallable”; (f) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Variabile”; (g) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Variabile con Cap e/o Floor”; (h) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Misto”; (i) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Misto con Cap e/o Floor”; (j) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni Zero Coupon”; (k) “Obbligazioni con cedole legate alla variazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo”; e (l) “Obbligazioni con cedole legate alla variazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo con Cap e/o Floor” (il “Prospetto di Base”) 1. Emittente Banco Popolare Società Cooperativa, con sede legale in Piazza Nogara 2, Verona. L’Emittente può agire, altresì, in qualità di Responsabile del Collocamento. sul sito internet dell’Emittente www.bancopopolare.it. L’investitore potrà richiedere copia cartacea gratuita di tali documenti presso la sede legale e direzione generale dell’Emittente in Piazza Nogara 2, Verona e presso i Soggetti Collocatori. 2. Documenti a cui si riferisce il Supplemento Il Supplemento ha ad oggetto il Documento di Registrazione ed il Prospetto di Base relativo al programma di offerta al pubblico e/o quotazione sul MOT di prestiti obbligazionari senior denominati “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Fisso”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Fisso Multicallable”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Fisso con Ammortamento Periodico”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni Step-Up”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni Step-Up Multicallable”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Variabile”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Variabile con Cap e/o Floor”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Misto”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Misto con Cap e/o Floor”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni Zero Coupon”; “Obbligazioni con cedole legate alla variazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo”; e “Obbligazioni con cedole legate alla variazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo con Cap e/o Floor”, approvati dalla CONSOB ed attualmente in corso di validità. Ai sensi dell’articolo 95-bis, comma 2, del d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, come successivamente modificato ed integrato, gli investitori che - prima della pubblicazione del Supplemento - abbiano già concordato di acquistare o sottoscrivere gli strumenti finanziari denominati: “BANCO POPOLARE S.C. SERIE 546 TASSO FISSO 30.12.2015 – 30.12.2018 (ISIN IT0005152381)”; “BANCO POPOLARE S.C. SERIE 547 STEP- UP MULTICALLABLE 29.01.2016 – 29.01.2021 (ISIN IT0005159196)”; “BANCO POPOLARE S.C. SERIE 548 TASSO MISTO CON CAP 29.01.2016 – 29.01.2021 (ISIN IT0005158677)”; “BANCO POPOLARE S.C. SERIE 553 STEP- UP MULTICALLABLE 29.02.2016 – 28.02.2021 (ISIN IT0005161713)”; “BANCO POPOLARE S.C. SERIE 559 TASSO FISSO 31.03.2016 – 31.03.2019 (ISIN IT0005170599)”; “BANCO POPOLARE S.C. SERIE 560 STEP- UP MULTICALLABLE 31.03.2016 – 31.03.2021 (ISIN IT0005170607)” e “BANCO POPOLARE S.C. SERIE 561 STEP- UP MULTICALLABLE 29.04.2016 – 29.04.2021 (ISIN IT0005175515)”, hanno il diritto, esercitabile entro due giorni lavorativi dopo tale pubblicazione, ovvero, se successiva, alla data di pubblicazione del presente avviso, di revocare la loro accettazione, o di richiedere il riacquisto degli strumenti finanziari, a seconda dei casi, mediante l’invio di una comunicazione scritta all’indirizzo dell’Emittente in Piazza Nogara n. 2, 37121 Verona. Il presente avviso è pubblicato ai sensi dell’art. 9, comma 5 del Regolamento CONSOB n. 11971/99 ed ha valore puramente informativo. 3. Pubblicazione del Supplemento A seguito del provvedimento di approvazione comunicato con nota n. 0034030/16 del 15 aprile 2016, in data 18 aprile 2016, l’Emittente ha depositato il Supplemento presso la CONSOB. Il Supplemento, il Documento di Registrazione ed il Prospetto di Base, come modificati dai supplementi, sono disponibili Verona, 19 aprile 2016 DI FRANCESCO CERISANO Completare entro giugno il trasferimento dei dipendenti soprannumerari delle province in modo che gli oltre 1.600 lavoratori ancora in attesa di ricollocamento non pesino più sui bilanci degli enti di area vasta. È la richiesta che l’Unione delle province italiane (Upi) ha formalizzato ieri nel corso dell’audizione davanti alle commissioni bilancio di camera e senato sul Documento di economia e finanza. La procedura online per far incontrare domanda e offerta di lavoro, gestita dal portale mobilita.gov.it, è ormai pienamente attiva. A partire da ieri, infatti, i dipendenti degli enti di area vasta e della Croce rossa italiana, presenti nelle liste della domanda di mobilità, dopo aver attivato la propria utenza sul portale, potranno esprimere le proprie preferenze di assegnazione tra i posti resi disponibili dalle amministrazioni pubbliche (offerta di mobilità). Il termine finale di presentazione dell’istanza è fissato alle ore 24,00 del 18 maggio. L’auspicio dell’Upi è che entro giugno l’intero processo di trasferimento possa dirsi completo, in modo da portare ad attuazione quella che è stata definita «la più grande operazione di trasferimento del personale nella p.a. mai affrontata prima nella storia della Repubblica», con oltre 20 mila lavoratori spostati (nelle regioni, nei comuni e nella amministrazioni statali). Nell’audizione l’Upi ha sottolineato come la trasformazione delle province in enti di secondo livello con meno competenze e ridotti costi della politica abbia prodotto risparmi per circa un miliardo e mezzo di euro, visto che dalla piena entrata a regime della legge Delrio (n. 56/2014) la spesa corrente dei 76 enti di area vasta delle regioni a statuto ordinario interessate dalla riforma, è passata da 4,385 miliardi a 2 miliardi e 870 milioni. Un dato di cui anche il Def dà merito agli enti. Tuttavia, rimarca l’Upi, il Def non affronta il problema del progressivo taglio di risorse che sta mettendo in ginocchio le province al punto che, a fine 2015, si registravano tre enti in dissesto e dieci in procedura di riequilibrio, oltre a un quasi generalizzato sforamento del Patto. 34 Martedì 19 Aprile 2016 D I R I T TO E I M P R E SA Circolare dello Sviluppo economico. Sì all’interpello in caso di dubbi sulle spese agevolate Bonus ricerca per il personale Il credito d’imposta copre le spese, se finalizzate ai risultati DI Bonus ricerca: le conferme del Mise ROBERTO LENZI A rriva anche dal ministero dello sviluppo economico la conferma che tutto il personale è finanziabile nell’ambito del credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo 2015-2019, purché collabori al buon esito della stessa. Dopo la pubblicazione della circolare dell’Agenzia delle entrate del 16 marzo anche il ministero dello sviluppo economico, all’interno della Scheda di sintesi «Credito d’imposta per investimenti in R&S (2015-2019)», ha precisato che il personale non altamente qualificato, cioè non in possesso di laurea magistrale in ambito tecnico scientifico, rientra all’interno della definizione di «competenze tecniche» e quindi finanziabile con un credito di imposta del 25%. Questa importante precisazione, anticipata dall’articolo di ItaliaOggi del 17 marzo, arriva anche dopo una serie di articoli di ItaliaOggi che hanno contribuito a portare all’attenzione del Mise lo scarso appeal che avrebbe avuto lo strumento per tante pmi che effettuano attività di ricerca e sviluppo con l’ausilio di personale che pur non essen- - Finanziabile tutto il personale impiegato in attività di R&S - Il bonus spetta anche agli amministratori che svolgono attività di R&S - Strumenti e attrezzature: agevolabili anche quelli acquistati prima del 2015 - In caso di dubbi sull’ammissibilità delle attività di ricerca è possibile presentare un interpello do «altamente qualificato» per il titolo di studio è comunque molto competente. La scheda di sintesi mette inoltre a disposizione il link dove sono disponibili tutte le informazioni per richiedere l’interpello all’Agenzia delle entrate e Mise, in merito a quesiti di natura tecnica relativi alla finanziabilità delle attività di ricerca e sviluppo. Dal Mise arriva anche la conferma che sono agevolabili i compensi corrisposti all’amministratore, non dipendente dell’impresa, che svolge attività di ricerca e sviluppo nell’impresa, e che sono ammissibili i costi delle attrezzature già presenti in azienda. Costi del personale impiegato in attività di ricerca e sviluppo. Grazie alle precisazioni dell’Agenzia delle entrate e del Mise tutto il personale impiegato in attività di ricerca e sviluppo, senza discriminazioni dovute al titolo di studio può essere finanziato con il credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo. L’unica differenza è data dal fatto che le spese per il personale altamente qualificato sono finanziate con un bonus del 50%, mentre il restante personale con un bonus del 25%. Tra le altre precisazioni fornite, è stato puntualizzato che è agevolabile non solo l’incremento delle Meno fallimenti. Va meglio il saldo tra iscrizioni e cessazioni d’impresa Nuova frenata dei fallimenti, al contrario il saldo tra iscrizioni e cessazioni di imprese, pur negativo, mette a segno il miglior risultato degli ultimi cinque anni. Alla fine di marzo complessivamente il totale delle imprese italiane risulta pari a 6.038.891 unità, di cui 1.347.820 artigiane. È quanto emerge dall’analisi dei dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese tra gennaio e marzo 2016, diffusi da Unioncamere - InfoCamere, secondo cui il tessuto imprenditoriale si riduce di -12.681 unità. Questa flessione però, comune a tutti i trimestri di inizio d’anno tradizionalmente caratterizzati da un bilancio negativo a causa del concentrarsi delle cancellazioni sul finire dell’anno precedente, è meno consistente rispetto al passato. Intanto tra gennaio e marzo sono diminuite del 5,4% le nuove aperture di procedure fallimentari (3.396 in totale). I primi tre mesi dell’anno hanno fatto registrare una sostanziale stabilità delle iscrizioni che ammontano a 114.660 unità (+158 rispetto allo stesso periodo del 2015) e una sensibile riduzione delle chiusure scese a 127.341 unità, il valore più contenuto degli ultimi undici anni. L’intero saldo negativo del trimestre può sostanzialmente essere attribuito alle sole imprese artigiane. Le cancellazioni (40.218) sono le più basse degli ultimi dieci anni, ma anche le iscrizioni hanno continuano nella loro lenta e costante flessione: il dato del trimestre da poco concluso è il più basso dal 2 mila ad oggi. I settori che vedono aumentare in modo apprezzabile la propria base imprenditoriale sono quelli del noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.579 imprese, di cui 483 artigiane), le attività immobiliari (+896) e l’alloggio e la ristorazione (+662). Sul fronte opposto ad arretrare maggiormente sono i settori delle costruzioni (-6.294 imprese, -0,74%) e del commercio (-5.680 unità, -0,37%). Tra le forme giuridiche, il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale continuano a essere le società di capitali, aumentate di 13 mila unità (pari a un tasso di crescita dello 0,88%). Una vitalità che solo in parte riesce a controbilanciare il saldo negativo delle ditte individuali, diminuite di 20.930 unità (pari allo 0,65% in meno). Un risultato quest’ultimo migliore di quello del 2015 quando si attestò a -25 mila unità. L’analisi a livello territoriale mostra saldi negativi in tutte e quattro le grandi ripartizioni, ciascuna comunque in miglioramento rispetto ad un anno fa. Tra le regioni, Trentino-Alto Adige, Lazio e Campania sono quelle che fanno registrare un saldo positivo per quanto contenuto rispettivamente con 69, 714 e 33 imprese in più. Delle altre, la sola Emilia-Romagna ha chiuso il primo trimestre 2016 con un risultato peggiore del 2015. Tra gli artigiani, nessuna regione chiude in positivo; cinque sono in contrazione: Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Molise e Sardegna. spese, derivante dall’assunziosp ne di nuovo personale con profilo l altamente qualificato, ma anche quello attribuibile a un an maggiore impiego in termini di m ore or lavorate. Nella categoria di spese per «personale altamente qualifica« «p to», to impiegato, nelle attività di ricerca e sviluppo ammissibili ri sono so ricompresi sia i costi per il personale dipendente dell’impe presa, con esclusione del persopr nale na con mansioni amministrative, tiv contabili e commerciali, sia si i costi per il personale in rapporto di collaborazione con ra la stessa, compresi gli esercenti arti e professioni, a condizione che svolgano la propria attività, presso le strutture dell’impresa beneficiaria. Strumenti e attrezzature. Nell’ambito della voce di spesa «Quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio» il Mise ha ribadito che sono ammissibili anche i costi dei beni acquisiti in un periodo di imposta antecedente a quello in corso al 31 dicembre 2015, purché vi sia l’effettiva destinazione degli stessi alle attività di ricerca e sviluppo. Altra importante precisazione è che la maggiorazione del 40% del costo di acquisizione degli investimenti in beni materiali strumentali nuovi, prevista dalla legge 28 dicembre 2015, n. 208, non rileva ai fini della determinazione delle quote di ammortamento eleggibili al credito di imposta. In caso di dubbi c’è la possibilità di presentare un interpello. Il Mise ha specificato che per quesiti tecnici è possibile rivolgersi all’Agenzia delle entrate mediante interpello, ai sensi dell’art. 11 della legge 22/2000, secondo le modalità descritte al link: http://www. agenziaentrate.gov.it/wps/ content/Nsilib/Nsi/Documentazione/Interpello/#come%20 presentare%20interpello. Questa possibilità è stata introdotta considerando il carattere automatico del bonus ricerca; laddove le imprese abbiano dubbi sull’ammissibilità delle attività di ricerca e sviluppo è dunque possibile presentare un interpello all’Agenzia delle entrate, la quale provvederà ad acquisire il parere del Mise, se opportuno. La circolare sul sito www.italiaoggi.it/documenti Start up innovative, indagine via Pec Lo scorso 31 marzo, oltre 5 mila start up innovative presenti in Italia hanno ricevuto al loro indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) una comunicazione congiunta di Istat e ministero dello sviluppo economico. L’e-mail invita l’impresa a partecipare alla prima indagine nazionale sull’ecosistema delle startup innovative, denominata #StartupSurvey. Obiettivo: rilevare elementi del mondo startup ulteriori rispetto ai dati già a disposizione dell’amministrazione, contenuti nella sezione speciale del Registro imprese. I dati in Camera di commercio servono a misurare gli aspetti quantitativi del fenomeno start up, legati alle caratteristiche oggettive, quantifi cabili delle imprese: numero di start up avviate, personale coinvolto, valore della produzione generato, distribuzione geografica e settoriale. La ricerca indaga invece aspetti qualitativi, spesso afferenti ad aspetti più soggettivi delle attività, di particolare interesse dal punto sociologico e culturale, che consentiranno di effettuare analisi più approfondite e diversificate. La survey, compilabile online sul portale Istat Imprese, si articola in quattro sezioni tematiche: • capitale umano e mobilità sociale: i quesiti riguardano il background lavorativo, di istruzione e familiare di chi fa startup. Tali informazioni sono necessarie alla comprensione del contesto sociale, delle competenze e delle motivazioni di chi avvia una nuova impresa innovativa; • modalità di finanziamento: i quesiti sono volti a far emergere quali sono le soluzioni adottate dalle start up innovative per far fronte alle loro necessità di approvvigionamento finanziario e quali strumenti prediligano (mercato dell’investimento in capitale di rischio, canale creditizio, forme innovative come l’equity crowdfunding); • innovazione: all’imprenditore è richiesto di dare una qualificazione alla tipologia di innovazione (es. di prodotto o di processo, radicale o incrementale) perseguita dalla start up, e quali siano le strategie intraprese per proteggere tale innovazione e portarla sul mercato; • conoscenza e soddisfazione sulla policy: l’intento è creare una dinamica partecipativa tra amministrazione e beneficiari, cui viene richiesto di esprimere il proprio livello di conoscenza, interesse e soddisfazione verso le misure offerte e di presentare eventuali proposte di miglioramento. Le start up hanno 45 giorni di tempo per completare il questionario (termine ultimo, 27 maggio). I risultati saranno poi oggetto di un rapporto pubblico, e i dati, anonimizzati, saranno resi utilizzabili da terzi per analisi indipendenti. La lista dei quesiti può è disponibile sul sito del ministero dello sviluppo economico (formato xlsx e formato ods). Per contattare i referenti Istat dell’indagine, è possibile chiamare il numero: 06 46736434 (dal lunedì al venerdì, 10,00-12,00); oppure, è possibile scrivere all’indirizzo [email protected]. Espedito Ausilio PROFESSIONI Consulenti tecnici dei giudici solo con l’iscrizione all’albo Ausiliari vigilati R afforzare l’obbligo di iscrizione all’albo professionale degli ausiliari del giudice per garantire una giustizia più efficiente e mettere fine al proliferare di elenchi non vigilati. È una delle proposte elaborate dalla Rete delle professioni tecniche per supportare i magistrati nell’attività di individuazione dei consulenti tecnici nel giudizio civile, degli esperti nominati dal giudice, dei periti del giudice e dei consulenti del pubblico ministero. Il pacchetto è contenuto in «Position paper», un documento che la Rete presenterà oggi a Roma nell’ambito del Salone della Giustizia (presso il Salone delle Fontane, via Ciro il Grande 10-12, Roma Eur), in occasione dell’evento «Iscrizione del consulente tecnico agli albi professionali: garanzia di giustizia più efficiente», organizzato dalla stessa Rpt. Nel dettaglio, il primo principio al quale è necessario attenersi, secondo la Rete, è il rafforzamento dell’obbligo di iscrizione a un albo o registro professionale, al fine di garantire un adeguato livello di professionalità. Inoltre, gli elenchi degli ausiliari vanno costantemente aggiornati e suddivisi per macro-aree di riferimento, mentre è di basilare importanza l’introduzione di maggiori garanzie di trasparenza nel conferimento degli incarichi e una equa rotazione e distribuzione degli stessi. La Rete propone anche di prevedere, in occasione della rotazione degli incarichi, maggiori garanzie per i giovani professionisti. Il pacchetto proposto dalle professioni tecniche, inoltre, prevede la valorizzazione del contributo dei professionisti nei procedimenti giurisdizionali, attraverso l’istituzione, per esempio, di sezioni specializzate a composizione mista per la risoluzione di giudizi di natura tecnico-scientifica che prevedano anche la partecipazione di esperti in materia. Allo stesso modo, sottolinea la Rete, nei giudizi aventi per oggetto temi di natura tecnico-scientifica, la giuria popolare andrebbe integrata con professionisti dell’area tecnica. Infine, vanno aggiornati i compensi degli ausiliari del giudice, penalizzati dal mancato adeguamento degli onorari di periti e consulenti tecnici. Al convegno di oggi partecipano tutti i presidenti degli ordini e collegi nazionali aderenti alla Rete delle professioni tecniche, ovvero: architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori; chimici, dottori agronomi e dottori forestali; geologi; geometri e geometri laureati; ingegneri; 35 Lombardia, potenziato il «Reddito di autonomia» Via libera della regione Lombardia al nuovo «Reddito di autonomia» potenziato. L’iniziativa, infatti, comprenderà anche il «Bonus famiglia» e dei «Nidi gratis». Le nuove misure che l’ente si appresta a mettere in campo sono state illustrate, ieri, al termine della seduta della Giunta regionale nel corso della quale è stato confermato non solo l’obbiettivo complessivo dell’iniziativa, ovvero, sostenere le famiglie vulnerabili sul piano economico e sociale e a rischio povertà, ma anche i destinatari della misura, ovvero le famiglie in situazione di vulnerabilità prima e dopo la nascita di un figlio. Nel dettaglio, nel corso della presentazione è emerso come per accedere ai contributi previsti per ogni misura l’indicatore Isee di riferimento dovrà essere uguale o inferiore a 20 mila euro, fatta eccezione Da ItaliaOggi del 9/10/2015 per l’Esenzione del Super Ticket, dove sarà richiesto un reddito imponibile uguale o inferiore ai 18 mila euro. All’interno del provvedimento, inoltre, sono introdotte le nuove misure «Bonus Famiglia» e «Nidi Gratis», mentre sono state confermate «Voucher Autonomia», «Esenzione super ticket», e «Progetto di Inserimento Lavorativo». Nel dettaglio, il «Bonus famiglia» prevederà un contributo Armando Zambrano, di 150 euro al mese da sei mesi prima della nascita di un Coordinatore della Rpt e presidente del Cni figlio fino a sei mesi dopo, fino a un massimo di 1.800 euro con decorrenza da maggio 2016. L’iniziativa «Nidi Gratis», periti agrari e periti agrari te del Tribunale di Isernia, invece, prevede l’azzeramento della retta, con decorrenza laureati; periti industriali e Laura Jannotta, presidente maggio 2016. Anche per accedere a questo contributo sarà periti industriali laureati; tec- dell’Unione nazionale delrichiesta la residenza in Lombardia per entrambi i genitori, nologi alimentari. Sul tema, le camere civili. È prevista di cui almeno uno residente per cinque anni continuativi. intervengono: Salvatore Di infine la partecipazione del Il «Voucher Autonomia», invece, mirerà a favorire l’autonoVitale, presidente del Tribu- ministro della giustizia, Anmia dell’anziano e l’inclusione attiva delle persone con disanale di Palermo, Vincenzo Di drea Orlando. bilità. Consisterà in un contributo fino a 400 euro al mese Giacomo, presidente reggenper 12 mesi, per i quali saranno emessi i bandi regionali © Riproduzione riservata a giugno prossimo. Potranno accedere alla Misura gli anziani over 75 con comproCOMMERCIALISTI BREVI missione funzionale lieve e le persone con disabilità intellettiva o con esiti da trauSarà pubblicato in Gaz- un dibattito cui prendemi o patologie invalidanti zetta Ufficiale n. 96 del 26 ranno parte, fra gli altri, con età superiore a 16 anni. aprile prossimo il decreto il presidente della Cnpadc L’esenzione «Super Ticket», del ministero dei beni cultu- Renzo Guffanti, il presideninvece, prevederà l’esenziorali per l’assunzione a tempo te del Centro studi e ricerche Itinerari ne dal ticket aggiuntivo sulindeterminato previdenle prestazioni sanitarie di di 500 nuovi ziali Alberto specialistica ambulatoriale. professionisti Brambilla, Per quanto riguarda, invece, (si veda ItaCirca 200 mld di euro. A tanto il presidente il «Progetto di inserimento liaOggi del 15 ammonta il mercato europeo della Banca lavorativo» le azioni preaprile 2016). dei Big Data. E i dottori comnazionale del vederanno un contributo Tra le categomercialisti italiani posseglavoro e della fino a 1.800 euro in sei rie interessate, gono uno tra i più grandi paFederazione mesi con decorrenza da architetti, antrimoni informativi a livello banche assimaggio 2016; l’inserimento tropologi, arinternazionale. Con queste curazioni e degli interventi «Progetto cheologi oltre parole Domenico Posca, prefinanza Luinserimento lavorativo e che restaurasidente dell’Unione Italiana igi Abete, il Work experience» nel sitori e storici Commercialisti, nei giorni presidente stema Dote unica lavoro e dell’arte. Per scorsi a Napoli, ha presenRenzo Guffanti dell’Adepp, la modifica dei criteri per il ciascuna di estato il congresso nazionale finanziamento degli interse avverrà, inoltre, la pub- Alberto Oliveti e i presidenti «Commercialista 2.0. Innoventi nel Programma nazioblicazione del singolo bando delle Commissioni lavoro di viamo la professione, innonale «Garanzia Giovani». concorsuale entro il 30 apri- senato e camera, Maurizio viamo il paese» che si terrà Potranno accedere ai conle, all’interno del quale ci Sacconi (Ap) e Cesare Dagiovedì 28 aprile 2016 dalle tributi i disoccupati da più saranno tutte le indicazioni miano (Pd). ore 9,30 a Roma. «Mettendo di 36 mesi che partecipano circa il numero e la distribuinsieme dal 2005 al 2015», Sarà presentata oggi a al percorso di «Dote unica zione per regioni. ha sottolineato Posca, «i dati Milano presso il Palazzo lavoro giovani» destinatari fiscali, societari, finanziari di «Garanzia Giovani», che Tracciare un bilancio delle Stelline, in corso e previdenziali dei clienti in non usufruiscono di alcuna degli ultimi vent’anni della Magenta 61, l’indagine possesso dei commercialisti, integrazione al reddito. «Il previdenza di primo pila- condotta da Ernst&Young in formato digitale parliamo nuovo Reddito di autonomia stro e fare il punto sulle sul Welfare Aziendale «Opdi: 500 mln di dichiarazioni, è una straordinaria iniziatipossibili evoluzioni future, timizing your social secu40 mln di bilanci dei 4 mln va della Regione», ha sottosia previdenziali sia eco- rity mobility». L’evento, che di imprese iscritte, 60 mln di lineato il presidente della nomiche. Sono i fronti che avrà inizio alle ore 9,30 e conti bancari limitatamenregione Roberto Maroni, intende esplorare il Forum vedrà anche la partecipate alle Pmi, 600 mila giudizi «prosegue la misura attivadella Cassa nazionale di zione di rappresentanti tributari pendenti. Si tratta lo scorso anno come test previdenza dei dottori com- dell’Agenzia delle entrare, ta», ha concluso Posca, «di migliorandola e rendendomercialisti (Cnpadc), che si si aprirà con l’intervento almeno 100 petabyte di dati. la concretamente efficace, terrà a Roma il prossimo «Introduzione al Welfare Questa enorme mole di dati con tante risorse e con tan21 aprile dalle ore 9,30 Aziendale, principi ispiraa disposizione rappresenta te nuove misure, che fanno all’Hotel Plaza. Giunto alla tori della norma» a cura un patrimonio informativo della Lombardia, nel campo sua settimana edizione, il di Marco Leonardi, Coneconomico-finanziario da del sociale, una delle Regiotradizionale appuntamento sigliere Economico della mettere a frutto attraverso le ni più attive e più vicine a primaverile della Cassa Presidenza del Consiglio tecniche di big data analytics chi ha bisogno». pensionistica comprenderà dei Ministri. nei diversi ambiti della professione». Standard professionale da garantire GABRIELE VENTURA Martedì 19 April Aprile 2016 Big data, mercato da 200 mld 36 Martedì 19 Aprile 2016 F O N D O F O R M A Z I E N DA Il direttore Rossella Spada sul ruolo dei fondi interprofessionali nel mercato del lavoro Quale futuro per la formazione Nel piano Formazienda 2020 crescita sostenibile e inclusiva S econdo il rapporto The Future of Jobs, presentato in occasione del World Economic Forum di Davos di quest’anno, entro il 2020 potrebbero andare persi 5 milioni di posti di lavoro nel mondo, rimpiazzati da robot e intelligenza artificiale. Seguendo l’andamento del mercato del lavoro, è intuitivo ipotizzare che le professioni della fascia media siano le più esposte all’ondata tecnologica. Per questo è importante puntare sulla formazione. Ne parliamo con il direttore del fondo Formazienda Rossella Spada. Domanda. Qual è lo scenario tratteggiato dal Rapporto che ci attende? Risposta. Saranno centrali, a quanto pare, la relazione fra sistema produttivo, tessuto sociale e decisioni politiche e quella tra innovazione tecnologica e lavoro umano. Molto, dunque, verrà determinato dalle competenze che riusciremo ad abilitare, dalle alleanze che sapremo attivare, dall’attitudine con cui sapremo affrontare il cambiamento. D. A che punto è il sistema italiano? R. Purtroppo, l’Italia è tra i paesi arrivati meno preparati all’appuntamento con la rivoluzione digitale. Per tutti gli anni 80 l’Italia ha avuto dei tassi di produttività del lavoro tali da consentirle di competere con altri grandi paesi industrializzati, ma tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90 il nostro paese ha perso molto terreno riportando tassi addirittura negativi. Di fatto, non si è riusciti ad agganciare la crescita produttiva all’innovazione tecnologica. D. In che modo rientrano nel sistema il fondo Formazienda e la formazione da voi finanziata? R. A mio parere, la formazione è lo strumento strategico principe a supporto delle imprese per accrescere la competitività di prodotti e servizi. La nostra mission è rendere possibile il finanziamento della formazione per tutte quelle aziende che Rossella Spada, il direttore del fondo Formazienda vogliano investire nel proprio futuro e rispondere alle sollecitazioni di un mercato in continua evoluzione che punta a un’economia delle connessioni e all’innovazione. In questa logica rientra a pieno titolo il Piano Formazienda 2020. D. Di che cosa si tratta? R Si tratta di un piano strategico di lungo periodo (2011-2020) finalizzato alla valorizzazione delle risorse CONFSAL umane nel mercato del lavoro e ispirato alle politiche europee e nazionali in materia di lavoro, formazione e orientamento. Formazienda 2020 è il risultato di una proficua collaborazione tra le parti sociali che costituiscono il fondo - Sistema Commercio e Impresa come parte datoriale e Confsal come parte sindacale - e diversi operatori del mondo del lavoro, del sistema della formazione e dell’orientamento. D. Quali sono le principali finalità di Formazienda 2020? R. Lo scopo è il raggiungimento di alcuni degli obiettivi proposti dal Programma Nazionale di Riforma (Pnr) rispetto a quelli fissati dalla Commissione europea nella strategia Europa 2020. Il nostro contributo al Pnr e a Europa 2020 vuol essere la promozione e il finanziamento della formazione continua in coerenza con le tre priorità individuate dalla Ue: crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Per questo è necessario un significativo trasfe- rimento di competenze e di conoscenze che si ottiene anche attraverso la formazione che il nostro fondo finanzia. D. Come può aderire al fondo Formazienda l’impresa non ancora iscritta? R. Aderire a Formazienda è semplice e non comporta alcun costo per l’impresa. È sufficiente inserire il codice Form nella denuncia contributiva e retributiva mensile (modello Uniemens). L’adesione, ricordiamo, può essere espressa anche da parte delle aziende agricole (modello Dmag). Il fondo Formazienda accoglie il contributo versato dalle imprese sia per i dipendenti sia per le figure dirigenziali. Per ulteriori informazioni circa le modalità di adesione si può visitare il nostro sito e prendere contatti con i nostri uffici. Pagina a cura di FONDO FORMAZIENDA TEL. 0373 472168 [email protected] www.formazienda.com SISTEMA COMMERCIO E IMPRESA L’occupazione ha bisogno di guardare in prospettiva Innovazione e tecnologia per le imprese del futuro Abbiamo domandato a Marco Paolo sovraccarico informativo e con il piNigi, segretario generale Confsal, lota spaziale, la guida turistica delcome la formazione continua possa lo spazio, l’architetto per pianeti. E accompagnare il cambiamento socia- ancora con il manager di avatar per le, aziendale e di mercato favorendo, l’insegnamento, futuro intermediario tra docenti e studenti per l’ottimizzaanche in Italia, nuova occupazione. Domanda. Quali sono le scelte de- zione dei processi di apprendimento e cisive a favore dell’occupazione e l’uso corretto della rete e dei sistemi robotizzati, con il nara chi spettano? rowcaster, produttore Risposta. L’impresa ha un di contenuti per media ruolo chiave nell’interpredi nuova generazione, tare i cambiamenti sociali con il responsabile della e nell’intercettare i nuovi gestione e dell’organizfabbisogni generazionali, zazione della vita digima per far questo deve tale che organizzerà la proiettarsi almeno nel denostra vita digitale e cennio successivo. In Eusistematizzerà le nostre ropa e nel mondo si parla identità digitali. ormai di 2020/30, e in alcuD. Tenuto conto di ni casi di 2020/50, ma già queste tendenze e/o oggi i consumi cambiano Marco Paolo previsioni, come vede di semestre in semestre. Nigi, segretario il futuro della formaDa una ricerca commisgenerale Confsal zione continua? sionata a FastFuture dal R. Vedo una formazione governo inglese è emerso un quadro affascinante/inquietante, che guarda lontano, oltre la propria delle professioni del futuro. Vediamo- rigida settorialità. Vedo imprese che ne alcune, partendo dai costruttori usano le risorse dei nostri fondi non di parti del corpo, un business su cui solo per soddisfare le necessità insi punta già molto. Avremo a breve terne ma per aprirsi alla ricerca e negozi commerciali e centri di ripa- allo sviluppo come volano dei camrazione in cui lavoreranno venditori biamenti generazionali. L’alternane tecnici riparatori specializzati. Pro- za scuola-lavoro può offrire diversi seguiamo con il pharmer, una sorta di spunti per legare il futuro dei gioagricoltore/allevatore/genetista, con il vani alla crescita della produttività manager/consulente della terza età, aziendale. Ma c’è una condizione: che per le esigenze personali e di salute il dialogo tra parti sociali e governo degli anziani in campo medico, farma- sfoci in strategie politiche adeguate ceutico e psichiatrico, con il chirurgo sia a sostenere gli interessi del noper l’aumento della memoria per chi stro paese nel mercato globale sia a avrà il blocco dell’apprendimento da creare occupazione. È uno scenario tecnologico e supe- un’enorme opportunità. Non si tratrinnovativo quello tratteggiato da ta più di immaginare i tempi futuri, The Future of Jobs, report presenta- ma di anticiparli attraverso strategie to in occasione del World Economic legate non solo alla tecnologia e alla Forum di Davos di quest’anno. Di robotica, ma anche alla cosiddetquesto scenario non può non tener ta «innovazione sociale». Siamo in conto il presidente di Sistema Com- un’epoca nuova, chiamata appunto mercio e Impresa, Berlino Tazza, per economia delle connessioni, in cui «i lavori che rappresencontestualizzare il futuro tano il futuro» hanno del mercato del lavoro in logiche e strategie Italia. inedite. Per esempio, Domanda. Il report ci è all’interno del coricorda che, secondo il working di incubatori rapporto Unioncamere e acceleratori che si del 2015, oggi in Italia sta costruendo il nuovo mancano ben 200 mila mercato del lavoro ed è specialisti di tecnologia. in questo contesto che Che fare? si dà spazio alle nuove Risposta. Non c’è dubbio generazioni. che il processo d’innovazione D. Sta tutto in delle aziende italiane necesBerlino Tazza, questa logica anche siti di una spinta. In concrepresidente della il Piano Formaziento, significa che c’è bisogno di confederazione da 2020, importante una pianificazione da parte Sistema risultato della colladell’apparato imprenditoriaCommercio e borazione tra la vole ma anche di uno stimolo Impresa stra confederazione, da parte dello Stato, unico la Confsal e il fondo attore in grado di mettere in moto il volano dell’innovazione attra- Formazienda. R. Scopo del piano è allinearsi agli verso politiche ad hoc. È fondamentale capire che le imprese, se vogliono obiettivi proposti dalla Commissiocrescere ed essere competitive, devono ne europea nella strategia Europa occuparsi fin d’ora di quei mestieri e 2020. La formazione delle imprese, di quelle figure specializzate «nuove» sotto questo aspetto, deve puntare a che saranno sempre più richieste dal una crescita intelligente che sviluppi mercato e che di sicuro avranno biso- un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione. Non solo. La crescigno di una formazione ad hoc. D. Come possono, le imprese, ta deve essere sostenibile, e pertanto deve promuovere green economy, comaffrontare questa sfida? R. In Italia lo spazio dedicato alla petitività e inclusività, favorendo così rivoluzione tecnologica rappresenta la coesione sociale e territoriale. C O N S U L E N T I D E L L AVO R O Martedì 19 Aprile 2016 37 Domani a Napoli il primo evento promosso da Fondazione Studi. Padova e Roma a seguire Il Jobs act alla prova dei fatti Confronto aperto tra consulenti e giudici del lavoro I l Jobs act passa al vaglio dei Consulenti del lavoro, quali interlocutori privilegiati dalla giurisprudenza. Da Napoli il 20 aprile, a Padova il 26 maggio, per poi passare dal Festival del lavoro 2016, che si terrà a Roma dal 30 giugno al 2 luglio e per poi riprendere a settembre in altre località italiane, sta per essere avviato da Fondazione studi in collaborazione con Giuffrè editore un ciclo di convegni dal titolo «Il Jobs act alla prova dei fatti: Fondazione Studi e Giudici del lavoro a confronto su casi concreti». Il programma degli eventi, che prevede la partecipazione della presidente del Consiglio nazionale, Marina Calderone e del presidente di Fondazione Studi, Rosario de Luca, tratterà dei temi caldi introdotti dal Jobs act per valutarne le prime applicazioni, le criticità e le conseguenze che hanno apportato al mercato del lavoro in questa prima fase di applicazione. In questi mesi, infatti, si sono verificati i primi casi di dubbi legati ai principi e a ai criteri di individuazione dell’insussistenza del fatto materiale contestato nei licenziamenti, alcune domande sono arrivate dagli addetti ai lavori sulle modalità di computo della nuova indennità risarcitoria sulle tutele crescenti (ultima retribuzione), sul controllo a distanza dei lavoratori (strumenti e informazioni), sulla nuova disciplina delle mansioni (formulazione dei ccnl) e molteplici sono stati anche i dubbi sollevati sulla nuova disciplina delle collaborazioni (autonomia, trattamento economico e normativo). Ma alcuni dubbi interpretativi di questi mesi riguardano anche il part-time (turni e orari), il lavoro accessorio ed un eventuale disconoscimento non legato ai limiti retributivi, il suo confine negli appalti ed una eventuale precedente stipula di contratti di diverso tipo con lo stesso lavoratore. Senza dimenticare le problematiche nate su alcuni termini utilizzati dal legislatore per il lavoro a termine, alcune decorrenze ed il diritto di precedenza molto dibattuto anche in merito all’informativa. Gli argomenti saranno trattati nel corso degli eventi con un’innovativa formula che vedrà gli esperti di Fondazione studi impegnati nell’introduzione dei diversi temi e nell’evidenziazione dei dubbi, per poi far seguire le risposte fornite dai giudici e, in DEL Pagina a cura CONSIGLIO NAZIONALE DELL’ORDINE DEI CONSULENTI DEL LAVORO Welfare e crisi d’impresa: in aula il 30 e 31 maggio Welfare e crisi d’impresa: in aula il 30 e il 31 maggio. Sempre più richiesti i corsi della Scuola di Alta formazione della Fondazione Studi Consulenti del lavoro. Ci sono ancora pochi posti a disposizione per i due seminari di fine maggio. Il primo corso, dedicato al nuovo welfare, in programma per il 30 maggio, si occuperà delle nuove opportunità attraverso una parte più teorica e una più pratica. Relatori: Giovanni Marcantonio e Luca Caratti. Il secondo appuntamento, «Come gestire la crisi d’imchiusura, chiusura il dibattito tra i due interlocutori. A Napoli il 20 aprile 2016 presso il Ramada presa dopo la riforma degli ammortizzatori sociali», sarà utile a comprendere, con l’aiuto degli esperti Enzo De Fusco e Luca Caratti, come risollevare le sorti aziendali applicando le nuove regole riguardanti la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e i fondi bilaterali. Tra i relatori anche Ugo Menziani, direttore generale del ministero del lavoro, per fare il punto sui nuovi decreti attuativi e sulle possibili modifiche. Entrambi i corsi si svolgeranno a Roma in viale del Caravaggio 66. Hotel dalle 9,30 9 30 alle 13,30 13 30 «Il Jobs Act alla prova dei fatti» vedrà come relatori Enzo De Fusco, co Fusco coordinatore scientifi scientifico Fondazione Studi consulenti del lavoro, Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi consulenti del lavoro, Edmondo Duraccio, presidente del Consiglio provinciale dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Napoli, Umberto Lauro, presidente della sezione lavoro del Tribunale di Napoli, Federico Bile, giudice del lavoro presso il Tribunale di Napoli, Maria Rosaria Palumbo, giudice del lavoro presso il Tribunale di Napoli, Paolo Scognamiglio, giudice del lavoro presso il Tribunale di Napoli. Le conclusioni della giornata saranno curate da Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei Consulenti del lavoro. Online il nuovo numero de Il consulente del lavoro Bimestrale di categoria a portata di app Disponibile su www.consulentidellavoro.it il n. di marzo-aprile della rivista Il consulente del lavoro, ricco di approfondimenti sui temi più interessanti per la Categoria. In apertura, l’editoriale della presidente Calderone, che invita gli iscritti ad allargare i propri orizzonti per accrescere le opportunità professionali. A seguire, i risultati della ricerca sull’uso del digitale negli studi; un focus sul ruolo dei professionisti in Europa; un bilancio sulle Stp in Italia e le ultime novità normative. Dottrina giuridica, politiche del lavoro ed evoluzione della giurisprudenza nel 2° numero di Leggi di lavoro, il bimestrale in formato cartaceo e digitale per chi vuole approfondire la disciplina del lavoro tramite l’app dedicata. Fra i temi affrontati: il licenziamento per malattia, le indicazioni ministeriali sulle collaborazioni, le novità sul lavoro agile, la depenalizzazione dei reati in materia di lavoro e legislazione sociale per poi concludere con la casistica. Per abbonarsi www.leggidilavoro.it. 38 Martedì 19 Aprile 2016 E N T I B I L AT E R A L I C I SA L Al congresso di Milano rinnovati gli organi di vertice e tracciata la linea per le pmi Unica, pronto il nuovo assetto Approvato il piano di azione quadriennale 2016-2020 S i è concluso domenica 10 aprile a Milano il 2° Congresso nazionale federale di Unica con il rinnovo delle cariche sociali e con l’approvazione del Piano d’azione quadriennale 2016-2020. I 120 delegati congressuali di Unica hanno provveduto a determinare molteplici innovazioni all’Associazione che, nata nel 2007, aderente alla Confederazione Cidec, munita di rilevanza nazionale, associa oltre 3000 tra piccole e medie imprese, artigiani, lavoratori autonomi e professionisti. Dal 2° Congresso nazionale federale, oltre al naturale rinnovo delle cariche sociali, per il quadriennio 2016-2020 Unica avrà una squadra composta da Gianluigi De Sanctis, Presidente, da Michele Badino vicepresidente, da Paolo Gazzaniga Tesoriere e da Stefano Diquattro Presidente del Consiglio nazionale, è emersa la volontà di accelerare sull’erogazione dei servizi formativi. Il Congresso, infatti, ha deliberato l’attivazione di Unica, Formazione che assumerà il controllo di tut- CCNL COMMERCIO Ok all’intesa per il rinnovo triennale Il 9 aprile u.s. a Milano, in concomitanza con il Congresso di Unica, è stata sottoscritta l’intesa sul rinnovo triennale del Ccnl del Commercio tra Anpit, Cidec, Unica e Cisal Terziario. Si ricorda che il Contratto era scaduto il 30 giugno e che dal primo ottobre era stata concordata tra le Parti l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale. Il protocollo d’intesa ha previsto aumenti retributivi scaglionati nel triennio, la revisione della classifi cazione dei livelli, l’unificazione dell’indennità di mancata contrattazione, la corresponsione di un’una tantum, la revisione dell’istituto delle ferie, nonché il deciso miglioramento delle prestazioni sanitarie e un sussidio in caso di infortuni professionali o extraprofessionali in favore dei dipendenti. È stato infine deciso di procedere all’aggiornamento della parte normativa con le previsioni del Jobs Act, demandandone la pubblicazione in sede di stampa del nuovo Ccnl. Mariagrazia Nanni ta l’attività formativa svolta dalla Federazione a vantaggio dei dipendenti delle imprese associate, ha dichiarato il nuovo responsabile Alessandro D’Amico augurandosi di riuscire nelle prossime settimane ad avviare le prime iniziative di formazione a distanza ed in presenza in almeno 5 realtà territoriali. Nel corso della prima giornata dei lavori congressuali sono intervenuti come ospiti portando il proprio saluto ai delegati: Franco Ravazzolo, vicepresidente Nazionale di Anpit; Vincenzo Caratelli segretario generale di Cisal Terziario e infine Giuseppe Salvati di Confazienda. Fulvio De Gregorio, presidente nazionale di Enbic ha invece svolto il programmato intervento per illustrare le prestazioni dell’Ente bilaterale contrattuale istituito dalle parti sociali presenti in sala, soffermandosi sulla costituzione dell’Enbic Lombardia. Intervistato a caldo, appena terminati i lavori del congresso, il riconfermato presidente nazionale di Unica Gianluigi De Sanctis ha dichiarato: «sono felice, il Congresso ha riconosciuto il lavoro svolto nell’appena trascorso quadriennio ed ha inteso, riconfermandoci la fiducia, darci un’ulteriore stimolo verso sempre nuovi traguardi». Ad una successiva domanda sul perché del cambio della squadra rispetto al precedente mandato De Sanctis ha affermato «sono cambiati alcuni dei dirigenti che compongono la presidenza perché siamo una organizzazione in crescita ed abbiamo una grande scelta di donne ed uomini per ricoprire le cariche». A tal proposito il vicepresidente Michele Badino ha confermato che «la nostra crescita è forte sia in termini organizzativi ovvero quantitativi sia in quelli qualitativi ovvero di acquisizione di imprese che sono di eccellenza per i rispettivi settori». Su quest’ultimo punto, il dibattito congressuale ha registrato una grande attenzione in merito alle recenti iniziative intraprese dalla Direzione regionale delle Entrate del Veneto che ha posto in essere tutta una serie di provve- dimenti amministrativi tesi a eliminare dal novero della rappresentanza delle piccole e medie imprese quei soggetti che operino surrettiziamente e che siano privi dei requisiti di legge. Il presidente del Consiglio nazionale, Stefano Diquattro, su questo specifico aspetto è intervenuto durante i lavori congressuali esprimendo la posizione ufficiale di Unica, «come associazione giovane», ha dichiarato, «non possiamo che essere contrari a provvedimenti tesi ad escludere i nuovi soggetti della rappresentanza datoriale dall’accesso ai servizi che la legge riconosce alle azioni di imprese, ma questa nostra posizione di apertura vale sempre e solo per quelle realtà che siano veramente portatrici di interessi collettivi e non meri strumenti di aggiramento delle previsioni di legge». Analoga preoccupazione è stata espressa dal Consigliere e neotesoriere di Unica Paolo Gazzaniga che rimarca come, da un lato, il vecchio mondo della rappresentanza delle pmi sia oramai fossilizzato nella semplice difesa dei propri interessi corporativi e di mero mantenimento dell’esistente, dall’altro, le nuove realtà associative spesso mancano di quei requisiti di democraticità, trasparenza e contendibilità che oltre ad essere un requisito di legge è anche l’unica garanzia per le imprese associate di trovarsi presso una struttura di tutela e non, come talvolta succede, in una società di servizi mascherata da associazione. Pagina a cura degli Enti Bilaterali Cisal EN.Bi.F. costituito CON SACI ed ANACI CCNL AMMINISTRATORI CONDOMINIALI EN.BI.C. costituito con Anpit, Cidec, Confazienda, Fedimprese,Unica CCNL COMMERCIO - SERVIZI, LOGISTICA, CASE DI CURA TURISMO E PUBBLICI ESERCIZI Info www.enbif.it e www.enbic.it TEL. 0688816384/5 SEDE Via Cristoforo Colombo 115 ROMA PIENA LEGITTIMITÀ DEI CONTRATTI SOTTOSCRITTI DALLA CISAL CON ANPIT, CIDEC E UNICA Il valore aggiunto della contrattazione Il 30 marzo u.s. si è tenuto a Lamezia Terme (Cz) presso il T-Hotel il convegno «Contrattazione collettiva, welfare e bilateralità per favorire la competitività delle imprese e la formazione e l’occupazione dei lavoratori», organizzato dall’Ordine dei consulenti del lavoro di Catanzaro con l’Associazione nazionale giovani Consulenti del lavoro, l’Ancl di Catanzaro, l’Enbic, l’ente bilaterale confederale, l’Associazione professionale italiana dei Consulenti di management Apco, l’Anpit, l’Associazione nazionale per l’industria e il terziario e con la partecipazione del Sindacato Cisal Terziario. Dinanzi ad un’assemblea assai partecipata Giuseppe Buscema, esperto della Fondazione Studi del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, ha approfondito il tema della piena efficacia e legittimità del contratto collettivo stipulato dalle diverse associazioni sindacali alla luce dei principi costituzionali di libertà sindacale. Un focus che ha affrontato anche le questioni legate agli aspetti contributivi e al diritto di fruire delle agevolazioni in materia di lavoro nel caso di applicazione dei c.d. Contratti collettivi minori. L’altro esperto della Fondazione, Enzo Summa, ha analizzato invece le potenzialità del contratto collettivo di secondo livello alla luce delle recenti novità contenute nel Jobs Act, nonché le agevolazioni previste dal legislatore da ultimo nella legge di stabilità 2016. Francesco Catanese, Cmc e coordinato- re Apco Calabria, dopo aver evidenziato il ruolo e dei consulenti di management per lo sviluppo economico e sociale del paese, ha spiegato come la contrattazione di secondo livello rappresenti uno dei fattori strategici per la ripresa competitiva dell’Italia. Specificando però che Un momento dei lavori gli effetti positivi della sua applicazione richiedono un cambio culturale a vari livelli, un maggiore impegno su temi quali sostenibilità e valorizzazione degli asset intangibili e un serio approccio professionale. Vincenzo Caratelli, nella qualità di segretario generale di Cisal Terziario, si è soffermato sulla piena legittimità della contrattazione posta in essere con le Associazioni datoriali Anpit, Unica e Cidec nei settori del terziario, dei servizi, del commercio e del turismo, illustrandone il contenuto economico e normativo. Federico Iadicicco, presidente nazionale dell’associazione Anpit, ha esposto il quadro macro economico all’interno del quale si trovano a operare le imprese, focalizzandosi sulla crisi di competitività causata da fattori esterni quali la delocalizzazione e la finanziarizzazione dell’economia e da fattori interni quali l’eccesso di burocrazia, l’enorme pressione fiscale, il costo del lavoro e la rigidità della contrattazione collettiva dalla quale si distingue però la contrattazione in essere con la Cisal. Ha in ultimo delineato l’opportunità di utilizzare la contrattazione di secondo livello, al fine di cucire attorno alle imprese un contratto confacente alle specifiche esigenze delle stesse, che sappia valorizzare la partecipazione alla vita aziendale dei lavoratori e degli imprenditori. Insomma il messaggio è stato chiaro. L’art. 39 della carta costituzionale garantisce a tutte le Associazioni maggiormente rappresentative di porre in essere una contrattazione valida e legittima, purché rispettosa dell’art. 36 della costituzione (retribuzione sufficiente), condizioni assolutamente riscontrabili nella contrattazione sottoscritta dalla Cisal. Il ricorso alla contrattazione di secondo livello è essenziale per diminuire il costo del lavoro per le aziende e per riconoscere ai lavoratori compensi maggiori in virtù della loro detassazione, se legati alla produttività e alla ripartizione degli utili o al welfare aziendale. ORDINE DOTTORI COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI DI MILANO Martedì 19 Aprile 2016 39 L’analisi dei Dottori commercialisti su oneri e onori legati alle norme del dlgs 231/2007 Antiriciclaggio, istruzioni ad hoc Conoscenza della clientela prioritaria per la prevenzione DI ANTONIO FORTAREZZA A distanza di dieci anni, dal 22 aprile 2006, la normativa di prevenzione del riciclaggio è diventata parte integrante dell’organizzazione di tutti gli studi dei professionisti ed in particolare di quelli dell’area legale tra cui i Dottori commercialisti, oltre che aver consentito alle autorità investigative numerosissime attività di repressione della circolazione di capitali provenienti da delitti, così come evidenziato nei dati degli ultimi rapporti. In effetti, le disposizioni contenute nel dlgs 231/2007 altro non dicono ai vari destinatari di organizzarsi e di allestire all’interno dello studio idonei e appropriati sistemi e procedure in materia di obblighi di adeguata verifica della clientela, di segnalazione delle operazioni sospette, di conservazione dei documenti, di controllo interno, di valutazione e di gestione del rischio, di garanzia dell’osservanza delle disposizioni pertinenti e di comunicazione per prevenire e impedire la realizzazione di operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Il legislatore inoltre, ben consapevole che questa forma di collaborazione attiva potrebbe essere onerosa per i vari destinatari, e in moltissimi casi lo è, stabilisce che il livello di organizzazione, e approfondimento delle varie modalità con cui osservare i precetti di legge devono essere proporzionati al rischio di riciclaggio dei proventi di attività criminose o di finanziamento del terrorismo e alle dimensioni dei destinatari della presente normativa, che in ogni caso si devono limitare alle informazioni possedute o acquisite nell’ambito della propria attività istituzionale o professionale. Proprio per raccogliere la ratio e i principi ispiratori di questa norma, il Cndcec ha recentemente elaborato un modello di manuale e procedure antiriciclaggio per lo studio professionale, che ha lo scopo di fornire indicazioni di base da applicare nei vari studi in funzione della loro dimensione e organizzazione. Poiché questi sono i principi generali ispiratori degli adempimenti in materia di antiriciclaggio per i professionisti, si possono immediatamente individuare per le finalità di una corretta applicazione degli stessi, alcuni elementi di orientamento per meglio comprendere la portata dei vari obblighi. La legge antiriciclaggio è una normativa anti-abuso e si preoccupa di gestire un rischio che è quello di riciclaggio. Lo scopo principale di tale norma, così come interpretata a livello internazionale, è quello di prevenire l’abuso dei servizi professionali da parte L’approccio innovativo dell’Odcec Milano L’Odcec Milano, da subito consapevole della rilevanza degli obblighi antiriciclaggio ancorché da sempre attento a offrire servizi e supporti operativi ai propri iscritti, ha adottato un efficace approccio innovativo coniugando le precipue competenze con l’innovazione tecnologica del partner Datev Koinos. L’approccio strutturato e monografico ha inteso consolidare i sempre apprezzati contenuti formativi disponendone la fruizione nelle diverse e più efficaci modalità: corsi elearning ed ebooks si sono affiancati alla tradizionale documentazione per una diffusione ampia e personalizzata. Totalmente innovativo è il Kit Antiriciclaggio, servizio fruibile via web, in cui la sinergia fra la competenza normativa della Commissione di Studio Antiriciclaggio e l’expertise di Datev Koinos hanno sinergicamente reso disponibile un semplice ed efficace servizio accessibile da tutti gli iscritti. di un soggetto il cui proposito non dichiarato è quello di immettere nel sistema legale proventi da attività criminosa, utilizzando la prestazione professionale del dottore commercialista, avvocato e notaio. In pratica, questo sistema normativo si rivolge ai professionisti che vogliono evitare a loro insaputa di essere coinvolti in attività di movimentazione, trasferimento, occultamento, utilizzo, detenzione etc di proventi derivanti da attività criminose, e quindi proteggere il loro studio anche, ma non solo, da ripercussioni di carattere reputazionale. Diversamente, nel caso in cui i vari destinatari siano consapevoli delle azioni o dei propositi di riciclaggio o di autoriciclaggio, gli stessi sarebbero parte più o meno attiva nelle condotte illecite con conseguenze ben più gravi e che farebbero entrare in gioco oltre al regime sanzionatorio della normativa di prevenzione prevista dal dlgs 231/2007 (principalmente quella relativa all’omessa segnalazione di operazione sospetta di cui all’art. 41), anche quella del sistema della repressione per le condotte di concorso o di favoreggiamento previste dagli artt. 110, 378 e 379 del Codice penale e di conseguenza le relative misure cautelari. Per questo motivo, è necessario prestare la massima attenzione, poiché la legge antiriciclaggio, proprio per come è costruita, e soprattutto per la definizione di riciclaggio che fornisce all’art. 2 del dlgs 231/2007, ha una portata in termini di obblighi di segnalazione di operazioni sospette molto estesa che addirittura possono anche prescindere dal perfezionamento o dall’integrazione di una condotta avente rilevanza penale. L’art. 41 del dlgs 231/2007 infatti, prevede l’obbligo di segnalare una operazione sospetta, quando i destinatari di tale obbligo, sanno, sospettano o hanno motivi Accedendo al Kit Antiriciclaggio con poche risposte a semplici domande il singolo iscritto può: 1) valutare il rischio legato a una specifica operazione (Risk Test) al fine di commisurarne i comportamenti da assumere; 2) ricevere chiare indicazioni circa lo stato di attuazione della normativa antiriciclaggio presso il proprio studio (Check up) e suggerimenti circa le aree di miglioramento ancorché le misure, organizzative e tecniche, da attuare per la conformità alla normativa. Il Kit Antiriciclaggio, innovativo per concezione e contenuti, a seguito delle molteplici richieste ricevute da altri ordini territoriali, è attualmente a disposizione dell’ intera categoria professionale grazie alla diffusione attraverso la piattaforma Concerto altra felice testimonianza della proficua collaborazione fra Ordine di Milano e Datev Koinos. www.concerto.it/antiriciclaggio ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo, privilegiando comportamenti che non hanno o non hanno in via esclusiva rilevanza di carattere penale. La norma, nel proporre ai destinatari una forma organizzata di collaborazione attiva per prevenire il riciclaggio di proventi da attività criminosa, è molto attenta e capace di mettere in evidenza che il contrasto all’abuso dei servizi resi dai professionisti, si concentra su una conoscenza della clientela e della sua operatività che dovrà passare per una analisi del rischio di riciclaggio. In pratica, il legislatore, al professionista fornisce una serie di indicazioni e suggerimenti per conoscere il proprio cliente e alle autorità competenti (Mef, Uif, Gdf, Dia) richiede di fornire all’intero sistema dei destinatari degli obblighi, indicazioni aggiornate circa le prassi seguite dai riciclatori e dai finanziatori del terrorismo, cosa che in effetti nei vari anni è stata effettuata sia con gli indicatori di anomalia che con gli schemi di comportamento anomalo, oltre che con interessanti pubblicazioni della Uif su specifici rischi di matrice finanziaria. Questa è la logica con cui interpretare tutta l’impalcatura normativa prevista dal dlgs 231/2007, anche se, spesso si ritiene che la legge antiriciclaggio abbia altri fini, come ad esempio quello di reprimere l’evasione fiscale. Nel nostro sistema giuridico esistono già importantissime norme che hanno lo scopo di prevenire e contrastare il gravissimo e deplorevole fenomeno dell’evasione fiscale compreso le sue forme più gravi e virulenti che prevedono frodi e inganni all’intero sistema dell’economia legale. Il sistema della prevenzione di cui al dlgs 231/2007, altro non è, che una normativa per la gestione di un rischio all’interno degli studi professionali, e nasce e trova ispirazione da una approfondita analisi di quelle che sono le criticità ed i pericoli per i professionisti oltre che prevedere delle misure organizzative per scongiurarli ed evitarli. La conoscenza della clientela è l’elemento centrale di tutto il sistema di prevenzione, e l’adeguata verifica impone ai professionisti di modulare il rigore e l’approfondimento degli obblighi di identificazione del cliente e del titolare effettivo, allo specifico rischio di riciclaggio che in quel momento si trova a dover gestire. Non dimentichiamo che la norma contrasta l’anonimato e l’opacità in qualunque forma si realizzi, lasciando al professionista la gestione e le conseguenze dei rischi che tali situazioni comportano, suggerendo allo stesso addirittura di non eseguire la prestazione professionale. Infatti, la legge antiriciclaggio, prevede diverse modalità con cui osservare i vari obblighi in funzione del diverso livello di rischio e se ne rinviene traccia di tale spi- rito legislativo, ad esempio in occasione dell’obbligo di identificazione del titolare effettivo. I professionisti per identificare e verificare l’identità del titolare effettivo, possono decidere di fare ricorso a pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque contenenti informazioni sui titolari effettivi, chiedere ai propri clienti i dati pertinenti ovvero ottenere le informazioni in altro modo. A ben vedere, e in diritto, il legislatore, offrendo diverse opzioni al professionista, consente allo stesso di rispettare la norma scegliendo lui stesso quale modalità ritiene più idonea senza obbligarlo a privilegiarne una piuttosto che l’altra. Altro esempio di modulazione dell’adeguata verifica della clientela, si ha con l’acquisizione delle informazioni sull’origine dei fondi. Il legislatore all’art. 19 del dlgs 231/2007 stabilisce che tale informazione non risulta obbligatoria e indispensabile in tutti i casi, poiché altrimenti lo avrebbe previsto come obbligo generalizzato. L’origine dei fondi, è altamente suggerita nei casi di rischio di riciclaggio alto o nei casi in cui il cliente sia una persona politicamente esposta. Oltre a tali indicazioni applicative, la legge antiriciclaggio obbliga il cliente a fornire al professionista, sotto la sua responsabilità (con ripercussioni di sanzioni penali in caso di violazioni) tutte le informazioni necessarie e aggiornate per adempiere agli obblighi di adeguata verifica della clientela, prevedendo altresì l’obbligo di dichiarare per iscritto tutte le informazioni necessarie per l’identificazione del titolare effettivo. Pagina a cura DELL’ORDINE DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI MILANO 40 Martedì 19 Aprile 2016 FISMIC CONFSAL La tesi della Fismic sulla proposta di rinnovo Federmeccanica-Assistal Ccnl, buona partenza La parte critica riguarda la retribuzione I DI SARA RINAUDO n considerazione dell’andamento della vertenza contrattuale per il rinnovo del Ccnl Federmeccanica-Assistal, la segreteria nazionale del sindacato autonomo Fismic ha convocato l’attivo dei delegati Rsu e Rsa Fismic. L’attivo è stato articolato in due giornate per permettere la massima partecipazione, il 7 aprile a Pomigliano d’Arco e l’8 aprile a Ferrara. La Fismic ritiene che ci siano tutte le condizioni per procedere al raggiungimento della firma di un contratto nazionale innovativo che fornisca delle risposte vere ai lavoratori metalmeccanici e sia la chiave di volta per un nuovo sistema di relazioni sindacali, che superi le rigidità che hanno finora contraddistinto il più importante settore manifatturiero del Paese. Lo schema offerto da Federmeccanica e Assistal fornisce infatti un quadro di importanti novità che, se accolte, possono veramente dare un segnale di svolta alla contrattazione del nostro Paese. Questo non vuol dire che la Fismic abbia intenzione di firmare la proposta avanzata da Federmeccanica-Assistal, chiarisce il segretario generale Roberto Di Maulo in un’intervista «Speciale Ccnl Roberto Di Maulo spiega il leader Fismic Di Maulo, la platea di coloro che favorirebbero degli aumenti retributivi (così come articolati nella proposta) è molto ridotta. Di Maulo: «Un tempo, noi sindacalisti di vecchio stampo entravamo nel merito e cercavamo di capire quali erano i margini di negoziato che avrebbero portato poi allo sviluppo di un accordo, cercando di allargare le maglie troppo strette della proposta e cercando di dare una giusta crescita della retribuzione a tutti i lavoratori a partire dal luglio 2017, attraverso Il segretario generale Di Maulo, durante l’attivo, ha presentato la bozza del regolamento delle primarie Fismic 2016. È una novità assoluta che conferma la linea di cambiamento portata avanti dalla Fismic. Secondo il primo documento della bozza le primarie Fismic 2016 dovrebbero avvenire nelle giornate del 26-27-28 ottobre 2016. L’ultima giornata di chiusura di voto segna anche l’inizio della fase congressuale dove verranno elette le segreterie territoriali fi no all’elezione della Segreteria nazionale al Congresso nazionale previsto per il mese di giugno 2017 Metalmeccanici», pubblicata dallo stesso sindacato. «Noi giudichiamo la proposta di Federmeccanica e Assistal una buona base di partenza per sviluppare un negoziato che al momento non ci soddisfa», dichiara Di Maulo, «ma sulla quale si può affrontare un negoziato, entrare nel merito di quanto richiesto da Federmeccanica e Assistal, cercare di tirarne fuori il meglio per soddisfare le esigenze e i bisogni dei lavoratori». La parte critica della proposta riguarda la retribuzione: sulla base della proposta di Federmeccanica e Assistal, la misurazione dell’indice Ipca depurato dall’inflazione importata». «Lo sciopero indetto dalle altre sigle sindacali lo riteniamo inutile e dannoso», prosegue il segretario generale Fismic, «in quanto radicalizza delle posizioni e allontana definitivamente ogni possibilità di far prevalere il buon senso. Fim e Uilm debbono scegliere se per loro è più impor- Fismic via delle Case Rosse 23 00131 ROMA Tel. 06/71588847 - Fax 06/71584893 www.fismic.it tante ricostituire l’unità con la Fiom in un anacronistico tentativo di restaurazione della Flm oppure dare un buon contratto ai lavoratori. La Fismic, tra le due strade, sceglie la seconda». Pertanto il sindacato Fismic non partecipa allo sciopero indetto nella giornata del 20 aprile c.a. Posizione approvata anche dai delegati presenti alle due giornate di attivo convocate dalla segreteria nazionale Fismic. A seguito della discussione sul Ccnl dei metalmeccanici, il segretario generale Di D Maulo, durante l’attivo ha h presentato la bozza del regolamento delle primarie r Fismic 2016. È una novità F assoluta che conferma la lia nea n di cambiamento portata avanti dalla Fismic. Secona do d il primo documento della l bozza le primarie Fismic 2016 dovrebbero avvenire 2 nelle giornate del 26-27-28 n ottobre 2016. L’ultima gioro nata di chiusura di voto sen gna anche l’inizio della fase g congressuale dove verranno c elette le segreterie territoe riali fino all’elezione della r Segreteria nazionale al ConS gresso nazionale previsto per g il i mese di giugno 2017. Come riportato da Massimo m Visconti in un articolo dell’Ultima Ribattuta: «In ambito sindacale, questa scelta rappresenta un vero terremoto che abbatte tutti i precedenti modelli congressuali basati su elezioni di delegati pilotati da schieramenti interni e fortemente legati a logiche politiche e partitiche che permettevano la spartizione degli incarichi con il famoso metodo Cencelli. In ambito sindacale, questa scelta rappresenta un vero terremoto che abbatte tutti i precedenti modelli congressuali basati su elezioni di delegati pilotati da schieramenti interni e fortemente legati a logiche politiche e partitiche che permettevano la spartizione degli incarichi con il famoso metodo Cencelli». La scelta del segretario generale Fismic Roberto Di Maulo dipende dalla convinzione di portare la Fismic a essere in tutto e per tutto il «sindacato 2.0». Il sistema si relazioni sindacali nel nostro Paese è arrivato al limite, la Fismic punta verso un nuovo modello sindacale che prenda le distanze da quello confederale tradizionale che per troppo tempo ha avuto egemonia sul sistema di relazioni sindacali e industriali del nostro Paese ma che, soprattutto, da troppo tempo non offre più quelle innovazioni e quel cambiamento di cui il nostro Paese è bisognoso. Secondo quanto riportato dalla bozza del manuale di regolamento delle primarie Fismic 2016, saranno presentate due lise: la lista naziona- Una delle novità che sicuramente farà scalpore, presente nel documento bozza, è la possibilità dell’apertura del voto al cittadino non iscritto Fismic. «Il voto ovviamente è aperto ai cittadini che sono disposti a rispettare lo statuto e gli ideali dell’Organizzazione», chiarisce il segretario generale Di Maulo. Come riportato nel documento: «solo durante l’operazione di voto nelle date 26-27-28 ottobre 2016, il non-iscritto Fismic interessato a esercitare il diritto al voto può avvalersi di tale diritto nel caso in cui: a. abbia compiuto la maggiore età; b. presenti i propri dati identificativi con relativa documentazione; c. sottoscriva una dichiarazione nel quale condivide gli ideali dell’Organizzazione, che si impegna a sostenere attivamente; contestualmente verrà sottoscritta una tessera «straordinaria» le per eleggere il segretario generale nazionale e la lista territoriale per eleggere il Segretario generale territoriale, su ciascuna lista si potranno esprimere due preferenze e il tutto sotto il controllo di commissioni elettorali, a livello nazionale e territoriale che presidieranno la tornata elettorale al fine di garantire il corretto svolgimento della candidatura e del diritto all’espressione di voto. Potranno candidarsi tutti gli iscritti Fismic che abbiamo almeno tre mesi di iscrizione al sindacato stesso e che abbiano raccolto le firme richieste per la candidatura. Da quanto riportato sul documento, per la candidatura a segretario generale nazionale dovranno essere raccolte un minimo di 500 firme mentre per la candidatura a segretario generale territoriale dovrà essere raccolto un numero minimo di firme pari a 100. di iscrizione al sindacato, denominata «Tessera Speciale Primarie Fismic 2016» con validità giugno 2017 al costo di euro 10,00. La «Tessera Speciale Primarie Fismic 2016» garantisce il diritto a usufruire di tutti i servizi fiscali e previdenziali offerti dall’organizzazione Fismic. La tessera verrà consegnata all’avvenuta sottoscrizione e garantirà l’esercizio immediato del diritto al voto.» Un grande passo in avanti per questa organizzazione sindacale che non ferma la sua crescita, una sfida lanciata dal segretario generale Di Maulo e dalla Fismic che forza l’uscita dai vecchi sistemi su cui ancora tante organizzazione sindacali rimangono ancorate creando così degli ulteriori danni ai lavoratori proprio perché rimangono indietro nell’intercettare le reali esigenze dei lavoratori. GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI Martedì 19 Aprile 2016 M 41 Il parere del presidente del Cnai sul sistema del Traffic light label No a etichette all’inglese Limitato l’export di alimenti made in Italy DI MANOLA DI RENZO E MATTEO SCIOCCHETTI B isogna essere chiari. L’Europa non ha bocciato l’etichettatura a semafori, introdotta dalla legislazione inglese già da qualche anno. Benché sugli organi di stampa si sia proceduto, con forse troppa enfasi, a celebrare la vittoria delle ragioni italiane, sul palcoscenico europeo, contro la «cattiva» pratica di Albione, la realtà (delle questioni di Strasburgo) sono sempre più complesse di quanto si possa pensare. «È indubbio che il sistema di etichettatura introdotto dal Regno Unito, sia un sistema fin troppo semplicistico di gestire la commercializzazione dei prodotti, al fine di fornire le informazioni necessarie per il consumatore e affinché questi possa scegliere in maniera consapevole, in particolare, gli alimenti», ricorda il presidente Cnai, Orazio Di Renzo, «ma non si può pensare che una votazione del parlamento europeo su una relazione tecnica possa mettere fine alla pratica inglese, che si è dimostrata, ahinoi, estremamente penalizzante nei confronti dell’export italiano della produzione di qualità». I dati infatti sono impietosi. La Traffic light label fu introdotta nell’estate del 2013 e da allora ha fortemente ridimensionato la penetrazione del commercio dei nostri prodotti di qualità sul mercato inglese e, parzialmente, su quello francese. A consultare i dati di distribuzione, si constata che nel periodo compreso tra il 2013 e il 2015, il prosciutto crudo di Parma commercializzato senza etichetta colorata ha registrato un incremento delle vendite del 17% mentre quello con il «semaforo» segna un -17%. Stesso discorso è valevole per il parmigiano, il quale a fronte di una crescita delle quote di mercato del 7% dei prodotti senza etichettatura, registra un calo compreso tra il 7 e il 10% di quello marcato dal sistema visivo. «Sfortunatamente non sono i soli prodotti a segnare il passo da quando il sistema è entrato in vigore, ma vi sono anche l’olio extravergine, le nocciole, le mozzarelle e altre eccellenze del nostro agroalimentare. Nella lotta alla cattiva alimentazione e alle pratiche scorrette delle multinazionali, il governo di Downing Street ha puntato forte sulla etichetta a semaforo che, benché non obbligatoria, è infatti fortemente sponsorizzata dalle stesse istituzioni inglesi. Ciò ha permesso la presenza dei semafori ormai sul 98% dei prodotti nella grande distribuzione in Uk, un vero problema, per i prodotti italiani», commenta il presidente Di Renzo; «non dimentichiamo che, al contrario di noi, gli inglesi sono estremamente nazionalisti e sono attenti a mantenere alto il consumo dei prodotti interni». Ma l’Europa, è bene ribadirlo, non ha espresso parere negativo sui «semafori»: semplicemente ha votato sulla relazione Kaufmann in merito al piano di controllo della validità della normativa europea affinché la Commissione torni a «riesaminare la base scientifica, l’utilità e la fattibilità del regolamento, nonché eventualmente a eliminare il concetto di profili nutrizionali», venga Pagina a cura di Cnai - Coordinamento nazionale associazioni imprenditori Sede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETI Tel. 0871.540093 - Fax 0871.571538 Web: www.cnai.it E-mail: [email protected] L’ANALISI I limiti del sistema a semafori Il piano messo in atto dalle autorità britanniche per combattere le malattie derivanti dalla cattiva alimentazione, che gravano sulla salute e sulle casse del Sistema Sanitario, ha preso avvio proprio dalle etichette apposte sugli alimenti. Benché i dati fossero già riportati sui prodotti, un sistema visivo a tre colori (verde, giallo e rosso, in merito alla percentuale di un determinato nutriente) ha rappresentato un’importante leva per condizionare i consumatori britannici. Constatare che un determinato prodotto è ricoperto di bollini rossi, disincentiva grandemente il cliente, a vantaggio di un analogo prodotto con marchiatura però «verde». Grassi, zuccheri, sale, proteine, carboidrati, additivi e allergeni sono così segnalati con i tre colori, in base alla percentuale della loro presenza su 100 grammi negli alimenti, basandosi su prefissati parametri. E proprio contro quei parametri che l’Italia (insieme ad altri 15 Paesi) ha sollevato dubbi, imputando loro un’eccessiva penalizzazione di prodotti di qualità, che (seppur formalmente squilibrati dal punto di vista nutrizionale) rappresentano alimenti di assoluto valore, soprattutto all’interno di una alimentazione sana, come lo sono appunto il Prosciutto di Parma o il Parmigiano Reggiano o l’olio extravergine. Alti valori di un nutriente potenzialmente dannoso (si pensi allo zucchero per il diabete o al sale per l’ipertensione) sono evidenziati dal colore rosso, più bassi in giallo e, sotto una cioè rivisto il regolamento n. 1924/2006 sui claim nutrizionistici e salutistici. La questione sui profili nutrizionali parte da lontano, quando Unilever e altre multinazionali del settore alimentare decisero di autoregolamentarsi nel campo delle proprietà nutritive dei propri prodotti. Il parlamento europeo decise così di rincorrere tale pratica, fissando i profili nutrizionali nel regolamento sulle diciture salutistiche riportabili in etichetta. Benché la Commissione fosse stata incaricata di esprimere a stretto giro le peculiarità dei profili, sono dovuti passare dieci anni affinché il parlamento europeo avesse l’opportunità determinata soglia, dal colore verde. Con risultati a dir poco paradossali, visto che le bibite gasate light, puro esempio di miscugli chimici, registrano più bollini verdi dell’olio extravergine, che riporta, ovviamente, un enorme bollino rosso per quantità di grassi. La questione dei semafori non è efficace, semplicemente, perché non interviene sull’educazione alimentare (sulla scelta o meno di un alimento valido), ma giunge solo a spaventare il consumatore, il quale ha ben altre esigenze, nate dalla nuova consapevolezza alimentare. Chi acquista consapevolmente richiede con sempre maggiore premura che gli siano fornite tutte le informazioni necessarie affinché possa esercitare un acquisto ragionato e ragionevole. Ma una dieta corretta non è derivante esclusivamente dalla percentuale di un determinato nutriente all’interno di un alimento, bensì dall’uso che se ne fa dello stesso e dalle quantità di prodotto consumato. «Indubbiamente è riduttivo utilizzare il sistema a semafori e la tutela delle nostre eccellenze deve passare necessariamente per la puntuale informazione del consumatore. Ora bisogna che l’Europa appuri se il sistema dei semafori abbia effettivamente e attivamente danneggiato il 60% del nostro export agroalimentare nei Paesi dov’è vigente e proceda, nel caso affermativo, a cancellare definitivamente tale sistema, proponendo però un sistema che tuteli e promuova le nostre qualità», afferma il presidente del Cnai, Orazio Di Renzo. di votare in merito alla validità dei profili. Bocciandoli; ed è così che siamo giunti alla cronaca più recente. La votazione ha dato parere negativo sui profili nutrizionali, ma di fatto ha dato credito alle dichiarazioni nutrizionali del regolamento Ue 1169/2011, da cui, nei fatti, deriva proprio il sistema britannico a semafori. «Altro che salvaguardia del made in Italy. L’unico risultato immediato è che l’eliminazione dei profili nutrizionali permetterà a prodotti dalle caratteristiche, eufemisticamente, poco salutari di essere commercializzati come buoni per la salute, solo grazie all’addizione di vitamine o minerali. Bisogna agire con maggiore convinzione nelle sedi opportune affinché si facciano maggiori passi avanti nella tutela e si perori la causa della qualità italiana. Non siano più permesso che produttori disonesti possano speculare sull’eccellenze nostrane rischiando, al massimo, una sanzione amministrativa, la quale, per la scarsa efficacia ed entità, può essere computata come costo di produzione. Si punisca severamente chi continua in pratiche di produzione e commercializzazione poco trasparenti, incentivando la buona educazione alimentare, il nostro vero valore italiano», conclude il presidente Di Renzo. 42 Martedì 19 Aprile 2016 Azienda IL NUOVO CODICE DELLA STRADA S Scuola in edicola con IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE Pronto l’emendamento del governo. Il relatore (Puglisi): proroga assunzioni al 15 settembre Concorso, dote da 10 milioni Paga la Buona scuola, compensi ai commissari raddoppiati DI ALESSANDRA RICCIARDI U na dote complessiva di 10 milioni di euro per pagare tutte le spese dell’imminente concorso della scuola. A partire dai compensi ai commissari, che verranno raddoppiati. È quanto prevede l’emendamento del governo all’articolo 2 del ddl 2299, atteso in queste ore in commissione istruzione al senato e che ItaliaOggi ha letto. Di rilievo anche le modifiche a firma di Francesca Puglisi, relatore del ddl di conversione in legge del decreto legge su scuola e università, in primis la proroga al 15 settembre del termine utile per operare le immissioni in ruolo del prossimo anno scolastico. La bozza di emendamento governativo a ieri sera prevedeva un finanziamento ad hoc di 10 milioni di euro per far fronte ai vari oneri del concorso. Sarà poi un decreto a doppia firma Stefania Giannini-Pier Carlo Padoan, rispettivamente ministri dell’istruzione e dell’economia, entro 30 giorni dalla conversione in legge del dl, Renzi che si è detto indignaa fissare i nuovi criteri per to dalle paghe da fame dei i compensi dei componenti commissari: un euro ogni ora delle commissioni di esame. di lavoro. Un clima politico L’emendamento raddoppia di diverso insomma rispetto a fatto il finanziamento previ- quello che solo pochi mesi fa sto da un precedente emenda- ha visto respinto al mittenmento alla legge di Stabilità te un finanziamento per 5 2016, che però non ha mai milioni di euro per la stessa selezione. visto la luce. Un raddopLa nuova coperpio che si è reso necestura per il 2016 sario per far fronte è attinta al fonall’accresciuto fabdo per il funziobisogno di comnamento delle missari e ad altri scuole. Si tratta, oneri connessi allo a leggere la bozsvolgimento delle za di articolato prove che vedono governativo, di in campo 200 mila una partita di concorrenti (alcuni giro: nel 2017 i dei 165 mila candi10 milioni dati hanno fatto verranno domanda ridati allo per più stesso classi di capitolo concordi bilanso). Quecio attrasta volta verso un gioca a prelievo favore dal fonil placet do di cui giunall’artito dal colo 1, premier Stefania Giannini comma Matteo 202 della legge n. 107/2016. Si tratta della riforma della Buona scuola, su cui il ministero ha operato dei risparmi: quelli del 2016 sono stati già impiegati per il pagamento delle supplenze, ora resta il tesoretto del 2017 che il dicastero guidato da Stefania Giannini conta di poter utilizzare per coprire le spese del concorso. Insiste sempre sul fronte dell’imminente selezione l’emendamento a firma Puglisi all’articolo 1 del dl: le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente verranno effettuate entro il 15 settembre 2016, e non entro il primo settembre. In questo modo si dovrebbe riuscire a far salire in cattedra i vincitori del concorso. Certamente quelli delle medie e delle superiori. Per quelli della scuola dell’infanzia e della primaria invece pare certo lo slittamento dell’immissione in ruolo all’anno scolastico successivo. La decorrenza economica del contratto seguirà sempre la presa effettiva di servizio. Novità poi per le assegna- zioni: anche per il 2016/2017, in deroga al vincolo triennale, i docenti assunti nell’anno 2015/2016 possono richiedere l’assegnazione provvisoria sui posti dell’organico dell’autonomia e sul contingente di posti delle nuove assunzioni. Una buona notizia infine per i ricercatori dell’Invalsi: l’istituto di valutazione nazionale è autorizzato ad avviare un programma straordinario di reclutamento, in deroga alle disposizioni vigenti per tutto il pubblico impiego, su tutti i posti vacanti in organico al 31 dicembre 2016. La norma dovrebbe consentire la stabilizzazione dei precari ad oggi impiegati presso l’istituto. Il costo è di 2,3 milioni di euro, prelevati dal fondo di funzionamento degli enti e degli istituti di ricerca. ©Riproduzione riservata Gli emendamenti al ddl As 2299 sul sito www. italiaoggi.it/documenti L’EFFETTO DELLE RIFORMA FORNERO: CROLLANO LE RICHIESTE DI USCITA ANTICIPATA E DI PART TIME Pensionamenti, in un anno -30%. Docenti sempre più vecchi DI NICOLA MONDELLI U n taglio del 30% dei pensionamenti nel giro di un anno. Sono le stime (si veda ItaliaOggi del 9 febbraio 2016) circa il numero dei docenti e del personale educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario di ruolo in servizio nelle scuole statali di ogni ordine e grado che ha chiesto di cessare dal servizio e che dal 1° settembre 2016 andrà in pensione anticipata (41 anni e 10 mesi di contribuzione, se donna e 42 anni e 10 mesi, se uomo) o per raggiunti limiti di età (66 anni e 7 mesi) ovvero fruendo di norme in deroga (opzione donna o assistenza figli disabili) per un totale compreso tra 15.000/16.000 docenti e 4.000/4.500 Ata. Questi ultimi numeri comprendono anche docenti e personale amministrativo, tecnico ed ausiliario che fruivano già di trattamento pensionistico ma che nell’anno scolastico in corso stanno ancora prestando servizio in regime di part-time. La stima si ricava dall’esame degli d’Europa. elenchi provvisori delle domanda di Con i requisiti anagrafici e contributicessazione dal servizio con decorrenza vi richiesti dalla normativa precedenappunto 1° settembre 2016 pubblicati te l’entrata in vigore del decreto legge da alcuni uffici scolastici territoriali 201/2011, per l’accesso alla pensione presi a campione (Chieti, Pescara, Po- di anzianità sarebbe stata sufficiente poter fare valere la tenza, Benevento, Boquota 97 o 40 anni di logna, Parma, Udine, contributi indipenPadova, Agrigento, Todentemente dall’età rino, Matera, Viterbo, anagrafica; per l’acRieti, Mantova, Pisa, cesso alla pensione di Oristano, Venezia, vecchiaia solo 65 anni Foggia e Bari). e 7 mesi di età unitaSe l’entità della rimente ad almeno 20 duzione dovesse esanni di contributi) i sere confermata uffidocenti e il personacialmente anche dal le amministrativo, ministero dell’istrutecnico ed ausiliario zione, avremmo l’enche, a decorrere dal nesima prova dei Elsa Fornero 1° settembre 2016, danni che la riforma avrebbero avuto diFornero ha prodotto relativamente al comparto scuola: ritto ad accedere al trattamento penun turn over ridotto all’osso a causa sionistico di anzianità o di vecchiaia del minor numero di cessazioni dal avrebbero potuto essere invece non servizio, un freno al processo di svec- meno di 60.000. Un altro dato, che si chiamento di una classe docente che ricava dall’esame degli elenchi pubblicontinua ad essere tra le più anziane cati dagli uffici scolastici territoriali, è quello di un numero assai limitato, se non del tutto assente, di nuove domande di pensionamento anticipato congiuntamente alla permanenza in servizio in regime di part-time, possibilità questa prevista dall’art. 1 della legge 662/1996 e regolamentata dal decreto ministeriale 331/1997. Utilizzato negli ultimi quattro/cinque anni da alcune migliaia di docenti, soprattutto donne, la sua quasi scomparsa non può che essere imputata, seppure indirettamente, proprio alle nuove norme previdenziali di cui all’art. 24 del decreto legge 201/2011. Prima dell’entrata in vigore delle riforma Fornero, infatti, per accedere al part-time previdenziale sarebbe stato sufficiente poter fare valere 36 anni di contribuzione e meno di 65 anni di età. Per accedervi oggi occorre invece avere maturato i requisiti per la pensione anticipata (41 anni e dieci mesi per le donne e 42 e dieci mesi per gli uomini) e non ancora l’età anagrafica per quella di vecchiaia (66 anni e sette mesi). ©Riproduzione riservata A Z I E N DA S C U O L A Martedì 19 Aprile 2016 43 I giudici del Tar bacchettano il governo e rimettono la questione alla Corte costituzionale Concorso, non è solo per precari Ammessi con riserva anche i ricorrenti già di ruolo nazione del precariato della scuola, pur se meritevole Consegue che la limi- di attenzione e tutela (anita tormentata per i concorsi scolasti- tazione della platea dei che alla luce del rilevante ci: dopo la contorta candidati (vieppiù nei contenzioso) è stato già vicenda dei presidi termini indicati) è indub- appositamente perseguiDI CARLO FORTE che, per cinque anni ed in biamente poco consona al to dal legislatore con il più regioni, ha comporta- perseguimento della fina- piano straordinario di asI candidati che stanno per partecipare al concorto molteplici contenziosi, lità concorsuale. A fronte sunzione, di cui ai commi so a cattedra, le cui prove si svolgeranno nelle adesso è la volta del con- di queste considerazioni, a 95 e seguenti del predetto prossime settimane, rischiano di rimanere senza corso a cattedra che finisce giudizio del Tribunale am- articolo 1 della medesima posto. È uno dei possibili effetti di una eventuasotto l’esame della Corte ministrativo, è apparsa di legge n. 107 del 2015, che le sentenza di incostituzionalità della Consulta minor pregio la ratio ispi- ha condotto all’assunzione Costituzionale. investita della questione del divieto di accesso in ruolo di un nuL’esigenza di un alla selezione dei docenti già di ruolo. La III semero rilevante di controllo del Giuzione –bis del Tar Lazio, accogliendo una richiesta m precari. dice delle leggi è p contenuta in un ricorso, ha ritenuto di investire Secondo il Tar verrebbero svanstata sollevata della questione la Corte costituzionale, con una taggiati nella possibilità di conUlteriore valudal Tar del Lazio ordinanza di rimessione emessa il 12 aprile scorso correre per l’accesso ad una tazione costitucon l’ordinanza n. (4343/2016). t zionale è chiesta 4343 del 7 aprile Qualora la Consulta dovesse ritenere la questione z migliore collocazione coloro che alla luce degli arti2016 (pubblicata fondata, il giudizio arriverebbe quando le prove a sono già dipendenti, che così si coli 4 e 51. Il primo martedì 12) che c del concorso saranno già terminate. E l’effetto vedrebbero facilmente sopravanassegna ad ogni citha disposto l’impotrebbe essere quello di modificare sostanziala zati da neo-assunti nell’acquisire tadino il dovere di mediata trasmismente il quadro delle assunzioni. Da una parte i t svolgere, secondo le sione degli atti ricorrenti, ammessi con riserva, qualora dovess una condizione professionale più proprie possibilità alla Consulta per sero risultare collocati nella graduatoria di mep confacente alla propria prepae la propria scelta il vaglio costiturito in posizione utile, maturerebbero il diritto razione culturale e alle proprie un’attività ed una zionale della norall’assunzione. u funzione che conma questionata In ciò scalzando gli abilitati che nel frattempo, f aspirazioni personali corre al progresso alla luce degli anche se collocati in graduatoria in posizione c materiale e spiarticoli 2, 3, 4, 51 inferiore, essendovi inclusi a pieno titolo sarebe 97 della nostra Carta bero già stati assunti a tempo indeterminato. E arta fon- ratrice, della disposizione rituale della società; ed è contestata, indicata nelle chiaro che tanto contrasta damentale. dall’altra, gli assunti a pieno titolo in luogo degli difese del Ministero come con il precludere l’accesso iscritti con riserva dovrebbero essere licenziati. Si tratta, in buona so- quella di realizzare la pro- al lavoro a persone teoriUno scenario che getterebbe nel caos il regolare stanza, della riforma del- gressiva eliminazione del camente qualificate. Simiavvio del nuovo anno scolastico. la scuola nella parte in cui fenomeno del cosiddetto larmente pare violato l’art. © Riproduzione riservata (art. 1, comma 110, ultima precariato storico. Da un 51 ove dispone che tutti i parte della legge n. 107 del lato, infatti, essa non è cittadini possono concor13.7.2015) preclude la par- stata esplicitamente indi- rere agli uffici pubblici in te Costituzionale decida norma consentendo così ai tecipazione ai concorsi pub- cata nei richiesti termini condizioni di uguaglianza. su tali questioni, il Tar ricorrenti di accedere al blici per titoli ed esami al da parte del legislatore; ed ha concesso la sospensiva concorso sub judice. personale docente ed edu- inoltre l’obiettivo di elimiFrattempo che la Cor- del decreto attuativo della © Riproduzione riservata cativo già assunto su posti e cattedre con contratto inCOME DEL RESTO È CONGENITO A OGNI PROVA CONCORSUALE DELLA SCUOLA dividuale di lavoro a tempo indeterminato nelle scuole statali. L’esclusione ancorché abbia un sotteso scopo di eliminazione del precariato si espone ad almeno due censure di indubbio spessore rilevanti alla luce rischio di essere parificati ai conabilitazione (PAS) che avrebbero, se degli articoli 2 e 97 della correnti che non abbiano conseguito frequentati dai ricorrenti, realizzato DI GIUSEPPE MANTICA alcuna abilitazione. Costituzione. le condizioni normative. imessi in corsa i docenti Altra incongruenza sulla quaSotto un aspetto perPer altro verso, nel dicastero che aspirano ad una diverle si complicano le questioni è sonale, a parità di resa collocazione, il concorso di Viale Trastevere seguono con scaturita della direttive europee quisiti (si pensi ad un a cattedre della legge sulla fibrillazione il succedersi delle dedocente di scuola primaria (2005/36/CE e 2013/55/UE) che non Buona-scuola (n. 107/2015) paventa cisioni giudiziarie amministrative riferiscono né di abilitazione né di in possesso dei titoli per inaltri focolai accesi. Numerosi ricorsi perché la data di avvio delle prove idoneità. segnare nella secondaria) sono stati presentati al Tar da coloro è prossima (si inizia il 28 aprile con Dopo alcune pronunce favorevoli verrebbero svantaggiati che sono stati esclusi perché carengli scritti di storia dell’arte) e poall’ammissione in via cautelare (sonella possibilità di concorti del titolo di abilitazione all’insetrebbero rilevarsi carenze di luoghi spensive), con la sentenza n. 3132, e di personale con l’ingresso di nuovi rere per l’accesso ad una gnamento previsto come condizione depositata lunedì 11 aprile scorso migliore collocazione coloindispensabile dalla legge e dal deconcorrenti. Sui locali si è già mossa, (camera di consiglio del 7.4.2015), altresì, la polemica perché pare cerro che sono già dipendenti, creto del Miur emanato nel febbraio il Tar del Lazio, sezione terza bis, to l’orientamento di dividere i candiche così si vedrebbero facil2016 per indire il concorso. In linea ha invertito tendenza respingendo mente sopravanzati da neodi diritto, l’art. 402 del Testo Unico dati per date di nascita con possibile le domande di ammissione, ancorassunti nell’acquisire una in materia d’istruzione (decreto leindividuabilità degli elaborati, alché in via provvisoria: la decisione condizione professionale gislativo n. 297/1994, non abrogato) meno in termini di età e privilegiare affronta il tema della mancanza di più confacente alla propria ai fini dell’ammissione ai concorsi forse i più giovani come forse i più preparazione culturale ed a cattedre nelle scuole non indica, Ssis per gli insegnanti tecnico pramaturi. Anche per i commissari ci tici (Itp). L’ordinanza tuttavia conalle proprie aspirazioni tra i requisiti generali, l’abilitaziosono aspetti problematici, stante la sidera e dà rilevanza alla circostanpersonali; sotto un profilo ne per gli insegnamenti per i quali scarsa adesione a questo ruolo doza che seppur per i docenti tecnico pubblico, inoltre, assume è sufficiente il diploma; tuttavia è vuta alla modesta incentivazione pratici non sia mai stato istituito forte rilievo la consideraormai prassi decennale che siano economica, alla possibilità di perun percorso abilitante ordinario, dere l’estate (unico periodo feriale zione che l’interesse per organizzati dal ministero ripetuti l’efficienza ed il buon andariferendo un parere del Consiglio corsi abilitanti, prima Siss, ultidella classe docente) per correggere i mento della amministraziosuperiore dell’istruzione della pubmamente nominati Tfa (tirocinio di compiti ed infine al rischio di essere ne va primariamente perblica istruzione del 7 gennaio 2016, coinvolti nel contenzioso che ormai formazione attiva), nei quali hanno seguito con una procedura assume valenza risolutiva che per impegnato energie fisiche, culturapare congenito ad ogni concorso delconcorsuale per selezionare questi docenti si è proceduto comunli ed economiche, schiere di precari la scuola. i migliori candidati per le que ad istituire percorsi speciali di ed aspiranti docenti che corrono il © Riproduzione riservata posizioni professionali da DI GIUSEPPE MANTICA V ricoprire. Se la Consulta dirà sì, zero certezze sui vincitori Tra sentenze del Tar e nuovo contenzioso la prossima selezione sarà uno slalom R 44 Martedì 19 Aprile 2016 A Z I E N DA S C U O L A Il sistema del Miur va spesso in tilt, ressa dei docenti per inoltrare le domande Mobilità sulle montagne russe Dal prossimo anno si perde la titolarità della sede cati negli ambiti, non avranno più la titolarità della sede a linea web che va e vie- e saranno assoggettati alla ne, il sistema che can- chiamata diretta da parte dei cella le precedenze pre- dirigenti scolastici. Che trarviste dalla legge 104/92 ranno i docenti direttamene la capienza ridotta dell’area te dalle liste comprese nel web destinata ad ogni do- relativo ambito territoriale cente su istanze on line, che e proporranno loro incarichi di preclude la posd durata t r i e n n a l e. sibilità di inseLa linea web va e In buona rire il file «pdf viene, il sistema sostanza, immagine». cancella le precedunque, Sono alcune il docente delle difficoldenze previste dalla a cui sarà tà che stanno legge 104/92, mentre conferito incontrando i la capienza ridotta l’incarico docenti delle dell’area web destinon potrà scuole statali n nata ad ogni docente contare sulche intendono co preclude la possibila stabilità cambiare sede definitiva nel compilare lità di inserire il file della sede. la domanda di d pdf immagine E dopo tre trasferimento. anni dovrà Quest’anno, a affrontare la con ogni probabilità, ilità, è l’ul- nuovamente affr tima volta che sarà consen- lotteria degli incarichi. La tito trasferirsi mantenendo prospettiva di andare inconil diritto alla titolarità della tro a questa situazione sta sede. La legge 107, infatti, contribuendo non poco ad auprevede espressamente che mentare l’ansia dei docenti, la mobilità debba assumere che aspirano alla mobilità e rilievo esclusivamente tra gli che stanno affollando in questi giorni le sedi dei sindacati. ambiti. In futuro dunque tutti i Mobilità che, giova ricordarlo, docenti che chiederanno di è finalizzata a consentire agli cambiare sede saranno collo- insegnanti di ottenere una DI L CARLO FORTE sede di lavoro il più possibile tazione delle istanze, infatti, vicina al luogo dove ha sede la sono stati fissati da lunedì 11 a sabato 23 aprile: 13 giorni propria dimora familiare. Non sono rari i casi di in tutto per circa 200mila docenti costretti a viaggiare domande. A ciò va aggiunto quotidianamente anche per il fatto che per ogni istanza, ore, per raggiungere la sede un docente esperto in questa di lavoro. La scuola, infatti, materia (di solito un sindacaè uno dei comparti a più alto lista) impiega circa un’ora. E spesso, quantasso di pens do dolarismo. d si arriva A complicare la proal Ciò è dovuto a momento cedura, la ristrettezdi alla parceld chiudere za dei tempi: ci sono la lizzazione sul l domanda e inviarla, il siterritorio deli 13 giorni in tutto stema si blocle sedi di lavos per circa 200mila ca ro, presenti in c e bisogna domande. E spesso compilarla ogni comune capita che quando da e, spesso and capo. si tratta di inoltrare Pe r n o n che frazione l’istanza, il sistema parlare ded i c o m u n e. p gli errori E dall’altra g si blocca e bisogna del sistema alle continue d ricominciare nel riportamodificazioni n re introdotte ner le scelte gli organici delle e scuole legate indicate dagli interessati all’andamento demografico e all’atto della compilazione. alle scelte, sempre mutevoli, Ciò avviene specialmente in della famiglie in riferimento riferimento alla precedenza alle iscrizioni alle diverse prevista per coloro che assiscuole. stono i portatori di handicap Quest’anno, peraltro, ol- grave. Quest’anno le parti tre ai consueti ostacoli deri- hanno differenziato la situavanti dall’obbligo di inviare le zione del genitore che assiste domande via web c’è un pro- il di figlio, da quella del coblema in più: la ristrettezza niuge o del figlio che assiste dei tempi. I termini di presen- il genitore, dando priorità alla prima. Peraltro recependo il prevalente orientamento della giurisprudenza. E dunque, il sistema consente di indicare espressamente le due situazioni. Senonché, il più delle volte, pur indicando la precedenza del genitore che assiste il figlio, quando si va a chiudere la domanda apponendovi il codice personale, il sistema sposta la precedenza sulla punta del coniuge o de figlio che assiste il genitore. E non vi è modo di correggere. Infine c’è l’annoso problema della capienza dell’area web che il sistema concede ad ogni utente: in tutto 1024 KB. Pertanto, basta inserire in file «pdf immagine» per occupare quasi tutta l’area e vedersi precludere l’inserimento di altri allegati. A meno che non si disponga di un costoso scanner professionale che consenta di ridurre il peso del file, lasciano così lo spazio per inserire gli altri allegati. Supplemento a cura di ALESSANDRA RICCIARDI [email protected] IL MINISTERO: RECUPERATI I TAGLI. LE SIGLE: INCREMENTI PROVVISORI COSÌ HA SENTENZIATO IL CONSIGLIO DI STATO Dirigenti, in arrivo 163,5 milioni Scontro Miur-sindacati sugli aumenti Quante ore di sostegno, la decisione spetta al Tar DI N GIORGIO CANDELORO ell’incontro del 15 aprile scorso con i sindacati della dirigenza,il Miur ha comunicato alle organizzazioni l’ammontare del Fun, il salario accessorio dei presidi, certificato dall’Ufficio Centrale del Bilancio del Mef: si tratta di 163.578.766 euro. Il calcolo effettuato dal ministero parte da una base di 173 milioni, ridotti a 117 per le decurtazioni imposte dal decreto legge 78/2010 (la cosiddetta legge Tremonti che tagliava retribuzioni e contratti nella pa), a cui sono stati sottratti ulteriori 14,5 milioni di tagli riferiti agli anni scolastici 2011/12 e 2012/13 e aggiunti i 60 milioni derivanti dagli incrementi previsti dalla legge 107 (“Buona scuola”): 25 milioni in più a regime oltre a circa altri 34 una tantum. La ripartizione del fondo per regione premia, come sempre, i territori più popolosi e quindi ricchi di scuole: i presidi campani e lombardi si divederanno rispettivamente 17 e mezzo e 17 milioni di euro di fondo, seguiti dai colleghi siciliani con 15, laziali con 12 e pugliesi con 11. Ai presidi saranno inoltre corrisposti gli arretrati e non sarà richiesta alcuna restituzione di importi eventualmente ottenuti in deroga alla Tremonti. Per il Miur, l’aumento del Fun previsto dalla “buona scuola” finisce per compensare i tagli di epoca tremontiana facendo registrare un incremento concreto (e adesso certificato anche dal Mef) delle retribuzioni della dirigenza scolastica. Non la pensano proprio così le organizzazioni di categoria della dirigenza: se l’Anp si limita ad una cauta soddisfazione per la soluzione delle situazioni debitorie e sot- tolinea che nessun dirigente dovrà restituire soldi precedentemente percepiti, FlcCgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals-Confsal sparano a zero sul ministero e annunciano nuove mobilitazioni per le prossime settimane. Con una dichiarazione unitaria seguita all’incontro del 15, i confederali denunciano compatti che l’aumento in arrivo sarà soltanto transitorio e che da settembre le retribuzioni dei dirigenti scolastici, già dimezzate rispetto a quelle dei loro pari grado delle altre amministrazioni pubbliche, torneranno a scendere. Per i sindacati il governo continua a parlare di aumenti solo per riconoscere il maggior carico di responsabilità attribuito ai presidi dalla 107, ma tace sul fatto che la stessa 107 ha stanziato 20 milioni in meno per il Fun 2016/17 e 34,5 in meno per il 2017/18. Secondo i calcoli sindacali, insomma gli stipendi dei presidi torneranno a scendere già dal prossimo anno, mentre non sarà ripristinata la retribuzione media professionale rispetto al 2010 (l’ultimo anno di stipendi ante legge Tremonti). Inoltre si denuncia che parte dello stipendio futuro dei presidi italiani sarà spostato, con la 107 a regime, sul risultato e collegata alla valutazione effettuata dai Direttori Regionali, con conseguente riduzione, tra l’altro, della base di calcolo per la liquidazione e per la pensione. Si prospetta quindi ancora una primavera calda e di mobilitazione da parte dei dirigenti, anche alla luce del fatto che, a fronte di un calcolo del Fun ritenuto insoddisfacente e degli accresciuti carichi di lavoro imposti dalla 107, i sindacati denunciano che da settembre prossimo circa il 25% del totale delle scuole sarà gestito da un reggente. © Riproduzione riservata DI FRANCESCA DE NARDI S petta alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo accertare quante ore di sostegno siano adeguate alle esigenze dell’alunno disabile. Lo ha chiarito il Consiglio di stato, Adunanza Plenaria, con la sentenza del 12 aprile 2016 n. 7. Nel caso in esame la madre di un alunno, affetto da autismo infantile, aveva impugnato il provvedimento con cui il dirigente scolastico di un istituto comprensivo aveva assegnato a suo figlio undici ore settimanali di sostegno, in luogo di quelle asseritamente adeguate allo stato di disabilità del minore. Il Tar per la Campania aveva, però, dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, in favore di quello ordinario. Il genitore del minore aveva, così, impugnato la decisione di primo grado ed era stata rimessa all’Adunanza Plenaria la soluzione della controversia in merito all’estensione o meno della giurisdizione amministrativa anche alla fase di esecuzione del Pei (piano educativo individualizzato). L’Adunanza Plenaria del Consiglio di stato ha accolto il ricorso e ha rinviato la causa al Tar. La cognizione e la tutela dei diritti fondamentali, infatti, intendendosi per tali quelli costituzionalmente garantiti, non appare affatto estranea all’ambito della potestà giurisdizionale amministrativa, nella misura in cui il loro concreto esercizio implica l’espletamento di poteri pubblicistici. Secondo i giudici di Palazzo Spada, quindi, rientrano nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo anche le controversie aventi per oggetto la declaratoria della consistenza dell’insegnamento di sostegno e relative alla fase che precede la formalizzazione del piano educativo individualizzato. Per fugare ogni dubbio, secondo i giudici, è sufficiente osservare come l’attribuzione al giudice amministrativo della giurisdizione esclusiva in determinate materie come i servizi pubblici implichi una cognizione piena, e non limitata ai soli profili di esercizio discrezionale del potere. © Riproduzione riservata Martedì 19 Aprile 2016 A Z I E N DA S C U O L A 45 La Conferenza unificata stato-autonomie ha dato l’ok a finanziamenti per 3.506 interventi Edilizia, sbloccati 480 milioni Taglio lineare del 50% sulle richieste degli enti locali DI EMANUELA MICUCCI T empo di #Sbloccascuole per 1.508 enti locali, in massima parte comuni. La Conferenza Stato-città e autonomia, giovedì scorso, ha dato l’ok a 3.506 interventi di edilizia scolastica e realizzazione di nuove scuole liberando 480milioni di euro dai vincoli di bilancio di comuni, province e città metropolitane. Tuttavia, spiegano alla Struttura di missione sull’edilizia scolastica di Palazzo Chigi, la richiesta complessiva di spazi finanziari da parte degli enti locali era superiore alla disponibilità prevista dalla legge di Stabilità 2016 (art. 1 comma 70 legge n.208/2015), che il Dpcm approvato la scorsa settimana attua. Così, per i 3.221 interventi di edilizia scolastica sostenuti dagli enti locali, e candidati alla fattispecie C dell’operazione #Sbloccascuola, si è dovuto procedere a una riduzione lineare proporzionale del 55,59%, proporzionale all’importo richiesto di 852 milioni 144mila 459 euro. Gli enti locali incalzano il governo di richieste di fondi: il doppio dei 480milioni di euro, Palazzo Chigi falcia di oltre la metà le risorse da ripartire: 378 milioni 448 mila 837 euro. Liberan- do la spesa di risorse a valere sull’avanzo di amministrazione e sul ricorso al debito, andando a completare per l’edilizia scolastica lo sblocco delle somme per investimenti pluriennali attuato con la Stabilità 2016, l’operazione #Sbloccascuola soddisfa, invece, a pieno le 280 candidature per gli interventi di #scuolenuove e per gli interventi legati all’operazione Mutui Bai, per un totale di 99 milioni 413 mila 163 (fattispecie A). Totalmente soddisfatte anche le 5 candidature valide per la fattispecie B, cioè per interventi Mutui Bei: concessi spazi finanziari di 2 milioni 138mila di euro alle province di Cosenza (1 milione e 700 mila euro), Lucca (278mila euro) e Pordenone (160mila euro). «A breve si completeranno i passaggi necessari all’adozione del provvedimento», rassicurano alla Struttura di missione. Gli enti locali beneficiari saranno tenuti al monitoraggio degli interventi comunicando alla Struttura lo stato di avanzamento lavori. Ma anche all’aggiornamento dell’Anagrafe regionale dell’edilizia scolastica secondo modalità e tempi che indicherà la Struttura di missione. «Nel complesso i comuni potranno utilizzare, nel 2016, spazi finanziari aggiuntivi per quasi 400 milioni di euro, a sostegno di lavori, programmati o in fase di realizzazione, diffusi nei territori», sottolinea l’istituto per la finanza e l’economia locale (Ifel), fondazione dell’Anci, elaborando i dati del Dpcm. Al Nord oltre il 60% degli importi assegnati ai comuni. Buona la performance dei comuni del Centro e del Sud, rispettivamente con il 15% e il 23% delle assegnazioni. Il maggior importo medio di spazi finanziari concessi, 345mila euro, lo incassa il Centro, mentre al Nord l’importo scende a 255mila euro. Quasi la metà degli enti beneficiari, il 43%, si concentra nei comuni fino a 5.000 abitanti. Nei comuni con popolazione compresa tra i 5.001 e i 10mila abitanti il maggior ammontare di spazi finanziari concessi: 90,5 milioni di euro, circa il 23% del totale. «L’importo medio degli spazi finanziari concessi cresce all’aumentare della dimensione demografica dei comuni: poco meno di 63mila euro nei comuni con meno di mille abitanti, più di 5 milioni in quelli con oltre 250mila abitanti. © Riproduzione riservata TRA LE BUONE PRATICHE, IL SOSTEGNO NELLE PROVE INVALSI Fondi ex 440, boom di richieste per l’inclusione dei disabili DIANGELA U IULIANO n’officina diffusa di pratiche innovative. È la scuola descritta attraverso i 624 progetti presentati da 12mila istituzioni scolastiche alla Direzione generale dello studente, l’integrazione e la partecipazione del Miur per beneficiare dei fondi ex Legge 440 destinati al potenziamento formativo al capitolo «Per gli studenti» (dm 435 del 16 giugno 2015). Mettendo a disposizione 25 milioni di euro, «una cifra addirittura triplicata rispetto all’anno scolastico precedente», spiega a ItaliaOggi il direttore generale Giovanna Boda. Il 50% a oggi è stato ricevuto dalle scuole. La restante quota arriverà a completamento del progetto e comunque alla rendicontazione finale delle attività svolte e dei fondi effettivamente utilizzati. Tra le 6 aree di attività in cui sono state ripartite le risorse, quella integrazione e inclusione per il potenziamento dell’offerta formativa degli studenti con disabilità (2 milioni 35mila euro) ha registrato un notevole riscontro nelle scuole di ogni ordine e grado. Tanto che sono arrivati al Miur ben 2.183 progetti. Proposte che per il ministero rappresentano al meglio gli orientamenti più promettenti e innovativi nel campo dell’inclusione scolastica. Molti concentrati sulle strategie metodologiche-didattiche che la Direzione generale dello studente potrà successivamente monitorare, valutare e diffondere. Come la sperimentazione dell’Ic numero 1 di Vasto per migliorare le performance degli alunni con Dsa nelle prove Invalsi. Altre proposte, presentate in partenariato con agenzie ed enti europei o internazionali, puntano a una maggiore diffusione della specificità del modello italiano di inclusione. È il caso della learning community dell’Ic Rosmini di Roma. Ben rappresentati anche i progetti che sviluppano nuove tecnologie didattiche, come quello all’Iis Morra di Matera che mira a creare software e freeware da implementare nella rete territoriale dei Cts e Cti. Molte le iniziative delle superiori incentrate sulla transizione tra scuola e lavoro, come all’Iis Cecchi di Pesaro. Tra i progetti approvati per il potenziamento dell’italiano L2 per alunni stranieri (500mila euro), spiccano quelli che utilizzando una pluralità di linguaggi e media, prevedono il coordinamento tra specialisti e prof curricolari e l’apprendimento nel piccolo gruppo. Due le linee di intervento nei progetti per i minori stranieri non accompagnati (500mila euro): da una parte le competenze di resilienza, cioè la capacità di resistere e adattarsi, attraverso potenziamento di arte, musica, teatro, in sinergia con le associazioni del territorio; dall’altra una formazione specifica per i docenti, coinvolgendo i mediatori interculturali. Tutti i progetti delle scuole vincitrici dei bandi della ex L.440 sono stati raccolti in un report. «La nostra intenzione era duplice», sottolinea Boda. «Da un lato la volontà di dare conto della suddivisione e relativa assegnazione diretta dei finanziamenti alle istituzioni scolastiche, dall’altro dare visibilità alla quantità e qualità di proposte progettuali pervenute dalle stesse scuole». © Riproduzione riservata CHIARIMENTO DEL MIUR Gite, tra controlli e responsabilità DI FRANCO BASTIANINI U na nuova nota della Direzione Generale per lo Studente del Miur, la n. 3130 del 12 aprile 2016, ha ristabilito i termini delle problematiche in materia di viaggi di istruzione e visite guidate. La nota fa chiarezza dopo le polemiche scaturite dalle disposizioni contenute nella precendete n. 674 del 3 febbraio e, soprattutto, da quelle contenute nel Vademecum per viaggi in sicurezza elaborato dalla Polizia Stradale. «Lavorare insieme alle forze dell’ordine, ed esserci confrontati con le organizzazioni sindacali è servito», dice Giovanna Boda, direttore della dg dello Studente, «per realizzare un documento al servizio delle scuole e per la tranquillità delle famiglie». Nella nuova nota, richiesta espressamente dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Snals e Uil Scuola, si sottolinea che il vademecum va inteso come un documento operativo volto a facilitare il lavoro delle scuole nella scelta della società di trasporto cui affidare il servizio, non riveste carattere prescrittivo, non attribuisce in alcun modo ai dirigenti scolastici e ai docenti nuovi compiti e conseguenti responsabilità oltre quelle contemplate dal codice civile o dal contratto collettivo nazionale integrativo, ma può essere utilizzato come strumento di supporto nell’organizzazione dei viaggi e delle visite guidate. Non tocca dunque a presidi o docenti verificare preventivamente lo stato dei mezzi o dei conducenti. Si precisa inoltre che la nota del 3 febbraio non sostituisce la circolare n. 291 del 14 ottobre 1992 o le precedenti indicazioni fornite dall’amministrazione in merito alla questione visite di istruzione, e si ricorda che a decorrere dal 1° settembre 2000, il regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, emanato con il DPR 275/1999, ha configurato la completa autonomia delle scuole anche in tale settore, affidando agli organi collegiali il compito di disciplinare nel dettaglio ciascuna visita d’istruzione, scambio, o altra attività didattica che comporti un’uscita dalla scuola. In estrema sintesi la nuova nota direttoriale, pur confermando che non è compito dei docenti accompagnatori controllare lo stato del messo di trasporto o l’idoneità del conducente, sottolinea tuttavia la necessità, da parte delle istituzioni scolastiche, di non abbassare la guardia sulla qualità dei servizi forniti dalle società di trasporti: i dirigenti possono cheidere controlli preventivi ai mezzi e ai conducenti qualora ne ravvisino la necessità. Nel periodo febbraio-marzo, su 2.051 autobus controllati dalla poliza stradale (di cui 1.355 su espressa richiesta delle scuole) ben 462 sono stati bloccati per accertate irregolarità. Tra i 462 autobus irregolari ben 198 erano autobus il cui controllo era stato espressamente richiesto dalle scuole. Nel corso dei controlli sono scattate contravvenzioni per 123 pullman che avevano dispositivi di equipaggiamento alterati o non funzionanti; 54 autisti sono stati multati per eccesso di velocità e altri 54 per mancato rispetto dei tempi di guida. E 12 autobus non avevano la revisione e altre 12 violazioni sono state accertate per avere adibito a noleggio con conducente un veicolo non destinato a tale uso. © Riproduzione riservata Tantissime opportunità di lavoro nel settore della Finanza con Milano Finanza. Visita il nostro sito carriere.milanofinanza.it In collaborazione con 46 Martedì 19 Aprile 2016 A Z I E N DA S C U O L A I rappresentanti di settore: pieno equiparamento con statali anche per l’alternanza Parità, Berlinguer al restyling Nuove norme nel Testo unico annunciato dalla 107 DOPO TRE ANNI DI STOP LA PROPOSTA DI LEGGE ARRIVA IN COMMISSIONE EMANUELA MICUCCI N elle deleghe sulla Buona Scuola anche le norme sulle scuole paritarie. Ad annunciarlo, giovedì al Miur, DI ANGELA IULIANO è il sottosegretario all’ostruzione con delega su questo opo Lombardia, Veneto e argomento Gabriele TocToscana, anche la regiocafondi in apertura dei lane Lazio potrebbe avere il vori della commissione sulla buono scuola per garantire parità. «La redazione di un la libertà di scelta educativa delle testo unico delle disposiziofamiglie degli alunni delle scuole ni in materia di istruzione», paritarie. Dopo 3 anni di attesa in dichiara, «comprende anche Commissione cultura del Consiglio la normativa sulle scuole regionale, la proposta di legge sugli non statali». Così, «il per«Interventi per garantire la libertà corso introdotto dalla Legge di scelta educativa della famiglia» 62/2000 (sulla parità scolaè stata calendarizzata per giovedì stica, n.d.r.), più nota come in Commissione alla Pisana. «Dopo legge Berlinguer, prosegue aver ottenuto il buono scuola per attraverso l’attuazione delle le materne, è dal lontano 2013 che deleghe previste dalla legge combatto per l’estensione del prov107». Durante l’incontro i vedimento», sottolinea Olimpia rappresentanti delle scuole Tarzia (Lista Storace), vicepresiparitarie «hanno sollecitato dente della Commissione e prima più attenzione verso quei firmataria della norma. 12.000 ragazzi disabili atPresentato da tutto il centro detualmente accolti nelle scuostra a inizio legislatura, il testo è le paritarie, a cui lo Stato ufficialmente assegnato alla Comnon riconosce né il sostegno missione consiliare dal 10 aprile né alcun aiuto specifico, il 2013 in attesa di essere incardinato cui costo è a carico delle famiglie o della scuola». Così come l’onere per i docenti di le valorizza adeguatamente sostegno, con l’unica ecce- nelle circolari, nei decreti e zione della scuola primaria, nei bandi per l’accesso ai fiprecisa la Fism. nanziamenti nazionali e coNegli ultimi anni il nu- munitari. Come nel caso della mero degli alunni con disa- realizzazione dei percorsi di bilità nella scuola italiana ha alternanza scuola-lavoro, da registrato un incremento del quest’anno parte integrante 24%, passando delle superiori, dai 174.404 per i quali non del 2007/08 è stato previsto a 217.563 del nessuna formu2015/16, rapla di finanziapresentando mento per le circa il 2,6% paritarie. L’onesul totale dere dell’adempigli studenti. mento ricade Il contingensolo sulle loro te di docenti risorse interdi sostegno è ne. «La legge passato dal del 2000 voluta 88.441 unità dall’allora minidel 2007/08 stro Berlinguer» ai 119.496 sottolinea la neo del 2015/15, presidente della con un inFidae Virginia cremento del Kaladich, «ha 35%. «Nelle rappresentato Luigi Berlinguer scuole pariuna svolta sitarie», nel degnificativa, ma cennio 2004/05-2014/15 l’au- l’obiettivo è ora passare dal mento degli alunni disabili è sistema incerto dei contributi stato del 63,1%, a fronte di deliberati anno per anno dal un calo del 2,6% del numero Parlamento a quello di un fiuna totale di studenti delle pari- nanziamento certo e garantito tarie». «Le famiglie apprez- dallo Stato, come peraltro avzano sempre di più la cura e viene in molti Paesi della stesl’attenzione che nelle scuole sa Unione europea». La straparitarie sono rivolte agli da indicata dal Miur è chiara. alunni con disabilità», nota- «Piena e massima attenzione no i genitori dell’Agesc. a tutta la scuola: statale e non I rappresentanti delle statale», sottolinea da Toccascuole paritarie, inoltre, fondi. «Controlli, verifiche, hanno chiesto al Miur più revoca della parità quando impegno per dare piena at- occorre, ma anche pieno ricotuazione al dettato della leg- noscimento per chi garantisce ge 62 del 2000 che, pur rico- un servizio pubblico nel pieno noscendo le scuole paritarie rispetto del principio di libertà parte integrante del sistema di educazione». nazionale di istruzione, non © Riproduzione riservata E nel Lazio sul buono scuola è battaglia D ed esaminato. Si tratta di una modifica alla vigente legge regionale 29/1992 sull’attuazione del diritto allo studio: l’inserimento di un art. 11 bis con cui la regione concede buoni scuola in favore delle famiglie degli alunni residente nel proprio territorio per la copertura parziale o totale delle spese effettivamente sostenute per iscrizione e frequenza delle scuole paritarie del Lazio. Annualmente la giunta regione, sentita la Commissione cultura e tenendo contro della normativa regionale sul quoziente familiare (legge regionale 32/2001), definirà il numero di buoni scuola da mettere a bando, il loro importo e le modalità di concessione. Rispettando due criteri: importo erogabile corrispondente almeno al 25% delle spese di iscrizione e frequenza sostenute per ciascun figlio e, comunque, non inferiore a 300 euro e non superiore a 1.300, elevabile a 2.000 euro in caso di alunni con disabilità. Quindi, un contributo nell’ambito della parità scolastica che garantisce anche interventi per l’inclusione scolastica. «Sul modello di quanto già avviene in altre regioni italiane e nell’ottica dei principi di sussidiarietà», illustra Tarzia, «si intende favorire la libertà di scelta di educazione e la qualità del sistema scolastico». «La proposta di legge non potrà penalizzare in alcun modo la scuola pubblica, anzi. Per ogni alunno del sistema paritario lo Stato risparmia 5.741 euro per l’infanzia e 6.828 per la primaria, per un totale di 6 miliardi». La scelta di emendare una legge regionale vigente «è coerente» con un’azione di supporto alle famiglie «non sporadica ma sistemica». E «la conseguente istituzione di un apposito capitolo di spesa dedicato al finanziamento del buono scuola è una garanzia per i futuri esercizi finanziari». © Riproduzione riservata IL CODICE ICHINO ItaliaOggi presenta il nuovo Codice del Lavoro raccolta completa della normativa vigente in materia di lavoro, in una versione integralmente aggiornata e curata dal Professore Pietro Ichino. CON LA RIFORMA DEL JOBS ACT in collaborazione con IN EDICOLA A SOLI € 11,90* CON Disponibile su www.classabbonamenti.com *Oltre al prezzo del giornale DI Martedì 19 Aprile 2016 A Z I E N DA S C U O L A 47 L’ESPERTO RISPONDE/Il caso di una docente che è stata messa a riposto per 30 giorni Malattia, il taglio di stipendio non può essere sempre evitato L’assenza è esente da decurtazioni se dovuta a grave infermità N ella nostra scuola si è verificata la seguente situazione: un’insegnante di scuola dell’infanzia in servizio con contratto a tempo indeterminato è stata ricoverata 10 giorni in ospedale per essere sottoposta ad un intervento. Successivamente alle dimissioni dall’ospedale il medico di base le ha rilasciato un certificato di 30 giorni di convalescenza in conseguenza dei postimi dell’operazione. Viste le difficoltà interpretative della normativa, vorremmo sapere se alla suddetta docente debba, oppure no, essere applicata la riduzione stipendiale per i primi 10 giorni di convalescenza successivi alle dimissioni dall’ospedale. Lettera firmata Sono in astensione facoltativa e mi sono presa l’influenza. Posso interrompere il congedo e far valere le assenze per malattia? Maria Giocoli Monza Sì. Nel caso specifico ha diritto a far valere il titolo dell’assenza che ritiene più conveniente. Ciò è in linea con l’orientamento dell’Aran che, in risposta ad un quesito, il 21.06.2012 ha chiarito che «qualora nel periodo di astensione facoltativa per maternità insorga la malattia per il lavoratore o la lavoratrice interessati, si determini automaticamente l’interruzione del predetto periodo di astensione dal lavoro». Il mutamento del titolo dell’assenza va comuni- Tutti i cato tempestivamente a scuola secondo le ordinarie procedure previste per le assenze per malattia, avendo cura di comunicare l’intenzione di interrompere il congedo parentale e di far valere le assenze per malattia. Antimo Di Geronimo Il dottorato non vale come servizio Prima di iniziare a lavorare nella scuola ho conseguito un dottorato di ricerca in una delle discipline che insegno attualmente come docente di ruolo. Vorrei sapere se gli anni di dottorato sono valutabili come servizio ai fini della mobilità. Mario Valente Roma No. Gli anni di frequenza legale al dottorato di ricerca sono Il punteggio di continuità e le interruzioni La mia domanda riguarda il punteggio di continuità. Da sempre l’utilizzazione non interrompe la continuità mentre l’assegnazione provvisoria si. Leggendo, però, il contratto collettivo nazionale, art. 13 c 1 parte II capoverso 6, qualche dubbio mi è sorto. Come stanno le cose? Lettera firmata Martedì su ItaliaOggi il settimanale del martedì al servizio dei professionisti dell’istruzione: operatori didattici, presidi e insegnanti. Inoltre l’inserto Marketing Oggi. per lei a meno di 1€ a settimana CON L’ABBONAMENTO, AVRÀ LA POSSIBILITÀ DI LEGGERE SUL SITO WWW.ITALIAOGGI.IT I SINGOLI ARTICOLI DEL GIORNO! UN ANNO A SOLI 43,00 io ha portato la percentuale di invalidità addirittura al 75 per cento. Dopo tale referto ho chiesto nuovamente di essere dispensato. Non avendo ancora ricevuto una risposta dal dirigente devo presumere che sarà un altro diniego. In tal caso cosa potrei fare per ottenere la dispensa? Domenico Aprile Catanzaro Allo stato la dispensa gliela può garantire solo un giudice ordinario. Di recente il diritto alla dispensa, in casi analoghi al suo, è stato riconosciuto dalla Corte dei Conti sezione giurisdizionale per l’Abruzzo. La stragrande maggioranza dell’amministrazione scolastica continua invece ad essere decisamente contraria. Per risolvere il problema degli oltre 3.500 inidonei attualmente utilizzati in altri compiti nelle scuole, a nostro avviso dovrebbe prevalere non solo il buon ma anche l’interesse dello Stato a risparmiare. L’ammontare della sua eventuale pensione sarebbe infatti di un terzo inferiore allo stipendio che le viene attualmente corrisposto. Al risparmio andrebbe aggiunto anche la non necessità di nominare al suo posto un supplente. Nicola Mondelli © Riproduzione riservata I quesiti, con nome, cognome e città, non devono superare le 20 righe e vanno inviati all’indirizzo: [email protected] FAX POSTA E-MAIL Invii il coupon al numero verde Spedisca il coupon in busta chiusa a: Spedisca una e-mail con la richiesta a: 800-822 196 ItaliaOggi, Via M. Burigozzo, 5 - 20122 Milano [email protected] Sì, desidero sottoscrivere l’abbonamento annuale a ItaliaOggi del martedì (52 numeri) a € 43,00 anziché € 104,00, con lo sconto del 59% Nome Cognome Professione Indirizzo N. Cap Città Prov. Telefono / Cell. E-mail MODALITÀ DI PAGAMENTO I1500156 Bollettino di conto corrente postale che mi invierete B onifico bancario intestato a: Italia Oggi Editori Erinne Srl, Banca Popolare di Sondrio, codice IBAN IT80V0569601600000008868X74 (specificare causale di pagamento) Addebito sulla mia Carta di Credito CartaSi/Visa Diners CartaSi/Visa/Eurocard/MasterCard American Express BankAmericard N. Data anziché € 104,00 Sconto del Sono un sessantenne con alle spalle venticinque anni di insegnamento nella scuola media. Dal 2010 sono utilizzato in altri compiti essendo stato dichiarato permanentemente inidoneo all’insegnamento per motivi di salute, inidoneità confermata nello scorso mese di dicembre. Ho ripetutamente chiesto al dirigente scolastico di essere dispensato dal servizio ed essere collocato a riposo, domanda sempre respinta. Dieci anni fa ero stato riconosciuto invalido con una percentuale di invalidità del 55 per cento. Un visita medica collegiale svoltasi nello scorso mese di febbra- valutabili ai fi fini ni della mobilità solo se svolti in costanza di rapporto di lavoro con l’amministrazione. Dunque, solo nel caso in cui il dottorando, all’epoca della frequenza, fosse un docente (anche a tempo determinato) in congedo ai sensi dell’articolo 2 della legge 476/84. Antimo Di Geronimo Azienda Scuola € La dispesa dal lavoro in mano al giudice 59 % Scad. Firma Il costo dell’abbonamento è interamente deducibile dal reddito professionale e d’impresa, a norma degli articoli 54 e 56 del tuir. 61,00 di RISPARMIO Ben 30 numeri GRATIS Ben € WWW.CLASSABBONAMENTI.COM Informativa ex art. 13 d.lgs 196/03. Informativa ex art. 13 d.lgs 196/03. 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Consento all’attività di marketing di prodotti/servizi di terzi e/o di società collegate e/o controllanti e/o controllate della Casa Editrice Class Editori. Se ci si ammala in congedo La continuità di servizio si interrompe in caso di assegnazione provvisoria. Non si interrompe, invece, senza ombra di dubbio, nei casi di utilizzazione indicati nell’art. 13, comma 1, capo II, capoversi dal sesto all’ottavo del contratto collettivo nazionale integrativo concernente la mobilità del personale docente ed Ata per l’anno scolastico 2016/2017, sottoscritto definitivamente l’8 aprile 2016. Un diverso trattamento che appare corretto e giusto. Nicola Mondelli La risposta che segue è formulata nel presupposto che l’intervento ospedaliero sia stato dovuto a grave infermità. Per il combinato disposto del comma 1 dell’art. 71 del decreto legge 25/6/2008, n. 112 e dell’art. 17, comma 9 del CCNL scuola 2006/2009 la decurtazione contributiva non opera per le assenze per malattia dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonché per le assenze relative a patologie gravi che richiedono terapie salvavita, comprendendo anche le giornate di assenza dovute agli effetti diretti e/o collaterali provocati dalle terapie. A mio avviso, ogni altro periodo di malattia non riconducibile a tali ipotesi subisce le decurtazioni di cui al citato art. 71, comma 1 del decreto legge 112/2008. Nicola Mondelli SI NO SI NO OFFERTA VALIDA FINO AL 31/12/2016, SOLO PER L’ITALIA