Tuta absoluta
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Cop_VolumeTuta 1 Supplemento 1 al numero 46/2010 de L’Informatore Agrario - Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27-2-2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Verona - Anno LXVI- ISSN 0020-0689 - Contiene I.P. - C.P. 520 - 37100 Verona Tuta absoluta Guida alla conoscenza e recenti acquisizioni per una corretta difesa A cura di Luigi Sannino, Bruno Espinosa Tuta absoluta Guida alla conoscenza e recenti acquisizioni per una corretta difesa EDIZIONI L’INFORMATORE AGRARIO 25/11/2010 9.44.09 Sommario Presentazione .................................................................... 7 ◾ MORFOLOGIA, BIOLOGIA E GESTIONE DI TUTA ABSOLUTA Il commercio, fonte primaria di diffusione di Tuta absoluta ........................................... 11 Caratteristiche morfologiche di Tuta absoluta .................. 17 Piante ospiti e biologia della tignola del pomodoro .......... 33 Nemici naturali e controllo della tignola del pomodoro .... 51 Come gestire la resistenza agli insetticidi .......................... 71 ◾ DIFFUSIONE, MONITORAGGIO E DIFESA NELLE PRINCIPALI REGIONI ITALIANE Piemonte ............................................................................................ 77 Liguria ................................................................................................ 78 Lombardia .......................................................................................... 81 Emilia-Romagna ................................................................................. 83 Toscana .............................................................................................. 85 Umbria ............................................................................................... 87 Lazio................................................................................................... 88 Abruzzo .............................................................................................. 90 Campania ........................................................................................... 92 Basilicata............................................................................................. 94 Calabria .............................................................................................. 97 Puglia ................................................................................................. 99 Sicilia ................................................................................................ 102 Sardegna .......................................................................................... 105 Bibliografia ................................................................................. 108 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Autori ◾ MORFOLOGIA, BIOLOGIA E GESTIONE DI TUTA ABSOLUTA Il commercio, fonte primaria di diffusione di Tuta absoluta Caratteristiche morfologiche di Tuta absoluta Piante ospiti e biologia della tignola del pomodoro Nemici naturali e controllo della tignola del pomodoro Luigi Sannino Cra-Cat - Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura Unità di ricerca per le colture alternative al tabacco Scafati (Salerno) Bruno Espinosa Dipartimento di entomologia e zoologia agraria «Filippo Silvestri» Università degli studi di Napoli «Federico II» - Portici (Napoli) Come gestire la resistenza agli insetticidi Andrea Bassi IRAC - Insecticide Resistance Action Committee ◾ DIFFUSIONE, MONITORAGGIO E DIFESA NELLE PRINCIPALI REGIONI ITALIANE Piemonte Rocco Tango Servizio fitosanitario, Regione Piemonte, Torino Liguria Giorgio Bozzano, Anna Crotti, Mario Mattone Cooperativa l’Ortofrutticola di Alberga (Savona) Pasquale Restuccia, Giovanna Mancini Cooperativa Riviera dei fiori, Imperia Lombardia Beniamino Cavagna Mariangela Ciampitti Servizio fitosanitario, Regione Lombardia, Milano Emilia-Romagna Massimo Bariselli Servizio fitosanitario, Regione Emilia-Romagna, Bologna Valentino Testi Consorzio fitosanitario provinciale di Parma Toscana Bruno Bagnoli Cra-Abp - Centro di ricerca per l’agrobiologia e la pedologia, Firenze 4 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Elisabetta Rossi DCDSL, Sezione di entomologia agraria - Università di Pisa Agnese Tonola Arpat, Servizio controlli fitosanitari, Regione Toscana Umbria Claudia Santinelli Servizio tecnico agronomico - Servizio fitosanitario, Regione Umbria, Perugia Lazio Stefano Speranza Dipartimento di protezione delle piante Università degli studi della Tuscia, Viterbo Andrea Sintini Servizio fitosanitario, Regione Lazio Abruzzo Domenico D’Ascenzo Arssa - Servizio fitosanitario, Regione Abruzzo Campania Giuseppe Pesapane, Raffaele Griffo Assessorato all’agricoltura - Servizio fitosanitario, Regione Campania Basilicata Tonia Colella, Arturo Caponero Servizio di difesa integrata Azienda agricola sperimentale dimostrativa Pantanello Metaponto (Matera) - Alsia - Regione Basilicata Calabria Sabrina Blasco, Francesco Cufari, Orlando Mario, Egidio Ranù, Pasquale Figliuzzi, Giuseppe Scordovillo, Riccardo Maccaferri, Pietro Perri, Pino Cipolla Dipartimento agricoltura, foreste e forestazione Servizio fitosanitario, Regione Calabria Puglia Antonio Guario, Antonio Dangelico Osservatorio fitosanitario, Regione Puglia Sicilia Antonio Colombo Dipartimento interventi strutturali per l’agricoltura, Regione Siciliana Servizio IV - Sviluppo locale e attività agroambientali U.O. 21 - Omp Acireale, Vittoria (Ragusa) Giovanna Tropea Garzia Dipartimento di scienze e tecnologie fitosanitarie Facoltà di agraria - Università degli studi di Catania Sardegna Arturo Cocco, Salvatore Deliperi, Gavino Delrio Dipartimento di protezione delle piante - Università di Sassari 5 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Presentazione di Antonio Boschetti L a protezione delle colture dalle avversità e, in particolar modo, da patogeni e insetti, è una delle attività più impegnative che l’imprenditore agricolo deve affrontare. Tale attività è resa ancora più complicata dalla periodica comparsa di nuovi parassiti come, ad esempio, Tuta absoluta. Segnalato ormai in tutto il Paese, questo lepidottero proveniente dal Sud America da qualche anno minaccia le produzioni di solanacee e soprattutto quelle di pomodoro sia in coltura protetta sia in pieno campo. In alcuni casi si sono registrati attacchi talmente consistenti da rappresentare una vera e propria emergenza fitosanitaria. La tignola del pomodoro, come tutti gli insetti arrivati da ambienti completamente diversi, è al momento priva di nemici naturali, pertanto quando viene a trovarsi in condizioni ottimali per il suo sviluppo può proliferare liberamente causando danni molto gravi alle produzioni, fino alla totale perdita del raccolto. Il problema nel primo periodo di comparsa dell’insetto è stato aggravato dalla totale assenza di sostanze attive registrate contro Tuta absoluta. Oggi finalmente anche la lotta chimica alla Tuta absoluta è stata resa possibile grazie alla registrazione di alcuni prodotti. L’Informatore Agrario, con la collaborazione di DuPont, propone un volume curato da Luigi Sannino e Bruno Espinosa con l’obiettivo di affiancare i produttori che vogliano approfondire le loro conoscenze sull’insetto. In particolare, oltre alla descrizione dei suoi stadi vengono riportate le più recenti acquisizioni sulla biologia dell’insetto negli ambienti italiani e le attuali aree di diffusione. Ampio spazio viene dato alla descrizione delle tecniche di lotta e alle sostanze attive disponibili, lotta che deve essere condotta con particolari accorgimenti per garantire la protezione della coltura ed evitare l’insorgenza di resistenze. Nella convinzione di poter contribuire alla diffusione della conoscenza al servizio del successo dell’attività imprenditoriale vi auguriamo una buona lettura. 7 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Prima parte Morfologia, biologia e gestione di Tuta absoluta 9 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Il commercio, fonte primaria di diffusione di Tuta absoluta di Luigi Sannino, Bruno Espinosa Le attività dell’uomo, e soprattutto i suoi commerci, hanno contribuito nel corso dei millenni a diffondere innumerevoli piante e animali ben al di fuori delle loro aree di origine. Con l’introduzione di nuove specie in un ambiente, prima o poi arrivano anche i loro parassiti. Tra questi prevalgono gli insetti, perché facilmente trasportati con derrate alimentari e altre merci senza essere notati, sia per le piccole dimensioni, sia per le ridotte esigenze dei loro stadi inattivi (uova, pupe, ecc.). Volendo fare qualche esempio, magari circoscritto alle sole solanacee importate dal Continente americano a partire dalla sua scoperta, vediamo come, accanto alla patata, al pomodoro, al peperone e al tabacco, siano giunti successivamente anche gli insetti che vivevano a spese di queste stesse piante o di specie assai simili. I primi danni da Tuta su pomodoro sono stati segnalati nel 2008 in Calabria, seguita da Sardegna, Campania, Liguria e Sicilia. Nella foto frutti gravemente danneggiati in Campania 11 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta Fu così che già verso la fine del Settecento, in Francia, dove si voleva diffondere l’uso dei tuberi di patata per l’alimentazione degli strati sociali meno abbienti, furono notati per la prima volta infestazioni di tignola (Phthorimaea operculella Zeller), specie diffusasi poi anche in Italia dalla fine dell’Ottocento. Nel 1922 è sbarcata in Francia la dorifora (Leptinotarsa decemlineata Say): originaria del Colorado, dopo essere venuta in contatto con le solanacee coltivate dai coloni, si è legata quasi indissolubilmente a queste e in particolare alla patata, espandendo rapidamente la sua area di diffusione negli Stati Uniti e attraversando poi anche l’Atlantico. Negli anni 70 dello scorso secolo fa il suo ingresso in Italia l’omottero Trialeurodes vaporariorum (Westwood) il diffusissimo aleurodide delle serre, responsabile, oltre che dei danni diretti dovuti alla sottrazione di linfa, anche dello sviluppo di fumaggini che, specie su alcune ortive, tra cui il pomodoro, possono compromettere seriamente il raccolto. È del 1983 l’ingresso in Europa (in Campania) dell’altica del tabacco (Epithrix hirtipennis Melsheimer), proveniente dall’America Centro-settentrionale, nota per i danni, spesso anche gravi, alle foglie di questa e di altre solanacee, seguita alcuni decenni dopo (2004) dalle due congeneri E. similaris Gentner e E. cucumeris (Harris) arrivate in Portogallo e pregiudizievoli per i tuberi di patata. Infine è di questi ultimissimi anni l’arrivo della tignola del pomodoro Tuta absoluta (Meyrick). L’arrivo di nuovi fitofagi in un territorio è sempre stato visto dagli agricoltori come un evento di gravità ir- Pupari di aleurodide delle serre Larva di Ftorimea all’interno di uno stelo di patata Larva di dorifora 12 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. FIGURA 1 - DIFFUSIONE DI T. ABSOLUTA IN SUD-AMERICA LA VENDETTA DEGLI INCAS Ovviamente è solo una combinazione, ma è comunque curioso constatare che la sudamericana Tuta absoluta sia originaria proprio della regione andina su cui si estendeva un tempo l’impero degli Incas, fino a quando, nel XVI secolo, i conquistadores spagnoli non ne cancellarono per sempre la civiltà. A quasi cinquecento anni di distanza il «flagello» Tuta arriva in Europa sbarcando proprio in Spagna: dopo cinque secoli la «vendetta» degli Incas si è compiuta! rimediabile, capace di mettere in ginocchio o cancellare interi settori della produzione agricola. Nella realtà si è invece ogni volta verificato che, dopo un periodo iniziale di ingenti danni, c’è sempre stato un riequilibrio della situazione, non tanto per la pressione naturale degli entomofagi (autoctoni o introdotti) quanto per l’acquisizione di nuove conoscenze sull’insetto che hanno contribuito all’affinamento delle tecniche di controllo, sia di natura preventiva sia curativa. COMPARSA DI T. ABSOLUTA IN EUROPA Tuta absoluta è una specie originaria del Sud America, in particolare della regione andina (Perù, Bolivia, Cile). Dall’anno della sua descrizione (1917) ha vissuto nel completo anonimato, venendo citata con il solo nome scientifico nelle pubblicazioni specialistiche per questioni puramente di classificazione. La presenza in Europa è stata rilevata inizialmente nel 2006 in Spagna, nelle zone di Valencia e delle Isole Baleari e negli anni successivi in Nord Africa, gran parte dell’Europa mediterranea e nei Paesi più settentrionali come l’Olanda, la Germania e l’In- 13 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta ghilterra. Ultimamente ne è stata riscontrata la presenza in Turchia, indice di un’espansione verso l’Asia. Il ritrovamento di T. absoluta a latitudini anche ben superiori a quelle sue originarie dimostra una notevole capacità di adattamento dell’insetto, che si è facilmente acclimatato nei nuovi areali, riproducendosi con popolazioni numerose per buona parte dell’anno. PRESENZA IN ITALIA In Italia le prime infestazioni su pomodoro sono state osservate nella primavera del 2008 in Calabria e nell’autunno dello stesso anno in Sardegna, Sicilia, Campania e Liguria. Successive segnalazioni ne hanno accertato la rapida diffusione sull’intero territorio nazionale, rispecchiando quanto già avvenuto in Spagna. Contemporaneamente è stata notata una recrudescenza di attività della comune tignola della patata (P. operculella) non solo a carico di questa pianta, suo ospite abituale, ma anche a spese del pomodoro, con attacchi gravi sui frutti. La sopravvivenza di una specie in un Continente diverso da quello di origine è possibile solo se questa trova adeguate conMine fogliari di Tuta dizioni climatiche e disponibilità alimentari. Nel caso in questione, la grande diffusione di colture come il pomodoro e la patata, unite alla presenza di diverse altre solanacee coltivate e spontanee e al clima mite, hanno consentito alla tignola di affacciarsi nel bacino del Mediterraneo e attecchirvi con facilità. Ma una così rapida, ampia e copiosa colonizzazione del Continente europeo da parte di una specie subtropicale farebbe comunque supporre che, anche in questo caso, un ruolo importante sia da attribuire all’aumento medio delle temperature registrato negli ultimi anni. Curioso è anche il fatto che T. absoluta, da sempre presente sul versante orientale del Sudamerica, abbia cominciato a «muoversi» verso 14 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. I MOLTI NOMI DELLA TIGNOLA DEL POMODORO Sezione di pomodoro con galleria prodotta da Tuta Dall’inizio degli anni 60 del secolo scorso, a seguito dei danni che andava arrecando alle coltivazioni, acquisisce notorietà guadagnandosi appellativi diversi nei territori che man mano invade. È così che negli Stati sudamericani di lingua spagnola viene chiamata Polilla del tomate, Polilla perforadora, Cogollero del tomate, Gusano minador del tomate, Minador de hojas y tallos de la papa, mentre in Brasile prende il nome portoghese di Traça-do-tomateiro. Contemporaneamente, anche in previsione di un possibile ulteriore allargamento del suo areale verso il Nord America, viene etichettata con i termini più internazionali di Tomato borer, South American tomato moth, Tomato leaf miner. est solo all’inizio degli anni 60, impiegando per giunta almeno un ventennio per diffondersi nelle restanti regioni meridionali del Continente: un tempo di gran lunga superiore a quello che sta impiegando ora per invadere i territori della regione paleartica. Cosa è cambiato negli equilibri preesistenti se all’improvviso T. absoluta ha iniziato a muoversi dalle aree di origine e a diffondersi verso est trovando particolarmente appetite piante che comunque le erano sempre state a contatto essendo anch’esse originarie delle stesse zone? È cambiato qualcosa nelle sue caratteristiche biologiche o qualcosa in alcune delle piante ospiti? Tra le varie ragioni forse la più ipotizzabile è che vi sia una maggiore appetibilità delle varietà coltivate rispetto alle forme selvatiche originarie cui era abituata. MEZZI DI DIFFUSIONE Mentre la diffusione di questo insetto sulle lunghe distanze avviene quasi esclusivamente con la commercializzazione incontrollata di piante o frutti infestati, nell’ambito di uno stesso comprensorio sono gli adulti che, spostandosi agevolmente da un campo all’altro, diffondono le infestazioni. La colonizzazione di nuovi territori è veloce: in assenza di fattori limitanti (basse temperature, antagonisti naturali, ecc.) piccoli focolai danno luogo a intense pullulazioni larvali nel giro di pochi mesi, con propagazione a macchia d’olio su vaste aree. In Italia le aree popolate dall’insetto si estendono dal litorale alla collina e i fattori che ne hanno determinato la rapida espansione possono essere i seguenti: • grande diffusione delle coltivazioni di pomodoro (oltre 120.000 ettari) e adattabilità ad altre solanacee coltivate e spontanee; • elevato numero di generazioni per anno; 15 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta Adulto di Keiferia lycopersicella • continuità del ciclo biologico (di tipo omodinamo, cioè senza interruzione di attività) e presenza delle colture in serra che consentono alle specie omodiname (prive di diapausa) di essere attive per buona parte dell’anno; • mobilità dell’adulto, grazie alla quale l’insetto si sposta agevolmente dalle zone più densamente popolate verso quelle limitrofe; • presumibile carenza di entomofagi specifici (che di solito accompagna la fase di colonizzazione di nuovi areali); • eccesso nell’uso di insetticidi poco selettivi, che portano alla scomparsa dei possibili antagonisti; • sviluppo di resistenze verso gli insetticidi più usati per la lotta (come già riscontrato in Sud America). MANCATA DIFFUSIONE DI KEIFERIA LYCOPERSICELLA IN ITALIA Keiferia lycopersicella (Walsingham), un lepidottero appartenente alla famiglia Gelechiidae molto affine alla Tuta absoluta, è verosimilmente giunta in Liguria nella primavera-estate del 2008 (i danni sono stati notati a partire da settembre-ottobre dello stesso anno). Gli attacchi hanno raggiunto il punto culminante nella seconda metà di novembre, quando si sono sommati a quelli di T. absoluta: dall’esame dei materiali raccolti in tale periodo risultava infatti che almeno tre quarti dell’infestazione sul pomodoro era dovuta a larve di K. lycopersicella. Il successivo ritrovamento di sola T. absoluta, nei campionamenti effettuati in febbraio-marzo 2009, aveva fatto pensare in un primo momento a una ripresa d’attività di K. lycopersicella più tardiva rispetto a T. absoluta. Tuttavia K. lycopersicella non è stata rilevata nell’area neppure fino all’autunno 2010. L’estinzione del focolaio potrebbe essere dovuta non tanto alle temperature invernali (perché l’insetto avrebbe potuto sopravvivere in serra), quanto alla forte competizione con le popolazioni di T. absoluta. Occupando nicchie ecologiche praticamente sovrapponibili (stesse piante ospiti, stessi organi attaccati, stessa fenologia, ecc.), le due tignole non potrebbero convivere a lungo nella stessa area e una delle due dovrebbe soccombere o cedere il territorio. T. absoluta, che appare dotata di maggiore adattabilità e potenziale biotico, potrebbe aver prevalso. Con ogni probabilità, se non vi fosse stata la contemporanea presenza di questi due lepidotteri, K. lycopersicella si sarebbe ••• diffusa in Italia. 16 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Caratteristiche morfologiche di Tuta absoluta di Luigi Sannino, Bruno Espinosa Nel 1917 Edward Meyrick, noto entomologo inglese, pubblicò un articolo su Transactions of the Entomological Society of London in cui descriveva diverse specie nuove di microlepidotteri raccolti sulle Ande da Parish: una di queste, catturata in un solo esemplare, maschio, a Huancayo (Perù centrale), nel mese di luglio, a 3.200 m di altitudine, fu denominata absoluta e ascritta al genere Phthorimaea (genere da egli stesso creato nel 1902 e che ha ospitato per lungo tempo buona parte delle specie di Gelechiidae). Dopo un lungo periodo di stasi, ha inizio una serie di rimaneggiamenti sistematici che porta la «nostra» specie a cambiare più volte genere. Nel 1962 J.F. Clarke, descrivendo alcuni microlepidotteri rinvenuti in Giappone, cita anche absoluta, considerandola come Gnorimoschema. Nel 1964 il grande specialista cecoslovacco D. Povolný istituisce il genere Scrobipalpula e pochi anni dopo (1967) vi include la nostra specie; ancora lo stesso autore, nel 1987, in un lavoro sulla fauna sudamericana, sposta parte delle specie, tra le quali anche absoluta, nel nuovo genere Scrobipalpuloides. Tuta absoluta è stata descritta per la prima volta da Meyrick nel 1917 17 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta CHI HA SCOPERTO LA TUTA ABSOLUTA Edward Meyrick è sicuramente da annoverare tra i maggiori entomologi sistematici del suo tempo. Nato nel 1854 nello Wiltshire, in Inghilterra, riceve un’educazione classica dapprima presso il Marlborough College e poi al Trinity college di Cambridge; nel 1877 si reca come insegnante in Australia e Nuova Zelanda, e nel 1886 fa ritorno in patria. È durante gli anni trascorsi in quelle terre lontane, che inizia a studiare i lepidotteri dei luoghi, a quel tempo in gran parte sconosciuti. Da allora continuò incessantemente a occuparsi dei microlepidotteri di tutte le regioni del mondo, arrivandone a descrivere, in più di cinquant’anni di attività, circa 20.000 nuove specie, oltre a un gran numero di generi e famiglie da lui istituiti. Si spense nel 1938 nella sua casa di Thornhanger, nei pressi di Marlborough. La sua immensa collezione, comprendente oltre 100.000 esemplari (tra i quali migliaia di «tipi», cioè gli esemplari «campione di riferimento» di una specie) è ora conservata al British Museum of Natural History di Londra. Per finire, sempre Povolný, nel 1993 recupera il vecchio genere Tuta (istituito da Strand nel 1911) e vi include, tra le altre specie, anche absoluta. FAMIGLIA GELECHIIDAE La famiglia Gelechiidae comprende attualmente circa 5.000 specie (suddivise in un centinaio di generi) delle quali almeno 600 presenti in Europa.Vi appartengono microlepidotteri a tinte generalmente poco appariscenti e con apertura alare che di solito non supera i 15-20 mm. Caratteri morfologici. Le ali anteriori sono strette e lanceolate, con una caratteristica frangia di squame nella metà distale (più evidente sul bordo inferiore); le posteriori sono subtrapezoidali, con margine esterno sinuoso, apice spesso prominente e digitiforme e una lunga frangia che ne cinge tutto il contorno. Come in altri gruppi di tignole, in condizioni di riposo le ali sono tenute poggiate a tetto sul corpo. Altro carattere importante è costituito dai palpi labiali di tre articoli, con il penultimo rivestito da squame grosse e spesso irte e l’ultimo affusolato e ricurvo verso l’alto, giungente all’altezza del margine superiore degli occhi. I palpi mascellari, composti di quattro articoli, sono ridottissimi. Sul capo è possibile verificare (a forte ingrandimento) la presenza o meno degli ocelli e l’assenza dei chetosema (coppia di organi sensoriali). 18 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Alla famiglia dei gelechidi appartengono circa 5.000 specie, di cui almeno 600 sono presenti in Europa Le sottofamiglie I Gelechidi sono suddivisi in un certo numero di sottofamiglie, numero variabile a seconda del punto di vista dei diversi specialisti; quelle solitamente accettate da tutti sono: Gelechiinae, Chelariinae, Anacampsinae e Dichomeridinae. Le prime due sono le più importanti, sia per il grande numero di specie comprese, sia perché annoverano quelle di maggiore importanza economica. Nell’ambito dei Gelechiinae, Povolný istituì (nel 1964) la tribù Gnorimoschemini, gruppo che colpisce per la straordinaria uniformità di aspetto dei suoi componenti: le centinaia di specie in esso comprese, pur se attribuite a una quarantina di generi diversi, possono essere distinte con certezza (salvo pochi casi) solo facendo ricorso all’esame delle strutture genitali, soprattutto di quelle maschili. La gran parte dei predetti generi è distribuita nella regione paleartica (dall’area mediterranea orientale all’Asia centrale) e nel Continente americano (dalle aree più calde del Nord America alla Patagonia), mentre solo un ridottissimo numero è proprio dell’Oceania. Le specie più dannose per le colture. Sono però gli Gnorimoschemini sudamericani (circa 170, divise in almeno 17 generi) ad avere il maggiore interesse applicato, in quanto un buon numero di esse, vivendo a spese di solanacee, costituisce un Larve di gelechidi: in alto Tuta absoluta, in basso Phthorimaea operculella 19 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta TABELLA 1 - I PRINCIPALI GELECHIDI DI INTERESSE ECONOMICO (*) Nome Distribuzione Specie ospiti Sud America Su solanacee. Particolarmente rilevanti i danni ai tuberi di patata, sia in campo sia in magazzino; saltuari i danni alle bacche di pomodoro Phthorimaea robusta Povolný Phthorimaea euchthonia (Meyrick) Sud America Phthorimaea argentinae Povolný Su solanacee. Stessi danni della congenere operculella, ma ancora circoscritti alle aree di origine Phthorimaea operculella (Zeller) Potato tuberworm Potato moth Keiferia lycopersicella (Walsingham) Tomato pinworm Centro America, Antille; in seguito introdotta nelle Hawai, in Sud America e nel Centro-sud degli Usa. Nel 2008 segnalata in Europa (Liguria) Tuta absoluta (Meyrick) South american tomato moth Cile, Perù. Dagli anni 60 Su solanacee, dove mina parti verdi ha cominciato a diffondersi e frutti; particolarmente dannosa al in tutto il Sud America; nel 2006 pomodoro è giunta in Europa e Nord Africa Scrobipalpa heliopa (Lower) Tobacco stem borer Regione indo-australiana; giunta nel corso del 900 fino al Bacino mediterraneo (Israele, Grecia, Turchia, Cipro) Su solanacee; particolarmente nociva al tabacco. Danni anche a melanzana e patata Scrobipalpa ocellatella (Boyd) Beet moth Europa, Asia, Nord Africa Su chenopodiacee, più di rado su poligonacee. Notevoli i danni alla barbabietola Scrobipalpa atriplicella (Fischer von Roslerstamm) Centro e Nord Europa, Asia Su chenopodiacee; può causare danni anche alla barbabietola Tecia solanivora (Povolný) Guatemalan potato moth Centro e Sud America, Antille; Su solanacee; dannosa ai tuberi di nel 1994 anche alle Canarie patata in campo e in magazzino Su solanacee. Notevoli danni al pomodoro, del tutto simili a quelli di tuta Symmetrischema tangolias (Gyen) Sud America (= Phthorimaea plaesiosema Turner) Su solanacee. In alcune regioni molto dannosa alla patata Keiferia glochinella (Zeller) Eggplant Leaf Miner Nord e Centro America Su solanacee. Nota per i danni alla melanzana Keiferia gudmanella (Walsingham) Nord America Su solanacee, in particolare peperone Parachronistis albiceps (Zeller) Europa, Asia Psoricoptera gibosella (Zeller) Europa, Nord Africa Stenolechia gemmella (Linné) Europa Su querce. Saltuariamente dannosa Exoteleia dodecella (Linné) Pine bud moth Small black-specked groundling moth Europa, Nord America Su pini Sitotroga cerealella (Olivier) Angoumois grain moth Grain moth Anarsia lineatella (Zeller) Peach twig borer Peach twig moth Sud America. Intorno al 1700 diffusasi anche in Europa e poi negli altri Continenti Area mediterranea; diffusasi poi in Asia e, successivamente, anche in Nord America e Australia Si evolve nelle cariossidi di cereali e, molto più di rado, nei semi di leguminose. Può compiere l’intero ciclo in magazzino Su nocciolo, olmo e, all’occasione, su ciliegio, pesco, albicocco e melo Su querce e salici. In Nord Africa (Marocco) produce notevoli danni al leccio Nei frutti di drupacee, in particolare pesco, albicocco, mandorlo e susino continua 20 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. segue TABELLA 1 - I PRINCIPALI GELECHIDI DI INTERESSE ECONOMICO (*) Nome Distribuzione Specie ospiti Pectinophora gossypiella (Saunders) Pink cotton bollworm Asia, diffusasi in tutte le aree di coltivazione del cotone Si evolve su malvacee; particolarmente gravi i danni arrecati alle capsule del cotone Platyedra subcinerea (Haworth) Cotton stem moth Nord America Su malvacee. Può danneggiare gravemente il cotone, minando gli steli Exoteleia pinifoliella Chambers Pine needle-miner Nord America Su Pinus Aristotelia fragariae Busck Strawberry crown miner Nord America Su fragola. Localmente molto dannosa Dichomeris ianthes (Meyrick) Alfalfa leaftier Nord America Su erba medica. Spesso infestante e dannosa Dichomeris marginella (Fabricius) Juniper webwormn moth Europa, Nord America Su ginepro Sophronia grandii Hering Europa Su graminacee. Su frumento e mais può fare qualche danno Sophronia humerella (Denis et Schiffermüller) Europa Su labiacee. Può infestare i germogli apicali della lavanda Teleiodes decorella (Haworth) Area mediterranea Su pistacchio Palumbina guerini (Stainton) Area mediterranea Su pistacchio Pexicopia malvella (Hübner) Hollyhock seed moth Europa, Nord Africa Su malvacee. Danni a malvacee ornamentali e all’Althea coltivata a scopi officinali Recurvaria nanella Hübner Lesser bud moth Lesser brown budworm Europa, introdotta in Nord America Su nocciolo, castagno, drupacee e pomacee Recurvaria leucatella Clerck Europa, area mediterranea Danni come la precedente specie, soprattutto a melo e pero Brachmia convolvuli Walsingham Sweet potato leaf folder Africa, Sud-Est asiatico Su convolvulacee. Dannosa alle coltivazioni di Ypomea (patata dolce) Aproarema modicella Deventer Groundnut leaf miner Sud-Est asiatico, India Su leguminose. Molto dannosa all’arachide Stegasta bosquella (Chambers) Rednecked peanutworm Sud America Su leguminose. Dannosa all’arachide (*) Di ogni specie è riportato anche il nome inglese con il quale sono internazionalmente identificati, oltre alla diffusione, le piante ospiti e il tipo di danni. pericolo, già riconosciuto o potenziale, per questo tipo di colture, in buona parte originarie delle stesse zone. Infatti, accanto a specie ampiamente diffuse ben oltre i loro originari confini già dai primi decenni del 900 (Phthorimaea operculella e Keiferia lycopersicella), ve ne sono altre, come Tuta absoluta, che solo da pochi decenni hanno cominciato a invadere nuovi territori, e altre ancora che iniziano a farsi notare per danni ma che potenzialmente potrebbero divenire delle specie di importanza economica anche da noi: è questo il caso di 21 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta Phthorimaea euchthonia (Meyrick), Keiferia gudmanella (Walsingham), Symmetrischema tangolias (Gyen) e Tecia solanivora (Povolný), le ultime due assai dannose ai tuberi di patata. Non va però dimenticata la specie indo-australiana Scrobipalpa heliopa (Lower), assai dannosa a tabacco, melanzana e patata, che già da qualche decennio si è «affacciata» al Mediterraneo facendosi notare in Grecia, Turchia, Palestina e Cipro. In tabella 1 sono illustrati i gelechidi di interesse economico. CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEI GELECHIDI Adulti Buona parte delle peculiarità sopra esposte sono in comune ad altri gruppi di tignole; diamo quindi di seguito i caratteri discriminanti riscontrabili nelle venature alari, caratteri che, uniti a quelli esteriori già menzionati, identificano con certezza i Gelechiidae tra decine di altre famiglie di microlepidotteri. Sulle ali anteriori (figura 1) le venature radiali R4 e R5 sono unite nel tratto iniziale, la R5 tocca il margine al di sopra dell’apice e la nervatura cubitale posteriore (CuP) è assente o appena evidente (al suo posto può al massimo osservarsi una sottile plica). Sulle ali posteriori la venatura subcostale Sc e il settore radiale Rs sono legate da una sottile vena obliqua, la Rs e M1 nel primo tratto decorrono ravvicinate o sono fuse assieme e la FIGURA 1 - CARATTERI DISTINTIVI DEGLI ADULTIDI GELECHIDI Ala anteriore R4 R5 Antenna CuP = nervatura cubitale posteriore R4 = nervatura radiale quarta R5 = nervatura radiale quinta Sc = nervatura subcostale Rs = settore radiale M1 = nervatura mediana prima Ocello Occhio CuP Sc Rs Apice M1 Palpo labiale Spiritromba Ala posteriore CuP 22 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. TUTA FTORIMEA Differenze di taglia tra Tuta e Ftorimea CuP è presente in modo più o meno completo o può mancare del tutto (figura 1). Larve Anche se di piccole dimensioni (di solito non superiori ai 1015 mm) le larve dei gelechidi presentano i caratteri generali comuni alla maggior parte delle larve dei lepidotteri (figura 2): apparato boccale tipicamente masticatore con presenza di fi- FIGURA 2 - CARATTERISTICHE DISTINTIVE DELLE LARVE DI GELECHIDI B A F C D A = placca protoracica B = parte posteriore della larva, dal ventre, mostrante il pettine anale C = sclerite prespiracolare con setole laterali (L1, L2, L3) D = stigma E = corona di uncini ambulacrali F = segmento addominale visto di lato E 23 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta Larva di Tuta Larva di Ftorimea FIGURA 3 - VALVE DELL’ARMATURA GENITALE DI TRE GELECHIDI Tuta absoluta Keiferia lycopersicella Phthorimaea operculella liera, corpo cilindrico, nove coppie di stigmi (sul protorace e sui primi 8 uriti) tondeggianti e subeguali (tranne i protoracici e quelli dell’VIII urite, che sono più larghi), tre paia di zampe toraciche e cinque paia di pseudozampe (quattro ventrali, disposte sugli uriti III-VI, e una anale, disposta sul X); tra le poche eccezioni a questa regola si ricordano le larve di Metzneria, sprovviste di pseudozampe, e quelle di Aristotelia, completamente apode o con soli rudimenti di organi locomotori. Oltre le setole primarie, presenti in numero e posizione prestabiliti, non vi è villosità o peluria diffusa; saltuariamente si osservano però delle setole secondarie sulla faccia esterna delle pseudozampe, come nella nota tignola del pesco (Anarsia lineatella Zeller). Sulle pseudozampe ventrali gli uncini ambulacrali sono numerosi e disposti in serie circolare (uniordinata o biordinata) più o meno completa (tra le eccezioni ricordiamo la larva di Sitotroga cerealella Olivier, fornita di soli 2-3 uncini per pseudozampa). Il tegumento è liscio, a volte granuloso. Sullo sclerite prespiracolare (ai lati del protorace) sono impiantate tre setole laterali (L1, L2, L3), carattere che consente di distinguere le larve dei Gelechidi da quelle dei Pyralidae Phycitinae, che invece ne hanno solo due. Sui lati dei segmenti addominali le setole laterali sono inserite su pinnacoli singoli, a eccezione del III segmento in cui le setole L1 e L2 risultano ravvicinate e spesso inserite su uno stesso pinnacolo. Le setole subventrali (SV1, SV2, SV3) sono presenti in numero di due sul protorace e di una su meso e metatorace. All’apice dell’addome è a volte presente (come nel genere Recurvaria) una serie 24 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. FIGURA 4 - DIFFERENZE TRA I SESSI DEGLI ADULTI DI T. ABSOLUTA Parte basale dell’ala posteriore del maschio, mostrante il frenulo composto da una sola setola Idem della femmina con il frenulo formato da tre setole trasversale di rigide spinette allineate e ravvicinate, il cosiddetto pettine anale (mancante però in Tuta). La regione fronto-clipeale è più lunga che larga. Gli stemmata sono sei per ciascun lato del capo, cinque dei quali sono disposti a semicerchio, l’ultimo è spostato all’indietro. Le larve minatrici hanno il capo in posizione generalmente prognata. GLI STADI DI SVILUPPO DI TUTA ABSOLUTA Adulto Ad ali chiuse T. absoluta si presenta di aspetto bastoncellare, lunga 5-6 mm, grigia con sfumature beige. L’apertura alare è di 10-13 mm. Sulle ali anteriori possono mettersi in evidenza (negli individui freschi), nella metà apicale, una serie di strie scure disposte a raggiera su fondo gialloocraceo, strie dovute a squame grigie inserite lungo i rami terminali delle nervature alari; nella metà basale vi è un numero variabile di macule scure, più o meno sfumate e distinte, mentre manca la serie lineare di macule bianche e nericce alternate (distintive di P. operculella). Le antenne hanno anellature bianche e nere ben nette. Tibie e tarsi sono superiormente nericci con sottili anellature bianche. Gli organi genitali maschili presentano valve di aspetto claviforme appena ricurve, con un grosso dente sul lato interno a metà della loro lunghezza (figura 3). Capo di Tuta absoluta dove sono evidenti le antenne con anellature bianche e nere 25 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta FIGURA 5 - DIFFERENZE TRA I SESSI DEGLI ADULTI DI T. ABSOLUTA Addome del maschio visto di lato e dal ventre (a sinistra) e idem della femmina I due sessi possono distinguersi esteriormente, oltre che per la diversa conformazione dei frenuli (composti da un’unica grossa setola (figura 4) nei maschi e da un fascetto di tre setole sottili nelle femmine), per il diverso rivestimento del lato inferiore dell’addome, che si presenta nei maschi bianco sporco con diffuse squamule grigiastre sui lati, nelle femmine bianco candido con quattro serie sublaterali ben nette di linee oblique nere (figura 5). Uovo È di forma ellittico-subcilindrica, con le estremità polari alquanto smussate. Lungo 0,35-0,38 mm e largo 0,22-0,25 mm è bianco brillante o appena giallognolo alla deposizione per tendere al brunastro verso la maturità. Il corion (rivestimento esterno) evidenzia a forte ingrandimento una microscultura a maglie reticolari. L’apertura alare della Tuta è di 10-13 mm Larva Come nella gran parte dei lepidotteri, la larva di T. absoluta è subcilindrica, con capo ben evidente, tre paia di zampe toraciche e cinque paia di pseudozampe addominali. Oltre ai caratteri generali della famiglia descritti a pag. 23, prenderemo ora in considerazio- 26 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. ne solo quei caratteri morfologici e cromatici essenziali per distinguere questa specie da altre rinvenibili sulle ortive. Il colore di fondo è gialliccio o verdognolo per quasi tutto lo sviluppo ed è spesso presente sul dorso una tonalità rosata più o meno intensa (solitamente frammentata in macule o in bande trasversali). Il capo, almeno a partire dalla III età, si presenta giallo, annerito sui lati e posteriormente. La placca protoracica, assai caratteristica, è chiara con il solo bordo latero-posteriore castano o nericcio. La placca sopranale è incospicua e pressoché concolore col fondo. Gli uncini delle pseudozampe ventrali (sul III, IV, V e VI segmento) sono disposti in serie circolare, con elementi (15-20) di grandezza variabile; a partire dalla II età, le corone di uncini tendono ad aprirsi sul lato esterno, tanto che nelle larve di sviluppo avanzato esse sono aperte per almeno un quarto della circonferenza. Gli uncini delle pseudozampe anali (sul X e ultimo segmento) sono invece disposti in serie arcuata, in numero di 10-12. Uova di Tuta Larva di Tuta Come varia la larva nel corso dello sviluppo. L’aspetto e la grossezza degli organi sopra menzionati variano sensibilmente nel corso dello sviluppo: nella tabella 2 si riportano i caratteri distintivi delle quattro età larvali di T. absoluta, così come osservate in una popolazione del Napoletano. Come distinguere le larve dei lepidotteri del pomodoro. I lepidotteri capaci di danneggiare i frutti del pomodoro in Italia sono una decina: oltre ai gelechidi P. operculella, T. absoluta e K. lycopersicella, vi sono i nottuidi Spodoptera littoralis (Boisduval), Spodoptera exigua (Hübner), Helicoverpa armigera (Hübner), Chrysodeixis chalcites (Esper) e Trichoplusia ni (Hübner) e il crambide Ostrinia nubilalis (Hübner). 27 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta TABELLA 2 - CARATTERI DISTINTIVI DELLE QUATTRO ETÀ LARVALI DI TUTA ABSOLUTA Stadio larvale Caratteristiche Lunghezza 0,6-1,5 mm Larghezza capsula cefalica 0,15-0,20 mm Di I età Capo uniformemente nericcio Placca protoracica incolore o appena grigiastra, col bordo posteriore inscurito Corone di uncini ambulacrali disposti in serie circolari complete. Lunghezza massima 2,5-3 mm Larghezza capsula cefalica 0,30-0,35 mm Di II età Capo grigio-giallastro Placca protoracica grigio-giallognola con la metà posteriore scurita Corone ambulacrali complete o appena aperte sul lato esterno Lunghezza massima 4-5 mm Larghezza capsula cefalica 0,45-0,50 mm Di III età Capo giallo-grigiastro, scurito sui lati e con fronte più chiara; clipeo (l’area tra il labbro superiore e la fronte) e labbro superiore giallo-nocciola Placca protoracica giallognola col bordo posteriore grigio scuro o castano Corone ambulacrali aperte sul lato esterno Lunghezza massima 7-8 mm Larghezza capsula cefalica 0,55-0,60 mm Di IV età Capo giallo, annerito sui lati e posteriormente, fino all’angolo epicraniale Placca protoracica giallognola col bordo posteriore castano-nericcio Corone ambulacrali aperte sul lato esterno (per almeno ¼ della loro ampiezza) Larva di Tuta absoluta di II età 28 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Le somiglianze di forma e comportamento tra alcune di queste specie possono rendere difficile l’identificazione. I caratteri di base per poter distinguere le loro larve in campo, già a partire dalle prime età, sono indicati nella chiave di determinazione (figura 6). Crisalide Crisalidi di Tuta absoluta in differenti stadi di maturazione La crisalide di T. absoluta, come nella quasi totalità dei lepidotteri, è di tipo obtecto, cioè con le future appendici dell’adulto formantesi all’interno di astucci sclerificati (teche) tenute strettamente aderenti al corpo. È affusolata, lunga 3,8-4,5 mm e larga 1,3-1,5 mm; verdognola appena formata, ma subito tendente al nocciola sempre più intenso, poi castana a maturità. COS’È UNA CHIAVE DI DETERMINAZIONE Larva matura di Tuta absoluta (Foto Guario) Una chiave di determinazione è una successione di coppie di caratteri alternativi tra di essi, organizzata in maniera tale da condurre al nome o al gruppo di appartenenza dell’organismo che si vuole identificare. Partendo dall’alto (muniti di una buona lente), si dovrà stabilire a quale dei due gruppi di caratteri della prima coppia corrisponde il nostro individuo e vedere quindi a quale altra coppia di caratteri alternativi si è rimandati. La ricerca si concluderà quando, in corrispondenza della combinazione di caratteri scelta, troveremo indicato anziché un ulteriore rimando un nome. 29 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta FIGURA 6 - CHIAVE DI IDENTIFICAZIONE DELLE LARVE DI LEPIDOTTERI ASSOCIATE AL POMODORO 1 - Larva endofita (vivente entro mine fogliari, fusticini, frutti, tuberi). Corpo giallo-verdognolo, spesso con colorazione dorsale rosata (diffusa o circoscritta in areole a contorni definiti). Pinnacoli piccolissimi e poco evidenti. Uncini ambulacrali delle pseudozampe ventrali disposti in serie circolare più o meno completa sulla corona plantare, con elementi grandi e piccoli alternati. Placca protoracica fornita di 12 setole. Lunghezza massima 10-12 mm ...............................................Phthorimaea operculella, Tuta absoluta, Keiferia lycopersicella (Gelechiidae) Gelechiidae corone ambulacrali segmento addominale dal dorso placca protoracica - Larva ectofita o endofita (vivente su foglie, frutti, fiori, fusti). Corpo sempre ornato da macchie, bande o strie di diverso colore. Pinnacoli di grandezza normale o molto grandi. Uncini ambulacrali delle pseudozampe ventrali disposti in serie arcuata. Placca protoracica fornita di 8 o 12 setole. Lunghezza a sviluppo completo molto superiore a 10-12 mm ......................................................................................................... 2 Altre famiglie corone ambulacrali 2 - Corpo beige rosato percorso dorsalmente da 3 o 5 strie longitudinali più scure, grigiastre e sfumate. Capo castano più o meno intenso. Cinque paia di pseudozampe (sugli uriti III-VI e X). Uncini ambulacrali delle pseudozampe ventrali disposti in serie circolare. Placca protoracica fornita di 12 setole. segmento addominale corona ambulacrale dal dorso Lunghezza massima 25-30 mm ............................................................. Ostrinia nubilalis (Crambidae) placca protoracica Ostrinia nubilalis Noctuidae placca protoracica corona ambulacrale Plusiinae - Corpo sempre ornato da macchie, bande o strie di colore diverso dal fondo. Tre o cinque paia di pseudozampe. Uncini ambulacrali delle pseudozampe ventrali disposti ad arco. Placca protoracica fornita di 8 setole ....................................................................................... (Noctuidae) 3 3 - Tre coppie di pseudozampe, disposte sugli uriti V, VI e X. Il dorso è solitamente percorso da sei linee ondulate chiare (Plusiinae) 4 segmento addominale dal dorso Altri Noctuidae - Cinque coppie di pseudozampe, disposte sugli uriti III, VI, V, VI e X .......................................................................................................... 5 30 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Chrysodeixis chalcites 4 - Capo verdognolo (a volte con alcune macule e una sottile linea nera dietro gli occhi), corpo solitamente verde. Sui lati del corpo è spesso presente una serie di pinnacoli neri soprastigmatici. Lunghezza massima 34-37 mm ......................................................................... Chrysodeixis chalcites segmento addominale di lato Trichoplusia ni - Sotto il III e IV urite si evidenziano (a forte ingrandimento) gli abbozzi di ulteriori coppie di pseudozampe. Corpo verde con capo giallognolo. Lunghezza massima 30-35 mm .....................................................................................Trichoplusia ni idem, con particolare di un abbozzo di pseudozampe Helicoverpa armigera microspine cuticulari pinnacoli 5 - Sul tegumento sono presenti microspinule (rilevabili anche a basso ingrandimento), visibili già a partire dalle prime età, di grossezza omogenea, brevi e tozze. Pinnacoli grossi e rilevati, più o meno tubercoliformi (almeno quelli dorsali e subdorsali), spesso di colore nero. Nelle forme più scure i pinnacoli dorsali e subdorsali del I e VIII urite sono distintamente più grossi. Colore di fondo assai variabile (verde, giallo, bruno, arancio). Lunghezza massima 35-40 mm .......................................................................... Helicoverpa armigera - Sul tegumento non vi sono microspinule. I pinnacoli non sono grossi e rilevati ................................................ 6 Spodoptera littoralis segmento addominale del dorso 6 - È presente una serie di macchie dorsolaterali scure subtriangolari sui segmenti, particolarmente grosse sugli uriti I e VIII. Sulle pseudozampe sono presenti ampie aree sclerificate brune o nere, simili ad anellature. Colore di fondo variabile dal verde al grigio scuro o nero; sono spesso presenti linee (mediodorsali, dorsolaterali e sottostigmatiche) di colore bianco, giallo o arancio. Lunghezza massima 35-40 mm ............................................................................ Spodoptera littoralis pseudozampa Spodoptera exigua segmento addominale del dorso - Manca la serie di macchie nere dorsolaterali. Al di sopra degli stigmi è presente una larga banda scura a margini ben netti che viene a delimitare una fascia dorsale più chiara; su tutta la parte superiore del corpo si evidenzia una diffusa maculatura chiara. Sulla banda scura laterale è sempre evidente una serie di macchie bianchicce retrostigmatiche. Colore di fondo dal giallo-verdastro al grigio-bruno. Lunghezza massima 25-30 mm ...............................................................................Spodoptera exigua 31 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta FIGURA 7 - ESTREMITÀ ADDOMINALE DELLA CRISALIDE DI T. ABSOLUTA VENTRE DORSO Bozzolo terroso di Tuta FIGURA 8 - DIFFERENZE TRA I SESSI DELLA CRISALIDE DI T. ABSOLUTA MASCHIO FEMMINA LATO Particolare importanza ai fini del riconoscimento assumono determinati caratteri morfologici tra i quali la lunghezza reciproca delle teche e la conformazione del cremaster. Le pteroteche (teche alari) arrivano a lambire, con la parte apicale rigonfia, l’inizio del IV urite. Le maxilloteche (teche mascellari) giungono poco oltre le podoteche (teche delle zampe) anteriori e mediane, mentre quelle posteriori sono appena visibili sotto le estremità delle cheratoteche (teche antennali). Il cremaster, dispositivo atto a facilitare l’aggancio al substrato (soprattutto nella fase dello sfarfallamento), è osservabile sul X e ultimo segmento addominale; è costituito da una brevissima e tozza spinetta disposta in posizione apico-dorsale e da serie di 10-11 coppie di setole rigide e uncinate situate sia sul lato dorsale, in prossimità della spinetta (4 coppie), che sul lato ventrale, ai lati dell’incisione anale (6-7 ••• coppie) (figure 7 e 8). 32 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Piante ospiti e biologia della tignola del pomodoro di Luigi Sannino, Bruno Espinosa La tignola del pomodoro (Tuta absoluta) ha abitudini alimentari circoscritte quasi esclusivamente alle solanacee. Il suo ospite preferito, il pomodoro (Lycopersicon esculentum), è anch’esso originario delle Ande, area in cui la forma selvatica di questa ortiva convive con specie simili (Lycopersicon hirsutum, L. puberulum e altre) pure segnalate come suoi ospiti. Altre solanacee coltivate appetite a T. absoluta sono, in ordine di preferenza, la patata (Solanum tuberosum), la melanzana (S. melongena) e il peperone (S. muricatum). Il tabacco (Nicotiana tabacum) sembra essere invece quasi indenne ai suoi attacchi. Ultimamente in Sicilia si sono segnalati danni in serra anche a Physalis peruviana. Oltre al pomodoro, ospite preferito, Tuta absoluta può attaccare altre solanacee tra cui patata, peperone e melanzana 33 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta FIGURA 1 - CICLO DI SVILUPPO DI T. ABSOLUTA E DURATA INDICATIVA DELLE FASI DI UNA GENERAZIONE ESTIVA 14 13 12 15 1 2 3 11 4 10 9 8 5 7 6 34 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. 1 = Maturazione uova (4-5 gg); 2 = Schiusa; 3 = Fase vagante della larva neonata (10-30 minuti); 4 = Inizio della fase trofica; 5 = Sviluppo larvale (14-16 gg); 6 = Fine della fase trofica; 7 = Imbozzolamento sulla pianta o al suolo; 8 = Fase di eopupa (1-1,5 gg); 9 = Trasformazione in crisalide; 10 = Maturazione della crisalide (7-8 gg); 11 = Sfarfallamento; 12 = Maturazione sessuale dell’adulto (12-22 ore); 13 = Accoppiamento; 14 = Fase di preovideposizione (24 ore); 15 = Ovideposizione (5-8 gg) Tra le spontanee si segnala in primo luogo la comunissima erba morella (Solanum nigrum), seguita poi da alcune altre specie della stessa famiglia (S. bonariensis, S. eleagnifolium, Datura stramonium, D. ferox, Lycium spp., Nicotiana spp.). Solo saltuariamente sono stati segnalati attacchi a piante di altre famiglie, quali fagiolino, fagiolo, cavolo e malva. SFARFALLAMENTO Completata la metamorfosi, quando tutte le appendici del corpo (zampe, ali, antenne, ecc.) sono ben formate e libere di scivolare all’interno delle teche, l’adulto inizia a esercitare una pressione crescente nella parte anteriore della crisalide, che in breve tempo si lacera in corrispondenza del capo e dei primi due segmenti toracici, permettendogli così di fuoriuscire. Lo sfarfallamento è più frequente nelle ore crepuscolari, periodo di massima attività degli adulti. Una volta liberatosi, l’adulto si allontana alquanto dalla spoglia crisalidale e restando immobile attende che le ali si asciughino completamente. Come molti altri gelechidi, ha abitudini crepuscolari e notturne restando di giorno nascosto tra la vegetazione o sul suolo, con le ali disposte strettamente aderenti al corpo e le antenne poggiate sopra; se disturbato spicca brevi voli, zigzaganti e bassi. La temperatura influisce notevolmente sulla longevità dell’adulto, che vive fino a sei settimane a 15 °C e solo pochi giorni (4-5) a 35 °C. Anche l’alimentazione ha una notevole incidenza: Imenes et al. (1990) lavorando in laboratorio su individui alimentati con una soluzione di miele al 10% e con sola acqua ottennero durate della vita dell’adulto rispettivamente di 36 e 9 giorni per i maschi e di 32 e 12 giorni per le femmine. ACCOPPIAMENTO Dallo sfarfallamento all’accoppiamento intercorre un tempo variabile, in funzione della temperatura, necessario per completare la maturazione delle gonadi (organi che producono i gameti) e/o delle ghiandole produttrici di feromoni sessuali: da Adulto di T. absoluta (Foto Guario) 35 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta poche ore nei maschi a 20-22 ore nelle femmine. In pratica gli accoppiamenti iniziano la notte successiva a quella dello sfarfallamento. Durante la copula i due sessi, uniti per le estremità addominali, si dispongono con i corpi in direzioni opposte, per un tempo oscillante da alcune decine di minuti a 4-5 ore. OVIDEPOSIZIONE Larva di T. absoluta Dopo l’accoppiamento passa almeno un giorno per l’inizio delle ovideposizioni, che proseguono per circa una settimana (con un picco tra il terzo e il quinto giorno) e avvengono prevalentemente di notte. Le uova sono deposte sulle parti epigee della pianta (foglie, fusti, frutti, ecc.), isolatamente o in gruppi disordinati di 2-5 elementi. Sulle piante piccole vengono preferiti i palchi apicali, mentre sui frutti le ovideposizioni hanno luogo preferibilmente su quelli ancora verdi e in particolare sul calice. Il numero di uova deposto per femmina varia con le condizioni ambientali: Imenes et al. (1990) registrarono valori compresi tra 148 e 262 uova/femmina; il nostro campione, allevato su foglie di pomodoro (cultivar Cuore di bue) a Scafati (Salerno), ha mostrato una fecondità leggermente inferiore, 120-170 uova/femmina. Tuttavia non mancano segnalazioni di fecondità sensibilmente più basse, come ad esempio quella osservata da Quiroz (1976) in Cile, di appena 40 uova/femmina. INCUBAZIONE La durata del periodo di incubazione, anch’essa direttamente influenzata dalla temperatura, oscilla da un minimo di 4-5 giorni a 30 °C a un massimo di 10-11 giorni a 15 °C. L’embriogenesi (complesso dei fenomeni di formazione e sviluppo dell’embrione) può avere luogo in un intervallo di temperature fra 12 e 35 °C, ma un tasso di mortalità elevato si verifica in corrispondenza dei valori estremi (Bentancourt et al., 1996). Imenes et al. (1990) registrarono per il completamento dello stadio di uovo una durata di 5-6 giorni. Nei nostri allevamenti l’incubazione si è completata in 5-6 giorni nel periodo da aprile a ottobre e in 8-10 giorni nella rimanente parte dell’anno (grafici 1, 2 e 3). SCHIUSA Al termine dello sviluppo embrionale si ha lo sgusciamento della larva che, contrariamente ad altre larve minatrici (ad esem- 36 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Mine iniziali causate dalle larve di T. absoluta (foto a sinsitra) e in fase più avanzata (foto a destra). Nei casi più gravi possono portare al totale disseccamento della pianta pio ditteri agromizidi, lepidotteri litocolletidi, ecc.), non inizia subito a rodere il vegetale, ma vaga per un certo tempo, dai cinque ai quaranta minuti, prima di cominciare lo scavo della mina. ATTIVITÀ TROFICA E SVILUPPO LARVALE La larva, dai costumi prettamente endofitici, appena nata si allontana alquanto dall’uovo (soprattutto quando questo viene deposto in gruppi) iniziando poco dopo a rodere l’epidermide dell’organo creando un foro di circa 0,15-0,20 mm di diametro. Foglie Sulle foglie si nutre del solo parenchima, scavando una mina che risulta inizialmente poco visibile perché sottilissima (circa 0,2 mm di larghezza) e lineare; dopo 5-10 mm essa comincia ad allargarsi rapidamente divenendo molto tortuosa e finendo di solito per formare nell’ultimo tratto un’unica grande camera vescicolosa (ampia 2,0-2,5 cm²), da cui spesso si diramano alcune brevi mine digitiformi. In trasparenza sono sempre ben evidenti tra le due epidermidi gli escrementi granulosi prodotti dalle larve. In caso di alta densità di popolazione è frequente che mine diverse tendano a fondersi tra loro: in questo caso, se la superficie fogliare a disposizio- 37 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta ne non è sufficiente per tutte le larve, queste abbandonano le prime mine per andare alla ricerca di altro substrato disponibile al fine di completare lo sviluppo. La grandezza e l’espansione delle mine fogliari sembrerebbero essere comunque degli indicatori dell’idoneità della pianta a ospitare T. absoluta. Mine possono essere prodotte anche su piccioli e steli che, se di calibro ridotto, facilmente portano al disseccamento della vegetazione sovrastante. Danni sul fusto causati da T. absoluta Frutticino deformato in seguito all’attacco della Tuta Frutti Sui frutti l’attività trofica delle larve si esplica in modo più vario. Le larve derivanti da ovideposizioni sul calice, data la ridotta grandezza di quest’organo, sono costrette dopo pochissimi giorni (1-3) ad abbandonare le mine prodotte per trasferirsi sul frutto, e ciò spiega la prevalenza di fori d’ingresso sotto i sepali del calice o nelle immediate vicinanze. I fori prodotti a distanza dal calice (localizzabili in qualsiasi punto della bacca, anche nelle zone più scoperte) sono invece generalmente dovuti a larve erranti, che non hanno potuto completare lo sviluppo su foglie e steli. Le gallerie, di calibro non superiore a 1-1,5 mm, non penetrano oltre il centimetro e mezzo di profondità e in ogni caso sono circoscritte alla polpa. I fori d’ingresso delle larve, se disposti intorno al calice, sono inizialmente poco evidenti (perché spesso coperti dai sepali). Dopo pochi giorni l’attacco si rende però manifesto, in quanto l’area interessata dalle mine invaia (inizia a virare al rosso) precocemente e intorno ai fori d’ingresso si forma spesso un accumulo di detriti neri (escrementi). I frutti possono essere colpiti in ogni stadio di sviluppo: se attaccati quando molto piccoli, si bloccano nello sviluppo o crescono stentatamente, evidenziando gravi malformazioni (strozzature, depressioni, ecc.). In seguito all’attacco, le bacche sono spesso invase da patogeni vegetali che, a partire dalle mine, portano a marcescenza l’intero 38 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. frutto, costringendo le larve a trasferirsi su altri sani. Le larve neoschiuse si alimentano sulle foglie prima di spostarsi sui frutti, ma spesso vi penetrano appena sgusciate. La larva di T. absoluta muta tre volte e pertanto presenta quattro età, la cui durata complessiva nei nostri allevamenti è oscillata in media fra 13 e 65 giorni. Coelho e Franca (1987) e Haji et al. (1988) riportano una durata dello stadio di larva di 20 giorni a 18,5 °C e di 11-13 giorni a 27 °C, mentre Imenes et al. (1990) ottennero una durata di 19 giorni. La soglia termica inferiore di sviluppo si colloca intorno a 6 °C (Bentancourt et al., 1996). Oltre che dalla temperatura, la durata della fase larvale dipende dalla disponibilità di cibo, dalla specie ospite e dalle condizioni della coltura (protetta o in pieno campo). Nei nostri saggi, un allungamento di alcuni giorni della fase larvale è stato osservato per le larve costrette a iniziare più volte lo scavo di nuove mine rispetto a quelle che hanno potuto svolgere tutto il ciclo in un’unica mina; su melanzana o patata la fase larvale è durata alquanto più a lungo che su pomodoro. Nelle serre le pullulazioni di T. absoluta sono più virulente, frequenti e numerose rispetto al pieno campo. Come specie di origine subtropicale è avvantaggiata da inverni miti e primavere calde. La qualità del cibo ha un ruolo primario sulla biologia dell’insetto: T. absoluta mostra una prolificità più elevata (sia in termini di fecondità femminile sia di fertilità delle uova) e una minore mortalità delle larve quando è allevata su pomodoro rispetto ad altre specie ospiti dello stesso genere. Le femmine vivono Danni sui frutti causati da T. absoluta e particolare dei fori di penetrazione 39 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta Lo stadio di crisalide di T. absoluta ha una durata media compresa tra 8-18 giorni nelle generazioni annuali e di 65 giorni per la generazione svernante mediamente più dei maschi (sebbene in qualche caso sia stato riscontrato il contrario) e quelle accoppiate sono in genere più longeve. INCRISALIDAMENTO Raggiunta la maturità, la maggior parte delle larve fuoriesce dalle mine, lasciandosi per lo più cadere al suolo e formando un bozzoletto sericeo (lungo 7-9 mm) al quale possono aderire detriti o particelle terrose. Solo una minoranza trova adeguato riparo sulla pianta, solitamente tra foglie accartocciate o nella zona del calice; in questo caso la larva tesse una copertura sericea su di essa. Le larve che incrisalidano all’interno delle mine stesse non tessono bozzoli. Prima di trasformarsi in crisalide, e comunque dopo aver tessuto il bozzolo, la larva passa per una fase particolare, detta di eopupa, che dura circa 1-2 giorni, in cui è immobile e contratta. La durata media della ninfosi (comprensiva anche della fase di eopupa) da noi rilevata è stata di 8-18 giorni nelle generazioni che si sono succedute durante l’anno e circa 65 giorni nella generazione svernante (tabella 1). Coelho e Franca (1987) e Haji et al. (1988) riportano una durata da 5 a 20 giorni con un media di 6-10 giorni. Imenes et al., (1990), per il completamento di questo stadio, ottennero in laboratorio valori compresi tra 9 e 10 giorni. CICLO DI SVILUPPO E NUMERO DI GENERAZIONI Come altre specie della famiglia, anche T. absoluta ha un ciclo evolutivo privo di diapausa (cioè senza interruzione dell’attività), con lunghezza degli stadi variabile in dipendenza delle condizioni ambientali e in particolare della temperatura, essendo le farfalle animali eterotermi e pertanto incapaci di adattare la temperatura del proprio corpo a quella esterna. 40 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Il numero di generazioni è molto alto (nei Paesi di origine se ne contano fino a una dozzina all’anno) e queste tendono rapidamente a sovrapporsi. In Italia il numero delle generazioni aumenta passando dalle regioni settentrionali a quelle meridionali. In serra T. absoluta è troficamente attiva per gran parte dell’anno, con maggiore frequenza dalla primavera all’autunno. Nei mesi più freddi dell’anno prevalgono le crisalidi. Il ciclo di T. absoluta è stato studiato presso il Cra-Cat di Scafati (Salerno) in un allevamento su piante di pomodoro, in pieno campo ma al riparo dagli agenti atmosferici, partendo da crisalidi raccolte in serre del Napoletano a fine gennaio 2009. Constatata la variabilità della fase larvale, per determinare il campo di variazione del numero di generazioni la popolazione è stata divisa in due gruppi: uno portato avanti prelevando volta per volta, in ogni ciclo, le sole larve incrisalidatesi per ultime, e un altro utilizzando invece, per ogni ciclo, solo quelle che incrisalidavano più precocemente. Il numero di generazioni riscontrato TABELLA 1 - DURATA (GIORNI) DEGLI STADI DI T. ABSOLUTA OSSERVATI A SCAFATI (SALERNO) NEL 2009-2010, IN PIENO CAMPO SU POMODORO Fase N. Media ± e.s. Media ± e.s. N. I generazione II generazione Uovo 22 8,3 ± 0,34 20 6,4 ± 0,24 Larva 21 18,5 ± 0,53 21 17,5 ± 0,46 Crisalide 21 12,3 ± 0,34 19 III generazione 9,4 ± 0,26 IV generazione Uovo 18 5,3 ± 0,13 19 5,1 ± 0,13 Larva 19 16,4 ± 0,40 18 15,1 ± 0,24 Crisalide 18 8,9 ± 0,21 19 8,3 ± 0,17 Uovo 20 5,0 ± 0,14 20 4,7 ± 0,10 V generazione VI generazione Larva 19 14,3 ± 0,24 16 13,1 ± 0,17 Crisalide 17 8,0 ± 0,17 17 7,9 ± 0,14 Uovo 18 5,4 ± 0,14 17 6,2 ± 0,15 Larva 18 16,1 ± 0,23 18 20,5 ± 0,34 Crisalide 18 11,1 ± 0,26 19 13,0 ± 0,19 VII generazione IX generazione Individui sfarfallati nell’anno VIII generazione IX generazione Individui svernanti Uovo 20 8,4 ± 0,24 17 10,1 ± 0,29 Larva 15 32,4 ± 0,75 15 36,9 ± 0,66 Crisalide 13 17,9 ± 0,41 20 65,1 ± 1,16 n. = numero osservazioni; e.s. = errore standard. 41 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta GRAFICO 1 - LUNGHEZZA TOTALE DEL CICLO DI TUTA E DELLE FASI DI UOVO, LARVE E CRISALIDE IN FUNZIONE DELL’ANDAMENTO ANNUALE DELLE GENERAZIONI (*) Durata totale del ciclo (giorni) A - Ciclo intero 60 50 1 2 3 4 23-3 23-4 24-5 22-6 5 6 7 8 9 20-7 17-8 23-9 6-11 14-1 8 9 6-11 14-1 40 30 B - Fasi del ciclo Durata delle fasi (giorni) 35 30 25 1 2 3 4 5 23-3 23-4 24-5 22-6 20-7 6 7 17-8 23-9 20 15 10 5 Uovo Larva Crisalide C - Profilo della temperatura 30 Temperature (°C) (*) I numeri riportati nei grafici A e B rappresentano le generazioni consecutive rilevate nel corso di un anno solare (2009). Valori osservati del campione (punti) e stime medie con intervallo di confidenza al 95% (rettangoli). Profilo della temperatura nel grafico C. 20 10 0 1-4 42 1-5 1-6 T. min. 1-7 1-8 1-9 Data rilievo T. max 1-10 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. 1-11 1-12 T. media 1-1 1-2 GRAFICO 2 - LUNGHEZZA DELLE FASI DI UOVO, LARVE E CRISALIDE DELLA GENERAZIONE SVERNANTE DI TUTA (*) 80 Durata (giorni) 70 60 50 40 30 20 10 0 Uovo Larva Crisalide (*) Valori osservati del campione (punti) e stime medie con intervallo di confidenza al 95% (rettangoli azzurri). nel corso del 2009 è variato da un minimo di 6 a un massimo di 9. Nel gruppo con lo sviluppo più rapido gli adulti sfarfallati a fine gennaio da crisalidi svernanti hanno dato inizio alla 1ª generazione dell’anno, completatasi a fine febbraio-inizio marzo. Una 2ª generazione è seguita nella prima decade di aprile, una 3ª a maggio, una 4ª nella prima decade di giugno, una 5ª nella prima settimana di luglio, una 6ª agli inizi di agosto, una 7ª in settembre e una 8ª nella seconda metà di ottobre. A partire da novembre la velocità di sviluppo dell’insetto ha subìto un notevole rallentamento, tanto che, dalle crisalidi formatesi dalla metà di novembre, si è avuto lo sfarfallamento, nella prima metà di dicembre, solo di un terzo degli adulti (di 9ª generazione), avendo, invece, la maggior parte di esse trascorso in quiescenza in questo stadio i mesi freddi, per dare poi gli adulti tra gennaio e febbraio dell’anno successivo (tabella 1). Come si evince dal grafico 1, la lunghezza media del ciclo è variata in relazione inversa al termoperiodo (*) nel corso dell’anno, tra i circa 40 giorni della 1ª e 8ª generazione (rispettivamente centrate intorno al 23 marzo e al 6 novembre) e i 28 giorni della 6ª generazione (centrata intorno alla metà di agosto), aumentando notevolmente nel periodo più freddo, fino a 60 giorni per la generazione più tardiva (9ª) e a 110 giorni per quella svernante (grafico 2). Guenaoui et al. (2010) riportano minimi e massimi di durata del ciclo di 29,5 giorni e 18 giorni rispettivamente per temperature di 22 e 31 °C. (*) Il fattore che influenza lo sviluppo dell’insetto in funzione dell’alternarsi delle temperature. 43 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta GRAFICO 3 - RELAZIONE TRA DURATA DEL CICLO DI TUTA E TEMPERATURA MEDIA DEL PERIODO DELL’ANNO CORRISPONDENTE (*) 9 30 25 20 8 9 15 10 Durata del ciclo (giorni) Durata delle fasi (giorni) 35 1 1 9 1 5 10 2 8 2 3 7 5 4 7 34 73 4 8 2 15 20 T. media (°C) 6 56 56 25 Uovo 60 50 40 30 30 Larva 10 15 20 T. media (°C) 25 30 Crisalide (*) I numeri riportati all’interno del grafico rappresentano le generazioni consecutive rilevate nel corso di un anno solare (2009). Valori osservati del campione studiato nel 2009 (punti) e interpolazioni in base a modello quadratico con banda di confidenza al 95%. La durata del ciclo e delle tre fasi di uovo, larva e crisalide è diminuita con l’aumento della temperatura media del periodo, corrispondente a un tasso decrescente al crescere della temperatura, con riduzioni più marcate tra le generazioni estreme della stagione più fredda e più attenuate tra quelle intermedie della stagione calda (grafico 3). I requisiti termici per il completamento delle fasi di uovo, larva e crisalide sono stati calcolati in gradi-giorno (GG), sommando per la durata delle fasi l’eccedenza della temperatura media giornaliera rispetto a soglie di 9, 5 e 8 °C, rispettivamente. Nel grafico 4 sono rappresentati i valori ottenuti per i nove cicli, in- 44 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. GRAFICO 4 - REQUISITI TERMICI PER IL COMPLETAMENTO DELLE FASI DI UOVO, LARVA E CRISALIDE (*) Requisiti termici (gradi-giorno) 350 3 300 6 250 8 200 150 100 50 0 5 7 4 32 81 9 7 2 5 9 1 6 Uovo Larva 5 67 43 1 2 8 9 Crisalide (*) Per 9 cicli tra marzo e febbraio dell’anno successivo (indicati con numero progressivo), con medie e intervalli di confidenza al 95% per i cicli del periodo più caldo (da 3 a 7) e del periodo più freddo (1-2 e 8-9). sieme con le medie per le tre fasi, calcolate sui cicli del periodo più caldo (3-7) e più freddo (1-2 e 8-9). I requisiti termici sono risultati considerevolmente minori per i cicli del periodo più freddo per tutte e tre le fasi, in media 27 contro 78 GG per l’uovo, 194 contro 301 GG per la larva e 80 contro 149 GG per la crisalide. Ciò mostra una maggiore efficienza di uso della risorsa termica quando la stessa è scarsa e indica una notevole capacità di adattamento dell’insetto. I DANNI PROVOCATI DALLE LARVE DI T. ABSOLUTA I danni sono causati dall’attività trofica delle larve su tutta la parte aerea della pianta. Bacca completamente danneggiata dalle larve di T. absoluta Sulle foglie di pomodoro Le mine praticate sulle foglie producono danni economici soltanto in presenza di un elevato numero di larve che, se non adeguatamente controllate, conducono a morte le piante colpite. Sulle bacche di pomodoro Le rosure sulle bacche sono più gravi, perché portano quasi sempre allo scarto del prodotto. In conseguenza dell’attacco, foglie, frutti e apici 45 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta FIGURA 2 - SINTOMI DEI DANNI DI T. ABSOLUTA SU POMODORO E CONFRONTO CON QUELLI PRODOTTI DA ALTRE SPECIE 1 1 = Mine iniziali di T. absoluta; 2 = Mine di T. absoluta di sviluppo completo; 3-4 = Mine di Phthorimaea operculella su foglia e su stelo; 5-6 = Mine di Chromatomyia; 7-8 = Mine di Liriomyza trifolii; 9-10 = Mine di T. absoluta su bacche e particolare della zona del calice; 11-12 = Mine di P. operculella su bacche e particolari della zona del calice. 2 4 3 5 6 7 8 12 10 9 11 46 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. A seguito degli attacchi di Tuta absoluta i frutti possono essere facilmente colpiti da agenti di marciumi vegetativi sono facilmente colpiti da muffe e marciumi. Le colture di pomodoro sono suscettibili agli attacchi di T. absoluta durante tutto il ciclo vegetativo. Nel 2009 gli attacchi hanno causato perdite fino al 100%, anche perché molti produttori si sono trovati impreparati, date la scarsa conoscenza dell’insetto e la rapidità della sua diffusione. Il grado di infestazione rilevato è stato molto variabile, perché dipendente da vari fattori: • identificazione precoce del parassita; • tempestività d’intervento; • impiego di prodotti idonei; • presenza/assenza di reti anti-insetto; • cultivar di pomodoro. In alcune serre fredde del Napoletano l’impatto nei primi mesi dell’anno è stato tale da portare all’espianto di intere colture da poco trapiantate. La Sicilia è stata forse la regione più esposta, sia per la maggiore superficie a solanacee coltivate in serra, sia per le condizioni climatiche particolarmente favorevoli, che consentono all’insetto di riprodursi all’esterno per quasi tutto l’anno. In Spagna una relazione significativa è stata trovata tra il grado di attacco alle piante e quello sui frutti. Su pomodoro trasformato I danni hanno riguardato anche il pomodoro trasformato, con frequente rinvenimento di larve nelle conserve. I frutti attaccati a maturità e subito avviati alla lavorazione industriale non sempre presentano alterazioni evidenti (i fori d’ingresso delle 47 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta gallerie sono piccoli e spesso nascosti dal calice) e possono sfuggire alle cernite, specialmente in partite con basso livello di attacco. Ritrovamenti di larve in pomodori pelati lavorati nel Sarnese (Salerno) sono stati accertati già in partite inscatolate nel 2008. Su melanzana Nella piana del Sele (Salerno) infestazioni cospicue hanno interessato anche la melanzana in serra, con perdite di produzione variabili dal 30 al 40%. Su questa pianta le larve minano soprattutto le foglie, producendovi chiazze vescicolari del tutto simili a quelle prodotte sul pomodoro. Danni da Tuta su piante di melanzana (foto in alto) e su foglie di patata Su patata Ultimamente (settembre 2010), un forte attacco congiunto di T. absoluta e P. operculella a una coltivazione di patata in provincia di Foggia (comune di Chieuti) ha causato seri danni per le estese e numerose mine fogliari riscontrate su gran parte delle piante. Va sottolineato che T. absoluta, anche in questo caso, ha mostrato una virulenza ben maggiore della specie con la quale si è trovata in competizione, la ftorimea, evidenziando, come già detto in precedenza a riguardo di Keiferia, una superiore capacità di infestazione. Nel 2010 il grado di attacco rilevato sulle colture è stato generalmente più basso che nel 2009, ciò sia per il diffuso impiego di trattamenti preventivi, sia per l’azione esercitata dalle reti protettive. Danni di aspetto simile alla T. absoluta I danni prodotti da T. absoluta sono stati inizialmente scambiati in Italia per 48 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. quelli dei ditteri agromizidi Liriomyza spp. e Chromatomyia spp., molto comuni su pomodoro, le cui mine (a contorni irregolari le prime, più regolari le seconde) sono però facilmente distinguibili perché conservano un andamento serpentiforme per tutto o gran parte del loro sviluppo, mentre quelle di T. absoluta ben presto si allargano acquisendo un aspetto vescicoloso con caratteristiche espansioni digitiformi. Inoltre le larve di agromizidi sono esclusivamente fillofaghe (nutrendosi solo di foglie). I danni prodotti da P. opereculella ai tuberi di patata e alle parti verdi di altre solanacee sono ben noti; meno conosciuti perché generalmente sporadici sono invece i danni alle bacche del pomodoro, con effetti, in qualche caso, di una certa importanza. Ultimamente attacchi del dittero drosofilide Scaptomyza flava (Fallén) a colture di rucola in serra nella piana del Sele sono stati inizialmente attribuiti a T. absoluta, dato che le mine prodotte sulle foglie presentavano caratteristiche molto simili a quelle riconducibili alla tignola del pomodoro. Recrudescenza di attacchi di Ftorimea Negli ultimi anni, probabilmente per le stesse ragioni che hanno fatto aumentare la perniciosità di altri lepidotteri (primi fra tutti Spodoptera littoralis, Helicoverpa armigera e Chrysodeixis chalcites), la tignola della patata ha mostrato una significativa intensificazione della sua attività, palesando spesso sintomi in passato solo saltuariamente osservati: oltre a un aumento dei danni Mine causate da Liriomyza spp. (a sinistra) e T. absoluta (in alto) 49 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta TABELLA 2 - COSA RENDE DIVERSA LA TUTA DALLA FTORIMEA Tuta absoluta Phthorimaea operculella Uovo Ellittico-subcilindrico, con i poli simmetrici. Subellittico-ovale, con i poli asimmetrici. Larva Massima lunghezza 7-8 mm. Capo giallo-nocciola o giallo vivo, ma sempre con i contorni anneriti. Placca protoracica chiara col solo bordo posteriore castano o nericcio. Segmenti toracici delle stesso colore dell’addome. Massima lunghezza 12-13 mm. Capo nocciola intenso o castano, appena più chiaro nell’area frontale. Placca protoracica completamente castano nericcia. Primi due segmenti toracici rosa violacei. Crisalide Massima lunghezza 4,5-5 mm. Uncino apico-dorsale assai esile. Massima lunghezza 6-8 mm. Uncino apico-dorsale più robusto ed evidente. Adulto Apertura alare massima 10-13 mm. Lunghezza del corpo (ad ali chiuse) 4-6 mm. Antenne distintamente anellate (con serie di squamule bianche e nericce alternate). Lato ventrale dell’addome grigiastro con poche e rade squame scure (♂), bianco candido con due serie di linee oblique nere sul lati (♀). Genitali maschili con valve quasi bastoncellari e fornite di un grosso dente disposto a metà della sua lunghezza. Apertura alare 13-17 mm. Lunghezza del corpo (ad ali chiuse) 6-8 mm. Antenne non distintamente anellate (con anellature beige e brune alternate). Lato ventrale dell’addome grigiastro con diffusa e abbondante squamulosità scura. Genitali maschili con valve ad apice ricurvo e assai rigonfio, liscio in tutta la sua lunghezza. Mine Sulle foglie: mine vescicolose provviste di proiezioni digitiformi lungo i contorni. Sui frutti: i fori d’ingresso scendono perpendicolarmente nella cuticola e le gallerie non sono visibili dall’esterno. Sulle foglie mine vescicolose a contorni irregolari ma tondeggianti e continui. Sui frutti: i fori d’ingresso portano a gallerie che si mantengono molto superficiali e che di solito restano visibili attraverso la cuticola. a coltivazioni di patata e ai suoi tuberi, sono stati osservati attacchi al pomodoro, con danni significativi anche ai frutti (come verificatosi in Campania nell’estate 2008 e in Basilicata nel 2009), e al tabacco (nel settembre-ottobre 2010) nel Vicentino (Pojana Maggiore), dove una pesantissima attività fillominatrice aveva fatto pensare ad attacchi di T. absoluta. In quest’ultimo caso l’attività trofica delle larve è continuata anche sul tabacco in fase di cura, tanto che larve ancora vive e abbondanti sfarfallamenti si sono osservati in magazzino su foglie disidratate, fino a 50-60 giorni dopo la raccolta. Riteniamo quindi utile riassumere in una tabella sinottica le differenze morfologiche ed etologiche essenziali esistenti fra Tuta e Ftorimea (tabella 2). ••• 50 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Nemici naturali e controllo della tignola del pomodoro di Luigi Sannino, Bruno Espinosa Come previsto, sin dalla sua comparsa in Italia T. absoluta si è rivelata una specie gravemente infestante la cui eradicazione non sembra possibile dalle zone dove è stabilmente insediata. Peraltro gli interventi eseguiti per il controllo sono apparsi spesso poco duraturi, in quanto il fitofago è ricomparso in forme cospicue già dopo una o due settimane dal trattamento. Cosa rende difficile contenere T. absoluta La lotta è resa difficile da diversi fattori: • alto numero di generazioni; • possibilità di vivere su diverse specie vegetali; • capacità delle larve di annidarsi all’interno degli organi attaccati; • diffusione delle colture protette; • ridotto numero di insetticidi registrati sulla coltura (dopo la dismissione di molte sostanze attive utilizzabili fino a pochi anni fa, in conseguenza della revisione a livello di Unione Europea); • carenza di una fauna antagonista capace di contrastarne in modo significativo la diffusione; • presenza costante di adulti (e quindi di uova) con continue reinfestazioni, dovuta sia alla diversa velocità di sviluppo delle larve (determinata dalla minore o maggiore densità di popolazione e dalla presenza di specie ospiti diverse), che alla differente durata dei cicli riscontrabile tra popolazione su colture in pieno campo e di serra. Il controllo del fitofago risulterebbe quindi estremamente difficile se non fosse agevolato dal particolare compor- 51 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta FIGURA 1 - COMPORTAMENTO DELLE LARVE DI T. ABSOLUTA SU POMODORO Sviluppo completato su più foglie Larva appena sgusciata dall’uovo, in procinto di iniziare lo scavo Sviluppo completato su una sola foglia Sviluppo iniziato su foglie e completato sul frutto A partire dalla schiusa la larva di T. absoluta è costretta in alcune fasi dello sviluppo a svolgere anche attività esterna e per tempi più o meno lunghi a seconda che lo sviluppo si completi in una o più mine Sviluppo iniziato sul calice e completato sul frutto tamento «vagante» della larva che, diversamente da altre specie minatrici che completano il ciclo all’interno degli organi attaccati, fino allo sfarfallamento (come ad esempio i ditteri agromizidi), presenta fasi di attività all’esterno che la espongono maggiormente all’azione degli insetticidi e dei nemici naturali (figura 1): • subito dopo la schiusa, quando la larvetta esplora il vegetale prima di cominciare lo scavo di una mina; • durante l’accrescimento, se la larva abbandona la prima mina per insufficienza di idoneo substrato alimentare (dovuta ad alta densità di popolazione o ad eccessivo numero di uova o a precoce marcescenza o disseccamento dell’organo attaccato) per iniziarne una nuova; • a maturità, quando la larva solitamente fuoriesce dalla mina per ricercare un sito opportuno dove incrisalidare. 52 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. I NEMICI NATURALI DELLA TUTA ABSOLUTA Anche T. absoluta, come solitamente accade per tutti gli insetti dannosi introdotti in nuovi areali, non ha portato con sé nessuno degli antagonisti che ha nei Paesi di origine, antagonisti che secondo una recente stima comprendono, oltre a un gran numero di predatori generici, almeno una cinquantina di parassitoidi. È parso però subito evidente, nelle aree man mano occupate dal nuovo fitofago, che diversi entomofagi frequentavano le piante infestate attratti dal gelechide. Accanto a insetti del tutto occasionali (vespidi, sfecidi, ecc.), di tanto in tanto segnalati ma senza alcun interesse pratico, si è notato un certo numero di specie appartenenti a gruppi ben noti di entomofagi. I predatori Tra i predatori (organismi che nel corso dello sviluppo uccidono più individui, anche di specie diverse) si sono innanzi tutto fatti notare gli eterotteri miridi, in primo luogo Macrolophus pygmaeus, M. fuliginosus, Dicyphus spp. e Nesidiocoris tenuis, attivissimi persecutori della tignola. Le dimensioni molto ridotte e la grande velocità di questi insetti permette loro di esplorare la parte aerea delle piante infestate alla ricerca, oltre che delle uova, dei primi stadi larvali, che sono solitamente attaccati quando sorpresi all’esterno delle mine. Altri eterotteri predatori a volte riscontrati sono i nabidi del genere Nabis, di dimensioni alquanto più grandi dei precedenti (7-10 mm) e pertanto capaci di predare anche le larve più sviluppate e le crisalidi (*). Anche tra gli acari fitoseidi del genere Amblyseius è stata osservata un’attività trofica a spese in particolare delle uova di T. absoluta. Le ricerche condotte nel 2009 e nel 2010 nelle aree di coltivazione del pomodoro campano hanno confermato una discreta presenza di predatori, in particolare di Macrolophus spp., Nesidiocoris tenuis e Orius sp. Orius sp. con due forme giovanili Il predatore Nesidiocoris tenuis Dicyphus errans, predatore di Tuta absoluta (*) Allo stesso modo, in più aree della Campania su piante infestate da Tuta, sono stati osservati (in tutti i loro stadi) i piccoli eterotteri Anthocoridae del genere Orius, che verosimilmente dovevano svilupparsi a spese delle uova e delle larve più piccole della tignola. 53 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta TABELLA 1 - SPECIE SUDAMERICANE CHE POTREBBERO CONTROLLARE T. ABSOLUTA Apanteles gelechiidivoris (imenottero braconide) Pseudapanteles dignus (imenottero braconide) Dineulophus phthorimaeae (imenottero eulofide) Trichogramma pretiosum (imenottero tricogrammatide) Podisus nigrispinus (eterottero pentatomide) Un predatore del genere Nabis I parassitoidi Nell’ambito dei parassitoidi (entomofagi che completano tutto il loro sviluppo a spese di un solo individuo e legati a una o a poche specie etologicamente simili) sono frequenti, tra gli altri, alcuni imenotteri tricogrammatidi del genere Trichogramma (osservati parassitizzare le uova di T. absoluta) e un certo numero di eulofidi dei generi Necremnus, Hemiptarsenus e Pnigalio e qualche Icneumonide (Diadegma). (*) L’insieme dei predatori, parassitoidi e patogeni che si contrappongono all’insetto. Effetti indesiderati nell’impiego dei miridi L’impiego dei miridi, soprattuto quando introdotti in ambienti confinati, può dare origine a problemi, avendo questi insetti un regime alimentare doppio, sia carnivoro sia fitofago: infatti, una sopraggiunta scarsità o mancanza di prede spinge questi predatori a cambiare dieta e rivolgere le proprie «attenzioni» al vegetale ospite. Nel complesso la biocenosi antagonista (*) di T. absoluta finora presente in Italia, pur annoverando un certo numero di specie, non è in grado di offrire un significativo contenimento delle sue popolazioni, specialmente nei momenti di massima infestazione. Va notato che tutti i parassitoidi segnalati nell’area mediterranea per una certa attività contro T. absoluta sono comunque solo adattati a questo fitofago, avendo sicuramente altri ospiti «locali» che assicurano loro lo sviluppo. Per tale motivo è auspicabile l’introduzione di entomofagi dal Sud America che, per l’efficacia già dimostrata, possano assicurare una maggiore pressione sull’insetto. Al riguardo, Desneux et al. (2010) hanno selezionato un cer- 54 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Solanum nigrum possibile ospite alternativo di Tuta absoluta to numero di specie sudamericane (tabella 1) che, sia per le alte performance, sia per le similarità climatiche tra aree di origine e aree di destinazione, più di altre si presterebbero a essere introdotte nei Paesi del Sud Europa. LINEE GUIDA PER LA LOTTA La lotta chimica rappresenta oggi la soluzione principale per proteggere il pomodoro dagli attacchi di T. absoluta e ottenere prodotti integri, ma il suo impiego risulta molto più efficace se abbinato a una buona profilassi. MISURE DI PREVENZIONE Mezzi agronomici Particolare rilievo assumono le pratiche colturali quali la distruzione dei residui della coltivazione per ridurre il potenziale di infestazione, e l’eliminazione delle solanacee spontanee (in particolare dell’erba morella, Solanum nigrum), possibili ospiti alternativi del fitofago, sia all’interno sia all’esterno delle serre. Anche gli avvicendamenti colturali con piante diverse dalle so- Pacciamatura per la solarizzazione per distruggere crisalidi e larve 55 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta Le reti anti-insetto di una serra rappresentano una barriera protettiva contro gli adulti di T. absoluta. (Foto Guario) lanacee, che interrompono il ciclo dell’insetto, e le lavorazioni superficiali del terreno, che distruggono le crisalidi svernanti sul suolo tra i detriti, concorrono a contrastare la tignola. Al riguardo è stato osservato che dai residui della coltura precedente possono sfarfallare adulti di T. absoluta per almeno un mese. Misure da non trascurare inoltre sono: • utilizzo di materiale vivaistico sano; • eliminazione accurata dei residui della sfogliatura; • rimozione tempestiva di tutti gli organi infestati e la loro distruzione, possibilmente mediante bruciatura; • disinfestazione del terreno, anche attraverso la solarizzazione estiva, per distruggere crisalidi e larve; Una non corretta chiusura delle porte nelle serre rappresenta una via di ingresso per gli adulti di Tuta (Foto Guario) 56 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. • pacciamatura con teli di plastica, che ostacola l’incrisalidamento nel terreno; • controllo degli orti familiari di solanacee, pericolosi serbatoi di T. absoluta. Mezzi fisici da applicare in serra Fondamentale nella difesa dalla T. absoluta in serra è l’applicazione di barriere protettive quali le reti anti-insetto, con maglie di dimensioni adeguate (da 9 × 6 fili per cm² a 10 × 20 fili per cm²), e le doppie porte, dispositivi in grado di ridurre notevolmente la pericolosità del lepidottero, ostacolando l’ingresso di adulti dall’esterno. Tuttavia per ottenere la massima efficacia è necessario tenere le serre perfettamente chiuse soprattutto di notte, quando gli adulti sono in volo, mantenendovi attivata all’interno almeno una trappola. Particolare attenzione va riservata anche all’impianto di illuminazione, tenendo presente che le lampade costituiscono un elemento di richiamo per i lepidotteri. L’eventuale eccesso di umidità, che si potrebbe creare nelle serre a seguito dell’impianto di reti a maglie fitte, può essere ridotto con l’uso di ventilatori. MISURE DI CONTENIMENTO DIRETTO Come per altri insetti del pomodoro, caratterizzati da elevata prolificità (ad esempio il nottuide Spodoptera littoralis Boisduval), anche per questa tignola è opportuno contrastarne lo sviluppo sin dall’inizio, evitando che raggiunga densità troppo elevate. Nelle regioni meridionali presenze significative di adulti di T. absoluta si registrano a partire dalla primavera (o anche prima nelle serre), con un incremento della popolazione fino a estate-autunno, seguito da una diminuzione graduale con l’abbassamento delle temperature. È necessario quindi già da marzo-aprile mettere in campo dispositivi di monitoraggio per il rilevamento dei voli e contemporaneamente porre in atto una costante vigilanza delle coltivazioni per individuare i primi attacchi, contro cui intervenire tempestivamente con i prodotti autorizzati. Il sistema di monitoraggio più efficace per individuare tali momenti è quello basato sull’uso delle trappole con attrattivi sessuali. Modello di trappola per la cattura massale di tipo commerciale 57 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta Trappola a feromoni modello a delta Trappola luminosa Ferolite a energia solare Impiego di trappole Le trappole sessuali permettono di accertare presenza e fluttuazioni del volo dei maschi del T. absoluta, consentendo di stabilire con esattezza il momento in cui iniziare i controlli visivi sulle piante. Rappresentano quindi uno strumento indispensabile per il monitoraggio delle popolazioni, ma sono utili anche per abbassare i livelli di presenza dell’insetto attraverso il metodo della cattura massale, soprattutto se impiegate sistematicamente su vasta scala. Dalle nostre osservazioni, e da quelle di altri autori, si è visto però che la cattura di un numero anche elevato di individui non è sempre indice di una corrispondente infestazione della coltura: a volte possono passare fino a 2-3 settimane prima di riuscire a rilevare i sintomi sulle piante. Probabilmente dati sulla comparsa e consistenza numerica delle femmine di T. absoluta potrebbero essere più direttamente correlati con l’inizio e l’intensità dei danni. Tuttavia, una relazione diretta è stata dimostrata in Spagna tra le catture di adulti e i livelli di danno alle piante. Molto efficaci per la cattura massale sono risultate le trappole artigianali a olio, costituite da una tanica di plastica (alta 30-40 cm) o altro contenitore, con ampie aperture laterali praticate a circa 20 cm dalla base, riempita di acqua e ricoperta da un strato sottile di olio vegetale o di un sapone (per bloccare la fuga degli individui catturati), con l’erogatore feromonico collocato a circa 5 cm sopra la superficie del liquido. I modelli commerciali (ad esempio Koppert, Pool trap, ecc.) hanno il vantaggio di essere più maneggevoli. Queste 58 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. trappole vanno attivate sin dalSCREENING RAPIDO DEL MATERIALE l’impianto della coltura, monRACCOLTO CON TRAPPOLE LUMINOSE tate su adatti supporti a circa 50 cm dal suolo o direttamente sul Risulta utile conoscere la tecnica per effettuare un rapido screening del materiale raccolto dalle trapterreno e distribuite in numero di pole luminose. 15-20 per ettaro (in funzione del◾ Con un cucchiaio campionare una congrua parte l’intensità dell’attacco) ai lati e aldel materiale raccolto (rappresentativa del tutto) l’interno della coltivazione, a una depositandola su carta assorbente. distanza di 20-30 metri ◾ Se nei liquidi di cattura una dall’altra. si fa uso anche di olio, ocI controlli vanno effetcorre sgrassare il materiale tuati una volta la setticon benzina, ripetendo l’operazione più volte. mana nel periodo di mi◾ Depositare il materiale nore rischio di attacco prelevato in un contenitore e due-tre nel periodo di con alcol o acqua e selezialto rischio. L’erogatoonare solo alcune decine di re del feromone va soindividui di microlepidotstituito ogni 4-6 settiteri con ali non più lunghe mane, con intervalli più di 5-6 mm. brevi in presenza di alte ◾ Lavorando ad almeno 5-10 ingrandimenti, per mezzo di due spilli o pintemperature. zette, sarà agevole esaminare la parte ventrale del Una regolare manutenzione delcorpo degli esemplari, separando i sessi in base la trappola è necessaria affinché alla diversa colorazione degli addomi (figura a non si riduca la sua capacità atpag. 26). trattiva, come pure l’utilizzo di È bene ricordare che l’operazione illustrata è più solo olio vegetale inodore (per agevole se eseguita su materiale immerso in un evitare interferenze con il ferosottile velo di liquido. mone). Per il monitoraggio delle popolazioni di T. absoluta possono essere impiegati anche i modelli a pagoda o a delta (ad esempio Isotrap Tuta, Traptest, Transparent Delta trap, ecc.) con base collante, posizionati a 30-120 cm dal suolo (in rapporto allo sviluppo delle piante) in numero di 2-3 ogni 3.000 m². A differenza delle trappole a feromoni, quelle luminose (o elettro-luminose) hanno la capacità di catturare ambedue i sessi, ma lo svantaggio del consumo di energia e di non avere alcuna selettività; per tale ragione, le trappole luminose, se tenute in funzione tutta la notte, vanno a depauperare sensibilmente anche la fauna utile, composta in buona parte da specie alate. Le trappole Ferolite a energia solare (recentemente commercializzate da Isagro), oltre a non necessitare di allacciamento alla rete perché autoalimentate da una cella al silicio, hanno la particolarità di accendersi automaticamente nell’ultima parte 59 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta della notte, quando gli adulti di T. absoluta sono più attivi, e di essere inoltre dotate anche di un erogatore di feromoni per rafforzare e meglio «indirizzare» l’effetto attrattivo. Come quelle per la cattura massale, vanno usate in numero di circa 20 per ettaro. Va tenuto però conto che le trappole luminose, pur potendo attrarre entrambi i sessi possono in particolari momenti catturare solo maschi (perché solo questi sono presenti). Ciò può essere spiegato con la maggiore attitudine al volo dei maschi rispetto alle femmine, cosa che li porta a essere i primi a giungere nei campi ancora non infestati o a essere i primi a reinfestare serre nelle quali la specie sembrava eradicata. In certi casi, la presenza nella trappola dei soli individui maschi può protrarsi per varie settimane, prima che si comincino a cattuPiante di pomodoro compromesse dagli attacchi di Tuta rare anche femmine. Dal momento della cattura delle prime femmine, al riscontro effettivo delle mine in campo passerà comunque un periodo di almeno 5-7 giorni (ammettendo che le femmine siano state già fecondate in precedenza), periodo corrispondente al tempo necessario perché le uova arrivino a schiudere e le larve inizino a produrre mine evidenti. Uso di mezzi chimici La lotta con gli insetticidi si basa su interventi tempestivi indirizzati fondamentalmente agli stadi larvali sia nelle fasi vaganti sia in quelle endofitiche. Per tali interventi sono oggi autorizzati, o lo saranno a breve, su pomodoro prodotti di sintesi chimica (indoxacarb, emamectina benzoato, clorantraniliprole, metaflumizone) o di origine naturale (spinosad, azadiractina, Bacillus thuringiensis) per un massimo di 3-4 trattamenti l’anno. Considerando che per coprire l’intero ciclo di produzione, che può estendersi per gran parte dell’anno, serva in media un numero maggiore di interventi, si comprende come sia opportuno, per ritardare l’acquisizione di resistenze, alternare anche l’insetticida più efficace con altre sostanze attive. 60 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. (Foto Troisi) L’abitudine delle larve di avere, in determinate fasi del ciclo, un’attività esterna, le rende suscettibili anche alle sostanze non dotate di capacità di penetrazione, come i preparati microbiologici. Questi prodotti, che espletano comunque la loro maggiore efficacia quando applicati su larve giovani, vanno anche essi impiegati in miscela o in rotazione con gli insetticidi di sintesi chimica, per salvaguardare l’attività dei nemici naturali, contenere i livelli di residui nel prodotto e applicare misure antiresistenza. Nell’ambito della difesa integrata una strategia basata sul metodo della confusione sessuale, da abbinare a trattamenti con prodotti a basso profilo tossicologico (come sperimentato con successo contro il nottuide Spodoptera littoralis nella Piana del Sele), può costituire una soluzione valida anche per ridurre il numero di trattamenti insetticidi. Saggi di questo tipo sono stati recentemente condotti contro T. absoluta in Spagna. L’applicazione dei trattamenti insetticidi, soprattutto nelle zone non ancora interessate dalla presenza di T. absoluta, deve essere comunque subordinata al rinvenimento di uova o mine nei campi. Questi vanno ispezionati periodicamente (almeno tre volte la settimana), attraversandoli da una testata all’altra, mentre in ambiente protetto è sufficiente osservare un campione rappresentativo di 30-40 piante per 1.000 m² di coltura. In assenza prolungata di sintomi evidenti sulle coltivazioni, ma con un numero crescente di catture 61 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta alle trappole, può convenire eseguire trattamenti preventivi (a intervalli di 10-15 giorni) con prodotti a basso impatto ambientale (ad esempio B. thuringiensis, azadiractina). A inizio infestazione la protezione delle colture dovrà mirare a stroncare sul nascere i primi focolai, bloccando lo sviluppo di generazioni successive, il cui controllo potrebbe essere reso difficile dall’incremento numerico delle larve. Contro le infestazioni in atto è necessario intervenire con applicazioni ripetute di agrofarmaci di elevata efficacia, possibilmente dotati di proprietà translaminari (capaci di diffondersi attraverso il mesofillo) che vanno irrorati con alti volumi di acqua. Recenti prove sperimentali condotte in Italia fanno ritenere che l’aggiunta di un olio o un tensioattivo (Codacide, Break-Thru, UFO, ecc.) alle miscele insetticide migliori sensibilmente l’efficacia del trattamento. Nel pianificare gli interventi è bene evitare, per contrastare lo sviluppo di resistenze, di trattare due generazioni consecutive del fitofago con insetticidi aventi lo stesso modo di azione (MoA), come pure durante la raccolta usare solo prodotti con tempi di carenza brevi per minimizzare i residui. In coltura biologica la lotta a T. absoluta deve essere affidata esclusivamente all’uso di insetticidi autorizzati in questo settore, quali spinosad, Bacillus thuringiensis e azadiractina. Poiché la tignola del pomodoro è una specie ad attività prevalentemente crepuscolare, è opportuno effettuare le applicazioni verso sera quando l’insetto è in volo e, per ridurre i rischi di reinfestazione, occorre estendere la lotta a tutto il comprensorio, contrastando il fitofago anche sulle altre solanacee coltivate nella zona. SOSTANZE ATTIVE DISPONIBILI Di seguito si riportano i dati tecnici essenziali e le modalità di azione delle sostanze attive registrate per la T. absoluta fino a oggi (novembre 2010). Sono comunque già al vaglio o in corso di registrazione altri formulati che dovrebbero essere ufficialmente disponibili entro il prossimo anno. Azadiractina. Sostanza estratta dai semi dell’albero del Neem (Azadirachta indica) che interferisce, come i regolatori di crescita, con il sistema ormonale degli insetti (in particolare con il metabolismo degli ecdisteroidi), alterandone lo sviluppo preimmaginale. Agisce anche come fagorepellente producendo an- 62 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. che una riduzione della fecondità degli adulti e della fertilità delle uova. Esplica la sua attività per ingestione e contatto su un ampio spettro di insetti fitofagi (appartenenti a diversi ordini) e su alcuni nematodi fitoparassiti (Meloidogyne spp.). Il prodotto è dotato di elevata sistemicità (capacità di una sostanza di essere assorbita dalla pianta entrando così in circolazione nel sistema linfatico) e, per sfruttare al massimo questa proprietà, contro T. absoluta conviene applicarlo in fertirrigazione, possibilmente nelle fasi iniziali dello sviluppo vegetativo, quando la capacità di assorbimento della pianta è massima. In questo modo si può sfruttare la sua efficacia nei confronti di altri insetti dannosi (afidi, aleurodidi, ecc.). Non avendo persistenza elevata, l’azadiractina richiede trattamenti cadenzati (5-7 giorni) per tutta la durata dell’infestazione; d’altra parte il suo favorevole profilo ambientale ne consente l’uso anche in agricoltura biologica. Bacillus thuringiensis Berliner ssp. kurstaki. È un batterio sporigeno in grado di infettare le larve di molti lepidotteri grazie alla presenza di un cristallo proteico all’interno della spora che, una volta giunto nel tubo digerente, si dissolve (favorito dall’ambiente basico) in una protossita e poi in σ-endotossina. Si innesca così un processo che porta alla perforazione del canale digerente, seguito dalla morte dell’insetto. I prodotti a base di Bacillus thuringiensis presentano, insieme In secondo piano effetti di un trattamento contro Tuta absoluta 63 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta ad alcuni svantaggi (non hanno né potere abbattente né capacità di penetrazione nei tessuti vegetali, sono sensibili ai raggi ultravioletti, agiscono esclusivamente per ingestione e quindi non hanno attività né sulle uova né sugli adulti), anche una serie di aspetti positivi (residualità praticamente nulla, possibilità di combattere contemporaneamente più specie di lepidotteri, assoluta compatibilità con l’impiego dell’entomofauna parassita locale o immessa artificialmente nei piani di lotta biologica e con gli insetti pronubi nelle serre che utilizzano i bombi per l’impollinazione). Queste caratteristiche li fanno preferire in agricoltura biologica e integrata, specialmente nelle produzioni di ortaggi destinati al mercato del fresco, dove il problema dei residui è particolarmente sentito. Possono avere quindi un ruolo importante nel controllo della T. absoluta, anche per le piccole dimensioni delle larve, particolare che le rende più sensibili all’azione dell’insetticida (è noto che la tolleranza delle larve alle sostanze attive cresce con l’età e quindi con lo sviluppo corporeo). Pertanto, pur mancando di un’efficacia diretta molto elevata, essi trovano ampi spazi d’impiego nei lunghi programmi di difesa contro la tignola del pomodoro, posizionati preferibilmente nei momenti di minore pericolosità del fitofago. I prodotti a base di B. thuringiensis devono essere applicati a intervalli cadenzati di 4-5 giorni, acidificando la soluzione (per evitare reazioni di degradazione dei prodotti attivi favorite da Le mine fogliari prodotte da Tuta possono portare al totale disseccamento della pianta 64 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Danni da Tuta su frutti di pomodoro sui quali si possono insediare agenti di marciumi un pH superiore a 6,5-7) e bagnando omogeneamente la vegetazione, fino a gocciolamento, per raggiungere le larve localizzate nelle parti più riparate. È possibile anche miscelarli con altri insetticidi. Clorantraniliprole (Rynaxypyr). È la prima molecola della nuova classe di insetticidi sintetici, le antranilammidi, che agisce sul recettore rianodinico (così detto perché oggetto dell’azione del metabolita vegetale rianodina 1, insetticida naturale estratto dalla Ryania speciosa), alterando il metabolismo del calcio. Il rilascio incontrollato degli ioni calcio inibisce le normali contrazioni muscolari e causa la morte dell’insetto per paralisi. È un insetticida di bassa tossicità per i mammiferi, che ha mostrato efficacia contro un largo spettro di insetti fitofagi, tra cui lepidotteri (nottuidi, tortricidi, gelechidi, piralidi) e coleotteri (crisomelidi). Esplica la sua attività principalmente per ingestione, evidenziando una forte azione larvicida, ma possiede anche una certa azione ovicida (da noi osservata su dorifora) e ovi-larvicida. Grazie alla sua translaminarità la sostanza si diffonde agevolmente nei tessuti trattati, raggiungendo anche fitofagi endofiti, come i fillominatori. Tali caratteristiche consentono applicazioni sia preventive che curative, contrastando pure l’insorgere di resistenze, grazie alla diversa modalità di azione. In ogni caso è bene non superare le 2-3 applicazioni per anno. Il prodotto, al momento in fase di registrazione, è di prossima commercializzazione. 65 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta Emamectina benzoato. La famiglia delle avermectine, cui appartiene emamectina benzoato, comprende sostanze di derivazione naturale isolate dai prodotti di fermentazione del microrganismo Streptomyces avermitilis. È l’unica molecola della classe con attività specifica sui lepidotteri: viene assorbita rapidamente dai tessuti vegetali, evidenziando proprietà citotropiche (in grado cioè di penetrare nei tessuti rimanendo però localizzata) e translaminari, che la preservano dall’azione degradativa esercitata dagli agenti atmosferici. L’assunzione del prodotto blocca la trasmissione degli impulsi nervosi negli insetti, che cessano immediatamente di muoversi e alimentarsi. Agisce principalmente per ingestione, ma anche per contatto, e ha mostrato una forte attività larvicida nei confronti di T. absoluta, per il controllo della quale se ne raccomanda l’impiego in associazione con il coadiuvante Break-Thru. Indoxacarb. Insetticida della classe delle ossadiazine attivo principalmente per ingestione e contatto sulle larve dei lepidotteri, verso i quali ha anche una buona attività ovicida. Esplica la sua azione bloccando la trasmissione degli impulsi nervosi, a cui segue la paralisi. Contro la tignola del pomodoro ha mostrato di contenere i danni sia sulle foglie sia sui frutti, fornendo il miglior livello di controllo soprattutto quando applicato nelle fasi iniziali dell’infestazione. Trattamenti preventivi a base di Bacillus sono consigliati quando pur in assenza di sintomi risultano in crescita le catture con trappole a feromoni 66 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. (Foto Troisi) Metaflumizone. È un insetticida appartenente alla nuova famiglia chimica dei semicarbazoni, dotato di un favorevole profilo ambientale e tossicologico, e buona selettività verso molti insetti predatori e impollinatori. L’azione di blocco dei canali del sodio è diretta e non richiede bioattivazione. Il profilo biologico del prodotto indica un’elevata efficacia larvicida verso generi di lepidotteri di rilevante importanza economica, quali Tuta, Spodoptera e Helicoverpa, dove esplica la sua azione prevalentemente per ingestione, e coleotteri, quali Leptinotarsa, verso cui all’azione per ingestione si somma quella per contatto. La forte adesione allo strato ceroso che riveste la pianta rende il prodotto resistente al dilavamento già dopo un’ora dall’applicazione. Spinosad. Fa parte della classe spinosoidi, è costituito da una miscela contenente due metaboliti naturali (spinosyns A e D), prodotti dalla fermentazione dell’actinomicete Saccharopolyspora spinosa. Questa sostanza agisce per contatto e ingestione contro lepidotteri, tisanotteri, ditteri e alcuni coleotteri, mostrando ampi margini di selettività nei confronti di molti predatori e parassitoidi. Il limitato effetto residuale del prodotto, associato a una notevole efficacia, ne consente l’uso in ogni fase del ciclo colturale del pomodoro, soprattutto nei momenti di maggiore infestazione. La buona persistenza di azione, che ha mostrato nel 67 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta controllo di T. absoluta, è dovuta anche alla capacità di penetrare leggermente attraverso le superfici fogliari. In quanto prodotto di fermentazione, lo spinosad è ammesso in agricoltura biologica. MONITORAGGIO, FONDAMENTALE PER UNA MIGLIORE DIFESA Come già sottolineato, un attento monitoraggio rappresenta la prima misura da adottare per rendere la difesa più efficace. Per studiare la dinamica di T. absoluta nel 2010 sono stati monitorati i voli di adulti mediante otto stazioni di cattura dislocate in altrettante aziende di quattro comuni rappresentativi della Piana del Sele, impiegando trappole sessuali (del tipo a delta), innescate col feromone della femmina e collocate ai bordi di uno o più campi di pomodoro. Catture settimanali (n.) GRAFICO 1 - CATTURE DI ADULTI DI T. ABSOLUTA NELLE 8 STAZIONI DA FINE FEBBRAIO A FINE SETTEMBRE 2010 500 Capaccio (Ca) 500 400 400 300 300 300 200 200 200 100 100 100 Catture settimanali (n.) 500 0 Battipaglia (Ce) 500 0 Eboli (Ga) 400 400 300 300 300 200 200 200 100 100 100 500 0 Pontecagnano (Vi) 500 400 400 300 300 200 200 100 100 0 22-2 19-4 14-6 0 22-2 9-8 Periodo delle catture Eboli (Ro) 500 400 0 Battipaglia (Ge) 500 400 0 Catture settimanali (n.) Capaccio (Ce) Pontecagnano (Pa) 0 22-2 19-4 14-6 9-8 Periodo delle catture Catture/settimana Interpolazione delle catture Per ciascuna località vengono riportate tra parentesi le sigle delle aziende che hanno ospitato il monitoraggio. 19-4 14-6 9-8 Periodo delle catture 68 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Gli erogatori di feromone, in gomma naturale, venivano sostituiti a intervalli di 3-4 settimane. Le catture sono state contate a intervalli approssimativamente settimanali per un periodo di circa nove mesi, da fine febbraio a fine settembre. Per documentare l’influenza della temperatura e determinare la relazione tra il profilo temporale delle catture e il termoperiodo, è stata utilizzata la serie termica rilevata presso la stazione di Battipaglia (Salerno) del Servizio meteorologico regionale. L’esame del materiale biologico catturato ha evidenziato una forte selettività, con presenza di soli adulti di T. absoluta. L’andamento delle catture ha mostrato una notevole omogeneità spaziale, con tendenze molto simili per le zone esaminate, mediamente distanziate 10-20 km. In sette stazioni le catture settimanali sono state relativamente Catture settimanali (n.) Catture settimanali (n.) Catture settimanali (n.) GRAFICO 2 - RELAZIONE TRA CATTURE DI ADULTI DI T. ABSOLUTA E TEMPERATURA NELLE 8 STAZIONI 500 Capaccio (Ca) 500 Capaccio (Ce) 400 400 400 300 300 300 200 200 200 100 100 100 0 0 0 500 Battipaglia (Ce) 500 Eboli (Ga) 400 400 300 300 300 200 200 200 100 100 100 0 0 0 Pontecagnano (Vi) 500 400 400 300 300 200 200 100 100 0 0 10 15 20 25 Temperatura media settimanale (°C) Eboli (Ro) 500 400 500 Battipaglia (Ge) 500 Pontecagnano (Pa) 10 15 20 25 Temperatura media settimanale (°C) Catture settimanali Relazione con la temperatura Per ciascuna località vengono riportate tra parentesi le sigle delle aziende che hanno ospitato il monitoraggio. 10 15 20 25 Temperatura media settimanale (°C) 69 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta GRAFICO 3 - DISPERSIONE DELLE CATTURE DI ADULTI DI T. ABSOLUTA NELLE 8 STAZIONI (PUNTI) E RELAZIONE MEDIA CON LA TEMPERATURA (LINEA BLU) CON BANDA DI CONFIDENZA (AZZURRA) AL 95% (*) 600 (*) Per ciascuna località vengono riportate tra parentesi le sigle delle aziende che hanno ospitato il monitoraggio. Catture settimanali (n.) 500 400 300 200 100 0 10 Capaccio (Ca) Capaccio (Ce) 15 20 Temperatura media settimanale (°C) Battipaglia (Ge) Battipaglia (Ce) Eboli (Ga) Eboli (Ro) 25 Pontecagnano (Vi) Pontecagnano (Pa) costanti nei primi tre mesi di monitoraggio e sono cominciate ad aumentare nella prima quindicina di giugno, mantenendo una tendenza ascendente fino alla fine del periodo di monitoraggio (22 settembre) (grafico 1). Nell’azienda Romanfruit di Eboli la tendenza è stata ascendente fin da febbraio. Considerate rispetto alla temperatura media giornaliera, le catture settimanali nella maggior parte delle stazioni si sono mantenute sotto i 100 adulti per trappola a temperature inferiori a 15 °C e sono aumentate a valori termici superiori, raggiungendo le frequenze massime intorno ai 22-24 °C, con l’accenno di un declino a temperature più alte (grafico 2). Interpolando l’andamento medio delle catture in funzione della temperatura media giornaliera per l’insieme delle rilevazioni, sembra che l’attività di T. absoluta acceleri nell’intervallo compreso tra 18 e 23 °C e tenda a decelerare a temperature più alte (grafico 3). Se verificata ulteriormente, questa relazione dovrebbe essere ••• tenuta in conto per modulare gli interventi di lotta. 70 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Come gestire la resistenza agli insetticidi di Andrea Bassi Fitofagi come T. absoluta, dotati di una forte capacità riproduttiva e di un ciclo biologico breve, presentano un rischio effettivo di sviluppare resistenza agli insetticidi. Questo rischio aumenta se il controllo si basa esclusivamente sulla lotta chimica e se gli insetticidi efficaci disponibili sono pochi. Tali condizioni normalmente comportano un rapido aumento del numero degli interventi e della pressione selettiva. Nei Paesi dell’America Latina, dove questo fitofago è conosciuto e diffuso da alcuni decenni, è nota l’esistenza di popolazioni di campo di T. absoluta resistenti a più di un modo d’azione insetticida (MoA). VALUTAZIONE LOCALE DELL’EFFICIENZA DEI PRODOTTI Le popolazioni di T. absoluta diffusesi recentemente in Europa, Medio Oriente e Africa settentrionale sono state verosimilmente introdotte dal Sud America e quindi potrebbero esprimere alti livelli di resistenza verso uno o più modi d’azione insetticida. Nel nuovo contesto geografico è quindi importante verificare l’efficacia degli insetticidi disponibili prima di inserirli in programmi di difesa integrata (IPM) finalizzati alla prevenzione della resistenza (IRM). (Foto Finocchiaro) 71 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta GLOSSARIO IRAC = Insecticide Resistance Action Committee. MoA = modo d’azione insetticida. MoA group = gruppo MoA, numero o sigla che contrassegna uno specifico modo d’azione insetticida comune a uno o più insetticidi. Baseline = sensibilità iniziale di un fitofago a un insetticida, definita con biosaggi di laboratorio effettuati prima dell’introduzione commerciale. Leaf-dip bioassay = biosaggio per immersione fogliare. Susceptibility shift = modificazione del livello di sensibilità di un fitofago a un insetticida. (Foto Finocchiaro) MONITORAGGIO DELLA SENSIBILITÀ (*) Metodo IRAC n. 022, reperibile sul sito: www.irac-online.org/ teams/methods In America Latina si trovano comunemente popolazioni di campo di T. absoluta con livelli elevati di resistenza a insetticidi fosforganici (gruppo MoA 1 B, inibitori dell’acetil-colinesterasi), piretroidi di sintesi (gruppo MoA 3 B, modulatori dei canali del sodio) e benzoiluree (gruppo MoA 15, inibitori della biosintesi della chitina). I meccanismi di resistenza prevalenti in T. absoluta sono di natura metabolica, dovuti alla maggiore attività di specifici enzimi detossificanti. Se in alcuni casi la resistenza si è sviluppata anche verso alcuni prodotti introdotti dopo il 2000, gli insetticidi delle classi di recente introduzione (2008-2010) non sono finora interessati da fenomeni di resistenza. Essendo probabile che popolazioni resistenti del Sud America siano entrate nel nostro bacino, è necessario non solo verificare in campo l’efficacia dei diversi insetticidi, ma anche monitorare la sensibilità delle popolazioni di T. absoluta con biosaggi di laboratorio eseguiti da personale esperto. Allo scopo l’IRAC ha da poco proposto un metodo standard di biosaggio per immersione fogliare (leaf-dip bioassay) utile a valutare la sensibilità di larve giovani (larve di II età) di T. absoluta (*). Scopo principale di questi biosaggi è di fissare il livello iniziale di sensibilità (baseline) di T. absoluta ai prodotti larvicidi per poter rilevare eventuali cali di sensibilità nel tempo in un determinato areale (susceptibility shift). 72 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. SCHEMA DI UN PROGRAMMA DI DIFESA A «FINESTRE DI INTERVENTO» ◾ Obiettivo principale è evitare di trattare due generazioni consecutive del fitofago con insetticidi aventi lo stesso MoA. Questo si può ottenere adottando uno schema a finestre di intervento. ◾ Per finestra di intervento si intende un periodo di 30 giorni consecutivi. ◾ Durante ogni singola finestra si possono fare uno o più interventi con lo stesso MoA (attenendosi comunque alle indicazioni di etichetta di ogni prodotto riguardo al numero massimo di interventi registrati e consigliati su T. absoluta). ◾ Completati gli interventi a copertura della prima finestra, se sono necessari altri interventi nella seconda finestra di 30 giorni si dovrà utilizzare un insetticida efficace su T. absoluta con diverso MoA. Similmente, la terza finestra dovrà essere protetta con un terzo MoA, diverso dai precedenti. ◾ Lo schema proposto (figura 1) tende a minimizzare la selezione di geni resistenti a un singolo MoA, assicurando che lo stesso MoA non venga riutilizzato per almeno 60 giorni dopo il termine della propria finestra. Questo termine è prudenziale e tiene conto della diversa durata del ciclo vitale di T. absoluta in funzione delle fluttuazioni di temperatura che si verificano nel corso del ciclo colturale. ◾ Questo schema richiede la disponibilità di un minimo di tre diversi MoA e può applicarsi a tutti i MoA registrati e verificati efficaci contro T. absoluta. FIGURA 1 - ESEMPIO DI STATEGIE IRM A FINESTRE D’INTERVENTO 1° mese MoA insetticida X Non usare il MoA insetticida Y 2° mese 3° mese Non usare il MoA insetticida X MoA insetticida Y Non usare il MoA insetticida Z 4° mese 5° mese MoA insetticida X Non usare il MoA insetticida X Non usare il MoA insetticida Y MoA insetticida Z MoA insetticida Y Non usare il MoA insetticida Z 0 30 60 90 120 150 L’altenanza dei diversi MoA prosegue fino al termine del programma di difesa (ad esempio, nel primo mese si useranno solo insetticidi con MoA X; nel secondo, solo insetticidi con MoA Y; nel terzo, solo insetticidi con MoA Z; nel quarto potranno tornare a usarsi quelli con MoA X; nel quinto quelli con MoA Y, e così via. GESTIONE DELLA RESISTENZA (IRM) Per un controllo efficace e sostenibile di T. absoluta è necessario integrare le misure preventive di sanitizzazione con i mezzi agronomico-colturali, semiochimici (feromoni) e chimici disponibili. L’uso di insetticidi dovrebbe essere fatto solo se necessario e sulla base di soglie di intervento prestabilite, alternando gli insetticidi efficaci e i diversi modi d’azione disponibili in modo tale da non esporre due generazioni consecutive del fitofago allo stesso modo d’azione. Alternanza dei MoA secondo «finestre di intervento» L’alternanza razionale dei MoA si può attuare suddividendo il programma di difesa della solanacea in «finestre di intervento». Lo schema che riportiamo in alto, proposto da IRAC, esemplifica tale strategia prendendo a modello un ciclo colturale di pomodoro di cinque mesi e supponendo la dispo- 73 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Morfologia, biologia, lotta TABELLA 1 - MODI D’AZIONE (MOA) DEGLI INSETTICIDI DISPONIBILI PER IL CONTROLLO DI T. ABSOLUTA Gruppo MoA 1B Modo d’azione Classe chimica Nomi comuni (esempi) Inibitori di acetil-colinesterasi Organofosfati Clorpirifos 3B Modulatori dei canali del sodio Piretroidi Cipermetrina, ciflutrin, lambda-cialotrina, deltametrina 5 Modulatori allosterici dei recettori nicotinici di acetil-colinesterasi Spinosine Spinosad (1) 6 Attivatori dei canali del cloro Avermectine Abamectina, emamectina benzoato (1) 11 Distruttori delle membrane intestinali e tossine microbiche correlate – Bacillus thuringiensis aizawai, Bacillus thuringiensis kurstaki 15 Inibitori della biosintesi di chitina (tipo 0) Benzoiluree 18 Agonisti dei recettori di ecdisone Occlusori dei canali del sodio voltaggio dipendenti (tipo A) Occlusori dei canali del sodio voltaggio dipendenti (tipo B) Diacil-idrazine Diflubenzuron, teflubenzuron novaluron, lufenuron Tebufenozide, metossifenozide Ossadiazine Indoxacarb (1) Semi-carbazoni Metaflumizone (1) 28 Modulatori dei recettori rianodinici Diamidi Chlorantraniliprole (2), flubendiamide UN Composti con modo d’azione sconosciuto o incerto – Azadiractina (1) 22 A 22 B (1) Sostanze attive fino a oggi registrate per T. absoluta anche in Italia. (2) In corso di registrazione in Italia. nibilità di tre diversi modi d’azione efficaci contro T. absoluta. Gli stessi criteri si possono applicare a cicli colturali del pomodoro di qualsiasi durata. MoA disponibili per il controllo di T. absoluta Diversamente dal 2008, oggi disponiamo di diversi modi d’azione insetticida di buona efficacia contro T. absoluta e questo ci consente di pianificare valide strategie di difesa integrata. La tabella 1 elenca i modi d’azione insetticida che hanno almeno un prodotto registrato per il controllo di T. absoluta. Va però rilevato che non tutti gli insetticidi riportati sono registrati e disponibili in tutti i Paesi europei. I rispettivi livelli di efficacia su T. absoluta variano tra loro anche significativamente e richiedono la verifica locale prima di inserirli nei programmi di difesa. Per ogni prodotto va anche considerato il tipo di attività prevalente (ovicida o larvicida, preventivo o curativo) come pure le eventuali raccomandazioni specifiche, quali l’aggiunta di un bagnante per migliorarne l’attività. In ogni caso, occorre attenersi alle indicazioni d’uso riportate in etichetta. ••• 74 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Seconda parte Seconda parte Diffusione, monitoraggio e difesa nelle principali regioni italiane 75 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Piemonte di Rocco Tango In Piemonte alcuni orticoltori hanno segnalato nel 2009 la presenza di Tuta absoluta, inizialmente in provincia di Torino (Pecetto e Beinasco), in seguito in provincia di Cuneo (Fossano e Ceresole d’Alba), di Alessandria (Pozzolo Formigaro) e infine di Asti. Tenuto conto della recente introduzione, non è stato ancora possibile effettuare la verifica puntuale del ciclo biologico di T. absoluta nel territorio piemontese, ma si può affermare che la sua presenza e attività su pomodoro avviene in modo continuativo da aprile a novembre. In località dove la coltivazione del pomodoro è più intensa e ha un ciclo più lungo (produzione in serra) il fitofago ha causato danni sulla parte area della pianta, riconducibili alla formazione di numerose mine sulle foglie con conseguente disseccamento, e ha provocato gallerie sulle bacche, con notevoli danni economici per gli agricoltori. Su melanzana e peperone monitorati in Piemonte si sono soltanto evidenziate mine fogliari senza alcun danno ai frutti. IL MONITORAGGIO Il Settore fitosanitario della Regione Piemonte dal 2009 ha predisposto un piano di controllo nelle province piemontesi nei punti dove il problema era stato maggiormente evidenziato. Nel 2010 sono state installate trappole a feromoni negli appezzamenti oggetto del monitoraggio e dai controlli settimanali si è potuto constatare che le catture di T. absoluta dall’inizio dell’anno a fine ottobre hanno avuto un costante incremento e il totale di individui catturati è stato simile a quello riscontrato nel 2009. Nel 2010 sono stati segnalati alcuni casi di danni non controllati provocati da T. absoluta soprattutto presso le coltivazioni di quegli agricoltori che ignoravano la sua pericolosità. LINEE GUIDA DI DIFESA Per una corretta gestione di T. absoluta sono state definite delle linee guida di difesa: • a fine ciclo vegetativo si consiglia di lasciar essiccare le piante di pomodoro il più possibile; • asportare accuratamente dalle serre di coltivazione tutta la vegetazione essiccata; • quando possibile bruciare il materiale vegetale secco oppure coprire il medesimo con un telo in modo tale da favorire la fermentazione e la degradazione dei tessuti e delle eventuali pupe del fitofago rimaste sulle piante; • sul terreno è consigliabile effettuare la solarizzazione delle serre mentre trattamenti disinfestanti, a base di clorpirifos, sono indicati per i terreni fuori suolo; • eliminare le erbe infestanti, soprattutto le solanacee perché rappresentano un pericolosissimo serbatoio di diffusione; • acquistare materiale di propagazione sano soltanto da vivai accreditati; • installare trappole a feromoni per il monitoraggio dei maschi di T. absoluta e prevedere la tecnica della cattura ••• massale. (Foto Finocchiaro) 77 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Liguria di Giorgio Bozzano, Anna Crotti, Mario Mattone, Pasquale Restuccia, Giovanna Mancini In Liguria T. absoluta è stata rinvenuta per la prima volta nel novembre 2008 in alcune aziende nella zona di Arenzano (Genova) dai tecnici della Cooperativa l’Ortofrutticola di Albenga (Savona). Nel giro di pochi mesi la specie si è diffusa in tutta la regione, seguendo il litorale costiero e attaccando soprattutto la varietà di pomodoro Cuore di bue, coltivato in serra durante l’intero arco dell’anno e in pieno campo da maggio a novembre. Nelle aree della fascia costiera ligure T. absoluta ha trovato condizioni ideali di sviluppo, che ne hanno immediatamente favorito l’insediamento. Fra le più importanti cause di questa rapida diffusione, il clima particolarmente mite, la presenza costante del pomodoro, la coltivazione estiva in pieno campo della melanzana (ospite alternativo) e la presenza di piante spontanee appetite (soprattutto Solanum nigrum). Anche la scarsa conoscenza dell’insetto ha contribuito alla sua diffusione: inizialmente i danni provocati da T. absoluta sono stati erroneamente confusi con quelli prodotti da altre specie, quali Liriomyza trifolii e Phthorimaea operculella. Molti agricoltori, per combattere le infestazioni hanno adottato insetticidi a largo spettro d’azione che, oltre a essere inefficaci, si sono rivelati anche dannosi nei confronti della fauna utile. in entrambe le aree di coltivazione sono state interessate da forti infestazioni, con danni evidenti non solo sulla vegetazione ma anche sulle bacche, che spesso hanno perso il loro valore merceolocico. Le percentuali di danno sono variate, in funzione dello stadio fenologico della coltura e dell’intensità dell’attacco, da un minimo del 10-20% a un massimo del 70-80%. Nel 2010 i danni non hanno raggiunto i livelli dell’anno precedente, sia per la migliore gestione della lotta, sia per la maggiore informazione fornita agli agricoltori. La Cooperativa l’Ortofrutticola di Albenga e quella della Riviera dei Fiori di Imperia si sono attivate per promuovere incontri con gli operatori del settore e divulgare informazioni sulle caratteristiche dell’insetto e sulle principali strategie di lotta da adottare. PRINCIPALI DANNI RISCONTRATI L’elevato potenziale biotico (la capacità intrinseca di riprodursi e incrementare la popolazione) ha consentito a T. absoluta di prolificare nella campagna di coltivazione 2009, diffondendosi rapidamente nelle province di Imperia e Savona, soprattutto su pomodoro in serra. Tutte le aziende produttrici di pomodoro Cuore di bue Mine fogliari di T. absoluta e conseguente disseccamento delle foglie (Foto Coop. Riviera dei fiori, Imperia) 78 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. IL MONITORAGGIO Per valutare i danni e determinare l’andamento dei voli di T. absoluta sono state allestite alcune stazioni di monitoraggio, attrezzate con trappole a feromoni per la cattura massale (grafici 1 e 2). Nel 2010 i danni sono stati contenuti su valori più bassi, oscillanti dall’1-2% dei frutti al 6-8% delle foglie. LINEE GUIDA DI DIFESA Il controllo di T. absoluta in Liguria è risultato generalmente difficoltoso per diversi motivi, tra cui: • l’elevato potenziale riproduttivo (numerose generazioni all’anno); • il ciclo di sviluppo dell’insetto, che si svolge all’interno degli organi attaccati; • la quasi totale assenza di nemici naturali specifici in grado di contenere in qualche misura le infestazioni. Accanto alla lotta chimica sono state attuate strategie di difesa integrata che hanno previsto anche l’impiego di mezzi biotecnici, agronomici e fisici. Mezzi biotecnici. Dalle esperienze condotte si è visto che la cattura massale con trappole sessuali, se effettuata in maniera adeguata, può contribuire al contenimento delle popo- lazioni dell’insetto. A questo scopo sono state utilizzate trappole artigianali e commerciali a olio innescate con lo specifico feromone di T. absoluta, installate in numero di 2-4/1.000 m² di coltivazione. Dette trappole, posizionate a 40-50 cm dal suolo e attivate sin all’inizio della coltura, hanno consentito di rilevare precocemente le infestazioni. Dalle nostre osservazioni è emerso inoltre che è conveniente utilizzare solo olio vegetale inodore o, in alternativa, una soluzione di sapone neutro, per evitare di interferire con il feromone. È necessario infine che le trappole siano attivate dal maggior numero possibile di aziende limitrofe per abbattere la popolazione dei maschi presenti nella zona. Mezzi agronomici. Prima di iniziare una nuova coltivazione è necessario: • eliminare e distruggere rapidamente le piante infette; • pulire il terreno o le superfici di coltura da tutti i residui vegetali, in particolare dai frutti caduti a terra, che possono ospitare per lungo tempo le larve incrisalidate; • eliminare accuratamente le solanacee infestanti, in particolare Solanum nigrum, attorno alle serre e ai campi coltivati; • praticare se possibile la solarizzazione nel GRAFICO 1 - CATTURE SETTIMANALI MEDIE IN PIENO CAMPO E IN SERRA A IMPERIA NEL 2010 Pieno campo Serra 250 Adulti (n./1.000 m2) Adulti (n./1.000 m2) 200 150 100 50 0 Mag. Giu. Lug. Ago. 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. 79 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Monitoraggio regionale GRAFICO 2 - CATTURE SETTIMANALI MEDIE IN PIENO CAMPO E IN SERRA AD ALBENGA (SV) NEL 2010 Pieno campo 400 347,75 357,5 300 272,25 250 131 200 130,75 150 100 50 319,9 350 92,5 85 24,75 Adulti/trappola (n.) 350 Adulti/trappola (n.) Serra 400 276,3 300 250 200,2 200 150 352,8 158,1 135,0 100 50 12,9 0 0 Giu. Lug. Ago. Mag. Giu. Lug. periodo estivo o disinfestare il terreno con nei terreni incolti e secchi e lungo i muri delle prodotti idonei; stradine interpoderali. In alcune aziende sono • effettuare rotazioni con colture differenti dalstati fatti lanci di Macrolophus caliginosus, ma le solanacee; con risultati non molto soddisfacenti. • eliminare tempestivamente le foglie attaccaINCIDENZA DEI COSTI te su piante giovani, in modo da interrompere DELLA DIFESA il ciclo dell’insetto. Mezzi fisici. L’applicazione di reti anti-insetLe aziende orticole liguri hanno dovuto metto alle aperture laterali e di accesso alle serre tere in atto tutti i mezzi e gli strumenti sopra (porte) con maglie di almeno 9 × 6 fili/cm² si indicati per contrastare efficacemente le infeè rivelata molto utile per ostacolare l’ingresso stazioni di T. absoluta. Ciò ha comportato un di adulti dall’esterno. Occorre però consideraaumento dei costi di gestione aziendale per re che l’utilizzo di reti a maglia fine può prol’acquisto e l’installazione delle barriere fisiche vocare nei mesi estivi pericolosi innalzamenti (reti anti-insetto e doppie porte) alle serre e dei della temperatura. mezzi chimici, biologici e biotecnici (formulaMezzi biologici. Nei territori di origine di ti registrati per l’impiego contro il parassita, T. absoluta sono presenti diversi nemici natrappole a feromone sessuale, insetti ausiliari, turali, tra i quali i ecc.). L’incidenza dei costi è risulmiridi Macrolophus tata correlata anche al tipo di colColtura di pomodoro compromessa dalla T. absoluta caliginosus e Nesitura e all’intensità degli attacchi. (Foto Coop. Riviera dei fiori, Imperia) diocoris tenuis. In Mediamente in Liguria vengono Liguria questi preeffettuati circa 11 trattamenti/cidatori sono stati inclo colturale: utilizzando 100-150 dividuati nel periodo litri di soluzione/1.000 m² di coltuprimaverile-estivo ra (in rapporto allo stadio vegetatisu piante di Inula vivo della coltivazione) ne deriva un scosa, pianta sponcosto medio complessivo di circa tanea molto comune 200-250 euro/ciclo colturale. ••• 80 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Lombardia di Beniamino Cavagna, Mariangela Ciampitti coltiva pomodoro da mensa in coltura protetta, che ha dovuto contrastare una importante infestazione, presumibilmente riconducibile a partite di pomodoro provenienti dal Sud Italia. Il Servizio fitosanitario ha, inoltre, predisposto una scheda divulgativa del nuovo parassita, per far conoscere a tecnici e produttori la problematica e sensibilizzarli sui possibili danni della sua proliferazione. IL MONITORAGGIO (Foto Sfr Lombardia) In Lombardia nell’estate 2009 il Servizio fitosanitario ha collocato in 14 siti trappole a feromone del tipo a pagoda per verificare la presenza della tignola del pomodoro sul proprio territorio, nonostante non vi fosse alcuna segnalazione di danno e nessun rinvenimento di sintomi riconducibili all’insetto. Tutte le trappole hanno catturato individui di Tuta absoluta e in alcuni casi le catture sono state anche consistenti; alle catture non è mai stato associato il riscontro di sintomi significativi sulle piante. Le principali associazioni di produttori sono state avvisate del monitoraggio in corso e informate circa la potenziale pericolosità del nuovo insetto. L’unica segnalazione di danni è arrivata da un’azienda del Lodigiano che Nel 2010 il monitoraggio è stato condotto nelle province di Mantova, Cremona, Pavia e Brescia. Mantova Il monitoraggio ha riguardato una azienda con pomodoro in serra e quattro aziende con pomodoro in pieno campo per un totale di sette località monitorate. Pomodoro in serra. In serra, dove sono state utilizzate trappole per la cattura massale, non si è registrata alcuna cattura. Pomodoro in pieno campo. In campo gli adulti sono comparsi da inizio giugno, con meno di 10 catture/trappola/settimana, fino alla raccolta con valori che non hanno mai superato le 75 catture/trappola/settimana. Nessun sintomo è stato riscontrato né sulle foglie né sulle bacche. Cremona A Cremona il monitoraggio di T. absoluta è stato capillare e ha riguardato tre tipologie di aziende produttrici: di piantine di pomodoro da trapiantare, di pomodoro da mensa in serra e di pomodoro in pieno campo da industria. 81 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Monitoraggio regionale Aziende vivaistiche. Interessante è il dato che emerge dal controllo delle aziende che producono piantine di pomodoro: sono state monitorate 15 aziende in 7 località differenti. Le catture, da 0 a 4 individui massimo, nell’intera stagione indicano la sostanziale assenza del fitofago in un ambiente (come quello in cui si produce materiale di moltiplicazione) in cui la presenza di T. absoluta significherebbe un grosso rischio per la diffusione dell’insetto. Pomodoro in serra. Le aziende oggetto di indagine sono state due. Nella prima le catture di T. absoluta durante tutta la stagione sono state esigue per un totale inferiore a 30 catture /trappola. Nella seconda azienda le catture sono state contenute nell’ordine di qualche decina di adulti/trappola/settimana, mentre a fine agosto sono salite a quasi 200/settimana per le ultime tre settimane. Questa situazione è presumibilmente attribuibile alla cessazione della protezione fitosanitaria delle piante considerate ormai a fine ciclo. Pomodoro in pieno campo. Sono stati controllati 21 campi di pomodoro da industria in sette aziende di località differenti. Le catture in tutti i casi sono state di poche unità per trappola/settimana per tutto il mese di giugno, mentre sono salite a qualche decina di adulti/ trappola/settimana in luglio, con un massimo di 45. Non è mai stato riscontrato alcun sintomo sulle piante. Pavia Sono state monitorate tre aziende in tre differenti località utilizzando sei trappole a pagoda e 6 per cattura massale. Le catture si sono attestate per tutta la stagione su qualche decina di adulti/trappola/settimana, con un massimo di 80 adulti/trappola/ settimana. Non è mai stato riscontrato alcun sintomo. A fine stagione, in un’azienda è stato rilevato un aumento di catture, fino a quasi 200/settimana, verosimilmente dovuto alla migrazione delle popolazioni di tignola dai campi precoci a quelli tardivi attigui. In un campo sono state messe a confronto le due tipologie di trappole e i risultati indicano una minore efficienza, pari a circa il 25% Foglie in fase di disseccamente in seguito agli attacchi delle larve di T. absoluta (Foto Santinelli) in meno, per le trappole a cattura massale rispetto a quelle a pagoda. Data l’esiguità delle catture totali, che non arrivano a 200 catture/trappola/stagione, i due tipi di trappola si possono considerare sostanzialmente equivalenti. Brescia Il monitoraggio è stato condotto in 4 aziende situate in altrettante località della provincia di Brescia, di cui 2 con coltura protetta destinata al consumo fresco e 2 con coltivazione in pieno campo destinata alla trasformazione industriale. In tutte le aziende monitorate la coltura di pomodoro era posta in avvicendamento. Per il monitoraggio sono state utilizzate trappole a pagoda. T. absoluta è stata ritrovata in tutte le stazioni monitorate. Pomodoro in serra. In serra le catture sono state molto esigue (massimo 20 individui nel corso di tutta la stagione). Pomodoro in pieno campo. In pieno campo le catture sono state maggiori (con un massimo di quasi 400 catture complessive), ma anche in questo caso il mancato riscontro di danni fa ritenere che per il momento non vi sia motivo di allarme. Nel 2010 anche l’azienda del Lodigiano, che aveva riscontrato problemi nel 2009, è riuscita agevolmente a contenere l’infestazione di T. absoluta utilizzando un calendario di trattamenti prevalentemente con prodotti microbiologici. ••• Si ringraziano per la collaborazione Mauro Agosti, Marco Avanzi, Grazia Cesana, Claudio Favaro, Andrea Poggi, Pierluigi Ragazzi. 82 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Emilia-Romagna di Massimo Bariselli, Valentino Testi In Emilia-Romagna Tuta absoluta ha mostrato la sua elevata prolificità e capacità di colonizzare nuovi territori espandendosi nel giro di due anni in tutti gli areali pomodoricoli della regione. Nel maggio 2009, nelle vicinanze del Mercato ortofrutticolo di Bologna, c’è stata la prima segnalazione di T. absoluta, in partite di pomodori freschi provenienti dalla Sicilia. trascorsa senza danni alla produzione, anche se alla fine del 2009 la specie è stata catturata, pur in esigua quantità, in buona parte delle aree investite a pomodoro. Finalità del monitoraggio nel 2010 Accertata la presenza del fitofago sul territorio regionale, nel 2010 le trappole a feromoni sono state installate con i Foro di entrata seguenti obiettivi: delle larve • capire se ci sono popolazioni del geledi T. absoluta chide che si possono considerare stansu bacca di pomodoro IL MONITORAGGIO ziali perché in grado di superare i rigori (Foto Pedretti) In seguito a questo primo ritrovainvernali della Pianura Padana e di dare mento nel 2009 è iniziato un moorigine a infestazioni precoci già a inizio nitoraggio ufficiale nelle province a maggiore stagione produttiva; vocazione per la coltivazione del pomodoro, • verificare se anche in Emilia-Romagna il porealizzato con ispezioni visive e con l’uso di tenziale biologico di T. absoluta è tale da creaspecifiche trappole a feromoni sessuali. re danni alle coltivazioni sia in pieno campo Il monitoraggio si è concentrato soprattutto sia in serra. nei magazzini e negli stabilimenti di lavorazioPer questi motivi nel 2010 le trappole a ferone del pomodoro, nei mercati ortofrutticoli e moni sono state installate al momento della nei centri commerciali, ritenuti i più probabili messa a dimora delle piantine di pomodoro, punti di ingresso del gelechide nel territorio indicativamente a fine aprile-primi di maggio, regionale, nonché in campi di pomodoro da cercando di coprire in modo uniforme le diindustria e in alcune coltivazioni di pomodoro verse province e le aree produttive di pomosotto serra posti nelle loro vicinanze. doro da industria e da mensa. Come sono andate le catture nel 2010. Le I primi adulti di T. absoluta sono stati catturaprime catture di T. absoluta si sono avute ti proprio dalle trappole poste in prossimità nella prima settimana di maggio, ma erano di mercati ortofrutticoli e centri commerciapopolazioni di scarsa entità e il numero di li nelle province di Parma, Piacenza e Forlìadulti catturato non superava, mediamente, Cesena a conferma del fatto che il fitofago si 1 unità/trappola/settimana. diffonde principalmente attraverso la comIl volo, pur mantenendosi molto basso, è legmercializzazione di bacche infestate. Da quei germente aumentato in giugno, con una mefocolai iniziali sono partite le prime infestadia di 2-3 individui catturati per trappola/setzioni in pieno campo e in serra. L’annata è 83 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Monitoraggio regionale timana, ma solo dalla seconda metà di luglio e fino alla prima metà di settembre le catture sono cresciute raggiungendo picchi di 100-150 adulti/ trappola/settimana. Nella seconda metà di settembre, in coincidenza con la fine della raccolta del pomodoro da industria, in alcune aree si è registrato un calo del volo, mentre in altre si è mantenuto alto (grafico 1). Il totale delle catture rilevate nelle diverse stazioni di monitoraggio non si è differenziato nei due anni. Per avere una corretta valutazione del danno, a partire dall’inizio delle catture è stato eseguito un monitoraggio della coltura mediante il controllo di 100 piante di pomodoro da industria. Anche nel momento in cui le catture sono aumentate maggiormente (luglio e agosto) e anche sulle varietà più tardive non sono mai stati riscontrati danni visibili su foglie e bacche. In pieno campo le popolazioni crescono molto lentamente e arrivano a essere abbastanza consistenti soltanto a fine stagione, senza arrecare danni alla vegetazione e alle bacche. Diverso è il discorso in serra, dove le temperature già a primavera sono più favorevoli e le po- Adulti/trappola (n.) GRAFICO 1 - CATTURE MEDIE DI ADULTI CON TRAPPOLE A FERMONI NEL 2010 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 26 10 24 7 21 5 19 2 16 30 13 27 Lug. Apr. Mag. Giu. Modena e Bologna Piacenza Ago. Set. Parma Reggio Emilia polazioni di T. absoluta crescono abbastanza velocemente riuscendo già in luglio a creare dei danni. Una volta insediatasi negli impianti, T. absoluta diventa immediatamente un rischio e, per preservare la produzione, sono necessari trattamenti insetticidi. VALUTAZIONE DEI DANNI Danni significativi sono stati osservati solamente in coltivazioni di pomodoro da mensa in serra. Infatti nelle serre nelle quali la presenza di T. absoluta è stata tempestivamente accertata, la difesa ha permesso la coltivazione del pomodoro senza particolari difficoltà. Al contrario, quando, per mancanza di informazioni, l’agricoltore si è accorto tardi dell’attacco è stato quasi impossibile contenerne la dannosità. QUANDO SERVE INTERVENIRE In Emilia-Romagna, con gli attuali livelli di popolazione non sono giustificati interventi specifici, nonché modifiche alle linee di difesa previste nei Disciplinari di produzione integrata. In pieno campo i normali interventi insetticidi per il Larva di T. absoluta che «mina» una foglia di contenimento della pomodoro (Foto Finocchiaro) nottua gialla (Helicoverpa armigera) risultano sufficienti se perdurano gli attuali livelli di infestazione. Trattandosi di una specie di nuova introduzione è comunque opportuno mantenere e intensificare il monitoraggio sul territorio, in modo da seguirne la dinamica di popolazione. Appare necessaria un’opera di informazione verso i produttori, che devono applicare le linee guida definite in ambito ministeriale e recepite dalla Regione Emilia-Romagna per il controllo della T. absoluta consultabili agli indirizzi www.ermesagricoltura.it/Servizio-fito sanitario/Avversita-delle-piante/Cerca-avver sita-per-nome/Tignola-del-pomodoro e www.stuard.it/consorziofitosanitario ••• 84 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Toscana di Bruno Bagnoli, Elisabetta Rossi, Agnese Tonola GRAFICO 1 - CATTURE GIORNALIERE AD ALBINIA (GROSSETO) NEL 2009 SU POMODORO DA INDUSTRIA ESENTE DA TRATTAMENTI 40 35 Adulti/trappola (n.) In Toscana Tuta absoluta è stata quasi contemporaneamente rinvenuta sia in Versilia che nel litorale Grossetano dai primi mesi del 2009. La segnalazione ufficiale da parte del Servizio fitosanitario regionale (Arpat) risale a maggio 2009 e si riferisce a una coltivazione in serra della Versilia. È tuttavia probabile che anche in Toscana, come in altre regioni italiane, la specie sia stata accidentalmente introdotta almeno fin dall’anno precedente e che la rapidissima diffusione sia stata favorita dalla commercializzazione del pomodoro fresco che ha trovato nei mercati ortofrutticoli i principali siti di ingresso e di diffusione nel territorio regionale. La specie è risultata assai più temibile in serra che pieno campo, dove le misure fitosanitarie standard, messe in atto in particolare per il controllo di Helicoverpa armigera (Hübner) e Spodoptera littoralis (Boisduval), sono apparse in grado di controllare in maniera sufficiente le popolazioni e gli attacchi del nuovo fitofago. 30 25 20 15 10 5 0 23 26 29 2 5 8 11 14 17 20 23 26 29 Giu. Lug. I DANNI RISCONTRATI Trappole a feromone per il monitoraggio di T. absoluta (Foto Bagnoli) Per diversi motivi, in gran parte riconducibili alla mancanza di esperienza nella gestione della difesa dagli attacchi di T. absoluta, nel 2009 in generale si sono riscontrate perdite di produzione molto più elevate di quanto registrato nel 2010. In effetti nelle coltivazioni di serra, sia in Versilia sia in Val di Cornia (Livorno), nel 2009 si sono avuti danni che hanno causato perdite del 30-40%, e in certi casi fino all’80%, del prodotto finale e delle piante. Per quanto riguarda il pieno campo, almeno nell’area di Albinia, si è invece riscontrata nel biennio un’incidenza del gelechide pressoché 85 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Monitoraggio regionale GRAFICO 2 - CATTURE GIORNALIERE AD ALBINIA (GROSSETO) NEL 2010 SU POMODORO DA INDUSTRIA ESENTE DA TRATTAMENTI Mine fogliari di T. absoluta su pomodoro (Foto Bagnoli) 160 Adulti/trappola (n.) 140 120 IL MONITORAGGIO 100 80 60 40 20 0 Mag. Giu. Lug. invertita, con livelli di infestazione e di danni modestissimi nel 2009 e dell’ordine del 10-20% nel 2010. Una situazione simile si è verificata in una coltivazione biologica di pieno campo nella zona di Cecina (Livorno), dove l’infestazione da T. absoluta è stata ben controllata nel 2009 e ha invece causato ingenti perdite nel 2010. Nelle serre di alcuni distretti produttivi, a seguito dei danni subiti nell’anno precedente, nel 2010 sono state messe in atto linee di difesa fitosanitaria assai pesanti, con un carico di interventi insetticidi più che triplicato rispetto agli anni precedenti. In alcune situazioni, il timore nei confronti del fitofago ha portato all’adozione di piani d’intervento esageratamente prudenziali articolati sull’applicazione di miscele insetticide ogni 7-10 giorni, dai primi di maggio a fine luglio. Al momento non risulta siano andate soggette a significativi attacchi di T. absoluta altre colture potenzialmente ospiti, come melanzana, peperone, fagiolino. Frequente è stato, invece, il ritrovamento della specie su solanacee spontanee (Solanum nigrum in primo luogo) piante la cui presenza va certamente evitata nelle vicinanze delle coltivazioni. Le trappole innescate con il feromone specifico di T. absoluta si sono dimostrate un utile strumento di monitoraggio della popolazione adulta. Tuttavia la relazione fra consistenza e andamento delle catture di popolazione larvale è apparsa estremamente variabile e poco affidabile anche in ordine al posizionamento dei trattamenti per la cui correttezza è preferibile fare riferimento ai primi sintomi di attacco. Ad Albinia, in un appezzamento di pomodoro da industria (esente da trattamenti insetticidi), il numero di catture giornaliere di maschi di T. absoluta con trappola a feromoni è variato da 3 a 36 nel periodo fine giugno-fine luglio 2009 e da 0 a 136 nel periodo intercorso da primi di maggio-primi di luglio 2010. Risultando ormai evidente l’impossibilità, sia a livello regionale che nazionale, di perseguire l’eradicazione di Tuta, il controllo fitosanitario della specie non può che essere ottenuto con strategie di produzione e protezione integrata. Allo scopo, parallelamente a un’attività di monitoraggio della tignola sul territorio, quattro aree di ricerca appaiono di fondamentale importanza: bio-etologia sulle diverse colture; ruolo e gestione delle piante ospiti spontanee; controllo biologico naturale; controllo biotecnologico con semiochimici. Il metodo della confusione sessuale si profila assai promettente, in particolare per ridurre i trattamenti in coltivazioni in serra e per attua••• re un maggiore controllo biologico. Si ringraziano per le informazioni fornite: Claudio Carrai (Arsia, Regione Toscana), Massimo Gragnani (Cia, Lucca), Paolo Granchi (Cooperativa agricola Terre dell’Etruria, Donoratico - Livorno), Marco Innocenti (Syngenta Crop Protection), Claudio Pennucci (Conserve Italia) e Stefano Simoncini (Arpat, Settore controlli fitosanitari). 86 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Umbria di Claudia Santinelli In Umbria i primi riscontri di Tuta absoluta su pomodoro si sono avuti in pieno campo nella campagna 2009 e ne è stata data comunicazione al Mipaaf nel luglio 2009. IL MONITORAGGIO (erba morella). Probabilmente la non corrispondenza tra catture e danni è da attribuire agli sbalzi termici registrati dalla tarda primavera alla fine dell’estate. In molte aziende con pomodoro da mensa sono stati effettuati trattamenti chimici, con agrofarmaci autorizzati sulla base dei dati di cattura delle trappole a feromone nel periodo in cui la popolazione era in fase crescente. Le catture nel 2010 in serra. Nel 2010, una rilevante presenza di T. absoluta è stata riscontrata su pomodoro in serra, con danni dell’80-90%. In questi casi sono state prontamente installate trappole a cattura massale con olio e consigliati trattamenti insetticidi. Si è provveduto inoltre a installare reti anti-insetto per impedire le reinfestazioni. Alcuni coltivatori sono stati invitati a considere la possibilità di effettuare rotazioni in serra con colture non ospiti, oltre alla disinfestazione del terreno con mezzi fisici o chimici. I residui delle colture colpite sono stati bruciati o interrati. Il Servizio fitosanitario regionale ha provveduto a installare trappole a feromone per il monitoraggio dei voli di T. absoluta nel 2009 e nel 2010, con un numero maggiore di stazioni di rilevamento. Il monitoraggio ha interessato la provincia di Perugia e i comuni di Marsciano, Panicale, Deruta, Torgiano, Bastia, Assisi, Cannara, Bevagna, Castiglione del Lago, Bettona, Tuoro sul Trasimeno e Città di Castello. Primi risultati nel 2009. Nel corso del 2009, caratterizzato da un andamento climatico piovoso nel periodo primaverile-estivo, è stata rilevata un’elevata presenza di adulti di tignola (250-300 catture/settimana) a cui non faceva però seguito un’altrettanta elevata presenza di sintomi di attacchi sulle piante. Le catture nel 2010 in pieno campo. Nel 2010 sono state installate trappole anche su peperone e tabacco, ma anche Nel 2010 fino in questo caso alle elevate catall’80-90% del pomodoro in serra ture non corrispondevano sinè risultato tomi sulle foglie, sebbene nei danneggiato campi di peperone T. absoluta dalle larve di T. absoluta risultasse comunque presente (Foto Santinelli) sull’infestante Solanum nigrum LINEE GUIDA DI DIFESA Il Servizio fitosanitario locale ha predisposto una scheda tecnica con le indicazioni delle misure fitosanitarie da adottare per contrastare tale insetto e con l’elenco delle sostanze attive autorizzate, specificandone i possibili abbinamenti con oli vegetali, le cadenze dei trattamenti e i relativi tempi di carenza. ••• 87 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Lazio di Stefano Speranza, Andrea Sintini Nel Lazio Tuta absoluta ha quasi completamente infestato i territori agricoli vocati per la produzione sia di pomodoro di pieno campo sia di quello in serra. Il primo rinvenimento ufficiale del lepidottero è stato segnalato a marzo 2009, dapprima su basi sintomatologiche, per la presenza di mine fogliari, e poi per determinazione tassonomica con controllo delle armature genitali maschili. Le coltivazioni soggette a questa prima infestazione ricadevano nei territori di produzione in serra di pomodoro e di melanzana delle zone del centro e basso Lazio. Le serre in questione presentavano una peculiarità in comune: le date di trapianto erano concentrate nel periodo compreso tra dicembre 2008 e gennaio 2009; ciò fa ipotizzare, visti i dati sintomatologici rilevati e quelli ri- Nel Lazio le infestazioni di T. absoluta si ipotizza siano iniziate alla fine del 2008 (Foto Finocchiaro) portati in bibliografia sulla biologia dell’insetto, un arrivo nei territori della regione verso la fine del 2008. I gestori delle aziende fortemente infestate hanno preliminarmente attribuito il danno a ditteri agromizidi fillominatori e gestito questa problematica con sostanze attive insetticide contro tali parassiti. Successivamente sono stati attivati i ricercatori dell’Università della Tuscia per una determinazione corretta del fitofago; gli stessi, una volta effettuato il riconoscimento tassonomico, hanno coinvolto i tecnici del Servizio fitosanitario del Lazio per una possibile gestione a norma di legge. PRIMO RINVENIMENTO SU OSPITI SECONDARI Durante la prima metà di settembre 2009 in due serre del litorale sud del Lazio sono state riscontrate mine fogliari anomale per la coltivazione del fagiolino. Le piante, seminate durante luglio-agosto, presentavano i tipici sintomi degli attacchi di T. absoluta ma, non essendo questa famiglia vegetale inserita tra gli ospiti del lepidottero, si è voluto procedere alla sua determinazione tassonomica. Le percentuali di piante infestate, rilevate nelle due aziende, risultavano del 24 e del 66%. Anche in questo caso il controllo degli insetti ha permesso l’identificazione della T. absoluta. È da notare che le serre in questione erano state precedentemente coltivate a pomodoro da mensa e fortemente infestate dal fitofago. Questo nuovo attacco è andato a integrare la prima segnalazione di infestazione su fagiolino come ospite accidentale, riscontrata in Sicilia. Questo dato, inoltre, ha permesso di allargare il numero dei reali e potenziali ospiti 88 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Durante il 2009, in serre per la produzione di pomodoro da mensa, sono stati rilevati danni variabili, con un massimo del 100% della produzione persa. Questo dato, in prima approssimazione, sembra essere diminuito durante il 2010, per una migliore preparazione degli operatori agricoli nell’affrontare il problema. Adulto di T. absoluta (Foto Troisi) IL MONITORAGGIO vegetali, anche se le solanacee, sia spontanee che coltivate, restano gli ospiti principali. Il risultato di queste ultime osservazioni deve, obbligatoriamente, mettere in guardia gli operatori agricoli durante le fasi di programmazione colturale delle serre, per cercare di interrompere il continuum vegetale di alimentazione del fitofago inserendo, tra le colture appetite, specie vegetali non ospiti. I dati, infatti, mostrano l’assenza di periodi di stasi, per svernamento, in quelle serre (nel caso del Lazio) in cui è sempre disponibile l’alimento e dove le temperature risultano più miti. ATTUALE DISTRIBUZIONE E VALUTAZIONE DEI DANNI La diffusione dell’insetto ha ormai raggiunto tutte le zone, principalmente del litorale (province di Viterbo, Roma e Latina), vocate per la produzione, sia in serra sia in piano campo, di pomodoro e secondariamente di melanzana. Larva di T. absoluta (Foto Troisi) A oggi non sono stati svolti monitoraggi dei livelli di infestazione e relative perdite di produzione per il pomodoro in pieno campo, anche se monitoraggi puntiformi svolti dai ricercatori dell’Università della Tuscia durante il 2009 hanno permesso di rilevare infestazioni fogliari in pieno campo che si avvicinano al 90%. LINEE GUIDA DI DIFESA I livelli di infestazione rilevati giustificano, in particolare in coltura protetta, l’attivazione di strategie di contenimento del fitofago. L’alto rischio di perdite di produzione anche consistenti, con relativi danni economici per la realtà produttiva delle solanacee fuori stagione, ha determinato un cambiamento nelle normali linee di gestione dei fitofagi da parte degli agricoltori specializzati. L’azione dei tecnici del territorio, con l’ausilio di ricercatori e tecnici delle istituzioni regionali, sta permettendo la gestione della fase di emergenza (primo periodo di arrivo del nuovo fitofago) dovuta alle infestazioni di questo lepidottero. Le carenze di informazioni territoriali sulla biologia e sulla dinamica delle generazioni non permettono ancora una definitiva linea guida per il contenimento della specie. Restano auspicabili, in quanto finora assenti sul territorio regionale, studi sulla presenza di eventuali insetti utili, come già evidenziato in ambito internazionale, e di strategie di contenimento a basso impatto ambientale, per essere di ausilio anche a tutte quelle aziende agricole con produzioni certificate biologiche che tuttora non possono efficacemente affrontare ••• questa nuova problematica. 89 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Abruzzo di Domenico D’Ascenzo In Abruzzo ormai da qualche anno Tuta absoluta è considerata un’avversità entomologica chiave per questa coltura, sia in pieno campo sia in ambiente protetto. IL MONITORAGGIO A seguito delle gravi infestazioni verificatesi nelle regioni del versante tirrenico e delle raccomandazioni Eppo (European plant protection organization), il Servizio fitosanitario regionale ha avviato, all’inizio dell’estate 2009, uno specifico monitoraggio, a mezzo di trappole sessuali a feromone, nelle aree maggiormente interessate dalla coltivazione del pomodoro. L’insetto è stato immediatamente rinvenuto in tutta la regione, sia in pieno campo e in serra, ma con una densità di popolazione non particolarmente elevata, che non ha mai superato le 150 catture per trappola/settimana e non ha mai prodotto danni. Come sono andate le catture nel 2010 Nel 2010 si è proceduto a un monitoraggio molto più capillare al fine di ricostruire la dinamica di popolazione dell’insetto, estendendo le osservazioni anche ad altre colture molto diffuse nella regione, quali melanzana, fagiolo e fagiolino. L’indagine è stata estesa anche all’area di scarico del Mercato ortofrutticolo regionale dove, già da febbraio, le trappole a feromone avevano evidenziato la presenza di T. absoluta. Al momento la specie risulta diffusa in tutta la regione con omogenea densità di popolazione e sembra interessare solo la coltura di pomodoro. Sempre nel 2010, i primi rinvenimenti si sono avuti in una serra riscaldata di pomodoro da mensa in fase di fioritura, in agro di Miglia- 90 nico (Chieti), tra fine febbraio e primi di marzo, con un’incidenza di danno dell’85% delle piante e di 5-6 foglie attaccate/pianta. È interessante notare che nella stessa zona e periodo, pomodori appartenenti alla stessa varietà, ma coltivati in serra fredda, non mostravano alcun attacco. Che l’insetto sia fortemente condizionato dal clima, e in particolare dalla temperatura, risulta evidente anche dall’andamento delle catture in pieno campo (grafico 1). Il mese di maggio è stato caratterizzato da elevata piovosità e temperature basse, che nei primi 20 giorni del mese si sono attestate intorno ai 19,6 °C (temperature massime). In questo stesso periodo le catture sono risultate anch’esse modeste, non superando mai le 100 unità/settimana, e non si sono riscontrati danni alla coltura. Solo nell’ultima settimana del mese, quando la media delle temperature massime ha raggiun- Crisalide di T. absoluta (Foto Troisi) © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. GRAFICO 1 - CATTURE SETTIMANALI DI ADULTI A ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) NEL 2010 300 Adulti/trappola (n.) 250 200 150 100 50 0 4 1118 25 1 8 15 2229 6 13 20 27 3 10 17 24 31 Mag. Giu. Lug. Ago. raccolta. Queste osservazioni lasciano ipotizzare che la dannosità dell’insetto è influenzata anche dalla cultivar e dal portamento delle piante. Situazione in serra su pomodoro da mensa. In coltivazione protetta l’insetto ha mostrato la sua massima virulenza. Durante tutto il ciclo di coltivazione (marzo-agosto) la densità di popolazione si è mantenuta infatti costantemente elevata (nelle trappole a cattura massale si sono rinvenuti più di 200 individui ogni 2 giorni) e i danni sono stati considerevoli, con perdite medie di produzione del 40-50%, a causa sia dei danni diretti sia per lo sviluppo di patogeni secondari. to valori di circa 26 °C, si sono LINEE GUIDA DI DIFESA registrati sensibili incrementi di Gli agricoltori, anche a catture. seguito della campagna La dinamica dell’insetto ha, informativa messa in atto quindi, per tutto l’anno seguito dal Servizio fitosanitario l’andamento delle temperature regionale, hanno percee, in generale, è possibile afferpito la gravità e la perimare che le più intense presenze colosità dell’insetto, come i maggiori danni si sono veribattendolo con strategie ficati dall’11 al 24 luglio, perioTrappola sessuale a feromoni per il monitoraggio di T. absoluta di lotta per lo più di tipo do in cui le temperature massi(Foto Troisi) chimico. Mediamente in me sono risultate sempre al di pieno campo durante l’insopra dei 30 °C, con punte fino tero ciclo (maggio-agosto) sono stati effettuati a 35 °C, e dal 25 agosto ai primi di settembre, 6 interventi specifici. anche in questo caso per le temperature parIn serra, invece, sono stati effettuati interventi ticolarmente elevate. Situazione in pieno campo su pomodoro da settimanali o, nei periodi più critici, bisettimaindustria. In pieno campo e su pomodoro da nali, privilegiando sostanze attive a più basso industria, i danni si sono evidenziati esclusiperiodo di carenza per gli interventi in prosvamente a carico delle foglie con le classiche simità della raccolta. mine; nessun danno è stato lamentato alla racAllo stato attuale non sono state effettuate oscolta (10-25 agosto), a carico delle bacche. servazioni sulla presenza di predatori e parasSituazione in pieno campo su pomodoro da sitoidi. mensa. Sempre in pieno campo, invece, sulle In conclusione, T. absoluta ha determinato un coltivazioni da mensa i danni sono stati consisignificativo cambiamento nelle linee di difesa stenti, sia sulle foglie che sulle bacche a partire di questa coltura dai parassiti animali, finora dalla seconda settimana di luglio, con attacchi indirizzata principalmente al controllo di afidi sulle foglie più giovani e sui frutti prossimi alla ••• e nottue. 91 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Campania di Giuseppe Pesapane, Raffaele Griffo In Campania Tuta absoluta è stata segnalata per la prima volta a fine autunno 2008 in diversi areali della provincia di Napoli. La quasi contemporanea segnalazione in più punti lascia presupporre che il parassita fosse già presente da qualche tempo, ma che la sua presenza fosse stata sempre confusa con altri fitofagi dalla sintomatologia simile (ditteri agromizidi). Con i trapianti in serra del 2009 per il ciclo vernino-primaverile del pomodoro, si sono avute le prime manifestazioni in molti altri contesti geografici della regione (Agro aversano, litorale domizio, Agro acerrano-nolano, Agro nocerino-sarnese, Piana del Sele). Nel corso del 2009 si sono riscontrati notevoli danni sia alle coltivazioni in serra sia alle colture in pieno campo di pomodoro, specialmente quelle caratterizzate da un ciclo produttivo molto lungo che copre l’intera estate (come il pomodoro San Marzano e i pomodorini di collina in asciutta). AZIONI INTRAPRESE IN CAMPANIA Il Servizio fitosanitario regionale campano si è prontamente attivato per predisporre al contempo un piano di controllo nelle aziende vivaistiche, per garantire la sanità dei materiali di propagazione prodotti, e un piano di informazione rivolto agli agricoltori per fornire loro le più corrette indicazioni tecnico-agronomiche per prevenire e limitare la diffusione del temibile insetto. Nel marzo 2009 è stato organizzato uno specifico seminario per i tecnici regionali e a giugno è stata realizzata una nota informativa corredata di numerose immagini per il riconoscimento dei sintomi. In autunno un gruppo Pomodoro danneggiato dalle larve di T. absoluta di lavoro regionale ha predisposto un manifesto contenente le principali regole da seguire per il controllo di T. absoluta. Nel corso dell’anno sono stati segnalati anche danni occasionali su coltivazioni di melanzana e su alcune cultivar locali di peperone. L’Assessorato regionale, per dare ulteriori risposte agli operatori agricoli, ha affidato all’Unità di ricerca per le colture alternative al tabacco del Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) di Scafati (Salerno) una sperimentazione mirante a individuare le migliori strategie per il controllo ecosostenibile del parassita, che è partita all’inizio del 2010. IL MONITORAGGIO La campagna 2010 si è aperta con una maggiore consapevolezza della problematica da parte di tutti gli attori della filiera e con la possibilità di utilizzare un maggior numero di insetticidi autorizzati contro il fitofago in questione sulle principali solanacee sensibili (pomodoro, melanzana, peperone). 92 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Adulti/trappola (n.) GRAFICO 1 - CATTURE SETTIMANALI DI MASCHI CON TRAPPOLE A FEROMONI NELLA PIANA DEL SELE (SA) NEL 2010 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Medie di 8 trappole a feromone. Nella regione sono state installate diverse stazioni di osservazione con trappole ad acqua, attivate con feromoni, predisposte sia dagli Uffici regionali che dal Cra-Cat (Unità di ricerca per le colture alternative al tabacco), che hanno permesso di osservare nella prima metà dell’anno un andamento di T. absoluta piuttosto anomalo: infatti a un elevato numero di catture settimanali non è corrisposto un danno riscontrabile sulla coltura. Nella Piana del Sele in provincia di Salerno (area da cui proviene la maggiore produzione del pomodoro campano) sono state attivate otto stazioni di osservazione, dove settimanalmente venivano rilevati i dati delle catture degli adulti. Le medie delle catture delle otto stazioni sono riportate nel grafico 1. La ridotta incidenza di danni alle coltivazioni, in controtendenza rispetto al 2009, non sembra, da una prima analisi, da mettere in relazione con l’andamento climatico della prima parte dell’anno, in quanto non è stato apprezzabilmente più freddo di quello che l’ha preceduto. Meno danni nel 2010 La minore incidenza di danni riscontrati sulle colture nei diversi contesti produttivi della Campania nel corso del 2010 si ritiene possa essere attribuita a una serie di fattori diversi: • maggiore conoscenza dell’insetto da parte degli agricoltori e quindi un uso più razionale degli agrofarmaci a disposizione; • applicazione di buone pratiche agronomiche; • probabile azione di antagonisti naturali. Interessanti indicazioni sono emerse da alcune prove condotte dai Servizi di sviluppo agricolo che hanno mostrato l’utilità di inserire all’interno di una strategia integrata di difesa anche formulati a base di Bacillus thuringiensis var. kurstaki e insetti utili predatori, quali Macrolophus caliginosus e Nesidiocoris tenuis. Nel corso dell’anno sono stati segnalati anche danni occasionali alle coltivazioni di fagiolino. LINEE GUIDA DI DIFESA Da tutte le osservazioni condotte nel corso del 2010 è emerso che è fondamentale la corretta gestione delle serre in termini di isolamento con l’esterno (reti anti-insetto) e di pulizia dalle erbe infestanti che possono ospitare il parassita. Nelle coltivazioni in pieno campo è necessario mantenere sempre la popolazione a bassi livelli di presenza e pertanto i trattamenti insetticidi vanno programmati già alla comparsa delle prime mine sulle piante. ••• 93 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Basilicata di Tonia Colella, Arturo Caponero In Basilicata la presenza dell’insetto è stata accertata nel luglio del 2009 in rapida successione su pomodoro coltivato in serra del Metapontino e del Lavellese (Banzi, Potenza). Considerando la biologia dell’insetto e la sua capacità di arrecare notevoli danni in serra, sebbene nelle fasi iniziali i sintomi dell’attività larvale possano essere confusi con quelli di liriomiza (Liriomyza spp.), è improbabile che individui di T. absoluta siano giunti e si siano insediati in Basilicata prima della primavera del 2009, con l’eccezione dell’area costiera tirrenica (Maratea, Potenza) dove già nel 2008 erano stati osservati danni riconducibili a infestazione di T. absoluta senza però identificare l’insetto. IL MONITORAGGIO Successivamente alle prime segnalazioni, l’Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in agricoltura ha predisposto una rete di monitoraggio mediante trappole innescate con lo specifico feromone per la cattura dei maschi e l’osservazione diretta di sintomi su campi coltivati e piante spontanee nelle tre principali aree della Basilicata interessate dalla coltivazione del pomodoro: • il Metapontino, nel quale si concentra la maggiore produzione di pomodoro e, più in generale, di solanacee in serra; • la Valle del Mercure, nel Parco nazionale del Pollino, con produzioni ortive tipiche di pieno campo; • il Lavellese, specializzato nella coltivazione estensiva del pomodoro da industria con prevalenza delle varietà da pelati (grafici 1 e 2). Nell’anno successivo, la rete è stata estesa ad altre aree lucane di coltivazione di solanacee Trappola a feromoni per il monitoraggio di T. absoluta (Foto Servizio difesa integrata, Alsia, Regione Basilicata) in pieno campo e in serra, sia per individuare precocemente la presenza dell’insetto sia per raccogliere dati biologici ed epidemiologici. Sono state attivate, inoltre, azioni divulgative e informative per i coltivatori e avviate sperimentazioni di campo per la difesa integrata da T. absoluta. Colonizzazione. In generale, T. absoluta ha confermato una grande capacità di spostamento e colonizzazione del territorio. Infatti, mentre fino alla primavera del 2009 erano stati catturati individui solo nelle 2 aree costiere (Tirrenica e Jonica) e nel Lavellese, a fine estate 2010 l’insetto risultava presente anche nelle zone collinari e montane, fino ad altezze di 600-700 m slm, sebbene con un numero di individui piuttosto basso rispetto alle aree più calde. Inoltre, mentre nel Metapontino si sono registrate catture durante tutto l’anno, nelle aree interne le prime catture sono state osservate solo in piena primavera o in estate. Piante ospiti. L’insetto è stato osservato principalmente su pomodoro, ma anche su melanzana e peperone, oltre che su specie spontanee 94 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. (Solanum niger, Solanum spp., Malva campestris, ecc.) presenti nei pressi dei campi infestati o lungo i canali irrigui. Su pomodoro le infestazioni larvali hanno interessato sempre le parti verdi (soprattutto foglie giovani e germogli) e spesso i frutti. Da osservazioni fatte in serre con la contemporanea presenza di più varietà, sembra che la suscettibilità dei frutti agli attacchi possa variare nelle diverse cultivar. Su melanzana e peperone non sono mai state osservate mine sui frutti e i danni fogliari sono sempre stati notevolmente più contenuti rispetto al pomodoro. Danni rilevati. Nel Metapontino l’insetto è in grado di arrecare notevoli danni al pomodoro, sia in serra sia in pieno campo, rendendo indispensabile il ricorso a interventi di difesa. È in serra, comunque, che l’insetto trova l’habitat ideale per svilupparsi ed è in queste condizioni che risulta particolarmente dannoso. Come in altre aree serricole italiane, strategie di controllo indiretto come la chiusura con reti anti-insetto sono di fatto inapplicabili in quanto le serre-tunnel subirebbero un eccessivo innalzamento del livello di umidità o per le quali andrebbe predisposto un impianto di ventilazione forzata. La comparsa dell’insetto nell’estate 2009 nel Lavellese su pomodoro da industria ha de- stato preoccupazione in quanto la bassa redditività della coltura può rendere economicamente non conveniente l’adozione di strategie di difesa utilizzate con successo in serra. Intensificato il monitoraggio nel 2010 Nel 2010, nel Lavellese, è stata intensificata la rete di monitoraggio, che si è mantenuta attiva già da marzo e sono state allestite prove sperimentali di efficacia e strategia per la difesa integrata del pomodoro da T. absoluta. Il feromone utilizzato per il monitoraggio ha dimostrato una buona selettività (confermata dalla determinazione specifica degli individui catturati, tutti appartenenti alla stessa specie) e forte capacità attrattiva per i maschi, provenienti anche da notevole distanza. Nesidiocoris tenuis, antagonista di T. absoluta (Foto Servizio difesa integrata, Alsia, Regione Basilicata) GRAFICO 1 - CATTURE MEDIE IN PIENO CAMPO NEL PERIODO SETTEMBRE 2009-SETTEMBRE 2010 350 Adulti/trappola (n.) 300 250 200 150 100 50 0 Set. Ott. 2009 Nov. Dic. Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. 2010 95 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Monitoraggio regionale aumento del numero di trattamenti durante il ciclo colturale, con un conseguente aumento dei costi di produzione 250 e dei residui chimici. La strategia prevalentemente adottata 200 è stata la «copertura» preventiva delle piantine trapiantate 150 in presenza di catture, ricorrendo alla somministrazione radicale di insetticidi. Suc100 cessivamente, con infestazioni incipienti, si è intervenuto con 50 insetticidi possibilmente attivi contro altri fitofagi contempo0 raneamente presenti (ad esempio tripidi, afidi, nottue, ecc.). Marzo Aprile Maggio Gugno Luglio Agosto Set. Più semplice del previsto si è riRotonda Gaudiano Maratea velata la difesa in pieno campo. Villa d’Agri Metaponto Con l’eccezione delle aree costiere, dove il controllo ritardaLINEE GUIDA DI DIFESA to e non adeguato delle infestazioni ha comMolto utile, per affrontare il nuovo insetto nei portato anche la totale perdita del prodotto, primi tempi, è stato il documento tecnico elanelle aree collinari e montane e nel Lavellese borato dall’apposito gruppo di lavoro del Serl’insetto non ha mai raggiunto livelli di popovizio fitosanitario nazionale, sebbene alcune lazione molto alti e durante il 2010 non sono indicazioni siano successivamente state sustati osservati danni di particolare rilievo. perate o si siano rivelate poco utili ai sistemi È probabile, pertanto, che l’ordinaria gestiocolturali lucani. La cattura massale, ad esemne del controllo dei fitofagi sia sufficiente a dipio, non sembra dare risultati apprezzabili in fendere adeguatamente il pomodoro anche da strutture serricole non completamente chiuse, T. absoluta, per lo meno con i livelli e le dinacome quelle tipiche del Metapontino. miche di popolazione osservati nel biennio. In serra, nelle aree dove l’insetto si è insediaDa segnalare, infine, l’osservazione in ambiento già nel 2009 (Metapontino e litorale tirrete metapontino di una significativa presenza nico) il ricorso alla difesa diretta (con insetdi miridi antagonisti (Nesidiocoris tenuis e alticidi di sintesi e B. thuringiensis) è apparso tri) soprattutto in piena estate, anche se nelindispensabile. le condizioni di campo questi predatori non Le aziende che hanno ritardato il controllo delriescono a contenere il fitofago a livelli di non l’infestazione di T. absoluta hanno subìto dandannosità. ni ingenti, fino alla totale distruzione del proOsservazioni preliminari, tuttavia, sembradotto, con risultati poco soddisfacenti anche no indicare che la loro attività rende più lenricorrendo a ripetuti interventi chimici. to l’insediamento del minatore sulle giovani Il monitoraggio degli adulti con trappole piante trapiantate a fine estate (fine agostosessuali e interventi precoci nelle fasi inizia••• settembre). li dell’infestazione hanno consentito di contenere i danni a livelli accettabili, soprattutSi ringraziano Marcella Illiano, Loredana Lanzellotti, Camilla to sulle varietà meno suscettibili all’attacco Nigro e Felice Vizzielli del Servizio di difesa integrata dell’Alsia dei frutti. Si è reso tuttavia necessario un per le informazioni fornite. Adulti/trappola (n.) GRAFICO 2 - CATTURE MEDIE NELLE AREE ORTICOLE LUCANE PIÙ COLPITE 96 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Calabria di Sabrina Blasco, Francesco Cufari, Orlando Mario, Egidio Ranù, Pasquale Figliuzzi, Giuseppe Scordovillo, Riccardo Maccaferri, Pietro Perri, Pino Cipolla La Calabria è stata la prima regione italiana dove, nella primavera del 2008, in provincia di Cosenza, è stata riscontrata ufficialmente la presenza di Tuta absoluta. IL MONITORAGGIO Allo scopo di delimitare le aree infestate e il livello di diffusione dell’insetto nel territorio regionale è stato attuato un sistematico monitoraggio, a cura del Servizio fitosanitario regionale, consistente in ispezioni presso vivai, garden, aziende di produzione in serra e in pieno campo, strutture di lavorazione e trasformazione. I monitoraggi sono consistiti in ispezioni visive e uso di specifiche trappole a feromoni sessuali. Dalle osservazioni effettuate nel corso del 2010, le prime mine con larve di I età si sono riscontrate in serra all’inizio di marzo e già da maggio si sono notati voli consistenti di adulti, con presenza di tutti gli stadi di sviluppo, raggiungendo la massima espansione in giugno. Le infestazioni sono state osservate sia nelle colture di pomodoro da mensa in serra e pieno campo, sia in quelle da industria in pieno campo. Nei territori di Soverato (Ionio catanzarese) e San Marco Argentano (Roggianese) si sono avuti anche leggeri attacchi su melanzana in serra. Meno danni nel 2010 Nel 2010, nelle zone in cui l’anno precedente l’insetto aveva arrecato danni ingenti, non si sono raggiunti gli stessi livelli di dannosità. In generale il danno causato è stato molto variabile, dipendendo da numerosi fattori: tempestività delle azioni di lotta, presenza-assenza (Foto Sfr Calabria) di reti anti-insetto, grado di isolamento dell’azienda, fasi fenologiche, ecc. Nei vivai non si è rilevata la presenza dell’insetto, tenuto sotto controllo con tempestivi trattamenti. Al contrario, in campi di pomodoro a ciclo tardivo il danno è stato tale da portare all’espianto della coltura; in alcuni casi, nonostante l’attacco abbia interessato l’intera coltura si è comunque riusciti a ottenere una certa produzione. LINEE GUIDA DI DIFESA Tutte le aziende interessate dagli attacchi di T. absoluta hanno messo in atto interventi insetticidi, con singoli formulati o miscele di più prodotti, con risultati più o meno efficaci. Per l’ottenimento di materiale vivaistico sano, devono essere attuate fin dall’inizio misure igienico-sanitarie di carattere generale: 97 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. (Foto Sfr Calabria) Monitoraggio regionale TABELLA 1 - RISULTATI DEL MONITORAGGIO NEL 2010 Località (n. aziende monitorate) Tipologia Grado danno (%) IONIO COSENTINO Castroreggio (1) Rocca Impersiale (5) • eliminazione delle solanacee spontanee intorno e dentro le serre; • scrupolosa eliminazione dei residui della coltivazione precedente; • lavorazione e/o disinfestazione del terreno attraverso la solarizzazione o l’uso di sostanze ad azione geodisinfestante; • impiego di barriere fisiche nelle serre quali reti a maglie strette (20 × 10 fili/cm2) e doppie porte. Le piantine di pomodoro e delle altre solanacee sensibili agli attacchi di T. absoluta devono essere adeguatamente protette anche durante il trasporto e la messa a dimora. Le ditte che coltivano o commercializzano piante ospiti dell’insetto devono effettuare sistematici controlli fitosanitari per rilevare precocemente sintomi ascrivibili a T. absoluta. A riguardo, oltre ai controlli visivi sulle piantine deve essere installata almeno una trappola a feromoni per ciascuna serra coltivata. Impiego di trappole. L’impiego delle trappole a feromoni, sia per il monitoraggio (trappole a delta), sia per la cattura massale (trappole artigianali costituite da contenitori riempiti d’acqua con aggiunta di sapone o sostanze oleose), si è rivelato fondamentale per abbassare il livello della popolazione dell’insetto nei vari comprensori e stabilire il momento più opportuno per gli interventi di lotta. Anche l’utilizzo delle trappole elettrofluorescenti, che catturano entrambi i sessi, è risultato uno strumento utile per contenere la T. absoluta. Difesa chimica. La convenienza o meno degli interventi, la cadenza e il tipo di prodotto utilizzato sono influenzati da numerosi fattori, tra cui il livello di rischio stabilito in base a parametri ricavati da catture con trappole a feromoni, le ispezioni sulla coltura e l’eventuale presenza di entomofauna utile. Vivaio 0 Mensa in pieno campo 0 Mensa in serra 10 Mensa in serra 10 Cassano allo Ionio (1) ROGGIANESE Tarsia (2) S. Marco Argentino (1) Mensa in serra 10 Roggiano Gravina (2) Mensa in serra 50 S. Marco Argentino (3) Vivaio 0 Bisignano (4) Vivaio 0 Luzzi (1) Vivaio 0 Davoli (5) Mensa-industria in pieno capo 90 Davioli (5) Mensa in serra 60 Serra e pieno campo 60 Montepaone (3) Mensa in serra 40 Montepaone (3) Mensa-industria in pieno campo 60 Crotone (1) Vivaio 0 Crotone (3) Industria in pieno campo 70 Strongoli (1) Idustria in pieno campo 40 IONIO CATANZARESE Soverato (1) IONIO CROTONESE L’attività insetticida va indirizzata fondamentalmente agli stadi larvali, che possono essere trattati con prodotti di contatto nelle fasi vaganti e con sostanze ad azione citotropica o translaminare, quando si trovano all’interno delle mine. È auspicabile l’impiego di insetticidi ad azione ovicida e adulticida. Tra gli entomofagi risultano particolarmente attivi i miridi Nesidiocoris ••• tenuis e Macrolophus caliginosus. Si ringraziano per la collaborazione nel monitoraggio i tecnici della Confagri D.A.P. 98 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Puglia di Antonio Guario, Antonio Dangelico In Puglia le prime segnalazioni ufficiali del ritrovamento di Tuta absoluta sono pervenute nel 2009 dalla provincia di Lecce su coltura di pomodoro in serra. Nello stesso anno ne è stata segnalata la presenza anche in altre province, soprattutto nelle zone dove è concentrata la produzione in serra, in particolare nel Foggiano nelle zone di Lesina e Varano, ma anche in quelle di Trinitapoli, Zapponeta e Margherita di Savoia. Successivamente l’insetto è stato riscontrato nelle aree di Fasano, Monopoli e Polignano e in altre aree della provincia di Bari e Taranto. Dalle indagini effettuate nelle zone interessate si è appreso che i danni erano stati riscontrati anche nell’anno precedente, ma frammisti e confusi con quelli prodotti da Liriomyza sp. IL MONITORAGGIO Annata 2009. Nel 2009 l’Osservatorio fitosanitario di Bari, insieme agli Uffici provinciali dell’agricoltura, i Consorzi di difesa e le organizzazioni dei produttori, ha avviato un monitoraggio della T. absoluta (mediante trappole sessuali) sull’intero territorio regionale per rilevare la presenza degli adulti e per verificare i danni prodotti sia sulle colture in serra sia in pieno campo. I risultati hanno evidenziato che a una presenza costante di catture con le trappole non hanno fatto riscontro danni significativi alle colture in campo, diversamente da quanto si è verificato in serra, dove i danni sono stati invece sempre elevati. Annata 2010. Nel 2010 la situazione è risultata diversa perché numerose colture di pomodoro da industria coltivate in pieno campo sono state interessate da attacchi, con danni talvolta molto gravi. Pertanto, in Puglia, men- tre è possibile ritenere consolidata la presenza della T. absoluta nelle serre, sussiste una variabilità di danni nelle colture in pieno campo in relazione alle diverse zone di coltivazione. Sulle altre solanacee coltivate si è riscontrato un danno di lieve entità su melanzana, mentre su peperone questo è stato irrilevante. Da osservazioni fatte in un campo non trattato di pomodoro, peperone e melanzana infatti i danni sono stati pari al 100% su foglie e frutti di pomodoro, al 30% su foglie di melanzana e al 2% su foglie di peperone. Nel 2010 sono stati avviati programmi di monitoraggio e di sperimentazione sull’efficacia di prodotti registrati e non, nelle diverse aree di maggiore interesse per la produzione del pomodoro in serra e in pieno campo. I dati riportati nel grafico 1 si riferiscono alle catture degli adulti di T. absoluta rilevate nelle trappole a feromone installate in pieno campo. Il grafico 2, invece, è relativo alle catture effetPomodoro da mensa danneggiato da larve di T. absoluta (Foto Guario) 99 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Monitoraggio regionale GRAFICO 1 - CATTURE MEDIE IN PIENO CAMPO NEL 2010 500 400 Adulti/trappola (n.) 300 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Mar. Apr. Mag. Brindisi Lecce tuate in serra nella zona di Manfredonia (Foggia). I dati raccolti evidenziano come la presenza della tignola è riscontrabile già dai primi mesi dell’anno, con densità diverse in relazione alle zone interessate. Nelle aree a ridosso tra le province di Bari e Foggia, dove prevale un’orticoltura nella maggior parte dei casi in serra, è stata rilevata la presenza di adulti già in febbraio. Valutazioni generali dei risultati Il monitoraggio effettuato ha permesso di giungere alle seguenti considerazioni: • le catture di T. absoluta sono più o meno costanti in primavera e si incrementano, anche notevolmente, nel periodo estivo per l’aumento delle temperature e per la maggiore recettività della coltura; • non è ancora ben definita una diretta correlazione tra numero di catture rilevate e intensità del danno sulla coltura; • è necessario valutare meglio la soglia di danno tollerabile dalle aziende sia per la coltura di pieno campo sia in serra. Giu. Taranto Lug. Ago. Foggia Considerazioni tecniche La presenza di un nuovo parassita in un territorio agricolo pone sempre dei problemi di emergenza dovuti a diversi fattori: • possibilità di una sua rapida diffusione; • assenza di fattori di contenimento naturale da parte di organismi predatori e parassitari; • scarsa conoscenza della biologia da parte dei produttori e dei tecnici; • mancanza o scarsità di prodotti fitosanitari registrati per la coltura; 100 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Larva di T. absoluta (Foto Guario) Adulto di T. absoluta (Foto Guario) • necessità di organizzazione attività rivolte a: definire i tempi di applicazione dei trattamenti; individuare gli insetticidi efficaci; individuare i mezzi agronomici e fisici per contenere la diffusione. Adulti/trappola (n.) GRAFICO 2 - CATTURE MEDIE IN SERRA A MANFREDONIA (FG) NEL 2010 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. COME VIENE ATTUATA LA DIFESA La scarsa conoscenza del problema insieme al timore di dare indicazioni imprecise, anche da parte di chi è obbligato a informare, ha portato in alcuni casi al mancato controllo della T. absoluta. I motivi di ciò si possono così riassumere: • sottovalutazione del problema; • mancata individuazione dell’insetto o confusione con altri di minore importanza; • utilizzo di prodotti inadeguati. Si sono verificati anche casi in cui venivano consigliati trattamenti cadenzati a 7 giorni subito dopo aver rilevato i primi adulti nelle trappole, o impiego di miscele di prodotti con le stesse modalità di azione. In questi casi oltre alla spesa economica non indifferente, per l’elevato numero di interventi effettuati, si è adottata una strategia di difesa non sostenibile, in quanto si è rischiato l’insorgenza di fenomeni di resistenza per i prodotti fitosanitari utilizzati. Dalle esperienze condotte è emerso che nelle serre una razionale difesa contro T. absoluta non può prescindere dagli interventi chimici, che vanno però integrati con misure di profilassi quali: • l’installazione di reti anti insetto, che impediscono l’ingresso degli adulti nelle serre, e delle doppie porte o anticamere; • l’impiego delle trappole elettroluminescen- ti o trappole a feromone per la cattura massale; • la pulizia continua della serra specialmente dal materiale vegetale asportato dalle piante; • l’impiego di materiale vivaistico sano; • l’eliminazione delle infestanti; • l’attuazione di piani di rotazione colturale; • la distruzione delle piante ormai compromesse specialmente a fine ciclo. CONSIGLI PRATICI Un attento monitoraggio consente di valutare la presenza delle mine attive nelle prime fasi di infestazione e dopo un intervento per meglio posizionare i trattamenti chimici. È una indicazione importante da suggerire a tecnici e agricoltori, in quanto consente di capire se il trattamento ha funzionato e se si rilevano presenze di larve vive e quindi decidere di effettuare ulteriori interventi chimici. Si consiglia, inoltre, l’utilizzo di saponi di potassio, gelatine e oli come coadiuvanti che hanno dimostrato un aumento dell’efficacia delle sostanze attive. Risulta fondamentale la tempestività degli interventi e la bagnatura omogenea della vegetazione, in quanto molti dei prodotti fitosanitari autorizzati non hanno capacità di penetrare nei ••• tessuti vegetali (citotropicità). 101 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Sicilia di Giovanna Tropea Garzia, Antonio Colombo In Sicilia Tuta absoluta è stata rinvenuta nel novembre 2008 dall’Osservatorio per le malattie delle piante (Omp) di Acireale su pomodoro e melanzana in serra nel territorio di S. Croce Camerina e di Vittoria, in provincia di Ragusa. Le infestazioni hanno interessato, in poche settimane dal suo primo ritrovamento, diverse aziende della fascia costiera sud-orientale, che si estende da Gela (Caltanissetta) a Pachino (Siracusa), mettendo in seria difficoltà numerosi produttori di pomodoro in serra. Attualmente sono interessate dal problema tutte le province siciliane, con maggiore intensità nelle aree di coltivazione del pomodoro. IL MONITORAGGIO Dalle osservazioni di campo emerse dal momento in cui il lepidottero è stato segnalato si evidenzia come questo abbia immediatamente trovato condizioni idonee allo svolgimento del suo ciclo biologico e a un suo stabile insediamento. Favoriscono l’attività dell’insetto l’andamento climatico particolarmente mite, che ne permette la costante presenza in tutte le stagioni, pur con evidenti abbassamenti numerici della popolazione nel periodo più freddo e durante la stasi dei trapianti in serra (grafico 1) e il susseguirsi di specie coltivate e spontanee idonee alla sua alimentazione. Infatti, in Sicilia il pomodoro è coltivato in serra durante l’intero arco dell’anno, con un brevissimo momento di pausa tra fine giugno e metà luglio. Nello stesso periodo in pieno campo si coltivano, oltre al pomodoro su esigue superfici, anche altre solanacee appetibili all’insetto come melanzana e peperone che, quindi, possono dare rifugio agli individui in cerca di nuovo substrato alimentare. Se si verificano temperature estive molto elevate, con conseguente sofferenza delle specie spontanee ospiti del lepidottero (Solanum nigrum, Datura stramonium, ecc.), associate alla scarsa presenza di pomodoro, il decremento delle popolazioni diventa evidente. DANNI RISCONTRATI Bacca di pomodoro con foro di entrata causato dalla larva di T. absoluta (Foto Finocchiaro) Inizialmente i danni sono stati particolarmente gravi a causa delle favorevoli condizioni ambientali per il parassita e l’inadeguatezza degli interventi causata della scarsa conoscenza del suo comportamento da parte di operatori agricoli e tecnici. L’elevato potenziale biotico dell’insetto (ossia la capacità intrinseca degli organismi di riprodursi e sopravvivere) ha permesso alla specie di diffondersi in tutta la Sicilia nella campagna di coltivazione vernino-primaverile 2009, interessando soprattut- 102 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. GRAFICO 1 - CATTURE MEDIE DI MASCHI CON TRAPPOLE A FEROMONI NEL 2008-2009 1.200 LINEE GUIDA DI DIFESA Adulti/trappola (n.) 1.000 800 600 400 200 0 avvenuta l’infestazione, durante il primo anno della diffusone del lepidottero è oscillata tra il 10-20 e il 70-80% di riduzione della produzione. Nel 2010, invece, le percentuali di danno si sono attestate su valori più bassi. Nov. Dic. Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. 2008 2009 to il pomodoro in serra e secondariamente la melanzana. Occasionalmente è stata riscontrata la presenza nel territorio di Vittoria di danni fogliari su piante di fagiolo in serra consociate con pomodoro. Nel successivo periodo estivo T. absoluta ha manifestato una stasi naturale a causa della riduzione dei trapianti di pomodoro. Nella primavera 2010 l’incremento delle popolazioni non ha raggiunto gli stessi livelli di dannosità dell’annata precedente, grazie alle migliorate strategie di lotta a disposizione, all’intervento di predatori e parassitoidi naturali, alla maggiore informazione e, conseguentemente, migliore gestione della difesa delle colture da parte degli agricoltori. Tutte le principali varietà di pomodoro diffuse nella fascia costiera della Sicilia sud-orientale, sia della tipologia ciliegino, tondo liscio o costoluto, per raccolta a grappolo o a frutto singolo, sono state interessate dall’infestazione, con danni evidenti anche sulle bacche (gallerie sottoepidermiche con successivo sviluppo di marciumi nei tessuti lesionati), che spesso hanno reso la produzione non commerciabile. La percentuale di danno rilevata, variabile in considerazione dello stadio fenologico in cui è Gli studi e le sperimentazioni condotti in questi mesi hanno permesso di giungere alla definizione di una precisa strategia di difesa, idonea a contrastare T. absoluta nelle coltivazioni di pomodoro in serra tipiche dell’ambiente siciliano. Tale strategia prevede una serie di misure da mettere in atto prima e dopo il trapianto della coltura, che si possono così sintetizzare. Prima del trapianto • Eliminare e distruggere i resti della precedente coltura rispettando le norme di sicurezza ambientale. • Effettuare frequenti rotazioni colturali, per ridurre la densità di popolazione del fitofago. • Rimuovere all’interno delle serre le infestanti sulle quali è noto che l’insetto si riproduce. • Disinfestare il terreno attraverso la solarizzazione, oppure con sostanze attive geodisinfestanti. • Mettere a dimora piantine esenti dal fitofago. • Utilizzare reti anti-insetto (con ordito di almeno 10 × 6 fili/cm) lungo le aperture laterali e di accesso delle serre, da associare, preferibilmente, a sistemi per l’estrazione dell’umidità interna allo scopo di ridurre il rischio di sviluppo di infezioni fungine. Dopo il trapianto • Installare trappole a feromone sessuale per il monitoraggio dei maschi, in ragione di 2-4 trappole/ettaro di superficie, posizionandole all’altezza di 80-120 cm da terra. • Favorire gli antagonisti naturali: particolarmente efficaci alcuni miridi predatori (Nesidiocoris tenuis e Macrolophus caliginosus). • Posizionare all’interno delle serre trappole elettrofluorescenti per la cattura massale di adulti di entrambi i sessi (2 per ogni 1.000 m² di coltura). • Impiegare sostanze attive efficaci per il fito- 103 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Monitoraggio regionale fago e registrate sul pomodoro nei confronti di T. absoluta, da alternare per evitare l’insorgenza di fenomeni di resistenza. INCIDENZA DEI COSTI PER LA DIFESA Le aziende orticole siciliane hanno dovuto mettere in atto tutti i mezzi e gli strumenti sopra indicati per contrastare efficacemente le infestazioni di T. absoluta, nell’ambito di una strategia integrata di difesa. Ciò ha comportato un maggiore costo nella gestione del bilancio aziendale, variabile in relazione alla presenza o meno nelle strutture serricole dei mezzi tecnici proposti per impedire la penetrazione del fitofago (reti anti-insetti, estrattori di umidità, controporte), oltre all’acquisto di trappole a feromone sessuale per il monitoraggio e trappole elettrofluorescenti per la cattura massale, la fauna ausiliaria (predatori e parassitoidi) e degli agrofarmaci autorizzati sulla coltura e registrati per l’impiego contro il parassita. NEMICI NATURALI In riferimento all’entomofauna utile per il contenimento di T. absoluta sono state avviate indagini sulle possibilità di controllo con mezzi biologici. Sono stati osservati in attività predatoria miridi (Nesidiocoris tenuis e Macrolophus sp.) già presenti in campo e approntati rilasci di popolazioni allevate di N. tenuis e Mine su foglia di pomodoro causate dalle larve di Tuta (Foto Troisi) di Nabis pseudoferus ibericus. Inoltre, al fine di individuare specie potenzialmente efficaci per il contenimento naturale di T. absoluta, sono stati avviati studi sui parassitoidi indigeni. Allo stato attuale sono state individuate diverse specie di imenotteri, viventi a spese delle larve, di cui è in corso l’identificazione e lo studio della biologia. ALTRE ESPERIENZE Tenuto conto dell’elevato potenziale di dannosità, già a partire dai primi mesi del 2009 si è insediato uno specifico Gruppo di lavoro (Gdl) sull’emergenza «Tuta absoluta in Sicilia», comprendente componenti del Dipartimento di scienze e tecnologie fitosanitarie dell’Università di Catania e delle due Unità operative dell’Osservatorio per le malattie delle piante di Acireale, U.O. 21 - Servizio sviluppo locale e attività agroambientali e U.O 54 - Servizio fitosanitario regionale. Il Gruppo ha tempestivamente messo a punto attività a livello territoriale volte alla conoscenza del comportamento del parassita e delle misure per il suo contenimento, individuando ambiti di studio e sperimentazione specifici a seconda delle competenze degli enti coinvolti. Tra le iniziative di ricerca e di approfondimento tecnico sono state verificate nel territorio siciliano tutte le misure efficaci a impedire la penetrazione dell’insetto all’interno delle serre o a ritardarne lo sviluppo, validate in altri Paesi. Altre iniziative hanno riguardato lo studio di fattori biologici di contenimento, in particolare di artropodi predatori indigeni o introdotti (rincoti miridi e nabidi). È stato, inoltre, avviato uno studio volto alla determinazione di una soglia economica d’intervento, unitamente alla sperimentazione delle possibili metodologie proponibili per l’agricoltura biologica. La suscettibilità varietale agli attacchi sarà anche oggetto di specifiche indagini. L’attività condotta dal Gruppo nei primi mesi del 2009 è stata di notevole ausilio per la stesura di un documento tecnico redatto dal Gruppo di lavoro nazionale su T. absoluta, istituito ••• presso il Mipaaf. 104 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Sardegna di Arturo Cocco, Salvatore Deliperi, Gavino Delrio In Sardegna la tignola del pomodoro (Tuta absoluta) è stata segnalata per la prima volta nell’autunno 2008 nella parte centro-occidentale. Durante la primavera-estate del 2009 il fitofago si è rapidamente diffuso in tutte le aree a pomodoro dell’Isola, sia in serra sia in pieno campo. Gli adulti e le larve di T. absoluta sono morfologicamente molto simili a quelle di un altro pericoloso fitofago del pomodoro, Keiferia lycopersicella, segnalato nel novembre 2008 in Liguria. Per rilevare l’eventuale presenza di questa specie in Sardegna, nella primavera del 2009 sono state dislocate nei principali comprensori orticoli 50 trappole a feromone per K. lycopersicella, ma non sono state rilevate catture di detta specie. Limitate infestazioni si sono osservate su altre solanacee coltivate (melanzana) e spontanee (Solanum nigrum). In serre precedentemente coltivate a pomodoro e molto infestate sono stati rilevati attacchi su fagiolino e malva. La tignola del pomodoro ha causato gravi perdite produttive su pomodoro da mensa nel 2009, danneggiando in taluni casi l’intera produzione aziendale. Nel 2010 i danni sono stati in generale notevolmente inferiori rispetto all’anno precedente, grazie alle migliorate tecniche di gestione agronomica e fitosanitaria della coltura. Le produzioni destinate alla trasformazione industriale hanno subito danni in maniera limitata dalla tignola, in quanto gli interventi contro il principale fitofago del pomodoro da industria, la nottua gialla (Helicoverpa armigera), sono stati efficaci nel contenere anche le infestazioni di T. absoluta. IL MONITORAGGIO Le esperienze di campo e il monitoraggio di T. absoluta in serra hanno evidenziato l’importanza dei mezzi agronomici per il contenimento delle infestazioni. Il grafico 1 mostra l’andamento delle catture di maschi alle trappole a feromone in due serre-tunnel con differenti caratteristiche e modalità di gestione. Nella prima serra le reti anti-insetto lungo le aperture erano intatte e gli ingressi dotati di doppie porte; inoltre si era effettuata la solarizzazione estiva e il riposo autunnale. La seconda serra, invece, non era dotata di doppie Danni da Tuta su pomodoro porte e le reti anti-inset(Foto Pedretti) to non erano integre e la coltivazione primaverile era stata trapiantata immediatamente dopo la coltura precedente. L’isolamento della prima serra ha permesso di limitare notevolmente la presenza di T. absoluta all’interno del tunnel fino all’inizio di giugno, mentre nell’altra serra le catture di maschi sono state consistenti già da marzo. 105 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. Monitoraggio regionale Adulti/trappola (n.) GRAFICO 1 - CATTURE SETTIMANALI MEDIE IN SERRE-TUNNEL IN CONDIZIONI DI ALTO (LINEA BLU) E BASSO ISOLAMENTO (LINEA ROSSA) 200 40 150 30 100 20 50 10 0 0 Feb. Mar. Apr. Serra 1 Mag. Giu. Serra 2 TECNICHE DI CATTURA MASSALE La tecnica delle catture massali è stata adottata in Sardegna impiegando sia trappole ad acqua innescate con il feromone sessuale, che attirano i maschi, sia trappole a luce ultravioletta attivate con il feromone sessuale, che catturano maschi e femmine aspirandoli all’interno di una reticella. La prima strategia è stata impiegata sia in pieno campo sia in serra, mentre la seconda è stata utilizzata solo in coltura protetta, in quanto richiede la disponibilità di elettricità per le trappole luminose. Queste tecniche si sono dimostrate efficaci nel contenere il fitofago a basse densità, mentre ad alte infestazioni è stato necessario integrare questi mezzi biotecnici con interventi insetticidi. LOTTA CON PRODOTTI FITOSANITARI Prove sperimentali di lotta chimica, condotte con i prodotti maggiormente utilizzati contro T. absoluta, hanno evidenziato l’importanza di intervenire prima che la popolazione raggiunga alte densità. LOTTA BIOLOGICA Feb. Mar. Apr. Serra 1 Mag. Giu. Serra 2 do in aprile il miride predatore Macrolophus pygmaeus alla densità di circa 0,7-0,8 individui/pianta in alcune serre coltivate a pomodoro. Alla fine del periodo di coltivazione (inizio luglio) M. pygmaeus è stato rilevato solo sporadicamente sulle piante, alla densità massima di 0,1 individui/pianta, mentre è stata rilevata in diverse serre la presenza di 1,2-1,4 individui/pianta di un altro miride predatore, Nesidiocoris tenuis, penetrato dall’esterno. La densità raggiunta dai due miridi si è rivelata insufficiente a contenere le alte popolazioni di T. absoluta. Il principale limite nell’uso di questi predatori è rappresentato dal breve tempo a disposizione degli insetti utili (aprile-luglio) per raggiungere alte densità di popolazione. Inoltre la presenza di reti anti-insetto, molto diffuse nelle serre della Sardegna per ridurre gli attacchi degli aleurodidi, riduce sensibilmente l’ingresso di miridi dall’esterno durante il periodo estivo. Ulteriori prove sperimentali sono in corso per migliorare l’efficacia di M. pygmaeus e per saggiare quella di N. tenuis. ••• Nel corso della primavera 2010 si sono condotte alcune prove di lotta biologica liberan- 106 © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. © 2010 Copyright Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. BIBLIOGRAFIA ◾ IL COMMERCIO, FONTE PRIMARIA DI DIFFUSIONE DI TUTA ABSOLUTA Arnó J., Mussoll A., Gabarra R., Sorribas R., Prat M., Garreta A., Gómez A., Matas M., Pozo C., Rodríguez D. (2009a) - Tuta absoluta una nueva plaga en los cultivos de tomate. Estrategias de manejo. Phytoma España, 211: 16-22. Arnó J., Sorribas R., Prat M., Matas M., Pozo C., Rodríguez D., Garreta A., Gómez A., Gabarra R. (2009b) - Tuta absoluta, a new pest in IPM tomatoes in the northeast of Spain. IOBC WPRS Bulletin, 49: 203-208. Blasco S., Cufari F., Orlando M., Ranù E., Maccaferri R., Perri P., Scordovillo G., Cipolla P., Figliuzzi P. 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