articolo di Aldo Savini per "in magazine" - pdf
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articolo di Aldo Savini per "in magazine" - pdf
Creare | Anna Tazzari L’ultima Azdora testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara La regina della casa romagnola d’un tempo viene raccontata dalle ceramiche di Anna Tazzari, che conferisce a questa figura popolare una solenne dignità. Fu il cesenate Maurizio Ferrini, all’inizio degli anni Novanta in una lontana edizione di Domenica In, a far scoprire ad un vasto pubblico la signora Emma Coriandoli di Bagnacavallo, un personaggio d’invenzione ma riconoscibile nella realtà. In tempi più recenti Anna Tazzari ha realizzato oltre 350 statuette, tutti esemplari unici in terracotta smaltata, della “signora Maria”, anch’essa figura tipica della Romagna. Pur diversamente interpretata, l’azdora è la grande protagonista delle creazioni di Ferrini e della Tazzari. Non esi- ste un termine corrispondente nella lingua italiana: nel dialetto significa 34 | IN Magazine massaia, cioè colei che presiede, regge e governa la casa, ne è la regina incontrastata, soprattutto della cucina, e poiché provvede all’alimentazione della famiglia ne è il pilastro portante. Con la dissoluzione della famiglia patriarcale l’azdora ha perso gran parte del suo potere e molte funzioni si sono ridimensionate. Nella tradizione contadina i ruoli venivano divisi e spartiti tra i componenti della famiglia: l’azdor era il capofamiglia, si occupava degli affari di casa e teneva i rapporti con l’esterno; l’azdora era la moglie, a lei spettavano le faccende domestiche e la cura del pollaio e degli animali. A fianco, le originali creazioni di Anna Tazzari, nella foto di apertura. pravvivendo, è entrata in una sorta delli femminili imposti dalla pubblicità delle riviste di cronaca mondana e soprattutto televisiva, tanto che sembra quasi volersi ribellare ai condizionamenti del passato dai quali, però, non riesce a liberarsi completamente. Al di fuori delle mura domestiche si presenta in abbigliamento semplice ma vistoso, all’ultima moda, scarpe dai tacchi a spillo e sempre la borsetta in mano, e non esita ad indossare appariscenti bikini a grandi fiori. La Tazzari le di mitologia popolare. Anna Tazzari, ha conferito dignità e solennità, come Aveva poi un altro compito, quello di tenere con autorevolezza unita la famiglia, e siccome era consuetudine che i figli maschi portassero le mogli in casa, doveva insegnare alle nuore ad esser “brave mogli e madri”, evitando che tra loro si creassero rivalità e conflitti. Quel mondo non esiste più in Romagna a partire dal secondo dopoguerra, e con la scomparsa della millenaria civiltà contadina l’azdora, pur so- La felliniana “signora Maria” che vive nella campagna attorno a Bagnacavallo, ha dato vita alla “signora Maria” con ironia compiacente e non dissacratoria. Guardando le donne per strada, al mercato, in spiaggia e riandando ai ricordi dell’infanzia ha creato una figura curiosa e affascinante che incarna in tutte le sue varianti vizi, virtù, piaceri, aspirazioni e compromessi delle donne di questa terra. Non più giovanissima pur senza un’età definita, decisamente corpulenta e avvolgente nelle forme e protettiva negli atteggiamenti, curata e decisa nei modi, con qualche tentazione femminista, madre e moglie emancipata, grande lavoratrice di giorno e viveur di notte, la “signora Maria” ricorda certi personaggi femminili felliniani. È vistosamente tonda e un po’ in sovrappeso, ma è sempre sorridente perché ha un rapporto con il corpo senza alcun complesso o tabù. Ha saputo adeguarsi ai mo- depositaria di una grande saggezza popolare. Le piace molto pensarla e immaginarla come simbolo e rappresentante dell’archetipo della Dea Madre con tutte le sue funzioni, dal dare la vita al governare la morte, paragonandola pertanto alle Dee come creatrici di vita e non come Veneri o Bellezze assolute, rivelando così qualche attinenza con le grandi sculture di Marino Marini sul tema della “pomona”, simbolo della fertilità e della femminilità prosperosa e accogliente. IN Ceramista e restauratrice Anna Tazzari è nata a Lugo nel 1962. Dopo il diploma all’Istituto d’Arte per il mosaico di Ravenna, dove ha avuto come insegnanti, tra gli altri, Sergio Cicognani, Isotta Fiorentini e Marcello Landi, si è specializzata in ceramica all’Istituto d’arte “G. Ballardini” di Faenza. Ha iniziato la sua carriera come restauratrice dei mosaici antichi del Duomo di Otranto, con Carlo Signorini. Dal 2002 ha avviato un laboratorio di ceramica dove sperimenta le varie possibilità espressive nell’uso delle terrecotte. Ha realizzato sculture anche di grandi dimensioni, su indicazione di Tonino Guerra e Gianfranco Budini. Vive e lavora a Bagnacavallo, in via Baccano 5. IN Magazine | 35