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Martedì 19 Aprile 2016
Nuova serie - Anno 25 - Numero 93 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano
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Se fosse dipeso dai talk show il referendum no-triv
sarebbe stato votato dal 120% degli aventi diritto
Stefano Cingolani a pag. 5
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IL 730/2016 AI RAGGI X
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Bongi a pag. 31
DLGS 50/2016 OGGI IN G.U.
QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO
CON
Banche contro il terrorismo
La riforma degli D
Devono monitorare e segnalare le operazioni a rischio: occhio a enti non profit,
appalti attende
trasferimenti di denaro tramite money transfer, commercio dei beni culturali
50 decreti e linee
Banche in campo nella lotta al terguida dell’Anac Ban
DIRITTO & ROVESCIO
ror
rorismo. Gli istituti dovranno moniCon il referendum è stata bocciata
Forza Italia
in compagnia
col Centro sociale
Leoncavallo
continua a pag. 6
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MARCO TARADASH
di Pierluigi Magnaschi
Alle 23 e 05 di domenica sera, se ci
fosse stata la possibilità di fare una
foto collettiva, di quelle con i flash
degli anni 50 che facevano il botto
come una fucilata con il silenziatore, si sarebbe potuta ritrarre la
nomenclatura italiana, di sinistra
e di destra, con gli occhi spalancati, nuda, con la bocca a culo di gallina e le mani incrociate sull’inguine, a copertura di quelle che, un
tempo, si diceva fossero le parti
impresentabili. La bocca a culo di
gallina la fa, sempre, chiunque
investa in pieno una porta a vetri
da lui non vista prima. Dimostra il
profondo stupore per la botta subita
Domenica scorsa ho applicato la
vecchia e inossidabile regola del
cronista, oggi sempre più disattesa,
visto che troppi giornali, ma non ItaliaOggi, si fanno con i comunicati
di chi lavora per te, pagato da altri.
La regola è quella di scarpinare,
cioè di andare sui fatti, per vedere
e toccare con mano. Domenica mattina quindi, dalle 8 e 30 alle 10 e
30, sono andato in tre sedi elettorali per vedere come si svolgevano le
operazioni di voto per il referendum
No-triv. Lì ho trovato pochi votanti
e quasi tutti donne anziane e, all’apparenza, molto pie. Debbono essere
state convinte al voto dai vescovi
italiani che hanno schierato, a favore del voto, oltre che i settimanali
diocesani, anche il quotidiano Avvenire che non a caso è l’organo della
Conferenza episcopale italiana (Cei).
Tutto normale. Tutto lecito. Solo che
questa indicazione politica al voto
ha avuto delle conseguenze politiche.
Nel senso che lo schiaffo che la Cei
voleva dare a Renzi è finito, visto i
risultati, contro l’ambientalismo di
Papa Francesco.
jaguar.it
De Angelis a pag. 27
la nomenklatura di sinistra e di destra
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Codice appalti - Il
decreto approvato
dal consiglio dei ministri
Finanza - Il decreto sugli Organismi
di investimento
ccollettivi
Lotta al terL
rrorismo - La
nota di Bankitanot
lia alle banche
tor
torare e segnalare le transazioni
rela
relative al commercio di beni culturali
rali, in particolare riconducibili alle
a
aree occupate in Iraq, Siria, Libia,
n
nonché alla compravendita di parttite di petrolio. Occhio anche alle
o
operazioni incongrue di enti non
p
profit e ai money transfer. Sono le
iindicazioni contenute in una comun
nicazione diffusa da Bankitalia.
Benvenuti a bordo di una nuova idea di Jaguar.
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dell’innovativa Activity Key.
Mascolini a pag. 33
2
Martedì 19 Aprile 2016
I COMMENTI
L’ANALISI
IMPROVE YOUR ENGLISH
Russia, le sanzioni
debbono essere tolte
Russia, sanctions
should be lifted
M
a t t e o
Insomma, MogheriDI CARLO VALENTINI
Renzi è
ni se ci sei batti un
stato cricolpo. Tra l’altro, a
ticato per avere punta- luglio scadrà la prima fase delle
to le carte italiane in Europa sul- sanzioni e potrebbe essere l’occala figura dell’Alto rappresentante sione per intervenire.
per gli affari esteri, cioè il miniGli Stati Uniti hanno deciso il
stro degli Esteri dell’Ue, anziché disgelo con l’Iran (e Cuba) fiutansu chi decide sulla concorrenza o do i benefici per la loro economia.
sulle politiche agricole o sull’infor- Non possono costringere l’Europa a
matizzazione, ruoli che certamen- mantenere il boicottaggio verso la
te incidono di più sull’economia. Russia. Non si discute la liceità delAdesso l’Alto commissario agli le sanzioni di fronte a un’emergenesteri, Federica Mogherini, po- za. Ma l’esperienza insegna che il
trebbe, in un certo senso, prendersi loro impatto è per lo più simbolico.
la rivincita e intervenire a favore Nel 1935 la Società delle Nazioni
dell’economia italiana (ed europea) deliberò le sanzioni contro l’Italia
guidando la cessaziocolpevole di avere
aggredito l’Etiopia.
ne dell’embargo conUna decisione che
tro la Russia, voluto
Gli Usa aprono
finì per rafforzare il
dagli Stati Uniti e
con Iran e Cuba
accettato dai Paesi
fascismo. Così come
ma non con Mosca
Ue. Si trattava di
si è rafforzato il nadare un segnale di
zionalismo russo di
riprovazione a Vladimir Putin fronte all’embargo occidentale. Ora
per l’annessione della Crimea e le che la situazione ucraina sembra
minacce all’Ucraina. A due anni di stabilizzata, è assurdo continuare
distanza non si comprende perché nel muro-contro-muro, chiedendo
il dialogo con la Russia non possa sacrifici all’industria italiana che
riprendere e le sanzioni cancellate ha perso in questi due anni 3,6
(pur rimanendo il non riconosci- miliardi di export (il conteggio è
mento dell’annessione). Esse, tra della Cgia di Mestre). Guai a chiul’altro, incidono più negativamen- dere gli occhi pur di fare affari ma
te sull’economia italiana che su l’embargo non deve neppure essere
quelle degli altri Paesi, con danni usato, indirettamente, per indeboche stanno diventando irreversibi- lire un’economia fortemente export
li (sarà difficile recuperare quote oriented come quella italiana.
di mercato conquistate da altri).
© Riproduzione riservata
DI
M
atteo Renzi has been
knock once. Furthermore, the first
criticized for having
phase of the sanctions will expire
focused the Italian
in July and it could be the right
cards in Europe on the
time to intervene.
role of the High Representative
The United States have defor Foreign Affairs, namely the
cided the thaw with Iran (and
EU Foreign Minister, rather than
Cuba), sensing the benefits for
on the figure that decides on comtheir economy. They cannot force
petition, agricultural policies or
Europe to maintain the boycott
computerization, roles that affect
against Russia. The lawfulness
certainly more the economy. Now
of the sanctions in the face of an
the High Commissioner for Foemergency isn’t disputed. Horeign Affairs, Federica Moghewever, experience taught us that
rini, might, to some extent, take
their impact is mostly symbolic. In
revenge and intervene in favour
1935 the League of Nations deciof the Italian (and European) ecoded sanctions against Italy, guilnomy, promoting the suspension of
ty of having attacked Ethiopia. A
the embargo against
decision that ended
Russia, wanted by
up strengthening
The US open up to
fascism. Similarly,
the United States
Russian nationalism
and accepted by the
Iran and Cuba
EU countries. It was
strengthened in the
but not to Moscow
important to give a
face of the Western
sign of disapproval
embargo. Now that
to Vladimir Putin for the annethe Ukrainian situation seems to
xation of Crimea and the threats
be stabilized, it is absurd to carry
to Ukraine. After two years it isn’t
the confrontation on, demanding
clear why the dialogue with Russia
sacrifices from the Italian macannot be resume and sanctions
nufacturing that lost 3.6 billion
lifted (while still not recognizing
of exports in the last two years
the annexation). Moreover, they
(according to Mestre’s CGIA). We
have a more negative impact on
should never close our eyes just
the Italian economy than on those
to do business, but the embargo
of other countries, with a damashould neither be used, indirectly,
ge that is becoming irreversible
to weaken a strong export-oriented
(it will be difficult to regain the
economy like the Italian one.
market share gained by others). In
© Riproduzione riservata
short: Mogherini, if you are alive,
Traduzione di Silvia De Prisco
IL PUNTO
LA NOTA POLITICA
Le tasse scendono al centro
ma intanto salgono in periferia
Renzi è stato aiutato
da lega, Destra e FI
EDOARDO NARDUZZI
L
a partita della riduzione delle imposte e della
pressione fiscale è quella sulla quale Matteo
Renzi si gioca tutto. È stato lui
a volerla mettere al centro della
sua azione di governo e a voler
segnare una netta discontinuità tra il Pd delle tasse, quello
prima di lui, e il Pd detassatore,
quello della sua direzione. Ires,
Irap, Irpef sono già entrate, a vario titolo, nel mirino del premier
che sogna una riduzione storica
del prelievo tributario italiano al
terzo anno di governo.
I primi due non hanno
segnato per la verità alcuna
inversione di rotta. Nel 2015 la
pressione fiscale complessiva
registrata dall’Istat è stata pari
al 43,5%, di fatto invariata rispetto all’anno precedente. Ma
che fine hanno fatto le riduzioni, come quella dell’Irap, decise
dal governo? Il problema è che
le imposte che Renzi taglia al
centro, cioè a livello di fiscalità
nazionale, rispuntano come funghi sotto forma di addizionali a
livello locale. In particolare a
livello regionale.
Due esempi sono offerti
proprio da due regioni a guida
Pd: la Sardegna e il Lazio. La
prima, ha risposto all’eliminazione dell’Irap su parte del costo
del lavoro decisa da Renzi con
un mega innalzamento della sua
aliquota ordinaria che, nel giro
di due anni, è passata dall’1,9 al
Vedi i casi
del Lazio
e della Sardegna
3,9%. In pratica, la Sardegna ha
più che raddoppiato la sua aliquota per lasciare il gettito totale,
post riduzione decisa da Renzi a
livello nazionale, invariato. È ovvio che per le imprese si tratta di
un gioco delle tre carte: il governo
Renzi riduce l’Irap ma le regioni
alzano le aliquote per mantenere
invariato il loro gettito. Significa
che per le imprese la partita è a
somma zero in termini di pressione fiscale.
Stessa musica applicata
all’Irpef nel Lazio governato
da altra giunta a trazione Pd.
In questo caso l’addizionale ha
raggiunto la cifra astronomica
del 3,33%. L’addizionale Irpef
del Lazio, nella sua applicazione, poi è la sublimazione
dell’ignoranza economica: chi
ha guadagnato 34.500 euro lordi
annui, infatti, ha pagato una addizionale dell’1,6% per la parte
di reddito superiore ai 15 mila
euro, mentre chi ha incassato
35.500 ha pagato il 3,33% su
tutto il reddito che supera la
stessa soglia di 15 mila euro. Il
risultato è un delirio tributario,
perché due persone con analoga capacità contributiva (visto
che mille euro lordi annui non
modificano la capacità contributiva al netto di non si capisce
quali astruse argomentazioni
possa aver elaborato la giunta
Zingaretti) si sono ritrovate tassate in maniera diametralmente
opposta: 312 euro di addizionale
annua il primo e 676,50 euro il
secondo.
Le tasse tagliate al centro
da Renzi rifioriscono in periferia per mano di giunte incapaci
di fare vere spending review. Il
dato è stato certificato da Assolombarda che ha misurato
una pressione fiscale locale aumentata dell’1% nel solo 2015.
Così la buona volontà fiscale di
Renzi non si farà mai statistica
positiva.
DI
MARCO BERTONCINI
Matteo Renzi è stato fatto vincere dai suoi avversari. La cordata degli oppositori, tutti motivati dal
volerlo sconfiggere ben più
che non dal concretamente esprimersi pro o contro
il quesito referendario, si
era fin troppo accanita in
un’impropria, e improvvida per tutti loro, personalizzazione dell’evento.
L’appoggio all’astensione
sostenuto dal presidente
del Consiglio aveva dato
motivo a tutti i suoi numerosi avversari, interni ed
esterni, di tramutare il referendum sulle trivelle in
un plebiscito contro Renzi.
Palese era l’obiettivo di anticipare il ben più rilevante
appuntamento costituzionale dell’autunno: una specie di primo tempo.
Poiché sono stati i nemici di Renzi a caricare
d’impropri significati la
partecipazione al voto, e
poiché al fianco del presidente del Consiglio si
sono schierati solo sparuti
gruppi di contrari al sì (e
dunque, logicamente, di
astensionisti), è palese che
oggi chi ha predicato il voto
(cioè quasi tutti) sia sconfitto e chi ha sostenuto la
fuga dalle urne (cioè, alla
fin fine, il solo Renzi) sia
vincitore. Adesso i perdenti puntano sulla rivincita a
ottobre, fidando nei milioni
di voti supposti antirenziani espressi domenica.
Operare simili calcoli
è prematuro e rischia di
essere fallace. Si tratta di
una mera operazione consolatoria di chi ha voluto
ingaggiare una battaglia
nella speranza (per molti
una quasi certezza, addirittura fino alle 19 di
domenica) di trionfare e
invece è rimasto a terra.
Renzi, più che di meriti
propri, si può far bello di
errori altrui, culminati nel
comportamento retrogrado
di Lega, destra e Fi, che gli
hanno regalato un’eccellente arma di propaganda. Si
è rafforzato, perché ancora
una volta le sue minoranze
interne sono rimaste scornate.
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PRIMO PIANO
Martedì 19 April
Aprile 2016
3
Niente quorum, il premier: festeggiamo chi mantiene il lavoro. Il comitato per il sì annuncia ricorso
Referendum, Renzi festeggia
L’Ue apre al migration compact italiano. Nuova tragedia in mare
DI
E
I
EMILIO GIOVENTÙ
FRANCO ADRIANO
l premier ha già fissato un
nuovo traguardo e si prepara al prossimo strappo.
Matteo Renzi, incassato
il risultato referendario con il
quesito sulle trivelle - che non
ha raggiunto il quorum necessario e si è fermato al 31,18%
- guarda alla prossima consultazione popolare, quella sulla
riforma costituzionale di ottobre. Ma il fronte del sì mette in
guardia: 16 milioni di elettori
hanno comunque votato e 12
milioni hanno detto sì, non se
ne può non tener conto. Basta
polemiche, aveva invocato nella notte il premier a caldo. Ma
aveva anche parlato di referendum strumentale e di sconfitti
con nomi e cognomi, a cominciare da qualche presidente di
Regione. «Credo che sia
un risultato intelligente»
commenta il ministro del
Lavoro, Giuliano Poletti. Comunque il giorno
dopo il dibattito sul risultato è immancabile.
Matteo Salvini taglia
corto: tutti esultano ma
in realtà «vince l’arroganza». «Il referendum è
diventato l’ennesimo terreno di scontro tra bande
del Pd e quando cittadini
lo hanno capito lo hanno
snobbato» minimizza Luigi Di Maio, esponente
del Movimento 5 stelle
e vicepresidente della
Camera. «Abbiamo uno
zoccolo duro di quasi 16
milioni di cittadini, tutti
potenziali voti contro Renzi
al referendum costituzionale,
quello della vita per il segretario-premier» nota Renato
Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. «È stato
uno straordinario successo»,
«avevo detto che sarebbe stato
un successo avere dieci milioni di voti. Siamo andati ben
oltre. È il secondo referendum
più partecipato negli ultimi 15
anni, dopo quello sull’acqua.
È più di quanto ha preso il Pd
alle Europee» assicura Michele Emiliano che promette che
il movimento continuerà a battersi contro le trivelle e afferma
che il voto è stato comunque
«un successo» con 14 milioni di
votanti.
Va al di là del merito invece
il commento della leader Cgil,
Susanna Camusso: «Mi pare
sia un risultato non all’altezza
del bisogno di partecipazione
che c’è in questo Paese. Continuiamo ad essere convinti che,
invece, essendo il voto il luogo
di legittimazione democratica
per tutti, sia bene smettere
con una politica che favorisce
la non partecipazione».
Renzi non smorza affatto i
toni della polemica. Anzi rilancia dicendo che «gli sconfitti di
questo referendum hanno nomi
e cognomi». Ce l’ha con chi «ha
preso in ostaggio i social network», con i grandi esperti che
«hanno parlato di spallate e di
sconvolgimenti», con una parte
della classe dirigente che «vive
solo su facebook e su twitter»,
con «la vecchia politica autoreferenziale». «Qualche consigliere regionale, qualche presidente di regione», tutti coloro che
«ora faranno una esibizione e
diranno di aver vinto nonostante abbiano perso», chi ha voluto
questa consultazione «solo per
fare una conta interna e a scopi
personali». Ebbene a costoro il
presidente del Consiglio manda a dire che «la demagogia
non paga». «Il governo non si
ascrive tra i vincitori» e che
chi ha votato merita rispetto»
ma «il risultato ènetto, chiaro».
Bisogna festeggiare, alzare i calici «per quei lavoratori che non
hanno perso il posto di lavoro».
co incrociato contro il premier.
Inevitabile e scontato l’attacco
del segretario della Lega Nord,
Matteo Salvini. «Referendum, ha votato il 31,5% degli
italiani. Renzi esulta, Giorgio
Napolitano esulta, i petrolieri esultano. Vince l’arroganza.
Non esultano gli italiani a cui
Renzi, non accorpando il referendum alle altre elezioni, ha
fatto sprecare 300 milioni»,
scrive, commentando l’esito del
referendum sulle trivelle. «Io
ringrazio i milioni di cittadini
che hanno partecipato, alla faccia del silenzio dei «giornalisti»
e dell’arroganza di certi politici.
«Odio gli indifferenti» scriveva
Gramsci nel 1917. Sono d’accordo con lui».
«Il referendum è diventato
l’ennesimo terreno di scontro
tra bande del Pd e quando i cittadini lo hanno capito lo hanno
Vignetta di Claudio Cadei
Eppure, aggiunge Renzi, «ho
sofferto per la scelta del non
voto», una scelta decisa «per
non mandare in crisi un intero settore» ma il premier «sta
dove si rischia anche un posto
di lavoro». Invece di sprecare
300 milioni per un referendum che «si poteva evitare» le
regioni «pensino ai depuratori»,
«non possiamo accettare lezioni
da chi pensa alle piattaforme e
poi si disinteressa della raccolta
differenziata». Ma Renzi dopo
le divisioni sul referendum,
dopo aver visto «una campagna
elettorale» basata «su un odio
sconsiderato» invita italiane
e italiane a «mettere da parte
le polemiche. Basta con la vecchia politica, fino alle elezioni
del 2018 - è l’appello di Renzi
- concentriamoci solo sull’Italia,
che è uno scrigno, facciamo che
torni ad essere un punto di riferimento», che si «superi questa
guerra civile» e si pensi solo al
bene del paese. «Noi - promette Renzi - faremo dell’Italia il
Paese piu’ verde d’Europa ma
il passaggio alle energie rinnovabili non si può fare da qui a
domattina».
Tutti contro Renzi
le polemiche del day after
Il giorno dopo continua il fuo-
snobbato», dice Luigi Di Maio,
esponente del Movimento 5
stelle e vicepresidente della
Camera. «È stato un peccato
travolgere la democrazia per
lotte di potere interno», chiosa
il grillino.
Questione di quorum
I numeri del referendum
Un po’ di numeri per fotografare su che cosa si poggia
l’entusiasmo di Renzi e la rabbia degli avversari politici del
premier. La percentuale dei
votanti è stata pari al 31,18%
degli aventi diritto, quindi largamente al di sotto della soglia
del 50% più uno necessaria per
la validità della consultazione
popolare abrogativa. La regione con più bassa affluenza alle
urne è stata il Trentino Alto
Adige con il 25,19%, mentre il
maggior numero di votanti è
stato registrato in Basilicata
con il 50,16%. Flop di partecipazione anche in Puglia, la
regione guidata dal presidente capofila della contestazione
alle scelte del governo, dove
la partecipazione si è fermata al 41,65%. Lo scrutinio dei
voti espressi segnala il sì al
referendum all’85,85% e il
no al 14,15%. Intanto, alcune
delle associazioni promotrici
del referendum annunciano
la prossima presentazione di
una diffida al ministero dello
Sviluppo economico per cinque
concessioni entro le 12 miglia
marine scadute. «Le società
petrolifere hanno chiesto di
rinnovo delle concessioni» dice il costituzionalista Enzo
Di Salvatore - «ma il Mise non
si è pronunciato e quindi al momento stanno estraendo senza
la concessione». Di Salvatore
ricorda poi che l’europarlamentare Barbara Spinelli ha presentato un’interrogazione per
chiedere alla Commissione europea di verificare l’opportunità’ di aprire una procedura di
infrazione contro l’Italia.
Annegati 400 migranti
diretti in Italia
Ancora una tragedia nelle acque del Mediterraneo. Circa
400 migranti, in gran parte
somali, sarebbero annegati
al largo delle coste egiziane,
nel tentativo di arrivare in
Italia. Lo riferisce Bbc Arabic
e la notizia pare confermata
da numerose foto e testimonianze apparse su Twitter.
La gran parte dei migranti
- a bordo di quattro barconi
malconci - erano somali, ma
ci sarebbero anche vittime
etiopi ed eritree. Secondo la
stampa somala, le squadre di
soccorso sono riuscite a trarre in salvo solo 29 persone.
L’ambasciatore somalo in
Egitto ha detto che sta svolgendo verifiche sull’accaduto.
Sui social network circolano
da alcune ore le immagini
dei soccorritori che portavano a
riva i cadaveri. «C’e’ veramente bisogno di pensare, oggi di
fronte ad una ennesima tragedia in cui sono morte centinaia
di persone, ad un anno da una
tragedia in cui ne morirono
800», dice il presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella. «Affondano barconi nel
Mediterraneo, 400 immigrati
dispersi. Altro sangue sulla coscienza dei trafficanti di uomini, altro sangue sulla coscienza
dei politici ‘finti buoni’ complici
dell’invasione». Così, invece, il
segretario della Lega Nord,
Matteo Salvini.
Intanto l’Ue accogli con favore la proposta italiana per
contenere i flussi dell’immigrazione, in discussione ieri
al Consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa dei
Ventotto. «La Commissione
Ue dà un grande benvenuto»
al migration compact proposto dall’Italia e il «presidente
Jean-Claude Juncker è
molto contento che l’approccio europeo trovi forte sostegno da parte dell’Italia e di
Matteo Renzi», dice il portavoce della Commissione Ue,
Margaritis Schinas. Ma la
Germania punta i piedi. Il governo tedesco è contrario alla
proposta italiana di ricorrere
agli eurobond contro la crisi
migratoria che ha coinvolto
l’Europa.
Def, Bankitalia: bene il calo
del debito, ma...
Il Def ha definito chiaramente l’inversione di tendenza
del debito rispetto al prodotto
come «obiettivo strategico del
Governo». «È un fatto positivo
e importante che, nonostante
il peggioramento delle proiezioni di crescita, sia stato
confermato l’obiettivo di avviare la riduzione del debito
a partire da quest’anno». È
quanto sostiene il vice direttore generale di Bankitalia,
Luigi Federico Signorini,
nel corso di un’audizione sul
Def alle commissioni riunite
Bilancio di Camera e Senato,
aggiungendo che «i margini
non sono ampi» e quindi per
garantire il raggiungimento
dell’obiettivo «sarà necessario mantenere durante l’anno
uno stretto monitoraggio sui
conti pubblici, anche in connessione con l’evoluzione del
quadro economico. Inoltre,
nonostante il calo, la pressione fiscale è rimasta più alta
della media registrata nel decennio precedente la crisi. «La
pressione fiscale è diminuita
dal 43,2% del 2014 al 42,9%
nel 2015. È tuttavia rimasta
superiore, per circa 2,5 punti
percentuali, alla media registrata nel decennio precedente la crisi dei debiti sovrani»,
sostiene Signorini.
PILLOLE
di Pierre de Nolac
Bankitalia:
“Monitorare i conti
pubblici”.
Con le telecamere nascoste?
***
Renzi: “Le regioni
dovrebbero
pensare
ai depuratori”.
E a un cassonetto della
differenziata per i
governatori?
***
Renzi: “Siamo
affezionati alle mozioni
di sfiducia”.
O le ami o le odi.
***
Fabio Fazio: “Mi regalo
Rischiatutto”.
Nemmeno
un grazie a chi
paga il canone?
4
Martedì 19 Aprile 2016
PRIMO PIANO
L’ente pubblico italiano più squalificato ci ha rimesso le penne nel referendum anti triv
Una dura sconfitta per le regioni
Sempre impegnate contro tutte le iniziative produttive
di quanto durano adesso. Un
modo inaccettabile di tenere
Italia è un bel Paese sotto scacco la società civile.
Ci domandiamo perché
nel quale le istituzioni
hanno toccato il pun- l’economia non riparte e
to più basso della loro perché la crisi continua, senza
storia. La Banca d’Italia non osservare il ruolo devastante
solo è esautorata, ma, con la delle regioni che, con normaperdita di prestigio, paga an- tive restrittive e ricattatorie,
che una situazione bancaria pongono ostacoli ad attività
nella quale, evidentemente, la ovunque favorite e promosse.
vigilanza non è riuscita a im- La stessa protervia di Michele Emipedire i disastri
liano (un
e le malversamagistrato
zioni di cui siaregalato alla
mo stati attoniti
politica) che,
spettatori.
ignorando lo
La magistrastato dei detura è ai limiti
puratori pudella considegliesi, se l’è
razione dei citpresa con le
tadini italiani
piattaforme
e rialza leggerche danno
mente il basso
un modesto
gradimento di
contributo
cui gode solo
alla nostra
quando affronMichele Emiliano
bolletta
ta, a torto o a
ragione, il mondo della po- energetica, dimostra come un
litica. La situazione è tanto vecchio modo di fare politica,
deteriorata che, rinunciando legato ai privilegi delle vecal senso della storia e a essere chie Nomenklature continui a
partecipi del processo di tra- pretendere un ruolo cancellato
sformazione innescato nella dalla Storia. Emiliano, la cui
società che, di sicuro, tocche- ostensione e le cui prestazioni
rà i privilegi e i privilegiati, i televisive hanno sfavorito la
magistrati hanno eletto alla causa referendaria, non vede
presidenza della loro associa- il «game out» e rifiuta di amzione Pier Camillo Davigo mettere la sconfitta, immagiper un impossibile ritorno nando fantascientifici scenari
al passato. Tanto che questo di rivincita
Ma gli sconfitti più sconmagistrato al culmine della
carriera invece di prospettare fitti sono gli esponenti del Mouna strada per dare ai pro- vimento 5 Stelle la cui attratcessi tempistiche europee, si tiva crolla nel momento in cui
è scagliato contro la prescri- sembrava avessero raggiunto
zione, ipotizzando in modo il massimo splendore, tanto da
implicito procedimenti che farli definire dai sondaggisti
possano durare ancora di più delle parrocchiette televisive
DI
DOMENICO CACOPARDO
L’
(antiRenzi) possibili antagonisti di Renzi nel ballottaggio
che dovrebbe esserci dopo la
prima fase delle elezioni politiche. Il 28/29% di cui erano
stati, falsamente, accreditati si
sfarina all’interno della sconfitta referendaria. Non impareranno la lezione, vittime come
sono di un sistema fondato su
un dittatore indiscusso, Grillo,
e sul suo braccio destro (o principale decisore?) scomparso in
questi giorni e surrogato per
via ereditaria (gli affari della
ditta di famiglia) da Davide
Casaleggio. Fanno una figura
barbina gente come Travaglio
e lo speciale protetto della zarina de La7 (che, per ovvi motivi,
non nomino) Scanzi: probabilmente abbracciando la causa
NoTriv hanno rallentato per
qualche giorno l’inesorabile
caduta del loro giornale. Ma,
a furia di distribuire tossine,
la gente si stanca e trova gli
antidoti.
Risalta, nel panorama,
Giorgio Napolitano, un politico non immune da critiche
anche fondate, ma uomo coraggioso che, di fronte alla pusillanimità di tanti personaggi
istituzionali, ha avuto il coraggio di parlare con chiarezza
esprimendo le proprie opinioni.
Se ci fate caso, coloro che non
aderivano al fronte referendario erano soggetti a una generale damnatio, manifestazione
contemporanea di intolleranza
e di fascismo.
Due considerazioni finali
sul referendum: la prima è
che il fronte referendario ha
perduto la partita. La stragrandissima maggioranza
degli italiani ha mostrato di-
sinteresse e contrarietà, indiscutibile dato politico.
La seconda è che questo è
un Paese povero, senza risorse naturali, che ha inventato la
propria ricchezza sulla trasformazione. Da molti anni, hanno
avuto voce in capitolo coloro
che auspicavano (e hanno attuato) una legislazione restrittiva, soprattutto le Regioni che
hanno imposto una marea di
condizioni e di balzelli (metodo ricattatorio i cui scopi sono
immaginabili) tanto gravi da
spingere coloro che avrebbero voluto investire nella loro
Nazione a espatriare. La crisi
occupazionale nella quale versiamo e della quale non si vede
soluzione, si fonda su un clima
generale delle istituzioni pubbliche contrario alle attività
produttive. Le ultime perdite
(la più grande ed eclatante,
la siderurgia) aggiungono migliaia di lavoratori all’elenco
dei disoccupati senza una prospettiva di rioccupazione. E lo
scandalo maggiore è la bieca
acquiescenza del sindacato
votato ad appoggiare una normativa impeditiva, piuttosto
che a sostenere le esigenze dei
produttori di fronte alla mano
pubblica votata alla rapina.
In questo contesto, va ricordato al presidente Mattarella che lui, proprio lui, deve
porsi il problema di uscire
dalla mediocrità, cercando di
farsi coraggiosamente interprete del popolo italiano e delle
sue pulsioni riformiste. Cambi squadra e cerchi qualcuno
che sia capace di accendere di
passione e di contemporaneità
i suoi discorsi, abbandonando
la retorica veterodemocristia-
na e i toni da sagrestia per
riprendere la strada percorsa
da alcuni presidenti del passato, tra i quali voglio ricordare
Saragat, Cossiga e Napolitano. Non cito Pertini, non
per dimenticanza, ma perché
lo considero espressione consunta della peggiore retorica
e incapace di interpretare il
suo ruolo per quello che era (il
New York Times, in occasione
della sua visita negli Usa lo
dipinse allo stesso modo in cui
aveva dipinto Leone: una macchietta). Leggere le memorie
di Antonio Maccanico per
comprendere. Gli altri, a parte De Nicola ed Einaudi che
appartengono all’archeologia
della Repubblica –personaggi
ammirevoli e disinteressati-,
non meritano una citazione essendo stati mediocri nella vita
politica e nell’esercizio delle
loro funzioni istituzionali.
Domenica, 10 regioni
hanno voluto giocare a
braccio di ferro con gli italiani.
Nelle urne hanno sonoramente
perduto. Oggi è un altro giorno, non piove e si consolida la
speranza che il cambiamento
prosegua per la sua impervia
via. Grideranno a più non posso i parassiti che sin qui hanno prosperato. Ma la corrente
principale del fiume corre
nell’alveo riformista.
Per il momento due sole calde richieste al premier Matteo
Renzi: parli di meno e meno a
casaccio. Rifletta di più. La seconda: allontani dal video la
signora Serracchiani che fa
più danni di Bertoldo a ogni
apparizione. Grazie.
www.cacopardo.it
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IL CAMEO DI RICCARDO RUGGERI
Per i pesci (e i bagnanti) il pericolo non è il petrolio (si estrae gas)
ma gli scarichi da terra che i governatori avrebbero dovuto fare
DI
I
RICCARDO RUGGERI
l referendum è finito come doveva finire: tutti hanno vinto,
tutti meno uno.
Hanno vinto le trivelle, anche
se non c’erano, per un riflesso ottico
alcuni le vedevano.
Hanno vinto i pesci, per i quali nulla cambierà. Rimarranno le piattaforme petrolifere che tra i tanti pregi
hanno pure quello di essere «oasi naturali» (così sostengono i petrolieri,
pensa te). Per i pesci il pericolo non
è il petrolio (purtroppo non c’è), ma
gli scarichi provenienti dalla terraferma, governata da Governatori
referendari sì, ma distratti.
Ha vinto la moltitudine di artisti che si sono pronunciati per il Sì,
certo il Sì ha perso, ma loro hanno
messo in berta una bella visibilità,
tornerà utile quando firmeranno i
contratti per la stagione 2017.
Hanno vinto i petrolieri, non tanto
per il mantenimento dello status quo,
quanto per il battage pubblicitario a
favore delle energie rinnovabili. Molti di noi cittadini (gonzi) non sapevamo che i proprietari di queste tecnologie cosiddette pulite (ahimè, spesso
è falso) sono sempre loro, cambiano
solo cappello, ma quando stilano il
conto economico consolidato nulla
cambia. Anzi, hanno vinto due volte,
non dovranno smontare piattaforme
inutili (con alti costi) quando i pozzi
saranno esauriti, qualche scorreggia
serale sarà sufficiente per mantenere piattaforme esauste a una vita
vegetativa eterna.
Ha vinto Emiliano, che ha visto
realizzato il suo disegno: perdere il
Referendum per diventare l’incontrastato sfidante di Renzi alla carica di segretario Pd. Senza contare
che tutti i territori a sud di Roma
ormai hanno lui come riferimento
riformista-sinistrorso, obbligando
Renzi a rifugiarsi nelle sue ridotte
romane e toscane, ovvero volare per
i cieli del mondo con il suo amato Air
Force Uno.
Ha vinto Renzi, perché ha invitato a non votare, grazie a lui il
quorum non è scattato.
Ha vinto Mattarella perché è andato votare.
Ha vinto Napolitano, non so perché ma lui vince sempre.
Ha vinto il Presidente della Consulta, dimostrando come in un mondo di birbanti gettare nello stagno
una piuma crea più problemi di gettarvi un masso.
Ha vinto Bagnasco, costringendo
Galantino a un imbarazzato silenzio, per non apparire incoerente rispetto all’Enciclica anti petrolieri.
Hanno vinto tutte le opposizioni,
M5S, Lega, FdI, Sel, Sinistra (silente Berlusconi, ormai parla solo più
con Brocchi): hanno messo a punto
un’alleanza strategica per le batta-
glie, di primavera (ballottaggi nelle
grandi città) e d’autunno (referendum confermativo).
Ha vinto Casaleggio riuscito a
posizionare il M5S in una curiosa
area centrista, concepita per fare da
collettore di voti (anti) di destra e di
sinistra. La scelta di Renzi di dettare l’agenda con stile marchionniano
(On/Off, atteggiamenti da uomo solo
al comando, Italicum come minaccia) si è rivelata per i pentastellati
un colpo di fortuna. Tutti quelli che
di Renzi hanno paura (sono in crescita), troveranno, al secondo turno,
un porto sicuro («Onestà, Onestà»).
Un solo sconfitto, io. Ho firmato l’appello per il No, convinto che
tutti si avvalessero di uno dei diritti
civili più alti, il referendum, invece
no, mi hanno gabbato.
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Martedì 19 April
Aprile 2016
PRIMO PIANO
5
Se fosse dipeso da loro, il referendum sarebbe stato votato dal 120% degli aventi diritto
I talk show non sono il paese
Anarco-sindacalisti e post-fascisti in una ammucchiata
DI
STEFANO CINGOLANI
A
bbiamo vinto? Domenica sera, quando ho
visto che il quorum
era ormai irraggiungibile, non ci volevo credere.
Nelle ultime due settimane,
infatti, giornaloni e televisioni avevano cominciato a
battere la grancassa e i loro
tamburi (soprattutto nella
notte, all’ora dei talk show)
mandavano un richiamo di
guerra: contro le trivelle,
contro i petrolieri, contro il
petrolio che inquina anche
la politica (vedi inchieste
in Basilicata) contro tante
altre cose, ma soprattutto
contro Matteo Renzi.
Sì, inutile nascondere
che il tentativo di dare una
spallata c’è stato, ha raccolto
un’ammucchiata di oppositori (quel che resta di Forza
Italia dovrebbe pur chiedere
a Renato Brunetta come
mai si è messo a cavallo
tra Salvini e Grillo, per
finire schiacciato dall’uno e
sbeffeggiato dall’altro), e ha
trovato a sostenerla le spallone possenti di Michele
Emiliano il quale continua
a considerarsi vincitore.
Adesso dice di aver raccolto 14 milioni di voti e lancia
la sfida: «Renzi dovrà fare i
conti con me».
Il problema è che nessuno di loro, né lui né tutti
gli altri che si sono uniti al
suo tentativo di diventare
l’anti-Renzi per eccellenza, ha capito cosa percorre
l’Italia, che cosa preoccupa
gli italiani, che cosa agita le
loro notti spesso insonni: la
crisi che non finisce, la sicurezza, la difficoltà di gestire
l’immigrazione, il lavoro.
Nemmeno le campagne
giudiziarie (più o meno a
orologeria) riescono a smuovere gli animi. L’era di Mani
pulite è finita, il giudice vendicatore del popolo è passato, le manette tintinnano
ancora, ma fanno parte del
rumore di fondo. A questo
esercito del No hanno dato
voce i mass media che si
erano tenuti per lo più fuori
dalla mischia finché il referendum non ha assunto
chiaramente la sua dimensione politica. Ecco perché,
pur sapendo che né i vecchi
né i nuovi mezzi di comunicazione esprimono davvero
l’opinione della gente (per
non parlare dei sondaggi),
alla fine mi ero seriamente
allarmato.
Ho partecipato ad alcu-
ni dibattiti televisivi nei
quali mi sembrava di fare
la parte dell’ultimo illuso sostenitore di un progressismo
Renato Brunetta
ottocentesco, «industrialista
e sorpassato» (così mi hanno
definito), che non aveva tratto lezione né da Heidegger
né da Derrida, a differenza
di Emiliano, di Greenpeace,
dei grillini decostruttivisti
e, ça va sans dire, di Salvini che ha già risciacquato i
panni nella Senna.
Io ero il moderno che non
s’accorge di quanto sia invecchiato, il post moderno
era altrove, era nella società
liquida dei No (alle trivelle,
alla Tav, alle pale eoliche, ai
termovalorizzatori, ai rigassificatori, ai depuratori, ecc.
ecc.), nell’ubiquo Emiliano o
nel chou chou dei talk show,
quel de Magistris, magistrato anche lui, trasformatosi (anche lui) in demagogo
meridionale, una maschera
politica che ha rovinato il
Mezzogiorno e ha sepolto il
meridionalismo.
I conduttori tv, che
dovevano essere arbitri,
strizzavano molto spesso
l’occhio ai sostenitori del
referendum. Basta poco per
rompere l’equilibrio, basta
gestire il microfono: chi parla per primo e per ultimo ha
vinto. Io, rimasto nel mezzo,
come in una breve apparizione nel primo canale Rai,
mi sentivo schiacciato e lo
ero. Invece, non è andata
come temevo. Proprio io che
mi sono buttato con gli Ottimisti e razionali, ho finito
per fare il pessimista e l’irrazionale.
È che mi avevano depresso alcuni dibattiti ai quali
avevo partecipato facendo
da bersaglio, come alla sezione del Pd di Ponte Milvio
dove praticamente tutti gli
intervenuti dichiaravano
di votare per il Sì. Erano
grosso modo della mia generazione, avevano percorso
la lunga traversata nel deserto dal Partito comunista
al Partito democratico, poi,
intravista l’oasi con le sue
fresche acque e scoperto
che era presidiata da Renzi,
hanno preferito tornare nel
deserto.
Ebbene, le mie inquietudini non avevano ragion
d’essere. Almeno in questo
caso. Perché gli Emiliano di
turno sono sinceri nel credere di poter gestire la loro
visibilità e una piattaforma
di consensi che considerano
garantita, per la vera grande
spallata, quella sul referendum costituzionale. Anche
in tal caso con l’ammucchiata delle opposizioni, con
l’armata Brancaleone che va
va dagli anarco-sindacalisti
ai post-fascisti. Dunque,
ci sarà da lavorare, ci sarà
pane per gli Ottimisti e razionali che non si sciolgono,
ma si preparano a rimettersi in pista contro i cavalieri
dell’apocalisse, sempre con
serenità e con buon senso, con
uno spirito alla Montaigne,
si parva licet.
Formiche.net
TORRE DI CONTROLLO
Il Fondo Atlante è una valida misura tampone, ma va ricordato
che il merito è soprattutto della Bce, e che la partita non è finita
DI
D
TINO OLDANI
unque, non è vero che «le banche italiane sono messe meglio
di quelle tedesche» (Matteo
Renzi dixit). La prova della
loro debolezza sistemica risiede proprio
nei compiti assegnati al Fondo Atlante,
appena istituito con 5-7 miliardi di dotazione interamente privati, e chiamato
dal governo a centrare tre obiettivi di
portata strategica: anzitutto, garantire
che vadano in porto gli elevati aumenti
di capitale (2,5 miliardi in totale) della
Popolare di Vicenza e di Veneto Banca,
a rischio di bail in; di seguito, acquistare le sofferenze bancarie più compromesse, a un prezzo meno umiliante
di quello imposto (17%) per le quattro
banche fallite a novembre 2015 (Etruria, Marche, CariFerrara, CariChieti);
in definitiva, evitare il crollo dell’intero
sistema nazionale del credito.
Sì, crollo: è inutile girarci intorno. Prima che la Bce di Mario Draghi
suonasse la sveglia, le banche italiane
stavano rischiando l’osso del collo, e la
colpa, questa volta, non è dei burocrati di Bruxelles o dei diktat di Berlino,
bensì della malagestio ultradecennale
di banchieri strapagati, ma pessimi sul
piano professionale, soprattutto di quelli ai vertici delle tanto declamate banche del territorio. Quando il Financial
Times scrive che i consigli d’amministrazione delle banche italiane quotate
in Borsa sono pletorici, inflazionati da
consiglieri strapagati (850 mila euro
il compenso medio), ma yes men privi
nella maggior parte dei casi di competenze bancarie, fotografa purtroppo la
realtà dei fatti. E quando aggiunge che
i crediti deteriorati, pari a 360 miliardi,
sono un quinto del pil italiano, in parte
ci ricorda per quale ragione il credito
non riparte e la ripresa è di là da venire,
ma soprattutto inchioda ai tanti errori
commessi l’intera casta del credito, dalle autorità vigilanti nazionali in giù.
C’è voluto infatti un diktat della
Bce per scoperchiare questo disastro.
Gli aumenti di capitale della Popolare
di Vicenza e di Veneto Banca, che sono
all’origine del Fondo Atlante, non sono
infatti libere scelte dei rispettivi consigli d’amministrazione, bensì un’imposizione della vigilanza Bce, la quale
ha appurato che il patrimonio delle due
banche non è compatibile con la quantità e la qualità degli attivi.
Per questo, da Francoforte è arrivato
l’ordine perentorio di un forte aumento
di capitale per entrambe le banche, da
realizzare entro giugno, a prescindere dalle condizioni di mercato. Un’autentica mazzata, se si considera che
l’aumento di capitale della Popolare
di Vicenza, pari a 1,7 miliardi, senza
il Fondo Atlante (subentrato), sarebbe
gravato quasi per intero sulle spalle di
Unicredit, che se ne era fatto garante.
Nell’ipotesi di un fallimento di
questo aumento di capitale sul mercato, il bail in sarebbe stato inevitabi-
le, con effetti devastanti. La Popolare
di Vicenza, da sola, è più grande delle
quattro banche fallite in novembre
messe insieme: di riflesso, il contagio
si sarebbe esteso – per ammissione
degli stessi banchieri interessati – non
solo a Veneto Banca, ma anche al Banco
Popolare di Verona (in predicato di fondersi con la Popolare di Milano), quindi
alla Carige (Genova), al Monte Paschi
(Siena), fino a minacciare le banche più
solide, quelle sane, come Intesa, Unicredit, Ubi, Bpm, Credem. Una catastrofe
da evitare ad ogni costo, in tempi rapidi, visto il termine di giugno imposto
dalla Bce.
Da qui, l’intesa tra governo, Banca d’Italia e le maggiori banche sulla
costituzione del Fondo Atlante, presieduto da Alessandro Penati, veicolo
privato che opererà con la regia della
Cassa Depositi e Prestiti, ma con capitali privati (per non incorrere negli
aiuti di Stato e nel disco rosso di Bruxelles). Capitali messi dalle banche interessate: un miliardo ciascuna Intesa
e Unicredit, un altro miliardo le altre
banche, 500 milioni dalle Fondazioni
ex bancarie, altri 500 dalla Cdp, più
quote minori di altri investitori (fondi
pensione e assicurazioni). Una base di
4-5 miliardi, ai quali se ne dovrebbero
aggiungere altri, per arrivare a 6-7 miliardi. Basteranno? I primi commenti
degli interessati sfiorano l’entusiasmo,
ma non ce n’è motivo. Uno degli artefici dell’accordo, Giuseppe Guzzetti,
presidente della Fondazione Cariplo,
ha esultato, in polemica con le banche
straniere pronte a banchettare a spese dell’Italia: «E’ finita la cuccagna di
portare via le nostre sofferenze al 1820% e fare l’affare del secolo». Già, ma
le sofferenze chi le ha prodotte? Gli
stranieri che le comprano, o le banche
italiane che le vendono? A sua volta,
il ministro dell’Economia, Pier Carlo
Padoan, ha parlato di effetto leva di
50 miliardi per rimuovere le sofferenze bancarie: una cifra considerata da
alcuni esperti frutto di fantasia finanziaria. Infatti, dopo che saranno stati
impiegati i primi 3 miliardi del Fondo
Atlante per gli aumenti di capitale, ne
resterebbero solo tre per acquistare
le «sofferenze nette» a un prezzo gradito dalle banche (40%), pari a circa
80 miliardi. Impresa impossibile per
chiunque.
Più realisticamente, senza
trionfalismo fuori luogo, il Fondo
Atlante è una buona iniziativa, perché assicura la riuscita degli aumenti
di capitale delle due banche venete, ne
evita il default, e scongiura il pericolo
di contagio all’intero sistema, cosa che
avrebbe distrutto i depositi di milioni
di clienti e precipitato l’economia nel
caos. Fatto questo, e non è poco, a giugno sarà necessario inventare qualcosa d’altro, per passare da una misura
tampone a una di sistema. La partita
salva-banche non è affatto finita.
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Martedì 19 Aprile 2016
PRIMO PIANO
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA - PIERLUIGI MAGNASCHI
e lascia sul vetro (in forma circolare) la sagoma della bocca con il
suo respiro emesso nell’imprevisto impatto senza freni. Che cosa
era successo? Che i cittadini italiani (non il popolo italiano; il
popolo lo lasciamo a loro) avevano
dichiarato che il re era nudo,
facendo fallire il referendum notriv che tutti davano come un
testa a testa da concludersi, come
gli sprint fra atleti equivalenti,
all’ultimo momento, sul filo di
lana. Invece i votanti, anziché
essere il 51% sono stati solo il
32%. Altro che filo di lana. È stato un cappotto. Rovinosamente
imprevisto.
Il risultato di questo referendum dimostra che, sia pure dopo
troppo tempo, i cittadini italiani
hanno smesso di recitare sotto dettatura. Strizzati da tasse insostenibili (per chi le paga, è
ovvio); da una macchina burocratica che, oltre
a non farsi capire, ti
impedisce tutto; da una
scuola che (nel 2016!),
per non scontentare gli
insegnanti che non
vogliono riciclarsi, e forse anche per non scontentare Parigi (e chissene) impone ancora a
molti ragazzi delle
medie, i più poveri, di
studiare francese anziché l’inglese (condannandoli a un futuro alla
deriva); da un magistratura (specie civile) che
non amministra la giustizia in tempi ragionevoli in un
mondo che va di corsa e che, se ti
fermi, ti travolge; da una sanità
che oggi paghi più di quanto
costava quando funzionava ma
che, in compenso, ti fissa un’analisi a sei mesi, salvo farla subito
se paghi pronta cassa.
Gli italiani (dopo averle tentate tutte per mandare dei segnali ai politici naviganti; dal non
voto al voto ai grillini) sono arrivati alla conclusione che non si
può più vivere in un paese (che è
quello pre-Renzi, tanto lodato
dagli azionisti che hanno preso la
sberla sul referendum) dove, faccio un caso sui mille che si potrebbero fare, per riuscire ad avere
la carta elettronica non sono
ancora bastati 20 anni, mentre,
in soli sei mesi, Amazon ha organizzato a Milano e in 34 paesi del
suo hinterland la consegna dei
prodotti alimentari freschi entro
due ore dall’ordinazione e 24 ore
su 24.
Renzi non è certo un mago ma
ha fatto cose che la nomenklatura riteneva fossero impossibili.
Non tanto le grandi cose (dalla
riforma del Senato a quella degli
appalti) ma le piccole che dimostrano un’adesione ai problemi
della gente comune. Ad esempio,
con gli impianti Ztl, si possono
individuare automaticamente e
senza aggravi le automobili che
circolano senza pagare l’assicurazione. In Italia sono 3 milioni e i
loro danni vengono pagati da un
Fondo di garanzia che grava sui
cittadini che pagano l’assicurazione obbligatoria. Gli impianto
Ztl infatti erano schermati per, si
diceva, ragioni di privacy. Il
governo Renzi ha eliminato questo assurdo vincolo.
Gli stessi ambienti che erano
per il sì al referendum sono
gli stessi che (con la proliferazione delle sigle sindacali) hanno
impedito al sindaco di Milano,
Pisapia, di spostare i fattorini
comunali inutili dalla sede centrale del Comune alle mostre di
Palazzo Reale che dista 300 metri
da Palazzo Marino. Pisapia ha
accennato al fatto in un talk show
e ha dovuto subire la minaccia di
uno sciopero di tutti i dipendenti
comunali contro il supposto
sopruso, tra l’altro pensato, non
realizzato. E peraltro doveroso.
Ma il paese si sta scuotendo
dal torpore della rassegnazione.
A Milano, ad esempio, grazie alla
primarie renziane è stato scelto,
dal centrosinistra, come candidato sindaco, Giuseppe Sala. Con
due effetti modernizzatori. Il primo è che è stata eliminata la
mano morta di una nomenklatura meneghina potentissima (formata da manovratori al partito di
azione che hanno fra gli 80 e i 94
anni, che hanno avuto sinora in
mano la città e che invece sono
stati costretti a mollare la presa).
Il secondo effetto è che, avendo il
centrosinistra candidato a sindaco una persona di altissimo livello politico e manageriale, anche il
centrodestra è stato costretto a
fare altrettanto (scegliendo Stefano Parisi) per cui, oggi, grazie
a Renzi, a Milano gli elettori possono scegliere, non fra il diavolo
e l’acqua santa, ma fra due candidati eccellenti ed equivalenti,
nel senso che chiunque vincerà la
partita, non ne pagherà il conto
la città di Milano.
È cambiato il clima, nel senso
che i pubblici amministratori
sanno che non ci sono tabù. Ma ci
sono solo cose da fare e le cose da
non fare. La legge sull’omicidio
stradale (che era stata a bagnomaria per un ventennio) è stata,
per caso, approvata il giorno pri-
ma che un tizio, guidando senza
patente un Suv non revisionato a
140 km all’ora in un centro del
Sud dove c’era il limite massimo
dei 30 km, uccidesse all’istante
un automobilista di 28 anni che
guidava sulla sua corsia e riducesse in fin di vita i due nipotini
che trasportava. Il guidatore era
privo di patente perché spacciatore di droga. Senza questa legge
sull’omicidio stradale, mai approvata prima, costui, come decina
di migliaia d’altri in passato,
l’avrebbe fatta franca. Ora non
più.
E che dire del neopresidente
della Campania, Vincenzo De
Luca, che nella sua città, Salerno
(mentre Napoli era sommersa di
immondizie e quella che non era
nelle strade lo esportava
con costi esorbitanti nel
Nord Europa), aveva raggiunto il 70% di raccolta
differenziata e aveva
cambiato il volto di Salerno? Bene, De Luca, candidato da Renzi, venne
demonizzato perché era
stato condannato per
abuso di ufficio che, a
detta dello stesso Bersani, che, con i suoi, metteva in croce De Luca,
costituisce «per un amministratore pubblico l’equivalente di una multa per
un automobilista». Ebbene De Luca, che ha cambiato subito musica nella
Regione peggio gestita
d’Italia e proprio ieri ha
detto, ad esempio, che lui
i 700 mila euro (ripeto: 700 mila
euro) stanziati per assicurare la
presenza dell’attore americano Al
Pacino a Napoli, lui non li scuce
proprio. Sembra un’ovvietà ma è
una svolta. Al Festival di Berlino
gli attori americani (contrariamente a cosa succedeva con il
Festival romano, ai tempi di Veltroni) non solo non chiedono il
cachet ma si pagano da soli anche
le spese di viaggio e di soggiorno,
come bene ha spiegato, a suo tempo, il nostro Roberto Giardina.
Dare 700 mila euro ad Al Pacino
è uno scandalo che meriterebbe il
carcere, anche se purtroppo è tutto legale, anche se indegno. Ci
voleva De Luca a dire che non se
ne fa nulla. Al Pacino resti pure
a casa sua. Ce ne faremo una
ragione.
Altro segno significativo di
svolta, fra i moltissimi che si
potrebbero richiamare, è la nomina di Carlo Verdelli a direttore
generale per l’informazione della
Rai. Chiamato dalla Commissione di vigilanza sulla Rai (che non
è, come pare, l’organismo che
vigila sul rispetto della indipendenza della Rai dai partiti ma
quello che vigila sulla equilibrata
spartizione delle influenze partitiche sulla Rai), chiamato, dicevo,
per riferire sul caso dell’intervista al figlio di Riina a Porta porta,
Verdelli, dicendo la cosa più ovvia
del mondo (per uno che come lui
ha la schiena diritta) ha precisato: «Non posso censurare un pro-
gramma solo perché ci sono 10 o
15 dichiarazioni di politici che mi
chiedono di farlo». È venuto giù il
mondo. Ma poi non è successo
nulla perché il re sa di essere
nudo. Ed è nudo perché ci sono
molte persone che vogliono cambiare le cose e lo dicono.
Che il corpaccione nazionale,
a lungo narcotizzato dalla narrazione conservatrice (di destra o
di sinistra, non importa), si stia
muovendo in modo inarrestabile,
lo dimostra, ad esempio, anche il
fatto che la casa editrice Laterza,
fino a poco fa allineata dentro il
suo recinto radical chic di sinistra, ha pubblicato l’illuminante
libro di Antonio Leotti (Nella valle senza nome) in cui, riferendosi
alla Toscana (al Senese-Grossetano,
per l’esattezza), dice: «In campagna
ho imparato bene il senso del termine parolai, specie se riferito a
certi sindaci inevitabilmente comunisti, e ho compreso quanto il Potere e i suoi malesseri non siano roba
solo da House of Cards o da Roma
Capitale, ma anche da San Casciano dei Bagni. Nella Valle senza
nome il potere comunista era rappresentato da una serie di vassalli,
valvassori e valvassini che prendevano ordini dalla fantasmatica
Federazione di Siena, un ente metafisico e leggendario per noi normali
cittadini. Là si prendevano decisioni, là venivano stabiliti i nostri
destini con un assolutismo degno di
una monarchia. La politica veniva
decretata nelle sfere celesti della
Federazione e attuata dai fedeli
amministratori, nessuno spiegava
mai niente, il dialogo non era previsto, soprattutto nelle province
sperdute come la nostra». Anche qui
basta un libro (che fino a poco
tempo fa sarebbe rimasto impubblicato) a dire che il re è nudo.
Contro questo cambio di scenario la nomenklatura di destra
e di sinistra cerca di opporsi
disordinatamente e con furore,
facendo quadrato contro Renzi e
la sua ciurma che hanno avuto la
fortuna politica di farsi vivi nel
momento in cui il paese non ne
poteva più. I renziani hanno fatto, come tutti, molti errori. Ma
hanno anche aperto un varco alla
modernizzazione del paese. Se i
conservatori volevano fermare
questo processo con i referendum,
hanno ricevuto una risposta adeguata. Che, a giudicare delle loro
reazioni di ieri, non sarà capita.
Hanno infatti reagito con gli stessi schemi mentali da guerra civile utilizzati in questi ultimi settant’anni come se l’Italia non
potesse mai diventare un paese
normale. Di qua i buoni i virtuosi,
i capaci, i corretti, da una parte.
Dall’altra, tutto l’opposto. Il giochino però è durato troppo tempo.
E, tra l’altro, è ignobile e non
vero. Il nemico (o meglio, il competitore) con il quale dobbiamo
tutti misurarci è fuori dall’Italia,
non nel nostro paese. Non l’hanno
capito perché non vogliono capirlo. O forse non sanno fare altro.
Resteranno sempre più soli.
Pierluigi Magnaschi
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PRIMO PIANO
Martedì 19 April
Aprile 2016
7
Marco Taradash: il sì al referendum dagli antagonisti, estrema sinistra ed estrema destra
Il Leoncavallo più Forza Italia
L’area di Renato Brunetta era in pieno sbandamento
«ciaone» via Twitter?
R. Beh questa hubris
apita di scam- (tracotanza in inglese,
biare
u n a ndr), non è molto lontas c a r a m u c c i a na da quella di Emiliano.
periferica per Ora, non conosco la storia
una grande battaglia su politica di Carbone...
D. Un prodiano...
ambiente, Costituzione, il
R. Ecco, si mi pare una
futuro della civiltà. Ora
basta, però»: il giorno dopo cosa molto di sinistra,
questa
di
la deriva dei
q
riidere
NoTriv deld
e
g
l
i
av
la politica
C’è stata, in Fi,
versari.
italiana, di
v
anche una maggioranD. Fra i
quelli che
za silenziosa guidata
perdenti
nascondevap
da
Silvio
Berlusconi
c’è
no, e neppur
c anche
Marco Taradash
che infatti non ha fatto
il pretroppo, l’ampropaganda per il sì, né
sidente
bizioni di podella
Con- qual è Grossi, possa ester dare una
d
ha votato, alla fine. C’è
sulta,
Pao- sere sospettato d’essere
spallatina
s
evidentemente ancora
lo
al Governo,
l Grossi, un ingenuo. Ma torniamo
un
nucleo
moderato
che
aveva alla politica: qualcuno,
dietro le pac
in Fi. Ma che, per farsi
invitato
ad ha letto nel risultato di
role d’ordine
i
sentire, deve stare zitto
a n d a r e a domenica, il segnale di
del tipo «ci
votare.
In uno stop al M5s. Lei è
stanno inv
m o d o u n d’accordo?
quinando il
R. Il voto ai cinque stelle
mare», ecco che Marco Ta- po’ irrituale.
R. Grossi disse una cosa è più diffuso della sempliradash distilla saggezza,
via Twitter. E anche un po’ senza né capo né coda, su un ce militanza. È un voto di
di ironia. Questo giornalista piano strettamente costitu- opinione, magari di cattiva
livornese, classe 1950, radi- zionale. L’ho
v opinione,
distribuito
cale e a lungo impegnato nel scritto anche
Il presidente della
su
centrodestra, fino ad appro- sul Foglio...
s tutti gli
Corte costituzionale,
strati
sociadare nel Ncd, anche se è moD. Perché,
s
Paolo
Grossi
ha
detto,
li.
mentanamente fuori dalla e s s e n d o c i
l Per cui la
sul quorum, delle cose
protesta
gepolitica attiva, non rinuncia un quorum,
p
senza capo né coda
neralizzata
certo a dire la sua.
era
evin
non
può esdente che
n
purtroppo su un piano
sere
chiamaDomanda. Mi sembra l’astensione
s
strettamente costituziota
di capire che il risultato f o s s e c o n t a raccolta
nale che è quello che
su
del referendum, non l’ab- templata...
s un episodovrebbe conoscere a
dio
come il
bia sorpresa.
R. Esatto,
d
menadito anche perché
referendum,
Risposta. Era un risulta- ma una por
lo deve tutelare
oltretutto
to scontato. Era diventata, sizione che,
molto
tecniun po’ per caso e un po’ per o l t r e t u t t o ,
m
co.
davvero, la prova di forza f i n i v a p e r
c
D. Al palo anche i berdella coalizione di tutti gli inserirsi in modo pesanantogonisti, di estrema sini- tissimo in una fase politi- saniani e, più in generastra e di estrema destra. Il ca delicata. Un po’ di voti le, la minoranza interna
Centro sociale Leoncavallo all’antagonismo politico e al Pd.
R. Pier Luigi Bersani
e Forza Italia insieme...
sociale li ha portati anche
D. Un accostamento lui, con questa invasione di è stato cauto: gli è bastache fa un certo effetto...
campo e questa induzione to dire che avrebbe votato
R. Sì, ormai non c’è più al voto. Probabilmente per «no», per dare un colpo a
Renzi. Semmai si potrebbe
nessuna differenza, passan- ingenuità.
do per tutti gli altri che si
D. Non mi pare che rievocare la doppiezza tosono omologati.
un professore con una gliattiana.
D. Beh, c’è chi votava
D. H a v i n t o M a t t e o lunghissima esperienza,
Renzi, alla fine.
R. Renzi ha assunto un
posizione politica seria su
questa vicenda. Ha obiettaDI SERENA GANA CAVALLO
to nel merito della richiesta
dei referendum, invocati su
argomenti vicini al nulla, e
In più di una (ma tutte uguali) intervista post referendi conseguenza ha invitato
dum, il presidente della Puglia Emiliano, sventolando il
all’astensione, una posiziovessillo di una imminente e certa rivoluzione popolare,
ne politica ragionevole.
ha celebrato la vittoria dei proponenti il referendum,
D. Scatenando molti
perché, ha spiegato, è grazie al referendum che il goveranche dei suoi...
no, ancor prima che si tenesse la consultazione, ha emaR. I fulmini e il tridente
nato la disposizione per la quale non si potranno più dare
sempre agitato di Michele
concessioni estrattive all’interno delle 12 miglia dalla
Emiliano, che però ne esce
costa. Sfugge agli sprovveduti cittadini (che saggiamente
male. Come, peraltro, esce
hanno disertato le urne) perché quindi il referendum si
male anche qualcuno dei
sia ugualmente voluto, perseguito e tenuto. Emiliano
renziani.
non lo ha spiegato, ma in compenso, ha ascritto al fronte
D. Si riferisce anche
del «si» tutti i (pochi) votanti, gentilmente assecondato
lei all’onorevole Erneda tutti i giornalisti specialtalkeggianti, oscurando così
sto Carbone, parafulmiil fatto che tra non votanti e contrari, la clamorosa vitne di tutta la rabbia Notoria di Emiliano è stata sostenuta da più o meno il 24
Triv, domenica sera, per
per cento degli aventi diritto al voto. Resta la curiosità
aver sbeffeggiato i suoi
di sapere che percentuale sotto zero sia necessaria per
compagni di partito sul
certificare una sconfitta.
quorum mancato con un
DI
GOFFREDO PISTELLI
«C
Emiliano è in stato confusionale
sì, e non solo Roberto
D. Si spieghi.
Speranza che, essendo
R. Sì, l’errore sarebbe dire
lucano, poteva avere che questa è la riforma più
le sue ragioni. Penso bella del mondo. Tutti sapanche Miguel Gotor, piamo che non lo è, anche
romano, ed eletto se- lui. Il premier deve avere
natore in Umbria.
un linguaggio dialogante,
R. Sì, sì, ma ce ne sono dicendo che è un primo
stati tanti, di antirenzia- passo, anche con dei limiti,
ni, a picchiare sui tambu- magari impegnandosi a miri. Anche Alfredo D’At- gliorarla.
torre.
D. E parlando ai modeD. Lui però è uscito rati, cosa deve dire?
dal Pd, ora sta in Sel,
R. Che a buttarla giù,
mi pare.
questa riforma imperfetR. Mah sa, non tengo ta, si rischia di perdere 10
tutta a mente la geografia anni, come accadde quando,
piddina.
nel 2006,
D. A volssi volle diNel referendum di
te faccio fasstruggere la
ottobre
la
compagnia
tica anche
rriforma del
avversaria
a
Renzi
io. Conticentrodesi riformerà e stavolta
nuando con
sstra, cancelgli sconllandola nel
senza il quorum. Per
fitti, i suoi
rreferendum,
farcela, Renzi non deve
ex-amici di
e rendendo
dire
che
la
sua
è
la
Fo r z a I t a il quadro
riforma
del
Senato
più
lia. Che cressempre più
bella
del
mondo
perché
do abbian
statico e
fatto una
marcescenm
non è cosi. Ma solo
bella fatica
tte.
che si rischia
a schierarD.
Lei
di perdere 10 anni
si contro le
peraltro,
trivelle, esr i m a n e
sendo degli «sviluppisti» freddissimo su un’altra
storici.
riforma renziana: l’ItaR. Infatti, non era nelle licum.
loro corde. Ma questo diR. Certo. Firmerò il remostra che il primo tram ferendum se, come pare, Il
che passa sono disposti a Fatto promuoverà la racprenderlo. L’area del mio colta di fi rme. Sono per la
amico Renato Brunetta ha cancellazione di una legge
dato la prova di un sbanda- elettorale suicida.
mento generale. Per fortuna
D. Perché?
c’è stata una maggioranza
R. Perché il ballottaggio
silenziosa, guidata da Sil- darebbe esattamente a quelvio Berlusconi, che non la stessa coalizione antagoha fatto propaganda, e che nista, che per ora ha perso il
immagino abbia influito referendum sulle trivelle, di
sull’astensione.
vincere le elezioni.
D. Che significato poliD. La grande coalizione
tico gli dà?
antirenziana.
R. Che salderebbe grilliR. Che c’è ancora un nucleo moderato, in quel parti- ni, «salvinini», «meloncini»,
to. Ma che per farsi sentire leoncavallini e tutti quanti
gli altri. È un rischio troppo
deve stare zitto.
D. Poi ci sono stati gli alto per l’Italia, io ho paura.
Sa che vivo a Livorno, no?
altri, il fianco destro...
D. Certo.
R. Massì i Matteo SalviR. Beh, qui il M5s ebbe il
ni, le Giorgia Meloni, hanno svolto il loro compitino, 19% al primo turno e poi, al secondo, peraltro anche col mio
da gregari.
D. Ora la battaglia si voto, vinse le comunali. Ora,
sposta sul referendum questa cosa, che potrebbe essecostituzionale: a guar- re tollerabile persino a Roma,
dare dalle polemiche non può essere accettabile per
di queste ore, parrebbe il Paese.
D. Bisognerebbe, mi pare
che quasi il risultato
delle amministrative di di capire, tornare a un
giugno, quale che possa maggioritario puro, con
essere, non conti niente l’uninominale.
R. La battaglia che facemmo
al confronto.
R. È vero, la vera scaden- nel 1999, per eliminare la quoza sarà ottobre, perché lì si ta di proporzionale del Mattariformerà nuovamente que- rellum. Vede, anche il Porcelsto partito antagonista, che lum, che aveva molti difetti,
non consentiva l’affermarsi
unisce le estreme.
D. Senza quorum, sta- dell’antagonismo politico. Con
volta. Quali errori Ren- quella legge, se c’erano i numezi deve evitare, secondo ri, si sceglieva il governo.
D. Anche con l’Italicum,
lei?
R. Quello di costruire un però.
R. Già ma può essere un
vitello d’oro, dopo quello che
c’è già, ossia della Costitu- governo Frankenstein.
zione vigente.
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Martedì 19 Aprile 2016
PRIMO PIANO
Col titolo V della Carta. Lo dice Davide Tabarelli, capo del centro studi Nomisma Energia
Le Regioni hanno poteri eccessivi
La sbornia federalista ha creato pericolosi eccessi
DI
CARLO VALENTINI
E
adesso, dopo il referendum, niente onore
delle armi ai perdenti.
Secondo uno dei massimi esperti del settore, Davide
Tabarelli, a capo del centrostudi Nomisma Energia, è l’occasione per tornare a un sano
centralismo. «Matteo Renzi è
giovane ed è un bravissimo politico anche se forse un po’ incosciente», dice. «Ha fatto bene
a tentare di sbloccare progetti
strategici come quello di Tempa Rossa ma ha sottovalutato
il potere di veto delle Regioni
che è difficile arginare senza
intervenire direttamente sul
Titolo V della Costituzione.
Come per il debito pubblico,
stiamo scontando le scelte federaliste fatte all’inizio degli
anni Duemila. Le risorse del
sottosuolo sono di tutti gli italiani e non sono di proprietà
delle Regioni e di chi vive in
quei territori».
Non è vero che c’è chi
non ha perso. Sì, come alle
elezioni politiche pure al referendum tutti sostengono di
avere vinto (anche, in questa
circostanza, chi dava per sicuro il raggiungimento del
quorum) e c’è l’immancabile
evocazione dello spettro del
complotto dei poteri forti con
l’altrettanto usuale appendice
di accuse all’informazione che
avrebbe nascosto e travisato.
Ma la stragrande maggioranza
degli italiani non sono andati
a votare e le cifre, crude e veritiere, sono lì, implacabili. Non
sono servite neppure le benedizioni di alcuni preti napoletani sul lungomare di Mergellina. Ha scritto un quotidiano
locale: «Erano presenti i Verdi,
la Lipu e membri dei comita- documento del governo indichi
ti referendari che nell’ultimo che trivellando tutto il trivelgiorno di campagna elettorale labile copriremmo l’intero
hanno organizzato la speciale fabbisogno nazionale di gas e
benedizione del mare grazie petrolio per oltre 5 anni, menalla disponibilità di alcuni tre Legambiente sostiene, in
sacerdoti. Ma al di là di tutto un altro documento ufficiale,
questo e archiviate le urne sor- che al massimo “le nostre rige il concreto interrogativo: un serve coprirebbero soltanto
otto settimaPaese altamenne”?
te industrializNon c’è
zato come l’Itaun esperto
lia e che cerca
del settodi uscire dalle
re che non
sabbie mobili
condivida
della crisi riula previsione
scirà finalmenche sempre
te a dotarsi di
più, nei prosuna politica
simi decenenergetica?
ni, sarà l’inFi n o r a c i
tegrazione
si è limitati
tra petrolio,
a pagare il
gas e soleconto (un temvento a fare
po salato) agli
marciare
sceicchi oltre a
un’economia
qualche exploit
Davide
Tabarelli
vincente. Il
sul gas per inimix varierà
ziativa autonoma dell’Eni. In più le tasche a seconda delle situazioni, ma
dei contribuenti-consumatori dagli Stati Uniti alla Cina, dai
sono state salassate per dare Paesi arabi all’Europa nessuincentivi abnormi (13 miliar- no potrà fare del tutto a meno
di di euro l’anno) alle energie di uno dei tre elementi.
alternative, al di là di una corNon è un controsenso imretta analisi costi-benefici. Il portare 115 milioni di tonreferendum e i milioni spesi nellate di gas e petrolio ogni
per il suo svolgimento saran- anno e non sfruttare i nostri
no serviti a qualcosa se pro- giacimenti? Un fiume di devocheranno una catarsi verso naro, 30 miliardi di euro, che
un piano energetico da Paese ci dissangua e fa brindare gli
adulto, che guardi sia alle ne- operatori stranieri. «Il nocessità dell’economia che alla stro Paese- aggiunge Davide
salvaguardia dell’ambiente, Tabarelli- è l’unico al mondo
tagliando gli estremismi del che vieta l’estrazione fino a 12
liberalismo selvaggio e del miglia dalla costa e ha mesradicalismo ecologista, ovve- so una serie di vincoli anche
ro di chi non vuole regole e chi sugli altri giacimenti. Intanto
ne vuole tante e paralizzanti. se si mettessero in fila tutte
Com’è possibile che su un ar- le petroliere cariche in giro
gomento tanto importante un per i mari si avrebbe un in-
gorgo lungo 40 chilometri.
Le piattaforme hanno livelli
massimi di sicurezza, anche
nei confronti dell’ambiente.
Come si fa a non preferirle
alle petroliere? Ma anche al
carbone. Il 40% del fabbisogno
energetico della Germania è
coperto dal carbone, eppure là
nessuno protesta».
In Italia sono attive 201
concessioni, per un totale di
894 pozzi in produzione (695
estraggono metano e 199 petrolio, 532 sono sulla terraferma e 362 in mare). Vi sono
poi 7000 vecchi pozzi chiusi o
mai sfruttati. Si estraggono
6,88 miliardi di metri cubi
di gas rispetto a un consumo
di 65 miliardi di metri cubi.
Quanto al petrolio, ne sono
stati prodotti lo scorso anno
5,4 milioni di tonnellate su
un consumo di 59 milioni, cioè
110mila barili al giorno, dei
quali 75mila in Basilicata. In
totale, la produzione interna
di idrocarburi ha raggiunto
il 10% del fabbisogno nazionale.
«Fra gas e petrolio»,
dice Carlo Andrea Bollino,
presidente dell’Associazione
italiana degli economisti
dell’energia, «la produzione
italiana, in percentuale sul
fabbisogno, potrebbe benissimo raddoppiare entro pochissimi anni se solo ci fosse
una forte volontà politica a
spingere queste produzioni,
che potrebbero in più dare un
contributo molto marcato alla
ripresa degli investimenti in
Italia nel complesso».
«È vero», concorda Tabarelli. «Il fatto è che dal 2010
non sono stati sviluppati
nuovi progetti. I nostri livelli
di estrazione sono in decli-
no perché non riusciamo a
sviluppare i giacimenti. La
nostra produzione di gas potrebbe raddoppiare, ma non
lo facciamo».
La legge di Stabilità 2016,
nel tentativo di evitare il referendum, ha disposto che
non ci saranno nuove trivellazioni. Una decisione che ha
radicalmente fatto modificare
i piani d’investimento di Eni,
Edison, Total, Shell, Mitsui.
Dice Pietro Cavanna, che
dirige la sezione idrocarburi
di Assomineraria: «Erano programmati investimenti per 16
miliardi ma la Shell ha spostato altrove l’ investimento di
ricerca che voleva realizzare
nel golfo di Taranto e l’irlandese Petroceltic ha rinunciato a
quelli al largo del Gargano che
pure erano oltre le 12 miglia».
Per il nostro Paese il rischio è
finire cornuto e mazziato. Cioè
noi non trivelliamo ma abbiamo bisogno di fare funzionare
case, industrie, automobili e
computer, perciò ci impoveriamo acquistando l’energia
da Paesi vicini con scarsa
sensibilità ambientalista.
«Con le moderne tecnologie di prospezione»,
conclude Tabarelli, «stime
prudenziali indicano in un
miliardo di barili le riserve
accertate nel sottosuolo italiano, di cui 600 milioni in
Basilicata. Certamente non
sono i livelli dei Paesi arabi, ma il Regno Unito ne ha
per 3 miliardi di barili e la
Norvegia per 6, quindi non
c’è una distanza abissale tra
noi e quelli che sono definiti
i Paesi petroliferi d’Europa.
Se la politica non ci mette lo
zampino…».
Twitter: @cavalent
IL CORSIVO
Quattordici milioni di elettori responsabili e di sangue puro,
contano, è chiaro, più di 45 mln di astenuti e di panciafichisti
DI
«S
ISHMAEL
travincitore» per autoproclamazione del referendum sulle trivelle, il presidente della
Regione Puglia, l’ex magistrato
Michele Emiliano, detta al presidente del consiglio Matteo Renzi
le condizioni della resa. Prima di
tutto sbaraccare le piattaforme petrolifere marine, quindi cambiare
linea politica e baciare la pantofola
dei poteri regionali. Come in 1984,
dove l’odio è amore, qui nel paese
dei sogni perdere è vincere, e vincere è perdere. Certo, ammettono i
referendari, non abbiamo raggiunto il quorum, e può sembrare che
il referendum, tecnicamente parlando, l’abbia vinto Renzi e l’abbiamo perso noi. Ma ben 14 milioni d’elettori, più di quanti abbiano
votato Pd alle ultime europee, sono
andati alle urne alla faccia del pre- che non si stancano di schierare
mier che li invitava ad andarsene contro le maggioranze politiche e
piuttosto a spasso o al mare; e si le istituzioni elette. Secondo costoro, che incarsa che in una
nano sempre
democrazia
la verità e
giusta, responCerti giornalisti, che a dispetto
hanno il mosabile e di sanh
della malaparata, con prosa un
nopolio delle
gue puro 14 mipo’
fuori
di
balcone,
insistono
a
cause chic, la
lioni d’elettori
dire
che
sì,
è
proprio
come
dice
piazza (piena
partecipanti e
Michele
Emiliano:
hanno
vinto
i
o vuota non
impegnati conimporta) «ha
tano più di 45
referendari e Renzi, che s’illude
sempre ragiomilioni d’asted’aver trionfato su gufi e rosicone» (come il
nuti e di panni,
in
realtà
ha
perso
di
brutto,
Dux secondo
ciafichisti.
proprio
come
merita
Leo LonganeÈ così che
si, che prima
ragionano i
inventò lo
referendari
fondamentalisti, eredi diretti slogan e poi ne prese le distanze
dei demagoghi italian style che, sostenendo che, quando invitava
negli ultimi cent’anni, non hanno gl’italiani a darGli ragione come
mai smesso di dare per vincenti si fa con i pazzi, stava prendendo
«le masse» (masse in corteo, mas- la Buonanima per il naso).
Governatori regionali a parse inalberanti cartelli e striscioni)
te, che si danno il cinque da soli
e si congratulano con se stessi per
l’ampiezza della propria vittoria,
c’è anche chi dà ragione ai referendari dall’esterno (sempre come si fa
con i pazzi, ma credendoli sani di
mente, proprio come Longanesi col
suo Dux). Per esempio certi giornalisti, che a dispetto della malaparata,
con prosa un po’ fuori di balcone, insistono a dire che sì, è proprio come
dice Michele Emiliano: hanno vinto
i referendari e Renzi, che s’illude
d’aver trionfato su gufi e rosiconi,
in realtà ha perso di brutto, proprio
come merita, da quel Maramaldo
berlusconiano travestito da leader
di centrosinistra che è. Annuiscono
compunti gli ospiti ambientalisticamente corretti dei talk show. Se
non vivessimo, ormai da decenni,
nel paese dei sogni, sembrerebbe
di sognare.
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Martedì 19 April
Aprile 2016
9
Astenersi è lecito ma votare è doveroso, ha detto il vescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte
La non linea di mons. Galatino
Ha finito per premiare chi votava e nell’urna metteva sì
DI
ANTONINO D’ANNA
E
venne il giorno dei
consuntivi. I vescovi
italiani devono adesso fare i conti
con l’astensione che
ha affondato il referendum no-Triv. E
pensare che 11 anni
fa celebravano la vittoria dell’astensione
sulla legge 40, quella
sulla fecondazione
assistita, battaglia
che il loro presidente
del tempo, cardinale
Camillo Ruini, aveva condotto (bene) e
vinto. Grazie anche
alla discesa in capo
del neoeletto Benedetto XVI. La vinse
perché la leadership
allora non era un problema, ed il quadro politico
pure. Erano i formidabili
anni delle maggioranze di
Silvio Berlusconi contrapposte ad una sinistra di «cattolici adulti» che non aveva
nessun appeal sulla Conferenza Episcopale Italiana
del tempo.
Undici anni dopo, invece, la mancanza di leadership e un quadro politico
molto diverso hanno pesato
Nunzio Galantino
su questa sconfitta. Intendiamoci, anche con una discesa
in campo diretta della Cei e
del Papa la sconfitta sarebbe
stata apprezzabile: ma ognuno, diciamo, avrebbe fatto la
sua parte. Che stavolta non
c’è stata. A dettare la «non
linea» è stato il segretario
Cei, il dinamico monsignor
Nunzio Galantino, che ha
chiaramente detto come i
vescovi non avrebbero preso
posizione per il sì
o per il no, ma che
i cattolici erano
chiamati a riflettere sull’enciclica
dedicata all’ecologia Laudato si’ di
Papa Francesco.
Insomma: andate
a votare informati, ecco tutto.
Bene, il risultato è stato
molto semplice:
ordine sparso.
I vescovi piemontesi si sono detti
per il sì, quelli tra
Puglia e Sicilia,
pure, quelli della
Lucania (Tempa Rossa vi
dice niente?) hanno parlato di «libertà di coscienza»
(avete capito bene, libertà di
coscienza) pur manifestando
vicinanza al popolo della Val
D’Agri.
Con delle premesse così
era inevitabile che si andasse al voto con un risultato
che è stato quel che è stato.
Inutile dire che il Papa non è
sceso in campo, essendo egli
chiaramente disinteressato
alle cose italiane ed avendo
scelto di occuparsi degli ultimi e dei deboli (a Lesbo ha
parlato da padre e fratello di
tutti, diciamolo).
Certo è però che tra
quelli che si sono schierati per il «Sì» non c’erano proprio figure di secondo piano:
c’era monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo di
Campobasso-Bojano e da
sempre in prima fila nel sociale; ma c’era anche Bruno Forte, l’arcivescovo di
Chieti-Vasto che ha detto
la sua qualche giorno prima
del voto in un’intervista al
Corriere della Sera e detto
chiaramente che: «Lavarsene le mani di fronte a quesiti
che riguardano in maniera
così profonda il nostro futuro mi sembra sia una forma
di ipocrisia». Ha spiegato che
astenersi è lecito, ma stavolta votare sarebbe stato «do-
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veroso». Con un messaggio
al Governo da parte di uno
degli uomini più ascoltati dal
Papa: «Il referendum non è
importante solo per il quesito
in sé ma per il segnale che
si lancia sulle scelte di fondo nelle politiche energetiche
del Paese. Il valore simbolico del referendum, certo, è
maggiore di quello effettivo,
è un’indicazione di rotta».
Capito tutto.
C’è un presidente Cei
in uscita rappresentato dal
cardinale Angelo Bagnasco, che l’anno prossimo dovrà essere sostituito da una
terna di nomi votata dai vescovi italiani, al cui interno
il Papa farà la sua scelta. E
ci sono monsignori e prelati
che dicono la loro in questa
battaglia persa. Campagna
elettorale per Via Aurelia?
Può darsi. E a proposito: i
laici che urlavano «ingerenza» al tempo di Ruini, che
fine hanno fatto? Battono le
mani a Jorge Mario Bergoglio, che considerano «uno di
loro».
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Martedì 19 Aprile 2016
PRIMO PIANO
Brunetta è salito sulle barricate mentre Berlusconi è rimasto incerto fino alla fine
Fi, partito anarco-ambientalista
Gli azzurri non riescono più ad esprimere una politica
MARCO BERTONCINI
D
omanda: che ci ha
guadagnato Fi sostenendo la partecipazione al referendum? Ancor più: che ci
hanno guadagnato i non
pochi esponenti forzisti che
si sono espressi per il sì?
Pa r t i a m o d a l v e r t i c e.
Silvio Berlusconi non
ha proferito parola sulle
trivelle. È da ritenere che
egli fosse ostile al divieto,
come era stato ostile al no
sull’energia nucleare, come
è sempre apparso ostile a
tutti gli ecoterroristi, i regressisti, i teorici e i pratici
della decrescita spacciata
per felice. Tuttavia ha lasciato che la posizione ufficiale del partito fosse per
la libertà di voto.
Che non volesse apparire
un sostenitore di Matteo
Renzi e quindi un riesumatore del patto del Nazareno? Che fosse persuaso
dell’esigenza di colpire,
intanto, palazzo Chigi, in
attesa della demolizione
autunnale? Che fosse sfiduciato, stanco, incapace
di tenere insieme i resti di
un partito sempre più riottoso? Che si rassegnasse
a tenere saldi rapporti col
duo Salvini-Meloni? Quali che fossero i motivi, è un
fatto che soltanto domenica nel tardo pomeriggio si
è appresa la sua non partecipazione al voto, motivata
con la difficoltà (sic) di arrivare in tempo per il voto,
da Milano a Roma.
Nel partito molti si
sono sbracciati per il sì.
Segno che condividevano
una politica ambientalista che prima aveva al più
Sivlio Berlusconi
influenzato singoli rappresentanti azzurri, ma
certo non il movimento.
Un simile comportamento è stupefacente:
l’esatto opposto di quella
volontà di sviluppo economico che dalla fondazione a ieri qualificava,
almeno nelle posizioni
ufficiali, il movimento.
Ci sono stati poi azzurri
contrari al referendum.
Bene, si dirà: questi
erano in linea con i presupposti ideali di Forza
Italia.
Peccato che, in luogo di
agire nell’unica maniera
possibile per vincere, cioè
astenendosi, non pochi fra
costoro si siano fatti prendere dalla fregola di dare
un’impossibile spallata a
Renzi.
Lo scopo dichiarato
era mandare a casa il presidente del Consiglio, come
ripeteva Renato Brunetta
(il suo omologo capogruppo
a palazzo Madama, invece,
molto più saggiamente era
per non andare alle urne) e
come da ultimo si è dichia-
rato pure, incredibilmente,
il quotidiano di famiglia
(con l’eccezione di un coerente Nicola Porro).
Regalata, invece, a Renzi
una vittoria che non si sarebbe potuta intestare se
Fi (e meglio ancora l’intero
centro-destra) avesse predicato l’astensione, adesso
questi forzisti si consolano
con la scontatissima battuta sulla vittoria di Pirro.
E questo sarebbe il partito
della riscossa dei moderati
italiani?
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ANDREA BELLAVITE HA LASCIATO LA CHIESA PER TENTARE LA SCALATA AL COMUNE DI AIELLO (UDINE)
Un ex parroco candidato col Pd
In passato s’era presentato con la sinistra radicale
DI
I
FILIPPO MERLI
l suo soprannome è don Peppone.
Glielo diede una decina d’anni
fa un giornalista della Stampa,
Fabio Poletti, che per primo
raccontò la storia di Andrea Bellavite. «Con don Camillo di Giovannino
Guareschi condivide la passione per
la bicicletta. Ma i suoi avversari giurano che assomigli di più a Peppone». Bellavite era ancora un prete quando, nel
2007, si candidò a sindaco di Gorizia,
in Friuli, con una coalizione guidata da
Rifondazione comunista. Perse contro
Ettore Romoli, che rappresentava il
centrodestra.
Oggi, che prete non lo è più, Bellavite ci riprova e si candida ad Aiello, comune di circa 2mila abitanti in provincia
di Udine. Lì è piuttosto conosciuto, dato
che è stato il parroco del paese per 5 anni.
Ora la chiesa ha definitivamente lasciato
il posto all’eventuale poltrona in municipio: Bellavite, che corre con una lista
civica appoggiata dal Pd, vuole battere
l’attuale primo cittadino, Roberto Festa, eletto nel 2011 e in cerca del secondo
mandato.
«Sono pronto a scendere dal pulpito e a
continuare a seguire il Vangelo e a servire
i poveri, ma in un altro modo», disse Bellavite quando, per la prima volta, decise
di buttarsi in politica. Una decisione che
portò alla cosiddetta sospensione a divinis. Ma l’ex parroco non s’è mai pentito.
«È lo sviluppo di un percorso, di scelte che
ho fatto a suo tempo e che mi hanno portato a scegliere la politica», ha raccontato
al Piccolo a proposito della nuova sfida
elettorale. «Mi sosterrà la lista civica Progetto comune, formata da un po’ tutti gli
orientamenti del centrosinistra».
«Il tutto», ha proseguito Bellavite, «nasce da un accordo tra il Pd locale e l’associazione L’ortica. Quando mi hanno chiesto la disponibilità non ho avuto dubbi.
Volevo e voglio mettermi alla prova. Tutto sommato, è facile stare all’opposizione.
Assai più difficile è amministrare e fare
delle scelte». «Credo che Aiello possa di-
ventare una sorta di laboratorio», ha aggiunto l’ex sacerdote. «Conosco l’ambiente e l’ambiente conosce me. L’eventuale
elezione a sindaco sarebbe la conclusione
di un percorso». L’attuale primo cittadino,
Festa, fu eletto con una lista civica che
ottenne il 43,25 per cento. Bellavite, però,
è sicuro di poter competere.
I punti principali del programma
elettorale sono stati illustrati dalla portavoce della lista, Marianna Amoruso.
«All’inizio abbiamo voluto creare degli incontri aperti a chiunque fosse interessato
al progetto e, solitamente, il dibattito s’è
rivelato costruttivo e vivace», ha spiegato.
«La voglia di condurre il paese verso nuovi orizzonti si percepisce fortemente».
«La sostenibilità ambientale, un effettivo investimento turistico e culturale su
quanto il nostro ricco comune offre e un
welfare della porta accanto sono alcuni
degli argomenti che hanno destato maggior interesse». A cercare di concretizzare
le varie proposte, in caso di elezione, sarà
l’ex parroco Bellavite. Più Peppone che
don Camillo.
ARMANDO TESTA
DI
Martedì 19 April
Aprile 2016
PRIMO PIANO
11
Vengono invocate da Eugenio Scalfari ma non esistono. Sono soltanto una sua opinione da bar
Precisazioni costituzionali? Eh?!
Qual è l’art. che vieta di far propaganda per l’astensione?
DI
CESARE MAFFI
L’
età reca con sé idee
fisse, monomanie, ripetizioni. Inevitabile,
quindi, che Eugenio
Scalfari, più anziano della regina Elisabetta, ritorni su sé
stesso, ribadendo identici concetti e, ahilui, identici svarioni.
In tema di referendum costituzionali, a lui invisi perché privi
di quorum, si era già espresso
all’inizio dell’anno («Il plebiscito senza quorum nel Paese
dove regna don Chisciotte», la
Repubblica, 3 genn.). Nell’ultimo sermone ha pensato bene di
riprendere quelle sciocchezze,
condendole con altre, aggiunte
ex novo.
Asserisce il Fondatore: «La
Costituzione vieta di fare propaganda per l’astensione». Sarebbe opportuno che egli citasse
l’articolo che prevede tale divieto. Semplicemente, non esiste.
Mirabile è la concezione territoriale del referendum abrogativo:
«Sarebbe molto opportuno non
estendere all’intero Paese questo tipo di referendum che ne
riguardano soltanto una parte».
Non è del tutto originale, perché
ricorda alcune proposte, quando
si votò sul divorzio, per escludere elettori che si supponeva
non fossero personalmente interessati, come per esempio le
suore. Le profonde cognizioni
costituzionali del Sommo gli
fanno scrivere: «Ci vorrebbe
naturalmente una modifica o
meglio una precisazione costituzionale». Resterà nella storia del
diritto pubblico questa fantasiosa creazione della «precisazione
costituzionale», finora ignota
perché i patres nell’Assemblea
costituente si preoccuparono
della «revisione costituzionale»,
dimentichi della «precisazione
costituzionale», ora validamente sostenuta dal Sublime. Gli
va dato merito di approfondire
la faccenda con un auspicio: la
«precisazione costituzionale»
«potrebbe perfino essere anticipata da un’opinione della
nostra Consulta». Questa «opinione costituzionale» è un’altra
novità assoluta. Complimenti al
Sommo.
Il cuore della questione
sollevata dal Divino è così
sintetizzato: «Il referendum
confermativo deve avere un
quorum». È un’opinione, sia
pure molto minoritaria nel
mondo politico, giornalistico e
costituzionale. Purtroppo, avverte il Nostro, «temo che non
ve ne sia il tempo». Già: una
legge di revisione costituzionale, ammesso che ve ne fossero le
condizioni, richiederebbe tanti
mesi da andare oltre il prossimo referendum confermativo.
Ecco, allora, la soluzione, ardita e potentemente innovativa:
«Una dichiarazione in proposito
da parte della Corte costituzionale o del suo presidente anche
come opinione personale ma
ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI
DI
MARIO SECHI
Titoli. Cosa è successo? Renzi ha vinto,
Emiliano ha perso, il tentativo senza quorum
di trivellare la segreteria del Pd (e il governo)
è andato alla deriva, l’astensione era, è e sarà
una legittima scelta elettorale, i grandi quotidiani e il piccolo establishment hanno seri
problemi di sintonia con il paese, il popolo dei
social network è il fazionismo della minoranza, non la maggioranza silenziosa, #ciaone è
una stupidaggine, il centrodestra ha confermato di avere problemi di percezione della
realtà, Renzi con questi avversari dominerà la
scena per molti anni e ha un solo avversario:
se stesso. I giornali che dicono? Primo caffè,
Corriere della Sera: «Manca il quorum, le accuse di Renzi». Commenti? Antonio Polito,
sull’ovvio dei popoli: «Le trivelle in alto mare
non sono come l’acqua che esce dai rubinetti».
Sì, e non ci sono più le mezze stagioni e signora mia suo figlio è bravo ma non si applica.
C’è altro? Giovanni Bianconi ci informa che
il Csm prova a (auto)disciplinare il Far West
delle intercettazioni irrilevanti per il processo, ma regolarmente infilate nei fascicoli come
arma di distruzione del singolo ad uso della
massa: «Via dai fascicoli i dialoghi personali.
importante». È un passo avanti nell’inventiva riformatrice
scalfariana: la «dichiarazione
costituzionale». A dir la verità, l’attuale presidente della
Corte l’ha preceduto, con la
discussa opinione personale
sul partecipare al voto come
caratteristica del «buon citta-
Sul caso Potenza, i pubblici ministeri sono
stati corretti. Ma certe frasi non dovevano
uscire», così dice Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, persona che finora ha
dimostrato una certa serietà. Vedremo.
Che fanno a Repubblica? Titolo disteso
su due righe: «Referendum trivelle, niente
quorum. Renzi: «Hanno vinto i lavoratori». Più
che un titolo, una pratica burocratica. Cose
da leggere in pagina? Il commento di Stefano
Folli: «Chi ha voluto usare il quesito ambientalista, astruso e ambiguo come pochi altri,
per trasformarlo in una clava con cui colpire il
presidente del Consiglio, ha sbagliato i conti.
Alla fine della giornata deve registrare la propria sconfitta, anziché quella di Renzi». Ok,
andiamo avanti. Giro rapido di titoli, dove c’è
perfino chi trova motivi di consolazione nella
batosta. La Stampa: «Niente quorum, vince
Renzi». Il Giornale: «16 milioni di voti contro Renzi». Libero: «Vaffanquorum». Il Fatto
Quotidiano: «La trivella vince, il mare perde.
Renzi trionfa con chi non vota». Il Messaggero
(e caffè ar vetro): «Voto flop, schiaffo di Renzi».
Possiamo archiviare la lettura dei quotidiani
e ricordare ai benpensanti: quando accendete
l’automobile, il motore brucia benzina. Buona
giornata.
Il Foglio.it – List
dino».
Lo Scalfari costituzionalista ovviamente convive con
almeno qualcuno degli altri
Scalfari. L’ultima articolessa
ne confermava il volto di analista di politica estera. Soffermandosi sull’Austria «guidata
da un partito progressista»,
l’Immenso ha svelato un elemento scarsamente noto, da
noi, sulla vicina repubblica,
che è governata da una maggioranza di grande coalizione
fra socialisti e popolari. All’evidenza, il Fondatore giudica
questa larga intesa «un partito
progressista».
IN CONTROLUCE
L’Italietta contemporanea è di gran lunga più sessantottesca che
berlusconiana, più vittima del catalogo Feltrinelli che di Drive In
DI
Q
DIEGO GABUTTI
uello di Goffredo Fofi, critico
cinematografico e guru culturale, sembra un discorso sensato quando spiega che i veri
«nemici della cultura in Italia sono,
nell’ordine, La Repubblica, Il Corriere
della Sera e la tv alla Fazio». Nulla di
più evidente. Ma perché aggiungere che
«essi impongono alla piccola borghesia
di cui noi facciamo parte (piccola borghesia? e noi ne facciamo parte?) quello
che deve leggere, le persone che devono
ammirare, i bonzi che devono venerare,
che sono poi quelli che si sono affermati
nel trentennio, che hanno prosperato
e sono diventati importanti e famosi
in quel periodo». Qualcuno dica a Fofi
che Repubblica e Fazio non «impongono» niente: nessuno ascolta più le tivù,
gl’intellòs in stile Saviano-CrozzaLittizzetto contano meno di zero e le
tirature dei giornali tracollano. Diciamo
che tivù e giornaloni provano a imporre
le loro stracche Weltanschauung agl’italiani, ma tutto quel che ricavano dalla
loro insistenza sono le fortune elettorali
populiste e fascistoidi dei pentastelluti
e dei leghisti padroni in casa loro.
Scrivendo questo suo Cinema
del no, un Bignami di cultura di si-
nistra-sinistra e di cinematografia più
o meno anarchica, Fofi individua quel
che di smielato e di miserabile c’è nel
cinema e nella cultura dell’Italietta
contemporanea (ma di gran lunga più
sessantottesca che berlusconiana, cioè
più vittima del catalogo Einaudi o Feltrinelli anni sessanta e settanta che di
Drive In o del Tg4): «Se Nanni Moretti
non ha mai affondato il bisturi in niente
che non fosse già molle, se Carlo Verdone si ferma sempre troppo presto,
Roberto Benigni (…) si è rivelato ben
presto come il più conforme di tutti alle
logiche scalfariane e veltroniane, ergo,
senza troppo scavare, berlusconiane».
Fofi striglia Benigni, deplora i film di
Moretti e quelli di Verdone, che stanno
sull’anima un po’ a tutti, ma lo fa per
recuperare al discorso della sinistra il
buon vecchio luogocomunismo d’antan:
«l’evoluzione della tecnica» che «vede
sempre un esercito (…) di capitalisti,
banchieri, padroni che si servono di
quell’evoluzione (…) per costruire un
loro dominio»; «la logica totalitaria della società industriale»; «il capitalismo
cannibalico» che «ricorre volentieri alle
guerre (…) per l’energia, per il petrolio,
per l’acqua, per un’agricoltura che produca energia e non pane per chi non
ne ha». Che mondo, signora cara! «Ci
siamo fatti macchina, rispondiamo a
impulsi esterni, ben calcolati da chi
li manda»! Poveri noi, cara signora!
«Ognuno pensa di essere unico e di cavarsela da solo», quando in realtà «non
siamo unici», eh no, ma siamo «membri di una collettività, e da soli si perde
sempre», cara signora.
Dopo tutte queste parole sante,
passiamo ai film, che Fofi divide sostanzialmente in due: quelli di cui non
vale la pena parlare (i film escapisti,
sciuè sciuè, disimpegnati) e quelli che
parlano al popolo dal pulpito dell’anticapitalismo, i soli meritevoli. Cioè film
che denunciano l’economia e la cultura
della borghesia e tirano la volata alle
buone cause (il cinema, per dire, che
piace ai Minculpop e alle Sante Inquizioni). Ma anche film forti, film anarchici, tipo quelli dei «Fratelli Marx, distruttori di ogni quiete ma soprattutto
della quiete borghese» (con «borghese»
e «piccolo borghese», millant’anni fa, ma
Fofi lo fa ancora, s’applicava la questione morale, per dire così, alla sociologia).
O tipo Jean Vigo, autore dell’Atalante
e di Zero in condotta, film in guerra (assicura Fofi, dall’alto dei cieli) col «mondo
adulto, corrotto, borghese» (aritanga).
Segue un lungo e assai scontato
elenco di registi che si sono battuti,
specie «negli anni settanta» e financo
«negli Stati Uniti», nel nome d’un cinema che riusciva «ancora a dialogare
attivamente con le masse degli spettatori, prima della loro completa sottomissione ai diktat delle grandi banche». (Sottomissione? Grandi banche?
Spettatori?)
Purtroppo «non tutti» questi registi
«hanno mantenuto le promesse di partenza, rivelando la fragilità delle loro
visioni in conseguenza dei ricatti del
mercato». Fofi spiega per esempio che
Sam Peckinpah, l’autore del Mucchio
Selvaggio e di Pat Garrett e Billy Kid,
«a un certo punto» capisce «d’aver perso la sua battaglia d’autore e di uomo»
(di uomo?) e perciò «si consegna», cara
signora, «alla logica spettacolare della
violenza (…) e il suo anarchismo si vena
di tentazioni destrorse e demagogiche».
Prima il regista di Killer Elite e di Sierra Charriba conosceva perfettamente
«le origini economiche della violenza: i
grandi proprietari monopolisti, le banche, il capitale che invade il West e tutto
muove». Poi è stato travolto anche lui
(una prece) dalla «massa delle merci».
Goffredo Fofi, Il cinema del
no. Visioni anarchiche della
vita e della società, elèuthera
2016, pp. 114, 10,00 euro
12
Martedì 19 Aprile 2016
PRIMO PIANO
Gruppo smantellato anche per le divisioni con la ex di Grillo. Alcuni sostengono un fuoriuscito
La triste fine di M5S a Rimini
Hanno fatto paura al Pd, ora vanno con i centri sociali
didato Andrea Gnassi. Solo
che per farlo stanno prendenlle politiche del 2013 do le strade più disparate.
C’è chi, ad esempio, come
riuscirono nell’impresa di diventare in la consigliera comunale
provincia di Rimini il uscente Carla Franchini, in
partito più votato alla Came- rotta con parte del meetup lora. Proprio nella rossa Roma- cale, predica la necessità di una
pausa di rigna, dove mai
flessione. Alnessuno s’era
tri invece si
azzardato a susono già riciperare a livello
clati in nuove
provinciale il
liste elettoraPci-Pds-Ds-Pd.
li più o meno
Tre anni dopo,
civiche. È il
in vista delle
caso di Dacomunali di
vide CarRimini, il loro
done, che
simbolo nemdalla battameno apparirà
glia condotta
sulla scheda
qualche anno
elettorale per
fa contro i covolontà delBeppe Grillo
sti esorbitanlo staff della
Casaleggio Associati, che di ti del teleriscaldamento imposti
fronte alle divisioni interne ai cittadini di una frazione rimial gruppo locale ha deciso di nese, è passato all’impegno atnon autorizzare la presenta- tivo nei 5 Stelle fino a divenire
zione di alcuna lista. Ma gli uno dei punti di riferimento in
(ex?) esponenti del Movimen- città, oltre che uno stretto e fito 5 Stelle a Rimini vogliono dato collaboratore della deputacomunque giocarsi la partita ta Giulia Sarti tanto da essere
delle amministrative, pro- considerato la vera mente del
vando a rompere le uova nel Movimento in Riviera. Cardone
paniere al sindaco dem rican- era stato tra gli ispiratori della
DI
RAFFAELE PORRISINI
A
candidatura a sindaco 5 Stelle
di Davide Grassi, giovane avvocato e figlio dello storico dirigente Pci e assessore cittadino
Ennio Grassi, uno che fino a
qualche mese fa non figurava
certo tra gli attivisti grillini
e il cui nome è stato bocciato
dallo staff. L’avvocato Grassi
era stato indicato come senza
passare dalle primarie online,
suscitando non poche polemiche interne. A quel punto, decisi
a mettere i bastoni tra le ruote
ai rivali interni, altri esponenti pentastellati hanno lavorato per mandare tutto all’aria.
Come? Presentando una nuova
lista da certificare allo staff di
Milano, il tutto con lo zampino
di Sonia Toni, l’ex moglie di
Beppe Grillo che abita proprio
a Rimini. Morale della favola, i
vertici del Movimento davanti
alla presentazione di due liste
e di due candidati sindaco per
la stessa città hanno negato a
entrambe la certificazione.
E ora Cardone che fa? Si
inventa insieme ad altri una
lista ribattezzata Rimini People che candida a sindaco un’ex
preside (Mara Marani) e raccoglie anime della sinistra cittadina, a partire soprattutto da
GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND
Gli italiani non dovrebbero lamentarsi che Renzi non
li fa votare. Sembra che riescano benissimo a farne
a meno.
***
Il Papa mostra i disegni dei bimbi migranti:
«C’era da piangere». E figurati loro.
***
Pietro Maso scrive a Foffo. Hannibal Letters.
***
Mariah Carey in concerto al Forum di Assago.
Tutto occupato. Da lei.
quei centri sociali (come Casa
Madiba) spesso protagonisti
di occupazioni abusive di edifici pubblici e resisi protagonisti
del duro scontro fisico di alcune
settimane fa con i militanti di
Forza Nuova. In questa operazione di svolta a sinistra di
una parte dei 5 Stelle, lo segue
a ruota anche l’ex candidato
sindaco Grassi, che annuncia il
sostegno alla nuova candidata
(e riceve manforte dal padre ex
assessore comunista).
Non è finita, perché un
altro gruppo di pentastel-
lati ha invece deciso di virare
a destra, andando a sostenere
l’ex candidato sindaco grillino
nel 2011, Luigi Camporesi,
da tempo uscito dal Movimento e ora messosi a capo di una
coalizione di forze civiche alternative al Pd, dove figurano
esponenti della destra cittadina e dell’area centrista vicina a
Carlo Giovanardi. Insomma,
non proprio una fine gloriosa
per un Movimento che fino a
qualche anno fa aveva i numeri
per conquistare Rimini.
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MA CON IL WEB, LA DEMOCRAZIA DIRETTA RISCHIA DI DEGENERARE E DI DIVENTARE TOTALITARIA
Il lascito di Casaleggio al figlio è un potente software destinato
ad assistere e guidare i militanti, chiamato, non a caso, Rousseau
DI
GIANFRANCO MORRA
C
asaleggio ha lasciato una
duplice preziosa eredità. Un
manifesto programmatico
del Movimento (Veni, vidi,
web, edizioni Adagio) e un potente
software per realizzare la democrazia
diretta. Un sistema chiuso che fornisce, solo al militante e in rapporto al
suo luogo di residenza, informazioni su tutto quanto gli serve per fare
politica (leggi regionali, nazionali ed
europee, parlamento, elezioni e candidati, attività del Movimento). E lo
erudisce ed orienta (scuola quadri,
raccolta fondi, elenco avvocati disposti a difenderlo). Una megamacchina
centralizzata non solo nella tecnologia, ma anche nella utilizzazione
manipolatoria, dato che il militante
partecipa a tutto, ma solo dentro una
cornice vincolante imposta dai capi.
Ora è di proprietà del figlio di Roberto, che forse sarà il nuovo guru.
Questo Grande Cervello è stato chiamato Rousseau. Il nome più
adatto. V’è chi dice che il M5S è un
partito leninista, ma non è così. Nato
per fare piazza pulita della finta democrazia dei partiti, ha mantenuto
dentro il sistema elettorale milioni di
italiani arrabbiati e delusi. È ancora
un partito democratico, ma diverso
dagli altri. Il suo fine è la creazione
di una nuova democrazia, che può
essere indifferentemente chiamata
diretta o totalitaria, proprio come
voleva Rousseau.
Anche se parlare di metempsicosi
sarebbe eccessivo, Casaleggio è stato
il Rousseau italiano dei nostri giorni.
Come lui timido e impacciato, misterioso e criptico, la testa nel berretto
e paludato in una lunga palandrana
sacrale. Ma soprattutto come il ginevrino progettista di una nuova società dell’armonia e della collaborazione
(«le regole del M5S le ho scritte io», ha
dichiarato). Le coincidenze fra i due,
sia pure nelle mutate semantiche
e problematiche, sono molte. Basta
chiedersi che cosa voleva veramente
Rousseau, come tutti gli storici hanno
ormai concordemente mostrato.
Entrambi nostalgici della perduta natura: Rousseau nel Discorso
sulle scienze e le arti, Casaleggio nel
culto di Thoreau e della sua utopia,
Walden ovvero Vita nei boschi (Bur),
hanno cercato di farla rivivere nella
società tecnologica, incipiente per il
primo e invadente per il secondo. Buono per natura, l’uomo è stato corrotto
dal cosiddetto progresso, distruttivo
della moralità e della felicità. E dalla
mania della produttività senza fine,
alla quale i pentastellati contrappongono un progetto di «decrescita felice». La strada per uscire dalla fogna
della civiltà non può essere il ritorno
ai tempi preistorici, ma la creazione
di una società libera e solidale.
Ciò sarà possibile solo quando vincerà la «volontà generale», ossia un
progetto «illuminato e retto», gestito
da un legislatore che non è un politico, ma un profeta. La democrazia
indiretta, quella parlamentare, in cui
vince la maggioranza (una «volontà
di molti» che non sarà mai «volontà
di tutti»), è solo una truffa. Casaleggio condivideva le idee di David
von Reybrouck (Contro le elezioni,
Feltrinelli), che propone di sostituirle
con l’estrazione a sorte.
Col Contratto sociale Rousseau
non ha fondato la democrazia, ma
l’ha distrutta: «Non vi debbono essere società parziali e guai se ogni
cittadino pensasse con la propria
testa; egli deve invece alienarsi,
con tutti i suoi diritti, nella comunità». Rousseau non ha dubbi: «una
vera democrazia non è mai esistita
e non esisterà mai, è contro l’ordine naturale che i molti governino e
i pochi siano governati». Ad Atene
dominava tangentopoli, solo a Sparta c’era onestà, perché vi mancava
la democrazia. La vera democrazia
non è un cocktail di molte religioni,
ma il predominio di una sola, quella «religione civile» che attribuisce
al popolo solidarietà: «E se qualche
cittadino la rifiuta, sia punito con
la morte».
Dal contratto sociale esce una
Città religiosa e laica, fonte e garanzia della moralità. Lo stato etico
è nato molto prima del fascismo. Per
Rousseau la libertà di opinione e di
stampa è una peste della società e
lo Stato deve usare decisamente la
censura per frenare le cattive opinioni dei giornalisti. E deve anche
imporre quelle buone, con un’opera
massiccia e costante di indottrinamento, servendosi degli spettacoli
pubblici come di una pedagogia so-
ciale (come fa Grillo in piazze e teatri): «L’autorità assoluta deve agire
dall’interno dell’uomo».
Anche nella educazione, dove un
«cattivo maestro» costringe Emilio
a essere libero: «L’allievo dare fare
ciò che vuole, ma deve volere ciò che
il precettore (Grillo) vuole che faccia».
Più generalmente, occorre costringere l’uomo a essere libero. Come
gli utenti di Rousseau, che possono
rispondere alle domande prefissate, ma in nessun modo porne delle
proprie.
È quel totalitarismo che, dopo il
primo periodo ispirato dalla tradizione anglofila di Montesquieu, trionferà nella rivoluzione francese con i
giacobini, per opera del più grande
discepolo di Gian Giacomo, Robespierre: «Il terrore senza la virtù
è funesto, la virtù senza il terrore è
impotente». Ciò di cui abbiamo bisogno è «un dispotismo della libertà»
(Marat). Sarebbe fuorviante cercarlo
ora nel M5S, ma viene il sospetto che
la via tracciata da Grillo e Casaleggio finisca per andare in quel senso:
un totalitarismo digitale, presentato
come democrazia diretta.
La Grande Mente costruita
da Casaleggio non è ancora il Big
Brother di Orwell, che con la Tv sorvegliava e controllava ogni momento
della vita del cittadino (1984, Mondadori). Che per ora viene guidato
nella vita politica: «Pentastellato
(Compagno), Rousseau (l’Unità) non
lo dice».
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Martedì 19 April
Aprile 2016
PRIMO PIANO
13
Repubblica dello scorso primo aprile aveva 305 mila caratteri. Tempo di lettura 6 ore e mezza
Giornali ammalati di troppismo
Corsera: 485 mila battute. Tempo di lettura: 10 ore e mezza
didascalie e testi, ho calcolato
305.552 caratteri, circa un quarto della lunghezza dei Promessi
sposi. Dal computo ho escluso la
pubblicità. Tempo previsto per
leggere il tutto: 392 minuti. Cioè
6 ore e mezza, che sono quelle
di lavoro previste dal contratto per i medici. Ve lo vedete un
chirurgo che invece di operare
e visitare se ne sta in panciolle
fino alle 2 del pomeriggio a leggere La Repubblica?
Con le sue 60 pagine, comprensive di annunci economici,
il Corriere della Sera del 1° aprile andava persino oltre: 484.962
battute, quasi cinque volte I Rusteghi di Carlo Goldoni. Tempo di lettura richiesto: 623 mi-
ho contato spannometricamente - non a mano, si capisce, ma
con il sistema Ocr di riconoscion pensate a un pesce
mento ottico – 74 mila caratted’aprile scongelato. È
che mi sono messo in
ri. Tempo di lettura: 95 minuti.
testa un esercizio inveUmano.
rosimile: calcolare quante ore
Che cosa sarà mai accaduto negli ultimi 140 anni per giunoi giornalisti siamo soliti rustificare questa mutazione genebare a voi, pazienti lettori. Data
tica dei giornali in mastodonti?
la lunghezza spropositata delle
Sì, d’accordo, oggidì ci sono più
mie articolesse, ero la persona
democrazia, più istruzione, più
meno indicata a sbrigare la
cultura, più politica, più econopratica, ma è pur vero che solo i
mia, più finanza, più conflitti,
grandi peccatori possono parlapiù progresso, più invenzioni,
re del peccato con cognizione di
più popolazione, più eventi, più
causa. Il ghiribizzo mi ha preso
viaggi, più prodotti, più salute,
dopo che mi è stato raccontato
più soldi, più aspettativa di vita,
di come Carlo De Benedetti,
l’editore del gruppo L’Espresso
più problemi, più spettacoli, più
fresco di sposalizio con gli eredi
sport, e chi più ne ha più ne metta.
Agnelli, sia solito
Ma
M non staremo sbachiedere a bruciagliando
qualcosa noi
g
Nino
Nutrizio,
un
genio
del
giornalismo,
pelo a chi gli fa visigiornalisti,
se hanno
g
diceva:
«Un
articolo
bello
è
sempre
troppo
ta: «Che cosa pensa
cominciato,
insieme
c
della Repubblica?».
con
c i lettori, a stufarsi
corto, un articolo brutto è sempre troppo
La telegrafica rispopersino
gli
editori?
Le
p
lungo». Penso che dovremmo piuttosto selesta di un mio amico
statistiche
dell’Istat ci
s
zionare, anziché spacciare all’ingrosso; screè stata: «Troppe
dicono
che gli italiani
d
mare, anziché insaccare; curare nei dettagli,
pagine». Al che un
dedicano
mediamente
d
anziché
raccontare
suppergiù;
distinguere,
sorriso radioso ha
alla
a lettura (quotidiaanziché confondere; interpretare, anziché
illuminato il volto
ni,
n periodici, libri) e ai
dell’Ingegnere, acmezzi
di comunicaziom
orecchiare; fustigare, anziché salmodiare
compagnato da un
ne
n (tv, radio, Internet)
laconico «è quello
non
n più di 2 ore e 11
nuti, pari a circa 10 ore e mezza. minuti della loro giornata. Qui s’è
che penso anch’io».
Tutto ciò accadeva parec- Ho consultato il primo numero appena dimostrato come un’unica
chi mesi prima che La Stampa del quotidiano milanese, uscito testata pretenda ogni mattina da
si fondesse per ragioni di bilan- il 5 marzo 1876: appena quattro loro, in linea teorica, un impegno
cio con La Repubblica, dando pagine, l’ultima delle quali a pa- di tempo dalle tre alle cinque volte
vita a quella che è stata ribat- gamento (bei tempi quando la superiore.
tezzata Stampubblica. Presu- pubblicità rappresentava il 25
Che fare? Accorciare la
mo che l’incubo della foliazione per cento di un giornale). Ben- lunghezza dei servizi? Se il riperseguiti Cdb ancora di più ché le prime tre fossero prive di medio fosse quello, sarei spacciaoggi, dopo l’accordo con John fotografie, occupate per intero to. Ma non sono affatto convinto
Elkann, visto che il numero solo da testi (compresi quelli di che pubblicare soltanto notizie
delle pagine s’è raddoppiato per due minuscole inserzioni, una da 30 righe sia la soluzione,
effetto della concentrazione di della «polvere contro la critto- come peraltro ammaestrava in
testate. Mi sono perciò imma- gama surrogato allo Zolfo per epoche lontane Nino Nutrizio
ginato De Benedetti intento le Viti brevettata Conti» e l’al- un genio del giornalismo: «Un
a sfogliare La Repubblica del tra dei «100 Confetti Meynet di articolo bello è sempre troppo
1° aprile. Edizione piuttosto Fegato di Merluzzo più efficaci corto, un articolo brutto è semsmilza: appena (si fa per dire) dell’Olio, non disaggradevoli, pre troppo lungo». Penso che do52 pagine. Fra titoli, sommari, consigliati in tutte le stagioni»), vremmo piuttosto selezionare,
DI
STEFANO LORENZETTO
N
anziché spacciare all’ingrosso;
scremare, anziché insaccare;
curare nei dettagli, anziché raccontare suppergiù; distinguere,
anziché confondere; interpretare, anziché orecchiare; fustigare,
anziché salmodiare. Un male
oscuro ci corrode: il troppismo.
Abbiamo troppo di tutto, inclusi
i caratteri mobili di stampa che
Johannes Gutenberg cinque
secoli fa allineava con immane
fatica a uno a uno nei telai delle
pagine, e forse per questo badava di più a centellinare, mentre
oggi si possono far piovere per
via telematica sotto gli occhi dei
nostri frastornati lettori.
Basta qualche esempio
banale per comprendere i livelli raggiunti dal troppismo. La
bottega rionale è stata rimpiazzata prima dal supermercato,
poi dall’ipermercato, quindi dal
superstore e ora dal megastore.
Se ti serve un rasoio usa e getta,
devi scegliere fra il Bic bilama
(la prima lama cattura il pelo,
la seconda lo taglia), il Gillette
Mach 3 Turbo Razor trilama
(la prima lama cattura il pelo,
la seconda impedisce che rientri
nel follicolo, la terza lo tronca),
il Wilkinson Sword Quattro (con
«quattro lame perfettamente
sincronizzate») e «il nuovo sistema di rasatura a 6+1 lame
Coop», che presumo stia alla
barba come Attila stava all’erba, dopodiché puoi solo rivolgerti a Freddy Krueger o usare il
trattorino da giardinaggio. Se
devi sostituire la stampante, ti
obbligano ad acquistare un apparecchio che comprende come
minimo fotocopiatrice, scanner,
fax, segreteria telefonica e - ci
arriveremo presto - macchinetta
del caffè.
A proposito di caffè. Siamo
diventati l’unico Paese al mondo dove nei bar viene servito in
almeno 76 modi diversi, tanti è
riuscita ad appuntarsene nel
corso di una sola settimana una
barista (di Bologna, se non ricordo male): ristretto, lungo, molto
lungo, macchiato caldo, macchiato freddo, in tazza grande,
in tazza grande con acqua calda
a parte, americano, amaro, molto dolce, con la panna, senza la
panna, corretto grappa, corretto
fernet, ristrettissimo con poco
latte, in tazza fredda, alla francese, con cacao, con nuvoletta,
macchiatone... Aggiungo - udito
con le mie orecchie lunedì scorso in un bar di Roma - il caffè
in vetro. Anche l’occhio vuole la
sua parte.
Silvio Paterno, gestore del
Coffee Shop 1882 dell’Eataly
di via Lagrange, a Torino, si è
addirittura sentito chiedere «un
cappuccino tiepido tendente al
caldo», formula assai simile
all’attenuante che tanto piaceva
a Enzo Biagi, invocata da un
giovanotto incontinente messo
alle strette dai genitori della fidanzata: «È incinta, ma appena
appena». Come se non bastasse,
i baristi ci hanno messo del loro
per rincorrere i volubili gusti dei
clienti, sostituendo il vecchio e
caro espresso con mokaccino,
marokkino, cremino, orzino,
ginseng, danese, joker, ice bianco, paperino, viennese, creolo,
imperiale, vanigliato, caramellato, schiumato, nocciolato, alla
cannella, alla valdostana, alla
turca, alla giavanese e infiniti
altri sbrodeghezzi. Tenuto conto che il caffè dovrebbe essere
uno solo, possibilmente buono,
mentre le testate e le pagine
sono tante, l’eccesso d’informazione riversato da noi giornalisti
sui lettori appare condonabile.
Comunque per questa settimana vorrete almeno apprezzare la
buona volontà: ho usurpato un
colonnino meno del solito.
L’Arena
CONFERMANDOSI COME UNA DELLE PIÙ GRANDI (ANCHE SE APPARTATA) SCRITTRICI ITALIANE CONTEMPORANEE
Marina Corradi in «Con occhi di bambina» rilegge, con la memoria,
il niente fondamentale che ha caratterizzato la sua (e nostra) infanzia
DI
A
SABINA RODI
ggirandomi per casa, in questo
inizio di primavera, nel tentativo di mettere ordine tra le innumerevoli pile di volumi che
quasi quotidianamente accumulo, per
motivi professionali o per il solo piacere
della lettura, mi interrogavo su come sia
sottile e soprattutto quale sia il confine
che rende ai miei occhi un libro prezioso,
insostituibile, caro e un altro no, tanto
da cederlo dopo la lettura. La risposta
me l’ha fornita l’ultima fatica letteraria di Marina Corradi «Con occhi di
bambina», (edizioni Ares, pp 176) che
raccoglie i 78 racconti che l’autrice ha
centellinato per i lettori di Avvenire da
luglio a settembre 2015 nella sua fortunatissima rubrica in prima pagina.
La Corradi ha mosso i primi passi da giornalista al quotidiano La Notte,
è passata a Repubblica e attualmente
è inviato ed editorialista di Avvenire. È
una cronista di razza (figlia peraltro del
grandissimo inviato Egisto Corradi,
ma questa è un’altra storia), abituata
a scrivere sull’acqua, come si dice ironicamente nelle redazioni dei quotidiani
per descrivere la caducità delle notizie e
degli argomenti trattati, ma nonostante
questo ha scovato la formula magica per
rendere i suoi racconti indelebili. È riuscita, infatti, con poche sapienti righe,
nel miracolo di far ritrovare quotidianamente ai suoi lettori gli occhi bambini.
«Quando le proposi per la prima volta di
spendersi in un genere letterario (apparentemente) nuovo per lei», spiega nella
prefazione il suo direttore Marco Tarquinio «quando cioè la sfidai ad affacciarsi per tre mesi (gennaio, febbraio e
marzo 2013) dalla speciale finestra che
apriamo ogni giorno sulla prima pagina
di Avvenire, Marina provò a eccepire, accennò a resistere, ma poi accettò».
Corradi ha quindi deciso di aprire il suo zaino dei ricordi, di guardarci dentro e di coinvolgere i suoi lettori
nell’esame del contenuto (che si rivela
a volte ricco di gioia e a volte colmo di
dolore e nostalgia) accompagnandoli
in un viaggio tra le emozioni lungo 166
pagine, che chi legge vorrebbe non finisse mai. Quest’ultimo libro di Marina
Corradi, per dovere di cronaca va sottolineato, non è un libro per tutti i palati
perché è pieno, trabocca di cose belle.
Non lo legga, quindi, chi non ha occhi e
cuore per percepire la poesia del vento,
del fuoco, della terra e della notte. Non
lo legga chi delle valli Cadorine conosce
solo il chiasso e la mondanità di Cortina
d’Ampezzo, chi non si ferma senza fiato davanti alla maestosità immutabile
delle Tofane, chi non ha nel cuore una
casa delle estati bambine, silenziosa e
cigolante allo stesso tempo o chi non sa
godere del sortilegio della nebbia. Proprio raccontando la sua precoce passione per i libri, Corradi scrive, ricordando
lo stupore provato per i racconti di Dino
Buzzati: «Scoprivo, soprattutto, di non
essere l’unica che amava aggirarsi nel
suo giardino di sogni e inquietudini, che
amava stare in bilico lungo il confine
fragile fra il buio e la luce. Aprire quel
libro, fu scoprire di non essere sola». E
oggi, grazie a «Con occhi di bambina»,
anche molti altri nuovi lettori, si sentiranno un po’ meno soli.
Ps: Marina Corradi è sicuramente
una delle più grandi scrittrici italiane,
ma non si può scriverlo e forse neanche
pensarlo perché, a naso, lei si arrabbia
e si ritrae. Ma ItaliaOggi che è un quotidiano fuori dai giri, oggi si prende la
briga di metterlo nero su bianco.
14
Martedì 19 Aprile 2016
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Francia: fondo di Hong Kong acquista 1.700 ettari, senza informare le autorità agricole
Mani cinesi sul grano del Berry
Allarme degli agricoltori: terre pagate tre volte di più
da Parigi
GIUSEPPE CORSENTINO
N
on gli bastano gli
Châteaux del Bordolese e i Domaines
viticoli della Borgogna (vedere ItaliaOggi del
13 febbraio). Non gli bastano
i caseifici della Bretagna con
tutto l’indotto di allevatori
e stalle cooperative (vedere
ItaliaOggi del 9 aprile). Ora i
cinesi puntano anche al cuore
cerealicolo della Francia. Ed è
allarme tra gli agricoltori.
Perché un conto è trattare, per dire, con un ricco produttore di vino della Gironda
e offrirgli una barca di milioni
per il suo Château e gli 80 ettari di vigneto tutt’intorno, come
ha fatto di recente mister Jack
Ma, il tycoon del colosso delle
vendite online Alibaba (quello
stesso che al Vinitaly, solo pochi
giorni fa, ha garantito al premier Matteo Renzi di poter
piazzare tre miliardi, dicasi tre
miliardi, di bottiglie di «italian
wine»), un altro è mettere le
mani sul patrimonio cerealicolo francese, su quelle enormi
estensioni di terreno coltivate
a grano o a mais nelle regioni centrali del Paese, il cuore
di quell’altro grande asset
agricolo che è la zootecnia, gli
allevamenti intensivi di polli,
tacchini, maiali, oche, anatre,
mucche.
Gli agricoltori sono preoccupati perché un fondo di
investimento cinese, basato
a Hong Kong, Hongyang, ha
acquistato 1.700 ettari di terreno coltivati a grano nel dipartimento di Indre, nella storica
regione del Berry (quella che
ha i tre gigli di Francia nella
bandiera), pagando l’incredibile prezzo di 15 mila euro a
ettaro, quando la media delle
transazioni agricole per terreni
dello stesso tipo e nella stessa
regione non supera i 4 mila.
Perché, dunque, tre volte di più, con un esborso complessivo di oltre 25 milioni di
euro? Che cosa diavolo hanno
in mente i gestori del fondo
Hongyang? Hanno comprato
per speculare sul prezzo, per
cartolarizzare questo enorme
domaine cerealicolo e piazzare
le quote tra i clienti o per quale
altra misteriosa ragione? I dubbi e gli interrogativi sono alimentati anche dalle modalità e
dai tempi con cui si è conclusa
questa singolare (almeno per
ora, in mancanza di informazioni) transazione agricola. Le
modalità, innanzitutto.
Gli investitori cinesi non
hanno seguito la via maestra
che si pratica qui in Francia
per operazioni di questo tipo:
si individua l’azienda agricola
da acquistare, si fa un’offerta al
proprietario, cioè all’agricoltore
I cinesi hanno acquistato 1700 ettari per 25 mln di euro
che la gestisce, poi si informa la
Safer, Société d’aménagement
foncier et d’établissement rural, una strana creatura giuridica di natura pubblica creata
nel 1962 (nel suo azionariato ci
sono anche delle ong e i rappresentanti del mondo agricolo) la
cui mission è quella di evitare
le speculazioni sui terreni e
proteggere gli interessi degli
agricoltori, e proprio per questo ha per legge un diritto di
prelazione sull’azienda in vendita: può, cioè, offrire lo stesso
prezzo dell’acquirente e inglobare l’azienda agricola (in questo modo la Safer si è fatta un
patrimonio di 83 mila ettari).
Forse un sistema un po’ sovietico, stile Glospan, ma è così che
funziona.
Ebbene, i cinesi del fondo
Hongyang non hanno seguito
questa strada. Hanno cominciato ad avvicinare i proprietari dei 1.700 ettari del Berry
già alla fine del 2014 e a poco a
poco, contratto dopo contratto,
hanno messo le mani sulle varie aziende cerealicole (alcune
erano di proprietà inglese e
olandese) fino ad arrivare al
closing qualche settimana fa.
Non hanno avvertito la Safer
perché, abilmente, non hanno
acquisito i terreni con tanto di
rogito davanti a un notaio, ma
le quote delle società a cui erano intestate le diverse aziende
agricole.
La Safer e la FNSafer
(Fédération nationale des
sociétés d’aménagement foncier et d’établissement rural)
lo hanno scoperto quasi per
caso, da certe notizie pubblicate sui giornali locali. Quindi
hanno fatto qualche ricerca,
interrogato i vecchi proprietari, consultato i registri del
Tribunale commerciale di
Bourges, il capoluogo della regione, e così hanno potuto ricostruire il gigantesco deal da
1.700 ettari pagati 25 milioni
di euro. Ora il presidente della
FNSafer, Emmanuel Hyest,
agricoltore anche lui (165 ettari a Vesly, nell’Alta Normandia) e una lunga carriera nella
Confagricoltura francese, è seriamente preoccupato: «Comprare 1.700 ettari di terreno
coltivato a grano in Francia
non è un reato. Ma un’operazione di queste dimensioni
da parte di attori economici
cinesi doveva essere condotta
con assoluta trasparenza alla
luce delle leggi francesi e delle
regole europee della Pac, la politica agricola comunitaria».
Quello che inquieta i dirigenti delle organizzazioni
agricole in Francia (ma il fenomeno si comincia a notare
anche in Italia, nel settore vinicolo) è la cosiddetta «finanziarizzazione» dell’agricoltura, la prevalenza dei valori di
scambio, i prezzi, sui piani di
sviluppo e sul futuro delle imprese a conduzione familiare.
L’andamento dei prezzi, rilevati da FNSafer, lo dimostra:
in Francia il prezzo medio per
ettaro è tra i più bassi d’Europa: 6 mila euro contro i 10 mila
della Spagna, i 20 mila della
Germania e della Gran Bretagna, i 50 mila dell’Olanda. Gli
oltre 120 Châteaux del Bordolese e della Borgogna venduti per milioni di euro sono
un caso a parte, ovviamente.
Ma il grano del Berry non è
il Bordeaux. E allora si torna
alla domanda iniziale: perché
i cinesi vogliono il grano dei
francesi?
@pippocorsentino
IL PATRON DEL GRUPPO KERING TRASFORMERÀ IL PALAZZETTO OGGI SEDE DELLA CAMERA DI COMMERCIO
Sfida tra big del lusso, anche Pinault (come il rivale Arnault)
avrà finalmente il suo museo d’arte moderna a Parigi
DI
F
CAMILLO ADINOLFI
rançois Pinault, che già sopporta a stento di essere l’eterno numero due mondiale della
moda e del lusso con i suoi 12,5
miliardi di euro di fatturato e un portafoglio di grandi marchi come Gucci,
Bottega Veneta, Brioni, Pomellato (per
citare solo gli italiani), non poteva di
certo accettare di non avere nel cuore
di Parigi il suo museo di arte moderna
com’era, invece, riuscito a fare il suo
eterno rivale, il numero uno Bernard
Arnault dall’alto dei suoi 35,6 miliardi di fatturato sommando champagne,
moda lusso e orologeria e marchi come
Fendi, Emilio Pucci, Berruti, Loro Piana (limitandoci, anche qui, agli italiani).
Il confronto, chiamiamolo culturale,
tra i due re del luxury è stato motivo di
stress anche per la pubblica amministrazione parigina. Perché Arnault - si
è sempre chiesto il patron del gruppo
Kering - ha potuto aprire l’anno scorso,
nel cuore del Bois de Boulogne, il suo
museo di arte moderna, quella gigantesca caravella di acciaio, legno e vetro
disegnata da Frank Gehry, l’archistar del Guggenheim di Bilbao, mentre
lui, monsieur Pinault, è stato costretto,
quasi a sfregio delle autorità francesi,
Il Comune di
Parigi è riuscito a
convincere la Camera di Commercio a sloggiare dal
delizioso palazzetto
circolare del XVIII
secolo, sede dal
1949 della Bourse
de commerce de
Paris, nel giardino
di fronte alle Halles, appena ristrutturate e riaperte
al pubblico (vedere
ItaliaOggi del 18
febbraio), e a darlo
in concessione per
99 anni proprio a
monsieur Pinault.
Il palazzetto circolare del XVIII secolo,
Così il miliardasede dal 1949 della Bourse de commerce de Paris
rio, che è pure il primo sponsor del Festival di Cannes, uno
a emigrare a Venezia e a finanziare Padegli eventi più glamour del bel mondo
lazzo Grassi dopo la bocciatura del suo
progetto di un museo sull’Ile Seguin, francese (Pinault è anche il suocero
dell’attrice Salma Hayek, che ne ha
tra Boulogne Billancourt e Sevres, una
sposato il figlio François-Henri), podecina d’anni fa?
trà finalmente avere la soddisfazione
Ora, finalmente, dopo altri anni di
di avere il suo museo d’arte moderna,
trattative, sempre sull’orlo di una crisi
tale e quale il rivale Arnault.
di nervi tra i vari protagonisti pubblici
Non si sa ancora nulla del progetto,
e privati dell’operazione museale, Pinaturalmente. Troppo presto. Le tratnault, il gran concorrente del gruppo
tative tra il sindaco di Parigi e il preLvmh, è stato accontentato.
sidente della Camera di Commercio
per farsi cedere il palazzetto circolare
di 13 mila metri quadrati nel 1° arrondissement, dove oggi lavorano più
di trecento dipendenti camerali, non
sono state facili.
La Camera di Commercio, che aveva
rilevato l’immobile proprio dal Comune nel lontano 1949 per la cifra simbolica di un franco (ma che ha speso
12 milioni di euro dal 2009 a oggi per
metterlo a norma e tenerlo in ordine),
ha preteso, si capisce, una sistemazione adeguata.
Alla fine, a gennaio scorso, la soluzione si è trovata. La Camera di
Commercio avrà un nuovo palazzo
per uffici nella centralissima place de
la République e il settecentesco palazzo della Borsa ritornerà nella piena
disponibilità del Comune, il quale, a
sua volta, lo cederà con un contratto
di bail emphytéotique (cessione della
nuda proprietà per 99 anni, ma non
si sa a quale prezzo) alla Fondazione
di François Pinault, che potrà farci il
suo museo di arte moderna.
La cessione è fissata per luglio, l’inizio dei lavori per dicembre. Qual sarà
il museo parigino di arte moderna più
bello, quello di Pinault o quello di Arnault? La sfida è aperta.
© Riproduzione riservata
Martedì 19 April
Aprile 2016
PRIMO PIANO
PERISCOPIO
LETTERE
Referendum sulle trivelle, Renzi esulta per i lavoratori.
Da qui si capisce che era una cazzata.
Filippo Merli
Fuffarendum.
Claudio Cadei
Catastrofe inimmaginabile
La politica irresponsabile e falso buonista di Bergoglio, favorirà una catastrofe planetaria di proporzioni
inimmaginabili. Migrazione totale.
Alessandro Meluzzi
Le Regioni hanno fatto come Tafazzi
Fallito l’ennesimo referendum, è corsa a dire chi ha
vinto e chi ha perso. Che spettacolo triste, alimentato
peraltro proprio da quella classe politica che quel voto
ha sminuito o, al contrario, pompato! A bocce ferme,
però, mi domando: su questo referendum qualcuno ha
ragionato a sufficienza? Innanzitutto, a sollevare il
tema referendario sono state per la prima volta nella storia repubblicana, delle regioni, o, meglio, pochi
consiglieri regionali che, all’insegna del populismo,
hanno cercato di cavalcare il nichilismo produttivo
proprio degli italiani. Fortunatamente per il paese,
questi poveri politicanti non ce l’hanno fatta. Come
avrebbero fatto altrimenti, questi politicanti, a spiegare ai neo-ambientalisti italici d’accatto del terzo
millennio che se il referendum avesse vinto, le stesse
identiche piattaforme di trivellazione già esistenti da
decenni in Italia, non sarebbero state affatto smantellate, e che avrebbero continuato a lavorare fino a
esaurimento del bacino, e cioè per almeno un’altra
ventina d’anni? E soprattutto come avrebbero spiegato
ai loro cittadini che le loro regioni non avrebbero più
guadagnato quel fior di quattrini di royalties per lo
sfruttamento dei territori di cui godono oggi? Che cosa
avrebbero fatto questi no-triv se avessero vinto i referendum? Si sarebbero presi a bottigliate sui testicoli,
come faceva Tafazzi?
Carlo Olivi
Canone Rai in bolletta kaputt
Il Consiglio di Stato ha rimandato al mittente il decreto sul Canone Rai in bolletta della luce. D’altronde il
Governo appariva come quell’ubriaco il quale, avendo
perso le chiavi di casa, le cercava solo sotto un lampione.
«Potresti averle perse ovunque, perché le cerchi solo lì?».
«Perché qui ci si vede».
Andrea Tribulini
L’imbarazzante derby torinese dell’editoria
La holding di casa Agnelli, cioè Exor, si troverà a detenere una partecipazione in Rcs Mediagroup attorno
al 5% del capitale. Questo in quanto la sua controllata
Fiat ha deliberato di assegnare ai propri soci i titoli
Rcs che finora aveva gelosamente detenuto. Pertanto
anche Exor ora è chiamata a decidere se conferire i
suoi titoli Rcs a Cairo Communication, che ha lanciato
un’offerta pubblica di scambio sull’azienda editoriale
milanese. In merito però John Elkann ha già precisato:
«Non abbiamo cambiato opinione, venderemo i titoli
sul mercato». È vero che lo aveva detto, ma prima
che Cairo lanciasse la sua offerta. Pertanto vendere
sul mercato adesso, a meno di (improbabili) rilanci o
contro-ops, significa incassare un prezzo per azione
Rcs non troppo distante da quello offerto da Cairo, e
a cui il mercato si è necessariamente allineato. Ma
almeno in questo modo Elkann evita una situazione
alquanto imbarazzante: i padroni della Juventus che
cedono Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport al
padrone del Torino. Altro che vincere i derby…
Lucio Sironi
Diritto di voto? Dipende per chi votano
Si è ricordato il sessantesimo anniversario della concessione del diritto di voto alle donne italiane. Nessuno
però ha ricordato che Togliatti e il Pci furono a lungo
contrari a questa estensione di un diritto fondamentale (che riguarda l’uguaglianza delle persone) perchè
temevano che le donne potessero essere condizionate,
nel voto, dai mariti e dai preti. Per Il Pci, quindi, un
diritto sacrosanto, assolutamente indifferibile, dipendeva, non dal fatto che le donne non potevano non
disporne, ma dalla convenienza di partito. Un diritto
si riconosce, non si patteggia. Non dipende da niente.
C’è. Non può essere negato da niente. Punto.
Marcello Arrivabene
15
DI
PAOLO SIEPI
Corruzione, Formigoni risc
schia nove anni. Quattro al
mare e cinque in montagna.
m
Spinoza. Il Fatto.
Sp
Altro che Renzi! Alle donne che guardano la tv piace molto Gianni
Cuperlo. Misura
Misurato, elegante, magro, atletico, capelli chiari, pettinatura ordinata. Ed
è pure di Trieste. Il che è un’ottima cosa.
Carlo Rossella. Il Foglio.
Il capo di gabinetto del sindaco Pisapia, quando ero sindaco di Milano, faceva
il consigliere comunale dei Verdi talebani
e andava al quartiere di Porta Nuova con
i centri sociali per impedire i lavori per la
costruzione dei grattacieli di cui adesso la
giunta Pisapia, che non c’entra per nulla,
mena vanto. Adesso infatti il Pd, nei manifesti per la campagna elettorale di Sala, si
appropria dei lavori che, a suo tempo, abbiamo fatto noi di centrodestra. Gabriele
Albertini, ex sindaco di Milano (Andrea
Montanari). la Repubblica.
Philippe Daverio ha fatto tutto da solo.
Prima si è candidato nel centrodestra e poi
si è scandidato. Stefano Parisi, candidato
sindaco di Milano per il centrodestra.
la Repubblica.
Roberto Giachetti, candidato del Pd per diventare
sindaco di Roma, è lo stesso
che era a fianco di Luigi Lusi
(il tesoriere della Margherita
condannato a sette anni per
aver distratto circa 25 milioni dalle casse del
partito ndr) senza vedere niente.
Alessanente Alessan
dro Di Battista, M5s. Agenzie.
Siamo un piccolo popolo di un milione e
mezzo di abitanti. In 15 anni l’esercito russo
ha massacrato 300 mila ceceni. E il mondo si
è girato dall’altra parte. Adam Bisaev, immigrato a Vienna da Groznij (Lorenzo
Cremonesi). Corsera.
Dalla vita di redazione del Corriere della Sera era nato anche lo spunto, per Dino
Buzzati, del romanzo Il deserto dei tartari:
sempre in attesa di una grande occasione,
di uno scoop che magari non arriva. E se
arriva, diceva Buzzati con ironia, è il momento in cui non ci sei. Chiara Vanzetto.
Corsera.
«Deme indrìo i me schei». È il 21 dicembre
2015 quando un cliente di Veneto Banca si
presenta alla filiale di Castelfranco e, rigorosamente in dialetto, ripete quel grido:
«Ridatemi i miei soldi». Il disperato blitz
culmina in un balzo oltre il bancone, dove
il meccanico trentacinquenne arraffa poco
più di 7 mila euro. Poco dopo ai carabinieri
spiegherà che voleva essere risarcito dei 10
mila euro investiti in azioni della banca e
poi evaporati nel nulla. Stefano Righi, Il
grande imbroglio. Guerini e Associati.
La maggior parte dei farmaci
sono testati sugli uom
mini
ritenendo che la donna
m
non
no sia che un piccolo uomo.
Ci sono invece delle patologie
di quasi esclusiva pertinenza
femminile. Un esempio?
L’aspirina per prees
venire la malattie cardiovascolari è utile per
i maschi mentre alle donne non va data, a
meno che siano diabetiche. Questo aspetto
maschilista della medicina è dovuto al fatto
che la donna è scomoda da studiare, troppe variabili: se è incinta, se non lo è, se è
fertile, se non è più fertile. Leda Galiuto,
cardiologa e docente all’università di
Medicina della Cattolica (Alessandro
Ferrucci). Il Fatto.
Ho rinunciato a molte cose per la carriera.
Ho fatto un figlio a 44 anni. Al di là di questo,
ci sono stati periodi in cui dormivo due ore
per notte. Sono stata aiutata dal fatto che
amo la mia professione. Ancora oggi quando apro un fascicolo mi monta l’adrenalina.
Giulia Bongiorno, avvocato penalista
(Pietro Senaldi). Libero.
Il maestro Gabriele Santini
leggeva qualcosa con l’orchele
stra al San Carlo di Napoli.
st
A un certo punto, andato su
tutte le furie, profferì verso
tu
l’orchestra una collezione di
l’o
davvero unica. Quelli
parolacce irriferibili
irrifer
alzarono come un solo uomo e
della buca si alza
uscirono. Il giorno dopo Santini era pentito per aver offeso l’orchestra e pensava che
avrebbe dovuto scusarsi. Sul leggio invece
trovò una colossale scatola di cioccolatini.
L’orchestra s’era precipitata fuori, non perché fosse sdegnata ma perché i professori,
napoletani, essendo sabato, erano corsi a
giocare i numeri tratti dalle incredibili parole del Maestro: e i numeri erano usciti.
Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio, 2015.
Pioveva, in quell’ottobre
del 1922, come sa piovere
solo a Roma, con quella petulanza che non ammette
riparo. Sul ponte Cavour,
drappelli di fantaccini med
lanconici guardavano i loro cavalli
la
avalli di Frisia,
il Tevere era gonfio e trasportava
ortava tronchi
d’albero, mucche e maiali morti. Portata dai
d
flutti, vidi anche una poltrona. Giù a San Paolo, il fiume era uscito e allagava la basilica.
o
Quella poltrona, credo una Louis XIV, se ne
Q
andava senza perdere il suo equilibrio verso
a
la foce, o verso qualche rigattiere. Mi colpì
come un segno simbolico. Ennio Flaiano,
Un bel giorno di libertà. Rizzoli, 1979.
Nella primavera dell’anno del Signore
1601 migliaia di persone della bassa Valsesia andarono in pellegrinaggio a Biandrate
a vedere la tigre imbalsamata e gli altri
animali meravigliosi e mostruosi che i reverendi padri missionari della Compagnia
di Gesù portavano intorno, di villaggio in
villaggio, di città in città, nello stato di
Milano e in tutta Europa: per stimolare
le nuove vocazioni, mostrando, al popolo
cristiano, i progressi compiuti dalla vera
Fede nei paesi lontani e inesplorati e per
raccogliere offerte di ogni genere, in denaro ma anche in sacchi di riso, di frumento,
di segale; in porci e capre e capponi vivi,
che i villani si trascinavano appresso, venendo dai più sperduti villaggi della bassa;
in forme di formaggi e salami d’oca. Sebastiano Vassalli, La chimera. Rizzoli,
2014.
Davanti all’alluvione del Polesine del
1951 provavo stupore, disperazione, impotenza. Pensavo a coloro che erano rimasti
intrappolati nelle case, o in alcuni punti
del fiume. Mi preoccupai dei miei che vivevano a Stienta, sull’altra sponda. Ma era
rischiosissimo attraversarla. Alla fine fu
una donna a traghettarmi. Ancora la ricordo: la Nena. Fu lei, anima di fiume, a
portarmi con la sua barca. Disse solo: si
faccia il segno della croce e puntò dritto
con i suoi grandi remi verso il centro del
fiume. Pensai che fosse pazza. L’acqua ribolliva. Un gorgo. Attorno arrivava ogni cosa:
i cadaveri delle bestie, le suppellettili delle
case, i tronchi. E lei schivava tutto. Con
calma e forza. Pensavo che non ce l’avremmo fatta. Poi, come per miracolo, toccammo
l’altra riva. Giuseppe Sgarbi, 95 anni,
papà di Vittorio (Antonio Gnoli). la
Repubblica.
R
Non credo in nulla, eppure
esisto. Roberto Gervaso. Il
es
Messaggero.
M
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Anno 25 - Numero 93 - € 0,80
È IN EDICOLA
Marketing
Oggi
Martedì 19 Aprile
p 2016
Il primo magazine-d
device
per
p
er vive
vivere benee
nell’era digi
d italee
IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI
ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ
Il marchio di sportswear per il tennis cresce in Giappone e Australia. E celebra i 50 anni
Tacchini gioca su nuovi campi
Dal 2017 boutique a Milano e ritorno agli Internazionali
DI
FRANCESCA SOTTILARO
R
iparte da 60 monomarca in Giappone
entro la fine dell’anno, una boutique a
Milano e poi a Parigi oltre a
nuove sponsorizzazioni (il sogno è Roma) il secondo mezzo
secolo della Sergio Tacchini.
L’azienda di sportswear festeggia quest’anno i 50 anni
del marchio, dalla nascita sui
campi da tennis per mano
del fondatore che ne ha dato
il nome, Sergio Tacchini appunto, passando per le star
del tennis vestite all’apice
della carriera dagli anni 70 e
90 fino alla cessione ai cinesi
di Hembly e poi Wintex, la società di Hong Kong che gestisce il brand dall’headquarter
di Milano in via Savona. «È
qui che è custodito il concept
del negozio che farà il giro del
mondo, è qui che pensiamo
alla comunicazione e disegniamo le collezioni», racconta Patrizia Bolzoni, general
manager di Sergio Tacchini,
un passato nella moda, tra
Armani e Dolce&Gabbana
come direttore marketing e
prodotto. «Stiamo lavorando
al cuore del brand per tornare
a mostrarlo su più fronti».
Sono lontani ma non troppo, correva il 2011, i tempi in
cui la Sergio Tacchini
era sponsor di maglia
di Novak Djokovic
(la indossava anche
per il mitico video musicale Hello con Bob
La campagna social Tennis Type di Sergio Tacchini e, a destra,
un completo maschile della linea Archivio
Sinclair e Martin Solveig).
«Ma poi non esisteva una rete
commerciale», aggiunge la general manager. «Da 3 anni è
tornato un modello di busi-
Patrizia
Bolzoni
ness: siamo una brand company che cresce grazie a licenziatari (tramite royalties
al 12%): sono loro a scegliere
fra prodotti già confezionati
e uguali in tutto il mondo
quello più idoneo al mercato
di riferimento».
Grazie alla nuova regia il
fatturato aggregato dei rivenditori è stato di 33 milioni di
euro nel 2014, 43 milioni nel
2015 «e stimiamo un 2016 a
55 milioni», spiega Bolzoni,
che ora punta a crescere. «Il
focus della nuova proprietà è
certamente l’Asia: entro l’anno le boutique monomarca in
Giappone passeranno da 38
a 60; siamo entrati in Australia e in Arabia Saudita, mentre nel 2017
aprirà il nuovo concept
nel centro di Milano e
poi a Parigi: la Fran-
cia è un mercato
ato
straordinario per l’
l’abbigliabbi li
mento, vale 5 volte l’Italia».
Poi ci sono le sponsorizzazioni
«eventi che parlano al cuore
del brand e poi ci permettono di veicolarlo attraverso
orologi, profumi, calzature e
moda».
Bolzoni è appena rientrata
dai Montecarlo Rolex Masters di tennis di cui la Sergio Tacchini è sponsor tecnico da cinque anni. E sempre
nel Principato ha tenuto a
battesimo l’esposizione del
fotografo Gianni Ciaccia sui
50 anni del brand. «Possiamo permetterci di fare una
mostra non solo con le foto in
bianco e nero, ma non si può
dimenticare che per gli sponsor di maglietta si sta vivendo un’autentica rivoluzione»,
racconta. «Mi torna in mente
la finale
nal dell’anno scorso d
dove erano Uniqlo
ql (con Djokovic)
e H&M (indosso
a Tomas Berdych)
a rivaleggiare
sul
r
campo».
campo
Per il
i marchio che per
primo, «prima anche di
Lacoste»,
Lacoste ha portato il colore sulle
sul maglie nei campi da tte
tennis l’obiettivo «è
sposare
sposa
a stile e sport»,
sottolinea
Bolzoni. «Ma
sotto
ol
poi scherzare anche
in ccomunicazione sui
social».
Così la nuosoc
va collezione, è un
inno
al passato con
in
texture
tecnologiche,
tex
e la com
comunicazione curata
dall’agenzia
milanese Dude
d ll’
ha una doppia valenza. «Celebra l’eleganza Sergio Tacchini indosso al testimonial
Tommy Robredo sulle note
di Claude Debussy, ma nelle
pillole Tennis Type esalta,
scherzando, le manie in campo», aggiunge. C’è il tennista
che geme per una volèe, che
ha mille ritualità in campo,
quello che parla da solo o che
vive di pallonetti.
A proposito di punti fissi.
«Il nostro sogno è tornare
agli Internazionali di tennis
a Roma dove c’è ancora chi
chiama il punto ristoro la
terrazza Sergio Tacchini. Per
il secondo anno apriremo una
boutique poi si vedrà, ma è
un torneo a cui siamo legati
particolarmente». conclude
Bolzoni.
Barilla, Ferrari e illy i brand più autentici secondo Cohn & Wolfe
Barilla, Ferrari, illy, Ferrero e Coop
dominano la classifica dei brand più
autentici in Italia. A stilarla è Cohn
& Wolfe, agenzia globale di comunicazione, che ha presentato ieri la
prima edizione di Authentic 100, un
indice annuale dei marchi classificati
secondo la percezione di autenticità
da parte dei consumatori. Tra i primi
20 presenti a livello globale spiccano Disney, Amazon, Apple, Samsung,
Lego, Ford, Google e Coca-Cola.
Lo studio definisce per la prima
volta le caratteristiche che determinano l’autenticità di marca e se la
presenza o meno di questi attributi
comporti variazioni nelle decisioni dei consumatori. L’autenticità è
vissuta come esperienza personale:
i consumatori hanno bisogno ogni
giorno di riscontri reali che dimo-
tale» (55%).
La ricerca identifica anche
una mancanza di fiducia tra
brand e consumatori, con
un 75% dei quasi 12 mila
intervistati in 14 mercati
che hanno dichiarato un
problema di credibilità per
marchi e aziende.
Lo scetticismo nei confronti
La pasta
della marca va di pari passo
Barilla
con la scolarizzazione e con
la presenza forte di marchi
strino di poter contare sui marchi. premium e di qualità: è più alto in
Nel definire l’autenticità, danno Europa Occidentale con solo il 7%
priorità alla «qualità» (66%), vero degli intervistati nel Regno Unito,
soprattutto per gli italiani, e alla Francia, Germania e Spagna (9% per
«capacità di mantenere le promes- l’Italia) e solo il 5% in Svezia che
se» (70%) rispetto a misure più valo- descrivono i marchi come «onesti e
riali quali la «responsabilità sociale» trasparenti».
(57%) e la «responsabilità ambien- Nei Paesi meno scettici, Cina e Indo-
nesia in testa, il numero si assesta
sul 36% e il 35%, rispettivamente.
Gli americani (+23%) si collocano a
metà strada e più vicini alla media
globale del 22%.
A livello globale, «proteggere i dati
dei clienti e la loro privacy» è il quarto più importante attributo di autenticità (come visto anche nel caso
Apple al quinto posto della top 100 e
non disposta a cedere dati all’Fbi).
L’affidabilità conviene perché quasi
9 consumatori su 10 sono disposti
a premiare un marchio per la sua
autenticità. Il 52% lo consiglia ad
altri e il 49% dimostra fedeltà alla
marca. Un 20% sarebbe addirittura
disposto a mettere mano alla tasca e
a investire in un marchio in grado
di dimostrare la sua autenticità.
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Martedì 19 Aprile 2
2016
MARKETING
17
I piani dell’azienda specializzata nella produzione di pavimenti in legno biocompatibili
Fiemme 3000, rotta verso l’estero
Negozio monomarca in Cina e punto vendita a New York
DI
GIOVANNI BUCCHI
N
el mercato globalizzato
le aziende hanno due
possibilità: puntare
sui prezzi bassi oppure ritagliarsi una nicchia. È un
ragionamento che Marco Felicetti ripete da quando nel
1993 a Predazzo, in Trentino,
ha fondato Fiemme 3000 puntando sui pavimenti
in legno biocompati- Marco
bili. «Siamo una pic- Felicetti
cola azienda, i grandi
ci batteranno sempre
nella convenienza,
dobbiamo focalizzarci sulle nostre peculiarità» è il suo ragionamento. «Ci siamo
ricavati una fetta di mercato
proponendo il concetto di benessere anche all’interno della
casa», spiega l’a.d. a ItaliaOggi. «I consumatori sono sempre
più attenti ad uno stile di vita
sano, per il quale sono disposti
a spendere. Perché allora non
proporgli di investire anche nel
benessere abitativo?».
Così, con una squadra di 35
persone tra dipendenti e col-
BREVI
Vodafone, fibra più veloce e Netflix anche da
fisso. Vodafone lancia
la fibra a 500 Mbps con
tecnologia Fiber to the
Home a Milano, Bologna
e Torino. Tra le novità,
l’accordo in esclusiva
commerciale con Netflix
che, dopo il mobile, arriva anche per il fisso.
Tutte le nuove attivazioni
fibra avranno sei mesi
inclusi per guardare la
piattaforma di video in
streaming.
Wind on air con un
nuovo spot tv. Fiorello
e Carlo Conti sono impegnati in un nuovo episodio dall’ambientazione
di action-fantascienza.
Il focus è sulla promozione Porta i tuoi amici
in Wind che offre 2 giga
gratis ogni quattro settimane.
Benessere in riva al
Lago. Il Grand Hotel Fasano di Gardone Riviera
(provincia di Brescia), ex
dimora dell’imperatore
d’Austria Francesco Giuseppe sul Lago di Garda,
propone due pacchetti benessere Aqua Spa:
Fuga dalla città (due
notti+trattamenti+cena
degustazione) e Mordi
e fuggi (weekend con
pernottamento nelle camere degli Asburgo+cena
al beach club La
Darsena+trattamenti).
Alcuni esempi di pavimenti e, a destra,
una campagna pubblicitaria di Fiemme 3000
laboratori, un fatturato 2015 da 7
milioni di euro da
portare a 10 entro
il 2018, Fiemme
3000 ha adottato una nuova
strategia per l’internazionalizzazione, convinta di potersi
sviluppare meglio oltre confine
pur mantenendo la filiera produttiva in Italia. Nella metropoli cinese di Shanghai ha di
recente inaugurato il suo primo
negozio monomarca, all’interno di un’ex area industriale
ora abitata da designer, artisti
e creativi. Si tratta di un’ini-
ziativa frutto di un fortunato
incontro con un imprenditore
cinese nel settore del legno (Mr.
Shao), innamoratosi delle produzioni di Fiemme 3000 e che
con la sua Padovaer Woodware
Co. Ltd. ha deciso di aprire un
innovativo showroom al primo piano di una struttura che
ospita diversi studi di architettura, puntando su un target di
clienti medio-alto, sensibile ai
temi green e di benessere ambientale.
Non c’è però solo la Cina nei
progetti di Fiemme 3000. Entro la fine dell’anno l’azienda di
Predazzo aprirà un punto
vendita anche a New York, dove
sarà presente con una rete di
imprese trentine. A seguire saranno sviluppati gli importanti
contatti già avviati in Russia, a
Dubai (Emirati Arabi Uniti) e
a Doha (Qatar). «Quel concept
di negozio che non riusciamo
a sviluppare in Italia, dove il
mercato è troppo affollato, lo
portiamo avanti all’estero»,
continua Felicetti, convinto
inoltre che per selezionare il
personale serva una struttura
interna apposita come la Fiemme Green School che ha da
È PARTITO COL BOTTO IL MEGA MALL SULLA EX FABBRICA ALFA ROMEO
Dodici ore di coda per arrivare
al centro commerciale di Arese
DI
ANDREA MONTANARI
Nel weekend che ha di fatto consegnato
lo scudetto alla Juventus, che ha dimostrato che le Ferrari non sono ancora all’altezza delle McLaren (nonostante i proclami
dell’a.d. di Fca, Sergio Marchionne) e che
ha dato ragione al premier Matteo Renzi
sul referendum sulle trivelle, la vera notizia è un’altra. Ossia l’inaugurazione del
mostruoso, per le dimensioni (120 mila
metri quadrati o giù di lì), nuovo centro
commerciale di Arese, forse il più grande
d’Europa, voluto dall’ultra-ottantenne Marco Brunelli, patron del gruppo della gdo
Finiper e storico rivale di Bernardo Caprotti, ovvero mr Esselunga. Per arrivare
in quel di Arese, là dove un tempo sorgeva lo
stabilimento dell’Alfa Romeo (marchio oggi
del gruppo Fca di Marchionne di cui sopra),
100 mila persone, immaginiamo per la gran
parte italiani, magari lombardi o piemontesi
o in caso veneti, si sono sciroppate fino a 12ore-12 di coda. Manco fossimo a Ferragosto
a Rimini&dintorni. La società Autostrade
per l’Italia ha dovuto chiudere uno svincolo
(quello di Lainate). Manco stesse arrivando
il Papa. O Renzi. Una concentrazione umana da far impallidire anche i referendari che
forse, domenica, hanno perso decine di migliaia di potenziali sostenitori a quel 31,2%
che serve a poco o nulla.
Ma quel che forse è peggio è che c’è
gente, ci sono connazionali, che hanno fatto
due ore di fila per mangiare pollo fritto e patatine, come facevano forse noi da ragazzini.
Tutti davanti all’insegna di Kentucky Fried
Chicken (KFC), come se solo negli Usa sapessero fare questa antica e segretissima
ricetta. Sarà che siamo figli e schiavi della
società del consumismo e che di questi tempi, almeno a Milano, vanno di moda le chips
made in Olanda o Belgio. In tutto questo c’è
una considerazione economica non da poco.
Almeno una volta chi andava alle Feste de
L’Unità mangiava italiano e soprattutto lasciava denaro fresco a imprenditori italiani.
Oggi invece si va ad Arese, come fosse la caput
mundi del Terzo Millennio, a omaggiare e soprattutto rimpinguare le tasche di americani,
KFC appunto, danesi (i proprietari del mitico marchio della Lego) e pure degli irlandesi
di Primark (abbigliamento low cost, dove lo
scontrino medio per vestirsi da capo a piedi,
è di 48 sterline quindi 55 euro). Curioso poi
quest’ultimo caso: lo Stato italiano, ma anche
quello francese e tedesco, da tempo combatte
i colossi del web, Google su tutti, perché le
varie branch locali non pagano le tasse nel
paese in cui operano perché di fatto fungono
da service per le case-madri europee tutte o in
gran parte domiciliate in Irlanda. Verrebbe da
dire, in questo caso: cornuti e mazziati
Fine settimana, museo o barbecue?
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VE LO DICE
classmeteo.it
PER 27.000 LOCALITÀ ITALIANE E 170.000 CITTÀ DEL MONDO
poco lanciato. E questo perché,
dice, «se l’edilizia è andata in
crisi nel nostro Paese è anche
per colpa di chi ci lavorava. E’
arrivato il momento di cambiare gli attori; ci servono persone
nuove, giovani, che conoscano
le lingue, che non abbiano mai
lavorato in questo settore e non
vivano di rimpianti. Per questo
abbiamo deciso di formarle con
una nostra scuola prima di assumerle». I primi tre sono appena entrati nella squadra di
Fiemme 3000.
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TURISMO
Grimaldi
si espande
in Sardegna
Grimaldi Lines lancia il
collegamento giornaliero
Civitavecchia-Olbia con la
Cruise Olbia in grado di trasportare 1.600 passeggeri e
170 auto. Le partenze sono
previste, tutti i giorni, da
Civitavecchia alle 22,45 con
arrivo previsto ad Olbia alle
7,00 del giorno successivo.
Il ritorno è alle 12,30 con
arrivo alle 19. Per Grimaldi
Lines, l’operazione punta
all’espansione e al rafforzamento in Sardegna, destinazione che da giugno vedrà
raddoppiato il collegamento
Livorno-Olbia, già a cadenza
giornaliera e prossimamente
con due partenze quotidiane
da entrambi i porti.
Per la stagione estiva 2016,
Grimaldi Lines ha previsto
una serie di promozioni, tra
loro non cumulabili, su tutti i collegamenti passeggeri
da e per la Sardegna. Per
esempio, l’Advanced booking 30% offre uno sconto
speciale del 30% sui biglietti relativi a passaggio ponte,
supplemento sistemazioni e
veicoli al seguito (diritti fissi e supplementi facoltativi
esclusi), per prenotazioni
effettuate entro il 31 maggio con partenza in media
e alta stagione entro il 30
novembre.
18
Martedì 19 Aprile 2016
MEDIA
Negli Usa Prime Video si sgancia dal servizio di consegne lampo a cui era legata finora
Amazon, la vera sfida a Netflix
Offerta di streaming on demand mensile a 1 dollaro in meno
DI
ANDREA SECCHI
Sky e Sony, accordo
paneuropeo sui film
A
mazon lancia definitivamente il guanto di
sfida a Netflix sul video
on demand. Da domenica gli americani possono abbonarsi al servizio Prime Video
del gigante dell’e-commerce a
8,99 dollari al mese senza vincoli (al cambio attuale circa 8
euro) ovvero 1 dollaro in meno
dell’abbonamento più diffuso
di Netflix, quello in Hd che costa 10 dollari (per la definizione standard si parte invece da
7,99 dollari).
Fino a questo momento Prime Video era un bonus inserito nel più generale Prime di
Amazon, che costa 99 dollari
all’anno e il cui principale servizio è la consegna degli ordini
sul sito gratis in massimo due
giorni più vari altri benefit, tra
cui musica in streaming e una
selezione di ebook. Dal momento che ogni mossa di Jeff
Bezos è pesata e calcolata,
evidentemente l’offerta video
è ormai giudicata abbastanza
competitiva rispetto a quella di
Netflix e in grado di cammina-
Sky e Sony Pictures Television hanno annunciato il primo accordo pluriennale paneuropeo sui film, che riguarda
i servizi Sky in abbonamento e in pay per view di cinema
in Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania e Austria. L’accordo comprende tutte le nuove produzioni Sony, anche
in Ultra Hd: gli abbonati a Sky Cinema in Italia e ai servizi
negli altri paesi (Sky Movies e Sky Film) avranno la possibilità di guardare i film Sony più di un anno prima degli
altri servizi in abbonamento e pochi mesi dopo la loro
uscita nelle sale. Allo stesso modo coloro che utilizzano
servizi pay per view cinema (Sky Primafila, Sky Store e
Sky Select) avranno la possibilità di affittare, e in alcuni
casi acquistare, sia le nuove produzioni che i classici.
Jeff Bezos
re da sola. Da un po’ di tempo,
infatti, Amazon ha cominciato
a investire seriamente per acquisire diritti in esclusiva per
Prime Video (Downton Abbey
e Mr Robot, fra gli altri), ha direttamente prodotto serie come
Mozart in the jungle e Transparent arruolando persino Woody Allen per una nuova serie
che sarà lanciata quest’anno.
Per giunta, lanciando un’offerta video separata dal resto,
Bezos potrà ottenere un altro
vantaggio (o forse è questo il
France Télé chiude in utile
con un artificio contabile
Da Parigi
GIUSEPPE CORSENTINO
Sorpresa. Il primo bilancio di France Télévisions,
la Rai francese, firmato dal nuovo presidente Delphine Arnotte, l’equivalente della nostra Monica
Maggioni, porta il segno più. Più 200 mila euro. Per
la prima volta dal 2012.
Ma, attenzione, si tratta solo di un artificio contabile alla luce delle nuove regole di contabilità
pubblica, insomma di un maquillage finanziario che
non fa di certo sparire la voragine delle perdite
accumulate negli ultimi anni e arrivate a quota 50
milioni di euro (a fronte di 2,4 miliardi di canone
pagato dai francesi nella bolletta della luce).
In ogni caso, il piccolo avanzo contabile consente
alla neopresidente di continuare con più lena nel
difficilissimo lavoro di ristrutturazione dell’emittente pubblica i cui bilanci sono appesantiti non
solo dal calo della raccolta pubblicitaria ma soprattutto dal numero dei dipendenti, quasi diecimila, tutti assunti con contratti di lavoro a tempo
indeterminato e a condizioni economiche più che
vantaggiose.
Nei primi mesi di quest’anno in duecento «son partis», si sono dimessi e se ne sono andati spontaneamente. Ma non bastano e per ridurre la voce «costo
del lavoro» la Ernotte dovrà impegnarsi a trattative
sindacali estenuanti.
Così come sta facendo in questi giorni per portare
a termine il progetto di fusione delle redazioni di
France2 e France3 e creare un unico polo informativo sotto il marchio-ombrello di FranceInfo. Lo
scontro, come ha scritto ItaliaOggi il 13 aprile, è
divampato feroce («La Tourmente à France tv», ha
titolato in prima pagina il quotidiano Le Monde)
e ha coinvolto immediatamente il nuovo direttore
dell’informazione, Michel Field (il Carlo Verdelli
francese, se vogliamo trovare un paragone) di cui i
giornalisti hanno chiesto le dimissioni dopo appena
cinque mesi dal suo insediamento. Insomma, niente
di nuovo a Parigi, come a Roma Saxa Rubra.
@pippocorsentino
© Riproduzione riservata
principale motivo, chi lo sa):
quello di far capire agli utenti
il valore di un abbonamento
tradizionale a Prime, che fatti
i conti costa meno del solo video
e offre di più.
Non ci sono numeri sui
clienti di Prime negli Usa, ma
alcune stime parlano di 50/60
milioni di abbonati, dati comunque non significativi per
capire quanti abbiano fatto
l’abbonamento in primo luogo
per i video. Analizzando l’utilizzo dei dati in rete, c’è chi ipo-
tizza gli utenti reali di Prime
Video siano il 10% di quelli di
Netflix negli Usa, pari a 45,4
milioni a fine marzo.
In Italia il servizio Prime
consente di avere le consegne
in un giorno su 1 milione di
prodotti a 19,99 euro all’anno,
ma non c’è ancora il video on
demand, presente al di fuori
degli Usa solo in Regno Unito
e Germania.
L’annuncio di Amazon è ar-
rivato poche ore prima del rilascio della trimestrale di Netflix
(avvenuto nella tarda serata
di ieri quando questo giornale
era chiuso in redazione), anche questa una mossa scaltra:
quando si scoprirà se gli 1,75
milioni di abbonati netti in più
negli Usa previsti dall’azienda
saranno stati raggiunti, si parlerà molto anche della nuova
sfida di Bezos.
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Yahoo, Verizon in pole per l’acquisizione
Niente offerte da Time e Alphabet
Verizon Communications è in prima
fila nell’operazione Yahoo in seguito
alla decisione di diversi pretendenti di
abbandonare la partita.
In vista del termine ultimo per la presentazione delle offerte per l’acquisizione degli asset online
previsto per la giornata ieri, il colosso delle telecomunicazioni
statunitense è uno dei
pochi candidati rimasti
in corsa dopo la decisione di molte delle 40
aziende interessate di
non procedere con la
transazione.
Tra le aziende che
hanno preferito abbandonare la contesa
figurano, secondo il
Wall Street Journal,
Time Inc, intimorita
Lowell
dagli eccessivi rischi
McAdam
legati alla transazione,
Alphabet (la holding a
cui appartiene Google),
Comcast, At&t e Iac/Interactivecorp.
Verizon, azienda guidata da Lowell
McAdam con una capitalizzazione di
mercato di 210 miliardi di dollari e una
liquidità di 4,5 miliardi, si troverà ad
affrontare la concorrenza soprattutto
di società di private-equity come Bain
Capital, TPG e Advent International.
Kkr ha manifestato interesse ma non
è chiaro quali siano le sue intenzioni,
mentre la britannica Daily Mail & General Trust è ancora in trattative con
aziende sempre del private-equity per
delineare un’offerta congiunta.
Yahoo ha messo sul mercato il suo core
business nel mondo di internet, da cui
potrebbe incassare tra 4 e 8 miliardi
di dollari anche se i recenti problemi
potrebbero ridurre anche di molto l’incasso complessivo, e le partecipazioni
in Alibaba e Yahoo Japan. Ai potenziali
acquirenti è stato chiesto esplicitamente di precisare a quali asset siano interessati e a che prezzo.
Alcuni potrebbero essere interessati solo al
core business del web
e altri alle sole partecipazioni.
Secondo i rumors circolati nei giorni scorsi,
l’offerta di Verizon dovrebbe essere di 8 miliardi di dollari (7 mld
di euro) per l’acquisizione delle attività
internet di Yahoo che
comprendono siti come
Yahoo Sport, Yahoo Notizie e Yahoo Finanza,
l’omonimo motore di
ricerca, il servizio di
e-mail, la piattaforma
per blog Tumblr e quella per immagini Flickr. La proposta dovrebbe comprendere anche l’acquisizione della quota in Yahoo Japan, società
separata da quella americana e in cui
quest’ultima detiene un 35% valutato
in passato 8,5 miliardi di dollari (8 miliardi di euro).
«Verizon sta cercando di spostare le
proprie attività dall’analogico al digitale», ha detto Craig Moffett, analista di
MoffettNathanson. «Quindi ritiene che
combinare gli asset della sua Aol con
Yahoo potrebbe consentire di avere la
piattaforma pubblicitaria digitale di cui
ha bisogno per portare avanti la strategia di rinnovamento».
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Martedì 19 Aprile 2016
MEDIA
19
1
Il Biscione diventerà ufficialmente azionista di controllo del gruppo radio nel secondo semestre 2016
Mediaset-Finelco, parte l’iter
Rti avrà il 69% di RB1 e sarà l’editore di 105, Rmc e Virgin
DI
CLAUDIO PLAZZOTTA
N
el secondo semestre
del 2016 Mediaset diventerà ufficialmente
azionista di controllo di
Finelco, il gruppo radiofonico di
105, Rmc e Virgin attualmente in mano ad Alberto Hazan.
Dopo la decisione dell’Antitrust,
infatti, può partire l’iter che
porterà le emittenti milanesi
di Largo Donegani nelle braccia del Biscione. Attualmente
Hazan controlla il gruppo tramite la società Unibas sgps ltd,
a sua volta controllata dalla società RB1. Ebbene, al momento
Rti-Mediaset detiene il 19% di
azioni ordinarie con diritto di
voto di RB1 e il 50% di azioni
senza diritto di voto, ma convertibili. E la conversione avverrà
in prossimità di giugno-luglio,
con effetti contabili sul secondo semestre del 2016. A questo
punto Rti avrà il 69% di RB1,
società che, indirettamente,
controlla Finelco, E diventerà,
quindi, editore di riferimento
delle tre radio, cui affiancherà R101 e Radio Orbital, delle
quali è già editore.
Quanto, invece, alla raccolta
pubblicitaria, la concessionaria
Mediamond (joint venture tra
Mediaset e Mondadori) potrà
continuare a raccoglierla per
R101, Finelco, Subasio, Radio
Norba, Radio Suby, ma dovrà
rinunciare a Radio Italia (da
fine 2016) e Kiss Kiss (da fine
2017). Non potrà sottoscrivere
ulteriori contratti di raccolta
con queste emittenti almeno
fino al 31 dicembre 2020, come
non potrà, sempre entro fine
2020, diventare editore
di altri circuiti nazionali
(detiene, tuttavia, il titolo autorizzativo alla
trasmissione di Radio
Orbital, che in futuro
potrebbe essere equiparato a quello di una
concessione radio nazionale).
Con i singoli centri media, infine, dovranno essere
sottoscritti contratti autonomi da Mediamond per il
mondo radio, rispetto ad altri contratti
dell’universo Mediaset (Publitalia
o Digitalia).
Nonostante avesse in ballo
una decisione dell’Antitrust
(uscita lo scorso 15 aprile) su
questioni di posizione dominante, Mediaset ha organizzato, lo
scorso 26 gennaio a Milano,
una serata di presentazione del
«Sistema radio Mediamond».
Ampi stralci di quella presentazione sono finiti proprio nel
dispositivo dell’Antitrust e
sono stati usati per dimostrare
la posizione dominante del Biscione e quindi la necessità di intervenire. È
l’Authority stessa
a scrivere che
nei documenti
presentati a
1.200 esponenti di aziende,
agenzie, centri
media si parla
di «leadership
incontrasta-
Alberto
Hazan
Internet, il 73% del tempo è su mobile
ma il pc resiste per siti per adulti, news e mail
Totale tempo speso nel mese, italiani 18-74 anni
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Distribuzione tempo speso online tra pc e mobile. Utenti 18-74 anni. Elaborazione ItaliaOggi su dati Audiweb
C’è sempre più mobile nella navigazione degli italiani: l’audience online da smartphone
e tablet è cresciuta del 26,4% negli ultimi
due anni, con 18,2 milioni di utenti nel giorno medio (10,2 milioni quelli che utilizzano
soltanto il mobile). Per contro, è evidente la
flessione del pc: -12,7% nello stesso periodo,
per un totale di 11,5 milioni.
Il fenomeno che emerge dalle elaborazioni
dei dati Audiweb presentate all’ultimo Iab
Seminar è ancora più evidente se si considera il tempo trascorso a navigare sui dispositivi. A gennaio il 73% era dedicato appunto al
mobile, in crescita dal 67% di un anno prima
e solo il 27% al pc, mentre nel gennaio 2015
questa percentuale era il 33%. E quando si
naviga da smartphone o tablet lo si fa principalmente con le app (84,5%, sebbene se ne
utilizzino poche fra le tante) e solo raramente con il browser mobile (15,5%).
Ma non tutte le categorie dei siti rispondono a questo schema generale. Ce ne sono
alcune, infatti, per le quali il pc vince sempre
sul cellulare in fatto di percentuale di tempo.
È il caso dei siti per adulti, ultima categoria
fra quelle nella tabella in pagina per tempo
totale trascorso dagli utenti, ma con la particolarità che comunque i navigatori stazionano su PornHub e gli altri più da computer
(69%) che da mobile (31%).
Allo stesso modo, il tempo maggiore per la
lettura delle notizie si passa su pc (61,1%,
current events & global news), così per
l’utilizzo dell’email (55,9%) e per i siti
sportivi (50,5%). Per il resto il mobile la
fa da padrone.
ta» del sistema radio Mediamond, un sistema «in grado di
raggiungere qualsiasi target
nell’ambito della popolazione individui 15-64 anni», con
«una grandissima audience
(quasi televisiva)», e che può
organizzare «eventi e attività
cross mediali con la tv».
Anche nei rilievi sollevati da
Mediaset in ambito di dibattimento all’Antitrust, qualcosa
non è filato per il verso giusto.
Per esempio, Mediaset dice che
«i fatturati di Finelco sono sovrastimati, poiché includono le
commissioni di agenzia». Come
a dire che i dati pubblici di Finelco, quelli usati dalla stessa
Mediaset-Rti per valutare l’opportunità o meno del suo investimento, non sono del tutto
realistici (nel bilancio 2014 di
Finelco, ultimo disponibile, si
parla di ricavi per 83 milioni di
euro e di un fatturato pubblicitario netto per 59,8 milioni di
euro). E infatti l’osservazione
di Mediaset viene severamente bacchettata dallo stesso
Antitrust (punti 114-115116 del dispositivo) sia nel
merito sia nel metodo.
Un altro paio di considerazioni interessanti emergono
poi dalla disamina dell’Antitrust sul mondo radiofonico
italiano. Innazitutto, viene
fatta una precisa distinzione
tra radio prevalentemente
giovanili (Virgin, Kiss Kiss,
m2o), quelle con un pubblico
maturo (i canali Rai e Radio
24), femminile (Radio Italia,
Subasio), generalista (Deejay,
R101, Rds, Rtl 102,5), maschile
ma con un profilo più maturo
rispetto alle generaliste (Rmc,
Capital), maschile ma con un
profilo più giovane delle generaliste (105).
Un secondo punto è il pericolo paventato da Rtl 102,5,
Rds e il gruppo Espresso circa
un ingresso massiccio di Mediaset nel mondo radio, tale
da condurre a svalutazioni del
mezzo e a forti sconti sugli spazi pubblicitari, nell’ordine del
7-9%: «Se i ricavi del mezzo radio dovessero calare del 7-9%,
sarebbe a rischio il pareggio di
bilancio per Rtl 102,5 e Rds»,
si scrive nel dispositivo Antitrust.
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In edicola il libro di Dini
sulla sua idea dell’Italia
Una certa idea dell’Italia, cinquant’anni tra scena e retroscena della politica e dell’economia, è questo il titolo
del libro di Lamberto Dini (con Luigi Tivelli) che i lettori
di ItaliaOggi e MF-Milano Finanza possono ora acquistare in edicola.
Il saggio ripercorre più di mezzo secolo vissuto sulla scena politica ed economica italiana e internazionale da un
uomo che ha riunito in sé diverse qualità politiche, oltre
che economiche e finanziarie. «Un uomo che non partecipiù da protagonista alla vita popa p
litica... ma che ha mantenuto una
litic
profondità di analisi e una visione
pro
internazionale che gli consentono
inte
un’originale capacità di giudizio»,
un’
scrive
nell’introduzione al volume
scr
Antonio
Polito, vicedirettore del
An
Corriere
della Sera.
Cor
«Questo libro non è né vuole esse«Q
re autobiografico, ma piuttosto un
contributo a chi oggi governa il Pacon
ese perché si convinca su che cosa
si debba fare per risanare l’Italia,
stesso tempo un contributo
e allo
a
altrettanto
importante nei conalt
che scelgono chi deve governare»,
fronti dei concittadini ch
prefazione Paolo Panerai, vicepresidente
aggiunge nella prefazion
e amministratore delegato di Class Editori (società che
edita il volume, oltre che partecipare al capitale di questo
giornale).
Il lavoro ha il vigore di un saggio critico sul presente
dell’Italia e dell’Europa, ma è anche proiettato sul futuro.
Perché leggerlo? Per la sua capacità di essere attuale. Dini
interviene in modo deciso sulle vicende di oggi, sia «imputando poco coraggio al primo ministro nell’affrontare
l’eccesso di intermediazione pubblica nell’economica, sia
invitando Matteo Renzi a un uso maggiore del compromesso, che... non è un peccato ma la risposta che serve
ad evitare assolutismo e intolleranza», sottolinea Polito.
E proprio «a Renzi potrebbe essere dedicato il libro», sostiene Panerai, «perché ripercorrendo la vicenda politica
ed economica dell’Italia...possa trarne spunto per attuare
una politica liberal-democratica dove lo Stato sia meno
presente nell’economia e l’Europa non impedisca al paese
di crescere».
20
Martedì 19 Aprile 2016
MEDIA
CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA
Sole 24 Ore, per la prima volta
ipotesi vicepresidente esecutivo, aspettando il nuovo a.d.
Mentre l’attenzione è concentrata
sull’offerta di Urbano Cairo su Rcs
e i francesi di Vivendi che si sono
comprati la pay tv Premium di Mediaset, c’è un altro gruppo editoriale
che prepara qualche novità a breve:
si tratta del Sole 24 Ore da cui è
in uscita l’attuale a.d. Donatella
Treu, non ricompresa nella lista
per il nuovo consiglio presentata da
Confindustria (che controlla l’editrice col 67,5%). Il nuovo presidente
designato è Giorgio Squinzi, patron
della Mapei ed ex presidente dell’associazione degli industriali italiani
fino al 25 maggio scorso (quando è
stato eletto Vincenzo Boccia al timone delle salernitane Arti Grafiche
Boccia). Ma chi sarà il prossimo
a.d.? Al momento, secondo quanto
risulta a ItaliaOggi, l’incarico per
selezionare il nuovo profilo è stato
assegnato a due società di headhunting. Indiscrezioni di mercato
hanno fatto vari nomi di candidati
tra cui quello di Alessandro Bompieri, oggi a capo della divisione
News Italia di Rcs-Corriere della
Sera. Ma per via Monterosa, a
Milano, l’intenzione sembra voler
puntare non su un nuovo amministratore delegato, bensì nominare
per la prima volta un vicepresidente con deleghe operative. Per la
carica sono in pole position Carlo
Pesenti dell’omonima famiglia di
industriali bergamaschi con Ital-
cementi, e quello di Luigi Abete,
tra l’altro presidente di Bnl e a.d.
dell’agenzia stampa romana Askanews. Entrambi fanno parte della
lista presentata da Confindustria,
ma per Abete è una conferma, per
Pesenti un ingresso. Se il primo è
più impegnato nel settore editoriale, il secondo ha tra l’altro un
passato come consigliere di Rcs.
Wi k i p e d i a R e search, Telecom
prima per completezza d’informazione sull’enciclopedia online. Telecom Italia è prima nella
classifi ca italiana
Wi k i p e d i a R e s e arch, che valuta la
completezza delle
voci su Wikipedia
delle cento maggiori aziende tricolore.
Giunta alla quarta
edizione in Italia,
la classifica ha assegnato il 94% di
soddisfazione dei
criteri in considerazione a Telecom.
Seguono sul podio
Eni (84%) e Intesa
Sanpaolo (82,8%).
Mate debutta domani in edicola.
Il nuovo mensile
della casa editrice Centauria
diretto da Luciano Regolo vuole
promuovere la matematica tra il
grande pubblico, con interviste,
spiegazioni e giochi. È disponibile
in edicola e su mobile (via abbonamento o singola copia).
R o s s a n i g o a l l a c o mu n i c a zione di Allianz Italia. Carlo
Rossanigo sarà ufficialmente da
domani il nuovo responsabile della
comunicazione di Allianz Italia
(come anticipato da ItaliaOggi
del 13/4/2016). A Rossanigo, che
lascia Rcs Mediagroup, faranno
capo le attività di media & external relations, csr, comunicazione
interna, eventi e servizi alla rete e
sponsorizzazioni.
News Corp, nuova accusa a Google:
utilizza gli articoli online senza permesso
Larry Page
Rupert
Murdoch
News Corp denuncia una seconda volta
Google davanti alla Commissione europea,
accusando questa volta il motore di ricerca americano di copiare le notizie di altri
editori e inserirle tra i suoi risultati online,
anche quando l’editore che ha pubblicato
quegli articoli non ha acconsentito al loro
utilizzo. L’obiettivo di Alphabet, holding di
Google, è rafforzare la propria posizione
dominante, secondo l’accusa, e in particolare voler attirare sempre più pubblicità
internet. Già, lo scorso aprile, il gruppo
guidato da Rupert Murdoch (che edita tra
gli altri il Wall Street Journal) aveva denunciato più in generale l’azienda hi-tech
Usa per le sue pratiche concorrenziali ma
senza voler aggiungere ulteriori dettagli.
In precedenza comunque, sempre contro
il colosso guidato da Larry Page, anche
l’Unione europea ha aperto un’indagine
sospettando che i risultati del motore di
ricerca siano distorti per favorire i servizi
di shopping online della grande G. Secondo
il Wall Street Journal, la Ue sta decidendo adesso se formalizzare a breve o meno
quest’accusa.
TELEKOMMANDO
LA VIGNETTA DEL GIORNO
In Rai nascerà la direzione cultura
DI
GIANFRANCO FERRONI
In Rai nascerà la «direzione cultura»: nei
prossimi giorni la nomina del prescelto per la
prestigiosa carica. I candidati sono numerosi:
tra i più quotati il giornalista Duilio Giammaria, conduttore della fortunata trasmissione Petrolio, su Rai 1, dove ha sempre dedicato
grande attenzione ai beni culturali.
***
Var. %
30/12/15
Capitaliz.
(mln €)
0,61
7,88
386,2
1,68
-12,00
110,0
0,4307
-
-38,03
40,7
Sarà Simone Annichiarico a condurre (al
posto di Alessia Marcuzzi che ha rinunciato
senza penale) la serata di musica e spettacolo
allo stadio Olimpico di Roma in occasione del
Giubileo dei ragazzi, sabato 23 aprile. Ci saranno gli artisti più famosi del momento, da
Lorenzo Fragola a Francesca Michielin
e ancora Arisa, Giovanni Caccamo, Moreno, Deborah Iurato, Shari, Dear Jack,
Fuoricontrollo, Andrea D’Alessio. Una
festa dedicata ai ragazzi, in un evento curato
dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della Conferenza episcopale italiana
con la collaborazione di Tv2000 (canale 28
digitale terreste, 18 TivuSat, 140 Sky, in streaming su www.tv2000.it) a cui è stata affidata
la diretta televisiva. Diretta radiofonica sul
circuito inBlu, il network delle radio cattoliche italiane.
Espresso
1,0120
2,22
-
417,0
***
Il Sole 24 Ore
0,5450
-2,33
-15,50
23,6
Sei in un Paese meraviglioso raddoppia. Dopo
il successo della prima stagione, da giovedì 21
aprile le experience del progetto di Autostrade per l’Italia prendono vita sullo schermo
con immagini in alta definizione, con diciotto nuovi appuntamenti, quattro itinerari per
ogni puntata e un solo «Virgilio»: Dario Vergassola che, partendo dalle aree di servizio,
andrà alla scoperta degli angoli più suggestivi
e meno conosciuti dei territori che circondano
L’editoria in Piazza Affari
Indice
Chiusura
Var. %
Var. % 30/12/15
FTSE IT ALL SHARE 20.049,55
FTSE IT MEDIA
13.508,06
0,55
1,03
-13,71
0,08
Titolo
Rif.
Var.
%
Cairo Communication
4,9300
Caltagirone Editore
0,8800
Class Editori
Mediaset
3,9340
1,29
2,66
4.646,9
Mondadori
0,9880
-0,10
-4,91
258,3
Monrif
0,2131
-
-19,31
32,0
Poligrafici Editoriale
0,1940
-
-23,59
25,6
Rcs Mediagroup
0,5795
1,67
-6,61
302,4
Seat Pagine Gialle
0,0026
-
-16,13
167,1
la rete autostradale. Itinerari originali, studiati con il contributo scientifico di Touring
Club Italiano e Slow Food per un progetto
che vuole valorizzare migliaia di «bellezze
nascoste» che si trovano in un raggio di 50
km dalle uscite autostradali. La produzione
di Autostrade per l’Italia nasce da un’idea del
direttore relazioni esterne, affari istituzionali
e marketing di Autostrade per l’Italia Francesco Delzio, rilanciata dal direttore Sky
Arte Hd Roberto Pisoni. La serie tv è realizzata da Ballandi Arts. Presentazione, ieri,
nello scenario del palazzo Farnese di Caprarola, con il soprintendente per il polo museale
del Lazio Edith Gabrielli e il sindaco del
comune caprolatto Eugenio Stelliferi.
***
Dal piccolo schermo alle presentazioni di libri:
la scorsa settimana due giornalisti del Tg1 a
Roma hanno calcato le scene della Feltrinelli di galleria Sordi e della fondazione Besso
di largo Argentina. Nella prima, Fabrizio
Ferragni ha accompagnato la presentazione
del romanzo Vite sotto assedio di Nazzareno
Pietroni, nella seconda Gianni Maritati
è stato chiamato da Mariarita Pocino a
«lanciare» il volume Le chiese di Roma da
non perdere.
***
Astri nascenti del piccolo schermo: un principe del foro come il vicepresidente di Mineracqua Ettore Fortuna riscuote consensi a
ogni apparizione, diurna e notturna, sulle reti
televisive. Obiettivo, sottolineare la qualità
delle acque minerali italiane, batteriologicamente pure: «Non c’è acqua più fresca»,
direbbe l’attore e commediografo Giuseppe
Battiston.
[email protected]
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Mercati
Martedì 19 Aprile 2016
& Finanza
21
in edicola ccon
Il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,55% dopo un avvio negativo. Bene Saipem e Fca
Doha non spaventa la borsa
Atlante ha trascinato i bancari: brillano B. Mps e Carige
P
iazza Affari ha mostrato un’ottima tenuta dopo il nulla di fatto dal vertice di Doha
(si veda articolo a pagina 25)
dove i paesi produttori non
sono riusciti a trovare l’accordo sul taglio alla produzione
di greggio a causa delle tensioni fra Arabia e Iran.
Il Ftse Mib ha chiuso in
rialzo dello 0,55%, a 18.358
punti, annullando tutte le
perdite segnate in avvio di seduta (17.903 punti il minimo
intraday). C’è stato un buon
movimento sui titoli bancari,
in scia al fondo Atlante, che
hanno registrato una buona
performance: B. Mps +8,24%,
B. Carige +6,74%, Ubi B.
+4,98%, Bp E.Romagna
+2,58%, Mediobanca +1,67%,
Intesa Sanpaolo +0,49% e Bp
Milano +0,39%. In calo solo B.
Popolare (-0,48%) e Unicredit
(-3,43%) che hanno pagato lo
stacco del dividendo. Tra i
titoli che hanno staccato la
cedola anche Prysmian (0,42
euro-azione; -0,99% a 20,09
euro), B. Mediolanum (0,14
euro-azione; +0,35% a 7,105
euro) e Finecobank (0,255
euro-azione; +0,42% a 7,105
euro). Fermi invece i big Intesa (+0,49%) e Unicredit
(+0,06%). Nel risparmio
gestito in evidenza Anima
(+5,76%), Fineco (+4,16%),
tra gli assicurativi è salito
Unipol (+5,36%).
Bene Fca (+3,14%), nel
gruppo è risultato in rialzo Cnh (+4,50%), ed Exor
è sul +1,98%. Nell’energia
Enel è migliorato dell’1,84%,
Eni -0,30%, è salito Saipem
(+5,21%). Negativo Telecom
Attacco a Draghi, il partito
della Markel vuole la Bce
(-1,68%) alla notizia che Vivendi ha leggermente diminuito la propria quota, giù Stm
(-1,75%) su un report negativo. In rialzo Rcs (+1,67%)
In consistente rialzo Finmeccanica (+1,84% a 11,06
euro) che ha beneficiato
dell’upgrade di Ubs a buy da
neutral, con prezzo obiettivo
fissato a 13,6 euro. In leggero progresso S. Ferragamo
(+0,42% a 21,34 euro) su cui
Société Générale ha ridotto
il prezzo obiettivo da 24 a 22
euro, confermando la raccomandazione hold.
In rosso invece Stm (-1,75%
a 5,04 euro). Kepler Cheuvreux (hold, Tp 7 usd) teme
un taglio del dividendo.
Sul resto del listino si segnala Astaldi (+4,66% a 4,09
euro) che con un pool di imprese si è aggiudicata il contratto per la realizzazione
dell’autostrada Brasov-Ora-
dea, in Romania.
Ovs ha chiuso con un
+1,23% a 5,75 euro con gli
analisti che hanno continuato a dare giudizi positivi dopo
la pubblicazione dei risultati
2015. Gruppo Waste Italia
(+23,34%), Prelios (+11,87%)
e Risanamento (+7,5%) si
sono posizionati tra i migliori
titoli del Ftse Mib.
Il petrolio ha reagito con
cali del 5% circa, che si sono
poi ridotti nel corso della
seduta con il brent che ha è
risalito a 43,15 dollari al barile mentre il Wti ha virato salendo, ieri sera tardi, a 41,06
dollari al barile. A detta di
uno strategist il mercato un
po’ si aspettava questo esito e
infatti il settore dell’Oil&Gas
dopo un avvio in forte ribasso
ha ripreso quota con Tenaris
+0,43%. L’euro è passato di
mano a 1,1319 dollari.
La Germania attacca Mario Draghi e rivendica per sé
la massima poltrona della Bce, nel 2019, quando, dopo
otto anni, scadrà il mandato di Supermario. La Csu, il
partito conservatore bavarese alleato della Cdu della
cancelliera Angela Merkel, ha attaccato le politiche
monetarie espansioniste del presidente Draghi e ha
chiesto che il suo successore sia «un esperto finanziario tedesco che si senta fedele alla tradizione della
Bundesbank di stabilità valutaria. Le politiche di Mario Draghi hanno minato enormemente la credibilità
della Bce», ha dichiarato alla Bild il numero due del
gruppo parlamentare della Csu al Bundestag, HansPeter Friedrich. Sulla richiesta di un tedesco al timone
della Bce si è speso anche un altro parlamentare della
Csu, Hans-Peter Uhl che ha puntato il dito contro la
decisione dell’istituto di Francoforte di portare in territorio negativo i tassi sui depositi. Misura fortemente
avversata dalle Sparkasse, le casse di risparmio tedesche che offrono ai correntisti rendimenti piuttosto
redditizi ma che ora potrebbero vedersi costrette a
trasferire su di loro i tassi negativi. Di conseguenza
i risparmiatori, trovando sempre meno conveniente
depositare il denaro in banca, si stanno già spostando
sempre più sugli investimenti immobiliari. Il risultato è stato un aumento dei prezzi delle case che va a
colpire un altro pilastro del modello tedesco: mantenere l’inflazione bassa per poter contenere il costo
del lavoro.
Sono proprio questi fenomeni che, di recente, hanno
fatto salire alle stelle la tensione tra Draghi e il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, il quale ha accusato l’attuale politica monetaria della Bce di
essere responsabile di parte del recente successo alle
elezioni regionali del partito anti-euro Afd.
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QuotazioniRealtime
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TA S S I E VA L U T E
Cambi
Divisa
Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali
Valuta/
Euro
U.i.c.
prec.
Var.
ass.
Cross
su $
Tassi e dati macro
Ultima Prece- Variaz.
rilevazione dente assoluta
Corona Ceca
27,022
27,025
-0,0030
23,9006
Tasso ufficiale di riferimento
0,00
0,15
0,10
Corona Danese
7,4417
7,4414
0,0003
6,5821
Rendistato Bankitalia(lordi)
0,85
0,87
-0,01
8,2545
Tasso Inflazione ITA
-0,20
-0,30
0,10
-0,10
-0,20
0,10
Corona Norvegese
9,3325
9,3044
0,0281
Corona Svedese
9,1948
9,1902
0,0046
8,1327
Tasso Inflazione EU
Dollaro Australiano
1,4685
1,4648
0,0037
1,2989
Indice HICP EU-12
100,10
98,00
2,10
Dollaro Canadese
1,4612
1,4535
0,0077
1,2924
HICP area EURO ex tobacco
100,07
98,83
1,24
Dollaro N Zelanda
1,6303
1,6334
-0,0031
1,4420
Tasso annuo crescita PIL ITA
1,00
0,82
0,18
Dollaro USA
1,1306
1,1284
0,0022
-
Tasso di disoccupazione ITA
11,92
10,57
1,35
Fiorino Ungherese
310,33
310,54
-0,2100 274,4826
Franco Svizzero
1,0916
1,0919
-0,0003
0,9655
Rand Sudafricano
16,5061
16,4424
0,0637
14,5994
Sterlina GB
0,7978
0,79575
0,0021
0,7056
Yen Giapponese
122,32
122,91
-0,5900 108,1903
Zloty Polacco
4,3059
4,2967
0,0092
3,8085
LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti
rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese.
Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con
periodicità trimestrale. Inflazione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato
ogni mese dall’Istat.
Il primo quotidiano
finanziario italiano
Tassi Euro
E.O.N.I.A.
Scadenza
E.O.N.I.A.
Scadenza
1 sett
1 mese
2 mesi
3 mesi
4 mesi
5 mesi
-0,337
-0,340
-0,343
-0,346
-0,350
-0,354
6 mesi
7 mesi
8 mesi
9 mesi
10 mesi
12 mesi
-0,358
-0,363
-0,367
-0,372
-0,378
-0,386
Preziosi e metalli
Den.
Let.
Preziosi ($ per oncia)
Oro
1233,57 1233,71
Argento
16,24 16,26
Palladio
566,1 569,4
Platino
976,21 977,55
Metalli ($ per tonn.)
Aluminium
1570 1569,5
Rame
4827,5 4826,5
Piombo
1714
1713
Nickel
9145
9140
Den.
Stagno
17075
Zinco
1894
Monete e Preziosi (quote in €)
Sterlina (v.c)
243,87
Sterlina (n.c)
246,05
Sterlina (post 74) 246,05
Marengo Italiano 196,25
Marengo Svizzero 194,03
Marengo Francese 194,02
Marengo Belga
193,93
Euribor
Irs
Euribor
Scadenza
Int. Rate Swap (Euro)
Scad. Denaro
Lettera
1 Sett.
2 Sett.
1M
2M
3M
6M
9M
12 M
Let.
Fonte: EMMI
17055
1893
Btp
283,55
287,15
287,15
222,08
218,98
216,39
215,49
-0,361
-0,352
-0,342
-0,287
-0,249
-0,140
-0,073
-0,011
Valori al 15/04/2016
Btp
Scadenza
Rendimento
2Yr BTP
3Yr BTP
5Yr BTP
10Yr BTP
30Yr BTP
-0,013
0,036
0,345
1,349
2,473
1 anno
-0,168
-0,128
2 anni
-0,175
-0,135
3 anni
-0,145
-0,105
4 anni
-0,085
-0,045
5 anni
-0,003
0,037
6 anni
0,096
0,136
7 anni
0,207
0,247
8 anni
0,322
9 anni
0,431
0,471
10 anni
0,529
0,569
12 anni
0,698
0,738
15 anni
0,876
0,916
20 anni
1,011
1,051
25 anni
1,044
1,084
30 anni
1,043
1,083
0,362
22
Martedì 19 Aprile 2016
M E R CAT I E F I NA N Z A
Partito il roadshow, sul mercato il 28,75% del capitale
SFORZA FOGLIANI PRESIDENTE ASSOPOPOLARI
Technogym al via
Atlante non penalizzi
le banche corrette
Ipo: prezzo fra 3 e 3,75 euro
«Bisogna scongiurare che il fondo per gli aumenti di capitale
e le sofferenze (Atlante, ndr.) sia visto e venga interpretato
come un mezzo di salvataggio che, come già è avvenuto,
metta a carico delle banche corrette il soccorso a banche
concorrenti e vigilate». È quanto ha detto il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani, al convegno dell’Associazione nazionale fra le banche popolari per il suo 140°anniversario. «E urgente», ha aggiunto, «il ritorno allo stato di
diritto, anzitutto attraverso una giustizia civile efficiente,
che ripristini il valore dei contratti di diritto privato, anche
accorciando i tempi delle procedure concorsuali». «Bisogna
chiedersi se la politica monetaria sia davvero in grado di
farci superare il momento critico che attraversa l’Europa.
Va considerato che la politica dei tassi di interesse negativi
o al minimo è all’origine della crisi del 2007, non induce ad
affamare la bestia della spesa pubblica e a ridurre il debito,
che, come ci insegna l’esperienza della Destra storica, imbriglia l’iniziativa privata». Inoltre, per Sforza Fogliani «il
sistema bancario non può continuare a essere condizionato,
nella sua azione, dal pericolo di una fuga di denaro. Non
può essere anchilosato da un eccesso di regolamentazione,
proveniente proprio da un’istituzione che ha posto la proporzionalità tra i suoi principi fondamentali».
Anche in Italia «si parla sempre più di nuova economia», di
un’economia dei beni comuni che presuppone l’interazione
tra tutti gli attori economici secondo meccanismi di diritto
privato. Le banche popolari «sono a pieno titolo proiettate
nel futuro, perché, grazie alla capacità di essere presenze di
prossimità, sono rispondenti alle caratteristiche che saranno necessarie nella nuova fase di economia condivisa che ci
aspetta, un’economia libera da condizionamenti statalistici,
che invano si oppongono all’avvento di una società nuova,
che superi l’invasività dello stato moderno. Noi saremo anche con queste avanguardie».
T
echnogym, il colosso di Cesena
che produce apparecchiature
per la palestra, fondato
e presieduto da Nerio
Alessandri, ha avviato
il roadshow della Ipo
annunciata il 25 marzo, in vista della quotazione a Piazza Affari. Il
range di prezzo è stato
fissato indicativamente
tra i 3 e 3,75 euro per
le azioni riservate a
Nerio
investitori istituzionaAlessandri
li italiani ed esteri e a
investitori istituzionali
informativo da parte della
qualificati negli Stati Uniti.
L’operazione avviene trami- Consob e si prevede che si conte la società Salhouse holding cluderà il 28 aprile. Il periodo
sarl, veicolo di Arle Capital di lock-up per ognuno degli
partners, il fondo di private azionisti di Technogym e per
equity che intende vendere gli attuali azionisti (Wellness
57,5 milioni di azioni, che holding e Salhouse holding)
corrispondono al 28,75% del durerà 180 giorni dal closing
capitale di Technogym. In par- dell’operazione.
L’azienda, fondata nel 1983,
ticolare, 50 milioni di azioni, e
7,5 milioni di azioni relative oggi conta circa 2 mila dipendenti nelle 14 filiali in Europa,
all’opzione greenshoe.
L’avvio dell’offerta è previsto Stati Uniti, Asia, Medio Orienal completamento del processo te, Australia e Sud America ed
di approvazione del prospetto esporta il 90% della propria
AZIENDA SANITARIA LOCALE N.2 - OLBIA (OT)
Via Bazzoni Sircana 2 - 07026 Olbia
tel. 079/978409 - fax 0789/67645
sito internet www.aslolbia.it.
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE: PROCEDURA APERTA
PER L’AFFIDAMENTO TRIENNALE CON OPZIONE
DI RINNOVO DEL SERVIZIO DI OSSIGENOTERAPIA
DOMICILIARE PER LA ASL N. 2 DI OLBIA.
Numero CPV 85111700.
Data aggiudicazione appalto : deliberazione n.1341
del 02/12/2015,
Criterio di aggiudicazione : ART.83 D.Lgs.163/206
numero di offerte 1 - nome e indirizzo
dell’aggiudicataria VIVISOL SRL, via Borgazzi
27 -20052 Monza - gamma prezzi offerti – Valore
triennale dell’offerta cui è stato aggiudicato l’appalto
€ 2.221.500,00; vedasi, per il dettaglio, atti integrali
sul sito www.aslolbia.it- bandi e gare – esiti.
Data di pubblicazione del bando di gara alla
U.P.U.C.E: 09/09/2015
Data di invio del presente avviso all’ U.P.U.C.E:
06/04/2016.
Il Direttore del Servizio Provveditorato
e Amministrazione Patrimoniale
Avv. Roberto Di Gennaro
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Il mercato resta anche
in attesa di novità da
Spig e Coima Res.
Spig, società a capo di
un gruppo industriale
che progetta, realizza e
installa complessi sistemi di raffreddamento, a inizio
mese ha presentato la domanda di quotazione sul segmento Star, mentre Coima Res in
data 8 aprile ha deliberato la
riduzione della componente
inscindibile dell’aumento di
capitale a servizio dell’offerta, da 300 milioni a 215
milioni di euro, decidendo
di proseguire nel percorso di
quotazione solo attraverso il
collocamento riservato agli
investitori istituzionali.
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMUNE DI VERONA
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ESTRATTO DEL BANDO DI GARA N. 19/16
Per il giorno 1° giugno 2016 , alle ore 9:30 è
indetta una procedura aperta per l’affidamento
della fornitura di energia elettrica per tutte le
utenze del Comune di Verona dall’1.9.2016
fino al 30.8.2017. - CIG 6651087A9D, per
un valore dell’appalto di Euro 6.917.040,00
(I.V.A. esclusa), di cui Euro 1.836.585,00 (I.V.A.
esclusa) per la sola componente di energia
elettrica e la rimanente somma per oneri a carico
dell’Ente, non soggetti a negoziazione. L’offerta
dovrà pervenire all’Ufficio Protocollo Informatico
Archivio del Comune di Verona - Piazza Bra
n. 1 - entro le ore 13:00 del 30 maggio 2016.
Il bando integrale e i documenti necessari per
presentare offerta possono essere reperiti
sul sito Internet www.comune.verona.it
(tel. 0458077286/7812 - fax 0458077608).
Spedizione dell’avviso alla GUUE: 15 aprile 2016
Verona, 15 aprile 2016
IL DIRIGENTE DELLA DIREZIONE ECONOMATO
GESTIONE CONTRATTI UTENZE
Avv. Marina DESIGNORI
COMUNE DI PAVIA
AZIENDA USL DELLA ROMAGNA
Gara N. 1/2016
AVVISO DI GARA D’APPALTO PER ESTRATTO
PROCEDURA APERTA
AVVISO DI GARA
L’Azienda U.S.L. della Romagna – Rimini
indice procedura aperta ai sensi dell'art.
83 D.L.gs 163/06 e smi (offerta
economicamente più vantaggiosa) in base
ai criteri definiti nel Disciplinare di Gara per
la concessione del servizio di ristoro a
mezzo distributori automatici suddivisa in
n. 5 lotti per un periodo triennale con
facoltà di rinnovo per un ulteriore triennio.
Importi a base d'asta triennale IVA esclusa:
Lotto 1 - Euro 379.080,00 – Lotto 2 - Euro
149.760,00 – Lotto 3 - Euro 112.320,00
– Lotto 4 - Euro 458.640,00 – Lotto 5 Euro 159.120,00.
Le offerte dovranno pervenire entro e non
oltre le ore 12:00 del 19/05/2016
all’AUSL della Romagna – Rimini – Ufficio
Protocollo, via Coriano 38 – 47924 –
Rimini, corredandola della documentazione
richiesta. Il bando integrale è stato inviato
alla GUUE in data 05/04/2016.
Tutta la documentazione di gara
è
disponibile
sul
sito
www.
areavastaromagna.it. Per informazioni
tel. 0541-707590-707580 - fax 0541707579.
U.O. Acquisti Aziendali – Rimini
Il Direttore Dr.ssa Annarita Monticelli
produzione in oltre 100
paesi. La società attiva
a livello mondiale nel
settore delle soluzioni
fitness e wellness, ha
chiuso il 2015 con un fatturato di 512 milioni di
euro (+10% nell’anno) e
un ebitda di 86,7 milioni
(+40% sul 2014).
Questo Comune intende appaltare i seguenti servizi assi curativi per il periodo dalle ore 24.00 del 31/7/2016
alle ore 24.00 del 31/7/2021. Importo a base di gara annuo presunto al netto delle imposte di Euro
345.000,00 come segue suddiviso:
LOTTO
CIG LOTTO
IMPORTO COMPLESSIVO ANNUALE A BASE DI
GARA (COMPRENSIVO DI OGNI IMPOSTA E ONERE)
LOTTO 1 – TUTELA LEGALE
6646706B4C
€ 50.000,00
LOTTO 2 – INCENDIO
66467217AE
€ 60.000,00
LOTTO 3 – FURTO
6646733197
€ 9.500,00
LOTTO 4 - KASKO
664674182F
€ 6.500,00
LOTTO 5 - INFORTUNI
66467542EB
€9.000,00
LOTTO 6 – RCT/O
6646763A56
€ 195.000,00
LOTTO 7 RC PATRIMONIALE
66467721C6
€ 15.000,00
L’appalto verrà aggiudicato a mezzo procedura aperta a favore dell'offerta economicamente più vantaggiosa
ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. n. 163/2006.
Le offerte corredate dalla documentazione prescritta negli atti di gara, potranno essere presentate per uno
o più lotti e dovranno pervenire entro e non oltre le ore 19:00 del giorno 23/05/2016 tramite la piattaforma
telematica per l’E-Procurement di Regione Lombardia “SINTEL”.
La gara avrà luogo il giorno 24/05/2016 alle ore 12:00 presso una sala comunale.
Il bando è stato inviato all’Ufficio delle pubblicazioni ufficiali dell’Unione Europea in data 04/04/2016. Il Bando
con i relativi allegati ed i capitolati speciali d’appalto sono pubblicati all’Albo Pretorio on-line sul profilo del
committente e sulla Piattaforma SINTEL.
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
DIRIGENTE DEL SETTORE PERSONALE, AFFARI LEGALI, APPALTI E CONTRATTI,
ISTRUZIONE E POLITICHE GIOVANILI
Dott.ssa Ivana Dello Iacono
AVVISO GARA D’APPALTO
CON PROCEDURA APERTA
1. Ente appaltante: Società Brianzacque s.r.l.
– con sede in viale E. Fermi n. 105 – 20900
MONZA (MB) - telefono n. 039/262301 – telefax
n. 039/2140074 – sito www.brianzacque.it
2. Oggetto: Affidamento dei lavori per la realizzazione
della Vasca Volano in Comune di Nova Milanese
3. Codice identificativo gara (CIG) n. 665672466B
4. Tipo di procedura: procedura aperta ai sensi
dell’art. 3, comma 37 e dell’art. 55, comma 5,
del D.Lgs 163/2006
5. Criterio di aggiudicazione: l’appalto sarà
affidato mediante il criterio del prezzo più basso,
ai sensi dell’art. 82 del D.Lgs. n. 163/2006
6. I m p o r t o c o m p l e s s i v o d e l l ’ a p p a l t o :
€ 7.300.000,00, IVA esclusa
7. Presentazione delle offerte: entro le ore 12.00
del giorno 1° giugno 2016
8. Apertura buste: ore 10.00 del 6 giugno 2016
9. Documentazione: tutta la documentazione
relativa alla procedura di gara in oggetto è
disponibile sul sito internet di Brianzacque srl
www.brianzacque.it
10. Responsabile del procedimento: Danilo
Brambilla
Il Presidente
Enrico Boerci
Martedì 19 Aprile 2016
M E R CAT I E F I NA N Z A
23
Il gruppo amplia la propria offerta sul maggior mercato mondiale grazie alla jv con Gac
Fca, rilancio in Cina con la Jeep
La Renegade al salone di Pechino contro i Suv
F
ca punta a rilanciare
la sua ancora esigua
presenza in Cina con
uno dei suoi ultimi
prodotti più popolari. GacFca, joint venture tra Fiat
Chrysler Automobiles e la
cinese Guangzhou Automobile, ha avviato la produzione della Jeep Renegade nello
stabilimento di Guangzhou,
nel sud della Cina.
Il lancio della Renegade
nel maggior mercato automobilistico al mondo consente a Jeep di ampliare
la propria offerta in Cina
e rappresenta per Fca un
ulteriore passo importante
per le strategie di penetrazione nel paese asiatico
in particolare dopo l’avvio
della produzione locale del
Jeep Cherokee nello stabilimento di Changsha lo scorso
19 ottobre.
La produzione locale della
Jeep Renegade darà ulteriore impulso alla crescita di
Gac-Fca e alla capacità del
marchio Jeep di competere
nel segmento dei Suv in
Cina», si legge in una nota
della joint venture cinese di
Fca.
Per l’amministratore delegato del gruppo automobilistico Sergio Marchionne
«l’evento segna un passo
importante per la nostra
strategia di espansione del
marchio Jeep a livello globale e, altrettanto importante,
rappresenta un ulteriore
rafforzamento della collaborazione con il gruppo Gac,
nostro consolidato e rispettato partner qui in Cina».
Lo stabilimento di
Guangzhou, costruito congiuntamente da Gac e Fca,
è situato nel distretto di
CONSORZIO DI BONIFICA EST TICINO VILLORESI
(Ente di Diritto Pubblico)
20145 Milano – Via Ariosto n. 30
tel. 02.4561300 – fax. 02.48013031
AVVISO PER ESTRATTO
Si rende noto che l’Amministrazione del Consorzio di
Bonifica Est Ticino Villoresi di Milano ha provveduto
alla pubblicazione del seguente
BANDO DI GARA MEDIANTE PROCEDURA APERTA
Oggetto: “Interventi prioritari di consolidamento
e ripristino delle sponde del Naviglio di Pavia nei
comuni di Binasco e Casarile”.
Quantitativo o entità dell’appalto: Importo posto
a base di gara € 512.932,35 compresi oneri della
sicurezza pari a € 18.157,16 non soggetti a ribasso.
CUP: C31E15000430002 - CIG: 6652656965
Condizioni di partecipazione:
a) Qualificazione SOA categoria prevalente OG 8
classifica II;
b) autocertificazione situazione giuridica, requisiti
ex art. 38 D.lgs. 163/2006;
Durata dell’appalto: 75 giorni decorrenti dalla data
del verbale di consegna, da intendersi naturali e
consecutivi, durante il periodo di asciutta totale
del Naviglio di Pavia (asciutta totale autunnale
2016), sulla scorta delle effettive date e calendario
determinato con atti ufficiali del Consorzio di
Bonifica Est Ticino Villoresi, in cui potranno essere
realizzate le opere interne all’alveo.
Tipo di Procedura: Procedura aperta.
Aggiudicazione: Criterio dell’offerta economicamente
più vantaggiosa.
Termine per il ricevimento delle offerte: Ore12:00
del giorno 24 maggio 2016.
Modalità di apertura Offerte: Prima seduta pubblica
presso la sede di Via L. Ariosto, 30 – 20145 Milano
alle ore 14:00 del giorno 24 maggio 2016.
Bando pubblicato per estratto sulla GURI n. 43 del
15/04/2016 Serie Speciale - Contratti Pubblici.
I soggetti interessati possono visionare il bando
integrale sui siti internet:
http://osservatorio.oopp.regione.lombardia.it
www.infrastrutturetrasporti.it.
www.etvilloresi.it
Responsabile del Procedimento: dott. ing. Mario Fossati
Panyu a Guangzhou, all’interno del polo produttivo
automobilistico del Gruppo
Gac. Con una capacità produttiva complessiva di 160
mila veicoli l’anno, l’impianto è organizzato secondo i
principi del Wcm ed è dotato di impianti di ultima generazione e di un avanzato
modello di gestione ambientale. La produzione si sviluppa su quattro reparti,
stampaggio, lastratura, verniciatura e montaggio, può
contare su un centro per il
controllo qualità.
«Gac-Fca è un eccellente
esempio di collaborazione
tra Cina, Stati Uniti e Italia. Lo stabilimento Gac-Fca
a Guangzhou può contare su
numerosi vantaggi in termini di prodotto, tecnologie e
gestione. Darà indubbiamente ulteriore impulso
allo sviluppo non solo del
gruppo Gac, ma dell’intera
industria automotive nella
provincia di Guangdong»,
ha commentato Zhang
Fa n g y o u , p r e s i d e n t e d i
Guangzhou Automobile Industry Group Co..
Le prevendite della Jeep
Renegade prodotta in Cina
avranno inizio al salone
dell’auto di Pechino, al via
con le giornate dedicate alla
stampa il 25 aprile prossimo.
Lo stabilimento di
Guangzhou è il terzo della
rete produttiva di Fca ad
assemblare il Renegade.
Il Suv compatto del brand
Jeep viene prodotto da circa
due anni presso l’impianto
Sata di Melfi, in Basilicata, e dalla primavera scorsa a Goiana, nello Stato
brasiliano di Pernambuco.
Il lancio del Renegade sul
mercato, prima in Europa
e poi in Nord America, ha
consentito al brand Jeep di
aggiornare l’anno scorso i
suoi record commerciali con
un forte miglioramento della penetrazione soprattutto
nel Vecchio Continente e al
gruppo Fca di compensare
la contrazione delle vendite
del marchio Fiat in Brasile
cosi’ come di dare, insieme
alla 500X, un nuovo futuro
allo stabilimento lucano di
Melfi con oltre un miliardo di euro di investimenti,
nuove assunzioni ed elevati
livelli produttivi.
© Riproduzione riservata
Popolare Vicenza, l’inoptato sulle spalle di Atlante
Entra nel vivo l’azione del fondo Atlante, il veicolo privato in
fase di costituzione per impulso
dei principali istituti di credito
del paese, supportati da soggetti
istituzionali, assicurazioni e fondazioni bancarie, chiamato a farsi carico dell’eventuale inoptato
dei prossimi aumenti di capitale
e a sgravare i bilanci delle banche italiane rilevando pacchetti di
sofferenze.
A scandire i tempi dell’operatività del nuovo veicolo (entro fine
aprile il via alle operazioni) è
l’aumento di capitale che attende
la Banca popolare di Vicenza, operazione da 1,75 miliardi richiesta
dalla Banca centrale europea per
puntellare finanziariamente la
banca guidata da Francesco Iorio. Unicredit aveva sottoscritto
accordi con l’istituto vicentino
per garantire fino a 1,5 miliardi
dell’eventuale inoptato. Una scelta che, con l’acuirsi delle tensioni
in borsa, ha tuttavia mandato il
titolo in altalena per i timori che
la sottoscrizione dell’aumento
CITTÀ METROPOLITANA
DI NAPOLI
Si indice per il giorno 26/05/2016
ore 9.30 procedura telematica aperta
per progettazione ed esecuzione dei
lavori di miglioramento sismico del
liceo De Bottis di Torre del Greco.
CIG: 65288766E9 Importo totale
€ 840.631,18 (oltre IVA), scadenza
ore 8.00 del giorno 26/05/2016.
Il bando di gara è reperibile sul
Portale Gare https://garetelematiche.
cittametropolitana.na.it/portale.
Il Dirigente
Dott. Antonio Lamberti
trovasse pochi compratori e costringesse pertanto la banca guidata da Federico Ghizzoni a uno
sforzo eccessivo per tenere fede
agli impegni assunti. Proprio le
condizioni avverse di mercato,
comunque, costituivano una delle
tre opzioni che avrebbero permesso a Unicredit di chiamarsi fuori
per tempo dall’operazione.
La costituzione del Fondo Atlante, cui Unicredit parteciperà con
un apporto finanziario fino a un
miliardo di euro, ha cambiato le
carte in tavola (il discorso vale
anche per l’altro aumento di capitale, quello di Veneto Banca, che
vede Intesa Sanpaolo capofila del
consorzio di garanzia e che sarà
fino a un miliardo di euro), riportando ottimismo sulla buona riuscita delle due operazioni. Proprio
ieri mattina, Unicredit ha inoltre
comunicato al mercato che Atlante le subentrerà nella garanzia per
rilevare l’eventuale inoptato.
Ieri a Vicenza si è riunito il
cda.
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, #$* "-, #$2$0+(,
#(0(&$,6( *$,9#$*7
12 2 ,,3** 2 *&-+"/)%)
L’argomento portante della riunione è stata la determinazione
della forchetta di prezzo legata
all’imminente aumento di capitale, indicazione che inevitabilmente per i tanti piccoli soci dell’istituto significherà prendere atto
di una forte svalutazione: tutto
lascia infatti pensare che l’indicazione del prezzo sarà ben al di
sotto di quei 6,3 euro del diritto di
recesso offerto a suo tempo ai soci
che non avevano accettato la trasformazione in spa e che avevano
scelto di uscire dalla partita con
minusvalenze che in alcuni casi
arrivarono al 90%.
A chi ha scelto di rimanere nella partita non rimane ora che affrontare lo sbarco a Piazza Affari
con l’ottica da cassettista, nella
speranza che il titolo, grazie proprio al forte sconto con cui verrà
proposto e al possibile interesse
di soggetti istituzionali attirati
anche dall’addio al voto capitario, riguadagni terreno una volta
quotato.
Comune di Siena
Direzione Affari Generali – Servizio Gare e Appalti
Avviso di aggiudicazione di appalto
Affidamento del servizio di gestione, stampa,
notifica e riscossione in outsourcing di
verbali al Codice della Strada intestati a
soggetti residenti all’estero e recupero
crediti internazionale (CIG n. 6474440CE5).
Offerte pervenute: 1. Data aggiudicazione:
29/02/2016. Aggiudicatario: Società Nivi
Credit S.r.l, con sede in via Odorico da
Pordenone 20 – 50127 Firenze. Percentuale
di ribasso sull’aggio a base di gara del
5,00%. Avviso inviato alla G.U.U.E. in data
06/04/2016.
Il Responsabile
Dott.ssa Chiara Ravenni
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COMUNE DI GENOVA
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Via Garibaldi 9 Genova 16124
mail [email protected]
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STAZIONE UNICA APPALTANTE del COMUNE
ESTRATTO DI AVVISO DI GARA
Si rende noto che il giorno 26/05/2016 dalle
ore 9.30 avrà luogo procedura aperta per
l’affidamento del servizio di trasporto
scolastico con vettura di alunni/studenti
disabili, per il valore di Euro 516.872,31 oltre
IVA. Le offerte dovranno pervenire entro
24/05/2016 ore 12.00; il bando integrale è
scaricabile dai siti internet
www.comune.genova.it
www.appaltiliguria.it
www.serviziocontrattipubblici.it
IL DIRIGENTE
Dott.ssa Cinzia MARINO
© Riproduzione riservata
24
Martedì 19 Aprile 2016
M E R CAT I E F I NA N Z A
POLAR CAPITAL FUNDS
Comparto
Classe
di Azioni
Global Technology
CNP Alpenbank Aggressive
CNP Alpenbank Balanced
CNP Alpenbank Balanced 2
CNP Alpenbank Dynamic
CNP Alpenbank Substance
CNP CIIS Aggressivo
CNP CIIS Dinamico
CNP CIIS Equilibrato
CNP CIIS Moderato
CNP CIIS Prudente
CNP CIIS Total Return
CNP CIIS Essential
CNP CIIS Advanced
CNP Crescita
CNP Dynamic Structured Opp
CNP Equilibrato
CNP Fondo Interno Certius IV
CNP Fondo Interno Certius V
CNP Linea Aggressiva
CNP Linea Conservativa
CNP Dinamico
CNP Moderato
CNP Protezione
CNP Prudente
CNP Reddito
CNP Sviluppo
99,92
94,52
100,43
122,24
107,21
90,63
92,89
92,79
95,55
97,87
96,64
78,25
86,03
93,60
100,00
94,22
83,27
51,53
95,06
92,85
96,20
97,30
97,76
98,51
94,49
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
20/01/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
NAV
EUR
GBP
USD
Helvetia Compagnia Italo-Svizzera
di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.
Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano
Valori al
22,02 15/04/2016
17,5400 15/04/2016
24,8700 15/04/2016
Healthcare Opportunities
EUR
GBP
USD
Polar Japan Fund
USD
GBP
JPY
UK Absolute Return Class A EUR
Class A GBP
Class A USD
Class I EUR
Class I GBP
Class I USD
20,99
16,7300
23,7100
19,60
13,8200
2121,4700
12,22
10,2523
16,5042
12,5050
10,4927
16,8911
15/04/2016
15/04/2016
15/04/2016
18/04/2016
18/04/2016
18/04/2016
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
18/11/2013
www.polarcapital.co.uk
NATIONALE SUISSE VITA
Gruppo HELVETIA
FONDI PENSIONE APERTI
Valori al
PREVISUISSE-Crescita-MAIN
PREVISUISSE-Dinamica-MAIN
PREVISUISSE-Garanzia-MAIN
Valori in Euro
29/02/2016
15,21
13,94
16,16
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BANCASSICURAZIONE
UNIT LINKED
UNIDESIO 760071
12,185
08/04/2016
UNIDESIO 760125
12,079
08/04/2016
UNIDESIO 760183
11,429
08/04/2016
UNIDESIO 760072
12,179
08/04/2016
UNIDESIO 760129
12,190
08/04/2016
UNIDESIO 760185
11,3990
08/04/2016
UNIDESIO 760073
12,196
08/04/2016
UNIDESIO 760130
10,8520
08/04/2016
UNIDESIO 760186
11,3580
08/04/2016
UNIDESIO 760075
13,033
08/04/2016
UNIDESIO 760139
11,974
08/04/2016
UNIDESIO 760187
11,8290
08/04/2016
UNIDESIO 760078
11,5020
08/04/2016
UNIDESIO 760140
12,0130
08/04/2016
UNIDESIO 760189
11,9010
08/04/2016
UNIDESIO 760080
11,6390
08/04/2016
UNIDESIO 760147
11,9850
08/04/2016
UNIDESIO 760191
10,459
08/04/2016
UNIDESIO 760082
11,4130
08/04/2016
UNIDESIO 760149
11,9250
08/04/2016
UNIDESIO 760192
11,8170
08/04/2016
UNIDESIO 760085
10,808
08/04/2016
08/04/2016
08/04/2016
08/04/2016
12,0460
12,1490
11,942
UNIDESIO 760193
UNIDESIO 760088
UNIDESIO 760150
08/04/2016
08/04/2016
08/04/2016
11,465
12,3560
10,235
UNIDESIO 760201
UNIDESIO 760091
UNIDESIO 760156
08/04/2016
08/04/2016
08/04/2016
12,129
10,569
12,3940
UNIDESIO 760202
UNIDESIO 760095
UNIDESIO 760157
UNIDESIO 760203
13,0680
08/04/2016
UNIDESIO 760159
11,8820
08/04/2016
UNIDESIO 760205
10,7520
08/04/2016
UNIDESIO 760160
11,597
04/03/2016
UNIDESIO 760206
10,9180
08/04/2016
UNIDESIO 760096
11,0910
08/04/2016
UNIDESIO 760098
12,391
08/04/2016
UNIDESIO 760099
11,708
08/04/2016
UNIDESIO 760163
10,0320
08/04/2016
UNIDESIO 760210
12,206
08/04/2016
UNIDESIO 760102
11,308
08/04/2016
UNIDESIO 760169
12,807
08/04/2016
UNIDESIO 760216
10,982
08/04/2016
UNIDESIO 760104
11,0480
08/04/2016
UNIDESIO 760170
11,831
08/04/2016
UNIDESIO 760229
11,114
08/04/2016
UNIDESIO 760105
10,6750
08/04/2016
UNIDESIO 760174
12,1830
08/04/2016
UNIDESIO 760234
10,114
08/04/2016
UNIDESIO 760106
11,8640
08/04/2016
UNIDESIO 760179
11,637
08/04/2016
UNIDESIO 760235
10,085
08/04/2016
UNIDESIO 760109
11,5630
08/04/2016
UNIDESIO 760180
11,8140
08/04/2016
UNIDESIO 760243
9,545
08/04/2016
DUAL INDEX - 2012
101,362
13/04/2016
DUAL INDEX - 2013
100,789
13/04/2016
104,749
13/04/2016
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
MetLife Europe Limited
Rappresentanza Generale per l’Italia
Via Andrea Vesalio n. 6
00161 Roma
Valorizzazione al: 15/04/16
MetLife Protezione in Crescita 70%
1,303
MetLife Protezione in Crescita 80%
1,206
Alico Monet. Protetto
Alico Prot.Trim. Eur
Alico Prot.Trim. Usa
15/04/16
15/04/16
15/04/16
1,107
1,083
MetLife Protezione in Crescita 90%
Alico Liquidita’
Alico R. Prudente
15/04/16
15/04/16
1,092
1,054
1,192
1,089
Alico R. Crescita
15/04/16
1,093
INDEX LINKED
AZZOAGLIO CONSERVATIVO
6,690
08/04/2016
AZZOAGLIO DINAMICO
5,532
08/04/2016
AZZOAGLIO EQUILIBRATO
6,734
08/04/2016
UNIDESIO PRUDENTE
11,600
08/04/2016
INDEX EURO DIVIDEND - 2013
UNIDESIO MODERATO
11,882
08/04/2016
INDEX EuroCrescita 2014
98,718
13/04/2016
UNIDESIO ATTIVO
12,240
08/04/2016
UNIDESIO VIVACE
12,143
08/04/2016
INDEX TOP DIVIDEND 2013
106,541
13/04/2016
OBBLIGAZIONARIO MISTO
10,581
08/04/2016
EUROSTOXX 50 - 2012
106,747
13/04/2016
AZIONARIO EURO
8,831
08/04/2016
AZIONARIO GLOBALE
11,883
08/04/2016
BILANCIATO
11,804
08/04/2016
CONSERVATIVE
10,347
08/04/2016
BOND MIX
10,703
08/04/2016
BALANCED
11,715
08/04/2016
GLOBAL EQUITY
14,032
08/04/2016
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE
10,288
08/04/2016
UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE
11,145
08/04/2016
PIP - FONDI INTERNI
PREVIMISURATO
13,709
07/04/2016
PREVIBRIOSO
13,400
07/04/2016
PREVIDINAMICO
13,987
07/04/2016
FPA - LINEE
LINEA 1
12,195
31/03/2016
LINEA 1 - FASCIA A
12,656
31/03/2016
31/03/2016
LINEA 1 - FASCIA B
12,394
UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO
11,343
08/04/2016
LINEA 2
13,364
31/03/2016
UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE
14,821
08/04/2016
LINEA 2 - FASCIA A
13,671
31/03/2016
OBBIETTIVO 03/2021
9,671
08/04/2016
LINEA 2 - FASCIA B
13,806
31/03/2016
OBBIETTIVO 05/2021
10,195
08/04/2016
LINEA 3
13,220
31/03/2016
HIGH DIVIDEND
8,617
08/04/2016
LINEA 3 - FASCIA A
13,446
31/03/2016
MEGATREND
7,922
08/04/2016
LINEA 3 - FASCIA B
14,526
31/03/2016
CANALE AGENTI E BROKER
Alico Gest.Bilanc.Glob
15/04/16
1,353
INDEX LINKED
Alico R. Multi Comm.
15/04/16
0,389
HELVETIA EUROCRESCITA
UNIT LINKED - FONDI INTERNI
94,234
13/04/2016
ATTIVO SPECIFICO
Alico Gest.Azion.Glob
15/04/16
1,374
Alico Multi Comm.
15/04/16
0,410
15/04/16
1,359
Alico Sec. Acc. 2016
Alico Gest.Azion. Eur
15/04/16
1,331
Alico Aper.Indiciz.Eur
15/04/16
0,987
Alico Aper.Indiciz.Usa
15/04/16
1,735
1,349
12/04/2016
HELVETIA WORLD BOND
241,940
12/04/2016
12/04/2016
99,352
13/04/2016
HELVETIA GLOBAL BALANCED
171,200
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013
105,893
13/04/2016
HELVETIA GLOBAL EQUITY
125,050
12/04/2016
HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014
97,103
13/04/2016
FONDO CONSERVATIVO
10,000
12/04/2016
FONDO SVILUPPO
10,000
12/04/2016
LINEA GARANTITA
12,471
31/03/2016
FONDO OPPORTUNITA
10,000
12/04/2016
LINEA BILANCIATO
13,701
31/03/2016
LINEA OBBLIGAZIONARIO
13,397
31/03/2016
HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE
12,230
12/04/2016
LINEA AZIONARIO
9,971
31/03/2016
HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY
12,690
12/04/2016
PIP - FONDI INTERNI
15/04/16
1,069
Il resto,
scopritelo da voi.
Alico Long Investment
15/04/16
1,055
12/04/2016
214,870
www.helvetia.it
Alico Sec. Acc. 2017
Alico Aper.Indiciz.Glo
15/04/16
153,370
HELVETIA EUROPE BALANCED
HELVETIA QUATTRO.10
FPA - LINEE
Alico Gest.Bilanc.Eur
HELVETIA WORLD EQUITY
15/04/16
0,814
UNIT LINKED
Valori al 18/04/2016
UNIT in EURO
Alico Agriculture
15/04/16
0,407
Ivy Gl.Investors Asset Strat.A
EUR 1392,19
Quality
Progress
Maximum
Global Equity
Global 100
Flex Equity 100
Opportunità Reddito
Opportunità Reddito Plus
Opportunità Crescita
Opportunità Crescita Plus
DATA
PREZZO
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
13/04/2016
7,554
6,7990
5,3740
5,8390
5,2840
11,498
4,926
4,645
4,925
4,636
EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A.
Alico Aper.Indiciz.Ita
15/04/16
0,746
Alico Metals
www.metlife.it
15/04/16
0,409
Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma
Tel. 06 474821
www.eurovita.it
+ VELOCE
+ MODERNO
+ BELLO
+ RICCO
+ FACILE
NEW
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Martedì 19 Aprile 2016
M E R CAT I E F I NA N Z A
Dopo lo stallo del supervertice dei produttori a Doha
ENI
Petrolio lima il calo
Collocato
bond da
400 milioni
Il prezzo del brent sale a 43,15$
S
i è andata via via moderando la caduta dei
prezzi del petrolio, innescata dal fallimento
dell’atteso supervertice dei
produttori, che avrebbe dovuto formalizzare una intesa
sul congelamento dell’offerta
ai livelli di gennaio. Una manovra che voleva tamponare
l’eccesso di produzione che ha
fatto precipitare le quotazioni
dell’oro nero, ma dopo ore di
discussioni a Doha, in Qatar
domenica, l’intesa non è stata
raggiunta e le riunioni si sono
concluse con uno stallo.
In serata, ieri, il light crude
Wti di New York ha ceduto 36
cent a 40 dollari al barile, il
Brent di Londra ha virato in
positivo e ha guadagnato 5
cent a 43,15 dollari al barile.
Inizialmente, in mattinata
le quotazioni dell’oro nero
sono arrivate a perdere fino
al 6 per cento e la pioggia di
vendite è lo specchio anche
la ressa a ricoprirsi di molti
fondi speculativi, che avevano
piazzato scommesse rialziste
improvvisamente in pesante
perdita.
Nel tardo pomeriggio di ieri
però il barile di brent, il greggio di riferimento del mare
del Nord ha ridotto il calo a
47 cents a 42,63 dollari, dopo
un minimo mattutino a 40,10.
I futures in prima scadenza
sul West Texas Intermediate
(Wti) hanno ceduto 73 dollari, a 39,63 dollari e dopo un
minimo a 37,61.
A impedire il tracollo sarebbe un fattore rialzista contingente: la dura vertenza sulle
retribuzioni dei lavoratori
del comparto in Kuwait, che
ormai ha provocato un calo,
presumibilmente momentaneo, del 60 per cento sulla
produzione del paese.
Fino a pochi giorni fa un
esito positivo del vertice in
Qatar veniva dato sostanzialmente per scontato. I paesi
dell’Opec e gli altri maggiori
produttori globali, a cominciare dalla Russia, avrebbero
semplicemente dovuto stabilire di non superare la produzione da record raggiunta lo
scorso gennaio.
Il fatto che qualcosa avrebbe potuto non filare liscio lo
aveva suggerito l’annuncio
dell’Iran sulla non partecipazione al vertice. Teheran è
da poco tornata ufficialmente
sul mercato, con il venir meno
delle sanzioni internazionali,
e deve ancora far risalire la
sua produzione ai livelli pre
embargo. Per questo era stato
ipotizzato che a sua favore venisse previsto un meccanismo
di controllata esenzione.
Evidentemente però un
accordo non c’era e nel corso delle discussioni è via via
emersa una netta ostilità
dell’Arabia Saudita, primo
produttore mondiale e storico
rivale dell’Iran, sciita, laddove i sauditi sono a maggioranza sunnita.
Ora non è chiaro come uscire da questo stallo. Secondo
il Financial Times non è del
tutto svanita l’ipotesi di un
accordo entro la fine dell’anno. Tuttavia, a questo punto
l’eventuale manovra di tutti
i produttori potrebbe rendere necessaria una decisione
unanime preventiva a livello
di Opec.
© Riproduzione riservata
BREVI
Ubi Banca aderirà al fondo Atlante per un importo
fino a 200 milioni di euro.
Lo ha deciso il consiglio di
gestione che ieri ha anche
riconfermato Victor Massiah
consigliere delegato e d.g. del
gruppo.
Il ministero dell’economia e delle finanze ha incaricato un gruppo di banche per
procedere con l’emissione via
sindacato di un nuovo Btp a
20 anni, con scadenza a settembre 2036. La struttura del
nuovo titolo ricalcherà quella
dei Btp nominali emessi
regolarmente: vi saranno
quindi cedole semestrali con
tasso annuo fisso definito al
momento del lancio del titolo
e rimborso alla pari.
Astaldi ha acquisito, in
raggruppamento di imprese, un contratto in Romania per la realizzazione
dell`autostrada Brasov-Oradea. Il valore delle opere
da realizzare è pari a circa
100 milioni di euro (Gruppo
Astaldi in quota al 48,5%).
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha ritirato
tutti i suoi rating relativi a
Unipol e alle sue controllate,
su richiesta del gruppo assicurativo La decisione si basa
sulla non condivisibilità
delle metodologie valutative
$#$*$& *$(,(* ,-4( (0 ,$1(
.(2 *$1-"( *$30-
(4
-#("$(1" *$$$&(120-+.0$1$#((* ,-$,
adottate. Unipol e UnipolSai
Assicurazioni continueranno ad essere valutati da Am
Best, Dagong Europe, Fitch
e Moody’s. S&P aveva assegnato a UnipolSai il rating
Bbb e a Unipol doppia B.
Riproduzione riservata
ESTRATTO DI BANDO
Il Fondo Pensione di Previdenza Bipiemme, Fondo pensione preesistente di
cui all’articolo 20 del Dlgs n. 252/2005, iscritto alla Sezione speciale I
dell’Albo dei fondi pensione con il numero 1223, ricerca i soggetti ai quali
affidare la gestione delle Linee di Investimento 1, 2 e 3.
Il testo completo del Bando è disponibile sul sito del Fondo www.fondopensionebipemme.it.
Le candidature, redatte in lingua italiana e corredate dal Questionario e dalla
restante documentazione prevista dal Bando, devono pervenire in busta chiusa
recante la dicitura “BANDO GESTORE FINANZIARIO” all’indirizzo del Fondo,
Piazza Filippo Meda, 4 - 20121 Milano entro e non oltre le ore 13 del 6
maggio 2016 a pena di esclusione.
I fatti separati
dalle opinioni
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SIA s.r.l.
La Banca Popolare di Sondrio ha espresso a Quaestio
Capital Management sgr,
società che gestirà il fondo
Atlante, il proprio impegno
a sottoscrivere quote del
veicolo d’investimento per
un importo massimo di 50
milioni di euro.
Eni ha collocato un prestito obbligazionario
equity-linked non diluitivo per un valore nominale pari a 400 milioni
di euro con scadenza
2022, che prevede che
gli obbligazionisti possano esercitare un diritto di conversione in
determinati periodi e in
presenza di determinati
eventi, fermo restando
che le obbligazioni saranno regolate mediante cassa.
Il prezzo iniziale di conversione delle obbligazioni è stato fissato a
17,6222 euro e include
un premio del 35% rispetto al prezzo di riferimento delle azioni
pari a 13,0535 euro, determinato quale media
aritmetica del prezzo
giornaliero ponderato
per i volumi di un’azione
ordinaria della società
sul mercato telematico
azionario in un periodo
di sette giorni consecutivi di mercato aperto,
a partire dal 7 aprile
2016.
Il rapporto di conversione iniziale per un
valore nominale delle
obbligazioni di 100 mila
euro, è pari a 5.674,6604
azioni.
25
Servizi Intercomunali per l’Ambiente
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AVVISO DI GARA
È indetta gara con procedura aperta ai sensi dell’art.
3, comma 37 e artt. 54 e 55 del Codice dei contratti
pubblici di lavori, servizi e forniture, approvato con
Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e s.m.i.
con aggiudicazione a favore del prezzo più basso
ai sensi dell’art. 82 del Decreto medesimo per
L’AFFIDAMENTO DELLA FORNITURA DI GASOLIO
PER AUTOTRAZIONE PER IL TRIENNIO 2016-2018.
CIG: 66204643B9
Importo a base di gara complessivo (mesi 36):
€ 495.000,00 accise comprese e IVA esclusa.
Scadenza presentazione offerte: ore 17,00 del
10-5-2016.
Informazioni, richiesta bando integrale e capitolati
presso l’Ufficio Segreteria della Società: SIA S.R.L.
– Via Trento n° 21/d – Ciriè. Tel.: 0119202214 –
fax: 0119211960 - e-mail: [email protected] e
scaricabili sul sito internet: www.siaweb.info.
555! 12-&("-+
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
Ing. Giorgio Perello
FONDAZIONE ANTONIO UCKMAR
N
SS U
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in collaborazione con
DIRITTO E PRATICA
TRIBUTARIA
O
LA LIQUIDAZIONE DELLE ISTANZE
DI VOLUNTARY DISCLOSURE
Centro Congressi - Fondazione Stelline – Milano, Corso Magenta 61 – 24 Maggio 2016 - ore 15.30 / 19.00
CONVEGNO
CONVEGNO
EVENT
Introduzione al convegno:
Prof. Victor UCKMAR, emerito nell’Università di Genova
Prof. Giuseppe CORASANITI, Università di Brescia
Problematiche applicative e criteri per la giusta imposizione
Prof. Lorenzo DEL FEDERICO, Università di Chieti - Pescara
Istruttoria, liquidazione e ruolo del Centro Operativo di Pescara
Avv. Caterina CORRADO OLIVA
Patologie del procedimento liquidatorio e tutele
Avv. Paolo DE’ CAPITANI
Le problematiche relative al trust e alle fondazioni nella VD
Prof. Christian CALIFANO, competenza all’accertamento,
inviti al contradditorio unitari e ripartiti e impugnabilità parziale
Avv. Giuseppe IANNACCONE
Esiti della liquidazione e implicazioni penalistiche
Question Time
Conclusioni:
Prof. Cesare GLENDI, emerito nell’Università di Parma
Coordina:
Dott. Gabriele CAPOLINO, Direttore ed Editore Associato MF-Milano Finanza
La partecipazione al convegno è gratuita previa registrazione ONLINE
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Sono in corso le procedure per l’attribuzione di crediti professionali.
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Lei presta espressamente il Suo consenso al trattamento dei dati per le
seguenti finalità:
- invio di materiale pubblicitario relativo a prodotti e/o servizi della società
Titolare TSI
TNO
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collegate e controllate della casa editrice Class Editori S.p.A. e/o società
terze TSI
TNO
Diritto
Martedì 19 Aprile 2016
& Fisco
27
€
*Oltre al prezzo del giornale
Bankitalia scrive agli istituti di credito. Sotto i riflettori anche non profit e money transfer
Terrorismo, banche all’appello
Da segnalare vendite di opere d’arte e partite di petrolio
DI
LUCIANO DE ANGELIS
B
anche in campo nella
lotta al terrorismo.
Gli istituti di credito
dovranno monitorare e segnalare le transazioni
relative al commercio di beni
culturali, in particolare riconducibili alle aree occupate
in Iraq, Siria, Libia, nonché
alle compravendita di partite
di petrolio con piccole società
petrolifere. Occhio anche alle
operazioni incongrue di enti
non profit e ai trasferimenti di fondi attraverso money
transfer. Sono alcuni principali
input traibili da una comunicazione che Banca d’Italia ha
pubblicato ieri sul proprio sito,
in merito al finanziamento del
terrorismo internazionale in
attesa di un annunciato documento del Gafi (Gruppo d’azione finanziaria internazionale)
con indicatori specifici.
Le difficoltà oggettive di
individuazione delle fonti
Secondo Banca d’Italia il
fenomeno del finanziamento
del terrorismo risulta particolarmente complesso sia per
l’individuazione delle relative
condotte sia per l’utilizzo delle
somme spesso esigue, sia per
la fonte, non necessariamente illecita, delle disponibilità.
A riguardo, si legge nel documento Banca d’Italia, per
individuare soggetti dediti a
tale attività criminale occorre
che i destinatari delle informazioni assoggettati agli obblighi
di segnalazione (in primis gli
intermediari finanziari) valo-
Le indicazioni Bankitalia sui rischi
di finanziamento al terrorismo
Localizzazione
geografica delle
operazioni
Iraq, Siria, Libia, zone limitrofe a tali paesi o a quelle
di transito
Commercio di beni culturali, operazioni legate allo
sfruttamento delle riserve di petrolio e gas naturale
con società petrolifere di ridotto standing
Canali di maggior
Utilizzo distorto di organizzazioni non lucrative e
utilizzo
trasferimento di fondi attraverso money transfer
Ricezione di disponibilità finanziarie provenienti da
una pluralità di soggetti (soprattutto in assenza di
rapporti familiari o di affari), prelevamenti di denaro
Operazioni a rischio contante per importi complessivamente consistenti
o, comunque, con la verosimile finalità di svuotare
il rapporto; inconsuete richieste di cambio in valute
estere
Utilizzi di carte di pagamento in aree a rischio
geografico e, in particolare, i prelevamenti di denaro
Operazioni da
immediatamente successivi alla creazione delle
monitorare per
gli operatori di servizi disponibilità e l’acquisto di titoli di viaggio, biglietti aerei
o visti on line verso dette aree ovvero di beni e servizi
di pagamento
utilizzabili in quelle zone
Principali fonti di
finanziamento
rizzino al massimo il proprio
patrimonio informativo e adeguino le procedure di selezione
automatica delle operazioni
anomale (in particolare quelle
su proposta Uif del provvedimento Banca d’Italia 24 agosto
2010: indicatori 20 e 21). Sotto
il primo aspetto, si legge nella
circolare «assumono specifica
importanza: l’acquisizione di
informazioni approfondite e
aggiornate sul profilo soggettivo del cliente; l’attenta verifica
della ricorrenza del medesimo
o dei soggetti a esso collegati,
nelle “liste” delle persone e
degli enti associati ad attività
di finanziamento del terrorismo; la sottoposizione di detti
soggetti a indagini o processi
penali per circostanze attinenti al terrorismo, ovvero la
riconducibilità degli stessi ad
AFFIDAMENTI/TRIBUNALE DI BRESCIA: OK SE C’È UN PROGETTO
Minori stranieri, ritorno a casa
Sì al rientro nella famiglia di origine in patria
del minore straniero affidato a una famiglia
italiana. Sulla base, però, di un progetto che
dia garanzie del rispetto degli interessi del
bambino. Ad autorizzare il viaggio di ritorno è una innovativa decisione del tribunale
per i minorenni di Brescia (decreto n. 446
del 12/2/2016), che ha accolto la richiesta dei
genitori di un bambino ecuadoriano, difesi
dall’avvocato Giancarlo Cipolla. Il principio è
che si devono privilegiare interventi di aiuti ai
genitori naturali finalizzati allo svolgimento
del loro compito educativo, anziché sottrarre
i bambini alla famiglia di origine. Nel caso
specifico, un minore ecuadoriano è stato affidato a una famiglia italiana, con supervisione
dei servizi sociali. All’assistenza sociale è stato
affidato anche il compito di verificare l’eventuale sussistenza dei presupposti del ricongiungimento del minore ai genitori. Il padre è
rientrato in Ecuador e ha mantenuto rapporti
telefonici con il figlio. Dalle relazioni sociali
è anche emerso che il bambino ricordava il
suo paese di origine e che aveva espresso il
desiderio di tornare in Ecuador a vivere con
i propri genitori e i propri fratelli. La mamma ha chiesto il supporto del Consolato per il
rimpatrio assistito per lei stessa e per il minore in questione. Proprio un ufficio del Consolato dell’Ecuador ha elaborato un progetto
assistenziale per tutto il nucleo familiare con
ricongiungimento di tutti i componenti nel paese di origine; una volta in patria la famiglia
sarebbe stata ospite della nonna paterna e
sarebbe stata seguita dai servizi sociali locali. Il tribunale per i minorenni di Brescia ha
valutato il progetto rispondente agli interessi
del minore. Di conseguenza è stato revocato
l’affidamento alla famiglia italiana.
Antonio Ciccia Messina
ambienti del radicalismo o
estremismo; la consultazione
ai predetti fini su base continuativa di fonti aperte e social
media. Sotto il secondo aspetto
si pone l’esigenza di calibrare
in funzione del crescente rischio di finanziamento del terrorismo i parametri oggettivi
su cui si fondano gli strumenti
di selezione automatica delle
operazioni, avendo riguardo
in particolare all’operatività
in settori caratterizzati dalla
presenza di clienti occasionali
pr
e a quella che transita su conti
di corrispondenza o conti assimi
milabili, nonché ai servizi di
tra
tramutazione».
Valutazione delle opeV
razioni. Circa la valutazione
ra
delle operazioni, fondamende
tale risulta la localizzazione
tal
geografica dei soggetti e delle
ge
attività, con particolare rifeatt
rimento, negli enti non profit,
rim
delle incoerenze delle spese con
de
le loro attività tipiche. Particolare attenzione va altresì rivollar
ta alla raccolta di fondi on line,
anche attraverso piattaforme
an
crowdfunding. Altresì monicro
torati dovranno essere i fondi
tor
provenienti da una pluralità di
pr
soggetti, soprattutto in assenza
sog
di relazioni familiari o d’affari.
Gli operatori dei servizi di paGl
gamento devono monitorare atga
tentamente gli utilizzi di carte
ten
di pagamento in aree a rischio
geografico e, in particolare, i
ge
prelevamenti di denaro impr
mediatamente successivi alla
me
creazione delle disponibilità
cre
di titoli di viaggio,
e l’acquisto
l
biglietti aerei o visti on line verbig
so dette zone ovvero di beni e
servizi ivi utilizzabili.
© Riproduzione riservata
La nota di Bankitalia sul sito www.
italiaoggi.it/documenti
Per le multe è retroattiva
la franchigia di due giorni
Chi ha pagato tempestivamente un verbale stradale con sistemi elettronici può confidare su due giorni ulteriori di franchigia
per l’accredito della valuta. E questa interpretazione ha efficacia
retroattiva anche per i procedimenti sanzionatori non ancora
conclusi. Lo ha chiarito l’Interno con la circolare del 15 aprile
2016. L’art. 17-quinquies del dl 18/2016, ha specificato che per i
pagamenti diversi da quelli in contanti o tramite conto corrente
postale, l’effetto liberatorio del pagamento della multa si produce se l’accredito all’amministrazione avviene entro due giorni
dalla data di scadenza del pagamento. Ma in caso di pagamento con strumenti di transazione elettronici possono esserci degli
scostamenti. Perciò si è reso necessario adottare un correttivo
che però riguarda anche i procedimenti sanzionatori non
ancora conclusi, basati su pagamenti quasi tempestivi. In
buona sostanza, specifica il Viminale, la novella si applica
a tutti i verbali per i quali
il pagamento della sanzione
La circolare sul
sia intervenuto in modalità e
sito www.italiaog- termini in argomento.
Stefano Manzelli
gi.it/documenti
28
Martedì 19 Aprile 2016
G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ
INVESTIMENTI/ Lo prevede il decreto sugli Oicvm approvato dal consiglio dei ministri
Organismi collettivi in stile Ue
Salgono le sanzioni. Stop a strategie troppo aggressive
DI
I
GLORIA GRIGOLON
talia allineata alle regole
europee in materia di disposizioni sugli organismi
di investimento collettivo.
E se da un lato sale il tetto
massimo di sanzioni amministrative pecuniarie applicabili ai cosiddetti Oicvm,
organismi d’investimento
collettivo in valori mobiliari,
dall’altro si fanno più stretti i
margini d’azione per i gestori,
che non potranno attuare politiche d’investimento troppo
aggressive rispetto al profilo
di rischio del fondo. Infine, l’introduzione di una «temporary
ban» per l’interdizione temporanea (o, in caso di violazioni
gravi reiterate, permanente)
dall’esercizio di gestione a
carico dei responsabili delle eventuali violazioni. Sono
questi alcuni dei punti toccati
dal decreto approvato in via
definitiva lo scorso venerdì
in Consiglio dei ministri (si
veda ItaliaOggi del 16 aprile
scorso) da adottarsi a livello
nazionale entro il 18 aprile
2016 (ex legge di delegazione
2014). Questo si accompagna
all’attuazione di un’altra disposizione, quella contenuta
nella Mifid II, che dovrà esser
portata a compimento entro il
prossimo 3 maggio.
Il decreto dà voce alla direttiva 2014/91/Ue in materia di
Oicvm, al fine di armonizzare
le norme nazionali su depositari, politica retributiva e san-
zioni applicate, limitatamente
alle disposizioni sanzionatorie
della direttiva 2014/65/Ue riguardante i mercati degli strumenti finanziari. Materie, sulle
quali sono emerse negli ultimi
anni numerose divergenze, in
quanto le disposizioni lasciavano margine a interpretazioni divergenti riguardo alle
funzioni del depositario e alla
sua responsabilità in caso di
negligenza.
La direttiva interviene, in
primis, sulle funzioni di depositario, con l’integrazione della
disciplina riguardante gli obblighi del depositario e la gestione dei potenziali conflitti di
interesse. Seguono le politiche
di remunerazione dei gestori
dei fondi, per promuovere una
gestione efficace degli impieghi,
in linea con il profilo di rischio
dell’Oicvm. La ratio di quanto
detto risiede nella necessità che
la politica di remunerazione
sia idonea a promuovere una
prudente gestione, senza incoraggiare l’assunzione di rischi
non coerenti alle caratteristiche del fondo. È inoltre previsto
un obbligo di pubblicità della
politica di remunerazione nel
prospetto. Terzo profilo, il regime sanzionatorio. La direttiva
prevede sanzioni amministrative pecuniarie da 30 mila fino
a 5 milioni di euro per la violazione commessa da persona
giuridica o pari al 10% del fatturato annuo totale societario
qualora l’importo sia superiore
ai 5 milioni; per le persone fisi-
che il massimale fino a 5 milioni di euro è già presente nel
Tuf. Gli Stati membri possono
imporre ammende superiori a
tali importi. La gran parte delle
disposizioni della direttiva risulta già recepita in Italia per
effetto della direttiva sui gestori di fondi alternativi del 2014.
È stata infine inserita una sanzione amministrativa, alternativa a quelle pecuniarie: la
dichiarazione pubblica, avente
a oggetto la violazione commessa e il soggetto responsabile. Il
dlgs stabilisce, fra l’altro, che
Bankitalia e Consob possano
richiedere informazioni all’autorità giudiziaria relative alle
fattispecie sanzionatorie penali
per le quali si ritiene necessario lo scambio di informazioni
ai fini della cooperazione con le
autorità di vigilanza straniere
e con l’Esma (Autorità europea
degli strumenti finanziari e dei
mercati).
BREVI
La pressione fiscale «è
diminuita dal 43,2% del
2014 al 42,9% nel 2015: è
tuttavia rimasta superiore, per circa 2,5 punti
percentuali,
alla media
registrata
nel decennio
precedente
Luigi
la crisi dei
Federio
debiti sovraSignorini
ni». Lo ha
sottolineato
il vice direttore generale
della Banca d’Italia, Luigi
Federico Signorini, nel corso
di un’audizione sul Documento di economia e finanza
di fronte alle commissioni
riunite bilancio di Camera
e Senato.
© Riproduzione riservata
Il testo del decreto
sul sito www.italiaoggi.it/documenti
«Sto lavorando a una
piattaforma informatica
e a giugno potrebbe essere
pronto il codice di condotta
per contrastare il fenomeno
IN EDICOLA
Dai canoni di concessione
del litorale lo Stato incassa
«pochissimo, 100 milioni, dovrebbero essere 300, c’è però
un’evasione troppo forte, alla
fine sono 100 milioni, francamente una cifra irrisoria».
Lo ha detto in un’intervista
radiofonica il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo
Baretta, denunciando una
forte evasione sui canoni
di concessione del litorale.
Sono circa 30 mila imprese concessionarie che si
dividono gli 8 mila chilometri di coste italiano. Di
questi, circa la metà è balneabile: ogni 350 metri c’è
uno stabilimento privato,
un business da decine di
milioni di euro.
Il ministero della giustizia ha approvato l’aggiornamento del codice etico di
Confcommercio, redatto ai
sensi del dlgs 231/2001 relativo alla responsabilità
amministrativa degli Enti, ritenendolo «adeguato
ed idoneo al raggiungimento dello scopo fissato
dall’art.6 comma 3 del
dlgs 231/2001». Per Confcommercio si tratta del
quarto aggiornamento.
Porto d’armi/1 Disarmato
chi spara per intimorire
Il titolare di un deposito di legnami che esce in terrazzo
sparando in aria per spaventare i ladri viene disarmato.
Anche se non ferisce nessuno infatti questo comportamento aggressivo determina l’esercizio discrezionale di
intervento dell’autorità di pubblica sicurezza. Lo ha chiarito il Tar Lombardia, sez. II, con la sentenza n. 387 del
15 marzo 2016. A seguito dell’intervento dei carabinieri
l’autorità di pubblica sicurezza aveva sospeso la licenza
di caccia vietando il porto di fucile. Contro questa misura,
forte dell’archiviazione penale, l’interessato ha proposto
ricorso: avvisi così espliciti sulla porta denotano l’eccessiva aggressività del titolare che non può girare armato.
Stefano Manzelli
Si è svolta a Milano lo
scorso 15 aprile l’assemblea ordinaria Avi (Associazione esperti visuristi)
per l’elezione del nuovo
presidente e del consiglio
direttivo relativa il triennio 2016/2018. Riconfermati Mario Bulgheroni
- presidente dell’associazione, Marco Sorini e Paolo Baita - vicepresidenti, Marco Ubaldi come
tesoriere ed Elisabetta
Vertemara nel ruolo di
segretaria generale.
Porto d’armi/2 C’è ritiro
dopo minacce e ingiurie
Chi viene indagato per minaccia e ingiuria perde il diritto a
portare armi, comprese quelle da caccia. Anche in mancanza di una condanna infatti l’autorità di pubblica sicurezza
può disporre la revoca della licenza di porto di fucile. Lo
ha chiarito il Consiglio di stato, sez. I, con il parere n. 715
del 15 marzo 2016. A parere del Consiglio sussiste in materia un’ampia discrezionalità dell’amministrazione «che
non può ritenersi vincolata alla sussistenza di un quadro
probatorio o a elementi di probabilità qualificata, essendo
sufficiente l’esistenza di elementi indiziari». Anche in
mancanza di una condanna per minacce il titolare di una
licenza di porto d’armi può essere disarmato. Perché prevale la necessità di salvaguardare ordine e sicurezza.
Stefano Manzelli
delle dichiarazioni di odio e
violenza su Internet». Lo ha
annunciato la commissaria
Ue alla Giustizia, Vera Jourovà,
nella conferenza
stampa che ha
preceduto l’iniziativa di chiusura
degli Stati Generali dell’esecuzione penale in corso
a Rebibbia in merito alle iniziative
di contrasto alla
radicalizzazione
e al proselitismo di matrice
islamica.
Disponibile anche sul sito
www.classabbonamenti.com
Massimo Deandreis,
direttore generale di Srm,
Studi ricerche Mezzogiorno, è stato eletto presidente
del Gei, l’Associazione
italiana degli economisti
d’impresa.
I M P O S T E E TA S S E
Martedì 19 Aprile 2016
29
APPALTI/ La circolare della Guardia di finanza ne delinea il ruolo a fini anticorruzione
Reati in gara, Gdf guardiana
Indagini finanziarie e interventi per i commissariamenti
DI
ANDREA MASCOLINI
P
ossibili indagini finanziarie da parte
della Guardia di finanza sulle imprese,
oltre ad altri interventi per
verificare l’applicazione delle
norme del codice dei contratti
pubblici e finalizzati anche al
commissariamento delle ditte in caso di reati contro la
pubblica amministrazione.
Accertamenti delle Fiamme
gialle mirati per il rilascio del
rating di legalità. È quanto
stabilisce la circolare emessa dal Comando generale
della Guardia di finanza il
14 aprile scorso, indirizzata
ai comandi regionali e alle
unità speciali, relativamente
all’attività di collaborazione del corpo con l’Autorità
nazionale anticorruzione, a
valle del protocollo di intesa
siglato nello scorso settembre
che avrà validità tre anni (si
veda quanto anticipato da
ItaliaOggi del 15 aprile scorso). Ai già rafforzati poteri
previsti dal nuovo codice dei
contratti pubblici approvato
venerdì scorso (si veda altro
articolo a pag. 33), si affianca
quindi, sul lato operativo, la
Guardia di finanza che dovrà
rendere effettiva l’attuazione
concreta dei compiti affidati
dalla legge all’Authority di
Raffaele Cantone a valle del
protocollo di intesa.
Il fondamento del potere
di verifica e accertamento
della Guardia di finanza è
nell’abrogando Codice dei
contratti pubblici (articolo
6, comma 9) e viene raccordato anche con la disciplina
di cui all’articolo 32 della
legge 90/2014, che ha anche
previsto la possibilità di commissariare le imprese (interventi Expo e Mose). L’accordo
di collaborazione prevede in
particolare la possibilità di
fare ispezioni nei confronti delle stazioni appaltanti,
degli operatori economici
e di ogni amministrazione
e società a partecipazione
pubblica relativamente alle
procedure di affidamento di
lavori, forniture e servizi.
Le Fiamme gialle potranno
inoltre essere attivate per
i controlli sul sistema di
qualificazione Soa (sistema
confermato dal nuovo dei
contratti pubblici) con riguardo all’assetto societario,
patrimoniale, organizzativo
e di governance, al riscontro
di requisiti di indipendenza
che gli organismi di attestazione devono assicurare per
il rilascio delle attestazioni
alle imprese di costruzioni
che ne fanno richiesta. Da
notare che il nuovo codice dei
contratti pubblici prevede
una revisione straordinaria
sulle Soa da effettuarsi entro
tre mesi da parte dell’Anac;
probabile quindi l’imminente
attivazione della Guardia di
finanza. Non solo: i finanzieri potranno anche controllare
l’ottemperanza delle decisioni dell’Anac (indirizzate sia
alle stazioni appaltanti, sia
agli operatori economici) e
agire con riferimento alle
misure sul «commissariamento» delle imprese disposto in caso di problemi di
corruzione e altri reati contro l’Amministrazione.
Prevista l’attivazione
della Gdf, da parte dell’Autorità presieduta da Cantone, anche per il rating di
legalità (previsto nel nuovo
codice appalti), oltre che
dall’Antitrust, per gli accertamenti connessi al rilascio
del rating delle impresa. La
collaborazione avrà anche
ad oggetto il rispetto della
disciplina sulla prevenzione
della corruzione nella p.a.
(legge Severino), rivolta alle
amministrazioni e agli enti
pubblici e agli enti di diritto
privato sotto controllo pubblico (ad esempio, sui piani di
prevenzione , sulle verifiche
in tema di obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione). Gli interventi potranno
essere «congiunti» con personale Anac e delle Fiamme
gialle, o autonomi con il personale in forza al Nucleo speciale della Gdf. Per quel che
riguarda l’esercizio dei poteri
di accertamento fiscale, i nuclei di polizia tributaria delle
fi amme gialle potranno, su
richiesta dell’Anac, richiedere alle amministrazioni
comunicazioni di dati e notizie rilevanti ai fini istruttori, eseguire accessi presso le
amministrazioni per acquisire direttamente i documenti,
«effettuare accessi, ispezioni,
verifiche e indagini finanziarie» inerenti ai soggetti affidatari dei contratti pubblici.
La Guardia di finanza dovrà
informare l’Anac se nel corso
delle proprie attività istituzionale venisse a conoscenza di «elementi di interesse
per l’Anac». Previsto anche
lo scambio di informazioni
fra le banche dati della Gdf
e quelle dell’Anac.
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SOLUZIONE PER LA PROCEDURA DI RISOLUZIONE INTERNAZIONALE DELLE CONTROVERSIE FISCALI
Transfer pricing, riscossione sospesa con rinuncia al ricorso
Riscossione sospesa solo previa rinuncia al ricorso, la nuova ipotesi di
sospensione del processo tributario
(art. 39, comma 3-bis, dlgs 546/1992)
in pendenza della procedura di risoluzione internazionale delle controversie fiscali in materia di Transfer
pricing ai sensi della Convenzione
n. 90/463/Cee (c.d. Map arbitrale)
non incide sull’istituto della sospensione previsto dall’art. 3 della
legge 99/1993 (legge di ratifica della Convenzione). Nella circolare n.
12/E l’Agenzia delle Entrate afferma infatti che il neo introdotto comma 3-bis dell’art. 39 «non comporta
modifiche sotto il profilo dei rapporti
tra [il Map arbitrale] e il contenzioso
interno».
La Convenzione disciplina un procedimento in ambito europeo per la
risoluzione dei fenomeni di doppia
imposizione economica riconducibili a rettifiche di Transfer pricing.
L’appeal di tale procedura è che il
contribuente ha la certezza, una volta accolta l’istanza di ammissione
al Map, che la procedura attivata
si concluda, in tempi ragionevoli,
con l’eliminazione della lamentata
doppia imposizione. Il Map arbitrale consta di 2 fasi, la prima nella
quale gli Stati membri interessati si
attivano per giungere ad un accordo
amichevole per la risoluzione del lamentato fenomeno di doppia imposizione (fase amichevole), la seconda
(fase arbitrale), attivata qualora
gli Stati non si accordino entro un
collegate alle rettifiche di Transfer
se italiane che contestualmente al
determinato periodo (generalmente
pricing oggetto di Map (circ. 21/E
Map coltivano il contenzioso interdue anni dall’avvio della fase predel 2012) ex art. 3, legge 99/1993. A
no pur avendo oggi la possibilità di
cedente), nella quale è prevista la
detta dell’Amministrazione infatti
ottenere, su richiesta congiunta, la
costituzione di una commissione
la sospensione prevista dal citato
sospensione del processo tributario
consultiva la quale (entro sei mesi
art. 3 è alternativa rispetto a quelinstaurato, dovranno comunque ridalla sua costituzione) elabora un
la prevista nel processo tributario
nunciare al ricorso per far sì che la
parere per la risoluzione della quedall’art. 47, dlgs 546/1992. Per tale
fase arbitrale della procedura venstione a cui gli Stati (entro sei mesi
ga avviata. La rinuncia al ricorso, ragione qualora il contribuente coldall’emissione del parere) possono
tivi contemporaneamente il Map e
inoltre, è anche la condizione posta
conformarsi o decidere di derogare
il contenzioso interno potrà ottedall’Agenzia delle entrate per concea favore di altro accordo. Termini
nere, al ricorrere dei presupposti,
dere la sospensione della riscossiotrascorsi sei mesi dall’emissione
la sospensione della riscossione in
ne, in pendenza della procedura condel parere, quindi, gli Stati devono
sede giudiziale, la quale opererà
venzionale, delle maggiori imposte
comunque giungere alla risoluzioanche durante l’eventuale
ne della vicenda. Il
periodo di sospensione del
passaggio alla fase
processo richiesta ai sensi
arbitrale è tuttavia
del novellato art. 39, cominibito in presenza
ma 1-ter, dlgs 546/1992.
di un contenzioso
Tuttavia qualora nelle
interno sui rilievi
more del contenzioso gli
da cui scaturisce
Commissioni speciali per le liti fiscali presso i tribunaStati non giungano ad
la doppia imposili ordinari e soppressione delle commissioni tributarie
un accordo amichevole,
zione oggetto della
provinciali e regionali. La riforma tributaria riparte
l’impresa, per avere gaprocedura qualora
dal Pd, oggi, alle ore 14,30, presso la Sala Stampa di
ranzia della risoluzione
l’istante risieda in
Montecitoriocon lapresentazione della proposta di
a livello internazionale
uno Stato (come
riforma della giustizia tributaria del partito democradella lamentata doppia
l’Italia) la cui legitico. Le nuove norme vogliono garantire tempestiviimposizione, sarà tenuta
slazione interna non
tà, trasparenza ed efficienza nel rendere giustizia sui
a rinunciare al ricorso. In
consenta di derogatemi che incidono così profondamente sui diritti dei
tal caso, quindi, venendo
re alle decisioni dei
cittadini e sui rapporti tra il cittadino e la pubblica
meno la sospensione delgiudici. In tali casi
amministrazione.
la riscossione giudiziale,
la presenza di un
Cuore della riforma è la soppressione delle attuali
il contribuente potrà chiecontenzioso esclucommissioni tributarie regionali e provinciali e l’istidere la sospensione della
de la certezza che
tuzione di sezioni specializzate presso i tribunali ordiriscossione ex art. 3, legge
il Map si concluda
nari con l’assunzione di 750 nuovi magistrati nell’arco
99/1993, la cui concessioatteso il mancato
di un anno. Intervengono: David Ermini, responsabile
ne è tuttavia a discrezione
passaggio dalla fase
Giustizia del Pd, Donatella Ferranti, presidente della
dell’Ufficio.
amichevole a quella
commissione Giustizia di Montecitorio, e Walter VeriClaudia Marinozzi
arbitrale. Le impreni, capogruppo in commissione Giustizia.
Riforma tributaria, il Pd:
commissioni nei tribunali
30
Martedì 19 Aprile 2016
I M P O S T E E TA S S E
Berna ha presentato una proposta di legge sul country by country reporting Ocse
Svizzera, ok allo scambio dati
Dal 2019 trasparenza nei bilanci dei gruppi elvetici
consultazione dal Consiglio
federale svizzero, che dà atn ch e l a S v i z z e r a tuazione all’accordo multiobbliga le proprie laterale fra tax authorities
multinazionali alla per lo scambio di file Cbcr
m a s s i m a t r a s p a - firmato a Parigi il 27 genrenza sul transfer pricing. I naio scorso. Osservazioni e
gruppi con fatturati superio- commenti potranno essere
ri ai 900 milioni di franchi inviati a Berna fino al 13
(l’equivalente dei 750 milio- luglio 2016.
Il Cbcr è ritenuto unanini di euro richiesti dall’Ocse e dall’Ue al cambio del memente dagli operatori la
1° gennaio 2015) dovranno misura più invasiva tra le
fornire alle autorità fiscali varie raccomandazioni mesle informazioni sulla ripar- se a punto dall’Ocse nell’amtizione del volume d’affari, bito del progetto Beps contro
l’elusiodegli utili,
ne.
delle impon In via
generale
ste pagate e
Le multinazionali pola
del numero
l renditranno decidere voloncontaziodi addetti
c
tariamente di partire
ne deve
per ciascun
e s s e r e
paese nel
già prima, cioè per gli
predispoquale l’imp
anni 2016 e 2017
sta
dalla
presa opera.
s
società
Il country by
m a d r e
country reinviata alla
porting (Cbcr) in versione del gruppo e inv
elvetica debutterà però più propria amministrazione
tardi che nel resto del mon- finanziaria: sarà quest’uldo: il primo appuntamento tima, poi, a relazionarsi
è fissato al 2019, con foto- con i «colleghi» esteri. La
grafia sull’anno d’imposta documentazione paese per
2018. Le multinazionali paese sarà trasmessa in
potranno comunque deci- automatico ogni anno alle
dere volontariamente di autorità fiscali nazionali
partire prima, già per gli degli stati in cui i gruppi
anni 2016 e 2017, se non dispongono di entità costialtro per evitare l’applica- tutive, a condizione che esizione di sanzioni da parte sta una base convenzionale
di quei paesi che già hanno internazionale che preveda
introdotto tempestivamente lo scambio. I dati saranno
utilizzati esclusivamente
il Cbcr (tra cui l’Italia).
È quanto prevede una dai verificatori e non poproposta di legge messa in tranno essere resi pubblici.
DI
VALERIO STROPPA
A
Secondo una prima stima
fornita dal governo elvetico,
le capogruppo svizzere interessate dall’adempimento
dovrebbero essere circa 200.
Sanzioni fino a 250 mila
franchi per chi fornisce documentazione incompleta o
infedele.
Affinché la cooperazione
prenda il via, però, dovrà
prima essere completato il
quadro normativo. La Convenzione dell’Ocse e del
Consiglio d’Europa sulla
reciproca assistenza amministrativa in materia
fiscale, approvata dall’Assemblea federale il 18 dicembre 2015, deve essere
ancora ratificata. Così come
l’accordo di Parigi sul Cbrc
del gennaio scorso, atteso a
breve in Assemblea federale
per il via libera. Da ultimo,
servirà l’approvazione della legge federale pubblicata in bozza nei giorni scorsi. Si ricorda come, dopo la
pubblicazione della Action
13 del Beps, sono molti gli
stati che hanno già provveduto a introdurre la Cbcr
per i periodi d’imposta che
hanno inizio dal 1° gennaio
2016. Ciò significa che per
detti paesi i primi scambi
dovrebbero avvenire a partire dal 2018. Tra questi vi
sono Australia, Danimarca, Spagna, Francia, Italia,
Irlanda, Giappone (aprile
2016), Messico, Norvegia,
Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito.
Reverse charge, norme Ue
prevalgono sulle italiane
Le controversie in materia di Iva
sono soggette a norme comunitarie
imperative, la cui applicazione non
può essere ostacolata dal carattere
vincolante del giudicato nazionale,
soprattutto laddove ciò possa impedire la realizzazione del contrasto
dell’abuso del diritto, individuato come strumento per garantire
la piena applicazione del sistema
armonizzato. Così si è espressa la
Cassazione con la sentenza n. 6343
dell’01/04/2016. Nel caso di specie,
l’Agenzia accertava una maggiore
Iva, disconoscendo l’applicazione
del regime del margine. Il ricorso
era accolto in Ctp, con sentenza
poi confermata dalla Ctr, che affermava che il contribuente aveva
provato di aver applicato il regime
del margine sulla base della dichiarazione del cedente comunitario,
che rendeva legittima l’applicazione del regime senza che assumessero rilievo la circostanza che
le fatture emesse dai cedenti non
riportassero l’indicazione «regime
del margine» e facessero riferimento al regime delle «triangolazioni»,
non potendo porsi in capo al cessionario l’obbligo di accertare il
regime applicato dal fornitore. Il
giudice di legittimità respingeva in-
nanzitutto l’eccezione di giudicato
esterno, sollevata dal controricorrente con riferimento ad altra sentenza della Ctr passata in giudicato
a seguito di rinuncia dell’Ufficio al
ricorso per Cassazione. La Corte
affermava che la sentenza con la
quale si accertano gli obblighi del
contribuente per un determinato
anno d’imposta fa stato con riferimento alle imposte dovute per
gli anni successivi solo per quanto
attiene gli elementi costitutivi della fattispecie, che, estendendosi a
una pluralità di periodi (per esempio le qualificazioni giuridiche), assumano carattere tendenzialmente
permanente, mentre il giudicato
esterno non può avere efficacia
vincolante quando l’accertamento
per i diversi anni si fondi su presupposti di fatto potenzialmente
mutevoli. E nel caso in esame non
si verteva di elementi costitutivi
o generatori della fattispecie, ma
sulle operazioni compiute nel corso
dei diversi anni di imposta e sulla
loro assoggettabilità al regime del
margine in ragione all’effettiva sussistenza, per ciascuna operazione,
dei presupposti normativamente
previsti.
Giovambattista Palumbo
Fiscalità Panama-Italia
l’iter è accelerato
I Panama papers accelerano l’iter di approvazione della
convenzione italo-panamense per evitare le doppie imposizioni fiscali. Oggi, infatti, in commissione finanze
della camera si terrà l’esame del disegno di legge, in
merito all’accordo tra il governo italiano e la Repubblica
di Panama per evitare le doppie imposizioni sul reddito
e per prevenire l’evasione fiscale, siglato il 30 dicembre
2010. In particolare, la legge prevede un diritto esclusivo di tassazione degli utili di impresa nello stato dove
è residente l’impresa stessa. Si fa eccezione a questo
punto se l’impresa presa in considerazione svolga attività nell’altro stato, per mezzo di una stabile organizzazione. Sui dividendi è stata invece stabilita un’aliquota
differenziata di trattenuta nello stato della fonte pari
al 5% per partecipazione societarie pari o superiori al
25%. Negli altri casi invece è prevista una trattenuta
del 10%. Quando il disegno di legge sarà tramutato in
legge, entrerà in vigore il giorno successivo dalla sua
pubblicazione in Gazzetta. Da quel momento in poi il
governo italiano potrà richiedere e ottenere tutte le
informazioni che ritiene utili a Panama per svolgere le
sue indagini. A seguito dello scandalo Panama papers,
Christina Lagarde, direttore operativo del Fondo monetario internazionale, ha dichiarato che la comunità
internazionale deve fare di più per combattere l’evasione fiscale e che già molti paesi avevano iniziato a porre
attenzione sulla gestione dei capitali a Panama. Non è
quindi un caso che proprio ieri è arrivata una dichiarazione da parte del presidente del Panama, Juan Carlos
Valera, il quale ha annunciato che il suo paese aderirà
all’iniziativa Ocse (organizzazione per la cooperazione
e lo sviluppo economico) sullo scambio di informazioni
sensibili. Ha, anche, dichiarato che settimana prossima arriverà a Panama un team tecnico dell’Ocse per
«raggiungere un accordo». Su questa scia si può anche
leggere la decisione italiana di sbloccare il disegno di
legge datato 30 dicembre 2010 e di iniziare i lavori in
commissione finanza alla camera.
Giorgia Pacione Di Bello
Dalle indagini bancarie
emerge solo un mero indizio
precisando che non potendo le
I soli dati emersi dalle indagini
risultanze derivanti dalle indabancarie sono insufficienti per
gini bancarie, proprio in relacondannare l’imprenditore aczione alla inutilizzabilità della
cusato di omessa dichiarazione
presunzione, rappresentare, ex
ed evasione fiscale. Si tratta
se, idoneo elemento di prova a
infatti di un mero indizio. Ma
sorreggere la tesi dell’accusa,
non basta: il silenzio del contriinidoneità non solo probatoria
buente, nonostante l’interpello
ma nemmeno
del fisco in sede
indiziaria poamministrativa,
sto che nel reè del tutto irrileI soli dati emersi
ato di omessa
vante.
dalle
indagini
dichiarazione
È q u a n t o a ff e rbancarie
sono
è rimesso al
mato dalla Corte
insufficienti per
giudice penadi cassazione che,
le il compito
con la sentenza n.
condannare
di accertare
15899 del 18 aprile
l’imprenditore
l’ammontare
2016, ha accolto il
accusato di omessa
dell’imposta
ricorso di un imdichiarazione
ed
evasa, da deprenditore di Paevasione fiscale
terminarsi
lermo.
sulla base
L’uomo era finito
della connel mirino degli intrapposizione tra ricavi e costi
quirenti per evasione
ne fiscale e
d’esercizio detraibili, mediante
omessa dichiarazione. La Guaruna verifica può sovrapporsi e
dia di finanza aveva ricostruito
anche entrare in contraddizioil volume d’affari essenzialmenne con quella eventualmente
te sulla base dei dati raccolti in
effettuata dinanbanca.
La sentenza sul
zi al giudice triLa terza sezione
penale del Palazsito www.italiaog- butario.
Debora
zaccio ha però rigi.it/documenti
Alberici
baltato il verdetto
I M P O S T E E TA S S E
Martedì 19 Aprile 2016
31
Dalle spese sanitarie ai figli a carichi, primo check di quello che c’è nel 730/2016
Precompilata, slalom tra fogli
I dati incongrui per il fisco da verificare nell’allegato
Dati presenti nella precompilata 2016
- Redditi di lavoro dipendente e assimilati;
1)
R e d d i t i - Redditi dei terreni;
- Redditi dei fabbricati;
presenti:
- Altri redditi (es. redditi occasionali);
- Spese sanitarie (escluso farmaci);
- Interessi per mutui ipotecari per acquisto
abitazione principale;
- Interessi per mutui ipotecari per acquisto
altri immobili;
- Interessi per mutui ipotecari per costruzione
abitazione principale;
- Interessi per prestiti o mutui agrari;
2) Oneri e spese - Spese di istruzione universitaria;
del dichiarante: - Spese funebri;
- Assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni;
- Assicurazioni per rischio di non autosufficienza;
- Altre spese detraibili;
- Contributi previdenziali e assistenziali;
- Contributi per addetti ai servizi domestici e
familiari;
- Contributi previdenza complementare;
- Oneri pluriennali (da 730 o Unico PF anno precedente);
- Acconti versati;
- Ritenute subite;
- Eccedenze d’imposta (dichiarazioni anno
3) Altri dati:
precedente e altri dati);
- Prospetto familiari a carico (da certificazione
unica);
- Spese sanitarie (escluso farmaci);
- Spese di istruzione universitaria;
4) Oneri e spese
- Assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni;
relativi ai familiari
- Assicurazioni per rischio di non autosufficienza;
a carico:
- Contributi previdenziali e assistenziali;
- Contributi previdenza complementare;
L
DI
ANDREA BONGI
a precompilata è uno
slalom fra modello e foglio illustrativo allegato.
Ogni volta che un dato
o una segnalazione è stato
ritenuta incompleta o non coerente, l’Agenzia ha ritenuto
opportuno non inserirla nel
precompilato ma indicarla unicamente nel foglio illustrativo
di dettaglio. Ciò avviene sia per
i dati direttamente afferenti al
contribuente sia per quelli relativi ai suoi familiari a carico.
(si veda quanto anticipato da
ItaliaOggi il 12/04/2016)
In questa situazione è il contribuente che deve controllare
ed eventualmente confermare
o correggere, i dati inseriti nel
foglio illustrativo stesso facendoli transitare all’interno della
dichiarazione precompilata. Il
tutto con le ovvie conseguenze
in termini di controlli.
Fonte dei dati – le CU. La
dichiarazione precompilata si
basa essenzialmente sulle certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta che attestano i
redditi di lavoro dipendente e
assimilati, le pensioni e i compensi per attività occasionali di
lavoro autonomo, percepiti dal
contribuente nel periodo d’imposta 2015. Tali certificazioni,
se rilevanti ai fini della dichia-
razione precompilata, sono state trasmesse telematicamente
dai sostituti al fisco entro lo
scorso 7 marzo e dovrebbero
essere inserite all’interno del
modello precaricato. Il condizionale è d’obbligo perché l’Agenzia delle entrate ha chiarito che
qualora fossero pervenute più
certificazioni uniche e vi siano
dubbi, per esempio sui meccanismi di conguaglio, il sistema
si limita a dare evidenza al contribuente della presenza di tali
certificazioni uniche senza però
inserire i dati delle stesse nella
precompilata.
Ma nella precompilata non
vanno solo le informazioni
contenute nelle certificazioni
uniche. Esso contiene, infatti
anche tutta una serie di informazioni presenti in Anagrafe
tributaria relative, per esempio, alle spese di ristrutturazione edilizia e di risparmio
energetico, ai versamenti effettuati con il modello F24, alle
compravendite immobiliari, ai
contratti di locazione registrati
e alla dichiarazione dei redditi
dell’anno precedente. A questi
dati si vanno ad aggiungere
anche quelli trasmessi da altri
soggetti, che riguardano alcuni
oneri detraibili e deducibili sostenuti dai contribuenti tra cui
gli interessi passivi sui mutui,
premi assicurativi, contributi
previdenziali, spese funebri,
spese mediche e universitarie.
Inserimento nella precompilata – il criterio di
base. Come precisato dalla
stessa Agenzia delle entrate
non sono state inserite in dichiarazione tutte quelle informazioni che appaiono incomplete o incoerenti. All’interno
dell’applicazione dedicata alla
precompilata ci sono anche
alcuni esempi pratici di incoerenze. Si pensi al caso in cui
in Anagrafe tributaria risulti
l’atto di acquisto di un fabbricato, di cui però l’amministrazione finanziaria non conosce
ancora la destinazione (concesso in comodato, tenuto a
disposizione ecc.). Oppure alla
situazione in cui gli interessi
passivi per il mutuo comunicati dalla banca siano di importo
superiore a quelli indicati nella
dichiarazione dell’anno precedente, quando di norma dovrebbe accadere esattamente
il contrario visto che il metodo
utilizzato per il computo degli
interessi passivi è quello cosiddetto alla francese (decrescenti
nel tempo).
In queste situazioni il dato
non è perso. Lo stesso è riportato nel prospetto riepilogativo,
in modo da poter essere verifi-
Lo studente in affitto
dovrà pagare il canone tv
Lo studente in affitto, che ha spostato la sua residenza
nella città dove studia, dovrà pagare il canone tv. È
quanto emerge dagli esempi di compilazione presenti
sul sito dell’Agenzia delle entrate. Quindi, se si è in
affitto in un appartamento dove è presente un televisore e l’utenza elettrica è intestata al proprietario
dell’abitazione o allo studente stesso quest’ultimo è
tenuto al pagamento del canone tv, perché detiene un
apparecchio televisivo nell’appartamento preso in affitto. Non sarà invece tenuto al pagamento del canone
tv se lo studente, sebbene sia fuorisede, abbia mantenuto la residenza anagrafica a casa dei genitori che
già pagano il canone. In questo caso può presentare la
dichiarazione di non possesso compilando il quadro B
indicando il codice fiscale, della madre o del padre, cui
è intesta l’utenza elettrica su cui è dovuto il canone tv.
Nel caso in cui, invece, ci sia una famiglia composta da
due coniugi che vivono in un’abitazione dove l’utenza
elettrica è intestata al marito e non è presente nessun
apparecchio atto alla ricezione di trasmissioni televisive. Anche se si era già presentata una denuncia di cessazione dell’abbonamento per suggellamento prima del
2016, è necessario presentare un’autodichiarazione.
Altro caso, preso in esame dall’Agenzia dell’entrate in
quanto garante degli adempimenti fiscali, è il seguente.
Una famiglia formata da moglie, marito e due figli ha
due abitazioni A e B con due utenze elettriche intestate una alla moglie e l’altra al marito. La residenza
anagrafica della moglie e marito è nell’abitazione A
mentre quella dei figli è nell’abitazione B. Risultato:
è possibile presentare una dichiarazione sostitutiva,
solo da parte del marito, compilando il quadro B sul
modulo di dichiarazione sostitutiva scrivendo il codice
fiscale della moglie. In questo modo il canone dovuto
sarà addebitato sull’utenza elettrica intestata alla moglie. I figli che risiedono nella casa B, rappresentando
un’autonoma famiglia anagrafica, sono tenuti al pagamento del canone tv.
Giorgia Pacione Di Bello
cato ed eventualmente inserito
in dichiarazione da parte del
contribuente.
Familiari a carico. Altro
fronte caldo, anzi caldissimo
della precompilata 2016 è
rappresentato dai dati relativi ai familiari a carico del
contribuente. Anche per i carichi familiari l’Agenzia delle
entrate ha utilizzato lo stesso
criterio sopra esaminato: non
inserimento nella precompilata, ma «parcheggio» nel
foglio illustrativo allegato di
tutte le informazioni che sono
state considerate incomplete
o incoerenti. L’Agenzia ha individuato i familiari da considerare fiscalmente a carico
esclusivamente sulla base delle informazioni ricevute, anche
dal punto di vista reddituale,
dai sostituti d’imposta con le
Certificazioni Uniche.
Quando nelle comunicazioni trasmesse dai soggetti terzi
non è stato individuato il soggetto che ha sostenuto la spesa,
l’onere è inserito nelle dichiarazioni dei redditi dei soggetti
dei quali il familiare a cui la
spesa si riferisce, risulta fiscalmente a carico, in proporzione
alle percentuali di carico. In
questi casi, l’onere è riportato
nell’elenco delle informazioni
sia del familiare fiscalmente a
carico sia dei soggetti di cui il
familiare a cui la spesa si riferisce, risulta fiscalmente a
carico.
Tocca ovviamente al contribuente modificare la dichiarazione proposta dall’Agenzia
delle entrate se il familiare non
è in possesso dei requisiti per
essere considerato fiscalmente
a carico o se la spesa è stata sostenuta da un soggetto diverso
o in una percentuale diversa
rispetto a quella risultante
dal prospetto dei familiari a
carico.
Effetti sui controlli. È
chiaro che la modifica o l’inserimento di dati nella dichiarazione precompilata ne
alterano lo status quando incidono sul reddito, sull’imposta
o su entrambi. In generale
infatti il 730 precompilato si
considera modificato quando
vengono variati i redditi, gli
oneri o le altre informazioni
presenti nella dichiarazione
oppure se sono inserite nuove
voci non presenti nel modello
730 precompilato. La modifica
alla precompilata fa sì che i
controlli documentali si estendano anche agli oneri forniti
all’Agenzia da soggetti terzi e
non soltanto a quelli inseriti
dal contribuente per effetto
delle variazioni apportate.
32
Martedì 19 Aprile 2016
BENZINA
I M P O S T E E TA S S E
Una risoluzione sugli atti richiesti dagli avvocati
Distributori
a registro
differenziato Notifica atti: bollo non dovuto
Certificati esenti
DI
GIOVAMBATTISTA
PALUMBO
La transazione avente
per oggetto la vendita di un
distributore di carburanti
è caratterizzata da una sostanziale differenziazione
tra l’elemento immobiliare, costituito dal terreno
su cui grava, e quello delle
attrezzature/impianti che
lo caratterizza e che ne
determina la reale funzionalità. Ai fini dell’imposta
di registro, si differenziano
dunque le aliquote di riferimento, in base alla natura immobiliare o mobiliare
del cespite trasferito. Così
ha deciso la Commissione
tributaria provinciale di
Firenze con la sentenza
n. 1249/1/15. Nel caso di
specie l’amministrazione
finanziaria aveva emesso
avviso di liquidazione, con
il quale procedeva al recupero di imposte sul valore
dichiarato in atto di euro
840.000, in relazione al
trasferimento di un ramo
di azienda costituito da
un impianto di distribuzione carburanti. Il prezzo
complessivo della vendita
era stato pattuito in euro
1.390.000, distinto, ai soli
fini fiscali, in: euro 400.000,
da attribuirsi all’immobile
con terreno adiacente,
euro 640.000 da attribuirsi
agli impianti, euro 200.000
da attribuirsi alle attrezzature ed euro 150.000 da attribuirsi all’avviamento. Il
notaio applicava dunque le
aliquote di trasferimento
immobiliari (pari a 7% +
2% + 1%) su euro 400.000 e
l’aliquota dei trasferimenti
mobiliari (3%) sul residuo
prezzo di euro 990.000.
L’Ufficio riteneva errata la tassazione, assoggettando invece l’intero
importo, con esclusione
dell’avviamento, a imposizione immobiliare, ritenendo che nella fattispecie non fosse possibile
separare gli impianti e
le attrezzature dall’area
su cui insistevano, in relazione al concetto che
tutto ciò che è incorporato al bene immobile costituisce un unico
bene. La Commissione di
merito ha quindi accolto
il ricorso, ritenendo che
l’atto liquidato contenesse sufficienti elementi di
chiarezza al fine di comprendere la volontà delle
parti nel tenere separati
l’individuazione dei beni
immobili da quelli mobili
degli impianti e attrezzature, oltre all’attribuzione dell’avviamento, valori che, peraltro, l’Ufficio
aveva contestato solo nel
loro raggruppamento.
DI
ROBERTO ROSATI
N
on è dovuta l’imposta
di bollo sui certificati
anagrafici richiesti
dagli avvocati per
la notifica di atti giudiziari. Esenti dal tributo anche
le quietanze rilasciate dai
comuni a fronte del pagamento delle sanzioni per
violazioni del codice della
strada. Sono queste le indicazioni fornite dall’agenzia
delle entrate con due risoluzioni diffuse ieri, 18 aprile
2016.
Certificati anagrafici a
uso giudiziario
La risoluzione n. 24/E
risponde al quesito del ministero dell’interno, che nel
fare presente di essersi pronunciato affermativamente
in merito all’applicabilità
dell’imposta sui certificati
anagrafici richiesti dagli
studi legali ai fini della notifica degli atti giudiziari,
segnalava il diverso parere
dell’ordine degli avvocati,
secondo il quale il tributo
non sarebbe dovuto.
L’Agenzia ha osservato
che i certificati in esame,
essendo rilasciati in base
alle risultanze dei registri
anagrafici e non di quelli dello stato civile, in via
di principio sono soggetti
all’imposta, salvo che ricorrano le ipotesi di esenzione previste dalla tabella
B allegata al decreto del
presidente della Repubblica
numero 642 del 1972. Sono
inoltre esenti dall’imposta
tutti gli atti e i provvedimenti dei procedimenti giurisdizionali assoggettati al
contributo unificato di cui
al dpr n. 115/2002, qualora
«antecedenti», «necessari»
e «funzionali» ai procedimenti stessi. Ciò premesso,
secondo l’Agenzia, anche i
certificati anagrafici richiesti dagli studi legali per la
notifica atti giudiziari sono
esenti dall’imposta di bollo,
ai sensi dell’art. 18 del citato dpr n. 115, in quanto
trattasi di atti funzionali al
procedimento giurisdizionale. In tal caso, sul certifica-
Prestanome, serve
il dolo specifico
Essere il prestanome di un’azienda non
fa scattare automaticamente la condanna per l’omessa tenuta o la distruzione
della contabilità. L’accusa è infatti tenuta a provare il dolo specifico.
Lo ha sancito la Corte di cassazione
che, con la sentenza n. 15900 del 18
aprile 2016, ha accolto il ricorso del
rappresentante legale di un’impresa
di Napoli.
La difesa ha sostenuto nel gravame che
l’uomo fosse solo un prestanome e che
nulla potesse sapere circa la mancata e
scorretta tenuta della contabilità.
La tesi ha fatto breccia presso i giudici
del Palazzaccio che, accogliendo con
rinvio, hanno spiegato che muovendo
dal dato incontestabile secondo cui il
reato richiede quale elemento soggettivo il dolo specifico, ne discende che la
responsabilità penale dell’amministratore di diritto - qual è il ricorrente nel
caso in esame - può sì essere affermata,
posto che risponde a titolo di concorso
per omesso impedimento dell’evento ex
artt. 40, cpv. c.p. ma a condizione che
ricorra l’elemento soggettivo richiesto della norma penale incriminatrice
e cioè il dolo specifico.
Tale elemento psicologico non è dimostrato, per i Supremi giudici, per il solo
fatto di essere il prestanome nell’interesse degli effettivi gestori della società.
Insomma ha sbagliato la Corte d’Appello partenopea a sostenere che il manager non poteva ignorare di essere il
diretto responsabile della tenuta delle
scritture contabili e della presentazione delle dichiarazioni fiscali.
Di diverso avviso la Procura generale
del Palazzaccio che ha chiesto l’inammissibilità del ricorso.
Debora Alberici
to dovrà essere indicata la
norma di esenzione, ovvero
l’uso cui l’atto è destinato.
Ricevute di pagamento
sanzioni pecuniarie
La risoluzione 25/E risponde a un comune che
riteneva di dover assoggettare all’imposta di bollo di 2
euro le quietanze emesse a
seguito del pagamento delle sanzioni amministrative
pecuniarie per violazioni
del codice della strada, effettuato presso gli agenti
contabili della polizia locale, se di importo superiore
a 77,47 euro. L’Agenzia ha
invece chiarito che si rende applicabile l’esenzione
prevista dall’art. 5, comma
4, della tabella allegata al
decreto del presidente della Repubblica numero 642
del 1972, che riguarda, tra
l’altro, anche gli atti per la
riscossione delle entrate extra tributarie dei comuni, al
cui ambito sono riconducibili le sanzioni amministrative
in questione.
© Riproduzione riservata
LETTERA
Cassazione molto chiara
sulla medicina di gruppo
La sentenza della Cassazione ss.uu.
n. 7291 del 2016, con cui la cosiddetta medicina di gruppo è stata
(finalmente) sdoganata dall’ambito
applicativo dell’Irap (titolo di apertura di ItaliaOggi del 14 aprile) ha,
in sostanza, ricompensato l’enorme
lavoro di propaganda che la Fimmg
sta svolgendo ormai da anni. Ma in
un articolo pubblicato sul Il Sole 24
Ore dello scorso 14 aprile, il prof.
Ferranti conclude il suo commento
alla Sentenza n. 7291/2016 in esame, ritenendo la questione ancora
aperta.
A parere di chi scrive, però, attesa l’assoluta chiarezza e precisione
dell’intervento delle ss.uu. non può
che generarsi una duplice considerazione (tertium non datur) riguardo il professor Ferranti, nei termini
che:
a) o non ha ben compreso la portata assolutamente innovativa della
sentenza delle ss.uu.; ovvero, cosa
più probabile,
b) non è mai riuscito a spogliarsi delle
vesti del «vecchio burocrate» dell’amministrazione finanziaria, per il quale i contribuenti - ancorché svolgenti
«… una delicata funzione di primo
impatto a difesa della salute pubblica» (Cass. Sentenza n. 13048/2012)
ovvero senza che la capacità produttiva risulti accresciuta dalla disponibilità di un dipendente, in quanto
quest’ultimo «… non costituisce un
fattore impersonale e aggiuntivo alla
produttività del contribuente» (Cass.
Sent. n. 22020/2013) - restano sempre, e solo, polli da spennare.
Carmine Scavone, presidente
Commissione Fisco Fimmg
NUDA PROPRIETÀ
Accertamenti
sintetici
perimetrati
DI VINCENZO
DELLI PRISCOLLI
Qualora sia pacifico che
il contribuente abbia acquistato esclusivamente
la nuda proprietà dell’immobile con contestuale
costituzione di usufrutto a
favore di un terzo, l’Agenzia delle entrate è abilitata
esclusivamente alla determinazione in via sintetica
del reddito in base a spese
per incrementi patrimoniali, ai sensi dell’art. 38, commi quarto e quinto, del dpr
n. 600/1973, e non in base
al pagamento dell’intero
prezzo.
Queste sono le conclusioni a cui è giunta la
Corte di cassazione con
la sentenza n. 930 del 20
gennaio 2016.
Il contribuente ha proposto ricorso per Cassazione
avverso la sentenza della
Commissione tributaria regionale del Lazio la quale,
confermando la legittimità
dell’avviso di accertamento
emanato dall’Agenzia delle
entrate con metodo sintetico, aveva sostenuto che
il contribuente non aveva
dimostrato di aver versato
il prezzo di acquisto della
sola nuda proprietà di
un immobile e non anche
dell’usufrutto.
I giudici di legittimità
hanno sostenuto invece
che risulta pacifico, come
risulta anche dal contenuto delle difese dell’Agenzia
delle entrate, che il contribuente ha acquistato
esclusivamente la nuda
proprietà dell’immobile in
questione, con contestuale
costituzione di usufrutto a
favore di un terzo.
Questo è, pertanto,
l’unico fatto certo idoneo
ad abilitare l’ufficio alla
determinazione in via sintetica del reddito in base
a spese per incrementi patrimoniali, ai sensi dell’art.
38, commi 4 e 5, del dpr n.
600/1973, e non già il pagamento dell’intero prezzo,
circostanza evidentemente
non desumibile con certezza dall’acquisto della sola
nuda proprietà, non assumendo rilievo in tal senso
il fatto che dal contratto
risulta il versamento di
una somma complessiva
a opera della «parte acquirente» (espressione
da intendere comprensiva
anche del soggetto acquirente dell’usufrutto).
Per questo motivo la
Corte di cassazione ha
accolto il ricorso del contribuente, rinviando la
causa, anche per le spese, ad altra sezione della
Commissione tributaria
regionale del Lazio.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Martedì 19 Aprile 2016
Il nuovo codice oggi in Gazzetta. Cabina di regia per l’attuazione
33
PROVINCE
Mobilità
da chiudere
Attesi 50 decreti. E le linee guida dell’Anac per giugno
Appalti, riforma graduale
DI
ANDREA MASCOLINI
S
oppresso il vecchio codice degli appalti, la
palla passa ai decreti
attuativi. Poco meno
di 50 provvedimenti, fra cui le
linee guida generali dell’Anac
che dovrebbero vedere la luce
entro fine luglio e a breve saranno messe in consultazione
pubblica. Le norme del dpr
207/2010 (regolamento del Codice De Lise) non incompatibili
con il nuovo codice decadranno comunque entro la fine del
2016. Sono questi gli effetti derivanti dalla entrata in vigore
del nuovo codice dei contratti
pubblici, il decreto legislativo
n. 50/2016, approvato venerdì
dal consiglio dei ministri in via
definitiva e atteso oggi in G.U.
Le nuove norme si applicheranno alle procedure e ai contratti
per i quali i bandi o gli avvisi
con cui si indice la procedura
di scelta del contraente siano
stati pubblicati dopo l’entrata
in vigore del decreto delegato.
Non solo: il nuovo codice si applicherà anche ai contratti per
i quali non è stata data pubblicità ai bandi e agli avvisi; per
tali fattispecie contrattuali il
decreto prevede che le nuove
norme risultino applicabili se
alla data di entrata in vigore del nuovo codice non sono
stai ancora inviati gli inviti a
presentare offerte. Pertanto,
per esempio, a una procedura
negoziata senza bando di gara
laddove la stazione appaltante
non abbia ancora inviato la lettera di invito ai soggetti individuati a seguito di indagine di
mercato. L’entrata in vigore del
nuovo decreto ha però, come effetto più rilevante, l’immediata
soppressione del dlgs163/2006
e di ogni sua modifica successiva, disposta dall’articolo 217
del testo: da oggi, quindi, si
applicano tutte le nuove norme contenute nei 217 articoli
del decreto delegato, sostitutivo del codice del 2006. Il
problema però è che al codice
De Lise erano collegate anche
molte norme del dpr 207/2010
(il regolamento attuativo del
codice del 2006) che, in alcune
materie, dettavano (dettano)
un cospicuo apparato regolatorio (si pensi al tema della
qualificazione delle imprese
di costruzioni, ai livelli progettuali, alla disciplina dell’esecuzione del contratto, alle regole
per l’affidamento di servizi di
ingegneria e architettura). Nel
nuovo sistema il regolamento
non esisterà più e al suo posto
vi sarà una congerie di atti che,
in larga misura, faranno capo
all’Anac (linee guida generali
e di dettaglio), alla presidenza
del consiglio, al ministero delle infrastrutture, al Consiglio
superiore dei lavori pubblici e
ad altri dicasteri, con modalità di concerto le più svariate.
Rispetto a questa pluralità di
provvedimenti e di soggetti
Contributo unificato, ok Ue
Il contributo unificato da pagare per i procedimenti giurisdizionali in materia di appalti non viola il diritto comunitario. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue nell’ordinanza
del 7 aprile (pubblicata ieri) emessa nella causa C-495/14
che ha visto contrapposti uno studio infermieristico di
Trento e il ministero della giustizia. Secondo la Corte, la
legislazione italiana che prevede contributi processuali non
eccedenti il 2% del valore dell’appalto (si va da un minimo
di 2 mila euro a un massimo di 6 mila a seconda del valore
dell’appalto, rispettivamente di valore uguale o inferiore
a 200 mila euro sino a un importo superiore al milione di
euro) non costituisce un ostacolo all’accesso alla giustizia
e quindi non si verifica alcuna lesione del principio di effettività. Si tratta infatti, dice la Corte, di una percentuale «in
sé assai contenuta», tenuto conto che «la partecipazione
di un’impresa a un appalto pubblico ne presuppone un’appropriata capacità economica e finanziaria».
chiamati ad attuare il codice,
codice
con varie modalità, il Consiglio
di stato nel parere reso due
settimane fa aveva espresso
«preoccupazione». Sarà fondamentale che la cabina di regia
istituita ai sensi dell’articolo
212 del codice presso la presidenza del consiglio dei ministri
riesca a coordinare il complesso iter attuativo fra i diversi
soggetti.
ne la cabina di
soggetti Alla fi
fine
regia potrà anche prevedere
la «raccolta in testi unici integrati, organici e omogenei» dei
decreti e linee guida adottate
da qui al prossimo anno.
Il regolamento del 2010 rimarrà vigente fino a quando
non saranno entrati in vigore
tutti i provvedimenti di attuazione previsti dal codice
stesso.
Si prevede inoltre che
s
ogni
provvedimento attuativo
o
dovrà
effettuare la ricogniziod
ne
n delle norme del dpr 207 che
si
s intenderanno abrogate; per
le
l norme che non formeranno
oggetto
di ricognizione l’abroo
gazione
scatterà in ogni caso
g
entro
il 31 dicembre 2016 a
e
condizione
che non siano inc
compatibili
con il nuovo codice
c
o con ulteriori provvedimenti,
anche
dell’ Anac. È poi lo stesso
a
codice
a elencare alcune delle
c
discipline
regolamentari (e
d
non)
da salvare fino a quando
n
i provvedimenti attuativi non
saranno
adottati (e i termini,
s
quando
ci sono, varieranno da
q
sessanta
giorni a un anno). Ins
fine occorrerà attendere il più
importante
di tutti i provvedii
menti
di attuazione: le linee
m
guida generali dell’Anac che,
di fatto, sostituiranno in buona
misura il regolamento del codice dei contratti pubblici. A breve la Commissione presieduta
da Michele Corradino lancerà
la consultazione pubblica su
una bozza, ma la natura regolamentare comporterà una
vera corsa contro il tempo.
Banco Popolare Società Cooperativa · Sede legale in Verona, Piazza Nogara, n. 2 · Società capogruppo del Gruppo bancario
Banco Popolare · Iscritta all’albo delle banche al n. 5668 · Capitale sociale, al 31 dicembre 2015, Euro 6.092.996.076,83,
rappresentato da n.° 362.179.606 azioni ordinarie · Iscritta al Registro delle Imprese di Verona · P.IVA n. 03700430238
AVVISO DI PUBBLICAZIONE
DEL SUPPLEMENTO (il “Supplemento”) (A) AL DOCUMENTO DI REGISTRAZIONE (il “Documento di Registrazione”) E (B) AL PROSPETTO DI BASE RELATIVO AL PROGRAMMA DI OFFERTA AL PUBBLICO E/O QUOTAZIONE
SUL MOT DI PRESTITI OBBLIGAZIONARI SENIOR DENOMINATI: (a) “Banco Popolare Società Cooperativa
Obbligazioni a Tasso Fisso”; (b) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Fisso Multicallable”; (c) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Fisso con Ammortamento Periodico”;
(d) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni Step-Up”; (e) “Banco Popolare Società Cooperativa
Obbligazioni Step-Up Multicallable”; (f) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Variabile”; (g) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Variabile con Cap e/o Floor”; (h) “Banco
Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Misto”; (i) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Misto con Cap e/o Floor”; (j) “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni Zero Coupon”;
(k) “Obbligazioni con cedole legate alla variazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo”; e (l) “Obbligazioni
con cedole legate alla variazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo con Cap e/o Floor” (il “Prospetto di Base”)
1. Emittente
Banco Popolare Società Cooperativa, con sede legale in Piazza Nogara 2, Verona. L’Emittente può agire, altresì, in qualità
di Responsabile del Collocamento.
sul sito internet dell’Emittente www.bancopopolare.it. L’investitore potrà richiedere copia cartacea gratuita di tali documenti presso la sede legale e direzione generale dell’Emittente in Piazza Nogara 2, Verona e presso i Soggetti Collocatori.
2. Documenti a cui si riferisce il Supplemento
Il Supplemento ha ad oggetto il Documento di Registrazione ed il Prospetto di Base relativo al programma di offerta
al pubblico e/o quotazione sul MOT di prestiti obbligazionari senior denominati “Banco Popolare Società Cooperativa
Obbligazioni a Tasso Fisso”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Fisso Multicallable”; “Banco
Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Fisso con
Ammortamento Periodico”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni Step-Up”; “Banco Popolare Società
Cooperativa Obbligazioni Step-Up Multicallable”; “Banco
Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Variabile”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni a
Tasso Variabile con Cap e/o Floor”; “Banco Popolare Società
Cooperativa Obbligazioni a Tasso Misto”; “Banco Popolare
Società Cooperativa Obbligazioni a Tasso Misto con Cap e/o
Floor”; “Banco Popolare Società Cooperativa Obbligazioni
Zero Coupon”; “Obbligazioni con cedole legate alla variazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo”; e “Obbligazioni
con cedole legate alla variazione dell’Indice dei Prezzi al
Consumo con Cap e/o Floor”, approvati dalla CONSOB ed
attualmente in corso di validità.
Ai sensi dell’articolo 95-bis, comma 2, del d.lgs. 24
febbraio 1998, n. 58, come successivamente modificato ed
integrato, gli investitori che - prima della pubblicazione
del Supplemento - abbiano già concordato di acquistare o
sottoscrivere gli strumenti finanziari denominati: “BANCO
POPOLARE S.C. SERIE 546 TASSO FISSO 30.12.2015 –
30.12.2018 (ISIN IT0005152381)”; “BANCO POPOLARE
S.C. SERIE 547 STEP- UP MULTICALLABLE 29.01.2016 –
29.01.2021 (ISIN IT0005159196)”; “BANCO POPOLARE
S.C. SERIE 548 TASSO MISTO CON CAP 29.01.2016 –
29.01.2021 (ISIN IT0005158677)”; “BANCO POPOLARE
S.C. SERIE 553 STEP- UP MULTICALLABLE 29.02.2016
– 28.02.2021 (ISIN IT0005161713)”; “BANCO POPOLARE
S.C. SERIE 559 TASSO FISSO 31.03.2016 – 31.03.2019
(ISIN IT0005170599)”; “BANCO POPOLARE S.C. SERIE
560 STEP- UP MULTICALLABLE 31.03.2016 – 31.03.2021
(ISIN IT0005170607)” e “BANCO POPOLARE S.C. SERIE
561 STEP- UP MULTICALLABLE 29.04.2016 – 29.04.2021
(ISIN IT0005175515)”, hanno il diritto, esercitabile entro
due giorni lavorativi dopo tale pubblicazione, ovvero,
se successiva, alla data di pubblicazione del presente
avviso, di revocare la loro accettazione, o di richiedere il
riacquisto degli strumenti finanziari, a seconda dei casi,
mediante l’invio di una comunicazione scritta all’indirizzo
dell’Emittente in Piazza Nogara n. 2, 37121 Verona.
Il presente avviso è pubblicato ai sensi dell’art. 9, comma 5
del Regolamento CONSOB n. 11971/99 ed ha valore puramente informativo.
3. Pubblicazione del Supplemento
A seguito del provvedimento di approvazione comunicato
con nota n. 0034030/16 del 15 aprile 2016, in data 18 aprile 2016, l’Emittente ha depositato il Supplemento presso la
CONSOB.
Il Supplemento, il Documento di Registrazione ed il Prospetto di Base, come modificati dai supplementi, sono disponibili
Verona, 19 aprile 2016
DI
FRANCESCO CERISANO
Completare entro giugno
il trasferimento dei dipendenti soprannumerari delle province in modo che gli
oltre 1.600 lavoratori ancora in attesa di ricollocamento non pesino più sui
bilanci degli enti di area
vasta. È la richiesta che
l’Unione delle province italiane (Upi) ha formalizzato
ieri nel corso dell’audizione davanti alle commissioni bilancio di camera
e senato sul Documento
di economia e finanza. La
procedura online per far
incontrare domanda e offerta di lavoro, gestita dal
portale mobilita.gov.it, è
ormai pienamente attiva.
A partire da ieri, infatti,
i dipendenti degli enti di
area vasta e della Croce
rossa italiana, presenti
nelle liste della domanda
di mobilità, dopo aver attivato la propria utenza sul
portale, potranno esprimere le proprie preferenze di assegnazione tra i
posti resi disponibili dalle
amministrazioni pubbliche (offerta di mobilità).
Il termine finale di presentazione dell’istanza è fissato alle ore 24,00 del 18
maggio. L’auspicio dell’Upi
è che entro giugno l’intero
processo di trasferimento
possa dirsi completo, in
modo da portare ad attuazione quella che è stata
definita «la più grande
operazione di trasferimento del personale nella
p.a. mai affrontata prima
nella storia della Repubblica», con oltre 20 mila
lavoratori spostati (nelle
regioni, nei comuni e nella
amministrazioni statali).
Nell’audizione l’Upi ha sottolineato come la trasformazione delle province in
enti di secondo livello con
meno competenze e ridotti costi della politica abbia
prodotto risparmi per circa un miliardo e mezzo di
euro, visto che dalla piena entrata a regime della
legge Delrio (n. 56/2014)
la spesa corrente dei 76
enti di area vasta delle regioni a statuto ordinario
interessate dalla riforma,
è passata da 4,385 miliardi
a 2 miliardi e 870 milioni.
Un dato di cui anche il Def
dà merito agli enti. Tuttavia, rimarca l’Upi, il Def
non affronta il problema
del progressivo taglio di
risorse che sta mettendo
in ginocchio le province
al punto che, a fine 2015,
si registravano tre enti in
dissesto e dieci in procedura di riequilibrio, oltre
a un quasi generalizzato
sforamento del Patto.
34
Martedì 19 Aprile 2016
D I R I T TO E I M P R E SA
Circolare dello Sviluppo economico. Sì all’interpello in caso di dubbi sulle spese agevolate
Bonus ricerca per il personale
Il credito d’imposta copre le spese, se finalizzate ai risultati
DI
Bonus ricerca: le conferme
del Mise
ROBERTO LENZI
A
rriva anche dal ministero dello sviluppo
economico la conferma
che tutto il personale è
finanziabile nell’ambito del credito di imposta per attività di
ricerca e sviluppo 2015-2019,
purché collabori al buon esito
della stessa. Dopo la pubblicazione della circolare dell’Agenzia delle entrate del 16 marzo
anche il ministero dello sviluppo economico, all’interno della
Scheda di sintesi «Credito d’imposta per investimenti in R&S
(2015-2019)», ha precisato che
il personale non altamente
qualificato, cioè non in possesso di laurea magistrale in ambito tecnico scientifico, rientra
all’interno della definizione di
«competenze tecniche» e quindi
finanziabile con un credito di
imposta del 25%. Questa importante precisazione, anticipata dall’articolo di ItaliaOggi
del 17 marzo, arriva anche dopo
una serie di articoli di ItaliaOggi che hanno contribuito a
portare all’attenzione del Mise
lo scarso appeal che avrebbe
avuto lo strumento per tante
pmi che effettuano attività di
ricerca e sviluppo con l’ausilio
di personale che pur non essen-
- Finanziabile tutto il personale impiegato in attività
di R&S
- Il bonus spetta anche agli amministratori che
svolgono attività di R&S
- Strumenti e attrezzature: agevolabili anche quelli
acquistati prima del 2015
- In caso di dubbi sull’ammissibilità delle attività
di ricerca è possibile presentare un interpello
do «altamente qualificato» per
il titolo di studio è comunque
molto competente. La scheda di
sintesi mette inoltre a disposizione il link dove sono disponibili tutte le informazioni per richiedere l’interpello all’Agenzia
delle entrate e Mise, in merito
a quesiti di natura tecnica relativi alla finanziabilità delle attività di ricerca e sviluppo. Dal
Mise arriva anche la conferma
che sono agevolabili i compensi
corrisposti all’amministratore,
non dipendente dell’impresa,
che svolge attività di ricerca
e sviluppo nell’impresa, e che
sono ammissibili i costi delle
attrezzature già presenti in
azienda.
Costi del personale impiegato in attività di ricerca e
sviluppo. Grazie alle precisazioni dell’Agenzia delle entrate e del Mise tutto il personale
impiegato in attività di ricerca
e sviluppo, senza discriminazioni dovute al titolo di studio
può essere finanziato con il
credito di imposta per attività
di ricerca e sviluppo. L’unica
differenza è data dal fatto che
le spese per il personale altamente qualificato sono finanziate con un bonus del 50%,
mentre il restante personale
con un bonus del 25%. Tra le
altre precisazioni fornite, è stato puntualizzato che è agevolabile non solo l’incremento delle
Meno fallimenti. Va meglio il saldo
tra iscrizioni e cessazioni d’impresa
Nuova frenata dei fallimenti, al
contrario il saldo tra iscrizioni e
cessazioni di imprese, pur negativo,
mette a segno il miglior risultato
degli ultimi cinque anni. Alla fine
di marzo complessivamente il totale
delle imprese italiane risulta pari a
6.038.891 unità, di cui 1.347.820 artigiane. È quanto emerge dall’analisi dei dati ufficiali sulla natalità e
mortalità delle imprese tra gennaio
e marzo 2016, diffusi da Unioncamere - InfoCamere, secondo cui il
tessuto imprenditoriale si riduce di
-12.681 unità. Questa flessione però,
comune a tutti i trimestri di inizio
d’anno tradizionalmente caratterizzati da un bilancio negativo a causa
del concentrarsi delle cancellazioni
sul finire dell’anno precedente, è
meno consistente rispetto al passato. Intanto tra gennaio e marzo
sono diminuite del 5,4% le nuove
aperture di procedure fallimentari
(3.396 in totale). I primi tre mesi
dell’anno hanno fatto registrare una
sostanziale stabilità delle iscrizioni
che ammontano a 114.660 unità
(+158 rispetto allo stesso periodo
del 2015) e una sensibile riduzione
delle chiusure scese a 127.341 unità,
il valore più contenuto degli ultimi
undici anni. L’intero saldo negativo
del trimestre può sostanzialmente
essere attribuito alle sole imprese
artigiane. Le cancellazioni (40.218)
sono le più basse degli ultimi dieci
anni, ma anche le iscrizioni hanno
continuano nella loro lenta e costante flessione: il dato del trimestre da
poco concluso è il più basso dal 2
mila ad oggi. I settori che vedono
aumentare in modo apprezzabile la
propria base imprenditoriale sono
quelli del noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+1.579
imprese, di cui 483 artigiane), le attività immobiliari (+896) e l’alloggio
e la ristorazione (+662). Sul fronte
opposto ad arretrare maggiormente sono i settori delle costruzioni
(-6.294 imprese, -0,74%) e del commercio (-5.680 unità, -0,37%). Tra
le forme giuridiche, il segmento più
dinamico del tessuto imprenditoriale continuano a essere le società
di capitali, aumentate di 13 mila
unità (pari a un tasso di crescita
dello 0,88%). Una vitalità che solo
in parte riesce a controbilanciare il
saldo negativo delle ditte individuali, diminuite di 20.930 unità (pari
allo 0,65% in meno). Un risultato
quest’ultimo migliore di quello del
2015 quando si attestò a -25 mila
unità. L’analisi a livello territoriale mostra saldi negativi in tutte e
quattro le grandi ripartizioni, ciascuna comunque in miglioramento
rispetto ad un anno fa. Tra le regioni, Trentino-Alto Adige, Lazio e
Campania sono quelle che fanno registrare un saldo positivo per quanto contenuto rispettivamente con 69,
714 e 33 imprese in più. Delle altre,
la sola Emilia-Romagna ha chiuso il primo trimestre 2016 con un
risultato peggiore del 2015. Tra gli
artigiani, nessuna regione chiude in
positivo; cinque sono in contrazione:
Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Molise e Sardegna.
spese,
derivante dall’assunziosp
ne di nuovo personale con profilo
l altamente qualificato, ma
anche
quello attribuibile a un
an
maggiore
impiego in termini di
m
ore
or lavorate.
Nella categoria di spese per
«personale
altamente qualifica«
«p
to»,
to impiegato, nelle attività di
ricerca
e sviluppo ammissibili
ri
sono
so ricompresi sia i costi per il
personale
dipendente dell’impe
presa,
con esclusione del persopr
nale
na con mansioni amministrative,
tiv contabili e commerciali,
sia
si i costi per il personale in
rapporto
di collaborazione con
ra
la stessa, compresi gli esercenti
arti e professioni, a condizione
che svolgano la propria attività, presso le strutture dell’impresa beneficiaria.
Strumenti e attrezzature.
Nell’ambito della voce di spesa «Quote di ammortamento
di strumenti e attrezzature di
laboratorio» il Mise ha ribadito che sono ammissibili anche
i costi dei beni acquisiti in un
periodo di imposta antecedente
a quello in corso al 31 dicembre
2015, purché vi sia l’effettiva
destinazione degli stessi alle
attività di ricerca e sviluppo.
Altra importante precisazione
è che la maggiorazione del 40%
del costo di acquisizione degli
investimenti in beni materiali
strumentali nuovi, prevista
dalla legge 28 dicembre 2015,
n. 208, non rileva ai fini della
determinazione delle quote di
ammortamento eleggibili al
credito di imposta.
In caso di dubbi c’è la possibilità di presentare un interpello. Il Mise ha specificato
che per quesiti tecnici è possibile rivolgersi all’Agenzia delle entrate mediante interpello,
ai sensi dell’art. 11 della legge
22/2000, secondo le modalità
descritte al link: http://www.
agenziaentrate.gov.it/wps/
content/Nsilib/Nsi/Documentazione/Interpello/#come%20
presentare%20interpello. Questa possibilità è stata introdotta considerando il carattere
automatico del bonus ricerca;
laddove le imprese abbiano
dubbi sull’ammissibilità delle
attività di ricerca e sviluppo è
dunque possibile presentare
un interpello all’Agenzia delle
entrate, la quale provvederà ad
acquisire il parere del Mise, se
opportuno.
La circolare sul
sito www.italiaoggi.it/documenti
Start up innovative, indagine via Pec
Lo scorso 31 marzo, oltre 5 mila
start up innovative presenti in Italia
hanno ricevuto al loro indirizzo di
Posta Elettronica Certificata (PEC)
una comunicazione congiunta di
Istat e ministero dello sviluppo economico. L’e-mail invita l’impresa a
partecipare alla prima indagine nazionale sull’ecosistema delle startup
innovative, denominata #StartupSurvey. Obiettivo: rilevare elementi
del mondo startup ulteriori rispetto
ai dati già a disposizione dell’amministrazione, contenuti nella sezione
speciale del Registro imprese. I dati
in Camera di commercio servono a
misurare gli aspetti quantitativi del
fenomeno start up, legati alle caratteristiche oggettive, quantifi cabili
delle imprese: numero di start up
avviate, personale coinvolto, valore
della produzione generato, distribuzione geografica e settoriale. La
ricerca indaga invece aspetti qualitativi, spesso afferenti ad aspetti più
soggettivi delle attività, di particolare interesse dal punto sociologico
e culturale, che consentiranno di effettuare analisi più approfondite e
diversificate. La survey, compilabile
online sul portale Istat Imprese, si
articola in quattro sezioni tematiche:
• capitale umano e mobilità sociale: i quesiti riguardano il background
lavorativo, di istruzione e familiare
di chi fa startup. Tali informazioni
sono necessarie alla comprensione
del contesto sociale, delle competenze e delle motivazioni di chi avvia
una nuova impresa innovativa;
• modalità di finanziamento: i
quesiti sono volti a far emergere
quali sono le soluzioni adottate dalle start up innovative per far fronte
alle loro necessità di approvvigionamento finanziario e quali strumenti
prediligano (mercato dell’investimento in capitale di rischio, canale
creditizio, forme innovative come
l’equity crowdfunding);
• innovazione: all’imprenditore è
richiesto di dare una qualificazione alla tipologia di innovazione (es.
di prodotto o di processo, radicale
o incrementale) perseguita dalla
start up, e quali siano le strategie
intraprese per proteggere tale innovazione e portarla sul mercato;
• conoscenza e soddisfazione
sulla policy: l’intento è creare una
dinamica partecipativa tra amministrazione e beneficiari, cui viene
richiesto di esprimere il proprio livello di conoscenza, interesse e soddisfazione verso le misure offerte e
di presentare eventuali proposte di
miglioramento.
Le start up hanno 45 giorni di
tempo per completare il questionario (termine ultimo, 27 maggio). I
risultati saranno poi oggetto di un
rapporto pubblico, e i dati, anonimizzati, saranno resi utilizzabili da
terzi per analisi indipendenti.
La lista dei quesiti può è disponibile sul sito del ministero dello
sviluppo economico (formato xlsx e
formato ods).
Per contattare i referenti Istat
dell’indagine, è possibile chiamare
il numero: 06 46736434 (dal lunedì
al venerdì, 10,00-12,00); oppure, è
possibile scrivere all’indirizzo [email protected].
Espedito Ausilio
PROFESSIONI
Consulenti tecnici dei giudici solo con l’iscrizione all’albo
Ausiliari vigilati
R
afforzare l’obbligo
di iscrizione all’albo
professionale degli
ausiliari del giudice
per garantire una giustizia
più efficiente e mettere fine
al proliferare di elenchi non
vigilati. È una delle proposte
elaborate dalla Rete delle professioni tecniche per supportare i magistrati nell’attività di
individuazione dei consulenti
tecnici nel giudizio civile, degli
esperti nominati dal giudice,
dei periti del giudice e dei consulenti del pubblico ministero.
Il pacchetto è contenuto in
«Position paper», un documento che la Rete presenterà oggi
a Roma nell’ambito del Salone
della Giustizia (presso il Salone delle Fontane, via Ciro il
Grande 10-12, Roma Eur), in
occasione dell’evento «Iscrizione del consulente tecnico
agli albi professionali: garanzia di giustizia più efficiente»,
organizzato dalla stessa Rpt.
Nel dettaglio, il primo principio al quale è necessario
attenersi, secondo la Rete, è
il rafforzamento dell’obbligo
di iscrizione a un albo o registro professionale, al fine di
garantire un adeguato livello
di professionalità. Inoltre, gli
elenchi degli ausiliari vanno
costantemente aggiornati e
suddivisi per macro-aree di
riferimento, mentre è di basilare importanza l’introduzione di maggiori garanzie di
trasparenza nel conferimento degli incarichi e una equa
rotazione e distribuzione degli stessi. La Rete propone
anche di prevedere, in occasione della rotazione degli
incarichi, maggiori garanzie
per i giovani professionisti.
Il pacchetto proposto dalle
professioni tecniche, inoltre,
prevede la valorizzazione del
contributo dei professionisti
nei procedimenti giurisdizionali, attraverso l’istituzione,
per esempio, di sezioni specializzate a composizione mista
per la risoluzione di giudizi di
natura tecnico-scientifica che
prevedano anche la partecipazione di esperti in materia.
Allo stesso modo, sottolinea
la Rete, nei giudizi aventi
per oggetto temi di natura
tecnico-scientifica, la giuria
popolare andrebbe integrata
con professionisti dell’area
tecnica. Infine, vanno aggiornati i compensi degli ausiliari del giudice, penalizzati dal
mancato adeguamento degli
onorari di periti e consulenti
tecnici. Al convegno di oggi
partecipano tutti i presidenti
degli ordini e collegi nazionali aderenti alla Rete delle
professioni tecniche, ovvero:
architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori; chimici, dottori agronomi e dottori
forestali; geologi; geometri e
geometri laureati; ingegneri;
35
Lombardia, potenziato
il «Reddito di autonomia»
Via libera della regione Lombardia al nuovo «Reddito di autonomia» potenziato. L’iniziativa, infatti, comprenderà anche il «Bonus famiglia» e dei «Nidi gratis». Le nuove misure
che l’ente si appresta a mettere in campo sono state illustrate, ieri, al termine della seduta della Giunta regionale nel
corso della quale è stato confermato non solo l’obbiettivo
complessivo dell’iniziativa, ovvero, sostenere le famiglie
vulnerabili sul piano economico e sociale e a rischio povertà, ma anche i destinatari della misura, ovvero le famiglie
in situazione di vulnerabilità prima e dopo la nascita di un
figlio. Nel dettaglio,
nel corso della presentazione è emerso
come per accedere ai
contributi previsti per
ogni misura l’indicatore Isee di riferimento
dovrà essere uguale
o inferiore a 20 mila
euro, fatta eccezione
Da ItaliaOggi del 9/10/2015
per l’Esenzione del
Super Ticket, dove
sarà richiesto un reddito imponibile uguale o inferiore ai
18 mila euro. All’interno del provvedimento, inoltre, sono introdotte le nuove misure «Bonus Famiglia» e «Nidi Gratis»,
mentre sono state confermate «Voucher Autonomia», «Esenzione super ticket», e «Progetto di Inserimento Lavorativo».
Nel dettaglio, il «Bonus famiglia» prevederà un contributo
Armando Zambrano,
di 150 euro al mese da sei mesi prima della nascita di un
Coordinatore della Rpt e presidente del Cni
figlio fino a sei mesi dopo, fino a un massimo di 1.800 euro
con decorrenza da maggio 2016. L’iniziativa «Nidi Gratis»,
periti agrari e periti agrari te del Tribunale di Isernia,
invece, prevede l’azzeramento della retta, con decorrenza
laureati; periti industriali e Laura Jannotta, presidente
maggio 2016. Anche per accedere a questo contributo sarà
periti industriali laureati; tec- dell’Unione nazionale delrichiesta la residenza in Lombardia per entrambi i genitori,
nologi alimentari. Sul tema, le camere civili. È prevista
di cui almeno uno residente per cinque anni continuativi.
intervengono: Salvatore Di infine la partecipazione del
Il «Voucher Autonomia», invece, mirerà a favorire l’autonoVitale, presidente del Tribu- ministro della giustizia, Anmia dell’anziano e l’inclusione attiva delle persone con disanale di Palermo, Vincenzo Di drea Orlando.
bilità. Consisterà in un contributo fino a 400 euro al mese
Giacomo, presidente reggenper 12 mesi, per i quali saranno emessi i bandi regionali
© Riproduzione riservata
a giugno prossimo. Potranno accedere alla Misura gli
anziani over 75 con comproCOMMERCIALISTI
BREVI
missione funzionale lieve e
le persone con disabilità intellettiva o con esiti da trauSarà pubblicato in Gaz- un dibattito cui prendemi o patologie invalidanti
zetta Ufficiale n. 96 del 26 ranno parte, fra gli altri,
con età superiore a 16 anni.
aprile prossimo il decreto il presidente della Cnpadc
L’esenzione «Super Ticket»,
del ministero dei beni cultu- Renzo Guffanti, il presideninvece, prevederà l’esenziorali per l’assunzione a tempo te del Centro studi e ricerche Itinerari
ne dal ticket aggiuntivo sulindeterminato
previdenle prestazioni sanitarie di
di 500 nuovi
ziali Alberto
specialistica ambulatoriale.
professionisti
Brambilla,
Per quanto riguarda, invece,
(si veda ItaCirca 200 mld di euro. A tanto
il presidente
il «Progetto di inserimento
liaOggi del 15
ammonta il mercato europeo
della Banca
lavorativo» le azioni preaprile 2016).
dei Big Data. E i dottori comnazionale del
vederanno un contributo
Tra le categomercialisti italiani posseglavoro e della
fino a 1.800 euro in sei
rie interessate,
gono uno tra i più grandi paFederazione
mesi con decorrenza da
architetti, antrimoni informativi a livello
banche assimaggio 2016; l’inserimento
tropologi, arinternazionale. Con queste
curazioni e
degli interventi «Progetto
cheologi oltre
parole Domenico Posca, prefinanza Luinserimento lavorativo e
che restaurasidente dell’Unione Italiana
igi Abete, il
Work experience» nel sitori e storici
Commercialisti, nei giorni
presidente
stema Dote unica lavoro e
dell’arte. Per
scorsi a Napoli, ha presenRenzo Guffanti
dell’Adepp,
la modifica dei criteri per il
ciascuna di estato il congresso nazionale
finanziamento degli interse avverrà, inoltre, la pub- Alberto Oliveti e i presidenti
«Commercialista 2.0. Innoventi nel Programma nazioblicazione del singolo bando delle Commissioni lavoro di
viamo la professione, innonale «Garanzia Giovani».
concorsuale entro il 30 apri- senato e camera, Maurizio
viamo il paese» che si terrà
Potranno accedere ai conle, all’interno del quale ci Sacconi (Ap) e Cesare Dagiovedì 28 aprile 2016 dalle
tributi i disoccupati da più
saranno tutte le indicazioni miano (Pd).
ore 9,30 a Roma. «Mettendo
di 36 mesi che partecipano
circa il numero e la distribuinsieme dal 2005 al 2015»,
Sarà presentata oggi a
al percorso di «Dote unica
zione per regioni.
ha sottolineato Posca, «i dati
Milano presso il Palazzo
lavoro giovani» destinatari
fiscali, societari, finanziari
di «Garanzia Giovani», che
Tracciare un bilancio delle Stelline, in corso
e previdenziali dei clienti in
non usufruiscono di alcuna
degli ultimi vent’anni della Magenta 61, l’indagine
possesso dei commercialisti,
integrazione al reddito. «Il
previdenza di primo pila- condotta da Ernst&Young
in formato digitale parliamo
nuovo Reddito di autonomia
stro e fare il punto sulle sul Welfare Aziendale «Opdi: 500 mln di dichiarazioni,
è una straordinaria iniziatipossibili evoluzioni future, timizing your social secu40 mln di bilanci dei 4 mln
va della Regione», ha sottosia previdenziali sia eco- rity mobility». L’evento, che
di imprese iscritte, 60 mln di
lineato il presidente della
nomiche. Sono i fronti che avrà inizio alle ore 9,30 e
conti bancari limitatamenregione Roberto Maroni,
intende esplorare il Forum vedrà anche la partecipate alle Pmi, 600 mila giudizi
«prosegue la misura attivadella Cassa nazionale di zione di rappresentanti
tributari pendenti. Si tratta lo scorso anno come test
previdenza dei dottori com- dell’Agenzia delle entrare,
ta», ha concluso Posca, «di
migliorandola e rendendomercialisti (Cnpadc), che si si aprirà con l’intervento
almeno 100 petabyte di dati.
la concretamente efficace,
terrà a Roma il prossimo «Introduzione al Welfare
Questa enorme mole di dati
con tante risorse e con tan21 aprile dalle ore 9,30 Aziendale, principi ispiraa disposizione rappresenta
te nuove misure, che fanno
all’Hotel Plaza. Giunto alla tori della norma» a cura
un patrimonio informativo
della Lombardia, nel campo
sua settimana edizione, il di Marco Leonardi, Coneconomico-finanziario da
del sociale, una delle Regiotradizionale appuntamento sigliere Economico della
mettere a frutto attraverso le
ni più attive e più vicine a
primaverile della Cassa Presidenza del Consiglio
tecniche di big data analytics
chi ha bisogno».
pensionistica comprenderà dei Ministri.
nei diversi ambiti della professione».
Standard professionale da garantire
GABRIELE VENTURA
Martedì 19 April
Aprile 2016
Big data,
mercato
da 200 mld
36
Martedì 19 Aprile 2016
F O N D O F O R M A Z I E N DA
Il direttore Rossella Spada sul ruolo dei fondi interprofessionali nel mercato del lavoro
Quale futuro per la formazione
Nel piano Formazienda 2020 crescita sostenibile e inclusiva
S
econdo il rapporto The
Future of Jobs, presentato in occasione
del World Economic
Forum di Davos di quest’anno, entro il 2020 potrebbero
andare persi 5 milioni di
posti di lavoro nel mondo,
rimpiazzati da robot e intelligenza artificiale. Seguendo
l’andamento del mercato del
lavoro, è intuitivo ipotizzare che le professioni della
fascia media siano le più
esposte all’ondata tecnologica. Per questo è importante
puntare sulla formazione. Ne
parliamo con il direttore del
fondo Formazienda Rossella
Spada.
Domanda. Qual è lo
scenario tratteggiato dal
Rapporto che ci attende?
Risposta. Saranno centrali, a quanto pare, la relazione
fra sistema produttivo, tessuto sociale e decisioni politiche e quella tra innovazione
tecnologica e lavoro umano.
Molto, dunque, verrà determinato dalle competenze
che riusciremo ad abilitare,
dalle alleanze che sapremo
attivare, dall’attitudine con
cui sapremo affrontare il
cambiamento.
D. A che punto è il sistema italiano?
R. Purtroppo, l’Italia è tra
i paesi arrivati meno preparati all’appuntamento con la
rivoluzione digitale. Per tutti
gli anni 80 l’Italia ha avuto
dei tassi di produttività del
lavoro tali da consentirle di
competere con altri grandi
paesi industrializzati, ma tra
la fine degli anni 80 e l’inizio
dei 90 il nostro paese ha perso molto terreno riportando
tassi addirittura negativi.
Di fatto, non si è riusciti ad
agganciare la crescita produttiva all’innovazione tecnologica.
D. In che modo rientrano nel sistema il fondo
Formazienda e la formazione da voi finanziata?
R. A mio parere, la formazione è lo strumento strategico principe a supporto
delle imprese per accrescere
la competitività di prodotti
e servizi. La nostra mission
è rendere possibile il finanziamento della formazione
per tutte quelle aziende che
Rossella Spada,
il direttore del fondo
Formazienda
vogliano investire nel proprio futuro e rispondere alle
sollecitazioni di un mercato
in continua evoluzione che
punta a un’economia delle
connessioni e all’innovazione. In questa logica rientra a
pieno titolo il Piano Formazienda 2020.
D. Di che cosa si tratta?
R Si tratta di un piano
strategico di lungo periodo
(2011-2020) finalizzato alla
valorizzazione delle risorse
CONFSAL
umane nel mercato del lavoro e ispirato alle politiche europee e nazionali in materia
di lavoro, formazione e orientamento. Formazienda 2020
è il risultato di una proficua
collaborazione tra le parti
sociali che costituiscono il
fondo - Sistema Commercio
e Impresa come parte datoriale e Confsal come parte
sindacale - e diversi operatori del mondo del lavoro, del
sistema della formazione e
dell’orientamento.
D. Quali sono le principali finalità di Formazienda 2020?
R. Lo scopo è il raggiungimento di alcuni degli obiettivi proposti dal Programma
Nazionale di Riforma (Pnr)
rispetto a quelli fissati dalla
Commissione europea nella
strategia Europa 2020. Il
nostro contributo al Pnr e a
Europa 2020 vuol essere la
promozione e il finanziamento della formazione continua
in coerenza con le tre priorità
individuate dalla Ue: crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva. Per questo è necessario un significativo trasfe-
rimento di competenze e di
conoscenze che si ottiene anche attraverso la formazione
che il nostro fondo finanzia.
D. Come può aderire al
fondo Formazienda l’impresa non ancora iscritta?
R. Aderire a Formazienda
è semplice e non comporta
alcun costo per l’impresa. È
sufficiente inserire il codice
Form nella denuncia contributiva e retributiva mensile
(modello Uniemens). L’adesione, ricordiamo, può essere
espressa anche da parte delle aziende agricole (modello
Dmag). Il fondo Formazienda
accoglie il contributo versato dalle imprese sia per i
dipendenti sia per le figure
dirigenziali. Per ulteriori informazioni circa le modalità
di adesione si può visitare il
nostro sito e prendere contatti con i nostri uffici.
Pagina a cura di
FONDO FORMAZIENDA
TEL. 0373 472168
[email protected]
www.formazienda.com
SISTEMA COMMERCIO E IMPRESA
L’occupazione ha bisogno
di guardare in prospettiva
Innovazione e tecnologia
per le imprese del futuro
Abbiamo domandato a Marco Paolo sovraccarico informativo e con il piNigi, segretario generale Confsal, lota spaziale, la guida turistica delcome la formazione continua possa lo spazio, l’architetto per pianeti. E
accompagnare il cambiamento socia- ancora con il manager di avatar per
le, aziendale e di mercato favorendo, l’insegnamento, futuro intermediario
tra docenti e studenti per l’ottimizzaanche in Italia, nuova occupazione.
Domanda. Quali sono le scelte de- zione dei processi di apprendimento e
cisive a favore dell’occupazione e l’uso corretto della rete e dei sistemi
robotizzati, con il nara chi spettano?
rowcaster, produttore
Risposta. L’impresa ha un
di contenuti per media
ruolo chiave nell’interpredi nuova generazione,
tare i cambiamenti sociali
con il responsabile della
e nell’intercettare i nuovi
gestione e dell’organizfabbisogni generazionali,
zazione della vita digima per far questo deve
tale che organizzerà la
proiettarsi almeno nel denostra vita digitale e
cennio successivo. In Eusistematizzerà le nostre
ropa e nel mondo si parla
identità digitali.
ormai di 2020/30, e in alcuD. Tenuto conto di
ni casi di 2020/50, ma già
queste tendenze e/o
oggi i consumi cambiano
Marco
Paolo
previsioni, come vede
di semestre in semestre.
Nigi, segretario
il futuro della formaDa una ricerca commisgenerale Confsal
zione continua?
sionata a FastFuture dal
R. Vedo una formazione
governo inglese è emerso
un quadro affascinante/inquietante, che guarda lontano, oltre la propria
delle professioni del futuro. Vediamo- rigida settorialità. Vedo imprese che
ne alcune, partendo dai costruttori usano le risorse dei nostri fondi non
di parti del corpo, un business su cui solo per soddisfare le necessità insi punta già molto. Avremo a breve terne ma per aprirsi alla ricerca e
negozi commerciali e centri di ripa- allo sviluppo come volano dei camrazione in cui lavoreranno venditori biamenti generazionali. L’alternane tecnici riparatori specializzati. Pro- za scuola-lavoro può offrire diversi
seguiamo con il pharmer, una sorta di spunti per legare il futuro dei gioagricoltore/allevatore/genetista, con il vani alla crescita della produttività
manager/consulente della terza età, aziendale. Ma c’è una condizione: che
per le esigenze personali e di salute il dialogo tra parti sociali e governo
degli anziani in campo medico, farma- sfoci in strategie politiche adeguate
ceutico e psichiatrico, con il chirurgo sia a sostenere gli interessi del noper l’aumento della memoria per chi stro paese nel mercato globale sia a
avrà il blocco dell’apprendimento da creare occupazione.
È uno scenario tecnologico e supe- un’enorme opportunità. Non si tratrinnovativo quello tratteggiato da ta più di immaginare i tempi futuri,
The Future of Jobs, report presenta- ma di anticiparli attraverso strategie
to in occasione del World Economic legate non solo alla tecnologia e alla
Forum di Davos di quest’anno. Di robotica, ma anche alla cosiddetquesto scenario non può non tener ta «innovazione sociale». Siamo in
conto il presidente di Sistema Com- un’epoca nuova, chiamata appunto
mercio e Impresa, Berlino Tazza, per economia delle connessioni, in cui «i
lavori che rappresencontestualizzare il futuro
tano il futuro» hanno
del mercato del lavoro in
logiche e strategie
Italia.
inedite. Per esempio,
Domanda. Il report ci
è all’interno del coricorda che, secondo il
working di incubatori
rapporto Unioncamere
e acceleratori che si
del 2015, oggi in Italia
sta costruendo il nuovo
mancano ben 200 mila
mercato del lavoro ed è
specialisti di tecnologia.
in questo contesto che
Che fare?
si dà spazio alle nuove
Risposta. Non c’è dubbio
generazioni.
che il processo d’innovazione
D. Sta tutto in
delle aziende italiane necesBerlino
Tazza,
questa logica anche
siti di una spinta. In concrepresidente della
il Piano Formaziento, significa che c’è bisogno di
confederazione
da 2020, importante
una pianificazione da parte
Sistema
risultato della colladell’apparato imprenditoriaCommercio e
borazione tra la vole ma anche di uno stimolo
Impresa
stra confederazione,
da parte dello Stato, unico
la Confsal e il fondo
attore in grado di mettere in
moto il volano dell’innovazione attra- Formazienda.
R. Scopo del piano è allinearsi agli
verso politiche ad hoc. È fondamentale capire che le imprese, se vogliono obiettivi proposti dalla Commissiocrescere ed essere competitive, devono ne europea nella strategia Europa
occuparsi fin d’ora di quei mestieri e 2020. La formazione delle imprese,
di quelle figure specializzate «nuove» sotto questo aspetto, deve puntare a
che saranno sempre più richieste dal una crescita intelligente che sviluppi
mercato e che di sicuro avranno biso- un’economia basata sulla conoscenza
e sull’innovazione. Non solo. La crescigno di una formazione ad hoc.
D. Come possono, le imprese, ta deve essere sostenibile, e pertanto
deve promuovere green economy, comaffrontare questa sfida?
R. In Italia lo spazio dedicato alla petitività e inclusività, favorendo così
rivoluzione tecnologica rappresenta la coesione sociale e territoriale.
C O N S U L E N T I D E L L AVO R O
Martedì 19 Aprile 2016
37
Domani a Napoli il primo evento promosso da Fondazione Studi. Padova e Roma a seguire
Il Jobs act alla prova dei fatti
Confronto aperto tra consulenti e giudici del lavoro
I
l Jobs act passa al vaglio
dei Consulenti del lavoro,
quali interlocutori privilegiati dalla giurisprudenza. Da Napoli il 20 aprile, a
Padova il 26 maggio, per poi
passare dal Festival del lavoro 2016, che si terrà a Roma
dal 30 giugno al 2 luglio e per
poi riprendere a settembre in
altre località italiane, sta per
essere avviato da Fondazione studi in collaborazione
con Giuffrè editore un ciclo
di convegni dal titolo «Il Jobs
act alla prova dei fatti: Fondazione Studi e Giudici del
lavoro a confronto su casi
concreti». Il programma degli
eventi, che prevede la partecipazione della presidente del
Consiglio nazionale, Marina
Calderone e del presidente di
Fondazione Studi, Rosario de
Luca, tratterà dei temi caldi
introdotti dal Jobs act per valutarne le prime applicazioni,
le criticità e le conseguenze
che hanno apportato al mercato del lavoro in questa prima fase di applicazione. In
questi mesi, infatti, si sono
verificati i primi casi di dubbi
legati ai principi e a ai criteri
di individuazione dell’insussistenza del fatto materiale
contestato nei licenziamenti,
alcune domande sono arrivate dagli addetti ai lavori sulle modalità di computo della
nuova indennità risarcitoria
sulle tutele crescenti (ultima
retribuzione), sul controllo a
distanza dei lavoratori (strumenti e informazioni), sulla
nuova disciplina delle mansioni (formulazione dei ccnl)
e molteplici sono stati anche
i dubbi sollevati sulla nuova
disciplina delle collaborazioni (autonomia, trattamento
economico e normativo). Ma
alcuni dubbi interpretativi di
questi mesi riguardano anche
il part-time (turni e orari), il
lavoro accessorio ed un eventuale disconoscimento non
legato ai limiti retributivi, il
suo confine negli appalti ed
una eventuale precedente
stipula di contratti di diverso tipo con lo stesso lavoratore. Senza dimenticare le
problematiche nate su alcuni
termini utilizzati dal legislatore per il lavoro a termine,
alcune decorrenze ed il diritto
di precedenza molto dibattuto
anche in merito all’informativa. Gli argomenti saranno
trattati nel corso degli eventi con un’innovativa formula che vedrà gli esperti di
Fondazione studi impegnati
nell’introduzione dei diversi
temi e nell’evidenziazione dei
dubbi, per poi far seguire le risposte fornite dai giudici e, in
DEL
Pagina a cura
CONSIGLIO NAZIONALE
DELL’ORDINE
DEI CONSULENTI DEL LAVORO
Welfare e crisi d’impresa:
in aula il 30 e 31 maggio
Welfare e crisi d’impresa: in aula il 30 e il
31 maggio. Sempre più richiesti i corsi della
Scuola di Alta formazione della Fondazione
Studi Consulenti del lavoro. Ci sono ancora pochi posti a disposizione per i due
seminari di fine maggio. Il primo corso,
dedicato al nuovo welfare, in programma
per il 30 maggio, si occuperà delle nuove
opportunità attraverso una parte più teorica e una più pratica. Relatori: Giovanni
Marcantonio e Luca Caratti. Il secondo appuntamento, «Come gestire la crisi d’imchiusura,
chiusura il dibattito tra i due
interlocutori. A Napoli il 20
aprile 2016 presso il Ramada
presa dopo la riforma degli ammortizzatori sociali», sarà utile a comprendere, con
l’aiuto degli esperti Enzo De Fusco e Luca
Caratti, come risollevare le sorti aziendali
applicando le nuove regole riguardanti la
cassa integrazione ordinaria, straordinaria
e i fondi bilaterali. Tra i relatori anche Ugo
Menziani, direttore generale del ministero
del lavoro, per fare il punto sui nuovi decreti attuativi e sulle possibili modifiche.
Entrambi i corsi si svolgeranno a Roma in
viale del Caravaggio 66.
Hotel dalle 9,30
9 30 alle 13,30
13 30 «Il
Jobs Act alla prova dei fatti»
vedrà come relatori Enzo De
Fusco,
co
Fusco coordinatore scientifi
scientifico
Fondazione Studi consulenti
del lavoro, Rosario De Luca,
presidente della Fondazione
Studi consulenti del lavoro,
Edmondo Duraccio, presidente del Consiglio provinciale dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Napoli,
Umberto Lauro, presidente della sezione lavoro del
Tribunale di Napoli, Federico Bile, giudice del lavoro
presso il Tribunale di Napoli, Maria Rosaria Palumbo,
giudice del lavoro presso il
Tribunale di Napoli, Paolo
Scognamiglio, giudice del
lavoro presso il Tribunale
di Napoli. Le conclusioni
della giornata saranno curate da Marina Calderone,
presidente del Consiglio nazionale dei Consulenti del
lavoro.
Online il nuovo numero
de Il consulente del lavoro
Bimestrale di categoria
a portata di app
Disponibile su www.consulentidellavoro.it il n. di
marzo-aprile della rivista Il consulente del lavoro,
ricco di approfondimenti
sui temi più interessanti
per la Categoria. In apertura, l’editoriale della
presidente Calderone,
che invita gli iscritti ad
allargare i propri orizzonti per accrescere le
opportunità professionali.
A seguire, i risultati della
ricerca sull’uso del digitale negli studi; un focus
sul ruolo dei professionisti in Europa; un bilancio
sulle Stp in Italia e le ultime novità normative.
Dottrina giuridica, politiche del lavoro ed evoluzione della giurisprudenza nel 2° numero di Leggi
di lavoro, il bimestrale
in formato cartaceo e
digitale per chi vuole
approfondire la disciplina del lavoro tramite
l’app dedicata. Fra i temi
affrontati: il licenziamento per malattia, le
indicazioni ministeriali
sulle collaborazioni, le
novità sul lavoro agile,
la depenalizzazione dei
reati in materia di lavoro e legislazione sociale
per poi concludere con la
casistica. Per abbonarsi
www.leggidilavoro.it.
38
Martedì 19 Aprile 2016
E N T I B I L AT E R A L I C I SA L
Al congresso di Milano rinnovati gli organi di vertice e tracciata la linea per le pmi
Unica, pronto il nuovo assetto
Approvato il piano di azione quadriennale 2016-2020
S
i è concluso domenica
10 aprile a Milano il
2° Congresso nazionale federale di Unica
con il rinnovo delle cariche sociali e con l’approvazione del
Piano d’azione quadriennale
2016-2020. I 120 delegati
congressuali di Unica hanno
provveduto a determinare
molteplici innovazioni all’Associazione che, nata nel 2007,
aderente alla Confederazione
Cidec, munita di rilevanza
nazionale, associa oltre 3000
tra piccole e medie imprese,
artigiani, lavoratori autonomi e professionisti. Dal 2°
Congresso nazionale federale, oltre al naturale rinnovo
delle cariche sociali, per il
quadriennio 2016-2020 Unica avrà una squadra composta da Gianluigi De Sanctis,
Presidente, da Michele Badino vicepresidente, da Paolo Gazzaniga Tesoriere e da
Stefano Diquattro Presidente del Consiglio nazionale, è
emersa la volontà di accelerare sull’erogazione dei servizi
formativi. Il Congresso, infatti, ha deliberato l’attivazione
di Unica, Formazione che
assumerà il controllo di tut-
CCNL COMMERCIO
Ok all’intesa
per il rinnovo
triennale
Il 9 aprile u.s. a Milano, in
concomitanza con il Congresso di Unica, è stata
sottoscritta l’intesa sul
rinnovo triennale del Ccnl
del Commercio tra Anpit,
Cidec, Unica e Cisal Terziario. Si ricorda che il Contratto era scaduto il 30 giugno e che dal primo ottobre
era stata concordata tra le
Parti l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale. Il protocollo d’intesa ha previsto aumenti
retributivi scaglionati nel
triennio, la revisione della
classifi cazione dei livelli,
l’unificazione dell’indennità di mancata contrattazione, la corresponsione di
un’una tantum, la revisione dell’istituto delle ferie,
nonché il deciso miglioramento delle prestazioni
sanitarie e un sussidio in
caso di infortuni professionali o extraprofessionali
in favore dei dipendenti. È
stato infine deciso di procedere all’aggiornamento
della parte normativa con
le previsioni del Jobs Act,
demandandone la pubblicazione in sede di stampa del
nuovo Ccnl.
Mariagrazia Nanni
ta l’attività formativa svolta
dalla Federazione a vantaggio
dei dipendenti delle imprese
associate, ha dichiarato il
nuovo responsabile Alessandro D’Amico augurandosi di
riuscire nelle prossime settimane ad avviare le prime
iniziative di formazione a
distanza ed in presenza in
almeno 5 realtà territoriali.
Nel corso della prima giornata dei lavori congressuali
sono intervenuti come ospiti
portando il proprio saluto ai
delegati: Franco Ravazzolo,
vicepresidente Nazionale di
Anpit; Vincenzo Caratelli
segretario generale di Cisal
Terziario e infine Giuseppe
Salvati di Confazienda. Fulvio De Gregorio, presidente
nazionale di Enbic ha invece svolto il programmato
intervento per illustrare le
prestazioni dell’Ente bilaterale contrattuale istituito
dalle parti sociali presenti
in sala, soffermandosi sulla
costituzione dell’Enbic Lombardia. Intervistato a caldo,
appena terminati i lavori
del congresso, il riconfermato presidente nazionale di
Unica Gianluigi De Sanctis
ha dichiarato: «sono felice,
il Congresso ha riconosciuto
il lavoro svolto nell’appena
trascorso quadriennio ed ha
inteso, riconfermandoci la
fiducia, darci un’ulteriore
stimolo verso sempre nuovi
traguardi». Ad una successiva
domanda sul perché del cambio della squadra rispetto al
precedente mandato De Sanctis ha affermato «sono cambiati alcuni dei dirigenti che
compongono la presidenza
perché siamo una organizzazione in crescita ed abbiamo
una grande scelta di donne
ed uomini per ricoprire le
cariche». A tal proposito il vicepresidente Michele Badino
ha confermato che «la nostra
crescita è forte sia in termini
organizzativi ovvero quantitativi sia in quelli qualitativi
ovvero di acquisizione di imprese che sono di eccellenza
per i rispettivi settori». Su
quest’ultimo punto, il dibattito congressuale ha registrato una grande attenzione in
merito alle recenti iniziative
intraprese dalla Direzione
regionale delle Entrate del
Veneto che ha posto in essere tutta una serie di provve-
dimenti amministrativi tesi
a eliminare dal novero della
rappresentanza delle piccole
e medie imprese quei soggetti
che operino surrettiziamente
e che siano privi dei requisiti di legge. Il presidente del
Consiglio nazionale, Stefano
Diquattro, su questo specifico
aspetto è intervenuto durante i lavori congressuali esprimendo la posizione ufficiale
di Unica, «come associazione
giovane», ha dichiarato, «non
possiamo che essere contrari a provvedimenti tesi ad
escludere i nuovi soggetti
della rappresentanza datoriale dall’accesso ai servizi
che la legge riconosce alle
azioni di imprese, ma questa
nostra posizione di apertura
vale sempre e solo per quelle
realtà che siano veramente
portatrici di interessi collettivi e non meri strumenti di
aggiramento delle previsioni
di legge». Analoga preoccupazione è stata espressa dal
Consigliere e neotesoriere
di Unica Paolo Gazzaniga
che rimarca come, da un
lato, il vecchio mondo della
rappresentanza delle pmi
sia oramai fossilizzato nella
semplice difesa dei propri interessi corporativi e di mero
mantenimento dell’esistente,
dall’altro, le nuove realtà associative spesso mancano di
quei requisiti di democraticità, trasparenza e contendibilità che oltre ad essere un
requisito di legge è anche
l’unica garanzia per le imprese associate di trovarsi presso una struttura di tutela e
non, come talvolta succede,
in una società di servizi mascherata da associazione.
Pagina a cura degli
Enti Bilaterali Cisal
EN.Bi.F. costituito
CON SACI ed ANACI
CCNL AMMINISTRATORI
CONDOMINIALI
EN.BI.C. costituito
con Anpit, Cidec, Confazienda,
Fedimprese,Unica
CCNL COMMERCIO - SERVIZI,
LOGISTICA, CASE DI CURA
TURISMO
E PUBBLICI ESERCIZI
Info www.enbif.it e www.enbic.it
TEL. 0688816384/5
SEDE Via Cristoforo Colombo
115 ROMA
PIENA LEGITTIMITÀ DEI CONTRATTI SOTTOSCRITTI DALLA CISAL CON ANPIT, CIDEC E UNICA
Il valore aggiunto della contrattazione
Il 30 marzo u.s. si è tenuto a Lamezia
Terme (Cz) presso il T-Hotel il convegno
«Contrattazione collettiva, welfare e bilateralità per favorire la competitività
delle imprese e la formazione e l’occupazione dei lavoratori», organizzato
dall’Ordine dei consulenti del lavoro di
Catanzaro con l’Associazione
nazionale giovani Consulenti
del lavoro, l’Ancl di Catanzaro, l’Enbic, l’ente bilaterale
confederale, l’Associazione
professionale italiana dei
Consulenti di management
Apco, l’Anpit, l’Associazione
nazionale per l’industria e il
terziario e con la partecipazione del Sindacato Cisal Terziario. Dinanzi ad un’assemblea
assai partecipata Giuseppe
Buscema, esperto della Fondazione Studi del Consiglio
nazionale dei consulenti del
lavoro, ha approfondito il
tema della piena efficacia e
legittimità del contratto collettivo stipulato dalle diverse associazioni sindacali alla
luce dei principi costituzionali di libertà
sindacale. Un focus che ha affrontato anche le questioni legate agli aspetti contributivi e al diritto di fruire delle agevolazioni in materia di lavoro nel caso di
applicazione dei c.d. Contratti collettivi
minori. L’altro esperto della Fondazione,
Enzo Summa, ha analizzato invece le
potenzialità del contratto collettivo di
secondo livello alla luce delle recenti
novità contenute nel Jobs Act, nonché
le agevolazioni previste dal legislatore
da ultimo nella legge di stabilità 2016.
Francesco Catanese, Cmc e coordinato-
re Apco Calabria, dopo aver evidenziato
il ruolo e dei consulenti di management
per lo sviluppo economico e sociale del
paese, ha spiegato come la contrattazione di secondo livello rappresenti uno dei
fattori strategici per la ripresa competitiva dell’Italia. Specificando però che
Un momento dei lavori
gli effetti positivi della sua applicazione
richiedono un cambio culturale a vari
livelli, un maggiore impegno su temi
quali sostenibilità e valorizzazione degli asset intangibili e un serio approccio
professionale. Vincenzo Caratelli, nella
qualità di segretario generale di Cisal
Terziario, si è soffermato sulla piena
legittimità della contrattazione posta
in essere con le Associazioni datoriali
Anpit, Unica e Cidec nei settori del terziario, dei servizi, del commercio e del
turismo, illustrandone il contenuto economico e normativo. Federico Iadicicco,
presidente nazionale dell’associazione
Anpit, ha esposto il quadro macro economico all’interno del quale si trovano
a operare le imprese, focalizzandosi
sulla crisi di competitività causata da
fattori esterni quali la delocalizzazione
e la finanziarizzazione dell’economia e
da fattori interni quali l’eccesso di burocrazia, l’enorme pressione fiscale, il costo
del lavoro e la rigidità della
contrattazione collettiva
dalla quale si distingue però
la contrattazione in essere
con la Cisal. Ha in ultimo
delineato l’opportunità di
utilizzare la contrattazione
di secondo livello, al fine di
cucire attorno alle imprese un contratto confacente
alle specifiche esigenze delle
stesse, che sappia valorizzare la partecipazione alla
vita aziendale dei lavoratori e degli imprenditori. Insomma il messaggio è stato
chiaro. L’art. 39 della carta
costituzionale garantisce
a tutte le Associazioni maggiormente
rappresentative di porre in essere una
contrattazione valida e legittima, purché rispettosa dell’art. 36 della costituzione (retribuzione sufficiente), condizioni assolutamente riscontrabili nella
contrattazione sottoscritta dalla Cisal.
Il ricorso alla contrattazione di secondo
livello è essenziale per diminuire il costo
del lavoro per le aziende e per riconoscere ai lavoratori compensi maggiori in
virtù della loro detassazione, se legati
alla produttività e alla ripartizione degli
utili o al welfare aziendale.
ORDINE DOTTORI COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI DI MILANO
Martedì 19 Aprile 2016
39
L’analisi dei Dottori commercialisti su oneri e onori legati alle norme del dlgs 231/2007
Antiriciclaggio, istruzioni ad hoc
Conoscenza della clientela prioritaria per la prevenzione
DI
ANTONIO FORTAREZZA
A
distanza di dieci anni,
dal 22 aprile 2006, la
normativa di prevenzione del riciclaggio
è diventata parte integrante
dell’organizzazione di tutti gli
studi dei professionisti ed in
particolare di quelli dell’area
legale tra cui i Dottori commercialisti, oltre che aver consentito alle autorità investigative
numerosissime attività di repressione della circolazione di
capitali provenienti da delitti,
così come evidenziato nei dati
degli ultimi rapporti. In effetti, le disposizioni contenute nel
dlgs 231/2007 altro non dicono
ai vari destinatari di organizzarsi e di allestire all’interno
dello studio idonei e appropriati
sistemi e procedure in materia
di obblighi di adeguata verifica
della clientela, di segnalazione delle operazioni sospette, di
conservazione dei documenti,
di controllo interno, di valutazione e di gestione del rischio,
di garanzia dell’osservanza
delle disposizioni pertinenti e
di comunicazione per prevenire e impedire la realizzazione
di operazioni di riciclaggio o di
finanziamento del terrorismo.
Il legislatore inoltre, ben consapevole che questa forma di
collaborazione attiva potrebbe
essere onerosa per i vari destinatari, e in moltissimi casi
lo è, stabilisce che il livello di
organizzazione, e approfondimento delle varie modalità con
cui osservare i precetti di legge
devono essere proporzionati al
rischio di riciclaggio dei proventi di attività criminose o di
finanziamento del terrorismo e
alle dimensioni dei destinatari
della presente normativa, che
in ogni caso si devono limitare
alle informazioni possedute
o acquisite nell’ambito della
propria attività istituzionale
o professionale. Proprio per
raccogliere la ratio e i principi
ispiratori di questa norma, il
Cndcec ha recentemente elaborato un modello di manuale e
procedure antiriciclaggio per lo
studio professionale, che ha lo
scopo di fornire indicazioni di
base da applicare nei vari studi
in funzione della loro dimensione e organizzazione. Poiché
questi sono i principi generali
ispiratori degli adempimenti
in materia di antiriciclaggio
per i professionisti, si possono
immediatamente individuare
per le finalità di una corretta
applicazione degli stessi, alcuni elementi di orientamento
per meglio comprendere la
portata dei vari obblighi.
La legge antiriciclaggio è
una normativa anti-abuso
e si preoccupa di gestire un
rischio che è quello di riciclaggio. Lo scopo principale di
tale norma, così come interpretata a livello internazionale, è
quello di prevenire l’abuso dei
servizi professionali da parte
L’approccio innovativo dell’Odcec Milano
L’Odcec Milano, da subito consapevole della
rilevanza degli obblighi antiriciclaggio ancorché da sempre attento a offrire servizi e supporti operativi ai propri iscritti, ha adottato
un efficace approccio innovativo coniugando
le precipue competenze con l’innovazione
tecnologica del partner Datev Koinos. L’approccio strutturato e monografico ha inteso
consolidare i sempre apprezzati contenuti
formativi disponendone la fruizione nelle diverse e più efficaci modalità: corsi elearning
ed ebooks si sono affiancati alla tradizionale
documentazione per una diffusione ampia e
personalizzata.
Totalmente innovativo è il Kit Antiriciclaggio, servizio fruibile via web, in cui la
sinergia fra la competenza normativa della Commissione di Studio Antiriciclaggio e
l’expertise di Datev Koinos hanno sinergicamente reso disponibile un semplice ed efficace servizio accessibile da tutti gli iscritti.
di un soggetto il cui proposito non dichiarato è quello di
immettere nel sistema legale
proventi da attività criminosa, utilizzando la prestazione
professionale del dottore commercialista, avvocato e notaio. In pratica, questo sistema
normativo si rivolge ai professionisti che vogliono evitare a
loro insaputa di essere coinvolti
in attività di movimentazione,
trasferimento, occultamento,
utilizzo, detenzione etc di proventi derivanti da attività criminose, e quindi proteggere il
loro studio anche, ma non solo,
da ripercussioni di carattere
reputazionale. Diversamente,
nel caso in cui i vari destinatari
siano consapevoli delle azioni
o dei propositi di riciclaggio
o di autoriciclaggio, gli stessi
sarebbero parte più o meno
attiva nelle condotte illecite
con conseguenze ben più gravi
e che farebbero entrare in gioco oltre al regime sanzionatorio
della normativa di prevenzione prevista dal dlgs 231/2007
(principalmente quella relativa
all’omessa segnalazione di operazione sospetta di cui all’art.
41), anche quella del sistema
della repressione per le condotte di concorso o di favoreggiamento previste dagli artt. 110,
378 e 379 del Codice penale e di
conseguenza le relative misure
cautelari. Per questo motivo, è
necessario prestare la massima
attenzione, poiché la legge antiriciclaggio, proprio per come
è costruita, e soprattutto per
la definizione di riciclaggio
che fornisce all’art. 2 del dlgs
231/2007, ha una portata in
termini di obblighi di segnalazione di operazioni sospette
molto estesa che addirittura
possono anche prescindere dal
perfezionamento o dall’integrazione di una condotta avente
rilevanza penale. L’art. 41 del
dlgs 231/2007 infatti, prevede l’obbligo di segnalare una
operazione sospetta, quando i
destinatari di tale obbligo, sanno, sospettano o hanno motivi
Accedendo al Kit Antiriciclaggio con poche
risposte a semplici domande il singolo iscritto può:
1) valutare il rischio legato a una specifica
operazione (Risk Test) al fine di commisurarne i comportamenti da assumere;
2) ricevere chiare indicazioni circa lo stato
di attuazione della normativa antiriciclaggio presso il proprio studio (Check up) e
suggerimenti circa le aree di miglioramento
ancorché le misure, organizzative e tecniche,
da attuare per la conformità alla normativa.
Il Kit Antiriciclaggio, innovativo per concezione e contenuti, a seguito delle molteplici
richieste ricevute da altri ordini territoriali,
è attualmente a disposizione dell’ intera categoria professionale grazie alla diffusione
attraverso la piattaforma Concerto altra felice testimonianza della proficua collaborazione fra Ordine di Milano e Datev Koinos.
www.concerto.it/antiriciclaggio
ragionevoli per sospettare che
siano in corso o che siano state
compiute o tentate operazioni
di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo, privilegiando
comportamenti che non hanno
o non hanno in via esclusiva rilevanza di carattere penale.
La norma, nel proporre ai destinatari una forma organizzata di collaborazione attiva per
prevenire il riciclaggio di proventi da attività criminosa, è
molto attenta e capace di mettere in evidenza che il contrasto all’abuso dei servizi resi dai
professionisti, si concentra su
una conoscenza della clientela
e della sua operatività che dovrà passare per una analisi del
rischio di riciclaggio. In pratica,
il legislatore, al professionista
fornisce una serie di indicazioni e suggerimenti per conoscere
il proprio cliente e alle autorità
competenti (Mef, Uif, Gdf, Dia)
richiede di fornire all’intero
sistema dei destinatari degli
obblighi, indicazioni aggiornate circa le prassi seguite dai
riciclatori e dai finanziatori del
terrorismo, cosa che in effetti
nei vari anni è stata effettuata
sia con gli indicatori di anomalia che con gli schemi di comportamento anomalo, oltre che
con interessanti pubblicazioni
della Uif su specifici rischi di
matrice finanziaria. Questa è
la logica con cui interpretare
tutta l’impalcatura normativa
prevista dal dlgs 231/2007, anche se, spesso si ritiene che la
legge antiriciclaggio abbia altri
fini, come ad esempio quello di
reprimere l’evasione fiscale.
Nel nostro sistema giuridico
esistono già importantissime
norme che hanno lo scopo di
prevenire e contrastare il gravissimo e deplorevole fenomeno dell’evasione fiscale compreso le sue forme più gravi e
virulenti che prevedono frodi
e inganni all’intero sistema
dell’economia legale. Il sistema
della prevenzione di cui al dlgs
231/2007, altro non è, che una
normativa per la gestione di un
rischio all’interno degli studi
professionali, e nasce e trova
ispirazione da una approfondita analisi di quelle che sono
le criticità ed i pericoli per i professionisti oltre che prevedere
delle misure organizzative per
scongiurarli ed evitarli. La conoscenza della clientela è l’elemento centrale di tutto il sistema di prevenzione, e l’adeguata
verifica impone ai professionisti di modulare il rigore e l’approfondimento degli obblighi
di identificazione del cliente e
del titolare effettivo, allo specifico rischio di riciclaggio che in
quel momento si trova a dover
gestire. Non dimentichiamo
che la norma contrasta l’anonimato e l’opacità in qualunque
forma si realizzi, lasciando al
professionista la gestione e le
conseguenze dei rischi che tali
situazioni comportano, suggerendo allo stesso addirittura
di non eseguire la prestazione
professionale. Infatti, la legge
antiriciclaggio, prevede diverse modalità con cui osservare
i vari obblighi in funzione del
diverso livello di rischio e se
ne rinviene traccia di tale spi-
rito legislativo, ad esempio in
occasione dell’obbligo di identificazione del titolare effettivo.
I professionisti per identificare
e verificare l’identità del titolare effettivo, possono decidere di
fare ricorso a pubblici registri,
elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque contenenti
informazioni sui titolari effettivi, chiedere ai propri clienti i
dati pertinenti ovvero ottenere
le informazioni in altro modo.
A ben vedere, e in diritto, il
legislatore, offrendo diverse
opzioni al professionista, consente allo stesso di rispettare
la norma scegliendo lui stesso
quale modalità ritiene più idonea senza obbligarlo a privilegiarne una piuttosto che l’altra.
Altro esempio di modulazione
dell’adeguata verifica della
clientela, si ha con l’acquisizione delle informazioni sull’origine dei fondi. Il legislatore
all’art. 19 del dlgs 231/2007
stabilisce che tale informazione
non risulta obbligatoria e indispensabile in tutti i casi, poiché
altrimenti lo avrebbe previsto
come obbligo generalizzato.
L’origine dei fondi, è altamente suggerita nei casi di rischio
di riciclaggio alto o nei casi in
cui il cliente sia una persona
politicamente esposta. Oltre a
tali indicazioni applicative, la
legge antiriciclaggio obbliga il
cliente a fornire al professionista, sotto la sua responsabilità
(con ripercussioni di sanzioni
penali in caso di violazioni) tutte le informazioni necessarie e
aggiornate per adempiere agli
obblighi di adeguata verifica
della clientela, prevedendo altresì l’obbligo di dichiarare per
iscritto tutte le informazioni
necessarie per l’identificazione
del titolare effettivo.
Pagina a cura
DELL’ORDINE DOTTORI
COMMERCIALISTI
E DEGLI ESPERTI
CONTABILI DI MILANO
40
Martedì 19 Aprile 2016
FISMIC CONFSAL
La tesi della Fismic sulla proposta di rinnovo Federmeccanica-Assistal
Ccnl, buona partenza
La parte critica riguarda la retribuzione
I
DI
SARA RINAUDO
n considerazione dell’andamento della vertenza
contrattuale per il rinnovo del Ccnl Federmeccanica-Assistal, la segreteria
nazionale del sindacato autonomo Fismic ha convocato
l’attivo dei delegati Rsu e
Rsa Fismic. L’attivo è stato
articolato in due giornate
per permettere la massima
partecipazione, il 7 aprile a
Pomigliano d’Arco e l’8 aprile
a Ferrara.
La Fismic ritiene che ci
siano tutte le condizioni per
procedere al raggiungimento della firma di un contratto nazionale innovativo che
fornisca delle risposte vere
ai lavoratori metalmeccanici e sia la chiave di volta
per un nuovo sistema di relazioni sindacali, che superi
le rigidità che hanno finora
contraddistinto il più importante settore manifatturiero
del Paese.
Lo schema offerto da Federmeccanica e Assistal
fornisce infatti un quadro
di importanti novità che, se
accolte, possono veramente
dare un segnale di svolta alla
contrattazione del nostro Paese. Questo non vuol dire che
la Fismic abbia intenzione di
firmare la proposta avanzata
da Federmeccanica-Assistal,
chiarisce il segretario generale Roberto Di Maulo in
un’intervista «Speciale Ccnl
Roberto Di Maulo
spiega il leader Fismic Di
Maulo, la platea di coloro che
favorirebbero degli aumenti
retributivi (così come articolati nella proposta) è molto
ridotta. Di Maulo: «Un tempo, noi sindacalisti di vecchio
stampo entravamo nel merito
e cercavamo di capire quali
erano i margini di negoziato
che avrebbero portato poi allo
sviluppo di un accordo, cercando di allargare le maglie
troppo strette della proposta
e cercando di dare una giusta
crescita della retribuzione a
tutti i lavoratori a partire
dal luglio 2017, attraverso
Il segretario generale Di Maulo, durante
l’attivo, ha presentato la bozza del
regolamento delle primarie Fismic 2016.
È una novità assoluta che conferma la linea
di cambiamento portata avanti dalla Fismic.
Secondo il primo documento della bozza le
primarie Fismic 2016 dovrebbero avvenire
nelle giornate del 26-27-28 ottobre 2016.
L’ultima giornata di chiusura di voto segna
anche l’inizio della fase
congressuale dove verranno elette le
segreterie territoriali fi no all’elezione della
Segreteria nazionale al Congresso nazionale
previsto per il mese di giugno 2017
Metalmeccanici», pubblicata
dallo stesso sindacato. «Noi
giudichiamo la proposta di
Federmeccanica e Assistal
una buona base di partenza
per sviluppare un negoziato
che al momento non ci soddisfa», dichiara Di Maulo, «ma
sulla quale si può affrontare un negoziato, entrare nel
merito di quanto richiesto
da Federmeccanica e Assistal, cercare di tirarne fuori
il meglio per soddisfare le
esigenze e i bisogni dei lavoratori».
La parte critica della proposta riguarda la retribuzione: sulla base della proposta
di Federmeccanica e Assistal,
la misurazione dell’indice
Ipca depurato dall’inflazione importata». «Lo sciopero indetto dalle altre sigle
sindacali lo riteniamo inutile e dannoso», prosegue il
segretario generale Fismic,
«in quanto radicalizza delle
posizioni e allontana definitivamente ogni possibilità di
far prevalere il buon senso.
Fim e Uilm debbono scegliere se per loro è più impor-
Fismic
via delle Case Rosse 23
00131 ROMA
Tel. 06/71588847 - Fax 06/71584893
www.fismic.it
tante ricostituire l’unità con
la Fiom in un anacronistico
tentativo di restaurazione
della Flm oppure dare un
buon contratto ai lavoratori.
La Fismic, tra le due strade,
sceglie la seconda».
Pertanto il sindacato Fismic non partecipa allo sciopero indetto nella giornata
del 20 aprile c.a. Posizione
approvata anche dai delegati
presenti alle due giornate di
attivo convocate dalla segreteria nazionale Fismic.
A seguito della discussione sul Ccnl dei metalmeccanici, il segretario generale
Di
D Maulo, durante l’attivo
ha
h presentato la bozza del
regolamento
delle primarie
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Fismic
2016. È una novità
F
assoluta
che conferma la lia
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n di cambiamento portata
avanti
dalla Fismic. Secona
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l bozza le primarie Fismic
2016
dovrebbero avvenire
2
nelle
giornate del 26-27-28
n
ottobre
2016. L’ultima gioro
nata
di chiusura di voto sen
gna
anche l’inizio della fase
g
congressuale
dove verranno
c
elette
le segreterie territoe
riali
fino all’elezione della
r
Segreteria
nazionale al ConS
gresso
nazionale previsto per
g
il
i mese di giugno 2017.
Come riportato da Massimo
m Visconti in un articolo
dell’Ultima Ribattuta: «In
ambito sindacale, questa
scelta rappresenta un vero
terremoto che abbatte tutti i precedenti modelli congressuali basati su elezioni
di delegati pilotati da schieramenti interni e fortemente legati a logiche politiche e
partitiche che permettevano
la spartizione degli incarichi
con il famoso metodo Cencelli. In ambito sindacale,
questa scelta rappresenta
un vero terremoto che abbatte tutti i precedenti modelli congressuali basati su
elezioni di delegati pilotati
da schieramenti interni e
fortemente legati a logiche
politiche e partitiche che
permettevano la spartizione
degli incarichi con il famoso
metodo Cencelli».
La scelta del segretario
generale Fismic Roberto Di
Maulo dipende dalla convinzione di portare la Fismic a
essere in tutto e per tutto il
«sindacato 2.0». Il sistema si
relazioni sindacali nel nostro
Paese è arrivato al limite, la
Fismic punta verso un nuovo
modello sindacale che prenda le distanze da quello confederale tradizionale che per
troppo tempo ha avuto egemonia sul sistema di relazioni sindacali e industriali del
nostro Paese ma che, soprattutto, da troppo tempo non
offre più quelle innovazioni
e quel cambiamento di cui il
nostro Paese è bisognoso.
Secondo quanto riportato
dalla bozza del manuale di
regolamento delle primarie
Fismic 2016, saranno presentate due lise: la lista naziona-
Una delle novità che sicuramente farà scalpore, presente nel documento bozza, è la
possibilità dell’apertura del
voto al cittadino non iscritto
Fismic. «Il voto ovviamente
è aperto ai cittadini che sono
disposti a rispettare lo statuto e gli ideali dell’Organizzazione», chiarisce il segretario
generale Di Maulo. Come riportato nel documento: «solo
durante l’operazione di voto
nelle date 26-27-28 ottobre
2016, il non-iscritto Fismic
interessato a esercitare il diritto al voto può avvalersi di
tale diritto nel caso in cui:
a.
abbia compiuto la
maggiore età;
b.
presenti i propri
dati identificativi con relativa documentazione;
c.
sottoscriva una dichiarazione nel quale condivide gli ideali dell’Organizzazione, che si impegna a
sostenere attivamente; contestualmente verrà sottoscritta
una tessera «straordinaria»
le per eleggere il segretario
generale nazionale e la lista
territoriale per eleggere il Segretario generale territoriale,
su ciascuna lista si potranno
esprimere due preferenze e
il tutto sotto il controllo di
commissioni elettorali, a livello nazionale e territoriale
che presidieranno la tornata
elettorale al fine di garantire
il corretto svolgimento della
candidatura e del diritto
all’espressione di voto. Potranno candidarsi tutti gli
iscritti Fismic che abbiamo
almeno tre mesi di iscrizione al sindacato stesso e che
abbiano raccolto le firme richieste per la candidatura.
Da quanto riportato sul documento, per la candidatura
a segretario generale nazionale dovranno essere raccolte un minimo di 500 firme
mentre per la candidatura
a segretario generale territoriale dovrà essere raccolto
un numero minimo di firme
pari a 100.
di iscrizione al sindacato, denominata «Tessera Speciale
Primarie Fismic 2016» con
validità giugno 2017 al costo
di euro 10,00.
La «Tessera Speciale Primarie Fismic 2016» garantisce il diritto a usufruire di
tutti i servizi fiscali e previdenziali offerti dall’organizzazione Fismic. La tessera
verrà consegnata all’avvenuta sottoscrizione e garantirà l’esercizio immediato del
diritto al voto.»
Un grande passo in avanti
per questa organizzazione
sindacale che non ferma la
sua crescita, una sfida lanciata dal segretario generale Di Maulo e dalla Fismic
che forza l’uscita dai vecchi
sistemi su cui ancora tante
organizzazione sindacali rimangono ancorate creando
così degli ulteriori danni ai
lavoratori proprio perché rimangono indietro nell’intercettare le reali esigenze dei
lavoratori.
GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI
Martedì 19 Aprile 2016
M
41
Il parere del presidente del Cnai sul sistema del Traffic light label
No a etichette all’inglese
Limitato l’export di alimenti made in Italy
DI MANOLA DI RENZO
E MATTEO SCIOCCHETTI
B
isogna essere chiari.
L’Europa non ha bocciato l’etichettatura a
semafori, introdotta
dalla legislazione inglese già
da qualche anno.
Benché sugli organi di stampa si sia proceduto, con forse
troppa enfasi, a celebrare la
vittoria delle ragioni italiane,
sul palcoscenico europeo, contro la «cattiva» pratica di Albione, la realtà (delle questioni di
Strasburgo) sono sempre più
complesse di quanto si possa
pensare.
«È indubbio che il sistema
di etichettatura introdotto dal
Regno Unito, sia un sistema
fin troppo semplicistico di gestire la commercializzazione
dei prodotti, al fine di fornire
le informazioni necessarie per
il consumatore e affinché questi possa scegliere in maniera
consapevole, in particolare, gli
alimenti», ricorda il presidente Cnai, Orazio Di Renzo, «ma
non si può pensare che una
votazione del parlamento europeo su una relazione tecnica
possa mettere fine alla pratica
inglese, che si è dimostrata,
ahinoi, estremamente penalizzante nei confronti dell’export italiano della produzione
di qualità».
I dati infatti sono impietosi.
La Traffic light label fu introdotta nell’estate del 2013 e da
allora ha fortemente ridimensionato la penetrazione del
commercio dei nostri prodotti
di qualità sul mercato inglese e, parzialmente, su quello
francese. A consultare i dati
di distribuzione, si constata
che nel periodo compreso tra
il 2013 e il 2015, il prosciutto
crudo di Parma commercializzato senza etichetta colorata
ha registrato un incremento
delle vendite del 17% mentre
quello con il «semaforo» segna
un -17%. Stesso discorso è valevole per il parmigiano, il quale
a fronte di una crescita delle
quote di mercato del 7% dei
prodotti senza etichettatura,
registra un calo compreso tra
il 7 e il 10% di quello marcato
dal sistema visivo.
«Sfortunatamente non sono i
soli prodotti a segnare il passo
da quando il sistema è entrato in vigore, ma vi sono anche
l’olio extravergine, le nocciole,
le mozzarelle e altre eccellenze del nostro agroalimentare.
Nella lotta alla cattiva alimentazione e alle pratiche scorrette
delle multinazionali, il governo
di Downing Street ha puntato
forte sulla etichetta a semaforo
che, benché non obbligatoria, è
infatti fortemente sponsorizzata dalle stesse istituzioni inglesi. Ciò ha permesso la presenza
dei semafori ormai sul 98% dei
prodotti nella grande distribuzione in Uk, un vero problema,
per i prodotti italiani», commenta il presidente Di Renzo; «non
dimentichiamo che, al contrario
di noi, gli inglesi sono estremamente nazionalisti e sono attenti a mantenere alto il consumo
dei prodotti interni».
Ma l’Europa, è bene ribadirlo, non ha espresso parere
negativo sui «semafori»: semplicemente ha votato sulla relazione Kaufmann in merito
al piano di controllo della validità della normativa europea
affinché la Commissione torni
a «riesaminare la base scientifica, l’utilità e la fattibilità del
regolamento, nonché eventualmente a eliminare il concetto
di profili nutrizionali», venga
Pagina a cura di Cnai - Coordinamento
nazionale associazioni imprenditori
Sede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETI
Tel. 0871.540093 - Fax 0871.571538
Web: www.cnai.it E-mail: [email protected]
L’ANALISI
I limiti del sistema a semafori
Il piano messo in atto dalle autorità britanniche per combattere le malattie derivanti dalla
cattiva alimentazione, che gravano sulla salute
e sulle casse del Sistema Sanitario, ha preso
avvio proprio dalle etichette apposte sugli alimenti. Benché i dati fossero già riportati sui
prodotti, un sistema visivo a tre colori (verde,
giallo e rosso, in merito alla percentuale di
un determinato nutriente) ha rappresentato
un’importante leva per condizionare i consumatori britannici. Constatare che un determinato prodotto è ricoperto di bollini rossi, disincentiva grandemente il cliente, a vantaggio
di un analogo prodotto con marchiatura però
«verde».
Grassi, zuccheri, sale, proteine, carboidrati,
additivi e allergeni sono così segnalati con i
tre colori, in base alla percentuale della loro
presenza su 100 grammi negli alimenti, basandosi su prefissati parametri.
E proprio contro quei parametri che l’Italia
(insieme ad altri 15 Paesi) ha sollevato dubbi,
imputando loro un’eccessiva penalizzazione di
prodotti di qualità, che (seppur formalmente
squilibrati dal punto di vista nutrizionale) rappresentano alimenti di assoluto valore, soprattutto all’interno di una alimentazione sana,
come lo sono appunto il Prosciutto di Parma o
il Parmigiano Reggiano o l’olio extravergine.
Alti valori di un nutriente potenzialmente
dannoso (si pensi allo zucchero per il diabete
o al sale per l’ipertensione) sono evidenziati
dal colore rosso, più bassi in giallo e, sotto una
cioè rivisto il regolamento n.
1924/2006 sui claim nutrizionistici e salutistici.
La questione sui profili nutrizionali parte da lontano,
quando Unilever e altre multinazionali del settore alimentare decisero di autoregolamentarsi nel campo delle proprietà
nutritive dei propri prodotti. Il
parlamento europeo decise così
di rincorrere tale pratica, fissando i profili nutrizionali nel
regolamento sulle diciture salutistiche riportabili in etichetta.
Benché la Commissione fosse
stata incaricata di esprimere
a stretto giro le peculiarità dei
profili, sono dovuti passare dieci anni affinché il parlamento
europeo avesse l’opportunità
determinata soglia, dal colore verde. Con risultati a dir poco paradossali, visto che le bibite
gasate light, puro esempio di miscugli chimici,
registrano più bollini verdi dell’olio extravergine, che riporta, ovviamente, un enorme bollino
rosso per quantità di grassi.
La questione dei semafori non è efficace, semplicemente, perché non interviene sull’educazione alimentare (sulla scelta o meno di un
alimento valido), ma giunge solo a spaventare
il consumatore, il quale ha ben altre esigenze,
nate dalla nuova consapevolezza alimentare.
Chi acquista consapevolmente richiede con
sempre maggiore premura che gli siano fornite tutte le informazioni necessarie affinché
possa esercitare un acquisto ragionato e ragionevole. Ma una dieta corretta non è derivante
esclusivamente dalla percentuale di un determinato nutriente all’interno di un alimento,
bensì dall’uso che se ne fa dello stesso e dalle
quantità di prodotto consumato.
«Indubbiamente è riduttivo utilizzare il sistema a semafori e la tutela delle nostre eccellenze deve passare necessariamente per la
puntuale informazione del consumatore. Ora
bisogna che l’Europa appuri se il sistema dei
semafori abbia effettivamente e attivamente
danneggiato il 60% del nostro export agroalimentare nei Paesi dov’è vigente e proceda, nel
caso affermativo, a cancellare definitivamente
tale sistema, proponendo però un sistema che
tuteli e promuova le nostre qualità», afferma il
presidente del Cnai, Orazio Di Renzo.
di votare in merito alla validità
dei profili. Bocciandoli; ed è così
che siamo giunti alla cronaca
più recente. La votazione ha
dato parere negativo sui profili nutrizionali, ma di fatto ha
dato credito alle dichiarazioni
nutrizionali del regolamento
Ue 1169/2011, da cui, nei fatti,
deriva proprio il sistema britannico a semafori.
«Altro che salvaguardia del
made in Italy. L’unico risultato
immediato è che l’eliminazione
dei profili nutrizionali permetterà a prodotti dalle caratteristiche, eufemisticamente, poco
salutari di essere commercializzati come buoni per la salute, solo grazie all’addizione di
vitamine o minerali. Bisogna
agire con maggiore convinzione nelle sedi opportune affinché si facciano maggiori passi
avanti nella tutela e si perori
la causa della qualità italiana.
Non siano più permesso che
produttori disonesti possano
speculare sull’eccellenze nostrane rischiando, al massimo,
una sanzione amministrativa,
la quale, per la scarsa efficacia
ed entità, può essere computata come costo di produzione. Si
punisca severamente chi continua in pratiche di produzione e commercializzazione poco
trasparenti, incentivando la
buona educazione alimentare, il nostro vero valore italiano», conclude il presidente Di
Renzo.
42
Martedì 19 Aprile 2016
Azienda
IL NUOVO CODICE
DELLA STRADA
S
Scuola
in edicola con
IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE
Pronto l’emendamento del governo. Il relatore (Puglisi): proroga assunzioni al 15 settembre
Concorso, dote da 10 milioni
Paga la Buona scuola, compensi ai commissari raddoppiati
DI
ALESSANDRA RICCIARDI
U
na dote complessiva
di 10 milioni di euro
per pagare tutte le
spese dell’imminente concorso della scuola. A
partire dai compensi ai commissari, che verranno raddoppiati. È quanto prevede
l’emendamento del governo
all’articolo 2 del ddl 2299,
atteso in queste ore in commissione istruzione al senato
e che ItaliaOggi ha letto. Di
rilievo anche le modifiche a
firma di Francesca Puglisi,
relatore del ddl di conversione
in legge del decreto legge su
scuola e università, in primis
la proroga al 15 settembre del
termine utile per operare le
immissioni in ruolo del prossimo anno scolastico.
La bozza di emendamento governativo a ieri sera
prevedeva un finanziamento
ad hoc di 10 milioni di euro
per far fronte ai vari oneri del
concorso. Sarà poi un decreto a doppia firma Stefania
Giannini-Pier Carlo Padoan, rispettivamente ministri dell’istruzione e dell’economia, entro 30 giorni dalla
conversione in legge del dl, Renzi che si è detto indignaa fissare i nuovi criteri per to dalle paghe da fame dei
i compensi dei componenti commissari: un euro ogni ora
delle commissioni di esame. di lavoro. Un clima politico
L’emendamento raddoppia di diverso insomma rispetto a
fatto il finanziamento previ- quello che solo pochi mesi fa
sto da un precedente emenda- ha visto respinto al mittenmento alla legge di Stabilità te un finanziamento per 5
2016, che però non ha mai milioni di euro per la stessa
selezione.
visto la luce. Un raddopLa nuova coperpio che si è reso necestura per il 2016
sario per far fronte
è attinta al fonall’accresciuto fabdo per il funziobisogno di comnamento delle
missari e ad altri
scuole. Si tratta,
oneri connessi allo
a leggere la bozsvolgimento delle
za di articolato
prove che vedono
governativo, di
in campo 200 mila
una partita di
concorrenti (alcuni
giro: nel 2017 i
dei 165 mila candi10 milioni
dati hanno fatto
verranno
domanda
ridati allo
per più
stesso
classi di
capitolo
concordi bilanso). Quecio attrasta volta
verso un
gioca a
prelievo
favore
dal fonil placet
do di cui
giunall’artito dal
colo 1,
premier
Stefania Giannini
comma
Matteo
202 della legge n. 107/2016.
Si tratta della riforma della
Buona scuola, su cui il ministero ha operato dei risparmi:
quelli del 2016 sono stati già
impiegati per il pagamento
delle supplenze, ora resta il
tesoretto del 2017 che il dicastero guidato da Stefania
Giannini conta di poter utilizzare per coprire le spese
del concorso.
Insiste sempre sul fronte dell’imminente selezione l’emendamento a firma
Puglisi all’articolo 1 del dl: le
assunzioni a tempo indeterminato del personale docente verranno effettuate entro
il 15 settembre 2016, e non
entro il primo settembre. In
questo modo si dovrebbe riuscire a far salire in cattedra
i vincitori del concorso. Certamente quelli delle medie e
delle superiori. Per quelli della scuola dell’infanzia e della
primaria invece pare certo lo
slittamento dell’immissione
in ruolo all’anno scolastico
successivo. La decorrenza economica del contratto seguirà
sempre la presa effettiva di
servizio.
Novità poi per le assegna-
zioni: anche per il 2016/2017,
in deroga al vincolo triennale, i docenti assunti nell’anno
2015/2016 possono richiedere
l’assegnazione provvisoria sui
posti dell’organico dell’autonomia e sul contingente di
posti delle nuove assunzioni.
Una buona notizia infine per
i ricercatori dell’Invalsi: l’istituto di valutazione nazionale
è autorizzato ad avviare un
programma straordinario di
reclutamento, in deroga alle
disposizioni vigenti per tutto
il pubblico impiego, su tutti
i posti vacanti in organico al
31 dicembre 2016. La norma
dovrebbe consentire la stabilizzazione dei precari ad oggi
impiegati presso l’istituto. Il
costo è di 2,3 milioni di euro,
prelevati dal fondo di funzionamento degli enti e degli
istituti di ricerca.
©Riproduzione riservata
Gli emendamenti
al ddl As 2299
sul sito www.
italiaoggi.it/documenti
L’EFFETTO DELLE RIFORMA FORNERO: CROLLANO LE RICHIESTE DI USCITA ANTICIPATA E DI PART TIME
Pensionamenti, in un anno -30%. Docenti sempre più vecchi
DI
NICOLA MONDELLI
U
n taglio del 30% dei pensionamenti nel giro di
un anno. Sono le stime
(si veda ItaliaOggi del 9
febbraio 2016) circa il numero dei
docenti e del personale educativo,
amministrativo, tecnico ed ausiliario di ruolo in servizio nelle scuole
statali di ogni ordine e grado che ha
chiesto di cessare dal servizio e che
dal 1° settembre 2016 andrà in pensione anticipata (41 anni e 10 mesi
di contribuzione, se donna e 42 anni
e 10 mesi, se uomo) o per raggiunti
limiti di età (66 anni e 7 mesi) ovvero
fruendo di norme in deroga (opzione
donna o assistenza figli disabili) per
un totale compreso tra 15.000/16.000
docenti e 4.000/4.500 Ata. Questi
ultimi numeri comprendono anche
docenti e personale amministrativo,
tecnico ed ausiliario che fruivano già
di trattamento pensionistico ma che
nell’anno scolastico in corso stanno
ancora prestando servizio in regime
di part-time.
La stima si ricava dall’esame degli d’Europa.
elenchi provvisori delle domanda di Con i requisiti anagrafici e contributicessazione dal servizio con decorrenza vi richiesti dalla normativa precedenappunto 1° settembre 2016 pubblicati te l’entrata in vigore del decreto legge
da alcuni uffici scolastici territoriali 201/2011, per l’accesso alla pensione
presi a campione (Chieti, Pescara, Po- di anzianità sarebbe stata sufficiente
poter fare valere la
tenza, Benevento, Boquota 97 o 40 anni di
logna, Parma, Udine,
contributi indipenPadova, Agrigento, Todentemente dall’età
rino, Matera, Viterbo,
anagrafica; per l’acRieti, Mantova, Pisa,
cesso alla pensione di
Oristano, Venezia,
vecchiaia solo 65 anni
Foggia e Bari).
e 7 mesi di età unitaSe l’entità della rimente ad almeno 20
duzione dovesse esanni di contributi) i
sere confermata uffidocenti e il personacialmente anche dal
le amministrativo,
ministero dell’istrutecnico ed ausiliario
zione, avremmo l’enche, a decorrere dal
nesima prova dei
Elsa
Fornero
1° settembre 2016,
danni che la riforma
avrebbero avuto diFornero ha prodotto
relativamente al comparto scuola: ritto ad accedere al trattamento penun turn over ridotto all’osso a causa sionistico di anzianità o di vecchiaia
del minor numero di cessazioni dal avrebbero potuto essere invece non
servizio, un freno al processo di svec- meno di 60.000. Un altro dato, che si
chiamento di una classe docente che ricava dall’esame degli elenchi pubblicontinua ad essere tra le più anziane cati dagli uffici scolastici territoriali,
è quello di un numero assai limitato,
se non del tutto assente, di nuove domande di pensionamento anticipato
congiuntamente alla permanenza in
servizio in regime di part-time, possibilità questa prevista dall’art. 1 della
legge 662/1996 e regolamentata dal
decreto ministeriale 331/1997. Utilizzato negli ultimi quattro/cinque anni
da alcune migliaia di docenti, soprattutto donne, la sua quasi scomparsa
non può che essere imputata, seppure indirettamente, proprio alle nuove
norme previdenziali di cui all’art. 24
del decreto legge 201/2011.
Prima dell’entrata in vigore delle
riforma Fornero, infatti, per accedere al part-time previdenziale sarebbe
stato sufficiente poter fare valere 36
anni di contribuzione e meno di 65
anni di età. Per accedervi oggi occorre invece avere maturato i requisiti
per la pensione anticipata (41 anni e
dieci mesi per le donne e 42 e dieci
mesi per gli uomini) e non ancora l’età
anagrafica per quella di vecchiaia (66
anni e sette mesi).
©Riproduzione riservata
A Z I E N DA S C U O L A
Martedì 19 Aprile 2016
43
I giudici del Tar bacchettano il governo e rimettono la questione alla Corte costituzionale
Concorso, non è solo per precari
Ammessi con riserva anche i ricorrenti già di ruolo
nazione del precariato della scuola, pur se meritevole
Consegue che la limi- di attenzione e tutela (anita tormentata per
i concorsi scolasti- tazione della platea dei che alla luce del rilevante
ci: dopo la contorta candidati (vieppiù nei contenzioso) è stato già
vicenda dei presidi termini indicati) è indub- appositamente perseguiDI CARLO FORTE
che, per cinque anni ed in biamente poco consona al to dal legislatore con il
più regioni, ha comporta- perseguimento della fina- piano straordinario di asI candidati che stanno per partecipare al concorto molteplici contenziosi, lità concorsuale. A fronte sunzione, di cui ai commi
so a cattedra, le cui prove si svolgeranno nelle
adesso è la volta del con- di queste considerazioni, a 95 e seguenti del predetto
prossime settimane, rischiano di rimanere senza
corso a cattedra che finisce giudizio del Tribunale am- articolo 1 della medesima
posto. È uno dei possibili effetti di una eventuasotto l’esame della Corte ministrativo, è apparsa di legge n. 107 del 2015, che
le sentenza di incostituzionalità della Consulta
minor pregio la ratio ispi- ha condotto all’assunzione
Costituzionale.
investita della questione del divieto di accesso
in ruolo di un nuL’esigenza di un
alla selezione dei docenti già di ruolo. La III semero
rilevante di
controllo del Giuzione –bis del Tar Lazio, accogliendo una richiesta
m
precari.
dice delle leggi è
p
contenuta in un ricorso, ha ritenuto di investire
Secondo il Tar verrebbero svanstata sollevata
della questione la Corte costituzionale, con una
taggiati
nella
possibilità
di
conUlteriore valudal Tar del Lazio
ordinanza di rimessione emessa il 12 aprile scorso
correre per l’accesso ad una
tazione
costitucon l’ordinanza n.
(4343/2016).
t
zionale
è chiesta
4343 del 7 aprile
Qualora la Consulta dovesse ritenere la questione
z
migliore collocazione coloro che
alla
luce degli arti2016 (pubblicata
fondata, il giudizio arriverebbe quando le prove
a
sono
già
dipendenti,
che
così
si
coli
4 e 51. Il primo
martedì 12) che
c
del concorso saranno già terminate. E l’effetto
vedrebbero
facilmente
sopravanassegna
ad ogni citha disposto l’impotrebbe essere quello di modificare sostanziala
zati
da
neo-assunti
nell’acquisire
tadino
il dovere di
mediata trasmismente il quadro delle assunzioni. Da una parte i
t
svolgere,
secondo
le
sione degli atti
ricorrenti, ammessi con riserva, qualora dovess
una condizione professionale più
proprie
possibilità
alla Consulta per
sero risultare collocati nella graduatoria di mep
confacente
alla
propria
prepae la propria scelta
il vaglio costiturito in posizione utile, maturerebbero il diritto
razione culturale e alle proprie
un’attività
ed una
zionale della norall’assunzione.
u
funzione
che conma questionata
In ciò scalzando gli abilitati che nel frattempo,
f
aspirazioni personali
corre
al progresso
alla luce degli
anche se collocati in graduatoria in posizione
c
materiale e spiarticoli 2, 3, 4, 51
inferiore, essendovi inclusi a pieno titolo sarebe 97 della nostra Carta
bero già stati assunti a tempo indeterminato. E
arta fon- ratrice, della disposizione rituale della società; ed è
contestata, indicata nelle chiaro che tanto contrasta
damentale.
dall’altra, gli assunti a pieno titolo in luogo degli
difese del Ministero come con il precludere l’accesso
iscritti con riserva dovrebbero essere licenziati.
Si tratta, in buona so- quella di realizzare la pro- al lavoro a persone teoriUno scenario che getterebbe nel caos il regolare
stanza, della riforma del- gressiva eliminazione del camente qualificate. Simiavvio del nuovo anno scolastico.
la scuola nella parte in cui fenomeno del cosiddetto larmente pare violato l’art.
© Riproduzione riservata
(art. 1, comma 110, ultima precariato storico. Da un 51 ove dispone che tutti i
parte della legge n. 107 del lato, infatti, essa non è cittadini possono concor13.7.2015) preclude la par- stata esplicitamente indi- rere agli uffici pubblici in te Costituzionale decida norma consentendo così ai
tecipazione ai concorsi pub- cata nei richiesti termini condizioni di uguaglianza. su tali questioni, il Tar ricorrenti di accedere al
blici per titoli ed esami al da parte del legislatore; ed
ha concesso la sospensiva concorso sub judice.
personale docente ed edu- inoltre l’obiettivo di elimiFrattempo che la Cor- del decreto attuativo della
© Riproduzione riservata
cativo già assunto su posti
e cattedre con contratto inCOME DEL RESTO È CONGENITO A OGNI PROVA CONCORSUALE DELLA SCUOLA
dividuale di lavoro a tempo
indeterminato nelle scuole
statali. L’esclusione ancorché abbia un sotteso scopo
di eliminazione del precariato si espone ad almeno
due censure di indubbio
spessore rilevanti alla luce
rischio di essere parificati ai conabilitazione (PAS) che avrebbero, se
degli articoli 2 e 97 della
correnti che non abbiano conseguito
frequentati dai ricorrenti, realizzato
DI GIUSEPPE MANTICA
alcuna abilitazione.
Costituzione.
le condizioni normative.
imessi in corsa i docenti
Altra incongruenza sulla quaSotto un aspetto perPer altro verso, nel dicastero
che aspirano ad una diverle si complicano le questioni è
sonale, a parità di resa collocazione, il concorso
di Viale Trastevere seguono con
scaturita della direttive europee
quisiti (si pensi ad un
a cattedre della legge sulla
fibrillazione il succedersi delle dedocente di scuola primaria
(2005/36/CE e 2013/55/UE) che non
Buona-scuola (n. 107/2015) paventa
cisioni giudiziarie amministrative
riferiscono né di abilitazione né di
in possesso dei titoli per inaltri focolai accesi. Numerosi ricorsi
perché la data di avvio delle prove
idoneità.
segnare nella secondaria)
sono stati presentati al Tar da coloro
è prossima (si inizia il 28 aprile con
Dopo alcune pronunce favorevoli
verrebbero svantaggiati
che sono stati esclusi perché carengli scritti di storia dell’arte) e poall’ammissione in via cautelare (sonella possibilità di concorti del titolo di abilitazione all’insetrebbero rilevarsi carenze di luoghi
spensive), con la sentenza n. 3132, e di personale con l’ingresso di nuovi
rere per l’accesso ad una
gnamento previsto come condizione
depositata lunedì 11 aprile scorso
migliore collocazione coloindispensabile dalla legge e dal deconcorrenti. Sui locali si è già mossa,
(camera di consiglio del 7.4.2015), altresì, la polemica perché pare cerro che sono già dipendenti,
creto del Miur emanato nel febbraio
il Tar del Lazio, sezione terza bis, to l’orientamento di dividere i candiche così si vedrebbero facil2016 per indire il concorso. In linea
ha invertito tendenza respingendo
mente sopravanzati da neodi diritto, l’art. 402 del Testo Unico
dati per date di nascita con possibile
le domande di ammissione, ancorassunti nell’acquisire una
in materia d’istruzione (decreto leindividuabilità degli elaborati, alché in via provvisoria: la decisione
condizione professionale
gislativo n. 297/1994, non abrogato)
meno in termini di età e privilegiare
affronta il tema della mancanza di
più confacente alla propria
ai fini dell’ammissione ai concorsi
forse i più giovani come forse i più
preparazione culturale ed
a cattedre nelle scuole non indica, Ssis per gli insegnanti tecnico pramaturi. Anche per i commissari ci
tici (Itp). L’ordinanza tuttavia conalle proprie aspirazioni
tra i requisiti generali, l’abilitaziosono aspetti problematici, stante la
sidera e dà rilevanza alla circostanpersonali; sotto un profilo
ne per gli insegnamenti per i quali
scarsa adesione a questo ruolo doza che seppur per i docenti tecnico
pubblico, inoltre, assume
è sufficiente il diploma; tuttavia è
vuta alla modesta incentivazione
pratici non sia mai stato istituito
forte rilievo la consideraormai prassi decennale che siano
economica, alla possibilità di perun percorso abilitante ordinario, dere l’estate (unico periodo feriale
zione che l’interesse per
organizzati dal ministero ripetuti
l’efficienza ed il buon andariferendo un parere del Consiglio
corsi abilitanti, prima Siss, ultidella classe docente) per correggere i
mento della amministraziosuperiore dell’istruzione della pubmamente nominati Tfa (tirocinio di
compiti ed infine al rischio di essere
ne va primariamente perblica istruzione del 7 gennaio 2016, coinvolti nel contenzioso che ormai
formazione attiva), nei quali hanno
seguito con una procedura
assume valenza risolutiva che per
impegnato energie fisiche, culturapare congenito ad ogni concorso delconcorsuale per selezionare
questi docenti si è proceduto comunli ed economiche, schiere di precari
la scuola.
i migliori candidati per le
que ad istituire percorsi speciali di
ed aspiranti docenti che corrono il
© Riproduzione riservata
posizioni professionali da
DI
GIUSEPPE MANTICA
V
ricoprire.
Se la Consulta dirà sì,
zero certezze sui vincitori
Tra sentenze del Tar e nuovo contenzioso
la prossima selezione sarà uno slalom
R
44
Martedì 19 Aprile 2016
A Z I E N DA S C U O L A
Il sistema del Miur va spesso in tilt, ressa dei docenti per inoltrare le domande
Mobilità sulle montagne russe
Dal prossimo anno si perde la titolarità della sede
cati negli ambiti, non avranno più la titolarità della sede
a linea web che va e vie- e saranno assoggettati alla
ne, il sistema che can- chiamata diretta da parte dei
cella le precedenze pre- dirigenti scolastici. Che trarviste dalla legge 104/92 ranno i docenti direttamene la capienza ridotta dell’area te dalle liste comprese nel
web destinata ad ogni do- relativo ambito territoriale
cente su istanze on line, che e proporranno loro incarichi
di
preclude la posd durata
t r i e n n a l e.
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legge 104/92, mentre
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nata ad ogni docente
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cambiare sede
definitiva
nel compilare
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E dopo tre
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Quest’anno,
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affrontare la
con ogni probabilità,
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tima volta che sarà consen- lotteria degli incarichi. La
tito trasferirsi mantenendo prospettiva di andare inconil diritto alla titolarità della tro a questa situazione sta
sede. La legge 107, infatti, contribuendo non poco ad auprevede espressamente che mentare l’ansia dei docenti,
la mobilità debba assumere che aspirano alla mobilità e
rilievo esclusivamente tra gli che stanno affollando in questi giorni le sedi dei sindacati.
ambiti.
In futuro dunque tutti i Mobilità che, giova ricordarlo,
docenti che chiederanno di è finalizzata a consentire agli
cambiare sede saranno collo- insegnanti di ottenere una
DI
L
CARLO FORTE
sede di lavoro il più possibile tazione delle istanze, infatti,
vicina al luogo dove ha sede la sono stati fissati da lunedì 11
a sabato 23 aprile: 13 giorni
propria dimora familiare.
Non sono rari i casi di in tutto per circa 200mila
docenti costretti a viaggiare domande. A ciò va aggiunto
quotidianamente anche per il fatto che per ogni istanza,
ore, per raggiungere la sede un docente esperto in questa
di lavoro. La scuola, infatti, materia (di solito un sindacaè uno dei comparti a più alto lista) impiega circa un’ora. E
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introdotte ner le scelte
gli organici delle
e scuole legate indicate dagli interessati
all’andamento demografico e all’atto della compilazione.
alle scelte, sempre mutevoli, Ciò avviene specialmente in
della famiglie in riferimento riferimento alla precedenza
alle iscrizioni alle diverse prevista per coloro che assiscuole.
stono i portatori di handicap
Quest’anno, peraltro, ol- grave. Quest’anno le parti
tre ai consueti ostacoli deri- hanno differenziato la situavanti dall’obbligo di inviare le zione del genitore che assiste
domande via web c’è un pro- il di figlio, da quella del coblema in più: la ristrettezza niuge o del figlio che assiste
dei tempi. I termini di presen-
il genitore, dando priorità alla
prima. Peraltro recependo il
prevalente orientamento della giurisprudenza. E dunque,
il sistema consente di indicare espressamente le due
situazioni. Senonché, il più
delle volte, pur indicando la
precedenza del genitore che
assiste il figlio, quando si va
a chiudere la domanda apponendovi il codice personale, il
sistema sposta la precedenza
sulla punta del coniuge o de
figlio che assiste il genitore. E
non vi è modo di correggere.
Infine c’è l’annoso problema
della capienza dell’area web
che il sistema concede ad ogni
utente: in tutto 1024 KB. Pertanto, basta inserire in file
«pdf immagine» per occupare quasi tutta l’area e vedersi precludere l’inserimento
di altri allegati. A meno che
non si disponga di un costoso scanner professionale che
consenta di ridurre il peso del
file, lasciano così lo spazio per
inserire gli altri allegati.
Supplemento a cura
di ALESSANDRA RICCIARDI
[email protected]
IL MINISTERO: RECUPERATI I TAGLI. LE SIGLE: INCREMENTI PROVVISORI
COSÌ HA SENTENZIATO IL CONSIGLIO DI STATO
Dirigenti, in arrivo 163,5 milioni
Scontro Miur-sindacati sugli aumenti
Quante ore di sostegno,
la decisione spetta al Tar
DI
N
GIORGIO CANDELORO
ell’incontro del 15 aprile scorso con
i sindacati della dirigenza,il Miur
ha comunicato alle organizzazioni l’ammontare del Fun, il salario
accessorio dei presidi, certificato dall’Ufficio
Centrale del Bilancio del Mef: si tratta di
163.578.766 euro. Il calcolo effettuato dal ministero parte da una base di 173 milioni, ridotti a 117 per le decurtazioni imposte dal decreto
legge 78/2010 (la cosiddetta legge Tremonti
che tagliava retribuzioni e contratti nella pa),
a cui sono stati sottratti ulteriori 14,5 milioni
di tagli riferiti agli anni scolastici 2011/12 e
2012/13 e aggiunti i 60 milioni derivanti dagli
incrementi previsti dalla legge 107 (“Buona
scuola”): 25 milioni in più a regime oltre a circa
altri 34 una tantum. La ripartizione del fondo
per regione premia, come sempre, i territori
più popolosi e quindi ricchi di scuole: i presidi
campani e lombardi si divederanno rispettivamente 17 e mezzo e 17 milioni di euro di fondo,
seguiti dai colleghi siciliani con 15, laziali con
12 e pugliesi con 11. Ai presidi saranno inoltre
corrisposti gli arretrati e non sarà richiesta
alcuna restituzione di importi eventualmente
ottenuti in deroga alla Tremonti.
Per il Miur, l’aumento del Fun previsto
dalla “buona scuola” finisce per compensare
i tagli di epoca tremontiana facendo registrare
un incremento concreto (e adesso certificato
anche dal Mef) delle retribuzioni della dirigenza scolastica. Non la pensano proprio così
le organizzazioni di categoria della dirigenza:
se l’Anp si limita ad una cauta soddisfazione
per la soluzione delle situazioni debitorie e sot-
tolinea che nessun dirigente dovrà restituire
soldi precedentemente percepiti, FlcCgil, Cisl
scuola, Uil scuola e Snals-Confsal sparano a
zero sul ministero e annunciano nuove mobilitazioni per le prossime settimane. Con una
dichiarazione unitaria seguita all’incontro
del 15, i confederali denunciano compatti che
l’aumento in arrivo sarà soltanto transitorio e
che da settembre le retribuzioni dei dirigenti
scolastici, già dimezzate rispetto a quelle dei
loro pari grado delle altre amministrazioni
pubbliche, torneranno a scendere. Per i sindacati il governo continua a parlare di aumenti solo per riconoscere il maggior carico di
responsabilità attribuito ai presidi dalla 107,
ma tace sul fatto che la stessa 107 ha stanziato
20 milioni in meno per il Fun 2016/17 e 34,5
in meno per il 2017/18.
Secondo i calcoli sindacali, insomma
gli stipendi dei presidi torneranno a scendere già dal prossimo anno, mentre non sarà ripristinata la retribuzione media professionale
rispetto al 2010 (l’ultimo anno di stipendi ante
legge Tremonti). Inoltre si denuncia che parte
dello stipendio futuro dei presidi italiani sarà
spostato, con la 107 a regime, sul risultato e
collegata alla valutazione effettuata dai Direttori Regionali, con conseguente riduzione, tra
l’altro, della base di calcolo per la liquidazione
e per la pensione. Si prospetta quindi ancora
una primavera calda e di mobilitazione da parte dei dirigenti, anche alla luce del fatto che,
a fronte di un calcolo del Fun ritenuto insoddisfacente e degli accresciuti carichi di lavoro
imposti dalla 107, i sindacati denunciano che
da settembre prossimo circa il 25% del totale
delle scuole sarà gestito da un reggente.
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DI
FRANCESCA DE NARDI
S
petta alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo accertare quante ore di sostegno siano adeguate alle esigenze dell’alunno disabile. Lo ha chiarito il Consiglio di stato, Adunanza Plenaria, con la
sentenza del 12 aprile 2016 n. 7. Nel caso in esame la madre
di un alunno, affetto da autismo infantile, aveva impugnato
il provvedimento con cui il dirigente scolastico di un istituto
comprensivo aveva assegnato a suo figlio undici ore settimanali di sostegno, in luogo di quelle asseritamente adeguate
allo stato di disabilità del minore. Il Tar per la Campania
aveva, però, dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice
amministrativo, in favore di quello ordinario.
Il genitore del minore aveva, così, impugnato la decisione di primo grado ed era stata rimessa all’Adunanza
Plenaria la soluzione della controversia in merito all’estensione o meno della giurisdizione amministrativa anche alla
fase di esecuzione del Pei (piano educativo individualizzato).
L’Adunanza Plenaria del Consiglio di stato ha accolto il ricorso e ha rinviato la causa al Tar. La cognizione e la tutela
dei diritti fondamentali, infatti, intendendosi per tali quelli
costituzionalmente garantiti, non appare affatto estranea
all’ambito della potestà giurisdizionale amministrativa, nella
misura in cui il loro concreto esercizio implica l’espletamento
di poteri pubblicistici. Secondo i giudici di Palazzo Spada,
quindi, rientrano nella giurisdizione esclusiva del giudice
amministrativo anche le controversie aventi per oggetto la
declaratoria della consistenza dell’insegnamento di sostegno
e relative alla fase che precede la formalizzazione del piano
educativo individualizzato.
Per fugare ogni dubbio, secondo i giudici, è sufficiente osservare come l’attribuzione al giudice amministrativo della
giurisdizione esclusiva in determinate materie come i servizi
pubblici implichi una cognizione piena, e non limitata ai soli
profili di esercizio discrezionale del potere.
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Martedì 19 Aprile 2016
A Z I E N DA S C U O L A
45
La Conferenza unificata stato-autonomie ha dato l’ok a finanziamenti per 3.506 interventi
Edilizia, sbloccati 480 milioni
Taglio lineare del 50% sulle richieste degli enti locali
DI
EMANUELA MICUCCI
T
empo di #Sbloccascuole
per 1.508 enti locali, in
massima parte comuni.
La Conferenza Stato-città e autonomia, giovedì scorso,
ha dato l’ok a 3.506 interventi
di edilizia scolastica e realizzazione di nuove scuole liberando
480milioni di euro dai vincoli di
bilancio di comuni, province e
città metropolitane. Tuttavia,
spiegano alla Struttura di missione sull’edilizia scolastica
di Palazzo Chigi, la richiesta
complessiva di spazi finanziari da parte degli enti locali
era superiore alla disponibilità
prevista dalla legge di Stabilità 2016 (art. 1 comma 70 legge
n.208/2015), che il Dpcm approvato la scorsa settimana attua.
Così, per i 3.221 interventi di
edilizia scolastica sostenuti dagli enti locali, e candidati alla
fattispecie C dell’operazione
#Sbloccascuola, si è dovuto procedere a una riduzione lineare
proporzionale del 55,59%, proporzionale all’importo richiesto
di 852 milioni 144mila 459 euro.
Gli enti locali incalzano il governo di richieste di fondi: il doppio
dei 480milioni di euro, Palazzo
Chigi falcia di oltre la metà le
risorse da ripartire: 378 milioni 448 mila 837 euro. Liberan-
do la spesa di risorse a valere
sull’avanzo di amministrazione
e sul ricorso al debito, andando
a completare per l’edilizia scolastica lo sblocco delle somme
per investimenti pluriennali
attuato con la Stabilità 2016,
l’operazione #Sbloccascuola
soddisfa, invece, a pieno le 280
candidature per gli interventi
di #scuolenuove e per gli interventi legati all’operazione
Mutui Bai, per un totale di 99
milioni 413 mila 163 (fattispecie A). Totalmente soddisfatte
anche le 5 candidature valide
per la fattispecie B, cioè per
interventi Mutui Bei: concessi
spazi finanziari di 2 milioni
138mila di euro alle province di
Cosenza (1 milione e 700 mila
euro), Lucca (278mila euro) e
Pordenone (160mila euro). «A
breve si completeranno i passaggi necessari all’adozione del
provvedimento», rassicurano
alla Struttura di missione.
Gli enti locali beneficiari
saranno tenuti al monitoraggio degli interventi comunicando alla Struttura lo stato di
avanzamento lavori. Ma anche
all’aggiornamento dell’Anagrafe regionale dell’edilizia scolastica secondo modalità e tempi
che indicherà la Struttura di
missione. «Nel complesso i comuni potranno utilizzare, nel
2016, spazi finanziari aggiuntivi per quasi 400 milioni di euro,
a sostegno di lavori, programmati o in fase di realizzazione,
diffusi nei territori», sottolinea
l’istituto per la finanza e l’economia locale (Ifel), fondazione
dell’Anci, elaborando i dati del
Dpcm.
Al Nord oltre il 60% degli
importi assegnati ai comuni. Buona la performance dei
comuni del Centro e del Sud,
rispettivamente con il 15% e
il 23% delle assegnazioni. Il
maggior importo medio di spazi finanziari concessi, 345mila
euro, lo incassa il Centro, mentre al Nord l’importo scende a
255mila euro.
Quasi la metà degli enti beneficiari, il 43%, si concentra
nei comuni fino a 5.000 abitanti. Nei comuni con popolazione
compresa tra i 5.001 e i 10mila
abitanti il maggior ammontare di spazi finanziari concessi:
90,5 milioni di euro, circa il 23%
del totale.
«L’importo medio degli spazi finanziari concessi cresce
all’aumentare della dimensione demografica dei comuni:
poco meno di 63mila euro nei
comuni con meno di mille abitanti, più di 5 milioni in quelli
con oltre 250mila abitanti.
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TRA LE BUONE PRATICHE, IL SOSTEGNO NELLE PROVE INVALSI
Fondi ex 440, boom di richieste
per l’inclusione dei disabili
DIANGELA
U
IULIANO
n’officina diffusa di pratiche innovative. È la scuola descritta attraverso
i 624 progetti presentati da 12mila
istituzioni scolastiche alla Direzione
generale dello studente, l’integrazione e la partecipazione del Miur per beneficiare dei fondi
ex Legge 440 destinati al potenziamento formativo al capitolo «Per gli studenti» (dm 435
del 16 giugno 2015). Mettendo a disposizione
25 milioni di euro, «una cifra addirittura triplicata rispetto all’anno scolastico precedente», spiega a ItaliaOggi il direttore generale
Giovanna Boda. Il 50% a oggi è stato ricevuto dalle scuole. La restante quota arriverà
a completamento del progetto e comunque alla
rendicontazione finale delle attività svolte e dei
fondi effettivamente utilizzati.
Tra le 6 aree di attività in cui sono state
ripartite le risorse, quella integrazione e inclusione per il potenziamento dell’offerta formativa degli studenti con disabilità (2 milioni
35mila euro) ha registrato un notevole riscontro nelle scuole di ogni ordine e grado. Tanto
che sono arrivati al Miur ben 2.183 progetti.
Proposte che per il ministero rappresentano
al meglio gli orientamenti più promettenti e
innovativi nel campo dell’inclusione scolastica.
Molti concentrati sulle strategie metodologiche-didattiche che la Direzione generale dello
studente potrà successivamente monitorare,
valutare e diffondere. Come la sperimentazione dell’Ic numero 1 di Vasto per migliorare le
performance degli alunni con Dsa nelle prove
Invalsi. Altre proposte, presentate in partenariato con agenzie ed enti europei o internazionali, puntano a una maggiore diffusione della
specificità del modello italiano di inclusione. È
il caso della learning community dell’Ic Rosmini di Roma. Ben rappresentati anche i progetti che sviluppano nuove tecnologie didattiche,
come quello all’Iis Morra di Matera che mira
a creare software e freeware da implementare
nella rete territoriale dei Cts e Cti. Molte le
iniziative delle superiori incentrate sulla transizione tra scuola e lavoro, come all’Iis Cecchi
di Pesaro. Tra i progetti approvati per il potenziamento dell’italiano L2 per alunni stranieri
(500mila euro), spiccano quelli che utilizzando
una pluralità di linguaggi e media, prevedono
il coordinamento tra specialisti e prof curricolari e l’apprendimento nel piccolo gruppo.
Due le linee di intervento nei progetti per i minori stranieri non accompagnati
(500mila euro): da una parte le competenze di
resilienza, cioè la capacità di resistere e adattarsi, attraverso potenziamento di arte, musica, teatro, in sinergia con le associazioni del
territorio; dall’altra una formazione specifica
per i docenti, coinvolgendo i mediatori interculturali. Tutti i progetti delle scuole vincitrici
dei bandi della ex L.440 sono stati raccolti in
un report. «La nostra intenzione era duplice»,
sottolinea Boda. «Da un lato la volontà di dare
conto della suddivisione e relativa assegnazione diretta dei finanziamenti alle istituzioni
scolastiche, dall’altro dare visibilità alla
quantità e qualità di proposte progettuali
pervenute dalle stesse scuole».
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CHIARIMENTO DEL MIUR
Gite, tra controlli
e responsabilità
DI
FRANCO BASTIANINI
U
na nuova nota della Direzione Generale per lo
Studente del Miur, la n. 3130 del 12 aprile 2016,
ha ristabilito i termini delle problematiche in
materia di viaggi di istruzione e visite guidate.
La nota fa chiarezza dopo le polemiche scaturite dalle disposizioni contenute nella precendete n. 674 del 3 febbraio
e, soprattutto, da quelle contenute nel Vademecum per viaggi in sicurezza elaborato dalla Polizia Stradale. «Lavorare
insieme alle forze dell’ordine, ed esserci confrontati con le
organizzazioni sindacali è servito», dice Giovanna Boda,
direttore della dg dello Studente, «per realizzare un documento al servizio delle scuole e per la tranquillità delle
famiglie».
Nella nuova nota, richiesta espressamente dalle
organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Snals e Uil Scuola, si
sottolinea che il vademecum va inteso come un documento
operativo volto a facilitare il lavoro delle scuole nella scelta
della società di trasporto cui affidare il servizio, non riveste
carattere prescrittivo, non attribuisce in alcun modo ai dirigenti scolastici e ai docenti nuovi compiti e conseguenti
responsabilità oltre quelle contemplate dal codice civile o
dal contratto collettivo nazionale integrativo, ma può essere
utilizzato come strumento di supporto nell’organizzazione
dei viaggi e delle visite guidate. Non tocca dunque a presidi
o docenti verificare preventivamente lo stato dei mezzi o
dei conducenti. Si precisa inoltre che la nota del 3 febbraio
non sostituisce la circolare n. 291 del 14 ottobre 1992 o
le precedenti indicazioni fornite dall’amministrazione in
merito alla questione visite di istruzione, e si ricorda che
a decorrere dal 1° settembre 2000, il regolamento recante
norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche,
emanato con il DPR 275/1999, ha configurato la completa
autonomia delle scuole anche in tale settore, affidando agli
organi collegiali il compito di disciplinare nel dettaglio ciascuna visita d’istruzione, scambio, o altra attività didattica
che comporti un’uscita dalla scuola.
In estrema sintesi la nuova nota direttoriale, pur confermando che non è compito dei docenti accompagnatori
controllare lo stato del messo di trasporto o l’idoneità del
conducente, sottolinea tuttavia la necessità, da parte delle
istituzioni scolastiche, di non abbassare la guardia sulla
qualità dei servizi forniti dalle società di trasporti: i dirigenti possono cheidere controlli preventivi ai mezzi e ai
conducenti qualora ne ravvisino la necessità.
Nel periodo febbraio-marzo, su 2.051 autobus controllati dalla poliza stradale (di cui 1.355 su espressa richiesta delle scuole) ben 462 sono stati bloccati per accertate
irregolarità. Tra i 462 autobus irregolari ben 198 erano
autobus il cui controllo era stato espressamente richiesto
dalle scuole.
Nel corso dei controlli sono scattate contravvenzioni
per 123 pullman che avevano dispositivi di equipaggiamento
alterati o non funzionanti; 54 autisti sono stati multati per
eccesso di velocità e altri 54 per mancato rispetto dei tempi
di guida. E 12 autobus non avevano la revisione e altre 12
violazioni sono state accertate per avere adibito a noleggio
con conducente un veicolo non destinato a tale uso.
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46
Martedì 19 Aprile 2016
A Z I E N DA S C U O L A
I rappresentanti di settore: pieno equiparamento con statali anche per l’alternanza
Parità, Berlinguer al restyling
Nuove norme nel Testo unico annunciato dalla 107
DOPO TRE ANNI DI STOP LA PROPOSTA DI LEGGE ARRIVA IN COMMISSIONE
EMANUELA MICUCCI
N
elle deleghe sulla
Buona Scuola anche le norme sulle
scuole paritarie. Ad
annunciarlo, giovedì al Miur,
DI ANGELA IULIANO
è il sottosegretario all’ostruzione con delega su questo
opo Lombardia, Veneto e
argomento Gabriele TocToscana, anche la regiocafondi in apertura dei lane Lazio potrebbe avere il
vori della commissione sulla
buono scuola per garantire
parità. «La redazione di un
la libertà di scelta educativa delle
testo unico delle disposiziofamiglie degli alunni delle scuole
ni in materia di istruzione»,
paritarie. Dopo 3 anni di attesa in
dichiara, «comprende anche
Commissione cultura del Consiglio
la normativa sulle scuole
regionale, la proposta di legge sugli
non statali». Così, «il per«Interventi per garantire la libertà
corso introdotto dalla Legge
di scelta educativa della famiglia»
62/2000 (sulla parità scolaè stata calendarizzata per giovedì
stica, n.d.r.), più nota come
in Commissione alla Pisana. «Dopo
legge Berlinguer, prosegue
aver ottenuto il buono scuola per
attraverso l’attuazione delle
le materne, è dal lontano 2013 che
deleghe previste dalla legge
combatto per l’estensione del prov107». Durante l’incontro i
vedimento», sottolinea Olimpia
rappresentanti delle scuole
Tarzia (Lista Storace), vicepresiparitarie «hanno sollecitato
dente della Commissione e prima
più attenzione verso quei
firmataria della norma.
12.000 ragazzi disabili atPresentato da tutto il centro detualmente accolti nelle scuostra a inizio legislatura, il testo è
le paritarie, a cui lo Stato
ufficialmente assegnato alla Comnon riconosce né il sostegno
missione consiliare dal 10 aprile
né alcun aiuto specifico, il
2013 in attesa di essere incardinato
cui costo è a carico delle famiglie o della scuola». Così
come l’onere per i docenti di le valorizza adeguatamente
sostegno, con l’unica ecce- nelle circolari, nei decreti e
zione della scuola primaria, nei bandi per l’accesso ai fiprecisa la Fism.
nanziamenti nazionali e coNegli ultimi anni il nu- munitari. Come nel caso della
mero degli alunni con disa- realizzazione dei percorsi di
bilità nella scuola italiana ha alternanza scuola-lavoro, da
registrato un incremento del quest’anno parte integrante
24%, passando
delle superiori,
dai 174.404
per i quali non
del 2007/08
è stato previsto
a 217.563 del
nessuna formu2015/16, rapla di finanziapresentando
mento per le
circa il 2,6%
paritarie. L’onesul totale dere dell’adempigli studenti.
mento ricade
Il contingensolo sulle loro
te di docenti
risorse interdi sostegno è
ne. «La legge
passato dal
del 2000 voluta
88.441 unità
dall’allora minidel 2007/08
stro Berlinguer»
ai 119.496
sottolinea la neo
del 2015/15,
presidente della
con un inFidae Virginia
cremento del
Kaladich, «ha
35%. «Nelle
rappresentato
Luigi Berlinguer
scuole pariuna svolta sitarie», nel degnificativa, ma
cennio 2004/05-2014/15 l’au- l’obiettivo è ora passare dal
mento degli alunni disabili è sistema incerto dei contributi
stato del 63,1%, a fronte di deliberati anno per anno dal
un calo del 2,6% del numero Parlamento a quello di un fiuna
totale di studenti delle pari- nanziamento certo e garantito
tarie». «Le famiglie apprez- dallo Stato, come peraltro avzano sempre di più la cura e viene in molti Paesi della stesl’attenzione che nelle scuole sa Unione europea». La straparitarie sono rivolte agli da indicata dal Miur è chiara.
alunni con disabilità», nota- «Piena e massima attenzione
no i genitori dell’Agesc.
a tutta la scuola: statale e non
I rappresentanti delle statale», sottolinea da Toccascuole paritarie, inoltre, fondi. «Controlli, verifiche,
hanno chiesto al Miur più revoca della parità quando
impegno per dare piena at- occorre, ma anche pieno ricotuazione al dettato della leg- noscimento per chi garantisce
ge 62 del 2000 che, pur rico- un servizio pubblico nel pieno
noscendo le scuole paritarie rispetto del principio di libertà
parte integrante del sistema di educazione».
nazionale di istruzione, non
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E nel Lazio sul buono scuola è battaglia
D
ed esaminato.
Si tratta di una modifica alla
vigente legge regionale 29/1992
sull’attuazione del diritto allo studio: l’inserimento di un art. 11 bis
con cui la regione concede buoni
scuola in favore delle famiglie degli alunni residente nel proprio
territorio per la copertura parziale
o totale delle spese effettivamente
sostenute per iscrizione e frequenza
delle scuole paritarie del Lazio. Annualmente la giunta regione, sentita
la Commissione cultura e tenendo
contro della normativa regionale sul
quoziente familiare (legge regionale
32/2001), definirà il numero di buoni
scuola da mettere a bando, il loro
importo e le modalità di concessione. Rispettando due criteri: importo
erogabile corrispondente almeno al
25% delle spese di iscrizione e frequenza sostenute per ciascun figlio
e, comunque, non inferiore a 300
euro e non superiore a 1.300, elevabile a 2.000 euro in caso di alunni
con disabilità. Quindi, un contributo
nell’ambito della parità scolastica
che garantisce anche interventi per
l’inclusione scolastica. «Sul modello
di quanto già avviene in altre regioni italiane e nell’ottica dei principi
di sussidiarietà», illustra Tarzia, «si
intende favorire la libertà di scelta
di educazione e la qualità del sistema scolastico». «La proposta di legge non potrà penalizzare in alcun
modo la scuola pubblica, anzi. Per
ogni alunno del sistema paritario
lo Stato risparmia 5.741 euro per
l’infanzia e 6.828 per la primaria,
per un totale di 6 miliardi».
La scelta di emendare una legge regionale vigente «è coerente»
con un’azione di supporto alle famiglie «non sporadica ma sistemica».
E «la conseguente istituzione di un
apposito capitolo di spesa dedicato
al finanziamento del buono scuola
è una garanzia per i futuri esercizi
finanziari».
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IL CODICE ICHINO ItaliaOggi presenta il nuovo Codice del Lavoro
raccolta completa della normativa vigente in materia di lavoro,
in una versione integralmente aggiornata e curata
dal Professore Pietro Ichino.
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DI
Martedì 19 Aprile 2016
A Z I E N DA S C U O L A
47
L’ESPERTO RISPONDE/Il caso di una docente che è stata messa a riposto per 30 giorni
Malattia, il taglio di stipendio
non può essere sempre evitato
L’assenza è esente da decurtazioni se dovuta a grave infermità
N
ella nostra scuola si è verificata
la seguente situazione: un’insegnante di scuola dell’infanzia in
servizio con contratto a tempo indeterminato è stata ricoverata 10 giorni
in ospedale per essere sottoposta ad
un intervento. Successivamente alle
dimissioni dall’ospedale il medico di
base le ha rilasciato un certificato di
30 giorni di convalescenza in conseguenza dei postimi dell’operazione.
Viste le difficoltà interpretative della
normativa, vorremmo sapere se alla
suddetta docente debba, oppure no, essere applicata la riduzione stipendiale
per i primi 10 giorni di convalescenza
successivi alle dimissioni dall’ospedale.
Lettera firmata
Sono in astensione facoltativa e mi sono presa l’influenza.
Posso interrompere il congedo
e far valere le assenze per malattia?
Maria Giocoli
Monza
Sì. Nel caso specifico ha diritto a far valere il titolo dell’assenza che ritiene più conveniente.
Ciò è in linea con l’orientamento dell’Aran che, in risposta ad
un quesito, il 21.06.2012 ha
chiarito che «qualora nel periodo di astensione facoltativa per
maternità insorga la malattia
per il lavoratore o la lavoratrice
interessati, si determini automaticamente l’interruzione del
predetto periodo di astensione
dal lavoro». Il mutamento del
titolo dell’assenza va comuni-
Tutti i
cato tempestivamente a scuola
secondo le ordinarie procedure
previste per le assenze per malattia, avendo cura di comunicare l’intenzione di interrompere il congedo parentale e di far
valere le assenze per malattia.
Antimo Di Geronimo
Il dottorato non vale
come servizio
Prima di iniziare a lavorare
nella scuola ho conseguito un
dottorato di ricerca in una delle
discipline che insegno attualmente come docente di ruolo.
Vorrei sapere se gli anni di
dottorato sono valutabili come
servizio ai fini della mobilità.
Mario Valente
Roma
No. Gli anni di frequenza legale al dottorato di ricerca sono
Il punteggio di continuità
e le interruzioni
La mia domanda riguarda
il punteggio di continuità. Da
sempre l’utilizzazione non interrompe la continuità mentre
l’assegnazione provvisoria si.
Leggendo, però, il contratto
collettivo nazionale, art. 13 c
1 parte II capoverso 6, qualche
dubbio mi è sorto. Come stanno
le cose?
Lettera firmata
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io ha portato la percentuale
di invalidità addirittura al 75
per cento. Dopo tale referto ho
chiesto nuovamente di essere
dispensato. Non avendo ancora
ricevuto una risposta dal dirigente devo presumere che sarà
un altro diniego. In tal caso
cosa potrei fare per ottenere
la dispensa?
Domenico Aprile
Catanzaro
Allo stato la dispensa gliela
può garantire solo un giudice
ordinario. Di recente il diritto
alla dispensa, in casi analoghi al suo, è stato riconosciuto
dalla Corte dei Conti sezione
giurisdizionale per l’Abruzzo.
La stragrande maggioranza
dell’amministrazione scolastica
continua invece ad essere decisamente contraria. Per risolvere il problema degli oltre 3.500
inidonei attualmente utilizzati
in altri compiti nelle scuole, a
nostro avviso dovrebbe prevalere non solo il buon ma anche
l’interesse dello Stato a risparmiare. L’ammontare della sua
eventuale pensione sarebbe infatti di un terzo inferiore allo
stipendio che le viene attualmente corrisposto. Al risparmio andrebbe aggiunto anche
la non necessità di nominare
al suo posto un supplente.
Nicola Mondelli
© Riproduzione riservata
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Sono un sessantenne con
alle spalle venticinque anni
di insegnamento nella scuola
media. Dal 2010 sono utilizzato
in altri compiti essendo stato
dichiarato permanentemente
inidoneo all’insegnamento per
motivi di salute, inidoneità
confermata nello scorso mese
di dicembre. Ho ripetutamente
chiesto al dirigente scolastico di
essere dispensato dal servizio
ed essere collocato a riposo, domanda sempre respinta. Dieci
anni fa ero stato riconosciuto
invalido con una percentuale di
invalidità del 55 per cento. Un
visita medica collegiale svoltasi nello scorso mese di febbra-
valutabili ai fi
fini
ni della mobilità
solo se svolti in costanza di rapporto di lavoro con l’amministrazione. Dunque, solo nel caso
in cui il dottorando, all’epoca
della frequenza, fosse un docente (anche a tempo determinato)
in congedo ai sensi dell’articolo
2 della legge 476/84.
Antimo Di Geronimo
Azienda Scuola
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La dispesa dal lavoro
in mano al giudice
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Se ci si ammala
in congedo
La continuità di servizio
si interrompe in caso di assegnazione provvisoria. Non
si interrompe, invece, senza
ombra di dubbio, nei casi di
utilizzazione indicati nell’art.
13, comma 1, capo II, capoversi
dal sesto all’ottavo del contratto collettivo nazionale integrativo concernente la mobilità del
personale docente ed Ata per
l’anno scolastico 2016/2017,
sottoscritto definitivamente l’8
aprile 2016. Un diverso trattamento che appare corretto e
giusto.
Nicola Mondelli
La risposta che segue è formulata nel presupposto che l’intervento ospedaliero sia stato
dovuto a grave infermità.
Per il combinato disposto del comma 1
dell’art. 71 del decreto legge 25/6/2008, n.
112 e dell’art. 17, comma 9 del CCNL scuola
2006/2009 la decurtazione contributiva non
opera per le assenze per malattia dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di servizio, oppure
a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonché
per le assenze relative a patologie gravi che
richiedono terapie salvavita, comprendendo
anche le giornate di assenza dovute agli effetti
diretti e/o collaterali provocati dalle terapie.
A mio avviso, ogni altro periodo di malattia non riconducibile a tali ipotesi subisce le
decurtazioni di cui al citato art. 71, comma 1
del decreto legge 112/2008.
Nicola Mondelli
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