Tuta absoluta

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Tuta absoluta
Cop_VolumeTuta 1
Supplemento 1 al numero 46/2010 de L’Informatore Agrario - Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27-2-2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Verona - Anno LXVI- ISSN 0020-0689 - Contiene I.P. - C.P. 520 - 37100 Verona
Tuta absoluta Guida alla conoscenza e recenti acquisizioni per una corretta difesa
A cura di Luigi Sannino,
Bruno Espinosa
Tuta
absoluta
Guida alla conoscenza
e recenti acquisizioni
per una corretta difesa
EDIZIONI L’INFORMATORE AGRARIO
25/11/2010 9.44.09
Sommario
Presentazione .................................................................... 7
◾ MORFOLOGIA, BIOLOGIA E GESTIONE
DI TUTA ABSOLUTA
Il commercio, fonte primaria
di diffusione di Tuta absoluta ........................................... 11
Caratteristiche morfologiche di Tuta absoluta .................. 17
Piante ospiti e biologia della tignola del pomodoro .......... 33
Nemici naturali e controllo della tignola del pomodoro .... 51
Come gestire la resistenza agli insetticidi .......................... 71
◾ DIFFUSIONE, MONITORAGGIO E DIFESA
NELLE PRINCIPALI REGIONI ITALIANE
Piemonte ............................................................................................ 77
Liguria ................................................................................................ 78
Lombardia .......................................................................................... 81
Emilia-Romagna ................................................................................. 83
Toscana .............................................................................................. 85
Umbria ............................................................................................... 87
Lazio................................................................................................... 88
Abruzzo .............................................................................................. 90
Campania ........................................................................................... 92
Basilicata............................................................................................. 94
Calabria .............................................................................................. 97
Puglia ................................................................................................. 99
Sicilia ................................................................................................ 102
Sardegna .......................................................................................... 105
Bibliografia ................................................................................. 108
© 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.
Autori
◾ MORFOLOGIA, BIOLOGIA E GESTIONE
DI TUTA ABSOLUTA
Il commercio, fonte primaria di diffusione di Tuta absoluta
Caratteristiche morfologiche di Tuta absoluta
Piante ospiti e biologia della tignola del pomodoro
Nemici naturali e controllo della tignola del pomodoro
Luigi Sannino
Cra-Cat - Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura
Unità di ricerca per le colture alternative al tabacco
Scafati (Salerno)
Bruno Espinosa
Dipartimento di entomologia e zoologia agraria «Filippo Silvestri»
Università degli studi di Napoli «Federico II» - Portici (Napoli)
Come gestire la resistenza agli insetticidi
Andrea Bassi
IRAC - Insecticide Resistance Action Committee
◾ DIFFUSIONE, MONITORAGGIO E DIFESA
NELLE PRINCIPALI REGIONI ITALIANE
Piemonte
Rocco Tango
Servizio fitosanitario, Regione Piemonte, Torino
Liguria
Giorgio Bozzano, Anna Crotti, Mario Mattone
Cooperativa l’Ortofrutticola di Alberga (Savona)
Pasquale Restuccia, Giovanna Mancini
Cooperativa Riviera dei fiori, Imperia
Lombardia
Beniamino Cavagna Mariangela Ciampitti
Servizio fitosanitario, Regione Lombardia, Milano
Emilia-Romagna
Massimo Bariselli
Servizio fitosanitario, Regione Emilia-Romagna, Bologna
Valentino Testi
Consorzio fitosanitario provinciale di Parma
Toscana
Bruno Bagnoli
Cra-Abp - Centro di ricerca per l’agrobiologia e la pedologia, Firenze
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Elisabetta Rossi
DCDSL, Sezione di entomologia agraria - Università di Pisa
Agnese Tonola
Arpat, Servizio controlli fitosanitari, Regione Toscana
Umbria
Claudia Santinelli
Servizio tecnico agronomico - Servizio fitosanitario, Regione Umbria, Perugia
Lazio
Stefano Speranza
Dipartimento di protezione delle piante
Università degli studi della Tuscia, Viterbo
Andrea Sintini
Servizio fitosanitario, Regione Lazio
Abruzzo
Domenico D’Ascenzo
Arssa - Servizio fitosanitario, Regione Abruzzo
Campania
Giuseppe Pesapane, Raffaele Griffo
Assessorato all’agricoltura - Servizio fitosanitario, Regione Campania
Basilicata
Tonia Colella, Arturo Caponero
Servizio di difesa integrata
Azienda agricola sperimentale dimostrativa Pantanello
Metaponto (Matera) - Alsia - Regione Basilicata
Calabria
Sabrina Blasco, Francesco Cufari, Orlando Mario, Egidio Ranù, Pasquale Figliuzzi,
Giuseppe Scordovillo, Riccardo Maccaferri, Pietro Perri, Pino Cipolla
Dipartimento agricoltura, foreste e forestazione
Servizio fitosanitario, Regione Calabria
Puglia
Antonio Guario, Antonio Dangelico
Osservatorio fitosanitario, Regione Puglia
Sicilia
Antonio Colombo
Dipartimento interventi strutturali per l’agricoltura, Regione Siciliana
Servizio IV - Sviluppo locale e attività agroambientali
U.O. 21 - Omp Acireale, Vittoria (Ragusa)
Giovanna Tropea Garzia
Dipartimento di scienze e tecnologie fitosanitarie
Facoltà di agraria - Università degli studi di Catania
Sardegna
Arturo Cocco, Salvatore Deliperi, Gavino Delrio
Dipartimento di protezione delle piante - Università di Sassari
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Presentazione
di Antonio Boschetti
L
a protezione delle colture dalle avversità e, in
particolar modo, da patogeni e insetti, è una
delle attività più impegnative che l’imprenditore agricolo deve
affrontare. Tale attività è resa ancora più complicata dalla periodica comparsa di nuovi parassiti come, ad esempio, Tuta
absoluta. Segnalato ormai in tutto il Paese, questo lepidottero
proveniente dal Sud America da qualche anno minaccia le produzioni di solanacee e soprattutto quelle di pomodoro sia in coltura protetta sia in pieno campo.
In alcuni casi si sono registrati attacchi talmente consistenti da
rappresentare una vera e propria emergenza fitosanitaria. La
tignola del pomodoro, come tutti gli insetti arrivati da ambienti
completamente diversi, è al momento priva di nemici naturali,
pertanto quando viene a trovarsi in condizioni ottimali per il
suo sviluppo può proliferare liberamente causando danni molto
gravi alle produzioni, fino alla totale perdita del raccolto.
Il problema nel primo periodo di comparsa dell’insetto è stato aggravato dalla totale assenza di sostanze attive registrate
contro Tuta absoluta.
Oggi finalmente anche la lotta chimica alla Tuta absoluta è stata
resa possibile grazie alla registrazione di alcuni prodotti.
L’Informatore Agrario, con la collaborazione di DuPont, propone un volume curato da Luigi Sannino e Bruno Espinosa con
l’obiettivo di affiancare i produttori che vogliano approfondire le
loro conoscenze sull’insetto. In particolare, oltre alla descrizione
dei suoi stadi vengono riportate le più recenti acquisizioni sulla
biologia dell’insetto negli ambienti italiani e le attuali aree di diffusione. Ampio spazio viene dato alla descrizione delle tecniche
di lotta e alle sostanze attive disponibili, lotta che deve essere
condotta con particolari accorgimenti per garantire la protezione della coltura ed evitare l’insorgenza di resistenze. Nella convinzione di poter contribuire alla diffusione della conoscenza al
servizio del successo dell’attività imprenditoriale vi auguriamo
una buona lettura.
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Prima parte
Morfologia,
biologia
e gestione
di Tuta absoluta
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Il commercio,
fonte primaria
di diffusione
di Tuta absoluta
di Luigi Sannino, Bruno Espinosa
Le attività dell’uomo, e soprattutto i suoi commerci, hanno
contribuito nel corso dei millenni a diffondere innumerevoli
piante e animali ben al di fuori delle loro aree di origine. Con
l’introduzione di nuove specie in un ambiente, prima o poi arrivano anche i loro parassiti. Tra questi prevalgono gli insetti, perché facilmente trasportati con derrate alimentari e altre
merci senza essere notati, sia per le piccole dimensioni, sia per
le ridotte esigenze dei loro stadi inattivi (uova, pupe, ecc.).
Volendo fare qualche esempio, magari circoscritto alle sole solanacee importate dal Continente americano a partire dalla sua
scoperta, vediamo come, accanto alla patata, al pomodoro, al
peperone e al tabacco, siano giunti successivamente anche gli
insetti che vivevano a spese di queste stesse piante o di specie
assai simili.
I primi danni da Tuta
su pomodoro sono
stati segnalati
nel 2008 in Calabria,
seguita da Sardegna,
Campania, Liguria
e Sicilia.
Nella foto frutti
gravemente
danneggiati
in Campania
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Morfologia, biologia, lotta
Fu così che già verso la fine del Settecento, in Francia, dove si voleva diffondere l’uso dei tuberi di patata
per l’alimentazione degli strati sociali meno abbienti,
furono notati per la prima volta infestazioni di tignola
(Phthorimaea operculella Zeller), specie diffusasi poi
anche in Italia dalla fine dell’Ottocento.
Nel 1922 è sbarcata in Francia la dorifora (Leptinotarsa
decemlineata Say): originaria del Colorado, dopo essere venuta in contatto con le solanacee coltivate dai
coloni, si è legata quasi indissolubilmente a queste e
in particolare alla patata, espandendo rapidamente la
sua area di diffusione negli Stati Uniti e attraversando
poi anche l’Atlantico.
Negli anni 70 dello scorso secolo fa il suo ingresso
in Italia l’omottero Trialeurodes vaporariorum (Westwood) il diffusissimo aleurodide delle serre, responsabile, oltre che dei danni diretti dovuti alla sottrazione
di linfa, anche dello sviluppo di fumaggini che, specie
su alcune ortive, tra cui il pomodoro, possono compromettere seriamente il raccolto.
È del 1983 l’ingresso in Europa (in Campania) dell’altica del tabacco (Epithrix hirtipennis Melsheimer), proveniente dall’America Centro-settentrionale, nota per i
danni, spesso anche gravi, alle foglie di questa e di altre solanacee, seguita alcuni decenni dopo (2004) dalle
due congeneri E. similaris Gentner e E. cucumeris (Harris) arrivate in Portogallo e pregiudizievoli per i tuberi
di patata. Infine è di questi ultimissimi anni l’arrivo della tignola del pomodoro Tuta absoluta (Meyrick).
L’arrivo di nuovi fitofagi in un territorio è sempre stato visto dagli agricoltori come un evento di gravità ir-
Pupari di aleurodide
delle serre
Larva di Ftorimea
all’interno di uno stelo
di patata
Larva
di dorifora
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FIGURA 1 - DIFFUSIONE DI T. ABSOLUTA
IN SUD-AMERICA
LA VENDETTA DEGLI INCAS
Ovviamente è solo una combinazione,
ma è comunque curioso constatare
che la sudamericana Tuta absoluta sia
originaria proprio della regione andina
su cui si estendeva un tempo l’impero
degli Incas, fino a quando, nel XVI
secolo, i conquistadores spagnoli non
ne cancellarono per sempre la civiltà.
A quasi cinquecento anni di distanza il
«flagello» Tuta arriva in Europa sbarcando proprio in Spagna: dopo cinque
secoli la «vendetta» degli Incas si è
compiuta!
rimediabile, capace di mettere in ginocchio o cancellare interi
settori della produzione agricola. Nella realtà si è invece ogni
volta verificato che, dopo un periodo iniziale di ingenti danni,
c’è sempre stato un riequilibrio della situazione, non tanto per
la pressione naturale degli entomofagi (autoctoni o introdotti)
quanto per l’acquisizione di nuove conoscenze sull’insetto che
hanno contribuito all’affinamento delle tecniche di controllo,
sia di natura preventiva sia curativa.
COMPARSA DI T. ABSOLUTA IN EUROPA
Tuta absoluta è una specie originaria del Sud America, in particolare della regione andina (Perù, Bolivia, Cile). Dall’anno
della sua descrizione (1917) ha vissuto nel completo anonimato, venendo citata con il solo nome scientifico nelle pubblicazioni specialistiche per questioni puramente di classificazione.
La presenza in Europa è stata rilevata inizialmente nel 2006 in
Spagna, nelle zone di Valencia e delle Isole Baleari e negli anni
successivi in Nord Africa, gran parte dell’Europa mediterranea
e nei Paesi più settentrionali come l’Olanda, la Germania e l’In-
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Morfologia, biologia, lotta
ghilterra. Ultimamente ne è stata riscontrata
la presenza in Turchia, indice di un’espansione verso l’Asia. Il ritrovamento di T. absoluta
a latitudini anche ben superiori a quelle sue
originarie dimostra una notevole capacità di
adattamento dell’insetto, che si è facilmente
acclimatato nei nuovi areali, riproducendosi
con popolazioni numerose per buona parte
dell’anno.
PRESENZA IN ITALIA
In Italia le prime infestazioni su pomodoro sono state osservate
nella primavera del 2008 in Calabria e nell’autunno dello stesso
anno in Sardegna, Sicilia, Campania e Liguria.
Successive segnalazioni ne hanno accertato la rapida diffusione sull’intero territorio nazionale, rispecchiando quanto già
avvenuto in Spagna.
Contemporaneamente è stata notata una recrudescenza di attività della comune tignola della patata (P. operculella) non solo
a carico di questa pianta, suo ospite abituale, ma anche a spese del pomodoro, con attacchi
gravi sui frutti.
La sopravvivenza di una specie in un Continente diverso
da quello di origine è possibile
solo se questa trova adeguate conMine fogliari
di Tuta
dizioni climatiche e disponibilità alimentari. Nel caso in questione, la grande
diffusione di colture come il pomodoro e
la patata, unite alla presenza di diverse
altre solanacee coltivate e spontanee e al
clima mite, hanno consentito alla tignola di affacciarsi nel bacino del Mediterraneo e attecchirvi con facilità. Ma una così
rapida, ampia e copiosa colonizzazione
del Continente europeo da parte di una
specie subtropicale farebbe comunque
supporre che, anche in questo caso, un
ruolo importante sia da attribuire all’aumento medio delle temperature registrato
negli ultimi anni.
Curioso è anche il fatto che T. absoluta, da
sempre presente sul versante orientale del Sudamerica, abbia cominciato a «muoversi» verso
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I MOLTI NOMI DELLA TIGNOLA DEL POMODORO
Sezione di pomodoro
con galleria prodotta da Tuta
Dall’inizio degli anni 60 del secolo scorso, a seguito dei danni che
andava arrecando alle coltivazioni, acquisisce notorietà guadagnandosi appellativi diversi nei territori che man mano invade. È così che
negli Stati sudamericani di lingua spagnola viene chiamata Polilla
del tomate, Polilla perforadora, Cogollero del tomate, Gusano minador del tomate, Minador de hojas y tallos de la papa, mentre in
Brasile prende il nome portoghese di Traça-do-tomateiro.
Contemporaneamente, anche in previsione di un possibile ulteriore
allargamento del suo areale verso il Nord America, viene etichettata
con i termini più internazionali di Tomato borer, South American
tomato moth, Tomato leaf miner.
est solo all’inizio degli anni 60, impiegando per giunta almeno
un ventennio per diffondersi nelle restanti regioni meridionali del Continente: un tempo di gran lunga superiore a quello
che sta impiegando ora per invadere i territori della regione
paleartica.
Cosa è cambiato negli equilibri preesistenti se all’improvviso
T. absoluta ha iniziato a muoversi dalle aree di origine e a diffondersi verso est trovando particolarmente appetite piante
che comunque le erano sempre state a contatto essendo anch’esse originarie delle stesse zone? È cambiato qualcosa nelle
sue caratteristiche biologiche o qualcosa in alcune delle piante ospiti?
Tra le varie ragioni forse la più ipotizzabile è che vi sia una
maggiore appetibilità delle varietà coltivate rispetto alle forme
selvatiche originarie cui era abituata.
MEZZI DI DIFFUSIONE
Mentre la diffusione di questo insetto sulle lunghe distanze avviene quasi esclusivamente con la commercializzazione incontrollata di piante o frutti infestati, nell’ambito di uno stesso
comprensorio sono gli adulti che, spostandosi agevolmente da
un campo all’altro, diffondono le infestazioni.
La colonizzazione di nuovi territori è veloce: in assenza di fattori limitanti (basse temperature, antagonisti naturali, ecc.) piccoli focolai danno luogo a intense pullulazioni larvali nel giro di
pochi mesi, con propagazione a macchia d’olio su vaste aree.
In Italia le aree popolate dall’insetto si estendono dal litorale
alla collina e i fattori che ne hanno determinato la rapida espansione possono essere i seguenti:
• grande diffusione delle coltivazioni di pomodoro (oltre 120.000
ettari) e adattabilità ad altre solanacee coltivate e spontanee;
• elevato numero di generazioni per anno;
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Morfologia, biologia, lotta
Adulto
di Keiferia
lycopersicella
• continuità del ciclo biologico (di tipo omodinamo, cioè senza interruzione di attività) e presenza delle colture in serra che
consentono alle specie omodiname (prive di diapausa) di essere attive per buona parte dell’anno;
• mobilità dell’adulto, grazie alla quale l’insetto si sposta agevolmente dalle zone più densamente popolate verso quelle limitrofe;
• presumibile carenza di entomofagi specifici (che di solito accompagna la fase di colonizzazione di nuovi areali);
• eccesso nell’uso di insetticidi poco selettivi, che portano alla
scomparsa dei possibili antagonisti;
• sviluppo di resistenze verso gli insetticidi più usati per la lotta (come già riscontrato in Sud America).
MANCATA DIFFUSIONE
DI KEIFERIA LYCOPERSICELLA IN ITALIA
Keiferia lycopersicella (Walsingham), un lepidottero appartenente alla famiglia Gelechiidae molto affine alla Tuta
absoluta, è verosimilmente giunta in Liguria nella primavera-estate del 2008 (i danni sono stati notati a partire da
settembre-ottobre dello stesso anno).
Gli attacchi hanno raggiunto il punto culminante nella seconda metà di novembre, quando si sono sommati a quelli di T. absoluta: dall’esame dei materiali raccolti in tale periodo risultava infatti che almeno tre
quarti dell’infestazione sul pomodoro era dovuta a larve di
K. lycopersicella.
Il successivo ritrovamento di sola T. absoluta, nei campionamenti effettuati in febbraio-marzo 2009, aveva fatto
pensare in un primo momento a una ripresa d’attività di
K. lycopersicella più tardiva rispetto a T. absoluta.
Tuttavia K. lycopersicella non è stata rilevata nell’area
neppure fino all’autunno 2010. L’estinzione del focolaio
potrebbe essere dovuta non tanto alle temperature invernali
(perché l’insetto avrebbe potuto sopravvivere in serra), quanto
alla forte competizione con le popolazioni di T. absoluta. Occupando nicchie ecologiche praticamente sovrapponibili (stesse
piante ospiti, stessi organi attaccati, stessa fenologia, ecc.), le
due tignole non potrebbero convivere a lungo nella stessa area
e una delle due dovrebbe soccombere o cedere il territorio.
T. absoluta, che appare dotata di maggiore adattabilità e potenziale biotico, potrebbe aver prevalso.
Con ogni probabilità, se non vi fosse stata la contemporanea
presenza di questi due lepidotteri, K. lycopersicella si sarebbe
•••
diffusa in Italia.
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Caratteristiche
morfologiche
di Tuta absoluta
di Luigi Sannino, Bruno Espinosa
Nel 1917 Edward Meyrick, noto entomologo inglese, pubblicò un articolo su Transactions of the Entomological Society of
London in cui descriveva diverse specie nuove di microlepidotteri raccolti sulle Ande da Parish: una di queste, catturata
in un solo esemplare, maschio, a Huancayo (Perù centrale), nel
mese di luglio, a 3.200 m di altitudine, fu denominata absoluta
e ascritta al genere Phthorimaea (genere da egli stesso creato
nel 1902 e che ha ospitato per lungo tempo buona parte delle
specie di Gelechiidae).
Dopo un lungo periodo di stasi, ha inizio una serie di rimaneggiamenti sistematici che porta la «nostra» specie a cambiare
più volte genere.
Nel 1962 J.F. Clarke, descrivendo alcuni microlepidotteri rinvenuti in Giappone, cita anche absoluta, considerandola come
Gnorimoschema.
Nel 1964 il grande specialista cecoslovacco D. Povolný istituisce il genere Scrobipalpula e pochi anni dopo (1967) vi include
la nostra specie; ancora lo stesso autore, nel 1987, in un lavoro
sulla fauna sudamericana, sposta parte delle specie, tra le quali
anche absoluta, nel nuovo genere Scrobipalpuloides.
Tuta absoluta
è stata descritta
per la prima
volta da Meyrick
nel 1917
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Morfologia, biologia, lotta
CHI HA SCOPERTO LA TUTA ABSOLUTA
Edward Meyrick è sicuramente da annoverare tra i maggiori
entomologi sistematici del suo tempo. Nato nel 1854 nello
Wiltshire, in Inghilterra, riceve un’educazione classica dapprima presso il Marlborough College e poi al Trinity college di
Cambridge; nel 1877 si reca come insegnante in Australia e
Nuova Zelanda, e nel 1886 fa ritorno in patria.
È durante gli anni trascorsi in quelle terre lontane, che inizia
a studiare i lepidotteri dei luoghi, a quel tempo in gran parte
sconosciuti. Da allora continuò incessantemente a occuparsi
dei microlepidotteri di tutte le regioni del mondo, arrivandone
a descrivere, in più di cinquant’anni di attività, circa 20.000
nuove specie, oltre a un gran numero di generi e famiglie da
lui istituiti. Si spense nel 1938 nella sua casa di Thornhanger,
nei pressi di Marlborough. La sua immensa collezione, comprendente
oltre 100.000 esemplari (tra i quali migliaia di «tipi», cioè gli esemplari
«campione di riferimento» di una specie) è ora conservata al British
Museum of Natural History di Londra.
Per finire, sempre Povolný, nel 1993 recupera il vecchio genere
Tuta (istituito da Strand nel 1911) e vi include, tra le altre specie, anche absoluta.
FAMIGLIA GELECHIIDAE
La famiglia Gelechiidae comprende attualmente circa 5.000 specie
(suddivise in un centinaio di generi) delle quali almeno 600 presenti
in Europa.Vi appartengono microlepidotteri a tinte generalmente
poco appariscenti e con apertura alare che di solito non supera i
15-20 mm.
Caratteri morfologici. Le ali anteriori sono strette e lanceolate, con una caratteristica frangia di squame nella metà distale
(più evidente sul bordo inferiore); le posteriori sono subtrapezoidali, con margine esterno sinuoso, apice spesso prominente
e digitiforme e una lunga frangia che ne cinge tutto il contorno. Come in altri gruppi di tignole, in condizioni di riposo le
ali sono tenute poggiate a tetto sul corpo.
Altro carattere importante è costituito dai palpi labiali di tre
articoli, con il penultimo rivestito da squame grosse e spesso
irte e l’ultimo affusolato e ricurvo verso l’alto, giungente all’altezza del margine superiore degli occhi.
I palpi mascellari, composti di quattro articoli, sono ridottissimi. Sul capo è possibile verificare (a forte ingrandimento) la
presenza o meno degli ocelli e l’assenza dei chetosema (coppia
di organi sensoriali).
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Alla famiglia dei gelechidi appartengono
circa 5.000 specie, di cui almeno 600
sono presenti in Europa
Le sottofamiglie
I Gelechidi sono suddivisi in un certo numero di sottofamiglie, numero variabile a seconda del punto di vista dei diversi
specialisti; quelle solitamente accettate da tutti sono: Gelechiinae, Chelariinae, Anacampsinae e Dichomeridinae. Le prime
due sono le più importanti, sia per il grande numero di specie comprese, sia perché annoverano quelle di maggiore
importanza economica.
Nell’ambito dei Gelechiinae, Povolný istituì (nel 1964)
la tribù Gnorimoschemini, gruppo che colpisce per
la straordinaria uniformità di aspetto dei suoi componenti: le centinaia di specie in esso comprese, pur se
attribuite a una quarantina di generi diversi, possono
essere distinte con certezza (salvo pochi casi) solo facendo ricorso all’esame delle strutture genitali, soprattutto di quelle maschili.
La gran parte dei predetti generi è distribuita nella
regione paleartica (dall’area mediterranea orientale
all’Asia centrale) e nel Continente americano (dalle aree più calde del Nord America alla Patagonia),
mentre solo un ridottissimo numero è proprio dell’Oceania.
Le specie più dannose per le colture. Sono però gli Gnorimoschemini sudamericani (circa 170, divise in almeno 17 generi)
ad avere il maggiore interesse applicato, in quanto un buon
numero di esse, vivendo a spese di solanacee, costituisce un
Larve
di gelechidi:
in alto Tuta
absoluta,
in basso
Phthorimaea
operculella
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Morfologia, biologia, lotta
TABELLA 1 - I PRINCIPALI GELECHIDI DI INTERESSE ECONOMICO (*)
Nome
Distribuzione
Specie ospiti
Sud America
Su solanacee. Particolarmente rilevanti
i danni ai tuberi di patata, sia in campo
sia in magazzino; saltuari i danni alle
bacche di pomodoro
Phthorimaea robusta Povolný
Phthorimaea euchthonia (Meyrick) Sud America
Phthorimaea argentinae Povolný
Su solanacee. Stessi danni della congenere operculella, ma ancora circoscritti
alle aree di origine
Phthorimaea operculella (Zeller)
Potato tuberworm
Potato moth
Keiferia lycopersicella
(Walsingham)
Tomato pinworm
Centro America, Antille;
in seguito introdotta
nelle Hawai, in Sud America
e nel Centro-sud degli Usa.
Nel 2008 segnalata in Europa
(Liguria)
Tuta absoluta (Meyrick)
South american tomato moth
Cile, Perù. Dagli anni 60
Su solanacee, dove mina parti verdi
ha cominciato a diffondersi
e frutti; particolarmente dannosa al
in tutto il Sud America; nel 2006
pomodoro
è giunta in Europa e Nord Africa
Scrobipalpa heliopa (Lower)
Tobacco stem borer
Regione indo-australiana; giunta nel corso del 900 fino al
Bacino mediterraneo (Israele,
Grecia, Turchia, Cipro)
Su solanacee; particolarmente nociva
al tabacco. Danni anche a melanzana
e patata
Scrobipalpa ocellatella (Boyd)
Beet moth
Europa, Asia, Nord Africa
Su chenopodiacee, più di rado su poligonacee. Notevoli i danni alla barbabietola
Scrobipalpa atriplicella
(Fischer von Roslerstamm)
Centro e Nord Europa, Asia
Su chenopodiacee; può causare danni
anche alla barbabietola
Tecia solanivora (Povolný)
Guatemalan potato moth
Centro e Sud America, Antille; Su solanacee; dannosa ai tuberi di
nel 1994 anche alle Canarie
patata in campo e in magazzino
Su solanacee. Notevoli danni al pomodoro, del tutto simili a quelli di tuta
Symmetrischema tangolias (Gyen)
Sud America
(= Phthorimaea plaesiosema Turner)
Su solanacee. In alcune regioni molto
dannosa alla patata
Keiferia glochinella (Zeller)
Eggplant Leaf Miner
Nord e Centro America
Su solanacee. Nota per i danni alla
melanzana
Keiferia gudmanella
(Walsingham)
Nord America
Su solanacee, in particolare peperone
Parachronistis albiceps (Zeller)
Europa, Asia
Psoricoptera gibosella (Zeller)
Europa, Nord Africa
Stenolechia gemmella (Linné)
Europa
Su querce. Saltuariamente dannosa
Exoteleia dodecella (Linné)
Pine bud moth
Small black-specked groundling moth
Europa, Nord America
Su pini
Sitotroga cerealella (Olivier)
Angoumois grain moth
Grain moth
Anarsia lineatella (Zeller)
Peach twig borer
Peach twig moth
Sud America. Intorno al 1700
diffusasi anche in Europa e
poi negli altri Continenti
Area mediterranea; diffusasi poi
in Asia e, successivamente, anche in Nord America e Australia
Si evolve nelle cariossidi di cereali e, molto
più di rado, nei semi di leguminose.
Può compiere l’intero ciclo in magazzino
Su nocciolo, olmo e, all’occasione,
su ciliegio, pesco, albicocco e melo
Su querce e salici. In Nord Africa (Marocco) produce notevoli danni al leccio
Nei frutti di drupacee, in particolare
pesco, albicocco, mandorlo e susino
continua
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segue
TABELLA 1 - I PRINCIPALI GELECHIDI DI INTERESSE ECONOMICO (*)
Nome
Distribuzione
Specie ospiti
Pectinophora gossypiella (Saunders)
Pink cotton bollworm
Asia, diffusasi in tutte le aree
di coltivazione del cotone
Si evolve su malvacee; particolarmente
gravi i danni arrecati alle capsule del cotone
Platyedra subcinerea (Haworth)
Cotton stem moth
Nord America
Su malvacee. Può danneggiare gravemente il cotone, minando gli steli
Exoteleia pinifoliella Chambers
Pine needle-miner
Nord America
Su Pinus
Aristotelia fragariae Busck
Strawberry crown miner
Nord America
Su fragola. Localmente molto dannosa
Dichomeris ianthes (Meyrick)
Alfalfa leaftier
Nord America
Su erba medica. Spesso infestante e
dannosa
Dichomeris marginella (Fabricius)
Juniper webwormn moth
Europa, Nord America
Su ginepro
Sophronia grandii Hering
Europa
Su graminacee. Su frumento e mais
può fare qualche danno
Sophronia humerella (Denis et
Schiffermüller)
Europa
Su labiacee. Può infestare i germogli
apicali della lavanda
Teleiodes decorella (Haworth)
Area mediterranea
Su pistacchio
Palumbina guerini (Stainton)
Area mediterranea
Su pistacchio
Pexicopia malvella (Hübner)
Hollyhock seed moth
Europa, Nord Africa
Su malvacee. Danni a malvacee ornamentali e all’Althea coltivata a scopi officinali
Recurvaria nanella Hübner
Lesser bud moth
Lesser brown budworm
Europa, introdotta
in Nord America
Su nocciolo, castagno, drupacee
e pomacee
Recurvaria leucatella Clerck
Europa, area mediterranea
Danni come la precedente specie,
soprattutto a melo e pero
Brachmia convolvuli
Walsingham
Sweet potato leaf folder
Africa, Sud-Est asiatico
Su convolvulacee. Dannosa alle coltivazioni di Ypomea (patata dolce)
Aproarema modicella Deventer
Groundnut leaf miner
Sud-Est asiatico, India
Su leguminose. Molto dannosa
all’arachide
Stegasta bosquella (Chambers)
Rednecked peanutworm
Sud America
Su leguminose. Dannosa all’arachide
(*) Di ogni specie è riportato anche il nome inglese con il quale sono internazionalmente identificati, oltre alla diffusione, le piante
ospiti e il tipo di danni.
pericolo, già riconosciuto o potenziale, per questo tipo di colture, in buona parte originarie delle stesse zone.
Infatti, accanto a specie ampiamente diffuse ben oltre i loro originari confini già dai primi decenni del 900 (Phthorimaea operculella e Keiferia lycopersicella), ve ne sono altre, come Tuta absoluta, che solo da pochi decenni hanno cominciato a invadere
nuovi territori, e altre ancora che iniziano a farsi notare per
danni ma che potenzialmente potrebbero divenire delle specie di importanza economica anche da noi: è questo il caso di
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Morfologia, biologia, lotta
Phthorimaea euchthonia (Meyrick), Keiferia gudmanella (Walsingham), Symmetrischema tangolias (Gyen) e Tecia solanivora
(Povolný), le ultime due assai dannose ai tuberi di patata.
Non va però dimenticata la specie indo-australiana Scrobipalpa
heliopa (Lower), assai dannosa a tabacco, melanzana e patata,
che già da qualche decennio si è «affacciata» al Mediterraneo
facendosi notare in Grecia, Turchia, Palestina e Cipro.
In tabella 1 sono illustrati i gelechidi di interesse economico.
CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEI GELECHIDI
Adulti
Buona parte delle peculiarità sopra esposte sono in comune ad
altri gruppi di tignole; diamo quindi di seguito i caratteri discriminanti riscontrabili nelle venature alari, caratteri che, uniti a
quelli esteriori già menzionati, identificano con certezza i Gelechiidae tra decine di altre famiglie di microlepidotteri.
Sulle ali anteriori (figura 1) le venature radiali R4 e R5 sono
unite nel tratto iniziale, la R5 tocca il margine al di sopra dell’apice e la nervatura cubitale posteriore (CuP) è assente o appena evidente (al suo posto può al massimo osservarsi una
sottile plica).
Sulle ali posteriori la venatura subcostale Sc e il settore radiale Rs sono legate da una sottile vena obliqua, la Rs e M1 nel
primo tratto decorrono ravvicinate o sono fuse assieme e la
FIGURA 1 - CARATTERI DISTINTIVI DEGLI ADULTIDI
GELECHIDI
Ala anteriore
R4
R5
Antenna
CuP = nervatura
cubitale posteriore
R4 = nervatura radiale
quarta
R5 = nervatura radiale
quinta
Sc = nervatura
subcostale
Rs = settore radiale
M1 = nervatura
mediana prima
Ocello
Occhio
CuP
Sc
Rs
Apice
M1
Palpo
labiale
Spiritromba
Ala posteriore
CuP
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TUTA
FTORIMEA
Differenze di taglia tra Tuta e Ftorimea
CuP è presente in modo più o meno completo o può mancare
del tutto (figura 1).
Larve
Anche se di piccole dimensioni (di solito non superiori ai 1015 mm) le larve dei gelechidi presentano i caratteri generali
comuni alla maggior parte delle larve dei lepidotteri (figura 2):
apparato boccale tipicamente masticatore con presenza di fi-
FIGURA 2 - CARATTERISTICHE DISTINTIVE DELLE LARVE
DI GELECHIDI
B
A
F
C
D
A = placca protoracica
B = parte posteriore
della larva, dal ventre,
mostrante il pettine
anale
C = sclerite
prespiracolare con
setole laterali
(L1, L2, L3)
D = stigma
E = corona di uncini
ambulacrali
F = segmento
addominale visto di lato
E
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Larva di Tuta
Larva di Ftorimea
FIGURA 3 - VALVE DELL’ARMATURA
GENITALE DI TRE GELECHIDI
Tuta
absoluta
Keiferia
lycopersicella
Phthorimaea
operculella
liera, corpo cilindrico, nove coppie di
stigmi (sul protorace e sui primi 8 uriti)
tondeggianti e subeguali (tranne i protoracici e quelli dell’VIII urite, che sono
più larghi), tre paia di zampe toraciche
e cinque paia di pseudozampe (quattro
ventrali, disposte sugli uriti III-VI, e una
anale, disposta sul X); tra le poche eccezioni a questa regola si ricordano le
larve di Metzneria, sprovviste di pseudozampe, e quelle di Aristotelia, completamente apode o con soli rudimenti
di organi locomotori.
Oltre le setole primarie, presenti in
numero e posizione prestabiliti, non
vi è villosità o peluria diffusa; saltuariamente si osservano però delle setole secondarie sulla faccia esterna delle
pseudozampe, come nella nota tignola del pesco (Anarsia lineatella Zeller).
Sulle pseudozampe ventrali gli uncini
ambulacrali sono numerosi e disposti
in serie circolare (uniordinata o biordinata) più o meno completa (tra le eccezioni ricordiamo la larva di Sitotroga
cerealella Olivier, fornita di soli 2-3 uncini per pseudozampa). Il tegumento è
liscio, a volte granuloso. Sullo sclerite
prespiracolare (ai lati del protorace)
sono impiantate tre setole laterali (L1,
L2, L3), carattere che consente di distinguere le larve dei Gelechidi da quelle
dei Pyralidae Phycitinae, che invece ne
hanno solo due.
Sui lati dei segmenti addominali le setole laterali sono inserite su pinnacoli singoli, a eccezione del III segmento in cui
le setole L1 e L2 risultano ravvicinate e
spesso inserite su uno stesso pinnacolo. Le setole subventrali (SV1, SV2, SV3)
sono presenti in numero di due sul protorace e di una su meso e metatorace.
All’apice dell’addome è a volte presente
(come nel genere Recurvaria) una serie
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FIGURA 4 - DIFFERENZE TRA I SESSI DEGLI ADULTI DI T. ABSOLUTA
Parte basale dell’ala
posteriore del maschio,
mostrante il frenulo
composto da una sola
setola
Idem della
femmina
con il frenulo
formato
da tre setole
trasversale di rigide spinette allineate e ravvicinate,
il cosiddetto pettine anale (mancante però in Tuta).
La regione fronto-clipeale è più lunga che larga. Gli
stemmata sono sei per ciascun lato del capo, cinque
dei quali sono disposti a semicerchio, l’ultimo è spostato all’indietro.
Le larve minatrici hanno il capo in posizione generalmente prognata.
GLI STADI DI SVILUPPO DI TUTA ABSOLUTA
Adulto
Ad ali chiuse T. absoluta si presenta di aspetto bastoncellare, lunga 5-6 mm, grigia con sfumature beige.
L’apertura alare è di 10-13 mm.
Sulle ali anteriori possono mettersi in evidenza (negli individui freschi), nella metà apicale, una serie
di strie scure disposte a raggiera su fondo gialloocraceo, strie dovute a squame grigie inserite lungo i rami terminali delle nervature alari; nella metà
basale vi è un numero variabile di macule scure, più
o meno sfumate e distinte, mentre manca la serie lineare di macule bianche e nericce alternate (distintive di P. operculella).
Le antenne hanno anellature bianche e nere ben nette. Tibie e tarsi sono superiormente nericci con sottili
anellature bianche. Gli organi genitali maschili presentano valve di aspetto claviforme appena ricurve,
con un grosso dente sul lato interno a metà della loro
lunghezza (figura 3).
Capo di Tuta absoluta dove
sono evidenti le antenne
con anellature
bianche e nere
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FIGURA 5 - DIFFERENZE TRA I SESSI DEGLI ADULTI
DI T. ABSOLUTA
Addome
del maschio visto
di lato e dal ventre
(a sinistra) e idem
della femmina
I due sessi possono distinguersi esteriormente, oltre che per la
diversa conformazione dei frenuli (composti da un’unica grossa setola (figura 4) nei maschi e da un fascetto di tre setole sottili nelle femmine), per il diverso rivestimento del lato inferiore dell’addome, che si presenta nei maschi bianco sporco con
diffuse squamule grigiastre sui lati, nelle femmine bianco candido con quattro serie sublaterali ben nette di linee oblique
nere (figura 5).
Uovo
È di forma ellittico-subcilindrica, con le estremità polari alquanto smussate. Lungo 0,35-0,38 mm e
largo 0,22-0,25 mm è bianco brillante o appena giallognolo alla deposizione per tendere al brunastro verso
la maturità. Il corion (rivestimento
esterno) evidenzia a forte ingrandimento una microscultura a maglie
reticolari.
L’apertura alare
della Tuta
è di 10-13 mm
Larva
Come nella gran parte dei lepidotteri, la larva di T. absoluta è subcilindrica, con capo ben evidente,
tre paia di zampe toraciche e cinque paia di pseudozampe addominali. Oltre ai caratteri generali della famiglia descritti a pag. 23,
prenderemo ora in considerazio-
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ne solo quei caratteri morfologici e cromatici essenziali per distinguere questa specie da altre rinvenibili sulle ortive.
Il colore di fondo è gialliccio o verdognolo per quasi tutto lo
sviluppo ed è spesso presente sul dorso una tonalità rosata più
o meno intensa (solitamente frammentata in macule o in bande trasversali).
Il capo, almeno a partire dalla III età, si presenta giallo, annerito
sui lati e posteriormente. La placca protoracica, assai caratteristica, è chiara con il solo bordo latero-posteriore castano o nericcio.
La placca sopranale è incospicua e pressoché concolore col fondo.
Gli uncini delle pseudozampe ventrali (sul III, IV, V e VI segmento)
sono disposti in serie circolare, con elementi (15-20) di grandezza variabile; a partire dalla II età, le corone di uncini tendono ad
aprirsi sul lato esterno, tanto che nelle larve di sviluppo avanzato
esse sono aperte per almeno un quarto della circonferenza. Gli
uncini delle pseudozampe anali (sul X e
ultimo segmento) sono invece disposti in
serie arcuata, in numero di 10-12.
Uova di Tuta
Larva di Tuta
Come varia la larva nel corso dello sviluppo. L’aspetto e la
grossezza degli organi sopra menzionati variano sensibilmente nel corso dello sviluppo: nella tabella 2 si riportano i caratteri distintivi delle quattro età larvali di T. absoluta, così come
osservate in una popolazione del Napoletano.
Come distinguere le larve dei lepidotteri del pomodoro. I lepidotteri capaci di danneggiare i frutti del pomodoro in Italia
sono una decina: oltre ai gelechidi P. operculella, T. absoluta e
K. lycopersicella, vi sono i nottuidi Spodoptera littoralis (Boisduval), Spodoptera exigua (Hübner), Helicoverpa armigera (Hübner), Chrysodeixis chalcites (Esper) e Trichoplusia ni (Hübner)
e il crambide Ostrinia nubilalis (Hübner).
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Morfologia, biologia, lotta
TABELLA 2 - CARATTERI DISTINTIVI DELLE QUATTRO ETÀ LARVALI DI TUTA
ABSOLUTA
Stadio larvale
Caratteristiche
Lunghezza 0,6-1,5 mm
Larghezza capsula cefalica 0,15-0,20 mm
Di I età
Capo uniformemente nericcio
Placca protoracica incolore o appena grigiastra, col bordo posteriore inscurito
Corone di uncini ambulacrali disposti in serie circolari complete.
Lunghezza massima 2,5-3 mm
Larghezza capsula cefalica 0,30-0,35 mm
Di II età
Capo grigio-giallastro
Placca protoracica grigio-giallognola con la metà posteriore scurita
Corone ambulacrali complete o appena aperte sul lato esterno
Lunghezza massima 4-5 mm
Larghezza capsula cefalica 0,45-0,50 mm
Di III età
Capo giallo-grigiastro, scurito sui lati e con fronte più chiara; clipeo (l’area tra il
labbro superiore e la fronte) e labbro superiore giallo-nocciola
Placca protoracica giallognola col bordo posteriore grigio scuro o castano
Corone ambulacrali aperte sul lato esterno
Lunghezza massima 7-8 mm
Larghezza capsula cefalica 0,55-0,60 mm
Di IV età
Capo giallo, annerito sui lati e posteriormente, fino all’angolo epicraniale
Placca protoracica giallognola col bordo posteriore castano-nericcio
Corone ambulacrali aperte sul lato esterno (per almeno ¼ della loro ampiezza)
Larva
di Tuta absoluta
di II età
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Le somiglianze di forma e comportamento tra alcune di queste
specie possono rendere difficile l’identificazione. I caratteri di
base per poter distinguere le loro larve in campo, già a partire dalle prime età, sono indicati nella chiave di determinazione (figura 6).
Crisalide
Crisalidi di Tuta absoluta
in differenti stadi di maturazione
La crisalide di T. absoluta, come nella quasi totalità dei lepidotteri, è di tipo obtecto, cioè con le future appendici dell’adulto
formantesi all’interno di astucci sclerificati (teche) tenute strettamente aderenti al corpo. È affusolata, lunga 3,8-4,5 mm e larga 1,3-1,5 mm; verdognola appena formata, ma subito tendente
al nocciola sempre più intenso, poi castana a maturità.
COS’È UNA CHIAVE DI DETERMINAZIONE
Larva matura di Tuta absoluta
(Foto Guario)
Una chiave di determinazione è una successione di
coppie di caratteri alternativi tra di essi, organizzata in maniera tale da condurre al nome o al gruppo
di appartenenza dell’organismo che si vuole identificare. Partendo dall’alto (muniti di una buona
lente), si dovrà stabilire a quale dei due gruppi di
caratteri della prima coppia corrisponde il nostro
individuo e vedere quindi a quale altra coppia di
caratteri alternativi si è rimandati. La ricerca si concluderà quando, in corrispondenza della combinazione di caratteri scelta, troveremo indicato anziché un ulteriore rimando un nome.
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Morfologia, biologia, lotta
FIGURA 6 - CHIAVE DI IDENTIFICAZIONE DELLE LARVE DI LEPIDOTTERI
ASSOCIATE AL POMODORO
1 - Larva endofita (vivente entro mine fogliari, fusticini, frutti, tuberi).
Corpo giallo-verdognolo, spesso con colorazione dorsale rosata (diffusa
o circoscritta in areole a contorni definiti).
Pinnacoli piccolissimi e poco evidenti.
Uncini ambulacrali delle pseudozampe ventrali disposti in serie circolare
più o meno completa sulla corona plantare, con elementi grandi e piccoli alternati.
Placca protoracica fornita di 12 setole. Lunghezza massima 10-12 mm
...............................................Phthorimaea operculella, Tuta absoluta,
Keiferia lycopersicella (Gelechiidae)
Gelechiidae
corone ambulacrali
segmento
addominale
dal dorso
placca
protoracica
- Larva ectofita o endofita (vivente su foglie, frutti, fiori, fusti).
Corpo sempre ornato da macchie, bande o strie di diverso colore.
Pinnacoli di grandezza normale o molto grandi.
Uncini ambulacrali delle pseudozampe ventrali disposti in serie arcuata.
Placca protoracica fornita di 8 o 12 setole.
Lunghezza a sviluppo completo molto superiore a 10-12 mm
......................................................................................................... 2
Altre famiglie
corone ambulacrali
2 - Corpo beige rosato percorso dorsalmente da 3 o 5 strie longitudinali più
scure, grigiastre e sfumate.
Capo castano più o meno intenso.
Cinque paia di pseudozampe (sugli uriti III-VI e X).
Uncini ambulacrali delle pseudozampe ventrali disposti in serie circolare.
Placca protoracica fornita di 12 setole.
segmento addominale corona
ambulacrale
dal dorso
Lunghezza massima 25-30 mm
............................................................. Ostrinia nubilalis (Crambidae)
placca
protoracica
Ostrinia nubilalis
Noctuidae
placca protoracica
corona
ambulacrale
Plusiinae
- Corpo sempre ornato da macchie, bande o strie di colore diverso
dal fondo.
Tre o cinque paia di pseudozampe.
Uncini ambulacrali delle pseudozampe ventrali disposti ad arco.
Placca protoracica fornita di 8 setole
....................................................................................... (Noctuidae) 3
3 - Tre coppie di pseudozampe, disposte sugli uriti V, VI e X.
Il dorso è solitamente percorso da sei linee ondulate chiare
(Plusiinae) 4
segmento
addominale
dal dorso
Altri Noctuidae
- Cinque coppie di pseudozampe, disposte sugli uriti III, VI, V, VI e X
.......................................................................................................... 5
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Chrysodeixis
chalcites
4 - Capo verdognolo (a volte con alcune macule e una sottile linea nera
dietro gli occhi), corpo solitamente verde.
Sui lati del corpo è spesso presente una serie di pinnacoli neri soprastigmatici.
Lunghezza massima 34-37 mm
......................................................................... Chrysodeixis chalcites
segmento
addominale di lato
Trichoplusia ni
- Sotto il III e IV urite si evidenziano (a forte ingrandimento) gli abbozzi
di ulteriori coppie di pseudozampe.
Corpo verde con capo giallognolo.
Lunghezza massima 30-35 mm
.....................................................................................Trichoplusia ni
idem,
con particolare
di un abbozzo di
pseudozampe
Helicoverpa armigera
microspine cuticulari
pinnacoli
5 - Sul tegumento sono presenti microspinule (rilevabili anche a basso ingrandimento), visibili già a partire dalle prime età, di grossezza omogenea, brevi e tozze.
Pinnacoli grossi e rilevati, più o meno tubercoliformi (almeno quelli dorsali e subdorsali), spesso di colore nero.
Nelle forme più scure i pinnacoli dorsali e subdorsali del I e VIII urite
sono distintamente più grossi.
Colore di fondo assai variabile (verde, giallo, bruno, arancio).
Lunghezza massima 35-40 mm
.......................................................................... Helicoverpa armigera
- Sul tegumento non vi sono microspinule.
I pinnacoli non sono grossi e rilevati ................................................ 6
Spodoptera littoralis
segmento addominale del dorso
6 - È presente una serie di macchie dorsolaterali scure subtriangolari sui
segmenti, particolarmente grosse sugli uriti I e VIII.
Sulle pseudozampe sono presenti ampie aree sclerificate brune o nere,
simili ad anellature.
Colore di fondo variabile dal verde al grigio scuro o nero; sono spesso
presenti linee (mediodorsali, dorsolaterali e sottostigmatiche) di colore
bianco, giallo o arancio.
Lunghezza massima 35-40 mm
............................................................................ Spodoptera littoralis
pseudozampa
Spodoptera exigua
segmento addominale del dorso
- Manca la serie di macchie nere dorsolaterali.
Al di sopra degli stigmi è presente una larga banda scura a margini ben
netti che viene a delimitare una fascia dorsale più chiara; su tutta la
parte superiore del corpo si evidenzia una diffusa maculatura chiara.
Sulla banda scura laterale è sempre evidente una serie di macchie bianchicce retrostigmatiche.
Colore di fondo dal giallo-verdastro al grigio-bruno.
Lunghezza massima 25-30 mm
...............................................................................Spodoptera exigua
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Morfologia, biologia, lotta
FIGURA 7 - ESTREMITÀ ADDOMINALE DELLA CRISALIDE DI T. ABSOLUTA
VENTRE
DORSO
Bozzolo terroso
di Tuta
FIGURA 8 - DIFFERENZE TRA I SESSI
DELLA CRISALIDE DI T. ABSOLUTA
MASCHIO
FEMMINA
LATO
Particolare importanza ai fini del
riconoscimento assumono determinati caratteri morfologici tra i
quali la lunghezza reciproca delle teche e la conformazione del
cremaster. Le pteroteche (teche
alari) arrivano a lambire, con la
parte apicale rigonfia, l’inizio del
IV urite.
Le maxilloteche (teche mascellari) giungono poco oltre le podoteche (teche delle zampe) anteriori e mediane, mentre quelle
posteriori sono appena visibili
sotto le estremità delle cheratoteche (teche antennali).
Il cremaster, dispositivo atto a
facilitare l’aggancio al substrato
(soprattutto nella fase dello sfarfallamento), è osservabile sul X
e ultimo segmento addominale;
è costituito da una brevissima
e tozza spinetta disposta in posizione apico-dorsale e da serie
di 10-11 coppie di setole rigide e
uncinate situate sia sul lato dorsale, in prossimità della spinetta (4 coppie), che sul lato ventrale, ai lati dell’incisione anale (6-7
•••
coppie) (figure 7 e 8).
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Piante ospiti
e biologia
della tignola
del pomodoro
di Luigi Sannino, Bruno Espinosa
La tignola del pomodoro (Tuta absoluta) ha abitudini alimentari circoscritte quasi esclusivamente alle solanacee.
Il suo ospite preferito, il pomodoro (Lycopersicon esculentum), è anch’esso originario delle Ande, area in cui la forma
selvatica di questa ortiva convive con specie simili (Lycopersicon hirsutum, L. puberulum e altre) pure segnalate come
suoi ospiti.
Altre solanacee coltivate appetite a T. absoluta sono, in ordine di preferenza, la patata (Solanum tuberosum), la melanzana
(S. melongena) e il peperone (S. muricatum). Il tabacco (Nicotiana tabacum) sembra essere invece quasi indenne ai suoi attacchi.
Ultimamente in Sicilia si sono segnalati danni in serra anche a
Physalis peruviana.
Oltre al pomodoro,
ospite preferito,
Tuta absoluta può
attaccare altre
solanacee tra cui
patata, peperone
e melanzana
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Morfologia, biologia, lotta
FIGURA 1 - CICLO DI SVILUPPO DI T. ABSOLUTA E DURATA
INDICATIVA DELLE FASI DI UNA GENERAZIONE ESTIVA
14
13
12
15
1
2
3
11
4
10
9
8
5
7
6
34
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1 = Maturazione uova
(4-5 gg);
2 = Schiusa;
3 = Fase vagante
della larva neonata
(10-30 minuti);
4 = Inizio della fase
trofica;
5 = Sviluppo larvale
(14-16 gg);
6 = Fine
della fase trofica;
7 = Imbozzolamento
sulla pianta o al suolo;
8 = Fase di eopupa
(1-1,5 gg);
9 = Trasformazione
in crisalide;
10 = Maturazione
della crisalide (7-8 gg);
11 = Sfarfallamento;
12 = Maturazione
sessuale dell’adulto
(12-22 ore);
13 = Accoppiamento;
14 = Fase di preovideposizione
(24 ore);
15 = Ovideposizione
(5-8 gg)
Tra le spontanee si segnala in primo luogo la comunissima erba
morella (Solanum nigrum), seguita poi da alcune altre specie
della stessa famiglia (S. bonariensis, S. eleagnifolium, Datura
stramonium, D. ferox, Lycium spp., Nicotiana spp.).
Solo saltuariamente sono stati segnalati attacchi a piante di altre famiglie, quali fagiolino, fagiolo, cavolo e malva.
SFARFALLAMENTO
Completata la metamorfosi, quando tutte le appendici del corpo
(zampe, ali, antenne, ecc.) sono ben formate e libere di scivolare
all’interno delle teche, l’adulto inizia a esercitare una pressione crescente nella parte anteriore della crisalide, che in breve
tempo si lacera in corrispondenza del capo e dei primi due segmenti toracici, permettendogli così di fuoriuscire.
Lo sfarfallamento è più frequente nelle ore crepuscolari, periodo di massima attività degli adulti.
Una volta liberatosi, l’adulto si allontana alquanto dalla spoglia
crisalidale e restando immobile attende che le ali si asciughino
completamente.
Come molti altri gelechidi, ha abitudini crepuscolari e notturne
restando di giorno nascosto tra la vegetazione o sul suolo, con
le ali disposte strettamente aderenti al corpo e le antenne poggiate sopra; se disturbato spicca brevi voli, zigzaganti e bassi.
La temperatura influisce notevolmente sulla longevità dell’adulto, che vive fino a sei settimane a 15 °C e solo pochi giorni (4-5)
a 35 °C. Anche l’alimentazione ha una notevole incidenza: Imenes et al. (1990) lavorando in laboratorio su individui alimentati
con una soluzione di miele al 10% e con sola acqua ottennero
durate della vita dell’adulto rispettivamente di 36 e 9 giorni per
i maschi e di 32 e 12 giorni per le femmine.
ACCOPPIAMENTO
Dallo sfarfallamento all’accoppiamento intercorre un tempo
variabile, in funzione della temperatura, necessario per completare la maturazione delle gonadi (organi che producono i
gameti) e/o delle ghiandole produttrici di feromoni sessuali: da
Adulto
di T. absoluta
(Foto Guario)
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Morfologia, biologia, lotta
poche ore nei maschi a 20-22 ore nelle femmine.
In pratica gli accoppiamenti iniziano la notte successiva a quella dello sfarfallamento.
Durante la copula i due sessi, uniti per le estremità addominali,
si dispongono con i corpi in direzioni opposte, per un tempo
oscillante da alcune decine di minuti a 4-5 ore.
OVIDEPOSIZIONE
Larva
di T. absoluta
Dopo l’accoppiamento passa almeno un giorno per l’inizio delle ovideposizioni, che proseguono per circa una settimana (con
un picco tra il terzo e il quinto giorno) e avvengono prevalentemente di notte.
Le uova sono deposte sulle parti epigee della pianta (foglie, fusti,
frutti, ecc.), isolatamente o in gruppi disordinati di 2-5 elementi.
Sulle piante piccole vengono preferiti i palchi apicali, mentre
sui frutti le ovideposizioni hanno luogo preferibilmente su quelli ancora verdi e in particolare sul calice.
Il numero di uova deposto per femmina varia con le condizioni
ambientali: Imenes et al. (1990) registrarono valori compresi tra
148 e 262 uova/femmina; il nostro campione, allevato su foglie di
pomodoro (cultivar Cuore di bue) a Scafati (Salerno), ha mostrato una fecondità leggermente inferiore, 120-170 uova/femmina.
Tuttavia non mancano segnalazioni di fecondità sensibilmente
più basse, come ad esempio quella osservata da Quiroz (1976)
in Cile, di appena 40 uova/femmina.
INCUBAZIONE
La durata del periodo di incubazione, anch’essa direttamente
influenzata dalla temperatura, oscilla da un minimo di 4-5 giorni a 30 °C a un massimo di 10-11 giorni a 15 °C.
L’embriogenesi (complesso dei fenomeni di formazione e sviluppo dell’embrione) può avere luogo in un intervallo di temperature fra 12 e 35 °C, ma un tasso di mortalità elevato si verifica in corrispondenza dei valori estremi (Bentancourt et al.,
1996).
Imenes et al. (1990) registrarono per il completamento dello
stadio di uovo una durata di 5-6 giorni. Nei nostri allevamenti
l’incubazione si è completata in 5-6 giorni nel periodo da aprile a ottobre e in 8-10 giorni nella rimanente parte dell’anno
(grafici 1, 2 e 3).
SCHIUSA
Al termine dello sviluppo embrionale si ha lo sgusciamento della larva che, contrariamente ad altre larve minatrici (ad esem-
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Mine iniziali causate dalle larve
di T. absoluta (foto a sinsitra)
e in fase più avanzata (foto a destra).
Nei casi più gravi possono portare al totale
disseccamento della pianta
pio ditteri agromizidi, lepidotteri litocolletidi, ecc.),
non inizia subito a rodere il vegetale, ma vaga per
un certo tempo, dai cinque ai quaranta minuti, prima di cominciare lo scavo della mina.
ATTIVITÀ TROFICA E SVILUPPO LARVALE
La larva, dai costumi prettamente endofitici, appena nata si allontana alquanto dall’uovo (soprattutto
quando questo viene deposto in gruppi) iniziando
poco dopo a rodere l’epidermide dell’organo creando un foro di circa 0,15-0,20 mm di diametro.
Foglie
Sulle foglie si nutre del solo parenchima, scavando una mina che risulta inizialmente poco visibile
perché sottilissima (circa 0,2 mm di larghezza) e
lineare; dopo 5-10 mm essa comincia ad allargarsi rapidamente divenendo molto tortuosa e finendo di solito per formare nell’ultimo tratto un’unica
grande camera vescicolosa (ampia 2,0-2,5 cm²), da
cui spesso si diramano alcune brevi mine digitiformi. In trasparenza sono sempre ben evidenti tra le
due epidermidi gli escrementi granulosi prodotti
dalle larve.
In caso di alta densità di popolazione è frequente
che mine diverse tendano a fondersi tra loro: in
questo caso, se la superficie fogliare a disposizio-
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Morfologia, biologia, lotta
ne non è sufficiente per tutte le larve,
queste abbandonano le prime mine per
andare alla ricerca di altro substrato
disponibile al fine di completare lo sviluppo. La grandezza e l’espansione delle mine fogliari sembrerebbero essere
comunque degli indicatori dell’idoneità della pianta a ospitare T. absoluta.
Mine possono essere prodotte anche su
piccioli e steli che, se di calibro ridotto, facilmente portano al disseccamento
della vegetazione sovrastante.
Danni
sul fusto
causati
da T. absoluta
Frutticino
deformato
in seguito
all’attacco
della Tuta
Frutti
Sui frutti l’attività trofica delle larve si
esplica in modo più vario. Le larve derivanti da ovideposizioni sul calice, data
la ridotta grandezza di quest’organo,
sono costrette dopo pochissimi giorni
(1-3) ad abbandonare le mine prodotte
per trasferirsi sul frutto, e ciò spiega la
prevalenza di fori d’ingresso sotto i sepali del calice o nelle immediate vicinanze.
I fori prodotti a distanza dal calice (localizzabili in qualsiasi
punto della bacca, anche nelle zone più scoperte) sono invece generalmente dovuti a larve erranti, che non hanno potuto
completare lo sviluppo su foglie e steli.
Le gallerie, di calibro non superiore a 1-1,5 mm, non penetrano oltre il centimetro e mezzo di profondità e in ogni caso sono
circoscritte alla polpa.
I fori d’ingresso delle larve, se disposti intorno al calice, sono
inizialmente poco evidenti (perché spesso coperti dai sepali).
Dopo pochi giorni l’attacco si rende però manifesto, in quanto l’area interessata dalle mine invaia (inizia a virare al rosso)
precocemente e intorno ai fori d’ingresso si forma spesso un
accumulo di detriti neri (escrementi).
I frutti possono essere colpiti in ogni stadio di sviluppo: se attaccati quando molto piccoli, si bloccano nello sviluppo o crescono stentatamente,
evidenziando gravi malformazioni (strozzature, depressioni, ecc.).
In seguito all’attacco, le bacche sono spesso invase da patogeni vegetali che, a partire dalle mine, portano a marcescenza l’intero
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frutto, costringendo le larve a trasferirsi su altri sani. Le larve neoschiuse si alimentano sulle foglie prima di spostarsi sui
frutti, ma spesso vi penetrano appena sgusciate.
La larva di T. absoluta muta tre volte e pertanto presenta quattro età, la cui durata complessiva nei nostri allevamenti è oscillata in media fra 13 e 65 giorni. Coelho e Franca (1987) e Haji
et al. (1988) riportano una durata dello stadio di larva di 20
giorni a 18,5 °C e di 11-13 giorni a 27 °C, mentre Imenes et
al. (1990) ottennero una durata di 19 giorni. La soglia termica inferiore di sviluppo si colloca intorno a 6 °C (Bentancourt
et al., 1996).
Oltre che dalla temperatura, la durata della fase larvale dipende
dalla disponibilità di cibo, dalla specie ospite e dalle condizioni
della coltura (protetta o in pieno campo). Nei nostri saggi, un
allungamento di alcuni giorni della fase larvale è stato osservato per le larve costrette a iniziare più volte lo scavo di nuove
mine rispetto a quelle che hanno potuto svolgere tutto il ciclo
in un’unica mina; su melanzana o patata la fase larvale è durata alquanto più a lungo che su pomodoro.
Nelle serre le pullulazioni di T. absoluta sono più virulente, frequenti e numerose rispetto al pieno campo. Come specie di
origine subtropicale è avvantaggiata da inverni miti e primavere calde.
La qualità del cibo ha un ruolo primario sulla biologia dell’insetto: T. absoluta mostra una prolificità più elevata (sia in termini
di fecondità femminile sia di fertilità delle uova) e una minore
mortalità delle larve quando è allevata su pomodoro rispetto
ad altre specie ospiti dello stesso genere. Le femmine vivono
Danni sui frutti
causati da T. absoluta
e particolare dei fori
di penetrazione
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Morfologia, biologia, lotta
Lo stadio
di crisalide
di T. absoluta
ha una durata
media compresa
tra 8-18 giorni
nelle generazioni
annuali
e di 65 giorni
per la generazione
svernante
mediamente più dei maschi (sebbene in qualche caso sia stato riscontrato il contrario) e quelle accoppiate sono in genere
più longeve.
INCRISALIDAMENTO
Raggiunta la maturità, la maggior parte delle larve fuoriesce
dalle mine, lasciandosi per lo più cadere al suolo e formando
un bozzoletto sericeo (lungo 7-9 mm) al quale possono aderire
detriti o particelle terrose. Solo una minoranza trova adeguato
riparo sulla pianta, solitamente tra foglie accartocciate o nella zona del calice; in questo caso la larva tesse una copertura
sericea su di essa. Le larve che incrisalidano all’interno delle
mine stesse non tessono bozzoli.
Prima di trasformarsi in crisalide, e comunque dopo aver tessuto il bozzolo, la larva passa per una fase particolare, detta di eopupa, che dura circa 1-2 giorni, in cui è immobile e contratta.
La durata media della ninfosi (comprensiva anche della fase di
eopupa) da noi rilevata è stata di 8-18 giorni nelle generazioni che si sono succedute durante l’anno e circa 65 giorni nella generazione svernante (tabella 1). Coelho e Franca (1987) e
Haji et al. (1988) riportano una durata da 5 a 20 giorni con un
media di 6-10 giorni. Imenes et al., (1990), per il completamento di questo stadio, ottennero in laboratorio valori compresi
tra 9 e 10 giorni.
CICLO DI SVILUPPO E NUMERO DI GENERAZIONI
Come altre specie della famiglia, anche T. absoluta ha un ciclo
evolutivo privo di diapausa (cioè senza interruzione dell’attività), con lunghezza degli stadi variabile in dipendenza delle condizioni ambientali e in particolare della temperatura, essendo
le farfalle animali eterotermi e pertanto incapaci di adattare la
temperatura del proprio corpo a quella esterna.
40
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Il numero di generazioni è molto
alto (nei Paesi di origine se ne contano fino a una dozzina all’anno) e
queste tendono rapidamente a sovrapporsi. In Italia il numero delle generazioni aumenta passando
dalle regioni settentrionali a quelle meridionali. In serra T. absoluta
è troficamente attiva per gran parte dell’anno, con maggiore frequenza dalla primavera all’autunno. Nei
mesi più freddi dell’anno prevalgono le crisalidi.
Il ciclo di T. absoluta è stato studiato presso il Cra-Cat di Scafati (Salerno) in un allevamento su piante
di pomodoro, in pieno campo ma al
riparo dagli agenti atmosferici, partendo da crisalidi raccolte in serre
del Napoletano a fine gennaio 2009.
Constatata la variabilità della fase
larvale, per determinare il campo
di variazione del numero di generazioni la popolazione è stata divisa in due gruppi: uno portato avanti
prelevando volta per volta, in ogni
ciclo, le sole larve incrisalidatesi per
ultime, e un altro utilizzando invece,
per ogni ciclo, solo quelle che incrisalidavano più precocemente.
Il numero di generazioni riscontrato
TABELLA 1 - DURATA (GIORNI)
DEGLI STADI DI T. ABSOLUTA OSSERVATI
A SCAFATI (SALERNO) NEL 2009-2010,
IN PIENO CAMPO SU POMODORO
Fase
N.
Media ± e.s.
Media ± e.s.
N.
I generazione
II generazione
Uovo
22
8,3 ± 0,34
20
6,4 ± 0,24
Larva
21
18,5 ± 0,53
21
17,5 ± 0,46
Crisalide
21
12,3 ± 0,34
19
III generazione
9,4 ± 0,26
IV generazione
Uovo
18
5,3 ± 0,13
19
5,1 ± 0,13
Larva
19
16,4 ± 0,40
18
15,1 ± 0,24
Crisalide
18
8,9 ± 0,21
19
8,3 ± 0,17
Uovo
20
5,0 ± 0,14
20
4,7 ± 0,10
V generazione
VI generazione
Larva
19
14,3 ± 0,24
16
13,1 ± 0,17
Crisalide
17
8,0 ± 0,17
17
7,9 ± 0,14
Uovo
18
5,4 ± 0,14
17
6,2 ± 0,15
Larva
18
16,1 ± 0,23
18
20,5 ± 0,34
Crisalide
18
11,1 ± 0,26
19
13,0 ± 0,19
VII generazione
IX generazione Individui sfarfallati
nell’anno
VIII generazione
IX generazione Individui svernanti
Uovo
20
8,4 ± 0,24
17
10,1 ± 0,29
Larva
15
32,4 ± 0,75
15
36,9 ± 0,66
Crisalide
13
17,9 ± 0,41
20
65,1 ± 1,16
n. = numero osservazioni; e.s. = errore standard.
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Morfologia, biologia, lotta
GRAFICO 1 - LUNGHEZZA TOTALE DEL CICLO DI TUTA
E DELLE FASI DI UOVO, LARVE E CRISALIDE IN FUNZIONE
DELL’ANDAMENTO ANNUALE DELLE GENERAZIONI (*)
Durata totale del ciclo (giorni)
A - Ciclo intero
60
50
1
2
3
4
23-3
23-4
24-5
22-6
5
6
7
8
9
20-7
17-8
23-9
6-11
14-1
8
9
6-11
14-1
40
30
B - Fasi del ciclo
Durata delle fasi (giorni)
35
30
25
1
2
3
4
5
23-3
23-4
24-5
22-6
20-7
6
7
17-8
23-9
20
15
10
5
Uovo
Larva
Crisalide
C - Profilo della temperatura
30
Temperature (°C)
(*) I numeri riportati
nei grafici A e B
rappresentano
le generazioni consecutive
rilevate nel corso
di un anno solare (2009).
Valori osservati
del campione (punti)
e stime medie
con intervallo
di confidenza al 95%
(rettangoli).
Profilo della temperatura
nel grafico C.
20
10
0
1-4
42
1-5
1-6
T. min.
1-7
1-8
1-9
Data rilievo
T. max
1-10
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1-11
1-12
T. media
1-1
1-2
GRAFICO 2 - LUNGHEZZA DELLE FASI
DI UOVO, LARVE E CRISALIDE
DELLA GENERAZIONE SVERNANTE
DI TUTA (*)
80
Durata (giorni)
70
60
50
40
30
20
10
0
Uovo
Larva
Crisalide
(*) Valori osservati del campione (punti) e stime medie
con intervallo di confidenza al 95% (rettangoli azzurri).
nel corso del 2009 è variato da un minimo di 6 a un massimo
di 9. Nel gruppo con lo sviluppo più rapido gli adulti sfarfallati a fine gennaio da crisalidi svernanti hanno dato inizio alla 1ª
generazione dell’anno, completatasi a fine febbraio-inizio marzo. Una 2ª generazione è seguita nella prima decade di aprile,
una 3ª a maggio, una 4ª nella prima decade di giugno, una 5ª
nella prima settimana di luglio, una 6ª agli inizi di agosto, una
7ª in settembre e una 8ª nella seconda metà di ottobre. A partire da novembre la velocità di sviluppo dell’insetto ha subìto
un notevole rallentamento, tanto che, dalle crisalidi formatesi
dalla metà di novembre, si è avuto lo sfarfallamento, nella prima metà di dicembre, solo di un terzo degli adulti (di 9ª generazione), avendo, invece, la maggior parte di esse trascorso in
quiescenza in questo stadio i mesi freddi, per dare poi gli adulti
tra gennaio e febbraio dell’anno successivo (tabella 1).
Come si evince dal grafico 1, la lunghezza media del ciclo è
variata in relazione inversa al termoperiodo (*) nel corso dell’anno, tra i circa 40 giorni della 1ª e 8ª generazione (rispettivamente centrate intorno al 23 marzo e al 6 novembre) e i 28
giorni della 6ª generazione (centrata intorno alla metà di agosto), aumentando notevolmente nel periodo più freddo, fino a
60 giorni per la generazione più tardiva (9ª) e a 110 giorni per
quella svernante (grafico 2). Guenaoui et al. (2010) riportano
minimi e massimi di durata del ciclo di 29,5 giorni e 18 giorni
rispettivamente per temperature di 22 e 31 °C.
(*) Il fattore che
influenza lo sviluppo
dell’insetto
in funzione
dell’alternarsi
delle temperature.
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Morfologia, biologia, lotta
GRAFICO 3 - RELAZIONE TRA DURATA DEL CICLO DI TUTA E TEMPERATURA
MEDIA DEL PERIODO DELL’ANNO CORRISPONDENTE (*)
9
30
25
20
8
9
15
10
Durata del ciclo (giorni)
Durata delle fasi (giorni)
35
1
1
9 1
5
10
2
8
2
3
7
5
4
7
34
73 4
8
2
15
20
T. media (°C)
6
56
56
25
Uovo
60
50
40
30
30
Larva
10
15
20
T. media (°C)
25
30
Crisalide
(*) I numeri riportati all’interno del grafico rappresentano le generazioni consecutive rilevate nel corso di un anno
solare (2009). Valori osservati del campione studiato nel 2009 (punti) e interpolazioni in base a modello quadratico
con banda di confidenza al 95%.
La durata del ciclo e delle tre fasi
di uovo, larva e crisalide è diminuita con l’aumento della temperatura
media del periodo, corrispondente
a un tasso decrescente al crescere
della temperatura, con riduzioni più
marcate tra le generazioni estreme
della stagione più fredda e più attenuate tra quelle intermedie della
stagione calda (grafico 3).
I requisiti termici per il completamento delle fasi di uovo, larva e
crisalide sono stati calcolati in gradi-giorno (GG), sommando per la
durata delle fasi l’eccedenza della
temperatura media giornaliera rispetto a soglie di 9, 5 e 8 °C, rispettivamente.
Nel grafico 4 sono rappresentati i
valori ottenuti per i nove cicli, in-
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GRAFICO 4 - REQUISITI TERMICI PER IL COMPLETAMENTO
DELLE FASI DI UOVO, LARVA E CRISALIDE (*)
Requisiti termici (gradi-giorno)
350
3
300
6
250
8
200
150
100
50
0
5
7
4
32
81
9
7
2
5
9
1
6
Uovo
Larva
5
67
43
1
2
8
9
Crisalide
(*) Per 9 cicli tra marzo e febbraio dell’anno successivo (indicati con numero progressivo),
con medie e intervalli di confidenza al 95% per i cicli del periodo più caldo (da 3 a 7)
e del periodo più freddo (1-2 e 8-9).
sieme con le medie per le tre fasi, calcolate sui cicli del periodo
più caldo (3-7) e più freddo (1-2 e 8-9).
I requisiti termici sono risultati considerevolmente minori per
i cicli del periodo più freddo per tutte e tre le fasi, in media 27
contro 78 GG per l’uovo, 194 contro 301 GG per la larva e 80
contro 149 GG per la crisalide.
Ciò mostra una maggiore efficienza di uso della risorsa termica quando la stessa è scarsa e indica una notevole capacità di
adattamento dell’insetto.
I DANNI PROVOCATI DALLE LARVE DI T. ABSOLUTA
I danni sono causati dall’attività trofica delle larve su tutta la
parte aerea della pianta.
Bacca
completamente
danneggiata
dalle larve
di T. absoluta
Sulle foglie di pomodoro
Le mine praticate sulle foglie producono danni economici soltanto in presenza di un elevato numero di larve che, se non adeguatamente controllate, conducono a morte le
piante colpite.
Sulle bacche di pomodoro
Le rosure sulle bacche sono più gravi, perché portano quasi sempre allo scarto del
prodotto.
In conseguenza dell’attacco, foglie, frutti e apici
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Morfologia, biologia, lotta
FIGURA 2 - SINTOMI DEI DANNI DI T. ABSOLUTA
SU POMODORO E CONFRONTO CON QUELLI PRODOTTI DA ALTRE SPECIE
1
1 = Mine iniziali
di T. absoluta;
2 = Mine di T. absoluta
di sviluppo completo;
3-4 = Mine
di Phthorimaea
operculella
su foglia e su stelo;
5-6 = Mine
di Chromatomyia;
7-8 = Mine
di Liriomyza trifolii;
9-10 = Mine
di T. absoluta
su bacche e particolare
della zona del calice;
11-12 = Mine
di P. operculella
su bacche
e particolari
della zona
del calice.
2
4
3
5
6
7
8
12
10
9
11
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A seguito degli attacchi di Tuta absoluta
i frutti possono essere facilmente
colpiti da agenti di marciumi
vegetativi sono facilmente colpiti da muffe e marciumi.
Le colture di pomodoro sono suscettibili agli attacchi di T. absoluta durante tutto il ciclo vegetativo. Nel 2009 gli attacchi hanno
causato perdite fino al 100%, anche perché molti produttori si
sono trovati impreparati, date la scarsa conoscenza dell’insetto e la rapidità della sua diffusione.
Il grado di infestazione rilevato è stato molto variabile, perché
dipendente da vari fattori:
• identificazione precoce del parassita;
• tempestività d’intervento;
• impiego di prodotti idonei;
• presenza/assenza di reti anti-insetto;
• cultivar di pomodoro.
In alcune serre fredde del Napoletano l’impatto nei primi mesi
dell’anno è stato tale da portare all’espianto di intere colture
da poco trapiantate.
La Sicilia è stata forse la regione più esposta, sia per la maggiore superficie a solanacee coltivate in serra, sia per le condizioni climatiche particolarmente favorevoli, che consentono
all’insetto di riprodursi all’esterno per quasi tutto l’anno. In
Spagna una relazione significativa è stata trovata tra il grado
di attacco alle piante e quello sui frutti.
Su pomodoro trasformato
I danni hanno riguardato anche il pomodoro trasformato, con
frequente rinvenimento di larve nelle conserve. I frutti attaccati a maturità e subito avviati alla lavorazione industriale non
sempre presentano alterazioni evidenti (i fori d’ingresso delle
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Morfologia, biologia, lotta
gallerie sono piccoli e spesso nascosti
dal calice) e possono sfuggire alle cernite, specialmente in partite con basso
livello di attacco. Ritrovamenti di larve
in pomodori pelati lavorati nel Sarnese
(Salerno) sono stati accertati già in partite inscatolate nel 2008.
Su melanzana
Nella piana del Sele (Salerno) infestazioni cospicue hanno interessato anche la
melanzana in serra, con perdite di produzione variabili dal 30 al 40%. Su questa pianta le larve minano soprattutto le
foglie, producendovi chiazze vescicolari
del tutto simili a quelle prodotte sul pomodoro.
Danni da Tuta su piante di melanzana
(foto in alto) e su foglie di patata
Su patata
Ultimamente (settembre 2010), un forte attacco congiunto di T. absoluta e
P. operculella a una coltivazione di patata in provincia di Foggia (comune di Chieuti) ha causato seri danni per le estese e numerose mine
fogliari riscontrate su gran parte delle piante. Va sottolineato che
T. absoluta, anche in questo caso, ha
mostrato una virulenza ben maggiore
della specie con la quale si è trovata in
competizione, la ftorimea, evidenziando, come già detto in precedenza a riguardo di Keiferia, una superiore capacità di infestazione.
Nel 2010 il grado di attacco rilevato sulle colture è stato generalmente più basso che nel 2009, ciò sia per il diffuso impiego di trattamenti preventivi, sia per
l’azione esercitata dalle reti protettive.
Danni di aspetto simile
alla T. absoluta
I danni prodotti da T. absoluta sono stati inizialmente scambiati in Italia per
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quelli dei ditteri agromizidi Liriomyza spp. e Chromatomyia spp., molto comuni su pomodoro, le cui mine
(a contorni irregolari le prime, più regolari le seconde)
sono però facilmente distinguibili perché conservano
un andamento serpentiforme per tutto o gran parte del
loro sviluppo, mentre quelle di T. absoluta ben presto
si allargano acquisendo un aspetto vescicoloso con caratteristiche espansioni digitiformi. Inoltre le larve di
agromizidi sono esclusivamente fillofaghe (nutrendosi solo di foglie).
I danni prodotti da P. opereculella ai tuberi di patata e
alle parti verdi di altre solanacee sono ben noti; meno
conosciuti perché generalmente sporadici sono invece
i danni alle bacche del pomodoro, con effetti, in qualche caso, di una certa importanza.
Ultimamente attacchi del dittero drosofilide Scaptomyza flava (Fallén) a colture di rucola in serra nella piana
del Sele sono stati inizialmente attribuiti a T. absoluta,
dato che le mine prodotte sulle foglie presentavano caratteristiche molto simili a quelle riconducibili alla tignola del pomodoro.
Recrudescenza di attacchi di Ftorimea
Negli ultimi anni, probabilmente per le stesse ragioni
che hanno fatto aumentare la perniciosità di altri lepidotteri (primi fra tutti Spodoptera littoralis, Helicoverpa
armigera e Chrysodeixis chalcites), la tignola della patata ha mostrato una significativa intensificazione della
sua attività, palesando spesso sintomi in passato solo
saltuariamente osservati: oltre a un aumento dei danni
Mine causate
da Liriomyza spp.
(a sinistra)
e T. absoluta
(in alto)
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Morfologia, biologia, lotta
TABELLA 2 - COSA RENDE DIVERSA LA TUTA DALLA FTORIMEA
Tuta absoluta
Phthorimaea operculella
Uovo
Ellittico-subcilindrico, con i poli simmetrici.
Subellittico-ovale, con i poli asimmetrici.
Larva
Massima lunghezza 7-8 mm.
Capo giallo-nocciola o giallo vivo, ma sempre con i
contorni anneriti.
Placca protoracica chiara col solo bordo posteriore
castano o nericcio.
Segmenti toracici delle stesso colore dell’addome.
Massima lunghezza 12-13 mm.
Capo nocciola intenso o castano, appena più chiaro
nell’area frontale.
Placca protoracica completamente castano nericcia.
Primi due segmenti toracici rosa violacei.
Crisalide
Massima lunghezza 4,5-5 mm.
Uncino apico-dorsale assai esile.
Massima lunghezza 6-8 mm.
Uncino apico-dorsale più robusto ed evidente.
Adulto
Apertura alare massima 10-13 mm.
Lunghezza del corpo (ad ali chiuse) 4-6 mm.
Antenne distintamente anellate (con serie di squamule bianche e nericce alternate).
Lato ventrale dell’addome grigiastro con poche e
rade squame scure (♂), bianco candido con due serie
di linee oblique nere sul lati (♀).
Genitali maschili con valve quasi bastoncellari e fornite di
un grosso dente disposto a metà della sua lunghezza.
Apertura alare 13-17 mm.
Lunghezza del corpo (ad ali chiuse) 6-8 mm.
Antenne non distintamente anellate (con anellature
beige e brune alternate).
Lato ventrale dell’addome grigiastro con diffusa e
abbondante squamulosità scura.
Genitali maschili con valve ad apice ricurvo e assai
rigonfio, liscio in tutta la sua lunghezza.
Mine
Sulle foglie: mine vescicolose provviste di proiezioni
digitiformi lungo i contorni.
Sui frutti: i fori d’ingresso scendono perpendicolarmente nella cuticola e le gallerie non sono visibili
dall’esterno.
Sulle foglie mine vescicolose a contorni irregolari ma
tondeggianti e continui.
Sui frutti: i fori d’ingresso portano a gallerie che si
mantengono molto superficiali e che di solito restano
visibili attraverso la cuticola.
a coltivazioni di patata e ai suoi tuberi, sono stati osservati attacchi al pomodoro, con danni significativi anche ai frutti (come
verificatosi in Campania nell’estate 2008 e in Basilicata nel 2009),
e al tabacco (nel settembre-ottobre 2010) nel Vicentino (Pojana
Maggiore), dove una pesantissima attività fillominatrice aveva
fatto pensare ad attacchi di T. absoluta.
In quest’ultimo caso l’attività trofica delle larve è continuata
anche sul tabacco in fase di cura, tanto che larve ancora vive e
abbondanti sfarfallamenti si sono osservati in magazzino su foglie disidratate, fino a 50-60 giorni dopo la raccolta.
Riteniamo quindi utile riassumere in una tabella sinottica le differenze morfologiche ed etologiche essenziali esistenti fra Tuta
e Ftorimea (tabella 2).
•••
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Nemici naturali
e controllo
della tignola
del pomodoro
di Luigi Sannino, Bruno Espinosa
Come previsto, sin dalla sua comparsa in Italia T. absoluta si
è rivelata una specie gravemente infestante la cui eradicazione non sembra possibile dalle zone dove è stabilmente insediata. Peraltro gli interventi eseguiti per il controllo sono apparsi spesso poco duraturi, in quanto il fitofago è ricomparso
in forme cospicue già dopo una o due settimane dal trattamento.
Cosa rende difficile contenere T. absoluta
La lotta è resa difficile da diversi fattori:
• alto numero di generazioni;
• possibilità di vivere su diverse specie vegetali;
• capacità delle larve di annidarsi all’interno degli organi attaccati;
• diffusione delle colture protette;
• ridotto numero di insetticidi registrati sulla coltura (dopo la
dismissione di molte sostanze attive utilizzabili fino a pochi
anni fa, in conseguenza della revisione a livello di Unione Europea);
• carenza di una fauna antagonista capace di contrastarne in
modo significativo la diffusione;
• presenza costante di adulti (e quindi di uova)
con continue reinfestazioni, dovuta sia alla
diversa velocità di sviluppo delle larve
(determinata dalla minore o maggiore
densità di popolazione e dalla presenza di specie ospiti diverse), che alla
differente durata dei cicli riscontrabile tra popolazione su colture in pieno
campo e di serra.
Il controllo del fitofago risulterebbe
quindi estremamente difficile se non
fosse agevolato dal particolare compor-
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Morfologia, biologia, lotta
FIGURA 1 - COMPORTAMENTO DELLE LARVE DI T. ABSOLUTA SU POMODORO
Sviluppo
completato
su più foglie
Larva appena sgusciata
dall’uovo, in procinto
di iniziare lo scavo
Sviluppo completato
su una sola foglia
Sviluppo iniziato
su foglie e completato
sul frutto
A partire dalla
schiusa la larva
di T. absoluta
è costretta
in alcune fasi
dello sviluppo
a svolgere
anche attività
esterna e per
tempi più
o meno lunghi
a seconda
che lo sviluppo
si completi
in una o più
mine
Sviluppo iniziato
sul calice e completato
sul frutto
tamento «vagante» della larva che, diversamente da altre specie
minatrici che completano il ciclo all’interno degli organi attaccati, fino allo sfarfallamento (come ad esempio i ditteri agromizidi), presenta fasi di attività all’esterno che la espongono
maggiormente all’azione degli insetticidi e dei nemici naturali
(figura 1):
• subito dopo la schiusa, quando la larvetta esplora il vegetale
prima di cominciare lo scavo di una mina;
• durante l’accrescimento, se la larva abbandona la prima mina
per insufficienza di idoneo substrato alimentare (dovuta ad alta
densità di popolazione o ad eccessivo numero di uova o a precoce marcescenza o disseccamento dell’organo attaccato) per
iniziarne una nuova;
• a maturità, quando la larva solitamente fuoriesce dalla mina
per ricercare un sito opportuno dove incrisalidare.
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I NEMICI NATURALI
DELLA TUTA ABSOLUTA
Anche T. absoluta, come solitamente accade per
tutti gli insetti dannosi introdotti in nuovi areali, non ha portato con sé nessuno degli antagonisti che ha nei Paesi di origine, antagonisti che
secondo una recente stima comprendono, oltre
a un gran numero di predatori generici, almeno
una cinquantina di parassitoidi. È parso però subito evidente, nelle aree man mano occupate dal
nuovo fitofago, che diversi entomofagi frequentavano le piante infestate attratti dal gelechide.
Accanto a insetti del tutto occasionali (vespidi,
sfecidi, ecc.), di tanto in tanto segnalati ma senza
alcun interesse pratico, si è notato un certo numero di specie appartenenti a gruppi ben noti
di entomofagi.
I predatori
Tra i predatori (organismi che nel corso dello
sviluppo uccidono più individui, anche di specie
diverse) si sono innanzi tutto fatti notare gli eterotteri miridi, in primo luogo Macrolophus pygmaeus, M. fuliginosus, Dicyphus spp. e Nesidiocoris tenuis, attivissimi persecutori della tignola.
Le dimensioni molto ridotte e la grande velocità
di questi insetti permette loro di esplorare la parte aerea delle piante infestate alla ricerca, oltre
che delle uova, dei primi stadi larvali, che sono
solitamente attaccati quando sorpresi all’esterno delle mine.
Altri eterotteri predatori a volte riscontrati sono
i nabidi del genere Nabis, di dimensioni alquanto
più grandi dei precedenti (7-10 mm) e pertanto
capaci di predare anche le larve più sviluppate
e le crisalidi (*). Anche tra gli acari fitoseidi del
genere Amblyseius è stata osservata un’attività
trofica a spese in particolare delle uova di T. absoluta.
Le ricerche condotte nel 2009 e nel 2010 nelle
aree di coltivazione del pomodoro campano hanno confermato una discreta presenza di predatori, in particolare di Macrolophus spp., Nesidiocoris tenuis e Orius sp.
Orius sp. con due forme giovanili
Il predatore Nesidiocoris tenuis
Dicyphus errans, predatore
di Tuta absoluta
(*) Allo stesso modo, in più aree
della Campania su piante infestate
da Tuta, sono stati osservati (in tutti
i loro stadi) i piccoli eterotteri Anthocoridae del genere Orius, che
verosimilmente dovevano svilupparsi a spese delle uova e delle larve
più piccole della tignola.
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Morfologia, biologia, lotta
TABELLA 1 - SPECIE SUDAMERICANE CHE
POTREBBERO CONTROLLARE T. ABSOLUTA
Apanteles gelechiidivoris (imenottero braconide)
Pseudapanteles dignus (imenottero braconide)
Dineulophus phthorimaeae (imenottero eulofide)
Trichogramma pretiosum (imenottero tricogrammatide)
Podisus nigrispinus (eterottero pentatomide)
Un predatore del genere Nabis
I parassitoidi
Nell’ambito dei parassitoidi (entomofagi che completano tutto il loro sviluppo a spese di un solo individuo e legati a una o a poche specie etologicamente simili) sono frequenti, tra gli altri, alcuni imenotteri tricogrammatidi del
genere Trichogramma (osservati parassitizzare le uova di
T. absoluta) e un certo numero di eulofidi dei generi Necremnus,
Hemiptarsenus e Pnigalio e qualche Icneumonide (Diadegma).
(*) L’insieme
dei predatori,
parassitoidi
e patogeni che
si contrappongono
all’insetto.
Effetti indesiderati nell’impiego dei miridi
L’impiego dei miridi, soprattuto quando introdotti in ambienti confinati, può dare origine a problemi, avendo questi insetti
un regime alimentare doppio, sia carnivoro sia fitofago: infatti,
una sopraggiunta scarsità o mancanza di prede spinge questi
predatori a cambiare dieta e rivolgere le proprie «attenzioni»
al vegetale ospite.
Nel complesso la biocenosi antagonista (*) di T. absoluta finora presente in Italia, pur annoverando un certo numero di
specie, non è in grado di offrire un significativo contenimento delle sue popolazioni, specialmente nei momenti di massima infestazione.
Va notato che tutti i parassitoidi segnalati nell’area mediterranea per una certa attività contro T. absoluta sono comunque solo adattati a questo fitofago, avendo sicuramente altri
ospiti «locali» che assicurano loro lo sviluppo. Per tale motivo è auspicabile l’introduzione di entomofagi dal Sud America che, per l’efficacia già dimostrata, possano assicurare una
maggiore pressione sull’insetto.
Al riguardo, Desneux et al. (2010) hanno selezionato un cer-
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Solanum nigrum
possibile ospite
alternativo
di Tuta absoluta
to numero di specie sudamericane
(tabella 1) che, sia per le alte performance, sia per le similarità climatiche tra aree di origine e aree
di destinazione, più di altre si presterebbero a essere introdotte nei
Paesi del Sud Europa.
LINEE GUIDA PER LA LOTTA
La lotta chimica rappresenta oggi la soluzione principale per
proteggere il pomodoro dagli attacchi di T. absoluta e ottenere
prodotti integri, ma il suo impiego risulta molto più efficace se
abbinato a una buona profilassi.
MISURE DI PREVENZIONE
Mezzi agronomici
Particolare rilievo assumono le pratiche colturali quali la distruzione dei residui della coltivazione per ridurre il potenziale
di infestazione, e l’eliminazione delle solanacee spontanee (in
particolare dell’erba morella, Solanum nigrum), possibili ospiti
alternativi del fitofago, sia all’interno sia all’esterno delle serre.
Anche gli avvicendamenti colturali con piante diverse dalle so-
Pacciamatura
per la solarizzazione
per distruggere
crisalidi e larve
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Morfologia, biologia, lotta
Le reti anti-insetto
di una serra
rappresentano
una barriera
protettiva contro
gli adulti
di T. absoluta.
(Foto Guario)
lanacee, che interrompono il ciclo dell’insetto, e le lavorazioni
superficiali del terreno, che distruggono le crisalidi svernanti
sul suolo tra i detriti, concorrono a contrastare la tignola. Al
riguardo è stato osservato che dai residui della coltura precedente possono sfarfallare adulti di T. absoluta per almeno un
mese.
Misure da non trascurare inoltre sono:
• utilizzo di materiale vivaistico sano;
• eliminazione accurata dei residui della sfogliatura;
• rimozione tempestiva di tutti gli organi infestati e la loro distruzione, possibilmente mediante bruciatura;
• disinfestazione del terreno, anche attraverso la solarizzazione estiva, per distruggere crisalidi e larve;
Una non corretta
chiusura delle
porte nelle serre
rappresenta una via
di ingresso per gli
adulti di Tuta
(Foto Guario)
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• pacciamatura con teli di plastica, che ostacola l’incrisalidamento nel terreno;
• controllo degli orti familiari di solanacee, pericolosi serbatoi
di T. absoluta.
Mezzi fisici da applicare in serra
Fondamentale nella difesa dalla T. absoluta in serra è l’applicazione di barriere protettive quali le reti anti-insetto, con
maglie di dimensioni adeguate (da 9 × 6 fili per cm² a 10 × 20
fili per cm²), e le doppie porte, dispositivi in grado di ridurre
notevolmente la pericolosità del lepidottero, ostacolando l’ingresso di adulti dall’esterno. Tuttavia per ottenere la massima efficacia è necessario tenere le serre perfettamente chiuse
soprattutto di notte, quando gli adulti sono in volo, mantenendovi attivata all’interno almeno una trappola. Particolare
attenzione va riservata anche all’impianto di illuminazione, tenendo presente che le lampade costituiscono un elemento di
richiamo per i lepidotteri. L’eventuale eccesso di umidità, che
si potrebbe creare nelle serre a seguito dell’impianto di reti a
maglie fitte, può essere ridotto con l’uso di ventilatori.
MISURE DI CONTENIMENTO DIRETTO
Come per altri insetti del pomodoro, caratterizzati da elevata prolificità (ad esempio il nottuide Spodoptera littoralis Boisduval), anche per questa tignola è opportuno contrastarne lo
sviluppo sin dall’inizio, evitando che raggiunga densità troppo elevate.
Nelle regioni meridionali presenze significative di adulti di
T. absoluta si registrano a partire dalla primavera (o anche prima nelle serre), con un incremento della popolazione fino a
estate-autunno, seguito da una diminuzione graduale con l’abbassamento delle temperature. È necessario quindi già da marzo-aprile mettere in campo dispositivi di monitoraggio per il
rilevamento dei voli e contemporaneamente porre in atto una
costante vigilanza delle coltivazioni per individuare i primi attacchi, contro cui intervenire
tempestivamente con i prodotti autorizzati.
Il sistema di monitoraggio più
efficace per individuare tali momenti è quello basato sull’uso
delle trappole con attrattivi sessuali.
Modello
di trappola
per la cattura
massale di tipo
commerciale
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Morfologia, biologia, lotta
Trappola
a feromoni
modello a delta
Trappola
luminosa
Ferolite
a energia
solare
Impiego di trappole
Le trappole sessuali permettono di accertare presenza e fluttuazioni del volo dei maschi del T. absoluta, consentendo di stabilire con esattezza il momento in cui iniziare i controlli visivi
sulle piante. Rappresentano quindi uno strumento indispensabile per il monitoraggio delle popolazioni, ma sono utili anche
per abbassare i livelli di presenza dell’insetto attraverso il metodo della cattura massale, soprattutto se impiegate sistematicamente su vasta scala.
Dalle nostre osservazioni, e da quelle di altri autori, si è visto
però che la cattura di un numero anche elevato di individui
non è sempre indice di una corrispondente infestazione della coltura: a volte possono passare fino a 2-3 settimane prima di riuscire a rilevare i sintomi sulle piante. Probabilmente
dati sulla comparsa e consistenza numerica delle femmine di
T. absoluta potrebbero essere più direttamente correlati
con l’inizio e l’intensità dei danni. Tuttavia, una relazione diretta è stata dimostrata in Spagna tra le catture di
adulti e i livelli di danno alle piante.
Molto efficaci per la cattura massale sono risultate le trappole artigianali a olio, costituite da una tanica di plastica (alta
30-40 cm) o altro contenitore, con ampie aperture laterali praticate a circa 20 cm dalla
base, riempita di acqua e ricoperta da
un strato sottile di olio vegetale o di un
sapone (per bloccare la fuga degli individui catturati), con l’erogatore feromonico collocato a circa 5 cm sopra la superficie del liquido. I modelli commerciali (ad
esempio Koppert, Pool trap, ecc.) hanno il
vantaggio di essere più maneggevoli. Queste
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trappole vanno attivate sin dalSCREENING RAPIDO DEL MATERIALE
l’impianto della coltura, monRACCOLTO CON TRAPPOLE LUMINOSE
tate su adatti supporti a circa
50 cm dal suolo o direttamente sul
Risulta utile conoscere la tecnica per effettuare un
rapido screening del materiale raccolto dalle trapterreno e distribuite in numero di
pole luminose.
15-20 per ettaro (in funzione del◾ Con un cucchiaio campionare una congrua parte
l’intensità dell’attacco) ai lati e aldel
materiale raccolto (rappresentativa del tutto)
l’interno della coltivazione, a una
depositandola su carta assorbente.
distanza di 20-30 metri
◾ Se nei liquidi di cattura
una dall’altra.
si fa uso anche di olio, ocI controlli vanno effetcorre sgrassare il materiale
tuati una volta la setticon benzina, ripetendo
l’operazione più volte.
mana nel periodo di mi◾ Depositare il materiale
nore rischio di attacco
prelevato in un contenitore
e due-tre nel periodo di
con alcol o acqua e selezialto rischio. L’erogatoonare solo alcune decine di
re del feromone va soindividui di microlepidotstituito ogni 4-6 settiteri con ali non più lunghe
mane, con intervalli più
di 5-6 mm.
brevi in presenza di alte
◾ Lavorando ad almeno
5-10 ingrandimenti, per mezzo di due spilli o pintemperature.
zette, sarà agevole esaminare la parte ventrale del
Una regolare manutenzione delcorpo degli esemplari, separando i sessi in base
la trappola è necessaria affinché
alla diversa colorazione degli addomi (figura a
non si riduca la sua capacità atpag. 26).
trattiva, come pure l’utilizzo di
È bene ricordare che l’operazione illustrata è più
solo olio vegetale inodore (per
agevole se eseguita su materiale immerso in un
evitare interferenze con il ferosottile velo di liquido.
mone).
Per il monitoraggio delle popolazioni di T. absoluta possono essere impiegati anche i modelli
a pagoda o a delta (ad esempio Isotrap Tuta, Traptest, Transparent Delta trap, ecc.) con base collante, posizionati a 30-120
cm dal suolo (in rapporto allo sviluppo delle piante) in numero
di 2-3 ogni 3.000 m².
A differenza delle trappole a feromoni, quelle luminose (o elettro-luminose) hanno la capacità di catturare ambedue i sessi,
ma lo svantaggio del consumo di energia e di non avere alcuna selettività; per tale ragione, le trappole luminose, se tenute
in funzione tutta la notte, vanno a depauperare sensibilmente
anche la fauna utile, composta in buona parte da specie alate.
Le trappole Ferolite a energia solare (recentemente commercializzate da Isagro), oltre a non necessitare di allacciamento
alla rete perché autoalimentate da una cella al silicio, hanno la
particolarità di accendersi automaticamente nell’ultima parte
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Morfologia, biologia, lotta
della notte, quando gli adulti di T. absoluta sono più attivi, e di essere inoltre
dotate anche di un erogatore di feromoni per rafforzare e meglio «indirizzare»
l’effetto attrattivo.
Come quelle per la cattura massale,
vanno usate in numero di circa 20 per
ettaro.
Va tenuto però conto che le trappole luminose, pur potendo attrarre entrambi
i sessi possono in particolari momenti
catturare solo maschi (perché solo questi sono presenti). Ciò può essere spiegato con la maggiore attitudine al volo
dei maschi rispetto alle femmine, cosa
che li porta a essere i primi a giungere
nei campi ancora non infestati o a essere
i primi a reinfestare serre nelle quali la
specie sembrava eradicata. In certi casi,
la presenza nella trappola dei soli individui maschi può protrarsi per varie settimane, prima che si comincino a cattuPiante di pomodoro compromesse
dagli attacchi di Tuta
rare anche femmine. Dal momento della
cattura delle prime femmine, al riscontro
effettivo delle mine in campo passerà comunque un periodo di
almeno 5-7 giorni (ammettendo che le femmine siano state già
fecondate in precedenza), periodo corrispondente al tempo necessario perché le uova arrivino a schiudere e le larve inizino a
produrre mine evidenti.
Uso di mezzi chimici
La lotta con gli insetticidi si basa su interventi tempestivi indirizzati fondamentalmente agli stadi larvali sia nelle fasi vaganti
sia in quelle endofitiche.
Per tali interventi sono oggi autorizzati, o lo saranno a breve,
su pomodoro prodotti di sintesi chimica (indoxacarb, emamectina benzoato, clorantraniliprole, metaflumizone) o di origine
naturale (spinosad, azadiractina, Bacillus thuringiensis) per un
massimo di 3-4 trattamenti l’anno.
Considerando che per coprire l’intero ciclo di produzione, che
può estendersi per gran parte dell’anno, serva in media un numero maggiore di interventi, si comprende come sia opportuno, per ritardare l’acquisizione di resistenze, alternare anche
l’insetticida più efficace con altre sostanze attive.
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(Foto Troisi)
L’abitudine delle larve di avere, in determinate fasi
del ciclo, un’attività esterna, le rende suscettibili anche alle sostanze non dotate di capacità di penetrazione, come i preparati microbiologici. Questi prodotti,
che espletano comunque la loro maggiore efficacia
quando applicati su larve giovani, vanno anche essi
impiegati in miscela o in rotazione con gli insetticidi
di sintesi chimica, per salvaguardare l’attività dei nemici naturali, contenere i livelli di residui nel prodotto
e applicare misure antiresistenza.
Nell’ambito della difesa integrata una strategia basata sul metodo della confusione sessuale, da abbinare a trattamenti con prodotti a basso profilo tossicologico (come sperimentato con successo contro
il nottuide Spodoptera littoralis nella Piana del Sele),
può costituire una soluzione valida anche per ridurre il numero di trattamenti insetticidi. Saggi di questo tipo sono stati recentemente condotti contro
T. absoluta in Spagna.
L’applicazione dei trattamenti insetticidi, soprattutto
nelle zone non ancora interessate dalla presenza di
T. absoluta, deve essere comunque subordinata al rinvenimento di uova o mine nei campi. Questi vanno
ispezionati periodicamente (almeno tre volte la settimana), attraversandoli da una testata all’altra, mentre
in ambiente protetto è sufficiente osservare un campione rappresentativo di 30-40 piante per 1.000 m² di
coltura. In assenza prolungata di sintomi evidenti sulle coltivazioni, ma con un numero crescente di catture
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Morfologia, biologia, lotta
alle trappole, può convenire eseguire trattamenti
preventivi (a intervalli di 10-15 giorni) con prodotti a basso impatto ambientale (ad esempio
B. thuringiensis, azadiractina).
A inizio infestazione la protezione delle colture dovrà mirare a stroncare sul nascere i primi
focolai, bloccando lo sviluppo di generazioni
successive, il cui controllo potrebbe essere reso
difficile dall’incremento numerico delle larve.
Contro le infestazioni in atto è necessario intervenire con applicazioni ripetute di agrofarmaci di elevata efficacia, possibilmente dotati di proprietà translaminari (capaci di diffondersi attraverso il mesofillo) che
vanno irrorati con alti volumi di acqua.
Recenti prove sperimentali condotte in Italia fanno ritenere che
l’aggiunta di un olio o un tensioattivo (Codacide, Break-Thru,
UFO, ecc.) alle miscele insetticide migliori sensibilmente l’efficacia del trattamento.
Nel pianificare gli interventi è bene evitare, per contrastare lo
sviluppo di resistenze, di trattare due generazioni consecutive del fitofago con insetticidi aventi lo stesso modo di azione
(MoA), come pure durante la raccolta usare solo prodotti con
tempi di carenza brevi per minimizzare i residui.
In coltura biologica la lotta a T. absoluta deve essere affidata
esclusivamente all’uso di insetticidi autorizzati in questo settore, quali spinosad, Bacillus thuringiensis e azadiractina.
Poiché la tignola del pomodoro è una specie ad attività prevalentemente crepuscolare, è opportuno effettuare le applicazioni verso sera quando l’insetto è in volo e, per ridurre i rischi
di reinfestazione, occorre estendere la lotta a tutto il comprensorio, contrastando il fitofago anche sulle altre solanacee coltivate nella zona.
SOSTANZE ATTIVE DISPONIBILI
Di seguito si riportano i dati tecnici essenziali e le modalità di
azione delle sostanze attive registrate per la T. absoluta fino a
oggi (novembre 2010). Sono comunque già al vaglio o in corso
di registrazione altri formulati che dovrebbero essere ufficialmente disponibili entro il prossimo anno.
Azadiractina. Sostanza estratta dai semi dell’albero del Neem
(Azadirachta indica) che interferisce, come i regolatori di crescita, con il sistema ormonale degli insetti (in particolare con il
metabolismo degli ecdisteroidi), alterandone lo sviluppo preimmaginale. Agisce anche come fagorepellente producendo an-
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che una riduzione della fecondità degli adulti e della fertilità
delle uova. Esplica la sua attività per ingestione e contatto su
un ampio spettro di insetti fitofagi (appartenenti a diversi ordini) e su alcuni nematodi fitoparassiti (Meloidogyne spp.). Il prodotto è dotato di elevata sistemicità (capacità di una sostanza di
essere assorbita dalla pianta entrando così in circolazione nel
sistema linfatico) e, per sfruttare al massimo questa proprietà,
contro T. absoluta conviene applicarlo in fertirrigazione, possibilmente nelle fasi iniziali dello sviluppo vegetativo, quando
la capacità di assorbimento della pianta è massima. In questo
modo si può sfruttare la sua efficacia nei confronti di altri insetti dannosi (afidi, aleurodidi, ecc.). Non avendo persistenza
elevata, l’azadiractina richiede trattamenti cadenzati (5-7 giorni) per tutta la durata dell’infestazione; d’altra parte il suo favorevole profilo ambientale ne consente l’uso anche in agricoltura biologica.
Bacillus thuringiensis Berliner ssp. kurstaki. È un batterio sporigeno in grado di infettare le larve di molti lepidotteri grazie
alla presenza di un cristallo proteico all’interno della spora che,
una volta giunto nel tubo digerente, si dissolve (favorito dall’ambiente basico) in una protossita e poi in σ-endotossina. Si
innesca così un processo che porta alla perforazione del canale digerente, seguito dalla morte dell’insetto.
I prodotti a base di Bacillus thuringiensis presentano, insieme
In secondo
piano effetti
di un trattamento
contro Tuta
absoluta
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Morfologia, biologia, lotta
ad alcuni svantaggi (non hanno né potere abbattente né capacità di penetrazione nei tessuti vegetali, sono sensibili ai raggi
ultravioletti, agiscono esclusivamente per ingestione e quindi
non hanno attività né sulle uova né sugli adulti), anche una serie di aspetti positivi (residualità praticamente nulla, possibilità
di combattere contemporaneamente più specie di lepidotteri,
assoluta compatibilità con l’impiego dell’entomofauna parassita locale o immessa artificialmente nei piani di lotta biologica e con gli insetti pronubi nelle serre che utilizzano i bombi
per l’impollinazione). Queste caratteristiche li fanno preferire
in agricoltura biologica e integrata, specialmente nelle produzioni di ortaggi destinati al mercato del fresco, dove il problema dei residui è particolarmente sentito.
Possono avere quindi un ruolo importante nel controllo della
T. absoluta, anche per le piccole dimensioni delle larve, particolare che le rende più sensibili all’azione dell’insetticida (è noto
che la tolleranza delle larve alle sostanze attive cresce con l’età
e quindi con lo sviluppo corporeo). Pertanto, pur mancando
di un’efficacia diretta molto elevata, essi trovano ampi spazi
d’impiego nei lunghi programmi di difesa contro la tignola del
pomodoro, posizionati preferibilmente nei momenti di minore
pericolosità del fitofago.
I prodotti a base di B. thuringiensis devono essere applicati a
intervalli cadenzati di 4-5 giorni, acidificando la soluzione (per
evitare reazioni di degradazione dei prodotti attivi favorite da
Le mine fogliari
prodotte
da Tuta possono
portare al totale
disseccamento
della pianta
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Danni da Tuta su frutti di pomodoro sui quali si possono insediare agenti
di marciumi
un pH superiore a 6,5-7) e bagnando omogeneamente la vegetazione, fino a gocciolamento, per raggiungere le larve localizzate nelle parti più riparate. È possibile anche miscelarli
con altri insetticidi.
Clorantraniliprole (Rynaxypyr). È la prima molecola della nuova classe di insetticidi sintetici, le antranilammidi, che agisce
sul recettore rianodinico (così detto perché oggetto dell’azione
del metabolita vegetale rianodina 1, insetticida naturale estratto dalla Ryania speciosa), alterando il metabolismo del calcio. Il
rilascio incontrollato degli ioni calcio inibisce le normali contrazioni muscolari e causa la morte dell’insetto per paralisi. È
un insetticida di bassa tossicità per i mammiferi, che ha mostrato efficacia contro un largo spettro di insetti fitofagi, tra cui
lepidotteri (nottuidi, tortricidi, gelechidi, piralidi) e coleotteri
(crisomelidi). Esplica la sua attività principalmente per ingestione, evidenziando una forte azione larvicida, ma possiede
anche una certa azione ovicida (da noi osservata su dorifora)
e ovi-larvicida. Grazie alla sua translaminarità la sostanza si
diffonde agevolmente nei tessuti trattati, raggiungendo anche
fitofagi endofiti, come i fillominatori. Tali caratteristiche consentono applicazioni sia preventive che curative, contrastando pure l’insorgere di resistenze, grazie alla diversa modalità
di azione. In ogni caso è bene non superare le 2-3 applicazioni
per anno. Il prodotto, al momento in fase di registrazione, è di
prossima commercializzazione.
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Morfologia, biologia, lotta
Emamectina benzoato. La famiglia delle avermectine, cui appartiene emamectina benzoato, comprende sostanze di derivazione naturale isolate dai prodotti di fermentazione del microrganismo Streptomyces avermitilis. È l’unica molecola della
classe con attività specifica sui lepidotteri: viene assorbita rapidamente dai tessuti vegetali, evidenziando proprietà citotropiche (in grado cioè di penetrare nei tessuti rimanendo però
localizzata) e translaminari, che la preservano dall’azione degradativa esercitata dagli agenti atmosferici. L’assunzione del
prodotto blocca la trasmissione degli impulsi nervosi negli insetti, che cessano immediatamente di muoversi e alimentarsi.
Agisce principalmente per ingestione, ma anche per contatto,
e ha mostrato una forte attività larvicida nei confronti di T. absoluta, per il controllo della quale se ne raccomanda l’impiego
in associazione con il coadiuvante Break-Thru.
Indoxacarb. Insetticida della classe delle ossadiazine attivo principalmente per ingestione e contatto sulle larve dei lepidotteri, verso i quali ha anche una buona attività ovicida. Esplica la
sua azione bloccando la trasmissione degli impulsi nervosi, a
cui segue la paralisi. Contro la tignola del pomodoro ha mostrato di contenere i danni sia sulle
foglie sia sui frutti, fornendo il miglior livello di
controllo soprattutto quando applicato nelle fasi
iniziali dell’infestazione.
Trattamenti
preventivi a base
di Bacillus sono
consigliati quando
pur in assenza di
sintomi risultano
in crescita
le catture
con trappole
a feromoni
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(Foto Troisi)
Metaflumizone. È un insetticida appartenente alla nuova famiglia chimica dei semicarbazoni, dotato di un favorevole profilo ambientale e tossicologico, e buona selettività verso molti
insetti predatori e impollinatori. L’azione di blocco dei canali
del sodio è diretta e non richiede bioattivazione. Il profilo biologico del prodotto indica un’elevata efficacia larvicida verso
generi di lepidotteri di rilevante importanza economica, quali
Tuta, Spodoptera e Helicoverpa, dove esplica la sua azione prevalentemente per ingestione, e coleotteri, quali Leptinotarsa,
verso cui all’azione per ingestione si somma quella per contatto. La forte adesione allo strato ceroso che riveste la pianta rende il prodotto resistente al dilavamento già dopo un’ora
dall’applicazione.
Spinosad. Fa parte della classe spinosoidi, è costituito da una
miscela contenente due metaboliti naturali (spinosyns A e D),
prodotti dalla fermentazione dell’actinomicete Saccharopolyspora spinosa. Questa sostanza agisce per contatto e ingestione contro lepidotteri, tisanotteri, ditteri e alcuni coleotteri, mostrando ampi margini di selettività nei confronti di molti
predatori e parassitoidi.
Il limitato effetto residuale del prodotto, associato a una notevole efficacia, ne consente l’uso in ogni fase del ciclo colturale del pomodoro, soprattutto nei momenti di maggiore infestazione. La buona persistenza di azione, che ha mostrato nel
67
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Morfologia, biologia, lotta
controllo di T. absoluta, è dovuta anche alla capacità di penetrare leggermente attraverso le superfici fogliari. In quanto
prodotto di fermentazione, lo spinosad è ammesso in agricoltura biologica.
MONITORAGGIO, FONDAMENTALE
PER UNA MIGLIORE DIFESA
Come già sottolineato, un attento monitoraggio rappresenta la
prima misura da adottare per rendere la difesa più efficace.
Per studiare la dinamica di T. absoluta nel 2010 sono stati monitorati i voli di adulti mediante otto stazioni di cattura dislocate
in altrettante aziende di quattro comuni rappresentativi della
Piana del Sele, impiegando trappole sessuali (del tipo a delta),
innescate col feromone della femmina e collocate ai bordi di
uno o più campi di pomodoro.
Catture settimanali (n.)
GRAFICO 1 - CATTURE DI ADULTI DI T. ABSOLUTA NELLE 8 STAZIONI DA FINE FEBBRAIO
A FINE SETTEMBRE 2010
500
Capaccio (Ca)
500
400
400
300
300
300
200
200
200
100
100
100
Catture settimanali (n.)
500
0
Battipaglia (Ce)
500
0
Eboli (Ga)
400
400
300
300
300
200
200
200
100
100
100
500
0
Pontecagnano (Vi)
500
400
400
300
300
200
200
100
100
0
22-2
19-4
14-6
0
22-2
9-8
Periodo delle catture
Eboli (Ro)
500
400
0
Battipaglia (Ge)
500
400
0
Catture settimanali (n.)
Capaccio (Ce)
Pontecagnano (Pa)
0
22-2
19-4 14-6
9-8
Periodo delle catture
Catture/settimana
Interpolazione delle catture
Per ciascuna località vengono riportate
tra parentesi le sigle delle aziende che
hanno ospitato il monitoraggio.
19-4
14-6
9-8
Periodo delle catture
68
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Gli erogatori di feromone, in gomma naturale, venivano sostituiti a intervalli di 3-4 settimane.
Le catture sono state contate a intervalli approssimativamente
settimanali per un periodo di circa nove mesi, da fine febbraio
a fine settembre. Per documentare l’influenza della temperatura e determinare la relazione tra il profilo temporale delle catture e il termoperiodo, è stata utilizzata la serie termica rilevata
presso la stazione di Battipaglia (Salerno) del Servizio meteorologico regionale.
L’esame del materiale biologico catturato ha evidenziato una
forte selettività, con presenza di soli adulti di T. absoluta. L’andamento delle catture ha mostrato una notevole omogeneità
spaziale, con tendenze molto simili per le zone esaminate, mediamente distanziate 10-20 km.
In sette stazioni le catture settimanali sono state relativamente
Catture settimanali (n.)
Catture settimanali (n.)
Catture settimanali (n.)
GRAFICO 2 - RELAZIONE TRA CATTURE DI ADULTI DI T. ABSOLUTA
E TEMPERATURA NELLE 8 STAZIONI
500
Capaccio (Ca)
500
Capaccio (Ce)
400
400
400
300
300
300
200
200
200
100
100
100
0
0
0
500
Battipaglia (Ce)
500
Eboli (Ga)
400
400
300
300
300
200
200
200
100
100
100
0
0
0
Pontecagnano (Vi)
500
400
400
300
300
200
200
100
100
0
0
10
15
20
25
Temperatura media settimanale (°C)
Eboli (Ro)
500
400
500
Battipaglia (Ge)
500
Pontecagnano (Pa)
10
15
20
25
Temperatura media
settimanale (°C)
Catture settimanali
Relazione con la temperatura
Per ciascuna località vengono riportate
tra parentesi le sigle delle aziende che
hanno ospitato il monitoraggio.
10
15
20
25
Temperatura media settimanale (°C)
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Morfologia, biologia, lotta
GRAFICO 3 - DISPERSIONE DELLE CATTURE DI ADULTI
DI T. ABSOLUTA NELLE 8 STAZIONI (PUNTI) E RELAZIONE MEDIA
CON LA TEMPERATURA (LINEA BLU) CON BANDA
DI CONFIDENZA (AZZURRA) AL 95% (*)
600
(*) Per ciascuna località
vengono riportate tra
parentesi le sigle delle
aziende che hanno ospitato il monitoraggio.
Catture settimanali (n.)
500
400
300
200
100
0
10
Capaccio (Ca)
Capaccio (Ce)
15
20
Temperatura media settimanale (°C)
Battipaglia (Ge)
Battipaglia (Ce)
Eboli (Ga)
Eboli (Ro)
25
Pontecagnano (Vi)
Pontecagnano (Pa)
costanti nei primi tre mesi di monitoraggio e sono cominciate
ad aumentare nella prima quindicina di giugno, mantenendo
una tendenza ascendente fino alla fine del periodo di monitoraggio (22 settembre) (grafico 1).
Nell’azienda Romanfruit di Eboli la tendenza è stata ascendente fin da febbraio.
Considerate rispetto alla temperatura media giornaliera, le catture settimanali nella maggior parte delle stazioni si sono mantenute sotto i 100 adulti per trappola a temperature inferiori a
15 °C e sono aumentate a valori termici superiori, raggiungendo le frequenze massime intorno ai 22-24 °C, con l’accenno di
un declino a temperature più alte (grafico 2).
Interpolando l’andamento medio delle catture in funzione della
temperatura media giornaliera per l’insieme delle rilevazioni,
sembra che l’attività di T. absoluta acceleri nell’intervallo compreso tra 18 e 23 °C e tenda a decelerare a temperature più alte
(grafico 3).
Se verificata ulteriormente, questa relazione dovrebbe essere
•••
tenuta in conto per modulare gli interventi di lotta.
70
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Come gestire
la resistenza
agli insetticidi
di Andrea Bassi
Fitofagi come T. absoluta, dotati di una
forte capacità riproduttiva e di un ciclo
biologico breve, presentano un rischio
effettivo di sviluppare resistenza agli
insetticidi. Questo rischio aumenta se
il controllo si basa esclusivamente sulla lotta chimica e se gli insetticidi efficaci disponibili sono pochi. Tali condizioni normalmente comportano un rapido
aumento del numero degli interventi e
della pressione selettiva.
Nei Paesi dell’America Latina, dove questo fitofago è conosciuto e diffuso da alcuni decenni, è nota l’esistenza di popolazioni di campo di T. absoluta resistenti
a più di un modo d’azione insetticida
(MoA).
VALUTAZIONE LOCALE
DELL’EFFICIENZA DEI PRODOTTI
Le popolazioni di T. absoluta diffusesi
recentemente in Europa, Medio Oriente e Africa settentrionale sono state verosimilmente introdotte dal Sud America e quindi potrebbero esprimere alti
livelli di resistenza verso uno o più modi
d’azione insetticida. Nel nuovo contesto
geografico è quindi importante verificare l’efficacia degli insetticidi disponibili
prima di inserirli in programmi di difesa
integrata (IPM) finalizzati alla prevenzione della resistenza (IRM).
(Foto Finocchiaro)
71
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Morfologia, biologia, lotta
GLOSSARIO
IRAC = Insecticide Resistance Action
Committee.
MoA = modo d’azione insetticida.
MoA group = gruppo MoA,
numero o sigla che contrassegna
uno specifico modo d’azione insetticida comune a uno o più insetticidi.
Baseline = sensibilità iniziale di un
fitofago a un insetticida, definita con
biosaggi di laboratorio effettuati prima
dell’introduzione commerciale.
Leaf-dip bioassay = biosaggio
per immersione fogliare.
Susceptibility shift = modificazione del livello di sensibilità di un
fitofago a un insetticida.
(Foto Finocchiaro)
MONITORAGGIO DELLA SENSIBILITÀ
(*) Metodo IRAC n. 022,
reperibile sul sito:
www.irac-online.org/
teams/methods
In America Latina si trovano comunemente popolazioni di campo di T. absoluta con livelli elevati di resistenza a insetticidi fosforganici (gruppo MoA 1 B, inibitori dell’acetil-colinesterasi),
piretroidi di sintesi (gruppo MoA 3 B, modulatori dei canali del
sodio) e benzoiluree (gruppo MoA 15, inibitori della biosintesi della chitina).
I meccanismi di resistenza prevalenti in T. absoluta sono di natura metabolica, dovuti alla maggiore attività di specifici enzimi detossificanti. Se in alcuni casi la resistenza si è sviluppata
anche verso alcuni prodotti introdotti dopo il 2000, gli insetticidi delle classi di recente introduzione (2008-2010) non sono
finora interessati da fenomeni di resistenza.
Essendo probabile che popolazioni resistenti del Sud America
siano entrate nel nostro bacino, è necessario non solo verificare in campo l’efficacia dei diversi insetticidi, ma anche monitorare la sensibilità delle popolazioni di T. absoluta con biosaggi di laboratorio eseguiti da personale esperto. Allo scopo
l’IRAC ha da poco proposto un metodo standard di biosaggio per immersione fogliare (leaf-dip bioassay) utile a valutare
la sensibilità di larve giovani (larve di II età) di T. absoluta (*).
Scopo principale di questi biosaggi è di fissare il livello iniziale
di sensibilità (baseline) di T. absoluta ai prodotti larvicidi per
poter rilevare eventuali cali di sensibilità nel tempo in un determinato areale (susceptibility shift).
72
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SCHEMA DI UN PROGRAMMA DI DIFESA A «FINESTRE DI INTERVENTO»
◾ Obiettivo principale è evitare di trattare due
generazioni consecutive del fitofago con insetticidi
aventi lo stesso MoA. Questo si può ottenere adottando uno schema a finestre di intervento.
◾ Per finestra di intervento si intende un periodo di
30 giorni consecutivi.
◾ Durante ogni singola finestra si possono fare
uno o più interventi con lo stesso MoA (attenendosi comunque alle indicazioni di etichetta di ogni
prodotto riguardo al numero massimo di interventi
registrati e consigliati su T. absoluta).
◾ Completati gli interventi a copertura della prima
finestra, se sono necessari altri interventi nella seconda finestra di 30 giorni si dovrà utilizzare un insetticida efficace su T. absoluta con diverso MoA.
Similmente, la terza finestra dovrà essere protetta
con un terzo MoA, diverso dai precedenti.
◾ Lo schema proposto (figura 1) tende a minimizzare la selezione di geni resistenti a un singolo
MoA, assicurando che lo stesso MoA non venga
riutilizzato per almeno 60 giorni dopo il termine
della propria finestra. Questo termine è prudenziale e tiene conto della diversa durata del ciclo
vitale di T. absoluta in funzione delle fluttuazioni
di temperatura che si verificano nel corso del ciclo
colturale.
◾ Questo schema richiede la disponibilità di un
minimo di tre diversi MoA e può applicarsi a tutti
i MoA registrati e verificati efficaci contro T. absoluta.
FIGURA 1 - ESEMPIO DI STATEGIE IRM A FINESTRE D’INTERVENTO
1° mese
MoA insetticida X
Non usare
il MoA insetticida Y
2° mese
3° mese
Non usare il MoA insetticida X
MoA insetticida Y
Non usare il MoA insetticida Z
4° mese
5° mese
MoA insetticida X
Non usare
il MoA insetticida X
Non usare il MoA insetticida Y
MoA insetticida Z
MoA insetticida Y
Non usare il MoA insetticida Z
0
30
60
90
120
150
L’altenanza dei diversi MoA prosegue fino al termine del programma di difesa (ad esempio, nel primo mese
si useranno solo insetticidi con MoA X; nel secondo, solo insetticidi con MoA Y; nel terzo, solo insetticidi con
MoA Z; nel quarto potranno tornare a usarsi quelli con MoA X; nel quinto quelli con MoA Y, e così via.
GESTIONE DELLA RESISTENZA (IRM)
Per un controllo efficace e sostenibile di T. absoluta è necessario integrare le misure preventive di sanitizzazione con i mezzi
agronomico-colturali, semiochimici (feromoni) e chimici disponibili. L’uso di insetticidi dovrebbe essere fatto solo se necessario e sulla base di soglie di intervento prestabilite, alternando gli insetticidi efficaci e i diversi modi d’azione disponibili
in modo tale da non esporre due generazioni consecutive del
fitofago allo stesso modo d’azione.
Alternanza dei MoA secondo «finestre di intervento»
L’alternanza razionale dei MoA si può attuare suddividendo il programma di difesa della solanacea in «finestre di intervento». Lo schema che riportiamo in alto, proposto da IRAC,
esemplifica tale strategia prendendo a modello un ciclo colturale di pomodoro di cinque mesi e supponendo la dispo-
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Morfologia, biologia, lotta
TABELLA 1 - MODI D’AZIONE (MOA) DEGLI INSETTICIDI DISPONIBILI
PER IL CONTROLLO DI T. ABSOLUTA
Gruppo
MoA
1B
Modo d’azione
Classe chimica
Nomi comuni (esempi)
Inibitori di acetil-colinesterasi
Organofosfati
Clorpirifos
3B
Modulatori dei canali del sodio
Piretroidi
Cipermetrina, ciflutrin,
lambda-cialotrina, deltametrina
5
Modulatori allosterici dei recettori nicotinici
di acetil-colinesterasi
Spinosine
Spinosad (1)
6
Attivatori dei canali del cloro
Avermectine
Abamectina,
emamectina benzoato (1)
11
Distruttori delle membrane
intestinali e tossine microbiche correlate
–
Bacillus thuringiensis aizawai,
Bacillus thuringiensis kurstaki
15
Inibitori della biosintesi di chitina (tipo 0)
Benzoiluree
18
Agonisti dei recettori di ecdisone
Occlusori dei canali del sodio voltaggio
dipendenti (tipo A)
Occlusori dei canali del sodio voltaggio
dipendenti (tipo B)
Diacil-idrazine
Diflubenzuron, teflubenzuron
novaluron, lufenuron
Tebufenozide, metossifenozide
Ossadiazine
Indoxacarb (1)
Semi-carbazoni
Metaflumizone (1)
28
Modulatori dei recettori rianodinici
Diamidi
Chlorantraniliprole (2),
flubendiamide
UN
Composti con modo d’azione sconosciuto
o incerto
–
Azadiractina (1)
22 A
22 B
(1) Sostanze attive fino a oggi registrate per T. absoluta anche in Italia. (2) In corso di registrazione in Italia.
nibilità di tre diversi modi d’azione efficaci contro T. absoluta.
Gli stessi criteri si possono applicare a cicli colturali del pomodoro di qualsiasi durata.
MoA disponibili per il controllo di T. absoluta
Diversamente dal 2008, oggi disponiamo di diversi modi d’azione insetticida di buona efficacia contro T. absoluta e questo ci
consente di pianificare valide strategie di difesa integrata. La
tabella 1 elenca i modi d’azione insetticida che hanno almeno
un prodotto registrato per il controllo di T. absoluta. Va però
rilevato che non tutti gli insetticidi riportati sono registrati e
disponibili in tutti i Paesi europei.
I rispettivi livelli di efficacia su T. absoluta variano tra loro anche
significativamente e richiedono la verifica locale prima di inserirli
nei programmi di difesa. Per ogni prodotto va anche considerato
il tipo di attività prevalente (ovicida o larvicida, preventivo o curativo) come pure le eventuali raccomandazioni specifiche, quali
l’aggiunta di un bagnante per migliorarne l’attività. In ogni caso,
occorre attenersi alle indicazioni d’uso riportate in etichetta. •••
74
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Seconda parte
Seconda
parte
Diffusione,
monitoraggio
e difesa
nelle principali
regioni italiane
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Piemonte
di Rocco Tango
In Piemonte alcuni orticoltori hanno segnalato nel 2009 la presenza di Tuta absoluta,
inizialmente in provincia di Torino (Pecetto
e Beinasco), in seguito in provincia di Cuneo
(Fossano e Ceresole d’Alba), di Alessandria
(Pozzolo Formigaro) e infine di Asti.
Tenuto conto della recente introduzione, non è stato ancora possibile effettuare la verifica puntuale del ciclo biologico di
T. absoluta nel territorio piemontese, ma si
può affermare che la sua presenza e attività
su pomodoro avviene in modo continuativo
da aprile a novembre.
In località dove la coltivazione del pomodoro è più intensa e ha un ciclo più lungo (produzione in serra) il fitofago ha causato danni
sulla parte area della pianta, riconducibili alla
formazione di numerose mine sulle foglie con
conseguente disseccamento, e ha provocato
gallerie sulle bacche, con notevoli danni economici per gli agricoltori.
Su melanzana e peperone monitorati in Piemonte si sono soltanto evidenziate mine fogliari senza alcun danno ai frutti.
IL MONITORAGGIO
Il Settore fitosanitario della Regione Piemonte
dal 2009 ha predisposto un piano di controllo nelle province piemontesi nei
punti dove il problema era stato
maggiormente evidenziato.
Nel 2010 sono state installate trappole a feromoni negli
appezzamenti oggetto del
monitoraggio e dai controlli settimanali si è
potuto constatare che
le catture di T. absoluta dall’inizio dell’anno a
fine ottobre hanno avuto un costante incremento e il totale di individui catturati è stato
simile a quello riscontrato nel 2009.
Nel 2010 sono stati segnalati alcuni casi di danni non controllati provocati da T. absoluta soprattutto presso le coltivazioni di quegli agricoltori che ignoravano la sua pericolosità.
LINEE GUIDA DI DIFESA
Per una corretta gestione di T. absoluta sono
state definite delle linee guida di difesa:
• a fine ciclo vegetativo si consiglia di lasciar
essiccare le piante di pomodoro il più possibile;
• asportare accuratamente dalle serre di coltivazione tutta la vegetazione essiccata;
• quando possibile bruciare il materiale vegetale secco oppure coprire il medesimo con un
telo in modo tale da favorire la fermentazione
e la degradazione dei tessuti e delle eventuali
pupe del fitofago rimaste sulle piante;
• sul terreno è consigliabile effettuare la solarizzazione delle serre mentre trattamenti disinfestanti, a base di clorpirifos, sono indicati
per i terreni fuori suolo;
• eliminare le erbe infestanti, soprattutto le
solanacee perché rappresentano un pericolosissimo serbatoio di diffusione;
• acquistare materiale di propagazione
sano soltanto da vivai accreditati;
• installare trappole a feromoni per il
monitoraggio dei maschi di T. absoluta e prevedere la tecnica della cattura
•••
massale.
(Foto Finocchiaro)
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Liguria
di Giorgio Bozzano, Anna Crotti,
Mario Mattone, Pasquale Restuccia,
Giovanna Mancini
In Liguria T. absoluta è stata rinvenuta per
la prima volta nel novembre 2008 in alcune aziende nella zona di Arenzano (Genova)
dai tecnici della Cooperativa l’Ortofrutticola
di Albenga (Savona). Nel giro di pochi mesi la
specie si è diffusa in tutta la regione, seguendo il litorale costiero e attaccando soprattutto
la varietà di pomodoro Cuore di bue, coltivato in serra durante l’intero arco dell’anno e in
pieno campo da maggio a novembre.
Nelle aree della fascia costiera ligure T. absoluta ha trovato condizioni ideali di sviluppo,
che ne hanno immediatamente favorito l’insediamento. Fra le più importanti cause di questa rapida diffusione, il clima particolarmente
mite, la presenza costante del pomodoro, la
coltivazione estiva in pieno campo della melanzana (ospite alternativo) e la presenza di
piante spontanee appetite (soprattutto Solanum nigrum). Anche la scarsa conoscenza dell’insetto ha contribuito alla sua diffusione: inizialmente i danni provocati da T. absoluta sono
stati erroneamente confusi con quelli prodotti
da altre specie, quali Liriomyza trifolii e Phthorimaea operculella. Molti agricoltori, per combattere le infestazioni hanno adottato insetticidi a largo spettro d’azione che, oltre a essere
inefficaci, si sono rivelati anche dannosi nei
confronti della fauna utile.
in entrambe le aree di coltivazione sono state
interessate da forti infestazioni, con danni evidenti non solo sulla vegetazione ma anche sulle
bacche, che spesso hanno perso il loro valore
merceolocico.
Le percentuali di danno sono variate, in funzione dello stadio fenologico della coltura e dell’intensità dell’attacco, da un minimo del 10-20% a
un massimo del 70-80%. Nel 2010 i danni non
hanno raggiunto i livelli dell’anno precedente,
sia per la migliore gestione della lotta, sia per
la maggiore informazione fornita agli agricoltori. La Cooperativa l’Ortofrutticola di Albenga e quella della Riviera dei Fiori di Imperia si
sono attivate per promuovere incontri con gli
operatori del settore e divulgare informazioni
sulle caratteristiche dell’insetto e sulle principali strategie di lotta da adottare.
PRINCIPALI DANNI RISCONTRATI
L’elevato potenziale biotico (la capacità intrinseca di riprodursi e incrementare la popolazione)
ha consentito a T. absoluta di prolificare nella
campagna di coltivazione 2009, diffondendosi
rapidamente nelle province di Imperia e Savona, soprattutto su pomodoro in serra. Tutte le
aziende produttrici di pomodoro Cuore di bue
Mine fogliari di T. absoluta e conseguente
disseccamento delle foglie
(Foto Coop. Riviera dei fiori, Imperia)
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IL MONITORAGGIO
Per valutare i danni e determinare l’andamento dei voli di T. absoluta sono state allestite alcune stazioni di monitoraggio, attrezzate con trappole a feromoni per la cattura
massale (grafici 1 e 2).
Nel 2010 i danni sono stati contenuti su valori più bassi, oscillanti dall’1-2% dei frutti
al 6-8% delle foglie.
LINEE GUIDA DI DIFESA
Il controllo di T. absoluta in Liguria è risultato generalmente difficoltoso per diversi motivi, tra cui:
• l’elevato potenziale riproduttivo (numerose
generazioni all’anno);
• il ciclo di sviluppo dell’insetto, che si svolge
all’interno degli organi attaccati;
• la quasi totale assenza di nemici naturali specifici in grado di contenere in qualche misura
le infestazioni.
Accanto alla lotta chimica sono state attuate
strategie di difesa integrata che hanno previsto anche l’impiego di mezzi biotecnici, agronomici e fisici.
Mezzi biotecnici. Dalle esperienze condotte
si è visto che la cattura massale con trappole
sessuali, se effettuata in maniera adeguata,
può contribuire al contenimento delle popo-
lazioni dell’insetto. A questo scopo sono state
utilizzate trappole artigianali e commerciali a
olio innescate con lo specifico feromone di T.
absoluta, installate in numero di 2-4/1.000 m²
di coltivazione.
Dette trappole, posizionate a 40-50 cm dal
suolo e attivate sin all’inizio della coltura,
hanno consentito di rilevare precocemente
le infestazioni.
Dalle nostre osservazioni è emerso inoltre
che è conveniente utilizzare solo olio vegetale inodore o, in alternativa, una soluzione di
sapone neutro, per evitare di interferire con il
feromone. È necessario infine che le trappole
siano attivate dal maggior numero possibile
di aziende limitrofe per abbattere la popolazione dei maschi presenti nella zona.
Mezzi agronomici. Prima di iniziare una nuova coltivazione è necessario:
• eliminare e distruggere rapidamente le piante infette;
• pulire il terreno o le superfici di coltura da
tutti i residui vegetali, in particolare dai frutti
caduti a terra, che possono ospitare per lungo
tempo le larve incrisalidate;
• eliminare accuratamente le solanacee infestanti, in particolare Solanum nigrum, attorno
alle serre e ai campi coltivati;
• praticare se possibile la solarizzazione nel
GRAFICO 1 - CATTURE SETTIMANALI MEDIE IN PIENO CAMPO E IN SERRA A IMPERIA NEL 2010
Pieno campo
Serra
250
Adulti (n./1.000 m2)
Adulti (n./1.000 m2)
200
150
100
50
0
Mag.
Giu.
Lug.
Ago.
500
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
Feb. Mar.
Apr.
Mag.
Giu.
Lug.
79
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Monitoraggio regionale
GRAFICO 2 - CATTURE SETTIMANALI MEDIE IN PIENO CAMPO E IN SERRA
AD ALBENGA (SV) NEL 2010
Pieno campo
400
347,75 357,5
300
272,25
250
131
200
130,75
150
100
50
319,9
350
92,5
85
24,75
Adulti/trappola (n.)
350
Adulti/trappola (n.)
Serra
400
276,3
300
250
200,2
200
150
352,8
158,1
135,0
100
50 12,9
0
0
Giu.
Lug.
Ago.
Mag.
Giu.
Lug.
periodo estivo o disinfestare il terreno con
nei terreni incolti e secchi e lungo i muri delle
prodotti idonei;
stradine interpoderali. In alcune aziende sono
• effettuare rotazioni con colture differenti dalstati fatti lanci di Macrolophus caliginosus, ma
le solanacee;
con risultati non molto soddisfacenti.
• eliminare tempestivamente le foglie attaccaINCIDENZA DEI COSTI
te su piante giovani, in modo da interrompere
DELLA DIFESA
il ciclo dell’insetto.
Mezzi fisici. L’applicazione di reti anti-insetLe aziende orticole liguri hanno dovuto metto alle aperture laterali e di accesso alle serre
tere in atto tutti i mezzi e gli strumenti sopra
(porte) con maglie di almeno 9 × 6 fili/cm² si
indicati per contrastare efficacemente le infeè rivelata molto utile per ostacolare l’ingresso
stazioni di T. absoluta. Ciò ha comportato un
di adulti dall’esterno. Occorre però consideraaumento dei costi di gestione aziendale per
re che l’utilizzo di reti a maglia fine può prol’acquisto e l’installazione delle barriere fisiche
vocare nei mesi estivi pericolosi innalzamenti
(reti anti-insetto e doppie porte) alle serre e dei
della temperatura.
mezzi chimici, biologici e biotecnici (formulaMezzi biologici. Nei territori di origine di
ti registrati per l’impiego contro il parassita,
T. absoluta sono presenti diversi nemici natrappole a feromone sessuale, insetti ausiliari,
turali, tra i quali i
ecc.). L’incidenza dei costi è risulmiridi Macrolophus
tata correlata anche al tipo di colColtura di pomodoro compromessa
dalla T. absoluta
caliginosus e Nesitura e all’intensità degli attacchi.
(Foto Coop. Riviera dei fiori, Imperia)
diocoris tenuis. In
Mediamente in Liguria vengono
Liguria questi preeffettuati circa 11 trattamenti/cidatori sono stati inclo colturale: utilizzando 100-150
dividuati nel periodo
litri di soluzione/1.000 m² di coltuprimaverile-estivo
ra (in rapporto allo stadio vegetatisu piante di Inula vivo della coltivazione) ne deriva un
scosa, pianta sponcosto medio complessivo di circa
tanea molto comune
200-250 euro/ciclo colturale. •••
80
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Lombardia
di Beniamino Cavagna,
Mariangela Ciampitti
coltiva pomodoro da mensa in coltura protetta, che ha dovuto contrastare una importante infestazione, presumibilmente riconducibile a partite di pomodoro provenienti dal Sud
Italia.
Il Servizio fitosanitario ha, inoltre, predisposto una scheda divulgativa del nuovo parassita, per far conoscere a tecnici e produttori
la problematica e sensibilizzarli sui possibili
danni della sua proliferazione.
IL MONITORAGGIO
(Foto Sfr Lombardia)
In Lombardia nell’estate 2009 il Servizio fitosanitario ha collocato in 14 siti trappole a feromone del tipo a pagoda per verificare la presenza della tignola del pomodoro sul proprio
territorio, nonostante non vi fosse alcuna segnalazione di danno e nessun rinvenimento di
sintomi riconducibili all’insetto.
Tutte le trappole hanno catturato individui
di Tuta absoluta e in alcuni casi le catture
sono state anche consistenti; alle catture
non è mai stato associato il riscontro di sintomi significativi sulle piante.
Le principali associazioni di produttori sono
state avvisate del monitoraggio in corso e informate circa la potenziale pericolosità del
nuovo insetto. L’unica segnalazione di danni è arrivata da un’azienda del Lodigiano che
Nel 2010 il monitoraggio è stato condotto nelle
province di Mantova, Cremona, Pavia e Brescia.
Mantova
Il monitoraggio ha riguardato una azienda con
pomodoro in serra e quattro aziende con pomodoro in pieno campo per un totale di sette
località monitorate.
Pomodoro in serra. In serra, dove sono state
utilizzate trappole per la cattura massale, non
si è registrata alcuna cattura.
Pomodoro in pieno campo. In campo gli
adulti sono comparsi da inizio giugno, con
meno di 10 catture/trappola/settimana, fino
alla raccolta con valori che non hanno mai superato le 75 catture/trappola/settimana. Nessun sintomo è stato riscontrato né sulle foglie
né sulle bacche.
Cremona
A Cremona il monitoraggio di T. absoluta è
stato capillare e ha riguardato tre tipologie di
aziende produttrici: di piantine di pomodoro
da trapiantare, di pomodoro da mensa in serra e di pomodoro in pieno campo da industria.
81
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Monitoraggio regionale
Aziende vivaistiche. Interessante è il dato
che emerge dal controllo delle aziende che
producono piantine di pomodoro: sono state
monitorate 15 aziende in 7 località differenti.
Le catture, da 0 a 4 individui massimo, nell’intera stagione indicano la sostanziale assenza del fitofago in un ambiente (come quello
in cui si produce materiale di moltiplicazione) in cui la presenza di T. absoluta significherebbe un grosso rischio per la diffusione
dell’insetto.
Pomodoro in serra. Le aziende oggetto di indagine sono state due. Nella prima le catture
di T. absoluta durante tutta la stagione sono
state esigue per un totale inferiore a 30 catture /trappola. Nella seconda azienda le catture sono state contenute nell’ordine di qualche
decina di adulti/trappola/settimana, mentre a
fine agosto sono salite a quasi 200/settimana
per le ultime tre settimane. Questa situazione
è presumibilmente attribuibile alla cessazione
della protezione fitosanitaria delle piante considerate ormai a fine ciclo.
Pomodoro in pieno campo. Sono stati controllati 21 campi di pomodoro da industria in
sette aziende di località differenti. Le catture in tutti i casi sono state di poche unità per
trappola/settimana per tutto il mese di giugno,
mentre sono salite a qualche decina di adulti/
trappola/settimana in luglio, con un massimo
di 45. Non è mai stato riscontrato alcun sintomo sulle piante.
Pavia
Sono state monitorate tre aziende in tre differenti località utilizzando sei trappole a pagoda
e 6 per cattura massale.
Le catture si sono attestate per tutta la stagione su qualche decina di adulti/trappola/settimana, con un massimo di 80 adulti/trappola/
settimana. Non è mai stato riscontrato alcun
sintomo. A fine stagione, in un’azienda è stato rilevato un aumento di catture, fino a quasi
200/settimana, verosimilmente dovuto alla migrazione delle popolazioni di tignola dai campi
precoci a quelli tardivi attigui.
In un campo sono state messe a confronto le
due tipologie di trappole e i risultati indicano una minore efficienza, pari a circa il 25%
Foglie in fase di disseccamente in seguito
agli attacchi delle larve di T. absoluta
(Foto Santinelli)
in meno, per le trappole a cattura massale rispetto a quelle a pagoda. Data l’esiguità delle catture totali, che non arrivano a 200 catture/trappola/stagione, i due tipi di trappola
si possono considerare sostanzialmente equivalenti.
Brescia
Il monitoraggio è stato condotto in 4 aziende
situate in altrettante località della provincia di
Brescia, di cui 2 con coltura protetta destinata
al consumo fresco e 2 con coltivazione in pieno campo destinata alla trasformazione industriale. In tutte le aziende monitorate la coltura
di pomodoro era posta in avvicendamento.
Per il monitoraggio sono state utilizzate trappole a pagoda. T. absoluta è stata ritrovata in
tutte le stazioni monitorate.
Pomodoro in serra. In serra le catture sono
state molto esigue (massimo 20 individui nel
corso di tutta la stagione).
Pomodoro in pieno campo. In pieno campo
le catture sono state maggiori (con un massimo di quasi 400 catture complessive), ma anche in questo caso il mancato riscontro di danni fa ritenere che per il momento non vi sia
motivo di allarme.
Nel 2010 anche l’azienda del Lodigiano, che
aveva riscontrato problemi nel 2009, è riuscita agevolmente a contenere l’infestazione di
T. absoluta utilizzando un calendario di trattamenti prevalentemente con prodotti microbiologici.
•••
Si ringraziano per la collaborazione Mauro Agosti, Marco Avanzi,
Grazia Cesana, Claudio Favaro, Andrea Poggi, Pierluigi Ragazzi.
82
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Emilia-Romagna
di Massimo Bariselli, Valentino Testi
In Emilia-Romagna Tuta
absoluta ha mostrato la sua
elevata prolificità e capacità
di colonizzare nuovi territori
espandendosi nel giro di due
anni in tutti gli areali pomodoricoli della regione.
Nel maggio 2009, nelle vicinanze del Mercato ortofrutticolo di Bologna, c’è stata la prima segnalazione di T. absoluta,
in partite di pomodori freschi
provenienti dalla Sicilia.
trascorsa senza danni alla
produzione, anche se alla
fine del 2009 la specie è stata catturata, pur in esigua quantità, in buona parte delle aree investite a pomodoro.
Finalità del monitoraggio
nel 2010
Accertata la presenza del fitofago sul
territorio regionale, nel 2010 le trappole a feromoni sono state installate con i
Foro di entrata
seguenti obiettivi:
delle larve
• capire se ci sono popolazioni del geledi T. absoluta
chide che si possono considerare stansu bacca
di pomodoro
IL MONITORAGGIO
ziali perché in grado di superare i rigori
(Foto Pedretti)
In seguito a questo primo ritrovainvernali della Pianura Padana e di dare
mento nel 2009 è iniziato un moorigine a infestazioni precoci già a inizio
nitoraggio ufficiale nelle province a maggiore
stagione produttiva;
vocazione per la coltivazione del pomodoro,
• verificare se anche in Emilia-Romagna il porealizzato con ispezioni visive e con l’uso di
tenziale biologico di T. absoluta è tale da creaspecifiche trappole a feromoni sessuali.
re danni alle coltivazioni sia in pieno campo
Il monitoraggio si è concentrato soprattutto
sia in serra.
nei magazzini e negli stabilimenti di lavorazioPer questi motivi nel 2010 le trappole a ferone del pomodoro, nei mercati ortofrutticoli e
moni sono state installate al momento della
nei centri commerciali, ritenuti i più probabili
messa a dimora delle piantine di pomodoro,
punti di ingresso del gelechide nel territorio
indicativamente a fine aprile-primi di maggio,
regionale, nonché in campi di pomodoro da
cercando di coprire in modo uniforme le diindustria e in alcune coltivazioni di pomodoro
verse province e le aree produttive di pomosotto serra posti nelle loro vicinanze.
doro da industria e da mensa.
Come sono andate le catture nel 2010. Le
I primi adulti di T. absoluta sono stati catturaprime catture di T. absoluta si sono avute
ti proprio dalle trappole poste in prossimità
nella prima settimana di maggio, ma erano
di mercati ortofrutticoli e centri commerciapopolazioni di scarsa entità e il numero di
li nelle province di Parma, Piacenza e Forlìadulti catturato non superava, mediamente,
Cesena a conferma del fatto che il fitofago si
1 unità/trappola/settimana.
diffonde principalmente attraverso la comIl volo, pur mantenendosi molto basso, è legmercializzazione di bacche infestate. Da quei
germente aumentato in giugno, con una mefocolai iniziali sono partite le prime infestadia di 2-3 individui catturati per trappola/setzioni in pieno campo e in serra. L’annata è
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Monitoraggio regionale
timana, ma solo dalla seconda metà di luglio
e fino alla prima metà di settembre le catture
sono cresciute raggiungendo picchi di 100-150
adulti/ trappola/settimana.
Nella seconda metà di settembre, in coincidenza con la fine della raccolta del pomodoro da
industria, in alcune aree si è registrato un calo
del volo, mentre in altre si è mantenuto alto
(grafico 1). Il totale delle catture rilevate nelle
diverse stazioni di monitoraggio non si è differenziato nei due anni.
Per avere una corretta valutazione del danno,
a partire dall’inizio delle catture è stato eseguito un monitoraggio della coltura mediante il controllo di 100 piante di pomodoro da
industria.
Anche nel momento in cui le catture sono aumentate maggiormente (luglio e agosto) e anche sulle varietà più tardive non sono mai stati
riscontrati danni visibili su foglie e bacche.
In pieno campo le popolazioni crescono molto lentamente e arrivano a essere abbastanza
consistenti soltanto a fine stagione,
senza arrecare danni alla vegetazione e alle bacche.
Diverso è il discorso in serra,
dove le temperature già a primavera sono più favorevoli e le po-
Adulti/trappola (n.)
GRAFICO 1 - CATTURE MEDIE DI ADULTI
CON TRAPPOLE A FERMONI NEL 2010
200
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
26 10 24 7 21 5 19 2 16 30 13 27
Lug.
Apr. Mag. Giu.
Modena e Bologna
Piacenza
Ago.
Set.
Parma
Reggio Emilia
polazioni di T. absoluta crescono abbastanza
velocemente riuscendo già in luglio a creare
dei danni. Una volta insediatasi negli impianti,
T. absoluta diventa immediatamente un rischio
e, per preservare la produzione, sono necessari trattamenti insetticidi.
VALUTAZIONE DEI DANNI
Danni significativi sono stati osservati solamente in coltivazioni di pomodoro da
mensa in serra. Infatti nelle serre nelle quali
la presenza di T. absoluta è stata tempestivamente accertata, la difesa ha permesso la coltivazione del pomodoro senza particolari difficoltà. Al contrario, quando, per mancanza
di informazioni, l’agricoltore si è accorto tardi
dell’attacco è stato quasi impossibile contenerne la dannosità.
QUANDO SERVE INTERVENIRE
In Emilia-Romagna, con gli attuali livelli di popolazione non sono giustificati interventi specifici, nonché modifiche alle linee di
difesa previste nei
Disciplinari di produzione integrata.
In pieno campo i
normali interventi insetticidi per il
Larva di T. absoluta che
«mina» una foglia di
contenimento della
pomodoro (Foto Finocchiaro)
nottua gialla (Helicoverpa armigera)
risultano sufficienti se perdurano gli attuali
livelli di infestazione. Trattandosi di una specie di nuova introduzione è comunque opportuno mantenere e intensificare il monitoraggio
sul territorio, in modo da seguirne la dinamica
di popolazione.
Appare necessaria un’opera di informazione
verso i produttori, che devono applicare le linee guida definite in ambito ministeriale e recepite dalla Regione Emilia-Romagna per il
controllo della T. absoluta consultabili agli indirizzi www.ermesagricoltura.it/Servizio-fito
sanitario/Avversita-delle-piante/Cerca-avver
sita-per-nome/Tignola-del-pomodoro e
www.stuard.it/consorziofitosanitario
•••
84
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Toscana
di Bruno Bagnoli, Elisabetta Rossi,
Agnese Tonola
GRAFICO 1 - CATTURE GIORNALIERE
AD ALBINIA (GROSSETO) NEL 2009
SU POMODORO DA INDUSTRIA ESENTE
DA TRATTAMENTI
40
35
Adulti/trappola (n.)
In Toscana Tuta absoluta è stata quasi contemporaneamente rinvenuta sia in Versilia che nel
litorale Grossetano dai primi mesi del 2009. La
segnalazione ufficiale da parte del Servizio fitosanitario regionale (Arpat) risale a maggio
2009 e si riferisce a una coltivazione in serra
della Versilia. È tuttavia probabile che anche in
Toscana, come in altre regioni italiane, la specie
sia stata accidentalmente introdotta almeno fin
dall’anno precedente e che la rapidissima diffusione sia stata favorita dalla commercializzazione del pomodoro fresco che ha trovato nei
mercati ortofrutticoli i principali siti di ingresso
e di diffusione nel territorio regionale.
La specie è risultata assai più temibile in serra che pieno campo, dove le misure fitosanitarie standard, messe in atto in particolare per
il controllo di Helicoverpa armigera (Hübner)
e Spodoptera littoralis (Boisduval), sono apparse in grado di controllare in maniera sufficiente le popolazioni e gli attacchi del nuovo fitofago.
30
25
20
15
10
5
0
23 26 29 2
5 8 11 14 17 20 23 26 29
Giu.
Lug.
I DANNI RISCONTRATI
Trappole a feromone per il monitoraggio
di T. absoluta (Foto Bagnoli)
Per diversi motivi, in gran parte riconducibili alla mancanza di esperienza nella gestione
della difesa dagli attacchi di T. absoluta, nel
2009 in generale si sono riscontrate perdite
di produzione molto più elevate di quanto registrato nel 2010.
In effetti nelle coltivazioni di serra, sia in Versilia sia in Val di Cornia (Livorno), nel 2009 si
sono avuti danni che hanno causato perdite
del 30-40%, e in certi casi fino all’80%, del prodotto finale e delle piante.
Per quanto riguarda il pieno campo, almeno
nell’area di Albinia, si è invece riscontrata nel
biennio un’incidenza del gelechide pressoché
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Monitoraggio regionale
GRAFICO 2 - CATTURE GIORNALIERE
AD ALBINIA (GROSSETO) NEL 2010
SU POMODORO DA INDUSTRIA ESENTE
DA TRATTAMENTI
Mine fogliari
di T. absoluta
su pomodoro
(Foto Bagnoli)
160
Adulti/trappola (n.)
140
120
IL MONITORAGGIO
100
80
60
40
20
0
Mag.
Giu.
Lug.
invertita, con livelli di infestazione e di danni
modestissimi nel 2009 e dell’ordine del 10-20%
nel 2010. Una situazione simile si è verificata in
una coltivazione biologica di pieno campo nella zona di Cecina (Livorno), dove l’infestazione
da T. absoluta è stata ben controllata nel 2009 e
ha invece causato ingenti perdite nel 2010.
Nelle serre di alcuni distretti produttivi, a seguito dei danni subiti nell’anno precedente,
nel 2010 sono state messe in atto linee di difesa fitosanitaria assai pesanti, con un carico di
interventi insetticidi più che triplicato rispetto agli anni precedenti. In alcune situazioni,
il timore nei confronti del fitofago ha portato
all’adozione di piani d’intervento esageratamente prudenziali articolati sull’applicazione
di miscele insetticide ogni 7-10 giorni, dai primi di maggio a fine luglio.
Al momento non risulta siano andate soggette
a significativi attacchi di T. absoluta altre colture potenzialmente ospiti, come melanzana,
peperone, fagiolino. Frequente è stato, invece, il ritrovamento della specie su solanacee
spontanee (Solanum nigrum in primo luogo)
piante la cui presenza va certamente evitata
nelle vicinanze delle coltivazioni.
Le trappole innescate con il feromone specifico di T. absoluta si sono dimostrate un utile
strumento di monitoraggio della popolazione
adulta. Tuttavia la relazione fra consistenza e
andamento delle catture di popolazione larvale è apparsa estremamente variabile e poco affidabile anche in ordine al posizionamento dei
trattamenti per la cui correttezza è preferibile
fare riferimento ai primi sintomi di attacco. Ad
Albinia, in un appezzamento di pomodoro da
industria (esente da trattamenti insetticidi), il
numero di catture giornaliere di maschi di T.
absoluta con trappola a feromoni è variato da
3 a 36 nel periodo fine giugno-fine luglio 2009
e da 0 a 136 nel periodo intercorso da primi di
maggio-primi di luglio 2010.
Risultando ormai evidente l’impossibilità, sia
a livello regionale che nazionale, di perseguire
l’eradicazione di Tuta, il controllo fitosanitario
della specie non può che essere ottenuto con
strategie di produzione e protezione integrata. Allo scopo, parallelamente a un’attività di
monitoraggio della tignola sul territorio, quattro aree di ricerca appaiono di fondamentale
importanza: bio-etologia sulle diverse colture;
ruolo e gestione delle piante ospiti spontanee;
controllo biologico naturale; controllo biotecnologico con semiochimici.
Il metodo della confusione sessuale si profila
assai promettente, in particolare per ridurre i
trattamenti in coltivazioni in serra e per attua•••
re un maggiore controllo biologico.
Si ringraziano per le informazioni fornite: Claudio Carrai (Arsia,
Regione Toscana), Massimo Gragnani (Cia, Lucca), Paolo
Granchi (Cooperativa agricola Terre dell’Etruria, Donoratico
- Livorno), Marco Innocenti (Syngenta Crop Protection), Claudio
Pennucci (Conserve Italia) e Stefano Simoncini (Arpat, Settore
controlli fitosanitari).
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Umbria
di Claudia Santinelli
In Umbria i primi riscontri di Tuta absoluta
su pomodoro si sono avuti in pieno campo
nella campagna 2009 e ne è stata data comunicazione al Mipaaf nel luglio 2009.
IL MONITORAGGIO
(erba morella). Probabilmente la non corrispondenza tra catture e danni è da attribuire
agli sbalzi termici registrati dalla tarda primavera alla fine dell’estate. In molte aziende con
pomodoro da mensa sono stati effettuati trattamenti chimici, con agrofarmaci autorizzati
sulla base dei dati di cattura delle trappole a
feromone nel periodo in cui la popolazione era
in fase crescente.
Le catture nel 2010 in serra. Nel 2010, una
rilevante presenza di T. absoluta è stata riscontrata su pomodoro in serra, con danni dell’80-90%. In questi casi sono state prontamente installate trappole
a cattura massale con olio e consigliati trattamenti insetticidi. Si è provveduto inoltre a installare reti anti-insetto per impedire le reinfestazioni.
Alcuni coltivatori sono stati invitati a considere la possibilità di effettuare rotazioni in serra con colture
non ospiti, oltre alla disinfestazione del terreno con mezzi fisici o
chimici. I residui delle colture
colpite sono stati bruciati o interrati.
Il Servizio fitosanitario regionale ha provveduto a installare trappole a feromone per il
monitoraggio dei voli di T. absoluta nel 2009
e nel 2010, con un numero maggiore di stazioni di rilevamento. Il monitoraggio
ha interessato la provincia di Perugia e
i comuni di Marsciano, Panicale, Deruta,
Torgiano, Bastia, Assisi, Cannara,
Bevagna, Castiglione del Lago, Bettona, Tuoro sul Trasimeno e Città di
Castello.
Primi risultati nel 2009. Nel corso del 2009, caratterizzato da un
andamento climatico piovoso
nel periodo primaverile-estivo, è stata rilevata un’elevata
presenza di adulti di tignola
(250-300 catture/settimana)
a cui non faceva però seguito un’altrettanta elevata presenza di sintomi di attacchi
sulle piante.
Le catture nel 2010 in pieno campo. Nel 2010 sono state installate trappole anche su
peperone e tabacco, ma anche
Nel 2010 fino
in questo caso alle elevate catall’80-90%
del pomodoro in serra
ture non corrispondevano sinè risultato
tomi sulle foglie, sebbene nei
danneggiato
campi di peperone T. absoluta
dalle larve
di T. absoluta
risultasse comunque presente
(Foto Santinelli)
sull’infestante Solanum nigrum
LINEE GUIDA DI DIFESA
Il Servizio fitosanitario locale ha
predisposto una scheda tecnica
con le indicazioni delle misure fitosanitarie da adottare per contrastare tale insetto e con l’elenco
delle sostanze attive autorizzate,
specificandone i possibili abbinamenti con oli vegetali, le cadenze
dei trattamenti e i relativi tempi di
carenza.
•••
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Lazio
di Stefano Speranza, Andrea Sintini
Nel Lazio Tuta absoluta ha quasi completamente infestato i territori agricoli vocati per
la produzione sia di pomodoro di pieno campo sia di quello in serra.
Il primo rinvenimento ufficiale del lepidottero è stato segnalato a marzo 2009, dapprima su basi sintomatologiche, per la presenza
di mine fogliari, e poi per determinazione tassonomica con controllo delle armature genitali maschili. Le coltivazioni soggette a questa
prima infestazione ricadevano nei territori di
produzione in serra di pomodoro e di melanzana delle zone del centro e basso Lazio.
Le serre in questione presentavano una peculiarità in comune: le date di trapianto erano concentrate nel periodo compreso tra dicembre 2008 e gennaio 2009; ciò fa ipotizzare,
visti i dati sintomatologici rilevati e quelli ri-
Nel Lazio le infestazioni
di T. absoluta si ipotizza siano iniziate
alla fine del 2008 (Foto Finocchiaro)
portati in bibliografia sulla biologia dell’insetto, un arrivo nei territori della regione
verso la fine del 2008. I gestori delle aziende
fortemente infestate hanno preliminarmente
attribuito il danno a ditteri agromizidi fillominatori e gestito questa problematica con
sostanze attive insetticide contro tali parassiti. Successivamente sono stati attivati i ricercatori dell’Università della Tuscia per una
determinazione corretta del fitofago; gli stessi, una volta effettuato il riconoscimento tassonomico, hanno coinvolto i tecnici del Servizio fitosanitario del Lazio per una possibile
gestione a norma di legge.
PRIMO RINVENIMENTO SU OSPITI
SECONDARI
Durante la prima metà di settembre 2009 in
due serre del litorale sud del Lazio sono state riscontrate mine fogliari anomale per la
coltivazione del fagiolino. Le piante, seminate durante luglio-agosto, presentavano i tipici sintomi degli attacchi di T. absoluta ma,
non essendo questa famiglia vegetale inserita
tra gli ospiti del lepidottero, si è voluto procedere alla sua determinazione tassonomica.
Le percentuali di piante infestate, rilevate nelle due aziende, risultavano del 24 e del 66%.
Anche in questo caso il controllo degli insetti
ha permesso l’identificazione della T. absoluta. È da notare che le serre in questione erano
state precedentemente coltivate a pomodoro
da mensa e fortemente infestate dal fitofago.
Questo nuovo attacco è andato a integrare la
prima segnalazione di infestazione su fagiolino come ospite accidentale, riscontrata in Sicilia. Questo dato, inoltre, ha permesso di allargare il numero dei reali e potenziali ospiti
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Durante il 2009, in serre per la produzione di
pomodoro da mensa, sono stati rilevati danni variabili, con un massimo del 100% della
produzione persa. Questo dato, in prima approssimazione, sembra essere diminuito durante il 2010, per una migliore preparazione degli operatori agricoli nell’affrontare il
problema.
Adulto
di T. absoluta
(Foto Troisi)
IL MONITORAGGIO
vegetali, anche se le solanacee, sia spontanee
che coltivate, restano gli ospiti principali.
Il risultato di queste ultime osservazioni
deve, obbligatoriamente, mettere in guardia
gli operatori agricoli durante le fasi di programmazione colturale delle serre, per cercare di interrompere il continuum vegetale
di alimentazione del fitofago inserendo, tra
le colture appetite, specie vegetali non ospiti. I dati, infatti, mostrano l’assenza di periodi di stasi, per svernamento, in quelle serre
(nel caso del Lazio) in cui è sempre disponibile l’alimento e dove le temperature risultano più miti.
ATTUALE DISTRIBUZIONE
E VALUTAZIONE DEI DANNI
La diffusione dell’insetto ha ormai raggiunto
tutte le zone, principalmente del litorale (province di Viterbo, Roma e Latina), vocate per la
produzione, sia in serra sia in piano campo, di
pomodoro e secondariamente di melanzana.
Larva
di T. absoluta
(Foto Troisi)
A oggi non sono stati svolti monitoraggi
dei livelli di infestazione e relative perdite
di produzione per il pomodoro in pieno campo, anche se monitoraggi puntiformi svolti dai ricercatori dell’Università della Tuscia
durante il 2009 hanno permesso di rilevare
infestazioni fogliari in pieno campo che si
avvicinano al 90%.
LINEE GUIDA DI DIFESA
I livelli di infestazione rilevati giustificano, in
particolare in coltura protetta, l’attivazione di
strategie di contenimento del fitofago. L’alto
rischio di perdite di produzione anche consistenti, con relativi danni economici per la realtà produttiva delle solanacee fuori stagione, ha
determinato un cambiamento nelle normali linee di gestione dei fitofagi da parte degli agricoltori specializzati.
L’azione dei tecnici del territorio, con l’ausilio di ricercatori e tecnici delle istituzioni
regionali, sta permettendo la gestione della
fase di emergenza (primo periodo di arrivo
del nuovo fitofago) dovuta alle infestazioni di
questo lepidottero. Le carenze di informazioni territoriali sulla biologia e sulla dinamica
delle generazioni non permettono ancora una
definitiva linea guida per il contenimento della specie.
Restano auspicabili, in quanto finora assenti
sul territorio regionale, studi sulla presenza di
eventuali insetti utili, come già evidenziato in
ambito internazionale, e di strategie di contenimento a basso impatto ambientale, per essere di ausilio anche a tutte quelle aziende agricole con produzioni certificate biologiche che
tuttora non possono efficacemente affrontare
•••
questa nuova problematica.
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Abruzzo
di Domenico D’Ascenzo
In Abruzzo ormai da qualche anno Tuta absoluta è considerata un’avversità entomologica chiave per questa coltura, sia in pieno
campo sia in ambiente protetto.
IL MONITORAGGIO
A seguito delle gravi infestazioni verificatesi nelle regioni del versante tirrenico e delle
raccomandazioni Eppo (European plant protection organization), il Servizio fitosanitario regionale ha avviato, all’inizio dell’estate
2009, uno specifico monitoraggio, a mezzo di
trappole sessuali a feromone, nelle aree maggiormente interessate dalla coltivazione del
pomodoro. L’insetto è stato immediatamente
rinvenuto in tutta la regione, sia in pieno campo e in serra, ma con una densità di popolazione non particolarmente elevata, che non ha
mai superato le 150 catture per trappola/settimana e non ha mai prodotto danni.
Come sono andate le catture nel 2010
Nel 2010 si è proceduto a un monitoraggio
molto più capillare al fine di ricostruire la dinamica di popolazione dell’insetto, estendendo le osservazioni anche ad altre colture molto
diffuse nella regione, quali melanzana, fagiolo
e fagiolino.
L’indagine è stata estesa anche all’area di scarico del Mercato ortofrutticolo regionale dove,
già da febbraio, le trappole a feromone avevano evidenziato la presenza di T. absoluta. Al
momento la specie risulta diffusa in tutta la
regione con omogenea densità di popolazione e sembra interessare solo la coltura di pomodoro.
Sempre nel 2010, i primi rinvenimenti si sono
avuti in una serra riscaldata di pomodoro da
mensa in fase di fioritura, in agro di Miglia-
90
nico (Chieti), tra fine febbraio e primi di marzo, con un’incidenza di danno dell’85% delle
piante e di 5-6 foglie attaccate/pianta. È interessante notare che nella stessa zona e periodo, pomodori appartenenti alla stessa varietà,
ma coltivati in serra fredda, non mostravano
alcun attacco.
Che l’insetto sia fortemente condizionato dal
clima, e in particolare dalla temperatura, risulta evidente anche dall’andamento delle catture in pieno campo (grafico 1). Il mese di maggio è stato caratterizzato da elevata piovosità
e temperature basse, che nei primi 20 giorni
del mese si sono attestate intorno ai 19,6 °C
(temperature massime). In questo stesso periodo le catture sono risultate anch’esse modeste, non superando mai le 100 unità/settimana, e non si sono riscontrati danni alla coltura.
Solo nell’ultima settimana del mese, quando la
media delle temperature massime ha raggiun-
Crisalide di T. absoluta
(Foto Troisi)
© 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.
GRAFICO 1 - CATTURE SETTIMANALI
DI ADULTI A ROSETO DEGLI ABRUZZI
(TE) NEL 2010
300
Adulti/trappola (n.)
250
200
150
100
50
0
4 1118 25 1 8 15 2229 6 13 20 27 3 10 17 24 31
Mag.
Giu.
Lug.
Ago.
raccolta. Queste osservazioni lasciano ipotizzare che la dannosità dell’insetto è influenzata anche dalla cultivar e dal portamento delle piante.
Situazione in serra su pomodoro da mensa. In
coltivazione protetta l’insetto ha mostrato la
sua massima virulenza. Durante tutto il ciclo
di coltivazione (marzo-agosto) la densità di
popolazione si è mantenuta infatti costantemente elevata (nelle trappole a cattura massale si
sono rinvenuti più di 200
individui ogni 2 giorni) e i
danni sono stati considerevoli, con perdite medie
di produzione del 40-50%,
a causa sia dei danni diretti sia per lo sviluppo di
patogeni secondari.
to valori di circa 26 °C, si sono
LINEE GUIDA
DI DIFESA
registrati sensibili incrementi di
Gli agricoltori, anche a
catture.
seguito della campagna
La dinamica dell’insetto ha,
informativa messa in atto
quindi, per tutto l’anno seguito
dal Servizio fitosanitario
l’andamento delle temperature
regionale, hanno percee, in generale, è possibile afferpito la gravità e la perimare che le più intense presenze
colosità dell’insetto, come i maggiori danni si sono veribattendolo con strategie
ficati dall’11 al 24 luglio, perioTrappola sessuale a feromoni
per il monitoraggio di T. absoluta
di lotta per lo più di tipo
do in cui le temperature massi(Foto Troisi)
chimico. Mediamente in
me sono risultate sempre al di
pieno campo durante l’insopra dei 30 °C, con punte fino
tero ciclo (maggio-agosto) sono stati effettuati
a 35 °C, e dal 25 agosto ai primi di settembre,
6 interventi specifici.
anche in questo caso per le temperature parIn serra, invece, sono stati effettuati interventi
ticolarmente elevate.
Situazione in pieno campo su pomodoro da
settimanali o, nei periodi più critici, bisettimaindustria. In pieno campo e su pomodoro da
nali, privilegiando sostanze attive a più basso
industria, i danni si sono evidenziati esclusiperiodo di carenza per gli interventi in prosvamente a carico delle foglie con le classiche
simità della raccolta.
mine; nessun danno è stato lamentato alla racAllo stato attuale non sono state effettuate oscolta (10-25 agosto), a carico delle bacche.
servazioni sulla presenza di predatori e parasSituazione in pieno campo su pomodoro da
sitoidi.
mensa. Sempre in pieno campo, invece, sulle
In conclusione, T. absoluta ha determinato un
coltivazioni da mensa i danni sono stati consisignificativo cambiamento nelle linee di difesa
stenti, sia sulle foglie che sulle bacche a partire
di questa coltura dai parassiti animali, finora
dalla seconda settimana di luglio, con attacchi
indirizzata principalmente al controllo di afidi
sulle foglie più giovani e sui frutti prossimi alla
•••
e nottue.
91
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Campania
di Giuseppe Pesapane, Raffaele Griffo
In Campania Tuta absoluta è stata segnalata per la prima volta a fine autunno 2008
in diversi areali della provincia di Napoli.
La quasi contemporanea segnalazione in più
punti lascia presupporre che il parassita fosse già presente da qualche tempo, ma che la
sua presenza fosse stata sempre confusa con
altri fitofagi dalla sintomatologia simile (ditteri agromizidi).
Con i trapianti in serra del 2009 per il ciclo
vernino-primaverile del pomodoro, si sono
avute le prime manifestazioni in molti altri
contesti geografici della regione (Agro aversano, litorale domizio, Agro acerrano-nolano,
Agro nocerino-sarnese, Piana del Sele).
Nel corso del 2009 si sono riscontrati notevoli danni sia alle coltivazioni in serra sia alle
colture in pieno campo di pomodoro, specialmente quelle caratterizzate da un ciclo produttivo molto lungo che copre l’intera estate
(come il pomodoro San Marzano e i pomodorini di collina in asciutta).
AZIONI INTRAPRESE IN CAMPANIA
Il Servizio fitosanitario regionale campano si è
prontamente attivato per predisporre al contempo un piano di controllo nelle aziende vivaistiche, per garantire la sanità dei materiali
di propagazione prodotti, e un piano di informazione rivolto agli agricoltori per fornire
loro le più corrette indicazioni tecnico-agronomiche per prevenire e limitare la diffusione
del temibile insetto.
Nel marzo 2009 è stato organizzato uno specifico seminario per i tecnici regionali e a giugno è stata realizzata una nota informativa
corredata di numerose immagini per il riconoscimento dei sintomi. In autunno un gruppo
Pomodoro danneggiato dalle larve di T. absoluta
di lavoro regionale ha predisposto un manifesto contenente le principali regole da seguire
per il controllo di T. absoluta.
Nel corso dell’anno sono stati segnalati anche
danni occasionali su coltivazioni di melanzana
e su alcune cultivar locali di peperone.
L’Assessorato regionale, per dare ulteriori risposte agli operatori agricoli, ha affidato all’Unità di ricerca per le colture alternative al tabacco del Cra (Consiglio per la
ricerca e la sperimentazione in agricoltura) di Scafati (Salerno) una sperimentazione mirante a individuare le migliori strategie per il controllo ecosostenibile del
parassita, che è partita all’inizio del 2010.
IL MONITORAGGIO
La campagna 2010 si è aperta con una maggiore consapevolezza della problematica da
parte di tutti gli attori della filiera e con la
possibilità di utilizzare un maggior numero
di insetticidi autorizzati contro il fitofago in
questione sulle principali solanacee sensibili
(pomodoro, melanzana, peperone).
92
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Adulti/trappola (n.)
GRAFICO 1 - CATTURE SETTIMANALI DI MASCHI CON TRAPPOLE A FEROMONI
NELLA PIANA DEL SELE (SA) NEL 2010
500
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
Feb.
Mar.
Apr.
Mag.
Giu.
Lug.
Ago.
Set.
Medie di 8 trappole a feromone.
Nella regione sono state installate diverse stazioni di osservazione con trappole ad acqua,
attivate con feromoni, predisposte sia dagli
Uffici regionali che dal Cra-Cat (Unità di ricerca per le colture alternative al tabacco),
che hanno permesso di osservare nella prima
metà dell’anno un andamento di T. absoluta
piuttosto anomalo: infatti a un elevato numero di catture settimanali non è corrisposto un
danno riscontrabile sulla coltura. Nella Piana
del Sele in provincia di Salerno (area da cui
proviene la maggiore produzione del pomodoro campano) sono state attivate otto stazioni di
osservazione, dove settimanalmente venivano
rilevati i dati delle catture degli adulti.
Le medie delle catture delle otto stazioni sono
riportate nel grafico 1.
La ridotta incidenza di danni alle coltivazioni,
in controtendenza rispetto al 2009, non sembra, da una prima analisi, da mettere in relazione con l’andamento climatico della prima
parte dell’anno, in quanto non è stato apprezzabilmente più freddo di quello che l’ha preceduto.
Meno danni nel 2010
La minore incidenza di danni riscontrati sulle colture nei diversi contesti produttivi della
Campania nel corso del 2010 si ritiene possa
essere attribuita a una serie di fattori diversi:
• maggiore conoscenza dell’insetto da parte
degli agricoltori e quindi un uso più razionale
degli agrofarmaci a disposizione;
• applicazione di buone pratiche agronomiche;
• probabile azione di antagonisti naturali.
Interessanti indicazioni sono emerse da alcune
prove condotte dai Servizi di sviluppo agricolo
che hanno mostrato l’utilità di inserire all’interno di una strategia integrata di difesa anche
formulati a base di Bacillus thuringiensis var.
kurstaki e insetti utili predatori, quali Macrolophus caliginosus e Nesidiocoris tenuis.
Nel corso dell’anno sono stati segnalati anche danni occasionali alle coltivazioni di fagiolino.
LINEE GUIDA DI DIFESA
Da tutte le osservazioni condotte nel corso del
2010 è emerso che è fondamentale la corretta gestione delle serre in termini di isolamento con l’esterno (reti anti-insetto) e di pulizia
dalle erbe infestanti che possono ospitare il
parassita. Nelle coltivazioni in pieno campo è
necessario mantenere sempre la popolazione
a bassi livelli di presenza e pertanto i trattamenti insetticidi vanno programmati già alla
comparsa delle prime mine sulle piante. •••
93
© 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.
Basilicata
di Tonia Colella, Arturo Caponero
In Basilicata la presenza dell’insetto è stata
accertata nel luglio del 2009 in rapida successione su pomodoro coltivato in serra del
Metapontino e del Lavellese (Banzi, Potenza).
Considerando la biologia dell’insetto e la sua
capacità di arrecare notevoli danni in serra,
sebbene nelle fasi iniziali i sintomi dell’attività larvale possano essere confusi con quelli di
liriomiza (Liriomyza spp.), è improbabile che
individui di T. absoluta siano giunti e si siano
insediati in Basilicata prima della primavera
del 2009, con l’eccezione dell’area costiera tirrenica (Maratea, Potenza) dove già nel 2008
erano stati osservati danni riconducibili a infestazione di T. absoluta senza però identificare l’insetto.
IL MONITORAGGIO
Successivamente alle prime segnalazioni,
l’Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in
agricoltura ha predisposto una rete di monitoraggio mediante trappole innescate con lo
specifico feromone per la cattura dei maschi
e l’osservazione diretta di sintomi su campi
coltivati e piante spontanee nelle tre principali
aree della Basilicata interessate dalla coltivazione del pomodoro:
• il Metapontino, nel quale si concentra la
maggiore produzione di pomodoro e, più in
generale, di solanacee in serra;
• la Valle del Mercure, nel Parco nazionale
del Pollino, con produzioni ortive tipiche di
pieno campo;
• il Lavellese, specializzato nella coltivazione
estensiva del pomodoro da industria con prevalenza delle varietà da pelati (grafici 1 e 2).
Nell’anno successivo, la rete è stata estesa ad
altre aree lucane di coltivazione di solanacee
Trappola a feromoni per il monitoraggio
di T. absoluta
(Foto Servizio difesa integrata, Alsia, Regione Basilicata)
in pieno campo e in serra, sia per individuare
precocemente la presenza dell’insetto sia per
raccogliere dati biologici ed epidemiologici.
Sono state attivate, inoltre, azioni divulgative
e informative per i coltivatori e avviate sperimentazioni di campo per la difesa integrata
da T. absoluta.
Colonizzazione. In generale, T. absoluta ha
confermato una grande capacità di spostamento e colonizzazione del territorio. Infatti,
mentre fino alla primavera del 2009 erano stati catturati individui solo nelle 2 aree costiere (Tirrenica e Jonica) e nel Lavellese, a fine
estate 2010 l’insetto risultava presente anche
nelle zone collinari e montane, fino ad altezze di 600-700 m slm, sebbene con un numero
di individui piuttosto basso rispetto alle aree
più calde.
Inoltre, mentre nel Metapontino si sono registrate catture durante tutto l’anno, nelle aree
interne le prime catture sono state osservate
solo in piena primavera o in estate.
Piante ospiti. L’insetto è stato osservato principalmente su pomodoro, ma anche su melanzana e peperone, oltre che su specie spontanee
94
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(Solanum niger, Solanum spp., Malva campestris, ecc.) presenti nei pressi dei campi infestati o lungo i canali irrigui. Su pomodoro le
infestazioni larvali hanno interessato sempre
le parti verdi (soprattutto foglie giovani e germogli) e spesso i frutti. Da osservazioni fatte
in serre con la contemporanea presenza di più
varietà, sembra che la suscettibilità dei frutti
agli attacchi possa variare nelle diverse cultivar. Su melanzana e peperone non sono mai
state osservate mine sui frutti e i danni fogliari
sono sempre stati notevolmente più contenuti
rispetto al pomodoro.
Danni rilevati. Nel Metapontino l’insetto è in
grado di arrecare notevoli danni al pomodoro, sia in serra sia in pieno campo, rendendo
indispensabile il ricorso a interventi di difesa. È in serra, comunque, che l’insetto trova
l’habitat ideale per svilupparsi ed è in queste
condizioni che risulta particolarmente dannoso. Come in altre aree serricole italiane, strategie di controllo indiretto come la chiusura con
reti anti-insetto sono di fatto inapplicabili in
quanto le serre-tunnel subirebbero un eccessivo innalzamento del livello di umidità o per
le quali andrebbe predisposto un impianto di
ventilazione forzata.
La comparsa dell’insetto nell’estate 2009 nel
Lavellese su pomodoro da industria ha de-
stato preoccupazione in quanto la bassa redditività della coltura può rendere economicamente non conveniente l’adozione di
strategie di difesa utilizzate con successo
in serra.
Intensificato il monitoraggio nel 2010
Nel 2010, nel Lavellese, è stata intensificata la
rete di monitoraggio, che si è mantenuta attiva
già da marzo e sono state allestite prove sperimentali di efficacia e strategia per la difesa
integrata del pomodoro da T. absoluta.
Il feromone utilizzato per il monitoraggio ha
dimostrato una buona selettività (confermata
dalla determinazione specifica degli individui
catturati, tutti appartenenti alla stessa specie)
e forte capacità attrattiva per i maschi, provenienti anche da notevole distanza.
Nesidiocoris
tenuis,
antagonista
di T. absoluta
(Foto Servizio
difesa integrata,
Alsia, Regione
Basilicata)
GRAFICO 1 - CATTURE MEDIE IN PIENO CAMPO NEL PERIODO
SETTEMBRE 2009-SETTEMBRE 2010
350
Adulti/trappola (n.)
300
250
200
150
100
50
0
Set.
Ott.
2009
Nov.
Dic.
Gen.
Feb.
Mar.
Apr.
Mag.
Giu.
Lug.
Ago.
Set.
2010
95
© 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.
Monitoraggio regionale
aumento del numero di trattamenti durante il ciclo colturale, con un conseguente aumento dei costi di produzione
250
e dei residui chimici. La strategia prevalentemente adottata
200
è stata la «copertura» preventiva delle piantine trapiantate
150
in presenza di catture, ricorrendo alla somministrazione radicale di insetticidi. Suc100
cessivamente, con infestazioni
incipienti, si è intervenuto con
50
insetticidi possibilmente attivi
contro altri fitofagi contempo0
raneamente presenti (ad esempio tripidi, afidi, nottue, ecc.).
Marzo
Aprile Maggio Gugno
Luglio
Agosto Set.
Più semplice del previsto si è riRotonda
Gaudiano
Maratea
velata la difesa in pieno campo.
Villa d’Agri
Metaponto
Con l’eccezione delle aree costiere, dove il controllo ritardaLINEE GUIDA DI DIFESA
to e non adeguato delle infestazioni ha comMolto utile, per affrontare il nuovo insetto nei
portato anche la totale perdita del prodotto,
primi tempi, è stato il documento tecnico elanelle aree collinari e montane e nel Lavellese
borato dall’apposito gruppo di lavoro del Serl’insetto non ha mai raggiunto livelli di popovizio fitosanitario nazionale, sebbene alcune
lazione molto alti e durante il 2010 non sono
indicazioni siano successivamente state sustati osservati danni di particolare rilievo.
perate o si siano rivelate poco utili ai sistemi
È probabile, pertanto, che l’ordinaria gestiocolturali lucani. La cattura massale, ad esemne del controllo dei fitofagi sia sufficiente a dipio, non sembra dare risultati apprezzabili in
fendere adeguatamente il pomodoro anche da
strutture serricole non completamente chiuse,
T. absoluta, per lo meno con i livelli e le dinacome quelle tipiche del Metapontino.
miche di popolazione osservati nel biennio.
In serra, nelle aree dove l’insetto si è insediaDa segnalare, infine, l’osservazione in ambiento già nel 2009 (Metapontino e litorale tirrete metapontino di una significativa presenza
nico) il ricorso alla difesa diretta (con insetdi miridi antagonisti (Nesidiocoris tenuis e alticidi di sintesi e B. thuringiensis) è apparso
tri) soprattutto in piena estate, anche se nelindispensabile.
le condizioni di campo questi predatori non
Le aziende che hanno ritardato il controllo delriescono a contenere il fitofago a livelli di non
l’infestazione di T. absoluta hanno subìto dandannosità.
ni ingenti, fino alla totale distruzione del proOsservazioni preliminari, tuttavia, sembradotto, con risultati poco soddisfacenti anche
no indicare che la loro attività rende più lenricorrendo a ripetuti interventi chimici.
to l’insediamento del minatore sulle giovani
Il monitoraggio degli adulti con trappole
piante trapiantate a fine estate (fine agostosessuali e interventi precoci nelle fasi inizia•••
settembre).
li dell’infestazione hanno consentito di contenere i danni a livelli accettabili, soprattutSi ringraziano Marcella Illiano, Loredana Lanzellotti, Camilla
to sulle varietà meno suscettibili all’attacco
Nigro e Felice Vizzielli del Servizio di difesa integrata dell’Alsia
dei frutti. Si è reso tuttavia necessario un
per le informazioni fornite.
Adulti/trappola (n.)
GRAFICO 2 - CATTURE MEDIE NELLE AREE ORTICOLE
LUCANE PIÙ COLPITE
96
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Calabria
di Sabrina Blasco, Francesco Cufari,
Orlando Mario, Egidio Ranù, Pasquale
Figliuzzi, Giuseppe Scordovillo, Riccardo
Maccaferri, Pietro Perri, Pino Cipolla
La Calabria è stata la prima regione italiana
dove, nella primavera del 2008, in provincia di Cosenza, è stata riscontrata ufficialmente la presenza di Tuta absoluta.
IL MONITORAGGIO
Allo scopo di delimitare le aree infestate e il
livello di diffusione dell’insetto nel territorio
regionale è stato attuato un sistematico monitoraggio, a cura del Servizio fitosanitario regionale, consistente in ispezioni presso vivai,
garden, aziende di produzione in serra e in
pieno campo, strutture di lavorazione e trasformazione. I monitoraggi sono consistiti in
ispezioni visive e uso di specifiche trappole a
feromoni sessuali.
Dalle osservazioni effettuate nel corso del
2010, le prime mine con larve di I età si sono
riscontrate in serra all’inizio di marzo e già da
maggio si sono notati voli consistenti di adulti,
con presenza di tutti gli stadi di sviluppo, raggiungendo la massima espansione in giugno.
Le infestazioni sono state osservate sia nelle
colture di pomodoro da mensa in serra e pieno campo, sia in quelle da industria in pieno
campo. Nei territori di Soverato (Ionio catanzarese) e San Marco Argentano (Roggianese)
si sono avuti anche leggeri attacchi su melanzana in serra.
Meno danni nel 2010
Nel 2010, nelle zone in cui l’anno precedente
l’insetto aveva arrecato danni ingenti, non si
sono raggiunti gli stessi livelli di dannosità.
In generale il danno causato è stato molto variabile, dipendendo da numerosi fattori: tempestività delle azioni di lotta, presenza-assenza
(Foto Sfr Calabria)
di reti anti-insetto, grado di isolamento dell’azienda, fasi fenologiche, ecc.
Nei vivai non si è rilevata la presenza dell’insetto, tenuto sotto controllo con tempestivi
trattamenti. Al contrario, in campi di pomodoro a ciclo tardivo il danno è stato tale da portare all’espianto della coltura; in alcuni casi,
nonostante l’attacco abbia interessato l’intera
coltura si è comunque riusciti a ottenere una
certa produzione.
LINEE GUIDA DI DIFESA
Tutte le aziende interessate dagli attacchi di
T. absoluta hanno messo in atto interventi insetticidi, con singoli formulati o miscele di più
prodotti, con risultati più o meno efficaci.
Per l’ottenimento di materiale vivaistico sano,
devono essere attuate fin dall’inizio misure
igienico-sanitarie di carattere generale:
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(Foto Sfr Calabria)
Monitoraggio regionale
TABELLA 1 - RISULTATI
DEL MONITORAGGIO NEL 2010
Località
(n. aziende
monitorate)
Tipologia
Grado
danno
(%)
IONIO COSENTINO
Castroreggio (1)
Rocca Impersiale (5)
• eliminazione delle solanacee spontanee intorno e dentro le serre;
• scrupolosa eliminazione dei residui della coltivazione precedente;
• lavorazione e/o disinfestazione del terreno
attraverso la solarizzazione o l’uso di sostanze ad azione geodisinfestante;
• impiego di barriere fisiche nelle serre quali reti
a maglie strette (20 × 10 fili/cm2) e doppie porte.
Le piantine di pomodoro e delle altre solanacee sensibili agli attacchi di T. absoluta devono
essere adeguatamente protette anche durante
il trasporto e la messa a dimora.
Le ditte che coltivano o commercializzano
piante ospiti dell’insetto devono effettuare sistematici controlli fitosanitari per rilevare precocemente sintomi ascrivibili a T. absoluta. A
riguardo, oltre ai controlli visivi sulle piantine
deve essere installata almeno una trappola a
feromoni per ciascuna serra coltivata.
Impiego di trappole. L’impiego delle trappole
a feromoni, sia per il monitoraggio (trappole a
delta), sia per la cattura massale (trappole artigianali costituite da contenitori riempiti d’acqua con aggiunta di sapone o sostanze oleose), si è rivelato fondamentale per abbassare
il livello della popolazione dell’insetto nei vari
comprensori e stabilire il momento più opportuno per gli interventi di lotta. Anche l’utilizzo
delle trappole elettrofluorescenti, che catturano entrambi i sessi, è risultato uno strumento utile per contenere la T. absoluta.
Difesa chimica. La convenienza o meno degli interventi, la cadenza e il tipo di prodotto
utilizzato sono influenzati da numerosi fattori,
tra cui il livello di rischio stabilito in base a parametri ricavati da catture con trappole a feromoni, le ispezioni sulla coltura e l’eventuale
presenza di entomofauna utile.
Vivaio
0
Mensa in pieno campo
0
Mensa in serra
10
Mensa in serra
10
Cassano allo Ionio (1)
ROGGIANESE
Tarsia (2)
S. Marco Argentino (1)
Mensa in serra
10
Roggiano Gravina (2)
Mensa in serra
50
S. Marco Argentino (3)
Vivaio
0
Bisignano (4)
Vivaio
0
Luzzi (1)
Vivaio
0
Davoli (5)
Mensa-industria
in pieno capo
90
Davioli (5)
Mensa in serra
60
Serra e pieno campo
60
Montepaone (3)
Mensa in serra
40
Montepaone (3)
Mensa-industria
in pieno campo
60
Crotone (1)
Vivaio
0
Crotone (3)
Industria in pieno
campo
70
Strongoli (1)
Idustria in pieno
campo
40
IONIO CATANZARESE
Soverato (1)
IONIO CROTONESE
L’attività insetticida va indirizzata fondamentalmente agli stadi larvali, che possono essere trattati con prodotti di contatto nelle fasi vaganti e
con sostanze ad azione citotropica o translaminare, quando si trovano all’interno delle mine.
È auspicabile l’impiego di insetticidi ad azione
ovicida e adulticida. Tra gli entomofagi risultano particolarmente attivi i miridi Nesidiocoris
•••
tenuis e Macrolophus caliginosus.
Si ringraziano per la collaborazione nel monitoraggio i tecnici
della Confagri D.A.P.
98
© 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l.
Puglia
di Antonio Guario, Antonio Dangelico
In Puglia le prime segnalazioni ufficiali del
ritrovamento di Tuta absoluta sono pervenute nel 2009 dalla provincia di Lecce su
coltura di pomodoro in serra. Nello stesso
anno ne è stata segnalata la presenza anche
in altre province, soprattutto nelle zone dove
è concentrata la produzione in serra, in particolare nel Foggiano nelle zone di Lesina e Varano, ma anche in quelle di Trinitapoli, Zapponeta e Margherita di Savoia. Successivamente
l’insetto è stato riscontrato nelle aree di Fasano, Monopoli e Polignano e in altre aree della
provincia di Bari e Taranto. Dalle indagini effettuate nelle zone interessate si è appreso che
i danni erano stati riscontrati anche nell’anno
precedente, ma frammisti e confusi con quelli
prodotti da Liriomyza sp.
IL MONITORAGGIO
Annata 2009. Nel 2009 l’Osservatorio fitosanitario di Bari, insieme agli Uffici provinciali
dell’agricoltura, i Consorzi di difesa e le organizzazioni dei produttori, ha avviato un monitoraggio della T. absoluta (mediante trappole
sessuali) sull’intero territorio regionale per rilevare la presenza degli adulti e per verificare
i danni prodotti sia sulle colture in serra sia
in pieno campo. I risultati hanno evidenziato
che a una presenza costante di catture con le
trappole non hanno fatto riscontro danni significativi alle colture in campo, diversamente
da quanto si è verificato in serra, dove i danni
sono stati invece sempre elevati.
Annata 2010. Nel 2010 la situazione è risultata diversa perché numerose colture di pomodoro da industria coltivate in pieno campo
sono state interessate da attacchi, con danni
talvolta molto gravi. Pertanto, in Puglia, men-
tre è possibile ritenere consolidata la presenza
della T. absoluta nelle serre, sussiste una variabilità di danni nelle colture in pieno campo in
relazione alle diverse zone di coltivazione.
Sulle altre solanacee coltivate si è riscontrato
un danno di lieve entità su melanzana, mentre su peperone questo è stato irrilevante. Da
osservazioni fatte in un campo non trattato
di pomodoro, peperone e melanzana infatti i
danni sono stati pari al 100% su foglie e frutti
di pomodoro, al 30% su foglie di melanzana e
al 2% su foglie di peperone.
Nel 2010 sono stati avviati programmi di monitoraggio e di sperimentazione sull’efficacia
di prodotti registrati e non, nelle diverse aree
di maggiore interesse per la produzione del
pomodoro in serra e in pieno campo.
I dati riportati nel grafico 1 si riferiscono alle
catture degli adulti di T. absoluta rilevate nelle
trappole a feromone installate in pieno campo.
Il grafico 2, invece, è relativo alle catture effetPomodoro
da mensa
danneggiato
da larve
di T. absoluta
(Foto Guario)
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Monitoraggio regionale
GRAFICO 1 - CATTURE MEDIE IN PIENO CAMPO NEL 2010
500
400
Adulti/trappola (n.)
300
200
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
Mar.
Apr.
Mag.
Brindisi
Lecce
tuate in serra nella zona di Manfredonia (Foggia). I dati raccolti evidenziano come la presenza della tignola è riscontrabile già dai primi
mesi dell’anno, con densità diverse in relazione alle zone interessate. Nelle aree a ridosso
tra le province di Bari e Foggia, dove prevale
un’orticoltura nella maggior parte dei casi in
serra, è stata rilevata la presenza di adulti già
in febbraio.
Valutazioni generali dei risultati
Il monitoraggio effettuato ha permesso di
giungere alle seguenti considerazioni:
• le catture di T. absoluta sono più o meno costanti in primavera e si incrementano, anche
notevolmente, nel periodo estivo per l’aumento delle temperature e per la maggiore recettività della coltura;
• non è ancora ben definita una diretta correlazione tra numero di catture rilevate e intensità del danno sulla coltura;
• è necessario valutare meglio la soglia di danno tollerabile dalle aziende sia per la coltura di
pieno campo sia in serra.
Giu.
Taranto
Lug.
Ago.
Foggia
Considerazioni tecniche
La presenza di un nuovo parassita in un territorio agricolo pone sempre dei problemi di
emergenza dovuti a diversi fattori:
• possibilità di una sua rapida diffusione;
• assenza di fattori di contenimento naturale
da parte di organismi predatori e parassitari;
• scarsa conoscenza della biologia da parte dei
produttori e dei tecnici;
• mancanza o scarsità di prodotti fitosanitari
registrati per la coltura;
100
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Larva
di T. absoluta
(Foto Guario)
Adulto di T. absoluta
(Foto Guario)
• necessità di organizzazione attività rivolte
a: definire i tempi di applicazione dei trattamenti; individuare gli insetticidi efficaci; individuare i mezzi agronomici e fisici per contenere la diffusione.
Adulti/trappola (n.)
GRAFICO 2 - CATTURE MEDIE IN SERRA
A MANFREDONIA (FG) NEL 2010
200
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
Feb. Mar.
Apr.
Mag.
Giu.
Lug.
COME VIENE ATTUATA LA DIFESA
La scarsa conoscenza del problema insieme al
timore di dare indicazioni imprecise, anche da
parte di chi è obbligato a informare, ha portato in alcuni casi al mancato controllo della T. absoluta. I motivi di ciò si possono così
riassumere:
• sottovalutazione del problema;
• mancata individuazione dell’insetto o confusione con altri di minore importanza;
• utilizzo di prodotti inadeguati.
Si sono verificati anche casi in cui venivano
consigliati trattamenti cadenzati a 7 giorni
subito dopo aver rilevato i primi adulti nelle trappole, o impiego di miscele di prodotti
con le stesse modalità di azione. In questi casi
oltre alla spesa economica non indifferente,
per l’elevato numero di interventi effettuati,
si è adottata una strategia di difesa non sostenibile, in quanto si è rischiato l’insorgenza
di fenomeni di resistenza per i prodotti fitosanitari utilizzati.
Dalle esperienze condotte è emerso che nelle
serre una razionale difesa contro T. absoluta non può prescindere dagli interventi chimici, che vanno però integrati con misure
di profilassi quali:
• l’installazione di reti anti insetto, che impediscono l’ingresso degli adulti nelle serre, e delle
doppie porte o anticamere;
• l’impiego delle trappole elettroluminescen-
ti o trappole a feromone per la cattura massale;
• la pulizia continua della serra specialmente
dal materiale vegetale asportato dalle piante;
• l’impiego di materiale vivaistico sano;
• l’eliminazione delle infestanti;
• l’attuazione di piani di rotazione colturale;
• la distruzione delle piante ormai compromesse specialmente a fine ciclo.
CONSIGLI PRATICI
Un attento monitoraggio consente di valutare
la presenza delle mine attive nelle prime fasi di
infestazione e dopo un intervento per meglio
posizionare i trattamenti chimici.
È una indicazione importante da suggerire a
tecnici e agricoltori, in quanto consente di capire se il trattamento ha funzionato e se si rilevano presenze di larve vive e quindi decidere
di effettuare ulteriori interventi chimici.
Si consiglia, inoltre, l’utilizzo di saponi di potassio, gelatine e oli come coadiuvanti che
hanno dimostrato un aumento dell’efficacia
delle sostanze attive.
Risulta fondamentale la tempestività degli interventi e la bagnatura omogenea della vegetazione, in quanto molti dei prodotti fitosanitari
autorizzati non hanno capacità di penetrare nei
•••
tessuti vegetali (citotropicità).
101
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Sicilia
di Giovanna Tropea Garzia,
Antonio Colombo
In Sicilia Tuta absoluta è stata rinvenuta
nel novembre 2008 dall’Osservatorio per le
malattie delle piante (Omp) di Acireale su pomodoro e melanzana in serra nel territorio di
S. Croce Camerina e di Vittoria, in provincia
di Ragusa.
Le infestazioni hanno interessato, in poche
settimane dal suo primo ritrovamento, diverse aziende della fascia costiera sud-orientale,
che si estende da Gela (Caltanissetta) a Pachino (Siracusa), mettendo in seria difficoltà numerosi produttori di pomodoro in serra. Attualmente sono interessate dal problema
tutte le province siciliane, con maggiore
intensità nelle aree di coltivazione del pomodoro.
IL MONITORAGGIO
Dalle osservazioni di campo emerse dal momento in cui il lepidottero è stato segnalato si
evidenzia come questo abbia immediatamente trovato condizioni idonee allo svolgimento
del suo ciclo biologico e a un suo stabile insediamento.
Favoriscono l’attività dell’insetto l’andamento climatico particolarmente mite, che ne permette la costante presenza in tutte le stagioni,
pur con evidenti abbassamenti numerici della
popolazione nel periodo più freddo e durante
la stasi dei trapianti in serra (grafico 1) e il susseguirsi di specie coltivate e spontanee idonee
alla sua alimentazione.
Infatti, in Sicilia il pomodoro è coltivato in
serra durante l’intero arco dell’anno, con un
brevissimo momento di pausa tra fine giugno
e metà luglio. Nello stesso periodo in pieno
campo si coltivano, oltre al pomodoro su esigue superfici, anche altre solanacee appetibili all’insetto come melanzana e peperone che,
quindi, possono dare rifugio agli individui in
cerca di nuovo substrato alimentare. Se si verificano temperature estive molto elevate, con
conseguente sofferenza delle specie spontanee
ospiti del lepidottero (Solanum nigrum, Datura stramonium, ecc.), associate alla scarsa presenza di pomodoro, il decremento delle popolazioni diventa evidente.
DANNI RISCONTRATI
Bacca di pomodoro con foro di entrata causato
dalla larva di T. absoluta (Foto Finocchiaro)
Inizialmente i danni sono stati particolarmente
gravi a causa delle favorevoli condizioni ambientali per il parassita e l’inadeguatezza degli interventi causata della scarsa conoscenza
del suo comportamento da parte di operatori agricoli e tecnici. L’elevato potenziale biotico dell’insetto (ossia la capacità intrinseca degli organismi di riprodursi e sopravvivere) ha
permesso alla specie di diffondersi in tutta la
Sicilia nella campagna di coltivazione vernino-primaverile 2009, interessando soprattut-
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GRAFICO 1 - CATTURE MEDIE
DI MASCHI CON TRAPPOLE
A FEROMONI NEL 2008-2009
1.200
LINEE GUIDA DI DIFESA
Adulti/trappola (n.)
1.000
800
600
400
200
0
avvenuta l’infestazione, durante il primo anno
della diffusone del lepidottero è oscillata tra il
10-20 e il 70-80% di riduzione della produzione. Nel 2010, invece, le percentuali di danno si
sono attestate su valori più bassi.
Nov. Dic. Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago.
2008
2009
to il pomodoro in serra e secondariamente la
melanzana.
Occasionalmente è stata riscontrata la presenza nel territorio di Vittoria di danni fogliari su
piante di fagiolo in serra consociate con pomodoro.
Nel successivo periodo estivo T. absoluta ha
manifestato una stasi naturale a causa della
riduzione dei trapianti di pomodoro.
Nella primavera 2010 l’incremento delle popolazioni non ha raggiunto gli stessi livelli di
dannosità dell’annata precedente, grazie alle
migliorate strategie di lotta a disposizione, all’intervento di predatori e parassitoidi naturali, alla maggiore informazione e, conseguentemente, migliore gestione della difesa delle
colture da parte degli agricoltori.
Tutte le principali varietà di pomodoro diffuse
nella fascia costiera della Sicilia sud-orientale,
sia della tipologia ciliegino, tondo liscio o costoluto, per raccolta a grappolo o a frutto singolo, sono state interessate dall’infestazione,
con danni evidenti anche sulle bacche (gallerie
sottoepidermiche con successivo sviluppo di
marciumi nei tessuti lesionati), che spesso hanno reso la produzione non commerciabile.
La percentuale di danno rilevata, variabile in
considerazione dello stadio fenologico in cui è
Gli studi e le sperimentazioni condotti in questi mesi hanno permesso di giungere alla definizione di una precisa strategia di difesa,
idonea a contrastare T. absoluta nelle coltivazioni di pomodoro in serra tipiche dell’ambiente siciliano. Tale strategia prevede una serie di misure da mettere in atto prima e dopo
il trapianto della coltura, che si possono così
sintetizzare.
Prima del trapianto
• Eliminare e distruggere i resti della precedente coltura rispettando le norme di sicurezza ambientale.
• Effettuare frequenti rotazioni colturali, per
ridurre la densità di popolazione del fitofago.
• Rimuovere all’interno delle serre le infestanti
sulle quali è noto che l’insetto si riproduce.
• Disinfestare il terreno attraverso la solarizzazione, oppure con sostanze attive geodisinfestanti.
• Mettere a dimora piantine esenti dal fitofago.
• Utilizzare reti anti-insetto (con ordito di almeno 10 × 6 fili/cm) lungo le aperture laterali
e di accesso delle serre, da associare, preferibilmente, a sistemi per l’estrazione dell’umidità interna allo scopo di ridurre il rischio di
sviluppo di infezioni fungine.
Dopo il trapianto
• Installare trappole a feromone sessuale per
il monitoraggio dei maschi, in ragione di 2-4
trappole/ettaro di superficie, posizionandole
all’altezza di 80-120 cm da terra.
• Favorire gli antagonisti naturali: particolarmente efficaci alcuni miridi predatori (Nesidiocoris tenuis e Macrolophus caliginosus).
• Posizionare all’interno delle serre trappole
elettrofluorescenti per la cattura massale di
adulti di entrambi i sessi (2 per ogni 1.000 m²
di coltura).
• Impiegare sostanze attive efficaci per il fito-
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Monitoraggio regionale
fago e registrate sul pomodoro nei confronti
di T. absoluta, da alternare per evitare l’insorgenza di fenomeni di resistenza.
INCIDENZA DEI COSTI
PER LA DIFESA
Le aziende orticole siciliane hanno dovuto
mettere in atto tutti i mezzi e gli strumenti sopra indicati per contrastare efficacemente le
infestazioni di T. absoluta, nell’ambito di una
strategia integrata di difesa.
Ciò ha comportato un maggiore costo nella
gestione del bilancio aziendale, variabile in relazione alla presenza o meno nelle strutture
serricole dei mezzi tecnici proposti per impedire la penetrazione del fitofago (reti anti-insetti, estrattori di umidità, controporte), oltre
all’acquisto di trappole a feromone sessuale
per il monitoraggio e trappole elettrofluorescenti per la cattura massale, la fauna ausiliaria (predatori e parassitoidi) e degli agrofarmaci autorizzati sulla coltura e registrati per
l’impiego contro il parassita.
NEMICI NATURALI
In riferimento all’entomofauna utile per il contenimento di T. absoluta sono state avviate indagini sulle possibilità di controllo con mezzi
biologici. Sono stati osservati in attività predatoria miridi (Nesidiocoris tenuis e Macrolophus sp.) già presenti in campo e approntati rilasci di popolazioni allevate di N. tenuis e
Mine su foglia
di pomodoro
causate
dalle larve di Tuta
(Foto Troisi)
di Nabis pseudoferus ibericus. Inoltre, al fine
di individuare specie potenzialmente efficaci per il contenimento naturale di T. absoluta,
sono stati avviati studi sui parassitoidi indigeni. Allo stato attuale sono state individuate
diverse specie di imenotteri, viventi a spese
delle larve, di cui è in corso l’identificazione e
lo studio della biologia.
ALTRE ESPERIENZE
Tenuto conto dell’elevato potenziale di dannosità, già a partire dai primi mesi del 2009
si è insediato uno specifico Gruppo di lavoro
(Gdl) sull’emergenza «Tuta absoluta in Sicilia»,
comprendente componenti del Dipartimento
di scienze e tecnologie fitosanitarie dell’Università di Catania e delle due Unità operative
dell’Osservatorio per le malattie delle piante
di Acireale, U.O. 21 - Servizio sviluppo locale
e attività agroambientali e U.O 54 - Servizio
fitosanitario regionale.
Il Gruppo ha tempestivamente messo a punto attività a livello territoriale volte alla conoscenza del comportamento del parassita
e delle misure per il suo contenimento, individuando ambiti di studio e sperimentazione
specifici a seconda delle competenze degli enti
coinvolti.
Tra le iniziative di ricerca e di approfondimento tecnico sono state verificate nel territorio siciliano tutte le misure efficaci a impedire la penetrazione dell’insetto all’interno delle serre o
a ritardarne lo sviluppo, validate in altri Paesi.
Altre iniziative hanno riguardato lo studio di
fattori biologici di contenimento, in particolare di artropodi predatori indigeni o introdotti
(rincoti miridi e nabidi). È stato, inoltre, avviato uno studio volto alla determinazione di una
soglia economica d’intervento, unitamente alla
sperimentazione delle possibili metodologie
proponibili per l’agricoltura biologica. La suscettibilità varietale agli attacchi sarà anche
oggetto di specifiche indagini.
L’attività condotta dal Gruppo nei primi mesi
del 2009 è stata di notevole ausilio per la stesura di un documento tecnico redatto dal Gruppo di lavoro nazionale su T. absoluta, istituito
•••
presso il Mipaaf.
104
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Sardegna
di Arturo Cocco, Salvatore Deliperi,
Gavino Delrio
In Sardegna la tignola del pomodoro (Tuta absoluta) è stata segnalata per la prima volta
nell’autunno 2008 nella parte centro-occidentale. Durante la primavera-estate del 2009
il fitofago si è rapidamente diffuso in tutte le
aree a pomodoro dell’Isola, sia in serra sia in
pieno campo. Gli adulti e le larve di T. absoluta
sono morfologicamente molto simili a quelle
di un altro pericoloso fitofago del pomodoro,
Keiferia lycopersicella, segnalato nel novembre 2008 in Liguria. Per rilevare l’eventuale
presenza di questa specie in Sardegna, nella primavera del 2009 sono state dislocate nei
principali comprensori orticoli 50 trappole a
feromone per K. lycopersicella, ma non sono
state rilevate catture di detta specie.
Limitate infestazioni si sono osservate su altre
solanacee coltivate (melanzana) e spontanee
(Solanum nigrum). In serre precedentemente
coltivate a pomodoro e molto infestate sono
stati rilevati attacchi su fagiolino e malva.
La tignola del pomodoro ha causato gravi
perdite produttive su
pomodoro da mensa
nel 2009, danneggiando in taluni casi l’intera produzione aziendale.
Nel 2010 i danni sono
stati in generale notevolmente inferiori
rispetto all’anno precedente, grazie alle
migliorate tecniche
di gestione agronomica e fitosanitaria
della coltura.
Le produzioni destinate alla trasformazione
industriale hanno subito danni in maniera limitata dalla tignola, in quanto gli interventi
contro il principale fitofago del pomodoro da
industria, la nottua gialla (Helicoverpa armigera), sono stati efficaci nel contenere anche
le infestazioni di T. absoluta.
IL MONITORAGGIO
Le esperienze di campo e il monitoraggio di
T. absoluta in serra hanno evidenziato l’importanza dei mezzi agronomici per il contenimento delle infestazioni.
Il grafico 1 mostra l’andamento delle catture
di maschi alle trappole a feromone in due serre-tunnel con differenti caratteristiche e modalità di gestione.
Nella prima serra le reti anti-insetto lungo le
aperture erano intatte e gli ingressi dotati di
doppie porte; inoltre si era effettuata la solarizzazione estiva e il riposo autunnale. La
seconda serra, invece,
non era dotata di doppie
Danni da Tuta
su pomodoro
porte e le reti anti-inset(Foto Pedretti)
to non erano integre e la
coltivazione primaverile
era stata trapiantata immediatamente dopo la
coltura precedente. L’isolamento della prima serra
ha permesso di limitare
notevolmente la presenza
di T. absoluta all’interno
del tunnel fino all’inizio di
giugno, mentre nell’altra
serra le catture di maschi
sono state consistenti già
da marzo.
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Monitoraggio regionale
Adulti/trappola (n.)
GRAFICO 1 - CATTURE SETTIMANALI MEDIE IN SERRE-TUNNEL IN CONDIZIONI
DI ALTO (LINEA BLU) E BASSO ISOLAMENTO (LINEA ROSSA)
200
40
150
30
100
20
50
10
0
0
Feb.
Mar.
Apr.
Serra 1
Mag.
Giu.
Serra 2
TECNICHE DI CATTURA MASSALE
La tecnica delle catture massali è stata adottata
in Sardegna impiegando sia trappole ad acqua
innescate con il feromone sessuale, che attirano i maschi, sia trappole a luce ultravioletta
attivate con il feromone sessuale, che catturano maschi e femmine aspirandoli all’interno
di una reticella. La prima strategia è stata impiegata sia in pieno campo sia in serra, mentre la seconda è stata utilizzata solo in coltura
protetta, in quanto richiede la disponibilità di
elettricità per le trappole luminose.
Queste tecniche si sono dimostrate efficaci nel
contenere il fitofago a basse densità, mentre ad
alte infestazioni è stato necessario integrare questi mezzi biotecnici con interventi insetticidi.
LOTTA CON PRODOTTI FITOSANITARI
Prove sperimentali di lotta chimica, condotte
con i prodotti maggiormente utilizzati contro
T. absoluta, hanno evidenziato l’importanza di
intervenire prima che la popolazione raggiunga alte densità.
LOTTA BIOLOGICA
Feb.
Mar.
Apr.
Serra 1
Mag.
Giu.
Serra 2
do in aprile il miride predatore Macrolophus
pygmaeus alla densità di circa 0,7-0,8 individui/pianta in alcune serre coltivate a pomodoro.
Alla fine del periodo di coltivazione (inizio luglio) M. pygmaeus è stato rilevato solo sporadicamente sulle piante, alla densità massima di 0,1
individui/pianta, mentre è stata rilevata in diverse serre la presenza di 1,2-1,4 individui/pianta di
un altro miride predatore, Nesidiocoris tenuis,
penetrato dall’esterno. La densità raggiunta dai
due miridi si è rivelata insufficiente a contenere
le alte popolazioni di T. absoluta.
Il principale limite nell’uso di questi predatori è rappresentato dal breve tempo a disposizione degli insetti utili (aprile-luglio) per raggiungere alte densità di popolazione. Inoltre
la presenza di reti anti-insetto, molto diffuse
nelle serre della Sardegna per ridurre gli attacchi degli aleurodidi, riduce sensibilmente
l’ingresso di miridi dall’esterno durante il periodo estivo.
Ulteriori prove sperimentali sono in corso per
migliorare l’efficacia di M. pygmaeus e per
saggiare quella di N. tenuis.
•••
Nel corso della primavera 2010 si sono condotte alcune prove di lotta biologica liberan-
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