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Franco BALZOLA
Segretario Generale ADI 1977-1981
Come era la dietologia quando lei ha iniziato ad interessarsene e perché
lo ha fatto?
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Prima degli anni ‘60 l’indagine dello stato nutrizionale del malato
ed il tentativo della correzione degli squilibri metabolici e/o nutrizionali con provvedimenti dietetici, tranne qualche rara eccezione
come la malattia diabetica, non facevano parte del bagaglio culturale del medico; e l’alimentazione era affidata all’organizzazione
della ristorazione ospedaliera.
La denutrizione faceva parte del decorso della malattia e molti
pazienti morivano per consunzione causata dalla grave malnutrizione calorica proteica.
In quegli anni in Europa e negli Stati Uniti erano sorti Centri di
studio dedicati alla nutrizione di particolari patologie. Perché ho
pensato di interessarmi di nutrizione nel malato?
Per due motivi: il primo era assistere alla mortalità di pazienti per
la cachessia estrema e non per la malattia di base e il secondo motivo perché nell’Istituto di Clinica Medica in cui lavoravo, la nutrizione del malato e la prescrizione di indirizzi dietetici per
malattie specifiche era un campo assolutamente ignorato dall’indagine scientifica e dall’indirizzo assistenziale.
Per questi motivi nel 1960 mi recai a Ginevra presso l’Istituto di
Clinica Medica che frequentai a tempo pieno per sette mesi, ove
da anni era presente la Cattedra di Nutrizione Clinica (Dietetique Terapeuthique) con regolari lezioni al quinto anno del corso
di Laurea in Medicina.
Nel 1963 ho frequentato a Parigi l’Istituto Nazionale della Nutrizione diretto dal Professore Jean Tremolieres.
I Centri di Parigi e Ginevra furono il riferimento culturale ed organizzativo del nascente Centro di Dietetica e Nutrizione Clinica
dell’Ospedale San Giovanni Battista di Torino.
Ci sono progetti che non è riuscito a realizzare durante la sua presidenza? Quali sono tra i progetti realizzati quelli che le hanno dato più soddisfazione?
Le sconfitte sono state molte ma ho sempre reagito con ottimismo:
poco importa perdere delle battaglie è importante vincere la guerra!
La sconfitta base è stato il tentativo di ottenere una proficua collaborazione con la Dispensa e con la Cucina Centrale, per potere realizzare un servizio di ristorazione accettabile.
Avevo negli occhi l’organizzazione e la collaborazione del personale
della cucina dell’ospedale di Ginevra: assolutamente irraggiungibile.
I progetti realizzati li divido in due categorie: quelli di base e quelli
clinici. Di base furono la realizzazione del laboratorio di Nutrizione
Clinica dedicato esclusivamente a problemi nutrizionali, il progressivo miglioramento della cultura nel campo nutrizionale metabolico
mio e soprattutto dei miei collaboratori medici e dietisti ed infine la
realizzazione e la direzione della scuola per dietisti dal 1962 al 1999
quando la stessa è stata trasferita alla competenza universitaria.
I progetti clinici furono la possibilità tecnica e culturale di poter intervenire su patologie gravi e contribuire con i medici curanti alla loro risoluzione (malassorbimenti gravi, catabolismi importanti,
squilibri metabolici, periodi pre e post operatori).
A tale scopo ho inviato presso molti centri specialistici Europei ed
Americani i collaboratori per migliorare le conoscenze sui vari
problemi nutrizionali e favorire i contatti e aggiornamenti con
unità di Nutrizioni estere.
I progetti più importanti furono la Nutrizione Artificiale a domicilio di lunga durata, la Nutrizione Parenterale del paziente oncologico in area palliativa, gli ambulatori specialistici, un buon
numero di pubblicazioni dei miei collaboratori ed un’ottima collaborazione all’interno di tutto il gruppo.
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Negli ultimi tre anni di attività ospedaliera è stato organizzato un
servizio ambulatoriale dedicato all’obesità grave in collaborazione con l’Istituto Auxologico Italiano e con la clinica chirurgica
dell’ospedale Giovanni Battista di Torino.
Come è cambiata la dietologia nel corso degli anni?
Tema spinoso. L’ADI è senza dubbio l’unica Società Scientifica di
Nutrizione che difende la figura e l’opera del Corpo Sanitario Medico e Dietistico a livello ospedaliero e ambulatoriale.
A mio parere nei tempi passati, cioè nel periodo in cui all’estero
si affermava l’importanza della Nutrizione Clinica per risolvere i
problemi più difficili dello stato nutrizionale del grande ammalato, l’ADI non ha saputo o non ha avuto la possibilità di impadronirsi della Nutrizione specialistica ed artificiale sia a livello
ospedaliero che ambulatoriale quasi fossero due culture diverse,
mentre in realtà sono solo due tecniche diverse. Attualmente vi è
stato un buon recupero e mi auguro che nel futuro sempre più si
intensifichi la collaborazione dei servizi di Dietetica e Nutrizione
clinica con i Centri di Medicina e Chirurgia d’Urgenza i reparti
di rianimazione e la conduzione responsabile delle terapie con la
nutrizione artificiale di lunga durata.
Quali sono i suoi impegni attuali e i progetti futuri?
Come sono cambiati i Servizi di Dietetica e Nutrizione Clinica?
In Piemonte l’istituzione della Rete Regionale delle Strutture di
Dietetica e Nutrizione Clinica, orientata a definire protocolli operativi comuni, ha permesso innanzitutto la crescita culturale del
personale, sia medico che dietistico, dei Servizi.
Si è assistito ad un miglioramento dell’assistenza nutrizionale dei
pazienti sia attraverso una maggior attenzione ai Servizi di Ristorazione che attraverso un maggiore impegno nell’assistenza nutrizionale dei pazienti critici. Le strutture attualmente sono
orientate a fornire assistenza specialistica in tutti gli ambiti della
nutrizione clinica, a livello ospedaliero e territoriale.
I progetti e gli impegni sono sempre più rari: questo è giustissimo
ed in compenso gli anni aumentano!
La Nutrizione nasconde ancora enormi tesori culturali e tecnici la
cui soluzione favorirà un miglioramento della qualità di vita ed
un prolungamento della speranza di vita. Per questo il campo di
studio non va abbandonato anzi deve essere un incentivo per ampliare le nostre conoscenze e fare sempre di più. Se si lavora, gli
aiuti e i riconoscimenti presto o tardi arrivano!
Mi piace terminare questa inaspettata intervista con una frase di
Seneca: …e verrà un giorno nel quale i nostri discendenti si stupiranno di
quanto noi fossimo ignoranti di cose che a loro sembreranno così chiare…
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L’attività prevalente del servizio di Dietetica da me diretto è stata
sempre la cura del malato grave con interventi dietetici per via
parenterale, per sonda e per bocca con risultati accettabili.
La cucina dietetica, allestita nell’ambito della cucina centrale
provvedeva alla preparazione di alimenti speciali, semplici da un
punto di vista culinario, ma utili per apportare alcuni nutrienti
che si ritengono essenziali o molto utili.
Questo tipo di attività è presente anche attualmente e la collaborazione con la “ rete oncologica” e con le varie sezioni specialistiche mediche e chirurgiche dell’ospedale, prosegue con lo stesso
indirizzo assistenziale sia ospedaliero che ambulatoriale.
Come è cambiata l’ADI?