come la bora che vien e che va... il paradiso del popolo

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come la bora che vien e che va... il paradiso del popolo
il mensile del vivere naturale n.165 APRILE 2011 distribuzione gratuita
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ATTACCHI DI PANICO, INSONNIA)
• ALTERAZIONI DEI LIVELLI DI COLESTEROLO NEL SANGUE
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del sistema nervoso. È noto per il suo effetto
lipotropo, cioé, contribuisce a rimuovere i grassi
dal fegato, aiutando così i suoi processi depurativi. Poiché interviene nel metabolismo dei
grassi aiuta anche a ridurre il livello di colesterolo nel sangue.
Il mio-inositolo partecipa alla formazione dei
neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale,
in particolare della serotonina, che è coinvolta
nella regolazione dell’umore.
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3 Konrad aprile 2011
EDITORIALE [email protected]
Ottusità, arroganza e ipocrisia
Solo gli ottusi e gli sciocchi, com’è noto, non cambiano mai idea.
Neppure quando la realtà li pone davanti a fatti di tale portata,
da mettere in crisi anche le più radicate convinzioni. La catastrofe
della centrale nucleare di Fukushima è uno di questi fatti, ma c’è
chi non si rassegna, mescolando ottusità ignorante con arroganza
e ipocrisia. Il guaio è che spesso si tratta dei responsabili di
Carta dei terremoti
registrati negli ultimi
500 anni in Slovenia.
Si vede chiaramente
che la zona di Krško
è stata interessata
da terremoti di intensità
fino all'8° grado
della scala Mercalli
istituzioni, dalle cui decisioni dipende molto del futuro di tutti.
Mentre il governo tedesco (di centro-destra) sospendeva subito ogni
decisione sul prolungamento della vita delle sue centrali nucleari, quello
svizzero decideva di fare altrettanto con i programmi di costruzione di
nuove centrali (né Germania, né Svizzera, si noti, sono particolarmente
sismiche, a differenza dell’Italia) e perfino il governo cinese sospendeva
i suoi colossali piani per nuove centrali, in Italia invece i nuclearisti si
mobilitavano sui media nel disperato tentativo di minimizzare l’accaduto
e salvare il programma nucleare del Governo Berlusconi.
Si distinguevano in ciò ministri e politici di maggioranza, ma anche
esponenti della “società civile”: ad esempio Chicco Testa, leader del
“Forum nucleare” (una lobby pro-atomo promossa e finanziata da ENEL,
EDF, Confindustria, costruttori di centrali come Areva e Westinghouse,
il sindacato energia della CISL, alcune università, ecc.), come pure la
super progressista (!?) Margherita Hack ed altri. Salvo poi, di fronte al
progressivo aggravarsi della situazione in Giappone e – soprattutto visti i sondaggi d’opinione, annunciare la sospensione del programma
nucleare italiano: per un anno, ha deciso il Governo. L’obiettivo è però
solo quello di evitare da un lato che l’atomo condizioni negativamente le
prossime elezioni amministrative di maggio, e di disincentivare dall’altro
la partecipazione ai referendum (sul nucleare e sulla privatizzazione
dell’acqua, oltre al “legittimo impedimento”), i quali invece si terranno a
giugno. Il fondo lo ha toccato infatti la Camera, che ha respinto per un
solo voto (276 “no” e 275 “sì”) un ordine del giorno in cui si chiedeva di
tenere i referendum negli stessi giorni delle amministrative. Compatti
per il “no” PDL, Lega Nord, UDC e FLI, ma decisivi sono stati anche
il “no” di un radicale eletto con il PD e le assenze di molti deputati
dell’opposizione (PD e IDV). Evidentemente, la lobby di Chicco Testa
ha lavorato bene. La strategia è quindi sempre quella che ha già fatto
fallire tutti i referendum degli ultimi 15-20 anni: usare ogni mezzo
(disinformazione in primis), affinché non si raggiunga il quorum del 50
per cento dei votanti e l’esito sia perciò ininfluente. Se poi il mancato
accorpamento significa sprecare qualche centinaio di milioni (circa
400, secondo le stime), poco importa. Tanto mica li paga la “casta”: si
può sempre fare qualche altro taglio ai fondi per la ricerca o la cultura!
Dopo di che, passato lo scoglio referendario e stesa una cortina
d’oblio su Fukushima, Governo e lobby nuclearista potranno tornare
tranquillamente a progettare le loro centrali. Anche i media principali
stanno facendo la loro parte, prontamente: a pochi giorni dal disastro,
approfittando dei fatti di Libia, le notizie dal Giappone erano già relegate
nelle pagine interne dei giornali…
Nel frattempo, però, quasi tutti i Presidenti delle Regioni, anche di
centro-destra, si erano detti contrari alla costruzione di centrali nucleari
sul proprio territorio. Renzo Tondo, invece, insisteva sulla sua nota
proposta (che suscita scarsissimo entusiasmo a Lubiana): l’Italia ed il
Friuli Venezia Giulia devono entrare nel progetto di raddoppio della
centrale slovena di Krško “per avere maggiori garanzie sulla sicurezza”.
Come dire che gli sloveni, poveracci, da soli non sono in grado di
garantire nulla, mentre noi invece…
Il bello, si fa per dire, è che Krško è area ad elevata sismicità (a pochi
chilometri c’è una faglia attiva), anche se il Governo di Lubiana fa finta
di nulla: qualcuno lo racconti al Presidente Tondo, perché la centrale
slovena, coetanea di quella esplosa in Giappone, sorge a 139 km in linea
d’aria - e a portata di bora - da Trieste (146 da Gorizia, 175 da Udine).
Andrebbe chiusa e basta, ma né Lubiana, né Roma ci pensano: anzi, il
Governo sloveno avrebbe già pronto un piano energetico nazionale che
prevede la costruzione di un nuovo reattore a Krško.
Intanto la radioattività aumenta nell’acqua di Tokyo (270 km dalla
centrale di Fukushima) ma incrementi nell’aria sono stati rilevati anche
negli USA, in Corea…
Dario Predonzan
Molte notizie, continuamente aggiornate, sul disastro di Fukushima
(e sul nucleare in genere) si trovano nel sito www.sortirdunucleaire.org (in francese)
come pure nei siti www.wwf.it
www.greenpeace.org/italy e www.qualenergia.it
4 Konrad aprile 2011
konrad 165 - aprile 2011
Questo numero di Konrad è dedicato alla scuola pubblica, che resiste
nonostante le dichiarazioni infamanti e prive di fondamento di Berlusconi
('Educare i figli liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una
scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi
che sono il contrario di quelli dei genitori') e i tagli indiscriminati della pseudo
riforma voluta dalla ministra Gelmini. La scuola pubblica infatti, a differenza
delle scuole private (per lo più confessionali), accoglie tutti, nessuno vuole
'inculcare' nulla: si insegna piuttosto a rispettare le differenze e a pensare con
la propria testa. E questo, al potere, fa paura.
SOMMARIO
5 Come la Bora che vien e che va...
6 Il paradiso del popolo migratore
16 Film storici veri e falsi
Siamo tutti intelligenti
17 Percorsi d'arte
Autoritratti: riflessi di pittura
Konrad
Mensile di informazione
di Naturalcubo s.n.c.
Redatto dall’Associazione Konrad
via Corti 2a - 34123 Trieste
Fax 1782090961
[email protected]
www.konradnews.it
Aut. Trib. di Udine n. 485
del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste
Direttore editoriale:
Roberto Valerio
Direttore responsabile:
Dario Predonzan
7 WWF universitario Trieste
8 La scomparsa o la disperazione?
9 Biocombustibili da microalghe
10 Nel ritmo dei versi
11 L'Ipod di Linus
12 Libri
Ogni giorno muore un angelo
13 Credere alle fiabe
14 Il bombardamento di Dresda
ed il tempo
15 Trasporti e ambiente
Tncora in tema di mobilità urbana
18 Il cinema italiano va male:
ci salvano gli americani
19 Teatri di confine
Nella foresta di Koltés
Apnea Complexions
20 Stati Uniti: quando finiranno le
esecuzioni?
21 Colonna vertebrale
22 Alimentazione
Possiamo parlare di salute?
23 Agricoltura biologica,
questa sconosciuta
Uno sguardo al futuro
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Copertina:
Foto di Tiziana Gramaglia
Hanno collaborato:
Beatrice Achille, Francesco Breda,
Nadia e Giacomo Bo, Luciano
Comida, Stefano Crisafulli,
Adriana De Caro, Sara Ferluga,
Sergio Franco, Graziano Ganzit,
Alessandro Giadrossi, Francesco
Gizdic, Giada Haipel, Marta
Mancin, Gianfranco Manfredi,
Luisella Pacco, Lisa Peratoner,
Claudio Pettirosso, Giuliano
Prandini, Riccardo Redivo, Lino
Santoro, Marco Segina, Gianni
Ursini, Severino Zannerini,
Grafica e stampa:
Tip. Villaggio del Fanciullo - Opicina
Trieste - [email protected]
24 Le voci degli alberi:
Piazza Libertà
Alberi abbattuti...
25 Horti Tergestini edizione 2011
Alexander Langer.
Il viaggiatore leggero.
26 Così fan tutte
27 Appuntamenti di aprile
Konrad non è responsabile della
mancata pubblicazione degli annunci o
di eventuali inesattezze.
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responsabilità dei contenuti degli
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semplice richiesta da inviare alla
redazione.
5 Konrad aprile 2011
Come la bora che vien e che va…
I primi giorni di marzo Trieste è stata investita da violente raffiche di
bora, che hanno superato in alcuni casi i 170 km/h. Tutt’altro che un
evento eccezionale o imprevisto, perché la bora a Trieste (e non solo)
c’è da sempre. Eppure la città ha sofferto danni gravi, come pure gli
abitanti (200 persone sono finite al pronto soccorso). Un fenomeno che
si ripete periodicamente, ma ogni volta la città ed i suoi amministratori
si fanno cogliere impreparati: come mai?
Ne abbiamo parlato con Adriano Bevilacqua, coordinatore regionale
della UIL VVF per il FVG. Da vent’anni nei Vigili del Fuoco (VVF), ha la
qualifica di coordinatore esperto, di stanza nella caserma centrale di
via D’Alviano a Trieste ed è impegnato quotidianamente in tutte le
emergenze (incendi, calamità naturali, ecc.).
ogni 5 almeno, per verificare che non ci siano fessurazioni dove la bora
si possa infilare. Altrimenti la copertura vola via, com’è successo al liceo
“Oberdan”.
Nei tempi più recenti, anche per la sostituzione della manodopera
esperta locale con imprese e lavoratori stranieri, queste conoscenze si
sono perse.
Così, ad esempio, le parabole delle antenne satellitari vengono spesso
ancorate ai camini, a loro volta non più ingabbiati come un tempo: il
risultato è che la bora a 100 km/h e più si porta via la parabola insieme
al camino.
Idem per le coperture in plastica che nascondono le antenne dei
ripetitori per i cellulari. Sono progettate e installate come si usa fare a
Udine o nella pianura padana: la bora se le porta via in
un batter d’occhio.
Cosa occorrerebbe?
Bisognerebbe sostituire le conoscenze tradizionali,
che si sono perse, con normative speciali a livello
di regolamento edilizio comunale. Per esempio
imponendo specifiche norme sull’installazione di
tegole, serramenti, annessi e connessi degli edifici.
Inoltre, sarebbe opportuno suggerire accorgimenti
elementari ma spesso dimenticati, come quello di
chiudere le finestre quando si preannuncia vento forte.
Troppi non ci pensano: così i vetri vanno in frantumi e
Treno della linea Trieste-Parenzo rovesciato dalla bora
cadono addosso ai pedoni sottostanti.
presso
la
foce
del
rio
Ospo
nel
1916
Adriano Bevilacqua
Perché allora non lo si fa?
Partiamo da quello che è successo con la bora dei primi di marzo a
Perché i politici, fin troppo succubi del mondo dell’edilizia (intesa però
Trieste: qual è il suo punto di vista?
come mera speculazione), vedono ogni normativa che imponga nuovi
È successo il peggio, perché il sistema di emergenza è andato in tilt. Noi vincoli come un ostacolo al business, anche se in realtà andrebbe
VVF, dopo 24 ore di raffiche, ci siamo trovati a dover fronteggiare 250
piuttosto intesa come un vantaggio competitivo.
chiamate di intervento, (alberi caduti in strada, persone ferite, ecc.) con
In che senso?
due sole squadre.
Nel senso che un costruttore o un fornitore di materiali per l’edilizia
Di conseguenza abbiamo dovuto dare priorità agli interventi più
che potesse fregiarsi ad esempio di un marchio di qualità del tipo
urgenti, selezionandoli in base alla nostra esperienza.
“costruisce case, infissi, ecc. che resistono anche alla bora”, disporrebbe
Come avete fatto fronte a tutto ciò?
di un evidente vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza.
Abbiamo raddoppiato i turni lavorando anche 24 ore di seguito,
E poi la bora fa danni che costano molto.
chiamato in aiuto i comandi VVF di Udine e Gorizia e chiesto appoggio
Certo. Per l’ultima ondata di bora a Trieste sono stati stimati 10 milioni
alle squadre della Protezione civile.
di Euro di danni (circa 40 euro per ogni triestino, lattanti compresi).
La Protezione civile funziona, quindi?
Dovrebbe sborsarli il sindaco Dipiazza, che non è stato capace di
Funzionano i volontari delle squadre comunali, ma la struttura di
adottare neppure le minime misure di prevenzione indispensabili.
coordinamento regionale di Palmanova, creata all’epoca della Giunta
Perché prevenire si può, vero?
Illy e costata circa diversi milioni di Euro e che prevede un collegamento Si può e si deve. La meteorologia è perfettamente in grado di avvisarci
multimediale tra le sale “crisi” della direzione regionale e del comando
con congruo anticipo sull’arrivo della bora e di stimarne la velocità.
provinciale di Trieste dei Vigili del fuoco con la Sala operativa della
Perché non se ne approfitta per mettere in campo un sistema di allarme,
Protezione civile di Palmanova e la Prefettura di Trieste , si è rivelata
invitando le persone a chiudere le finestre, evitare di esporre al vento
inutile. In emergenze come quella della bora a Trieste, tocca infatti
oggetti che possono “volare”, ecc.? Tenendo anche conto del fatto che
sempre ai VVF stare in prima linea e “arrangiarsi”. Sarebbe stato
Trieste è frequentata da molti “foresti” (studenti universitari, ricercatori,
meglio investire quel danaro, ad esempio, per l’acquisto di una scala
turisti, ecc.) che della bora non sanno nulla, e vanno quindi aiutati sul
aerea per il Comando di Trieste, mezzo fondamentale per affrontare
come comportarsi in quei giorni. Anche molti triestini, però, avrebbero
adeguatamente l’emergenza bora.
ormai bisogno di un robusto “ripasso”… che ai loro nonni non serviva.
Occorrono capacità particolari per affrontare l’emergenza bora?
I VVF hanno proposto l’adozione di queste misure al Comune?
Certo: bisogna ad esempio sapere come utilizzare le nostre scale lunghe Più volte, come sindacato UIL-VVF, ma senza esito. Abbiamo anche
35 metri, collaudate per venti fino a 60 km/h, anche con la bora a 170 e
manifestato sotto il municipio, il 13 marzo 2010, dopo che la bora a 200
più. I VVF di Trieste, e solo loro, lo sanno fare.
km/h aveva fatto volar via dei mattoni dalla sommità della ciminiera in
Non solo: bisogna sapere come sono fatti i tetti “triestini”, come si
disuso che sta tra la nostra caserma e la superstrada. Facemmo quindi
possono aprire le botole sui tetti in presenza di vento forte, ecc.
chiudere la superstrada, per evitare guai peggiori. Dipiazza si arrabbiò
Fare il caposquadra in un intervento con la bora non è insomma cosa
molto e dovette intervenire il prefetto per mediare.
da tutti: serve un’esperienza che non si improvvisa. Sono nozioni che
Prevenzione carente solo per la bora?
nessuno insegna, ma che si apprendono lavorando con i colleghi più
No, purtroppo. Manca una cultura della prevenzione a tutti i livelli, di
esperti.
fronte a frane, terremoti, ecc.
C’è una specificità dell’edilizia triestina, rispetto ad altre città, che
A ben vedere è questo uno dei fattori principali dell’indebitamento
emerge in queste situazioni?
pubblico, perché a causa di questa gravissima carenza si continuano a
Certo. Ai tempi dell’impero asburgico e fino a qualche tempo fa, era
spendere miliardi a tutti i livelli (Stato, Regioni, ecc.), per riparare danni
nozione diffusa che si dovessero ad esempio ancorare le tegole sui
che potevano essere evitati, se solo si fosse voluto. Ma evidentemente
tetti (e non solo appoggiarle), proprio per resistere alla bora. I camini
non si vuole, perché da questo andazzo sono in troppi a guadagnare.
venivano “ingabbiati” e così via per tanti altri particolari costruttivi degli
Pensiamo agli “imprenditori” che, appena saputo del terremoto
edifici.
all’Aquila, festeggiavano - parlando tra di loro al telefono - in vista degli
Altri esempi: i “fermi” per gli scuri devono essere installati con ancoraggi appalti per la ricostruzione su cui erano sicuri di mettere le mani. Ne
particolari, a prova di bora. Idem per la catramatura dei tetti piatti: deve
avevano ben donde: erano amici di Bertolaso…
essere fatta con la massima cura e controllata non ogni 15 anni, ma
D.P.
6 Konrad aprile 2011
Il paradiso del popolo migratore
Un porto nautico minaccia Valle Grotari a Marano Lagunare
Cigni reali che volano in coppia sopra i
canneti, un tarabuso che si apparta per
nidificare, diverse coppie di aironi cenerini
che covano o alimentano i propri pulcini nei
voluminosi nidi posti sui prugnoli, mentre i
primi aironi rossi, appena giunti dall'Africa,
calano fra le cannucce di palude dove si
riprodurranno… più in alto un falco di palude
perlustra il territorio: siamo nel paradiso
degli uccelli, un lembo di terra in comune di
Marano Lagunare(UD) tra i boschi planiziali e
il mare, diventato negli anni un vero e proprio
rifugio del popolo migratore.
Di luoghi come Valle Grotari, in regione,
non ce ne sono: ex-valle da pesca ormai
abbandonata, oggi questa piccola zona
umida di 12 ettari (compresa in una
Important Bird Area e adiacente ai SIC e ZPS
“Laguna di Grado e Marano”, ai quali avrebbe
dovuto essere annessa) è uno straordinario
compendio di biodiversità. Nel cuore del
vasto fragmiteto, intervallato a chiari poco
profondi, con vegetazione arbustiva lungo
gli argini e una discreta presenza di prugnoli
cresciuti nel canneto, ad oggi sono state
segnalate 200 specie di uccelli, di cui circa 30
regolarmente nidificanti, tanto da generare
una effettiva “concorrenza” rispetto alla vicina
riserva naturale regionale di Valle Canal Novo.
In questa stagione, ad esempio, si può
osservare una grande colonia di aironi
cenerini, in cova già dai primi di febbraio. Poi
vi nidifica – unico sito in regione, seppur non
regolarmente – una specie molto rara come il
tarabuso (uccello che potrebbe essere scelto
a simbolo della tutela delle zone umide a
livello europeo per la sua rarità e per il suo
intimo legame con le paludi di acqua dolce,
sia durante la nidificazione, sia durante lo
svernamento), nonché il tarabusino, l’airone
rosso e il falco di palude, tutti protetti dalla
Direttiva europea “Uccelli”. E ancora cigni reali,
oche selvatiche, sgarze ciuffetto, nitticore
e basettini. E solo per citare le specie più
rilevanti. Fra gli uccelli osservati regolarmente
figurano anche presenze importanti quali
il marangone minore, il pettazzurro, il
forapaglie castagnolo e tante altre.
Panoramica di valle Grotari (foto P. Utmar)
Garzetta – a sinistra – e airone bianco maggiore (foto C. Guzzon)
Largo al porto
In origine laguna, Valle Grotari venne realizzata
dopo gli anni ’30 e rimase attiva sino alla
metà degli anni ‘70. Alcune porzioni marginali
furono purtroppo urbanizzate negli anni ’80’90 con l’edificazione di ville a schiera e di una
zona artigianale, ma dopo l’abbandono la
parte centrale della valle si è progressivamente
naturalizzata, fino a diventare un ambiente
davvero singolare, un habitat unico in regione.
Eppure, il paradiso degli uccelli rischia di avere
vita breve. Nonostante le sue spettacolari
valenze naturalistiche, il Comune di Marano
ne ha infatti deliberato la vendita al miglior
offerente per realizzare un porto turistico di
320 posti barca con relativo villaggio turistico,
alberghi e abitazioni.
Contro questo progetto è sceso in campo
il Wwf, che ormai da mesi ha avviato
una battaglia serrata per impedire la
cementificazione della valle (e quindi la
distruzione del suo delicato ecosistema) con
tutti i mezzi possibili, compresi quelli legali
e un inevitabile ricorso alla Commissione
europea. “Qualunque cosa – ha avvisato
l’associazione – pur di preservare un’area di
così straordinaria importanza naturalistica
e dall’eccezionale funzione di presidio della
biodiversità lagunare”.
Dopo il presidio inscenato l’11 febbraio
scorso davanti al consiglio comunale di
Marano, che avrebbe dovuto decidere
dell’alienazione della valle (poi passata con
i voti della maggioranza), il Wwf regionale
ha avviato una petizione online (su www.
wwf.it/friuliveneziagiulia) che ha già raccolto
centinaia di adesioni da tutta Italia e anche
dall’estero, tempestando le redazioni dei
giornali e delle tv locali con mail provenienti
persino dal Sudafrica, dall’Estonia e dagli Stati
Uniti.
Area da tutelare
La mobilitazione ambientalista ha spinto il
senatore del PD Ivano Strizzolo a presentare
un’interrogazione ai Ministeri dell’ambiente
e dei Beni e attività culturali, per sapere se
sono a conoscenza dei “progetti fortemente
impattanti sull’ambiente naturale della laguna
di Marano” e “se li ritengano compatibili con le
direttive emanate dai Ministeri citati, anche alla
luce della normativa comunitaria in materia di
tutela dell’ambiente e delle rare specie animali”.
E proprio al Ministero dell’Ambiente il Wwf
intende fare ricorso, per segnalare l’impatto
devastante che avrebbe l’insediamento
turistico su quella che è diventata a tutti gli
effetti un’oasi faunistica. “L’obiettivo – spiega
il presidente regionale del Wwf Roberto
Pizzutti – è quello di ottenere che la valle venga
compresa all’interno della Zona di Protezione
Speciale della Laguna di Grado e Marano. È
vero infatti che a Marano ci sono già mille e
passa ettari di zone tutelate, come ci tiene
continuamente a ricordare il sindaco Cepile,
ma quello che non dice o non sa, è che non tutti
gli habitat hanno lo stesso valore biologico e
non tutti gli habitat sono inseriti nelle zone di
7 Konrad aprile 2011
protezione: e questo è il caso dei canneti estesi
e tranquilli, come Valle Grotari, dove nidificano
ben 30 specie di uccelli e ci sono voluti ben 30
anni affinché questo potesse accadere”.
Ricorso all’Europa
Dopo l’intervento sul Ministero e sulla
Regione, corresponsabili delle scelte delle ZPS,
seguirà, inevitabilmente una segnalazione
alla Direzione ambiente della Commissione
europea.
La Direttiva “Uccelli” del 1979 e la Direttiva
“Habitat” del 1992 hanno infatti previsto
che all’interno degli Stati membri vadano
perimetrate delle aree entro le quali deve
essere garantita la conservazione delle specie;
ai singoli Stati spetta poi l’onere di mettere in
atto tutte le procedure per conservare in un
buono stato di conservazione tutte le specie.
Tali direttive prevedono che, all’interno di
queste aree, qualsiasi progetto debba essere
preventivamente sottoposto a valutazione
di incidenza ambientale. Se si arriverà
dunque alla vendita di Valle Grotari e alla
progettazione vera e propria, questa dovrà
passare attraverso la valutazione d’incidenza
e, parallelamente, a quella di impatto
ambientale, che verifica gli effetti su fauna,
flora e sull’economia, con tanto di analisi sui
costi ed i benefici.
“Ed è in questa procedura – spiega il presidente
del Wwf – che le associazioni e i cittadini
potranno dire la loro e mettere in discussione
la realizzazione della darsena e degli immobili
devastanti. Cosa che non mancheremo di fare”.
“Ovviamente questa battaglia avrà tempi
lunghi – conclude Pizzutti - ma vogliamo che
chi acquisterà quest’area sappia che dovrà
passare sotto le forche caudine, perché noi non
lasceremo nulla di intentato”.
Boomerang economico
Si contestano anche i pretesi benefici che
il porto turistico dovrebbe portare alla
collettività. L’alienazione dell’area rischia infatti
di trasformarsi in un boomerang economico
per il Comune di Marano: come ha fatto
notare la consigliera d’opposizione Giulia
Filippo, per ricreare l’ambiente naturale della
valle (compensazione pretesa dalla Regione),
sono stati individuati i 75 ettari dell’area della
Muzzanella, per il cui esproprio il Comune
rischia di dover sborsare dai 3 ai 4 milioni e
mezzo di euro, contro i 2,6 che otterrebbe
dalla vendita di Valle Grotari.
“Che senso ha – ha commentato la Filippo –
distruggere un sito popolato gratis da tante
specie di uccelli, sperando che poi si spostino a
così caro prezzo?”.
Lisa Peratoner
Airone cenerino (foto C. Guzzon)
Wwf universitario Trieste. Learn to think green.
L’idea di creare un gruppo WWF Universitario Trieste è nata lo
scorso anno durante le lezioni di diritto ambientale nel corso
di laurea in scienze ambientali.
Ora il WWF ha una bella sede all’interno del Comprensorio
universitario di Piazzale Europa. Fondamentale
è stato il contributo di Marta Mancin e Giada
Haipel che organizzano le varie attività, corsi e
manifestazioni e di alcuni docenti che sostengono e
approvano le varie attività.
I soci e partecipanti attivi del gruppo universitario
sono una decina e molti sono gli studenti
simpatizzanti e interessati alle tematiche
dell’associazione.
Il gruppo si è presentato all’inizio dell’anno accademico
al Welcome Day dell’Ateneo con un banchetto. è stata organizzata
una conferenza sul recente fenomeno del flash mob e un primo corso,
“In natura”. Gli ambienti naturali diventano qualcosa di concreto per gli
studenti grazie alle lezioni “sul campo” di docenti ed esperti. Questo corso
prevede sei lezioni-escursioni: in laguna, in museo, in bosco e in mare.
La prima lezione si è svolta l’8 marzo con l’uscita all’Isola della Cona, dove
sono stati affrontati i temi della tutela giuridica delle zone umide con
Alessandro Giadrossi ed è seguita una visita guidata della Riserva con
l’ornitologo Paolo Utmar.
I primi di aprile il tema degli usi del mare e della portualità a Trieste
prevederà le visite del Museo del Mare e della centrale idrodinamica
curate rispettivamente da Marino Vocci e dall’arch. Andrea Benedetti.
L’identificazione della fauna e della microfauna con Nicola Bressi, il
riconoscimento della flora con il professor Livio Poldini e le caratteristiche
dei suoli della provincia di Trieste con il geologo Bruno Grego
L’unico negozio a Trieste specializzato in tè spezie, sali, pepe, accessori per il tè
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accompagneranno i corsisti fino a maggio. I primi di giugno si
concluderà questo primo corso con una lezione sulla gestione
di una Riserva Marina e un’immersione subacquea assieme al
biologo Carlo Franzosini.
Si sono svolte altre piccole ma significative attività:
l’organizzazione di una pulizia dimostrativa
di Piazzale Europa e la messa a dimora di un
Liliodendro nel Parco di San Giovanni, simbolo
ufficiale della nascita del gruppo universitario.
Alcuni studenti del WWF Universitario
collaboreranno anche alla campagna di
sensibilizzazione sul consumo sostenibile di prodotti
del mare, facente parte del più ampio progetto
MedPAN Nord. Il progetto prevede la formazione di
gruppi di osservatori del pescato in grado di raccogliere dati
sul pescato venduto nelle pescherie rionali, nei punti vendita della
grande distribuzione e nel mercato ittico all’ingrosso e di valutarne
la sostenibilità allo scopo di indirizzare i consumi verso scelte meno
impattanti per l’ecosistema marino. Il gruppo universitario è presente
in web con una propria pagina su Facebook per diffondere le proprie
iniziative e dialogare sia con il mondo studentesco sia degli esperti ed è
presente anche sul sito-blog del WWF Trieste. Il 13 aprile, presso la sede
del WWF Trieste, via Rittmeyer 6, si terrà una conferenza sulle linee guida
per la redazione di un bilancio ambientale dell’Università di Trieste, tesi
di laurea triennale in Scienze Ambientali di Marta Mancin. Verranno
illustrate le nozioni principali sul bilancio ambientale, la sua redazione
con suggerimenti per ridurre l’impatto ambientale dell’Ateneo triestino.
Gruppo universitario WWF TS
8 Konrad aprile 2011
La scomparsa o la disperazione?
Serge Latouche alla “festa della decrescita” a Trieste
Nel tempio di Apollo a Delfi,
accanto al celebre detto
“conosci te stesso”, se ne
trova scolpito un altro: “nulla
di troppo”, che condensa i
principi del mondo classico,
basato sulla misura e sulla
conseguente condanna
della violazione dei limiti.
L'eccesso è considerato il
maggior pericolo per l'uomo,
che cedendo al suo fascino
cade nell'accecamento, in
virtù del quale egli compie
azioni autodistruttive. Pur
non essendo un catastrofista,
Serge Latouche, economista
e filosofo francese promotore
della teoria della decrescita
basata sulle otto R, mette
in guardia l'intera umanità:
il modello della crescita
continua, dottrina assoluta
in vigore ormai da decenni,
è incompatibile con un
pianeta finito. Gli scenari
ipotizzati dagli esperti non
lasciano grandi margini di
speranza al nostro mondo:
è un dato oggettivo che le
risorse non rinnovabili si
stiano esaurendo, e sono
evidenti i disastri dell’inquinamento e il rischio di una gravissima
crisi alimentare in un futuro non lontano, anzi di un'unica crisi, quella
della civiltà occidentale. L'umanità ha superato del 40% la capacità
di rigenerazione della biosfera, e a velocità terrificante si dirige verso
la sesta estinzione di massa (la quinta è quella che ha visto sparire
i dinosauri), che al contrario delle precedenti estinzioni vede come
vittima lo stesso carnefice: l’uomo. Citando la battuta di Woody Allen
“siamo arrivati all’incrocio di due strade, l’una porta alla scomparsa della
specie umana, l’altra porta alla disperazione”, Latouche ha esordito nella
prima giornata della “festa della decrescita” con la sua lectio magistralis
all'Università di Trieste, dopo l’introduzione dell’altro ospite della
giornata, Andrea Segrè, Preside della facoltà di Agraria all'Università
di Bologna. La decrescita non è un nuovo modello economico, ma
uno slogan provocatorio per indicare la necessità e l'urgenza di uscire
dal governo dell’economia, dalla religione della crescita, e riscoprire
i valori sociali. Un’opzione felice, visto che i piccoli aggiustamenti
previsti, ognuno di noi può metterli in atto senza soffrire, perché non
si sono create dipendenze. Decrescita quindi non come diminuzione
di beni e servizi ma come ripensamento e riorganizzazione della
produzione e del consumo, incentivando, ad esempio, i beni ottenuti
con l’autoproduzione o con scambi non mercantili, le merci prodotte
localmente, le merci pensate per una lunga durata e per essere
facilmente riciclate alla fine del loro ciclo d’uso. Ciò porterebbe a
ridimensionare i bisogni indotti dalla moda e dalla pubblicità, che
inducono a comprare sempre nuovi capi, anche se quelli che abbiamo
svolgono ancora appieno il loro dovere, diminuire l'orario di lavoro per
permettere ai singoli di autoprodurre alcuni beni e di curare le relazioni
umane e i rapporti di comunità, all'interno della quale possono avvenire
degli scambi di beni e servizi. Latouche si autodefinisce obiettore della
crescita e propone di riflettere sui nostri stili di vita e sui comportamenti
quotidiani che, troppo spesso senza rendercene conto, hanno un
impatto notevole sul sistema globale. Le nostre azioni possono portare
ad un nuovo mondo, oppure alla sua fine. Ruolo fondamentale ricopre
il calcolo dell'impronta ecologica, cioè il peso del nostro modo di vivere
sull'ecosistema, sul nostro mondo. Le otto R di Latouche (rivalutare,
riconcettualizzare, ristrutturare, rilocalizzare,
ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare) sono
cambiamenti interdipendenti, che insieme
possono far nascere una nuova società nella
quale sentirsi di nuovo cittadini e non solo più
consumatori. La nona R è la resistenza: far guerra
alla guerra che sta distruggendo tutto e tutti,
per non sprecare oltre alle risorse naturali anche
le nostre vite. Ciò che si vuol far crescere in
maniera esponenziale è la qualità della vita, ma il
programma da realizzare è diverso in ogni Paese
per adeguarsi ad ogni società, e ognuno a livello
individuale dovrà farlo proprio. Latouche spiega
che un’economia di crescita infinita, il crescere
per crescere, il consumare per consumare,
significa solo produrre rifiuti, inquinamento,
esaurire le risorse. Tra il 2007 e il 2008 abbiamo
imboccato la via della disperazione, diventando
così una società di "crescita senza crescita".
Mentre il destino dell'uomo è di essere felice.
Auspicando che "l'umanità faccia una buona
scelta", Latouche anticipa che non sarà possibile
evitare la catastrofe ecologica ed economica,
perché già in atto, ma la si può limitare e impedire
l’autodistruzione della nostra specie, puntando
alla “decrescita per crescere”, poiché alcuni
studi dimostrano che dopo una certa soglia
di reddito non vi è più alcun incremento della
felicità in quanto ne rimettono i rapporti umani,
fondamentali per la nostra specie, e afferma
che “la nostra società dei consumi è il risultato
Serge Latouche
dell'insoddisfazione, non della felicità". Latouche
ironizza poi dicendo che bisognerebbe per certi aspetti tornare all'età
della pietra, anzi più indietro ancora, a quando “la gente preferiva fare
l’amore invece che la guerra”, dove si “lavorava di meno per lavorare tutti”:
lavorare un paio d’ore giusto per procurarsi gli elementi necessari alla
sopravvivenza, per poi dedicarsi all’ozio, al piacere, ai rapporti sociali,
visto che l’amore e l’amicizia creano molta più felicità dell'ultimo
modello di cellulare o di auto. Ingannevolmente, “eco” è un prefisso
costante, soprattutto nella pubblicità, utilizzato per tutto ciò che ha
maggior impatto ambientale ed economico (le automobili sono un
classico esempio), e si colora di verde, anzi di green l’economia, il lavoro,
l’energia, il cibo … come se un prefisso colorato potesse veramente farci
cambiare il mondo con una pennellata: una pura e semplice illusione
ottica. Eppure il nuovo eco-mondo già esiste, basta solo saperlo cercare
e vedere. Una miriade di pratiche ed esperienze, di movimenti, di
azioni, di teorie che vanno tutte nella stessa direzione: la frugalità come
condizione dell'abbondanza. Piccole nicchie tanto pronte a moltiplicarsi
quanto a rischio di estinzione. Un mondo-eco capace di prendere un
termine negativo come lo spreco e scomporlo in – spr e + eco, per
una società dove abbastanza non è mai troppo. Un mondo capace di
sostituire quando serve il denaro col donare e non soltanto perché si
tratta di un anagramma. Con l’ambizione che l’eco-verde virtuale si
propaghi con grande eco in eco-reale, anche attraverso le proposte
per il cambiamento uscite dagli otto laboratori sulle buone pratiche,
presentate sabato 12 marzo da numerose associazioni locali nella
quarta edizione della “festa della decrescita felice” a Trieste. Un evento
che ha avuto un buon risalto sui media locali e ha visto intervenire lo
stesso Latouche in due affollatissimi incontri svoltisi negli snodi cruciali
per il cambiamento: scuola e università.
Giada Haipel e Marta Mancin
Per approfondire si consigliano i seguenti volumi di Serge Latouche:
"Come si esce dalla società dei consumi - Corsi e percorsi della decrescita" –
ed. Bollati Boringhieri (2010)
“La scommessa della decrescita” – ed. Feltrinelli (2009)
“Breve trattato sulla decrescita serena” – ed. Bollati Boringhieri (2008)
9 Konrad aprile 2011
Microalghe fotografate al microscopio elettronico
Biocombustibli
da microalghe
Una prospettiva fitoenergetica che
non sottrae territorio all’agricoltura
Secondo i dati del Comitato Intergovernativo sul Mutamento Climatico
(Intergovernamental Panel on Climate Change - Ipcc) la temperatura
media del pianeta, nel corso del XX secolo è aumentata di 0,6°C,
in Europa l’incremento è di 0,9°C. Le proiezioni per il futuro sono
particolarmente allarmanti, visto che gli effetti sono già percepibili
(un chiaro esempio è offerto dalle compagnie di assicurazione, che
aumentano i premi relativamente ai disastri naturali). Sulla causa gran
parte della comunità scientifica internazionale concorda: l’”effetto serra”
è prodotto dall’incremento dei gas climalteranti nell’atmosfera, ovvero
tutti i gas CO2equivalenti.
È quindi abbastanza ovvio che una riduzione delle emissioni di
anidride carbonica (CO2) e, ancora meglio, una diminuzione della sua
concentrazione atmosferica, potrebbe rallentare il fenomeno, forse
arrestarlo e gradualmente anche ridurlo.
Quali biomasse per un’energia davvero “pulita”?
Poiché le piante terrestri, quelle marine, le alghe e il fitoplancton sono
assorbitori del principale gas serra con la fotosintesi clorofilliana,
in particolare, e comunque in tutti i bioprocessi che portano ad un
aumento della biomassa verde vivente, per la trasformazione di CO2
in vari e complessi prodotti organici, è ovvio che un incremento
quantitativo di tale biomassa dovrebbe condurre a un assorbimento
di CO2. Se viene combusta la biomassa verde per produrre energia
si ritiene che il bilancio fra CO2 catturata nella fotosintesi e quella
sviluppata direttamente nella combustione, dovrebbe portare a un
bilancio zero del gas serra in atmosfera. Una strada indiretta, che
permette di recuperare altre forme di energia oltre a quella termica, è
quella di trasformare la biomassa vegetale in biocarburanti, da utilizzare
al posto dei derivati dal petrolio.
Un bilancio ambientale ed energetico di tali processi dovrebbe essere
svolto su ogni tipo di filiera agroenergetica, per avere un quadro preciso
degli impatti, non solo locali ma nel contesto globale, poiché spesso
si dedicano allo sfruttamento energetico piante che sono invece
utilizzabili a scopo alimentare. L’agroenergia è invece un interessante
settore di ricerca e sviluppo e di realizzazione nell’ambito delle risorse
rinnovabili quando si utilizzano gli scarti agricoli, i residui forestali,
l’umido organico, i depositi macroalgali etc. per la produzione di biogas
e di biocarburanti.
L’utilizzo delle microalghe
Un settore innovativo (fitoenergia di terza generazione) è la coltivazione
in bioreattori di ceppi di microalghe (fitoplancton marino o di acqua
dolce, dimensioni di 10-40 micron). I bioreattori possono essere di vario
tipo: il più interessante per il basso consumo di suolo è costituito da
cilindri verticali del diametro di 30 cm (non sono utili diametri maggiori
per favorire la penetrazione della luce nella sospensione acquosa della
biomassa) alti 6-8 m. All’interno viene insufflata anidride carbonica.
I cilindri sono ovviamente trasparenti, per permettere la fotosintesi
(l’illuminazione può essere naturale con collettori solari, o artificiale, nel
qual caso nel bilancio energetico va conteggiato questo apporto) e la
crescita della biomassa algale: la CO2 diventa materia organica vivente
(0,4 kg per kg di CO2). A seconda del ceppo utilizzato si ha una diversa
velocità di generazione, ma grosso modo la biomassa raddoppia in
24 ore. I fotobioreattori sono operativi a 20-30°C e possono funzione
in batch (a stadi), ovvero quando la crescita della biomassa sta
entrando in fase stazionaria, i bioreattori vengono svuotati e il ciclo
produttivo ricomincia. Un’alternativa è la produzione in continuo del
tipo CSTR (continuous stirred tank reactor), in reattori mescolati, in
cui a un flusso d’entrata corrisponde un flusso d’uscita. Entrano CO2
e nutrienti che permettono l’alimentazione delle microalghe ed esce
la biomassa insieme all’ossigeno strippato, prodotto dalla fotosintesi.
La biomassa recuperata va essiccata e sottoposta a spremitura per
recuperare i lipidi contenuti. Successivi cicli di lavorazione possono
permettere il recupero di altre sostanze utili, addirittura silicio per
le nanotecnologie e omega-3. I ceppi vengono selezionati per
l’elevato contenuto di trigliceridi (fino al 70-80% sul peso secco, il che
corrisponde da oltre 30 fino a 100 volte la produttività della piante
oleaginose impiegate nell’agroenergia di prima generazione come il
mais, la soia, il girasole, la palma: se si misura la produttività per ettaro
di territorio occupato, le microalghe battono le piante oleaginose per
5.000 ad 1!). Normalmente i lipidi trigliceridi ottenuti sono sottoposti
alla transesterificazione, sostituendo la glicerina con alcool metilico
od etilico, ed eventualmente all’idrogenazione, migliorando le
caratteristiche tecniche del biocarburante. L’alcool può essere ricavato,
in ciclo locale, dalla fermentazione della biomassa residua, dalla cui
digestione anaerobica è possibile ottenere anche biogas con elevato
contenuto di metano. Come nutrienti si possono utilizzare i reflui
degli impianti di depurazione ricchi di azoto e fosforo, necessari per
la crescita della biomassa microalgale. La CO2 può essere fornita da
un vicino impianto in cui sono attivi processi termici (cosa normale
in gran parte degli stabilimenti industriali). I biocarburanti possono
essere impiegati per far funzionare una centrale termoelettrica, e così
l’anidride carbonica prodotta chiude un ciclo locale di flussi in entrata
e in uscita con impatto praticamente nullo sul global warming. Vi sono
altri aspetti interessanti. Il biodiesel comporta emissioni più basse dei
combustibili di origine fossile: il contenuto di polveri fini è la metà e
quello di idrocarburi policiclici meno del 20%, perché nel biodiesel
sono assenti molecole di idrocarburi aromatici; sono leggermente più
alti gli ossidi di azoto, che possono però essere controllati facilmente
(conversione catalitica), inoltre il biodiesel è facilmente biodegradabile
(98% in poche settimane).
Impianti a microalghe crescono
La tecnologia delle microalghe
vede un impianto pilota frutto
della joinventure fra Autorità
portuale di Venezia e Enalg (una
nuova società italiana che sfrutta
un brevetto della spagnola Biofuel
System) a Venezia sull’isola di
Pellestrina, che produrrà energia
elettrica (fino a 50 MW) in ambito
portuale, da fornire alle navi in
sosta presso i moli in modo da
ridurre l’inquinamento dei motori
navali. Sono coinvolte in attività di
studio e sperimentazione anche
l’EniTecnologie in collaborazione
con il Dipartimento dell’energia
degli USA (presso l’Università del
New Hampshire è da tempo attivo
un gruppo di lavoro sul biodiesel),
l’Enea e multinazionali energetiche
come la Shell, la Exxon, la Chevron,
la Texano, la E.On. Stanno nascendo
nuove società come la Shamash
francese e la Petro Sun Biofuels
Refing americana.
Un esempio di Green Economy e di
Green Jobs applicabile forse anche
a Trieste? Meditate gente, meditate.
Lino Santoro
Bioreattori per la produzione di microalghe
10 Konrad aprile 2011
Nel ritmo dei versi
Intervista a Paolo Rumiz sul suo audiolibro di prossima uscita
Rumiz non lo presento, lo conoscete. Prima
di riportare parte del nostro colloquio –
imperniato sul suo ultimo libro, “La cotogna
di Istanbul”, un racconto scritto che vuole
essere orale (a provarlo è la scelta di scriverlo in
endecasillabi e di averne fatto un audiolibro) –
devo esplicitare due cose (che mi fanno iniziare
dalla fine della nostra conversazione). La prima
è il riscontro di un’importante ovvietà: Rumiz,
già eravamo in strada per separarci, mi disse:“Le
più bele cose le vien a microfono spento,
quando xe tuti rilasadi”, e ciò è condivisibile e
pienamente umano. La seconda è un po’ un
indizio della sua personalità: appena usciti dal
suo ufficio stava per dimenticarsi di chiuderlo
e, nella ricerca delle chiavi, ha imprecato:“No
go mai soportà le ciave! Me sero fora de
casa dieci giorni al mese”. Gli risposi che era
“concettualmente positivo”, e ci capimmo.
E allora compagno, eccoci.
Innanzitutto, ti faccio i complimenti
per il libro e soprattutto per il coraggio
dimostrato, in quanto scrivere in
endecasillabi è una cosa piuttosto
coraggiosa… è mettersi un po’ in
discussione. Ma perché neanche una rima?
[…] Allora, no, rima no; magari non so,
verrà tra qualche anno, mah… perché se
uno non ha molta pratica di verso, rischia di
fare cantilena, invece abbinare il verso con
la scioltezza del discorso normale vanifica
questo pericolo.
Anche se ogni tanto cade nell’assonanza, e
quello è piacevole.
Sì, sì, ogni tanto faccio delle assonanze,
sicuro. […] La prima cosa fondamentale è che
il verso è stato scelto perché assomiglia ai
racconti del nonno ai bambini, o della nonna
ai bambini; l’andatura, diciamo, la metrica
del verso molto rotonda è stata riattivata in
qualche modo dal mio viaggiare: a furia di
sentire il ritmo sincopato dei treni e a furia
di camminare o di muovermi in bicicletta,
quella che è la naturalezza del nostro essere
un animale versificante, diciamo, è venuta
fuori. Questi versi nascono dal cammino –
battito del cuore – respiro; e così, siccome
volevo scrivere una cosa che fosse il più
vicino possibile al racconto orale, è stato
fatale arrivare a questo. Punto, questa è la
spiegazione.
Naturale quasi.
Sì, sì. […] Ecco, potremmo parlare proprio
di questa edizione/riscrittura completa
che uscirà attraverso un audiolibro (che
penso sarà nelle librerie a partire dai primi
di maggio): per tanti motivi ho dovuto
riscrivere questa cosa. Il primo motivo è
perché mi sono oggettivamente reso conto
che questa cosa era scritta, ed ero ancora un
apprendista del verso: ho fatto una marea
di errori, ci sono molti spigoli nell’andatura
del racconto ma, dopo questi settemila versi,
avevo ormai preso una certa pratica, per cui
molti che avevo già scritto mi sono sembrati
poco digeribili, e li ho ripuliti. Il secondo
motivo è che in qualche modo non riuscivo
a staccarmi da una cosa che mi aveva fatto
vivere in modo straordinario: scrivere questo
libro in versi mi ha dato una pace interiore
che nessun libro precedente mi aveva dato,
perché il verso è una cosa di cui l’uomo – non
a caso i versi esistono da sempre – ha bisogno
per vivere meglio, per dormire meglio, per
ammalarsi di meno, per…
Come la musica.
Beh, la musica ha un valore terapeutico
immenso, e quindi c’era questo, la difficoltà
di staccarmi da un’opera che mi aveva fatto
bene, che mi aveva fatto crescere anche, che
mi aveva dato un bell’equilibrio: ero un po’
come la tela di Penelope, continuavo a farla
per non dover dire che era finita. E poi il terzo
motivo, molto più banale: siccome questo in
realtà non è un libro scritto ma è un racconto
orale travestito, come tutti i racconti orali è
soggetto a modifiche continue… Io mi sono
messo d’accordo con l’editore che nessuna
edizione sarà uguale alla precedente, proprio
per dare questo senso.
Ha acconsentito?
Sì. Dio, se non mi conoscessero da tanto
tempo, mi avrebbero mandato in malora, ma,
siccome sanno che ho un plotone di lettori
affezionati, hanno accettato il rischio.
In questo audiolibro che uscirà, ci saranno
anche delle musiche, mi sembra.
Sì, sarà diviso in due parti e avrà una vita
completamente separata dal libro, anzi
direi quasi che l’audiolibro è più importante
del libro perché questo è un racconto che
devi sentire oralmente, altrimenti non lo
capisci fino in fondo. […] Sarà un audiolibro
Feltrinelli diverso da quelli precedenti. Primo,
perché sarà letto un testo molto diverso da
quello del libro originale. Secondo, perché
sarà letto da due persone non da una, cioè
Moni Ovadia e me. Terzo, perché avrà dei
siparietti musicali non tratti da musiche
già esistenti, ma composti apposta dalla
Cotogna, anzi, generati dalla Cotogna, per
mano del compositore triestino Alfredo
Lacosegliaz. Queste musiche di separazione
tra un capitolo e l’altro hanno generato a
loro volta dei pezzi musicali completi che,
e questa è l’ulteriore novità dell’audiolibro,
avranno in allegato anche un cd con le
musiche complete. Quindi ci saranno due
cd, uno parlato e uno musicale. […] Dunque,
la persona che canta di più, e che interpreta
in modo assolutamente superlativo, direi
difficilmente eguagliabile, è Ornella Serafini:
è una che ha molta pratica con le musiche
di Lacosegliaz, e poi ha anche capacità di
interpretare l’anima slava molto bene. Poi
ci sarà Vinicio Capossela, che ha fatto una
specie di vaticinio monocorde sulla Cotogna,
raccontando come la parola “sevdah” diventa
“la nera bile” […], facendone, in sostanza, il
periplo della parola.
Quello su cui Max [uno dei personaggi
della storia] riflette.
Certo. Poi ci sarà una breve introduzione di
Giuseppe Cederna. Il tema centrale della
Cotogna, quindi la musica originale della
Cotogna, sarà suonato assolo, senza nessun
accompagnamento, da Mario Brunello,
violoncellista. Ci sarà anche una piccola
canzone turca che è la canzone dell’assenza,
la stessa che chiude un po’ il libro, cantata
[…] da un’attrice turca in modo magnifico,
anche questo senza accompagnamento.
[…] è stata un po’ una corsa, diciamo, di
persone che, dopo aver letto il libro, hanno
voluto in qualche modo esserci nella storia,
come se fosse una, veramente, confraternita
[riferimento a un fatto raccontato verso il finale
della Cotogna], tra cui, per esempio, Federica
Lotti, che […] si è “intromessa” in una delle
più belle canzoni, La canzone di Affan, con
l’ottavino e il flauto traverso. E poi ci sono
altri musicisti che hanno suonato dentro.
Insomma è un bel lavoro collettivo.
Ti blocco un attimo perché hai nominato
Affan: lui dice una cosa, e voglio sapere
se tu la condividi: “[…] c’era un’altra cosa
ancora:/quella parola pomposa, “Europa”,/
l’Occidente, che invece di capire/l’imbroglio
nascosto dietro la guerra/a vista d’occhio si
balcanizzava”.
Affan è un po’ il folletto della situazione. Ci
sono parecchi personaggi che determinano
degli snodi in questa storia, che è popolata
di uomini attorno a una sola donna, alla fin
fine. E Affan, questo pittore con una certa
tendenza all’alcol che impastava le macerie
ma anche le lingue, beh, dice una cosa che
io ho sempre pensato insomma, cioè che di
fronte alla Bosnia, lo dimostra anche l’ultimo,
il caso del generale Divjak [di cui ha parlato
recentemente (6 marzo) su “Il Piccolo”], l’Europa
non sa che pesci pigliare, non sa interpretare
le cose, non sa distinguere, si muove in modo
ipocrita e non capisce che è già infettata
da quello che nei Balcani si è manifestato
11 Konrad aprile 2011
per primo. Quindi, non sapendo guardare i
Balcani, non sa neanche guardare sé stessa,
proprio è automatico.
[…] Una cosa che devo dire è che il 24
[marzo] esce un altro libro mio che si chiama Il
bene ostinato [Feltrinelli]. È un libro sui medici
italiani in Africa, e me ne sono occupato per
due mesi l’anno scorso, così, in vari intervalli
del mio lavoro normale. Mi sono occupato di
un’organizzazione non governativa religiosa,
di Padova: mi ha letteralmente folgorato
come approccio, efficienza, umanità e
continuità nel lavoro: cioè questi sono da
sessant’anni sulla breccia senza fare una
piega. E mi hanno veramente conquistato:
mi hanno cercato per vedere se si poteva
scrivere di loro. Io mi son trovato di fronte a
un mondo unico, che è il mondo, il grande,
grandissimo mondo del volontariato italiano,
di cui si parla troppo poco… ma con in più un
quadro organizzativo da far invidia a qualsiasi
ministero di questa Italietta allo sfascio. Più
volte, lavorando con questa gente, ho avuto
la sensazione che se venissero messi loro al
posto del Ministero degli Esteri o della Sanità,
l’Italia funzionerebbe a un’altra velocità. Ma
quello che mi ha incuriosito di più è stato
constatare che le forze più partecipi in questa
sfida vengono dagli stessi luoghi dove è più
forte la chiusura leghista, soprattutto verso gli
stranieri. Quindi, ne è venuta fuori la mappa
di un’Italia in cui convivono negli stessi
luoghi, se non nelle stesse famiglie, talvolta
anche nella stessa persona, l’altruismo più
illuminato e la chiusura più becera. Qual è,
che mistero c’è dietro a tutto questo?
La cura è nella malattia.
In parte, sì, in parte sì. […]
Un ultima cosa ti chiedo, che magari è la
più banale ma interessante: la genesi della
storia saranno, immagino, i tuoi viaggi…
Di questa storia c’è chiaramente la
conoscenza con una donna, che ho
conosciuto, che mi ha cantato la canzone e
poi è morta, e nel giorno in cui è morta io
l’ho sentita – ero a Istanbul – e un venditore
di cotogne mi è venuto incontro con questo
alberello di frutti gialli, che è stata una cosa…
una coincidenza, se possiamo chiamarla così,
pazzesca, che poi non ho avuto pace. Proprio
lì ho cominciato a raccontare questa storia
perché mi sembrava così incredibile… ma a
furia di raccontarla si è arricchita di un bel po’
di dettagli. Ti faccio sentir qualcosa, dai.
[Il privilegio che ho avuto nell’ascoltare alcuni
brani con lui può essere parzialmente distribuito
considerando che saranno gli stessi che
troverete nell’audiolibro di prossima uscita]
Riccardo Redivo
L'Ipod di Linus
Naive. L'ingenuità che si nascondeva sotto il fine strato della sua
copertina, forse per scappare dalle cattiverie del mondo. Il piccolo
Linus e il suo quadrato di stoffa. La mia generazione, ragazzi del
‘96, ha trovato il suo nascondiglio dal mondo nell'ipod, come Linus
nella coperta. Lo portiamo sempre in tasca come si faceva un tempo
con le figurine; è diventato parte di noi fino a diventare un bisogno
quotidiano. Ma se per qualche adulto è ancora sconosciuto il motivo
di tanto isolamento in questa "grande" tecnologia l'unica risposta
che posso dare è l'età. Sto parlando di quell'età dove tutto è ancora
da scoprire, tutto è sorprendente e in cui i vecchi genitori sono solo
un ostacolo nell'avventurarsi nella realtà. Non c'è più dialogo, né
compromessi, le regole e l'autorità di mamma e papà diventano il vero
nemico e allora si cerca un nascondiglio dove non si possano sentire le
loro assillanti prediche, le loro lagne.
Siamo giovani e quale arte meglio della musica può capirci davvero:
tra le sue braccia ci sarà sempre conforto.
Ecco la spiegazione dell'ipod, ecco perché ne siamo così dipendenti.
Honoré de Balzac diceva: La gioventù non osa guardarsi allo specchio
della coscienza quando precipita dalla parte dell’ingiustizia, mentre l’età
matura vi si è già specchiata: qui sta tutta la differenza fra queste due
fasi della vita. Ho sempre trovato una grande verità in queste parole.
Quando un adulto ci osserva, criticando le nostre scelte, denigrando
i nostri errori si dimentica di quando anche esso aveva sbagliato. La
mamma che dice alla figlia: "Quel ragazzo non è giusto per te" ha
perso il ricordo dei baci segreti e proibiti che anche lei aveva donato a
qualche labbra.
A volte sarebbe bello un dialogo maggiore tra genitore e figlio, ma
infondo è giusto così, ci sarà sempre quel periodo nella vita dove i figli
non capiscono i genitori e l'incontrario, ma fa parte del ciclo. A volte
mi farebbe comodo un libro delle istruzione per farmi capire meglio
da mio padre e da mia madre, ma purtroppo, o per fortuna, non esiste
e non esisterà mai.
Chi è giovane non pensa ad invecchiare, forse è per questo che a
volte, le nuove generazioni, sono così spericolate e strafottenti, ma
oltre a, giustamente, castigare bisogna cercare di capire i nostri sbagli,
in quanto anche il più vecchio ramo del mondo è stato prima una
gemma.
Il nostro ipod è temporaneo, non preoccupatevi genitori, appena
vedremo che non possiamo sempre farcela solo ed esclusivamente
da soli vi verremo a cercare; non lasciateci guardare il mondo da sotto
una campana di vetro né lasciateci abbandonati perché abbiamo
bisogno di voi. L'ipod passerà e appena noteremo che il mondo ha una
musica più bella senza le cuffie potremo tornare a parlare liberamente,
senza urla e strilla, ma con più maturità. E allora capirete che la nostra
generazione ha raggiunto il vostro futuro e che presto, una nuova
nascerà, piena degli stessi bambini, degli stessi ragazzi che erano in
voi e che lo sono tuttora.
La coperta di Linus si trasformerà in un nostalgico ricordo e così sarà
anche per l'ipod.
Beatrice Achille
12 Konrad aprile 2011
Libri
Ogni giorno muore un angelo
Permettetemi una confidenza: io scrivo racconti brevi, talvolta brevissimi. A chi mi chiede
perché, dico che mi piace la loro luce improvvisa, traumatica. Un racconto breve è come un
flash fotografico che toglie l’oggetto dal buio e
al buio subito lo restituisce.
Ma ahimè, la verità è anche un’altra... Mi è
tremendamente duro reggere il lavoro di un
romanzo. Occorre pazienza, rigore, costanza,
memoria, sacrificio, amore totale per quello
che si va scrivendo e che forse porterà via mesi,
anni, della propria vita. Sere e stagioni dedicate
a quella cosa sola. Difficile, davvero.
Ed è per questo che ogni volta che scopro un
autore che, alla sua prima prova, riesce a tenere
Ogni giorno muore un angelo
Antonio Di Gregoli
€ 25,00
501 pagine
2002, Armando Siciliano Editore
Il prezzo può apparire eccessivo, per un'opera prima,
in brossura. Si consideri però che parte del ricavato va
in beneficenza (all'Associazione ONLUS A.E.P. Amici
dell'Ematologia di Pavia).
salde le redini di un’opera lunghissima e articolata, resto stupefatta e ammirata.
È il caso di questo romanzo di Antonio Di
Gregoli. Uscito qualche anno fa, Ogni giorno
muore un angelo narra le vicende di Alan e
Laura, fratello e sorella, e di tutto un universo
che ruota loro attorno nella Georgia del XIX
secolo. Una società in profondissimo mutamento, tra schiavismo e guerra di Secessione.
Un grande affresco storico ed umano. Laura,
se vogliamo, è il filo conduttore. Il romanzo la
segue da quando ha tre anni fino a quando ne
avrà ventisei. Ma sarebbe sbagliato definirla
protagonista. Non ci sono protagonisti e non ci
sono figure minori. Ogni personaggio è scolpito abilmente e con sensibilità al pari degli altri.
E il romanzo sembra un fiume (a volte placido,
a volte tumultuoso) in cui ogni goccia d’acqua
è preziosa, ogni individuo essenziale, ogni
dettaglio utile.
Edward M. Forster, nel suo delizioso saggio
Aspetti del romanzo, distingueva tra personaggi delineati a semplice contorno, piatti,
senza vita, tagliati attorno ad un’unica idea
fissa o qualità, senza sentimenti profondi; e
personaggi modellati, a tutto tondo, corposi,
ricchi di sfumature e cambi d’umore, palpitanti
di sofferenza rabbia o felicità.
Mentre i primi sono vuoti, meramente fini alla
storia, funzionali ma sterili, è soltanto grazie
ai secondi che il miracolo del romanzo può
compiersi. Quel miracolo che rende possibile
che una persona, libro in mano, si perda e si
specchi in un altro mondo, in un altro tempo;
quell’incantesimo folle secondo il quale leggere è anche, appassionatamente, vivere.
Ebbene, i molti personaggi di Ogni giorno
muore un angelo appartengono - tutti, anche
quello che compare più fugacemente - alla categoria dei secondi. Li incontriamo fisicamente,
come fatti di carne, e come amici perduti li
ricorderemo per sempre.
Di Gregoli (che nella vita è funzionario di
Polizia) è appassionato di storia. Abbastanza
ovvio quindi che, al momento di mettersi a
scrivere, si sia fatto accompagnare dall’altra sua
passione.
“Ho scelto lo scenario dell’America della
seconda metà dell’Ottocento, della Guerra
di Secessione in particolare, un periodo sul
quale mi sento più preparato e su cui ho voluto
aprire una finestra per il lettore. Ma al di là del
contesto storico, il messaggio è che le guerre,
tutte le guerre, quelle di ieri o di oggi, sono
orribili, devastanti, trascinano con sé un carico
di vittime innocenti”.
Ma come è nata la passione per la scrittura?
“Ho iniziato per caso. Mi sono messo al computer e ho buttato giù una pagina. Il risultato mi
è piaciuto, ci ho preso gusto e ho proseguito
giorno dopo giorno, fino ad accumulare 500
pagine”.
E si tratta, credetemi, di pagine vere.
Basta fare un giro in libreria, sfogliare qualche
best-seller furbescamente confezionato, per
rendersi conto che spesso il numero di pagine
è gonfiato, dallo stesso autore che inserisce
nella trama digressioni del tutto inutili, e da
editori altrettanto astuti che impaginano il
romanzetto iniettandoci spazi bianchi a sinistra
a destra di sopra e di sotto.
Non è questo il caso... Le 500 pagine di Di
Gregoli sono tutte dense e assolutamente
necessarie. Non potrebbe esser tolto un rigo
senza recare danno al perfetto equilibrio della
vicenda.
L’unico commento sfavorevole, spiace dirlo,
riguarda l’editore, Armando Siciliano, che non
ha curato bene né l’editing né la distribuzione.
Auguro sinceramente a questo romanzo di
trovare un altro editore che lo sostenga e lo
valorizzi come merita.
Luisella Pacco
fisioforma studio
individuali sono personalizzate ed il training è indicato, oltre
che a tutti, agli sportivi, agli anziani, ai ballerini ed ai musicisti.
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movimento, mentre il GYROKINESIS® training viene eseguito
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13 Konrad aprile 2011
Veduta aerea di “Coral Castle”, una moderna
Stonehenge costruita da un uomo solo.
Si tratta di circa 1.100 tonnellate di roccia calcarea
Particolare di “Coral Castle”: l’angolo dedicato alla
luna e ai pianeti. Ci sono anche un quadrante solare e
un “telescopio”, formato da due obelischi allineati in
direzione della Stella Polare
Il “palazzo ideale” costruito da Ferdinand Cheval.
Non basterebbero cinquanta foto per rendere
giustizia a quest’opera, tale è la sua complessità e la
sua ricchezza di particolari. Ricorda molto la celebre
“Sagrada Familia” di Gaudì
Credere alle fiabe
Prima fiaba, primo sogno. C’era una volta un giovane taglialegna che era
innamorato di una ragazza, che divenne la sua promessa sposa. Tutto
andò liscio finché – come in ogni fiaba che si rispetti – non sopraggiunse
l’inevitabile “ma”. La ragazza, più giovane di lui, decise di lasciarlo proprio
il giorno prima del matrimonio. Indecisione, capriccio, ripensamento:
nessuno saprà mai la verità. O forse, molto semplicemente, la ragazza
sentiva che il giovane taglialegna non l’avrebbe resa felice: era troppo
chiuso, troppo strano per i suoi gusti. Il ragazzo, avvilito e disperato, andò
a cercare fortuna altrove. Giunse così in terre lontane e fredde, dove si
immerse nel lavoro per dimenticare le sue sventure. Tanto fece che si
ammalò, e così se ne andò verso sud, dirigendosi verso luoghi più adatti
alla sua salute. Finalmente trovò un paesino che faceva per lui: un posto
caldo e senza troppa gente, tra l’altro perfetto per il progetto che aveva
in mente. Sì, perché l’umile taglialegna aveva un sogno: riconquistare
la sua ragazza, a qualunque costo. Per fare questo avrebbe dedicato
anima e corpo a un’impresa talmente grande, talmente folle da sembrare
impossibile. Piccolo e magro ma ricco di ingegno cominciò a tagliare e
a scolpire enormi blocchi di pietra. Più erano grandi e più era contento,
perché solo così la sua impresa sarebbe apparsa davvero stupefacente.
Passò molti anni della sua vita, tutto solo, facendo il taglialegna di giorno
e lavorando nel tempo libero, compresa la notte, scolpendo e spostando
le immani pietre per riconquistare il cuore della sua amata, che sperava
non fosse altrettanto di pietra. Fra il vicinato correva voce che il giovane
fosse dotato di misteriosi poteri, o che lo aiutassero gli spiriti, tanto
sembrava impossibile che un piccolo uomo come lui potesse realizzare
un’opera così stupefacente. Una torre, colossali raffigurazioni della luna e
dei pianeti, archi di pietra degni di un gigante e come porta d’ingresso al
singolare giardino di pietre un’immane roccia realizzata con tale maestria
che si apriva con un dito... Eppure il taglialegna non possedeva alcun
potere magico, se non quello della determinazione e dell’amore. Un
giorno, molto tempo dopo, così come se ne era venuto, il taglialegna se
ne andò, questa volta per sempre, e nessuno lo rivide mai più. Rimasero,
mute testimoni della sua passione e della sua tenacia, le sue enormi
architetture di pietra.
Seconda fiaba, secondo sogno. C’era una volta un postino, figlio di un
panettiere. Un giorno, dopo aver consegnato la posta, cammina che
ti cammina giunse a un fiume. Nel fiume lo aspettava da millenni un
ciottolo dalla forma singolare. Il giovane lo raccolse quasi senza pensarci.
Come una folgore un’idea illuminò la sua mente, e si riempì le tasche di
sassi. Così fece l’indomani e nei giorni che seguirono, finché non decise
di prendere in prestito una carriola. Cataste di pietre si accumulavano
nel suo giardino, ma non bastavano ancora: il suo sogno era più grande
di qualunque mucchio di sassi avesse mai visto. Lui, di umili origini,
si sarebbe costruito un palazzo più ricco e sontuoso di qualunque re.
Pietra su pietra, mattone su mattone, statua su statua, il palazzo avrebbe
preso forma. Poco importava se i tempi sarebbero stati lunghissimi e il
lavoro molto duro: non c’era nessuna fretta, e, come tutti sanno, nelle
fiabe il tempo non esiste, scorre a modo suo, cent’anni possono essere
un giorno e un giorno cent’anni. Nessun architetto, nessun ingegnere,
nessun operaio. Il postino non poteva permettersi nulla di tutto questo,
e nemmeno gli interessava. Gli bastava osservare le illustrazioni delle
cartoline che continuava a consegnare, per trovare ispirazione in quello
che stava costruendo. Un po’ di Egitto, un po’ di Oriente, un pizzico di
Europa... il mondo era pieno di sfingi e cattedrali, templi, palazzi e colossi
di pietra. Il postino desiderava che il palazzo dei suoi sogni fosse qualcosa
di unico, di mai visto prima, e per questo avrebbe contenuto in sé tutte
le architetture mai costruite dagli esseri umani. Il palazzo fu terminato
in un giorno solo del tempo delle fiabe, ovvero trentatré anni del tempo
normale. Il postino ne fu soddisfatto, e visse felice e contento fino alla fine
dei suoi giorni.
Terminate queste due brevi fiabe, posso rivelarvi un piccolo segreto: sono
storie autentiche.
Il taglialegna era un tale Edward Leedskalnin (1887-1951), originario della
Lettonia. Dopo essere stato lasciato dalla fidanzata, emigrò in Canada
prima e in California dopo, a Homestead, presso Florida City, dove realizzò
il suo “Rock Gate Party”, ora ribattezzato “Coral Castle”. (Per ulteriori notizie:
www.bazardelbizzarro.net/coral_castle.html)
Il postino era il francese Ferdinand Cheval (1836-1924). Il suo “palais idéal”
si può tuttora visitare nella cittadina di Hauterives, e dopo un recente
restauro è divenuto meta turistica e sede di eventi artistici e musicali. (Se
volete saperne di più: www.bazardelbizzarro.net/ferdinand_cheval.html)
Morale della favola? Beh, non venite a dirmi che non avete la vostra
Stonehenge o la vostra Tenochtitlàn personale nel cassetto. Ovviamente
dobbiamo tenere conto della burocrazia e del piano regolatore, e del resto
non so se al mondo ci sia posto per 6 miliardi di “palazzi ideali”. Non so
nemmeno se a tutti noi importi ricevere l’Oscar o il Nobel, e finire nella hit
parade o sul Guinness dei Primati. Una grande impresa può essere quella
di scalare il K2 in solitaria, come anche realizzare la migliore torta di mele
del vicinato.
La grande impresa che vi propongo di compiere ora è di liberare tutti gli
oggetti, gli strumenti e le idee che teniamo indebitamente in ostaggio:
fuori quindi le penne dagli astucci, le tavolozze dai cassetti e i violini
dagli armadi. Tutte cose che abbiamo usato sì e no un paio di volte, e poi
abbiamo accantonato – magari per paura di rovinarle (!). Invece le cose
sono nate per essere adoperate e consumate senza ritegno. Anche i sogni
e i progetti devono volare liberi, e non restare tenuti in cattività dentro un
dimenticatoio.
Qualunque sia la nostra abilità e il nostro talento, fosse anche
semplicemente quello di vivere, l’importante è, come diceva un vecchio
obnauta di mia conoscenza, “non lasciare la Ferrari in garage”.
E non importa se non diventeremo mai ricchi né famosi: poter vivere la
propria fiaba è di per sé una ricompensa.
Francesco Gizdic
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14 Konrad aprile 2011
IL BOMBARDAMENTO DI DRESDA
ED IL TEMPO
Fra pochi giorni, il 10 aprile, ricorrerà il quarto anniversario della partenza di Kurt Vonnegut per il pianeta dove, si dice, abbiano residenza
Jimi Hendrix, Jim Morrison ed Elvis Presley.
Bisogna dire che ricordare in un anniversario uno come K(urt)
V(onnegut), probabilmente lo offenderebbe. Lui ti direbbe che la
sua partenza esiste dalla nascita del tempo e si estenderà sino alla
sua eventuale cessazione. Come del resto il suo arrivo, o un fatto
qualunque (andare a far compere, scrivere un romanzo, pestarsi
l’alluce su uno spigolo, ecc.), accaduto durante la sua temporanea
permanenza sulla Terra. E come qualsiasi momento per chiunque o
qualunque cosa.
Il tempo per KV, ed anche per Parmenide (e vuoi che i greci non
l’avessero già pensata?), non è una sequenza di unità che chiamiamo
ore o secondi o eoni, ma assomiglia ad un terreno stratificato. Gli
strati sono gli attimi che noi attraversiamo verticalmente, ma che
lateralmente si estendono a destra e manca sino a dove nessuno lo sa,
ma comunque sempre uguali a se stessi. Platone pensava che il tempo
fosse l’immagine mobile dell’eternità. Un ossimoro, ma adatto alla
circostanza.
Nel romanzo “Cronosisma” KV mette in campo le conseguenze di una
tale concezione del tempo. Un terremoto temporale, porta il mondo
dieci anni indietro. Fate conto dai tristi novanta ai non allegri ottanta.
Ebbene tutti e tutto, uomini, nuvole, formiche, comete e farfalle
rifanno, o rifaranno, esattamente quello che avevano già fatto nei dieci
anni trascorsi prima del sisma. Rifacimento della dissoluzione della
Jugoslavia e delle migliori prestazioni degli U2. Ri-riunificazione della
Germania e Tien’anmen. Squagliamento dell’URSS e pubblicazione de
“Il secolo breve” di Hobsbawm.
Un incubo per gli iscritti al club del Libero Arbitrio.
Una concezione del tempo così determinata, e tanto indeterminante,
fa pensare alla biografia di KV: partecipò, come bombardato, alla
distruzione di Dresda ad opera degli aerei alleati fra il 13 e 15 febbraio
1945.
KV era stato preso prigioniero a fine ’44 nelle Ardenne e come la
vittima di un meccanismo, viene trasferito a Dresda. Cavolo, proprio
Dresda. E lì incoccia il momento del terribile bombardamento. A cui
sopravive.
Esce dal Mattatoio n°5, nei cui sotterranei s’era intrattenuto durante
il massacro, e si aggira in un mondo di macerie e gente carbonizzata
ridotta a bozzoli neri della grandezza d’un sacco di caffè. Un suo
compagno di prigionia raccoglie una teiera rimasta miracolosamente
intatta e viene, seduta stante, fucilato per furto dai tedeschi.
Io penso che avere assistito ad un tanto clamoroso stupro
dell’intelligenza, abbia influito sul formarsi della concezione del tempo
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Kurt Vonnegut
di KV. E del disprezzo per il libero arbitrio che caratterizzano la sua
opera.
Poi guardando ad altre viste del tempo, l’assurdità di quella di KV
si attenua. Per Richard Feynman, premio Nobel per la fisica nel
’65, “Il tempo è ciò che accade quando non accade nient’altro”. Il che
presuppone che se inciampi e stai cadendo, il tempo si blocca ed
attende che tu sbatta il grugno. Sant’Agostino sembra uno che
concioni in osmiza: “… il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio
spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più.” Bevi con l’acqua, Agostino.
Oppure il signor Wikipedia: “Il tempo è la dimensione nella quale si
concepisce e si misura il trascorrere degli eventi.” E la relatività? E se si
ferma l’orologio? E se non hai tempo? E se chi ha tempo non aspetti
tempo?
Accidenti, la faccenda non è semplice, ma soprattutto dove sta la
polpa? Che c’è da guadagnarci?
Ecco, secondo me KV sana la frattura fra immensità del pensiero
umano (KV ne è l’esempio palese) e l’immenso cumulo di cazzate che
è la storia umana, quella scritta e quella tramandata, la mia, la tua e
anche quella del dirimpettaio.
Tutto c’è! Non c’era, né sarà. C’è, adesso, prima di adesso e dopo.
Così che la stupidità del mondo si perde in un universo il cui senso è
proprio nel tempo. Ovvero proprio nessun senso.
Peccato che proprio KV, nei suoi libri tagli a fette questo stupido
animale geniale che è l’uomo. Perché farlo se tutto, prima E dopo, è
già avvenuto?
La sua ironia fa sospettare che anche sul tempo ti prenda per il culo.
Claudio Pettirosso
15 Konrad aprile 2011
trasporti e ambiente
Ancora in tema
di mobilità urbana
L’esempio di un nuovo modo di muoversi in città proviene, incredibilmente, da New York,
quella che potrebbe apparire, agli occhi di noi europei, la più congestionata dal traffico
automobilistico. E invece no: ce lo rivela Antonio Galdo in un suo libro intitolato “Basta
poco” (per cambiare in meglio il nostro stile di vita), pubblicato recentemente da Einaudi.
Isole pedonali dappertutto, corsie preferenziali per i mezzi pubblici, taxi collettivi, diecimila
biciclette in affitto con appositi parcheggi, un piano comunale per molte piste ciclabili, oltre
cinque milioni (!) di alberi piantati in tutti i quartieri, tutto è accaduto, ci informa Antonio
Galdo, per merito del sindaco Michael Bloomberg e certamente con la collaborazione dei
cittadini che hanno capito il merito delle sue iniziative, appoggiandole con concrete azioni
individuali. I risultati della svolta sono stati clamorosi. L’autore ci informa che il 77 per cento
di coloro che vivono sull’isola di Manhattan non ha la macchina e si scopre che oltre la metà
dei residenti nei quattro principali quartieri newyorchesi non possiede più un’auto. Oltre
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l’80 per cento degli abitanti di Manhattan va al lavoro in metropolitana, in autobus, in bici, a
piedi. Grazie a loro New York è diventata la città americana che brucia meno benzina. In un
libro del giornalista David Owen, collaboratore del famoso periodico culturale “New Yorker”,
si celebra New York come simbolo del nuovo capitalismo. Ciò è stato possibile non solo per
l’azione illuminata del sindaco, ma per il cambiamento di abitudini di moltissimi cittadini.
Alle pagine 55 e 56 del libro in esame si legge testualmente: “eppure i comportamenti degli
abitanti di New York, e prima ancora le scelte strategiche del suo sindaco, ci aiutano a capire
quanto il cambiamento sia allo stesso tempo una necessità e un’opportunità. E quanto lo spreco
quotidiano che ogni giorno si materializza nelle sembianze di un automobilista incastrato nel
traffico, nelle strade coperte da tappeti di macchine in fila, nei marciapiedi intasati, sia ormai
considerato un virus che avvelena la vita in città. Una malattia guaribile a condizione che si
riconosca innanzi tutto l’uso eccessivo, e spesso, inutile della macchina”.
Come sia, invece, ben diversa la situazione in Italia, ce lo racconta ancora Antonio Galdo. Vale
la pena di citarlo alla lettera: “In Italia, considerando soltanto la popolazione delle dieci città più
grandi della penisola, è stato calcolato che il traffico ci ruba ogni giorno un’ora di tempo a testa
e, sommando le varie spese, qualcosa come 27 miliardi all’anno. Tempo e soldi sprecati. Ogni
anno i romani bruciano 21 giorni del calendario per stare in macchina, imbottigliati nel traffico,
in coda, oppure alla ricerca affannosa di un parcheggio (im)possibile”. Più avanti si sottolinea
che l’auto, con l’uso forsennato che ne facciamo in città, si è trasformata in un nemico di una
buona qualità della vita e che anche lo spazio, come l’aria, viene rapito dalle automobili, che
occupano quasi il 90 per cento della superficie stradale.
Per vivere meglio, dice il giornalista, basta poco e si può partire da un semplice gesto:
passeggiare. Una scelta ancora una volta imposta dai lenti cambiamenti ai quali la grande
crisi, anche per stato di necessità ci costringe, se è vero che, come afferma un’indagine del
Censis, si dimostra che con la recessione 21 automobilisti su 100 hanno deciso di usare meno
l’auto e nella classifica delle alternative, dopo i mezzi pubblici, compare proprio la semplice
passeggiata. A questa che sembra una semplice soluzione, almeno parziale, del problema,
Galdo dedica un apposito capitolo, che non solo si sofferma sui vantaggi fisici e psichici del
muoversi a piedi, ma richiama anche i precedenti, per così dire, filosofici e culturali, di una
tale scelta. E si va da Platone ad Epicuro, da San Tommaso a Pascal, il quale ultimo affermava
che “la natura dell’uomo è nel movimento”. Pensiero riecheggiato nella famosa frase di
Einstein, secondo il quale “l’uomo è come la bicicletta, che non sta in equilibrio se non si muove”.
Mi si lasci umilmente condividere l’intelligente e spiritosa battuta del grande scienziato.
Sergio Franco
l’Ecosportello
è anche a Muggia,
in via Roma,
ogni giovedi dalle 17.00 alle 19.00
Presso l’ECOSPORTELLO riceverai informazio-
ni sugli aspetti normativi e sulle agevolazioni
fiscali e tariffarie in materia di isolamento termico, sui finanziamenti bancari, sugli impianti solari fotovoltaici e termici e sul risparmio
energetico attraverso l’impiego di apparecchiature a elevata tecnologia che possano garantire una riduzione dei consumi e nel contempo
ottimizzare le prestazioni.
Rendere le nostre abitazioni efficienti energeticamente vuol dire consumare meno energia
a parità di confort, quindi risparmiare! è possibile ottenere questi risultati senza sacrifici,
mantenendo lo stesso benessere nelle abitazioni, o addirittura migliorandolo. Oggi l’uso
dell’energia negli edifici rappresenta circa il
40% della domanda finale di energia. è dunque inevitabile che a scelte energetiche attente
corrispondano un risparmio in bolletta e un
maggior benessere sociale.
circolo verdeazzurro - trieste
Servizio realizzato in collaborazione con Banca
Popolare Etica e Arci Nuova Associazione Trieste
16 Konrad aprile 2011
FILM STORICI VERI E FALSI
Riguardo al rapporto tra gli americani
(i cineasti in particolare) e la Storia,
ricordo che da ragazzino non riuscivo
proprio a sopportare il "peplum": quegli
antichi romani con le pettinature anni
60 alla Grease, amori ideali e famiglie
monogamiche, visibilmente a disagio
in toga perché non sapevano mai come
sistemarsela, terribilmente imbranati
nell'uso del gladio, con schiavi che
sembravano dei domestici e ancelle che
sembravano pin-up, beh tutto questo lo
trovavo davvero ridicolo. Unica eccezione
(parziale) Spartacus di Kubrick che se non
altro aveva un senso "politico" di lettura.
Rispetto a questi film preferisco quelli di
Ercole e Maciste che essendo mitologici
potevano permettersi ricostruzioni
puramente fantastiche e immaginarie,
e dunque erano più onesti. Poi ho
apprezzato molto Satyricon di Fellini,
film puramente visionario, fondato su una
tesi secondo me illuminante e cioè che
per l'uomo contemporaneo l'antichità
(il mondo pagano in particolare) non
sia rappresentabile se non come un
delirio totale: avete presente la bellissima
sequenza del bordello "popolare"? Quello
è un pezzo di cinema dell'orrore assoluto.
Mentre il Caligola con le modelle di
Penthouse è una cacata imbarazzante
(scusate il termine). Andate in visita
al Colosseo e leggete i cartelli che
illustrano come il pubblico assisteva ai
giochi un rito davvero incomprensibile
per noi moderni poi confrontatelo con
il Gladiatore di Ridley Scott e il suo
pubblico da stadio o da televisione non
SIAMO TUTTI INTELLIGENTi
Tante volte mi capita di fare delle lezioni in scuole di tutti i livelli, e incontro tanti ragazzi,
qualche volta inconsapevoli di quello che li aspetterà, altre volte studenti appassionati di
matematica e di giochi, che vogliono allenarsi per gare, anche a livello mondiale.
Non è simpatico fare statistiche e confronti, ma qualche volta ho notato che i ragazzini
delle medie, con le loro intuizioni, riescono a risolvere problemi identici a quelli che invece
mettono in difficoltà gli studenti usciti dal liceo, alle prese con gli esami di ammissione
all’università.
Anche in programmi a quiz tante volte mi capita di vedere problemi semplici di logica, che
mettono in difficoltà anche laureati.
Sarà l’emozione dell’esame, oppure della diretta, ma… non dovrebbe capitare!
Se volete provare anche voi, vi propongo alcuni di questi quesiti.
Non ci sono problemi se qualcuno non riesce a risolvere tutto. Ma se cerchiamo di fare un
ragionamento corretto, magari dopo aver fatto un esempio più semplice di quello richiesto,
tutto si risolverà.
1.
2.
3.
4.
In un cassetto ci sono 6 calzini rossi e 10 gialli. Quanti devo prenderne come
minimo, al buio, per essere sicuro di avere un paio di calzini dello stesso colore?
In un cassetto ci sono 6 calzini rossi e 10 gialli. Quanti devo prenderne come
minimo, al buio, per essere sicuro di avere un paio di calzini di due colori diversi?
In un cassetto ci sono 6 guanti rossi e 10 gialli. Quanti devo prenderne come
minimo, al buio, per essere sicuro di avere un paio di guanti dello stesso colore?
In un cassetto ci sono 6 guanti rossi e 10 gialli. Quanti devo prenderne come
minimo, al buio, per essere sicuro di avere un paio di guanti di due colori diversi?
solo c'è da provare un profondo senso di
pena per la ricostruzione iper-finta, ma
c'è da arrabbiarsi per tutte le occasioni
di racconto drammatico, allucinante,
incomprensibile persino, che si è mangiato.
Lo spettacolo vero e più sconvolgente
avveniva sugli spalti , non nell'arena. Le
persone anemiche, tanto per dirne una,
nelle pause dei massacri andavano a
bersi il sangue delle vittime. Il cinema
contemporaneo ha troppo poco coraggio
per mostrare queste cose, per raccontare
la distanza assoluta che ci separa da
certe culture arcaiche. La narrativa invece
potrebbe e dovrebbe fare molto, invece
pare giudicare più appagante sul piano
commerciale, ridurre la Tragicità della
Storia a una sfilata in costume. Noi siamo
invece travolti dalla Storia che in certi
momenti è davvero un orrore indicibile. E
riscoprire gli orrori del passato, ci aiuta a
riconoscere con ben altra consapevolezza
gli orrori del presente.
Gianfranco Manfredi
Lavoro:
Come si potrebbe peggiorare il testo, andando avanti a pensare altri testi, e le relative
soluzioni?
Giorgio Dendi
Collabora con Konrad Gianfranco Manfredi.
Cantautore politico e ironico negli anni
Settanta (Ma non è una malattia, Zombie
di tutto il mondo unitevi), autore di
fumetti (Magico Vento, Volto Nascosto),
romanziere tra i più eclettici in Italia (Magia
rossa, Ho freddo, Una fortuna d’annata,
il recentissimo Tecniche di resurrezione),
sceneggiatore cinematografico.
Soluzioni:
1. Si devono prendere 3 calzini: alle prime 2 estrazioni potrebbero capitare uno giallo
e uno rosso; il terzo farà coppia con uno dei due precedenti.
2. Si devono prendere 11 calzini: alle prime 10 estrazioni potrebbero capitare tutti i
calzini gialli; all’undicesima, un calzino rosso verrà fuori.
3. Si devono prendere 9 guanti: a differenza dei calzini, i guanti possono essere destro
o sinistro, e quindi, siccome ci sono 8 paia di guanti, i primi 8 potrebbero essere
tutti destri, oppure sinistri; il nono guanto farà paio senz’altro.
Si devono prendere 11 guanti: i primi 10 potrebbero essere tutti gialli, mentre
l’undicesimo senz’altro sarà di colore diverso dei precedenti.
4.
17 Konrad aprile 2011
Autoritratti: riflessi di pittura
Scopo di questa recensione è far
conoscere molti artisti triestini – se non
di nascita, di adozione – in un particolare
segmento artistico specifico che è quello
dell’autoritratto.
Questa storia ha inizio negli anni venti
quando un uomo rinuncia al suo sogno
di diventare uno scultore ed apre una
trattoria in via del Toro: il luogo vibra
di energia creativa e diventa il fulcro di
incontri artistici nella Trieste toccata dai
venti della piena ripresa del dopoguerra.
Lo scultore inizia una raccolta di opere,
spesso in cambio di pasti consumati nella
sua trattoria. Cresce il suo interesse per
il ritratto, per l’immagine dipinta che si
riflette in uno specchio e inizia in questo
modo una collezione molto particolare,
quella dell’autoritratto.
Storia vuole e racconta che un uomo
amante della cultura e dell’arte doni al
museo della sua città questa splendida
raccolta venuta in suo possesso e, grazie
a lui e alle seguenti donazioni della sua
ARTURO NATHAN L’asceta
famiglia, sia dato anche a noi vedere quello
che avrebbe potuto essere solo privato e
non visibile a chiunque ami l’arte.
Questi due uomini a cui dobbiamo la
conoscenza dei visi e dei tratti di pittori
triestini sono rispettivamente Luigi Devetti
e Roberto Hausbrandt.
L’autoritratto è una visione introspettiva
della propria persona, un profilo che
si offre al mondo che si ritrova giudice
involontario dell’artista che offre il suo
intimo al di fuori del proprio universo, un
esternazione non solo dell’opera stessa
ma anche dei segreti celati nella propria
anima.
Mostra che di primo acchito potrebbe
sembrare monotematica ma in realtà cela
nel suo intimo segreti piaceri. Ogni opera
rappresenta il proprio tempo con le proprie
tecniche e rispecchia il modo di dipingere
di ogni artista esposto: ogni dettaglio, ogni
pennellata, ogni tratto con cui il colore
viene steso richiama il modus operandi
del pittore stesso.
LEONOR FINI
L’esposizione inizia al piano terra con
alcune opere degli artisti presenti al piano
superiore: nomi come Barison, Bidoli, Noulian e Wostry, ci introducono
a quello che sarà il cuore della mostra al secondo piano.
Secondo piano che ci accoglie con opere degli anni compresi tra
il 1950 e il 1970, tra dipinti con colori sgargianti inframmezzati da
quadri dove le tinte scure padroneggiano le tele in opere che lasciano
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intravedere personalità distinte.
Il fondo scuro dona vita propria
ai colori accesi del viso di Giorgio
Celiberti mentre i toni marroni e gialli
di Adolfo Levier si intersecano con
i verdi e blu in una spirale indistinta
che accenna il volto di Edoardo
Devetta e accompagnano le tonalità
arlecchinesche di Nino Perizi.
Spicca in tutta la sua bellezza
l’autoritratto di Leonor Fini, permeato
di una dolce atmosfera di immobile
eternità.
La visita prosegue negli anni 20-30
tra matite e carboncini dove Giacomo
Covacich, Giovanni Giordani, Edmondo
Passauro, Nino Poliaghi, Arturo Rietti,
Lucas Santo e Sergio Sergi sono alcuni
nomi che hanno delineato i loro visi
con tratti eterei sfumati o sottolineati
dal tratto deciso della matita.
Abbandonate le sfumature del
carboncino, l’occhio viene colto da
un’immagine particolare sospesa in
una dimensione immobile di antico
misto a spirituale. E’ l’asceta di Arturo
Nathan.
Ma sicuramente non è l’unica figura
che colpisce. Il bellissimo doppio
autoritratto del grande Cesare
Sofianopulo ci pone davanti allo
scorrere inesorabile del tempo,
accompagnato da un accenno di
sorriso ironico e beffardo quasi a
ricordarci che nulla possiamo contro il
cambiamento ineluttabile.
Donato recentemente dalla famiglia
Hausbrandt, fa bella mostra di sé
un magnifico bronzo di Mascherini,
Eva, soddisfatta della mela che regge
nella mano destra e densa di vibrante
femminilità nelle sue morbide curve,
tanto lontane dal nostro scheletrico
status di bellezza odierno.
Cesare Cuccoli, Stultus Dyalma, Piero
Marussig, Gino Parin , Carlo Sbisà,
Osvaldo Pickel, Eugenio Scomparini,
Maddalena Springer, Vito Timmel,
Carlo Wostry,... Visi che scorrono e
pretendono di essere guardati, alla
ricerca di un posto nel mondo che fu.
La mostra occupa una sezione del Museo Revoltella ed è stata
prorogata fino al 1 maggio 2011.
Adriana De Caro
18 Konrad aprile 2011
cinema
Il cinema italiano va male:
ci salvano gli americani
Alla fine di marzo, nel momento in cui scoppia la guerra con la Libia,
nessun film bellico è nelle sale del capoluogo regionale, a parte forse Il
discorso del Re di Tom Hooper che resiste impavido da otto settimane. Ma quello si ferma alla vigilia della Seconda guerra mondiale,
più di settanta anni fa. Per il resto, dignitose opere anglosassoni a cui
si contrappongono filmetti italiani fatui e stupidini, ad eccezione de
Il gioiellino di Andrea Molaioli. Il peggiore di tutti è senz’altro Amici
miei - Come tutto ebbe inizio di Neri Parenti. Io non ho certamente
speso il mio denaro per andarlo a vedere, mi sono limitato a guardare
il trailer. Bastava ed avanzava. Amici miei era un film del 1975 diretto
da Mario Monicelli ed ispirato ad un’idea originale del grande Pietro
Germi (1914 – 1974). Ne furono girati due seguiti, nel 1982 e nel 1985.
Poiché sono passati tanti anni ed i protagonisti sono quasi tutti morti,
l’orrida coppia De Laurentiis-Neri Parenti, quella dei famigerati “cinepanettoni” se ne approfitta per sfregiare il film originale girando un
schifosa imitazione ambientata nella Firenze di Lorenzo il Magnifico.
Del capolavoro di Mario Monicelli sono rimaste solo le volgarità e le
parolacce. Visto che siamo in tema rinascimentale, la differenza fra due
valorosi registi come Germi e Monicelli e quell’orrendo maniscalco di
nome Neri Parenti, è la stessa che passa fra Michelangelo Buonarroti,
Raffaello Sanzio, e la tenutaria del peggiore bordello della Firenze di
seicento anni fa. Insomma, il film di Neri Parenti puzza di cadavere putrefatto a chilometri di distanza. A proposito di cadaveri. Niente male
l’ultimo film di John Landis. Il regista americano con Ladri di cadaveri
- Burke & Hare confeziona un piccolo capolavoro cyberpunk. Fantascienza ante litteram nella Edimburgo del 1828. Nel suo film il regista
di Animal House (1978) e Un lupo mannaro americano a Londra
(1981) trasforma e trasfigura la fosca vicenda dei ladri di cadaveri
Brendan Burke e William Hare in una farsa ridanciana ed anarchica che
deve molto alla commedia dell’arte, ma anche alle operette buffe di
Gilbert e Sullivan. All’inizio del film appare la scritta seguente: “Questa
storia è ispirata a fatti reali, tranne quelli che non lo sono”. Insomma,
fin dai titoli di apertura, il ritorno di John Landis al cinema dichiara
la sua sincera disonestà e mette pesantemente in ridicolo tutta la
categoria dei cosiddetti “ film storici”. In questa semplice frase c’è già
un programma di lavoro: un incrocio fra storia e leggenda, scienza e
fantasia, in cui si può leggere tanto un omaggio alla migliore tradizione del romanzo gotico britannico. Dalla cupa Inghilterra ottocentesca passiamo ora alla solare atmosfera del film americano I ragazzi
stanno bene diretto da Lisa Cholodenko. Nic e Jules (Annette Bening
e Julianne Mooore, bravissime) sono una perfetta coppia di donne
gay di mezza età. Profondamente innamorate l’una dell’altra, hanno
costruito col tempo un sereno ambiente familiare assieme ai due
figli adolescenti, Joni e Laser. Quando Joni compie diciotto anni, è il
fratello minore a farle pressioni perché si rivolga alla banca del seme e
scopra l’identità del donatore segreto con cui condividono il patrimonio genetico. Inizialmente scettica, Joni si mette sulle tracce del padre
e scopre che questi è Paul, un dongiovanni che gestisce un ristorante
biologico alla periferia di Los Angeles. Quando per caso le due madri
vengono a conoscenza del fatto, non resta che introdurre Paul all’intero nucleo familiare. Quello che a prima vista potrebbe sembrare una
versione femminile del vecchio film francese Il vizietto (1978) di Edouard Molinaro, si rivela invece una calda vicenda girata tutta in difesa
dei valori della famiglia che, se vissuti in maniera positiva, possono
contribuire a far superare tutte le avversità della vita. Nessuna famiglia
può aiutare invece la protagonista del film Il cigno nero di Darren
Aronofsky. Reduce dall’ottimo The Wrestler (2008) con Mickey Rourke,
questa volta il regista newyorkese imbastisce una favola nera ambientata nel mondo del balletto classico. Il primo riferimento che viene in
mente è il capolavoro Scarpette Rosse (1948) diretto dai britannici
Michael Powell ed Emeric Pressburger, ma il film di Aronofsky è molto
più cupo e tenebroso. Natalie Portman è Nina, una ballerina del New
York City Ballet che si sottopone a un allenamento estenuante sotto lo
sguardo esigente di Thomas Leroy, coreografo appassionato e deciso
a farne una fulgida stella nella sua versione rinnovata del “Lago dei cigni”. Purtroppo Nina, sottoposta ad ogni serie di pressioni dall’esigente
coreografo e dalla madre frustrata, ben presto arriverà sull’orlo di un
crollo emotivo dalle conseguenze imprevedibili. Un film interessante e
coinvolgente diretto da un regista eclettico che fa onore alla cinematografia americana.
Gianni Ursini
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19 Konrad aprile 2011
teatri di confine
Nella foresta di Koltés
Frammenti di pietre, calcestruzzo, gesso. E poi un secchio, e una grata
di ferro sul fondo. Potrebbe essere un cantiere abbandonato alla
periferia di una metropoli, quello dove agisce il protagonista de 'La
notte poco prima della foresta', titolo evocativo ed enigmatico della
pièce di Bernard-Marie Koltès prodotta da Nuovo Teatro e in scena alla
Sala Bartoli del Rossetti sabato 19 febbraio. A muoversi come un cane
abbandonato tra pezzi di intonaco e lavandini rotti è l'attore Claudio
Santamaria, più avvezzo al cinema ('Romanzo criminale') che al teatro.
Eppure, sotto la direzione del regista colombiano Juan Diego Puerta
aperta, che è anche prigione mentale e sociale. Anche se in fondo,
ciò che andava cercando questo relitto umano, questa luce di follia e
sofferenza, era solo una stanza per passare la notte. Poco prima che
arrivi la foresta.
Stefano Crisafulli
Apnea Complexions
Lopez e con le suggestive musiche composte per lui da Giuliano
Sangiorgi dei Negramaro, Santamaria mostra un'innata predilezione
per il palcoscenico. Il monologo di un'ora e dieci, infatti, risulta intenso
e avvincente, nonostante l'oggettiva complessità strutturale. Il testo,
geniale, di Koltès si è così incarnato nel corpo stesso dell'attore, grazie
a un isomorfismo vibrante e saturo di rabbia.
Lo vediamo entrare, Santamaria, avvolto in un cappotto e chino
a cercare un contatto con la terra che sarà la cifra di tutta la sua
interpretazione. è un essere della notte, ferito da eventi di cui noi
spettatori non siamo a conoscenza, ma che, intuiamo subito, hanno
contribuito a ridurlo in questo stato. Le sue parole sono castelli di
carta deliranti, che si infrangono nello spazio di un soffio, dirette a
un interlocutore che potrebbe essere chiunque, ma che forse non
esiste. 'Sono uno straniero', ripete spesso l'uomo, che poi aggiunge:
'Siamo tutti più o meno stranieri'. Ed è così, siamo tutti soli nella notte
e la foresta, simbolicamente rappresentata dallo scheletro di ferro
arrugginito sullo sfondo, può fungere da nascondiglio salvifico, ma
anche da trappola per topi. L'attore, con la barba lunga, si muove sul
palco come un leone in gabbia, si impiastriccia il volto di fango, leva
il suo cappotto e mostra il torso nudo e sofferente. La sua voce, in
alcuni punti, è amplificata e porta con sé l'eco di una terra lontana. Il
Nicaragua, forse, o un posto dove finalmente lo lasceranno in pace i
suoi incubi, i suoi fantasmi oscuri, pieni di una rabbia mal sopita che
si sfoga, alla fine, con la grata di ferro, cella di una prigione all'aria
Una danza senza respiro. La compagnia Complexions Contemporary
Ballet è tornata a Trieste martedì 15 febbraio, ospite del Rossetti
per la seconda volta, dopo una fugace apparizione nella rassegna
MiramareEstate del 2003 (chissà se mai si rifarà?..). Allora come
oggi c'era sempre Dwight Roden a firmare le coreografie e c'era
anche l'altro direttore artistico, nonché co-fondatore e danzatore
Desmond Richardson. Allora come oggi è stato Desmond Richardson
a partecipare a una delle tre performance in programma, 'Hissy
Fits', del 2006, su musiche di Bach (la volta precedente in 'Solo', con
musiche di Prince). Gli altri interpreti, provenienti da tutti i paesi del
mondo, hanno inoltre danzato 'Mercy', del 2009, su una base musicale
composta da spirituals e gospel e 'Rise', del 2008, su tappeto sonoro
degli U2.
Ma allora come oggi, la danza dei Complexions ha dato a chi scrive
la medesima impressione: due ore di apnea, dense di movimenti
energici e tecnicamente di altissimo livello, ma non sempre valide
emozionalmente. Quella qualità del gesto che rende la danza così
adatta a far passare i movimenti dell'animo viene a tratti raggiunta,
ma soltanto a prezzo di un tecnicismo esasperato. In realtà, è giusto
suddividere le tre performance, perché vi sono delle differenze
incommensurabili tra le prime due e l'ultima. 'Mercy' è la più
complessa e anche la più completa fra le tre, in quanto il rapporto tra
la musica, i gesti ripetuti che attingono al repertorio di varie religioni
e la simbologia cristologica e sacrificale, offre agli spettatori tutta la
forza che si voleva trasmettere. 'Hissy Fits' si disperde un po' di più
in una reiterata struttura a canone, che però è perfetta per la musica
di Bach. Deludente, invece, il gran finale con gli U2. I danzatori si
divertono un mondo sul palco, ma gli spettatori molto meno: la loro
danza è sommersa dalla celebrità pop delle canzoni e dall'eccessivo
volume di una musica sparata sadicamente nelle orecchie del
pubblico.
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20 Konrad aprile 2011
Stati Uniti:
quando finiranno le esecuzioni?
Ha trascorso quasi vent’anni nel braccio della
morte accusato dell’omicidio dell’agente di
polizia Mark MacPhail, avvenuto nel 1989 a
Savannah, Georgia. Troy Davis, afroamericano,
che si è sempre proclamato innocente della
morte del poliziotto bianco, si è trovato
tre volte vicino all’esecuzione. Durante i
procedimenti giudiziari alcuni testimoni
dell’accusa hanno cambiato versione, si sono
dimostrati inaffidabili, testimoni a discarico non
sono stati sentiti, l’arma del delitto non è stata
rinvenuta, è stato dato scarso rilievo a prove
presentate dalla difesa.
Il 21 gennaio 2011 gli avvocati di Troy Davis si
sono appellati alla Corte Suprema degli Stati
Uniti. Se la Corte dovesse chiudere il caso, la
condanna potrebbe essere eseguita tra breve.
Sono di aiuto a Troy Davis, particolarmente in
questo momento, dichiarazioni di solidarietà;
si suggerisce di scrivergli: “We support you and
hope that justice will prevail” (Ti sosteniamo e
speriamo che la giustizia prevalga).
Troy A. Davis 657378
GDCP P.O. Box 3877 G-3-79
Jackson, GA 30233 USA Negli Stati Uniti la pena capitale è stata
reintrodotta nel 1977 dopo una moratoria di
Troy Davis © Dipartimento
di correzione Georgia
dieci anni.
Mentre “una chiara maggioranza di paesi ha
respinto la pena di morte”, Widney Brown di
Amnesty International si chiede “come possono
gli Usa reclamare una leadership in tema di
diritti umani quando ancora commettono
omicidi giudiziari?...La pena di morte è crudele,
degradante, inefficace e del tutto incompatibile
è notizia di questi giorni che i tanto temuti tagli al FUS (Fondo Unico
dello Spettacolo) sicuramente si faranno. Senza contare che sono stati
già annunciati micidiali ridimensionamenti ai fondi stanziati per tutti
i Festival cinematografici a livello nazionale. Particolarmente colpiti
in regione Maremetraggio ed il FEFF di Udine. Speriamo che il grido
d’allarme lanciato dal consiglio direttivo dell’Afic (l’Associazione dei
Festival Italiani di Cinema), che comprende decine di associazioni ed
operatori culturali, serva a qualcosa. Intanto l’incapace ministro della
cultura Sandro Bondi, che di fronte a tutto questo per mesi non ha fatto
un bel niente limitandosi a piagnucolare, ora ha finalmente rassegnato
le dimissioni. Auspico che il suo successore sia all’altezza della
situazione, ma ne dubito. Quindi quella che sta per iniziare potrebbe
forse essere l’ultima edizione del Festival del Cinema dell’Estremo
con qualsiasi concetto di dignità umana. La
sua applicazione negli Usa è caratterizzata da
arbitrarietà, discriminazione ed errori”. E quando
ad essere ucciso è un bianco, il condannato
ha maggiori probabilità di subire la pena
capitale che quando la vittima è un nero.
Alcuni segnali positivi danno qualche speranza.
Recentemente l’opinione pubblica si è mostrata
meno favorevole al mantenimento della pena
di morte, le condanne sono meno numerose
e la Corte Suprema ha finalmente cancellato
la pena di morte per i minori di diciotto anni
al momento del reato e per le persone con
disabilità mentali. Aumentano gli stati che
l’hanno abrogata; l’Illinois il 9 marzo 2011 è
diventato il sedicesimo stato abolizionista e
il governatore Pat Quinn ha commutato le
condanne degli ultimi quindici detenuti nel
braccio della morte. La pena di morte resta
comunque in vigore in tanti stati e in Texas,
Virginia e Oklahoma sono state eseguite più
della metà delle oltre 1.200 condanne a morte
dal 1977. Gli Usa fanno ancora parte con Cina,
Iran, Arabia Saudita e Yemen del club degli
stati con il più alto numero di esecuzioni.
Quando ne usciranno?
Giuliano Prandini
Oriente, un’avventura iniziata nel lontano 1998 al cinema Ferroviario
di Udine (che non esiste più) e che successivamente è diventata il più
importante appuntamento del genere a livello europeo. L’edizione
2011 del festival udinese si aprirà venerdì 29 aprile al teatro Giovanni
da Udine presentando una serie di nuovissimi titoli dall’Estremo
Oriente e due sezioni speciali: L’ASIA RIDE! (Asia Laughs!), una
pionieristica retrospettiva sulla commedia pan-asiatica, e un piccante
excursus nella storia del PINK EIGA (porno soft giapponesi) dagli anni
Sessanta ai giorni nostri. Il Far East Film Festival, proseguirà anche al
cinema Visionario in via Asquini, ed in 9 giornate di programmazione
presenterà fino al 7 maggio oltre 60 nuovissime pellicole in arrivo da
Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Thailandia, Indonesia,
Malesia, Filippine, Singapore, Vietnam, Taiwan e, new entry, Mongolia.
Particolarmente attesi i film spettacolari provenienti da Hong Kong,
dal Giappone e dalla Corea del Sud, che coprono tutti i generi, dal
poliziesco all’horror, dalla commedia musicale alla fantascienza, con
particolare predilezione per le storie catastrofiche con distruzioni di
massa. Negli ultimi 20 anni sono stati prodotti in Giappone almeno 30
film dove il paese veniva distrutto da innumerevoli terremoti, maremoti
ed eruzioni vulcaniche. Senza contare il famoso episodio “Fujiyama in
rosso” presente nel film “Sogni” (1990) di Akira Kurosawa, dove tutte
le centrali nucleari giapponesi esplodevano contemporaneamente
risvegliando i vulcani e distruggendo ogni cosa. Visioni profetiche
o memoria del futuro? Chissà! Comunque varrà certo la pena di
seguire codesta panoramica a 360 gradi, curata dal Centro Espressioni
Cinematografiche, sulla produzione popolare e di genere che incontra i
gusti del grande pubblico dell’altra parte del globo indagando, ancora
una volta, un universo produttivo tra i più originali, artisticamente
frizzanti ed economicamente più esplosivi dell’intero pianeta.
G.U.
21 Konrad aprile 2011
colonna vertebrale
Parliamo di postura
La postura è il segreto di una colonna vertebrale sana?
Sulla postura vostra madre o vostra nonna non si sbagliavano di
molto. I suoi frequenti moniti del tipo “stai dritto con le spalle” o “stai
seduto dritto” erano di sicuro degli ottimi consigli! Peccato che poi,
nella vita reale, spesso anche le stesse mamme assumano posture
scorrette o siano “carenti” in fatto di controllo posturale. La colonna
vertebrale è sana se si assume una giusta posizione per la maggior
parte del tempo. Se state troppo rilassati o ancor peggio “insaccati” e
avete la tendenza a curvare le spalle, i muscoli della colonna avranno
un compito molto arduo nel mantenere il corpo in equilibrio e
salute. Come già detto più volte negli articoli precedenti, qualunque
posizione fuori dalla “neutralità” o fisiologia porta il nostro corpo ad
un plus-lavoro innescando una serie di compensi. Non avere dolori
non significa che il nostro corpo sia in perfetta salute e che la nostra
postura sia corretta, quando iniziamo a soffrire significa che il nostro
corpo ha esaurito le sue capacità di compenso o che qualche struttura
è sofferente, sovraccaricata o c’è qualche processo infiammatorio in
atto (per non rientrare nello specifico patologico di altre condizioni
più gravi).
Come le posture influenzano la salute della schiena:
Le posture errate possono contribuire a velocizzare alcuni processi di
deterioramento ed usura del nostro organismo e/o possono rallentare
i processi di recupero da una patologia della colonna specifica già
nota.
Alcuni Esempi:
1) Posture troppo flesse possono portare a precoci protrusioni
discali e sovraccarico ai dischi intervertebrali ed a contratture della
muscolatura posteriore del rachide;
2) posture troppo inarcate possono portare ad una artrosi delle
faccette articolari posteriori da sovraccarico;
3) Posture “anteriori” e/o “posteriori” inoltre possono portare ad un
iper-lavoro dei muscoli posturali ed alterate ripartizioni dei carichi a
livello dei dischi e delle faccette articolari delle vertebre.
Tuttavia, se soffrite di mal di schiena cronici, una posizione corretta
può contribuire a ridurre le compressioni sui dischi intervertebrali ed a
distendere i muscoli, riducendo così molto spesso il fastidioso dolore
e velocizzando il recupero. Acquisire un’ottima postura è il frutto di un
continuo movimento ed allenamento a volte specifico, e costituisce
uno dei modi migliori per prevenire il mal di schiena.
La postura “corretta”:
Raggiungere una buona postura non significa imparare a camminare
con un libro sulla testa. Il nostro obbiettivo è semplicemente riuscire
a rispettare le curve naturali del nostro corpo NON SOLO QUANDO
STIAMO IN PIEDI!
La posizione eretta
I 5 tipi di postura:) Provate ad identificare quale di queste posture vi
assomiglia di più. (vedi la figura
A) Postura “corretta” in posizione neutra
B) Tipo con accentuazione delle curve (tipo detto“Tarzan”)
C) Tipo con accentuazione delle curve con carico posteriorizzato (tipo
detto “timido”)
D) Tipo con Iperlordosi e dorso piatto con carico anteriorizzato
E) Tipo con rettifica delle curve (tipo detto “schiena piatta”)
Nella figura troverete i 5 tipi principali di postura che facilmente si
riscontrano, ovviamente esistono più tipologie di posture “miste” con
diverse componenti ed un’attenta valutazione posturale in realtà
analizza oltre al “profilo” anche la vista frontale, l’appoggio podalico,
l’occlusione, la vista e molti altri aspetti importanti al fine di impostare
un adeguato programma di riequilibrio posturale ed individuare le
origini dello squilibrio, se presente.
Prova al muro:
Per verificare se avete una posizione sufficientemente corretta:
mettetevi in piedi con le spalle e le natiche attaccate ad una parete,
con i talloni scostati dalla parete 5 cm circa. Fate passare una mano
nella curva nella parte bassa della schiena (tra glutei e dorso),
controllate che la distanza tra la curva lombare e la parete sia
corrispondente a circa 3-4 dita. Se c’è troppa distanza posizionate
meglio i muscoli addominali per diminuire la curva, al contrario sé
lo spazio è inferiore, incurvate meglio la schiena. Controllate poi la
distanza tra la nuca e la parete, qui la distanza dovrebbe essere 2 dita
circa, e tra collo e parete circa 4. Provate a correggere queste distanze
per rendervi conto se avete o meno una postura corretta, tenendo
presente che questo test presenta dei limiti: non è affidabile per tutte
le età e corporature. Può essere divertente oltre che utile fare questo
esercizio spesso, per monitorare la propria postura e per correggerla.
Avere una postura corretta in certi casi richiede un certo allenamento.
Studiate la vostra posizione
Stando in piedi davanti ad uno specchio potete vedere se le spalle
sono dritte, oppure chiedete ad un amico di valutare la posizione della
vostra schiena. Le vostre spalle devono assumere sempre la posizione
neutra, essere orizzontali l’una rispetto all’altra, e cadere circa sotto
l’orecchio. Questa postura diventa difficile da tenere soprattutto se
state seduti per molte ore davanti al computer, oppure se parte della
vostra giornata la trascorrete davanti alla scrivania leggendo.
È importante riuscire ad avere una posizione naturale e bilanciata per
il vostro corpo, per questo cercate di sedervi su sedie con schienali
che vi sorreggono bene ed anche in piedi allenatevi a stare ben dritti.
È utile fare attenzione a questi aspetti a tutte le età, infatti è possibile
apportare miglioramenti in ogni momento; sia attraverso un’attività
fisica equilibrata, che ci può aiutare a mantenere il nostro organismo
in efficienza ed elastico, sia attraverso un programma di riequilibrio
posturale mirato che può aiutarci a correggere problematiche più
importanti o già sintomatiche.
Marco Segina
22 Konrad aprile 2011
ALIMENTAZIONE
Possiamo parlare di salute?
La dieta mediterranea e la nuova piramide alimentare
Nel 1939, il primo a intuire la
connessione tra alimentazione e
malattie del ricambio, quali diabete,
bulimia, obesità, fu il medico
nutrizionista italiano Lorenzo
Piroddi, considerato il “padre” della
dieta mediterranea. Qualche anno
dopo lo scienziato americano Ancel
Keys si fece promotore dell’ampio
programma di ricerca noto come Seven
Countries Study. Keys aveva notato una
bassissima incidenza di malattie delle
coronarie presso gli abitanti di Nicotera
e dell’isola di Creta, nonostante
l’elevato consumo dei grassi vegetali
forniti dall’olio d’oliva, e avanzò
l’ipotesi che ciò fosse da attribuire al
tipo di alimentazione caratteristico di quell’area geografica. In seguito
a questa osservazione prese l’avvio la famosa ricerca “Seven Countries
Study”, basata sul confronto dei regimi alimentari di 12.000 persone,
di età compresa tra 40 e 59 anni, sparse in sette Paesi del mondo
(Finlandia, Giappone, Grecia, Italia, Olanda, Stati Uniti e Jugoslavia).
I risultati dell’indagine non lasciarono dubbi: la mortalità per
cardiopatia ischemica (infarto) è molto più bassa presso le popolazioni
mediterranee rispetto a Paesi, come la Finlandia, dove la dieta è ricca
di grassi saturi (burro, strutto, latte e suoi derivati, carni rosse). Ancel
Keys, e altri scienziati che presero parte al “Seven Countries Study”,
proseguirono i loro studi a Nicotera (Vibo Valentia), Crevalcore (Emilia),
Montergiorgio (Marche). A Pioppi (Pollica), nel Cilento, Keys continuò
a vivere per oltre 40 anni. Visse 100 anni, come migliore riprova delle
sue teorie. È stato insignito nel 2004 della medaglia al merito alla salute
pubblica dello Stato Italiano. Il 16 novembre 2010, l’Unesco ha incluso
la dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità.
I benefici della dieta mediterranea possono essere così riassunti: 1.
bassa incidenza di cardiopatia coronarica; 2. riduzione del colesterolo
totale e del colesterolo LDL; 3. bassa incidenza di cancro al colon; 4.
bassa incidenza di neoplasia mammaria; 4. riduzione dell’obesità;
5. minore incidenza di diabete, infarto, aterosclerosi, ipertensione e
malattie digestive.
Nel corso dei decenni questo regime alimentare è stato attentamente
studiato, e sebbene sicuramente rappresenti indubbi vantaggi
salutistici rispetto ad altri regimi, non è esente da difetti e difatti è stato
sottoposto a critiche e dubbi sostanziali.
In particolare: 1) non tutti i grassi hanno le stesse valenze nutrizionali;
nella piramide tutti i grassi venivano collocati verso l’apice; invece, solo
i grassi saturi (per lo più di origine animale, come il burro) dovrebbero
mantenere questa posizione, mentre i grassi di origine vegetale
dovrebbero essere collocati verso la
base della piramide, prevedendone
il consumo quotidiano; 2) la classica
differenziazione tra carboidrati
semplici e carboidrati complessi,
non è la più adeguata per una
scelta corretta, perché non tutti
i carboidrati hanno le stesse
valenze nutrizionali; i carboidrati
complessi come pane, pasta e riso,
collocati alla base della piramide,
dovrebbero essere relegati all’apice
della piramide stessa! Si tratta
di un sovvertimento radicale, in
quanto un gruppo di alimenti
che prima rappresentava la base
dell’alimentazione quotidiana,
viene invece classificato come “consumare in maniera limitata”. La
differenziazione tra queste due categorie è dovuta alla loro differente
propensione a rilasciare glucosio nel sangue (indice glicemico).
Alla luce di queste considerazioni, scienziati del Mediterraneo ed
esponenti di istituzioni internazionali si sono confrontati sull’evoluzione
della dieta mediterranea e hanno elaborato la nuova piramide
alimentare per la dieta mediterranea moderna.
La nuova piramide è poi integrata da uno zoccolo inferiore che
sottolinea l’esigenza di svolgere quotidianamente un adeguato livello di
attività fisica e presenta, come suggerimento esterno, l’indicazione ad
un minimo consumo di alcool e a supplementi di integratori vitaminici
e minerali. In sintesi: 1. poca carne e tanti vegetali; 2. meno cereali
raffinati e derivati e più cibi a basso indice glicemico (cereali integrali);
3. utilizzare spesso grassi “buoni” (olio d’oliva extravergine, pesce, frutta
secca oleosa con guscio, come noci, mandorle, pinoli...); 4. insaporire
ed esaltare gli aromi con abbondante uso di erbe aromatiche piuttosto
che con intingoli complessi; 5. mantenere un buon ritmo fame-sazietà:
meglio tanti piccoli e semplici pasti nell’arco della giornata; 6. variare gli
alimenti nell’arco della settimana; 7. bere molto (1.5-2 litri di acqua al
giorno, spesso e in piccole quantità; limitare le bevande gassate e dolci);
8. dolci con parsimonia (ci si può concedere un paio di piccole porzioni
alla settimana di dolci semplici e non elaborati).
Le nostre considerazioni finali sono in linea con le conclusioni dei
ricercatori: sicuramente questa nuova piramide è più vicina ad
un’alimentazione ideale che rispetti la salute dell’uomo e del pianeta.
Alimentarsi in questo modo non significa solo ridurre drasticamente
il rischio delle malattie coronarie, del diabete ecc., ma soprattutto
sperimentare un più alto livello di benessere, salute ed energia vitale.
Nadia e Giacomo Bo
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23 Konrad aprile 2011
Agricoltura biologica,
questa sconosciuta
In agricoltura biologica si usano anticrittogamici? Vero. In agricoltura
biologica si usano pesticidi? Vero. In agricoltura biologica si utilizzano
virus o batteri? Vero. In agricoltura biologica si utilizza il diserbo? Vero.
In agricoltura biologica si possono utilizzare sementi convenzionali?
Vero. Negli allevamenti biologici si utilizzano antibiotici, vaccini e farmaci
chimici? Vero. Negli allevamenti biologici gli animali possono nutrirsi
di mangimi convenzionali? Vero. Nelle industrie di trasformazione che
producono prodotti biologici vengono utilizzati aromi o additivi? Vero.
Nelle industrie di trasformazione i prodotti biologici vengono preparati
nelle stesse linee di produzione utilizzate per gli alimenti convenzionali?
Vero.
Se non riuscite a credere ai vostri occhi, se ciò che avete appena letto vi
ha lasciato interdetti, se state seriamente meditando di non consumare
più prodotti biologici, aspettate un attimo prima di prendere decisioni
affrettate e continuate a leggere. Questa nuova rubrica fa per voi!
Mi presento: sono Francesco, dal 2002 mi occupo di agricoltura biologica,
in particolar modo di certificazione di aziende biologiche. Lavoro per
l’ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale) che è uno dei più
importanti organismi di controllo autorizzati dal Ministero delle Politiche
Agricole Alimentari e Forestali. In questi anni ho svolto visite ispettive
in centinaia di aziende del triveneto, dalle piccole aziende agricole a
conduzione familiare a gigantesche industrie di trasformazione, da
allevamenti di qualsiasi tipo a negozi specializzati. Penso dunque di
aver accumulato un po’ di esperienza sulle cose che accadono “dietro le
quinte” delle aziende che producono e vendono prodotti biologici.
Devo dire che, da quando mi occupo di agricoltura biologica, mi ha
sempre colpito l’ignoranza e la superficialità che la circondano. Mi ha
sempre colpito la quantità di credenze e dicerie che circolano attorno
a questo tipo di agricoltura. Spesso bistrattata, quasi sempre derisa,
considerata dai più un tipo di agricoltura fraudolenta, falsa, il cui unico
scopo è quello di fregare soldi ai poveri creduloni che la considerano
invece l’unica via praticabile per gli agricoltori di oggi.
La cosa che però più mi ha colpito in questi anni è la scarsa conoscenza
sull’agricoltura biologica delle stesse persone che consumano prodotti
biologici!
Ho deciso così di scrivere a Konrad e di proporre al direttore una rubrica
che affronti i dubbi, le domande, le perplessità di voi lettori circa
l’agricoltura biologica, per sfatare falsi miti, illazioni e credenze che
circondano questo mondo, ai più sconosciuto. Mi piacerebbe dunque
condividere con voi la mia esperienza per chiarire e dipanare i vostri
dubbi e perplessità e rispondere alle vostre domande. Potete dunque
sbizzarrirvi ed inoltrare le vostre domande, le vostre curiosità, i vostri
dubbi alla redazione, cercherò di rispondere a tutti nella maniera più
semplice possibile. Forza, fatevi sotto!
Francesco Breda
Nella prossima puntata chiarirò le dichiarazioni delle prime righe!
UNO SGUARDO AL FUTURO
La responsabilità che ogni agricoltore deve sentire su di sé dovrebbe
essere quella di garantire, alla popolazione a lui circostante e alla quale
appartiene, il nutrimento necessario al mantenimento della propria
vita individuale e sociale fornendo alimenti e prodotti trasformati in
grado di soddisfare un minimo vitale anche nelle peggiori condizioni
esterne (guerre, crisi economiche ed energetiche, ecc). Oggi questo
modello agricolo, basato sul petrolio, non è in grado di garantire questo
minimo soddisfacimento e basterebbe, poniamo caso, una seria crisi
energetica e/o dei trasporti per portarci , nell’arco di 2 o 3 giorni alla
fame. L’errore che stiamo compiendo, in questi ultimi decenni, è quello di
fidarci ciecamente di una scienza che fa della chimica inorganica e della
tecnologia i fattori determinanti per le produzioni agricole. A questo si
aggiunge l’atteggiamento passivo del mondo dell’agricoltura biologica
che fa del rispetto dell’ambiente il proprio unico punto di forza. Posizione
lodevole ma che non basta, in caso di grave crisi, a dare una risposta ad
una popolazione affamata.
Abbiamo già una qualità alimentare molto scadente, semi gravemente
devitalizzati, produzioni per il mercato localizzato gravemente deficitarie
e Scuole tecniche superiori e Facoltà di Agraria totalmente assenti
su questi problemi e dunque non possiamo permetterci di sprecare
ulteriore tempo. Sinceramente mi aspettavo un cambiamento, con
l’introduzione nei primi anni ’90 dei regolamenti CEE sull’agricoltura
biologica, ma il forte boicottaggio a cui fummo sottoposti non era
prevedibile assolutamente. Per fortuna ci fu chi, sostenuto da un sano
realismo, da una innovativa scienza agricola ed una incrollabile fede, ebbe
il coraggio di guardare lontano e coalizzò, attorno all’idea di creare una
azienda agricola pilota, modello dimostrativo di metodo totale, persone
unite dal solo interesse di essere terapeuti di nostra Madre Terra. Questo
progetto, a cui ho partecipato dall’inizio, doveva nascere in giro per
l’Italia ma il destino ha voluto onorarmi dandomi la possibilità di farlo
nascere qui in Friuli, a Codroipo sui terreni della mia ex azienda direttocoltivatrice. Nasceva così, all’inizio del terzo millennio, un’azienda agricola
totalmente innovativa nel metodo, strutture aziendali e abitative, sociali
tali da poter dimostrare la capacità di produrre derrate anche in totale
assenza di energia esterna. Nel 2005 iniziarono i lavori di costruzione
dell’ecocentro, che tuttora proseguono, unitamente al lavoro sui semi e
le tecnologie agrarie incluso l’addestramento e l’utilizzo degli animali nel
lavoro agricolo. Negli articoli che seguiranno vi spiegherò in maniera più
dettagliata i vari settori di intervento e intanto, a nome della cooperativa
agricola La Nuova Terra, vi invito a visitarci domenica 1° maggio per un
pomeriggio di porte aperte dove potrete vedere come si coltivano e si
lavorano i campi nel pieno rispetto delle leggi del Padre Creatore. Sono
convinto che per voi che mi leggete questo sguardo sul futuro sarà un
motivo di speranza mentre per i bimbi che porterete sarà motivo di gioia
fare un giro con i nostri asini ben felici di vedere tanta festa attorno a loro.
Arrivederci a domenica pomeriggio del 1° maggio!
Graziano Ganzit
24 Konrad aprile 2011
Le Voci degli Alberi: Piazza Libertà
Dopo un lungo silenzio a seguito della delibera comunale n. 141 del
2010, che bloccava l’esecuzione del progetto che avrebbe modificato
sostanzialmente l’impianto urbanistico del giardino ottocentesco di
Piazza Libertà a Trieste, della quale avevamo dato notizia su queste
pagine, a fine dicembre è stato pubblicato sul quotidiano locale
un articolo in merito alla preparazione di un nuovo progetto, che
invece mantiene inalterato il giardino ed interviene sulla viabilità, sui
marciapiedi e sulle pavimentazioni.
Abbiamo contattato il Comune affinché le Associazioni di tutela
storica e ambientale possano essere coinvolte nella stesura del
progetto, e durante un incontro con la Soprintendenza abbiamo
accennato ad alcune osservazioni sugli elaborati che abbiamo potuto
sinora consultare.
Abbiamo chiesto se potevamo presentarle ufficialmente ed il testo è
stato quindi consegnato sia alla Soprintendenza, sia al Comune.
Rispetto allo stravolgimento previsto inizialmente, il nuovo progetto
rappresenta una miglioria (la Piazza era comunque già stata
precedentemente riqualificata con due interventi nel 1999 e nel
2004), ma ciononostante abbiamo rilevato vari punti critici da tenere
d’occhio.
Di fronte al Silos ci sono dieci alberi storici di grandi dimensioni che
dovrebbero essere preservati e la cui sopravvivenza potrebbe invece
non essere garantita.
Sono previste delle nuove alberature e che sarebbe auspicabile siano
dello stesso tipo di quelle già presenti in loco.
Vorremmo si presti particolare attenzione affinché le nuove
infrastrutture previste non danneggino le radici degli alberi e che la
Soprintendenza consideri con attenzione la scelta dei materiali delle
pavimentazioni, con il recupero integrale dei masegni storici, i quali
devono essere trattati alla stregua di reperti storici. Se i masegni
recuperati al di sotto del manto stradale non fossero in numero
sufficiente, potrebbero essere utilizzati, a nostro avviso, quelli giacenti
nei magazzini comunali e non riposizionati in seguito ad altri lavori
di ristrutturazione eseguiti in città. Abbiamo poi fatto notare che
la sistemazione dei masegni dovrebbe avvenire secondo la posa
tradizionale caratteristica di Trieste, per lasciare inalterato il più
possibile l’impianto urbanistico della zona.
Lo stesso dicasi per le varie tipologie di arredi urbani e di illuminazione
Immagine di piazza Libertà a Trieste
previste nel progetto. Vorremmo fosse mantenuta una certa
uniformità stilistica, consona alla storicità della piazza.
Il sottopassaggio, a meno di modifiche in corso d’opera nella
redazione del progetto, visto che di fronte alla Stazione centrale
sono previste nuove strisce per l’attraversamento pedonale e
semafori, dovrebbe rimanere, ma essere rivestito in pietra di Aurisina
bocciardata e pertanto abbiamo chiesto se sono state trovate
soluzioni per la pulizia e per scongiurare gli allagamenti che ogni
tanto si ripetono.
Poiché è previsto lo spostamento della centralina dell’ARPA, ci
auguriamo che questa sia collocata in un nuovo sito di grande
passaggio, adatto a rappresentare con veridicità la situazione
dell’inquinamento atmosferico cittadino.
Sara Ferluga
per il Comitato per la Salvaguardia
del Giardino Storico di Piazza Libertà
www.sos-alberi-fvg.it
Alberi abbattuti a Barcola e viale Miramare
Riceviamo molte segnalazioni da parte dei cittadini che lamentano
il taglio troppo frequente di grandi alberi a Trieste, senza che in
apparenza si sia provveduto a curare la presunta malattia che avrebbe
indotto il Servizio comunale del verde pubblico a decidere per
l’abbattimento.
Ultima in ordine cronologico la segnalazione dell’autrice delle foto.
Nelle ultime settimane, ma in un periodo precedente all’evento
di bora, per cui non imputabile al fatto che fossero stati divelti dai
forti venti, sono stati tagliati 4 alberi di grandi dimensioni nel viale
Miramare, tra Roiano e la Stazione centrale. Poi, ci segnalano, sono
stati abbattuti ben 11 alberi tra via Moncolano e via del Cerreto nella
frazione di Barcola. In queste due vie, nel giro di circa tre anni sono
stati tagliati quasi tutti gli alberi presenti, circa 120 acacie!
Ci chiediamo tutti se ciascuna di queste piante fosse malata e così
gravemente da non poter essere curata e come mai si privilegia una
gestione del verde che tanto depaupera il patrimonio naturale della
città. Troppo facilmente, ci scrivono, si passa alla soluzione definitiva
e cioè al famigerato abbattimento quando invece, nel caso dell’albero
malato, si dovrebbe provvedere alle cure per salvarlo, in quanto
le suddette cure esistono e magari si dovrebbero anche limitare
le troppe potature (ogni anno) che non giovano, perché troppo
drastiche.
Per quanto a volte si provveda a rimpiazzare i fusti tagliati con nuovi
alberelli, ci vorranno decenni perché crescano e possano produrre la
stessa quantità di ossigeno di un grande albero e svolgere le stesse
funzioni così preziose per noi tutti. Inoltre i nuovi impianti non sempre
sopravvivono e devono essere sostituiti dopo alcuni anni.
Per contatti www.sos-alberi-fvg.it
25 Konrad aprile 2011
Horti Tergestini edizione 2011
16 e 17 aprile a Trieste nello storico parco di San Giovanni le mille anime
del verde: fiori, piante, arredi, arte, antiquariato, incontri e laboratori
HORTI TERGESTINI Una manifestazione giovane, ma già affermata
a livello nazionale; un appuntamento diventato un classico per gli
appassionati del verde. Una mostra mercato, in cui gli espositori
sono tra i migliori vivaisti d’Italia. Le eccellenze, fiore per fiore: le
rose migliori, ma anche le migliori piante d’agrumi, le peonie più
particolari, le piante da ombra più belle. Il mondo del verde, in tutti
suoi aspetti, antichi e moderni: gli oggetti per i giardini e i distillati di
fiore.
MOSTRA MERCATO Giunti quest’anno alla VI edizione, gli “Horti
Tergestini” sono uno degli eventi più in crescita della città di Trieste
– più di 15.000 i visitatori nel 2010. Nata come evento di nicchia,
la manifestazione è cresciuta grazie a una rigorosa “cultura della
qualità”, vera chiave del successo di Horti Tergestini: l’eccellenza
degli espositori invitati, la cornice suggestiva del parco, la cura del
programma degli appuntamenti collaterali, ne hanno fatto, nel giro
di pochi anni, un appuntamento tra i più originali ed apprezzati
della città. Tra gli espositori del 2011 non potrà mancare un’ampia
selezione del fiore che meglio rappresenta la rinascita del parco
storico di San Giovanni: la rosa. Ce ne saranno di tutte le varietà
– antiche, moderne, rampicanti, profumate, - quale omaggio allo
splendido roseto di 5.000 varietà di rose realizzato nel parco di
San Giovanni, uno degli orgogli della città di Trieste. Vi sarà anche
un’importante scelta di ortensie, olivi e agrumi dalla Sicilia e
aromatiche. Accanto alle piante e ai fiori, la seconda selezione che ha
decretato il successo di Horti Tergestini: le altre meraviglie del verde,
dai saponi artigianali naturali, ai lini tessuti a mano dalla Lettonia,
dalle casette in betulla per gli uccelli dalla Finlandia, agli erbari
antichi e moderni e all’artigianato più raffinato - tecnica d’intreccio
del salice, oggetti in ferro antico, in ghisa, scale di legno. PROGRAMMA Ospite d’onore dell’edizione 2011 è Marta Matteini,
direttore di Rosanova, giovane rivista indipendente di arte e storia
del giardino, già diventata di culto tra gli appassionati, e molto
apprezzata anche nei paesi anglofoni. Tra gli appuntamenti del 16
e 17 aprile: la presentazione del volume “Rose d’autunno” a cura
di Enza Torrenti, l’incontro con Rita Paoli, dedicato a una specie
amata e diffusa tra coltivatori, anche amatoriali, come quella delle
ortensie, la lezione di Ivo Jop su come far lussureggiare le erbe
aromatiche nei nostri giardini e balconi, le lezioni teoriche e pratiche
di compostaggio, nonché di coltivazione e cura delle orchidee. Infine,
come ogni anno, uno spazio dedicato ai bambini: Nadia Nicoletti
presenterà il suo ultimo libro “Lo sai che i papaveri…”, cui seguirà un
laboratorio per bambini e ragazzi.
La manifestazione è promossa e organizzata dalla cooperativa
sociale Agricola Monte San Pantaleone e dall’Associazione
orticola del Friuli Venezia Giulia Tra fiori e piante, con il sostegno
e il patrocinio della Provincia di Trieste e la collaborazione
dell’Azienda per i Servizi Sanitari n°1 Triestina.
info e programma su www.hortitergestini.it
ufficio stampa the Action +39 346 8518445
Alexander Langer. Il viaggiatore leggero.
La nuova edizione, per i tipi della
Sellerio, del libro di Alexander
Langer, Il viaggiatore leggero.
Scritti 1961-1995 sarà l’occasione
il 31 marzo, alle ore 18, per una
conferenza organizzata da WWF
Trieste, Gruppo/Skupina 85 e il
Forum Cerniera della Fondazione
Langer che si terrà presso la
Libreria Internazionale Italo Svevo
di Trieste – via Battisti 6 (galleria Fenice) e alla quale parteciperanno
Edi Rabini, curatore del volume, Patrizia Vascotto, Alessandro
Giadrossi, Marino Vocci e Fabiana Martini.
La prima e unica volta che incontrai Alexander Langer fu a Trieste,
il 30 novembre 1990. Ebbi l’onore di fare gli onori di casa, quale
vicepresidente dell’Ecoistituto del Friuli Venezia Giulia, al convegno
“Tra Stato e Mercato: seminario sull’informazione nell’Europa dell’Est”.
Non ricordo più quasi nulla, nè di quella giornata né delle parole di
Langer. La sua figura e il suo pensiero li conobbi solo molto più tardi.
Le letture affascinanti di Ivan Illich mi condussero, poi, a conoscere
quello che veniva considerato come il continuatore del suo pensiero
in Italia.
L’ampiezza degli interessi di Langer si ritrova tutta negli scritti ora
raccolti in questo volume. Ognuno potrà ritrovare i temi a lui più cari:
quelli del pacifismo o della convivenza disarmata - conseguenza di
incontri fondamentali nel suo percorso, uno tra tutti quello con don
Milani - dell’ecologismo e della nascita dei partiti verdi, ma anche della
decrescita ora cara a Latouche che Langer chiamava “autolimitazione”.
L’elemento più moderno che continuiamo a ritrovare in Langer è la
sua critica dell’assolutismo ideologico. Langer, ad esempio, criticava la
frase iniziale del programma dei verdi tedeschi “noi siamo l’alternativa
a tutti i partiti tradizionali”. Diceva, polemicamente, che ci si sente
l’anima di chi scende l’arca dopo il diluvio.
Ora che i problemi ambientali, trent’anni dopo, sono divenuti ancor
più drammatici – lo stiamo vivendo in queste ore di nuovo incubo
nucleare – la riflessione che ci viene spontanea è che l’unica cosa che
è cambiata è la scomparsa dei partiti tradizionali. Lo diciamo con una
punta di rimpianto, non tanto per il venir meno della forma di partito,
quanto per la scomparsa di una classe politica nel nostro paese. Né
all’orizzonte, almeno in Italia, vi è segnale alcuno del sorgere di un
movimento politico ecologista.
Rimane, invece, l’importanza del dialogo con tutti e in particolare con
quegli strati sociali, sempre più rari, che non hanno ancora “subìto per
intero la lobotomia industrialista e modernizzatrice”.
Nell’attimo che stiamo vivendo questi scritti ci appaiono come un
breviario laico al quale ricorrere come ad una bussola in mezzo al mare
procelloso. Anche per ritrovare la buona strada nel nostro perpetuo
cammino.
Alessandro Giadrossi
26 Konrad aprile 2011
Così fan tutte
La “Giocosa” alla Società “Ferruccio Busoni” di Empoli
Continuando una felice collaborazione con il Centro Studi Musicali
“Ferruccio Busoni” di Empoli, iniziata nel 2008, l'Opera Giocosa del
F.V.G. ha presentato lunedì 28 febbraio nel Teatro Excelsior della
città toscana l'ultima opera buffa del genio salisburghese, il celebre
melodramma “Così fan tutte ossia La scuola degli amanti” in versione
semiscenica. Il cast vocale era formato da Marianna Prizzon (Fiordiligisoprano), Alessia Nadin (Dorabella-mezzosoprano), Ilaria Zanetti
(Despina-soprano), Dax Velenich (Ferrando-tenore), Giuliano Pelizon
(Guglielmo-baritono), Giovanni Alberico Spiazzi (Don Alfonso-basso),
una compagnia affiatata e ben amalgamata con solisti già di chiara
fama. Il Coro, formato dalla “Pia Società Corale “Santa Cecilia” di Empoli
diretto dal M° Ennio Clari, ha contribuito con una partecipazione
scenica di sicuro effetto e padronanza musicale. Antonella Guglielmi
ha creato dei raffinati costumi scenici, la partecipazione del cembalista
Manuel Tomadin è stata brillante e in perfetto stile mozartiano. Un
doveroso riconoscimento al responsabile tecnico Antonio Zugan
che, con il suggeritore Carla Righetti, ha permesso un eccellente
“ritmo di scena” del palcoscenico. L'Orchestra della Giocosa, oltre
agli elementi in organico fin dalla fondazione, ha presentato, nella
difficile partitura mozartiana, molti giovani strumentisti alla loro prima
esperienza d'Opera. Di fatto ha debuttato la “seconda generazione”
della “Giocosa” che sono: Eleonora Montagnana, Silvia Pisana Reinotti,
Antonia Ivanciuc, Sofia Baldissera, Laura Agostinelli, Federica Babich,
Elisa Alessandro, Emanuela Colagrossi, Caterina Giannini, Mila
Grando, Paolo Gonnelli (Violini), Laura Alessandro (Viola), Cecilia
Barucca Sebastiani e Francesco Pinosa (violoncelli), Enzo Manuel
Dell'Oglio (contrabasso), Gabriele Medeot (clarinetto), Martina Buri
(corno), Gabriele Boscarato (tromba). Il Teatro Exselsior, con il tutto
esaurito, ha accolto con sicuro favore lo spettacolo, al quale ho
cercato di dare una impostazione scenico-musicale scorrevole, ma
sempre sentita, penetrando gradatamente nel significato giocoso
ma anche umanamente drammatico della storia, ambientata a
Napoli, con due coppie ferraresi, ma in realtà accaduta a Trieste. Da
parte mia,direttore e regista dello spettacolo, dopo una accurata
preparazione, non ho avuto difficoltà a farlo scorrere..., con un Coro
ben istruito, la compagnia vocale brillante, un'orchestra attenta e
sempre sul “chi va là”e il palcoscenico che “girava bene”. E' il massimo
che si può desiderare nelle tre ore di durata dell'Opera. La “Giocosa” ha
eseguito negli anni passati il capolavoro mozartiano in varie occasioni,
Parco di Miramare, Gorizia (Auditorium), Muggia, Lucca, ma ritengo
,sicuramente, l'esecuzione di Empoli la più fresca e accattivante, come
una bella mela appena colta che conserva intatta la fragranza e la
freschezza della primavera, il succo dissetante, unito alla bellezza della
musica di Mozart.
Severino Zannerini
Corso di Giornalismo
Corso di Giornalismo, comunicazione e new media alla storica
Libreria Internazionale Italo Svevo di Trieste. La Bottega Errante,
laboratorio culturale in Fvg , apre i battenti.
La libreria Italo Svevo di Trieste ospiterà presso la sua sede di via Battisti
6/a, il Corso di Giornalismo, comunicazione e new media. Accompagnati
dal giornalista professionista Roberto Toffolutti, i corsisti entreranno
nelle pieghe del mondo giornalistico, ne coglieranno le forme e
percepiranno anche come sta cambiando negli ultimi decenni questo
mestiere antico e leggendario.
Il corso, della durata di 25 ore, avrà inizio il 13 aprile e si concluderà agli
inizi di maggio con la visita a una redazione giornalistica, in modo da
permettere agli allievi di confrontarsi direttamente con i protagonisti,
con chi quotidianamente svolge questo mestiere.
Le iscrizioni sono aperte fino al 9 aprile presso la Libreria Svevo.
Attraverso una serie di esercitazioni pratiche saranno approfondite
le principali tecniche di redazione di un articolo e di gestione di
un ufficio stampa. Particolare attenzione sarà rivolta inoltre ai new
media, gli strumenti multimediali di comunicazione che consentono
di fare informazione a costi sempre più bassi (facebook, twitter, blog,
newsletter eccetera).
Il laboratorio si rivolge a tutti coloro che vogliono cominciare a
muovere i primi passi in questo mondo, a coloro che si chiedono che
cosa si nasconda dietro un articolo di giornale, le dinamiche creative e
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organizzative che si celano dietro questo mestiere. Si rivolge anche a chi
ha la passione di leggere e così facendo vuole diventare un lettore più
consapevole e attento.
E una proposta dell’associazione Culturale La Bottega Errante, che
fonda il proprio nome sul concetto artigiano di un luogo dove sporcarsi
le mani, condividere una passione, scrutare che cosa si nasconde dietro
le quinte di un mestiere. Nella visione dei fondatori la Bottega è uno
spazio dove rifugiarsi per lasciare andare la mente a creazioni e idee ma
anche luogo dove si va per imparare qualcosa, magari solo guardando e
ascoltando, o semplicemente dove si trasmette un’energia, un’urgenza,
un sentito. Inoltre si muove, non è un posto fisso dove fermarsi, ma abita
punti diversi fra loro, dalle librerie ai circoli, dagli agriturismi ai rifugi
di montagna, dalle biblioteche alle osterie. Teatro, scrittura, viaggio,
comunicazione, fotografia, natura, ambiente, trekking, turismo, poesia,
musica sono alcune delle aree dove questa Bottega Errante opera, in
particolare lavorando sul territorio del Friuli Venezia Giulia e del Veneto.
Le prime attività della Bottega Errante, oltre al corso di giornalismo,
sono tre laboratori di scrittura creativa di viaggio che si terranno in
luoghi differenti e con diverse modalità: a Mortegliano [Ud] alla Galleria
Artemisia, a Pordenone presso la Libreria del Viaggiatore Quo Vadis? e a
Gorizia, alla Libreria Ubik. Le iscrizioni sono aperte.
Info: http://bottegaerrante.wordpress.com
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potrai scoprire davvero come cambiare e migliorare la tua Vita.”
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27 Konrad aprile 2011
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1 venerdì
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La voce, porta dell'anima
l'esplorazione e la conoscenza di
se stessi attarverso la voce. Incontro
con Cristina Adriani alle 20.30 presso
l'Institute of Yogic Culture in via San
Francesco 34. Info 040 635718.
2 sabato
ingresso libero
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Cosa sono i traumi? Come restano
nel corpo? Come eliminarli per
ritrovare il benessere psicofisico?
Tutti hanno memorie di traumi che
causano scompensi o squilibri.
Questo è il lavoro svolto prevalentemente da D A Spachtholz che ogni
mese visita a Trieste. Assoc. Rachmiel
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settimana piena di eventi e incontri.
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2 sabato
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Biodinamico da Operatori Professionali organizzato da ANPCI-BCS
dalle 10 alle 17 presso l'Ass. "Ali sul
Mondo" via Crispi, 49. Prenota la tua
sessione. Info 345 9226622.
2 sabato
ingresso libero
La supremazia della Jñana
Yoga
nell'Era del Sapere. Conferenza a cura del CEGEN Centro Studi
Generali Dr David Ferriz Olivares
- Magna Fraternitas Universalis alle
ore 17.30 nella Libreria Borsatti in via
Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333
4236902.
2 e 3 sab e dom ingresso libero
Soole Tour di Fabio Netzach
Innamorarsi della vita e cambia
colore alla tua vita. Sciogliere i conflitti con il feng shui. Seminario ad
offerta libera. Info canale youtube
Fabiobettiol777. Chiara 347 9812269,
[email protected]
3 domenica
ingresso libero
Cineforum: cinema fede e attualità
Ultimo appuntamento del cineforum
"Cinema fede e attualità" realizzato
su www.konradnews.it gli annunci di maggio entro il 20 aprile
dalla Chiesa Valdese e dalla Chiesa
Metodista di Trieste, alle ore 17, presso i locali della Chiesa Metodista di
Scala dei Giganti 1, verrà proiettato
il film "A serious man", dei fratelli
Coen. Alla fine della proiezione sarà
possibile partecipare al dibattito.
3 domenica
Corso di Euritmia
L'insegnante B. Berden guiderà il
corso di Euritmia ad Opicina presso
la Casa-Dom Brdina, ore 10-12. Organizza l'Ass. Agricoltura Biodinamica. Info 333 7864810.
3 domenica
ingresso libero
Apertura centro visite
Il Centro didattico naturalistico di
Basovizza, Località Basovizza 224,
sarà aperto domenica 3 aprile dalle
9 alle 17. Alle ore 10, inaugurazione
della mostra "La pietra - ricchezza
del Carso". Sarà presente l'autore
Paolo Sossi. Info 040 3773677, 366
6867882.
4-25 ogni lunedì ingresso libero
Meditazione di Luce per la Terra
Un invito di cuore a tutti e a chi si
chiede il perchè dei cambiamenti
in atto, dove stiamo andando,
perchè siamo qui ora? Meditazione
di Luce per il Passaggio della Terra
e dell'Umanità, guidata da Arleen,
in connessione i regni della natura
e rete di luce del pianeta; l'incontro
sarà introdotto da una breve spiegazione a titolo informativo, e dopo la
meditazione seguirà un aggiornamento sull'Ascensione, la situazione
attuale del passaggio di frequenza
e cambiamento di coscienza della
Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso
Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza
Benco 4. Info ArtLight 347 2154583,
[email protected]
5 martedì
ingresso libero
Elaborazione del lutto
La Società Antroposofica organizza
ogni primo martedi del mese un
incontro con il gruppo di sostegno
per l’elaborazione del lutto, seguendo il testo “Confrontarsi con la
morte” Ed. Novalis in via Mazzini 30, I
p - ore 18.15-19.45. Info 339 7809778,
[email protected],
www.rudolfsteiner.it
5 martedì
ingresso libero
Bioenergetica
Il Laboratorio di esercizi di bioenergetica è aperto a tutti per una prova
gratuita. Alle ore 20 all'Istituto per le
Biodiscipline "Arkai" in via Marconi
14. Info 328 7429516, [email protected]
5 martedì
ingresso libero
Chi Kung dimostrativo
Lezione dimostrativa di Chi Kung
alle ore 19.30 presso l'associazione "Essenia pro natura" in piazza
Goldoni 5. Si consigliano indumenti
comodi. Info Elena 349 7645387,
lunedì e martedì dalle 19 alle 20.
5 e 6 martedì e mercoledì
Timeline analysis (PNL) a Trieste Siamo al Victoria Hotel, via Oriani
2. Prenota l'analisi della Linea Temporale e verifica se ci sono ostacoli
generazionali inconsci al raggiungimento dei tuoi obiettivi. Info
3343983434, www.timeline.name
6 mercoledì
ingresso libero
Salute e benessere
Salute e benessere: Il potere della
respirazione terapeutica. Conferenza con il dott. Gianluigi Giacconi,
psicologo, naturopata, alle ore 20.30
nella Casa della Pietra ad Aurisina.
Info Ass.Noè 349 8419497,
[email protected]
6 mercoledì
Grafologia conferenza
Grafologia e caratterologia di
René Le Senne. Relatore prof. Massi,
Università di Urbino, ore 18 - 19 45,
sala conferenze studio Erre, Trieste,
via Fabio Severo 14/b, vicino al tribunale. Costo 12 Euro, soci Agi 10 Euro.
Organizzazione AGI Trieste.
Info www.grafologiatrieste.it
7 giovedì
ingresso libero
Degustazione di tè verdi
Degustazione di vari tipi di tè verdi
presso il negozio Tea-time in via del
Monte 1 alle 18. Sono inoltre aperte
le iscrizioni al Corso base sul tè.
Info 040 2458403.
7 giovedì
ingresso libero
Linguaggio comunicativo uomo-cane
Conferenza a cura di
Senzaguinzaglio, Centro Cinofolo
Sportivo alle ore 17.45 presso la Farmacia Alla Borsa, piazza Della Borsa
12. Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it
7-28 ogni giov. ingresso libero
Mamme & papà separati
Associazione per la tutela dei diritti
dei figli nella separazione, rivolge
i propri servizi a chiunque sia coinvolto direttamente o indirettamente
nelle problematiche inerenti le
separazioni coniugali in presenza
di figli, offre gratuitamente sostegno
psicologico e legale servendosi del
volontariato di professionisti quali
Auto
[email protected]
www.apnu.net
Per informazioni
e per iniziare un sostegno:
348 9035858
psicologi, avvocati e pedagogisti,
nonché della presenza di Soci che
già hanno vissuto in prima persona
le esperienze della separazione.
Incontri ogni giovedì alle ore 20.30
nella sede di Banca Etica in via
Donizetti 5/a. Info 040 9896736,
[email protected],
www.mammepapaseparati.org
8 venerdì
ingresso libero
Registro testamento biologico
Il Registro per la raccolta della Direttive di fine vita, a cura delle Chiese
Valdese e Metodista di Trieste, apre
dalle ore 17 alle 19, presso Scala
dei Giganti 1. Info e per ricevere il
modulo 040 632770 dal lunedì al
venerdì ore 9.30-12.30,
[email protected]
8 venerdì
ingresso libero
Gli ormoni del benessere
Come ritardare l'invecchiamento.
Conferenza con la dr.ssa Monica
Bossi medico specializzato in Medicina Biointegrata. Ore 18 presso la
sala conferenza Studio Therapeia,
Via XX Settembre, 24.
Info 040 9880619.
8 venerdì
ingresso libero
Comunicazione e qualità della vita
Una serata per scoprire in quanti
modi la Comunicazione può aiutarci a dare più qualità alle nostre
giornate. Seminario alle ore 20.30 al
Centro Yoga in via San Francesco
34. Prenotazione obbligatoria.
Info 327 8458086.
9 sabato
L'Abbraccio - Vivere l'Ascensione
Evocare la qualità di apertura ed
espansione della coscienza per sè
stessi, in aiuto all' altro e al mondo.
Un'occasione di guarigione e vero
nutrimento di luce per l'anima;
Un'occasione per vivere e ricevere
il sostegno e la forza del gruppo; Un'occasione per tutti quelli
che hanno bisogno di riscoprirsi
lasciandosi andare, oltre i tabù, e
le bassezze dell'anima, nel rispetto
e nell'armonia, e per chiunque
semplicemente desideri ricevere e
donare il proprio abbraccio all'altro
e al mondo.
Seminario pratico esperenziale, a
cura di Arleen Sidhe, dalle ore 15
alle 20, presso Assoc. LAM-Il Sentiero
in p.zza Benco 4.
Info ArtLight 347 2154583, [email protected]
realizzazione e se
r v izio
all’umanità
Meditazione - Ser
vizio so
ciale
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Corsi d oga e cucina
v
e
g
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Cene indiane per
benefic
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Ananda Marga
Organizzazione Umanitaria
Cordenons PN - Piazza San Pietro 10
Tel. 0434 931364 - Cell. 348 9035858
www.apnu.net
28 Konrad aprile 2011
APPUNTAMENTI DI aprile
Trieste
9 sabato
Born again: la nascita della coscienza
Nascere di nuovo dopo aver
abbandonato l'identificazione
con la nostra vecchia maschera,
fatta di tutto quello che abbiamo
imitato e che vogliamo mostrare
per essere come gli altri ci vogliono.
Una nascita per costruirci una vita
fatta di scelte, di umanità profonda,
di presente. Seminario con Sauro
Tronconi. Info 380 7385996,
www.trieste.espande.it
9 sabato
ingresso libero
Bielorussia: repressione e ...
Bielorussia: repressione e condanne a
morte nell’ultima dittatura in Europa.
Incontro - dibattito a cura del gruppo
di Trieste di Amnesty International.
Interverrà Heather McGill, ricercatrice
presso il Segretariato Internazionale
di Amnesty International a Londra,
esperta sulla situazione dei diritti
umani nei paesi dell’est europeo (in
particolare in Bielorussia, Ucraina e
Moldova), alle 18 al Bar Libreria Knulp
in via della Madonna del Mare 7.
10 domenica
Kundalini: l'energia dormiente
Come attivare dentro di noi dei
potenziali che possono trasformare
e migliorare i nostri stati fisici, psichici, mentali e spirituali. Seminario
teorico e pratico con Paolo e Shanti
Benussi. Alle ore 13.30-18.30 all'
Associazione Culturale Shanti Trieste
in via Carducci 12.
Info www.shanticenterts.it
11 lunedì
ingresso libero
Medicina Ayurvedica.
Esame del polso
Per appuntamento.
Con il dottor Fabio Basalisco. Farmacia Alla Borsa piazza Della Borsa
12. Info e appuntamenti 040 367967,
www.farmaciaallaborsa.it
12 martedì
Corso di pittura
L'Ass.Agricoltura Biodinamica organizza un corso guidato dalla pittrice
Roseta Peternelli avente per tema
la poesia di Goethe”La metamorfosi della pianta” presso la sede di
v.Mazzini 30 Ip ore 17.45-19.30.
Info 333 7864810.
12 martedì
ingresso libero
La medicina Ayurvedica
Terapie disitossicanti. Conferenza
con il dottor Basalisco medico
neurologo. Ore 17.45. Farmacia Alla
Borsa, piazza Della Borsa 12. Info 040
367967, www.farmaciaallaborsa.it
su www.konradnews.it gli annunci di maggio entro il 20 aprile
14 giovedì
ingresso libero
Punto vegetariani
Incontro mensile dal titolo "Agnelli
pasquali: la strage degli innocenti"
con Susanna Beira e Marco Bertali,
medici, delegati dell'Associazione
Vegetariana Italiana. Dalle 17 alle
18.30-Banca Etica, via Donizetti 5/a.
14 giovedì
ingresso libero
Sos-cervello
Campagna sociale di psicofarmaco-vigilanza. Incontro mensile dal
titolo "La gerarchia segreta delle
emozioni" (continuazione) con lo
psichiatra Marco Bertali. Dalle 18.45
alle 20.15-Banca etica, via Donizetti
5/a.
14 giovedì
ingresso libero
Porri, nei e pippiolini
Sono tutti
benigni???
Incontro con la dermatologa
dottoressa Sibil Vernoni. Ore 17.45.
Farmacia Alla Borsa, piazza Della
Borsa 12. Info 040 367967, www.
farmaciaallaborsa.it
14 e 15 giovedì e venerdì
Arte/Scuola del Vedere
Acquerello
(tecnica e studio della composizione), corso in 10 lezioni; ogni
giovedì dalle 17,30 alle 20. Lezione
su Caravaggio (vita e opere). Alla
Scuola del Vedere, via Ciamician 9.
[email protected]
15 venerdì
ingresso libero
Concerto di Adriano Doronzo
Al Teatro dei Fabbri in via dei Fabbri,
2 alle ore 20 - concerto e presentazione del CD "La Rosa di Rudolf"
con Max "Maxino" Cernecca, Irene
Brigitte, Franco "Toro" Trisciuzzi, Bruno
Prodan, Michael Petronio. Info 348
2812286, www.adrianodoronzo.it
15 venerdì
ingresso libero
Cina: da Pechino a Shangai
Un viaggio nel tempo, dall'esercito di terracotta alle moderne
metropoli. Proiezione fotografica di
immagini raccolte da Paolo Benussi
nell'agosto 2010. Alle ore 20.30 all'
Associazione Culturale Shanti Trieste
in via Carducci 12.
Info www.shanticenterts.it
15 venerdì
Ferite dell'anima e come guarirle
Il nostro corpo indica che ferite
abbiamo subito. Lavorando con il
bambino interiore, fiori di Bach ed
oli essenziali possiamo guarirle. A
cura di Susanna Berginc naturopata. Info 347 9842995,
[email protected]
nutribar
il primo Fast Good a Trieste
via Felice Venezian 24/a - Trieste
040 2460420 - 334 1896029
[email protected] - www.zoefood.com
15 venerdì
ingresso libero
Corso Kinesiologia Touch for Health
Presentazione del primo livello di
Kinesiologia Touch for Health, alle
ore 20.30, al Novo Hotel Impero in
via San Anastasio 1. Il corso, che
si svolgerà il 14 e il 15 maggio, è
tenuto da Antonio Contini, istruttore
TFH, kinesiologo professionale TASK
e consulente facilitatore del sistema
One Brain. Al termine del corso verrà
consegnato l'attestato di frequenza
TFH1 che permette di accedere ai
tre corsi successivi e all'esame che
certifica la conoscenza di base in
kinesiologia Touch for Health dell'International Kinesiology College. Info
www.IKC-info.org
Nirvananandaji
con i “Bhajan Sisters & Brothers”
Una serata di canti Kirtan e Bhajan
a sostegno dei bambini
figli di lebbrosi di Puri in India
15 venerdì
Bagni di gong
Il Gong è lo strumento più risuonante conosciuto, la sua acustica può
indurre alla DE-materializzazione
della mente razionale e accompagna in uno stato di non tempo (tono
di guarigione). Con i GongMaster
Max e Elisabetta. ore 20. Info 347
3319227, [email protected]
15 venerdì
ingresso libero
Pianeta Caucaso
Viaggio in Georgia, Armenia e Azerbaijan. Incontro e videoproiezione
con Cristian Trani alle ore 20.30 presso l'Institute of Yogic Culture in via
San Francesco 34. Info 040 635718.
15 venerdì
ingresso libero
Alchimia Trasmutazione e Kundalini
L'energia creatrice; La discesa divina nell'uomo, dal seme dell'uomo
al fiore d'oro dello Spirito. Le nozze
sacre e la trasmutazione dell'energia sessuale; l'Albero della Vita,
ascesa e risveglio della Kundalini.
Conferenza a cura di Arleen Sidhe,
alle ore 20.30 all'Assoc. LAM-Il Sentiero, in piazza Benco 4.
Info ArtLight 347 2154583,
[email protected]
15 venerdì
ingresso libero
Yoga Nidra al CSI di Opicina
Al Centro Sportivo Internazionale
a.s.d. alle ore 20.20, in via di Conconello 16 a Opicina, Roberto Catalano terrà una sessione pratica aperta
a tutti di Yoga Nidra - rilassamento e
consapevolezza. L'ingresso è libero
ma è richiesta puntualità.
Info 040 214288.
15 e 16 venerdì e sabato
Biografia e destino
Venerdì: ”Cuore e forma del destino”
conferenza al Circolo I. Grbec v.
di Servola, 124 ore 20. Sabato: “Lo
Joytinat Yoga Ayurveda
Trieste - Via Felice Venezian 20
venerdì 15 aprile ore 20.00
ingresso libero
eventuali fondi raccolti
saranno devoluti
ai bimbi di Puri
sviluppo della coscienza dell'io
nella biografia” seminario in v.
Mazzini 30 ore 9-12.30 15-18. Relatore
Leonardo Marchiori psichiatra del
S.S.M.di Trento, membro SIMA, presidente Ass. Perseo. Organizza la Soc.
Antroposofica di Trieste - Prenotazione obbligatoria Info 339 7809778,
[email protected],
www.rudolfsteiner.it
16 sabato
ingresso libero
Il canto dell'anima
Serata di meditazione, canti kirthan
e bhajan con Nirvanananda e i
Bhajan Sisters and Brothers, alle ore
20.30 presso l'Institute of Yogic Culture in via San Francesco 34.
Info 040 635718.
16 sabato
ingresso libero
L'allegria nel movimento
Laboratorio gratuito per bambini
dai 5 anni in su, organizzato dal Comitato Pro-Fondazione ELIC di Trieste
alle ore 16.30 in via Mazzini 30, 3°
piano. Info 040 2602395,
320 0488202.
16 e 17 sab e dom ingresso libero
Conferenza "l'11 nel 2011"
Convegno interattivo sulla moneta,
per denunciare la truffa delle banche, del signoraggio e della riserva
29 Konrad aprile 2011
APPUNTAMENTI DI aprile
frazionaria, per capire il valore
indotto della moneta... il valore
umano: IL TUO. Il significato sociale,
politico, economico, psicologico
del valore indotto nella teoria
economica del prof. Giacinto Auriti.
Organizzato dall'associazione Primit
(programma per la riforma monetaria italiana) a Trieste in piazza
Ponterosso, sabato 16 aprile dalle 16
alle 20 e domenica 17 aprile dalle
11 alle 14.
16 e 17 sabato e domenica
Corso contatto vibrazionale sonoro
Il suono delle Campane Tibetane
agisce sui Chakra e sui blocchi
energetici, energizzando e armonizzando il sistema bioenergetico.
Verrà consegnato un Attestato. Con
Gongmaster Max Piazza. Info 347
3319227, [email protected]
17 domenica
ingresso libero
Festa di Primavera L'Associazione reg.vol.per la promoz.della Pedagogia Steineriana
invita tutti alla Festa di Primavera
nella sede dell'Associazione a Sgonico 44, dalle ore 11 fino alle 17.30.
Giochi all'aperto e laboratori artistici
per bambini, buffet e tanto altro. Info
040 229474.
18 lunedì
ingresso libero
Ginnastica Cinese
Lezione dimostrativa di Ginnastica
Cinese alle ore 19 presso l'associazione "Essenia pro natura" in piazza
Goldoni 5. Si consigliano indumenti
comodi. Info Patrizia 339 5276593
dalle 19 alle 20.
19 martedì
ingresso libero
La terra diventa pluridimensionale
Conferenza con Marko Pogacnik,
organizzata da CosmoGea in
collaborazione con il Teatro Stabile
Sloveno alle ore 20 in via Petronio 4.
Info Manuela 349 4070431, Tiziana
340 6092388.
19 martedì
ingresso libero
Tutte le donne hanno latte
Vero o falso ? Conferenza con il
dottor Pierpaolo Brovedani medico
neonatologo del Burlo Garofalo. Ore
17.45. Farmacia Alla Borsa, piazza
Della Borsa 12. Info 040 367967, www.
farmaciaallaborsa.it
20 mercoledì
ingresso libero
Riabilitazione & colonna vertebrale
Questasera a partire dalle 18 presso
il Poliambulatorio Fisiosan di via Genova 21, i dottori del centro rispondono alle domande dei partecipanti relative alle nuove metodiche
ed alle indicazioni della fisioterapia
specializzata sulla colonna vertebrale. Confermare la presenza allo 040
3478678. Posti limitati.
21 giovedì
ingresso libero
Allattamento materno
Domande e risposte con Antonella
Chiurco cosulente professionale
IBCLC. Ore 10.30 Farmacia Alla
Borsa, piazza Della Borsa 12. Info 040
367967, www.farmaciaallaborsa.it
22 venerdì
ingresso libero
Medicina tradizionale cinese
Come prevenire le malattie secondo i principi della Medicina Tradizionale Cinese. Conferenza della dr.ssa
Tognon M.Luisa medico esperto in
omeopatia e dr.ssa Mullich Laura
psicologa. Ore 18 presso la sala
conferenze Studio Therapeia, Via XX
Settembre, 24. Info 040 9880619.
su www.konradnews.it gli annunci di maggio entro il 20 aprile
PER NON DIMENTICARE
Dal 18 al 30 aprile 2011 in occasione
del 66° Anniversario della Liberazione
il circolo del cinema “Charlie Chaplin”
presenta la seconda parte della rassegna
cinematografica “Per non dimenticare”,
dedicata alla Resistenza antifascista.
Questi i titoli in programma.
18 aprile : Le prime bande di Paolo
Gobetti (Italia 1983); 19 aprile: Baciami
piccina di Roberto Campanelli (Italia
2006); 28 aprile: Parigi brucia? Di René Clément (Francia-USA 1967) ed
infine il 30 aprile: Un condannato a morte è fuggito di Robert Bresson
(Francia 1956). Tutte le proiezioni avranno luogo alle ore 20.30 al
Multikultura Center di via Valdirivo 30.
22 venerdì
ingresso libero
L'arte di vivere
Omaggio a Raimon Panikkar Incontro a cura di Luciano Scarazzato,
alle ore 20.30 presso l'Institute of
Yogic Culture in via San Francesco
34. Info 040 635718.
22 venerdì
ingresso libero
Terapie Essene e Lettura dell'Aura
Un incontro con sè stessi, di guarigione e armonia interiore, fisica e
sottile; il sistema dei chakra e relativi
organi, i nadi, i campi aurici e i corpi di luce; il legame tra le malattie
e le Forme Pensiero; Un aiuto a tutte
le problematiche, le disarmonie,
i disagi del corpo e dell' anima,
secondo gli insegnamenti di Anne e
Daniel Merois-Givaudan. Incontri e
trattamenti individuali, gruppi di meditazione e guarigione. Conferenza
di presentazione a cura di Arleen,
terapeuta certificata e allieva diretta
della scuola di formazione di terapeuti di Anne Givaudan e del dott.
Antoine Achram. Alle alle ore 20.30
presso Assoc. LAM-Il Sentiero in p.zza
Benco 4. Info ArtLight 347 2154583,
[email protected]
23 sabato
ingresso libero
Registro testamento biologico
Il Registro per la raccolta della Direttive di fine vita, a cura delle Chiese
Valdese e Metodista di Trieste, apre
dalle ore 15 alle 17, presso Scala
dei Giganti 1. Info e per ricevere il
modulo 040 632770 dal lunedì al
venerdì ore 9.30-12.30, [email protected]
26 martedì
ingresso libero
La famiglia in trasformazione
La Società Antroposofica organizza
l'incontro mensile per una possibile
comprensione delle tematiche
familiari, seguendo il testo “La famiglia in trasformazione” Ed.Novalis in
v.Mazzini 30, I p ore 18.15-19.45 Info
339 7809778, lorenzolucchetti18@
gmail.com, www.rudolfsteiner.it
27 mercoledì
Corso massaggio decontratturante
Sei lezioni di massaggio base
Ayurvedico, per rilassare e sciogliere
tensioni muscolari ed articolari. Con
attestato finale. Ogni mercoledì ore
18-20.30 all'Assoc. Culturale Shanti
Trieste in via Carducci 12. Info Sabrina 334 1559187.
28 giovedì
ingresso libero
L'amore nella relazione di coppia
Conferenza con la dottoressa Donatella De Colle psicologa musicoterapeuta. Ore 17.45. Farmacia Alla
Borsa, piazza Della Borsa 12. Info 040
367967, www.farmaciaallaborsa.it
29 venerdì
ingresso libero
La piramide
Segreti e poteri della piramide. Dagli
antichi Egizi al sistema per mantenere le cellule umane integre e vitali.
Videoproiezione di immagini esplicative con Paolo e Shanti Benussi.
Alle ore 20.30 all'Associazione Culturale Shanti Trieste in via Carducci 12.
Info www.shanticenterts.it
29 venerdì
Il gustoso risveglio di primavera
La Cucina Naturale in armonia con
le Stagioni dà gusto, colori e valore
nutritivo ai menù con cibi freschi.
A San Pelagio dalle 19,30. Info e
prenotazioni 333 4409669, info@
annadana.it, www.annadana.it
29 venerdì
ingresso libero
Gravidanza e parto
Domande e risposte con l'ostetrica
Sara Grafitti. Ore 16 alla Farmacia
Alla Borsa, piazza Della Borsa 12.
Info 040 367967, www.farmaciaallaborsa.it
29 venerdì
ingresso libero
Dharana e Dhyana al CSI di
Opicina
Al Centro Sportivo Internazionale a.s.d. alle ore 20.20, in via di
Conconello 16 a Opicina, Roberto
Catalano terrà una sessione pratica
aperta a tutti di Dharana e Dhyana
- concentrazione e meditazione. La
partecipazione è libera e gradita.
Info 040 214288.
30 sabato
ingresso libero
Sciamanesimo o sciamanismo?
La differenza fra sciamanismo e
sciamanesimo varia a seconda del
luogo, degli usi locali e soprattutto
dell'uso che si intende farne. Seminario gratuito ore 20 d.a. Spachtholz
all'Ass. Rachmiel in via Mazzini 30 a
Trieste. Seminari ed incontri fino al 5
maggio. Info 335 5409328, richiedi la
brochure 040 575039, www.tecnichedelbenessere.com
Tarocchi intuitivi Con lo studio di questo mezzo di
predizione impareremo ad analizzare le situazioni del presente per
proseguire verso un futuro di consapevolezza e conoscenza.
Info consulti e corsi 347 1098771.
Corsi di Restauro Ligneo Il laboratorio D'Eliso & Tomè organizza, presso la propria sede, corsi
amatoriali teorico pratici di restauro
del mobile e dei manufatti lignei.
Potete visitarci in via Alfieri 10/a, a
Trieste. Info 040 763116,
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Come strutturi
il tuo spazio-tempo?
I conflitti non risolti ci fanno perdere
il contatto con le vere emozioni. Cronogenetica è un modo risolutivo per
eliminare le problematiche emozionali ereditate dagli antenati. Info 334
3983434, www.cronogenetica.it
Incontri di erboristeria
Inizio giovedì 7 aprile alle
ore 20.30 presso La Mandragola in via San Lazzaro 20.
Per informazioni e iscrizioni
040 661200.
Entusiasmo e interesse
cercansi
Finalmente una compagnia interessata a prevenzione, rispetto per
l'ambiente e che rinuncia ad usare
elementi tossici nei prodotti per la
cura della persona. Per creare attività indipendente ed etica. Info 334
7963754, [email protected]
Incontri con
Legambiente
Puoi trovarci ogni mercoledì dalle
18 alle 20 nella sede di via Donizetti,
5/a (presso il punto informativo dei
soci di Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro di
Legambiente Trieste. Info 040 577013,
366 3430369, fax 040 9890553, info@
legambientetrieste.it, Segui le nostre
iniziative su www.legambientetrieste.it
Società Antroposofica
di Trieste Ogni martedì 20-21.30 studio sul
testo di R. Steiner "Massime antroposofiche". Ogni sabato 17.30-19 studio
sul testo "Teosofia" di R.Steiner. Le
attività sono gratuite presso la sede
via Mazzini 30, Ip. Info 339 7809778,
[email protected],
www.rudolfsteiner.it
Ass. Agricoltura Biodinamica
Ogni mercoledì 20-21.30 incontro con
la Sezione di Biodinamica di Trieste e
Gorizia sul testo di R. Steiner "Uomo sintesi armonica” presso la sede v.Mazzini
30, I p. Info 333 7864810.
Settimane artistiche estive L'Associazione reg. di volontariato
per la promoz.della Pedagogia
Steineriana in collaborazione con
la coop.sociale Metamorphosis,
organizza le settimane artistiche
estive presso la sede di Sgonico n.44
per bambini fino agli 11 anni. Info
040 229474.
Corsi di pittura e creta Corsi di Pittura e Creta con Rosetta
in via Beccaria 6 presso la Soc.
Antroposofica. Lun. ore 16.30 e merc.
ore 17.30. Info 333 5930594.
Nadayoga, il Canto il Suono
la Voce L'uso del suono e della voce quale
mezzo riequilibrante del benessere
psicofisico; NadaYoga e Mantra; Ricerca del proprio Suono fondamentale o tonica individuale; Effetti e uso
consapevole delle scale e intervalli
musicali; Risonanza corporea e
organi interni; Gestualità, voce e
corpo; Canti, stili, espressione; Armonizzazione dei chakra e dei corpi
sottili; I Suoni creatori di luce, forme
e colori; Il Canto Armonico e Overtones. Lezioni individuali, frequenza
e orari personalizzati; a richiesta
si organizzano corsi, laboratori e
seminari di gruppo. Info ArtLight 347
2154583, [email protected]
30 Konrad aprile 2011
APPUNTAMENTI DI aprile
Trieste
ore 9.30 alle ore 11, con inizio lunedì
4 aprile, a Ronchi dei Legionari
presso la palestra Corpo Libero di
via Roma 13. Info 0481 777737, Anna
0481 32990.
Centro Buddhista Tibetano Il Centro Buddhista Tibetano Sakya
Kunga Choling annuncia la visita
del Ven. Khenpo Sherab Amipa
Rinpoche nei primi giorni del mese
di maggio per un seminario ed
iniziazione su Buddha Sakyamuni.
Info 040 571048.
Pordenone
7 giovedì
Le nuove Costellazioni
Familiari
Ancarano 2-5 giugno "Quando
siamo in armonia con il movimento
dello spirito ci sentiamo bene, siamo
tranquilli e privi di preoccupazioni,
conosciamo il passo successivo
e abbiamo la forza di compierlo".
Riduzione per iscrizioni entro 20
aprile Info 3939489833 www.devidodoriana.it
Gorizia
12 e 21 mar e gio
ingresso libero
Programmazione Neuro Corporea
Tecnica di guarigione spirituale
che esplora la relazione tra il nostro
corpo, la nostra coscienza e la
nostra vita permettendoci in caso
di disequilibrio, di ritornare ad uno
stato di armonia. Conferenza alle
ore 20.30 all'Ass. Delfino Blu in via 7
Giugno 8 a Ronchi dei Leg.
Info 334 6728109.
Rebirthing l'arte del respiro Tecnica efficace che lavora sia a
livello mentale che emozionale,
indicata per integrare traumi, abbandonare condizionamenti della
personalità, liberare l'emozionale
trattenuto e lo stress. Conferenza
alle ore 20 all'Ass. Delfino Blu in via 7
Giugno 8 a Ronchi dei Leg.
Info 349 2840064.
8 venerdì
ingresso libero
Eft conferenza informativa
Eft Friuli propone una serata per presentare questa tecnica di auto-aiuto,
alle ore 20.30 a Pordenone al Villaggio del Fanciullo CFP, pad.D. Info
Franco 335 8445140, [email protected]
17 domenica
Eft corso base ex 1° livello
EFT Friuli organizza un Corso Base EFT
presso Il Villaggio del Fanciullo pad.
D a Pordenone in via De La Comina
25. Una giornata per imparare
questa innovativa tecnica di autoaiuto. Info Franco 335 8445140, info@
eft-friuli.it
Udine
4-6 da lunedì a mercoledì
Corsi yoga tradizionale Patanjali
Con aprile, avranno inizio i corsi
serali di Yoga dell'ass.ne Prana con
il dr. Claudio Masotto: a Pagnacco il
lunedì; a Sequals il martedì e a Udine il mercoledì. Info 0432 956331, 389
2789631, masotto.claudio@gmail.
com, www.associazioneprana.it
Vacanza depurativa Dal 23 al 31 maggio a Grado. Fra
amici, almeno un volta all'anno salutisti. Prodotti biologici attività fisica
interventi di interesse. Per riprendere
nuova energia mentale e fisica.
Info 393 4242113.
Corsi di Yoga Hatha-Raja il lunedì
dalle ore 9 alle ore 10.30 ed il
martedì dalle ore 17.30 alle ore 19,
con inizio lunedì 4 aprile 2011. Corsi
di qi gong (ginnastica tradizionale
cinese) il giovedì dalle ore 17.30 alle
ore 18.30 con inizio giovedì 7 aprile
2011, presso la Palestra Spazio via
Marega 26 Lucinico. Info 0481 32990.
Associazione
Wu Zhen Italy
Timeline Analysis (pnl)
Siamo in via del Marinaio 16/a. Prenota l'analisi della Linea Temporale
e verifica se ci sono ostacoli generazionali inconsci al raggiungimento
dei tuoi obiettivi. Info 338 6240656
Renèe, www.timeline.name
1 venerdì
ingresso libero
Medicina nel Terzo Millennio:
la terapia informazionale e di
riequilibrio. Conferenza con il Dott.
Eugenio Sclauzero, medico olistico,
alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa
Glori 41.
13 e 22 mer e ven ingresso libero
Associazione
Spazio 7 giovedì
ingresso libero
Incontro di costellazioni familiari
Continuano con grande interesse
queste serate dimostrative dove si
sperimenta in prima persona questo
straordinario metodo di crescita personale. Via S. Rocco 142 - ore 20.30.
Info Giacomo Bo 0432 728071.
8 venerdì
ingresso libero
La Fisioterapia olistica
Cos'è ed a cosa serve. Conferenza
con il Dr. Vezzi Giulio, fisioterapeuta
e naturopata, alle ore 20.30 alla
Bioteca in via Villa Glori 41.
10 domenica
Corsi di Yoga Hatha-Raja ogni
lunedì e mercoledì dalle ore 18 alle
ore 19.30 e dalle ore 20 alle ore
21.30, ed ogni giovedì mattina dalle
su www.konradnews.it gli annunci di maggio entro il 20 aprile
Energia universale
"Solo l'uomo aiuta l'uomo" Seminario Fondamentale e Livello V. Come
raggiungere un Benessere Psicofisico ed intraprendere un cammino
nella Spiritualità. Info 0432 699548,
www.mel-italia.eu
15 venerdì
ingresso libero
Incontro di costellazioni familiari
Per provare in prima persona questo
straordinario metodo che risolve le
dinamiche nascoste che creano i
problemi di vita. Via S. Rocco 142
- ore 20.30 Info Giacomo Bo, www.
lecostellazionifamiliari.net
15 venerdì
I ritmi del corpo sottile
Il sistema dei chakra è una via di
conoscenza potente che cambia la
visione che ciascuno di noi ha di se
stesso. Con i chakra appare il corpo
sottile che non è disgiunto dalla
nostra carne, e ci dà così una visione più integra dell'essere umano.
Seminario con Sauro Tronconi dalle
19.30 alle 23.30 a Latisana. Info 349
8654540, www.trieste.espande.it
15 venerdì
ingresso libero
Non uccidere i tuoi sogni
Conferenza con il Dr. Ignazio Malerba, coach ontologico (Argentina),
alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa
Glori 41.
17 domenica
ingresso libero
Atma gita: i canti dell'anima
Concerto di primavera con Swami
Nirvanananda ed i Bhajan Sisters &
Brothers, alle ore 19 presso l'A.S.D.
Malaak, via Maniago 4/A.
Info 340 2233994 Gianna,
[email protected]
21 giovedì
ingresso libero
La radiestesia
La radiestesia ci porta a sviluppare
il nostro lato intuitivo in armonia con
quello razionale. Incontro con Valter
Maestra alle ore 20.30 presso l'Ass.
Waira in via S. Rocco 2/a. Info Valter
329 2303459.
22 venerdì
ingresso libero
L'arte dell'immaginazione
La sua utilità in una vita creativa.
Conferenza con Maria Canci,
counselor e arteterapeuta. Dove?
presso Cebi in viale Tricesimo 254 a
Udine, alle ore 17. Info 340 3706330.
22 venerdì
ingresso libero
Come convertire positivamente...
le onde Geopatogene. Conferenza
con Bruno Schirato, esperto geomantico, alle ore 20.30 alla Bioteca
in via Villa Glori 41.
23-25 da sabato a lunedì
Intensivo di illuminazione
Straordinario ritiro di meditazione,
unico nel suo genere. Tre giorni a
Sauris sulle montagne, per scoprire
se stessi, ritrovare il proprio centro e
ricominciare a vivere con serenità la
vita. Info 0432 728071 Giacomo Bo,
www.intensivodiilluminazione.it
29 venerdì
ingresso libero
Equilibrio femminile
Problematiche, risvolti psichici, fisici
ed evolutivi delle varie età della vita
Conosci i migliori prodotti bio?
erboristeria Il
Fiore dell’arte di sanare
del dott. Dario Blasich
Ronchi dei Legionari (GO) - Via Carducci 21 - Tel. 0481 475545
della donna. Conferenza con Ilaria
Forte, Medico esperto in omeopatia, omotossicologia, naturopatia e
Giuliana Cossettini, Naturopata. Alle
ore 20.30 all'Ass. Gem in via Canova
13 a Feletto U.(UD). Info 0432 574002,
www.nutrivita.it
29 venerdì
ingresso libero
Omeopatia e medicina funzionale...
Omeopatia e medicina funzionale
regolatoria. Presupposti scientifici
secondo la medicina quantistica.
Conferenza con il Dr Renato Pascoletti, medico chirurgo, alle ore 20.30
alla Bioteca in via Villa Glori 41.
30 sabato
Conosci le costellazioni familiari
Sperimentare il contatto con le radici familiari consente di sciogliere
i nodi interiori che rendono difficile
il vivere quotidiano e le relazioni.
Sabato ore 15-18.30 e Domenica 1
maggio ore 9,30-17,30 in Via Canova
13 a Feletto. E' possibile partecipare
anche solo uno dei due giorni. Info
e costi: Mario Franchi 335 5977306,
www.ilmutamento.it
Ti meriti un premio
Stage-vacanza dal 13 al 19 giugno
2011 in albergo diffuso a Raveo (Ud)
per rilassarsi, migliorare la postura e
la voce, il corpo e lo spirito. Info 0432
793323 Ferrari-Zamò, [email protected]. Adesioni entro il 5
maggio.
Fuori Regione
Io donna 7-8 maggio Viaggio verso la saggezza arcaica femminile, seminario
ad Abano Terme (PD). Per ritrovare
i valori e la conoscenza del tesoro
racchiuso in ogni donna. Iscrizioni
con riduzione entro il 15 aprile. Info
393 9489833, www.devidodoriana.it
Escursioni
10 domenica
ingresso libero
Yoga e natura
Camminata in Carso con Franco
Salvi dell'Institute of Yogic Culture:
per prendere coscienza del nostro
rapporto con la natura. Info e adesioni (per l'organizzazione!).
Info 040 635718, 348 0530570.
17 domenica
ingresso libero
Piramidi in Friuli Alla scoperta di colline modellate
a piramide, di particolari formazioni geologiche forse intagliate
dall’uomo e di ipogei utilizzati per il
culto della Madre Terra e a scopo
terapeutico. Escursione con Valter
Maestra a Cividale del Friuli.
Info e adesioni Valter 329 2303459.
Essenze,
fiori di Bach,
aura-soma, incensi,
cristalli,
fitocosmesi, miele,
alimenti biologici,
libri...
nat_spaziocorti
Trieste, via Corti 2 (vicino a Piazza Venezia)
tel. 040 9990006
orario: da martedì a sabato 10-13 e 15.30-19.30
fuori orario su appuntamento
[email protected] - www.natdesign.it