SCHUBERT - Orchestra Filarmonica Marchigiana
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SCHUBERT - Orchestra Filarmonica Marchigiana
ministero per i beni e le attività culturali regione marche assessorato alla cultura in collaborazione con consorzio marche spettacolo sinfonica 2015 SOUDANT’S SERIES HAYDN SCHUBERT direttore Hubert Soudant Sabato 18 aprile, ore 21.00 – Jesi, Teatro Pergolesi Lunedì 20 aprile, ore 21.00 – Macerata, Teatro Lauro Rossi orchestra filarmonica marchigiana filarmonicamarchigiana.com Programma F. J. Haydn (Rohrau, Austria, 1732 – Vienna, 1809) Sinfonia n. 94 in sol magg. Hob I:94 “mit dem Paukenschlag” (col colpo di timpano), o “Surprise” (Sorpresa) I. II. III. IV. Adagio – Vivace assai Andante Menuet. Allegro molto Finale. Allegro di molto - intervallo - F. Schubert (Lichtenthal, 1797 – Vienna, 1828) Sinfonia n. 2 in si bemolle magg., D. 125 I. II. III. IV. Largo – Allegro vivace Andante Menuetto. Allegro vivace Presto Note «Con una fisionomia piuttosto burbera, ed una specie di laconismo del discorso, il che sembra indicare un uomo cupo e malinconico, l’Haydn era lepido, gajo, scherzevole e buffone per natura. […] Questo suo carattere lo portò a scherzare più volte colla sua dotta penna, e produsse in quel genere di bellissimi e veramente originali capricci. Lo scherzare dottamente è stato quasi sempre uno de’ talenti delle persone di genio. […] felice e comico ritrovato si fu quello […] per tenere, dicono, isvegliati gl’Inglesi, i quali, contentissimi delle composizioni strumentali dell’Haydn, quando il modo ne era concitato ed allegro, s’addormentavano poi facilmente allorché veniva un andante od un adagio, per istudiato e bello che fosse. Egli ideò allora un andante ameno, dolce, piano e seducente, in cui, quando meno lo si aspetta, scappa fuori nel maggior pianissimo un colpo sterminato d’orchestra, rinforzato da una botta di tamburone che fa balzar da sedere l’u- dienza. Questo svegliarino dà un’aria di novità a quella melodia semplicissima, e la rende ancor più gradita. Devo però dir qui ad onore della verità, che l’Haydn più volte, quando si parlava di questo andante, non volle accordare d’averlo così ideato per domare la sonnolenza inglese, ma bensì inventato al solo oggetto di fare una cosa nuova, e che sorprendesse l’uditorio». Lo scherzo musicale cui Giuseppe Carpani fa riferimento in queste righe tratte dalle sue Haydine, ovvero Lettere sulla vita e le opere del celebre Maestro Giuseppe Haydn, pubblicate a Milano nel 1812, è quello che interviene poco dopo l’inizio del secondo movimento della Sinfonia n. 94 in sol magg. Hob I:94 di Haydn e che è all’origine delle due diverse denominazioni con le quali l’opera è tradizionalmente indicata: “mit dem Paukenschlag” (col colpo di timpano) nei paesi di lingua tedesca, o “Surprise” (Sorpresa) in quelli di lingua anglosassone. La composizione, cronologicamente terza (nonostante il numero d’ordine) del gruppo delle dodici sinfonie “londinesi” (nn. 93-104) create da Haydn per il pubblico della capitale inglese su invito dell’impresario e musicista John Peter Salomon, fu portata a termine il 23 marzo 1791, durante il primo dei due soggiorni di Haydn in Inghilterra (gennaio 1791 – giugno 1792), e fu eseguita per la prima volta presso le Hanover Square Rooms di Londra esattamente l’anno seguente, il 23 marzo 1792, ottenendo uno strepitoso successo. Gli inglesi, armati del loro proverbiale senso dello humor, apprezzarono moltissimo, com’era prevedibile, il geniale «capriccio» musicale del compositore (anche se forse, come precisa Carpani appoggiandosi alla testimonianza dello stesso Haydn, non era stato davvero ideato per «domare la sonnolenza inglese»); ma il loro entusiasmo non si limitò solo a questo. Essi compresero bene l’altissimo valore di un’opera “sorprendente” in ogni sua parte: nell’uso sapientissimo del colore strumentale, di cui Haydn fa mostra in particolare proprio nelle variazioni imposte alla «melodia semplicissima» del celebre Andante; nel rilievo conferito ai singoli fiati e persino al timpano, mai come in questa sinfonia “strumento” nel senso più completo del termine; nell’estrema naturalezza con la quale motivi di semplice fattura popolare, come il tema danzante del Menuet o quello ebbro del Finale, si sottopongono a complesse elaborazioni di matrice dotta; nella ricchezza inventiva, nell’equilibrio perfetto delle forme e, certamente, nelle arguzie teatrali disseminate ovunque, segno della piena maturità artistica ed umana raggiunta da Haydn nell’espressione delle emozioni e nel controllo di quella superiore ironia che, come sottolineò all’epoca Carpani, costituisce «uno de’ talenti delle persone di genio». Di fronte alla Sinfonia n. 2 in si bemolle magg. D. 125 di Schubert, composta a Vienna fra il 10 dicembre 1814 e il 24 marzo 1815, si resta meravigliati per il fatto che essa, già così matura nell’invenzione e nel costrutto, è in realtà l’opera di un diciassettenne ancora fresco di scuola. Schubert aveva studiato con un musicista importante come Antonio Salieri, ma era fortemente attratto dall’arte di altri maestri: ammirava moltissimo Haydn, ritenendolo un modello imprescindibile per chiunque volesse comporre sinfonie; idolatrava Mozart, al punto che più tardi, nella sua Quinta Sinfonia, ne avrebbe totalmente assorbito lo spirito rigenerandolo in forme nuove; ed era enormemente impressionato da Beethoven, dal suo rivoluzionario superamento delle convenzioni musicali settecentesche in direzione di una nuova sensibilità “romantica”. Era dunque naturale, per lui, riferirsi a questi tre grandi classici per la sua seconda prova in campo sinfonico. L’impronta di Haydn, in effetti, è evidente in tutto il lavoro, a livello sia strutturale (in particolare nel ricorso alla sezione introduttiva in tempo lento), sia stilistico (il tema con variazioni del secondo tempo, l’Andante, è un chiaro omaggio ad Haydn e ricorda nella sua semplicità proprio quello della Sinfonia “Sorpresa”); d’altra parte, l’immagine di Mozart si staglia sullo sfondo di certi passaggi pieni di grazia seguiti da improvvise espansioni della trama armonica verso inquietanti zone d’ombra; mentre la forza dirompente di Beethoven si fa sentire soprattutto nei netti contrasti dinamici tra il piano e il forte, spesso marcati con effetto esplosivo, e nell’ebbrezza danzante, quasi dionisiaca, dei tempi veloci. Tuttavia, nonostante queste influenze, la sinfonia è inconfondibilmente schubertiana. Essa, infatti, contiene già i tratti salienti di uno stile personale destinato a dare in seguito esiti originali di straordinaria ricchezza espressiva: il rilievo assoluto conferito ai legni, spesso portatori di ampie frasi melodiche discendenti dal delicato effetto chiaroscurale; le lunghe reiterazioni di brevi cellule motiviche, prefigurazioni di quelle particolari tecniche di incantamento del flusso melodico che indurranno poi Schumann, nel suo commento alla Nona Sinfonia, “La Grande”, a parlare di «divina lunghezza» riferendosi allo stile di Schubert (notevoli e sorprendenti, in effetti, sono le anticipazioni della Nona nella Seconda Sinfonia); infine la profusione di dolci e cullanti melodie di danza popolare, così care all’infanzia schubertiana, cui il compositore farà ricorso sempre più frequentemente nelle opere della maturità come rifugio consolatorio di fronte alla tragicità della vita. Tutti elementi peculiari del poeticissimo stile malinconico di Schubert che però, per il momento, vengono assorbiti da una generale atmosfera di entusiasmo giovanile, la quale, specie nell’energico Menuetto, dai toni insolitamente marziali, e nel galoppante movimento finale, di concezione nuovissima sul piano del ritmo e dell’armonia, esprime ancora un atteggiamento positivo e pieno di eroica speranza nei confronti del mondo. Cristiano Veroli Hubert Soudant direttore Nato a Maastricht (Olanda), Hubert Soudant ha vinto numerosi premi in importanti concorsi internazionali di direzione d’orchestra, tra cui il Von Karajan a Berlino, il Cantelli a Milano e il concorso internazionale di Besançon. Che si tratti d’opera o di concerti, Hubert Soudant dirige le più prestigiose orchestre europee, tra cui i Berliner Philharmoniker, London Philharmonic Orchestra, London Symphony Orchestra, Bamberger Symphoniker, Wiener Symphoniker, Dresdner Staats Kapelle. Ha partecipato a festival internazionali quali la Primavera di Praga, il Festival di Vienna, il Festival Bruckner di Linz, i Festival di Spoleto e di Ravenna. Soudant è stato direttore principale della Melbourne Symphony Orchestra e direttore musicale della Radio France Nouvelle Orchestra Philharmonique, della Utrecht Symphony Orchestra, dell’Orchestra Toscanini di Parma, dell’Orchestre National des Pays de la Loire. Per molti anni ha assunto la guida dell’Orchestra del Salzburg Mozarteum, ricevendo nel 2004 l’Anello della Città di Salisburgo e la Medaglia d’Oro d’Onore del Land di Salisburgo per il suo contributo artistico alla città. Dal settembre 2004 all’agosto 2014 è stato direttore musicale della prestigiosa Tokyo Symphony Orchestra. Dal 2015 è direttore principale della FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana. L’interpretazione originale e brillante che egli ha dato del repertorio mozartiano e di opere del periodo classico viennese ha incontrato il favore di pubblico e critica. Entusiastica è stata la risposta anche alla sua versione del repertorio francese, che ama in modo particolare, come pure delle grandi Sinfonie di Bruckner e Mahler. Come direttore lirico, ha riscosso un grande successo non solo con Mozart ma anche, ad esempio, con la Daphne di Richard Strauss. Al Festival di Salisburgo Soudant ha diretto molte splendide matinée dedicate a Mozart, come pure una magnifica Jeanne d’Arc di Honegger alla Grosses Festspielhaus. Sono seguite, fra le altre cose, un acclamato Don Giovanni nel 2006 con la regia di Franco Zeffirelli e, nello stesso anno, una Clemenza di Tito al Teatro Nazionale di Tokyo che è stata premiata come migliore performance operistica dell’anno. Nel 2007, alla Fenice di Venezia, ha diretto Erwartung di Schönberg riscuotendo grande successo ed iniziando con il teatro veneziano una felice collaborazione artistica. Durante il 2008 è stato impegnato in nuovi allestimenti nei teatri lirici di Venezia e Roma e, per la prima volta, ha diretto l’Orchestra Sinfonica di Shangai. Nel marzo 2009, Hubert Soudant e la Tokyo Symphony Orchestra sono stati premiati con il “Best Concert Performance by Japanese Artist” al 21° Music Pen Club Japan Awards, riconoscimento ottenuto per il ciclo schubertiano della stagione 2008-2009 entusiasticamente recensito dalla stampa. Soudant ha inciso numerosi CD, fra cui: le sinfonie n. 4, 5, 6 e il Concerto per violino di Čajkovskij, i concerti per pianoforte di Liszt per la Pye Records con la London Philharmonic Orchestra premiati con il Grand Prix du disque dalla Liszt Society di Budapest, le cantate di Ravel con la Bamberg Symphony Orchestra per la Rizzoli Records, opere di autori francesi con l’Orchestre National des Pays de la Loire per la Forlan Records, i concerti per pianoforte di Beethoven con Affanasiev e la Mozarteum Orchestra per la Oehms Records e inoltre le sinfonie n. 4 e 9 di Bruckner. Con la Tokyo Symphony Orchestra ha registrato cd di grande successo, come la Nona Sinfonia di Beethoven, l’Ottava e la Settima di Bruckner, le sinfonie di Mozart e Schubert per la TSO. Nel 2010 la sua registrazione dell’Ottava di Bruckner ha ottenuto il riconoscimento come “Best recording by Japanese Artist” al 22° Music Pen Club Japan Awards. OrchestraFilarmonicaMarchigiana Violini I Alessandro Cervo** Giannina Guazzaroni* Alessandro Marra Elisabetta Spadari Laura Di Marzio Lisa Maria Pescarelli Cristiano Pulin Paolo Strappa Elia Torregiani Ketevan Abiatari Violini II Simone Grizi* Laura Barcelli Baldassarre Cirinesi Simona Conti Andrea Poli Olena Larina Silvia Stella Sara Scalabrelli Viole Greta Xoxi* Massimo Augelli Cristiano Del Priori Lorenzo Anibaldi Andrea Pomeranz Fabio Cappella Michela Zanotti Beatrice Venanzi Violoncelli Alessandro Culiani* Antonio Coloccia Gabriele Bandirali Nicolino Chirivì Elisabetta Cagni Giuseppe Franchellucci Contrabbassi Luca Collazzoni* Andrea Dezi Michele Mantoni Michele Valentini Flauti Francesco Chirivì* Saverio Salvemini Corni David Kanarek* Roberto Quattrini Trombe Giuliano Gasparini* Manolito Rango Oboi Timpani Giovanni Pantalone* Adriano Achei* Marco Vignoli Clarinetti Danilo Dolciotti* Michele Scipioni Fagotti Luca Franceschelli* Giacomo Petrolati ** Primo Violino di spalla * Prime parti Ispettore d’orchestra Michele Scipioni prossimi appuntamenti IL MONDO DI SCHUBERT F. Schubert Lieder (trascrizioni per orchestra): Die junge Nonne | Ständchen | Gretchen am Spinnrade | Erlkönig | Der Hirt auf dem Felsen F. Schubert Sinfonia n. 2 in si bemolle magg. D. 125 ALLIEVI DELL'ACCADEMIA D'ARTE LIRICA DI OSIMO Soprani Anna Goma Curtiella, Yukie Ishioka Tenore Aleandro Mariani Baritono Takahiro Shimotsuka Direttore Daniele Rossi Mercoledì 22 aprile, ore 21.00 – Osimo, Teatro La Nuova Fenice Giovedì 23 aprile, ore 21.15 – Chiaravalle, Teatro “Valle” DANILO REA MEETS FORM: Classic in Jazz In collaborazione con Marche Jazz Network Musiche di Čajkovskij, Ravel, Puccini, Mozart Pianoforte Danilo Rea Arrangiamenti e Direzione Stefano Fonzi Martedì 28 aprile, ore 21.00 – Macerata, Teatro Lauro Rossi Mercoledì 29 aprile, ore 21.00 – Jesi, Teatro Pergolesi Lunedì 18 maggio, ore 21.00 – Ancona, Aula Magna di Ateneo FORM ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA Via degli Aranci, 2 - 60121 Ancona | Tel. 071 206168 - Fax 071 206730 filarmonicamarchigiana.com | [email protected] supporto informatico e multimediale www.gruppoeidos.it Via Gola della Rossa, 15 - 60035 Jesi Tel. 0731 207079