E GuidE - Fastweb

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E GuidE - Fastweb
A pri le | 2 0 16
E G uide
Dalla A di agricoltura alla U
di utility, passando attraverso
la E di edilizia e la M di
manifattura. Diversi sono
i settori che hanno subìto
l’impatto dell’Internet of
Things. In alcuni casi queste
tecnologie permettono di
migliorare la produttività,
come avviene nell’agricoltura
di precisione o nella smart
industry. In altri, invece,
consentono di migliorare la
qualità: della vita delle persone,
della loro salute, dell’ambiente
o dei servizi erogati dalla PA.
Con impatti evidenti (si parla
di qualche punto percentuale)
sui PIL nazionali.
Gli scenari
applicativi
dell’Internet
of Things
• Smart environment: l’IoT che migliora la qualità
dell’aria
• Telesorveglianza 2.0 e wearable per ottimizzare
la gestione dei rischi in ambito assicurativo
• La fibretronica che rivoluziona il fashion
• Sanità più “smart” ed economica con l’eHealth
Gli scenari applicativi dell’Internet of things
.1.
Tutte le facce
del web degli oggetti
D
iversi sono gli ambiti applicativi dell’Internet degli oggetti. Siamo in una fase di
sperimentazione in alcuni ambiti - come il precision farming - mentre per altre applicazioni
come lo smart metering l’Italia fa da apripista nel Vecchio Continente. L’IoT, è opinione
diffusa degli analisti, si prepara a scardinare
le modalità con le quali le amministrazioni
pubbliche erogano i propri servizi, le aziende
producono e distribuiscono, i privati cittadini consumano. Le organizzazioni si trovano,
quindi, a un bivio: innovare oppure preservare
i vecchi modelli? Le ricerche dimostrano che,
in tutto il mondo, c’è una maggior consapevolezza rispetto al passato sulle opportunità offerte dal web degli oggetti.
Analizziamo in dettaglio quali sono le applicazioni IoT più diffuse nelle diverse industry.
Agricoltura: agromotica, precision
e vertical farming, smart agriculture
Nel settore dell’agrifood gli investimenti in tecnologie sono stati spesso concentrati nella parte a valle della filiera agroalimentare, quella più
vicina al consumatore. Da qualche tempo, però,
stiamo assistendo alla sperimentazione, anche
in Italia, dell’agromotica. Questa disciplina si
fonda sull’utilizzo di tecnologie, sensori, droni
e software nella produzione agricola con l’idea
di monitorarla, analizzarne la resa (e gli even| 2 |
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tuali problemi) e mettere in atto misure utili
a renderla più sana e produttiva. L’utilizzo di
sensori e applicazioni basate sul paradigma IoT
permette ai moderni agronomi di monitorare
lo stato di salute delle piante, diffondere in maniera selettiva e mirata, sulla scorta dei dati di
produzione rilevati, antiparassitari e fitofarmaci. Che si tratti di spruzzare concime o di inserire nel terreno i semi alla giusta distanza, il ruolo
delle tecnologie IoT in quello che viene definito
precision farming è fondamentale per ottimizzare la gestione agronomica. Equipaggiando i
droni con termocamere e sensori sarà possibile
ottenere immagini multispettrali che identificano chiaramente le zone del terreno più in salute
e quelle che, invece, necessitano di un interven-
il precision farming
Secondo il report “Precision Farming Market Global Forecast 2020” di Markets & Markets, il
giro d’affari globale legato all’agricoltura di precisione dovrebbe crescere a un tasso medio annuo dell’11,7% da qui al 2020, quando raggiungerà i 4,8 miliardi di dollari
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to a sostegno della produttività. Grazie all’integrazione dei sistemi GPS nello sterzo di trattori
e macchine agricole per il dosaggio variabile seminatrici di precisione, irroratrici, spargiletame, concimatrici, mietitrebbiatrici -, il mezzo
sarà in grado di mappare automaticamente le
zone del campo nelle quali rilasciare un quantitativo maggiore di sostanze concimanti, fitofarmaci o antiparassitari. Expo 2015 ha dato un
forte impulso alle sperimentazioni in ambito
smart agriculture e smart logistics per la filiera alimentare, anche se si fatica ancora a uscire
dallo stadio empirico.
I risultati dei primi progetti sono, però, incoraggianti: secondo un modello messo a punto
dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano
per il settore vitivinicolo biologico, grazie all’agricoltura smart è possibile ridurre del 30-40%
l’uso di risorse idriche e del 40% il numero di
trattamenti fitosanitari, assicurando il recupero
degli investimenti sostenuti in tecnologie IoT
nell’arco di un anno per le aziende agricole di
grandi dimensioni (fino a 50 ettari) e nell’arco
di 3 anni e mezzo per le realtà più piccole (fino
a 5 ettari).
Ambiente: smart environment
L’integrazione di sensori intelligenti con software e servizi in progetti di nuova sostenibilità ambientale permette di fare enormi passi
avanti nella lotta al cambiamento climatico,
migliorando al contempo la qualità di vita dei
cittadini.
I benefici tangibili dello smart environment
(l’IoT applicato alla conservazione dell’ambiente) sono molteplici. L’efficienza energetica, an| 3 |
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zitutto. L’integrazione di fotosensori nei sistemi
d’illuminazione pubblica a LED, per esempio,
permette di tarare la potenza e la luminosità
dei lampioni in relazione alla durata effettiva
della luce naturale, contenendo i consumi. Ma
non vanno dimenticati i benefici in termini di
efficienza operativa, perché l’utilizzo dei dati
provenienti dai sensori permette di attuare interventi di manutenzione preventiva volti a
ridurre il numero di guasti e, di conseguenza,
le ore di disservizio. Anche l’utilizzo migliore
degli spazi-ufficio può trarre notevoli benefici
dall’IoT. Grazie ai sensori e ai software d’intelligenza integrata, sarà possibile ottimizzare
l’occupazione degli uffici - favorendo le nuove
modalità di produttività individuale come lo
smart working-, riducendo i costi relativi ai canoni di affitto e le emissioni di CO2. Non solo.
Tarando in modo intelligente illuminazione,
riscaldamento e condizionamento sulla base
delle preferenze dei singoli (ma anche delle
condizioni ambientali), la bolletta energetica
sarà più “leggera” e i dipendenti più soddisfatti.
Non da ultimo, l’aspetto della sicurezza: combinando sensori di fumo, videocamere di ultima
generazione e software di allerta sarà possibile
accelerare gli interventi di emergenza a fronte
di incidenti o eventi catastrofici come terremoti
o allagamenti.
Assicurazioni: smart car,
smart home, videosorveglianza 2.0
L’IoT non è un concetto nuovo nel settore assicurativo, dove già da anni le compagnie (soprattutto quelle statunitensi) promuovono polizze auto usage based. In attesa dell’arrivo di
auto connesse in modo nativo (direttamente in
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fase di produzione), aumenta a tassi sostenuti la
diffusione dei box GPS/GPRS nelle smart car. Si
tratta di soluzioni che rappresentano un’evoluzione della scatola nera con cui sono equipaggiati gli aerei e i moderni treni e tram. Alcune
aziende hanno già creato app per smartphone
che monitorano lo stile di guida dell’assicurato, registrando i chilometri percorsi, la velocità
media, le accelerazioni e i sorpassi. I dati registrati vengono utilizzati per elaborare un profilo cliente più attendibile, integrando così altre
informazioni quali età o zona di residenza, per
calcolare il premio assicurativo più giusto. Chi
guida in modo più virtuoso e prudente avrà
quindi diritto a sconti sul costo della polizza.
Altro ambito applicativo è quello delle polizze
vita, infortuni e sanitarie, dove le compagnie
stanno sperimentando nuove soluzioni IoT
wearable - come fitband o smart watch - che
offrono una visione più precisa dello stile di
vita e dei progressi compiuti dagli assicurati
in merito a programmi di riabilitazione e fitness per “tarare” di conseguenza il valore dei
premi e delle polizze. Con l’oggetto addosso,
l’assicurato memorizza e invia a una piattaforma dedicata i suoi dati quotidiani sull’attività
fisica, sulla qualità del sonno, sulla frequenza
cardiaca. In questo, la compagnia assicurativa
è in grado di selezionare gli utenti a basso rischio e, profilando i loro dati, sarà in grado di
plasmare le offerte da proporre al mercato in
base ai diversi target.
Seppure ancora agli esordi in Italia, come rilevato dall’ultima Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management
Politecnico di Milano, alcune compagnie di
assicurazione offrono già contratti che sfrut-
Edilizia: Smart building e smart home
Quello degli edifici intelligenti è un mercato
che sta crescendo molto rapidamente. Secondo i dati di Navigant Research, infatti, il giro
d’affari globale legato ai BEMS (Building Energy Management Systems - sistemi di gestione
dell’energia negli edifici) passerà dai 2,8 miliardi di dollari del 2016 a quasi 11 miliardi di dollari nel 2024. I BEMS permettono di tradurre i
dati registrati dai sensori posizionati all’interno degli edifici in informazioni utili a ridurre
i consumi energetici - grazie al massiccio impiego di fonti rinnovabili, all’energy storage
(la possibilità di immagazzinare e rilasciare in
momenti diversi l’energia accumulata) e all’integrazione di infrastrutture per la ricarica dei
veicoli elettrici - senza compromessi sulla vivibilità degli spazi. I nuovi edifici sono capaci
di gestire in automatico le risorse e le necessità
energetiche, migliorando l’efficienza complessiva e contribuendo a contenere le emissioni di
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sensori e smart home
L’analista Navigant Research stima che il giro
d’affari globale dei sensori impiegati negli edifici intelligenti crescerà al tasso medio annuo del
12%, passando dagli attuali 1,16 milioni a 3,22 milioni di dollari nel 2025
tano gli oggetti connessi all’interno delle abitazioni per garantire servizi di assistenza h24
in caso di guasti agli elettrodomestici o agli
impianti, incendi, fughe di gas… garantendo
anche sconti sulle polizze.
Gli scenari applicativi dell’Internet of things
Smart home: +21% anno su anno
Secondo Gartner, il numero di oggetti
connessi nelle smart home (elettrodomestici Wi-Fi enabled, sensori ma
anche servizi di automazione)
sarà di quasi 340 milioni a fine
2016, facendo registrare un incremento del 21% rispetto al 2015
CO2. La domotica svolge un ruolo importante
nel rendere intelligenti apparecchiature di videosorveglianza, elettrodomestici, impianti e
sistemi.
A un livello superiore la smart home cede il
passo allo smart building. L’edificio intelligente attua una gestione integrata e automatizzata
degli impianti (climatizzazione, distribuzione
acqua, gas ed energia, videosorveglianza), delle
reti informatiche e di quelle di comunicazione,
migliorando il comfort, la qualità di vita e di lavoro, la sicurezza e l’efficienza energetica all’interno degli edifici. L’impianto di condizionamento, per esempio, grazie ai sensori distribuiti
all’interno degli appartamenti, collegati in rete
e integrati all’interno di piattaforme software di
nuova generazione, sarà in grado di programmarsi in totale autonomia sulla base del numero di persone presenti nelle stanze, del calore
interno ed esterno, del tasso di umidità e delle
preferenze espresse dai condomini. L’impianto
di sicurezza, invece, rileverà attraverso i sensori
eventi quali fughe di gas, intrusioni o incendi e
sarà predisposto per allertare in automatico le
forze dell’ordine e coordinare al meglio i servizi
di soccorso.
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La survey dell’Osservatorio Internet of Things
sulla Smart Home, svolta in collaborazione con
Doxa, mostra come in Italia un proprietario su
quattro disponga già di almeno un oggetto
intelligente per la sua abitazione e uno su
due abbia intenzione di acquistarne almeno
uno nel prossimo futuro. Le applicazioni più
richieste sono quelle che generano benefici tangibili come quelle per la sicurezza, che interessano al 47% dei proprietari, o per il risparmio
energetico: il 46% degli inquilini è interessato
a soluzioni per la gestione del riscaldamento, il
33% a quelle per il monitoraggio dei consumi
energetici e il 31% a quelle per la gestione da
remoto degli elettrodomestici.
Fashion: eTextiles, smartwear
Gli eTextiles, spesso chiamati anche smartwear, smart garments, smart clothing, smart
textiles o smart fabrics sono tessuti che incorporano microscopici oggetti intelligenti.
Possono essere suddivisi in due grandi catego-
BEMS: $10,8 miliardi nel 2024
Secondo un report dell’analista Navigant Research, il giro d’affari globale legato ai BEMS (sistemi di gestione dell’energia negli edifici) passerà
dai 2,8 miliardi di dollari del 2016 a 10,8 miliardi di
dollari nel 2024
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rie: quelli che migliorano l’estetica del capo e
quelli che migliorano le prestazioni dell’outfit.
Un esempio dei primi sono i tessuti che si accendono o quelli che cambiano colore. Alcune
stoffe si caricano di energia reagendo al calore o ai suoni. I tessuti pensati per migliorare
le prestazioni di chi li indossa sono già stati
sperimentati nel settore della difesa, nell’aerospaziale e nell’agonismo sportivo. Permettono
di regolare la temperatura corporea, ridurre
la resistenza al vento (migliorando l’aerodinamicità) e schermarsi contro alcuni pericoli
ambientali (come le radiazioni solari o il forte
calore).
Sperimentazioni note sono anche quelle declinate sui settori salute e bellezza, con stoffe pensate per rilasciare in continuo farmaci
contro il diabete o, ancora, con tessuti dalle
provate proprietà anti age. Tutte queste sperimentazioni si fanno rientrare nell’ambito della
cosiddetta “fibretronica”, che esplora le modalità per miniaturizzare e integrare funzionalità
Sensoristica IoT:
$3,2 miliardi nel 2025
Navigant Research stima che il giro d’affari mondiale legato alla sensoristica avanzata in ottica
IoT dovrebbe crescere dagli attuali 1,2 miliardi di
dollari a circa 3,2 miliardi nel 2025
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di sensoristica e intelligenza diffusa all’interno
delle fibre tessili.
Fitness: biometric clothing,
smart sportswear, activity tracker
I sensori IoT posizionati all’interno delle scarpe da corsa sono stati probabilmente tra i primi
oggetti intelligenti applicati su larga scala: ci ha
pensato, infatti, il colosso dello sportswear Nike
nel lontano 2006.
L’abbigliamento sportivo intelligente permette di tradurre i dati - temperatura corporea,
sudorazione, frequenza cardiaca, pressione…- rilevati a contatto con il corpo umano in
consigli utili a migliorare le prestazioni agonistiche. Ormai molti equipaggiamenti sportivi
- calzini, t-shirt…- sono in grado di misurare
le performance e trasferirle, per visualizzarle
e analizzarle, al proprio smartphone, notebook o console. Durante US Open di tennis del
2014, ad esempio, il noto stilista Ralph Lauren
ha dato in dotazione ai raccattapalle le proprie
t-shirt biometriche che, collegate a un’app,
hanno permesso di tenere traccia delle distanze percorse, calorie bruciate, intensità dei movimenti…
Gli activity tracker - sotto forma di smart band
o smart watch - sono braccialetti di gomma e
orologi che, collegati allo smartphone attraverso un’app, permettono di visualizzare graficamente i metri percorsi da un podista, le calorie
bruciate, i livelli di glucosio nel sangue, le pulsazioni e perfino la qualità del suo sonno.
Ovviamente, sia i tessuti intelligenti sia gli smart
band potranno essere facilmente integrati con
le applicazioni di geolocalizzazione, in modo
da ampliare la quantità di dati statistici rilevati
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in merito alle performance, le calorie bruciate,
la distanza percorsa, la velocità media, il tempo
e la pendenza del tracciato.
Manufacturing: smart industry,
industry 4.0, smart manufacturing
Con l’aiuto dell’Internet of Things, le fabbriche
si trasformano. Si parla di smart manufacturing per indicare quella visione degli opifici del
futuro in cui l’efficienza e la competitività aumentano di diverse grandezze grazie alle tecnologie digitali, che abilitano l’interconnessione e
la cooperazione tra le risorse (asset fisici, personale e informazioni), siano esse interne alla
fabbrica o distribuite lungo la catena del valore. Si fa riferimento a queste applicazioni come
all’Industrial Internet o, anche, come ai sistemi
cyberfisici.
L’IoT offre ai produttori la possibilità di anticipare e correggere gli errori di produzione più
rapidamente, ridurre i tempi di interruzione e
automatizzare gli interventi di manutenzione.
La tracciabilità degli asset intelligenti permette un miglior controllo della logistica, grazie al
monitoraggio in tempo reale delle spedizioni.
La maggior parte dei processi cui si riferisce
l’industrial IoT riguarda le aree della produzione, logistica, manutenzione, qualità e sicurezza, quindi tutte quelle a valle della catena
della fornitura. Nessuna sperimentazione, invece, emerge a livello di smart plannning, ovvero le attività a monte della catena del valore.
La capacità di gestire in modo completamente
integrato, tra sedi diverse, gli acquisti e i processi di produzione, distribuzione e inventario
parrebbe, quindi, ancora un miraggio anche se
IDC per il 2020 prevede che circa l’80% delle
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aziende manifatturiere mondiali sarà totalmente smart.
PA: smart city e smart urban
infrastructure (SUI)
L’IoT dimostra di essere la tecnologia abilitante
delle città intelligenti. Nonostante le numerose
iniziative avviate nel corso degli ultimi anni,
però, poche sono riuscite a superare lo stadio
di sperimentazione e nel complesso lo scenario
italiano rimane ancora a macchia di leopardo.
I dati dell’Osservatorio Internet of Things della
School of Management del Politecnico di Milano mettono in luce come il 50% dei comuni
italiani con oltre 40.000 abitanti abbia avviato
negli ultimi 3 anni almeno un progetto smart
city basato su tecnologie IoT. Ma con l’eccezione di alcune applicazioni per il monitoraggio
del traffico, si tratta d’iniziative confinate alla
mera sperimentazione. Raccolta rifiuti, trasporti pubblici e illuminazione sono gli ambiti
più interessanti per le municipalità, ma in futuro si guarda anche ai servizi turistici. L’Osserva-
energia “intelligente”
Secondo Navigant Research, il mercato mondiale
delle soluzioni di smart energy per le smart city
passerà dai 7,3 miliardi di dollari del 2015 a 21 miliardi nel 2024, corrispondenti a un investimento
complessivo di quasi 140 miliardi di dollari
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Gli scenari applicativi dell’Internet of things
ce smart metering fondato sui contatori intelligenti a un approccio definito energy cloud o
smart grid. Lo smart grid implementa un’infrastruttura interconnessa che combina tecnologie
intelligenti lato domanda con l’interesse verso
le energie rinnovabili, sempre più spesso contemplate in abbinamento alle fonti energetiche
tradizionali. Il tutto in ottica di creazione di
nuovi ecosistemi energetici urbani.
Il prossimo passo è sfruttare al meglio le sinergie, creando quelle che l’Osservatorio Internet
of Things definisce Smart Urban Infrastructure (SUI). Cosa sono le SUI? Si tratta d’infrastrutture coordinate e interconnesse, che non
passano per le reti di comunicazione tradizionale ma su connessioni cellulari e wireless - in
particolare il Wi-Fi pubblico, sul quale tutte le
amministrazioni stanno investendo per ampli-
Smart city
IL 50% DEI COMUNI CON PIU’ DI 40.000 ABITANTI HA AVVIATO
ALMENO UN PROGETTO NEGLI ULTIMI 3 ANNI
3%
GESTIONE
DELLA MOBILITA’
RACCOLTA
RIFIUTI
ILLUMINAZIONE
INTELLIGENTE
GRAZIE A UNA ADOZIONE PERVASIVA DI QUESTE SOLUZIONI
RISPARMIEREMMO
4,2
5 3%
giorni/anno
mln tonnellate
CO2/anno
Il risparmio a livello
di sistema Paese
Il risparmio per
ogni city/user
Il risparmio
per l’ambiente
evitando di passarli in coda nel traffico sulla propia auto
o sui mezzi pubblici oppure alla ricerca di un parcheggi libero
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7,2
mld/anno
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Fonte: Osservatorio Internet of Things School of Management Politecnico di Milano, 2015
torio stima che un’adozione pervasiva a livello
di sistema Paese dalle applicazioni d’illuminazione intelligente, gestione della mobilità e raccolta rifiuti potrebbe far risparmiare complessivamente 4,2 miliardi di euro l’anno, tagliando
l’emissione di CO2 di 7,2 milioni di tonnellate
e facendo risparmiare ai singoli cittadini quasi
5 giorni l’anno - ovvero il tempo speso mediamente in coda nel traffico o alla ricerca di un
parcheggio.
Secondo Navigant Research il mercato mondiale delle soluzioni di smart energy per le smart
city passerà dai 7,3 miliardi di dollari del 2015
a 21 miliardi nel 2024, corrispondenti a un investimento complessivo di quasi 140 miliardi di
dollari. Questo trend viene inquadrato dall’analista come parte di un più ampio processo di
transizione del settore dell’energia dal sempli-
Gli scenari applicativi dell’Internet of things
ficare i benefici economici delle città intelligenti
- basate sulle tecnologie IoT. All’interno della
Ricerca si è dimostrato che la creazione di una
SUI improntata sull’offerta di tre servizi (smart
metering gas, illuminazione e raccolta rifiuti
intelligenti) in una città di medie dimensioni
consente un risparmio del 25%-50% sui costi
d’investimento e del 50%-70% su quelli operativi, rispetto a una realizzazione non coordinata
degli stessi servizi.
Retail: smart retail
L’Internet of Things è un fattore di cambiamento chiave per la customer experience nel
comparto retail. Ne abbiamo avuto una prova
con il supermercato del futuro realizzato all’interno dell’Expo 2015. L’IoT nei negozi e nei
punti vendita combina robotica, sensoristica,
app per smartphone e reti wireless per offrire
ai consumatori informazioni e dati sulla provenienza delle materie prime ma anche curiosità,
opinioni, ricette… Queste soluzioni permettono di veicolare informazioni che hanno lo
scopo di stimolare l’acquisto con promozioni o
proposte di cross e up selling, come prodotti e
servizi collegati o garanzie estese.
Altro aspetto che avrà, nel prossimo futuro,
un impatto deciso su questo settore è quello dell’IoT legato alle modalità di pagamento.
Secondo Gartner, il futuro dei pagamenti nel
settore della distribuzione è tutto o quasi wearable e IoT. Nei mercati più maturi, infatti,
i consumatori si stanno abituando a utilizzare smartphone - ma anche smart band, smart
watch e, in generale, dispositivi indossabili per gestire gli acquisti. Cambiano, quindi, le
abitudini degli acquirenti e parallelamente si
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diffondono nel mondo soluzioni e applicazioni di “wearable payment” sempre più affidabili
e facili da usare, tanto che l’analista si spinge
a prevedere che entro il 2018 il 50% dei consumatori in Europa, Giappone e Nord America pagherà i propri acquisti unicamente via
smartphone e dispositivi indossabili.
Sanità: eHealth e telemedicina
Sono numerose le opportunità sociali offerte
dai dispositivi medicali collegati in rete (il cosiddetto eHealth). Si va dagli indossabili, utili
per monitorare da remoto i soggetti con particolari patologie ai mini device temporaneamente ingeribili (come microcamere o videocapsule), in grado di rendere meno invasivi e
più accurati alcuni esami clinici come le enteroscopie. La telemedicina – nelle diverse forme di
televisita, teleassistenza e teleconsulto – in futuro andrà a integrarsi (non a sostituire!) il tradizionale ricorso alle visite mediche in una sorta
di vero e proprio “ambulatorio a domicilio”. Il
monitoraggio a distanza dei pazienti più critici - quelli geriatrici o con patologie particolari
come il diabete e le insufficienze cardiache - è
già oggetto di parecchie sperimentazioni in Italia. Il controllo da remoto si rivela una soluzione efficace soprattutto nella gestione delle patologie ad alto rischio di riacutizzazioni. Permette
di abbattere i ricoveri - fino al 20-30% in meno
secondo l’Asl 1 di Avezzano, in Abruzzo, che già
la attua concretamente sui pazienti geriatrici.
I valori di glicemia, peso e pressione arteriosa
misurati a casa dall’anziano vengono acquisiti
e memorizzati dal suo smartphone e poi inviati online, in tempo reale, al medico di famiglia
o allo specialista dell’ospedale, che saranno in
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grado di intervenire tempestivamente sulla terapia e prevenire crolli del quadro clinico.
controllo degli accessi in aree pubbliche come
ZTL (Zone a traffico limitato), ospedali, stazioni o aeroporti.
Sicurezza: telesorveglianza, smart ID
Le potenzialità di crescita dell’Internet degli oggetti in ambito sicurezza sono legate soprattutto
alla diffusione della videosorveglianza IP nelle
piccole e medie imprese e alle opportunità d’integrazione tra videosorveglianza e controllo degli accessi. Per l’utenza domestica, invece, sono
i servizi di sicurezza gestita in remoto a funzionare, anche perché le compagnie di assicurazione offrono sconti sulle polizze ai “virtuosi”
della moderna videosorveglianza intelligente.
In futuro anche le autorità governative centrali
e locali si candidano a svolgere un ruolo fondamentale nel potenziare gli ambiti applicativi
della videosorveglianza di nuova generazione,
nell’ambito di quella che viene spesso chiamata
smart identification (smart ID). Le telecamere moderne sono, di fatto, dei sensori e costituiscono il nodo di una rete di monitoraggio e
controllo che permette di amplificare le capacità d’identificazione per finalità di pubblica sicurezza, arrivando a un livello di dettaglio delle
immagini che permette di risalire all’identità di
un singolo individuo all’interno di una folla di
decine di migliaia di soggetti.
I ricercatori sottolineano come la crescita non
mancherà anche nel segmento dell’intelligent
video declinato sui trasporti pubblici, le ferrovie e la sanità, che contribuirà a migliorare l’efficienza delle imprese pubbliche o partecipate
in un’ottica di vero e proprio CRM, inteso come
Citizen Relationship Management. L’approccio
è replicabile in diversi ambiti, dal controllo ambientale di parchi e giardini alla sorveglianza e
Trasporti: intelligent
fleet management, smart car
La gestione delle flotte è stata una delle prime
applicazioni concrete dell’IoT e rimane oggi
tra le più promettenti in termini di generazione di valore aggiunto. Consente, infatti, di aumentare l’efficienza complessiva delle attività
operative assegnando e adattando gli ordini di
lavoro in modo automatico, facendo risparmiare all’azienda tempo e carburante. I mezzi commerciali “appcessoriati” permettono di tenere
sotto controllo in qualsiasi momento, grazie a
cruscotti facilmente consultabili, la posizione
della spedizione, i tempi di consegna, l’orario di
lavoro del conducente, la velocità di marcia e
il comportamento alla guida. Con le auto connesse, i produttori saranno in grado di raccogliere informazioni precise sulla tipologia e la
frequenza di utilizzo del mezzo e saranno messi
al corrente immediatamente di eventuali malfunzionamenti.
Altro fronte tecnologico sul quale tutte le case
automobilistiche scommettono - come dimostrano i prototipi presentati in occasione delle
ultime fiere di settore - è quello delle cosiddette smart o connected car. McKinsey stima che
il giro d’affari collegato a questa innovazione
toccherà i 170 miliardi di dollari nel 2020 (attualmente è meno di 30). Per Business Insider,
invece, entro lo stesso anno saranno in circolazione nel mondo 220 milioni di connected car
e per Gartner addirittura 250 milioni. Si parla di smart car come di quelle automobili che
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integrano sistemi avanzati di connessione tra i
diversi veicoli e con l’infrastruttura circostante
(illuminazione pubblica, semaforistica…).
Le opportunità offerte da questo unicum tecnologico sono molteplici: si va dalla prevenzione
degli incidenti al decongestionamento del traffico cittadino e autostradale, dall’offerta di nuovi modelli assicurativi (pay per use) alle informazioni georeferenziate sulla viabilità.
Utility: smart metering e smart grid
La Direttiva Efficienza Energetica del 2012
impone un obiettivo di risparmio pari al 20%
degli attuali consumi energetici in Europa, da
realizzarsi entro il 2020. Se i paesi membri riuscissero nell’intento, i risultati ottenuti permetterebbero di spegnere 400 centrali elettriche
(dati Commissione Europea). Questo impone
ai paesi membri di provvedere alla sostituzione di almeno l’80% dei contatori elettrici tradizionali con i nuovi smart meter. E per una
volta l’Italia non è il fanalino di coda, anzi. Il
Bel Paese svetta in testa al Vecchio Continente
(dati Anie Federazione) grazie ai 34 milioni di
contatori elettrici intelligenti in servizio, che
raggiungono il 97% circa della popolazione.
Secondo la stessa fonte, a fine 2014 erano stati
installati nel nostro Paese circa 300.000 contatori smart gas su un totale di circa 21 milioni
di utenze (l’1,5% del parco residenziale nazionale) e gradualmente si punta a raggiungere
l’obiettivo di 12 milioni di installazioni (il 60%
delle utenze) entro il 2018.
Con gli smart meter, i cittadini possono avere
in tempo reale le informazioni sui loro consumi e comunicare da remoto le letture. Ma sono
molti i vantaggi anche per i gestori delle reti
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di distribuzione, che grazie a questi dispositivi sono in grado di ottenere informazioni dettagliate sull’utilizzo dell’energia da parte degli
utenti, ridurre le spese operative e rilevare in
modo rapido i malfunzionamenti senza dover
intervenire sul posto. Le prime installazioni di
smart meter si focalizzano sulle applicazioni
di demand response (DR), che permettono di
migliorare l’efficienza energetica nei confronti
dell’utenza domestica e di applicare tariffe dinamiche, variabili sulla base dei picchi di domanda e delle abitudini di consumo. In futuro,
però, l’idea è di sfruttare le reti di comunicazione predisposte per collegare in rete i contatori
intelligenti in un’ottica più ampia (smart grid).
L’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (Aeegsi) promuove concretamente la diffusione delle smart grid e ha stanziato
finanziamenti per sei sperimentazioni che includono, oltre allo smart metering multi-utility
su circa 60mila punti di fornitura, diversi ambiti della smart city (illuminazione intelligente,
supporto alla mobilità intelligente e raccolta
rifiuti in testa) in ottica multiservizio. A fronte
dell’attuazione delle normative EU in ambito
smart metering nelle utility, la Commissione
smart car
McKinsey stima che il turnover mondiale legato
alle smart car arriverà a sfiorare 170 miliardi di
dollari nel 2020
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Europea ha ipotizzato che il completo sviluppo delle smart grid porterebbe a un risparmio
dell’energia primaria pari al 9% entro il 2020.
Conclusioni
Semafori intelligenti, automobili connesse, fabbriche smart. Uno scenario che fino a qualche
anno fa pareva fantascientifico è, oggi, realtà.
L’IoT si candida a rivoluzionare non solo il nostro vivere quotidiano ma anche tutto l’assetto
economico, dall’agricoltura alla produzione industriale, per arrivare fino ai servizi. Le aziende
iniziano a comprendere l’importanza di innovare in ottica IoT, anche sulla scorta delle numerose sperimentazioni delle amministrazioni
pubbliche. Ora, però, è tempo di fare sul serio,
ma questo impone delle riflessioni. La gestione della miriade di informazioni prodotte dal
web degli oggetti richiede l’adozione di sistemi analitici altamente performanti, in grado
di supportare i cosiddetti Big Data. Questa
“fame” di connessione e dati si ripercuote già
- e la tendenza sarà estremizzata ancor più nel
prossimo futuro - sul datacenter. Le esigenze di
archiviazione aumentano di parecchi ordini di
grandezza la necessità di spazio storage. Spazio
che, come ben sappiamo, costa e costa parecchio. Anche le connessioni hanno un ruolo fondamentale nell’abilitare l’IoT: le trasmissioni in
alta velocità sono fondamentali per assicurare
quel feedback in real time che molte applicazioni IoT richiedono. Accanto a questo, negli
ambienti industriali aumenta la copertura di
hotspot Wi-Fi utili a creare quell’intreccio di
comunicazioni multidirezionali che rappresenta, di fatto, la trama sulla quale tessere l’ordito
dei nuovi approcci produttivi - Industrial IoT e
industry 4.0 in testa. Tutte queste implicazioni
tecnologiche possono essere affrontate solo se
in azienda si adottano visioni dell’IT che siano
improntate alla filosofia del “servizio” reso alle
linee di business. Il cloud si candida a giocare
un ruolo di primo piano tra le infrastrutture
abilitanti in grado di assicurare la flessibilità
operativa necessaria per supportare il web delle
cose. Fare “tutto in casa” è piuttosto complicato
e il ricorso alle soluzioni gestite è senz’altro una
strada indicata.
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