2 Altri Laboratori realizzati dalle corsiste per il secondo incontro

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2 Altri Laboratori realizzati dalle corsiste per il secondo incontro
Nuove Indicazioni Nazionali
Progetto di formazione e ricerca della ‘Bassa Veronese’ degli istituti:
IC Bovolone, IC Cerea, IC Salizzole, IC Nogara, IC Cerea, IC Minerbe
‘IL DIALOGO COME FORMA E STRUMENTO DI SVILUPPO DELLA PERSONA UMANA’
Percorso di ricerca azione sviluppato nell’IC di Minerbe:
‘Laboratorio dialogico applicato a storie e racconti’
Parlato, Registrato, Trascritto (PRT) di altri Laboratori realizzati dalle corsiste per il secondo
incontro in presenza del 9 aprile
1) Nalin Laura
2) Peterle Mariangela
3) Manara Patrizia
4) Massagrande Simonetta 5) Polo Stefania
Storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
La luce d’argento
La grotta Verde
Un amico invisibile
Il mago di Oz
1) Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare; Ins.te Nalin Laura (cl. I A
prim. Minerbe)
PARLATO REGISTRATO TRASCRITTO: laboratorio dialogico in classe prima A della scuola primaria di
Minerbe e incentrato sul cap.4°della prima parte e sul cap.2°della seconda parte del libro: Storia di una
gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare.
Ins.: …le promesse fatte alla gabbianella andavano mantenute, ora cosa deve fare il gatto Zorba?
An.: Deve procurare il cibo || va in cerca di pesce|| ma è piccolo non sa come si fa a mangiare il pesce.
Sal.: Ecco perché mangia 5 insetti e lo chiama mamma !|
Em.: Penso che la storia è triste perché la mamma è morta e l’uccellino si può spaventare||però io penso che
gli insegnano a volare!
Teo.: L’uccellino, siccome Zorba si prende cura di lui, pensa di essere un gatto|
Fran.: ma questo uccellino vede solo dei gatti, perciò pensa di essere un gatto||
Mar. Io credo che questo uccellino, pensa di essere un gatto…|
Em.: Anche io ho visto un gatto piccolo, piccolo con una testina piccola così.||marrone ||
An.: Si capisce che ha un bel carattere quel gatto, perché non sa solo covare, ma anche è tranquillo||
Teo.: Ma nel filmato è un po’ diverso |
Ins.: C’è qualcosa che vi ha commosso?|
An.: Sì, la mamma che muore ||
Sal.: Mi è sembrato un gatto furbo, quando ha tirato fuori l’unghia con gli altri gatti ||
Teo.: Allora era un felino! ||
Leo.: Io penso che tutti i gatti si chiamano felino!| |
Em.: Ma questo è un gatto che è a|| disagio |perché se tu sei un gatto e ti senti chiamare | mamma ||
An.: Lui fa lo stesso, come la mamma perché aveva fatto una promessa che gli avrebbe dato da mangiare e
che fin che non nasce non deve mangiare l’uovo e poi insegnargli a volare ||
Ins.: Cosa era più difficile, avere cura di lui o insegnargli a volare?
Gia.: E’ più difficile insegnargli a volare ||
Em.: Prima devi avere fiducia in qualcuno che ti vuole tanto bene||
An.: Poi bisogna che tenga le ali aperte e che gli insegni ||
Ins.: Ma come farà un gatto a insegnargli a volare
Fran.: Io penso che chiami un altro uccello che gli insegna a volare||
Em.: Ma mi dispiace che degli umani puliscono le loro navi nel mare e lo sporcano||
Teo.: Così gli animali muoiono perché c’è il veleno ||
Mar.: E’ per quello che si è avvelenata la gabbianella, perché ha messo la testa sotto acqua e gli occhi si sono
chiusi e le ali si sono appiccicate.||
2) La luce d’argento, Ins.te Peterle Maringela, sc. Infanzia Villa B.; bambini ultimo anno
“ La luce d’argento” di Regine Schindler – Sita Jucker; Ed. Arka; Ins.te M. Peterle
INS.: RACCONTIAMOCI QUELLO CHE CI È PIACIUTO DI QUESTO RACCONTO
ALLEGRA: A ME MI È PIACIUTO QUANDO IL BAMBINO VOLPE È SCAPPATO
INS: IL BAMBINO VOLPE?
ALLEGRA: SI, PERCHÈ……È IL CUCCIOLO DELLA MAMMA….. È SCAPPATO PERCHÈ
ERA CURIOSO
INS: E PERCHÈ SECONDO TE È IMPORTANTE ESSERE CURIOSI?
ALLEGRA : SI
INS: PERCHÈ È IMPORTANTE ESSERE CURIOSI?
ALLEGRA: PERCHÈ VOGLIO SAPERE……………………………
ALLEGRA: PERCHÈ ERA CURIOSO PERCHÈ VOLEVA SAPERE…. E IO QUANDO SONO
CURIOSA NON SCAPPO……... PENSO.
INS: E CHIEDI AIUTO A MAMMA, PAPÀ……
ALLEGRA: FACCIO TUTTO DA SOLA
INS: TUTTO DA SOLA?????
ALLEGRA: ALCUNE VOLTE NO
INS: E A CHI CHIEDI AIUTO?
ALLEGRA: CHIEDO AIUTO ALLA NONNA CHE MI DICE DI SCRIVERE LE COSE CHE MI
DICE
INS: ALLORA A TE È PIACIUTO IL VOLPACCHIOTTO PERCH ERA CURIOSO!!!!!!
ALLEGRA: SI…… COSÌ CURIOSO CHE LA PAURA ERA SPARITA
INS: LORENZO CHE COSA TI È PIACIUTO DI QUESTO RACCONTO?
LORENZO: LA LUNA DI NOTTE FA UN PO’ DI LUCE D’ORO E ILLUMINA UN PO’ LA
TERRA….. E QUANDO LUI ANDAVA A VEDERE NELL’ACQUA ERA SEMPRE LA LUNA
ERA IL RIFLESSO DELLA LUNA
INS: BAMBINI LORENZO CI STA RACCONTANDO COSE INTERESSANTI FORZA
LORENZO!!!!!
LORENZO: QUANDO LEI SI SPECCHIA DA QUALCHE PARTE, TIPO NELL’ACQUA,
GIORGIA: È IL RIFLESSO È QUASI COME…..
LORENZO: È L’OMBRA
INS: AHHHH
LORENZO: MA NON ILLUMINA
INS: NON HO CAPITO BENE LORENZO SPIEGACI UN’ALTRA VOLTA
LORENZO: L’OMBRA È NERA…… PERÒ L’OMBRA SI VEDE PER TERRA PERCHÈ SE TU
SEI IN ARIA LEI NON SI PUÒ METTERE COME TE
INS: QUANTE COSE INTERESSANTI CI STA RACCONTANDO LORENZO
LORENZO: L’OMBRA SI METTE IN UNA POSIZIONE DIVERSA ….. L’OMBRA SI METTE
CORICATA
GIORGIA: MA SI SPOSTA LO STESSO
GLORIA : FA I TUOI MOVIMENTI
LORENZO : PERCHÈ DI NOTTE O DI MATTINA C’È L’OMBRA TUA PER TERRA
INS: STAI DANDO BUONE SPIEGAZIONI LORENZO
LORENZO: DI NOTTE C’È LA LUNA CHE SPLENDE E TU ALLORA PUOI VEDERE BENE.
ELVIRA: QUANDO IL SOLE VA GIÙ E LA LUNA SI ALZA IN CIELO, IL SOLE CON UN
RAGGIO ILLUMINA LA LUNA
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INS.: BENE ELVIRA QUANTE COSE SAI, SEI PROPRIO CURIOSA O C’È QUALCUNO PIU’
CURIOSO DI TE?
ELVIRA: IL MIO PAPÀ MI HA SPIEGATO QUESTE COSE.
INS: E TU QUALE DOMANDA HAI FATTO A PAPÀ PER AVERE QUESTA RISPOSTA?
ELVIRA: PERCHÈ VOLEVO SAPERE CHI È CHE ILLUMINA LA LUNA OPPURE LA LUNA
CHE DA SOLA CHE È GIÀ ILLUMINATA.
ALLEGRA: IO HO DA DIRE ANCORA QUALCOSA. LA LUNA È IN CIELO CON TUTTE LE
STELLINE.
LORENZO: LA VOLPE PICCOLA È SCAPPATA PERCHÉ AVEVA UNA SUA CURIOSITÀ IN
TESTA.
INS. E QUALE ERA LA SUA CURIOSITÀ?
LORENZO: DI SAPERE TUTTO
INS.: TUTTO DI CHE COSA?
LORENZO: DELLA NOTTE
INS.: MI PIACEREBBE SENTIRE GLORIA
GLORIA:……….MI È PIACIUTO CHE IL TIGROTTO ……..CHE IL TIGROTTO …………MI
È PIACIUTO QUANDO STAVA CHE LA MAESTRA CI HA FATTO VEDERE LE FIGURE
CHE IL TIGROTTO ERA ANDATO DA SOLO E LA MAMMA SI È ABBRACCIATA I SUOI
CUCCIOLI
LORENZO: NO IL TIGROTTO È IL VOLPACCHIOTTO
GIORGIA: PERCHÉ IL VOLPACCHIOTTO ERA ANDATO VIA SENZA IL PERMESSO
DELLA MAMMA
ALLEGRA: ERA USCITO DI NOTTE E LA NOTTE È MOLTO BUIA E PROFONDA
INS. CHE COSA VUOL DIRE FONDA?
ALLEGRA: VUOL DIRE MOLTO BUIA MOLTO FONDA BUIA
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3) La grotta verde, ins.te Manara Patrizia; laboratorio di lettura svolto in classe 1B, Primaria di
Villa Bartolomea;
 Il “laboratorio lettura” è rivolto ad una classe prima formata da 15 alunni ai quali viene proposto
spesso (quasi giornalmente) l’ascolto di brevi storie con relativa rielaborazione orale, in quanto i
bambini hanno dimostrano, fin da subito, dei tempi d’ascolto molto ristretti.
Essendo questa, però, la prima esperienza di laboratorio con gli interventi registrati, ho scelto una
storia breve e dal contenuto molto semplice che parla del rapporto tra bambini e “natura”
 Il testo è: “La grotta verde” tratto dal libro “Il mondo di Federico” di Nadia Bellini.
 Ai bambini la storia è piaciuta molto, infatti tentavano di intervenire anche durante la lettura e
immediatamente dopo averla terminata. Successivamente, però, davanti al registratore il loro
entusiasmo si è un po’ spento e i loro interventi sono risultati un po’ ripetitivi.
Riascoltando i bambini, mi sono resa conto, comunque, di non averli stimolati nella maniera giusta,
frenata, forse dalla convinzione che l’insegnante deve lasciare che i bambini si esprimano nel modo
più spontaneo possibile, come era stato detto nel corso del primo incontro.
Alcuni bambini non sono mai intervenuti, nonostante gli stimoli dell’insegnante.
Testo letto: ‘La grotta verde’ da ‘Il mondo di Federico’
Io e Stefania abbiamo un desiderio segreto: ci piacerebbe provare a diventare degli alberi. Se lei è
riuscita a diventare una sveglia, sarà capace di trasformarsi anche in pianta, mi sembra una cosa
logica. Io sono molto affezionato ad un salice del mio giardino. È bello e grande come quello della
scuola dove abita la gazza Chica.
Quando sono stanco o triste, mi nascondo sotto i suoi rami e mi sembra di essere in una grotta tutta
verde. Sto seduto contro il tronco o sdraiato per terra e guardo i rami ondeggiare … di qua … di là
… di qua … di là …
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È il mio nascondiglio e li sto proprio bene. Con Stefi e Nicola ci sediamo spesso nella grotta verde e
parliamo dei nostri segreti. – Sarebbe bello essere un albero – ha detto un giorno Stefania.
- Già, ma come facciamo?
Eravamo un po’ incerti.
- E’ facile, ci seminiamo! – ha risposto lei.
- E come? Non abbiamo le radici!
- Si fa così! Scaviamo un buco per terra, ci mettiamo dentro i piedi, li innaffiamo e aspettiamo …
qualcosa succederà!
Abbiamo preso una paletta e ci siamo seminati vicino al salice, sotto la grotta verde.
Sentivo i piedi umidi, ma stavo bene perché la terra era tiepida.
Siamo stati la un bel po’, ma non succedeva niente.
Stefania era fiduciosa e continuava ad innaffiarsi i piedi. Io cominciavo ad avere fame, poi Nicola a
detto:
- Forse bisogna innaffiarci la testa, non i piedi. Se dalla testa nascono i pensieri, nasceranno anche
le foglie!
Nicola aveva ragione! Abbiamo preso l’innaffiatoio e ci siamo fatti una bella doccia.
In quel momento è arrivata la mia mamma.
- Federico, dove siete?
- Siamo qui …
- Qui dove?
- Sotto il salice …
I rami si sono mossi ed è apparsa la mia mamma che ci ha guardato attentamente.
Noi, con i piedi sottoterra e la testa bagnata fradicia, stavamo zitti.
- E’ un gioco nuovo? – ha chiesto lai.
- Vogliamo diventare alberi, signora Anna.
- Ho capito, proverete ancora domani, adesso è ora di rientrare, comincia a far freddo. Andiamo.
Dopo un po’ non pensavamo più al salice e ci siamo messi a giocare a dama.
Di notte, però, dalla mia finestra l’ho guardato.
C’era una luna bellissima e il salice era color argento. Muoveva adagio i suoi lunghi rami e io avrei
voluto dormire sotto la grotta verde, ma sapevo che non potevo farlo.
La mattina mi sono svegliato presto, ero ancora in pigiama e sono corso a vedere le buche che
avevamo scavato il giorno prima.
Ho spostato i rami del salice e sono entrato nella grotta verde.
Vicino al tronco, proprio dove noi ci eravamo seminati, c’erano tre piccole piantine.
Tre alberelli di colore diverso: uno con le foglie gialle, uno con le foglie rosso scuro e il terzo con le
foglie lunghe e sottili color verde chiaro.
Il salice ha allungato i rami e mi ha fatto una carezzo sulla testa e il solletico sul collo.
Così ho capito che i tre alberi bambini siamo noi e lui li ha fatti nascere perché sa che gli vogliamo
bene.
A scuola l’abbiamo detto a tutti, così, se ogni bambino si innaffierà i piedi e la testa vicino ad un
albero, presto i nostri paesi saranno pieni di bellissime grotte verde.… E di alberi bambini con le
foglie tutte colorate.
Insegnante: ‘La storia vi è piaciuta? Perché?’
Giovanni-Mi è piaciuta la storia (pausa) anche leeee Nicola (pausa) e gli altri due bambini che si
sono innaffiati (pausa) ai piedi e alla testa sotto la grotta verde.
Sofia-A me è piaciuta la storia (pausa) perché i bambini si hanno innaffiati per fare diventare le
piantine e basta finito.
Emanuel-Mi è mi è piaciuta la storia (pausa) perchéeee perché perché i bambini si sono innaffiati
sulla testa e sui piedi.
Martino-Mi è piaciuta la storia perché (pausa) ci sono gli alberi.
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Luna-A me è piaciuto quando i bambini no quandooo gli alberi ha accarezzato i tre alberi colorati e
gli ha fatto il solletico al collo.
Rim-A me mi è piaciuto emmm que dove la grotta verde e io a casa ho un nascondiglio dove mi
nascondo la verità è (pausa) (pausa) (pausa) è (pausa) dove mettiamo i vestiti ma li io ne ho tre e
uno (pausa) e senza vestiti.
Alex-Mi è piaciuta la storia dove c’era no i bambini che si innaffiavano i piedi e dopo sono nasciute
delle tre piantine di diversi colori.
Giovanni-A me mi è piaciuto.
Insegnante: ‘Anche a voi piacerebbe avere un nascondiglio segreto?’
Sofia-A me mi piacerebbe avere un nascondiglio mio sotto a un albero insegnante: ‘come
Federico?’ si.
Lorenzo-A me piacerebbe avere un nascondiglio segreto per (pausa) nascondermiiiiii con i gio
Elia-Per me il significato della storia è il salice.
Rim-A me mi piace avere un nascondiglio sss dentro ad un calice beh io voglio che voglio che il
mio nascondiglio sia un calice non un armadio.
Luna-A me piacerebbe avere una casetta sull’albero (pausa) per nascondermi quando mia sorella mi
dà tanto fastidio oppure per fare i compiti e sono ancora più tanto felice perché stasera forse il mio
papà me la costruisce.
Martino-Mi è piaciuta la storia perché c’erano le moto (risata).
Emanuel-Io vorrei io vorrei che avrei una pianta (pausa) sul mio giardino (pausa) perrrr piantare
leee le piante.
Sofia-Adesso il mio nastoo il mio nascondiglio che è nel mio giardino li, li stanno crescendo le
foglie che è come emmmmm come l’albero che c’era nella storia.
Giovanni-Io (pausa) ho un nascondiglio nel parco con Simone Pietro dell’asilo mi nascondevo con
Simone nel nel cespuglio grande la mia mamma non riusciva a trovarmi ma poi gli ho detto hei
mamma sono qua ti amazzoooo.
Leonardo-A me mi piacerebbe avere un salice sul mio giardino (pausa) perché una volta mi
costruisse il papà una casa sull’albero.
Lorenzo-(pausa) La casa del salice (pausa) fan crescere le piantine quando sono state cre cresciute
dai nonni (pausa) sono stati scegliere per fare quelle piante così ha così hanno scelto di farle e e e
tre bambini hanno fatto crescere le piante.
Luna-A me a me (pausa) (pausa) (pausa) a me è piaciuto quando Federico si è svegliato e ha visto
tre alberi e dopo mi è anche piaciuto quando Fede che Federico è molto affezionato al suo salice
piangente e quando è in primavera crescono le foglie e lui quando è triste ci va dentro con con con i
suoi amici e si raccontano i segreti.
Elia-A me emmm mi ha soddisfatto quando ehh (pausa) ehh quando Federico ha visto i tre alberi
che stavano per crescere.
Rim-A me mi sono a me mi sono piaciuti i tre alberi con le foglioline colorate.
Sofia-A me è piaciuta la parte quando c’era la piantina rosso scuro e mmmm e quando si sono
bagnati.
Martino-Mi è piaciuta la storia perché c’erano (pausa).
Sofia-A me mi è piaciuto quando ehhh la mamma ha chiamato Federico eeeee non ha visto dove era
e allora Federico ha detto siamo qua mamma e emmm.
Leonardo-A me mi è piaciuto la parte quando sono cresciute le piantine e quando la il salice
piangente ha accarezzato il bambino.
Manuel-A me mi è piaciuta quando il bambino (pausa) e la pianta (pausa) l’accarezzata.
Alex-A me mi era piaciuto dove gli ha fatto la pianta il solletico al bambino e e dopo mi è piaciuto
anche cheee (pausa) la che erano cresciute le piante giallo rosso scuro e verde.
Insegnante: ‘Che cosa ci insegna questa storia?’
Leonardo-Perché devi rispettare la natura perché è bella.
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Rim-È che il significato che dobbiamo rispettare la natura e non neanche si schiacciano le piccole
piante.
Luna-Il significato è che bisogna sempre rispettare la natura e non farla soffrire perché la natura è
amica no nostra e noi la dobbiamo trattare bene se no la natura non ci vorrà bene e allora se noi gli
spezziamo i rami lei la natura non ci vorrà mai.
Lorenzo-La natura è bella e bisogna rispettarla non bisogna schiacciare i fiori non bisogna spezzare
(pausa) le foglie non bisogna spezza i remi e non bisogna buttare l’immondizza degli alberi e anche
dell’acqua.
Alex-Bisogna rispettare la natura e non buttare le la spazzatura perché la natura ci da ossigeno
Sofia-Bisogna rispettare la natura perché è bella e dobbiamo e lei ci dà l’ossigeno.
Martino-Ci piace la natura perché i rami fanno vivere gli alberi eeeee poi (pausa) niente.
OSSERVAZIONI: ai bambini la storia è piaciuta molto, tanto che intervenivano anche durante la
lettura e subito dopo averla terminata. Successivamente, però, davanti al registratore il loro
entusiasmo si è un po’ spento e i loro interventi sono risultati un po’ ripetitivi.
Riascoltando i bambini, mi sono resa conto, comunque, di non averli stimolati nella maniera giusta,
frenata, forse dalla convinzione che l’insegnante deve lasciare che i bambini si esprimano nel modo
più spontaneo possibile.
Due bambini non sono mai intervenuti, nonostante gli stimoli dell’insegnante.
4) Un amico invisibile; Insegnante: Massagrande Simonetta
Testo
La casa si stava svuotando a poco a poco. Prima erano stati caricati i mobili più grossi, poi via via le
casse c on le pentole, i piatti, i bicchieri, i quadri.
Gianni sedeva in un angolo per terra, in quella che era stata la sua stanza. Le tende non c'erano più
vetri e dai vetri sporchi si intravedeva un grande albero verde. Niente più letto, tavolo, sedia
scaffale con i giochi e libri.
Gianni era disperato. Era come se gli avessero tolto i vestiti, i capelli, la pelle. Vuoto. Vuoto dentro
e vuoto attorno. Orme polverose sul pavimento, dei piedi di quegli uomini che portavano via la sua
casa e la mettevano in un furgone enorme, senza finestre: letti sopra gli armadi, tavoli sopra la
cucina, tappeti, e materassi, coltroni buttati per traverso, arrotolati, usati come carta per incartare i
comò, la media.
Chi troverà più niente in quella prigione? Chi ridarà la sua stanza.
sul cortile?
Chi guarderà più il passerotto sui rami del suo albero?
Gianni rannicchiò ancora di più le gambe e si appoggiò sopra la testa, stringendo le ginocchia con le
braccia.
Cosa fa un bambino che si sente disperato? Gianni lo era e non sapeva come fare per mandare giù
quel mostro nero che gli stringeva la gola.
-Be’, cosa fai?- gli chiese un certo punto il suo amico, entrato in punta di piedi.
-Cosa vuoi che faccia, piango.
-Come Pinocchio?
-E che male c’ è?
-Sei proprio disperato?
-Proprio.
-Ma va là, non è mica la fine del mondo. E’ solo un trasloco.
-Tutte le mie cose, il mio letto, i miei giochi. Ho perduto tutto.
-Ma no, ma dai. Risalteranno fuori. E poi, scusa, gli amici a cosa servono?
Gianni strofina il naso sulla manica. Gli amici. Ma gli amici di scuola li perderà tutti, cambiando
città. Sì.
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Certo questo amico qui è unico, il suo vero grande, meraviglioso amico.
Ma verrà poi davvero dietro a lui? Non resterà qui, tra queste mura? E può bastare un amico per
riuscire ad alzarsi e partire?
-Gianni!- la voce del babbo chiama dalla strada.
-Gianni! Dove ti sei cacciato? Stiamo per partire. Non vorrai mica restare qui da solo?
Terribili parole dette per incitarlo a raggiungere la famiglia che sta salendo in macchina. Detto per
scherzo, per spingerlo a reagire e scendere le scale.
Ma Gianni piange disperatamente in un angolo della casa vuota. Allora l’amico Pac lo solleva da
dietro le spalle, gli mette a posto i capelli, gli asciuga il naso e lo prende per mano.
-Dai, andiamo giù sennò ci lasciano.
-Vieni anche tu?
-Ma certo.
-Ma… lasci tutto per venire con me?
-Certo. Ne dubitavi?
-Sì- piange Gianni, appoggiato alla finestra.
-Tu ancora non sai una cosa- dice Pac tirando Gianni per una mano. –Non sai che io ho una cosa
che tu non hai.
-Se è per questo, chissà quante cose hai tu che io non ho.
-No, ne ho una particolarissima che non voglio perdere.
-Sarebbe?
-Ho un amico scemo. Si chiama Gianni e non vuol partire…
-Pac, se non ci fossi tu, come farei?
Gianni scende le scale.
Applausi dalla macchina piena come quando si va in vacanza.
-Oh, eccoti. Finalmente. Dai che si parte. Chiudi la porta. Entra. Manchi solo tu.
-Pac chiudi tu la porta. Io non ne sarei mai capace.
-Ciaooo.
-Gente che saluta. Il camion con i mobili e tutta la sua vita è già partito. Il babbo ingrana la marcia
e: -Chiudi meglio lo sportello, Gianni.
E Pac, sarà entrato Pac?
Il viale scorre veloce. Fuori è già campagna. La gente intorno a lui parla e parla. Ma Gianni chiude
gli occhi e mentre le lacrime continuano a scendergli sente una mano che stringe la sua. E si
addormenta.
-Ma certo.
-Ma… lasci tutto per venire con me?
-Certo. Ne dubitavi?
-Sì- piange Gianni, appoggiato alla finestra.
-Tu ancora non sai una cosa- dice Pac tirando Gianni per una mano. –Non sai che io ho una cosa
che tu non hai.
-Se è per questo, chissà quante cose hai tu che io non ho.
-No, ne ho una particolarissima che non voglio perdere.
-Sarebbe?
-Ho un amico scemo. Si chiama Gianni e non vuol partire…
-Pac, se non ci fossi tu, come farei?
Gianni scende le scale.
Applausi dalla macchina piena come quando si va in vacanza.
- Oh, eccoti. Finalmente. Dai che si parte. Chiudi la porta. Entra. Manchi solo tu.
- Pac chiudi tu la porta. Io non ne sarei mai capace.
- Ciaooo.
- Gente che saluta. Il camion con i mobili e tutta la sua vita è già partito. Il babbo ingrana la
marcia e: - Chiudi meglio lo sportello, Gianni.
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E Pac, sarà entrato Pac?
Il viale scorre veloce. Fuori è già campagna. La gente intorno a lui parla e parla. Ma Gianni chiude
gli occhi e mentre le lacrime continuano a scendergli sente una mano che stringe la sua. E si
addormenta
Le domande
1- Gianni aveva un mostro nero che gli stringeva la gola: che cosa vuol dire? Come si sentiva?
2-Ti è mai capitato di sentirti così? Quando?
3-L’amico di Gianni entra in punta di piedi. Pensi sia un amico vero o un amico immaginario?
4- Hai anche tu un amico invisibile che ti accompagna durante le tue giornate?
Le risposte
ALESSANDRO: VUOL DIRE CHE NON STAVA BENE || AVEVA LA SALIVA CHE NON
ANDAVA GIÙ.
MARTA: MAESTRA, ANCHE IO HO CAMBIATO CASA E || STAVO MALE COME GIANNI.
MAESTRA: QUANDO HAI TRASLOCATO?
MARTA: EH… NON MI RICORDO || SO CHE AVEVO I MIEI GIOCHI NEGLI SCATOLONI E
PROVAVO…EH, EH…
LORENZO: ERI TRISTE
YAMINA: MALINCONIA, COSÌ SI DICE…
MARTA: SI’!
TOMMY: ANCH’IO LA DOMENICA SERA…TORNO DALLA MAMMA, STO COME DICE
MARTA E GIANNI. STO CON IL PAPÀ… POI ALLA DOMENICA SERA LO DEVO
LASCIARE.
MAESTRA: TOMMY, TI CAPISCO. LA SETTIMANA PASSA || VELOCEMENTE E IN UN
BALENO È ANCORA SABATO, QUANDO RITORNI DAL PAPÀ
TOMMY: A ME MI SEMBRA LUNGHISSIMA…
MONICA: TI SEMBRA… TI RICORDI CHE IN STORIA || ABBIAMO IMPARATO IL TEMPO
…QUANDO PASSA IN FRETTA E QUANDO NON PASSA MAI
LUCREZIA: VUOL DIRE CHE CON PAPÀ || TI DIVERTI UN MONDO…IL TEMPO VOLA
TOMMY: SI’. ANDIAMO A PESCARE, AL PARCO GIOCHI, A CACCIA DI INSETTI PER
GUARDARLI…INSOMMA MI DIVERTO UN SACCO, TANTISSIMO!
ANNA: MAESTRA, TOMMY CHE NON HA IL PAPÀ DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ PUÒ
IMMAGINARE DI AVERLO, COME GIANNI CHE HA IL || SUO AMICO IMMAGINARIO.
MAESTRA: ANNA, PENSI CHE || L’AMICO DI GIANNI NON SIA REALE MA FRUTTO
DELLA SUA FANTASIA?
ANNA: SI’, SI’!
MAESTRA: TOMMY, TI PIACE L’IDEA DI ANNA?
TOMMY: FARE FINTA DI || AVERE IL MIO PAPÀ SEMPRE CON ME? SI’, BELLA IDEA!
MAESTRA: C’E QUALCUNO DI || VOI CHE HA UN AMICO IMMAGINARIO?
ALUNNI: IO, IO, IO…
ILARIA: MAESTRA, IL MIO AMICO È QUI CON ME.
MAESTRA: DOVE?
ILARIA: ECCOLO, LO VEDI? LA MIA OMBRA!!!
MAESTRA: FANTASTICO, ILARIA!
E, L’AMICO || IMMAGINARIO DI GIANNI CHI È?
ALUNNI: LA SUA OMBRA!
MAESTRA: BRAVISSIMI!
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5) IL MAGO DI OZ; Ins.te Stefania Polo; classe seconda; scuola primaria di Terranegra –
lettura dell’ultimo capitolo del libro.
Insegnante: che cosa vi è piaciuto di questa storia?
Andrea: tutto, mi è piaciuto soprattutto la parte quando Doroty ha sgridato il leone
Ins: perché?
Andrea: perché, ha detto una frase…mi faceva ridere…
Ins: ti ricordi le parole …
Andrea: no…
Stefano: Io si.
Ins: dai Stefano prova…
Stefano: non prendertela con un cosino così piccolo…
Chiara: anche a me mi è piaciuta la parte in cui Doroty ha sgridato il leone.
Antonio: a me mi è piaciuta la parte della parola magica…
Ins: Quale? Me la ripeti?
Antonio: quella delle scimmie volanti…
Ins: Ti è piaciuto quando Doroty diceva la formula?
Antonio: si…
Ins: perché ti è piaciuta?...
Antonio: perché mi faceva ridere.
Tamara: a me mi è piaciuta la parte quando Doroty è tornata a casa?...
Ins: perché Tamara?
Tamara: perché ha battuto tre volte le scarpette rosse è tornata a casa come un fulmine, è stato
bellissimo, voglio anch’io andarci là…
Ins: dove vuoi andare?
Tamara: si….
Ins: dove Tamara, hai detto vorrei anch’io andare là, dove vuoi andare tu?
Tamara: dove c’era….
Enrico: Nel Kansas…
Tamara: si …
Enrico: eh si, è a tre mila metri di distanza….
Tamara: bisogna prendere l’aereo.
Enrico: a me è piaciuta la parte in cui sono venuti fuori/ quelle tigri là / che il leone si è messo
davanti a Doroty e Toto…
Ins: per fare che cosa si è messo davanti a loro?
Enrico: per proteggerli.
Ins: bene, proprio per proteggerli.
Ins: perché secondo te Tamara non può andare nel Kansas?
Enrico: perché /primo ci vogliono quattro, quattro giorni/ chissà quanto, anche un anno…
Leo: prendere tre aerei?...
Enrico: anche un anno.
Stefano: poi maestra non capirebbe mica la loro lingua…
Ins: bè si può sempre imparare o no.
Antonio: deve studiare …
Enrico: come fanno a comunicare, maestra poi, non sanno niente, non sanno le macchine, non sanno
mica dove andare perché guideranno in modo strano.
Elia: Tamara non può andare nel Kansas perché è un libro tipo / inventato.
Enrico: guarda che esiste il Kansas, esiste il Kansas.
Elia : è ma è inventato il libro…
Ins: la storia è inventata, ma il paese ? Enrico: C’è!
Elia: si la storia… Tamara: si ma stavo solo scherzando, mica ci vado per davvero.
Enrico: poi ci sono tanti scoiattoli…
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‘IL DIALOGO COME FORMA E STRUMENTO DI SVILUPPO DELLA PERSONA UMANA’
Ins: dove? …
Enrico: nel Kansas / li ho visti nei cartoni.
Chiara: mi è piaciuta dove la strega ha detto la formula magica perché mi faceva ridere.
Elia: Mi è piaciuta quando Doroty stava urlando contro la strega dell’../
Enrico: Ovest.
Elia: si dell’ovest che gli ha buttato il secchio d’acqua….
Ins: perché….
Elia: Perché…//…non ricordo.
Pietro: quando Doroty ha sgridato il leone, quando sono spuntati gli uomini martello e poi / tutto.
Ins: perché ha sgridato il leone?...
Pietro: / non ricordo/ mi ha fatto ridere.
Stefano: anche a me è piaciuta la parte in cui il leone è stato sgridato…
Ins: perché è stato sgridato il leone?
Stefano: non è che me lo ricordo tanto bene, forse perché….//
Andrea: perché ha detto non prendertela con un cosino così piccolo perché il leone era grande e
Toto era piccolo e quindi non lo doveva spaventarlo, poi mi è piaciuta la parte in cui la strega ha
detto la formula magica e Doroty ha buttato il secchio d’acqua sulla strega.
Carlo: a me mi è piaciuta / dove // la strega dell’Ovest ha fatto la parola magica…
Ins: quale?
Carlo: quella delle scimmie volanti…
Ins: te ne ricordi un pezzetto??
Carlo: zichiti zichiti zic…
Ins: bravo, un pezzettino te lo ricordi.
Filippo: a mi è piaciuta la parte in cui il gatto ha seguito Toto …
Tamara: Toto ha seguito il gatto!!!
Antonio: l’hai detta al contrario.
Filippo: mi faceva ridere.
Simona: a me quando lo stregone se ne è andato sulla mongolfiera e quando Toto insegue il gatto.
Ins: perché ti piace la parte del cane che insegue un gatto?
Simona: perché mi faceva ridere.
Stefano: si maestra farebbe ridere che il cane insegue il gatto, c’è un albero, il gatto sterza e il cane
non guarda e sbatte contro l’albero, quello fa ridere.
Enrico: eh si e poi gli viene fuori un bernoccolo alto 25 centimetri.
Leonardo: quando il mago …vecchietto che faceva finta di essere il mago è scappato con la
mongolfiera.
Ins: perché?...
Leonardo: perché ha detto addioooo!!! E mi faceva ridere.
Pietro: adesso ma il mago dov’è andato a finire?...Tamara: no in cielo o in montagna….
Enrico: in Kansas / lo dice anche la storia, voleva aiutare Doroty e anche trovare suo fratello, perché
tu non è che puoi camminare sulle nuvole e allora ha costruito la mongolfiera.
Tamara: sta ancora viaggiando.
Enrico: Mi è piaciuto anche quando il leone si è tuffato per portare la zattera // è stato coraggioso
senza quell’abilità, era già coraggioso senza.
Carlo: ce l’aveva già il coraggio anche senza pozione.
Antonio: mi è piaciuto quando hanno aggiustato l’uomo di latta, perché mi piaceva?...
Ins: ti piace l’uomo di latta perché?...Antonio perché era di latta e perché quando gioco io sono
l’uomo di latta Ins: davvero??...
Antonio: mi piace perché voleva un cuore.
Andrea: non mi è piaciuto quando c’era l’omino di latta che ha ucciso i lupi…
Ins: non ti è piaciuta?
Andrea: no, non mi piacciono queste azioni…
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Ins: non ti piacciono quando uccidono gli animali? Andrea: si proprio così.
Enrico: a me è piaciuta molto la parte in cui l’uomo di latta uccide i lupi…
Ins: il contrario di Andrea.
Enrico: eh si maestra, perché io, Leonardo e Pietro siamo famosi per la guerra…
Ins: cioè???
Enrico: ci piace tanto la guerra.
Antonio: a me non è piaciuto quando l’uomo di latta si è rotto…anzi no quando la strega cattiva ha
preso la scarpetta di Doroty…
Ins: perché??
Antonio: non mi piacciono le persone cattive…
Ins: bravo, hai detto una bella cosa!
Stefano: ci sono rimasto male quando hanno scoperto che il grande mago era solo un vecchietto che
lavorava al circo perché me lo immaginavo con la tunica verde, un cappello grande / invece era solo
un vecchietto che lavorava nel circo.
Elia: era un ingannatore.
Ins: non ho mai sentito Yasmine, vuoi provare a dirci qualcosa?
Yasmine: // mi è piaciuta quando Doroty è tornata a casa …
Ins: ti è piaciuta la parte finale, perché?
Yasmine: perché // è tornata dalla sua famiglia.
Leonardo: mi faceva ridere quando il leone è svenuto nel campo di papaveri e si è fatto trasportare
dai topolini.
Stefano: era strano perché i topolini sono piccolissimi e lui era enorme.
Elia: erano in tanti 200-900…
Andrea: era strano perché dovevano essere un milione per trasportarlo, dovrebbero unire le forze
Ins: lo hanno fatto?
Andrea: si sono aiutati.
Pietro: si ma il leone di solito mangia i topi…
Enrico: veramente sono i gatti che mangiano i topi, quelli selvatici, secondo non mi è piaciuto
quando alla strega è brillato il suo unico occhio?
Ins: perché? …
Stefano: sembravano un “goblin”.
Elia: come si chiamano quei personaggi cattivi con un occhio solo??
Ins: gli orchi?? I ciclopi?? …
Stefano: si proprio quelli.
Andrea: c’era dell’Ovest e dell’Est, quelle streghe prima / del Nord, del Sud dell’Est e dell’Ovest
prima erano amiche? E poi sono diventate buone e cattive?
Stefano: erano sorelle?
Ins: secondo voi?
Andrea: si perché se due streghe sono buone e due sono cattive prima dovevano essere sorelle dopo
si dovevano combattere non so e due sono diventate cattive.
Stefano: e si sono separate.
Chiara: mi è piaciuto perché Doroty è tornata a casa dai suoi zii e i suoi amici hanno avuto quello
che volevano.
Andrea: ognuno ha trovato un regno; l’omino di latta degli Strizzaocchi, lo spaventapasseri del
Mago di Oz, il leone della foresta.
Enrico: però maestra a volte dei ragazzi uccidono gli animali per mangiarli, ma i lupi li hanno
lasciati lì.
Ins: quindi tu dici che non hanno ucciso i lupi per mangiarli, ma allora perché lo hanno fatto?
Enrico: perché passare Ins: e se non li avessero uccisi cosa sarebbe successo?
Enrico: li avrebbero mangiati ma solo Doroty, Toto e il leone.
Stefano: Nno il leone no.
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Enrico: potrebbero morsicarlo.
Andrea: se i lupi mordevano l’omino di latta si spaccavano i denti e invece l’omino di paglia lo
sputavano.
Stefano: perché non gli piace la paglia….
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