dove si trova adeane
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DOVE SI TROVA ADEANE Il nome Senegal deriva dall’espressione wolof “sunu gaal”, ossia le “nostre piroghe”. Il Senegal è situato nell’estrema punta occidentale del continente africano, tra il Sahel a nord, la foresta tropicale a sud, e l’oceano atlantico a ovest. Il paesaggio desertico che caratterizza la zona settentrionale del Senegal, man mano che ci si sposta verso il centro si trasforma in savana arborea disseminata di acacie, di baobab secolari e di mangrovie. La parte meridionale del paese è invece caratterizzata dalla foresta tropicale con fromagers, palme, piante di mango e di karité, papaye, noix de cajou e tante altre piante tipiche del paesaggio tropicale. I fiumi più importanti sono il fiume Senegal che segna il confine settentrionale con la Mauritania, il fiume Saloum a sud di Dakar celebre per le sue acque molto pescose, il fiume Casamance che scorre nell’omonima regione situata nella parte meridionale del Senegal, il fiume Gambia che nasce dal massiccio del Fouta Djalon in Guinea e attraversa il Senegal e la Gambia. La temperatura dell’Oceano in prossimità della costa varia da 24 a 30 gradi nella stagione delle piogge, e da 19 a 28 gradi nella stagione secca.. Adeane si trova nella regione geografica del Senegal meridionale, tra il Gambia e la Guinea Bissau, estesa sul fiume Casamance, divisa tra bassa Casamance (regione Ziguinchor) e alta Casamance (regione Kolda) Il fiume Casamance, lungo più di 300 Km, è la risorsa di vita di questa regione meridionale del Senegal. La regione è invasa dai "marigots" (Braccia morte di un fiume), da canali e ruscelli. Questa rete idrografica, le precipitazioni violente della stagione delle piogge e la temperatura (a volte superiore a 35°) contribuiscono a fare della Casamance la regione agricola più ricca del paese. Ziguinchor, è la capitale della Casamance, porto fluviale sul fiume Casamance, fu fondata nel 1645 da marinai e commercianti portoghesi. Ceduta alla Francia nel 1886, divenne un centro commerciale e agricolo molto prospero (arachidi). Capoluogo della Casamance, con una popolazione di 200 000 abitanti circa, Ziguinchor è allo stesso tempo il punto di partenza di circuiti turistici. ECONOMIA L’economia è basata soprattutto sull’agricoltura, l’allevamento e la pesca. Quasi il 60% della popolazione si dedica all’agricoltura e all’allevamento. Le colture alimentari sono: miglio, riso, sorgo, mais, palma da olio, datteri, alberi fruttiferi, bissap, gombo, noix de cajou, peperoncino. Le colture di rendimento sono: l’arachide, le piante da orto, i frutti. La monocoltura dell’arachide, introdotta in epoca coloniale e portata avanti dalle politiche agricole senegalesi, è oggigiorno la coltivazione di rendimento per eccellenza malgrado i tentativi di variare il tipo di coltura. Le industrie sono soprattutto concentrate nella regione di Capo Verde, e vicino alla capitale Dakar. Le risorse minerarie sono rappresentate dai fosfati estratti nella regione di Capo Verde. L’estrazione del sale è un’altra risorsa mineraria. Il Senegal esporta principalmente: l’arachide ed i suoi derivati, i prodotti della pesca, i fosfati ed i suoi derivati, il sale. Le importazioni riguardano i prodotti petroliferi, i cereali, i prodotti alimentari, i beni di consumo. Sia la pesca che l'allevamento familiare ovino, bovino e di animali da cortile e eventualmente suino fanno da complemento alle coltivazioni per fornire nutrimento di sussistenza. Tutte le famiglie contadine della zona, svolgono attività agricole su cui si regge l’azienda familiare, attività necessarie al sostentamento della famiglia e legate alle tradizioni della zona. Un fattore sempre più importante che influenza l’economia del paese riguarda le rimesse provenienti dalla diaspora senegalese nel mondo. Diverse ricerche stimano che il flusso finanziario generato dall’emigrazione senegalese all’estero, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, è pari alla quantità di aiuti della cooperazione internazionale. Queste rimesse rappresentano una risorsa rilevante a livello microeconomico, in quanto raggiungono direttamente le famiglie che vivono nelle aree rurali e urbane. Esse vengono impiegate per i consumi primari, per le attività di carattere produttivo, ma anche per lo sviluppo del capitale umano attraverso la spesa per l’istruzione e la salute. Le rimesse contribuiscono dunque alla riduzione della povertà e allo sviluppo del paese, incrementando un’attività produttiva che parte dal basso e che favorisce la microeconomia e la gestione famigliare delle risorse. Molte delle attività economiche che alimentano questa produttività dal basso sono gestite da donne che in modo intraprendente si sono imposte nell’economia senegalese. Esse hanno il monopolio di diverse attività commerciali, e molte di loro sono a capo di iniziative innovative che favoriscono lo sviluppo locale e la produzione di risorse economiche per l’intero paese. LA PESCA TRADIZIONALE La pesca costituisce prima di tutto un’importante risorsa alimentare ed economica per il paese e poi un’attività sportiva. La pesca è stata fin dai tempi antichi una delle attività più praticate. Su tutta la costa, dalla frontiera con la Mauritania a nord alla frontiera con la Guinea Bissau a sud, la presenza costante di piroghe di pescatori dimostra come questa attività è onnipresente in Senegal. Le piroghe usate dai pescatori sono solitamente fatte con il tronco dei fromager. I pescatori possono rimanere giorni in mare aperto con queste imbarcazioni in cerca di pesce che vendono al loro ritorno alle donne che aspettano sulla spiaggia e che a loro volta rivendono nei mercati locali. In Senegal esistono ben tre diversi tipi di ambienti acquatici: il mare, il fiume, e l’acqua salmastra tra le isolette di mangrovie della regione del Sine Saloum e della Casamance. Le mangrovie sono piante legnose che crescono sui litorali bassi delle coste marine senegalesi, periodicamente sommerse dalla marea. L'ATTIVITA' INDUSTRIALE Il settore industriale ha ricevuto un impulso allo sviluppo solo dopo l'indipendenza del paese, dato che durante la dominazione francese la produzione del Senegal rea limitata all'estrazione di materie prime da scambiare con semilavorati o prodotti finiti provenienti dalla Francia. La maggior parte delle industrie è oggi concentrata sulla costa, in particolare nell'area di Dakar dove si trovano il 90% degli stabilimenti. Le industrie più' attive sono quelle legate alla pesca e alle attività agricole (stabilimenti e per la conservazione e l'inscatolamento dei prodotti, zuccherifici) e quelle tessili, seguite dalle industrie chimiche e meccaniche. I prodotti vengono inviati sui mercati internazionali dove tuttavia la concorrenza è agguerrita e la domanda non sempre costante. Il principale partner commerciale rimane la Francia, seguita da alcuni paesi dell'Africa nera come la Mauritania, il Mali, la Costa D'Avorio e il Niger. Le attività industriali in crescita sono: quella chimica, quella meccanica, quella legata alla produzione di olio (prevalentemente di arachidi), quella per la lavorazione della canna da zucchero e del sale marino. Il sottosuolo fornisce fosfati, minerali di titanio, e recentemente sono stati trovati giacimenti petroliferi. IL GOVERNO Il Senegal è una Repubblica Presidenziale a democrazia multipartitica. La costituzione senegalese, promulgata nel 1963 e successivamente modificata, stabilisce la separazione dei tre poteri e un sistema di chiaro carattere presidenziale, recependo i diritti umani fondamentali e le libertà basilari. Il potere legislativo è esercitato dall’Assemblea Nazionale i cui membri vengono eletti ogni cinque anni. Pur mantenendo una struttura amministrativa centralizzata è in atto un processo di progressivo decentramento politico amministrativo iniziato con il promulgamento della Legge sul Decentramento del 1996 che rafforza le responsabilità e le competenze delle Comunità Locali. ETNIE L’etnia predominante è l’etnia Wolof (36%). Le altre sono Serer (20%), Peul (12%), Toucouleur (12%), Diola (7%). Il restante 14% è rappresentato da etnie minoritarie quali Mandengue, Lebou, Mancagne, Manjack, Bainouk, Balante. Il 95% della popolazione è di religione musulmana. Il rimanente 5% è perlopiù di religione cattolica ripartita soprattutto sulla Petite Côte (M’bour) e in Casamance. In alcune zone come la Casamance, molti senegalesi (soprattutto Diola e Serer) che si dichiarano musulmani o cattolici sono ancora legati a forme tradizionali di religiosità. La lingua ufficiale è il francese, parlato dal 20% della popolazione e la lingua locale più diffusa è lo Wolof, parlato dall’80% della popolazione. L’etnia Lebou è l’etnia dei pescatori. I Peul sono agricoltori. I Diola si trovano nella Casamance e sono perlopiù cattolici. I Serer si raggruppano nella zona del Sine-Saloum. I Mandingo si trovano nel Senegal orientale. LA STORIA I Diola, cacciati dai Mandinghi dell'impero del Mali durante la loro conquista dell'ovest nel XIVesimo secolo, fondano regni lungo il fiume Gambia prima di approdare la Casamance resa difficile d'accesso dalle sue paludi e dalla sua fauna pericolosa. La strutturazione della società Diola in Casamance cominciò nel XVesimo secolo. La risalita dello stesso fiume dai portoghesi fu contemporanea (1457) . Nel XVIesimo secolo, il Kaabu, stato mandingo del Nord della Guinea si liberò della tutela maliana e divenne un potente regno guerriero su una parte della Media-Casamance. Durante i tre secoli che seguirono, i Diola misero a profitto la loro eccellente conoscenza di questo particolare territorio per isolarsi dagli stranieri che non rappresentavano altro ai loro occhi che violenza e morte. Nel 1645, il portoghese Gonçalo Gamboa Ayala fondò la città deposito di Ziguinchor, e la tratta degli schiavi la cui cattura fu affidata alle etnie bellicose divenne una delle attività lucrative permesse dalla navigabilità del fiume. É cosi che i diola furono perseguitati fino nella Bassa-Casamance dai Mandinghi. Nel 1838, i francesi fondarono la città deposito di Sedhiou per sfruttare l'arachide e, in seguito, l'albero della gomma. Nel 1886, la Francia, già impiantata a Karabane(1836) e a Sedhiou ricevette Ziguinchor dal Portogallo, e si definirono i confini nel 1888 tra la colonia francese del Senegal e la Guinea Portoghese (ora Guinea Bissau). Il 10 Agosto 1889, l'Inghilterra abbandonò i suoi diritti sulla Casamance. La resistenza delle etnie guerriere alla presenza francese necessitò una gran vigilanza della potenza colonizzatrice, particolarmente all'est di Ziguinchor. Le popolazioni diola, perseguitati da queste etnie, non diedero loro alcuna assistenza. I diola, insorsero fin dal 1857 contro la presenza francese e attaccarono Karabane nel 1858, uccidendo il capitano Protet (figlio dell'ammiraglio) con una freccia avvelenata. Il capitano Protet, la cui tomba è ancor'oggi visibile al cimitero di Karabane, fu seppellito in piedi. La resistenza attiva tormentò i coloni fino al 1914 e non smise mai completamente dopo. Il nascere del movimento separatista per l'indipendenza e l'autonomia della Casamance, ha generato un conflitto che ha portato a scontri violenti con le forze senegalesi per decenni, fino alla fine del ventesimo secolo. FAMIGLIA SENEGALESE La famiglia tradizionale islamica senegalese è una famiglia allargata. Genitori, zii, nonni, cugini, prozii, fratelli e sorelle vivono insieme. Una famiglia può includere un intero villaggio. La cura e la crescita dei bambini è seguita da tutti. Fin dall’infanzia, ai bambini, vengono date responsabilità e piccoli lavori domestici da eseguire. Prima di iniziare le scuole elementari, dove viene insegnato il francese, i bambini frequentano una scuola religiosa islamica dove apprendono l’arabo e l’insegnamento del corano. Agli anziani viene dato il rispetto e non vengono mai abbandonati nei momenti di malattia o nella vecchiaia. Non esiste in Senegal un termine per tradurre casa di riposo o ospizio. Gli anziani sono gli individui più importanti della famiglia, vengono interpellati per le decisioni importanti e per i consigli, questo vale sia per le donne che per gli uomini. In tutte le famiglie senegalesi, sia quelle che vivono in città che quelle che vivono nei villaggi, il peso della tradizione è forte e si ritiene che l’anziano è colui che permette il perpetrarsi dei valori e dei costumi tradizionali, ed è per questo che va rispettato e tenuto sempre in considerazione. Un anziano non può mai essere contraddetto e i suoi desideri devono essere in qualche modo sempre esauditi. In Senegal esiste la poligamia, ossia il matrimonio tra un uomo e diverse donne, questa unione è riconosciuta dalla legge che stabilisce un massimo di 4 mogli, anche se nei villaggi può capitare che il numero di spose sia superiore. Questa legge però impone al marito un trattamento egualitario delle consorti, in caso contrario esse possono tranquillamente separarsi e interrompere il matrimonio. Nelle famiglie poligamiche i figli vengono educati e cresciuti dalle diverse mogli, e ciò favorisce la coesione famigliare e l’altruismo dei bambini, che fin da piccoli devono imparare a condividere i beni. In una società come quella senegalese, formata da famiglie allargate, i figli sono considerati una ricchezza, soprattutto per le popolazioni rurali che vivono di agricoltura e di allevamento, avere numerosi figli equivale ad avere più braccia per lavorare. GRIOT Il griot (menestrello o cantastorie) ha ancora parecchia importanza nel Senegal odierno. La storia e la cultura dell’Africa sono tenute vive soprattutto grazie ai racconti orali trasmessi di generazione in generazione. I griot sono coloro ai quali è affidato il compito di perpetuare ricordi delle famiglie, dei gruppi o dei villaggi. Il griot è insieme un musicista e uno storico specializzato in genealogia e il suo ruolo passa di padre in figlio entro una ristretta cerchia di persone. Grazie al griot ogni gruppo può tramandare la sua storia e la sua filosofia di vita. Si dice che in africa quando muore un vecchio è come se venisse bruciata un’intera biblioteca. L'accompagnamento musicale nell’arte dei griots riveste un ruolo particolarmente importante, egli, infatti, si avvale spesso di strumenti tradizionali come la Cora, il balafon, e il sabar e in alcune circostanze può avvalersi anche del canto. Molti griots contemporanei hanno sviluppato soprattutto l'aspetto musicale di quest'arte tradizionale, ottenendo un considerevole successo anche fuori dall’Africa. MUSICA Tante occasioni sono buoni pretesti per ballare e per suonare, e la musica è un elemento onnipresente nella vita individuale e sociale dei diversi gruppi etnici senegalesi. Essa fa da sfondo alle cerimonie che celebrano la nascita, il passaggio all’età adulta, il matrimonio, ma anche la guarigione da determinate patologie, infatti è spesso usata nei rituali terapeutici per facilitare la comunicazione con le forze e gli spiriti soprannaturali. Una particolare manifestazione contraddistinta dalla musica è la lotta senegalese, uno sport tradizionale con una forte componente folcloristica e musicale che coinvolge percussionisti, danzatrici e griots tradizionali. Le innumerevoli forme musicali esistenti in Senegal fanno uso di strumenti musicali costruiti con materiali locali come zucche, cuoio, legno, conchiglie, corna di animali ... La musica senegalese è conosciuta nel mondo soprattutto per il mbalax, uno stile musicale basato su un ritmo e su un modo particolare di suonare le percussioni. È stato il cantautore senegalese Youssou N’Dour a far crescere la popolarità del mbalax, mescolando strumenti tradizionali senegalesi come il sabar e il tama a strumenti moderni europei come la chitarra, il basso e la tastiera, creando così una miscela di musica moderna e tradizionale, per un pubblico più eterogeneo. Strumenti musicali tradizionali Il Tama: è un tipo di percussione piccolo che il musicista piazza sotto il braccio e che suona con una specie di bacchetta, il suono emesso da questo tamburo cambia a seconda della pressione esercitata dal braccio del musicista, ed è per questo motivo che questo strumento è stato soprannominato tamburo parlante. Il tama è lo strumento tradizionale dei wolof. Il Sabar: è un tipo di percussione intagliato nel legno massiccio a forma di mortaio e ricoperto solitamente di pelle di capra. Viene suonato a mani nude o contemporaneamente con una bacchetta di legno. Questo strumento è usato dai wolof per celebrare ogni tipo di avvenimento o cerimonia importante, o semplicemente per ballare Il Balafon: è una sorta di xilofono composto da una struttura leggera di legno con delle lamine di legno di diverse dimensione ricoperte di cuoio che appoggiano su delle calebasse anch’esse di diverse dimensioni e che fanno da cassa di risonanza. Un balafon può produrre fino a 25 note a seconda delle lamine che lo compongono. Questo strumento è tipico delle popolazioni che abitano la Casamance, la regione meridionale del Senegal. La Kora: è una sorta di arpa composta: da una grossa calebasse, una zucca di circa 40 cm. IL MOURIDISMO L’ordine religioso dei mouridi conta parecchi seguaci fra il popolo senegalese. E’stato fondato da Amadou Bamba M’backè (1853-1927) nato a M’backè baol. Fu mandato in esilio in Gabon dall’autorità coloniale francese dal 1895 al 1902 e successivamente in Mauritania dal 1903 al 1907. Gli fu permesso di stabilirsi a Tièyène nel 1912 a Diourbel dove morì. Attualmente la moschea di Touba ,che si trova vicino a Diourbel è diretta dai suoi discendenti ed è la più grande moschea di tutta l’africa occidentale. Ogni anno viene celebrato tra il decimo e l’undicesimo giorno dell’undicesimo mese del calendario musulmano il più grande pellegrinaggio della confraternita dei mouridi il magal (che significa viaggio di ritorno) per celebrare la partenza in esilio di Amadou Bamba. Parecchi ritmi tradizionali senegalesi celebrano e cantano Bamba e su parecchi muri di case negozi e uffici si può vedere dipinto Amadou Bamba vestito con un mantello bianco o la moschea di Touba. Nonostante l’esilio di Cheikh Amadou Bamba il mouridismo continuò a crescere in modo esponenziale in Senegal e si creò addirittura un sottogruppo, quello dei Baay Fall capeggiato da Cheikh Ibrahima Fall (discepolo di Cheikh Ahmadou Bamba). I Baay Fall (Baay in wolof significa padre e Fall è un cognome tipico) hanno una concezione particolare e liberale dell’islam, vivono mendicando e lavorano per il loro capo spirituale. Capita spesso di vederli per le strade di Dakar, solitamente in gruppo, vestiti con un grand boubou (l’abito tradizionale) fatto di patchwork colorato e con i capelli rasta. FESTIVITÀ ISLAMICHE IN SENEGAL Le feste in Senegal sono un occasione di ritrovo collettivo indipendentemente dalla fede religiosa, proprio per questo motivo vengono festeggiate da tutti. Le ricorrenze islamiche senegalesi hanno un significato sia spirituale sia comunitario, sono celebrate con preghiere che ricordano e rendono omaggio ad Allah, e con banchetti comunitari che rafforzano la coesione sociale e i legami tra gli individui. Ecco qui di seguito le principali festività islamiche senegalesi: La Tabaski: è la festa del montone, quella che commemora il sacrificio di Ibrahim (Abramo). Questa è una delle feste più importanti del Senegal, durante la quale chi può permetterselo deve ripetere le gesta di Ibrahim sacrificando un montone che viene consumato in famiglia e donato ai vicini e agli amici. La data varia di anno in anno, si festeggia solitamente nel mese di dicembre, circa settanta giorni dopo il Ramadan. La Tamxarit: è il capodanno musulmano. Questa festa ricorda il giorno in cui il profeta Muhammed arrivò a Medina dopo aver lasciato la Mecca dove era stato perseguitato con i suoi compagni. Durante questa celebrazione si usa mangiare il céré, il couscous locale fatto col miglio. Questo piatto viene donato ai parenti, agli amici e ai vicini. Queste donazioni di cibo innescano una serie di scambi reciproci che rinforzano i legami di parentela e la coesione sociale. La sera della Tamxarit (solitamente nel mese di gennaio) può capitare di assistere ad un curioso spettacolo, infatti la tradizione vuole che i giovani uomini si vestano da donna, e che viceversa le giovani ragazze indossino abiti maschili, e con questi travestimenti vadano di casa in casa danzando e suonando a chiedere in dono cereali, dolci o soldi. La Korité: è la festa che segna la fine del Ramadan, durante questo avvenimento i musulmani si recano nelle moschee per celebrare la fine del digiuno. Come le altre celebrazioni la data varia di anno in anno, ma il mese è quello di ottobre. La tradizione vuole che in quest’occasione ci si vesta con abiti nuovi, i bambini ricevano regali, e si vada a trovare amici, parenti e vicini. LA SCUOLA Ciclo di Studi Durata Età prevista Superiori 3 anni dai 17 ai 20 anni Medie 4 anni dai 13 ai 17 anni Elementari* 6 anni dai 7 ai 13 anni Materna 3 anni dai 3/4 ai 6/7 anni *Scuola dell'obbligo. In Senegal, nonostante lo sviluppo delle strutture scolastiche tra le migliori dell'Africa occidentale, rimane ancora molto elevato il tasso di analfabetismo, che raggiunge in media il 59,8%. Si tratta di un dato puramente teorico, che varia in base all’età, al sesso, alla regione, persino all’etnia o al quartiere, nel caso di Dakar. Si può parlare del sistema scolastico del Senegal come di una piramide rovesciata: notevole la qualità dell'istruzione superiore, mentre ancora non molto sviluppata, in particolare nelle aree periferiche o rurali, l'istruzione primaria. Nonostante la politica di controllo dell'accesso alla scuola secondaria, diffusa è la disoccupazione intellettuale e la formazione professionale è ancora poco adattata alla realtà locale. L'istruzione universitaria in Senegal è ben sviluppata, sia in ambito scientifico che umanistico, ed è impartita nei 2 Poli Universitari principali: a Dakar presso l’Université Cheikh Anta Diop ed a Saint-Loluis presso l’ Université GastonBerger. La percentuale degli studenti che accede all’Università non arriva al 10% degli studenti che intraprendono la carriera scolastica e si riduce ancor più negli anni successivi di corso di laurea per diverse cause legate prevalentemente alla difficoltà a coprire le spese del materiale di studio, di vitto ed alloggio. MEDICINA TRADIZIONALE In Senegal la medicina tradizionale è molto diffusa e una parte molto consistente della popolazione la usa per curare malattie e patologie di diverso genere. La medicina tradizionale in Africa è “l’insieme di tutte le conoscenze, che comprende: l’utilizzo di sostanze, di misure e di pratiche spiegabili e non, basate sulle fondamenta socioculturali e religiose di una specifica comunità, trasmesse di generazione in generazione, oralmente e per iscritto, ed utilizzate per diagnosticare, prevenire o eliminare un disequilibrio del benessere fisico, mentale e sociale”. Le pratiche terapeutiche tradizionali riuniscono tutta una serie di competenze e di saperi basati sulle conoscenze della natura, sulle teorie di cura, sull’importanza dell’esperienza e dell’osservazione, sulla trasmissione famigliare del sapere, nel tentativo di preservare la salute degli individui e il loro rapporto con l’ambiente e la società in cui vivono. ll terapeuta tradizionale è un istituzione per i senegalesi, si prende cura dei malati e tenta di salvaguardare il loro benessere psicofisico, cercando di capire da dove proviene il male e da che cosa è causato. Una delle piante medicinali maggiormente usate in Senegal per la cura di malattie di diverso genere è il Baobab. IL BAOBAB Il Baobab è un albero che resiste a temperature altissime. Risorsa materiale per il popolo senegalese, il Baobab è simbolicamente importante per tutte le popolazioni locali che lo considerano sacro e lo usano in svariati modi. Il termine Baobab deriva dall’arabo "buhibab", ossia il frutto dai molti semi. I suoi frutti ovali contengono centinaia di piccoli semi avvolti da una polpa bianca molto nutriente. I senegalesi utilizzano diverse espressioni per designare questo albero: Albero Magico: perché si ritiene che in esso risiedano gli spiriti protettori del villaggio e per questo motivo non può essere abbattuto dall’uomo ma solo dagli eventi naturali. Albero Farmacista: perché le sue diverse parti sono usate per scopi terapeutici nella medicina tradizionale. Albero "à palabre": perché sotto l’ombra del Baobab avvengono le palabre, ossia le riunioni dei saggi del villaggio per discutere dei problemi della comunità o per prendere decisioni importanti. Albero “al contrario”: perché sembra girato al contrario con le radici rivolte verso l’alto, questo è dovuto alla scarsità delle sue foglie, sparpagliate su una corona irregolare di rami. "Pane delle scimmie": perché alle scimmie piacciono molto i frutti di questa pianta. Il Baobab è molto longevo, si ritiene possa vivere fino a 6.000 anni. Vista la sua longevità si dice che ospita gli spiriti degli antenati e permette agli uomini di comunicare con il trascendente, facendo da tramite tra i vivi e i morti, e tra il visibile e l’invisibile. Può arrivare fino a 25 metri di altezza e 12 metri di diametro, per questo motivo si ritiene che unisca la terra al cielo, in segno di attaccamento culturale ai valori terreni e di apertura verso il cielo, verso gli altri e verso il lontano. Il baobab è così l’emblema di una delle caratteristiche della cultura senegalese, la Teranga, ossia l’ospitalità e l’apertura che, secondo la tradizione, i senegalesi devono avere nei confronti dell’ospite, dello straniero, del lontano e del diverso. Uso delle diverse parti del Baobab Questa pianta viene utilizzata in ogni sua parte e fornisce all’organismo un importante apporto nutrizionale grazie alla forte componente di calcio, ferro, lipidi, proteine e vitamine. Radici: la polvere di radice secca serve per curare la malaria mentre l’infuso di radice è usato nel bagno dei bambini per rendere la pelle più morbida e levigata. Corteccia: è ricca di ferro, serve per curare il mal di denti e le infiammazioni dell’apparato digerente, ma anche per produrre cordame, cestini, reti, filo da pesca, corde per strumenti musicali, fibre per tessuti, amache, stuoie ecc. Tronco: i tronchi cavi possono essere impiegati come serbatoi di acqua, un grosso albero può contenere fino a 9.000 litri di acqua. Legno: leggero e spugnoso viene usato per costruire canoe leggere, galleggianti per reti da pesca, piatti, vassoi ecc. Foglie: sono simili ad una mano umana, possono essere consumate bollite oppure seccate, polverizzate e inserite in zuppe e salse o usate come legante nei cereali (lalo in wolof). Vengono utilizzate anche come foraggio per le bestie durante la stagione secca. Le foglie sono ricche in minerali, proteine, vitamina C e in zuccheri, sono usate come antiinfiammatorio per curare il mal di pancia, l’asma, le malattie delle vie urinarie e del sangue, ed anche e per i morsi di insetti e parassiti (ad esempio per l’espulsione del verme della Guinea che s’infila sotto la pelle). Frutto: ha una forma ovoidale di circa 30 cm di lunghezza e 15 cm di diametro, contiene centinaia e centinaia di semi avvolti da una polpa bianca. Ricchissimo in vitamina B e vitamina C (contiene 6 volte la quantità di vitamina C presente in un’arancia) è un ottimo integratore alimentare e viene usato dai terapeuti tradizionali per curare la dissenteria, la varicella, il morbillo e altre patologie. La polpa del frutto seccata da origine ad una farina bianca che può essere conservata anche per due anni, essa viene usata per preparare una tipica bevanda senegalese rinfrescante e dissetante, e per fare una gustosa crema ghiacciata (la crème glace come si dice in Senegal), oppure abbinata al latte e trasformata in gelato al Baobab. CEREALI I cereali sono la base dell’alimentazione senegalese. Il riso, importato dai coloni francesi, è il cereale più diffuso, viene consumato e coltivato in tutto il paese. Una particolarità che riguarda questo cereale è l’abitudine dei senegalesi a consumarlo “rotto”, un’eredità del periodo coloniale durante il quale i coloni francesi consumavano solo il riso intero ritenendolo più buono e lasciavano alle popolazioni locali gli scarti di riso rotto. Il mais, del quale mangiano le pannocchie. Il miglio è un altro cereale coltivato e consumato frequentemente in Senegal sia come couscous o come polenta condito con salse di diverso genere, sia come pappa dolce consumata con il latte e il miele. Nella parte meridionale del paese, in Casamance e nella regione abitata dai Bassarì, si coltiva il fonio, un cereale sempre più valorizzato per le sue qualità nutritive e terapeutiche (è efficace contro il diabete). Questo cereale, difficile da raccogliere e trasformare in alimento per la sua somiglianza all’erbaccia, ha un sapore delicato ed è solitamente consumato come couscous. BIOCARBURANTI Un focus sul Senegal, dove la richiesta di convertire terreni agricoli da parte di europei è forte, e dove il rischio per l’agricoltura locale è alto. L’Africa sta diventando il campo di una corsa degli investitori europei alla ricerca di diverse migliaia di ettari di terreno coltivabile e certi dirigenti sono convinti che per i loro paesi non produttori di petrolio (di cui nel 2006 è stata creata anche l’associazione) è una chance da non perdere per assicurarsi una cospicua entrata di valuta. È il caso dell’ex Presidente della Repubblica del Senegal, Abdoulaye Wade, affascinato dall’esperienza del Brasile diventato il principale produttore ed esportatore mondiale di biocarburante. Numerose regioni fertili sono state date dal governo Senegalese per coltivare la Jatropha, dalla quale si ricava biocarburante, le stesse che aveva scelto per rilanciare la produzione del riso e combattere la grave crisi alimentare che colpisce il Senegal, dove più della metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Immaginate se una volta concentrati tutti gli sforzi in tal direzione la domanda mondiale diminuisse e il prezzo dei biocarburanti crollasse: in Senegal si troverebbero in una situazione ancora peggiore di oggi e condannati alla fame. La Jatropha non si mangia, il riso sì. PESCE E CARNE Il pesce è per il Senegal una risorsa importantissima, per le popolazioni locali. La ricchezza e la varietà di pesce e di crostacei viene usata nella preparazione di piatti tradizionali. LEGUMI E TUBERI Il Senegal è uno dei paesi dell’Africa occidentale in cui si consumano più legumi. I legumi crescono tutto l’anno ma sono più abbondanti durante la stagione delle piogge in quanto hanno bisogno di una grossa quantità di acqua e la pioggia rende la loro produzione più facile. Vengono consumati cotti e sono gli ingredienti base dei diversi sughi che accompagnano il riso e gli altri cereali. Qui di seguito alcuni legumi tipici usati nella cucina senegalese: Le arachidi: il Senegal si può definire paese delle arachidi, le piante che producono questo legume occupano il 40% delle terre coltivate. L’uso nutrizionale ed economiche dell’arachide fa di questa pianta una delle più importanti nell’agricoltura locale. Le arachidi possono essere consumate in svariati modi: mangiate fresche, fatte seccare, fatte bollire, fatte tostare tradizionalmente con la sabbia, pestate per ricavarne una crema che può essere mangiata come dolce o spalmata sul pane, ridotte in pasta per ottenere il burro di arachide usato come condimento nelle salse di diversi piatti tradizionali (ad esempio il mafé, piatto tradizionale a base di riso e salsa di arachidi). Inoltre dai semi di arachide si ricava l’olio molto usato in cucina ed esportato all’estero. Il Gombo o Kandia: è un legume raccolto verde, prima della completa maturazione che lo porterebbe allo stadio di essiccazione. La pianta di gombo è una specie di arbusto di circa due metri che fa questo legume pentagonale e filamentoso simile ad un peperoncino allungato, può essere consumato fresco o fatto essiccare per meglio conservarlo. Con il gombo si fa il Soupou Kandia, un piatto a base di gombo, olio di palma e pesce tagliuzzato a pezzettini piccoli. Niébés: sono dei fagioli piccoli bianchi e neri simili ad un occhio, con un sapore leggermente dolce. I niébés vengono usati sia per arricchire i sughi che per fare delle saporite polpette da mangiare con il sugo di pomodori, le cipolle e il peperoncino. Il Diakhatou: è una specie di melanzana amara verde o gialla, è consumata cotta come ingrediente delle salse ed è solitamente fatta cuocere intera per poi essere divisa in pezzettini prima di essere mangiata. È tipico della cucina senegalese far cuocere le verdure intere e dividerle al momento della consumazione. Oltre ai legumi la cucina senegalesi fa uso di tuberi come la manioca. La manioca si ricava da un arbusto di due o tre metri di altezza, con radici che possono arrivare fino a un metro di lunghezza. Di questo arbusto si consuma il tubero ossia la radice che può pesare fino a due o tre kilogrammi. Una volta rimosse le radici, i gambi tagliati possono essere ripiantati nel terreno prima della stagione delle piogge. FRUTTA La varietà di frutta presente sul territorio senegalese è consistente, anche se c’è una significativa differenza di produzione tra il nord del paese con un clima più arido che ostacola la crescita di piante fruttifere, e il sud del paese più fertile grazie ad una piovosità più abbondante che favorisce la produzione di frutta. Il frutto più diffuso è il mango: un frutto tropicale dalla forma ovale e dalla polpa gialla, carnosa e dolce con all’interno un nocciolo largo e piatto. Può arrivare a pesare due kilogrammi e può essere consumato fresco, secco, o come succo di frutta. La banana è un altro frutto che cresce abbondantemente in Senegal, può essere di diverso genere ma quella più apprezzata è quella piccola e dolce che cresce soprattutto nella parte meridionale del paese. Il Senegal è anche ricco di pompelmi (soprattutto rosa), arance (con poco succo ma molto dolci), e di altri frutti tropicali come la papaya (i semi della quale sono usati come vermifughi), la guayava con cui si fa un ottimo succo, la noce di cocco consumata fresca o secca, il mad (un frutto con dei grossi semi avvolti da una polpa agrodolce che può essere consumato sia dolce aggiungendoci un po’ di zucchero oppure salato). Tanti altri frutti locali sono presenti sul territorio senegalese e secondo la zona e la stagione se ne possono degustare di diversi tipi. BEVANDE Il succo di Bissap: succo ottenuto dall’infuso di fiori di karkadé, ha un colore rosso ed è molto saporito. Viene solitamente consumato freddo o ghiacciato come ghiacciolo. Il succo di Buy: succo fatto con la polpa del frutto di Baobab che viene mescolata con un po’ di acqua o di latte. È consumato freddo o ghiacciato e può essere aromatizzato con essenze come la vaniglia, la cannella, o i fiori di arancio, molto ricco in vitamina C, e ottimo rimedio contro la dissenteria. Proprio per queste sue qualità è somministrato ai bambini durante i primi anni di vita come integratore energetico. Il succo di Ditakh: succo ottenuto dal frutto del ditah, un frutto che ricorda un po’ il kiwi, marrone all’esterno e verde all’interno, con una polpa fibrosa e farinosa che aderisce a un nocciolo. Il succo di Dakhar: succo ottenuto dal decotto dei frutti del tamarindo. Il termine per designare la pianta del tamarindo in wolof è dakhar, questo termine ha dato il nome alla capitale del Senegal, Dakar ossia la città dei tamarindi. Il tamarindo ha un gusto agrodolce ed oltre ad essere usato come succo può essere usato anche per assaporare le salse che accompagnano il riso. Il succo di Gingenr: succo ottenuto dal decotto dei gambi di ginger. Oltre a questi succhi analcolici esistono in Senegal anche bevande alcoliche preparate e consumate tradizionalmente da popolazioni che abitano nelle regioni meridionali, come la Casamance e il territorio abitato dai Bassarì. La Birra di Miglio: è una bevanda alcolica che si ottiene dalla fermentazione del sorgo, un tipo di milio che cresce facilmente soprattutto nelle zone di savana. La fermentazione di questa birra avviene grazie ad un frutto essiccato che fa da lievito naturale. Il vino di palma: è una bevanda alcolica che si ottiene dalla linfa della palma. La linfa della palma si ricava incidendo il tronco della palma, a cui viene fissato un contenitore per raccogliere il liquido che fuoriesce dall'incisione. La linfa appena estratta è molto dolce, e non è alcolica. Subito dopo la raccolta, la linfa inizia a fermentare naturalmente grazie ai lieviti presenti nell'aria. La fermentazione si conclude nel giro di circa due ore, trasformando la linfa in un vino aromatico e dolce, con una gradazione alcolica intorno al 4%. L’idromiele: è una bevanda alcolica fatta con l’acqua e il miele. Generalmente arriva intorno ai 12 gradi ma può essere più o meno forte a seconda della fermentazione. È una bevanda molto dolce e anch’essa, come le altre bevande alcoliche, viene prodotta e consumata per occasioni e rituali particolari. IL CAFE TOUBA Nell'incontro tra il chicco del caffè e il pepe longum officinarum, tostati, miscelati e macinati, nasce il Cafe Touba, preparato e servito in Africa come bevanda rituale e medicinale fin dal tredicesimo secolo. L'unione tra le note energetiche del caffè e le proprietà del pepe longum officinarum rendono la bevanda funzionale nella medicina ayurvedica. Pepe longum officinarum: proprietà medicinali ed usi Conosciuto ed usato principalmente nell'area mediterranea, in Africa, India ed Indonesia, il pepe longum officinarum è considerato antenato del più comune piper negrum, con note di gusto ancora più speziate e acute. Le radici e i frutti della pianta hanno un aroma amaro ed un gusto deciso. Grazie al contenuto di composti alcaloidi risulta avere proprietà terapeutiche ed è usato nella medicina ayurvedica come coadiuvante nella cura di molte patologie ed è considerato elemento tonico e depurativo in generale, ma in particolare per il fegato e lo stomaco, stimolante per la circolazione ed afrodisiaco. Ataya, il the senegalese Il the è più che una bevanda in Senegal, è un rito, una cerimonia, un momento comunitario di condivisione, un’occasione per riunirsi che necessità di tempo e pazienza; bevendo il the, si parla, ci si rilassa, e si coltivano importanti relazioni. La tradizione del the senegalese deriva dalla Mauritania, infatti i termini per designare il the, la teiera, e la menta che viene usata per aromatizzarlo, derivano dall’arabo. Il the va servito in piccoli bicchierini, e va consumato con la schiuma che si ottiene alzando ed abbassando la teiera in modo da formare una spessa schiuma nei bicchierini. Il the, in realtà, è l’insieme di tre the: il primo più forte e amaro è destinato agli uomini, il secondo meno amaro e più dolce è destinato alle donne, il terzo più leggero e molto dolce è per tutti (lo possono bere anche i bambini). La cerimonia del the è una metafora dei ruoli gerarchici della società senegalese: è sempre il più giovane che prepara il the per gli altri, è offerto prima agli ospiti il tutto seguendo un ordine generazionale d’importanza, per primi i più anziani e poi gradualmente i più giovani. LA CUCINA Il piatto nazionale senegalese è il “thieboudjenne” che consiste in riso cotto in una densa salsa di pesce e verdure. Tra le specialità più diffuse: il mafè uno stufato a base di arachidi, la yassa pollo alla griglia in salsa di limone e cipolla, il thieb yape con verdure e/o carne cotte in olio e pomodoro e servite con contorno di riso. Soupe kandia: è un piatto a base di riso bianco, servito con un sugo a base di olio di palma e gombo nel quale viene fatto cuocere del pesce tagliato a pezzettini piccoli piccoli. ARTE E ARTIGIANATO Grazie al primo “festival des arts nègres” organizzato dal presidente Senghor nel 1966, il Senegal ha continuato negli anni a favorire l’arte e la cultura. Ogni due anni dal 1990 a Dakar si tiene Dak’Art la biennale d’arte contemporanea, un appuntamento importante che sostiene la creatività africana. Durante questa manifestazioni diversi artisti provenienti da tutta l’Africa, espongono le loro opere nei musei e nei centri culturali di Dakar. Questa manifestazione è una delle più importanti occasioni d’incontro culturale degli artisti di tutta l’Africa, con lo scopo di promuovere la cultura e l’arte africana nel mondo. Il Senegal è un paese di artigiani. Una parte dei prodotti di artigianato sono destinati ai turisti, ma l’artigianato locale è ancora molto diffuso e viene usato quotidianamente per fabbricare utensili da cucina, utensili agricoli, e recipienti di tutti i tipi. TECNICHE ARTISTICHE LOCALI Le ceramiche: comunemente chiamate con il termine francese poterie, hanno prima di tutto uno scopo utilitario. Esse vengono fatte tradizionalmente e usate soprattutto come canaris, recipienti per conservare l’acqua. La porosità della ceramica permette all’acqua di rimanere fresca. Con la ceramica vengono creati anche dei piccoli bracieri per bruciare i thiouraye, messi all’angolo delle stanze servono per scaldare un po’ l’ambiente e per profumare. Per cuocere le ceramiche vengono usati metodi tradizionali, infatti i canaris vengono solitamente depositati su un letto di legno, ricoperto da rami di palma e fatti cuocere alimentando lentamente il fuoco per circa due ore. La tessitura: la tessitura con telai tradizionali è diffusa in Senegal, e sono soprattutto i tessitori Mandjak che praticano quest’arte. I telai tradizionali sono lunghi circa 20 metri e vengono installati all’aria aperta, può capitare di vederli ai bordi delle strade con uno o più tessitori che lavorano. Questa tecnica è stata importata all’epoca della colonizzazione dai portoghesi e si è diffusa molto tra i Manjak della Guinea Bissau e del Senegal meridionale. La “pittura sotto vetro”: è una tecnica artistica molto diffusa in Senegal, introdotta dai mercanti arabi e berberi all’inizio del XX secolo. Questa pratica artistica era usata in occidente durante il Medioevo per decorare i crocefissi e i reliquari. La “tintura a riserva” o batik: è un metodo di tintura parziale applicato ai tessuti. Si ottiene impermeabilizzando parte della superficie da tingere in modo che il colore della tintura non riesca a penetrare. L’impermeabilizzazione si ottiene con la legatura stretta del tessuto con uno spago e con materiali impermeabilizzanti come la cera, la resina, le paste vegetali, l’amido, o l’argilla, che impregnano il tessuto e impediscono al colore di penetrare quando il tessuto viene immerso nella tintura. SPORT I senegalesi sono sportivi, e anche se le infrastrutture pubbliche mancano, tutti coloro che desiderano fare sport, si aggiustano come possono con i mezzi locali a disposizione. La cura del corpo è fondamentale per i senegalesi, secondo i quali star bene fisicamente è sinonimo di salute e di vitalità. Una tipica abitudine senegalese è l’organizzazione di tornei in cui le squadre dei diversi quartieri o dei diversi villaggi si sfidano in competizioni costanti, un po’ come le sfide e le lotte tradizionali fra giovani appartenenti a villaggi diversi, che in passato avvenivano un po’ ovunque e che continuano ad avvenire tuttora soprattutto nei villaggi dell’interno. In Senegal oltre agli sport come il calcio, il basket, l’atletica leggera esistono sport che mescolano insieme la tradizione e la modernità come i tornei di lotta, o le gare di pesca. Attualmente in Senegal la lotta ha un seguito maggiore del calcio. LA LOTTA SENEGALESE La lotta senegalese, lamb in wolof, è uno sport tradizionale molto popolare e praticato in Senegal da secoli. Questa disciplina mescola insieme lo sport, il rito e lo spettacolo, abbinando alla dimensione agonistica quella folcloristica della tradizione locale. TRASPORTI I mezzi pubblici stradali sono diffusissimi in Senegal e vengono generalmente designati con l’espressione francese transports en communs. Possono essere: urbani oppure extraurbani. Una delle regole fondamentali da non dimenticare quando si viaggia in Senegal è l’abitudine a negoziare. Infatti anche quando le tariffe vengono presentate come standard è bene negoziare e quasi sempre il prezzo di partenza proposto dall’autista scende. In città secondo le esigenze si può scegliere con che mezzo muoversi e che distanza percorrere. I cars rapides ossia i “pullman veloci”: sono un’icona del Senegal e possono essere di due tipi: gialli e blu oppure bianchi. I cars rapides gialli e blu sono solitamente delle vecchie renault in uno stato che lascia spesso a desiderare ma che sfrecciano da tutte le parti e arrivano, non si sa bene come, sempre a destinazione. Il secondo tipo di trasporto pubblico veloce sono i Ndiaga Ndiaye, questi sono solitamente dei minibus mercedes bianchi. Questi mezzi pubblici trasportano una trentina di persone e si fermano ovunque: quando qualcuno deve scendere avvisa l’apprenti, il ragazzo che si occupa di reclutare i clienti e di raccogliere i soldi del trasporto, il quale solitamente battendo con una moneta sulla superficie metallica del minibus avvisa l’autista e fa scendere il cliente. Le tariffe di questi mezzi pubblici sono molto popolari e accessibili a tutti. I taxi gialli e neri: sono tipicamente urbani, sono presenti ovunque e a qualsiasi ora, i loro prezzi non sono eccessivamente elevati e i senegalesi li usano molto quando non hanno particolarmente fretta per raggiungere svariate destinazioni. Solitamente sono sprovvisti di tassametro, è per questo che i prezzi variano a seconda dell’autista e dell’abilità del cliente nel negoziare la tariffa. I taxi clandos: il termine clandos è usato per abbreviare la parola francese clandestins ossia clandestini, questi sono infatti mezzi pubblici senza licenza per il trasporto. Sono diffusissimi soprattutto nelle zone non raggiunte dai cars rapides, e trasportano generalmente 5 persone (due davanti vicino all’autista e tre dietro). I pullman: La ditta che gestiva questi mezzi di trasporto è recentemente fallita ed è stata sostituita da una ditta indiana che produce grossi pullman blu comunemente chiamati Tata, che si spostano tra Dakar e i diversi quartieri della periferia. Si fermano nelle apposite fermate, hanno tariffe accessibili a tutti e sono abbastanza puntuali. Les Charettes: sono carrettini trainati da un cavallo o da un asino usati come mezzi di trasporto soprattutto nelle piccole città rurali dove il traffico è limitato. In ogni cittadina senegalese esistono le gares routières, le "stazioni stradali", un luogo di transito dei veicoli pubblici tipicamente africano. Queste stazioni attive 24 ore su 24, sono veri e propri microcosmi, luoghi privilegiati di scambio e di incontri dove la gente, arriva, parte, staziona, discute, passeggia, vende , compra. I "sept places" sono veicoli che collegano una cittadina all’altra. Trasportano sette persone e partono quando i posti sono tutti occupati. Sono più veloci dei minibus che fanno lo stesso tragitto ma hanno prezzi più elevati. Solitamente le tariffe sono abbastanza standard e variano secondo i bagagli da trasportare, che vengono legati sopra la macchina. I minibus: sono vecchie camionette mercedes volkswagen o renault che trasportano da 30 a 50 persone circa e che percorrono un po’ più lentamente gli stessi tragitti dei sept places. Hanno tariffe più economiche ma ci mettono più tempo a partire perché finché non si riempiono completamente di viaggiatori, non partono. LE NAVI Un’imbarcazione salpa regolarmente dal porto di Dakar per Ziguinchor, capoluogo della regione Casamance. Per circa dieci anni questa tratta marittima è stata servita da una storica imbarcazione, il Joola o Diola, che nel settembre 2002 affondò e fece più di 1900 morti. Fu una catastrofe per centinaia di famiglie senegalesi originarie soprattutto della Casamance, che persero parenti fra cui un numero considerevole di studenti che si recavano periodicamente nell’università della capitale. Tutti gli anni il 26 settembre il Senegal ricorda con cerimonie commemorative il naufragio di questa imbarcazione. Il Joola è stato oggi sostituito da altre due imbarcazione, che trasportano due volte a settimana passeggeri e merci da Dakar a Ziguinchor e viceversa. Il viaggio dura 15 ore per una distanza di 324 km di cui circa 50 percorsi sul fiume. CLIMA Dovuto alla posizione geografica tra l’Equatore e il Tropico del Cancro, il Senegal beneficia di un clima asciutto e caldo, ma senza eccessi, durante tutto l’anno. Le piogge, abbastanza rare e di breve durata, sono essenzialmente concentrate nella Casamance e nel Senegal Orientale e solo nel periodo estivo. Il suo clima è di tipo sub-tropicale, con una stagione secca da novembre a maggio ed una piovosa che inizia abitualmente in giugno per durare sino alla fine d’ottobre. Rispetto alla media consueta di 1200 mm di precipitazioni annue, nell’ultimo decennio si è registrato un calo della quantità di pioggia e una riduzione della durata del periodo piovoso. Nel 1981 si è toccato un minimo di 785 mm, quasi uguagliato nel 1983, con circa 800 mm. Alla diminuzione delle piogge si accompagnano altri fenomeni che accentuano la tendenza alla desertificazione di zone già fertili: il diboscamento, spesso incontrollato, gli incendi, la prevalenza della monocoltura dell’arachide. IL FUSO ORARIO Rispetto l’ora solare, un’ora in meno rispetto all’Italia; mentre rispetto l’ora legale è di meno 2 ore. LA MONETA La valuta ufficiale è il Franco CFA (Comunità finanziaria africana). Attualmente, gennaio 2013, 1 € equivale a 665 CFA circa. OBIETTIVI L'obiettivi della nostra associazione: Miglioramento delle condizioni economiche e sociali della popolazione di Adeane, villaggio rurale situato lungo il fiume. Favorire l’accesso all’acqua attraverso la costruzione di nuovi pozzi. Valorizzare i sistemi di irrigazione più rispettosi per l’ambiente e con maggior risparmio d’acqua (irrigazione goccia a goccia) Incentivare la coltivazione biologica. Installare sistemi fotovoltaici per la fornitura elettrica. Migliorare le competenze tecniche dei lavoratori, attraverso formazione e istruzione. Realizzare orti collettivi per donne a basso reddito. Incentivare il mercato di prodotti naturali. Sviluppare la coltivazione di frutta ( frutteto di 6 ettari) Occuparsi di trasformazione e conservazione del cibo Scambio con studenti di scuole europee.