pagine gialle fenapro
Transcript
pagine gialle fenapro
PagIne GIALLE notizie dalla Federazione Nazionale Profumieri FENAPRO certificazione di qualità per emergere FILO diretto Per far sentire la vostra voce scrivete a FENAPRO Corso Venezia, 49 20121 Milano Di certificazione della qualità si parla da tempo nell’ambito della nostra Federazione. La necessità di individuare un ente certificatore super partes che definisca con attenzione il processo per raggiungere questo traguardo, tempi e costi inclusi è sempre stata molto forte per molti profumieri impegnati nella difesa dei valori del selettivo. La delicata contingenza del momento rende ora indispensabile e non più rinviabile questo passo per tutte le profumerie numerosissime - che hanno sempre fatto della qualità e del servizio un must, investendo capitali e risorse nella realizzazione e mantenimento di questo obiettivo. I parametri di eccellenza sono diventati una ‘conditio sine qua non’ e un fattore competitivo discriminante per distinguersi e staccarsi da una concorrenza sempre più agguerrita che fa del prezzo e della svendita l’unica leva imprenditoriale. Fenapro sta contattando gli enti più accreditati per portare avanti un progetto in cui crede fermamente e di cui relazionerà i propri iscritti passo passo. www.fenapro.it giugno 2013 imagine 85 pagine gialle pagine gialle Ci risiamo: ritornano i rossetti al piombo! Puntualmente, in mezzo ad altre che poi spariscono per sempre, rispunta questa bufala. Che allarma i consumatori e crea preoccupazioni tra i profumieri. cosa c’è da sapere. di Giovanna Maffina 86 imagine giugno 2013 acriticamente per vero ciò che vero proprio non è, con il risultato che queste notizie generano conseguenze pesanti su di un mercato già in sofferenza. Aggiungo che la segnalazione mi è arrivata anche da altri colleghi, interpellati dai loro clienti per la stessa ragione”. Metalli, sostanze ubiquitarie Bene, facciamo chiarezza. Innanzitutto, ricordando ciò che Unipro riporta sul proprio sito dedicato alla diffusione della cultura cosmetica (www.abc-cosmetici.it): “La notizia circolata in questi giorni su uno studio dell’Università della California che ha ricercato l’eventuale presenza di metalli in 32 diversi rossetti e lucidalabbra venduti nelle farmacie e nei supermercati degli Stati Uniti non deve suscitare allarme”, vi si legge. L’Associazione Italiana delle Imprese Cosmetiche è dunque subito intervenuta per rassicurare i consumatori sulla sicurezza di rossetti e lucidalabbra in commercio in Italia e ha chiarito che l’eventuale presenza di tracce minime e accidentali di metalli pesanti, mai aggiunte intenzionalmente dal produttore, in questa tipologia di prodotti, non rappresenta alcun pericolo per la salute degli utilizzatori. “I risultati dello studio in questione, pubblicati su ‘Environmental Health Perspectives’, non aggiungono alcuna nuova e significativa informazione a quelle già conosciute. I metalli sono sostanze naturali ubiquitarie, cioè presenti ovunque, nell’aria, nel suolo, nell’acqua manganese si trova nella maggior parte dei tessuti di tutti gli organismi viventi. norme rigorose L’Unione Europea vieta attraverso la Direttiva Cosmetici l’utilizzo intenzionale dei metalli pesanti come ingredienti non solo nei rossetti, ma in tutti i prodotti cosmetici. Per la composizione dei propri prodotti, il fabbricante si deve attenere alle rigorose norme sia nazionali che comunitarie (in particolare alla Direttiva Cosmetici 76/768/CEE e successive modifiche) e i prodotti cosmetici sono soggetti ad analisi scientifiche e stretti controlli di sicurezza prima della loro immissione sul mercato. Ne consegue che eventuali tracce di metalli come quelle individuate dai ricercatori dell’Università americana, sono ammessi dalla normativa europea perché tecnicamente inevitabili e perché non compromettono la sicurezza del prodotto e la salute del consumatore. fenossietanolo sotto i tre anni: si` o no? La stessa Unipro ha preso le distanze dall’agenzia sanitaria francese (ANSM) relativamente alla richiesta di ridurre o eliminare il fenossietanolo dai prodotti cosmetici per bambini al di sotto dei tre anni. È stato così interpellato Corrado Galli, professore di Tossicologia della Facoltà di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Milano, per chiedergli un commento a riguardo. “Lo studio a cui si riferisce l’agenzia sanitaria francese – ha fatto sapere il professor Galli – è un lavoro in vitro i cui risultati non permettono di concludere che l’impiego in condizioni reali di un cosmetico per bambini di età infe- riore ai 3 anni contenente fenossietanolo esponga la loro salute a dei rischi. L’ampia documentazione tossicologica già disponibile e valutata da svariati gruppi di esperti a livello internazionale permette anzi di confermare la sua sicurezza entro certe concentrazioni sia per adulti che per bambini. Non ha senso quindi, alla luce delle informazioni francesi, richiedere di ridurre questa sostanza nei prodotti cosmetici per bambini basandosi su di un semplice principio di precauzione, applicato quando le informazioni sulla sicurezza ed esposizione sono mancanti o ridotte”. giugno 2013 imagine pagine gialle Tra le tante bufale che da tempo circolano su Internet e rimbalzano da un social network all’altro, una – quella dei rossetti al piombo – è particolarmente dura a morire. Non bastano le smentite (in primis quella di Unipro, che ha ripreso la notizia anche sul suo sito ABC cosmetici). Non basta che le case cosmetiche siano per legge obbligate, da anni, a dichiarare in un apposito dossier tutti gli ingredienti contenuti nei loro cosmetici e che debbano attenersi a una legislazione ferrea che ha come unico obiettivo quello di tutelare la salute del consumatore. Nè basta, ancora, che puntualmente smentiscano questa o quella voce infondata: quando le bufale si propagano, specie in rete, diventa molto complicato arrestarle. “Mi è capitato anche di recente che dei clienti entrassero nel mio negozio per chiedere spiegazioni a riguardo, allarmati da ciò che avevano sentito o letto online”, sottolinea il presidente Nicola Ostuni. “Chiaro è che in casi come questi, in cui il cliente si rivolge direttamente a un ‘addetto ai lavori’ che ha la possibilità di spiegare e chiarire, tutto viene subito ridimensionato: ma in quanti chiedono al profumiere per capirci meglio? Spesso, purtroppo, ci si limita a prendere e l’eventuale esistenza di tracce minime, non può dunque essere controllata o evitata”. Per intenderci: la stessa acqua e gli stessi alimenti di cui ci nutriamo possono contenere metalli, piombo incluso, in piccolissime quantità. In altri termini, tutti noi siamo quotidianamente esposti al piombo e, di fatto, la quantità media di questo metallo con la quale una donna potrebbe venire accidentalmente esposta utilizzando rossetti che ne contengano un minimo quantitativo, come quelli riscontrati nella ricerca dell’Università californiana, è di 1.000 volte inferiore rispetto alla quantità con cui verrebbe/viene in contatto mangiando, respirando e bevendo acqua”. Poi, perché demonizzare per partito preso i metalli? Alcuni tra loro sono nutrienti essenziali per il nostro organismo: il cobalto è un componente della vitamina B12 richiesta per la produzione dei globuli rossi, il rame è basilare per diversi enzimi e il 87 pagine gialle pagine gialle Il Regolamento sui cosmetici 1223/2009 sta per entrare in vigore andrà in sostituzione della Direttiva Europea 76/768/CEE, con lo scopo di armonizzare tra gli Stati membri la procedura di immissione sul mercato dei cosmetici, nonché di uniformare gli standard di qualità. Il Regolamento Europeo sui Cosmetici entrerà in vigore il prossimo 11 luglio. Tanti i temi oggetto di studio: la definizione dei ruoli dei soggetti coinvolti nonché quella delle loro responsabilità, oltre al contenuto dei claim e alla regolamentazione dei nanomateriali. Dopo un lungo percorso legislativo, il Regolamento 1223/2009 ha ora lo scopo di armonizzare tra gli Stati membri la procedura di immissione sul mercato dei cosmetici, nonché di uniformare gli standard di qualità, ponendosi come potenziale modello per il resto del mondo. Dopo 37 anni, la Direttiva Cosmetici 76/768/CEE e tutte le leggi nazionali risultanti saranno quindi sostituite dal Regolamento, un nuovo testo ispirato alla semplificazione normativa che eliminerà tutte le inconsistenze giuridiche prodotte dalle adozioni nazionali di più di 60 adattamenti alla Direttiva Cosmetici dal 1976 a oggi e faciliterà la libera circolazione delle merci nel mercato unico. Chi è la ‘persona responsabile’? di Giovanna Maffina 88 imagine giugno 2013 Tra i cambiamenti che entreranno in vigore da luglio, anche una maggiore chiarezza e attenzione sulle etichette. L’articolo 20 del Regolamento impone che le pubblicità dei cosmetici stampate su prodotti e veicolate dai media rispettino dei criteri comuni: conformità degli enunciati alla legge, veridicità dei messaggi, onestà, equità e sostegno di una scelta informata dei consumatori. Un’altra novità riguarderà i nanomateriali, la cui eventuale presenza nei prodotti cosmetici dovrà essere indicata in etichetta dalla dicitura NANO. Un’ulteriore garanzia, questa, sia per i consumatori che per i produttori. Tra gli item importanti, la conferma di definizione di cosmetico e il principio di responsabilità della sicurezza e della salute del consumatore. Il Regolamento conferma inoltre sia la definizione di cosmetico che non consente una categoria intermedia fra cosmetici e farmaci, sia il principio della responsabilità, anche in relazione alla sicurezza e alla tracciabilità dei prodotti nonché alle buone pratiche di fabbricazione di chi immette il cosmetico sul mercato. La sicurezza prima di tutto Sempre in materia di sicurezza, con l’introduzione del ‘cosmetic safety report’ viene razionalizzata la compilazione del dossier di ogni cosmetico proprio per La rivoluz ione in Profumeria Nicola Ostuni risponde a Roberto Serafini, direttore generale di L’Oreal Luxe Italia che in una recente intervista ha avuto parole poco lusinghiere per il canale. “Sembra inverosimile che Roberto Serafini abbia detto ciò che ha detto nell’intervista rilasciata a Moda 24, l’inserto de Il Sole 24 ore. Che sia stato qualcun altro - un concorrente in vena di sabotaggio, un farmacista sotto mentite spoglie - a vestire le sembianze del direttore della divisione L’Oréal Luxe Italia? O forse è stato il giornalista stesso a travisarne il pensiero? Non che non fosse sfuggito a chi scrive, e non solo a lui, lo slancio di alcuni produttori verso il canale farmaceutico, ma evidentemente lo slancio, a questo punto, è diventato un torcicollo. Che Serafini si sia dimenticato che da tre anni lavora nel e per il selettivo, dove - tra l’altro - ha impostato una comunicazione (si veda anche l’ultima di Lancôme Genifique) che esorta ad andare in Profumeria? E che i suoi prodotti dovrebbero uniformarsi a quegli standard di eccellenza cui fa riferimento? Da tanto, troppo tempo, molti dei cosmetici distribuiti nel nostro canale non sono invece altro che repliche dei precedenti. Ma il punto è un altro. Quale sarebbe il senso di cambiare nome alla Pro- fumeria - un nome che tra l’altro a chi fa questo mestiere non è mai venuto in mente di cambiare inventandosene un altro - quando il canale è paralizzato dall’immobilismo dell’industria? Non si innova cambiando un nome, ma cambiando atteggiamento. È questa la vera rivoluzione. Da tempo immemorabile Fenapro chiede l’apertura di un dialogo con gli industriali, ci sono questioni vitali per lo sviluppo del nostro canale che non sono più rinviabili. Eppure tutto tace. La crisi del selettivo è scaturita dalla mancanza di regole nuove, perché quelle esistenti sono ormai obsolete e non più coerenti con la grave crisi che sta mettendo in ginocchio tanti operatori qualificati. Ma l’industria continua a latitare. Ci inorgoglisce che Unipro abbia scelto proprio il nostro canale per farne oggetto di approfondimento nel Beauty Report di quest’anno. E ci inorgoglisce che la nostra Profumeria, a dispetto di chi vede nella farmacia il canale d’elezione, continui a confermarsi il canale leader e il preferito nelle ricerche. Evidentemente il canale è vivo e ha voglia di lasciarsi alle spalle la crisi. A dispetto di chi ne sta già decretando la fine”. Nicola Ostuni giugno 2013 imagine pagine gialle Tra gli esempi più importanti ricordiamo l’introduzione di un unico sistema di notifica informatizzato, accentrato presso la Commissione UE e valido per tutti i Paesi membri dell’UE che eviterà le attuali disomogenee e complesse procedure attuate dai singoli Stati membri. L’obiettivo primario rimane la tutela della salute umana, obiettivo che verrà ulteriormente garantito attraverso la definizione di ruoli e responsabilità derivanti dalla nuova normativa. Il Regolamento in esame prevede la nomina della ‘persona responsabile’ per l’immissione sul mercato in UE dei prodotti cosmetici: tale figura ha la responsabilità, tecnica e sanitaria, per i prodotti immessi sul mercato. I cosmetici devono essere corredati dai seguenti documenti: documentazione informativa (art.11), relazione di sicurezza (allegato I), valutazione di sicurezza (art. 10). La ‘persona responsabile’deve anche garantire la tracciabilità dei cosmetici, e quindi poter identificare i distributori ai quali fornisce il prodotto, per un periodo di tre anni dopo la data in cui il lotto del prodotto è stato messo a disposizione del distributore. Lo stesso vale anche per tutti gli altri operatori della catena di fornitura. È vietata l’immissione sul mercato europeo di prodotti la cui formulazione finale sia stata oggetto di sperimentazione sugli animali, e di quelli contenenti ingredienti o mix di ingredienti oggetto di sperimentazione sugli animali. Gli stati membri dovranno effettuare attività di vigilanza tramite analisi della documentazione di prodotto e test fisici di laboratorio. E altresì verificare l’applicazione dei principi di fabbricazione, ovvero dello standard ISO 22716 (Pratiche di buona fabbricazione - GMP - Linee guida sulle pratiche di buona fabbricazione), come richiesto dal Reg. 1223/2009. Etichette e nanomateriali 89 pagine gialle consentire maggiore uniformità sia nella stesura da parte delle aziende, sia nei controlli da parte delle autorità competenti dei diversi Stati membri. Inoltre viene creata una procedura per la comunicazione degli effetti indesiderabili gravi. La persona responsabile, i distributori e le autorità competenti saranno coinvolti nel sistema. La direttiva precedente lasciava ai singoli Paesi l’attuazione di una strategia di gestione della vigilanza, con il risultato che questa diventava effettiva solo episodicamente e, in ogni caso, comunque solo in modo eterogeneo. Il Regolamento introduce inoltre una diversa disciplina relativamente alle sostanze classificate CMR. In base alla direttiva, la commissione UE era obbligata a vietare l’uso di CMR nei cosmetici e un’esenzione poteva essere garantita solo alle sostanze di categoria 3, se la valutazione del rischio ne indicava un uso sicuro. Il divieto e l’esenzione non erano automatici ma necessitavano di un atto legislativo. Il Regolamento stabilisce, invece, che tutte le CMR siano automaticamente vietate quando entra in vigore la loro classificazione chimica e le esenzioni per le CMR e le esenzioni di categoria 1, 2, 3 si basano su specifiche condizioni. I divieti sono automatici e le ipotizzabili esenzioni avranno bisogno di un atto di adozione come previsto dal Regolamento Cosmetici. Da notare che la procedura di esenzione dovrà essere completata prima che entri in vigore il divieto automatico. l’Etichetta resta pressoché invariata Sull’etichetta non sono previste variazioni di rilievo, tranne che al posto della dicitura ‘usare preferibilmente entro’ ci sarà una clessidra quando l’azienda deve o decide di indicare la data di scadenza del cosmetico. Quanto alle aggettivazioni da usare nel comunicare i cosmetici, la UE ha redatto un documento che contiene i criteri comuni – conformità alle norme, veridicità onestà, correttezza, informazioni dettagliate... –, che si applicano a tutti i prodotti rientranti nella definizione di cosmetico, a ogni claim cosmetico, a ogni forma di pubblicità e a tutti i mezzi di comunicazione. I criteri comuni dovranno essere usati per giustificare i claim ma non per determinare le parole degli stessi, mentre la ‘persona responsabile’ e i distributori dovranno rispondere delle aggettivazioni utilizzate. di Giovanna Maffina maxi sequestro a Brescia 90 La Guardia di Finanza di Brescia ha sequestrato circa 50mila prodotti liscianti per capelli provenienti da Paesi extra-europei. La ragione? Contenevano quantitativi di formaldeide superiori ai limiti consentiti per legge. La formaldeide è una sostanza regolamentata dalla normativa sui prodotti cosmetici e il suo impiego è permesso nei prodotti per capelli ad una concentrazione massima dello 0,2% con la funzione di conservante, questo per garantire la sicurezza del consumatore e degli operatori dei saloni di acconciatura. A dosaggi superiori la sostanza rappresenta infatti un rischio per la salute. La larga maggioranza delle imprese cosmetiche presenti in Italia adotta comportamenti seri e attenti a riguardo e impiega tecnologie e imagine giugno 2013 formulazioni nel rispetto dei vincoli e degli obblighi normativi, garantendo in tal modo la sicurezza dei prodotti e la salute dei consumatori e degli operatori professionali. Il problema non è dunque di tutti, affatto, ma di pochi, pochissimi. Tuttavia l’episodio si aggiunge a una serie di numerosi altri che rendono la categoria cosmetica sempre più a rischio di frodi, spesso molto serie perché attentano alla salute del consumatore. La regola numero uno rimane sempre quella di acquistare i prodotti o di servirsi di operatori certificati e conosciuti, diffidando di qualunque altro canale parallelo in cui finiscono cosmetici dall’origine dubbia e potenzialmente molto rischiosi.