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NUMEROSI
GLI OMAGGI DI PERSONALITÀ DEL MONDO DELLO SPETTACOLO,
DELLA MUSICA, DELLO SPORT E DEL GIORNALISMO
lunedì 30 aprile 2007, di Roberto Pirruccio
Un anno fa, 26 marzo 2006, Angelo D’Arrigo lasciò il
volo. Eppure nulla si è fermato dei suoi percorsi, dei
suoi progetti, delle sue sfide. Non si commemora una
morte, oggi. La commozione è una dedica brillante, si
consuma tra un ritratto e l’altro delle tante voci
intervenute sabato sera al Teatro Metropolitan.
Catania risponde con un tutto esaurito al primo
tributo ad Angelo D’Arrigo, "Ad ali spiegate".
E’ un grande momento di rilancio, è
lo specchio degli intenti della
"Fondazione Angelo
D’Arrigo" [1], è l’idea di mettere
in gioco le esperienze maturate da
Angelo durante i suoi 45 anni di
vita. C’è più di un futuro, in questa
serata: il più speciale, forse, è la
raccolta fondi, è un asilo nido in
Perù.
I ragazzi della Fondazione
D’Arrigo
© Chiara Di Salvatore
Il conduttore Luca Pagliari introduce brevemente i
temi dell’evento, poi la parola passa a Franco
Battiato che, per l’occasione, ha scelto di eseguire
"L’oceano del silenzio" [2], un brano molto amato da
Angelo.
A ruota, le importanti
testimonianze di Candidò
Cannavò, Fiorenzo Galli e
Vincenzo Parma. Cannavò non ci
sta proprio a guardare Angelo
Franco Battiato
D’Arrigo col suo storico occhio da
© Chiara Di Salvatore
uomo di sport; da catanese, è
evidente, non riesce a trattenere la
voglia di dire quanta ingiustizia ci sia stata, a livello
istituzionale, in questi giorni.
E’ notizia fresca, infatti, la volontà di intitolare il
nuovo scalo aeroportuale a Vincenzo Bellini,
nonostante la grande risposta popolare della petizione
per un "Aeroporto Angelo D’Arrigo" [3]. Ma è forse
l’unica nota d’amarezza e rabbia; Galli, direttore del
Museo della Scienza e della Tecnologia innesca uno
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Museo della Scienza e della Tecnologia, innesca uno
dei più evidenti esempi di vite parallele a quella di
Angelo: Leonardo da Vinci. Vincenzo Parma,
Comandante aeronautico, esalta la assoluta
professionalità degli studi di D’Arrigo, al quale, oltre al
cuore, riconosce una considerevole attendibilità
scientifica.
Si prosegue con Vincenzo
Spampinato, che recita un testo
"accompagnato" da un metronomo,
poi una sua composizione scorre
come sottofondo di un video, quindi
I numerosi spettatori nel foyer
è il turno delle immagini del
del Metropolitan
viaggio in Perù della Fondazione.
© Chiara Di Salvatore
La serata si articola molto bene tra
canzoni, proiezioni e testimonianze
di persone vicine ad Angelo. Si rivela piacevolissimo il
contributo dell’Orchestra del "Bellini", diretta da
Giuseppe Romeo, a musicare letture e immagini per
l’intera durata della manifestazione.
Donatella Bianchi, storica
conduttrice di LineaBlu, pesca
dalla memoria l’attesa per il ritorno
di Angelo dalla trasvolata del
Mediterraneo, ma anche le
Carmen Consoli e i Lautari
indimenticabili esperienze al suo
© Chiara Di Salvatore
fianco, in parapendio dall’Etna e da
Scilla. Patrizio La Bella propone
due canzoni easy listening in acustico: una di queste
è "Girotondo", un brano per bambini i cui proventi
sono stati interamente devoluti all’Unicef.
Il giornalista Puccio Corona, la paracadutista
Barbara Brighetti e l’ex campione di sci Alberto
Tomba leggono dei significativi estratti dal libro di
Angelo, "In volo sopra il mondo", intervallati dagli
attesi interventi musicali dei Lautari, prima da soli e
poi a supporto dell’esibizione di Carmen Consoli, e
di Luca Madonia. Poi un frammento di "Nati per
volare", il film di Marco Visalberghi che racconta
l’incantevole simbiosi tra Angelo e Izco, cucciolo di
condor condotto dalla schiusa di un uovo alla libertà
del volo.
Finale emozionante con la PFM tra le prime band a maturare delle
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tra le prime band a maturare delle
note per D’Arrigo - e la visione di
un breve video, "Leonardo", con
lo splendido sorriso di Angelo, in
Candido Cannavò, Simona
chiusura di un lavoro di minuziosa
Atzori e Laura D’Arrigo
ricostruzione del progetto di da
© Chiara Di Salvatore
Vinci. La dimostrazione che, coi
materiali d’oggi, Leonardo da Vinci
avrebbe messo le ali all’uomo nel quindicesimo
secolo.
E poi Laura, moglie di Angelo, sale finalmente sul
palco per la consegna del primo "Premio Angelo
D’Arrigo" a Simona Atzori, elegante ballerina senza
braccia che ha saputo sconfiggere ogni possibile
barriera e, a modo suo, «volando senz’ali» (così
Cannavò, presidente della giuria, ha motivato
l’assegnazione).
Ci si rivede tra un anno. Ma anche ogni giorno, ché
fermarsi adesso, zaino in spalla e occhiali da sole ben
saldi sul naso, sarebbe cedere al «germe della
rinuncia», come amava definirlo Angelo.
Angelo D’Arrigo
«Sono qui, immerso con la mia ala tecnologica in una
poderosa corrente ascensionale che mi porterà con sé
in volo libero, come un uccello veleggiatore, sopra il
tetto del mondo. In tanti mi hanno detto: è
impossibile. Non conoscevano la “teoria del
calabrone”. Il suo volo è tuttora un mistero di cui si è
occupata anche la NASA. Dall’analisi di peso e forma
del corpo in rapporto alla superficie e al profilo alari
risulta semplicemente “no fly”: secondo le leggi
dell’aerodinamica è impossibile che il calabrone stia
sospeso in aria. Eppure ci sta. Qualcuno ha trovato
una risposta. Tutto dice che il calabrone non potrebbe
volare. Ma lui ci riesce perché non lo sa». (Angelo
D’Arrigo)
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