Esempi di Politiche del lavoro in Europa

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Esempi di Politiche del lavoro in Europa
Esempi di Politiche del lavoro in Europa.
Emersione: politiche ed azioni
Marzo 2007
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
Elementi di scenario:
la lotta al lavoro sommerso, ruolo dell'UE e linee di tendenza
Il lavoro sommerso è un fenomeno di difficile valutazione e quantificazione. Si può
presentare infatti in forme molto diverse. Si pensi al lavoro dei clandestini, al caporalato,
alle frodi sui sussidi sociali, alla mancata dichiarazione di ore di lavoro straordinario, ecc.
Le misurazioni del fenomeno quindi sono complesse, poco autorevoli e difficilmente
confrontabili tra loro. Mancano infatti parametri standard di valutazione.
Il fenomeno stesso è di difficile definizione. Si parla, ad esempio, di lavoro nero,
sommerso, irregolare, illegale, ecc. A livello internazionale sono state proposte tre diverse
e autorevoli definizioni. L’ILO ha proposto il concetto di “lavoro illegale” (illegal
emloyment). Secondo questa prospettiva è definito illegale il lavoro che non è conforme
con i requisiti richiesti da leggi, regolamenti e pratica nazionali. L’OECD utilizza il concetto
di lavoro nascosto (hidden employment), sottolineando come non si tratti di lavoro illegale
in sé ma ad attività non dichiarata ad una o più autorità amministrative. A livello europeo
si è adottata (1998/219/COM) la definizione di lavoro non dichiarato (undeclared work)
come tutte le “attività retribuite, di per sé legittime, ma che non vengono dichiarate alle
autorità pubbliche, nella consapevolezza però che si deve tener conto delle diversità che
sussistono nei sistemi normativi degli Stati membri”.
L’Unione Europea ha promosso diverse indagini sul punto. L’ultima importante indagine
è del 2004 e costituisce oggi un punto di riferimento importante, data la mancanza di dati
comparabili tra gli Stati membri. Il fenomeno è in continua trasformazione sia da un punto
di vista quantitativo sia da un punto di vista qualitativo. Con l’evoluzione dell’economia
cambiano infatti i numeri del lavoro nero, così come cambiano le forme di lavoro grigio e
nero utilizzate ed i settori interessati. A questo fine la Commissione sta lanciando una
nuova importante indagine diretta sul lavoro non dichiarato il cui studio di fattibilità è stato
presentato a Bruxelles il 29 novembre 2006. La nuova indagine consentirà di avere dati
quantitativi e qualitativi più aggiornati, dettagliati ed attendibili.
In generale, si può dire, grazie alle ricerche UE sul lavoro non dichiarato, che per gli
Stati membri il lavoro non dichiarato si attesti in media tra il 7% ed il 16% del PIL. Più in
particolare, gli Stati membri (UE-5) possono essere suddivisi in tre categorie: quelli in cui
l’economia sommersa si attesta su tassi molto bassi (intorno al 5% del Pil), come i Paesi
scandinavi, il Regno Unito, l’Olanda, nonché (con tassi superiori) l’Irlanda e l’Austria; quelli
con tassi intermedi la Germania, la Francia, il Belgio, la Spagna; infine quelli con tassi
elevati, superiori al 20%, Italia e Grecia. Anche tra gli Stati di nuovo ingresso possiamo
identificare tre gruppi: ad un livello basso (8-13% del PIL) Repubblica Ceca, Estonia e
Slovacchia; ad un livello intermedio (14-23% del PIL) Polonia, Slovenia, Ungheria, Lituania
e Lettonia; ad un livello superiore Bulgaria e Romania.
Le cause del lavoro non dichiarato sono varie. Tra le principali possiamo citare le
condizioni istituzionali e regolamentari dell’economia (norme eccessivamente numerose,
complicate, che comportano costi e contributi sociali e fiscali eccessivi per le imprese sono
un disincentivo a dichiarare il lavoro); i cambiamenti tecnologici e organizzativi (che
creano nuove opportunità per lavori irregolari); gli stili di vita (accesso a servizi
dell’economia informale) e la cultura, nel contesto territoriale di riferimento, di eventuale
accettazione del fenomeno; la globalizzazione (come competizione sui costi);
l’immigrazione, che, laddove sfoci in irregolarità del soggiorno, può creare un bacino di
potenziali lavoratori irregolari. Quest’ultima tematica è tra le più sentite e riconosciute
come fattore causale del lavoro sommerso in tutti gli Stati membri. Nei Paesi di nuovo
ingresso nell’UE, inoltre, si aggiungono fattori legati alla sfiducia nei confronti dello Stato,
alla scarsa efficienza amministrativa e alla domanda di servizi a buon mercato.
L’UE ha focalizzato l’attenzione su questo fenomeno sin dal Libro bianco su Crescita,
competitività e occupazione del 1993. Successivamente, nel piano di azione sociale di
medio termine (1995-1997), è stato lanciato il dibattito sul lavoro non dichiarato.
Numerosi sono poi i documenti sul tema del lavoro non dichiarato prodotti dall’UE, a
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partire dalla fondamentale Comunicazione della Commissione sul lavoro sommerso del
1998 (1998/219/COM), seguita dal Parere del Comitato Economico e Sociale del 27
gennaio 1999, dalla Risoluzione del Consiglio del 22 aprile 1999, dalla Relazione del
Parlamento Europeo del 30 agosto 2000 sulla Comunicazione della Commissione sul lavoro
sommerso, dalla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al
Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni su immigrazione,
integrazione e occupazione del 3 giugno 2003 e dalla Risoluzione del Consiglio sulla
trasformazione del lavoro non dichiarato in occupazione regolare del 20 ottobre 2003. La
trasformazione del lavoro non dichiarato in regolare è quindi divenuta una specifica linea
guida all’interno della complessiva Strategia Europea per l’Occupazione (decisione del
Consiglio n. 2003/578/CE).
Secondo le indicazioni UE, l’emersione sarebbe favorita da un mix di strumenti: 1)
semplificazione amministrativa, comprendente servizi per imprese nuove e piccole; 2)
rafforzamento degli incentivi a dichiarare il lavoro, comprendente la rimozione dei
disincentivi a dichiarare il lavoro, la riduzione della tassazione sul lavoro, nonché politiche
attive del lavoro, protezione sociale e sviluppo di efficaci servizi per l’impiego; 3)
rafforzamento delle sanzioni e della sorveglianza, migliorando la comunicazione e la
cooperazione tra le autorità coinvolte; 4) rafforzamento della coscienza dell’opinione
pubblica sul tema; 5) monitoraggio e quantificazione del fenomeno con dati confrontabili.
Fondamentali inoltre sono il dialogo sociale, un approccio di genere e lo scambio di buone
prassi.
Il 20 maggio del 2004 la Commissione ha presentato i risultati dell’indagine svolta sulle
dimensioni del fenomeno del lavoro non dichiarato nei 25 Stati membri dell’UE e in
Romania e Bulgaria. Dal rapporto emerge che: nella maggior parte degli Stati membri
l’ampiezza del fenomeno del lavoro in nero è limitata; le discriminazioni fra uomini e donne
sono marcate (gli uomini nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura e le donne nelle pulizie e
servizi); vengono infine evidenziate le buone prassi (soprattutto Belgio, Svezia, Germania
e Italia).
La trasformazione del lavoro non dichiarato in lavoro regolare permane come uno dei
temi prioritari che dovrebbero essere affrontati nei Programmi Nazionali di Riforma (NRP).
Inoltre il Libro verde presentato recentemente dalla Commissione Modernizzare il diritto
del lavoro per rispondere alle sfide del XXI secolo, riporta l’attenzione sull’identificazione di
una strategia comune sul lavoro non dichiarato che rafforzi la cooperazione tra le autorità
competenti ed il ruolo delle parti sociali in tale cooperazione.
Di fronte a questo fenomeno complesso la risposta degli Stati membri è varia e, per lo
più, frammentaria, nel senso che non vengono sviluppate politiche integrate capaci di
affrontare il problema nel suo complesso. Pochi Stati hanno leggi specifiche e sistematiche
contro il lavoro non dichiarato (la Slovenia dal 2000, la Germania dal 2002, la Slovacchia
dal 2005). In generale, l’approccio nazionale al lavoro non dichiarato riflette le specificità
nazionali. Così in Austria, Germania, Olanda il lavoro non dichiarato è compreso nelle leggi
sull’immigrazione. Nel Regno Unito invece specifiche disposizioni vengono date sul lavoro
minorile. Belgio, Francia, Germania hanno investito molto sull’attività ispettiva e
repressiva. In quasi tutti gli Stati i Servizi per l’impiego hanno competenze informative
sulle norme volte a favorire l’emersione.
In molti Stati si è proceduto ad un aggiornamento degli strumenti informatici in
dotazione sia per monitorare il fenomeno, sia per effettuare un migliore controllo e
scambio di informazioni.
Secondo il Joint employment report, 2005-2006, pochi Stati membri si preoccupano di
affrontare il problema del lavoro sommerso all’interno dei Programmi nazionali di riforma
(si tratta di Austria, Germania, Estonia, Ungheria, Italia, Malta, Lettonia, Lituania, Svezia,
Slovacchia) e, nonostante questo, molti di essi non ne riconoscono la portata. Manca
quindi un approccio al lavoro non dichiarato secondo politiche ed azioni mirate ed integrate
tra loro; quelle intraprese risultano troppo limitate e non coordinate tra loro. Sempre
secondo
le
valutazioni
comunitarie
(Joint
employment
report,
2004/2005),
tradizionalmente la Francia risulta avere invece un approccio molto efficace, mentre Italia
e Lettonia hanno fatto alcuni progressi.
Per alcuni settori, quali i servizi domiciliari, le costruzioni, l’agricoltura, ecc., gli Stati
hanno, in alcuni casi dimostrato, di saper far tesoro delle buone prassi sviluppate altrove.
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In questi settori, assieme all’intensificazione dei controlli e all’aumento dei poteri ispettivi,
si stanno diffondendo in molti Paesi UE pratiche sull’identificazione dei lavoratori, la
solidarietà tra imprese nelle catene di subappalti, la comunicazione preventiva delle
assunzioni ai servizi competenti (Danimarca, Italia, Francia, Germania; in Finlandia e
Slovacchia alcune misure sono state promosse dalle parti sociali). Al fine di realizzare un
sistema di convenienze reciproche che porti all’emersione dei rapporti non dichiarati nel
settore dei servizi domiciliari, diversi Stati, sull’esempio di Francia e Belgio, hanno
introdotto un sistema di voucher (Austria, Italia, dove i voucher sono previsti ma non
operativi, Danimarca, dove è previsto un sistema diverso ma volto a realizzare finalità
analoghe).
Tra le politiche e le azioni per l’emersione, si possono distinguere due grandi settori:
quello promozionale e induttivo e quello ispettivo e repressivo. Entrambi sono necessari
all’emersione del sommerso, l’uno in prospettiva incentivante e premiale, l’altro in
prospettiva, opposta, sanzionatoria.
Nel presente lavoro si segue questa bipartizione dedicando particolare attenzione alle
politiche di incentivazione all’emersione, mentre si dedicherà uno spazio minore all’aspetto
ispettivo, sanzionatorio, repressivo. Infine un apposito paragrafo è realizzato sul ruolo
delle relazioni industriali nella lotta al sommerso. Le parti sociali infatti sono partner
indispensabili per favorire l’emersione dal sommerso. Nel prossimo futuro anche le parti
sociali a livello europeo intendono dare il proprio contributo su questo tema (cfr.
Programma di lavoro delle Parti sociali europee, 2006-2007).
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EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
Il settore promozionale e induttivo
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Austria
In Austria il lavoro nero è inferiore alla media UE. I settori più
interessati sono l’edilizia, l’artigianato, i servizi alla persona.
Diffuso è il lavoro irregolare degli extracomunitari.
La normativa sul lavoro illegale è rivolta all’occupazione di
manodopera straniera.
Nel settore dei servizi alla persona, è stato recentemente (gennaio
2006) introdotto un buono per i servizi domestici sulla base di
buone prassi sperimentate in Francia ed in Belgio. I voucher hanno
lo scopo di regolarizzare gli operatori del settore domiciliare. Sono
in vendita presso le poste e le tabaccherie e sono usati come
strumento di pagamento del lavoratore. Comprendono gli oneri per
l'assicurazione sulle malattie e gli infortuni e garantiscono al
lavoratore un salario orario minimo di 7,50 euro.
Tra il 2004 e il 2005 era stata inoltre avviata una rilevante riforma
strutturale del fisco. Le misure introdotte – tra le quali l’esonero
dalla contribuzione per redditi inferiori a 14.500 euro e
agevolazioni per i profitti inferiori ai 100.000 euro – sono volte a
realizzare una riduzione degli oneri fiscali in modo da agevolare la
nascita di nuove imprese, la creazione di nuova occupazione,
l’emersione del lavoro irregolare.
I Servizi per l’impiego sono competenti a fornire informazioni sulle
misure per combattere il lavoro non dichiarato.
Belgio
I settori più interessati sono la ristorazione, le costruzioni, il
commercio, i trasporti, i servizi domestici e l’agricoltura.
Il sistema dei buoni servizio, già promosso dall’UE come buona
prassi nell’indagine del 2004 sul lavoro non dichiarato in un’Europa
allargata, è stato rivisto sulla base dell’esperienza condotta,
attribuendo un ruolo più rilevante alle agenzie e ai servizi che
gestiscono i lavoratori interessati e che garantiscono loro un
reddito mensile indipendentemente dai servizi resi agli utenti.
Questi ultimi sono per lo più famiglie che richiedono servizi
domiciliari (giardinaggio, insegnamenti supplementari, servizi alla
persona, ecc.). I lavoratori interessati devono avere particolari
requisiti (disoccupati, casalinghe, studenti, pensionati). Tra questi
sono coinvolti soprattutto i percettori di sussidi statali. Gli utenti
pagano i servizi resi a domicilio tramite appositi buoni al fine di
semplificare gli oneri amministrativi e contemporaneamente
assicurare le prestazioni sociali ai lavoratori. Secondo un rapporto
del Governo belga diffuso nel 2006, il sistema dei buoni ha dato
ottimi risultati. Il suo utilizzo risente delle diverse realtà locali.
Negli agglomerati urbani, per esempio, si è dimostrato utile per
l’accesso ad un lavoro regolare dei lavoratori extracomunitari. Il
punto più delicato di questo sistema è l’ingente spesa pubblica
insita nel meccanismo per cui al lavoratore viene comunque
garantito un reddito mensile minimo indipendentemente dai servizi
prestati e dai buoni ricevuti.
Il lavoro nero è spesso affrontato in Belgio all’interno del tema,
molto sentito, della garanzia della competitività delle imprese
nazionali. Il piano nazionale 2005-2008 prevede interventi sulla
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
politica salariale e gli oneri fiscali. La riduzione del costo del lavoro
è finalizzata a rendere le aziende più competitive ma può
contribuire anche a ridurre il ricorso al lavoro grigio (non
completamente dichiarato).
È prevista l’istituzione di una struttura permanente dedicata al
sommerso capace di valorizzare
i dati presenti nelle
amministrazioni locali e verrà studiato un piano di riforma della
previdenza.
Il Belgio ha promosso campagne informative su diversi temi:
prevenzione, identificazione, controllo ed emersione.
Cipro
Il lavoro nero riguarda soprattutto lavoratori disoccupati o inattivi.
L’economia cipriota si basa sulla piccola impresa. Significativo è
l’aumento degli immigrati irregolari. Questi fattori possono favorire
il lavoro non dichiarato.
Il Governo ha varato una serie di azioni per la semplificazione delle
procedure burocratiche (in particolare in relazione alle dichiarazioni
fiscali) e la promozione di una particolare regolamentazione per i
redditi non dichiarati. Le misure sono rivolte a ridurre l’evasione
fiscale.
Danimarca
Il lavoro non dichiarato è diffuso soprattutto nei settori dei servizi
domiciliari e delle costruzioni.
Le misure promozionali promosse per contrastare il lavoro non
dichiarato ricomprendono l’abbassamento delle tasse sui redditi.
È stato da tempo istituito un sistema di servizi domiciliari, con
finalità analoghe al sistema dei voucher sull’esempio di Francia e
Belgio. Servizi domiciliari possono essere forniti ad anziani e
famiglie con speciali sovvenzioni economiche.
Estonia
Finlandia
In Estonia il lavoro non dichiarato è diffuso soprattutto in alcuni
settori quali i servizi alla persona, il commercio, l’edilizia e
l’agricoltura. È sentito il problema legato all’immigrazione
clandestina. Dai dati ufficiali, sembrerebbe che il fenomeno si stia
riducendo anche grazie all’incremento degli investimenti esteri.
Il Governo ha introdotto una serie di norme per regolare i rapporti
di lavoro e per ridurre l’incidenza delle imposte sui redditi, le quali
dovrebbero alimentare sia l’imprenditorialità sia il ricorso a forme
di lavoro regolari e combattere così direttamente l’economia
sommersa. La riforma del sistema pensionistico dovrebbe
incoraggiare i soggetti a svolgere un lavoro regolare.
I Servizi per l’impiego svolgono attività informativa sulle misure
per il contrasto al lavoro non dichiarato.
I settori maggiormente interessati sono quello delle costruzioni,
quello alberghiero e della ristorazione e quello del commercio al
dettaglio. Si pensi che in Finlandia le ultime stime governative sul
lavoro non dichiarato (4,2% del PIL) risalgono addirittura al 1992.
Le misure contro il lavoro non dichiarato riguardano l’assicurazione
ai lavoratori stranieri di tutele lavorative tramite l’intensificazione
dei controlli e misure di prevenzione. Novità normative riguardano
anche il distacco dei lavoratori e modifiche alla legge su salute e
sicurezza sul lavoro. Norme specifiche sono in fase di studio in
relazione alle esternalizzazioni. Tutti questi aspetti sono rilevanti
perché un quadro normativo chiaro ed effettivo favorisce l’uscita
delle aziende dal sommerso.
I Servizi per l’impiego realizzano il sostegno alle imprese nel
reclutamento e nello sviluppo di azioni per le risorse umane, oltre a
fornire servizi per l’auto-imprenditorialità. I servizi comprendono
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EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
attività di informazione sugli aspetti giuridici, finanziari ed
amministrativi anche in relazione alle misure di incentivazione
all’assunzione o all’emersione del lavoro irregolare.
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Francia
Il lavoro illegale in Francia riguarda soprattutto i settori dei servizi,
della ristorazione, delle costruzioni.
La legislazione definisce con precisione il lavoro illegale
ampliandone i contenuti rispetto al concetto europeo di lavoro non
dichiarato.
Per combattere il lavoro irregolare, la Francia propone una serie di
misure che si possono sintetizzare nel tentativo di creare un
sistema in cui il lavoro risulti essere più remunerativo del non
lavoro. A quattro mesi dall’inserimento lavorativo, per esempio, il
sistema previdenziale assegna ancora 1.000 euro al lavoratore,
rendendo così vantaggiosa la ricerca di un lavoro regolare anche da
parte di chi percepisca un sussidio di disoccupazione. Con la Legge
di Coesione Sociale sono stati promossi contratti incentivanti e
semplificate le tipologie contrattuali al fine di favorire le assunzioni.
Il sussidio di disoccupazione inoltre può essere ridotto se il
lavoratore rifiuta un impiego compatibile con la propria qualifica.
Particolari sussidi pubblici e l’applicazione
di alcuni contratti
agevolati, come quello di apprendistato, vengono garantiti
esclusivamente alle imprese regolari.
È da tempo attivo un organo interministeriale, denominato DILTI,
composto da funzionari dei diversi Ministeri interessati, al quale è
stata attribuita la funzione di coordinare tutte le attività tra i
Ministeri e a livello internazionale, compresa l’elaborazione di
analisi e la promozione della cooperazione tra le parti sociali.
Nel settore delle costruzioni è stata redatta (ottobre 2005) una
carta delle buone pratiche, tra cui c’è il cartellino di identificazione
per i lavoratori nel settore.
In Francia è da tempo utilizzato il sistema dei buoni per specifiche
attività di lavoro. Il sistema è stato recentemente innovato (inizio
2006) ed il nuovo chèque emploi-service universel (CESU) sta
riscontrando un certo successo presso le PMI. Si tratta di un buono
di 42 euro col quale le imprese garantiscono ai loro dipendenti un
potere d'acquisto di 100 euro, oneri e contributi sociali compresi.
Con il buono servizio si possono acquistare servizi effettuati a
domicilio come baby-sittering, corsi di istruzione, cura del giardino,
servizi alla persona, ecc. Il buono funziona come agevolazione sugli
oneri fiscali e sociali per le imprese ed è finalizzato a far sì che il
lavoro regolare sia più conveniente rispetto al lavoro nero.
I Servizi per l’impiego offrono informazioni sulle misure per favorire
l’emersione.
Germania
Il lavoro non regolare riguarda soprattutto lavoratori stranieri. È
diffuso in particolare nel settore delle costruzioni, in quello
alberghiero e della ristorazione, nei trasporti. Sotto accusa per la
diffusione del lavoro nero è l’alto costo del lavoro.
È in fase di studio una carta elettronica contro il lavoro nero.
Dovrebbe diventare obbligatorio portare il badge elettronico, ad
esempio nei cantieri, ma potrebbe riguardare anche gli altri settori
in cui è maggiormente diffuso il lavoro non dichiarato. Sulle carte
dovrebbero essere registrati il nominativo, la data di nascita, il
numero dell'assicurazione sociale e la foto del lavoratore. È in
corso un progetto pilota relativo a queste misure nel settore delle
costruzioni nelle aree di Berlino e Brandeburgo.
Per quanto riguarda i servizi per l’impiego, la riforma Hartz ha
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introdotto una serie di nuovi strumenti per lavoratori ed imprese
secondo una logica di decentralizzazione, razionalizzazione,
privatizzazione e raccordo pubblico-privato. I servizi offrono
informazioni anche fiscali a lavoratori ed imprese per l’emersione
dal lavoro non dichiarato. Nell’agenda politica si fa strada l’ipotesi
di apportare ulteriori modifiche alla riforma Hartz.
Dal 2002 la Germania è dotata di una legge contro il lavoro illegale
(Gesetz zur Bekämpfung der Schwarzarbeit, SchwarzArbG). Questa
legge è stata modificata ed implementata nel 2004.
Secondo la definizione legale, il lavoro non dichiarato riguarda una
serie di attività di lavoro autonomo irregolare oltre al lavoro dei
clandestini. Sono esclusi dall’applicazione delle norme sul lavoro
nero le attività di lavoro di vicinato (comprendenti gli obblighi
familiari). Con la riforma è stata ampliata la definizione di lavoro
non dichiarato in riferimento ad una serie di obblighi informativi
delle imprese alle autorità con particolare attenzione all’aspetto
fiscale.
Sono state rafforzate di molto le competenze del Governo Federale,
sono stati aumentati i diritti di monitoraggio e di controllo di
lavoratori e imprese ed è stato fortemente incrementato il
personale addetto ai controlli.
Grecia
In Grecia sono soprattutto gli stranieri ad essere coinvolti dal
lavoro irregolare. Il lavoro non regolare interessa soprattutto i
lavori a domicilio ed i settori alberghiero, della ristorazione e più in
generale del turismo.
Le misure promosse dal Governo riguardano il sostegno alla
mobilità geografica e occupazionale, la flessibilizzazione dell’orario
di lavoro, la promozione del part-time. Le azioni intraprese
puntano anche alla semplificazione del quadro normativo e
burocratico e a servizi più efficienti.
Tuttavia, secondo il giudizio dell’UE, le politiche in ambiti
fondamentali, quali i costi non salariali del lavoro, la qualità del
lavoro e la salute e sicurezza sono limitati e poco chiari.
Misure specifiche sono adottate per i lavoratori extracomunitari
semplificando le normative a loro riguardo e prevedendo specifici
programmi formativi ed educativi. Negli ultimi anni è stata
realizzata la regolarizzazione di molti lavoratori clandestini.
Al fine di combattere il lavoro non dichiarato sono stati aggiornati i
meccanismi di controllo del mercato del lavoro, tramite: la lotta
all’evasione contributiva, lo sviluppo di tecnologie informatiche per
la gestione dei sussidi, l’aumento del personale ispettivo,
campagne informative.
Irlanda
I settori maggiormente interessati sono quello delle costruzioni e la
distribuzione.
In linea con le indicazioni europee, l’emersione è favorita dalla
semplificazione amministrativa, comprendente servizi per imprese
nuove e piccole. Apposite agenzie promuovono la crescita
dell’industria locale e supportano lo start-up delle imprese.
In Irlanda è previsto per legge, dal 2000, un salario minimo.
Questa misura è prevista anche da molti altri Paesi europei e può
avere effetti ambivalenti sul lavoro sommerso: se da una parte
contribuisce a rendere il lavoro più remunerativo del non lavoro
(soprattutto per i percettori di indennità e sussidi), dall’altra parte
può scoraggiare le imprese ad assumere nuovi lavoratori. Per
questo è una misura particolarmente delicata nella prospettiva del
contrasto al lavoro nero e richiede la partecipazione, nella sua
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EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
gestione, delle parti sociali che direttamente contribuiscono alla
sua attuazione. Attualmente (dal maggio 2005) il salario minimo è
di 7,65 euro all’ora. Dal 2007 è previsto un aumento all’interno
dell’accordo tripartito Towards 2016. Secondo le raccomandazioni
della Corte del lavoro, il salario minimo dovrebbe essere portato a
8,30 euro orari dal 1° gennaio 2007 e a 8,65 euro orari dal 1°
luglio 2007. Sono previsti salari minimi inferiori per i minorenni,
per gli occupati nei primi due anni decorrenti dalla data della prima
occupazione, per chi frequenta corsi di istruzione o formazione
obbligatori. Le finalità della graduazione del salario minimo sono
diverse: favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro ma
anche favorire la permanenza dei giovani in percorsi di istruzione
rendendo meno conveniente per il giovane la scelta di lavorare. La
percentuale di chi percepisce il salario minimo si è ridotta
significativamente (dal 21% nel 1999 al 5,2% nel 2005-2006).
I Servizi per l’impiego rilasciano informazioni anche in relazione
alle misure di contrasto al lavoro non dichiarato.
Italia
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Il lavoro sommerso è diffuso in modo significativo. Sono rilevanti le
differenze regionali nella quantità e qualità del fenomeno.
La questione dell’emersione del lavoro è stata affrontata negli
ultimi anni con una serie di strumenti di portata generale.
Innanzitutto la riforma del lavoro ha cercato di rendere meno rigida
la normativa sull’occupazione offrendo nuovi strumenti alle imprese
ed ai lavoratori tramite servizi per l’impiego più efficaci, politiche
attive, nuove tipologie contrattuali, flessibilità regolata, sostegno e
regolamentazione dei processi di esternalizzazione, sostegno alle
parti sociali e alla bilateralità come forma collaborativa di confronto
tra le parti sociali. È prevista anche la sperimentazione del lavoro
accessorio, una tipologia di lavoro tramite buoni o voucher. La
sperimentazione, prevista in 10 aree urbane, è iniziata sinora in
un’unica città. Il buono ha un valore di 10 euro lordi. Il lavoratore
riceve, al netto dei contributi, 7,50 euro.
Sono stati inoltre previsti incentivi per la regolarizzazione fiscale
delle imprese.
Il nuovo Governo ha rilanciato la lotta al sommerso con una serie
di provvedimenti mirati ad aspetti specifici secondo una strategia
complessiva di contrasto al lavoro nero e irregolare. Nel settore
dell’edilizia è stata data attuazione alla norma che prevede
l’obbligo di comunicare l’assunzione del lavoratore il giorno
precedente il primo giorno di lavoro; è stata prevista
l’obbligatorietà di strumenti per l’identificazione dei lavoratori nei
cantieri; è prevista l’applicazione della solidarietà nelle catene di
sub-contratti anche ad aspetti fiscali; sono state previste nuove
misure sanzionatorie e procedure per una pronta regolarizzazione
dei lavoratori occupati irregolarmente. È stata inoltre allargata
l’applicazione della certificazione di regolarità contributiva (Durc) al
settore dell’agricoltura. Nuovi provvedimenti sono allo studio in
tema di lavoratori extracomunitari, caporalato, disposizioni fiscali.
Per accompagnare le politiche di emersione, è attivo un Comitato
per l'emersione del lavoro non regolare con funzioni di analisi,
promozione, attuazione e coordinamento delle iniziative in materia
di emersione. Nell'ambito della attuazione delle iniziative ritenute
utili a conseguire una progressiva emersione, il Comitato può agire
direttamente o in partnership con le Commissioni Territoriali, gli
enti locali, le parti sociali, la società civile.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha promosso, nel
corso del 2005, la Rete Europea per l’emersione del lavoro non
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regolare. Il progetto, che coinvolge Francia, Belgio, Germania,
Spagna e Romania, utilizza la tecnica dell’apprendimento reciproco
per diffondere le buone pratiche per l’emersione. In particolare il
progetto si è concentrato sulle politiche attive del lavoro e
sull’elaborazione di strumenti per lo scambio e il monitoraggio dei
dati rilevanti sul fenomeno.
A livello regionale e locale il sistema delle autorità locali e dei
servizi per l’impiego ha mostrato grande attenzione al tema con la
realizzazione di molti progetti mirati.
Lettonia
Il lavoro sommerso rappresenta una quota importante del PIL
nazionale. È molto diffuso il lavoro grigio tramite pagamenti non
dichiarati a lavoratori regolari percettori del salario minimo. Come
in altri Paesi Baltici ex sovietici, il fenomeno è riconducibile anche
ad alcuni fattori specifici: la debolezza dello Stato, la corruzione, la
cultura diffusa dell’evasione.
Nel piano 2005-2009 il Governo lettone ha previsto diverse azioni
strategiche
all’interno
degli
interventi
più
generali
per
l’avvicinamento della Lettonia agli Stati membri. Non sono stati
previsti tuttavia specifici interventi sul lavoro nero, salvo sul piano
sanzionatorio-ispettivo e sul piano informativo, in cui sono state
previste specifiche campagne.
Recentemente (maggio 2006) il Governo ha disegnato, tramite un
apposito gruppo di lavoro composto anche dalle parti sociali, una
serie di proposte per ridurre il lavoro illegale e non dichiarato.
Vengono proposte riforme nella legislazione fiscale, giuslavoristica,
previdenziale, dell’immigrazione, civile e commerciale; sviluppo
delle infrastrutture; misure di controllo e consultazione;
promozione dell’imprenditorialità e degli investimenti stranieri.
Tra le azioni per favorire l’emersione sono previsti: l’aumento del
salario minimo per il 2007 per rendere il lavoro più conveniente dei
sussidi e delle indennità; l’aumento del reddito minimo non tassato
al fine di ridurre il carico fiscale sui redditi bassi; il rafforzamento
dei controlli e della collaborazione con le parti sociali.
Lituania
Il lavoro nero e grigio (pagamenti non risultanti in busta paga) è
molto diffuso.
La regolamentazione del mercato lavoro e del rapporto di lavoro si
è indirizzata decisamente, negli ultimi anni, ad eliminare le rigidità
del sistema previgente. Non è più obbligatoria la forma
contrattuale a tempo indeterminato, il sistema salariale è stato
semplificato, sono stati ridotti i benefici per la liquidazione e i
trattamenti di fine rapporto, è stato reso possibile il licenziamento
(per motivi determinati), sono state introdotte forme contrattuali a
tempo determinato.
Tra le misure per l’emersione, il Governo ha prospettato la
promozione della mobilità geografica, la riduzione degli oneri fiscali
gravanti sul lavoro e l’aumento del salario minimo garantito per
rendere il lavoro più conveniente del non lavoro.
Lussemburgo
Il lavoro non dichiarato è valutato su valori molto bassi. È presente
soprattutto nel settore delle costruzioni nella forma del lavoro
illegale degli stranieri.
Non sono previste misure promozionali specifiche.
La lotta al sommerso viene svolta con gli strumenti ordinari del
controllo ispettivo e, in relazione ai lavoratori immigrati, delle
autorità in tema di immigrazione. Particolare attenzione nei
programmi ministeriali viene attribuita al lavoro illegale organizzato
9
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
e ai controlli nei grandi cantieri.
Vari interventi sono previsti a favore della creazione di impresa.
I Servizi per l’impiego realizzano attività informative sulle misure di
contrasto al lavoro non dichiarato.
10
Malta
Il fenomeno è diffuso soprattutto nel settore delle piccole imprese,
delle costruzioni, del lavoro autonomo e stagionale.
Il livello di lavoro nero è sceso fortemente a partire dalla riforma
fiscale del 1995. Contemporaneamente sono aumentate le
possibilità di lavoro part-time a vantaggio soprattutto delle donne.
Una delle misure per l’emersione del lavoro sommerso femminile è
la previsione di agevolazioni per la cura dei bambini.
È attivo un comitato comprendente l’ETC (Employment and
Training Corporation), che è l’organismo che gestisce i servizi
pubblici per l’impiego, e i diversi Ministeri interessati al tema per
realizzare un piano nazionale contro il lavoro non dichiarato. Il
comitato ha promosso lo scambio di informazioni tra gli enti
coinvolti nella lotta al lavoro sommerso, ivi compresi i Servizi per
l’impiego.
Olanda
Il lavoro sommerso contribuisce in Olanda a circa il 14% del PIL. È
diffuso soprattutto nel settore dell’agricoltura, delle costruzioni, del
turismo. Diffuso è l’utilizzo di lavoratori tramite agenzie per il
lavoro temporaneo irregolari.
Varie leggi riguardano il lavoro degli immigrati. Sono stati
potenziati il monitoraggio ed il controllo delle aziende di lavoro
temporaneo e le imprese agricole.
Interventi sono stati realizzati con la riforma dei servizi di
collocamento (che realizzano azioni informative sul lavoro non
dichiarato), modifiche alla normativa fiscale e del lavoro, la
promozione di una maggiore cooperazione tra i diversi attori sociali
e con apposite campagne di informazione.
Sono previsti numerosi adempimenti formali in capo al datore di
lavoro, come l’obbligo di informare delle nuove assunzioni l’autorità
amministrativa inderogabilmente il primo giorno di lavoro, al fine di
ostacolare l’evasione fiscale e contributiva.
Nel settore edile è stato sviluppato un rigoroso sistema di
responsabilità del committente e solidarietà tra imprese della
stessa catena contrattuale. In tal modo, se un’azienda non
adempie gli oneri fiscali e previdenziali, o non rispetta gli accordi
tariffari interaziendali, tutte le imprese coinvolte nella catena di
subappalto risultano obbligate in solido.
L’Olanda ha recentemente (novembre 2006) stipulato un accordo
con la Slovacchia per combattere le frodi sociali a livello
internazionale. Il documento contiene misure volte a contrastare il
lavoro illegale con particolare attenzione ai lavoratori stranieri. La
finalità è quella di rendere più facile e trasparente la mobilità dei
lavoratori dei Paesi di nuovo ingresso nell’UE. Contatti per
raggiungere accordi simili sono in corso con Polonia, Repubblica
Ceca, Ungheria, e altri Stati dell’Europa orientale.
Polonia
Il fenomeno è molto rilevante nelle aree rurali, nei lavori stagionali,
nel settore dell’agricoltura e in quello delle costruzioni.
Le autorità ritengono che il lavoro sommerso possa essere negli
ultimi anni aumentato in relazione agli adempimenti fiscali e
burocratici cui hanno dovuto uniformarsi le aziende polacche con
l’ingresso della Polonia nell’UE.
La riforma dei Servizi per l’impiego prevede misure per rendere i
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
servizi più efficaci, per attrarre e mantenere attivi nel mercato del
lavoro i lavoratori, per realizzare politiche attive, per aumentare le
informazioni sul mercato del lavoro, per integrare i lavoratori
svantaggiati; per fornire informazioni sull’emersione dal sommerso.
Portogallo
Il lavoro non dichiarato riguarda soprattutto immigrati, donne e
disoccupati.
Il Ministro del lavoro e della solidarietà sociale ha lanciato nel 2005
un piano per combattere le frodi e l’evasione. Trimestralmente
vengono resi noti gli obiettivi delle azioni apprestate che risultano
particolarmente significativi per il recupero dei contributi non
versati.
I Servizio pubblici per l’impiego del Portogallo si rivolgono anche
agli imprenditori fornendo informazioni sul mercato del lavoro,
aiuto per il reclutamento e la selezione del personale, sostegno per
la formazione dei lavoratori, consulenza, programmi destinati alle
piccole imprese.
Regno Unito
I settori maggiormente interessati sono quello delle costruzioni e
quello alberghiero e della ristorazione.
La lotta al sommerso riguarda soprattutto il lavoro illegale degli
extracomunitari. È stata proposta una riforma della legge
sull’immigrazione che preveda una maggior partecipazione delle
parti sociali, delle autorità locali e dei rappresentanti dei lavoratori
immigrati nel Migration Advisory Committee e una innovativa
gestione dei flussi migratori basata su un sistema a punti che
consenta di bilanciare le necessità dell’economia con quelle della
società inglese. Su queste proposte è stata avviata una ampia
consultazione delle parti interessate che terminerà il 31 gennaio
2007.
Sono ravvisabili azioni a favore dell’emersione all’interno di una
visione complessiva per combattere pratiche che si pongano in
contrasto con la competitività del sistema delle imprese.
Nel 2006 è stato semplificato il quadro legale e burocratico per le
imprese favorendo l’imprenditorialità, la flessibilità e gli
investimenti.
La riforma dei Servizi per l’impiego è indirizzata ad una maggiore
efficienza e qualità degli stessi. Tra i compiti dei Servizi per
l’impiego è prevista anche l’informazione sui temi legati al lavoro
sommerso.
Repubblica Ceca
Il lavoro nero è diffuso in molti settori dell’economia. I più
interessati dal fenomeno risultano i lavoratori stranieri.
La normativa sul lavoro prevede forme contrattuali di lavoro
flessibili, anche se queste vengono spesso sfruttate in modo
improprio.
L’attenzione è rivolta ad implementare il controllo e la vigilanza
sulle attività non dichiarate, oltre all’esigenza di prevenire il
fenomeno e far rientrare i lavoratori svantaggiati nel mercato
regolare.
Slovenia
In Slovenia l’economia sommersa è fortemente cresciuta intorno
alla metà degli anni Novanta. Il lavoro nero è maggiormente
diffuso nei settori delle costruzioni e dell’agricoltura, soprattutto
nelle piccole imprese.
Dopo la riforma fiscale e l’aumento delle ispezioni molte imprese
hanno regolarizzato la loro posizione.
Nel 2000 il Parlamento ha approvato la legge per la prevenzione
11
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
del lavoro nero e per l’occupazione con buoni successi
nell’emersione del lavoro e delle imprese non registrate. È inoltre
attivo un apposito organismo, il comitato per l’emersione del lavoro
sommerso, con il compito di determinare, coordinare e seguire le
attività finalizzate al contrasto del lavoro sommerso.
Le politiche più recenti mirano a promuovere la mobilità dei
lavoratori e la flessibilità nei rapporti contrattuali.
I Servizi per l’impiego danno il proprio contributo sul lavoro non
dichiarato soprattutto a livello informativo.
Il 27 luglio 2006 il Governo ha approvato un disegno di legge (ora
in fase di approvazione da parte del Parlamento) per apportare
emendamenti alla legge del 2000. Gli emendamenti sono
sostanzialmente condivisi dalle parti sociali e prevedono: aumento
dei casi considerati di lavoro nero (es. lavoro degli studenti al di
fuori dei percorsi previsti); delimitazione delle eccezioni non
considerate lavoro nero come l’aiuto reciproco di vicinato ed il
lavoro volontario; aumentano infine i controlli e le sanzioni penali.
Il lavoro di breve durata (lavoro non retribuito fino ad un massimo
di 40 ore mensili nelle piccolissime aziende e nelle istituzioni no
profit) non è più considerato lavoro nero. I piccoli lavori, definiti
come i lavori che durano fino ad un massimo di 20 ore alla
settimana non sono considerati lavoro nero se il pagamento non
eccede il 50% del salario minimo. Possono essere svolti da una
persona che non ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato,
non è lavoratore autonomo e non riceve una pensione.
12
Slovacchia
Il lavoro nero interessa per lo più le piccole imprese, soprattutto
nei settori della ristorazione, dei trasporti e delle costruzioni.
Presente è il lavoro illegale degli stranieri (forte è in particolare
l’immigrazione illegale dall’Ucraina).
Nel 2005 è stata varata una legge ad hoc sul lavoro nero. Si sono
così create le basi per un miglior controllo e prevenzione del
fenomeno tramite un approccio più sistematico al problema. È
stata migliorata la cooperazione delle autorità ministeriali e
aumentati i poteri ispettivi.
Il lavoro nero viene considerato sotto due prospettive: il lavoro
illegale prestato da persone fisiche a favore di terzi e l’occupazione
illegale realizzata a favore dei datori di lavoro. La legge stabilisce il
divieto di svolgere attività e/o lavoro irregolare; definisce i diritti e
gli obblighi dei soggetti; stabilisce il controllo sulle attività illegali e
il lavoro irregolare; stabilisce le sanzioni; prevede le autorità
responsabili del controllo e del monitoraggio del lavoro sommerso.
I Servizi per l’impiego collaborano nella lotta al lavoro sommerso
soprattutto a livello informativo.
Spagna
I settori maggiormente interessati sono l’agricoltura e i servizi.
Il Governo nel 2006 ha lanciato una significativa riforma del lavoro
per elevare i tassi di occupazione soprattutto per le fasce di
lavoratori più deboli.
Tra i molti interventi, si segnalano per l’emersione dal sommerso la
riduzione dei contributi gravanti sulle imprese e l’implementazione
dei Servizi per l’impiego.
Sono stabilite specifiche norme per la trasparenza nei sub-contratti
di opere e servizi. Sono previsti: un sistema permanente di
informazione dei sindacati, l’obbligo per l’impresa principale di
tenere un registro con una serie di dati sui contratti con le imprese
sub-contraenti e i lavoratori, norme contro la cessione illegale di
lavoratori (definita come l’oggetto del contratto di servizi tra
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
imprese che si limiti a una mera messa a disposizione dei lavoratori
da una impresa all’altra – anche nel caso in cui il sub-contraente
non abbia una propria organizzazione stabile o i mezzi necessari
per sviluppare la sua attività). In quest’ultimo caso, i lavoratori
coinvolti potranno scegliere se essere stabilizzati nell’azienda
cedente o della cessionaria.
I Servizi per l’impiego forniscono informazioni e consulenza su
tematiche legali, tributarie e amministrative, oltre che sugli
incentivi economici e le misure per l’emersione.
Svezia
I settori maggiormente interessati sono i servizi, la ristorazione e le
imprese di pulizia.
La prevenzione del lavoro non dichiarato è una delle priorità del
Governo, tuttavia non sono stati promossi progetti specifici nel
campo del diritto del lavoro. Tradizionalmente infatti il lavoro non
dichiarato è considerato una problematica fiscale e viene affrontato
tramite agevolazioni e incentivi fiscali.
Ungheria
Il lavoro non dichiarato in Ungheria è molto diffuso (dal 15% al
20% del Pil nazionale) soprattutto in agricoltura, nelle costruzioni,
nel turismo. Il fenomeno si differenzia notevolmente in base a
fattori geografici.
Il Governo ha provveduto a ridurre gli oneri fiscali per le aziende
che regolarizzino i lavoratori e ad inasprire i controlli.
Sono inoltre previste azioni integrate per favorire l’emersione: il
collegamento tra servizi alla salute e pagamento dei contributi e la
riduzione delle tasse soprattutto sui redditi bassi. Campagne
informative vengono realizzate per trasmettere il messaggio che il
lavoro nero e grigio sono in contrasto con l’interesse di tutti alla
crescita ed allo sviluppo.
I Servizi per l’impiego, che si occupano anche di azioni informative
per il contrasto al lavoro sommerso, verranno resi più efficienti.
13
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
Il settore ispettivo e repressivo
14
Austria
Il controllo è realizzato dall’ispettorato del lavoro.
Aspetto peculiare della legislazione austriaca sul lavoro non
dichiarato è che questo non è considerato un reato ma è punito
esclusivamente con sanzioni amministrative.
Tradizionalmente il controllo del lavoro non dichiarato è legato ai
controlli contro l’immigrazione illegale.
Belgio
Il controllo è affidato all’ispettorato del lavoro.
È stato realizzato un piano strategico e operativo tra le diverse
autorità interessate al fine di combattere l’evasione fiscale.
Si sono fatti investimenti significativi in sistemi informatici per la
gestione delle informazioni e degli illeciti sulle norme previdenziali.
In particolare sono stati lanciati alcuni progetti specifici per:
- tracciare le attività dei lavoratori extracomunitari sia dipendenti
sia autonomi e prevedere l’obbligo di presentare una dichiarazione
informatica che riguarda il datore di lavoro, il tipo contrattuale e il
lavoro svolto;
- offrire un sistema informatico in grado di identificare i lavoratori
transfrontalieri;
- realizzare una piattaforma informatica condivisa dai quattro
ispettorati sociali.
Sul fronte delle iniziative di prevenzione e controllo, il Belgio ha
promosso accordi con altri Stati membri in materia di controlli
amministrativi e di frodi sociali. Il Paese ha un accordo con la
Francia e trattative in corso con Germania, Lussemburgo, Bulgaria
e Romania.
Cipro
Il principale strumento di contrasto al lavoro nero è rappresentato
dai controlli contro l’evasione fiscale da parte delle autorità
competenti.
Danimarca
Il controllo è affidato a diverse autorità pubbliche. Importante è il
ruolo delle parti sociali.
Sono state rafforzate le sanzioni previste (penali e amministrative).
Sono stati aumentati i controlli e i poteri degli ispettori in relazione
ai beneficiari di sussidi.
Al fine di facilitare i controlli, i lavoratori devono essere registrati
sin dal loro primo giorno di lavoro.
Estonia
Il controllo è effettuato dall’ispettorato del lavoro.
Un importante fattore di contrasto al lavoro nero è dato
dall’aumento dei controlli reso possibile dall’istituzione di autorità
specifiche all’interno di organismi competenti e dalla collaborazione
tra le autorità stesse (ufficio delle imposte, Ministero degli interni,
autonomie locali).
Finlandia
Il controllo è affidato a diverse autorità pubbliche (fisco, polizia,
autorità di protezione dei consumatori) con l’intervento anche delle
parti sociali.
Le sanzioni sono particolarmente pesanti in caso di discriminazioni
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
e di lavoro illegale di extracomunitari.
Francia
La normativa francese prevede una definizione legislativa molto
ampia di lavoro illegale, comprensiva anche delle c.d. “misdichiarazioni”, come ad esempio il fatto di conferire al rapporto di
lavoro una forma contrattuale diversa da quella richiesta.
I controlli sono affidati all’ispettorato del lavoro supportato da
comitati a livello nazionale, regionale e locale per combattere il
lavoro non dichiarato (composti da ispettori del lavoro, forze di
polizia, autorità per la tutela dei consumatori, autorità fiscali, fondi
di sicurezza sociale, parti sociali).
Sono previste sanzioni amministrative e penali.
È attivo un organo interministeriale che si occupa di contrastare
l’evasione fiscale e contributiva composto da funzionari dei diversi
Ministeri interessati al quale è attribuita la funzione di coordinare
tutte le attività a livello nazionale e internazionale. È previsto uno
stretto monitoraggio attraverso lo scambio di informazioni.
Il sussidio di disoccupazione, in particolare, può essere ridotto se il
lavoratore rifiuta un impiego compatibile con la propria qualifica.
Le imprese irregolari vengono escluse dalla possibilità di ricevere
sussidi pubblici o di applicare contratti agevolati, come quello di
apprendistato.
Germania
La Germania è uno dei pochi Stati ad avere una legislazione
specifica sul lavoro non dichiarato (Gesetz zur Bekaempfung von
Schwarzarbeit del 2002).
Il controllo è esercitato da varie autorità a livello federale (autorità
a tutela dei consumatori, autorità fiscali e doganali) e regionale.
Sono previste in genere sanzioni amministrative. Sanzioni penali
sono previste per violazioni fiscali.
Sono stati rafforzati i poteri della autorità federali soprattutto in
relazione ai diritti di monitoraggio e di controllo di imprese e
lavoratori.
In vigore dall’agosto 2006, la legge di seguito della riforma Hartz
IV
(Fortentwicklungs-Gesetz),
dispone
su
scala
federale
accertamenti più accurati per verificare la situazione dei beneficiari
del sussidio di disoccupazione.
È prevista la responsabilità del contraente generale nelle catene di
sub-contratti.
Grecia
I controlli sono esercitati dall’ispettorato del lavoro.
Sono previste sanzioni penali e amministrative.
Il sistema ispettivo è stato implementato con l’aumento del
personale, e lo strumento di tecnologie informatiche puntando alla
creazione di un sistema che colleghi in rete la segreteria generale
della Previdenza Sociale, i vari istituti di previdenza, il servizio
pubblico per l’impiego (OAED), l’ispettorato del lavoro (SEPE), il
Ministero degli interni e le pubbliche amministrazioni decentrate.
Irlanda
I controlli sono esercitati dall’ispettorato del lavoro.
È previsto l’aumento del numero degli ispettori e l’implementazione
degli interventi ministeriali a supporto dei lavoratori (tra i quali
l’assistenza legale).
Italia
I controlli sono affidati all’ispettorato del lavoro ed altre autorità.
Sono previste sanzioni penali e amministrative.
Specifiche norme sono stabilite per la solidarietà nelle catene dei
contratti di appalto.
15
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
In edilizia (e, recentemente, in agricoltura) è previsto uno specifico
documento unico di regolarità contributiva (Durc) che consente, in
un unico documento, di dimostrare la regolarità delle imprese
rispetto agli adempimenti a tutela dei lavoratori.
Nuove norme in tema di edilizia consentono controlli più efficienti:
la comunicazione dell’assunzione del lavoratore il giorno
antecedente il primo giorno di lavoro, norme sull’identificazione dei
lavoratori, rafforzamento dei poteri degli ispettori nei cantieri,
norme per la regolarizzazione dei lavoratori, rafforzamento delle
sanzioni.
Nel 2004 è stata avviata un’ampia riforma dei servizi ispettivi del
lavoro in ottica preventiva e consulenziale. In questa prospettiva
ha avuto successo l’istituto dell’interpello che consente di avere
una posizione chiara e unitaria da parte delle pubbliche
amministrazioni interessate su questioni interpretative delle norme.
La Commissione centrale di coordinamento dell'attività di vigilanza
ha il compito di coordinare a livello nazionale l'attività di tutti gli
organi impegnati sul territorio nelle azioni di contrasto del lavoro
sommerso e irregolare e di individuare gli indirizzi, gli obiettivi
strategici e le priorità degli interventi ispettivi.
Lettonia
Il controllo è effettuato dall’ispettorato del lavoro e da altre
autorità.
Sono da tempo state inasprite le sanzioni amministrative e penali
per i datori di lavoro e per i lavoratori e aumentati controlli da
parte dell’Ufficio per le Imposte.
Lituania
Il potere dell’ispettorato del lavoro e di quello delle imposte è stato
aumentato in modo da implementare i controlli su imprese e
lavoratori.
Lussemburgo
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L’ispettorato del lavoro ed altre autorità (autorità delle dogane)
sono competenti sui controlli per contrastare il lavoro non
dichiarato.
Sono previste sanzioni amministrative, fiscali e penali. Sanzioni
specifiche sono previste per il lavoro illegale degli extracomunitari.
Campagne ispettive vengono svolte contro il lavoro illegale
organizzato e nei grandi cantieri.
Malta
Il controllo è attribuito all’ispettorato del lavoro.
L’ETC, l’ente che gestisce i servizi pubblici per l’impiego, in
collaborazione con il Dipartimento per la sicurezza sociale, l’Unità
per l’adempimento degli obblighi fiscali, il Dipartimento per
l’imposta sul valore aggiunto e l’Autorità di pubblica sicurezza,
adotta e implementa le strategie per far emergere e sanzionare il
lavoro irregolare.
Olanda
Sono stati intensificati i controlli da parte delle autorità fiscali e
dell’ispettorato del lavoro e rafforzate le sanzioni.
Sono previste sanzioni amministrative e penali. Regole specifiche
sono previste per lavoratori stranieri irregolari.
Sono stati potenziati il monitoraggio ed il controllo delle aziende di
lavoro temporaneo, dove è diffusa la presenza di società irregolari,
e delle imprese agricole e di pulizia, dove maggiore è l’impiego di
lavoratori stranieri.
Polonia
I controlli sono promossi da diverse autorità (ispettorato del
lavoro, forze di polizia, autorità di sicurezza sociale, polizia di
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
frontiera, parti sociali).
Portogallo
I controlli sono realizzati dall’ispettorato del lavoro e dalle autorità
per il controllo dell’immigrazione.
Il piano per combattere le frodi e l’evasione, lanciato nel 2005 e
tuttora in corso, prevede l’aumento dei controlli volti al recupero
dei contributi non versati e sta realizzando risultati positivi.
Regno Unito
Dell’attività di controllo si occupano soprattutto le autorità che si
occupano di gestione dell’immigrazione.
Sono previste sanzioni amministrative e penali per i lavoratori
stranieri occupati illegalmente e per i datori di lavoro. Specifiche
norme contro le discriminazioni razziali vengono affiancate a quelle
di contrasto al lavoro nero.
La legge sull’immigrazione, l’asilo e la nazionalità del 2006 contiene
nuove misure per prevenire il lavoro illegale.
Repubblica Ceca
L’attività di controllo è esercitata dall’ispettorato del lavoro.
Sono previste sanzioni amministrative e penali.
Dal luglio 2005 è entrata in vigore la nuova legge sulle ispezioni sul
lavoro. La nuova legge attribuisce maggiori poteri e responsabilità
ai singoli uffici ispettivi. La competenza di questi ultimi, inoltre, è
estesa alle violazioni del codice del lavoro, alle irregolarità nelle
retribuzioni dei lavoratori, alle misure di salute e sicurezza, alle
regole sull’occupazione di particolari categorie di lavoratori. Le
ispezioni possono riguardare i diritti riconosciuti dai contratti
collettivi.
Slovenia
Il controllo è effettuato dall’ispettorato del lavoro.
La legge per la prevenzione del lavoro nero e per l’occupazione
prevede sanzioni penali e amministrative.
È attiva la Commissione per l’accertamento e la lotta al lavoro non
dichiarato ed all’occupazione di lavoratori non dichiarati, con il
compito di determinare, coordinare e seguire le attività finalizzate
al contrasto del lavoro sommerso.
Fanno parte della Commissione gli ispettorati competenti
(amministrazione tributaria e doganale, polizia), il Ministero del
lavoro, della famiglia e degli affari sociali, il Ministero delle finanze
e degli affari economici, il Ministero della giustizia ed il Ministero
dell’interno.
È previsto un numero telefonico per le segnalazioni anonime.
Slovacchia
Il controllo è effettuato dall’ispettorato del lavoro.
Nel 2005 è stata varata la nuova legge sul lavoro nero che
comprende l’implementazione della cooperazione tra le autorità
ministeriali e l’aumento dei poteri degli ispettori.
Sulla base della nuova legge sono state avviate prontamente
nuove campagne ispettive che hanno dato frutti significativi nel
contrasto al sommerso.
Spagna
Il controllo è realizzato dalle autorità fiscali anche in collegamento
con le autorità per il controllo dell’immigrazione.
Accordi bilaterali sono stati promossi per l’ingresso di lavoratori
stranieri stagionali.
Azioni preventive vengono svolte anche a livello regionale con la
collaborazione delle parti sociali.
Svezia
La materia è di competenza dell’ufficio nazionale per i reati
17
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
finanziari.
Sono previste sanzioni amministrative e penali.
Ungheria
18
Il controllo è effettuato dall’ispettorato del lavoro e dall’ispettorato
nazionale della sanità e sicurezza professionale.
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
SCHEDA EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
Il ruolo delle parti sociali
Austria
Il lavoro nero non rientra nelle priorità delle parti sociali. Si
registrano iniziative informative da parte dei sindacati.
Belgio
In Belgio si registra uno dei casi di maggior coinvolgimento delle
parti sociali nel contrasto al lavoro nero a tutti i livelli. Contratti
collettivi con attenzione al lavoro sommerso sono stati stipulati nel
settore dell’alimentazione, della sicurezza, delle costruzioni, delle
pulizie, del trasporto delle persone, ecc. È stata creata una
commissione di partenariato per dare un quadro di riferimento a
tali accordi.
Le parti sociali si occupano inoltre di informazione e formazione su
questi profili.
Cipro
È limitato il ruolo delle parti sociali nelle misure per l’emersione.
D’altra parte queste vengono tradizionalmente affrontate solo negli
aspetti fiscali. Alcune disposizioni sul lavoro sommerso possono
essere rintracciate nei contratti collettivi nel settore delle
costruzioni.
Danimarca
Il coinvolgimento delle parti sociali è limitato anche se queste
hanno un ruolo nei controlli e nelle campagne informative sul
lavoro non dichiarato. Nel settore delle costruzioni le parti hanno
un ruolo attivo in azioni di monitoraggio.
Estonia
Le parti sociali
informativo.
promuovono
iniziative
soprattutto
a
livello
Finlandia
Le parti sociali supportano il Governo nel contrasto al lavoro
sommerso. Un accordo bilaterale si è occupato della solidarietà del
contraente principale. Campagne informative vengono realizzate
dalle parti sociali.
Le parti sociali hanno promosso molte azioni nel settore delle
costruzioni. In particolare si sono accordate sull’utilizzo di un
tesserino elettronico per lavoratori subordinati e autonomi nei
cantieri.
Francia
Il ruolo delle parti sociali è molto rilevante a tutti i livelli.
Recentemente sono stati realizzati diversi accordi tripartiti per la
lotta al lavoro illegale.
Nel giugno 2006 è stata stipulata una convenzione tra i Ministeri
interessati e la camera sindacale (organismo che comprende le
parti sociali) nel settore dei traslochi per contrastare il lavoro
illegale.
Sempre del giugno 2006 è l’accordo di partenariato per la lotta al
lavoro illegale nel lavoro temporaneo.
Germania
Sono stati stipulati vari accordi a livello settoriale e a livello
regionale.
I sindacati hanno lanciato varie campagne informative e
preventive.
19
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
20
Grecia
È molto limitato il dibattito sul lavoro non dichiarato.
Irlanda
Accordi tripartiti (parti sociali e Governo) sono stati stipulati su
problematiche specifiche comprendenti anche un gruppo di
monitoraggio dell’economia sommersa. Campagne sindacali
vengono realizzate contro la discriminazione dei lavoratori
stranieri.
Il Primo Ministro della Repubblica di Irlanda ha promosso
l’ambizioso accordo Towards 2016, Ten-Year Framework Social
Partnership Agreement 2006-2015, stipulato dopo un lungo
processo di negoziazione. Il ruolo delle parti sociali è riconosciuto
come fondamentale per mantenere, creare e sostenere la crescita
dell’occupazione,
la
stabilità
fiscale,
la
ristrutturazione
dell’economia ed altri obiettivi chiave. Il progetto rappresenta un
quadro in cui riunire le strategie del Governo e delle parti sociali.
Italia
Rilevante è il coinvolgimento delle parti sociali anche con accordi
tripartiti a livello nazionale, regionale, territoriale. In particolare nei
settori dell’edilizia, dell’agricoltura, del turismo, del commercio e
dell’artigianato.
Il ruolo delle parti sociali e degli enti bilaterali è importante
nell’implementazione
del
Documento
unico
di
regolarità
contributiva (Durc) nel settore delle costruzioni.
Una esperienza significativa è rappresentata dai c.d. contratti
collettivi di riallineamento retributivo, imperniati sull'espresso
riconoscimento di una consistente riduzione dei livelli retributivi in
certi settori e ambiti territoriali rispetto a quelli fissati in sede
nazionale, quale incentivo alla regolarizzazione dei rapporti di
lavoro in questione.
I sindacati realizzano campagne informative contro il lavoro nero.
Recentemente hanno promosso una piattaforma per lanciare
misure di contrasto al lavoro nero.
Lettonia
Un gruppo di lavoro tripartito ha realizzato un report – presentato
dal Governo nel 2006 – con proposte di modifica della legislazione
vigente al fine di contrastare il lavoro nero.
Le parti sociali hanno realizzato campagne informative sul tema del
lavoro sommerso.
Lituania
Nell’ambito dell’ufficio nazionale per il collocamento sono costituite
commissioni tripartite con funzioni di analisi dei temi attinenti al
mercato del lavoro e all’occupazione. Le commissioni sono
composte anche da rappresentanti delle autonomie locali.
Lussemburgo
Le parti sociali non hanno un ruolo attivo nel combattere il lavoro
nero.
Malta
La parti sociali si occupano relativamente poco di lavoro non
dichiarato.
Olanda
Contratti collettivi nei settori dell’orticoltura, del vetro, dei trasporti
e dell’agricoltura includono la garanzia che i datori di lavoro si
avvalgano di agenzie di lavoro temporaneo autorizzate.
In agricoltura le parti sociali hanno promosso un sistema di
certificazione e la sindacalizzazione dei lavoratori irregolari.
Polonia
Il confronto tra le parti sociali sul lavoro sommerso è presente
EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
soprattutto nel settore delle costruzioni ed in merito ai lavoratori
stranieri.
Portogallo
Le parti sociali sono impegnate in un dialogo sociale tripartito sui
temi del contrasto al lavoro nero.
Nell’ente che gestisce i servizi per l’impiego, la gestione delle
attività avviene secondo un modello di partecipazione tripartita,
che contempla la presenza di rappresentanti della pubblica
amministrazione, delle confederazioni sindacali e delle associazioni
delle imprese.
Repubblica Ceca
I sindacati sono da tempo in fase di declino. Il ruolo delle parti
sociali riguarda soprattutto l’aspetto divulgativo e lo scambio di
informazioni con gli uffici ispettivi.
Regno Unito
È stato istituito dal 2002 un gruppo di alto livello sul lavoro illegale
che comprende autorità nazionali, parti sociali, rappresentanti dei
soggetti di riferimento sul tema, compresi rappresentanti dei
lavoratori immigrati. Il forum favorisce la circolazione di buone
prassi e la prevenzione del lavoro sommerso. L’importante ruolo
delle parti sociali viene riconosciuto anche nelle proposte di
modifica della legge sull’immigrazione allo studio per il 2007. Varie
iniziative sindacali sono state realizzate nel settore delle costruzioni
e dei trasporti.
Slovenia
Le parti sociali sono attive sul tema soprattutto a livello informativo
e con lo scambio di informazioni. In particolare il sindacato
collabora con la segnalazione di casi di lavoro non dichiarato agli
organi statali competenti.
Le parti sociali hanno contribuito, condividendone i punti principali,
alla discussione sulla riforma della legge per il contrasto al lavoro
nero.
Slovacchia
Il coinvolgimento delle parti sociali è limitato.
Contratti collettivi nel settore dell’industria obbligano i datori di
lavoro a comunicare le assunzioni e le cessazioni dei lavoratori.
Spagna
Ci sono azioni specifiche in collaborazione con le autonomie
regionali. Sono stati lanciati diversi programmi per fattori correlati
al contrasto del lavoro nero. In particolare questi programmi hanno
riguardato la sicurezza nel settore delle costruzioni.
Il 9 maggio 2006 è stato sottoscritto un accordo tra il Governo, i
sindacati ed i patronati per sviluppare un modello di sviluppo
economico equilibrato e duraturo basato sulla competitività delle
imprese, l’incremento della produttività e la coesione sociale.
Svezia
Le parti sociali hanno promosso varie campagne informative.
Nel settore delle costruzioni le parti sociali sono coinvolte in diverse
iniziative, insieme anche alle autorità fiscali. Le parti sociali
concordano per un migliore controllo su chi è presente nel cantiere,
attraverso un sistema di identificazione; detrazioni fiscali per
famiglie che utilizzano appaltatori e lo dichiarano alle autorità
fiscali; prescrizioni più severe per ottenere certificati fiscali da
parte di datori di lavoro e lavoratori autonomi.
Ungheria
Il Governo e le parti sociali sono riunite nel Consiglio nazionale per
la riconciliazione degli interesse (OET) che è sede di confronto su
tutti i temi del lavoro e della contrattazione collettiva.
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EMERSIONE: POLITICHE ED AZIONI
Il dialogo sociale tra le parti è stato sviluppato nei settori bancario,
dell’alimentazione e delle costruzioni.
Nel febbraio 2006 è stato realizzato a Budapest un convegno
internazionale promosso anche dalla Commissione Europea dal
titolo Best practices to prevent, reduce and combat undeclared and
illegal labour in the construction industry, con particolare
attenzione al ruolo delle parti sociali nel promuovere interventi a
favore dell’emersione e lo scambio di buone prassi.
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