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06/03/2016
L’IMPIANTO DI OSSIGENOTERAPIA
COMPITI DEL SOCCORRITORE:
VERIFICARE L’EFFICIENZA DELL’IMPIANTO DI
OSSIGENO IN AMBULANZA;
METODICA PER UNA CORRETTA EROGAZIONE
DI OSSIGENO;
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TIPI DI BOMBOLE IN DOTAZIONE AI MEZZI:
secondo i protocolli locali;
1, 2, 4, 5, 7 e 10 sono le capacità più
comuni;
TIPI DI BOMBOLE IN DOTAZIONE AI MEZZI:
Bombole portatili
(con erogatore incorporato)
Bombole fisse
(con erogatore fisso
nella cellula sanitaria)
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IMPIANTO PER OSSIGENOTERAPIA
BAR
FLUSSOMETRO
UMIDIFICATORE
MANOMETRO
RACCORDI
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BAR
unità di misura
indicante una
pressione
Una bombola si considera
scarica quando il
manometro segna 20 bar
FLUSSOMETRO
indicatore della
quantità di ossigeno
passante espressa
in litri al minuto
(l/min.)
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UMIDIFICATORE
contenitore con acqua
attraverso il quale passa
l’ossigeno per umidificarsi
L’acqua deve essere sostituita
frequentemente ed il
contenitore deve essere
pulito e disinfettato
MANOMETRO
indicatore della
pressione alla quale
l’ossigeno è
compresso nella
bombola
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RACCORDI
attacchi ai quali si collegano i vari tubi per
il passaggio dell’ossigeno
CALCOLO DELL’AUTONOMIA DI UNA BOMBOLA
Chiunque utilizzi una bombola di ossigeno per un trasporto
deve sapere
Qual è il consumo di ossigeno
Di quanto ossigeno si può disporre.
Sulla fascia bianca di una bombola è espresso il volume in
litri.
La bombola contiene ossigeno a pressione che è indicata
dal manometro ed espressa in atmosfere.
Una bombola da 10 litri caricata a 200 atmosfere contiene
2000 litri di ossigeno
Se si somministrano 15 litri al minuto
15 l(consumo stimato/min)= 133 min. di autonomia
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CALCOLO DELL’AUTONOMIA DI UNA BOMBOLA
(CONTENUTO TOTALE IN LITRI DELLA BOMBOLA)
(PRESSIONE MANOMETRO – PRESSIONE RESIDUA DI SICUREZZA) X CAPACITA’ BOMBOLA
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------PORTATA IN LITRI DEL FLUSSO EROGATO
(la pressione residua di sicurezza è di 50 bar)
Esempio: 2 bombola da 10 litri a 200 bar;
manometro BOMBOLA 1 a 120 bar, manometro bombola 2 a 200 bar;
(320 bar – 50 bar) x 10 litri
---------------------------------------------------- = 3 ore 45 minuti
15 litri al minuto di erogazione al soggetto
IL VENTILATORE AUTOMATICO
Il ventilatore lavora insufflando
miscele di gas (normalmente aria
e ossigeno) a pressione positiva
nelle vie aeree del paziente.
L'espirazione è permessa dal
ritorno della pressione del
ventilatore al livello della
pressione atmosferica e dal
ritorno elastico dei polmoni e
della gabbia toracica.
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IL VENTILATORE AUTOMATICO
La ventilazione artificiale è indicata negli interventi chirurgici che
prevedano la curarizzazione del paziente con conseguente paralisi
muscolare e nel momento in cui la respirazione spontanea del paziente
non è in grado di mantenere le funzioni vitali.
Le patologie che vengono trattate con la ventilazione artificiale sono:
danno polmonare acuto (inclusa la ARDS, ed il trauma)
● apnea da arresto respiratorio, compresi i casi da intossicazione
riacutizzazioni di malattie polmonari croniche (BPCO)
● acidosi respiratoria acuta con pressione parziale di anidride carbonica
(pCO2) > 50 mmHg e pH < 7.25,
● paralisi del diaframma da sindrome di Guillain-Barré, Miastenia Gravis,
crisi acute di distrofia muscolare o sclerosi laterale amiotrofica, lesione del
midollo spinale, oppure effetto di anestetici o farmaci miorilassanti
aumento del lavoro dei muscoli respiratori, evidenziato da eccessiva
● tachipnea, rientramenti sovraclaveari e intercostali ed ampi movimenti
della parete addominale
● ipossia con pressione parziale arteriosa di ossigeno (PaO2) < 55 mmHg
nonostante supplementazione di ossigeno (elevata FiO2 nell'aria insufflata)
● ipotensione e shock, come nello scompenso cardiaco congestizio o in
corso di sepsi.
Rappresentazione schematica delle
proprietà fisiche di un respiratore
automatico
Pg= pressione motrice
Ri= resistenze
dell’apparecchio
Ci= compliance
dell’apparecchio
Rp= resistenze polmonari
(l'espandibilità dei polmoni in risposta ad un
aumento della pressione alveolare; pressione
necessaria ad aumentare il volume del
polmone.)
Cp= compliance polmonare
V= flusso di gas
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AZIONI DA EVITARE NEL MANEGGIARE O SOSTITUIRE UNA BOMBOLA:
RICORDA !!!
L’ossigeno è un combustibile e un comburente
AZIONI DA EVITARE NEL MANEGGIARE O SOSTITUIRE UNA BOMBOLA:
aprire la bombola quando è stata staccata dall’impianto
dell’ambulanza;
liberare ossigeno in ambienti poco aerati;
fumare vicino alle bombole;
avvicinare la bombola a fiamme libere, fonti di calore,
sorgenti di scintille, oggetti molto caldi o incandescenti;
pulire o disinfettare le bombole e le altre attrezzature
per l’ossigenoterapia con oli o grassi di ogni tipo;
mettere la bombola a contatto con prodotti infiammabili
(alcool, ecc.);
manipolare con le mani sporche di grasso;
prestare attenzione nello spostare una bombola; evitare
urti, cadute; non sollevarla per la valvola, ma afferrarla
con una mano sotto la valvola ed un’altra sul fondo, ed
inclinarla leggermente;
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AZIONI DA EVITARE NEL MANEGGIARE O SOSTITUIRE UNA BOMBOLA:
non aprire la bombola con il manometro rivolto
verso il viso, perché il vetro potrebbe staccarsi a
causa della pressione e colpire il volontario;
non utilizzare pinze per montare/smontare le
bombole, altrimenti si rovinano. Controllare
piuttosto che la guarnizione sia presente e in buono
stato, e che il circuito non sia sotto pressione.
Ricordate che se il circuito non è vuoto mentre si
smonta una bombola, oltre che costituire un
pericolo, crea una pressione tale che non sarà
possibile svitare il dado;
METODICA PER L’EROGAZIONE DELL’OSSIGENO
Erogazione:
apertura della valvola della bombola;
apertura progressiva del flussometro e
regolazione al flusso desiderato;
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METODICA PER L’EROGAZIONE DELL’OSSIGENO
fine dell’erogazione:
chiusura della valvola della bombola;
sfiatamento dell’impianto;
chiusura del flussometro;
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