psiche e soma in medicina cinese

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psiche e soma in medicina cinese
PSICHE E SOMA IN MEDICINA CINESE
Drappo funerario di Mawangdui (II secolo a. C.)
1. Cenni di cosmologia
In medicina cinese occuparsi della salute dell’essere umano significa prendere in
considerazione la fitta rete di relazioni che connette l’individuo all’universo
circostante. Tale connessione ha una radice immediatamente cosmologica. Secondo
l’antica filosofia cinese cio’ che sottostà a tutti i fenomeni sono i Soffi, o detto con
termine proprio il Qi, forza immateriale contraddistinta da movimento, cambiamento,
trasformazione. Il mondo fenomenico si è plasmato a partire da una realtà unica
formata da Soffi primordiali, i quali da uno stato potenziale indefinito giungono alla
manifestazione. Cio’ che appare ai nostri sensi, altro non è che un processo di
aggregazione e di disgregazione del Qi che avviene secondo i due principi cosmici dello
Yin e dello Yang, le polarità complementari che scandiscono il ritmo del mutamento,
suprema legge della Natura. Se è vero che nei testi antichi troviamo tanti nomi del Qi
quanti sono i diversi aspetti e funzioni che esso riveste, è importante non dimenticare
il suo carattere di fenomeno generale.
L’uomo deve la vita ad una condensazione di Qi. Mentre il Qi resta condensato è la
vita; come si disperde è la morte; allora il Qi dell’uomo fa ritorno allo stato potenziale
indefinito.
Questa citazione dallo Zuangzhi, nel ribadire l’unicità del Qi fornisce le coordinate di
un viaggio di ritorno che è poi per l’essere umano un ritorno all’origine, a quello stato
indifferenziato precedente all’individuazione che nella cosmologia cinese prende il
nome di Tian, Cielo. Il Cielo è riconosciuto come il luogo dell’unità suprema, che
informa di sé la nuova vita generata dal’incontro sessuale tra uomo e donna
popolandola di presenze spirituali, gli Shen. Gli Shen penetrano la forma corporea
dell’essere umano, lo Jing, animandola del mistero della vita e rendendola in tal modo
unica e irripetibile. In termini occidentali potremmo definire il Jing come corredo
genetico trasmesso al nascituro dai genitori. Nel simbolismo cinese il Jing è la materia
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primaria a partire dalla quale si forma il feto, e successivamente la fonte della sua
crescita e del suo sviluppo che prende sede nei Reni. Se gli Shen derivano dal Cielo,
emblema dell’infinito che si replica in ogni frammento di esistenza individuale, il Jing
deriva dalla Terra, simbolo del radicamento attraverso cui l’uomo si nutre e si sviluppa.
Gli esseri viventi sono dunque il prodotto delle essenze più sottili che il Cielo (Yang) e
la Terra (Yin) mettono a disposizione, ed è proprio nel vuoto mediano che separa i due
genitori cosmici che la loro esistenza si esplica fino a quando i Soffi del sistema
Cielo/Terra che li costituiscono restano saldamente intrecciati.
2. La formazione dell’anima dal concepimento alla nascita.
All’atto del concepimento si verifica dunque la fusione tra le energie mobili e sottili
del Cielo e quelle pesanti e spesse della Terra. Shen e Jing danno origine ad un nuovo
essere che porta già con sé i tratti dell’unicità, in quanto unione irripetibile di corpo e
spirito (jingshen). Lo Shen propriamente detto alberga nel Cuore, centro dell’attività
mentale, emotiva e affettiva dell’essere umano. Non sarà superfluo a questo proposito
ricordare come tra tutti gli ideogrammi che designano gli Organi, solo quello del Cuore
non contiene il radicale “carne”, indubbiamente a voler sottolineare la sua funzione
eminentemente psichica. Il Cuore/Mente come sede dello Shen vero e proprio si pone
dunque al vertice assoluto della gerarchia tra Organi interni. Quando parliamo infatti
di Shen facciamo riferimento alla più sottile dell’energie, alla scintilla di divinità che
abita il Cuore dell’uomo. Quando invece ci riferiamo agli Shen in generale, intendiamo i
diversi aspetti psichici che fanno capo agli altri Organi (Po, Zhi, Yi, Hun). La medicina
cinese postula infatti una corrispondenza tra i cinque Organi (Cuore, Polmone, Fegato,
Reni e Milza) e gli Shen, anch’essi in numero di cinque, che rappresentano l’aspetto
psichico dell’attività vitale. Durante la fase dello sviluppo embrionale gli Shen si
uniscono alle strutture corporee in formazione e generano i vari Organi (Zang) vere e
proprie entità psicosomatiche. Del Cuore/Mente abbiamo già detto, per gli altri
seguiremo la suggestiva trama tracciata da Franco Bottalo sulla scorta dei testi
classici, in particolare il Ling Shu (Perno dell’Anima), che descrive il rapporto tra gli
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Shen degli Organi e i ritmi dello sviluppo psicofisico del nascituro nella vita
intrauterina. I primi Shen a prendere dimora nell’embrione sono i Po. In quanto primo
aspetto del vivere spirituale i Po simboleggiano l’anima che vuole incarnarsi e vivere
l’esistenza che le è stata assegnata. Per questa ragione si legano al Polmone e in senso
lato all’atto respiratorio che segna l’ingresso nella vita, ma sono anche in stretto
rapporto con lo Jing dei Reni, per quel che riguarda l’aspetto di radicamento
all’esistenza terrena. Siamo qui in presenza dell’intreccio primo tra Qi del Cielo e Qi
della Terra, con il Polmone che abbassa i Po (Shen/Yang) affinché si impregnino di
essenza vitale (Jing/yin). A seguito di questa unione la vita può iniziare a manifestarsi.
Da questo momento l’attività psichica comincia ad esprimersi come volere, Zhi. La
prima forma di volere è il voler vivere, dunque sarà del tutto naturale rilevare che Zhi
è lo Shen che ha sede nei Reni, organi in cui vengono immagazzinate le energie
ereditarie e innate che rappresentano il programma filogenetico e ontogenetico
dell’uomo. Il radicarsi dei Po e di Zhi nella nuova vita segna il termine dello sviluppo
embrionale e avvia la formazione del feto. Insieme alla struttura fisica prende forma
il proposito, lo Yi, e il Proposito è la determinazione che scaturisce da una attenta
valutazione del Cuore, che pondera e soppesa la correttezza dell’agire. Il Proposito è
legato alla Milza che se sul piano organico si occupa di rendere assimilabili gli alimenti,
su quello psichico è deputata al mettere in chiaro i pensieri per definire le mete verso
cui tendere. Ciò determina l’assunzione spazio-temporale della vita, la presa in carico
dell’intero percorso della nostra esistenza individuale. Abbiamo in precedenza
considerato come la destinazione ultima della vita umana si possa definire nei termini
di una uscita dall’individualizzazione per ritornare al tutto indifferenziato. Abbiamo
inoltre rilevato come responsabile del radicamento dell’anima nel corpo siano i Po. I Po
inducono un atteggiamento intimamente connaturato alla sopravvivenza, ovvero la
percezione totale della dimensione spazio-temporale presente che consente di
registrare il sentore del pericolo prima che esso manifesti. Al polo opposto dello
sviluppo della sfera psichica troviamo gli ultimi Shen che ci restano da analizzare: gli
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Hun. La stretta relazione che unisce i Po agli Hun, e che ne definisce il rapporto
circolare di nascita al mondo fenomenico, ritorno all’origine indifferenziata e nuova
nascita, è insito negli ideogrammi che identificano le entità spirituali in questione.
Entrambi i caratteri sono composti di un radicale comune che rappresenta una forma
fluttuante ed evanescente, un fantasma. Ma se nel carattere Po il radicale fantasma è
associato al simbolo di un sole nascente, come ad indicare che i Po rappresentano l’alba
del nostro spirito nel momento esatto in cui prende possesso di un corpo, nel
carattere Hun lo stesso radicale si combina con il simbolo delle nubi. Le nuvole sono il
prodotto dell’umidità che il Calore strappa alla Terra e fa salire verso il Cielo. Le
nuvole sono Acqua, simbolo di vita che sale al Cielo, e questo è il movimento naturale
degli Hun, che al momento della morte abbandonano il corpo dell’individuo per
ricongiungersi al Cielo. Gli Hun rappresentano la libertà dai condizionamenti terreni, la
dimensione onirica, dei viaggi astrali, della preveggenza. Gli Hun trovano la loro sede
nel Fegato, perché la loro natura eterea, estremamente Yang, trova un radicamento e
una stabilità nello Yin del Sangue (Xue), sostanza che il Fegato immagazzina e fa
circolare. In medicina cinese il Sangue rappresenta non solo ciò che abbiamo
assimilato e trattenuto del cibo introdotto, ma anche ciò che abbiamo assimilato e
trattenuto delle esperienze della nostra vita. Il Fegato tesaurizza quanto assimilato
ma deve anche lasciare scorrere quanto non serve più per evitare accumuli e ristagni.
In virtù della propria intrinseca natura, quando gli Hun sono in sintonia con lo Shen del
Cuore la loro inclinazione è quella di andare oltre alle esperienze compiute e infine
oltre la vita stessa per ricongiungersi all’infinito.
3. Qi ed emozioni
Si è in precedenza sottolineato come nonostante il Qi possa essere considerato il
costituente ultimo ed unico della realtà, nei testi classici lo troviamo indicato con
diverse denominazioni che ne specificano l’origine, la funzione o la localizzazione. A
dire il vero già il semplice ideogramma Qi contiene in sé un duplice significato: Qi è il
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Soffio, la sostanza fondamentale da cui tutto prende forma, ma Qi è anche ciò che
permette tutti i processi di crescita, sviluppo e trasformazione che rendono possibile
la vita dell’uomo in seno alla Natura. Il Qi che assolve a queste funzioni è denominato
Qi corretto (Zheng qi), cioè in armonia con tutte le energie che si muovono all’esterno
e all’interno del corpo. Ma il corpo può anche diventare terreno di lotta tra Qi
corretto e Qi perverso (Xie qi), che causa disordine e perturbazione. Quando l’agente
patogeno riesce ad introdursi in profondità a causa di un deficit di Qi corretto, il
libero fluire del Qi che caratterizza lo stato di salute viene alterato nel ritmo, nella
velocità e nella direzione, con conseguenti accumuli e ristagni che determinano
l’insorgere della malattia. Quanto più il Qi corretto di una persona è forte, tanto più
l’eventualità che si istauri un processo patologico è remota: la forza del Qi corretto
dipende oltre che da fattori ereditari da una alimentazione sana, da una attività fisica
equilibrata e da una vita affettiva serena. Se si considera che il libero fluire del Qi è
sempre in risonanza con i cicli nictemerali e stagionali avremo un’idea di salute intesa
come equilibrio dinamico, come capacità dell’uomo di attuare processi corretti di
adeguamento alla mutevole realtà che lo circonda. Un equilibrio dunque estremamente
complesso, in sintonia con l’immagine della rete di relazioni evocata nell’analisi della
concezione cosmologica dell’antica cultura cinese. Immagine che ci viene del resto
ribadita quando prendiamo in considerazione gli aspetti diagnostici della medicina
cinese, dove non si parla mai di causa primaria di un disturbo ma di quadri di
disarmonia. In presenza di un processo patogeno ciò che si cerca è la correlazione di
tutti gli elementi che hanno concorso al suo insorgere in un momento dato e in un luogo
preciso. Il manifestarsi della malattia può dipendere sia da elementi estranei che
aggrediscono e invadono il corpo, sia dalla degenerazione di un elemento interno che
da normale diventa patogeno. Tra gli aggressori esterni giocano una grande importanza
le sei Energie Climatiche. In questa sede l’interesse sarà però rivolto esclusivamente
ai fattori interni di squilibrio, ed in particolare al rapporto tra Qi ed emozioni, che
interessa direttamente lo psichismo degli Organi di cui ci siamo occupati nel
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precedente paragrafo. I medici cinesi hanno da sempre riconosciuto che i fattori
emozionali hanno un ruolo fondamentale nella salute e nella malattia, e che la vita
emozionale non può essere separata da quella fisico/organica. L’etimologia della parola
emozioni ci riconduce all’idea del mettere in movimento: in quanto stati d’animo che
inducono all’azione e al cambiamento le emozioni non sono di per sé negative, ma
possono diventare distruttive se perdurano e confondono la mente di chi le prova
impedendogli di giudicare obbiettivamente la realtà. L’emozione allo stato patologico
viene solitamente denominata passione, etimologicamente essere colpiti. Nella sfera
emozionale ciò che ci colpisce sono solitamente i desideri, di cui sovente finiamo per
diventare ostaggi per senso di attaccamento, per volontà di accaparrarsi ingenue
sicurezze e false certezze. Per tornare al linguaggio della medicina cinese diremo che
una passione è in grado di sconvolgere lo stato energetico di equilibrio di un
determinato Organo, di diminuire la funzionalità della sua parte più fisica e di alterare
lo stato del suo Shen. Come si legge nel Suwen, il motivo per cui le passioni sono causa
di malattia risiede nel fatto che ostacolano il fluire armonioso del Qi e ne alterano i
movimenti fisiologici.
L’imperatore domandò: “Vorrei sapere da quali energie sono prodotte le cento
malattie”. Qi Bo rispose. “ Quando vi è collera il Qi sale. Quando vi è allegria il Qi si
rilascia. Quando vi sono pensieri ossessivi e preoccupazioni il Qi si annoda. Quando vi è
tristezza il Qi scompare. Quando vi è paura il Qi discende.”
4. Le sette passioni (Qi Qing)
Il Nei Jin cita sette emozioni che influiscono particolarmente sul corpo e che sono
ancora oggi considerate le più importanti nella pratica clinica. In questa sede verranno
analizzate le cinque che si relazionano direttamente agli Organi sede di Shen: la
Collera (Nu) associata al Fegato, la Gioia (Le) associata al Cuore, il Pensiero (Si)
associato alla Milza, la Tristezza (Bei) associata al Polmone, e la Paura (Kong)
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associata ai Reni. Sebbene si tratti di riferimenti universali validi per l’essere umano
in generale, tutte le esperienze riconducibili alla sfera emotiva assumono connotazioni
culturali che si chiariscono se riportate
all’orizzonte di significato in cui sono
maturate. Da questo punto di vista può essere utile accennare brevemente
all’etimologia dei vari termini che designano le emozioni prima di procedere alla
valutazione degli effetti che l’emozione stessa produce sul flusso di Qi. Diremo in
primo luogo che tra tutte le emozioni considerate nell’eziologia interna, solo la Gioia
non ha il radicale “cuore” al suo interno, a testimoniare che la centralità del Cuore
nella sfera dello psichismo è talmente evidente da non avere bisogno di essere
ribadita. L’ideogramma della Collera ci presenta, sopra il radicale “cuore”, l’immagine di
una donna schiava trascinata in catene. La collera è concepita come esplosione di
violenza che puo’ tanto dirigersi verso l’esterno manifestandosi in gesti e frasi
sconsiderate, quanto verso l’interno dove genera odio e ira permanenti perché
repressi. In termini di valutazione diagnostica si afferma che la collera fa salire il Qi:
se si esprime a livelli fisiologici questa salita del Qi verso l’alto è ciò che può liberare
il Cuore dalle catene, ma a livelli patologici da invece luogo a tutte quelle evidenze
fisiche tipiche di una persona in preda ad un attacco d’ira o incapace di liberare
l’aggressività repressa: viso rosso e congestionato, occhi e narici dilatati, mascella
contratta e respiro affannoso nel primo caso, mal di testa battente e ipertensione
cronica nel secondo. Quanto alla Gioia, per la cultura cinese antica si può identificare
con la serenità che si prova nella contemplazione delle acque tranquille di un lago che
riflettono il paesaggio: è la serenità di vedere e accettare le cose così come sono, è
sentirsi connessi con il Tutto per quel movimento di espansione che fisiologicamente
corrisponde all’attività del Cuore di diffusione di Sangue e Shen. La Gioia smodata
porta invece un sovraccarico di stimoli, un rincorrere tutti i più eterei miraggi con
conseguente fuga di essenze vitali e di Qi fuori dal corpo. In questo quadro è
facilmente riconducibile l’esperienza di chi, alla ricerca di esperienze limite, crede di
assaporare la vertigine dei sensi ma poi si ritrova esausto nel corpo e vuoto nell’anima.
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A livello organico, questa dispersione del Qi in corrispondenza del petto si ripercuote
sulla funzionalità del Cuore, vittima di palpitazioni, e dei Polmoni, soggetti a respiro
ansimante e irregolare. Il carattere Si, Pensiero, è rappresentato in alto dal Cervello
ed in basso dal Cuore. E’ dunque l’armonia tra Cervello e Cuore che per la medicina
cinese permette lo sviluppo delle facoltà mentali. Il Pensiero è l’emozione collegata
alla Milza, che se dal punto di vista fisico si occupa di dar forma alle carni, estraendo
dagli alimenti quelle essenze che il Cuore trasformerà in Sangue e il Polmone in Qi e
distribuendole in tutto il corpo, dal punto di vista psicologico struttura il Pensiero e lo
trasforma in progettualità a cui fa logico seguito l’azione. Se questo naturale sviluppo
si blocca nella fase di riflessione, il Pensiero non trova la via per dispiegarsi e si
innesca il processo patologico: il Qi annodato al centro, perché al centro si svolge la
funzione della Milza, produce tanto una rimuginazione mentale quanto disturbi
digestivi. Nel carattere Bei, Tristezza, al di sopra del solito radicale “cuore” troviamo
una persona che si oppone a se stessa, schiena contro schiena, come un palese rifiuto
alla vita che caratterizza le sindromi depressive. La Tristezza è emozione legata al
Polmone. Con il suo linguaggio fatto di simboli e di analogie, ancora una volta il pensiero
cinese è in grado di anticipare una delle evidenze cliniche diventate oggi dato acquisito
della letteratura medica: le forme depressive indeboliscono gravemente il sistema
immunitario. Tradotto nei termini della saggezza orientale la Tristezza porta attacco
al Polmone che controlla la Wei Qi, l’energia difensiva dell’organismo. Anche la
Tristezza può essere un dono, una porta di ingresso ai recessi più intimi della nostra
interiorità, uno sguardo capace di contemplare l’infinità del Cielo anche quando
l’orizzonte si fa più angusto e buio. Ma in presenza di un processo patologico, che dal
raccoglimento in se stessi conduce all’incapacità di guardare ed agire nel mondo, il Qi
si deprime e si abbassa, con conseguente decadimento di tutte le funzioni fisiche e
mentali. La Paura patologica secondo la medicina cinese porta attacco ai Reni.
Conosciamo tutti, magari per averne fatto esperienza diretta in situazione di pericolo,
la funzione di questa emozione nell’esercizio dell’istinto di sopravvivenza. Non
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dovrebbe quindi sorprenderci che la sede si questa emozione siano proprio i Reni,
custodi come già sappiamo della nostra Essenza Vitale (Jing) e responsabili della
trasmissione della vita e della sua memoria iscritta nel patrimonio genetico. Sempre in
riferimento ai Reni è inoltre noto come una paura violenta possa farci perdere il
controllo della minzione. L’ideogramma Kong designa un oggetto che viene percosso,
simile al grande tamburo che si era soliti far risuonare nei villaggi per annunciare un
pericolo. Il ritmo incalzante ricorda inoltre il battito del Cuore, sottostante nella
grafia, di una persona impaurita. Se però la Paura fisiologica serve la vita avviando
tutti quei processi fisiologici che ci preparano individualmente ad affrontare
l’emergenza in maniera simile a quanto faceva collettivamente il suono del tamburo, la
Paura patologica la paralizza. La Paura congela il Qi, come scrivono i testi classici, e
quindi produce un blocco come abbiamo visto fare al Pensiero e alla Tristezza. Si
tratta però a ben vedere di dinamiche diverse. Il Pensiero che torna sempre sullo
stesso oggetto è un movimento che non va da nessuna parte, La Tristezza è come un
macigno che opprime il Cuore e comprime verso il basso, mentre la Paura è come uno
stato di sospensione in cui tutto potrebbe accadere ma nulla accade. Il blocco in
questa ultima situazione riguarda lo Zhi, il voler vivere, per una incapacità di
accogliere l’incessante flusso del divenire che ogni giorno cambia i contorni del nostro
essere nel mondo e che ci rivela la nostra costituiva natura mortale. Ma a congelarci
sono spesso le sicurezze dietro a cui ci barrichiamo, cercando inutilmente di arginare,
contenere e deviare il fiume della vita dal suo naturale corso.
5. Conclusione
Un rapido congedo da questo lavoro richiede una avvertenza teorica e metodologica.
Le corrispondenze tra Qi, Emozioni ed Organi non vanno applicate in maniera
meccanica, come nulla vi è di meccanico in un orizzonte culturale che alla linearità del
modello scientifico preferisce la complessità sistemica del linguaggio simbolico. La
psicanalisi ci ha insegnato che la psiche umana è incline a mascherare le emozioni
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scomode, e a manifestarle in maniera distorta. In tutti i casi è quindi importante
conoscere la storia individuale del paziente, per vedere se i comportamenti che più o
meno consciamente rivela siano in diretta connessione con il fattore maggiormente
responsabile del quadro di disarmonia o se testimonino uno spostamento verso aspetti
fisici e mentali ugualmente importanti per la valutazione diagnostica ma in rapporto di
derivazione rispetto al nucleo centrale del problema. Bottalo fa l’esempio di una
persona che invece di manifestare direttamente la Collera con grida ed emicranie la
elabora in forme di riflessione ossessivi-compulsivi che danno luogo a comportamenti
rituali compiuti per sentirsi in pace, come ad esempio chiudere il gas venti volte prima
di lasciare la casa per le vacanze. In questo caso, ad esplicare il quadro complicandolo,
potrebbe intervenire la Legge dei 5 movimenti, con il Legno che abusa della sua
funzione di controllo sulla Terra e ne lede le funzioni fisiche e mentali, ma questa è
un’altra storia.
BIBLIOGRAFIA
Fabrizia Berera, Ideogrammi della salute, Red edizioni, Milano, 2007.
(se volete capirci qualche cosa di quanto sopra, leggete questo libro da cui ho attinto
in maniera selvaggia, sconsiderata e per me inusitata…per intenderci non ho inserito
note e citazioni perché sarebbero state più lunghe del testo stesso).
Franco Bottalo, Il cammino dell’anima in medicina cinese, Xenia Edizioni, Milano, 2008.
(suggestivo, creativo, obbiettivo?, una piacevole lettura ma io busserei prima dalla
Berera).
Ted J. Kaptchuk, Medicina cinese. Fondamenti e metodo, Red edizioni, Milano, 2007.
(anche se non tratta nello specifico dell’argomento della tesina, è un testo utilissimo a
fare chiarezza su tanti concetti generali che non certo per colpa dell’autore mi sono
rimasti ancora oscuri)
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TAVOLA DEI PUNTI SHU DEL DORSO ASSOCIATI AGLI SHEN
SHU DEL DORSO (ramo esterno del canale della VESCICA)
V 42 Po Hu
Porta del Po
Polmone
3ª vertebra dorsale
V 44 Shen Tang
Palazzo dello Shen
Cuore
5ª vertebra dorsale
V 47 Hun Men
Porta dello Hun
Fegato
9ª vertebra dorsale
V 49 Yi She
Dimora dello Yi
Milza
11ª vertebra dorsale
V 52 Zhi Shi
Dimora dello Zhi
Reni
2ª vertebra lombare
TAVOLA DEI PUNTI SHEN *
PUNTI SHEN
Shen Men (C 7)
Porta dello Shen
Shen Tang (V 44)
Palazzo dello Shen
Shen Feng (R 23)
Sigillo dello Shen
Shen Cang (R 25)
Deposito dello Shen
Ben Shen (VB 13)
Radici dello Shen
Shen Que (VC8)
Cancello dello Shen
Shen Dao (VG 11)
Sentiero dello Shen
Shen Ting (VG 24)
Corte dello Shen
* Da un punto di vista anatomico i Punti Shen sono tutti collocati in alto; torace, parte
alta della schiena e testa. Fa eccezione solamente VC 8, localizzato sull’ombelico, luogo
che ci ricorda la nostra appartenenza al Tutto, da cui ci siamo separati proprio con il
taglio del cordone ombelicale.
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