Jazz a Ramatuelle: dopo 4 ore di attesa le emozioni del quintetto di

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Jazz a Ramatuelle: dopo 4 ore di attesa le emozioni del quintetto di
The Mellophonium Online
Jazz a Ramatuelle: dopo 4 ore di attesa le emozioni del quintetto di Kyle Eastwood
Inviato da Poulpy
sabato 10 settembre 2016
RAMATUELLE - E' proprio al momento dell'arrivo dei musicisti che il cielo si è scatenato. Per più di 45 minuti
l'apocalisse si è abbattuta sul festival Jazz a Ramatuelle, un violento temporale estivo che ha trasformato la strada in un
fiume, lampi e tuoni assordanti poco prima di un fulmine caduto nelle vicinanze. La corrente elettrica saltata,
conseguenza logica ma fastidiosa essendo l'orario del soundcheck del concerto. Alla fine del temporale, verso le 19 e
attendendo il ritorno della corrente, i volontari del festival si affannano ad asciugare il palco e le gradinate. Nei camerini
Brandon suona mentre, sul palco, Kyle Eastwood inizia a riscaldarsi al contrabbasso e sistema la pedaliera, Chris monta
la batteria e Andrew si riscalda ma l'attesa dura più di tre ore. Quentin si sistema al pianoforte con la moglie (anch'essa
eccellente pianista), poi Brandon lo sostituisce e suona una ballad lasciandoli liberi di ballare in una scena che ricorda il
surrealismo felliniano. Sulle gradinate Cynthia Ramirez, ex modella e moglie di Kyle, si attarda a chiacchierare con degli
amici. Nell'attesa, che pare eterna, ne approfitto per parlare con Kyle e Quentin del concerto di Benny Golson visto il
giorno prima a Sanremo. Dopo l'arrivo della corrente ed il conseguente soundcheck il concerto inizia alle 22.30 per
terminare dopo mezzanotte. L'esibizione inizia con un brano tratto dall'ultimo disco “Time pieces” uscito nel
2015 ("Prosecco smile"), seguito da “Big noise from Winettka” tratto da “Paris blue” del 2004
per continuare col recente “Bullet train”. In seguito Kyle esegue in trio il celebre “Marrakech”,
ispirato dalla "Sagra della primavera" di Stravinsky, con una introduzione differente rispetto a quella utilizzata a Saint
Raphael a maggio prima di omaggiare Horace Silver col brano “Peace of Silver” in cui Andrew cita nel solo
Chick Corea. Poi il leader passa al basso elettrico per “Dolphin dance” di Hancock e la title track del film
del padre Clint “Letters from Iwo Jima”. Il concerto si chiude con una composizione collettiva che unisce
l'ispirazione del Brasile, dell'Africa e della tradizione jazz ("Caipirinha") scatendando la standing ovation del pubblico che
spinge il quintetto ad eseguire come bis la mingusiana “Boogie stop shuffle”. Nonostante l'ora tarda
Eastwood si dimostra molto gentile e disponibile nell'autografare i dischi e nel rispondere alla mia curiosità sul suo
strumento (prodotto dal liutaio newyorkese David Gage), sulla passione per l'Europa in cui riscontra maggiore passione
che negli Usa. Grande professionalità dimostrata dai cinque musicisti nel suonare ad ora tarda, dopo una attesa di quasi 4
ore, regalando emozioni al numeroso pubblico presente. Il quintetto si conferma interessante grazie ad un repertorio di
composizioni originali a cui si aggiungono un paio di riletture dell'epoca d'ora dell'hard bop e la passione per la musica
da film cui Kyle, oltre alla famosa Iwo Jima, si dedica da anni dimostrando un dono per le melodie piacevoli ed eleganti.
Chi fosse interessato potrà ascoltare ancora Kyle Eastwood al Polygone Riviera di Cagnes sur Mer (vicino a Nizza)
giovedi 24 novembre.
(traduzione di Adriano Ghirardo, 3 fotografie di Poulpy a pagina 94 della Galleria immagini)
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