Budapest aspetta i pugliesi
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Budapest aspetta i pugliesi
Mercoledì 10 Maggio 2006 C U LT U R A S PBEa rTi &TAC O L I P rov i n c i a & Sziget Sound Fest piazza grande I concerti al teatro Kismet I l «Sziget Festival» di Budapest in quattordici edizioni ha conquistato notorietà e prestigio, fino a diventare il più grande festival d’Europa, nonché il terzo raduno al mondo. È l’unico in cui sia possibile ascoltare musica nella molteplicità di generi, ma anche vedere installazioni, mostre, danza, rassegne video e cinematografiche, conoscere proposte teatrali, sport estremi, cucina internazionale, in un’immensa vetrina per artisti ed artigiani provenienti da tutto il mondo. Sette giorni nostop in programma a metà agosto con mille spettacoli, sessanta palchi, ottanta mila campeggiatori, cinquecentomila presenze per tutta la settimana. Anche la Puglia da tre anni partecipa attivamente al festival con un concorso aperto alle giovani band. L’ambito premio prevede la partecipazione al prestigioso festival ungherese. L’anno scorso a rappresentare la Puglia,è stata la band di Gioia del Colle CFF e il nobile venerabile: l’interessante formazione propose con successo uno spettacolo musicale e teatrale di forte impatto emotivo. Il ponte culturale tra Bari e Budapest si realizza anche quest’anno con tre appuntamenti musicali al teatro Kismet (info: 080.5797667) il 2 e 3 giugno per le selezioni e il 10 per la proclamazione dei vincitori. Tra i quattordici gruppi partecipanti, una giuria di esperti decreterà quale formazione rappresenterà la Puglia sul palco di quella che viene definita la «Woodstock sul Danubio». Anche quest’anno le selezioni pugliesi del Sziget Sound Fest sono state organizzate dalla società l’Alternativa, in collaborazione con il Kismet e con l’emittente Radio Bari Città Fu- Nella foto a fianco, la formazione del Kif, impegnata nella seconda serata di selezioni per il Sziget Sound Fest. Al primo turno, invece, partecipano anche i Modaxì (nella immagine accanto al titolo) di Nicola Signorile Lenin e San Nicola qualcosa in comune L Budapest aspetta i pugliesi Le selezioni il 2 e 3 giugno, poi il 10 si sceglie il gruppo che andrà alla «Woodstock sul Danubio» tura, dalle cui frequenze saranno trasmesse in diretta le performance di tutte le band. Per il concorso sono state selezionate dodici band finaliste con un curriculum di tutto rispetto, sia per la produzione, sia per l’impatto live. Nella prima serata, il 2 giugno a partire dalle 19.30 i gruppi in concorso saranno: Modaxì, Astrea, Contrada Caipiroska, Queimada, Orient Express e The Carving. Ospiti d’eccezione saranno i Marta sui tubi, a seguire un dj set di Supabass, Arpino, JF e un vj set con Cascella e Monnox. Il giorno dopo, il 3, i gruppi in concorso saranno: Ushuaia, Il Kif, Ragion Pura, Godeva, Rocky Horror Fuckin’ Shit e Jolaurlo. Ospite della serata sarà la formazione tutta al femminile delle Bambole di Pezza, con finale dei dj set di Arcangelo, Arpino e Doraemon. Per la serata finale, in programma il 10, la giuria sceglierà tra i quattro gruppi finalisti il vincitore del concorso e quindi la partecipazione al festival ungherese. Alla band seconda classificata sarà asse- gnato il prestigioso premio che consiste in un concerto dal vivo al Mei Fest 2006 di Faenza (Meeting Etichette Indipendenti), mentre la formazione terza classificata si aggiudicherà la partecipezione al Neapolis Festival, in programma a luglio a Napoli. Dopo la proclamazione delle band vincitrici, saliranno sul palco del Kismet gli ungheresi Tanu Tuva e gli inglesi Ozric Tentacles. Chiusura con le selezioni musicali del Lab080. Nicola Morisco FOTO. In mostra alla Mongolfiera di Japigia Festa di «pietre nude» per Mimmo Cannarile uello che io provo a catturare è forse... l’anima. In qualsiasi caso, una verità che io stesso non ho trovato. Forse tempo che fugge e non potrà mai essere afferrato». Le parole del regista polacco Krzysztof Kieslowski sono perfette per definire l’arte visuale di Mimmo Cannarile, fotografo freelance barese, classe 1967, che espone le sue immagini nella mostra Il Santo e i fedeli. Bari si mostra a se stessa nel nome di un Mito, nella Galleria del Centro Commerciale Mongolfiera di Bari Japigia (in via Natale Lojacono, 20). La rassegna, che rimarrà aperta al pubblico fino al 31 maggio, propone 14 scatti (realizzati nel 2005) relativi alla festa del santo patrono barese. Cannarile li ha scelti tra circa un centinaio di foto scattate, immagini con le quali ha cercato di penetrare nel vissuto di una festa che è al tempo stesso una ricorrenza molto sentita dai fedeli ed un momento collettivo di aggregazione sociale. «Adoro quelle parole di Kieslowski – dice il fotografo – perché si riferiscono al mio essere. Punto all’essenza delle cose, alla loro nudità, senza troppi fronzoli. Il mio nome d’arte è “Pietre Nude”, da un bellissimo pensiero del poeta portoghese Fernando Pessoa che vede nella pietra qualcosa che cede “alla terra tracce di sé, trattenendo l’essenza di pietre nude”». Come definirebbe il suo stile fotografico? «Minimale, essenziale, pulito. Cerco di ricondurre l’immagine all’essenza intima delle cose. In questo ritengo Pessoa un padre spirituale e tento di dare a ogni foto un’anima poetica». In quest’ultima mostra dedicata a San Nicola qual «Q è la caratteristica dominante? «Un’immagine dal colore molto saturo e vivo. Ho riflettuto molto su questa festa. Ogni foto è come un capitolo diverso, dalle icone ai fedeli vestiti con toni variopinti, dai pensieri dell’arcivescovo ritratto in primo piano alla statua di San Nicola, dalla folla che aspetta paziente dietro le transenne al cielo colorato dai fuochi d’artificio. Una foto racchiude tre elementi principali della sagra: la folla contornata dalle luminarie, il "tre-ruote" del gelataio ambulante e una macchinetta del pop corn. Il sacro e il sociale convivono in splendida Una immagine di Mimmo Cannarile, dal reportage sulla sagra di san Nicola, in mostra alla Mongolfiera di Japigia simbiosi in questi giorni». Quando ha scoperto la passione della fotografia? «Ho iniziato nel 1985 con una foto scattata a Roma, a Giovanni Paolo II, con la mia prima reflex. Sono legato anche a Joseph Ratzinger perché l’anno scorso ho documentato il Congresso Eucaristico come fotoreporter ufficiale per un portale barese. Mi sono anche occupato di vi- deoproiezione fotografica, ho realizzato altre mostre e tengo corsi di fotografia. Cerco di non soffermarmi solo all’aspetto tecnico della materia, ma pongo l’attenzione sulla capacità immaginativa di ognuno, stimolando così tutto il processo creativo, che dall’idea porta alla realizzazione della foto finale». Livio Costarella CARNET Fotografia: «Scomposizioni» di Nicola Amato al Castello Svevo Si inaugura domani al Castello Svevo di Bari, la mostra fotografica di Nicola Amato Scomposizioni, a cura di Carlo Garzia. Interviene il soprintendente, Marcello Benedettelli. La mostra, nella rassegna «Vedute e visioni» del circolo La Corte, resterà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 8,30 alle 19,30 (mercoledì chiuso). Oggi alle 19 alla Feltrinelli in via Melo Vanna Vanuccini presenta il libro Rosa è il colore della Persia (Feltrinelli ed.). Interviene Domenico Castellaneta. La poesia di Giuseppe Ungaretti sabato incontro a L’Eccezione Sabato alle 18,30, presso L’Eccezione, in Via Indipendenza 75, per il ciclo «Pagine immortali» incontro sulla poesia di Giuseppe Ungaretti, presentata da Renato Greco. La serata sarà condotta da Rino Bizzarro insieme ad Anna Brucoli. Infotel: 080.5793041. «Pinocchio» oggi al Kursaal Stasera alle 20.45 al Kursaal Santalucia debutta «Le avventure di Pinocchio», spettacolo musicale con Paolo Comentale e Annachiara Castellano Visaggi. Il maestro Rino Marrone (nella foto) dirige il Collegium Musicum. Infotel: 080.5246070. La chiesa russa ortodossa di Bari fu progettata dallo stesso architetto del Mausoleo di Lenin che è (ancora) sulla Piazza Rossa, a Mosca:Aleksej Viktorovic Šcušev mir Malevic. E proprio attraverso Malevic e la sua ossessione della Croce trasfigurata in rettangoli e quadrati neri e rossi, possiamo ipotizzare un fondamentale misticismo in tempo di rivoluzione che ha guidato la progettazione del Mausoleo di Lenin. A Šcušev si era rivolta, nel mai visto il terreno, 12mila metri quadri che la Società di Palestina aveva acquistato dalla signora Casamassima sulla via di Carbonara. Ma sapeva che era coltivato con ulivi, mandorli e aranci, che decise di conservare, accanto ad altre nuove piante tipiche del paesaggio russo, quando progettò nel detta- La Chiesa russa con l’ex ospizio dei pellegrini in una immagine d’epoca. In alto,il Mausoleo di Lenin sotto le mura del Cremlino,a Mosca 1911, prima della Rivoluzione, la Imperiale Società Ortodossa di Palestina quando si decise di costruire a Bari, anzi a Bargrad come si diceva in slavo, una chiesa «russa» con annesso ospizio per i pellegrini: la prima pietra fu posata il 9 maggio 1913. Per lungo tempo si è creduto che il progetto fosse dell’architetto Vsevolod Subbotin, ma l’equivoco è stato ben chiarito da padre Gerardo Cioffari, soprattutto sulla base delle dettagliate testimonianze di Dmitrievskij e Jusimanov, nel volume «Viaggiatori russi in Puglia dal ’600 al primo ’900», pubblicato da Schena. Subbotin era l’architetto incaricato di seguire la realizzazione (insieme all’ingegnere Nicola Ricco), una sorta di direttore dei lavori, di cui evidentemente di fidava Šcušev che venne a Bari solo nel 1914, sei mesi dopo la consacrazione della chiesa (24 dicembre 1913) e mentre era ancora in costruzione la casa del pellegrino. Šcušev, peraltro, non aveva glio il giardino interno. Così come minuziosi erano i disegni di ogni particolare, dall’iconostasi, agli infissi, alle cisterne, al muro di cinta, disegni che faceva recapitare con puntualità da Pietrogrado. Evidentemente Šcušev non doveva tener in gran conto i luoghi, l’ambiente: i suoi committenti gli chiedevano di ricostruire in Puglia un pezzetto di Santa Rus’, un luogo in cui i pellegrini russi si sentissero a casa e non più esposti alle capricciose decisioni del clero cattolico che talvolta permetteva e tal’altra impediva che si celebrasse secondo il rito ortodosso nella cripta della basilica di San Nicola. Šcušev allora si ispira ad un modello forte, facilmente riconoscibile, quello delle chiese quattrocentesche nello stile di Novgorod e Pskov, a pianta centrale. Ma non è una scelta culturale, non predilige un’epoca perché la consideri un modello superiore. Infatti negli stessi anni Šcušev progetta un’altra chiesa russa in Italia, quella di Sanremo, in Liguria, che si iniziò a costruire nel 1912, ispirandosi questa volta alla cattedrale del San Salvatore sul sangue, a Pietrogrado. Šcušev non andò nemmeno a Sanremo e il cantiere e la progettazione definitiva fu affidata all’architetto Pietro Agosti. In questo caso il modello non è l’architettura di Novgorod, ma quella seicentesca delle cattedrali di Mosca e Suzdal’, di cui è caratteristico il volume centrale di forma cubica che sarà poi ripreso nel mausoleo di Lenin. Esercizi di stile, dunque, a Bari come a Sanremo, di un architetto che aveva con la storia un rapporto profondo ma non solo teorico, avendo restaurato l’antica cattedrale di Ovruc. Per vie traverse, non programmate, Bari può annoverare nel suo patrimonio architettonico una testimonianza che sarebbe errato – per ciò che abbiamo detto – considerare parte di quel movimento eclettico che agli inizi del Novecento si alimentò dei modelli gotici, romanici, confusamente medievali, ma anche di disparati esotismi. Proprio la via di Carbonara, con i suoi villini punteggiati di altane moresche, di bifore a sesto acuto sulle verande, di tetti a ripide falde dolomitiche, era un campionario dell’Eclettismo di primo Novecento, più facilmente tollerato «fuori porta» che non ancora - a quell’epoca - nella città murattiana dal severo Ufficio tecnico del Comune. Però se l’Eclettismo gioca con gli stilemi costruendo maschere incongrue su una banale edilizia di base, la chiesa russa di Šcušev non può esservi compresa, essendo la precisa riproduzione di un modello storico, anche nelle tecniche costruttive e nella distribuzione degli spazi interni, come sa bene l’architetto Davide Cusatelli che progettò i lavori di un buon restauro condotto dal Comune di Bari nel 1988. INCONTRO. Domani l’autore a Bari Oggi alla Sala Murat Atmosfere d’Iraq con Younis Tawfik Biblioteche un incontro a «Fantàsia» a storia, la politica, la cultura, le tradizioni dell’Iraq. Un’occasione per approfondire la conoscenza del martoriato paese mediorientale è la presenza a Bari dello scrittore Younis Tawfik: domani alle 18 nell’Auditorium della Biblioteca nazionale (via Pietro Oreste 45) presenterà il suo ultimo romanzo Il profugo, edito da Bompiani. Il romanzo è nelle librerie dal 3 maggio scorso ed è appena stato presentato alla Fiera del libro di Torino. L’incontro rientra fra le attività del Presidio del libro «Cartesio» che raggruppa i comuni di Cellamare, Capurso, Triggiano e Valenzano e che in questa occasione si trasferisce a Bari. Al Presidio Cartesio ha infatti aderito anche il Liceo classico «Orazio Flacco» di Bari. A portare il salu- L Libri: Vanna Vannuccini oggi alla Feltrinelli a chiesa russa di Bari e il mausoleo di Lenin a Mosca hanno qualcosa in comune: lo stesso architetto. E non era un architetto di secondo piano, Aleksej Viktorovic Šcušev, scomparso nel 1949. Sei anni prima era stato nominato Accademico da Stalin; oggi gli è dedicato l’Istituto di Architettura di Mosca e ben si capisce, essendo stato il progettista di luoghi davvero simbolici dell’ex Unione sovietica, dal celebre Hotel Moskva alla stazione ferroviaria Kazanskij, sempre a Mosca, al Teatro dell’Opera di Tashkent e a quello di Novosibirsk, alla stazione della metropolitana moscovita di Komsomolskaja, che è tra le cose sue più famose. Ma soprattutto è il progettista del piano urbanistico per la ricostruzione postbellica di Mosca, tra il 1918 e il 1925. Come è possibile che lo stesso architetto, a pochi anni di distanza, progetti una chiesa ortodossa e il tempio ateo della rivoluzione d’Ottobre? Imbarazzante, certo. Eppure ciò lascia meno stupefatti che non il passaggio brusco da un’architettura che imitava la tradizione cinquecentesca ad uno stile costruttivista, ad una poetica d’avanguardia. Si può ragionare, naturalmente, sul rapporto tra architetto e potere, ma non andremmo lontano. Sta di fatto che Šcušev attraversa indenne gli anni della rivoluzione bolscevica e anche quelli della repressione staliniana contro gli intellettuali formalisti e futuristi o comunque indisponibili ad accettare la linea del realismo socialista. A Šcušev si rivolge il Politburo, alla morte di Lenin, per costruire rapidamente un mausoleo sulla Piazza Rossa. La prima opera, del 1924, è provvisoria, costruita in legno: un porticato sormonta una piramide tronca, gradonata. Verrà poi sostituita con un edificio in pietra: marmi, labradoriti, porfidi e graniti, che però nelle forme riproduce sostanzialmente il precedente, a blocchi sovrapposti di pianta quadrata. L’uso della geometria purissima del quadrato è una solida prova dell’adesione di Šcušev al clima dell’avanguardia, alle scelte del Costruttivismo, certo, ma soprattutto al rigore essenziale dei suprematisti come Kazi- to del Presìdio infatti sarà la preside del Flacco, Amelia Conte. Lo scrittore iracheno, che risiede in Italia da parecchi anni, sarà presentato da Rosella Santoro, coordianatrice del Presìdio «Cartesio». Ad arricchire l’incontro anche una presenza musicale: il trio formato da Gianna Montecalvo (voce), Roberto Ottaviano (sassofono soprano) e Marcello Magliocchi (batteria e percussioni) con il coordina- ggi alle 17, nella Sala Murat in piazza del Ferrarese a Bari, all’interno delle iniziative previste per la decima edizione di Fantàsia - Mostra di illustratori per l’infanzia a Bari, si svolgerà un incontro con Francesco Mercurio, presidente della sezione pugliese dell’Associazione Italiana Biblioteche e direttore della Biblioteca Provinciale di Foggia sul tema Biblioteche per Ragazzi: situazione attuale e prospettive. Dall’esperienza più che decennale e consolidata del settore-ragazzi della Biblioteca Provinciale di Foggia all’esperienza della Biblioteca dei Ragazzi di Bari, realizzata grazie alla Legge 285/97. Per informazioni: 080.5341167, oppure 080.5289624. O Lo scrittore iracheno Younis Tawfik presenta domani a Bari il suo ultimo romanzo: «Il profugo» che ha appena esordito al Salone del Libro di Torino mento artistico di Alceste Ayroldi. Il trio presenterà brani tratti dall’ultimo lavoro discografico di Gianna Montecalvo: Steve’s mirror (Black Saint - Soul note). In particolare, saranno eseguiti i brani che Steve Lacy ha dedicato alle armonie mediorientali. Venerdì mattina lo scrittore iracheno incontrerà gli studenti: appuntamento nei Licei Cartesio di Triggiano.