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LE FASI DELL’ELABORAZIONE
DEL LUTTO
Agenzia Formativa del Comune di Gorgonzola
“CORSO A.S.A. 2009”
Prof.ssa Chiara Bertonati 1
Il Lutto: che cos’è?
Ci sono due termini usati per illustrare le reazioni che accompagnano
l'esperienza di un distacco: cordoglio e lutto.
• Cordoglio, dal latino cor-dolium - il cuore che duole - è il processo
di reazioni o il travaglio interiore sperimentato da chi vive una
perdita. Il cordoglio coinvolge la sfera emotiva, cognitiva e
comportamentale della persona. Il tipo di perdita definisce l'entità e
la durata del cordoglio; ad esempio le reazioni che accompagnano il
fallimento di un matrimonio saranno, in genere, più forti di quelle
sperimentate da chi deve lasciare la propria terra per compiere degli
studi all'estero.
• Lutto, dal latino lugere - piangere - si riferisce più propriamente al
tipo di perdita connesso alla morte e include, oltre al cordoglio
interiore, un insieme di pratiche e riti esterni, di natura culturale,
sociale e religiosa, che l'accompagnano.
In altri luoghi permane la tradizione di vestirsi di nero da parte delle
vedove; in altri si tramandano pratiche religiose o culturali che
contribuiscono a dire addio al defunto, anche attraverso il supporto
della comunità.
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Il Lutto: che cos’è?
Il lutto è il processo di elaborazione del dolore, delle
reazioni vissute nel dire addio a una persona cara. C'è chi
riesce a gestire con le proprie forze una vita cambiata e chi
resta nello smarrimento e nello sconforto; chi cerca l'aiuto
di uno psicologo, uno psichiatra o un sacerdote e chi sana
il cuore ferito attraverso la condivisione della sofferenza
con altre persone provate da dolori analoghi. Molte
persone ricorrono a tranquillanti o ansiolitici per ridurre
l'ansia, a sonniferi per riuscire a dormire, ad antidepressivi
per affrontare i momenti più bui.
“Se tutto questo dolore non allarga i nostri orizzonti e non ci rende più umani,
liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, tutto è stato
inutile" (Etty Hillesum)
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Il Lutto: che cos’è?
Il lutto è un processo che prevede:
-
Tempi adeguati:
il tempo da solo non guarisce il dolore. Una persona depressa che si chiude in
se stessa nella propria casa nell’illusione che il tempo la curi, si accorgerà ben
presto di sentirsi sempre più depressa e sola. Il fattore decisivo non è il tempo
in sé, ma ciò che si fa con il tempo e se esso viene usato per attivare risposte
costruttive dinanzi alla sofferenza o meno.
Come il processo dell'attaccamento richiede i suoi tempi, così quello
del distacco; più forte è il legame, più sofferto sarà il prezzo del distacco.
Se sono necessari mediamente nove mesi per dare alla luce un bambino,
occorrerà almeno altrettanto tempo per elaborare il dolore che accompagna
la morte di un proprio caro.
L’importante è come, il modo in cui viene usato questo tempo, se viene usato
per trovare delle soluzioni per stare meglio.
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Il Lutto: che cos’è?
- Rituali e manifestazioni:
le esperienze importanti della vita hanno bisogno di rituali per
essere completi. Le veglie funebri, i funerali, le messe di
anniversario della morte, le condoglianze da parte di amici e
conoscenti diventano forme rituali che aiutano nell'elaborazione del
lutto. E' ovvio che, nei casi in cui manca la certezza della morte, o
non si è potuto vedere il cadavere o non ci sono stati riti per
suggellare il distacco, il processo di elaborazione del lutto si
complica.
- Processi psicologici:
Il superamento di una perdita è legato a una serie di compiti da
completare:
- l'accettazione della perdita;
- l'espressione dei sentimenti e il graduale superamento di reazioni
che bloccano la crescita;
- l'adattamento a una vita cambiata;
- il coinvolgimento in nuove relazioni o in lavori e progetti che
reimmergano nella vita.
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Il Lutto: che cos’è?
La mancata elaborazione di una perdita significativa può provocare:
- malattie somatiche;
- problemi psicologici;
- talvolta, morti anticipate.
Tra i fattori rilevanti che incidono nell'elaborazione di una perdita, si
segnalano i seguenti:
- Fattori circostanziali, quali il tipo di perdita, i ruoli interpretati dal
defunto e le implicazioni pratiche per i superstiti;
- Fattori personali, quali il sesso e l'età dei superstiti, l'autoimmagine, gli atteggiamenti assunti dinanzi al distacco, le risorse cui
attingere: materiali, psicologiche, spirituali ecc.
- Fattori socio-culturali che, da una parte, includono le forme di
supporto esterno a disposizione dei superstiti (ad esempio, famiglia,
amici, contesti di appartenenza sociale, ruoli professionali ecc.),
dall'altra elementi culturali che possono aiutare l'elaborazione del
lutto.
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Lutto anticipatorio
In realtà il processo del lutto incomincia quando la morte si
annuncia, prima come una minaccia alla scoperta di una malattia
grave e ancor più da vicino nella fase terminale della vita. Per
questo motivo alcuni studiosi distinguono una prima fase di lutto
anticipatorio, quando ci si prepara e ci si confronta con l'evento
della perdita, prefigurandolo, e una seconda fase del lutto vero e
proprio, dopo la morte della persona cara, fino alla ripresa delle
funzioni vitali e al superamento della perdita.
Il termine lutto anticipatorio è stato coniato per indicare quelle fasi
del cordoglio che, aiutando a prendere coscienza di quanto sta
accadendo, preparano e facilitano il distacco emotivo e
l'allentamento del legame, pur mantenendo gli elementi positivi del
rapporto.
Il processo del lutto anticipatorio è presente non solo nei familiari,
ma anche nella persona malata, che sperimenta il cordoglio di sé: la
pena profonda che deriva dalla consapevolezza di doversi separare
da tutto ciò che ama e l'angoscia derivante dalla paura del futuro,
dalla perdita della progettualità, dell'integrità e funzionalità fisica, del
ruolo familiare e sociale, della speranza, ovvero dalla perdita di se
stessi e della propria passata identità.
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LE FASI DELL’ELABORAZIONE
DEL LUTTO
• Prima Fase: RIFIUTO e NEGAZIONE
“No, io no, non può essere vero”
È una frequente reazione di fronte all’annuncio di
avere una malattia grave.
“Una signora raccontò un rituale lungo e costoso,
così lo chiamava, per sostenere il suo rifiuto. Era
convinta che le radiografie fossero state scambiate,
lasciò in fretta l’ospedale e andò in cerca di un altro
medico, passò da un medico all’altro, alcuni diedero
risposte rassicuranti, altre confermarono il sospetto
Iniziale”.
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LE FASI DELL’ELABORAZIONE
DEL LUTTO
Il rifiuto ansioso che segue la presentazione di una diagnosi
è più tipico del paziente che viene informato all’improvviso o
prematuramente da qualcuno che non conosce bene il
malato o che fa in fretta a dare la comunicazione.
Il RIFIUTO per lo meno parziale c’è in tutti i malati, non solo
durante la prima fase della malattia, ma anche
successivamente.
Il rifiuto dopo un’ inattesa notizia scioccante ha la funzione
di paracolpi, permette al malato di ritrovare il coraggio.
Quindi la prima reazione del malato può essere un
temporaneo stato di shock dal quale egli esce a poco a poco;
può avere una diversa durata, per lo più i malati non lo
utilizzano tanto a lungo, altri invece lo portano avanti sino
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alla fine.
LE FASI DELL’ELABORAZIONE
DEL LUTTO
• Seconda Fase: La COLLERA
“Ah, sì, sono io, non era un errore”
Quando la prima fase di rifiuto non può più
essere mantenuta, viene sostituita da
sentimenti di rabbia, invidia e risentimento.
La domanda è:”Perché io?”
Questa della collera è una fase molto difficile da
affrontare dal punto di vista della famiglia e del
personale assistenziale. La ragione sta nel fatto
che questa collera è proiettata in tutte le direzioni e
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sull’ambiente, a volte quasi a caso.
LE FASI DELL’ELABORAZIONE
DEL LUTTO
Poche persone si mettono nei panni del malato e si
domandano l’origine di questo risentimento; forse
saremmo arrabbiati anche noi se tutte le attività della
nostra vita fossero interrotte in modo prematuro.
Non pensiamo alle ragioni della ribellione del malato
e ce la prendiamo personalmente, mentre in origine
essa ha nulla o poco a che fare con la gente che
diventa il bersaglio.
Un malato rispettato e compreso abbasserà
presto la voce e diminuirà i suoi rabbiosi reclami.
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LE FASI DELL’ELABORAZIONE
DEL LUTTO
• Terza Fase: VENIRE AI PATTI
È la fase del compromesso, forse è possibile fare una
specie di accordo che possa rimandare l’inevitabile evento.
Il desiderio del malato è quasi sempre il prolungamento
della vita, seguito da quello di essere liberato per qualche
giorno dal dolore o dal disagio fisico. Il venire a patti è un
tentativo di dilazionare; pone un determinato limite di
tempo e include una promessa implicita che il malato non
chiederà di più se gli verrà concessa questa dilazione.
I patti sono per lo più fatti con Dio e generalmente sono
tenuti segreti o detti fra le righe.
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