Nuova Svevia - Neuschwabenland

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Nuova Svevia - Neuschwabenland
La Terra Cava - L'Isola di Avalon
Nuova Svevia - Neuschwabenland
Inviato da Elektra
mercoledì 04 febbraio 2009
Ultimo aggiornamento lunedì 08 febbraio 2010
L'Antartide,
terra apparentemente nuda ed ostile, aliena da vegetazione, inabitabile ed inospitale per lunghi periodi
dell'anno, ha sempre fatto gola a tutte le nazioni mondiali, a causa
delle sue enormi ricchezze minerarie.
Fin
dal 1800 vennero inviate diverse spedizioni nel Polo Sud. La
Germania, potenza emergente nell'alveo delle nazioni coloniali all'inizio del '900, non
volle essere da meno.
La
prima spedizione tedesca è del 1901, guidata dal professore di
geologia Erich
D. von Drygalski. La sua nave, la Gauß, rimase bloccata per
più di 14 mesi nella banchisa. A lui si deve la scoperta della
Terra
di Guglielmo II.
La
seconda spedizione ufficiale, del 1911, guidata da Wilhelm
Filchner, raggiunse il mare
di Weddell, allora inesplorato.
Adolf
Hitler e l'esoterista nero Heinrich Himmler avevano ambizioni ed appetiti
insaziabili non solo sull'Europa ma anche sul Polo Sud. Si stabilì
di organizzare uno spedizione antartica.
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Hermann Göring
si spese notevolmente tra i ricchi industriali tedeschi per raccogliere
finanziamenti. Era sua interesse dinostrare le enormi potenzialità del
mezzo aereo, senza il quale l'intera operazione non avrebbe avuto i
risultati strabilianti ottenuti.
Dopo
una lunga gestazione, il 17 dicembre 1938, la nave MS Schwabenland
(Svevia), partì da Amburgo con 55 persone a bordo, 33 elementi
della spedizione e l'equipaggio di 22 elementi, alla guida di Alfred
Rischer.
La
caratteristica principale del piroscafo era la presenza a bordo di
due idrovolanti [[Dornier Do 18]] un'evoluzione del Dornier Do J "Wal" (Balena), poi denominato Do 15,, mezzo costruito
a Marina di Pisa in Italia, nei
cantieri Gallicani, che aveva dato buona prova di sè in diverse spedizioni polari.
La
Germania utilizzò
nei primi anni
trenta le navi appoggio idrovolanti sulle rotte postali per
l'America del
sud. La nave appoggio permetteva di realizzare un punto di
rifornimento nel mezzo dell'Atlantico per rifornire l'idrovolante
postale, oppure poteva trasportare l'idrovolante per il primo tratto
del suo viaggio e lanciarlo, tramite la catapulta, quando la
destinazione era nel raggio della sua autonomia di volo.
Le
principali navi appoggio idrovolanti impiegate dalla Lufthansa
furono la Westfalen,
un
piroscafo dotato di catapulta e gru, utilizzato per i primi
esperimenti nel 1932
e per il servizio regolare a partire dal 3
febbraio 1934.
Anche qui gli idrovolanti imbarcati erano due Dornier Do 18, ed appunto, la
Schwabenland:
varata nel 1934, si
affiancò alla Westfalen.
Nel 1935 ridusse il
tragitto postale tra Berlino
e Rio de
Janeiro a tre giorni. A partire dal 1936
venne utilizzata per delle prove di collegamento della tratta
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Lisbona-Azzorre-New
York, avversata da peggiori condizioni meteorologiche. Furono
compiuti diversi voli di prova tra il 1937 e il 1938 ma il servizio
postale regolare non venne mai intraprese a causa delle frizioni tra
il governo statunitense e quello tedesco.
Per la
robustezza dei velivoli e per l'esperienza accumulata
nell'Atlantica del Sud, venne deciso di utilizzare la
Schwabenland per la terza spedizione antartica tedesca che venne
denominata [[Neuschwabenland]] (Nuova Svevia).
L'equipaggio
fu addestrato per mesi dalla Deutsche
Gesellschaft für Polarforschung e.V., la Società Tedesca
per le Ricerche Polari.
Fu
invitato a partecipare alla spedizione il famoso esploratore ad
ammiraglio americano Richard E. Byrd che, proprio ad Amburgo, nel
novembre 1938, tenne diverse conferenze sulle sue spedizioni in
Antartide. Fu costretto a rifiutare a causa delle pressioni
dell'Amministrazione Roosevelt, che boicottò tutte le
iniziative intraprese dalla Germania Hitleriana.
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Un altro
motivo che indusse la Germania nazista ad organizzare la spedizione
fu la necessità di crearsi una flotta autonoma di baleniere
per liberarsi dalla dipendenza dall'olio di balena norvegese,
importato nella quantità di 200.000 tonnellate annue,
indispensabile per la produzione di margarina e sapone, di cui era necessario immagazzinare una forte riserva in
previsione dei
piani di guerra europea.
La
Schwabenland raggiunse l'Antartide il 19 gennaio 1939 alle coordinate
geografiche 4° 15' W e 69° 10´ S. Iniziarono i voli
degli idrovolanti.
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I Dornier, battezzati Passat e Boreas, effettuarono svariati voli,
imbarcando le speciali fotocamere Zeiss Reihenmessbildkameras RMK 38
ed eseguendo oltre 11.000 foto della zona, Un quinto dell'intero
Antartico fu osservato e fotografato grazie agli idrovolanti,
Inoltre, migliaia di biandierine con il logo della spedizione e della
svastica vennero gettate sulla banchisa, al fine di rivendicare
territorialmente l'intera zona con il nome, appunto di
“Neuschwabenland”.
Tale
rivedicazione territoriale non venne accettata, essendo la Germania
fuori dalla Società delle Nazioni e successivamente tale zona
rientrò nella zona di controllo norvegese, nell'ambito della
Antarctic Treaty System,
a parte la piccola base tedesca di Neumayer.
Fin qui
la Storia ufficiale.
Ma nel
corso delle esplorazioni i tedeschi scoprirono dei laghi che
presentavano una vegetazione tipica di climi più caldi, con
temperature superiori ai 20° C, gli stessi che vennero
successivamente riscoperti dalla spedizione HighJump, guidata
dall'Ammiraglio Byrd. L'oasi che i Tedeschi scoprirono venne
denominata Oasi di Schirmacher, molto probabilmente la stessa che
nella spedizione americana venne riscoperta con il nome di Oasi di
Bunker
Una
vasta letteratura, in proposito, ritiene che la spedizione
statunitense Highjump, guidata nel 1946-1847 da Byrd, avesse scopi
militari nascosti da un'apparente veste scientifica.
Una
certa storiografia, meno critica sulla veridicità delle fonti
storiche e più vicina al mito, afferma che i Tedeschi
tornarono, con U-boot, in Neuschwabenland costruendo una base
segreta vicino ai laghi riscaldati dall'attività vulcanica e
che ivi stabilirono la Base Segreta 211 detta anche Neu Berlin.
Nel 1943 i Britannici effettuarono l' "Operazione Tabarin".
L'Operazione
Tabarin fu decisa dal Governo Britannico nel 1943 per controllare
presunte attività naziste in Neuschwabenland e per impedire che
Argentini e Cileni, con l'appoggio della Flotta Tedesca, si
assicurassero la sovranità di altre zone dell'Antartico, impedendo di
fatto il passaggio in quelle acque alle imbarcazioni alleate.
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Alla guida del Comandante James Marr venne addestrato un gruppo
selezionato di marinai e all'operazione venne dato il mome in codice di
un night club parigino, il Bal Tabarin. a causa della lunga notta antartica.
Venne riarmata una baleniera norvegese che venne ribattezzata HMS Bransfield, ma
come capita spesso alle navi ribattezzate, non ebbe molta fortuna,
affondò e l'equipaggio ed il commando dovettero utilizzare la motonave
di linea Monarch per raggiungere le Falkland.
Per la missione venne messo a disposizione il cacciamine HMS William Scoresby e venne requisita la nave postale
Fitzroy per trasportare l'equipaggiamento.
Questa
emissione filatelica delle Isole Flakland commemora il coinvolgimento
delle Isole nella II Guerra Mondiale, tramite appunto l'Operazione
Tabarin e la vottoria finale alleata.
Il capitano Roberts, amministratore della compagnia armatrice della
Fitzroy, l'ultima nave postale rimasta alle Falkland, insistette per
accompagnare la spezione, stante la notevole esperienza accumulata in
quei mari. Il comando del cacciamine Scoresby fu al comandante Victor
Marchesi.
La
prima base fu allestita nell'Isola di Deception, nelle Isole Shetlands,
costruita nel febbraio 1944 e fu ,inizialmente una base meteorologica,
successivamente il centro di vasti operazioni aeronavali nel 1957-58 e
dal 1959 al 1060. Inizialmente vennero utilizzati gli edifici dellabase
Norvegese Aktieselskabet Haktor.
Venne occupata dal febbraio 1944 al dicembre 1967, quando venne
temporaneamente abbandonata per un'eruzione vulcanica. Fu evacuata
nuovamente il 21 febbraio 1969 quando una nuova eruzione vulcanica
distrusse quasi completamente la base.
Port
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Lockroy fu la seconda stazione costruita durante l'Operazione Tabarin,
sempre nel febbraio 1944. Fu una stazione di sorveglianza,
meteorologica e postale.
Venne abbandonata nel 1962 e riaperta nel 1996 dalla BAS (British Antarctic Survey).
L'ultimo
sopravvissuto dell'Operazione, Gwion “Handyman” Davies, morto nel
2005 di morte naturale, affermò che la priorità degli
uomini assegnati all'operazione era di combattere il freddo, non
i Nazisti. Intervistato dalla BBC, disse che “se (i Tedeschi)
fossero arrivati, non avremmo potuto far molto per fermarli. Se
fossero sbarcati con una nave da guerra, saremmo stati senza aiuto.
(...) in tal caso, gli avremmo offerto una tazza di the, penso.
Anche loro avrebbero avuto freddo,” terminò ridendo.
Dopo la pace, l'Operazione fu assegnata ai civili con il nome di Falkland
Islands Dependencies Survey
(F.I.D.S.) e nel 1962 assunse il nome di British Antarctic Survey
(Sorveglianza Antartica Britannica), mentre i territori vennero da
allora denominati British Antarctic Territory (BAT).
James
Robert, un funzionario del Ministero della Difesa Britannico e
successivamente storico, specializzatosi nelle Cover Operations
Britanniche, ne dà, invece, un resoconto diametralmente opposto .
Afferma
di aver raccolto la testimonianza di un non meglio precisato ex-ufficiale
dei Special
Raiding Squadron, S.R.S.,
il
quale avrebbe affermato che, nell'ottobre 1945, gli sarebbe stata
assegnata una missione della massima segretezza. Partì da
Gibilterra per le Isole Falkland-Malvinas. Il compito del suo gruppo,
addestrato da un ufficiale norvegese esperto nella guerra invernale,
era di controllare un'attività sospetta nelle montagne di
Mühlig-Hoffmann, nell'ex Neuschwabenland, attualmente rientrata nella
zona di influenza norvegese con il nome di Maudheim.
L'operazione
viene qui definita “Taberlan” (e non, come sarebbe stato
corretto, “Tabarin”) il che reppresenta una delle tante
discrepanze storiche.
Una
precedente spedizione, formata da 30 tra militari e scienziati, il cui compito era
allestire una base segreta, avrebbe riferito di aver scoperto un
antico tunnel. Ma di questa operazione sarebbero sopravvissuti solo
due commandos, i quali, per radio, avevano lanciato strani messaggi,
tali da farli ritenere impazziti.
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Il
compito della squadra degli SRS, al comando di un maggiore, a cui
erano stati aggregati l'ufficiale norvegese ed uno scienziato, era
stabilire cosa fosse successo esattamente a questi uomini.
Arrivati
alla base di Maudheim, l'avrebbero trovata senza vita, a parte un
solo superstite, il quale concitatamente avrebbe raccontato che,
chiuso in uno dei bunker della base, vi era, prigioniero, un Uomo Polare e
di prestare, pertanto, la massima attenzione.
Fu
ordinato di aprire il bunker, e un volontario
penetrò all'interno. Improvvisamente si avvertirono due
colpi di arma da fuoco e una forma indistinta sarebbe uscita dalla porta per
allontanarsi velocissima in mezzo alla neve.
Entrata,
sgomenta, tutta
la squadra nel bunker, risultando vano l'inseguimento
dell'essere, sarebbe stato rivenuto il volontario, con la gola
squarciata e il cadavere, quasi completamente spolpato, del secondo ed ultimo superstite della precedente spedizione.
L'unico
sopravvissuto della base, a lungo interrogato al riguardo, avrebbe
affermato che era stato rinvenuto nelle vicinanze della base
l'ingresso di un tunnel artificiale, lungo miglia, che conduceva ad
un'enorme caverna, con laghi interni. Nella caverna, una base segreta
per U-boot che sfociava in mare aperto ed inoltre, capannoni per
strani aerei ovoidali.
Erano
dovuti scappare, inseguiti dai Nazisti e dagli Uomini Polari, più pelosi degli esseri
umani e molto più resistenti al freddo. I due scampati,
raccontava ancora, erano riusciti ad intrappolare un Uomo Polare, ma
uno dei due camerati non era riuscito a scappare fuori dal bunker prima
che l'essere lo aggredisse e ne facesse, in seguito, orrido pasto.
A
quel punto, il maggiore comandante della missione avrebbe deciso di
percorrere la galleria, non prima di averne fatto minare
massicciamente l'ingresso. Penetrati all'interno, però,
avrebbero trovato una brutta sorpresa: la base allertata e
piena di nazisti e di uomini polari, che lo scienziato ipotizzò,
a posteriori, essere frutto dell'ingegneria genetica tedesca.
Solo
le mine, fatte brillare, avrebbero permesso a tre di loro, cioè
lo scienziato, il norvegese e il narratore, di salvare la vita,
facendo crollare buona parte del tunnel.
Mandato
un messaggio via radio, sarebbero arrivati dei soccorsi che, dopo aver
smantellato la base, avrebbero evacuati i tre, obbligandoli peraltro
al silenzio, che il testimone avrebbe rotto solo al termine delle
propria vita.
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Pur
affascinante, questo racconto non reca alcuna
prova a conforto, nè ulteriori testimonianze concordi e nemmeno un
nominativo che lo possa rendere, almeno in parte, credibile.
(segue)
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