QUANDO ZINGARETTI ERA DI SINISTRA
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QUANDO ZINGARETTI ERA DI SINISTRA
Anno IV - Numero 273 - Giovedì 19 novembre 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 La statistica Il processo La sentenza Un bimbo su 10 vittima della povertà Mafia capitale, 23 le parti civili Camicie verdi, arriva l'assoluzione a pag. 5 a pag. 7 Fruch a pag. 11 IERI PARIGI SI È SVEGLIATA ANCORA COL CUORE IN GOLA: SANGUINOSO BLITZ A SAINT DENISE Che fai? Lo vendi? di Roberto Buonasorte Fini gli italiani gliele hanno perdonate quasi tutte: dal metodo con cui approdò ai vertici del Fronte della Gioventù, alla decisione di sciogliere A.n.; dalla gestione monarchica del partito, fino al “male assoluto” pronunciato a Gerusalemme. Quasi tutte, perché poi a farlo sparire sono stati due fatti ben precisi: il tradimento a Berlusconi e la famosa casa di Montecarlo. Sul primo episodio, vedendo poi come sia finito male pure il cavaliere, saranno i posteri a giudicare, ma sul quartierino monegasco la “sentenza” è bella che scritta. La storia è nota, ma ora la novità sta nel fatto - come riporta Il Giornale - che la famosa casa, svenduta nel 2008 da AN per 300mila euro, sarebbe stata ceduta qualche giorno fa, sempre con il cognato a fare da regista, a un milione e 300mila, giusto un milioncino in più. La somma si avvicina molto a quella che il 28 settembre 2010 l’architetto di Monaco Giorgio Apicella al quale insieme all’avv. Di Andrea commissionammo la perizia - ci consegnò e che poi depositammo in tribunale nella causa che coraggiosamente promuovemmo nel 2010. Ricordo bene tutti quelli che allora stavano nel PdL, quando ne parlavamo, facevano spallucce, tutti, sia quelli anziani che i più giovani. Tanti anni dopo, vedendo lo spettacolo indecoroso offerto dalle assemblee della Fondazione An, dobbiamo essere grati a Storace che, nonostante le offerte ricevute, ha sempre rifiutato un suo e nostro ingresso in quell’organo. I partiti nascono tra la gente e non nelle Fondazioni, che invece dovrebbero fare cultura, promuovere convegni, finanziare libri e film. Esattamente come facciamo noi ogni giorno con Il Giornale d’Italia, dalla redazione di via Paisiello, immobile della Fondazione An e proveniente, anch’esso, dall’eredità Colleoni, che portammo in dote al partito nel quale militavamo. E per il quale avevamo un amore sconfinato. A À LA GUERRE Francia e Russia coordinano i loro attacchi sull’Isis, che decapita altri due ostaggi L’Fbi avverte l’Italia: sotto tiro San Pietro a Roma e Scala e Duomo a Milano di Robert Vignola isuonano le sirene sulla vecchia Europa. Sono quelle di ambulanze e polizia, ma hanno la stessa eco di quelle dei tempi dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Un periodo che è stato anche evocato per richiamare il bisogno di una collaborazione, appunto, globale, contro il nemico comune. D’altronde la guerra mondiale combattuta a pezzetti è qui ed ora: basta farsi un giro per Parigi e chiedere cosa ne pensano i residenti di una capitale europea che da cinque giorni assiste ad esplosioni e sparatorie, in R un angosciante remake di quanto già visto a gennaio da Charlie Hebdo in poi. È vero che le diplomazie si cimentano in queste ore in un balletto, con Francia e Russia che fanno sul serio, Usa e Turchia che ballano da sole, la Spagna e l’Italia che si tirano fuori, la Germania che non esclude un impegno armato, la Gran Bretagna che invia una nave ma senza ordine di sparare. Le flotte militari solcano intanto il Mediterraneo, mentre della nostra Marina non si hanno altre notizie, dopo la spola con le assai poco pacifiche coste libiche per sbarcare immigrati in Sicilia. Forse sarebbe meglio richiamare le navi al largo della foce del Tevere, dopo che ieri sera la Fbi ha soffiato nell’orecchio della nostra intelligence un paio di notizie scottanti: l’Italia è nel mirino in molti suoi obiettivi sensibili, a partire da San Pietro. E attenti anche a Scala e Duomo di Milano, aggiungono dal Federal Bureau of Investigation. Di più: ci sono cinque nominativi da tenere d’occhio. Sui quali, fanno sapere invece i nostri servizi, non ci sarebbe riscontro. Nessuno si stupisce: chi arriva qui lo fa senza documenti e dà alle autorità il nome, l’età, la nazionalità che più gli aggrada. Una lavanderia di identità che si riflette in quello utilizzato dai “profughi” in transito tra Turchia e Grecia. Quale “Abdul” vuoi andare a cercare? Si va a dormire tranquilli, di questi tempi, in Italia? Forse no, ma si è in buona compagnia. L’Isis, che si sta beccando la dura reazione di quei Paesi che hanno pagato più alto il prezzo di vite umane delle sue gesta, incassa i bombardamenti e rintuzza bombardando i suoi nemici con il terrore delle immagini. Mostrando la lattina utilizzata per far cadere l’Airbus russo sul Sinai, mandando a dire di aver tagliato la testa a due ostaggi, un norvegese e un cinese, che aveva già messo beffardamente su e-bay. Sono islamici, certo, questi registi di horror che stiamo im- parando a detestare. Ma sono anche e soprattutto figli di quei fortini dell’immigrazione di cui l’Europa ha costellato le sue grandi città. Sentono il “Daesh” sorto in Siria come casa loro e se stanno qui è solo per seminare il terrore. Se si togliesse di mezzo l’Isis, tralasciando le manie di rovesciare Assad, si ristabilirebbe un equilibrio pacifico? Forse sì, forse no. Ma se l’Isis resterà in piedi, l’unica certezza è che da quel disgraziato lembo di Terra partiranno altre torme in fuga. Una massa in cui i tagliagole avrebbero gioco facile nel mischiarsi, portando ancora la loro jihad nel cuore dell’Europa. Altri servizi alle pagg. 2 e 3 I DIPENDENTI DEL LAZIO IMBUFALITI COL GOVERNATORE di Francesco Storace QUANDO ZINGARETTI ERA DI SINISTRA è stato un tempo in cui lo chiamavano compagno Nicola; adesso lo identificano con sciur padrun. Date uno sguardo a quanto sta accadendo alla regione Lazio, che l’esplosione è vicina. Dipendenti con stipendi non esattamente da nababbi in un colpo incassano una tripletta nella propria rete. Goleador è Zingaretti che taglia il trattamento di fine servizio soldi sottratti alla liquidazione - il salario accessorio - col quale magari ci si paga un pezzo di mutuo ed espone i lavoratori oggi in servizio alla regione alla mortificazione di guadagnare di meno rispetto ai loro colleghi in arrivo dalle province C’ che non esista una delega politica al personale, manca l’assessore. Tutto è accentrato - persino in una materia di indubbia delicatezza perché riguarda persone e non solo numeri - nella figura del presidente della regione. Quindi nelle decisioni che gli scodella l’alta burocrazia che pretende di negare a chi lavora persino il diritto a godere di un paio di ore di assemblea sindacale. E se ieri alla Pisana si sono presentati 1500 lavoratori, qualcuno si dovrà interrogare se la strada è quella giusta. Finirà male, se non ci si rende conto di quel che sta accadendo. Compagno tu lavori e io magno: strano che a pensarlo sia il governatore di adesso... (a partire da quella di Roma dove gli avanzamenti di carriera ci sono stati mentre in regione no). Tutto questo significa tagli di svariate centinaia di euro in retribuzioni che un tempo oscillavano tra i milletrecento e i milleottocento euro: vuol dire ridurre in miseria quelli pagati (male) per servire i cittadini che chiedono servizi alla regione. Si dirà, i soldi non ci sono, di questo pane dobbiamo campare. Manco per idea, perché nel frattempo Nicola Zingaretti ha imbottito di personale esterno l’istituzione che presiede; e non sarà un caso se lavoratori anche di sinistra mi vengono a trovare in ufficio ricordando il tempo in cui c’era un’amministrazione che valorizzava il lavoro interno senza ricorrere ad una miriade di consulenti esterni. E non sarà un caso neppure il fatto 2 Giovedì 19 novembre 2015 PRImo PIANo IERI ALL’ALBA SANGUINOSO BLITZ DELLE FORZE SPECIALI FRANCESI Donna kamikaze nel cuore d’Europa A Saint Denise scoperta una cellula terroristica: un’occupante dell’appartamento si fa esplodere, tre i morti Tra le vittime potrebbe esserci Abdelhamid Abaaoud, considerato la mente degli attacchi di venerdì scorso LA STORIA Il sacrificio di Diesel nel covo dei jihadisti e Parigi ha il suo eroe, ha il volto di un cane. E il nome di Diesel, quello che gli avevano dato ancor prima che fosse arruolato nel Raid (Recherche Assistance Intervention Dissuasion), il gruppo delle forze di sicurezza francesi servendo il quale è morto all’alba di ieri. È stato il primo ad entrare nel covo dei sospetti , un appartamento nel quartiere a nord di Parigi, quando all’alba di ieri è scattata l’operazione delle teste di cuoio francesi alla ricerca di altri coinvolti negli attentati del 13 novembre. Il cane, un esemplare di pastore belga specializzato nell’assalto e nella ricerca di esplosivi, aveva sette anni. Secondo la ricostruzione dei media francesi, Diesel è stato colpito dagli uomini armati asserragliati nell’appartamento di Saint Denise e sarebbe anche uscito, nonostante fosse ormai ferito a morte, per andare a morire ai piedi del padrone. Una storia che ha commosso molti, non solo a Parigi. R. V. S di Robert Vignola l sole non si era levato ancora sopra l’orizzonte che ieri Parigi conosceva un altro “pezzetto” di quella terza guerra mondiale più volte evocata. Spari, grida, granate stordenti, caricatori su caricatori consumato dai tamburi delle armi da fuoco. E poi morti, e feriti, e arresti: uno addirittura portato via nudo come un verme verso le camionette dalle teste di cuoio. Tanta urgenza nel blitz di ieri a Saint Denise, ha poi chiarito in serata il procuratore di Parigi François Molins, era più che giustificata. L’obiettivo del blitz era l’arresto di Abdelhamid Abaaoud, perché alcune informazioni dell’intelligence e diversi testimoni avevano indicato che il terrorista si trovava in Francia, al terzo piano di un palazzo di rue du Corbillon, a Saint-Denis. E I all’interno si stava comunque preparando un attentato: la circostanza è stata fin troppo drammaticamente dimostrata dal fatto che a dare il via allo scontro a fuoco è stata una donna, che si è fatta saltare la cintura esplosiva che aveva addosso. Ed è la prima kamikaze al femminile che abbia mai agito nel cuore d’Europa. L’operazione si è conclusa in mattanza, con tre morti, cinque feriti e otto arresti. E la terza vittima, sia secondo fonti belghe che statunitensi (rilanciate dal Washington Post) potrebbe essere Abdelhamid Abaaoud, ritenuto la mente degli attacchi di venerdì sera. Ma a dirlo saranno, forse, i test del dna già ordinati. “Al momento non sono in grado di darvi un bilancio preciso del numero definitivo e delle identità delle persone che sono decedute”, ha comunque tagliato corto nella conferenza stampa di ieri sera il procuratore francese François Molins. Aggiungendo però che le indagini continuano a ritmo serrato e che si rivolgono in particolare sul telefonino trovato in un cestino dell’immondizia vicino al Bataclan. È da quella sim che è partito un sms alle 21.42 di venerdì, al momento della strage, affermando: “abbiamo iniziato”. Non si sa chi sia il destinatario, ma si conta di individuarlo in tempi ragionevolmente brevi (se non è stato già fatto). Resta un quartiere messo a soqquadro, con altri video amatoriali che fanno il giro della rete: gli agenti speciali francesi che agiscono, disarmando persone, gli spari che scuotono l’alba parigina: scene che ormai stanno diventando routinarie. Soltanto nel blitz di Saint Denise, è stato calcolato che la polizia ha sparato qualcosa come cinquemila proiettili. Cifre che rendono l’idea di un conflitto in corso nel cuore d’Europa. ERANO STATI FERMATI IN BELGIO DI RITORNO DAL MEDIO ORIENTE. MA IL RILASCIO FU IMMEDIATO I fratelli Abdeslam avevano gli occhi addosso N ell’andirivieni tra Europa e Medio e Vicino oriente la polizia belga aveva interrogato i due fratelli Brahim e Salah Abdeslam. Ed era avvenuto prima degli attacchi a Parigi, ma “non c’erano elementi di pericolosità”, come spiegano dalla procura federale di Bruxelles. Brahim, 31 anni, uno dei kamikaze fattosi esplodere durante gli attacchi di Parigi, “voleva andare in Siria, ma è riuscito solo ad arrivare in Turchia”, spiega il portavoce della procura Eric Van Der Sypt. Era stato interrogato al suo ritorno, col fratello Salah. Il primo, poi, sé fatto esplodere a Parigi, mentre il secondo è ancora ricercato. “Sapevamo che Brahim era radicalizzato e che voleva andare in Siria, ma non dava segnali di possibile minaccia. Anche se li avessimo segnalati alla Francia dubito che li avrebbero potuti arrestare”, ha ancora cercato di giustificarsi il portavoce della magistratura belga, confermando così che i due fratelli non erano stati segnalati ai servizi segreti francesi. “Non avevamo aperto procedimenti nei confronti di Brahim al suo ritorno dalla Turchia - aggiunge - perché non avevamo prove che avessero partecipato ad attività di gruppi terroristici”. Salah Abdeslam, conosciuto dalle forze dell'ordine per furti e traffico di droga, era stato coinvolto in una rapina col jihadista Abdelhamid Abaaoud, sospettato di essere la mente degli attentati di Parigi. Dalla microcriminalità nelle banlieues europee alla jihad evidentemente il passo è stato breve. Ed esplosivo. R.V. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte OPERAZIONE ALL’AEROPORTO DI ISTANBUL Smascherati militanti dell’Isis sulla rotta dell’immigrazione ltri strani movimenti sono in corso sulla cosiddetta “rotta balcanica”, quella che dalla Siria in fiamme porta al cuore d’Europa. Una rotta che ovviamente passa dalla Turchia: ed è qui che otto sospetti militanti dello Stato islamico sono stati arrestati. Teatro A dell’operazione è stato l’aeroporto Ataturk di Istanbul. Da quanto si apprende gli otto fermati provenivano da Casablanca ed erano arrivati nel paese con “finalità turistiche”. Tuttavia il personale di sicurezza dell'aeroporto, specializzato nell'identificazione di potenziali criminali, ha deciso di tenere in stato di fermo ed interrogare il gruppo di uomini ritenuti sospetti. Gli agenti di sicurezza si sono basati sui profili criminali utilizzate per controllare gli stranieri che entrano nel paese e che potrebbero avere legami con Capo Redattore Igor Traboni lo Stato islamico. Le persone arrestate avevano detto di essere turisti e di aver prenotato una camera in un hotel della città, ma nel corso delle verifiche queste informazioni non sono state riscontrate. Inoltre il personale di sicurezza ha scoperto il piano di uno dei detenuti su come spostarsi dalla città turca di Smirne fino in Germania attraverso la Grecia, la Serbia e l’Ungheria. Una prova evidente, secondo gli inquirenti,di come gli otto avrebbero cercato di entrare in Germania con lo status di rifugiati. R.V. Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Giovedì 19 novembre 2015 PRImo PIANo RAFFORZATO IL DISPOSITIVO DI SICUREZZA, ANCHE SE LA GENTE HA PAURA. SCOLARESCHE IN ANSIA Giubileo, è tutto pronto? Potenziati i sistemi di intercettazione di droni e ultraleggeri, è possibile anche l’abbattimento di Marco Compagnoni e minacce dell’Isis hanno attivato le istituzioni italiane. Ieri si è riunito il Comitato ordine e sicurezza di Roma, approvando una serie di misure per aumentare la sicurezza in città. L’attenzione è massima in ogni angolo della città. Ma anche in cielo. E per evitare le scene del funerale di Vittorio Casamonica, il Comitato ha previsto il potenziamento “dei sistemi di intercettazione” di droni e ultraleggeri e, “nelle condizioni che lo consentiranno, anche di abbattimento”. Ci sarà un presidio armato delle forze dell’ordine “in quasi tutte le stazioni delle tre linee della metropolitana, in tutti nodi di scambio e in tutti quei luoghi di aggregazione che possono rappresentare degli obiettivi”, ha spiegato Franco Gabrielli, prefetto della Capitale. Il clima è tesissimo. Tantissime le lettere inviate alla Prefettura dai dirigenti scolastici di tutta Italia. E’ opportuno vietare le gite alle scolaresche? “Mi stanno chiedendo se è opportuno o meno venire a Roma e se le scolaresche sono in una situazione di sicurezza”, ha continuato L il prefetto, per il quale questo atteggiamento di paura “va sconfitto con il buon senso. Vogliono rendere la nostra società invivibile e questo lo si fa attraverso la paura”. Sì, ma la minaccia è reale come ha confermato anche lui. Dalla Capitale al Vaticano. Papa Francesco ha già messo i punti sulle i: “Niente porte blindate nella Chiesa”, ha esclamato durante l’udienza ge- nerale in piazza San Pietro. Insomma, Roma ospiterà il Giubileo in un clima surreale. Dopo gli attentati di Parigi, però, anche l’Unione europea è tornata sui suoi passi, assicurando che le risorse e spese sostenute dalla Francia saranno considerate come straordinarie nel rispetto del Patto di stabilità e crescita. E Matteo Renzi ha subito ribadito che avverrà anche per l’Italia, facendo notare: “Lo avevamo proposto nel settembre 2014, ci fu detto di no”, ha spiegato il premier a SkyTg24. Serve “un investimento sulla cyber security: puoi mappare i sospetti, ma anche banalmente incrociare le telecamere come è stato fatto a Milano dopo il terribile episodio a Palazzo di Giustizia. E' un tema che va affrontato in modo diverso”, ha aggiunto. Riguardo le risorse stanziante, ha detto: “La legge di stabilità per il 2016 aveva già più soldi del 2015 sulla sicurezza. Nei prossimi 15 giorni verificheremo se possiamo mettere più denari”. Vedremo… intanto le organizzazioni sindacali delle forze dell’ordine continuano a lamentare la carenza di fondi, mezzi e uomini. Sul fronte sanità, invece, sono 337 i feriti che gli ospedali romani sarebbero in grado di accogliere, nella prima ora, in caso di attentati terroristici. E’ emerso in una riunione tra la Cabina di regia della sanità del Lazio e le strutture delle direzioni ospedaliere. Ieri, intanto, è stata inaugurata la sede del Numero unico di emergenza (112) nei locali della ex Casa della Bambina Giuliano Dalmata, in via Laurentina. Nella centrale lavoreranno 80 persone dell’ente regionale formate nei mesi scorsi. In funzione ci saranno 34 postazioni che raddoppieranno in situazioni di particolari emergenze o eventi. L’obiettivo ora è l’apertura di una seconda centrale, con sede a Frosinone, che servirà tutte le altre province e avrà una copertura di 1,5 milioni di persone. AGGUATO A UN LINCE, GLI ASSALITORI PORTANO VIA LA MITRAGLIATRICE E I GIUBBOTTI ANTIPROIETTILE Contingente militare italiano attaccato Il soldato sul tetto del mezzo ha potuto rispondere al fuoco solo con la pistola, secondo le regole d’ingaggio di Robert Vignola talia in prima linea? C’è già. La dimostrazione arriva dal Libano, dove si è verificato un agguato a una pattuglia italiana sulla “linea blu” che divide il Paese da Israele dopo il conflitto del 2006. È avvenuto martedì, ma lo si è appreso soltanto ieri: a pochi chilometri dalla grande base Onu di Naqura, tre militari italiani a bordo di un blindato Lince sono stati bloccati durante I un pattugliamento di routine. Un suv è spuntato all’improvviso, sbarrando la strada, altrettanto ha fatto una seconda vettura intervenendo alle spalle del mezzo. Gli aggressori hanno esploso in aria diverse raffiche di kalashinikov, mentre il soldato italiano sul tetto del Lince, pur avendo a sua disposizione una mitragliatrice, ha dovuto rispettare le regole d’ingaggio usando solo la pistola. Secondo la drammatica ricostruzione, ha prima sparato stata un’altra giornata di falsi allarmi in tutta Europa. Figli della psicosi creata dagli atti di terrore avvenuti, ma anche dalla consapevolezza che il nemico può colpire ovunque. Cominciando dall’Italia, dove un trolley abbandonato su via Traspontina a Roma ha fatto scattare l’allerta: evacuata via della Conciliazione, poi la situazione è tornata alla normalità dopo i controlli di rito. Per due volte è stato invece fermato il treno Intercity da Roma ad Ancona: i passeggeri avevano segnalato un uomo a bordo dalle sembianze del fuggitivo parigino. Anche qui, controlli eseguiti e nessun sviluppo di rilievo. All’estero tra i casi più importanti quello dell’aeroporto di Copenhagen, il cui terminal è stato evacuato in fretta e furia. Dopo un’ora, il pericolo era già cessato. Per quanto riguarda la Francia, l’allarme è scattato alle popolari magazzini Lafayette, per l’arrivo di una telefonata che annunciava la presenza di una bomba: probabile atto di un mitomane. Così come la stessa origine potrebbero averla avuta gli allarmi che hanno causato la deviazione di due volti transatlantici dell’AirFrance, diretti in Canada e negli Stati Uniti. R. V. È settimane. In particolare l’attacco è stato del tutto simile a quello dello scorso 11 novembre, quando due lince di pattuglia sono stati circondati dalla folla e uno di essi è stato assalito, col ferimento in maniera lieve di un militare. All’inizio del mese, inoltre, un veicolo con a bordo un ufficiale del nostro contingente è stato inseguito al tramonto da due auto misteriose. Uno dei veicoli si è poi avvicinato, esplodendo diversi colpi di fucile prima di scappare. In Libano, su una popolazione di quattro milioni di abitanti, vi sono in questo momento un milione di rifugiati, tra palestinesi LE INDAGINI SULLA CELLULA DI MERANO PSICOSI Falsi allarmi in tutta Europa in aria, poi ha fatto fuoco davanti ai piedi degli aggressori che gli hanno di nuovo puntato contro le armi, sparando ad altezza d’uomo. A quel punto i militari si sono rinchiusi nel mezzo blindato e gli assalitori sono potuti così salire sul tetto e trafugare dal mezzo sia la mitragliatrice che alcuni giubbotti antiproiettili. Sono poi fuggiti, sparando altre raffiche verso l’alto. È il terzo episodio del genere che viene registrato in poche L’andirivieni dei jihadisti dall’aeroporto di Verona a cellula jihadista di Merano sgominata lo scorso 13 novembre resta sotto stretta osservazione. Eppure alcune delle persone arrestate in quel frangente sono state scarcerate. Si tratta di due curdi iracheni, Mohamad Fatah Goran, che si trovava in carcere a Bolzano e Hama Mahmoud Kaml, rinchiuso a Spini di Gardolo, mentre gli altri tre sono irreperibili. Il gip di Trento Francesco Forlenza ha invece confermato la misura cautelare del carcere per gli altri 12 dei 17 presunti terroristi islamisti con base a Merano raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare del gip di Roma, la scorsa settimana. La competenza L in materia di terrorismo, anche per l’Alto Adige, spetta infatti alla procura di Trento. La rete di terroristi internazionali, secondo l’accusa, sarebbe stata ispirata dal mullah Krekar, in carcere in Norvegia. A Merano ci sarebbe stato un vero e proprio covo di simpatizzanti della Jihad che avrebbe fatto proselitismo e avrebbe anche aiutato alcuni volontari a raggiungere le fila dell’Isis in Siria. A capo del covo di Merano ci sarebbe stato il curdo iracheno Abdul Rahman Nauroz, che resta in carcere. Quasi tutti gli arrestati si erano avvalsi della facoltà di non rispondere al gip durante l’interrogatorio di garanzia. Stando alle indagini della Procura di Roma ci sarebbe stato un andirivieni dall’aeroporto di Verona verso un centro di addestramento jihadista. Protagonista degli spostamenti il kosovaro Eldin Hodza, reclutato a suo tempo da Nauroz, che lo avrebbe spedito prima in Siria per addestrarsi in qualità di "foreign fighter" e poi mandato in Turchia e da qui in Svizzera, dove venne probabilmente ospitato da alcuni suoi parenti. Nel mese di marzo vi furono nuovi contatti con la base italiana e nel giro di poco tempo rientrò a Merano, dove incontrò nuovamente Abdoul Rahman raccontandogli del proprio addestramento siriano, con le conversazioni che furono intercettate e registrate. Infine vi fu il rientro a casa, con il passaggio dall’aeroporto veronese e l’arresto. R.V. e siriani. Una situazione esplosiva, con l’Isis che è riuscito a colpire la scorsa settimana fin dentro il quartier generale di Hezbollah a Beirut. IL CASO Minuto di silenzio “disertato” a Varese ran trambusto in terra insubre attorno al minuto di silenzio osservato lunedì nelle scuole. Alcune studentesse di origine marocchina sono uscite dall’aula di una scuola di Varese, rifiutandosi di partecipare insieme ai compagni e all’insegnante alla commemorazione delle vittime degli attentati di Parigi. Un distinguo che inevitabilmente ha fatto rumore ed ha velocemente guadagnato gli onori delle cronache nazionali, dopo essere stato riportato dal quotidiano locale La Prealpina. Le studentesse straniere frequentano la classe prima all’Istituto tecnico commerciale Daverio: sono quindi adolescenti. Ancora non è chiaro il motivo del loro gesto: pare tuttavia che la presa di posizione sia stata dettata dalla volontà di rimarcare la differenza di trattamento tra le vittime di Isis in Europa e quelle nel resto del mondo. Sono in corso accertamenti da parte della Digos di Varese, che ha ricevuto una segnalazione. Secondo la preside gli studenti sono di varia etnia, nazionalità e religione mentre il sindaco della città, il leghista Attilio Fontana, definisce “molto preoccupante che dei ragazzi si siano comportati in questo modo, schierandosi di fatto dalla parte dei terroristi”. R. V. G 4 Giovedì 19 novembre 2015 ATTUALITA’ OLTRETEVERE SI CONTINUA A PARLARE DI UNA SVOLTA CLAMOROSA CON ALTRI ARRESTI ECCELLENTI Vatileaks 2, altri colpi di scena in arrivo Intanto è stato interrogato uno degli autori dei libri finiti al centro dell’inchiesta di Marco Zappa ra le Mura leonine proseguono le indagini sulla fuga di notizie e documenti riservati dalla Santa Sede. Con l’inchiesta vaticana che si intreccia con quella avviata dalla procura di Terni e presto potrebbe produrre altri colpi di scena. Oltretevere sono in molti a continuare a parlare di una svolta clamorosa e imminente che potrebbe portare all’arresto di altri eccellenti. Le indagini su “Vatileaks 2” puntano a scoprire le fonti interne che hanno passato le carte ai giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emanuele Fittipaldi. Fari puntati su un monsignore dell’Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica. Ma non solo. Nel mirino ci sarebbero altre figure importanti ancora top secret. Tant’è, a rischiare le manette pure l’autore di “Avarizia”, interrogato lunedì scorso dal promotore di giustizia vaticano, che s’è pre- T sentato in qualità di imputato alla convocazione per capire quali accuse vengono mosse nei suoi confronti. Con il procuratore vaticano che gli ha contestato l’articolo 116 bis del nuovo codice di procedura penale varato nel 2013 che si aggiunge al 10 – “Divulgazione di notizie e documenti” – e prevede una reclusione da 4 a 8 anni per chi rivela fatti di cui è vietata la pubblicazione”. Come se già non bastasse, c’è poi l’ipotesi di applicare l’articolo 4 nei confronti del giornalista dell’Espresso (“Delitto commesso all’estero”) per chiederne l’estradizione. Fittipaldi, di fronte al promotore Gian Piero Milano, ha invocato il segreto professionale. Ma nella Città del Vaticano non esiste la tutela della libertà di stampa. Per questo ora l’autore di “Avarizia” non solo teme un probabile rinvio a giudizio, ma addirittura una richiesta di estradizione che potrebbe aprirgli le porte della galera. “Sarebbe un precedente gravissimo – l’accusa del giornalista – ma credo che la procura della Repubblica italiana si opporrà a qualsiasi iniziativa di questo tipo”. Un rischio concreto, assolutamente da non sottovalutare. Che per molti significherebbe un vero e proprio attacco alla libertà di stampa. Ma non è tutto. Perché nel mirino – secondo indiscrezioni raccolte - ci sarebbero pure altri corvi e talpe sospettate di aver svelato i misteri finanziari della Santa Sede. Si attendono sviluppi ma a finire nei guai e a rischiare le manette sarebbero diverse figure legate a vario titolo alla Curia. In un’indagine che promette altri colpi di scena, dietro l’angolo. A SETTEMBRE 2016 LA CANONIZZAZIONE? Presto santa Madre Teresa, ma servono ancora dei passi M adre Teresa sarà proclamata santa il prossimo settembre: l’anteprima è stata data ieri dall’agenzia Agi, che ha indicato anche la data dell’evento nel 5 settembre, memoria liturgica della beata di Calcutta. Si tratta però di un lunedì, anche se la data è per l’appunto di forte connotazione, per cui è probabile che la canonizzazione av- venga il giorno precedente, domenica 4 settembre. “Per arrivare a ufficializzare la canonizzazione – scrive comunque il sito Vatican Insider - sono però necessari ancora dei passi”. Il presunto miracolo (la guarigione inspiegabile di un uomo brasiliano affetto da un tumore maligno al cervello e all’ultimo stadio, ndr) attribuito all'intercessione della beata Madre Teresa – secondo quanto risulta proprio al sito specializzato, come scrive Andrea Tornielli – “sarà preso in esame dai cardinali e vescovi della Congregazione delle cause dei santi il mese prossimo. Anche se quello dei porporati non è un esame di merito quello viene svolto dalla Consulta medica del dicastero ed è già avvenuto con esito posi- tivo - sono sempre possibili richieste di approfondimenti che possono far slittare i tempi del processo. Una volta che i cardinali e vescovi della Congregazione si sono pronunciati, la decisione viene presentata dal cardinale Prefetto al Papa, il quale approva il miracolo e quindi comunica la data della cerimonia al concistoro dei cardinali”. IERI RIUNIONE A PALAZZO GRAZIOLI TRA BERLUSCONI, SALVINI E MELONI IN VISTA DELLE AMMINISTRATIVE 2016 “Candidati comuni per il centrodestra” di Robert Vignola U na fumata bianca ha seguito l’incontro in programma ieri a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, matteo Salvini e Giorgia meloni. Da Bologna a Roma, insomma, pare che il cen- trodestra ritrovatosi unito regga e sia deciso a puntare con forza ad uno schieramento compatto in vista delle prossime elezioni amministrative di primavera, deciso a dare battaglia sul terreno elettorale ad un governo sul quale il giudizio è altrettanto unitario. E natural- mente negativo. Non solo: l’esempio dell’8 novembre a Bologna resta una stella polare anche per il futuro prossimo, con i tre partiti (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) che si sono già detti pronti a “una grande manifestazione comune del Centro-Destra da tenersi a Roma per l'inizio del prossimo anno, indicativamente il prossimo 7 febbraio”. Questo e altro nel comunicato congiunto che ha fatto seguito alla riunione. A partire dall’affermazione secondo la quale “l’incontro si è svolto in un clima di grande cordialità e si è concluso con la fissazione di un nuovo appuntamento in tempi ravvicinati”. La nota unitaria di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia informa che al centro dell’incontro dei tre leader del centrodestra c’era “il futuro della ritrovata coalizione, ma anche un confronto sulla delicata situazione internazionale che desta forti preoccupazioni”. Il cuore della riunione ha battuto però principalmente sul nodo che più preoccupa al momento, cioè la scelta dei candidati alle fondamentali amministrative del 2016, con città-simbolo nelle quali combattere la battaglia al centro-sinistra targato Pd e ai Cinque Stelle, nella prova generale di uelle che potrebbero essere le politiche prossime venture. Ebbene, la notizia è che le tre parti si sono già accordate per candidati comuni in tutte le città che vanno alle elezioni in primavera, dado quindi l’immagine del “consolidarsi di una rinnovata coalizione di centrodestra unita nell’opposizione decisa al governo Renzi”. Coalizione che verrà comunque collaudata dai lavori parlamentari, a partire dalla discussione ormai imminente della legge di stabilità: in tal senso “si è deciso di avviare una stabile collaborazione tra i gruppi parlamentari, i cui presidenti si sono già riuniti nei giorni scorsi per concordare l’opposizione comune”. Inevitabile, viste le angosce di questi giorni, anche un riferimento all’allarme terrorismo davanti al quale il giudizio sull’operato del governo italiano è tranchant: inconsistente. Perché la “guerra al fondamentalismo terrorista - viene sottolineato nel comunicato - deve essere la priorità assoluta della comunità internazionale, e l’Europa deve assumere un ruolo centrale nella tutela della sicurezza, della libertà dei suoi cittadini e nella difesa dei valori che la caratterizzano. Purtroppo si è dovuta riscontrare l’inconsistenza del governo italiano, tanto sullo scenario internazionale quanto sulla situazione politica ed economica interna”. 5 Giovedì 19 novembre 2015 ATTUALITA’ DATI DA TERZO MONDO ANCHE PER QUANTO RIGUARDA ALIMENTAZIONE, SCUOLA E CRIMINALITÀ Un bambino italiano su dieci è povero Ecco i numeri più allarmanti dell’Atlante dell’Infanzia consegnato ieri a Mattarella I GIOVANI BEVONO DI MENO, PERÒ… E le famiglie non informano sui tanti problemi dell’alcol evono di meno e cominciano più tardi, ma sono scarsamente avvertiti dalle loro famiglie dei rischi che il bere comporta. Succede agli adolescenti italiani, secondo i dati riportati nell'indagine presentata dall'OPGA (Osservatorio Permanente Giovani e Alcool), presso la Clinica Pediatrica dell'Università di Pavia, e ripresi dall’agenzia Agi. La SIMA (Società italiana di medicina dell'adolescenza) che ha condotto l'indagine, mette in evidenza che il 16,6% dei giovani intervistati non ha mai provato una bevanda alcolica, con una diminuzione di 7,2 punti dal 2012. Il primo assaggio di una bevanda alcolica viene ritardato: per il 37,8% dei ragazzi avviene dopo i 10 anni (-3,8% rispetto B n bambino su dieci in Italia vive in famiglie povere, così messe male che non possono permettersi di festeggiare il suo compleanno e invitare a casa i suoi amici, ma neppure di comprargli abiti e libri nuovi, tanto meno di mandarlo in gita scolastica. Anche questo dato emerge dal sesto Atlante dell'Infanzia (a rischio) 'Bambini senza. Origini e coordinate delle povertà minorili', diffuso ieri da Save the Children e consegnato nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dati allarmanti, da terzo mondo: un bambino su 20 non può contare su due paia di scarpe l'anno (di cui almeno uno utilizzabile in ogni U stagione) e non riceve neppure un pasto proteico al giorno. L’incidenza della povertà assoluta nelle famiglie con almeno un minore è triplicata tra il 2005 e il 2014, passando dal 2,8% all’8,5%, per un totale di oltre un milione di bambini colpiti. Nel Mezzogiorno la povertà assoluta è più estesa – pari al 9,3% contro l’8,3% di famiglie povere assolute al Nord – e riguarda soprattutto famiglie italiane a differenza della povertà al Nord, in crescita nell’ultimo anno, alla quale contribuisce in gran parte il fenomeno migratorio. E sono centinaia di migliaia i minori in Italia che vivono in un ambiente povero anche dal punto di vista sociale ed educativo. Un bambino su 6 - si legge ancora nel dossier - non ha la possibilità di frequentare corsi extrascolastici (musica, sport, hobby vari), quasi uno su 3 di trascorrere almeno una settimana di vacanza lontano da casa e solo 3 bambini su 10 che frequentano la scuola primaria hanno il tempo pieno a scuola e nel 40% degli istituti scolastici principali non c’è il servizio mensa. Un alunno di 15 anni su quattro non raggiunge il livello minimo di competenze in matematica e uno su 5 in lettura. E così, oltre 500.000 giovani dai 15 ai 29 anni, laureati ciompresi, hanno deciso di trasferirsi al Nord per trovare lavoro e condizioni di vita migliori. Per la gran parte laureati. Ancora più preoccupanti i dati dei ragazzi che vino tra illegalità e corruzione: almeno 85 i bambini e adolescenti incolpevoli uccisi dalle mafie dal 1896 ad oggi e molti di più sono quelli che hanno assistito all’uccisione di familiari, ritrovatisi orfani o adescati e arruolati giovanissimi nelle file della criminalità organizzata. Inoltre 546.000 gli under 18 – il 5,4% della popolazione 0-17 anni – nati e cresciuti in uno dei 153 comuni sciolti per mafia negli ultimi 17 anni, soprattutto al Sud ma anche al Centro e Nord Italia. al 2012). Il contesto relazionale del primo assaggio permane conviviale e guidato da figure familiari nel 76% dei casi (soprattutto genitoriali). Solo l'11% fa la prima esperienza in sola presenza dei coetanei. I primi consumi avvengono in prevalenza ai pasti (39,8%) ed in concomitanza con circostanze speciali, feste (11,6%) o celebrazioni (28,7%). Scende il numero dei giovanissimi che si ubriacano: dal 6,8% del 2012 al 4,8%. Tuttavia, afferma la ricerca "l'argomento del consumo/abuso di alcol non sembra particolarmente presente nelle discussioni familiari": solo il 16,6% delle famiglie (una su sei) parla frequentemente con i figli dei problemi legati all'eccessivo consumo di alcol”. L'Atlante documenta anche il clima di violenza nel quale crescono troppi bambini: sono circa 400mila i minori vittime di violenza dentro le pareti domestiche. Nell'ambito della campagna "Illuminiamo il Futuro" - che ha l'obiettivo di debellare la povertà educativa entro il 2030 - Save the Children ha aperto in 8 regioni 13 Punti Luce e altri 3 saranno inaugurati il 20 novembre a Milano-Quarto Oggiaro, a Napoli-Chiaiano, a SassariLatte Dolce. IL COMITATO D’APPELLO DELLA FIFA HA RESPINTO LE ISTANZE PRESENTATE DAI DUE MASSIMI DIRIGENTI Blatter e Platini sono al capolinea Confermata la sospensione per entrambi, non resta che il ricorso al Tas - La corsa dell’ex fuoriclasse francese alla presidenza della federazione che governa il calcio è compromessa ncora brutte notizie per i padri padroni del calcio. Il Comitato d’Appello della Fifa ha infatti respinto i ricorsi presentati dai legali di Joseph Blatter e Michel Platini confermando “nella loro interezza le rispettive decisioni per quanto riguarda le misure provvisorie già adottate”. Convalidati dunque i 90 giorni di sospensione provvisoria da tutti gli incarichi. Con la ragione dello stop dovuta a un pagamento sospetto di due milioni di franchi svizzeri pagati dal presidente della federazione calcistica mondiale a quello A dell’Uefa nel 2011. Un pagamento dovuto a un lavoro di consulenza fatto alla Fifa da parte dell’ex calciatore francese tra il 1999 e il 2002. Una decisione importante, dettata anche dall’indagine per corruzione aperta dalla procura svizzera che li ha visti finire entrambi nell’occhio del ciclone. Una vera e propria bastonata per “Le Roi”, che vede così diminuire le sue chance di correre alla presidenza della Fifa, dal momento che il comitato elettorale ha dichiarato che la candidatura avanzata non verrà presa in considerazione fino al termine della sospensione che arriverà proprio a ridosso delle elezioni. Bocciata su tutta la linea l’istanza presentata - attraverso il suo avvocato – dall’ex fuoriclasse, ormai alle corde. Adesso a Blatter e Platini non resta altra strada che quella di un ulteriore ricorso in appello al Tas di Losanna. Lì, il francese si giocherà le sue ultime carte per provare poi ad ambire allo scranno più alto della Fifa. L’etica, dopo l’ennesima sconfitta rimediata, imporrebbe le dimissioni immediate di entrambi che di mollare proprio non ne vogliono sapere. Come dimostrano i tentativi disperati di questi ricorsi di fronte a presunti illeciti che per molti appaiono lampanti. Fifa e Uefa continuano ad essere commissariate. Con i reggenti del pallone tenuti a debita distanza. La gerarchia del pallone è azzerata. Le jeux sont fait. L’infinita era di Blatter e Platini al timone dei massimi organismi del soccer mondiale è ai titoli di coda. Con il dirigente svizzero, ormai prossimo alla pensione, che prima di ritirarsi a vita privata ha voluto servire la vendetta al suo ex amico-alleato. “Reo” di avergli voltato le spalle nel momento più difficile della sua carriera. Una irriconoscenza che lo avrebbe spinto a confessare pure l’impensabile pur di im- Tangenti al ministero, arrestato funzionario dello Sviluppo economico angenti in cambio di agevolazioni per il riconoscimento di titoli o qualifiche professionali conseguiti all’estero, in manette un funzionario dello Sviluppo Economico. Arresti domiciliari per un dipendente del dicastero del governo italiano - che comprende industria, commercio internazionale, comunicazioni ed energia – accusato dalla procura di Roma di concussione. Con le indagini dei carabinieri scaturite da una denuncia derivante da una segnalazione dell’ambasciata di Romania, ri- T guardante una indebita richiesta di denaro avanzata dal funzionario ad un cittadino romeno per dargli un aiutino a convalidare i titoli di studio in Italia. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’impiegato del Mise avrebbe chiesto fino a 1.000 – 1.200 euro per ogni singola pratica presentata da stranieri che sollecitavano la validazione dei loro attestati per l’esercizio nel nostro paese della professione artigianale, quale compenso per ottenere la favorevole definizione del procedimento amministrativo. pedire che prendesse il suo posto. Con l’obiettivo di Blatter, far saltare Platini perché travolto dagli scandali, quasi a compiFederico Colosimo mento. Le attività investigative hanno permesso ai carabinieri di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico del funzionario che, “abusando della sua qualità e dei suoi poteri”, era solito contattare sistematicamente, “con finalità concessive”, gli stranieri che avevano richiesto al ministero il riconoscimento dei titoli. I soldi venivano spediti con bonifici tramite agenzie di trasferimento di denaro e, dopo aver preso accordi via posta elettronica con le “vittime”, l’indagato chiedeva loro di distruggere ogni prova per non lasciare alcuna traccia. Nel corso delle indagini, ben otto gli episodi accertati e contestati ora dai pm capitolini, tutti in danno di cittadini di nazionalità romena. Marcello Calvo 6 Giovedì 19 novembre 2015 STORIA LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DEDICATO ALLA MOGLIE DEL DUCE SI È TENUTA NELLA MERAVIGLIOSA CORNICE DEL MANIERO San Gaudenzio, un Castello da favola Il parco è un’incantata isola di pace, la fortezza seduce con le sue monofore a sesto acuto e le splendide sale di Emma Moriconi l Castello di San Gaudenzio a Cervesina, che ospita la presentazione del nostro libro dedicato a Donna Rachele, è meraviglioso. Tanto ci ha colpito questa atmosfera che abbiamo cercato informazioni. Sono i proprietari in persona, Pier Angelo, Gian Luigi e Giulio Bergaglio a fornircele e vogliamo riferirne ai nostri lettori. Il documento più antico che parla di una Rocca nella zona di San Gaudenzio risale al 1157: in quell'anno il vescovo Uberto si recò da Papa Adriano IV per ottenere la conferma di tutte le terre annesse alla giurisdizione vescovile. Dunque in questo luogo esisteva un gruppo di origini antiche devoto a San Gaudenzio Martire, la cui nascita si attesta circa all'anno 329. Proveniente da una famiglia pagana, Gaudenzio seguì il richiamo cristiano, nonostante i suoi genitori e gli abitanti del luogo lo osteggiassero in questa scelta. Ma presto dovettero ricredersi: Gaudenzio fu capace di ridonare l'agilità delle membra ai paralitici, liberò dai demoni molti posseduti, convertì molte anime. Dopo numerose traversie, Gaudenzio venne flagellato dal persecutore di cristiani Ausenzio, del quale si liberò solo a seguito della morte di quest'ultimo. A Gaudenzio è dedicata questa zona del pavese, nella omonima frazione di Cervesina. Oltre al Castello c'è, proprio di fronte, una chiesa intitolata a lui. Quanto al Castello, le prime notizie di una costruzione fortificata risalgono alla seconda metà del 1300. Probabilmente l'erezione della originaria torre di difesa si deve alla famiglia Ferrari: intorno a questa torre si sviluppò l'impianto castrense. Seguì l'insediamento dei Beccaria: siamo così al secolo XV. La dinastia dei Beccaria procede fino a quando una delle figlie di Matteo, Marchese di Mortara, Antonia, andò in sposa al Conte Cesare Taverna, portando con sé in dote il Castello e le terre I di San Gaudenzio. In realtà le vicende sono un po' più complesse e vanno ricercate nei documenti di cui fornisce ampia spiegazione un volume, realizzato proprio dai Bergaglio, dedicato alla storia del Castello. Ma in questa sede occorre semplificare, dunque siamo costretti a tracciare solo un rapido resoconto della vicenda. Ciò che interessa è senz'altro il fatto che da questo momento si forma quello che sarà d'ora in poi chiamato il feudo di San Gaudenzio, Cervesina e Rampina. Tornando al Conte Cesare Taverna, egli ebbe cinque figli: a uno di essi, Lodovico, ultimogenito dei maschi e nato nel 1566, andò il feudo. Una curiosità: il suo nome è legato a quello di Giampaolo Osio, che fu tristemente noto per essere uno stupratore di monache e che ebbe la famosa relazione con suor Virginia de Leyva, la "monaca di Monza" di manzoniana memoria. Osio era suo amico, e fu da lui ospitato. Ma a quanto riferisce il Ripamonti (dagli scritti del quale il Manzoni attinse le informazioni per il suo lavoro), il Taverna lo nascose e lo ospitò finché non lo fece uccidere, "o per paura scrive il Ripamonti - o per ottenere, con questo omicidio, un qualche favore; o infine per sdegno e odio delle colpe di lui". Per questo Lodovico venne tacciato di essere "traditore dell'amicizia". Questo fatto delittuoso potrebbe essere avvenuto proprio a San Gaudenzio. Lodovico ebbe cinque figli, ai quali lasciò una situazione economica disastrosa. Essi furono così costretti a cedere il Feudo al senatore Luigi Belcredi, il Castello venne alienato ai Trotti. Vale giusto la pena si riferire che l'Impero riconfermerà il feudo ai Taverna fino alla fine del feudalesimo, sebbene si trattasse ormai solo di dazi e poca terra. I Trotti rimasero dunque possessori del Castello e del tenimento di San Gaudenzio fino all'800: fino cioè all'estinzione della stirpe risalente al 1851, quando - poco più che ventenne - morì Laura Castellani de Merlani Varzi, lasciando erede il conte Francesco Verasis di Castiglionbe che poi sposerà la nota Virginia Oldoini di Firenze, conosciuta come contessa di Castiglione, "assurta - dice il nostro volume - agli onore d'alcova presso Napoleone III". Il patrimonio di Verasis venne così presto dissipato e alla metà dell'Ottocento ecco a San Gaudenzio i Radice, una ricca famiglia della borghesia agraria milanese. Nella discendenza dei Radice, Severino fu sindaco di Cervesina per lungo tempo e molte sono le vicende che i membri della famiglia vissero, tra cui quella di Luigi che si arruolò con Garibaldi nel 1860, partecipò alla spedizione di Sicilia, combatté sotto le mura di Capua e fu protagonista di molte altre vicende che qui è impossibile dettagliare.Viaggiando velocemente sulla linea del tempo giungiamo al 1939, quando ad acquistare la proprietà fu il cav. Tullio Mutti, concessionario della Fiat per Voghera: Mutti restaurò i saloni e li riaffrescò con motivi ornamentali e fece procedere al riempimento del fossato circostante. Nel 1962 la proprietà passò all'industriale Alessandro Bettaglio che proseguì l'opera di abbellimento della struttura. Nel 1975, infine, il Castello venne acquistato dagli attuali proprietari che lo hanno trasformato restituendolo all'antico aspetto di fortezza medievale e facendone un Ristorante Hotel.Venne rivalutato il meraviglioso parco antistante. Molte delle sale sono oggi arredate con mobilio e quadri originali risalenti all'epoca dei Trotti e dei Radice e tra le meraviglie di questo maniero c'è anche una biblioteca che contiene molti testi seicenteschi d'agricoltura. Oggi il Castello è un'oasi meravigliosa e dall'atmosfera intrigante: il parco, con le sue piante d'alto fusto e i suoi cespugli da fiore, da foglia e da frutto è un'incantata isola di pace e di bellezza, con conifere e latifoglie, statue e pergolati, il tempio e le aiuole, i viali e i colori. Il Castello è affascinante, con le sue monofore a sesto acuto e i mattoni disposti a raggiera in corrispondenza della cuspide, con i balconi dalle ringhiere in ferro battuto. E poi la Galleria delle Armi, la Sala dei Cigni, la Sala da Pranzo, quella dei Fiori, il Salotto delle Dame, la Sala del Caminetto Bianco, lo Studiolo delle Foglie e tanti altri ambienti costituiscono un insieme ricchissimo di atmosfera, al punto che sembra di fare un tuffo nel passato e nella storia, in un'epoca lontana che da sempre affascina e strega i visitatori. PROSEGUE IL TOUR LUNGO LO STIVALE, E OGNI VOLTA SONO EMOZIONI DIFFICILI DA DESCRIVERE, SOPRATTUTTO QUANDO LA MUSICA ACCOMPAGNA I MOMENTI PIÙ INTENSI L’affetto di Cervesina per Donna Rachele Alla serata hanno partecipato il sindaco Taramaschi, il presidente della Biblioteca Grattoni Asigliano e il giornalista Colombo nnanzitutto grazie. Grazie al sindaco di Cervesina Daniele Taramaschi, al giornalista Matteo Colombo che ha moderato la serata, al presidente della Biblioteca Severino Grattoni di Cervesina Andrea Asigliano e ai proprietari del Castello di San Gaudenzio, la famiglia Bergaglio, per la cortesissima ospitalità. E grazie alle tante persone che hanno partecipato alla serata. Tante, tantissime. Ci hanno dimostrato affetto e attenzione, seguendo con partecipazione attiva tutta la presentazione. Grazie al corpo musicale, a Francesca De Paoli, al maestro Maria Grazia Guerra e ai ragazzi che hanno allietato la bella serata. Il sindaco Taramaschi ha voluto I citare, nel suo intervento di apertura, quanto scritto da Mario Russomanno all'indomani della presentazione nazionale di Villa Mussolini: "Ieri sera a Riccione abbiamo presentato, di fronte a 400 persone, il garbato ed emozionante libro su Donna Rachele scritto dalla nipote Edda Negri Mussolini e da Emma Moriconi. Non si riscrive la storia, si descrive una donna eccezionale che ha saputo affrontare con dignità e forza tragedie inimmaginabili, una storia di sentimenti e i sentimenti sono di tutti". Il presidente della Biblioteca ha precisato che vedere così tante persone è un orgoglio, quindi ha voluto sottolineare come questo libro abbia una doppia valenza: "è una biografia - ha detto - di una famiglia più che di una donna, osservata dal punto di vista di questo perno, Donna Rachele, che ha tenuta unita la famiglia in ogni occasione. Inoltre - sebbene nel libro stesso si legga che non è un libro di storia ma di sentimenti - credo che la storia sia fatta di sentimenti, quella scienza imperfetta che viene denominata tale insieme alla filosofia. La storia non è scritta dagli economisti, o dai soldati, ma dai loro sentimenti. Ecco, per me è un libro di storia, che ha un interesse storico, di una famiglia tra le più importanti del Novecento. Così siamo contenti di allargare il nostro respiro a produzioni non solo locali. Sono storie che rendono umana anche una figura come quella di Benito Mussolini". Matteo Colombo ha rilevato i due piani, quello storico e quello narrativo, sottolineando come questo stile dia piacevolezza alla lettura. Si parla di emozioni, che sono il filo conduttore di questo nostro lavoro. La partecipazione del pubblico è stata piena, e mentre ci accingiamo a proseguire nel nostro viaggio lungo l'Italia, sentiamo di voler esprimere tutto il nostro affetto a chi ci segue, a chi ci sostiene, a chi ci legge. Infine grazie alla Minerva Editrice, sempre attenta ad ogni necessità con la cura che si ha per ciò che si ama. [email protected] 7 Giovedì 19 novembre 2015 DA RomA E DAL LAzIo ARGENTIN (PD) STRIGLIA IL GOVERNATORE ZINGARETTI SONO 23 LE RICHIESTE DI COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE ACCOLTE, 42 QUELLE BOCCIATE Mafia Capitale entra nel vivo iprenderà la prossima settimana il maxi processo di Mafia Capitale. Il dibattimento entra nel vivo dopo le prime due udienze infuocate, nel corso delle quali non sono mancati colpi di scena che presumibilmente animeranno la maratona processuale fino al 22 luglio 2016. Tensione anche nell’ultima udienza, decisiva per l’ammissione delle parti civili. Sono 23 le richieste di costituzione di parte civile accolte, ben 42 quelle bocciate. Così ha deciso il tribunale di Roma dopo una camera di consiglio durata oltre cinque ore in un'udienza fiume iniziata alle 9.40 e che si è chiusa dopo le 23 nell’aula bunker di Rebibbia dove si celebra il processo a Mafia Capitale. Nell’ammettere tra i soggetti legittimati a lamentare danni dalle condotte degli imputati il Campidoglio, la Regione Lazio, il ministero dell’Interno e il Comune di Sant’Oreste, le amministrazioni giudiziarie delle società sequestrate, Ama Spa, Pd Unione regionale Lazio (con riferimento al danno morale nei confronti dei soli imputati iscritti o eletti nelle liste del partito), Fallimento Unibar, Eur Spa, Associazione Antonino Caponnetto, Libera, Sos Impresa, Cittadinanzattiva, Centro di iniziativa per la legalità democratica, Vittime di usura estorsione e racket, Ambulatorio Antiusur Onlus, Associazione Antimafie e Antiracket Paolo Borsellino, Fai Antiusura Ostia Volare, Associazione Fai Antiracket-Antiusura RomaAgisa Onlus, Legacoopsociali, Associazione Cooperative sociali, Consorzio Calatino Terra di Accoglienza, Forum delle Associazioni antiusura e Consorzio Castel Porziano 98. R Basta alibi, subito “Dopo di noi” leana Argentin, deputata del Pd, torna alla carica sulle problematiche dei disabili nella Capitale e nel resto della regione, non risparmiando, come accaduto spesso con la giunta marino, più di qualche critica alle istituzioni. E, questa volta, la parlamentare, costretta su una sedia a rotelle da una grave malattia, ha invitato la Regione Lazio ad accelerare l’iter per il bando “Subito dopo noi”, il cui scopo principale è quello di assicurare una adeguata assistenza a queste persone dopo la perdita dei genitori o dei familiari che vi provvedevano. “Caro Nicola almeno tu rispondici: sono centinaia e centinaia i disabili che vivono nella nostra regione privi di un futuro. I genitori dei disabili gravi rivendicano risposte per il dopo di noi, non cronicari come le Rsa. E’ impensabile, infatti, far convivere un anziano di 90 anni e un ragazzo disabile legato a un respiratore o con un gravissimo deficit mentale”. E’ l’appello rivolto dalla parlamentare democratica al governatore zingaretti, ricordando: “Io lavorato sulla legge, tu come presidente della Regione, insieme alla tua giunta, vai incontro ai genitori e ai familiari dei disabili che non hanno più voce per gridare il proprio diritto di morire”. L’esponente del Pd non ha risparmiato neanche una frecciatina a zingaretti: “Tutti vogliono il rispetto della trasparenza ma basta con l’immobilismo, mafia capitale non può diventare un alibi per non dare più servizi a nessuno”. I Il collegio ha spiegato, con un provvedimento di una ventina di pagine, che “sono stati accolti quegli enti o quelle associazioni che, in base agli statuti e agli atti costitutivi, sono specificamente preposti alla lotta e alla prevenzione dei fenomeni mafiosi, alla realizzazione di alternative al fenomeno mafioso stesso, alla solidarietà ed assistenza nei confronti delle vittime della mafia, nonché al contrasto dei fenomeni di corruttela, estorsione e usura che arrecano pregiudizio all’ordinato e pacifico svolgimento della convivenza sociale”. Respinte invece, tra le altre, le istanze di Codacons, Confindustria, Camera di Commercio di Roma, Legambiente, Fondazione Antonino Caponnetto, Federazione Antiracket italiana, Cooperativa Capodarco, Movimento difesa del cittadino, Assoconsum, movimento con- sumatori, Codici-Onlus Centro per i diritti del cittadino. Esclusi quegli enti “dediti per statuto ad attività anche finalizzate a migliorare genericamente il rapporto tra cittadino e PA, essenzialmente di studio e di ricerca e dunque non specificamente danneggiati dai reati contestati”. Esclusi anche i rappresentanti del M5S. In particolare, sottolinea il tribunale, “per i singoli che hanno avanzato richiesta come membri del parlamento va ricordato che la legittimazione processuale spetterebbe all’ente”. I singoli “che hanno avanzato richiesta quali membri di consigli comunali o municipali o di commissione comunali, la richiesta di costituzione del Comune di Roma deve ritenersi assorbente”. Fuori dalla lista anche i rifugiati e i 37 nomadi di Castel Romano che avevano presentato l’istanza. IL TRIBUNALE DEL LAVORO IMPUGNA IL PROVVEDIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE CAPITOLINA E DEL CORPO DI POLIZIA LOCALE Vigili: stop rotazione, Comune condannato Esulta la Uil, l’Ugl attacca: “Dimostrata l’incapacità del comando” Onorato: “Penalizzati i lavoratori”. Il Campidoglio pagherà le spese legali a magistratura interviene ancora su Roma Capitale, impugnando, questa volta, il sistema di rotazione della polizia locale. Una sentenza auspicata dalle organizzazioni sindacali, le quali avevano fortemente condannato e criticato la L decisione presa a suo tempo dall’amministrazione capitolina e dal comando. “Con la sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma, il quadro è finalmente completo: il comportamento della dirigenza capitolina rispetto alla gestione del Piano Nazionale Anticorruzione è stato totalmente inammissibile e, soprattutto, antisindacale”, è lo sfogo della Uil Fpl Roma e Lazio, che aveva presentato il ricorso. “I provvedimenti partoriti dall’Amministrazione capitolina e dal Comando della Polizia Locale, infatti - ha afferma il segretario generale del sindacato, Bernardini - sono stati dichiarati illegittimi dalla suddetta sentenza, che di fatto annulla i provvedimenti stessi e condanna Roma Capitale al pagamento delle spese legali”. “La sentenza rende nulli i trasferimenti degli appartenenti al Corpo - gli ha fatto eco Milani, dell’Ugl di Roma - è solo l’ennesimo atto di dimostrazione dell’incapacità del Comando del Corpo di gestire I 6.000 uomini che lo compon- gono”. Ricordando che “in questi mesi si stanno susseguendo sentenze su sentenze, da quella che sanziona l’arbitraria soppressione operata per i permessi per visite mediche specialistiche, a quella della Corte di Cassazione che impone di classificare come lavoro straordinario, il servizio effettuato nei giorni di festività infrasettimanali”. Una sentenza commentata anche da Alessandro Onorato, ex capogruppo comunale e coordinatore della Lista Marchini. “Il provvedimento di rotazione così come attuato, di fatto, non fa altro che spostare il problema senza alcun criterio logico penalizzando i lavoratori”, ha spiegato l’ex consigliere comunale, sottolineando che “se una persona è corrotta o corruttibile non servirà a niente spostarla in un’altra sede. Vengano piuttosto allontanati quei pochi soggetti che non meritano di portare la divisa. È giusto pianificare una rotazione a patto che questa riguardi le competenze e non soltanto le sedi. Che senso ha spostare una persona che si occupa di urbanistica in un altro Municipio mantenendogli la competenza sullo stesso tema?”. LA DELIBERA DEL 29 OTTOBRE DECENTRA 87 ETTARI DI AREE Verde ai Municipi, l’ultimo “regalo” di Marino S i avvicina il Natale. E così Ignazio marino, prima di essere sfiduciato, ha “regalato” ai municipi la gestione del verde pubblico di prossimità. In totale si tratta di quasi 87 ettari di aree a verde attrezzato e aree di arredo stradale e sosta, fatta eccezione delle Ville Storiche, dei Parchi Urbani, delle Aree verdi vaste (Verde attrezzato di quartiere al di sopra dei 5.000 mq), l’Alberate urbane . E’ il contenuto della delibera approvata nell’ultima giunta del 29 ottobre. L’obiettivo è quello di riportare ai municipi, che resteranno in carica fino alle prossime elezioni, “la programmazione, attuazione, gestione e manutenzione del verde orizzontale...” per “una maggiore partecipazione dei cittadini ai processi decisionali” e un incremento di efficienza e efficacia in termini di tempi e di costi”. Entrando nel dettaglio, il “decentramento” del verde era già previsto dall’articolo 69 del Regolamento del Decentramento Amministrativo del 1999, che assegnava alle circoscrizioni gli interventi e la manutenzione relativi al verde di quartiere e di vicinato di superficie non superiore a 20.000 mq. e del verde di arredo urbano. Disposizioni che però, salvo che per il municipio X, finora erano rimaste inattuate, “in primo luogo per la mancata assegnazione di risorse finanziarie e professionali, necessarie per consentire il concreto esercizio delle funzioni decentrate”. Quali modifiche saranno apportate? Nelle quindici municipalità sarà istituito un apposito ufficio o servizio Ambiente, con l’attribuzione delle relative risorse professionali, tre per ogni municipio, due di profilo tecnico e una di profilo amministrativo. Eppure, già in passato, i dirigenti del Servizio giardini e dell’ufficio Alberate avevano lamentato la man- canza di fondi, personale e mezzi per garantire un servizio decente. Sarà esternalizzato alle coop? 8 Giovedì 19 novembre 2015 ESTERI PADRE PIERO PAROLARI SI STAVA RECANDO ALL’OSPEDALE DI DINJAPUR, DOVE OPERA COME VOLONTARIO Bangladesh: attentato a un medico italiano Il missionario è stato raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco alla testa e al collo ma è fuori pericolo di Cristina Di Giorgi i chiama Piero Parolari il medico e missionario originario di Lecco raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco mentre, in sella alla sua bicicletta, si stava recando all’ospedale di Dinjapur (città del nord del Bangladesh dove prestano la loro opera i padri del Pontificio Istituto Missioni Estere), in cui lavora come volontario. Secondo fonti dello stesso nosocomio, presso il quale è stato immediatamente trasportato, l’uomo è in gravi condizioni ma per fortuna fuori pericolo. Padre Parolari, 64 anni, svolge la sua attività in Bangladesh fin dal 1985. Dopo la sua ordinazione sacerdotale, ha infatti immediatamente raggiunto il Paese asiatico, dove “ha messo a disposizione della gente scrive Mondo e Missione - la sua esperienza di medico missionario. Viceparroco della comunità di Suhiari, la gente lo conosce soprattutto per la sua opera in favore dei malati di tubercolosi”. Da sempre impegnato in ambito sanitario, ha infatti fondato il ‘Tbc Hospital’, una struttura di 70 letti situata nei pressi della parrocchia di Rajshahi. Inoltre “continua a lavorare presso l’ospedale St.Vicent, della locale diocesi, e la sua opera è sempre stata apprezzata dal governo bengalese”. S Stando alle prime ricostruzioni dell’accaduto effettuate dalle forze dell’ordine, l’agguato è stato messo in atto da tre uomini, che intorno alle 8 di mercoledì mattina hanno raggiunto l’italiano a bordo di una motocicletta mentre transitava di fronte ad una stazione del bus nella città di Dinjapur (a circa 400 km dalla capitale Dacca). In seguito gli hanno sparato varie volte, ferendolo alla testa e al collo. GUERRA ALL’ISIS DAL MONDO Putin: caccia ai soldi dei terroristi Il leader del Cremlino ha istituito un Comitato russo per la lotta al finanziamento delle organizzazioni estremiste a guerra contro l’Isis passa anche per l’individuazione e il blocco delle risorse economiche che sostentano le attività del Califfato. Ne è convinto – giustamente – il leader del Cremlino. Che in proposito ha preso recentemente i necessari provvedimenti. E’ infatti di queste ore la notizia – resa nota da un comunicato stampa ufficiale del Cremlino che Vladimir Putin ha firmato un decreto per la costituzione di una Commissione interdipartimentale finalizzata al contrasto del finanziamento del terrorismo. Tale tavolo di lavoro, al quale parteciperanno rappresentanti di enti statali e funzionari delle istituzioni russe, ha appunto il compito di bloccare mezzi e beni appartenenti o destinati a organizzazioni e singole persone sospettate di terrorismo. “Putin – si legge in proposito su Sputniknws - ha inoltre raccomandato alla Procura, alla Banca di Russia e alle regioni di inviare i materiali sui soggetti coinvolti in attività terroristiche alla Commissione, per contrastare i loro finanziamenti”. L In precedenza la camera alta del Parlamento russo aveva fatto appello alle istituzioni di tutto il mondo per mettere da parte le differenze e lavorare insieme per combattere il terrorismo, anche seguendo la pista del denaro. Come del resto annunciato nella Dichiarazione finale diffusa al termine del recente G20 in cui si parla anche di “sanzioni finanziarie ai regimi collegati al terrorismo Quello nei confronti di Parolari è il secondo attacco contro un italiano e del terzo contro uno straniero negli ultimi due mesi. Per quanto riguarda il nostro Paese, il 28 settembre a Dacca è stato ucciso, mentre faceva jogging, il cooperante Cesare Tavella. E pochi giorni dopo il giapponese Hoshi Konyo era morto in un altro agguato nella zona di Rangpur. Per queste due ultime azioni, il centro di monitoraggio americano Site aveva reso noto che erano pervenute rivendicazioni dell’Isis (sull’attacco a Parolari sembra non ci siano ancora notizie), ma il governo bengalese in proposito ha ripetutamente dichiarato che nel proprio territorio non sono attivi gruppi legati al Califfato. Le indagini avevano comunque portato all’arresto di alcuni sicari. L’ambasciatore italiano Mario Palma, relativamente a quanto accaduto a padre Parolari, ha dichiarato che “la modalità di agguato sembra la solita” e che quanto avvenuto “è la conferma del pericolo per gli stranieri. Personalmente – ha aggiunto - non credo all’ipotesi di una serie di attacchi organizzati dall’Isis, ma penso si tratti del tentativo di seminare il caos in queste ore di attesa del verdetto contro due politici dell’opposizione accusati di crimini contro l’umanità”. o che finanziano i terroristi”. Un’affermazione questa alla quale i Paesi che l’hanno sottoscritta dovranno quanto prima dare seguito, anche perché, stando a quanto dichiarato dal presidente russo – che ha fatto sapere di aver messo a disposizione i dati russi in materia – “i jihadisti dell’Isis sono finanziati da persone fisiche provenienti da 40 Stati, tra CdG cui anche membri del G20”. NIGERIA: ATTENTATO ALLA STAZIONE, 32 MORTI Sono oltre 30 le vittime (e un’ottantina i feriti) dell’esplosione che ha devastato la stazione degli autobus di Yola, una cittadina del nordest della Nigeria. Secondo quanto si è appreso, si è trattato di un attacco suicida compiuto nei pressi di un mercato presumibilmente (sembra esserne convinta la polizia locale) da appartenenti al gruppo dei fondamentalisti islamici di Boko Haram, che da anni insanguinano la regione. La maggior parte dei morti – riferiscono le agenzie citando fonti delle forze dell’ordine – erano venditori o passanti. BIRMANIA: HANNOVER: AUSTRALIA: CACCIA ILLEGALE ALLE BALENE, RISARCIMENTO CESSATO ALLARME E’ rientrato l’allarme terrorismo a Hannover. Nel corso delle perquisizioni effettuate nella capitale della bassa Sassonia la polizia non ha rinvenuto materiale esplosivo nei pressi dello stadio e non ha effettuato arresti. In conseguenza di “seri indizi” sull’eventualità di un attentato, l’altra sera era stata annullata l’amichevole di calcio tra Germania e Olanda e si era provveduto a far evacuare l’impianto sportivo poche ore prima dell’inizio della partita, ad assistere alla quale avrebbe dovuto esserci anche il cancelliere Angela Merkel. L’allarme era scattato su tutta la città sulla base di informazioni provenienti dai servizi francesi circa il pericolo di un attentato islamico. ESERCITO CONTRO MINORANZE L’esercito birmano ha intensificato gli attacchi nell’est del Paese, in particolare contro le etnie Shan e Kachin, che da tempo chiedono l’autonomia e la salvaguardia dei loro territori, ricchi di risorse naturali e di notevole importanza strategica. Villaggi e postazioni armate sono da alcuni giorni sotto bombardamento ad opera di elicotteri da combattimento e aerei militari. E sono molti i civili in fuga dalle aree interessate: si parla di circa diecimila persone, come riferito da fonti di organizzazioni umanitarie locali, che hanno lanciato appelli per cibo e medicine. MILIONARIO Un tribunale australiano ha condannato la Kyodo Senpaku Kaisha al pagamento di un risarcimento di un milione di dollari locali (circa 670 mila euro) per aver ucciso alcuni cuccioli di balena in una riserva nell’oceano antartico. Secondo i giudici la società giapponese, nel corso di quattro battute di caccia svolte tra il 2008 e il 2013, aveva violato diverse disposizioni normative in materia di tutela dell’ambiente e della biodiversità. “In base alla legge australiana – ha dichiarato il direttore della Humane Society International, promotrice dell’azione legale – le balene che si trovano nell’Antartico godono di protezione totale”. 9 Giovedì 19 novembre 2015 ESTERI LUTTO NEL RUGBY MONDIALE Jonah Lomu “ha passato la palla” La leggenda dell’ovale è scomparsa all’età di appena quarant’anni. Soffriva di una rara e grave malattia renale di Cristina Di Giorgi a passato la palla: è questa l’espressione che nel mondo del rugby si dedica a chi non c’è più. Ed oggi è per Jonah Lomu, leggenda neozelandese della palla ovale e del mondo dello sport in genere. Prima giocatore e poi testimonial di quello che, per chi lo pratica, più che una semplice attività fisica è un vero e proprio stile di vita, Lomu se n’è andato all’improvviso nella sua casa di Auckland. Aveva appena 40 anni. Soffriva di sindrome nefrosica, una grave e rara malattia renale, che nel 2002 lo aveva costretto ad interrompere prima del tempo una brillante carriera. Nel 2004 aveva anche subito il trapianto di un rene (glie l’aveva donato un amico) ma gli effetti positivi dell’operazione non erano durati molto. Ed era tornato in dialisi. A chi lo aveva visto poche settimane fa, in tribuna a tifare per i suoi All Blacks e come uomo simbolo dei mMondiali in Inghilterra, sembrava in forma. Ma i suoi reni evidentemente l’hanno tradito. La notizia della scomparsa, confermata dall’amministratore delegato della NZ Rugby Tew, ha lasciato tutti increduli: “Siamo scioccati e addolorati - ha detto - e non sappiamo che dire. Jonah era una leggenda nel nostro gioco ed era molto amato, nel nostro Paese e in tutto il mondo. I nostri pensieri H sono con la sua famiglia”. Era il giocatore di rugby senz’altro più famoso del mondo. Ala per eccellenza (questo il ruolo in campo del gigante nato in un sobborgo di Auckland in una famiglia di origine tongana), aveva debuttato con gli All Blacks a 19 anni (la più giovane matricola di sempre nella Nuova Zelanda), 1.95 di altezza e 115 kg di peso. E aveva dato quasi subito dimostrazione di che pasta di giocatore fosse: cavalcate inarrestabili e mete devastanti: riusciva a correre i 100 metri con una velocità inferiore ai 10 secondi. Dimensione e accelerazione dunque. Quando era lanciato sembrava un treno inarrestabile, agile e potentissimo. Ha segnato, nell’arco di otto stagioni, 37 mete in 63 test match con la Nazionale: cinque le ha segnate contro l’Italia. Leggendarie restano comunque le quattro realizzate contro l’Inghilterra nella semifinale di Sud Africa 1995: in quella edizione del mondiale Lomu andò a segno 7 volte. E otto in quella successiva (Inghilterra 1999). Il totale di 15 mete è un record che non è ancora stato superato. Un mito dunque (la prima vera icona mondiale della palla ovale) che con le sue imprese da record contribuì tra l’altro al passaggio del rugby al professionismo. Nell’arcipelago di Tonga gli venne addirittura dedicata un’isola vulcanica. Come lui. Che in campo era esplosivo. E fuori, nel contempo e quasi per contrasto, gentile e disponibile, timido e alla mano, sempre sorridente. Sempre pronto, negli anni difficili della malattia, a dimostrare con discorsi e scritti una forza d’animo non comune, che ha molto probabilmente aiutato, dando speranza e coraggio, molti malati come lui. In queste ore tutto il mondo ha un pensiero per quello che forse è stato il miglior giocatore di rugby di sempre. Che ha consegnato alla storia una palla ovale fatta di fatica e sogni. Quella che Jonah ha passato, andandosene, a chi entrerà in campo dopo di lui. 10 Giovedì 19 novembre 2015 ECONOMIA L’AD E DG STARACE: “CONNETTIVITÀ A COSTI PIÙ BASSI DEL 30-50%. PROGETTO ESPORTABILE OVUNQUE” La banda larga Enel coprirà l’Italia NUOVI ANCHE GLI OBIETTIVI DI EFFICIENZA Arrivano 4.500 assunzioni el nuovo Piano 2016-2019 Enel le nuove assunzioni saranno 4.500, duemila delle quali in Italia, per portare così avanti il rinnovamento della forza lavoro dell’azienda. A fronte, si prevedono 9.200mila prepensionamenti, 6mila dei quali in Italia, come ha detto l’ad e dg Starace presentando a Londra il piano alla comunità finanziaria. Questo nuovo piano si basa su quello presentato a marzo 2015, "accelerando la creazione di valore nell'ambito dei quattro principi fondamentali ed aggiungendone un quinto, la semplificazione del Gruppo". La politica dei dividendi resta confermata: pagamento di un dividendo minimo per azione pari a 0,16 N l progetto Enel sulla banda larga crea un vantaggio di costo "del 30-50% rispetto all'uso delle linee dell'operatore telefonico", quindi l'offerta è di una "connettività a costi così bassi che nessun altro può offrire". Così ha affermato da Londra Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel, rispondendo alle domande degli analisti nel corso della presentazione del Piano strategico 20162019 alla comunità finanziaria. Per questo progetto, ha aggiunto Starace, "l'ambizione è semplice: non abbiamo limiti in termini di co- I pertura territoriale, è una grande opportunità per una seconda o parallela vita di una infrastruttura esistente, in quanto ci permette di utilizzare la rete che abbiamo in modo alternativo". Rispetto al "quanto grande sarà la rete, ne parliamo fra due mesi, ma sarà grande come l''Italia, non abbiamo limitazioni", ha proseguito l’ad e dg di Enel. "La rete elettrica è già 4 o 5 volte più ramificata di quella telefonica – è quindi entrato nel dettaglio Francesco Starace – e pertanto potremo dare connettività a costi molto più bassi degli operatori telefonici". Dopo "sei mesi di studi dettagliati - ha aggiunto Starace facendo riferimento in particolare alle valutazioni portate avanti su piccole e medie città in Italia abbiamo visto che possiamo disporre i cavi portandoli a un contatore che si trova già all'interno delle case nel 40% dei casi, mentre per l'altro 60% ci avviciniamo molto". Oltretutto si tratta di "un'attività senza rischio- ha precisato l'ad e dg Enel- perché è una parte ben regolamentata dell'attività”. Ad ogni modo, ha tenuto a ribadire “per l'ennesima volta" Starace, "noi non saremo un operatore telefonico o un fornitore di contenuti, ma manterremo aperta la connettività a chi vorrà utilizzarla. L’evoluzione regolamentaria non dipende da noi". Rispetto alle prospettive "oggi credo non ci sia un esempio di quella magnitudo che richieda un intervento regolatorio", ad esempio esiste "Metroweb, ma esiste solo a Milano e opera in regime di mercato libero autoregolato, quindi non so dire se ci sarà una evoluzione regolatoria, vedremo e deciderà il legislatore". Ad ogni modo, ha concluso Francesco Starace "il tempo che abbiamo dedicato al progetto è abbastanza ampio" ma "la NewCo avrà un suo management e un suo team e quindi saranno loro, non il management Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio euro per il 2015 e pari a 0,18 euro per il 2016; previsto payout del 65% nel 2018. Aggiornati anche, come si evince sempre da una nota dell’azienda, gli obiettivi di efficienza, puntando a "risparmi di 1,8 miliardi nel corso del periodo 20142019, con una riduzione dei costi operativi di 1 miliardo e una riduzione degli investimenti in manutenzione per 800 milioni, facendo leva sulla presenza globale e la flessibilità del business”. C’è poi una "ulteriore semplificazione della struttura organizzativa del Gruppo per incrementare la creazione di valore" con la proposta di integrazione societaria di Egp e la riorganizzazione delle attività in America Latina in corso. Enel, ad occuparsi dello sviluppo futuro di questa unità”. Nel settore delle rinnovabili, invece, Enel prevede che la sua capacità di generazione ''verde'' installata nell''arco di piano 20162019 "porterà il mix di generazione del Gruppo ad oltre il 50% di utilizzo di fonti pulite entro il 2019. Puntiamo a raggiungere oltre il 50% di produzione da rinnovabili per la fine del piano", ha detto ancora Francesco Starace, il che farà della società "uno più grandi produttori di energia pulita al mondo proseguendo verso il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione". 11 Giovedì 19 novembre 2015 DALL’ITALIA IL GUP DI BERGAMO HA DICHIARATO IL NON LUOGO A PROCEDERE PER I 31 INDAGATI ADERENTI ALLA GUARDIA NAZIONALE PADANA Lega Nord, camicie verdi assolte Si chiude l’inchiesta scattata nel ’96. Accusati di aver organizzato un’associazione paramilitare, in passato, anche i big del Carroccio poi prosciolti. Calderoli: “Questo processo alle idee non doveva mai iniziare. È durato vent’anni” MILANO Condannato per omicidio della ex: libero aspettando la Cassazione di Barbara Fruch opo quasi vent’anni arriva l’assoluzione. Il gup di Bergamo Tino Palestra ha optato per il “non luogo a procedere” per le 31 persone accusate di aver fatto parte della Guardia Nazionale Padana, le famose camicie verdi, della Lega Nord. Nei loro confronti a ottobre il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio perché accusate di aver “aver promosso, costituito, organizzato o diretto un'associazione di carattere militare”. L'inchiesta risale a 19 anni fa e ora si attendono 30 giorni per conoscere le motivazioni della decisione del gup. Tra dirigenti del Carroccio coinvolti nell’inchiesta, in passato, anche Umberto Bossi (all’epoca segretario federale), Francesco Speroni, Roberto Maroni, Roberto Calderoli, Mario D Borghezi, Giancarlo Pagliarini e Marco Formentini. Big che erano stati via via prosciolti dalle varie accuse perché il Senato e la Camera avevano decretato “l'insindacabilità delle condotte degli imputati parlamentari”, ritenendo che “l'associazione camicie verdi non fosse che un servizio d'ordine simile a quelli organizzati da altri partiti in occasione dei comizi o delle manifestazioni di piazza”. L’inchiesta era quindi continuata per gli altri 31 indagati, tutti lombardi e veneti, che, seguendo i tempi della giustizia italiana, solamente ieri sono stati finalmente scagionati. La Guardia nazionale padana era stata costituita formalmente a Pontida, in provincia di Bergamo, il 2 giugno 1996, nel corso di uno dei tradizionali raduni leghisti: venne fondato - si leggeva nello statuto – per dotarsi “di un servizio d’ordine organizzato nell'ambito dei territori della Padania”. L’inchiesta era iniziata proprio nel 1996, quando ad indagare era stato il procuratore di Verona Guido Papalia. Un primo rinvio a giudizio era arrivato 14 anni più tardi, nel 2010, a Verona (dove risiedeva la maggior parte dei coinvolti), ma il procedimento era poi passato per competenza ai pm di Bergamo. Nel settembre del 2014, il tribunale scaligero aveva infatti accolto l'eccezione di incompetenza territoriale presentata dall’avvocato di uno degli accusati (proprio perché l’atto costitutivo dell'associazione venne siglato a Pontida). Tra i motivi dei ritardi del processo anche l’attesa per i pareri delle Camere, della Corte costituzionale e dell’Europarlamento. Ogni volta i termini venivano sospesi. Ieri, finalmente, a quasi vent’anni dall'avvio dell’inchiesta, il tutto si l 13 febbraio 2012 uccise la sua ex compagna Antonia Bianco, di 15 anni più giovane e dalla quale aveva avuto in figlio. L’uomo Carmine Buono, un idraulico 58enne di San Giuliano Milanese (Milano), è stato condannato in primo e in secondo grado all’ergastolo, ma è stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, in attesa della sentenza definitiva che non è ancora stata pronunciata. La Bianco, 43enne e residente a Milano, fu soccorsa quel 13 febbraio da un'ambulanza a San Giuliano Milanese per un apparente malore dopo un litigio in strada con l’idraulico. Poco dopo la donna morì nel vicino ospedale di San Donato: erano stati i medici della strut- I tura a notare una piccola ferita sotto l'ascella sinistra, causata da un oggetto appuntito che aveva perforato il pericardio. I sospetti si concentrarono su Carmine Buono, che fu arrestato per omicidio volontario. L’arma del delitto, forse un coltellino o uno spillone, non è mai stata ritrovata e l’uomo, difeso dall'avvocato Mirko Mazzali, si è sempre professato innocente. Il 5 marzo del 2014 per lui era arrivata la sentenza di secondo grado della corte d’assise d’appello di Milano, ora impugnata in Cassazione. Nel frattempo sono scaduti i termini massimi di custodia cautelare e l’uomo è stato liberato, rimanendo sottoposto al solo obbligo di dimora. è chiuso con un nulla di fatto. Soddisfazione è stata espressa dal senatore bergamasco Roberto Calderoli che, però, sottolinea inevitabilmente i tempi lenti della giustizia italiana oltre al rammarico per un processo istituito contro la libertà di opinione.“Verrebbe da dire giustizia è fatta davanti alla notizia dell’assoluzione piena dei 34 cittadini eternamente imputati nel processo a Verona sulle ‘camicie verdi’ – spiega Calderoli – Ma in questo momento insieme alla soddisfazione per la conclusione di questa assurda e lunghissima vicenda processuale, c'è anche un senso di frustrazione e rammarico, perché questo processo, così lungo, impegnativo e costoso, non avrebbe mai dovuto neppure iniziare, trattandosi solo di opinioni liberamente espresse, senza che mai ci fosse stato un singolo atto di violenza o prevaricazione. Questo processo alle idee non doveva mai neppure iniziare e invece si è trascinato quasi per vent'anni e questo rappresenta una sconfitta, in primis per la procura di Verona che fino ad oggi fortemente si è impuntata su questo processo, senza mai neppure arrivare ad una sentenza in conclusione di un dibattimento di primo grado, ma soprattutto per la giustizia italiana, che ha tenuto per quasi vent'anni questi 34 uomini in ostaggio di un processo basato sul nulla”. NAPOLI VERCELLI Maltrattamenti a bambini: fermate due maestre altrattamenti agli alunni, uno dei quali disabile. Per questo i carabinieri della stazione di Gragnano (Napoli), su ordine della magistratura, hanno notificato ieri a due maestre (di cui una di sostegno) della scuola elementare “Giuseppe Ungaretti” di Gragnano un’ ordinanza applicativa della misura cautelare dell’obbligo di dimora con prescrizione di non allontanarsi dall’abitazione dalle 8 alle 19. L’indagine, secondo quanto evidenzia una nota del procuratore Alessandro Pennasilico, è iniziata lo scorso febbraio a seguito della denuncia della madre di uno degli alunni che riferiva di violenze subite dal figlio tanto che il piccolo non voleva più andare a scuola. Secondo quanto accertato dai militari dell’Arma di Gragnano attraverso la raccolta di testimonianze ed intercettazioni audio/video, le due avrebbero maltrattato con per- M Firme elettorali false: a giudizio il sindaco Pd invio a giudizio per il sindaco di Vercelli Maura Forte, appartenente al Pd, nell’inchiesta sulle firme false per le elezioni provinciali del 2011. La decisione è stata presa dal gip Giulia Pravon, dopo l’inchiesta del pubblico ministero Davide Pretti. L’accusa nei confronti del primo cittadino è di falso. Il dibattimento si aprirà il 4 aprile 2016. L’avvocato del sindaco, Massimo Mussato ha spiegato di aspettarsi la decisione dei magistrati dicendosi sicuro che durante il processo si chiarirà l’insussistenza di ogni contestazione e di ogni responsabilità della sua assistita. “Il rinvio a giudizio era cosa pressoché scontata in questa situazione – ha detto – Non è una prognosi di condanna, ma una semplice necessità dell’approfondimento degli elementi di accusa nel dibatti- R cosse, strattoni e anche urla e rimproveri eccessivi alcuni bambini di una terza elementare, tra i quali anche un’allieva disabile psichica. “Vari episodi di maltrattamenti - spiegano le forze dell’ordine - sia fisici (percosse/prese violente/strattoni) che psicologici (urla, rimproveri spropositati e spesso ingiustificati) posti in essere dall’insegnante ‘or- dinaria’ nei confronti anche di altri bambini e dall’insegnante di ‘sostegno’, nei confronti dell’alunna (anni 9) a lei affidata poiché affetta da ritardo nell’apprendimento”. Il reato di cui ora dovranno rispondere le due mestreorco è quello di maltrattamenti contro familiari o conviventi e, nel caso specifico, contro alcuni alunni. mento. Attendiamo il processo con l’assoluta serenità di chi ha operato nella correttezza, nella buona fede e nel rispetto della legge”. Rinviati a giudizio, sempre con l’accusa di falso, altri tredici imputati tra cui l’ex presidente del consiglio comunale Camillo Bordonaro (Pdl), il consigliere regionale del Pd Giovanni Corgnati, l’ex vicesindaco Antonio Prencipe, Pier Giorgio Comella e Emanuele Pozzolo (ex Lega). Il giudice ha deciso il non luogo a procedere, in quanto il fatto non sussiste, per altri undici politici: Massimo Simion, Giorgio Corradini,Barbara Gardano, Giovanni Caglioti, Daniele Pane, Marco Pasteris, Ercole Fossale, Salvatore Alaimo, Maria Rachele Averone, Francesco Corradino e Marco Ferraris. Sono stati assolti, con il rito alternativo, Giuseppe Rotondo e Gaetano Angelone. Ha patteggiato una pena di sei mesi e 20 giorni Fulvio Berrone. 12 Giovedì 19 novembre 2015 DALL’ITALIA QUATTORDICI FERMI TRA TOSCANA, LOMBARDIA ED EMILIA ROMAGNA RAGUSA Espulsi rientrano in Italia: arrestati due marocchini Sono sbarcati insieme a trecento stranieri Beccati, sono stati condotti in carcere Furti nelle aziende di alta moda in manette una banda di rom Colpiti maison tra cui Bulgari, Prada, Gucci e Chanel: il valore del bottino ammonterebbe ad alcuni milioni di euro givano tra Toscana e Friuli Venezia Giulia, prendendo di mira le aziende di brand di alta moda e svaligiandole. Furti organizzati e portati a termine da una banda di rom che è stata sgominata ieri dalla Polizia. Sono 14 misure cautelari in carcere, emesse dal gip presso il Tribunale di Firenze, su richiesta della Procura della Repubblica, ed eseguite tra Toscana, Lombardia ed Emilia Romagna. In manette finiti 12 uomini di età compresa tra i 23 e i 47 anni, tutti cittadini romeni o originari della Romania. Altri due malviventi risultano invece ricercati. Sarebbero responsabili, secondo quanto emerso dalle indagini, di una lunga serie di colpi messi a segno nel 2014 a danno di ditte produttrici di oggetti di pelletteria per grandi marchi della moda italiana. Gli accertamenti, condotti dalla sezione reati contro il patrimonio della squadra mobile di Firenze, hanno avuto inizio a seguito del furto, nella notte tra il 21 ed il 22 aprile 2014, all’interno dello stabilimento di produzione fiorentino della ditta Bulgari Accessori in via Ambrosoli. All’epoca i malviventi, dopo aver disattivato il sistema di allarme, si sono introdotti all’interno del magazzino prelevando un migliaio di articoli pregiati tra A rano stati espulsi con rimpatrio coatto, ma sono sbarcati nuovamente in Italia. Protagonisti due uomini, di origine marocchina, Rafik El Adi, di 30 anni, e Younes En Naqab, di 31che sono stati arrestati dalla polizia a Ragusa. Uno era anche destinatario di un mandato di cattura. Gli agenti della squadra mobile li hanno identificati tra i circa 300 immigranti, di cui il 90% di origini marocchine, arrivati sabato scorso nel porto di Pozzallo, in Sicilia. En Naqab, in particolare, era stato espulso come misura sostitutiva alla detenzione in carcere: era stato condannato a Rovigo a un anno e mezzo di reclusione E per traffico di sostanze stupefacenti, ma il giudice aveva sospeso la pena disponendone il rimpatrio. La polizia di Stato lo aveva così ricondotto in marocco. ora, essendo rientrato in violazione di legge, oltre a scontare l’intera pena di 1 anno e 6 mesi dovrà pagare una multa di 18.000 euro Entrambi gli arrestati, su disposizione della Procura di Ragusa, sono stati prelevati dal Centro di primo soccorso ed assistenza (Cpsa) di Pozzallo dalla Squadra mobile di Ragusa e condotti in carcere. Il testo unico sull'immigrazione prevede infatti l'arresto obbligatorio di chi è stato espulso e fa rientro clandestinamente in Italia entro dieci anni. borse, cinture, portafogli e foulard, per un valore commerciale stimato intorno ai 350mila euro. Le indagini hanno consentito così di individuare un’articolata organizzazione criminale, con base operativa a Trezzo sull’Adda (Milano). Erano la provincia di Firenze, ma anche quella di Udine (in cui si sono registrati un paio di colpi), a costituire un territorio di particolare interesse per il gruppo delinquenziale che tra febbraio ed ottobre 2014 è ritenuto responsabile di almeno 14 furti, tra tentati e consumati, avvenuti nei comuni di: Firenze, Sesto Fiorentino, Scandicci, Greve in Chianti, Calenzano, Pontassieve, Lastra a Signa, Montespertoli e San Daniele del Friuli. I ladri hanno colpito in aziende di pelletteria che lavorano per numerose maison di alta moda, tra cui Bulgari, Tom Ford, Ferragamo, Prada, Gucci, Brunello Cuci- NAPOLI – DOPO L’OMICIDIO MIGLIORE AVVENUTO A SANT'ANTIMO nelli e Chanel: il valore del bottino ammonterebbe ad alcuni milioni di euro. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le batterie operative del gruppo criminale (al massimo 10 persone), prima della materiale azione furtiva, erano solite rubare un furgone utilizzato per caricare la refurtiva ed in più circostanze per sfondare le porte di accesso degli stabilimenti. In alcuni casi prima di entrare in azione facevano scattare all’allarme per controllare i tempi di reazione delle guardie giurate, oppure lo mettevano fuori uso usando della schiuma. Il gruppo subito dopo i colpi faceva poi immediato rientro in Lombardia. Il sodalizio criminale si articolava inoltre attraverso una ben precisa predisposizione dei ruoli e compiti nell’ambito dell’organizzazione ripartiti tra capi – ovvero promotori ed organizzatori che regolavano l’attività criminosa con poteri di supremazia – e materiali esecutori dei singoli furti. Non solo: pare infatti che il gruppo abbia tenuto contatti regolari con un presunto ricettatore campano. Da qui l’ipotesi che la merce rubata, tra cui pezzi di collezioni ancora non uscite, venisse inviata nel Sud Italia per poi essere immessa nel mercato nero. Barbara Fruch FOGGIA La Camorra colpisce ancora: Agguato in centro, un altro omicidio a Secondigliano freddato un 51enne apoli e provincia ancora teatro tragedie legate alla malavita. Un uomo, Vincenzo Allocco, pluripregiudicato di 58 anni è stato raggiunto da un colpo di pistola esploso a distanza ravvicinata in via Gherardo Marone a Secondigliano, nel quartiere settentrionale del capoluogo partenopeo. Stando a quanto si apprende da Il Mattino, la vittima era un ex affiliato al clan Licciardi e probabilmente passato nel gruppo degli scissionisti locali dei Cesarano-Bocchetti-Sacco. Sul luogo dell’accaduto indagano i carabinieri. Allocco è stato sorpreso dai killer nei pressi della sua abitazione mentre stava camminando in strada: era pre- N giudicato per associazione di stampo mafioso e per reati connessi all'uso e alla detenzione delle armi. È il secondo omicidio in pochi giorni. Appena lunedì a morire era stata Maria Migliore, di 30 anni, il cui corpo carbonizzato è stato trovato lunedì sera in un’auto incendiata in una strada periferica di Sant'Antimo, in provincia di Napoli. Un delitto legato al traffico di sostanze stupefacenti per cui sono state arrestate tre persone, nella serata di martedì: si tratta di un uomo, F.R., di 44 anni, della figlia, M.G.R., di 23 anni, e del fidanzato di quest'ultima, G.G., di 21 anni. Tutti di Sant'Antimo, sono ritenuti, a vario titolo, responsabili di omicidio, incendio e di- struzione di cadavere e di violazione della legge sulle armi. Ad aiutare nelle indagini è stato il marito della vittima che si era recato dai carabinieri di Sant'Antimo e di Giugliano in Campania per denunciare la sparizione della donna. La vittima era uscita di casa lunedì sera per recarsi ad un appuntamento e non è mai rientrata. Secondo gli investigatori, la donna, era andata a casa del 44enne sottoposto a fermo per cercare di risolvere “problemi” legati traffico di droga. Dopo qualche discussione, padre, figlia e vittima, con l’auto di quest’ultima, un Fiat Doblò, si sono recati in una strada periferica del paese, via Toriello Separiello, dove Maria Migliore è stata uccisa con diversi colpi di pistola semiautomatica. I due - sempre la ricostruzione degli investigatori - hanno poi chiamato il ragazzo di 21 anni, che, con la sua vettura, si è recato sul luogo del delitto. Dopo avere dato fuoco al Doblò, i tre sono tornati nell’abitazione del 44enne dove si sono liberati della pistola e degli abiti sporchi di sangue. A segnalare l’auto in fiamme era stata poi una telefonata al 112. Dopo che i vigili del fuoco hanno spento l’incendio è stato scoperto il cadavere della 30enne. Ci sono volute poche ore dunque per ricostruire lo scenario dell’ennesimo efferato delitto nella cintura del capoluogo partenopeo. gguato a Foggia. Un uomo di 51 anni, Luigi De Stefano, con piccoli precedenti penali, è stato ucciso con colpi d'arma da fuoco in via Antonio mangano, nella zona del Carmine vecchio, nel centro storico. Sul caso indagano i carabinieri del Comando provinciale. De Stefano, soprannominato “Gnill Sciaraball”, nell’aprile del 2010 fu ferito in modo grave con colpi di pistola ad un polmone e fu ricoverato in prognosi riservata. Uno dei A colpi, però, raggiunse alla testa la moglie, Giovanna Ferrantino, di 36 anni, che morì il giorno dopo. A sparare fu un vicino di casa, Rocco Alari, allora 67enne, con il quale il ferito aveva avuto un litigio. Secondi quanto trapelato nell'agguato di ieri sono stati sparati almeno sei bossoli di pistola calibro 9 che i carabinieri hanno trovato sul luogo dell'omicidio. Il cadavere è andato a finire fra due auto parcheggiate. La vittima aveva precedenti penali per truffa.