CANCELLATE LE TARIFFE POSTALI AGEVOLATE PER

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CANCELLATE LE TARIFFE POSTALI AGEVOLATE PER IL NON PROFIT
Con un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, dal primo aprile sono sospese le agevolazioni per gli
abbonamenti postali a libri, quotidiani e periodici, unico sostegno all'editoria del Terzo Settore.
Sono sospese tutte le agevolazioni per gli abbonamenti postali a libri, quotidiani e periodici. Lo prevede un
decreto del Ministero dello Sviluppo economico pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale che individua nel 31
marzo 2010 l'ultimo giorno di applicazione degli "sconti" tariffari previsti per la spedizione dei prodotti
editoriali. Una decisione nell'aria, dettata dall'impossibilità di sostenere ulteriormente gli oneri, a carico
dell'Erario, per i rimborsi a Poste Italiane.
Nel 2009, si legge nelle premesse del provvedimento, è risultato, infatti, uno scostamento al rialzo del
volume totale delle agevolazioni tariffarie effettivamente praticate superiore al 10% e quest'anno, le risorse
disponibili per le compensazioni - pari a 50 milioni di euro - non sono sufficienti a coprire gli esborsi
previsti. Si pensi, che nei primi 3 mesi dell'anno, i "crediti" maturati da Poste per l'applicazione delle tariffe
agevolate a favore dell'editoria e del terzo settore, ammontano già a circa 50 milioni di euro. Praticamente,
quasi quanto l'intero stanziamento accantonato per tutto il 2010.
Lo Stato quindi stringe la cinghia, anche se il decreto del ministro Claudio Scajola lascia aperta la possibilità
di «poter determinare tariffe agevolate per i residui periodi dell'anno 2010». Un'eventualità, tuttavia,
subordinata al «sopravvenuto accertamento di risorse finanziarie nell'ambito del bilancio della Presidenza del
Consiglio dei Ministri», che, allo stato dell'arte, lascia spazio davvero a poche speranze.
"Auspichiamo - afferma Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore - che venga
immediatamente avviata la verifica di tali disponibilità finanziarie e che non venga quindi a decadere l’unico
sostegno di cui gode l’editoria del terzo settore, uno tra i segmenti più importanti della comunicazione
sociale del nostro Paese. A tal fine - conclude Olivero - chiediamo un confronto immediato".
La Fieg - Federazione italiana editori di giornali fa sapere che la sospensione delle tariffe agevolate «avrebbe
l’insostenibile effetto di far gravare sugli editori un nuovo onere» e per di più «di farlo retroattivamente, e
cioè imponendo la tariffa piena anche agli abbonamenti in corso, retti da condizioni non più negoziabili.
Sarebbe un pesantissimo aggravio di costi per i già difficili bilanci delle imprese che si avvalgono del
servizio postale» La Fieg esprime quindi “preoccupazione” e “assoluta contrarietà a tale misura”, chiedendo
“un ripensamento quanto meno su tempi e modi”. La Fieg sottolinea infatti che non è stata ancora attuata la
disposizione di legge che impone a Poste – in assenza di concorrenza – un tetto alla compensazione per gli
abbonamenti postali, commisurato al prezzo praticato al miglior cliente di servizi analoghi. Per questo la
Federazione chiede un intervento che, “in un ragionevole arco temporale, preveda una progressiva riduzione
della misura dell’agevolazione medesima, fino al raggiungimento di un livello sostenibile per lo Stato e gli
editori”. “Alla fine del processo di razionalizzazione e contenimento – conclude la Fieg – le risorse
pubbliche potrebbero essere mantenute allo stesso settore editoriale e gestite in un sistema che premi la
diversità e competizione dei canali distributivi”. La Federazione si dice “pronta a un confronto immediato”
che possa condurre alla riduzione degli oneri per lo Stato – attraverso la limitazione del campo di
applicazione soggettivo ed oggettivo della tariffa agevolata spesso applicata a soggetti che non hanno nulla a
che fare con l’editoria – e all’apertura al mercato dei servizi di recapito dei giornali in abbonamento.
"La sospensione delle tariffe agevolate non piace nemmeno all'Autorità garante della concorrenza e del
mercato. Avremmo preferito - sottolinea l'Antitrust - l'eliminazione del sistema delle agevolazioni tariffarie
che - ribadiscono - «privilegia ingiustificatamente Poste Italiane», facendo in modo, piuttosto, che il «pur
necessario sostegno» agli operatori dei settori interessati avvenga attraverso forme di credito d'imposta
calcolato sulla base delle spese postali sostenute. Una soluzione che potrebbe essere presa in considerazione
quando si deciderà di metter mano al sistema di tariffe e contributi. La strada è stata aperta dal decreto
milleproroghe di febbraio scorso, che, come si sa, all'articolo 10 sexies, ha fatto slittare il blocco di alcune
tariffe al 31 dicembre 2010, con l'esclusione, tra l'altro, delle tariffe postali agevolate. Resta ora da vedere la
piega che si deciderà di prendere.
In merito al decreto 30 marzo 2010 emanato dal ministero dello Sviluppo Economico che, con effetto
immediato, sospende le tariffe agevolate per i prodotti editoriali a partire dal primo aprile, Anes Per ulteriori info: [email protected]
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Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata, aderente a Confindustria, manifesta la propria
«profonda contrarietà e preoccupazione».
«È una decisione gravissima - afferma la presidente Gisella Bertini Malgarini - che colpisce duramente, in un
momento già estremamente difficile, il comparto dei periodici tecnici e specializzati. Le agevolazioni postali
sono l'unica concreta forma di contributo dello Stato usufruibile dalle riviste tecniche e specializzate, ossia
del principale strumento di informazione e aggiornamento per intere categorie professionali e fondamentale
mezzo di comunicazione delle Piccole e medie imprese. Questo provvedimento, nei confronti del quale
esprimiamo una ferma opposizione, penalizza l'intero mondo dell'editoria e la sua filiera».
«Oggi – conclude Gisella Bertini Malgarini – non possiamo che prenderne atto, ma richiediamo l'urgente
attivazione di un tavolo di discussione con le autorità competenti sia per ripristinare lo strumento delle
agevolazioni postali sia per avviare un confronto sulla liberalizzazione del mercato della distribuzione
postale».
Critiche arrivano anche dall’Uspi - Unione stampa periodica italiana. In una lettera ai sottosegretari alla
presidenza del Consiglio Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, il Segretario Generale dell’Uspi, Francesco Saverio
Vetere, esprime “tutto il disappunto dell’Uspi per il decreto del ministro dello Sviluppo Economico del 30
marzo 2010 che sospende le agevolazioni postali per l’editoria”. Per Vetere, si tratta di “un fatto di inaudita
gravità e potenzialmente idoneo a decimare concretamente un settore già in grave crisi come quello
dell’editoria medio-piccola. Le agevolazioni postali sono previste da decenni da leggi che ne fissano i criteri
di applicazione e demandano ai decreti ministeriali esclusivamente la misura delle tariffe e delle conseguenti
agevolazioni. I decreti, quindi non hanno altra funzione che quella di eseguire concretamente la volontà del
Parlamento. Disporre con decreto la sospensione delle agevolazioni significa ottenere un risultato che solo la
volontà espressa dal Parlamento avrebbe potuto ottenere: la fine di questa forma di sostegno all’editoria”.
L’Uspi si augura che “in tempi brevissimi venga abrogato questo decreto e si torni alle agevolazioni postali.
Non è possibile che gli editori che hanno già venduto gli abbonamenti annuali da mesi si trovino da un
giorno all’altro, e senza preavviso, nella condizione di dover fronteggiare un aumento del 120% delle
tariffe”.
Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato:
“Lo Stato strangolatore è proprio troppo! La decisione del Governo di cancellare con un decreto le tariffe
agevolate per la spedizione di giornali in abbonamento postale apre una spaventosa voragine nel settore
dell’editoria, dove ora rischiano la cancellazione centinaia di testate e alcuni migliaia posti di lavoro tra
giornalisti, amministrativi e tecnici. Anziché trovare la giusta strada dell’apertura della concorrenza del
mercato postale, dell’abbattimento ordinario delle tariffe, il Governo ha deciso, di punto in bianco, di
cancellare le agevolazioni che – va detto con chiarezza – andavano direttamente alle Poste italiane, incapaci
di proporre tariffe a prezzi equi o organizzate per applicarle con una base alta alla stampa, perché tanto la
differenza l’avrebbe sempre pagata lo Stato. C’era questa distorsione – tariffe più alte del valore reale - da
correggere. Le parti sociali, editori e giornalisti su tutti, avevano dato la loro disponibilità perché si potesse
avviare un progressivo riordino tariffario e del mercato postale nel suo complesso, anche allo scopo di
ridurre il rimborso a carico delle casse dello Stato. Sembrava fosse in vista una soluzione di questo tipo. E
invece è arrivato un colpo basso. Tra l’altro l’immediato stop delle tariffe agevolate, deciso con decreto, sta
provocando uno sconquasso immediato negli stessi uffici postali. Le riviste depositate da oggi nei centri di
smistamento potrebbero restarvi a lungo perché non risultano siano stati approntati i nuovi meccanismi di
codificazione. Di conseguenza, molti giornali, oggi come oggi, non partirebbero neppure con tariffa postale
completa. Un pasticcio, a meno che le Poste italiane non si dimostrino in grado di un atto di saggezza. Il
taglio delle tariffe postali agevolate, peraltro, colpisce indistintamente tutti i settori dell’editoria: in misura
minore i quotidiani ma alcuni (quelli di contenuto prevalentemente specialistico lo sono) e intanto, mettono
in ginocchio soprattutto l’area dei periodici, quella più colpita dalla crisi, contrassegnata da massiccio ricorso
agli ammortizzatori sociali. C’è un rischio reale di cancellazione di tante attività editoriali di qualità, di
carattere tecnico e professionale, su cui poggia l’attività di piccole e medie imprese di eccellenza e viene
duramente colpita tutta l’editoria no profit, protagonista di un’attività di informazione sociale e culturale che
rende un servizio incalcolabile alla convivenza civile. Questi nuovi tagli arrivano, peraltro, mentre ancora
sono aperte le ferite dell’ignobile taglio dei fondi per la stampa della comunità italiana all’estero, per la quale
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si attende una risposta coerente del Governo agli ordini del giorno di ripristino dei fondi approvati dal
Parlamento.
Altro che politica di riforme a piccoli passi! Con piccole botte, una dietro l’altra, si sta portando un settore
come l’editoria ad una crisi superiore a quella che ha investito a suo tempo l’Alitalia. Sarebbe davvero un
disastro, che poi lo stesso Stato - all’origine di questo tracollo - dovrebbe pagare con ben altre risorse.
Vorremmo sperare si sia trattato di errori di valutazione tecnica. Chiediamo perciò all’Autorità politica, in
primo luogo al Presidente del Consiglio, di voler sospendere questi provvedimenti e avviare, verificandone
l’impatto con le parti sociali, un serio e qualificante processo di riordino degli interventi, prevedendo in
primo luogo i risparmi di spesa laddove ci sono gli abusi. La Fnsi avvierà con le altre parti sociali una serie
di azioni perché, rapidamente, in un arco di tempo ragionevole e determinato, si compiano quelle riforme di
sistema indispensabili per assicurare il corretto equilibrio e la tenuta del mondo dell’editoria italiana”.
''Un provvedimento inaccettabile e sbagliato sia nel metodo che nel merito, contro il quale ci batteremo con
la convinzione di vivere ancora in uno Stato di diritto'': è il commento di Mediacoop - Associazione delle
Cooperative Editoriali e della Comunicazione, alla soppressione a partire da oggi, stabilita con un decreto
interministeriale del 31 marzo, delle tariffe postali agevolate: ''un altro duro colpo all'editoria che sta
attraversando una difficile congiuntura a tutti ben nota, Governo compreso''. ''Il provvedimento - sottolinea
Mediacoop in una nota – è inaccettabile nel metodo, perché non è possibile cambiare dall'oggi al domani le
regole in corso e, per di più, senza alcun preavviso e confronto, senza tener conto dei rapporti contrattuali
esistenti, che coinvolgono editori, operatori ed abbonati, sui quali si agisce retroattivamente. Ed è sbagliato
nel merito, perché si doveva dare attuazione alle norme vigenti che stabiliscono la compensazione per Poste
Spa fino alla tariffa praticata ai loro migliori clienti: ciò avrebbe consentito di ottenere i risparmi necessari
per ridurre il fabbisogno e di evitare un altro durissimo colpo all'editoria''. Secondo Mediacoop, occorre
''porre riparo rapidamente a tale improvvida decisione, perché gli aggravi economici che produce ricadono
immediatamente sugli editori, gran parte dei quali, piccoli e medi, non sono in grado di sostenerli, né
esistono le condizioni di mercato per trattare direttamente con Poste il costo delle spedizioni, con il rischio
reale di dover cessare le pubblicazioni''.
Fonti:
- www.ilsole24ore.com
- www.fnsi.it (Federazione Nazionale Stampa Italiana)
- Redazione Nonprofitonline
In allegato:
- DECRETO 30 marzo 2010: Tariffe postali agevolate per l'editoria (G.U. n. 75 del 31 marzo 2010)
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