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Istituto Italiano della Saldatura – Lungobisagno Istria, 15 – 16141 Genova (I) – Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA – Sped. A.P. 70%, DCB Genova” Tassa Pagata – Taxe Perçue ordinario – Contiene IP Bimestrale Gennaio-Febbraio 2010 ISSN:0035-6794 Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura - anno LXII - N. 1 * 2010 Numero 1 2010 In questo numero: Caratterizzazione della zona fusa 2¼Cr-Mo-V durante il processo di fabbricazione dei recipienti a pressione Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto con la radiografia convenzionale a film (FR) Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo Didattica Introduzione alla brasatura forte Tecnoweld utilizza la tecnologia ESAB per la placcatura ESW SIAD Metal Fabrication: la soluzione nel taglio dei metalli. Oltre 80 anni di esperienza nel settore hanno fatto del Gruppo SIAD Metal Fabrication un punto di riferimento. 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"650 8": /"7 L S 3"*P Y (W H ZV Z L Y N WYV P V Y L ] *»u X\HUKV UH \ ZVSV NNPKP VNPH S H [ ]HU H[LJUV Y[\[[P ] L U\V [HUVW -VYK U Y` KP]L /LU 0556=(A065, 7,9*647,;,9, :63<A0650,;,*5636.0,:7,*0(30:;0*/, 7,9 3( 9079,:( *647,;0;0=( 7,9 03 40.3069(4,5;6 +,0 796+6;;0 , +,0 796*,::0 , 3»())(;;04,5;6 +,0 *6:;0 ,ZWVZP[VYP LVS[YLTHYJOPYHWWYLZLU[H[P :,405(9079(;0*0L *65=,.50 PUJVSSHIVYHaPVULJVUWYPTHYPL9LHS[nW\IISPJOLLWYP]H[L +,+0*(;((+,*0:690 ,9,:765:()030 796.,;;(A065,90*,9*(,:=03<776<--0*06;,*50*640:<9, *65;963368<(30;±,;,:;05.796+<A065,4(5<;,5A065,,5,9.@ 4(5(.,9+0(A0,5+,+,33,¸-030,9,¹! (<;646;0=,(,96:7(*,+,-,5*, (=065(=(3@(*/;9(03>(@ JODPMMBCPSB[JPOFDPO DPOJMQBUSPDJOJPEJ ;PH[[LUKPHTV We are the World of Welding Solutions. Il segreto del nostro successo è la profonda conoscenza dei materiali. Abbiamo svolto un ruolo essenziale nel costruire “il mondo della saldatura” con nuovi prodotti, processi e materiali. 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In essa si trovano tutti i riferimenti che accompagnano l’avventura umana: quelli positivi che determinano lo sviluppo e quelli negativi che portano al degrado ed al collasso. In questo lungo percorso di luci e di ombre, i momenti di cambiamento o di crisi non furono pochi. Due furono epocali: la crisi della Repubblica che fu risolta con l’avvento dell’Impero e la crisi dell’Impero che non fu risolta. E condusse al Medio Evo. Nei momenti di cambiamento, piccoli o grandi che fossero (sia quelli che ebbero una soluzione positiva che negativa), il richiamo al “mos maiorum” (il “costume degli antenati”), con il significato di rispetto dei “valori tradizionali” che avevano permesso lo sviluppo della “romanitas”, è una costante nella storia dell’antica Roma. E non solo nella storia di Roma! Altri imperi, potentati, nazioni e, perché no, anche organizzazioni hanno pro- 20 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 dotto, nella loro storia, il loro “mos maiorum”, a cui fare ricorso, quale riferimento identitario, nei momenti di cambiamento o, peggio, di crisi. Anche la piccola storia dell’Istituto Italiano della Saldatura ha prodotto il suo “mos maiorum”, che ascende direttamente al fondatore dell’Istituto medesimo, l’Ing. Ugo Guerrera. Ingegnere ed ancora Ingegnere! Per cui i problemi avevano una dimensione prevalentemente tecnica. E quindi una soluzione tecnica. Che quando è onesta è, per sua natura, oggettiva. E, pertanto, impermeabile a qualsivoglia altra convenienza. Sia interna, che esterna. Il lavoro andava fatto al meglio. Se il lavoro non si poteva fare ad un livello almeno sufficiente, allora non si doveva fare. Con buona pace di tutti! Tutto qui! Un credo semplice e chiaro. Con il quale l’Istituto non solo si è guadagnato da vivere, ma si è sviluppato conquistandosi una fama, credo meritata, di competenza ed affidabilità. Siamo sempre stati all’altezza del nostro “mos maiorum”? Mah! Il vaso di Pandora (colei che tutto dona), contenente la serie completa dei limiti umani, è stato versato per tutti. E tuttavia abbiamo cercato di essere congruenti con quel credo. Passando il testimone: dai più anziani ai più giovani. Qualcuno ci ha lasciato; quelli rimasti credo abbiano pochi dubbi a proposito. Certo i tempi sono cambiati. L’Istituto Italiano della Saldatura è diventato grande: 25 milioni di fatturato (tutto costituito da ore e da prove), 220 dipendenti (la maggioranza laureati o diplomati, comunque tutti specializzati) ed un’attività ampia e variegata (dall’assistenza tecnica in un cantiere cinese alla ricerca sulla “Friction stir welding”, dalla formazione dell’“International Welding Engineer” alla certificazione di prodotto, ecc., ecc.). Aspetti, come quelli commerciali e gestionali, fino a non troppo tempo fa guardati con una qualche sufficienza ingegneristica, meritano oggi un’attenzione congruente con la loro importanza nel mercato globale del terzo millennio. Occorre, pertanto, adeguare la nostra struttura per consentirle di sorreggere nuove competenze, nonché nuovi strumenti che ne convoglino le attività. Molto bene! Lo stiamo facendo. Ma tutto ciò nulla deve aver a che fare col “senso” del lavoro. Che deve continuare ad essere fatto al meglio. E se non può essere fatto ad un livello almeno sufficiente, allora non deve essere fatto! Se non abbandoneremo il nostro “mos maiorum” potremo mirare a durare quanto l’epopea dell’antica Roma. Che sarebbe durata anche di più se, fra le altre cose, non avesse abbandonato il suo. Dott. Ing. Mauro Scasso Segretario Generale IIS ANNO LXII Gennaio-Febbraio 2010 Pubblicazione bimestrale DIRETTORE RESPONSABILE: Ing. Mauro Scasso REDATTORE CAPO: Geom. Sergio Giorgi REDAZIONE: Sig.ra Deborah Testoni, P.I. Maura Rodella PUBBLICITÀ: Sig. Franco Ricciardi Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura Abbonamento annuale 2010: Italia: .......................................... € 90,00 Estero: ........................................ € 155,00 Un numero separato: ................ € 20,00 Sommario Articoli 23 Caratterizzazione della zona fusa 2¼Cr-Mo-V durante il processo di fabbricazione dei recipienti a pressione – A. BERTONI, C. BONNET 31 Durata degli elettrodi: un indicatore delle prestazioni dei sistemi di taglio plasma – N. HUSSARY, T. RENAULT 37 Automazione e robotica nella fabbricazione di strutture saldate per il settore navale R. BRAGAGNA 43 Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto con la radiografia convenzionale a film (FR) – M.F. BIANCHI, F. RIVARA, S. RUSCA 53 La salute e la sicurezza in saldatura. Recenti sviluppi in seno alla Commissione VIII “Health, Safety and Environment” dell’Istituto Internazionale della Saldatura – L. COSTA 65 Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo – C.M. RIZZO, M.A. AVVISATI La Rivista viene inviata gratuitamente ai Soci dell’Istituto Italiano della Saldatura. Direzione - Redazione - Pubblicità: Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Telefono: 010 8341333 Telefax: 010 8367780 e-mail: [email protected] web: www.iis.it 1 81 International Institute of Welding (IIW) New friction surfacing application for stainless steel pipe – Y. KATAYAMA et al. 91 IIS Didattica Introduzione alla brasatura forte Rubriche Rivista associata 99 Registrazione al ROC n° 5042 - Tariffa regime libero: “Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70%, DCB Genova” - Fine Stampa Febbraio 2010 Aut. Trib. Genova 341 - 20.4.1955 Scienza e Tecnica D.M. 14 Gennaio 2008 “Norme tecniche per le costruzioni”: le principali innovazioni rispetto al D.M. 9 Gennaio 1996, con particolare riferimento alle strutture in acciaio e alle giunzioni saldate – G.L. COSSO 103 IIS News Comitato Direttivo Progetti Europei di Formazione Professionale in cui è coinvolto l’IIS 105 IIW-EWF Notizie 111 Dalle Aziende 119 Notiziario Letteratura tecnica Codici e norme Corsi Mostre e convegni 131 Ricerche bibliografiche da IIS-Data Taglio al plasma 138 Elenco degli Inserzionisti Progetto grafico: COMEX sas - Milano Fotocomposizione e stampa: ALGRAPHY S.r.l. - Genova Tel 010 8366272, Fax 010 8358069 - www.algraphy.it L’istituto non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori. La riproduzione degli articoli pubblicati è permessa purché ne sia citata la fonte, ne sia stata concessa l’autorizzazione da parte della Direzione della Rivista, e sia trascorso un periodo non inferiore a tre mesi dalla data della pubblicazione. La collaborazione è aperta a tutti, Soci e non Soci, in Italia e all’Estero. La Direzione si riserva l’accettazione dei messaggi pubblicitari. Ai sensi del D.Lgs. 196/2003, i dati personali dei destinatari della Rivista saranno oggetto di trattamento nel rispetto della riservatezza, dei diritti della persona e per finalità strettamente connesse e strumentali all’invio della pubblicazione e ad eventuali comunicazioni ad esse correlate. In copertina Tecnoweld Italia utilizza la tecnologia ESAB per la placcatura ad elettroscoria Il procedimento di placcatura ad elettroscoria (ESW) è uno sviluppo del processo SAW e si è rapidamente affermato per la produttività nettamente superiore e per la minore diluizione del deposito con il materiale-base, dovuta alla minore penetrazione. Il processo si basa sul calore generato dalla resistenza elettrica della scoria fusa conduttrice di elettricità. Non si sviluppa un arco elettrico tra il nastro ed il pezzo in lavorazione, ma il calore generato dalla scoria fonde la superficie del pezzo e l’estremità del nastro immerso nella scoria e nel flusso. Rispetto al tradizionale procedimento ad arco sommerso, il procedimento ad elettroscoria offre notevoli vantaggi in termini di aumento di velocità e in diminuzione di diluizione nel deposito. Tecnoweld Italia (Capriate San Gervasio - BG) utilizza impianti e tecnologia ESAB per effettuare placcature con nastri da 30, 60 e 90 mm. Istituto Italiano della Saldatura Cariche Sociali 2008-2011 PRESIDENTE • Dott. Ing. Ferruccio BRESSANI VICE-PRESIDENTI • Prof. Ing. Rinaldo GHIGLIAZZA • Dott. Ing. Luigi SCOPESI COMITATO DIRETTIVO IL PRESIDENTE – I VICE PRESIDENTI • Dott. Ing. Roberto ADINOLFI • Dott. Ing. Giulio COSTA • Dott. Ing. Angelo Maria GUERCIOTTI • Dott. Ing. Leopoldo IARIA • Prof. Ing. Pietro LONARDO • Sig. Giuseppe MACCARINI • Dott. Ing. Giovanni PEDRAZZO • Dott. Ing. Guido TORRIELLI • Prof. Dott.Teresio VALENTE • Dott. Ing. Giovanni GAZZERRO • Dott. Ing.Vincenzo GAZZOTTI • Prof. Ing. Rinaldo GHIGLIAZZA • Dott. Ing. Angelo Maria GUERCIOTTI • Dott. Ing. Leopoldo IARIA • Prof. Ing. Pietro LONARDO • Sig. Giuseppe MACCARINI • Amm. Isp. Massimo MARCHESI • Dott. Ing. Bruno MARTINO • Dott. Ing. Mario MASON • Dott. Ing.Vittorio MAZZOCCHI • Dott. Ing. Paolo MERLINI • Dott. Antonio MOCCALDI • Dott. Ing. Luigi MOR • Dott. Ing. Gianni MURGIA • Prof. Ing.Vittorio NASCE’ • Prof. Ing. Francesco OSSOLA • Dott. Ing. Giovanni PEDRAZZO • Dott. Ing. Pierangelo PISTOLETTI • Dott. Ing. Edoardo RABINO • Dott. Ing. Paolo RONDINONE • Dott. Ing. Stefano SALVETTI • Dott. Ing. Maurizio SCARPA • Dott. Ing. Luigi SCOPESI • Sig. Paolo SICHEL • Prof. Ing. Alfredo SQUARZONI • Sig. Alberto TAMBORINI • Dott. Ing. Lorenzo THIONE • Dott. Ing. Guido TORRIELLI • Prof. Dott.Teresio VALENTE • Sig. Adriano VALERI • Prof. Ing. Gianni VERNAZZA CONSIGLIO GENERALE • Dott. Ing. Roberto ADINOLFI • Dott. Ing. Fabio ANNETTONI • Dott.ssa Karin BAUMEISTER • Dott. Ing. Marco BERNACCA • Dott. Ing. Luciano BERTINI • Geom. Pier Luigi BORIOTTI • Dott. Mario BOSCHINI • Dott. Ing. Ferruccio BRESSANI • Dott. Ing. Maichi CANTELLO • Sig. Maurizio CATELLANI • Dott. Ing. Edoardo COBIANCO • Geom. Giancarlo CORACINA • Dott. Ing. Giulio COSTA • Dott. Ing. Roberto DEL PONTE • Sig.Vittorio DEL VIGO • Dott. Ing. Luigi EVANGELISTA • Dott. Ing. Gilberto FILIPPI COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI • Dott. Alessandro PINTO (Presidente) • Prof. Ing. Alessandro PINI PRATO • Dott. Claudio SARTORE 22 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Caratterizzazione della zona fusa 2¼Cr-Mo-V durante il processo di fabbricazione dei recipienti a pressione (°) A. Bertoni * C. Bonnet ** Sommario / Summary L’acciaio 2¼Cr-Mo-V è stato introdotto nel codice ASME, negli anni ’90, quale alternativa al 2 ¼Cr-Mo di tipo standard. L’introduzione del vanadio impartisce all’acciaio più elevate proprietà meccaniche ed una minore sensibilità all’infragilimento da idrogeno, consentendo al componente in pressione di lavorare a temperature d’esercizio sensibilmente maggiori e/o permettendo una riduzione dello spessore della parete del manufatto rispetto al materiale convenzionale. Questo lavoro mostra come la zona fusa soddisfi il complesso dei requisiti tecnici richiesti a seguito del trattamento termico di distensione finale (Post Weld Heat Treatment). Ciò nonostante, dopo il trattamento termico di deidrogenazione (DeHydrogenation Treatment) o il trattamento intermedio di detensionamento della saldatura (Intermediate Stress Relieving), a seconda della temperatura alla quale il trattamento è eseguito, la tenacità della zona fusa 2¼Cr-Mo-V potrebbe risultare inferiore rispetto a quella relativa alla zona fusa del tipo standard in condizioni equivalenti di trattamento. Tali aspetti devono essere presi in debita considerazione durante il processo di fabbricazione e in sede di progettazione dei componenti a pressione quando si sostituisca l’acciaio di tipo standard con quello modificato al vanadio. Some years ago, 2¼Cr-Mo-V steel was introduced in the ASME code as an alternative to the 2¼Cr-Mo standard type. Due to the addition of Vanadium, this new steel shows higher (°) Memoria presentata a EUROJOIN 7 - GNS5 - Technical Session: “Advanced base materials and consumables” - Venezia Lido, 21-22 Maggio 2009. * Air Liquide Welding Italia - Verona. ** Air Liquide / C.T.A.S.- Saint-Ouen-l’Aumône - Cergy-Pontoise (Francia). tensile and creep properties and lower sensitivity to hydrogen embrittlement and so enables slightly higher working temperatures and/or a reduction of the wall thickness of a given reactor. In most case a significant decrease of the final cost of the equipment is then possible. However, all the potentialities of that steel can only be considered if the properties of the weldments match with those of the steel. The results of the present paper show that the weld metal fulfills all the requirements after the final Post Weld Heat Treatment. However, after the dehydrogenation heat treatment (DHT) or the intermediate stress relieving treatment (ISR), depending on the temperature, the toughness properties of 2¼Cr-Mo-V weld metal may be lower than those of the standard type in the same conditions. These aspects have to be considered during the manufacturing process and the design of the pressure vessels when substituting vanadium modified steel to standard one. Keywords: Comparisons; creep resisting materials; diffusible hydrogen; dynamic fracture tests; elevated temperature strength; fracture toughness; high temperature; hydrogen embrittlement; low alloy Cr Mo steels; mechanical properties; post weld heat treatment; pressure vessels; stress relaxation; submerged arc welding; toughness; weld metal. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 23 A. Bertoni e C. Bonnet - Caratterizzazione della zona fusa 2¼Cr-Mo-V durante il processo di fabbricazione dei recipienti a pressione Introduzione L’industria petrolchimica richiede temperature e pressioni di progetto e di utilizzo sempre più elevate per soddisfare le quali si impone l’utilizzo del materiale 2¼Cr-1Mo-¼V. Le prime esperienze industriali europee relative alla costruzione di apparecchi a pressione nelle quali venne utilizzato il materiale 2¼Cr-1Mo-¼V risalgono alla seconda metà degli anni ’90. I vantaggi insiti nell’utilizzo del materiale modificato al vanadio rispetto ai materiali standard sono i seguenti: • più elevate proprietà di resistenza alla trazione a temperatura ambiente e ad alta temperatura (450 °C), con una conseguente riduzione dello spessore e del peso del componente; • migliorata resistenza alla fragilità da idrogeno; • più elevata resistenza allo scorrimento viscoso, tanto in ambienti aerati che idrogenati. La sensibilità alla fragilità da idrogeno e le prestazioni, in termini di resistenza allo scorrimento viscoso, sono state valutate attraverso approfondite attività di ricerca: Progetto Europeo BRITEPREDICH [1], al quale ha partecipato Air Liquide Welding in collaborazione con numerosi Partner internazionali. I materiali, standard e modificati al V, risultano caratterizzati da un’elevata resistenza alla trazione (TS 90 - 110 ksi; 620 - 760 MPa); questo comporta la presenza di microstrutture bainitiche che sollevano dubbi in merito all’effetto della presenza di idrogeno diffusibile all’interno di giunti fortemente vincolati (gamma di spessore dei reattori: 150 - 300 mm) e quindi la necessità di definire i parametri di trattamento termico da applicare nei diversi stadi di avanzamento del processo di fabbricazione, al fine di evitare situazioni critiche in sede di costruzione. I materiali, standard e modificati al V, sono sottoposti a diversi trattamenti termici, i cui scopi vengono illustrati di seguito: 24 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 1. Il DHT (Trattamento di deidrogenazione) riduce il contenuto d’idrogeno all’interno del giunto saldato a livelli sufficientemente bassi tali da prevenire il fenomeno di criccabilità da idrogeno - il trattamento viene realizzato a una temperatura di 300-350 °C. 2. L’ISR (Trattamento intermedio di riduzione delle tensioni residue) riduce l’idrogeno e le tensioni residue nei giunti saldati - il trattamento viene normalmente condotto in un campo di temperature comprese tra i 620 ed i 680 °C. 3. Il PWHT finale (Trattamento termico di distensione finale) modifica la microstruttura della zona fusa e della zona termicamente alterata, ottimizzando le proprietà meccaniche del giunto - viene eseguito a una temperatura di 690 °C per il materiale standard o in un intervallo compreso tra i 705-715 °C in caso di materiali modificati al V. Il comportamento, in termini di proprietà meccaniche, di tali materiali, può variare sensibilmente a seconda delle diverse fasi del processo di fabbricazione. Il materiale standard 2¼Cr-1Mo è ben noto ai fabbricanti di componenti a pressione di grosso spessore, viceversa le conoscenze relative all’acciaio modificato al V non sono ancora sufficientemente chiarite e il comportamento di questo materiale è oggetto di sensibili variazioni. Il presente articolo vuole contribuire a sottolineare le differenze tra i due materiali e le condizioni di trattamento ottimali per il materiale modificato al V. Procedure sperimentali Nell’ambito del presente studio è stato considerato il processo di saldatura ad arco sommerso, in quanto rappresenta il principale processo di saldatura applicato nella costruzione dei componenti a pressione. L’idrogeno diffusibile e le proprietà meccaniche della zona fusa (resistenza a trazione e CVN) sono stati valutati a fronte di diversi trattamenti termici. Determinazione dell’idrogeno diffusibile nella zona fusa 2¼Cr-1Mo-¼V All’inizio dello studio, la valutazione dell’idrogeno diffusibile è stata condotta conformemente allo standard AWS 4.3-95 (cordone singolo). Tali determinazioni sono state condotte utilizzando CC (Corrente Continua) e CA (Corrente Alternata). L’AWS 4.3-95 è un test standard utilizzato per caratterizzare i materiali di saldatura. Prevede la saldatura di un cordone su un campione geometrico ben definito, quindi il pezzo soggetto a test viene portato quanto prima a bassa temperatura (3 secondi corrisponde al tempo massimo raccomandato tra l’estinzione dell’arco e la tempra in acqua ghiacciata) e, successivamente, il campione viene immerso in alcool o acetone saturato con biossido di carbonio solido (ghiaccio secco) e, infine, la parte centrale del campione viene sottoposta al test di determinazione dell’idrogeno diffusibile. Tale prova è stata condotta mediante tecnica gas-cromatografica con evoluzione dell’idrogeno eseguita a 150 °C con un mantenimento di 12 ore, è stata utilizzata l’apparecchiatura Yanaco. Le condizioni di saldatura utilizzate nella pratica costruttiva differiscono sensibilmente dalle condizioni definite dallo standard AWS 4.3-95 utilizzato per caratterizzare e classificare i prodotti di saldatura, infatti : • nella saldatura reale, le diverse passate (fatta eccezione per quelle di finitura) vengono riscaldate da quelle successive consentendo una certa evacuazione dell’idrogeno dalla zona fusa; • il giunto saldato è soggetto a DHT o ISR immediatamente dopo il completamento delle attività di saldatura e questi trattamenti consentono l’evoluzione dell’idrogeno dal giunto. Quindi per una valutazione più aderente alla realtà industriale, al di là del test c o n v e n z i o n a l e AW S , i l c o n t e n u t o d’idrogeno diffusibile è stato valutato in giunti multipass utilizzando corrente alternata (normalmente utilizzata in questo tipo di saldature e suscettibile di fornire il più elevato valore d’idrogeno diffusibile conformemente al test standard). Condizioni di saldatura: • spessore della piastra: 200 e 40 mm • processo di saldatura: SAW, cordone singolo, diametro 4 mm, CA • apporto termico: 1.8 / 2.0 kJ/cm • combinazione cordone/flusso: OE CROMO S225V / OP CROMO F537 A. Bertoni e C. Bonnet - Caratterizzazione della zona fusa 2¼Cr-Mo-V durante il processo di fabbricazione dei recipienti a pressione Il flusso OP CROMO F537 è un flusso basico specificatamente sviluppato per la saldatura di acciai resistenti allo scorrimento viscoso con bassissimo contenuto di impurezze. Questo flusso è caratterizzato da un idrogeno diffusibile particolarmente ridotto. I l O E C R O M O S225V è un fi l o 2¼Cr-1Mo-¼V con livelli controllati e particolarmente ridotti d’impurità ed elementi residuali. A fine saldatura, il tallone dello spessore di 200 mm è stato temprato in acqua fino alla temperatura ambiente, quindi raffreddato a -30 °C con CO2 liquido, allo scopo di intrappolare la massima quantità d’idrogeno all’interno della zona fusa. I campioni destinati alla determinazione del contenuto d’idrogeno diffusibile sono stati prelevati in prossimità sia della superficie inferiore che superiore del giunto saldato dello spessore di 200 mm, mantenendo la temperatura al di sotto dello zero durante la lavorazione delle provette. I talloni di spessore 40 mm sono stati sottoposti a trattamenti termici eseguiti a 350 °C e 620 °C per 4 ore, quindi raffreddati a temperatura ambiente, per simulare il ciclo di saldatura reale. I campioni sono stati estratti senza essere riscaldati (taglio a freddo) e, una Figura 1 - Giunto multipass spessore 40 mm MB imburrato. volta tagliati, sono stati raffreddati a -196 °C in azoto liquido prima della successiva fase di determinazione del contenuto di idrogeno. Una macrografia tipica dei talloni di spessore 40 mm viene mostrata nella Figura 1, mentre la Tabella I sintetizza le diverse condizioni in funzione delle quali si è provveduto a determinare il contenuto d’idrogeno diffusibile. Caratterizzazioni meccaniche La caratterizzazione meccanica è stata eseguita prelevando le provette per la prova di trazione e di resilienza CVN a metà spessore dei talloni saldati da 40 mm (Fig. 1). Al fine di valutare l’efficacia della temperatura di trattamento per l’ISR nella riduzione delle proprietà tensili della zona fusa del materiale modificato al V, sono state eseguite prove di trazione a caldo alla stessa temperatura alla quale era stato eseguito il trattamento di ISR. Sono state considerate tre diverse temperature di trattamento: 620, 650 e 680 °C, con tempo di mantenimento di 4 ore. La rappresentazione dei risultati delle prove meccaniche è stata sintetizzata in funzione del parametro di Larson Miller. Il parametro di Larson Miller, sovente impiegato in metallurgia, esprime tramite un numero l’equivalenza tra trattamenti eseguiti con tempi e temperature diverse: LMP = T(20 + log t) / 1000 T = Temperatura del trattamento termico (°C) t = tempo (ore) p.es. Trattamento termico 705 °C / 8 ore - LMP = 20.443 La Tabella II sintetizza i diversi trattamenti termici e i test meccanici condotti nell’ambito del presente studio. TABELLA I - Prove per la determinazione dell’idrogeno diffusibile. Tipo di prova Processo di saldatura Tipo di corrente Spessore (mm) Trattamento termico AWS 4.3.95 AWS 4.3.95 Multipass Multipass Multipass SAW SAW SAW SAW SAW DC AC AC AC AC 200 40 40 As welded; fast cooling DHT - 350 °C / 4h ISR - 620 °C / 4h TABELLA II - Prove e trattamenti termici. Tipo di zona fusa Standard 2¼Cr-1Mo V mod. 2¼Cr-1 Mo- ¼ V Filo OE CROMO S 225 OE CROMO S 225V Trattamento termico As welded 350 °C x 4h 620 °C x 4h 690 °C x 8h 690 °C x 8h + SC As welded 350 °C x 4h 620 °C x 4h 650 °C x 4h 680 °C x 4h 705 °C x 8h 705 °C x 8h + SC LMP 12.84 18.40 19.84 12.84 18.40 19.02 19.63 20.44 Prova HV10 TS - CVN TS - CVN TS - HV10 - CVN CVN HV10 TS - CVN TS at RT & HT - CVN TS at RT & HT - CVN TS at RT & HT - CVN TS - HV10 - CVN CVN Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 25 A. Bertoni e C. Bonnet - Caratterizzazione della zona fusa 2¼Cr-Mo-V durante il processo di fabbricazione dei recipienti a pressione Risultati e discussione Proprietà meccaniche nelle fasi intermedie del processo di fabbricazione Il comportamento della resistenza a trazione a temperatura ambiente, del tutto metallo d’apporto, della zona fusa 2¼Cr standard e di quella modificata 26 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Idrogeno diffusibile 2,25 V mod. ml / 100g Figura 2 - Idrogeno diffusibile modificato 2.25 V. al V rispetto all’LMP viene illustrato nella Figura 3. Variazione della resistenza a trazione della zona fusa dopo diversi trattamenti termici Come previsto, la resistenza a trazione dei materiali modificati al V risulta sempre maggiore rispetto a quella ottenuta con il materiale di tipo standard. A fronte dei trattamenti DHT e PWHT, le differenze s’inscrivono entro un intervallo di 100 MPa, ma possono raggiungere i 250 MPa dopo l’ISR eseguito a 620 °C / 4 ore. In effetti, diversamente dal 2¼Cr-Mo standard, un trattamento intermedio di rinvenimento eseguito a 620 °C sul materiale modificato al V induce un incremento delle proprietà di resistenza alla trazione, probabilmente imputabile alla precipitazione dei nitruri di vanadio. Proprietà di resistenza alla trazione a caldo della zona fusa I test di resistenza alla trazione a caldo eseguiti alla temperatura alla quale era stato eseguito il trattamento di ISR hanno consentito di valutare l’efficacia del trattamento considerando la riduzione dei valori di rottura e snervamento. I risultati riportati nella Tabella III mostrano come il campo di temperature normalmente considerate per il materiale 2¼Cr-Mo standard (620 / 650 °C) è indubbiamente poco efficace per il tipo modificato al V e che quindi le temperature devono essere incrementate per ottenere un effetto significativo sulla riduzione del carico: il valore dello snervamento a 680 °C risulta inferiore del 35% rispetto a quello rilevato a 650 °C e del 43% rispetto a quello riscontrato a 620 °C. Tensile & Yield strength dopo differenti trattamenti termici Ts-Ys (MPa) Idrogeno diffusibile I contenuti d’idrogeno diffusibile corrispondenti alle diverse prove vengono riportati nella Figura 2. I risultati dei test condotti conformemente allo standard AWS mostrano come la CA induca un contenuto di idrogeno in zona fusa più elevato rispetto alla CC. Questa informazione concorda con i dati reperibili nella letteratura tecnica precedentemente pubblicata [2]: il trasferimento dell’idrogeno nel metallo fuso risulta maggiore quando viene utilizzata la CA rispetto alla CC. Ciò nonostante, la CA viene abitualmente utilizzata per la saldatura dell’acciaio 2¼Cr-Mo standard e di quello modificato al V, dal momento che garantisce un contenuto di ossigeno inferiore in zona fusa con conseguenti migliori proprietà di tenacità rispetto a quelle fornite dalla CC. Nel caso di giunti saldati con tecnica multipassata, i valori di idrogeno diffusibile risultano sensibilmente inferiori: • Il più elevato valore d’idrogeno diffusibile ottenuto nel giunto saldato con spessore di 200 mm, raffreddato rapidamente subito dopo il completamento della saldatura, mostra un contenuto di idrogeno diffusibile di 1 ml/100 g di metallo depositato. Tale valore corrisponde al campione prelevato sull’estremità superiore del giunto saldato (mentre all’estremità inferiore è stato misurato un valore di soli 0.08 ml /100 g di metallo depositato). Questo valore, di per sé già basso, corrisponde a una condizione estrema (raffreddamento accelerato) che non può verificarsi in condizioni di lavorazione reali [3]. • I t ra tta me n ti D HT o ISR si sono dimostrati altamente efficienti: entrambi riducono infatti il livello d’idrogeno diffusibile a valori trascurabili (rispettivamente 0.02 e 0.008 ml / 100 g di metallo depositato). P WHT V mod - TS V mod - YS Std - TS DHI Std - YS ISR LMP Figura 3 - Proprietà di resistenza alla trazione dopo diversi trattamenti termici rispetto al parametro di Larson Miller. A. Bertoni e C. Bonnet - Caratterizzazione della zona fusa 2¼Cr-Mo-V durante il processo di fabbricazione dei recipienti a pressione TABELLA III - Proprietà di resistenza alla trazione della zona fusa 2¼Cr-Mo-V dopo diversi trattamenti IRS. ISR Temperatura prova (°C) Ys (MPa) Ts (MPa) Reduction of area (%) 620 °C / 4h R.T. 1017 1129 64 650 °C / 4h R.T. 903 986 69 680 °C / 4h R.T. 779 852 72 620 °C / 4h 620 534 662 62 650 °C / 4h 650 466 536 70 680 °C / 4h 680 306 371 84 Durezza HV10 La zona fusa 2¼Cr-Mo standard e quella modificata al V sono state testate in termini di durezza dopo diversi trattamenti termici (Fig. 5). Comportamento in termini di durezza della zona fusa standard e della zona fusa modificata al V Ancora una volta, non è stato osservato un significativo rinvenimento della zona fusa modificata al V a seguito di ISR condotto a 620 °C e anche a 650 °C. Confrontando i due materiali, risulta evidente che valori di durezza equivalenti Proprietà meccaniche dopo trattamento termico di distensione minimo e di “step cooling” La Tabella IV e la Figura 6 permettono un confronto delle proprietà di resistenza alla trazione, durezza e resilienza Charpy V-notch of Std and V-mod. 2 ¼ CrMo weld metal kV (J) Tenacità della zona fusa 2¼Cr-Mo standard e 2¼Cr-Mo-V Dopo il DHT, le curve di transizione della resilienza Charpy V della zona fusa 2¼Cr-Mo standard e del metallo modificato al V risultano sensibilmente diverse. A temperatura ambiente, i valori ottenuti corrispondono approssimativamente a 40 J per il tipo standard e 12 J per la zona fusa modificata al vanadio. I risultati di tenacità dipendono strettamente dalla temperatura e dal tempo a cui il trattamento di ISR viene eseguito. La zona fusa modificata al V non presenta un buon comportamento dopo un trattamento eseguito sia a 620 °C che a 650 °C con un mantenimento di 4 ore. La zona fusa 2¼Cr-Mo-V richiede un trattamento a una temperatura approssimativamente pari a 680 °C per ottenere valori di resilienza Charpy V a temperatura ambiente simili a quelli della zona fusa del tipo Cr-Mo standard trattato termicamente a 620 °C. sono stati ottenuti sottoponendo la zona fusa 2¼Cr-Mo standard ad un trattamento termico di 620 °C x 4 ore mentre per quella modificata al V è stato necessario applicare un trattamento termico di 680 °C x 4 ore. Temperatura di prova (°C) Figura 4 - Curve di transizione - Resilienza Charpy V della zona fusa nelle diverse fasi del processo di fabbricazione. Standard and V mod. weld metal hardness behaviour Vmod Std HV10 Resilienza Charpy V Le curve di transizione sono state determinate per ciascuna condizione di trattamento termico sia per la zona fusa standard che per quella modificata al V (Fig. 4). Figura 5 - Valori medi di durezza HV10 in zona fusa dopo diversi trattamenti termici. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 27 A. Bertoni e C. Bonnet - Caratterizzazione della zona fusa 2¼Cr-Mo-V durante il processo di fabbricazione dei recipienti a pressione TABELLA IV - Proprietà di resistenza alla trazione e di durezza dopo un PWHT minimo. Tipo di zona fusa Trattamento termico Ys (MPa) Ts (MPa) E% RA % HV 10 Standard 2¼-Cr-Mo 690 °C / 8h 515 623 23 73 197 V mod. 2¼Cr-Mo-V 705 °C / 8h 643 739 20 76 234 Curva di transizione dopo PWHT minimo e PWHT min + Step Std - PWHT Std - PWHT + SC V mod. - PWHT V mod. - PWHT + SC Temperatura (°C) Figura 6 - Curve di transizione dopo PWHT minimo e PWHT minimo + “Step Cooling”. Charpy V delle zone fuse del materiale standard e di quello modificato al V a seguito del trattamento termico di distensione minimo applicato in sede industriale (rispettivamente 690 °C / 8 ore e 705 °C / 8 ore). Nella Figura 6, i valori di resilienza Charpy V vengono inoltre forniti a fronte del trattamento termico di “step cooling” eseguito dopo trattamento di distensione minimo. Chiaramente, dopo il PWHT finale, il materiale standard mostra una maggiore duttilità rispetto al materiale modificato al V anche se, per il primo, il PWHT è stato condotto ad una temperatura inferiore. Ciò nonostante, entrambi i materiali soddisfano i requisiti tecnici. Il trattamento di “step cooling” induce un limitato spostamento delle curve di transizione. Entrambi i materiali soddisfano i requisiti più rigorosi delle specifiche tecniche. Tr54 + 3 x (tr54 + Δtr 54) < + 10 °C I risultati di tenacità sono dovuti all’elevata purezza dell’analisi chimica della zona fusa, nella quale P, Sn, Sb e As presentano un livello talmente basso che il requisito Xf risulta ampiamente soddisfatto. 28 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Conclusioni L’acciaio 2¼Cr-1Mo-¼V è stato sviluppato per: 1) garantire valori più elevati di Ys e Ts rispetto al materiale standard. Questo consente una riduzione dello spessore e, di conseguenza, del peso dei componenti di circa il 20% rispetto a quelli progettati con materiale standard; 2) garantire una migliore resistenza alla fragilità da idrogeno dovuta all’addizione di vanadio, il quale riduce la mobilità dell’idrogeno e, con essa, il suo effetto d’infragilimento; 3) garantire una più elevata resistenza allo scorrimento viscoso rispetto al materiale standard, permettendo un incremento della temperatura e della pressione di esercizio. I risultati meccanici ottenuti mettono in evidenza una significativa diversità di comportamento della zona fusa dei due acciai comportando l’adozione di trattamenti termici diversi sia nelle fasi intermedie di fabbricazione che in quella di distensione finale per poter soddisfare i requisiti tecnici richiesti. Per sintetizzare gli aspetti più importanti: 1) Il contenuto d’idrogeno diffusibile nel giunto saldato è trascurabile a fronte di un trattamento di ISR o DHT. 2) Il trattamento ISR condotto a 680 °C x 4 ore o 650 °C x 8 ore fornisce valori di tenacità a temperatura ambiente simili a quelli ottenuti con materiale standard dopo trattamento di ISR eseguito a 620 °C. Tale temperatura (680 °C) è necessaria per il materiale modificato al V al fine di ottenere un parziale rinvenimento della microstruttura con conseguente incremento della tenacità e una significativa riduzione delle tensioni residue. Questa temperatura relativamente elevata potrebbe sollevare la questione del LMP globale che i materiali (materiale base e zona fusa) devono soddisfare per poter garantire le caratteristiche meccaniche imposte dal codice. In effetti tale trattamento non dovrebbe risultare eccessivamente critico (giacché sulla base del parametro di Larson Miller) equivalendo ad un incremento di 1.2 ore del PWHT finale alla temperatura di 705 °C. Inoltre, tale elevata temperatura dovrebbe per esempio essere applicata, in sede di ISR, solo sui giunti maggiormente sollecitati (bocchello/virola o bocchello/ fondo) e infine, se consideriamo un ciclo di trattamento termico totale di 680 °C x 4 ore ripetuto per 3 volte + 705 °C x 8 ore anch’esso ripetuto per 3 volte, il LMP equivalente corrisponde a 21.026, un valore non sensibilmente diverso rispetto al valore di riferimento massimo di 21.000 fornito dai produttori dei materiali base. 3) Malgrado il materiale al vanadio mostri una resistenza a trazione dopo ISR e/o DHT sensibilmente superiore rispetto al materiale standard, dopo il PWHT minimo mostra elevati valori di tenacità e il soddisfacimento dei requisiti della resistenza allo scorrimento viscoso dopo l’applicazione del PWHT massimo, in accordo a quanto richiesto dagli Standard Inter- A. Bertoni e C. Bonnet - Caratterizzazione della zona fusa 2¼Cr-Mo-V durante il processo di fabbricazione dei recipienti a pressione nazionali (Appendice 26 ASME VIII div. 2 - API 934). 4) I risultati dei test condotti conformemente agli standard correnti hanno mostrato che la combinazione del filo OERLIKON OE CROMO S225V con il flusso OERLIKON CROMO OP F537 soddisfa i più rigorosi requisiti tecnici per questo tipo di applicazione a seguito di trattamento termico finale di distensione. 5) La zona fusa modificata al V soddisfa i requisiti della prova di “step cooling” dopo trattamento termico di distensione minimo, grazie all’elevata purezza della zona fusa nella quale il contenuto di impurezze come P, As, Sn, Sb è estremamente basso. Bibliografia [1] Contratto Europeo BRPR-CT96-0179 Progetto N. 1835 «Prediction of pressure vessel integrity in creep hydrogen service (PREDICH)», Relazione tecnica finale, 2000. [2] PHM Hart: «Weld Hidrogen Levels. The influence of the welding parameters», The Welding Institute Research Bulletin, Aprile 1979, pp. 106-108. [3] Bertolini S., Festa F., Barbieri L., Gattini P., Riccardi G.: «Heavy wall reactor: research and industrial results of Nuovo Pignone», 9a Conferenza Internazionale sulla tecnologia dei contenitori a pressione, Sydney, Australia, 9-14 Aprile 2000. Aldo BERTONI, laureato in Ingegneria Mineraria presso l’Università “La Sapienza” di Roma. European Welding Engineer. Metallurgista della saldatura e dei materiali base. È stato Responsabile del settore Sviluppo e Industrializzazione per la fabbricazione di elettrodi rivestiti. Attualmente Responsabile Air Liquide Welding del progetto materiali basso legati resistenti allo scorrimento a caldo - gamma AL CROMO. Responsabile Marketing Air Liquide Welding Italia per i prodotti di consumo processo arco sommerso. Autore di circa 15 articoli tecnici relativi alla metallurgia della saldatura e prodotti di consumo. Christian BONNET, laureato in Ingegneria in Fisica dei Materiali presso INSA (Lyon). Master in metallurgia presso la Laval University (Canada). È stato Responsabile in Air Liquide C.T.A.S. (Centre Technique des Applications du Soudage) del dipartimento R&D prodotti di consumo, Responsabile del dipartimento della saldatura laser e taglio laser e del dipartimento gas di protezione per la saldatura. Direttore Scientifico del C.T.A.S. Air Liquide fino al 2005. Contribuisce e supporta con la sua esperienza le attività di Ricerca come figura “Fellow”. Autore di circa 50 articoli tecnici relativi alla metallurgia della saldatura, processi di saldatura e prodotti di consumo. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 29 Corso di Qualificazione per International Welding Inspector Genova 2010 L’ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA, secondo la programmazione descritta nella propria Attività Didattica 2010 (http://www.formazionesaldatura.it/), organizza presso la propria sede di Genova un Corso di Qualificazione ad International Welding Inspector per il livello Comprehensive (IWI-C). Al Corso potranno tuttavia partecipare anche candidati alla qualificazione ai livelli Standard e Basic, non in possesso cioè dei requisiti di cui al punto successivo, con una quota di iscrizione ridotta. Anche quest’anno, dopo il successo riscosso dall’iniziativa nel 2009, sarà fornito ad ogni partecipante anche un CD Rom edito in collaborazione con l’UNI contenente una raccolta di oltre 300 norme europee relative alla saldatura (ed alle materie ad essa correlate), debitamente aggiornato al 2010. Requisiti di ingresso Per iscriversi al Corso al livello IWI-C non è prevista esperienza specifica, quanto il possesso di uno dei titoli di studio: - Laurea o Diploma di Laurea in Ingegneria; in alternativa, Laurea in Scienza dei materiali, Architettura, Fisica o Chimica, supportate da comprovata esperienza industriale in saldatura oppure - Diploma di Scuola Media Superiore ad indirizzo tecnico. Calendario e sede delle lezioni Il Corso ha una struttura modulare, basata su due Moduli successivi denominati Welding Technology e Welding Inspection, di carattere teorico - pratico (chi sia in possesso di un Diploma da Welding Engineer o da Welding Technologist può accedere direttamente al secondo Modulo). Per diluire l’impegno, le lezioni saranno svolte in settimane non consecutive, secondo il seguente calendario: Modulo Welding Technology Prima settimana: 10 ÷ 14 Maggio 2010 Seconda settimana: 7 ÷ 11 Giugno 2010 Terza settimana: 5 ÷ 9 Luglio 2010 Modulo Welding Inspection Prima settimana: 6 ÷ 10 Settembre 2010 Seconda settimana: 11 ÷ 15 Ottobre 2010 Terza settimana: 8 ÷ 10 Novembre 2010 Il Corso sarà tenuto presso la Sede dell’IIS di Genova, in Lungobisagno Istria, 15. Orario delle lezioni Per consentire il raggiungimento della Sede senza spostamenti in orario festivo, il Corso sarà svolto con orario 9:00 ÷ 18:00, ad eccezione delle giornate di Lunedì (orario 14:00 ÷ 18:00) e di Venerdì (orario 9:00 ÷ 13:00). Conseguimento del Diploma Chi sia risultato in possesso dei requisiti di ingresso ed abbia completato il percorso formativo può accedere agli esami previsti nelle date 21 e 22 Dicembre, presso la Sede di Genova (o, in alternativa, in qualunque altra sessione programmata successivamente). Le domande di iscrizione agli esami dovranno essere indirizzate all’Area Certificazione Figure Professionali (tel. 010 8341307, e-mail [email protected]), con un costo di iscrizione pari a € 450,00 (+ IVA esclusa). Iscrizione al corso Per iscriversi al corso è sufficiente utilizzare il modulo cartaceo fornito con l’Attività Didattica 2010 oppure procedere on - line attraverso il sito www.formazionesaldatura.it, selezionando il corso dall’apposito motore di ricerca. La quota di iscrizione al corso per il livello Comprehensive (C) è di 5.450,00 € (+ IVA esclusa); chi partecipasse al solo Modulo di Welding Inspection dovrà invece versare una quota ridotta a 2.550,00 € (+ IVA esclusa). Per le quote di partecipazione al corso ai livelli Standard e Basic si consiglia di prendere contatto con la Segreteria. Le quote sono comprensive della collana delle pubblicazioni specifiche dell’IIS, del CD-ROM contenente le normative relative alla saldatura e del pranzo presso la mensa dell’IIS. Il pagamento della quota di iscrizione può essere effettuato tramite bonifico bancario sul CC 4500 Banca Popolare di Milano (IBAN IT 31 I 0558401400000000004500), intestato all’Istituto Italiano della Saldatura. Informazioni Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Istituto Italiano della Saldatura (Lungobisagno Istria 15, 16141 Genova), Divisione Formazione, al numero 010 8341371 (fax 010 8367780), oppure all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Durata degli elettrodi: un indicatore delle prestazioni dei sistemi di taglio plasma N. Hussary * T. Renault * Sommario / Summary Il taglio plasma è diventato un importante strumento per le aziende manifatturiere grazie all’alta produttività sui materiali ferrosi e non ferrosi. Le sue prestazioni hanno visto drastici miglioramenti negli ultimi 20 anni, dalla qualità e velocità di taglio alla durata dei consumabili. La durata dei consumabili arriva ad un massimo di 1500 inneschi misurati su 11 secondi di taglio a 200 A utilizzando l’ossigeno come gas plasma e mantenendo un’elevata qualità di taglio. La durata dei consumabili dipende, oltre che da altri fattori, dall’erosione dell’elettrodo (catodo), il componente che durante il taglio plasma subisce una maggiore usura da parte dell’arco plasma. È quindi essenziale comprendere i meccanismi di usura per migliorare le prestazioni del sistema di taglio. L’erosione dell’elettrodo viene influenzata da diversi fattori tra cui: la corrente dell’arco, il materiale del catodo, la temperatura e il metodo di raffreddamento, la struttura e la pressione della camera dell’arco, la composizione dei gas che formano il plasma, il movimento del vertice dell’arco e le dinamiche dei gas. Questa vasta gamma di variabili porta ad avere una grande varietà di forme. Questo articolo presenta una breve panoramica sui vari meccanismi di usura degli elettrodi. Plasma cutting has become a major tool in the fabricating industry due to its high productivity on both ferrous and nonferrous materials. * Its performance has seen drastic improvements in the last 20 years from cut quality and speed to consumable life. Consumable life is in excess of 1500 starts, 11s arc on-time, at 200 A with oxygen plasma-forming gas while maintaining a high cut quality. The longevity of the consumables depends, among other factors, on the erosion rate of the electrode (cathode) - the one component in the plasma cutting torch that is most stressed by the plasma arc. It is, therefore, essential to understand the electrode wear mechanisms in order to push forward the cutting system performance. Erosion of the electrode is influenced by many factors including, but not limited to, arc current, cathode material, temperature and cooling method, arc chamber geometry and pressure, plasma-forming gas composition, arc root motion, and gas dynamics. This wide range of variables leads to a large variety of designs. This paper presents a brief overview of the various electrode wear mechanisms. Keywords: Electrode life; filler materials; plasma cutting. Thermal Dynamics - Gruppo Thermadyne - St. Louis - MO (USA). Copyright “American Welding Society”, pubblicato su “The Welding Journal”, Aprile 2008. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 31 N. Hussary e T. Renault - Durata degli elettrodi: un indicatore delle prestazioni dei sistemi di taglio plasma Analisi dell’arco nel taglio plasma Zona del catodo, colonna dell’arco, zona dell’anodo L’arco nel taglio plasma si divide in 3 zone principali: zona di fronte al catodo, colonna d’arco, che si allunga dalla zona del catodo attraverso la camera d’arco e l’ugello fino ad arrivare al pezzo in lavorazione, e zona dell’anodo, corrispondente al pezzo in lavorazione (anodo) come mostra la Figura 1. Un tipico elettrodo utilizzato nel taglio plasma è realizzato con un inserto di materiale refrattario, spesso tungsteno o afnio, inserito in un supporto di rame raffreddato ad acqua. Il materiale refrattario dei catodi crea un arco di elettroni mediante un meccanismo di emissione termoionica. Questo meccanismo entra in funzione quando la temperatura di superficie del c at o d o s u p e r a i 3 000 K (i l va l ore dipende dal materiale). Occorre notare che l’ossido di torio addizionato al tungsteno esalta le sue proprietà termoioniche. Intuitivamente, la causa principale dell’usura del catodo è legata al flusso eccessivo di calore verso l’elemento emissivo da parte della radice dell’arco originata dal catodo. Quindi, comprendendo e descrivendo correttamente questo flusso come “fisica della radice dell’arco” otterremo un grande ausilio per migliorare la durata di questi catodi. Si potrebbe anche considerare che la transizione dalla superficie del catodo alla colonna plasma non avviene in modo netto e brutale. Esiste una zona di transizione, ad esempio un plasma adiacente al catodo, tra la superficie del catodo e la colonna arco-plasma. Una forma semplificata della descrizione comunemente accettata, partendo dalla superficie del catodo, è costituita da un primo sottostrato dominato da una netta carica spaziale positiva ed elevato campo elettrico, seguito da un secondo strato quasi neutro, dove avviene la 32 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Figura 1 - Le diverse zone del processo arco-plasma (sulla destra) ed un ingrandimento della zona catodo (a sinistra) dove A è il catodo (inserto emittente), B è il sottostrato spazio-carica e C è lo strato ionizzante. ionizzazione necessaria a sostenere l’arco plasma (Fig. 1). In condizioni stabili, la superficie del catodo è calda a sufficienza da attivare le emissioni termoioniche di elettroni nel primo sottostrato. Questo strato è da intendersi privo di collisioni (i.e. collisioni tra elettroni e ioni), il risultato è la mancanza di un netto scambio di energia. Gli elettroni vengono accelerati attraverso questo strato di spazio-carica verso lo strato ionizzante. Gli ioni, nel frattempo, vengono accelerati dallo strato ionizzante attraverso lo strato di spazio-carica verso la superficie del catodo. Alcuni elettroni nello strato ionizzante con sufficiente energia da superare il campo elettrico dello strato di spazio-carica, si diffonderanno sulla superficie del catodo. Gli ioni che bombardano la superficie e gli elettroni che si diffondono formano una componente consistente del flusso totale di energia presente sulla superficie del catodo. Questo flusso di energia sul catodo viene bilanciato dalle perdite di energia dovute all’emissione di elettroni, conduzione, radiazione e vaporizzazione del materiale di cui è composto il catodo. Bisogna inoltre considerare l’energia irradiata dall’arco al catodo (che dipende dalla forma), il riscaldamento Joule sul catodo, gli effetti convettivi dovuti alla formazione di un flusso gas plasma intorno all’elettrodo, la condensazione degli atomi neutri sull’elettrodo, l’espulsione di materiale sotto forma di gocce ed altro. I modelli teorici e la simulazione, costruiti su tale descrizione, stimano che la temperatura del catodo sotto il vertice dell’arco possa superare i 3000 K [1, 2]. Questa temperatura è più alta del punto di fusione dell’inserto di materiale emissivo, con il risultato che il catodo sotto il vertice d’arco viene fuso. Infatti, questo fenomeno è stato osservato sperimentalmente sul catodo durante il processo di taglio plasma. Scelta tra tungsteno e afnio Il taglio plasma utilizza due materiali emissivi a seconda della natura del gas che si formerà dal plasma. Il tungsteno viene utilizzato con gas inerti non ossidanti (N 2 , Ar, Ar-H 2 ) mentre l’afnio viene utilizzato con gas ossidanti (O2 e aria). I meccanismi di usura di questi due tipi di elettrodi, che utilizzano tungsteno o afnio, sono diversi a causa delle proprietà termiche, chimiche ed elettriche dei materiali (Tab. I). Nel caso del tungsteno è stato osservato sperimental- N. Hussary e T. Renault - Durata degli elettrodi: un indicatore delle prestazioni dei sistemi di taglio plasma Figura 2A - Elettrodo di tungsteno da 100 A dopo 1000 inneschi, tempo d’arco 11 s, gas plasma azoto. Profondità dell’usura 0.2 mm. mente che c’è la formazione di un cratere sotto il vertice d’arco che si espande con l’utilizzo in modo costante. Il vertice dell’arco occupa una piccola porzione della superficie totale del tungsteno (utilizzando una superficie abbastanza ampia). Il tungsteno viene fuso localmente sotto il vertice d’arco. Il materiale evapora e viene espulso grazie all’instabilità del vertice d’arco. Il tungsteno espulso sotto forma di gocce si deposita sulle pareti della camera d’arco e sull’ugello. Data la modesta entità di tungsteno fuso, la massa espulsa è piccola e la durata dell’elettrodo è più lunga paragonata all’afnio (Figg. 2A e 2B). L’afnio, d’altra parte, ha un punto di fusione inferiore a quello del tungsteno e tutta la superficie dell’inserto emittente viene fusa (come mostrato nella Figura 2B) causando un tasso di usura più elevato, una maggiore sensibilità al movimento dell’arco e al raffreddamento dell’elettrodo. All’accensione, il vertice dell’arco si trova sulla punta dell’inserto di afnio (ad esempio all’interfaccia afnio/rame) ed Figura 2B - Elettrodo di afnio da 100 A dopo 1000 inneschi, tempo d’arco 11 s, gas plasma ossigeno (innesco dell’arco in aria). Profondità dell’usura 0.6 mm. inizia a riscaldare la superficie di metallo/ossido. Dato che la temperatura della superficie è bassa, il meccanismo di emissione di elettroni diventa una combinazione di campo ed emissioni esplosive. Con l’aumentare della temperatura, il meccanismo di emissioni termoioniche prende il sopravvento. La transizione da temperatura ambiente a punto di fusione, oltre un periodo di tempo dell’ordine di 100 ms, crea uno shock termico che può causare un’ulteriore erosione dell’elettrodo. Altre espulsioni di materiale sotto forma di gocce avvengono durante la transizione dal gas di accensione (meno ossidante) al gas di taglio (ossidante). Durante l’utilizzo in regime costante, tutta la superficie dell’inserto in afnio viene fusa. L’evaporazione del materiale fuso è il meccanismo di usura principale in queste condizioni. In ogni caso, ogni instabilità nell’arco può causare una maggiore usura. Un’altra importante causa di deterioramento dell’elettrodo è una significativa espulsione di gocce di afnio durante lo spegnimento. Questo è dovuto ai vortici di formazione del gas plasma sul metallo fuso allo spegnimento dell’arco. Effettivamente, quando l’arco si spegne, l’afnio liquido si solidifica in circa 5-10 ms mentre l’arco plasma si spegne in circa 1 ms [3]. L’assenza dell’arco aumenta l’effettiva apertura dell’orifizio portando ad un rapido svuotamento del gas dalla camera d’arco. Il rapido aumento del flusso di gas incrementa la forza di trascinamento del gas sull’afnio fuso. Questa forza è sufficiente a espellere l’afnio liquefatto. Per queste ragioni la gestione termica dell’elemento emittente è la chiave per mantenere un basso livello di usura sia s u l t u n g s t e n o c h e s u l l ’ a f n i o . Ta l e gestione prevede il raffreddamento dell’elettrodo mediante liquido, l’uso di materiali di supporto con elevata conducibilità termica e la minimizzazione della resistenza di contatto tra l’inserto emittente ed il supporto dell’elettrodo. Dato che il materiale emittente si trova allo stato liquido, sia le dinamiche di flusso intorno alla testa dell’elettrodo TABELLA I - Caratteristiche termiche del tungsteno e dell’afnio. Punto di fusione (K) Punto di ebollizione (K) Conduttività termica a 298 K (W.m-1.K-1) Capacità di calore specifica (J.kg-1.K-1) Diffusibilità termica x 106 a 298 K Tungsteno 3422 5555 174 132 68.3 Afnio 2233 3422 23 144 12.0 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 33 N. Hussary e T. Renault - Durata degli elettrodi: un indicatore delle prestazioni dei sistemi di taglio plasma che la stabilità del vertice dell’arco diventano critiche. L’effetto di una pressione maggiore nella camera d’arco agisce in due modi: 1) aumenta il flusso di ioni che bombardano la superficie e quindi aumenta la quantità di energia, 2) una pressione di ioni superiore incrementa la rimozione del metallo fuso [3, 4]. I produttori di sistemi di taglio plasma continuano a investire risorse in ricerca e sviluppo al fine di migliorare la durata Bibliografia [1] [2] Puntare in avanti [3] È interessante notare che migliorando le proprietà del materiale di cui è composto l’inserto emittente (utilizzando nuove leghe metalliche refrattarie) si sono ottenuti rendimenti con risultati significativi. degli elettrodi, un tema centrale per molte applicazioni dei procedimenti di taglio plasma. [4] Zhou X. and Heberlein J.: «Analysis of the arc-cathode interaction of freeburning arcs», Plasma Sources Sci. Technol. Vol. 3, pp. 564-574, 1994. Benilov M. S. and Marotta A.: «A model of the cathode region of atmospheric pressure arcs», Journal of Physics D: Applied Physics Vol. 2, pp. 18691882, 1995. Peters J., Yin F., Borges C. F. M., Heberlein J. and Hackett C.: «Erosion mechanisms of hafnium cathodes at high currents», Journal of Physics D: Applied Physics Vol. 38, pp. 1781-1794, 2005. Nemchinsky V.: «Heat flux at the refractory cathode of a high-current, highpressure arc (two modes of cathode spot attachment)», Journal of Physics D: Applied Physics Vol. 37, pp. 1048-1051, 2004. Nakhleh Hussary e Thierry Renault, responsabili dei processi ad arco presso Thermal Dynamics, Gruppo Thermadyne, St. Louis - MO, USA. 34 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Automazione e robotica nella fabbricazione di strutture saldate per il settore navale (°) R. Bragagna * Sommario / Summary L’articolo dà una descrizione della stazione robotizzata realizzata nella parte terminale di una linea prefabbricazione pannelli piani lunga 600 m. Le dimensioni della stazione sono di circa 100 m di lunghezza e 20 di larghezza servita da due portali dotati di robot e semoventi con motorizzazioni che garantiscono l’accurata precisione degli spostamenti necessari ai movimenti dei robot durante la saldatura e dei movimenti a vuoto per incrementare la produttività della stazione. Ogni portale è costituito da una struttura rigida che trasla su una coppia di binari con cremagliera che garantisce la necessaria accuratezza di un movimento che si utilizza in saldatura. Il secondo movimento è quello trasversale delle slitte porta robot. I due movimenti possono essere combinati per garantire un vasto campo di applicazione dei robot industriali. Un terzo movimento garantisce un’elevazione fino a 1000 mm a tutta la slitta porta robot. Ogni portale è dotato di quattro robot dotati di torcia per le necessità di saldatura degli attuali pannelli piani. I robot scelti offrono una configurazione finalizzata alla possibilità di eseguire anche le più piccole saldature dei particolari costruttivi del pannello. Sei gradi di libertà permettono non solo di controllare la posizione della torcia, ma anche la sua inclinazione/orientazione. I percorsi di saldatura del pannello, la posizione, l’orientamento dello stesso e la posizione di partenza sono definiti con un sistema di sensori cui si integra il sistema di inseguimento del giunto. I robot sono programmati off-line per la saldatura su un unico programma che si integra con un software on-line (ARAC) per la distribuzione/ ottimizzazione del carico di lavoro ad ogni robot della stazione. (°) Memoria presentata al Convegno IIS: “La saldatura nella fabbricazione navale” - Genova, 9 Ottobre 2009. * Fincantieri SpA - Trieste. The article gives an overview of a robotic welding station realized at the end of a 600 meters long panelline for flat ship panels. The station dimensions are: length approx 100 meters and width approx 20 meters served by two robot traveling gantries to offer an accurate means to move the industrial robots and increase the effective working range. Every gantry consist of a rigid portal construction which can move along two rail systems and the gantry travel movement is highly accurate to can be used during the welding. The second motion provided by gantry system is a sideways (transverse) movement of the robot carrier. These two movements combined create a huge working range for the industrial robots. An additional third movement is a 1000 mm horizontal slide within the robot carriers. Every gantry support four industrial robots handling the torch to perform the actual panel welding. The chosen robot offers several outstanding features that make it exceptionally suitable for micro panel welding. Six degrees of freedom allow not only the torch position to be controlled but also the torch orientation. The panel welding, the panel position and orientation and weld start is defined with sensor system as seamtracking. The robots are off-line programmed. Per weld, a unique robot program is generated and the ARAC cell control the system. Keywords: Automatic control; CAD; computers; robots; sensors; shipbuilding; ships; welded joints. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 37 R. Bragagna - Automazione e robotica nella fabbricazione di strutture saldate per il settore navale 1. Introduzione La costruzione navale è caratterizzata da un rilevante numero di pezzi normalmente diversi fra loro ma distinguibili solo per livello di prefabbricazione che ne caratterizza la sequenza di costruzione e quindi indirettamente il grado di semplicità dei complessi. Specificatamente esiste una piccola prefabbricazione costituita da componenti semplici che vengono progressivamente assiemati. Esistono inoltre componenti significativamente standard che costituiscono i sottoblocchi e, nello specifico, pannelli che ricevono anch’essi elementi standard quali rinforzi e travi. L’automazione robotizzata della saldatura si applica su queste tipologie di elementi nave, infatti tale tecnologia che aumenta considerevolmente la produttività e la qualità del prodotto ha come presupposto una programmazione semplice e precisa dei percorsi e delle tipologie di saldatura da eseguire. 2. Evoluzione delle applicazioni robotizzate Premesso che il campo di applicazione in campo navale finora praticato da Fincantieri è quello descritto in introduzione, l’automazione robotizzata di tali lavorazioni ha seguito l’evoluzione dei macchinari ma parallelamente l’evoluzione, dei sistemi di programmazione. Essenzialmente esistono due tipologie di programmazione che controllano ed ottimizzano l’utilizzo del robot in funzione delle esigenze produttive: on-line e offline. La prima utilizza il robot stesso per generare il programma, la seconda non necessita dell’accesso al robot per lo sviluppo del programma se non nella fase finale di test. La programmazione on-line si può a sua volta suddividere in due grandi famiglie: • Programmazione guidata. • Programmazione con pannello-insegnante. 38 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 La programmazione guidata consiste nel dirigere fisicamente il braccio del robot nei movimenti e nelle azioni che esso deve effettuare, in modo che la macchina possa registrare automaticamente le posizioni (e le traiettorie) quindi point to point (o trajectory) programming e durante questo genere di programmazioni i motori del robot sono spenti. Il vantaggio principale di questo genere di programmazioni è che è abbastanza facile, non ha bisogno di personale molto qualificato ma solo accurato. Gli svantaggi, nelle nostre applicazioni, per contro sono notevoli: • il metodo non è pratico per la tipologia di robot industriali, grossi e pesanti; • il metodo non può essere usato in situazioni pericolose; • l’alta accuratezza dei movimenti è difficile da realizzare e le traiettorie di spostamento richiedono molti punti e memoria del sistema; • è difficile incorporare i dati esterni del sensore; • la sincronizzazione o la coordinazione con altri robot “confinanti” è difficile e pericolosa; • il metodo non è proficuo per pezzi continuamente diversi. Alcune delle difficoltà suddette possono essere superate con la seconda tipologia di programmazione, con pannello-insegnante. Tale sistema prevede l’uso di un pannello di controllo collegato al sistema di controllo del robot e viene utilizzato in modo attivo per insegnare al braccio del robot a muoversi verso configurazioni o realizzare operazioni specifiche della saldatura. Il pannello di controllo ha una serie di tasti che permette di registrare configurazioni o particolari di forma o righe di programma. L’uso di questo tipo di programmazione richiede che i motori del robot siano accesi e quindi è potenzialmente pericoloso perché il programmatore è spesso tentato ad avvicinarsi alla macchina mentre sta programmando per vedere meglio o registrare o allineare meglio posizioni o percorsi. Concludendo, entrambi questi metodi soffrono di due svantaggi basilari: • La programmazione on-line ha bisogno dell’accesso al robot mentre si programma e ciò impedisce l’utilizzo dello stesso, quindi nella catena produttiva le altre macchine che lavo- rano in coordinamento al robot devono altresì fermarsi, inoltre, in caso di più robot, ognuno deve essere programmato individualmente e la catena deve essere fermata con oneri produttivi insostenibili. • I programmi generati con metodi di programmazione on-line esistono solo nella memoria del robot e non possono essere trasferiti facilmente ad altro sistema e neppure la stampa dei programmi verso l’esterno può essere possibile. Ciò rende i programmi difficilmente documentabili e modificabili con oneri conseguenti. Per quanto sopra, sebbene si sia svolta molta ricerca e progressiva sperimentazione, in Fincantieri applicazioni industriali di robot con programmazione del tipo descritto non hanno trovato spazio. Solo negli ultimi anni, per talune applicazioni, la programmazione con pannello-insegnante è stata integrata con sistemi di rilevazione ottica. In questo modo il robot viene dapprima programmato nelle sue funzioni e nei suoi movimenti di base, tramite il pannello di controllo, da personale esperto. Una volta memorizzate tutte le tipologie di azioni possibili ed ammesse, queste possono essere richiamate e applicate all’immagine dell’area di lavoro, acquisita attraverso il sistema di visione ottica. Questa seconda fase di programmazione può essere svolta da personale non particolarmente qualificato, privo comunque delle conoscenze inerenti alla programmazione di robot industriali. In questo scenario tecnologico e nell’ambito di applicazione precedentemente descritto, Fincantieri ha industrializzato alcune stazioni robotizzate del tipo indicato nella Figura 1. I pannelli interessati alla saldatura presentano rinforzi costituiti da ferri piatti, ferri a bulbo, ferri ad L e travi a T con altezze variabili, per il tipo di rinforzo, e comunque non superiori per le travi a 350 mm, un tanto per garantire che il sistema ottico abbia un minimo di “zona d’ombra” e quindi un’efficace precisione nella definizione del campo di lavoro. Il sistema di scannerizzazione consente una riduzione dei tempi di lavoro poiché sono subito disponibili i punti di riferimento per la selezione delle macro e l’operatore può proseguire nella programmazione mentre il robot inizia a R. Bragagna - Automazione e robotica nella fabbricazione di strutture saldate per il settore navale Figura 1 saldare il primo pacco di lavoro. Da notare che, anche con il sistema di visione ottica evidenziato successivamente, è necessario che il robot vada a rilevare una serie di punti, mediante il contatto filo-pezzo perché le immagini acquisite con la telecamera non presentano sufficiente precisione (Fig. 2). Per contro rispetto alla programmazione offline, dove la posizione del pezzo deve essere molto precisa e giustamente orientata, tale sistema ha il vantaggio che il pannello può essere posizionato con molta libertà rendendo le movimentazioni molto più veloci e sicure lasciando alla telecamera, con la scansione, il compito di misurare la posizione esatta del pannello stesso. Infine, tale tipo di programmazione si confronta con la realtà e quindi eventuali modifiche rispetto al disegno costruttivo vengono assorbite immediatamente dal sistema mentre nell’off-line le correzioni al precedentemente programmato sono molto complicate. Programmazione off-line: tale metodo consente di preparare un file di testo che contiene le istruzioni del robot ed altre dichiarazioni che formano il programma che il robot deve eseguire. In tal senso la programmazione è molto simile a quella di un calcolatore in C, C++, Java o in un altro linguaggio di programmazione. I linguaggi di programmazione del robot sono tuttavia più semplici e spesso non sopportano le pratiche di buona programmazione e di software Engineering. Figura 2 Come nei programmi destinati ad un elaboratore, il file di testo del programma specifica la sequenza delle azioni di base da effettuare insieme ad altre informazioni rese necessarie per controllare la velocità massima del movimento o i tipi di traiettorie da seguire fra due configurazioni dell’end point, per esempio. I vantaggi principali della programmazione off-line sono: • i programmi possono essere sviluppati senza aver bisogno di accedere ed usare i robot; • la sequenza delle operazioni e dei movimenti del robot può essere ottimizzata o migliorata facilmente, una volta che il programma di base è stato sviluppato; • le procedure ed i sottoprogrammi precedentemente messi a punto e sperimentati possono essere riutilizzati (portabilità); • i dati dei sensori esterni possono essere inclusi nel programma, con il solo limite che un eccesso di tali acquisizioni rende i programmi più complicati e difficili da modificare e mantenere; • i dati esistenti relativi a sistemi CAD possono essere compresi, come le dimensioni delle parti e le relazioni geometriche; • i programmi possono essere esaminati, testati e valutati eseguendo tecniche di simulazione anche se questo non può mai rimuovere la necessità di effettuare la prova finale del programma usando il robot reale; • i programmi possono essere più facilmente mantenuti e modificati; • i programmi possono essere approntati con largo anticipo rispetto alle necessità produttive. Vista quindi la prevalenza dei vantaggi e l’evoluzione implementativa che tale sistema di software presenta, Fincantieri ha deciso di procedere con l’allestimento della stazione robotizzata nel Cantiere di Monfalcone. 3. Stazione robotizzata saldatura pannelli piani La stazione ha una lunghezza fuori tutto di 100 m e larghezza di 21.5 m, vi si lavorano pannelli di 35 m di lunghezza per 16.5 m di larghezza con possibilità di saldare rinforzi fino ad un’altezza di 500 mm, con la possibilità di alzare le teste saldanti fino a 1.2 m e di superare ingombri fino ad un’altezza di 1.5 m (Figg. 3 e 4). Sono a disposizione due portali indipendenti e coordinati entrambi con otto robot in grado di eseguire tutte le tipologie di saldatura necessarie a completare il pannello: testa a testa, ad angolo ed in tutte le posizioni grazie ai sei gradi di libertà ed al controllo dell’inclinazione della torcia. La sensoristica inserita è in grado di riconoscere la posizione del pannello e l’orientamento e quindi di correggere le linee di programma e posizionarsi al punto di partenza del pacco di lavoro; Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 39 R. Bragagna - Automazione e robotica nella fabbricazione di strutture saldate per il settore navale Figura 3 - Vista longitudinale stazione. Figura 4 - Vista trasversale stazione. inoltre, adeguata sub-routine mette in condizioni la torcia di riconoscere ed inseguire esattamente il percorso di saldatura secondo le modalità e le tolleranze richieste ed imposte dalle macro di lavorazione. Naturalmente un doppio sistema di sicurezza con adeguata plurima sensoristica previene ogni possibilità di collisione del robot o parte di esso (braccioutensile) sia con strutture o ingombri fisici, sia con eventuali intrusi nell’area di lavoro sia durante l’apprendimento che durante l’attività in automatico. Il metodo di programmazione off-line è Figura 5a 40 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 controllato e gestito tramite un software che di base recepisce e si integra con il sistema CAD/CAM e permette lo svolgimento in automatico del pacco lavoro, lasciando la possibilità di facili interventi correttivi all’operatore; inoltre rileva, tramite controlli locali, eventuali anomalie con un’autodiagnosi che viene segnalata tempestivamente sul pannello di controllo locale, integrato con il software che gestisce i robot nel recepimento della programmazione e mantenendone l’applicazione industriale. Il pannello di controllo locale (Fig. 5a) è concepito con sistema grafico/intuitivo, offre all’operatore un costante controllo dello stato e dell’avanzamento del programma di lavoro, consente in ogni momento di “interferire” con il processo automatico e qualora fosse ritenuto necessario di poter agire on-line applicando le correzioni necessarie usufruendo, naturalmente, di una serie di facilities che applicano sottoroutines codificate: libreria macro, ad esempio (Fig. 5b). Infine, il sistema registra le attività svolte e permette sia di correggere even- Figura 5b R. Bragagna - Automazione e robotica nella fabbricazione di strutture saldate per il settore navale Figura 6 tuali successivi programmi di lavoro o di estrarre significativi indicatori di processo (ad esempio: arc-on, arc-off, robot-start, robot-stop, panel-on, paneloff, errors). Sono state previste e messe a punto, inoltre, la sensoristica ed una serie di sottoroutines automatiche, programmate e programmabili, specificatamente dedicate alle performances di saldatura: • Sistema di pulizia torcia (Fig. 6). • Sistema di calibrazione e centraggio torcia (Fig. 7). • Sistema di localizzazione giunto (Fig. 8). • Sistema di inseguimento giunto (Fig. 9). Per assicurare la qualità della saldatura e la corretta protezione gassosa, il braccio del robot posiziona la torcia in un apposito alloggiamento che provvede ad Figura 8 Figura 9 “afferrarla” pneumaticamente per evitare starature geometriche all’utensile, un’apposita fresa provvede alla pulizia eliminando gli spruzzi di saldatura ed infine viene applicato uno spray adatto a preservarne la pulizia (Fig. 6). La geometria di posizionamento della torcia sul braccio del robot viene periodicamente controllata automaticamente (Fig. 7) per assicurare: il centraggio dell’utensile e l’aggiustamento automatico- una verifica rapida per ridurre al minimo il fermo produzione- un aggiornamento dell’angolatura torcia, un adatto stick-out. La periodicità e la tipologia dei controlli possono essere programmate e/o richieste dall’operatore, comunque tali interventi vengono automaticamente registrati. La sensoristica di posizionamento ed orientamento del pannello e delle partenze per i singoli cordoni di saldatura sfrutta un contatto elettrico con l’ugello della torcia (Fig. 8); viene gestito dal software locale ed attivato automaticamente dalla programmazione off-line. Il sistema di inseguimento giunto (Fig. 9) è automaticamente inserito all’atto dell’inizio saldatura e funziona con la rilevazione del voltaggio arco durante l’oscillazione ed è direttamente coordinata con il braccio del robot. Naturalmente può essere programmato in funzione del tipo di saldatura e circostanze. 4. Conclusioni Dopo lunghissimi tempi in cui si sono sperimentate varie applicazioni, collaudate e messe in opera diverse tecnologie impiantistiche, macchinari sempre più evoluti ed affidabili, e secondo indirizzi di programmazione diversi, siamo convinti che la scelta impiantistica fatta sia il più redditizio compromesso industriale, rappresentando un’evoluzione tecnologica rispetto al parco robot esistente in Fincantieri, e inoltre che siano state semplificate al massimo le naturali complicazioni operative e di programmazione che una tecnologia avanzata presenta. Ci confortano la produttività ottenuta e comunque sempre migliorabile, la qualità e la completezza delle lavorazioni eseguite, il ridimensionamento delle professionalità richieste sia per l’esecuzione che per la programmazione ed infine il livello di sicurezza e la qualità dell’ambiente realizzati. Roberto BRAGAGNA, nato a Monfalcone, laureato a Trieste nel 1977 in Ingegneria Meccanica, specializzato in impianti a fune. Carriera professionale: libero professionista, responsabile controlli non distruttivi in Tecnocontrol, poi Sidercontrol, impiegato presso Lloyd Register Brescia, poi Italcantieri dal 1981, responsabile centri produttivi, poi controllo produzione presso lo Stabilimento di Monfalcone; responsabile Qualità Mercantile, ora responsabile tecnologie di saldatura presso Corporate. Figura 7 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 41 Pubblicazioni IIS Metallurgia e saldabilità degli acciai inossidabili, del nichel e delle sue leghe Indice Capitolo 1. INTRODUZIONE. Capitolo 2. CARATTERISTICHE E PROPRIETÀ METALLURGICHE: Generalità; Acciai inossidabili al cromo; Fase sigma, fenomeni di fragilizzazione; Acciai al cromo martensitici; Acciai al cromo martensitici - ferritici (semiferritici); Acciai al cromo ferritici; Acciai inossidabili austenitici al cromo-nichel; Acciai inossidabili austeno - ferritici (duplex); Metallurgia; Designazioni e classificazioni normative. Capitolo 3. SALDABILITÀ: Introduzione; Saldabilità degli acciai al cromo martensitici; Problemi generali di saldabilità; Procedimenti di saldatura; Saldabilità degli acciai al cromo semiferritici e ferritici; Problemi generali di saldabilità; Resistenza alla corrosione dei giunti in acciaio semiferritico e ferritico; Procedimenti di saldatura; Saldabilità degli acciai austenitici; Problemi generali di saldabilità; Influenza degli elementi di lega e diagramma di Schäffler; Criccabilità a caldo; Resistenza alla corrosione dei giunti saldati; Fase sigma; Procedimenti di saldatura; Saldature eterogenee con materiali d'apporto austenitici; Saldabilità degli acciai inossidabili austeno - ferritici (duplex); Problemi generali di saldabilità; Resistenza alla corrosione. Capitolo 4. METALLURGIA E SALDABILITÀ DEL NICHEL E DELLE SUE LEGHE: Introduzione; Caratteristiche metallurgiche; Caratteristiche delle leghe di nichel, loro classificazione; Generalità; Nichel commercialmente puro; Leghe nichel - rame; Leghe nichel - cromo; Leghe nichel - molibdeno; Leghe nichel - ferro; Leghe nichel - ferro - cromo; Saldabilità; Generalità;Tecniche di saldatura; Processi di saldatura; Materiali d’apporto; Altre osservazioni; Qualificazione e certificazione dei saldatori e dei processi di saldatura; Saldatura eterogenea con apporto in lega di nichel. Capitolo 5. ACCIAI PLACCATI: Generalità; Modalità di saldatura; Saldatura con materiali d’apporto diversi; Saldatura con materiale d’apporto legato; Saldatura con accessibilità da un solo lato. Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it 2008, 72 pagine, Codice: 101104, Prezzo: € 48,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 38,40 Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto con la radiografia convenzionale a film (FR) (°) M.F. Bianchi * F. Rivara ** S. Rusca ** Sommario / Summary Lo studio illustrato nella presente memoria, condotto presso il Laboratorio dell’IIS, si è articolato su due fasi: caratterizzazione del sistema sorgente radiazioni (macchina radiogena) scanner, con relativa validazione e/o creazione di carte di esposizione e curve sensitometriche; verifica di applicabilità della tecnologia CR/DR all’esame di giunzioni saldate. La prima fase si è resa necessaria per poter rendere sistematica e ripetitiva la messa a punto dell’apparecchiatura in analogia a quanto storicamente viene fatto per la radiografia industriale tradizionale ed inoltre per poter comprendere le differenze più significative tra questa tecnologia innovativa ed i sistemi tradizionali a film; con la seconda fase invece è stata studiata la possibilità di applicare la nuova tecnologia a situazioni di indubbio interesse industriale, nell’ambito delle costruzioni saldate, quali la qualifica di procedimenti di saldatura e la qualifica di saldatori. Tali situazioni allo stato dell’arte attuale vengono regolate da norme e codici che non escludono, per quanto concerne l’Esame Radiografico, l’uso di tecnologie nuove quale è la radiografia computerizzata. Lo studio, lungi peraltro da potersi considerare esaustivo di una tematica così importante e vasta, può essere ritenuto il primo step di una attività che IIS si impegna a proseguire e che ha fornito, come risultati iniziali, indicazioni significative sull’utilizzo della tecnologia CR/DR, prima fra tutte il fatto che CR/DR e FR non sono sostitutive una dell’altra bensì complementari, in termini di molti parametri di interesse del controllo quali ad esempio qualità e sensibilità, tempi di esecuzione, range di spessori radiografabili. The study presented in this paper, carried out at IIS Laboratory, has been divided into two steps: characterization of the (°) Memoria presentata a EUROJOIN 7 - GNS5 - Technical Session: “Diagnostics and NDT on welded components and structures” Venezia Lido, 21-22 Maggio 2009. * BYTEST Srl - Volpiano (TO). ** Istituto Italiano della Saldatura - Genova. system (radiation source) - scanner, with the aim of verifying and/or finding technical set-up data like Exposure Charts and Sensitometric Curves; establishment of applicability of CR/DR technology to welded joints test. The first step was necessary to make the equipment set-up methodical and repetitive, on the analogy of traditional industrial radiography and, moreover, to draw the more significant differences between the “new” filmless technology and the “old” film one; the second experimental phase studied, otherwise, the conditions to apply the new technology to very interesting cases within the scope of welding industry like the qualification of welding procedures and the qualification of welders and welding operators. Nowadays, these situations are ruled by standards and codes that do not exclude, as regards Radiographic Examination, the use of new technologies as filmless CR is. This experimental study, far from completing such a wide and complex subject, represents the beginning of a job that IIS intends to carry on and has provided as a result some important indications about CR application, first of all, the fact that CR shall not be a substitute of traditional FR but these two new technologies can complement each other, from the point of view of many Radiographic Examination parameters: for instance, quality, sensitivity, execution time, thickness range fit to be tested. Keywords: Comparisons; computer programs; image quality; nondestructive testing; phosphorus; radiography; screens; technical films; welded joints; X rays. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 43 M.F. Bianchi et al. - Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto, ecc. Introduzione 44 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Figura 1 - Struttura a strati di pannello al fosforo (Imaging Plate - IP). sensibilità del plate “comandano” sulla dimensione dello spot dello scanner, ovvero spot “fini” su plate “ grosso lani” non conducono a miglioramenti in termini di qualità dell’immagine. Per completare il set dei parametri significativi per un sistema CR non vanno dimenticati l’hardware e il pacchetto software necessari per supportare, elaborare e gestire le immagini con tempistiche e capacità competitive. La campagna sperimentale condotta in IIS ha fatto uso delle seguenti apparecchiature: • Ma c c hina Radiogena G ilardoni Monogil 350/6: direzionale; focal spot 3.5 x 3.5 mm; filtrazione interna equivalente a 0.3 mmCu • Macchina Radiogena Gilardoni CPX 160: direzionale; corrente max 10 mA; focal spot 1.5 x 1.5 mm; filtrazione interna 1 mmBe • Pellicole Formato 10 x 48 cm AGFA Structurix D4 Pb (0.03 mm) Vacupac (per materiali base Fe) • Pellicole Formato 10 x 48 cm AGFA Structurix D4 senza Pb (per materiali base Al) • Sviluppatrice AGFA Structurix NDT ECO: automatica; T 28 °C; ciclo completo 8 min • N egativos copio Wilnos - Sp o t : Densità Max leggibile 4.47 • Negativoscopio Wilnos - 10 x 24 cm: Densità Max leggibile 3.65 • Densitometro X-Rite Company 331 (portatile) • Densitometro X-Rite Company 301 (fisso) • Plates Formato 10 x 48 cm G.E. IPS • Scanner G.E. Pegasus CR50P • Hardware: HP XW 4600 Workstation; Monitor Planar GX2MP (1600 x SNR (Signal to Noise Ratio - RAW) La Radiografia Computerizzata (Computed Radiography - CR) è un processo tecnologico con cui si ottengono immagini radiografiche dell’oggetto esposto a seguito di due fasi. Analogamente a quanto accade nella Radiografia Tradizionale (Film Radiography - FR), l’immagine non si forma direttamente; nel caso della radiografia tradizionale l’immagine viene immagazzinata (immagine latente) su una pellicola cosparsa di cristalli di alogenuro di argento (AgBr), nel caso invece di CR, l’immagine viene immagazzinata su un pannello (Imaging Plate - IP) cosparso di grani di fosforo sensibili alla radiazione (Fig. 1). L’informazione contenuta nel plate non viene sviluppata chimicamente ma convertita in luce tramite uno scanner laser dedicato e, successivamente, trasformata in immagine digitale; lo scanner procede infine alla cancellazione dell’informazione contenuta sul plate e questo risulta così utilizzabile per numerose esposizioni e non per una sola come accade per la pellicola convenzionale [1]. Tenuto conto del fatto che la sorgente di radiazioni, macchine radiogene e/o radioisotopi, non variano fra CR e FR, due dei parametri fondamentali per caratterizzare un sistema CR e le sue potenzialità sono il plate e la dimensione dello spot dello scanner: in effetti, la coppia plate - scanner rappresenta quanto nella tradizionale radiografia a film viene identificato con l’espressione “sistema pellicola”. Perché plate (Fig. 2) e spot size dello scanner risultano così importanti? 1. Poiché a plate molto sensibile corrispondono elevata risoluzione, elevato disturbo (Signal to Noise Ratio SNR) e elevati tempi di esposizione. 2. Poiché a dimensioni dello spot ridotte corrispondono elevata risoluzione e qualità di immagine, elevati tempi di scansione. 3. Poiché la dimensione dei grani e la 600 Exposure time @ 3500SAL Figura 2 - Diagramma Rumore (SNR) - Rapidità dei plate (IP); ogni tipologia di pannello è inoltre raffigurata tramite un cerchio, il cui diametro è rappresentativo della risoluzione: maggiore il diametro, maggiore la risoluzione. M.F. Bianchi et al. - Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto, ecc. • • • • 1200 pixel) con Scheda Grafica ATI Fire GL V5600 Software: Rhythm 4.0 - Acquire; Review Indicatori Qualità di Immagine (IQI) secondo UNI EN 462-, UNI EN 462-5 Indicatori Qualità di Immagine (IQI) secondo ASME V art. 2, 22 - ASTM E1025 Pattern CN 27164. Caratterizzazione del sistema semionda e caratterizzata da elevata filtrazione interna (0.3 mmCu), a differenza della macchina radiogena Isovolt HS 320 (l’attuale Isovolt Titan 320) alimentata a potenziale costante e caratterizzata da finestra in berillio e, pertanto, da minore filtrazione (3 mmBe), ha alterato quantitativamente (anche se non qualitativamente) l’andamento delle curve della carta. In particolare, le prove hanno evidenziato che per ottenere un “Digital Value” (livelli di grigio) compreso fra 18000 e 25000, valori inferiori al valore 30000 ottenuto dai diagrammi GE ma del tutto accettabili in termini di contrasto e definizione dell’immagine e, quindi, di sensibilità del controllo, era necessario, a parità di spessore attraversato (mm) e di tensione acceleratrice (kV), raddoppiare l’esposizione (mA x min) fornita dalla carta. Exposure Exposure Carte dell’Esposizione Le prime prove eseguite sono state finalizzate alla determinazione di Carte o Diagrammi di Esposizione relativi sia all’accoppiamento CPX 160 Direzionale - Sistema di acquisizione GE utili ad esaminare materiali debolmente radio- assorbenti, quali alluminio e sue leghe, titanio e sue leghe; sia all’accoppiam e nt o M onogil 350/6 - S is tema di acquisizione GE necessari all’esame di materiali fortemente radio-assorbenti, quali ferro e sue leghe, nichel e sue leghe. In merito al primo caso (Fig. 3), le prove hanno evidenziato che la carta fornita da GE è utilizzabile da IIS senza particolari correzioni nonostante le seguenti differenze di set-up: 1. IIS usa CR50P invece di CRx Tower 2. IIS usa CPX 160 invece di Isovolt HS 320 (l’attuale Isovolt Titan 320) 3. IIS non usa schermi Pb da 250 μm. Nel secondo caso (Fig. 4), invece, la carta fornita da GE si è potuta adoperare solo dopo opportuno adattamento. Infatti, l’utilizzo della macchina radioge na M onogil 350/6 alimentata a Thickness Figura 3 - Carta dell’Esposizione valida per leghe di alluminio, fornita da GE; la carta è stata ottenuta con il seguente set-up: scanner CRx Tower, plate IPS, schermo rinforzo Pb 250 μm, distanza fuoco-plate 700 mm; Digital Value ottenuto 30000. Thickness Figura 4 - Carta dell’Esposizione valida per leghe base ferro, fornita da GE; la carta è stata ottenuta con il seguente set-up: scanner CRx Tower, plate IPS, schermo rinforzo Pb 250 μm, distanza fuoco-plate 700 mm; Digital Value ottenuto 30000. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 45 M.F. Bianchi et al. - Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto, ecc. Sensitometric Curves Log. rel. exp. Figura 5 - Curve sensitometriche pellicole AGFA. • Macchina radiogena: Gilardoni CPX 160 Direzionale (focal spot 1.5 x 1.5 mm) • Distanza Fuoco-Film: 90 cm • Tensione: 70 kV • Corrente: 10 mA • Tempo 1° Esposizione: 1 min → Digital Value ~ 9300 • Tempo 2° Esposizione: 30 s → Digital Value ~ 4850 • Tempo 3° Esposizione: 15 s → Digital Value ~ 1600 • Tempo 4° Esposizione: 2 min → Digital Value ~ 19500 • Tempo 5° Esposizione: 4 min → Digital Value ~ 40000 Densità = f (Esp.rel.) per D4 Densità (y) Esposizione relativa (y) Esp. rel. = f (Densità) per D4 Figura 6 - Curva sensitometrica pellicola AGFA Structurix D4 Doppia Emulsione. 46 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Come si evince dai risultati, il comportamento del plate è sostanzialmente lineare e la curva che si ottiene è appros si m a t a molto bene da una retta, a differenza di quanto accade nel caso delle pellicole (Fig. 5) [2]. Nelle Figure 6 e 7 sono rappresentate le curve caratteristiche della pellicola AGFA D4 doppia emulsione, estrapolate dal diagramma della Figura 5, e quelle ottenute sperimentalmente per il pannello IPS. In base ai risultati sopra esposti, è possibile fare le seguenti considerazioni: 1. l a l i n e a r i t à d e l c o m p o r t a m e n t o del plate e il valore ridotto del coefficiente angolare (pendenza) della retta rappresentativa sono indice di una ampia latitudine di posa del plate; 2. l’ampia latitudine di posa di cui al punto 1 rappresenta un vantaggio quando si presenta la necessità di radiografare componenti a spessore variabile e/o caratterizzati da parti a differente fattore di assorbimento in una unica esposizione; Density Curva sensitometrica La successiva fase di caratterizzazione si è incentrata sulla costruzione della curva sensitometrica del plate IPS. IIS ha scelto di affidarsi a questo tipo di Plate in quanto rappresenta il compromesso migliore fra aspetti tecnici ed economici: infatti, è il Plate più delicato, più lento e associato a più elevato SNR, tuttavia le condizioni ambientali del Bunker e del Laboratorio IIS ne consentono l’utilizzo senza gravi e/o frequenti danneggiamenti, tenuto conto anche del volume di produzione (numero di radiografie annue) mediobasso; inoltre, la qualità finale del controllo è elevata. La curva sensitometrica rappresenta uno strumento fondamentale per chi esegue test radiografici dal momento che permette di conoscere e prevedere il comportamento del Plate al variare dei parametri dell’esposizione, in funzione del Digital Value voluto. Per la costruzione della curva, si è effettuata una serie di esposizioni su un blocco di lega di Al di spessore pari a 39 mm mantenendo costanti tutti i parametri ad eccezione del tempo di esposizione; la scelta dello spessore e del materiale è stata motivata dalla necessità di raggiungere, in ognuna delle esposizioni fatte, valori di Digital Value inferiori al livello di saturazione che, per CR50P a 50 μm, è di 49140. Di seguito vengono riportate le condizioni di prova ed i parametri delle esposizioni fatte: Livelli di grigio Livelli di grigio M.F. Bianchi et al. - Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto, ecc. Esposizione relativa Esposizione relativa Figura 7 - Curva sensitometrica plate IPS. 3. l’ampia latitudine di posa di cui al punto 1 rappresenta un vantaggio quando si devono esaminare grossi spessori dal momento che i tempi di esposizione risultano compatibili con volumi di produzione elevati. A conferma dei tre punti sopra esposti, si può considerare il seguente dato numerico: fissato indicativamente il valore 10000 come limite inferiore di Digital Value, per arrivare a 40000 è necessario incrementare l’esposizione di un fattore pari a 380%; analogamente, fissato il valore 1.50 come limite inferiore di densità, incrementando l’esposizione dello stesso fattore, si ottiene una densità pari a 7.22, valore ben superiore alla media dei valori massimi tipicamente accettati da codici e norme e/o tipicamente “leggibili” dai negativoscopi. 4. L’ampia latitudine di posa di cui al punto 1 rappresenta uno svantaggio quando si devono rilevare imperfezioni di piccole dimensioni dal momento che il contrasto risulta molto basso in corrispondenza di piccole variazioni di esposizione; la sensibilità del controllo è così penalizzata; 5. la considerazione di cui al punto 4 è in perfetto accordo con i dati forniti dai produttori di pellicole e di plate; infatti, i plate sono caratterizzati da una risoluzione spaziale dell’ordine di 10 lp/mm a differenza delle pellicole, anche delle più grossolane, caratterizzate da una risoluzione spaziale superiore a 100 lp/mm. Tensione acceleratrice L’ulteriore campagna di prove di caratterizzazione si è proposta di determinare l’influenza sul controllo della tensione acceleratrice (kilovoltaggio), parametro direttamente associato all’energia (“durezza”) e, pertanto, al potere di penetrazione della radiazione. La sperimentazione relativa è consistita in una serie di esposizioni su blocchi di acciaio ferritico a spessore variabile, da 5 mm a 10 mm con incrementi successivi di 1 mm (Fig. 8), su cui sono stati rilevati i valori medi di Digital Value. Il set-up adottato è stato il seguente: • Macchina Radiogena: Gilardoni Monogil 350/6 • Corrente Anodica: 5 mA • Distanza Fuoco-Plate: 900 mm • Tempo di Esposizione: 60 s • Tensione 1° Esposizione (kV1): 290 kV • Tensione 2° Esposizione (kV2): 260 kV • Tensione 3° Esposizione (kV3): 230 kV • Tensione 4° Esposizione (kV4): 200 kV • Tensione 5° Esposizione (kV5): 170 kV Figura 8 - Determinazione dell’influenza della tensione acceleratrice: immagine di 4 blocchi di differente spessore (7 mm, 8 mm, 9 mm, 10 mm), associati a differenti valori medi di Digital Value, ottenuta con tensione kV2 (260 kV). Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 47 M.F. Bianchi et al. - Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto, ecc. I risultati di queste prove hanno evidenziato che variazioni costanti di tensione non comportano variazioni costanti di Digital Value, ovvero di contrasto; detto in altri termini, il contrasto non ha andamento lineare in funzione del kilovoltaggio e, in particolare, il contrasto aumenta più rapidamente all’aumentare del kilovoltaggio. Ciò significa che la sensibilità, intesa come capacità di rilevare imperfezioni piccole, che aumenta all’aumentare del contrasto, aumenta di conseguenza all’aumentare della tensione acceleratrice, a scapito tuttavia della definizione. Questo comportamento si contrappone a quanto accade nella radiografia tradizionale a film. Sensibilità L’ultima fase della caratterizzazione ha avuto come obiettivo la determinazione della sensibilità del sistema, intesa come potere risolutivo / definizione complessiva della catena plate-scanner-workstation. Seguendo quanto indicato da norme e codici di riferimento sull’argomento, quale ad esempio la norma europea UNI EN 14784-1, la verifica di sensibilità del sistema è stata con- Figura 9 - Indicatori di qualità di immagine a doppio filo (UNI EN 462-5) usati per definire il potere risolutivo del sistema CR; secondo la norma UNI EN 14784-1, due fili di una coppia sono “risolti” se la profondità/altezza del segnale compreso tra i Digital Value (livelli di grigio) relativi ai due fili supera in valore assoluto il 20% della differenza tra il Digital Value massimo e il Digital Value associato ai due fili. dotta utilizzando indicatori a doppio filo (Duplex Wire IQI in accordo a UNI EN 462-5) (Fig. 9) e indicatori a linee convergenti (Converging line pair quality Indicator CN 27164). In merito a questo ultimo indicatore, è necessario evidenziare che, nonostante sia realizzato Figura 10 - Confronto fra la risoluzione di pannelli per CR e la risoluzione di pellicole convenzionali ottenuto tramite pattern a linee convergenti; è importante notare come la risoluzione delle pellicole sia più alta di quella dei plate. 48 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 in lega Pb-Sb, a causa del ridotto valore di spessore, solo 0.03 mm, è stato possibile applicarlo esclusivamente per esposizioni di leghe leggere, con bassi valori di tensione acceleratrice (Fig. 10) [3]. I risultati mostrano come in termini assoluti la sensibilità ottenibile dalla radiografia FR sia ancora superiore a quella della CR; in effetti, come già accennato in precedenza, esiste ancora almeno un ordine di grandezza di differenza tra la risoluzione spaziale, espressa in lp/mm, del sistema CR e quella del sistema FR, indipendentemente peraltro dalla classe di “sistema di pellicola” (UNI EN 584-1): pellicole più grossolane sono associate a minore definizione rispetto a pellicole a grana più fine e di qualità superiore ma sono associate comunque ad un potere risolutivo circa costante e molto superiore a quello dei pannelli al fosforo. Questo, di fatto, si traduce nella capacità di rilevare imperfezioni di ordine di grandezza non inferiore al decimo di millimetro nel caso di tecnologia CR; tale limite è invece superato in molte applicazioni dalla tradizionale FR. La motivazione fondamentale di questa differenza risiede nel fatto che il “punto analogico” ovvero il grano di AgBr usato nelle pellicole ha dimensioni che arrivano a valori inferiori a 5 μm, mentre il “punto digitale” ovvero il pixel ha dimensioni che vanno da 30 a 200 μm; questo comporta senza dubbio una perdita sostanziosa di informazioni spaziali. M.F. Bianchi et al. - Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto, ecc. Figura 11 - Esposizione Exp 1: nessun filtro interposto. Esame di giunzioni saldate La fase sperimentale di caratterizzazione del sistema ha fornito strumenti, come carte di esposizione e curve sensitometriche, necessari a rendere il più affidabile e ripetitivo possibile il controllo radiografico eseguito con tecnologia CR. Infatti, già nella fase sperimentale successiva, essi sono stati sfruttati come dati da cui partire per cercare, variando altri parametri, l’ottimizzazione del sistema per il controllo di giunti saldati. Introduzione di filtri Una delle prime e più interessanti problematiche in cui ci si imbatte nel tentativo di ottimizzare il sistema CR è rappresentata dalla sensibilità dei pannelli al fosforo alle radiazioni a bassa frequenza (“molli”), secondarie e diffuse, causa di perdita di definizione dell’immagine. Tale problematica diviene ancora più significativa se si tiene in considerazione il fatto che la riduzione (“taglio”) delle radiazioni molli, che si ottiene introducendo dei filtri di materiale opportuno (rame, piombo o acciaio), comporta un aumento dell’esposizione, in particolare del tempo di esposizione; ciò inficia uno dei maggiori vantaggi di CR, rispetto alla radiografia convenzionale a film, rappresentato dalla riduzione dei tempi di esecuzione del controllo. L’influenza di filtri posti tra macchina radiogena e oggetto in esame è stata verificata eseguendo una serie di esposizioni su un giunto testa-testa fra due lamiere in acciaio al C-Mn, di spessore pari a 10 mm. Delle esposizioni fatte, due sono risultate più significative ed hanno permesso di trarre le seguenti considerazioni: l’esposizione Exp 1 (Fig. 11) senza filtri interposti e l’esposizione Exp 2 con l’interposizione di un filtro (blocco) di acciaio ferritico di 6 mm di spessore, valore rappresentativo, come si evince dalle carte di esposizione, del valore di semiassorbimento (spessore emivalente - SEV) per il set-up di parametri adottati. Di seguito vengono elencati i parametri di esposizione usati: • Macchina radiogena: Gilardoni Monogil 350/6 • Tensione Acceleratrice: 270 kV • Corrente Anodica: 5 mA • Distanza Fuoco-Film: 900 mm • Tempo Exp 1: 60 s • Tempo Exp 2: 120 s Confrontando i risultati delle due esposizioni, si è notato quanto segue: 1. A conferma di quanto ci si attendeva, Exp 1 è stata caratterizzata da Digital Value mediamente più alti rispetto a quelli registrati su zone analoghe di Exp 2: ad esempio, in una zona a spessore nominale costante come il materiale base (M.B.) della saldatura (10 mm), si è trovato un valore medio di circa 23000 per Exp 1 e di circa 17000 per Exp 2. 2. A differenza di quello che ci si attendeva, il taglio delle radiazioni molli in Exp 2 non ha aumentato la definizione dell’immagine: infatti, come si è riscontrato analizzando l’immagine dell’IQI a piastrine a fori relativo posto a lato del giunto, la visualizzazione dei fori è risultata meno nitida e possibile solo dopo notevole elabora- zione informatica (variazione di Contrast e Brightness). 3. A differenza di quanto ci si attendeva in base alla linearità della carta dell’esposizione, nel caso di Exp 2 si è verificata anche una perdita di contrasto (quindi di sensibilità al difetto), come si è riscontrato registrando sia la differenza di Digital Value dei blocchi a spessore variabile posti a lato del giunto, sia la differenza dei Digital Value registrati su zona fusa (Z.F.) e materiale base (M.B.) del giunto. Ad esempio, il contrasto medio del giunto saldato, ovvero valor medio (Digital Value M.B. Digital Value Z.F) per Exp 1 è risultato circa 7000, mentre per Exp 2 è risultato circa 5000. Rilevazione e dimensionamento delle imperfezioni Lo studio si è concluso con un’ultima fase sperimentale, in cui si è cercato di trovare una risposta ad una serie di quesiti fondamentali che hanno finora drasticamente limitato l’uso sistematico della tecnologia CR nel campo delle strutture saldate. Alcuni di questi sono: se si visualizzano nitidamente gli IQI richiesti da norme (come la UNI EN 1435) e specifiche, vi è la certezza che il sistema abbia rilevato realmente le difettosità che a quell’IQI vengono nominalmente associate? Ovvero, agire sulle funzioni contrast e brightness e ottimizzare l’output sullo schermo in una determinata zona, significa migliorare realmente il controllo? Ovvero, se sull’immagine non si riescono a visualizzare in modo nitido Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 49 M.F. Bianchi et al. - Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto, ecc. alcune difettosità, si può essere certi che il sistema non sia riuscito realmente a rilevarle? Pe r r is p o n d e r e a queste e a molte altre domande simili, viene p r o p o s to in q u e s ta sede un approccio differente, basato non sull’immagine visualizzata a schermo che, ovviamente, risulta più intellegibile e gestibile dal radiologo e/o dall’ispettore incaricato dell’esame, bensì sulla rappresentazione del profilo d i D i g i t a l Va l u e (Fig. 12). A t a l p r o p o s ito , s i descrive l’esame del giunto testa-testa, r a ffi g u r a t o n e l l a Figura 12, fra lamiere aventi spessore 12 mm, in acciaio ferritico, contenente soffiature e porosità diffuse. Indipendentemente dalla loro visualizzazione a schermo, è possibile associare alle zone di interesse una curva che fa corrispondere ai vari punti il relativo valore digitale; in tal senso, data la linearità del sistema ad un determinato valore di tensione acceleratrice, non solo è possibile visualizzare variazioni del profilo e quindi rilevare imperfezioni nel manufatto ma anche misurarne la profondità e l’estensione mediante differenze di valori digitali, una volta noto uno spessore di riferimento. A fronte di una maggiore difficoltà interpretativa e di una minore immediatezza di analisi, questa rappresentazione offre il grande vantaggio di sfruttare appieno la capacità del sistema di cogliere e misurare differenze quantitative di Digital Value anche così piccole da risultare non percepibile sull’immagine radiografica a video, da un operatore o da un ispettore, la corrispondente differenza (contrasto) di tonalità di grigio. Figura 12 - Radiografia computerizzata di giunto saldato: rappresentazione di una sezione tramite profilo di valori digitali. alcune conclusioni che, tuttavia, necessitano di essere integrate e confermate da ulteriori campagne sperimentali. I principali vantaggi riscontrati nell’uso del sistema CR possono essere così schematizzati: • Riduzione dei tempi di esposizione (e quindi di controllo) per volumi di produzione piccoli (1000- 5000 film annui) e medi (10000 - 50000 film annui). • Migliore impatto ambientale grazie al fatto che non sono più necessari i prodotti chimici per il processo di sviluppo delle pellicole. • Assenza delle problematiche relative alla fase di archiviazione delle pellicole grazie alla possibilità di sfruttare supporti digitali (DVD, CD, penne USB). Bibliografia [1] «Advancements in CR Radiography» (Jimmy Opdekamp - GE Inspection Technologies, Berchem, Belgium), Workshop Radiografia Digitale (Conferenza Nazionale sulle Prove non Distruttive, Monitoraggio e Diagnostica Milano, Ottobre 2007). [2] «X-Ray - Radiographic Film Systems» (GE Sensing and Inspection Technologies). [3] «Introduzione della Radiografia Digitale» (Mario Bianchi - BYTEST srl, Volpiano [To], Italia). Conclusioni I risultati delle prove descritte in questa memoria hanno permesso di trarre 50 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 • Trasmissione più agevole delle informazioni e possibilità di rendere più oggettiva l’ispezione. • Disponibilità di software dotati di strumenti (tools) utili all’ottimizzazione sia qualitativa sia quantitativa dell’immagine radiografica. • Sensibilità del sistema adeguata a verificare i requisiti di qualità della maggior parte dei prodotti saldati almeno su spessori medi (15 - 50 mmFe). Ai vantaggi suddetti si contrappongono svantaggi quali: • Tempi non competitivi nel caso di elevati volumi di produzione (100000 - 200000 film annui) a causa della necessità di più scanner o del rischio di usare velocità di scansione troppo elevate in relazione alla qualità richiesta. • Problemi in caso di esposizioni ad elevata energia (ad esempio 5 - 10 MeV) e/o su componenti a forte spessore. • Problemi di sensibilità nel caso di esposizioni su componenti di piccolo spessore a causa della limitata risoluzione spaziale del sistema. • Elevata sensibilità allo scattering. • Eccessiva delicatezza (sensibilità alla luce, alla polvere, ai graffi) dei plates, con conseguente difficoltà di utilizzo in campo. • Tempi di scansione e di acquisizione (elaborazione) troppo elevati (a volte superiori a quelli di processo chimico dei film tradizionali) nel caso di controlli ad alta sensibilità. • Tempi di scansione e di acquisizione (elaborazione) troppo elevati (a volte superiori a quelli di processo chimico dei film tradizionali) nel caso di utilizzo di pannelli di grosse dimensioni: ad esempio formato 40 x 50 cm impiegato in fonderia. M.F. Bianchi et al. - Caratterizzazione della radiografia computerizzata (CR/DR) con schermi al fosforo e confronto, ecc. • Dimensione dell’output informatico di difficile gestione nel caso di controlli ad alta sensibilità (100 - 500 kB per immagini jpeg, 10 - 20 MB per file diconde). In un’ottica di implementazione della tecnologia CR e di un suo utilizzo più massivo, affidabile e proficuo, si ritiene essenziale che vengano in futuro sviluppati i seguenti aspetti: • Miglioramento dei plates in termini sia di durata e resistenza, sia di sensibilità. • Valutazione quantitativa precisa della riduzione dei tempi di esposizione in funzione del materiale radiografato, dello spessore radiografato, della tensione (kV) e corrente (mA) usati. • Implementazione di prove sperimentali e di utilizzo del sistema CR con radioisotopi. • Messa a punto di indicatori di qualità di immagine specifici e più idonei, ad esempio RQI (Representative Quality Indicators) ovvero pezzi/oggetti con imperfezioni reali. • Formazione specifica e approfondita per operatori e utilizzatori del sistema. Mario F. BIANCHI, soprattutto quasi 33 anni di Radiografia Industriale con 1/3 di esperienza “terzista” plurisettoriale e 2/3 nel settore aeronautico: RxIndustriale, Aeritalia, Avio, Bytest. In 20 anni di Livello 3 RT MIL/NAS410/EN4179 qualificato Avio, General Electric, Pratt&Whitney, Rolls-Royce, Honeywell, ITANDTB interfacciandosi con molti dei Primes aviomotoristi a livello mondiale; qualifica a Livello 3 RT EN473 del 1997. Dal 2002 più volte coinvolto nell’accreditamento Nadcap delle Unità RT di Avio Pomigliano, Rivalta e Bytest; nel 2008 è diventato Supplier Voting Member per Bytest nell’NDT Task Group di questo Organismo di Sorveglianza mondiale, espressione di quasi tutti i Primes aeronautici. È inoltre coordinatore della Commissione RT dell’ITANDTB e consigliere dell’AIPnD del cui giornale cura la rubrica aeronautica. Francesco RIVARA, diplomato Perito Meccanico, entrato all’Istituto Italiano della Saldatura nel 1974 impegnandosi nell’assistenza tecnica, consulenza ed ispezione con CND. Certificato International Welding Technologist / International Welding Inspector Comprehensive. Livello 3 EN 473 /ISO 9712 nei metodi RT,UT, MT, PT, VT. Dal 1993 al 2007 Responsabile del Centro Esami e dal 1996 ad oggi Responsabile dell’ Area Formazione CND dell’Istituto Italiano della Saldatura. Simone RUSCA, laureato in Ingegneria Meccanica nel Febbraio 2002 c/o l’Università degli Studi di Genova, International Welding Inspector Comprehensive dal 2005, Livello 3 EN 473 / ISO 9712 nei metodi VT, MT, PT, RT, LT e Responsabile del Centro Esame IIS del Personale addetto alle Prove non Distruttive dal Gennaio 2006, è in forza alla Divisione Formazione dell’Istituto Italiano della Saldatura dal Settembre 2002, dove svolge attività di docenza nell’ambito delle Prove non Distruttive e dell’Ispezione dei Giunti Saldati e attività di sviluppo e set-up di tecnologie innovative nel campo delle Prove non Distruttive, quali la Radiografia Computerizzata. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 51 Incontriamoci a Milano 4-7 MAGGIO 2010 , Rho TECHNOLOGY EXHIBITIONS WEEK Esperti a confronto per il futuro delle imprese Qualità, affidabilità, alte prestazioni, risparmio energetico, sicurezza: sono questi i focus dell’offerta tecnologica e formativa della Technology Exhibitions Week, l’evento dedicato a potenza fluida, trasmissioni meccaniche, automazione industriale, strumentazione, elettronica, che riunisce in un solo contesto Fluidtrans Compomac, BIAS e Mechanical Power Transmission & Motion Control. Perché solo dall’innovazione e dallo scambio di conoscenze possono nascere le strategie giuste per ripartire! TEW 2010: gli esperti si incontrano per il futuro delle imprese. 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Costa * Sommario / Summary Le operazioni di saldatura comportano l’esposizione degli operatori (saldatori, tecnici, personale di officina) ad una serie di rischi strettamente correlati con le tecnologie in uso, la cui valutazione ed interpretazione richiede un approccio interdisciplinare che include aspetti medici, epidemiologici, chimici ed ingegneristici. Sin dalla sua fondazione, l’Istituto Internazionale della Saldatura (IIW) ha ritenuto di tenere in debita considerazione la tematica della salute e della sicurezza, creando una Commissione Tecnica (VIII) ove siano rappresentate tutte le conoscenze sopra considerate attraverso la partecipazione dei principali esperti mondiali del settore. Questo articolo si propone pertanto di riportare lo stato attuale dei documenti emessi dalla Commissione o da essa ritenuti di “buona pratica industriale”, peraltro recentemente oggetto di una rivalutazione per eventuale aggiornamento. All activities in welding fabrication may induce exposure of all involved personnel (welders, technicians and all others working in the shop) to risk agents which are strictly related to the performed operations. The evaluation of these aspects requires an interdisciplinary approach, involving industrial hygienists, epidemiologists, chemists and welding engineers. Since its foundation, IIW (International Institute of Welding) has kept in high consideration all the matters related to health and safety, by creating the Commission VIII, where all these disciplines are well represented through the participation of the most representative experts of the different fields of knowledge. This article reports about the Commission VIII activities through an analysis of the documents discussed and emitted as “IIW Commission VIII best practices”, including those recently reviewed and possibly updated. Keywords: Arc welding; development; electromagnetic fields; fume; GTA welding; health and safety; IIW; influencing factors; international activities; occupational diseases; occupational health; thoriated tungsten; welders health; welding; working conditions. (°) Memoria presentata al Convegno IIS: “Salute e sicurezza in saldatura” Legnano, 3 Novembre 2009. * Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 53 L. Costa - La salute e la sicurezza in saldatura. Recenti sviluppi in seno alla Commissione VIII “Health, Safety and Environment”, ecc. 1. Generalità Le operazioni di saldatura e le tecniche annesse comportano in generale l’esposizione del personale addetto a diversi agenti di rischio, le cui caratteristiche sono fortemente influenzate dalla tipologia del processo, dalle modalità operative (regolazioni dei parametri e condizioni ambientali) e dai materiali su cui si debbano realizzare le giunzioni. Dovendo eseguire una prima e molto generale suddivisione di tali agenti, è possibile distinguere tra agenti chimici ed agenti fisici, tenendo in considerazione il modo in cui tali situazioni interagiscono con la salute e la sicurezza del personale esposto. Per quanto riguarda gli agenti chimici, particolare interesse può essere rivolto ai fumi di saldatura, mentre i principali agenti fisici direttamente connessi con le attività possono essere i seguenti: • impiego di correnti elettriche di elevata intensità; • presenza di radiazioni elettromagnetiche (raggi ultravioletti a bassa lunghezza d’onda e raggi infrarossi ad elevata lunghezza d’onda); • presenza di campi elettromagnetici; • elevate temperature localizzate ed ambientali. Oltre a questi, è possibile individuare una serie di agenti non specificamente legati alle peculiari attività di saldatura, ma comunque tipiche della fabbricazione di prodotti saldati (ad esempio la movimentazione di carichi, l’uso di bombole in pressione, il rumore, ecc.), la cui enumerazione però risulterebbe particolarmente complessa ed esulerebbe dallo scopo di questa trattazione. Da un punto di vista tecnico, la caratterizzazione di questi agenti comporta innanzitutto la comprensione dei fenomeni che portano allo sviluppo degli stessi, comprensione che ancora in molti casi non può considerarsi completamente acquisita, come ad esempio per quanto riguarda i meccanismi di sviluppo dei fumi di saldatura (con partico- 54 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 lare riferimento ai particolati). Il passo successivo è rivolto alla determinazione degli effetti sui lavoratori e, in particolare, dei livelli di riferimento, o massime dosi di rischio ammissibili, come soglia limite a cui comparare la condizione attuale di esposizione; questi livelli sono tuttavia soggetti a continue ridefinizioni, a causa dei numerosi fattori di disturbo che intervengono nell’ambito delle metodologie di analisi e monitoraggio del personale esposto, dell’impossibilità di scindere in modo epidemiologicamente rilevante i singoli effetti ed, infine, per la differente sensibilità di ogni individuo. Al termine di queste due fasi, dovrebbe essere possibile identificare un opportuno livello di rischio, valutato come la combinazione tra la probabilità dell’evento e la sua significanza, in modo da decidere per l’implementazione di opportune azioni di miglioramento, tese alla riduzione dei rischi a livelli minimi, e comunque al di sotto delle eventuali soglie di pericolosità; nel caso specifico della saldatura, questo porta spesso all’individuazione di appropriati dispositivi di protezione, generale o individuale. È importante sottolineare che la complessità degli argomenti e l’insieme di conoscenze tecnologiche, chimiche ed epidemiologiche, necessarie per affrontare con l’opportuna competenza questi argomenti, richiede inoltre una stretta collaborazione di personale con background culturali differenti e lo sviluppo di opportune interfacce di comunicazione. 2. Il ruolo della Commissione VIII dell’IIW Da questo punto di vista si segnala l’attività svolta, a livello internazionale, dall’International Institute of Welding (IIW), una associazione degli istituti nazionali della saldatura, attiva fin dal 1948 (anno della sua fondazione) con lo scopo di promuovere gli studi sui fenomeni scientifici associati alla saldatura ed alle tecniche annesse, la loro applicazione industriale ed i mezzi di comunicazione per condividere tali tecnologie a livello internazionale(1). In particolare, l’IIW è composto da sedici Commissioni Tecniche e da oltre dieci Gruppi di Lavoro, tra cui è di particolare interesse la Commissione VIII “Salute, sicurezza e ambiente”, della quale fanno parte i maggiori esperti internazionali appartenenti a diverse esperienze professionali, comprendendo medici del lavoro, epidemiologi, biologi, chimici ed ingegneri di saldatura. Tutto ciò ha portato nel corso degli anni allo sviluppo di studi tecnicamente significativi, riconosciuti a livello internazionale e di comprovata valenza tecnica, con riguardo agli aspetti epidemiologici, modelli di riferimento e all’analisi di livelli di rischio. Tali risultati sono racchiusi nei circa duemila documenti che sono stati presentati e discussi nell’ambito delle riunioni della Commissione (di norma due all’anno), tra cui assumono particolare rilevanza i cosiddetti “Best practice documents”, cioè documenti di buona pratica industriale, condivisi dalla Commissione, che rappresentano il punto di vista dell’IIW su alcune tematiche fondamentali della salute e sicurezza in saldatura. Parallelamente a ciò la stessa Commissione VIII è anche impegnata nell’elaborazione delle principali norme internazionali in materia di salute e sicurezza in saldatura; attualmente sono in discussione numerosi progetti di norma sull’argomento. La Tabella I rappresenta una visione schematica delle attività recentemente prese in carico dalla Commissione, che si è posta l’obiettivo di coprire, attraverso la pubblicazione di “best practice documents” o di documenti ISO, gli aspetti più significativi che riguardano la salute e sicurezza in saldatura. Alcuni documenti, contrassegnati come “WIW”, sono già stati pubblicati sulla rivista internazionale “Welding in the World” e pertanto già disponibili; altri documenti saranno raccomandati (e pertanto pubblicati) a breve, mentre alcuni sono ancora in fase di definizione. Nei paragrafi seguenti sono brevemente riportate alcune considerazioni che definiscono il punto di vista della Commissione allo stato attuale, relativo agli aspetti di maggiore rilevanza industriale e che sono, o verosimilmente saranno, incorporati in tali documenti. (1) L’Istituto Italiano della Saldatura è membro fondatore dell’IIW, oltre ad esserne membro attivo e storicamente coinvolto sulle tematiche della salute, sicurezza e gestione ambientale. L. Costa - La salute e la sicurezza in saldatura. Recenti sviluppi in seno alla Commissione VIII “Health, Safety and Environment”, ecc. TABELLA I - Piano di azione della Commissione VIII per la produzione di documenti “Best practice”. Argomento Documento Commento Disponibile Azione(2) VIII-2078-08 - Health and safety in fabrication and repair of welded components: aspects, impacts and compliance to regulations; L. Costa SI,WIW(3) Rec. VIII-1817-97 - Occupational health in metal arc welding VIII-2094-09 - Reduction of fume emissions in Gas Metal Arc Welding; T. Rosado, I. Pires, L.Quintino VIII-2018-06 Best practice Riduzione Risultati ottenuti dal dell’esposizione ai fumi progetto “Econweld” Analisi e Disponibile una serie di campionamento di fumi normative ISO Composizione dei fumi VIII-1876-99 - Fume composition related to welding Draft ISO TR rivisto come process and consumables doc. VIII-2057-07 Analisi della VIII-1036-82 - Interlaboratory calibration of a Documento obsoleto per composizione dei fumi standardised analytical method for hexavalent and total l’analisi del CrVI (e.g. Cr VI, Cr tot, ecc.) chromium in welding fumes SI,WIW SI Keep Sostanze specifiche VIII-2072-08 - Exposure to nitrogen oxides (NO/NO2) Prevista una revisione contenute nei fumi (e.g. in welding; V-E. Spiegel Ciobanu Cr, Ni, Mn, ecc.; gas Cr compounds and Ni come NOx, O3) compounds:disponibile letteratura internazionale SI Concetti generali e stato dell’arte Manganese Alluminio Calore Saldatura in ambienti ristretti Rumore Rischio alla vista e per gli occhi (3) NO Rec. VIII-1901-00 - Welding with non-consumable thoriated tungsten electrodes Statement by M. Cosgrove (VIII-2096-09) Statement VIII-2036-07, ISO TR under SI,WIW enquiry In revisione NO In revisione NO NO Ancora valido, SI eventualmente da aggiornare Del. VIII-1858-98 - Health hazards from exposure to electro-magnetic fields in welding VIII-1856-98 - Welding adds hazards to work in confined spaces VIII-1823-97 - Statement on welding and cutting containers Eye Injury; G. Mc Millan VIII-1298-85 - Contact lens use in industry (2) Del. Aggiornato SI Disponibile letteratura internazionale Documenti del seminario SI (atti) internazionale del 2009 (Hannover: compile results) Organic layers prodotti della degradazione Gestione della salute e sicurezza Altri SI,WIW IIW statement on manganese Particolato ultrasottile Saldatura TIG con elettrodi toriati Funzionalità polmonare Cancro Valutazione ergonomica EMF SI Best practice, still appropriate Best practice, still appropriate Publications available Non disponibile come documento IIW; Published in Australasian Welding Journal Best practice Risultati di un progetto di ricerca anglo-finnico (Engström et al); valido Keep NO SI,WIW Keep SI,WIW Keep NO SI SI,WIW SI Keep Risk assessment in welding fabrication Draft Technical Report SI VIII-1588-91 - On the question of milk drinking of welders as a measure of health protection VIII-2079r1-09 - List of welding related standards Best practice SI Keep Best practice, in aggiornamento continuo SI Rec. Azioni possibili: - Rec.: raccomandare come “Best Practice” - Keep: mantenere come “Best Practice” - Del.: Eliminare dalla lista WIW: Già pubblicato su “Welding in the World” come documento IIW Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 55 L. Costa - La salute e la sicurezza in saldatura. Recenti sviluppi in seno alla Commissione VIII “Health, Safety and Environment”, ecc. 3. Aspetti generali della salute e sicurezza in saldatura Inalabile (Total dust) Fumi di brasatura e I documenti considerati (doc. VIII2078-08 e VIII-1817-98) hanno lo scopo di individuare lo stato dell’arte relativamente agli aspetti epidemiologici ed alle malattie professionali di maggiore significanza per la carriera del saldatore. In particolare, entrambi i documenti mettono in risalto come sia difficile attribuire con certezza aspetti di salute alla figura del “saldatore”, termine non soggetto ad una definizione specifica che si applica sia al saldatore occasionale (cioè che compie attività di saldatura in modo saltuario, e pertanto coinvolto in altre attività per molto tempo e dunque soggetto a molteplici aspetti di rischio) sia al saldatore che svolga con continuità l’attività di saldatura; inoltre i dati statistici disponibili sono privi di informazioni che permettano di caratterizzare il lavoro svolto, in termini di tipo di prodotto e materiale saldato. In un siffatto quadro, risulta dunque molto complessa un’attribuzione specifica di malattie professionali al saldatore; i documenti si limitano dunque a rilevare che gli effetti a breve termine di maggiore rilevanza statistica sono riferibili a: • irritazione degli occhi, dovuta all’esposizione ai raggi UV prodotti dall’arco elettrico; • febbre da fumi metallici, dovuta all’inalazione di ossidi di zinco; • altre affezioni del sistema respiratorio, dovute agli ossidi di azoto e ozono. Per quanto riguarda gli effetti cronici, invece, sono da rilevarsi i seguenti aspetti: • malattie del sistema muscolo-scheletrico, attribuibili ad aspetti di carattere posturale; • sindrome del tunnel carpale, attribuibile al maneggio della torcia; • ipoacusia, attribuibile ad operazioni complementari (es. molatura, martellatura, ecc.); • malattie dell’apparato respiratorio (riduzione della funzionalità dei polmoni, cancro, bronchite cronica), attribuibili ai fumi di saldatura. La posizione riportata da entrambi i documenti (e della Commissione, pertanto) è che comunque tali effetti siano 56 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 saldobrasatura Fumi di saldatura Respirabile 0,01 μm 0,1 μm (fine dust) 1 μm Respirabile 10 μm 100 μm Non respirabile Figura 1 - Suddivisione dei particolati presenti nei fumi di saldatura in base alla dimensione. generalmente attribuibili ad esposizioni eccessive, comunque evitabili e facilmente riducibili a valori accettabili ottenendo pertanto una condizione di lavoro a “rischio trascurabile”. Inoltre, è chiaramente riportata e sottolineata l’importanza che assume la formazione di tutto il personale coinvolto, dal saldatore al coordinatore di saldatura sino agli addetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale. 4. Composizione dei fumi di saldatura Durante le attività di saldatura, le particolari condizioni termiche, generalmente connesse all’uso di sorgenti di calore ad elevata densità di energia, provocano lo sviluppo di un significativo quantitativo di fumi. Da un punto di vista generale, tali fumi sono composti in parte dai gas sviluppati o utilizzati durante la saldatura ed in parte da particelle metalliche più o meno fini (particolati), una parte delle quali può avere dimensioni inferiori ai 10 μm e pertanto può essere in grado di agire a livello degli alveoli polmonari interagendo con il personale esposto (frazione respirabile [1]). La Figura 1 riporta una schematica rappresentazione della suddivisione di tali particolati in relazione alla tecnica di saldatura utilizzata. In particolare, i gas che si possono individuare nei fumi di saldatura si sviluppano in seguito a vari meccanismi di associazione e dissociazione e alla decomposizione di sostanze presenti nella zona di saldatura (solventi, vernici, ecc.), spesso per effetto delle elevate temperature in gioco (anche oltre a 10.000 °C all’interno dell’arco) e dell’azione delle radiazioni elettromagnetiche (raggi UV) prodotte dall’arco. Tra i vari componenti gassosi che si sviluppano in saldatura, quelli di maggiore rilevanza risultano essere i seguenti: • ossidi di azoto, prodotti in quantità significativa nei processi di saldatura e taglio (ma anche di preriscaldo) con fiamme libere; • monossido di carbonio, tipicamente sviluppato (seppur in modesta entità) nella saldatura con gas CO 2 e con Figura 2 - Immagine TEM dei particolati metallici nella saldatura FCAW, ove si nota il guscio di composizione non metallica ed il nucleo metallico. L. Costa - La salute e la sicurezza in saldatura. Recenti sviluppi in seno alla Commissione VIII “Health, Safety and Environment”, ecc. elettrodo rivestito cellulosico; • ozono, tipicamente sviluppato come effetto delle radiazioni emesse dall’arco elettrico sull’ossigeno atmosferico. Il meccanismo sulla base del quale si sviluppano i particolati, invece, risulta tuttora poco chiaro, anche perché influenzato da numerosi parametri tecnologici, tra cui il tipo di processo di saldatura e le sue varianti tecniche, i parametri di saldatura, la posizione, ecc.; è tuttavia importante segnalare che nell’ambito di una specifica procedura di saldatura (abbinamento materiale base processo di saldatura) la quantità di fumi che si sviluppa è fortemente legata ai parametri di saldatura e che, in termini generali, quelli che garantiscono i migliori risultati in termini di qualità della giunzione corrispondono nella maggioranza dei casi alle condizioni di minore emissione di fumi. Anche l’esatta composizione chimica dei particolati rappresenta un punto oscuro dell’analisi dei rischi, sia a causa della complessa struttura dei fumi (Fig. 2), sia a causa di una serie di fenomeni che possono intervenire durante l’analisi degli stessi, alterandone la struttura molecolare [7]. In termini del tutto generali, è comunque possibile fare riferimento ad una specifica tabella redatta in ambito IIW, che individua, in funzione dell’associazione tra processo di saldatura e consumabile utilizzato, i componenti (principali e secondari) dei fumi e segnala i cosiddetti componenti chiave (key components) per la salute degli operatori. Come risulta evidente i valori riportati nella Tabella II vanno opportunamente integrati con dati più precisi, forniti dai produttori di consumabili, ed ottenuti sulla base di procedure standardizzate (da cui l’interesse recente posto nello sviluppo delle norme della serie EN 15011). Un ulteriore aspetto da considerarsi è l’effetto della dimensione delle particelle sviluppate; esso è stato oggetto di un seminario internazionale organizzato congiuntamente dalla Commissione VIII e dal Berufsgenossenschaft Metall Nord Süd (emanazione dell’ente federale TABELLA II - Tabella della Commissione VIII sulla composizione chimica dei fumi. Type of process MMA (SMAW) 111 MIG/MAG/TIG (GMAW/GTAW) 131, 135, 141 Gas-shielded tubular cored arc welding (FCAW) 132, 133, 136, 137, 143 Self-shielded tubular cored arc welding (FCAW) 114 Other possible principal components Typical key component Fe, Mn, Cr, Cr(VI) Ni, Cu F Mn, Cr or Cr(VI) (3) Cr, Cr(VI), Fe, Mn, Ni F Cr(VI) or Ni Al, Cu, Mg, Mn, Zn Ni, Cu, Fe, Mn Co, Cr, Cr(VI), Fe, Ni, Mn Fe, Mn, Cr Co, Cr, Cr(VI), Fe, Ni, Mn Cu, Ni Fe, Mn, Cr, Cr(VI) Ni, Cu Be, Cl, F Ba, F V Al, Mn or Zn Ni or Cu Co, Cr, Cr(VI), Ni or Mn Mn Cr, Cr(VI) or Ni Type of consumable Typical principal components Unalloyed and low alloy steel (1) High alloy steel (2) Aluminium Cast iron Hardfacing Work hardening Nickel-based Copper-based Unalloyed and low alloy steel (1) High alloy steel (2) Aluminium alloys Nickel-based Copper-based Unalloyed and low alloy steel (1) High alloy steel (2) Hardfacing Nickel-based Unalloyed and low alloy steel (1) High alloy steel (3) Hardfacing Fe Cu or Ni Mn, Cr or Cr(VI) (3) Cr, Cr(VI), Fe, Mn, Ni Al, Mg, Mn, Zn Co, Cr, Cr(VI), Mn, Ni Cu, Ni Fe, Mn, Cr, Cr(VI) Ni, Cu Cr, Cr(VI) or Ni Fe F Al, Mn or Zn Cr, Cr(VI) or Ni Cu or Ni Mn, Cr or Cr(VI) Cr, Cr(VI), Fe, Mn, Ni F Cr(VI) or Ni Co, Cr, Cr(VI), Fe, Ni, Mn Co, Cr, Cr(VI), Mn, Ni Fe, Mn, Cr, Ni, Cu, Al V Fe Ba, F Co, Cr, Cr(VI), Ni or Mn Cr, Cr(VI) or Ni Mn Cr, Cr(VI), Fe, Mn, Ni, Al Ba, F Cr(VI) or Ni Co, Cr, Cr(VI), Fe, Ni, Mn, Al V Co, Cr, Cr(VI), Ni or Mn (1) Unalloyed and low alloyed steels are here considered to have < 5 % combined alloying elements (2) High alloyed steels are here considered to have ≥ 5 % combined alloying elements (3) For the unalloyed and low alloyed steels Cr(VI) amount can be considered negligible compared to Cr(VI) from high alloyed steels (e.g. Cr(VI) in high alloyed steels is 3-6 % and in low alloyed steel 0.05 % in the fume box, see ISO 15011-1) Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 57 L. Costa - La salute e la sicurezza in saldatura. Recenti sviluppi in seno alla Commissione VIII “Health, Safety and Environment”, ecc. tedesco per l’assicurazione, la prevenzione degli infortuni sul lavoro) nel Febbraio 2009 proprio allo scopo di valutare lo stato dell’arte relativamente all’effetto della dimensione delle particelle sviluppate, con particolare riferimento alla dinamica di formazione ed agli effetti riconducibili alla dimensione delle particelle ultrafini; in particolare, gli studi al momento disponibili mostrano una correlazione tra alcune malattie professionali e la superficie delle particelle (dunque correlata con la dimensione). Tuttavia, allo stato attuale, non è possibile ricavare con certezza alcuna informazione specificamente riferibile ai fumi di saldatura. 5. Effetti dei fumi di saldatura Dal punto di vista degli effetti sull’organismo, sono disponibili diverse segnalazioni di malattie riferibili ai saldatori. Di seguito sono riportate alcune considerazioni relative a situazioni sulle quali è stata presa (o è in procinto di essere presa) una posizione specifica dalla Commissione VIII. 5.1 Cancerogenicità dei fumi di saldatura In questo caso, l’attenzione è posta principalmente agli ossidi di nichel ed ai composti di cromo esavalente che possono essere presenti nei fumi di saldatura. I principali studi presenti in ambito IARC (International Agency for Research on Cancer) concludono che i rischi non siano direttamente riferibili al caso della saldatura degli acciai inossidabili (4) , ma alla saldatura in genere [11, 12]. A ciò si aggiunga che i dati epidemiologici tuttora disponibili sono riferiti a esposizioni combinate a fumo di sigaretta e polvere di asbesto, la cui comprovata cancerogenicità permette di considerarli più che fattori di disturbo [10]. L’insieme delle pubblicazioni internazionali considerate e l’analisi dei dati relativi supporta pertanto la conclusione che, sebbene i fumi di saldatura possano contenere sostanze cancerogene (la cui quantità non è tuttavia ancora quantificabile), il maggior rischio di cancro per i saldatori sia fondamentalmente legato al problema dell’amianto e, in seconda battuta, al fumo di sigarette [11]. 58 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 5.2 Effetti sul sistema nervoso Per quanto riguarda l’aspetto della neurotossicità degli ossidi di manganese, i fumi di saldatura sono stati messi in correlazione sia con una maggiore facilità a contrarre il morbo di Parkinson sia con il manganismo, malattia tipica dei lavoratori in miniere di manganese. Gli effetti sono legati, anche se in modo diverso, alle interazioni tra la produzione di dopamina ed il suo ruolo nei meccanismi di neurotrasmissione nel cervello che esercita un’influenza fondamentale nella gestione dei movimenti degli individui. È innanzitutto importante sottolineare che i meccanismi di trasferimento di questo metallo dagli alveoli polmonari al sangue sono in antagonismo con quelli di trasferimento del ferro, molto più ampiamente presente nei fumi di saldatura [13]. Un esame della letteratura che copre gli ultimi quarant’anni, inoltre, ha messo in evidenza soltanto cinque casi che superano la soglia diagnostica per il manganismo, seppur con un certo grado di dubbio. Inoltre, è importante sottolineare che il manganese, se venisse comunque assorbito dall’organismo, potrebbe avere un effetto di accelerare la diagnosi di un Parkinson idiomatico, ma non di provocarne la contrazione [13, 14]. 5.3 Effetti sulla capacità polmonare Differenti studi riportano una riduzione della capacità polmonare per i saldatori, associabile all’accumulo nei polmoni di particolati metallici (ossidi di ferro, alluminio, sodio e biossido di titanio). È stato recentemente presentato uno studio che ha preso in considerazione tutti i dati disponibili relativamente a studi longitudinali, cioè riferiti alla persona con valutazione dalla condizione iniziale e durante la carriera professionale; in prima analisi, esso consente di sottolineare che, ancora una volta, l’eterogeneicità dei dati disponibili e delle metodologie di prova adottate (la stessa prova spirometrica è troppo influenzata da parametri ambientali) non consente di definire un quadro preciso. Tuttavia, le conclusioni che la Commissione ha ritenuto di valutare sono le seguenti: • la saldatura può provocare un’accelerazione del declino della capacità respiratoria; • il fumo di sigaretta (caratteristico, se non altro a livello storico, dell’esposizione dei saldatori) ha un’influenza significativa; • non è definibile con precisione l’entità dell’influenza reciproca dei due fattori (fumo-particolati). In definitiva si pone l’enfasi sulla necessità di definire criteri standardizzati per consentire un’analisi dei dati su lunga scala. 5.4 Uso di elettrodi toriati L’uso di elettrodi toriati è tipico della saldatura ad elettrodo infusibile sotto protezione di gas inerte (TIG) in cui tenori variabili di ossido di torio sono utilizzati, con valori fino al 4.2% in peso rispetto al tungsteno, come elemento additivante allo scopo di prolungare la vita dell’elettrodo o per consentire l’uso di più elevate correnti di saldatura. In particolare, i risultati ottenuti su base sperimentale hanno dimostrato che l’esposizione a radiazioni ionizzanti (raggi beta e gamma) durante l’immagazzinamento, la saldatura e la molatura (della saldatura) è trascurabile, essendo molto al di sotto del livello di radiazione naturale stabilito da ICRP (Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica) [15]. Il potenziale rischio di irradiazione interna è soltanto legato all’eventuale polvere inalata dal saldatore durante le operazioni di rifacimento della punta qualora non vengano svolte secondo le comuni pratiche industriali, ad esempio la molatura in corrispondenza dei sistemi di aspirazione dei fumi o con dispositivi appositi (Fig. 3) o, soltanto in casi estremi (valori di corrente molto spinti), nella saldatura delle leghe di alluminio e magnesio (situazione comunque sconsigliabile anche da un punto di vista tecnico a causa della conseguente inefficacia del processo di saldatura). 5.5 Riduzione dell’esposizione Considerate le complessità nella determinazione degli aspetti di rischio e dei relativi effetti, apparirà evidente il motivo per cui la Commissione ha (4) I fumi della saldatura degli acciai inossidabili risultano potenzialmente più pericolosi, date le elevate percentuali di cromo (sempre superiore al 13%) e di nichel (spesso presente in percentuali superiori all’8%) che caratterizzano la composizione chimica di questi materiali. Log amplitude L. Costa - La salute e la sicurezza in saldatura. Recenti sviluppi in seno alla Commissione VIII “Health, Safety and Environment”, ecc. Frequency [Hz] Figura 3 - Dispositivo per la raccolta delle polveri durante il rifacimento della punta all’elettrodo. rivolto le proprie attività ad una analisi dello stato dell’arte nelle tecniche e nei dispositivi per la riduzione dei fumi alla fonte. Si segnalano partanto alcune delle soluzioni che sono state discusse recentemente, i cui risultati sono stati considerati interessanti e/o promettenti: • l’uso di economizzatori nei sistemi di saldatura con fiamma ossiacetilenica consente una significativa riduzione dell’esposizione agli ossidi di azoto; • l’impiego di torce aspiranti può ridurre significativamente l’esposizione ai fumi di saldatura (particolati) consentendo comunque l’ottenimento di caratteristiche meccaniche dei giunti accettabili per le più comuni condizioni di impiego; • l’impiego di fili ed elettrodi a composizione chimica controllata può portare alla riduzione di alcune sostanze contenute nei fumi (es. Mn, CrVI); • nuove maschere di saldatura con adduzione di aria fresca consentono di ridurre significativamente l’esposizione senza indurre fastidi al saldatore dovuti all’elevato flusso di aria. Oltre a ciò, la Commissione conviene nel suggerire sempre una opportuna attenzione al processo di saldatura dal punto di vista tecnologico, produttivo ed organizzativo, che viene riconosciuta come condizione fondamentale per la salvaguardia della sicurezza sul lavoro. Figura 4 - Frequenze rilevate nella forma d’onda per una saldatura TIG. 6. Esposizione ai campi elettromagnetici A causa degli sviluppi industriali e tecnologici degli ultimi decenni, un numero crescente di persone risulta esposto a vari tipi di campo elettromagnetico. In alcuni casi sono state registrate reazioni di ipersensibilità all’elettricità, aventi come effetto problemi alla pelle. Sicuramente più allarmanti sono alcune pubblicazioni che ipotizzano una relazione tra la presenza di campi elettromagnetici e la formazione di leucemia e/o di tumori al cervello; inoltre sarebbero state evidenziate correlazioni tra esposizione a campi, anche a bassa frequenza, in alcuni gruppi di lavoratori ed una accresciuta incidenza di tumori. Tra i gruppi potenzialmente a rischio potrebbero esserci proprio i saldatori, con particolare riferimento al caso dei processi a resistenza, ove si utilizzano correnti elettriche di elevata intensità (sino a qualche decina di migliaia di ampere); per il caso dei saldatori, infatti, non è da ritenersi particolarmente significativa l’esposizione ai campi elettrici dati i bassi valori di tensione in gioco. Sicuramente significativo, nell’analisi della pericolosità dei campi magnetici, è anche lo studio della distribuzione delle frequenze, essendo, in ogni caso, potenzialmente più pericolose quelle più elevate. Recenti studi sono stati rivolti all’argomento e risultano particolarmente inte- ressanti i risultati riferiti al caso di uso di generatori di saldatura a controllo elettronico (spesso definiti come generatori “ad inverter”) per la saldatura TIG ed a filo continuo, caratterizzati da forme di corrente complesse articolate su frequenze molto elevate (la Figura 4 si riferisce, ad esempio, alle frequenze rilevate nella forma d’onda per una saldatura TIG, ad onda quadra con “duty cycle” del 30% per la saldatura delle leghe di alluminio). Per quanto riguarda invece gli effetti a breve termine riferiti (la stimolazione di cellule dei tessuti nervosi muscolari, elettricamente eccitabili, ed il riscaldamento delle regioni interessate), è possibile considerare le tabelle definite da ICNIRP e inserite nella Direttiva Europea 2004/40/CE “sulle prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici)”. La Direttiva fissa i limiti di esposizione (da non superarsi) e di azione (superati i quali intervenire tramite azioni correttive), distinguendo tra personale professionalmente esposto e popolazione comune. Tuttavia, si segnala che le difficoltà nell’osservanza di tali limiti e della relativa misurazione rappresentano un grave problema in ambito industriale; ciò ha comportato la produzione di uno “statement” da parte della Commissione VIII (congiuntamente alle Commissioni III e XII che si occupano rispettivamente della saldatura Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 59 L. Costa - La salute e la sicurezza in saldatura. Recenti sviluppi in seno alla Commissione VIII “Health, Safety and Environment”, ecc. Figura 5 - Radiazioni elettromagnetiche in saldatura. a resistenza e con processi ad arco), che ha probabilmente contribuito ad una revisione dell’approccio per tali misurazioni da parte della Comunità Europea, che conseguentemente ne ha posticipato il recepimento a livello nazionale, in attesa della definizione di limiti maggiormente attuabili e più facilmente misurabili. In un documento già inserito nella lista dei “best practice”, inoltre, è posto l’accento sul fatto che la presenza di campi elettromagnetici può avere influenza sui portatori di pacemaker [17] o di altri dispositivi elettromedicali, per cui è fortemente sconsigliato al personale che ne fosse munito di essere direttamente coinvolto nell’esecuzione delle saldature. Inoltre, a titolo di precauzione, è consigliato ridurre l’esposizione, incrementando la distanza tra corpo e generatore, disponendo il più vicino possibile i cavi di “andata” e “ritorno” della corrente ed in ogni caso evitando di avere il corpo del saldatore all’interno di una spira (è ad esempio pratica alquanto diffusa quella di appoggiare il cavo della torcia per la saldatura a filo continuo sulla spalla o, peggio, attorno al collo). 7. Effetti sugli occhi delle radiazioni elettromagnetiche emesse dai processi di saldatura ad arco Durante il funzionamento dei processi di saldatura possono essere emesse radiazioni elettromagnetiche di intensità e caratteristiche differenti; se si esclude il caso della saldatura a fascio elettronico, tali radiazioni ricadono nell’ambito dell’infrarosso, del visibile e dell’ultravioletto (Fig. 5). Le radiazioni prodotte possono essere 60 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 caratterizzate in base alla lunghezza d’onda (inversamente proporzionale all’energia) e all’intensità; queste dipendono dai seguenti fattori: • processo di saldatura; • metalli coinvolti (materiali base e d’apporto); • stato superficiale del metallo; • potenza termica della sorgente (tensione e intensità di corrente per i processi ad arco o portata di gas per i processi alla fiamma). Ad esempio risultano maggiormente critici i casi di saldatura delle leghe di alluminio con processi sotto protezione di gas, ove il materiale base ha in genere elevata riflettività e l’atmosfera protettiva non provvede a schermare l’arco elettrico; per contro risulta praticamente nulla l’esposizione durante la saldatura ad arco sommerso, essendo l’arco completamente coperto da una spessa coltre di flusso. I principali pericoli che le radiazioni emesse dai processi di saldatura presentano per gli occhi sono [19]: • infiammazioni alla cornea con rischio di danni al cristallino dovuti alle radiazioni UV (le più pericolose, che comportano anche dolori agli occhi, fotofobia e infiammazione delle palpebre); • mal di testa, ipertensione agli occhi, diminuzione dell’acutezza visiva e danni alla retina dovuti alle radiazioni visibili; • problemi alla vista o infiammazione dell’iride (fino alla cataratta) dovuti a radiazioni IR. Tra i pericoli indirettamente riferibili a questo agente di rischio si segnala, inoltre, che l’effetto dell’infiammazione viene generalmente alleviato mediante l’impiego di opportuni colliri che, avendo effetto anestetico, limitano la sensibilità del saldatore ad altre forme di danneggiamento (proiezione di schegge, in particolare), che possono condurre ad altri effetti per la salute. In relazione al fatto che i tre tipi di radiazione agiscono contemporaneamente, la sola protezione adeguata per i processi di saldatura ad arco è costituita da uno schermo (cioè da una maschera o un casco) in grado di proteggere tutta la testa e di filtrare adeguatamente la luce con appositi filtri inattinici aventi valori di gradazione adeguati, le cui caratteristiche sono riportate nella norma europea EN 970 [3, 20]. Per proteggere il personale ubicato nelle vicinanze è opportuno sistemare intorno alla zona di saldatura tende o opportune paratie schermanti, facendo attenzione anche alle radiazioni indirette (dovute soprattutto ai raggi UV), riflesse per esempio dalle pareti e dal soffitto (talvolta risulta opportuno utilizzare colorazioni scure). 8. Criteri addizionali per la gestione dei rischi in saldatura Apparirà evidente che l’insieme delle situazioni di rischio potenziali in saldatura risulta particolarmente complesso, essendo fortemente legato alle differenti tecnologie produttive in uso, ai vari materiali utilizzati, alla possibilità di svolgere queste attività in cantiere o in officina. Il quadro tecnico scientifico che emerge da alcuni dei documenti riportati (ma quanto segue può essere considerato valido in termini generali) mostra moltissimi elementi di incertezza sull’entità degli agenti di rischio e sui relativi effetti; ciononostante è ovviamente fondamentale definire criteri ed approcci per la riduzione del rischio quanto più possibile standardizzati per consentire ai fabbricanti di garantire condizioni di lavoro adeguate, ai lavoratori di avere la propria salute salvaguardata e, infine, ultimo ma non ultimo agli enti di ispezione ed assicurazione di valutare adeguatamente l’approccio alla salute e alla sicurezza. In questo ambito, dunque, la Commissione VIII si è resa recentemente attiva e dal 2007 sta procedendo all’elaborazione di una linea guida per il “risk assessment”, che si pone principalmente come strumento per l’analisi del rischio L. Costa - La salute e la sicurezza in saldatura. Recenti sviluppi in seno alla Commissione VIII “Health, Safety and Environment”, ecc. Start 1 Define system 2 Identify hazards 3 Identify potential harm 4 Determine severity and probability 5 Evaluate risks Yes System safe? End No 6 Reduce risks Figura 6 - Principio del risk assessment. (risk analysis) e la relativa valutazione (risk evaluation), in ragione delle richieste avanzate alla Commissione dai vari istituti nazionali della saldatura, a loro volta stimolati dai fabbricanti di prodotti saldati (Fig. 6). Il documento, che sarà terminato plausibilmente entro la fine del 2010, è strutturato su tre tabelle munite di riferimenti incrociati: • tabella per l’identificazione dell’aspetto di rischio conseguente ad una determinata attività; • tabella per la valutazione del danneggiamento alle persone e/o agli oggetti conseguente ad ogni aspetto; • tabella (appendice informativa) per identificare eventuali azioni preventive o correttive per minimizzare la probabilità e/o la severità del danno; • una ulteriore tabella per identificare le tipiche attività correlate con i processi industriali è stata recentemente aggiunta come strumento per chi esegue l’analisi del rischio senza una competenza specifica in saldatura. Lo stato del documento (draft di normativa tecnica) non consente attualmente la sua divulgazione in quanto è ancora in fas e di approvazione. Un ulteriore cenno è doveroso per un documento nato, questa volta, in ambito solamente europeo; si tratta della linea guida per la gestione ambientale dei processi di saldatura denominata EWF SMS ed emanata dal Gruppo di Lavoro “Management of Welding Fabrication” della federazione europea della saldatura (EWF - European F ederation for Welding, Joining and Cutting). Tale documento è basato sullo schema applicativo dei principali riferimenti nazionali ed internazionali applicabili alla gestione della sicurezza, opportunamente particolarizzati tenendo in considerazione tutte le specificità della fabbricazione di un prodotto saldato. Tale linea guida prende il nome di EWF Safety Management Scheme (EWF SMS) ed è dunque basata sui seguenti elementi essenziali: • messa a punto dei processi produttivi allo scopo di ottimizzarne l’efficacia, sia dal punto di vista produttivo che della salute e sicurezza; • esecuzione di un’analisi dei rischi con la messa a punto di opportune azioni correttive; • definizione del ruolo di un coordinatore della sicurezza per la saldatura, adeguatamente qualificato e coadiuvato dal responsabile della qualità per la saldatura; • opportuna qualificazione ed addestramento di tutto il personale coinvolto nelle operazioni di saldatura e nelle attività ad esse correlate. Il documento costituisce dunque una sorta di guida, comprensiva di check list, diagrammi di flusso e tabelle che guidano il fabbricante nella opportuna gestione degli aspetti inerenti la sicu- rezza, senza tuttavia provocare appesantimenti del sistema produttivo. 9. Conclusioni L’analisi dei principali agenti di rischio connessi con le operazioni di saldatura attraverso i documenti “best practice”, emessi dalla Commissione VIII, fornisce risultati tutto sommato confortanti, mostrando che un adeguato comportamento nei confronti delle problematiche di sicurezza, sia a livello tecnico che gestionale, garantisce che i rischi per la salute in saldatura possano essere opportunamente tenuti sotto controllo. È comunque importante sottolineare che la salvaguardia della salute in saldatura non può prescindere dall’uso di opportuni dispositivi di protezione generale ed individuale, che richiedono pertanto competenza per la scelta e conoscenza per l’uso. Tra i vari aspetti considerati durante i lavori della Commissione, emerge inoltre una preoccupazione nei confronti della crescente diminuzione dei limiti di esposizione e soprattutto di quei paesi che, non avendo previsto limiti specifici per le attività di saldatura, adottano di fatto come limiti valori previsti come “valori soglia di riferimento” (ad esempio i TLV emessi dalla ACGIH oppure le già citate tabelle ICNIRP), nati come linea guida in ambiti differenti e pertanto difficilmente attuabili e misurabili in un ambito complesso e variegato come quello della fabbricazione mediante saldatura. Ciò pone in evidenza, ancora una volta, le caratteristiche di interdisciplinarietà della gestione del rischio nella fabbricazione mediante saldatura, che pertanto richiede grande collaborazione a livello tecnico-scientifico di tutte le competenze richieste, per coloro che sono preposti alla definizione delle linee guida attuative, di coloro che si occupano del sistema di prevenzione e protezione e, infine, di coloro che sono preposti all’ispezione ed alla verifica. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 61 L. Costa - La salute e la sicurezza in saldatura. Recenti sviluppi in seno alla Commissione VIII “Health, Safety and Environment”, ecc. Bibliografia [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] [12] [13] [14] [15] [16] [17] [18] [19] [20] [21] [22] [23] [24] [25] UNI EN 481 “Atmosfera nell’ambiente di lavoro - Definizione delle frazioni granulometriche per la misurazione delle particelle aerodisperse”, 1994. 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Certificato European/International Welding Engineer, è presidente della Commissione VIII “Health, Safety and Environment” e membro del Technical Management Board dell’IIW, delegato italiano alle assemblee dell’EWF e partecipa a numerosi altri gruppi di lavoro internazionali attivi nel campo della normazione e della ricerca. Dal 2002 ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’Area Corsi Qualità, Ambiente e Sicurezza della Divisione Formazione e Insegnamento dell’IIS; attualmente è responsabile del settore “Formazione Teorica” presso la stessa divisione. 62 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Macchine, impianti, attr attrezzature ezzature per la lavorazione di lamier lamiere, e, tubi, pr profilati, ofilati, fili e carpenteria metallica. Stampi. Saldatura. Trattamenti r termici. Trattamenti T Trattamento rrattamento e finitura superfici. produzione Leader mondiale per pr oduzione di macchine utensili a deformazione (2.677 milioni di eur euro, o, nel 2008), l’Italia vanta in LAMIERA una delle più qualificate internazionali rassegne inter nazionali del comparto, la cui quindicesima edizione si tiene, dal 12 al 15 maggio 2010, nel quartier quartiere e espositivo di Fiera di Bologna. La promossa manifestazione, pr omossa da UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, garantisce agli utilizzatori l’opportunità di maturar maturare e scelte di investimento sulla base di una esaustiva verifica delle più qualificate competenze espr espresse esse dal mercato. mercato. Inoltre, organizzata Inoltr e, l’edizione 2010 della mostra or ganizzata da CEU-CENTRO ESPOSIZIONI UCIMU pr presenta esenta una nuova versione di Lambda, incentrata su “RTDI-in-Forming: ricerca, “R TDI-in-Forming: ricer ca, sviluppo tecnologico e innovazione”, e dà spazio al interesse dibattito dei temi di maggior inter esse e attualità settoriali. Irrinunciabile definire occasione per definir e nuovi, più proficui, proficui, rapporti tecnico-commerciali, tecnico-commerciali, LAMIERA ha avuto per pr protagoniste, otagoniste, nel 2008, 565 imprese, imprese, che hanno l’approntamento richiesto l’appr ontamento di una superficie espositiva pari a 27.632 metri quadrati. A fr fronte onte dell’ampia partecipazione italiana, particolarmente agguerrite si sono rivelate le “nazionali” di Germania (58 espositori), Svizzera (11), Olanda Bretagna imprese (11), USA (10), Gran Br etagna (10), Francia (8) e Turchia Tu urchia (8); tra le impr ese straniere stranier e (il 27% del totale), anche giapponesi, spagnole, finlandesi, austriache, bulgare, belghe, ceche, bulgar e, cinesi, danesi, irlandesi, israeliane, slovene, portoghesi prodotti numerosi e taiwanesi. Tra Trra i pr odotti esposti, i più numer osi sono risultati le macchine per il taglio della lamiera, le macchine per la deformazione della lamiera, le apparecchi presse, macchine, gli appar ecchi e i materiali per la saldatura e l’ossitaglio, le pr esse, le macchine per lavorar lavorare e barre, barre, profilati profilati e tubi, i servizi per l’impr l’impresa, esa, le macchine per la tranciatura e la punzonatura della lamiera, i rrobot. obot. L’edizione L’edizione 2008 di LAMIERA ha rregistrato egistrato 24.370 visite; il 7% degli operatori è convenuto a Bologna dall’ester dall’estero. o. Il casello autostradale BOLOGNA FIERA (sulla A14) permette a quanti pr provengono ovengono da Ancona, Fir Firenze, enze, Milano di acceder accedere e direttamente direttamente all’ingr all’ingresso esso Nor Nord; d; per quanti pr provengono ovengono da Padova, l’uscita 8 della tangenziale dà accesso all’ingr all’ingresso esso Michelino. Ente organizzator organizzatore re CEU-CENTRO ESPOSIZIONI OSIZIONI UCIMU SP SPA PA Sede Fiera Bologna, ingr ingressi essi Michelino, Nor Nord d In collaborazione con Senaf srl, via Eritr ea 21/A Eritrea 20157 Milano MI (Italy) tel. +39 02 332 03 91 telefax +39 02 39 00 52 89 Periodo di svolgimento da mer mercoledì coledì 12 a sabato 15 maggio 2010 PREREGISTRAZIONE Orario dalle 9.00 alle 18.00 La pr eregistrazione permette ai visitatori di ricever preregistrazione ricevere e gratuitamente, nei termini indicati on line, la tessera di ingr esso permanente. ingresso Per informazioni LAMIERA c/o CEU-CENTRO CENTRO ESPOSIZIONI UCIMU SP PA SPA viale Fulvio Testi Te esti 128 - 20092 Cinisello Balsamo MI (Italy) tel. +39 02 262 551, telefax +39 0226 255 214/349 www.lamiera.net [email protected] www.lamiera.net Promossa da Promossa UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE Ingr re esso Ingresso tessera permanente € 12,00; gratuita pr evia pr eregistrazione previa preregistrazione Catalogo € 12,00, disponibile nell’ambito della manifestazione ON LINE TUTTE LE INFORMAZIONI, MAZIONI, COST TA ANTEMENTE COSTANTEMENTE AGGIORNA AT TE, PER PROGR RAMMARE LA PROPRIA VISIT TA AGGIORNATE, PROGRAMMARE VISITA ALLA MANIFEST TA AZIONE. MANIFESTAZIONE. w w w . l a m i e r a . n e t ASSOCIAZIONE CULTURALE STORIA E TECNICA DEL MOTORISMO DA COMPETIZIONE Valorizzare il tuo mondo è la nostra missione La prima ed unica associazione culturale composta da tecnici professionisti, delle competizioni motoristiche sportive Via Tanari, 68/a - 40024 Castel S. Pietro Terme Tel. 051 948002 - Fax 051 324394 [email protected] www.assomotoracing.it Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo C.M. Rizzo * M.A. Avvisati * Sommario / Summary Questo lavoro presenta le verifiche di resistenza a fatica su un dettaglio strutturale saldato di geometria relativamente semplice, adottando differenti approcci che assumono il valore della tensione locale in un punto quale parametro che governa il fenomeno. Lo scopo è comparare i risultati ottenuti con i diversi metodi ed evidenziare potenzialità e difficoltà di applicazione di ognuno. I calcoli sono stati eseguiti adottando l’ormai usuale tecnica degli elementi finiti in accordo alle raccomandazioni delle linee guida dell’International Institute of Welding (IIW) oppure secondo quanto riportato in alcuni lavori disponibili in letteratura che propongono metodi alternativi. La geometria del dettaglio strutturale, esaminato in quattro varianti, è stata proposta dal Prof. W. Fricke dell’Università di Amburgo (TUHH) per uno studio comparativo in cui sono stati coinvolti vari istituti di ricerca europei nell’ambito del European Network of Excellence MARSTRUCT. In tale contesto, sono state anche eseguite alcune prove che hanno permesso di ottenere informazioni sperimentali della resistenza a fatica delle quattro varianti del dettaglio. This paper summarizes the calculations carried out on a structural detail according to several different local stress * Dipartimento di Ingegneria Navale e Tecnologie Marine Università degli Studi di Genova. approaches to assess its fatigue behaviour. The aim is to compare the results obtained by various methods and to analyze capabilities and difficulties of each in the practical application. The numerical calculations were carried out by the widely applied finite element method, according to the guidelines of the International Institute of Welding (IIW) or following other methods proposed in open literature. The original outline for the comparison was provided by Prof. W. Fricke (Technical University Hamburg-Harburg) in the framework of the European Network of Excellence MARSTRUCT, which involved several research institutions in this round robin. Fatigue testing of some specimens was carried out during the EU funded research programme, thus providing the experimental target for the numerical calculations of the four variants of the examined details. Keywords: Comparisons; fatigue strength; fillet welds; finite element analysis; IIW; lap joints; local effects; notch effect; simulating; stress analysis; stress distribution; welded joints. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 65 C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo 1. Introduzione Esistono ormai numerosi metodi per valutare la resistenza a fatica di giunti saldati ed in particolare gli approcci locali sono sempre più applicati nella pratica industriale per la loro versatilità. Tuttavia, l’applicazione di tali approcci richiede opportune cautele poiché non tutti quelli proposti in letteratura o dalle normative sono adatti ad ogni situazione specifica né sono sempre di facile applicazione: è infatti l’analista che deve “interpretare” il problema e decidere in quale modo eseguire il calcolo sulla base della propria esperienza e delle risorse a disposizione. In quest’articolo cinque differenti approcci, che assumono la tensione locale in prossimità del cordone di saldatura quale parametro che governa il fenomeno della rottura a fatica di un giunto saldato, sono stati applicati a quattro diverse varianti di un dettaglio strutturale, apparentemente molto semplice, che tuttavia evidenzia alcuni aspetti fondamentali di queste tecniche di calcolo: 1) Il classico “structural (hot-spot) stress approach” come descritto nella guida dell’International Institute of Welding (Niemi et al., 2006) che estrapola la tensione locale al piede del cordone di saldatura a partire dai valori di tensione a distanze opportunamente definite da esso; poiché tale metodo non può considerare nella tensione locale (strutturale) l’incremento dovuto all’effetto del cordone di saldatura, si usa assumere una curva di resistenza a fatica (S-N) inferiore nel caso il cordone sia caricato (FAT 90) mentre una curva di resistenza superiore (FAT 100) nel caso il cordone non sia caricato. 2) L’approccio “1-mm stress” proposto da Xiao e Yamada (2004) che valuta la tensione strutturale al piede di un cordone di saldatura pari al valore di tensione 1 mm all’interno dello spessore. 66 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 3) Lo “structural stress approach” proposto da Dong (2001) che suppone di considerare l’effetto di intaglio della geometria del cordone mediante una distribuzione bi-lineare delle tensioni nello spessore, meccanicamente equivalente alla distribuzione reale. 4) Il recente approccio proposto da Poutiainen (2006) che assume una distribuzione bi- o tri-lineare delle tensioni nello spessore governata dal valore delle tensioni trasmesse dal cordone di saldatura, ovvero che dipende da come e quanto il cordone di saldatura è caricato. 5) Il “notch stress approach” che assume invece esista un raggio di raccordo fittizio di 1 mm nell’intaglio al piede e/o alla radice del cordone di saldatura (Hobbacher, 2007) e valuta conseguentemente il valore locale della tensione agente. Tale approccio è stato implementato nel calcolo in accordo al documento IIW XIII-WG3-03r6-08 “Guideline for the Fatigue Assessment by Notch Stress Analysis for Welded Structures” (Fricke, 2008a): a differenza dei precedenti, esso considera l’incremento non lineare di tensione locale dovuto ai cordoni di saldatura. Tra i precedenti metodi, solo l’ultimo è in grado di valutare la resistenza a fatica con inizio della cricca alla radice del cordone di saldatura mentre per gli altri l’applicabilità è limitata al solo piede del cordone. Per molti dettagli strutturali, come nel caso in esame descritto nel seguito, non è possibile stabilire a priori quale sia il punto d’inizio della cricca. Figura 1 - Dettaglio D, doubler plate. Figura 2 - Dettaglio L, lap-joint. 2. Descrizione del dettaglio esaminato e dei modelli di calcolo Le quattro varianti del dettaglio strutturale, esaminato con i metodi citati in precedenza, sono descritte nelle Figure 1 e 2: • Dettaglio D: raddoppi simmetrici su lamiera continua (Doubler plate, Fig. 1). • Dettaglio L: raddoppi simmetrici su lamiera non continua (Lap-joint, Fig. 2). Il carico è monoassiale sulla lamiera centrale e, ovviamente, i cordoni di saldatura del dettaglio L sono maggiormente caricati rispetto a quelli del dettaglio D. Gli spessori delle lamiere sono tutti pari a t = 12 mm, mentre sono state esaminate due varianti per le saldature: con gola pari rispettivamente a = 2.5 mm e a = 7 mm (lato corrispondente rispettivamente z = 3.5 mm e z = 9.9 mm). Nel seguito i casi esaminati sono stati nominati D.2.5, D.7, L.2.5 e L.7, con ovvio significato dei simboli. È stata analizzata la vita a fatica per un valore nominale dell’altezza della sollecitazione (stress range) pari a Δσ n =200 MPa. Sono state di volta in volta adottate le curve S-N relative ai differenti approcci, ovvero FAT 90 per la tensione strutturale del dettaglio di tipo L, FAT 100 per la tensione strutturale del dettaglio di tipo D, ancora FAT 100 per gli approcci Xiao/Yamada, Dong e Poutiainen, ed infine FAT 225 per il “notch stress approach”. I modelli di calcolo ad elementi finiti C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo Figura 3 - Geometrie e condizioni di carico e vincolo per i modelli dei dettagli tipo D e tipo L con a = 2.5 mm. sono stati definiti in ambiente Ansys™ sfruttando elementi bidimensionali in stato piano di deformazione (PLANE 82, elementi piani ad 8 nodi con 2 gradi di libertà per nodo). La simmetria del carico e della geometria della struttura ha permesso di esaminare solo metà della stessa. La Figura 3 mostra le geometrie dei modelli per i dettagli esaminati, per i quali variano sostanzialmente solo le condizioni di vincolo. È opportuno notare che i lati adiacenti della lamiera centrale e dei raddoppi non sono stati inizialmente collegati, come effettivamente accade nella realtà. Nella carpenteria pesante, infatti, tali giunti e raddoppi sono spesso realizzati con tolleranze di lavorazione che lasciano una certa distanza fra le lamiere. In alternativa si dovrebbe considerare il contatto fra le lamiere che impedisce la compenetrazione delle stesse a seguito della deformazione. Non è certo agevole selezionare la corretta soluzione, eventualmente cercando di limitare anche l’onere computazionale che, se in questo caso non è un fattore decisivo, potrebbe esserlo per casi reali nei quali si deve modellare una geometria di maggiore complessità. 3. Approcci mediante tensione strutturale Generalità Per il calcolo della tensione strutturale è stato assunto un sistema di riferimento centrato sul piede del cordone, come mostrato nella Figura 4. Infatti, tali approcci sono applicabili solo al caso di rottura che si propaga dal piede del cordone e prevede di valutare la tensione agente in tale punto che, nei modelli di calcolo, risulta un punto di singolarità del campo di tensione. Nella stessa figura sono anche visualizzate le mesh per i dettagli in esame. Si noti che è arbitrario includere nel modello agli elementi finiti anche il cordone di saldatura poiché la guida dell’IIW (Niemi et al., 2006) non richiede esplicitamente la sua modellazione. Tuttavia, in questo caso, è apparso opportuno modellare anche il cordone: infatti, per entrambi i dettagli, il valore della tensione strutturale e della tensione nominale sarebbero in pratica coincidenti, se non si considerassero le concentrazioni di tensione dovute a eventuali disallineamenti o imperfezioni. Il risultato dell’analisi dei due dettagli sarebbe conseguentemente immediato avendo definito la resistenza a fatica del dettaglio di tipo D (FAT 100) e quella del dettaglio di tipo L (FAT 90), indipendentemente dalle dimensioni del cordone di saldatura. La Figura 5 mostra la deformazione della struttura nel caso in cui non siano stati definiti vincoli di contatto fra le lamiere inizialmente adiacenti, che risultano quindi compenetrarsi a seguito della deformazione. La Figura 6 mostra invece il caso di Figura 4 - Mesh e sistema di riferimento per estrapolazione delle tensioni strutturali (a = 2.5 mm a sx ed a = 7 mm a dx). Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 67 C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo Figura 5 - Penetrazione lamiere non a contatto (da sx: modello D.2.5, modello L.2.5, modello D.7, modello L.7). Figura 6 - Deformazione nel caso di lamiere completamente collegate (da sx: modello D.2.5join, modello L.2.5join, modello D.7join, modello L.7join). completo collegamento fra le lamiere, caso non realistico ma utile per esaminare una situazione limite. Tale situazione può essere considerata corrispondente alla condizione di lamiere inizialmente a contatto e soggette ad un attrito tanto elevato da non consentire lo scorrimento relativo fra le lamiere adiacenti. I relativi modelli di calcolo sono stati identificati dal suffisso “join”. È stato infine esaminato il caso di contatto fra le lamiere adiacenti che comporta un modello di calcolo più complesso e che richiede un analista esperto non solo nella modellazione geometrica ma anche con conoscenze approfondite degli algoritmi di calcolo e modellazione. In prima battuta si può utilizzare un coefficiente di attrito nullo, ovvero si rendono le lamiere adiacenti libere di scorrere l’una sull’altra ma non di compenetrarsi. In nessuna delle guide e dei lavori che sono stati usati come riferimento per l’esecuzione dei calcoli presentati in questo articolo sono contemplati casi in cui si presentano problemi pratici di questo tipo nella modellazione agli elementi finiti. I relativi modelli di calcolo s o n o s t a t i i d e n t i f i c a t i d a l s u ff i s s o “contact”. Si noti infine che nel caso dei dettagli di tipo L, ovvero con lamiera non continua, il carico si trasferisce completamente attraverso le lamiere sovrapposte ed i cordoni di saldatura mentre per i dettagli di tipo D, ovvero con lamiera continua, il carico è solo parzialmente trasferito 68 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 attraverso i cordoni di saldatura e per tale motivo è stata utilizzata una curva S-N superiore (FAT 100). La dimensione del cordone di saldatura nei due casi a ssum e quindi un divers o ruolo e influenza il fenomeno in modo simile ma non del tutto identico. Approccio della tensione strutturale classico La tensione strutturale e la corrispondente vita a fatica sono state inizialmente valutate in accordo alla guida dell’IIW (Niemi et al., 2006), considerando il dettaglio di tipo A ed adottando una “relatively fine mesh” avente elementi con lati 1.2 x 1.2 mm. I punti per l’estrapolazione della tensione sono quindi stati fissati, come richiesto dalla guida, a 0.4 t = 4.8 mm e 1.0 t = 12 mm essendo t lo spessore delle lamiere. La mesh adottata ha elementi con dimensione inferiore a quella minima richiesta dalla guida dell’IIW dove si consiglia una mesh avente elementi con dimensioni inferiori a 0.4 t x t. Tale scelta è stata essenzialmente dettata dal fatto che si volevano poi esaminare i dettagli con altri metodi che richiedono una mesh più fine di quella prescritta dall’IIW per l’approccio della tensione strutturale. D’altra parte è stato deciso di modellare anche il cordone di saldatura TABELLA I - Approccio della tensione strutturale, IIW guide (Niemi et al., 2006, Hobbacher, 2007). σ 0.4t σ1.0t σ hs FAT N D.2.5 202.35 198.05 205.23 100 2.314E+05 L.2.5 202.86 196.13 207.37 90 1.635E+05 D.7 197.18 198.27 196.45 100 2.638E+05 L.7 193.10 197.50 190.15 90 2.121E+05 D.2.5 join 197.49 198.53 196.79 100 2.624E+05 L.2.5 join 197.49 198.53 196.79 90 1.913E+05 D.7 join 197.74 198.56 197.19 100 2.608E+05 L.7 join 197.74 198.56 197.19 90 1.902E+05 D.2.5 contact 198.85 197.77 199.57 100 2.516E+05 L.2.5 contact 196.07 195.93 196.16 90 1.932E+05 D.7 contact 196.91 198.36 195.94 100 2.659E+05 L.7 contact 193.18 197.76 190.11 90 2.122E+05 Modello C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo Approccio secondo Xiao e Yamada La tensione strutturale in accordo al metodo di Xiao e Yamada si ottiene semplicemente valutando la tensione in corrispondenza del piede del cordone di saldatura 1 mm all’interno dello spessore (Xiao & Yamada, 2004). I modelli di calcolo agli elementi finiti sono analoghi a quelli mostrati nella Figura 4 ma gli elementi della mesh hanno lati 1.0 x 1.0 mm in modo da consentire di ottenere un nodo sul quale leggere i valori di tensione calcolati, appunto 1 mm all’interno dello spessore in corrispondenza del piede del cordone di saldatura. Quest’approccio sembra superare alcune delle difficoltà sperimentate con l’approccio della tensione strutturale classico poiché non è necessaria alcuna estrapolazione delle tensioni sulla superficie della lamiera, anche se non si può escludere che la tensione 1 mm all’interno dello spessore in corrispondenza del piede del cordone non sia influenzata dalla deformazione locale del cordone e delle lamiere. Anche con quest’approccio sono pertanto stati eseguiti i calcoli utilizzando le varie opzioni definite in precedenza: lamiere staccate, lamiere completamente collegate, lamiere in contatto. TABELLA II - Approccio della tensione strutturale secondo Xiao e Yamada (2004). σ 1mm FAT N D.2.5 201.65 100 2.439E+05 L.2.5 223.90 100 1.782E+05 D.7 203.29 100 2.381E+05 L.7 213.76 100 2.048E+05 D.2.5 join 198.33 100 2.564E+05 L.2.5 join 198.32 100 2.564E+05 D.7 join 198.63 100 2.552E+05 L.7 join 198.62 100 2.552E+05 D.2.5 contact 209.10 100 2.188E+05 L.2.5 contact 234.42 100 1.553E+05 D.7 contact 201.61 100 2.441E+05 L.7 contact 209.48 100 2.176E+05 Modello La Tabella II mostra i valori di tensione ottenuti con il metodo di Xiao e Yamada. In accordo con le prescrizioni degli Autori del metodo, è stata utilizzata la componente longitudinale della tensione (lungo l’asse χ’ della Figura 4). Si noti che, anche in questo caso, non è indifferente utilizzare altre componenti della tensione, ad esempio quella massima principale che si può assumere sia perpendicolare alla direzione di propagazione della cricca di fatica oppure la tensione ideale massima secondo Von Mises. Nelle Figure 7 e 8, infatti, sono riportate le distribuzioni nello spessore dei valori di alcune componenti di tensione rispettivamente per i modelli aventi cordone di saldatura con gola a = 2.5 mm e a = 7 mm e che considerano il contatto fra le lamiere adiacenti. Si può notare come il contatto produca una discontinuità nella distribuzione, circa 2 mm all’interno, dovuta alle tensioni secondarie generate dal cordone di saldatura cui è sostanzialmente impedita la rotazione ma permessa la traslazione. L’effetto del contatto fra le lamiere adiacenti è evidenziato anche dalla differenza nel valore della tensione 1 mm sotto il piede del cordone riscontrata fra i modelli con cordone di saldatura più piccolo, per i quali intuitivamente ci si potrebbe aspettare un valore della tensione strutturale inferiore quando si considera il contatto rispetto al valore riscontrato nel caso di lamiere staccate. Depth [mm] che in uno dei due casi ha dimensioni ridotte e quindi richiede una mesh relativamente fine. La Tabella I riporta i valori della tensione strutturale estrapolati in accordo alla guida IIW secondo la formula σhs = 1.67σ0.4t - 0.67σ1.0t, utilizzando il valore della tensione principale massima. Si noti come in alcuni casi si possa ottenere un valore di tensione strutturale inferiore al valore della tensione nominale applicata, fatto che dipende dalle modellazioni numeriche adottate e dall’effetto dell’interazione fra le lamiere adiacenti (non collegate, completamente collegate o con vincolo di contatto senza attrito) che, attraverso il cordone di saldatura, provocano una locale distorsione del campo di tensione agente. È inoltre opportuno notare che se invece di utilizzare i valori della tensione principale massima si usassero altre componenti della tensione, ad esempio la componente di tensione longitudinale (parallela alle lamiere) o la tensione equivalente di Von Mises, si otterrebbero risultati differenti. Stress [MPa] Figura 7 - Distribuzione delle tensioni nello spessore (modelli a = 2.5 mm con contatto). Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 69 C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo Depth [mm] risulta piuttosto complessa ed onerosa. Le formulazioni riportate da Dong devono essere utilizzate con cautela: in questo caso specifico occorre, infatti, considerare il valore assoluto delle tensioni di taglio τxy altrimenti il loro contributo sarebbe non conservativo ovvero porterebbe alla chiusura della cricca. Stress [MPa] Figura 8 - Distribuzione delle tensioni nello spessore (modelli a = 7 mm con contatto). Ulteriori calcoli, eseguiti sia con il softwa r e A n s y s ™ s ia c on i l soft wa re ADINA™, mostrano come la tensione 1 mm all’interno dello spessore sia fortemente dipendente dalla dimensione e dalla formulazione dell’elemento utilizzato ed anche dalle condizioni al contorno imposte. Approccio secondo Dong Il modello agli elementi finiti già utilizzato per valutare la tensione strutturale in accordo a Xiao e Yamada è stato anche utilizzato per l’approccio secondo Dong (2001). D’altra parte l’Autore di tale metodo sostiene che il risultato dovrebbe essere indipendente dalla mesh di calcolo utilizzata. Con riferimento alla Figura 9, ripresa dal lavoro di Dong (2001), la distanza δ tra la sezione AA al piede del cordone e la sezione BB, utilizzate per definire il campo di tensione e la distribuzione bilineare delle tensioni nello spessore, sembra arbitraria. È stata pertanto assunta pari a δ = 2.0 mm: i calcoli della tensione strutturale sono stati eseguiti secondo le equazioni di Dong (Fig. 9), sfruttando i risultati ottenuti con i modelli di calcolo aventi elementi della mesh con lati 1.0 x 1.0 mm. Nella Tabella III sono riassunti i risultati ottenuti. Nella Tabella IV sono invece riportati i risultati ottenuti utilizzando modelli di calcolo con elementi aventi lato di maggiore dimensione (1.2 x 1.2 mm) ed assumendo pertanto δ = 2.4 mm. Una modesta differenza dei risultati può essere attribuita agli errori dell’integra- 70 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 zione numerica dei valori di tensione, ottenuti con i modelli di calcolo, che Approccio secondo Poutiainen e Marquis L’approccio proposto da Poutiainen e Marquis (2006) sembra essere un’evoluzione di quello presentato da Dong nel 2001. Anch’esso si basa sulla linearizzazione della distribuzione delle tensioni nello spessore. Sono quindi stati nuovamente utilizzati i risultati dei modelli di calcolo descritti in precedenza ma, in questo caso, il calcolo appare chiaramente indipendente dal modello di calcolo adottato. Infatti, il concetto Figura 9 - Descrizione delle componenti di tensione utilizzate nell’approccio secondo Dong (2001). C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo TABELLA III σm σb σs FAT N SCF D.2.5 200.00 111.14 311.14 100 6.640E+04 1.556 L.2.5 200.01 217.48 417.49 100 2.748E+04 2.087 D.7 200.00 86.36 286.35 100 8.518E+04 1.432 L.7 200.00 118.43 318.43 100 6.194E+04 1.592 D.2.5 join 200.00 72.50 272.51 100 9.883E+04 1.363 L.2.5 join 200.00 72.47 272.48 100 9.887E+04 1.362 D.7 join 200.00 71.83 271.83 100 9.957E+04 1.359 L.7 join 200.00 71.81 271.81 100 9.959E+04 1.359 D.2.5 contact 200.00 117.78 317.79 100 6.232E+04 1.589 L.2.5 contact 200.01 212.13 412.13 100 2.857E+04 2.061 D.7 contact 200.00 80.72 280.72 100 9.041E+04 1.404 L.7 contact 200.00 104.48 304.48 100 7.085E+04 1.522 σm σb σs FAT N SCF D.2.5 200.01 109.96 309.97 100 6.715E+04 1.550 L.2.5 200.03 214.69 414.72 100 2.804E+04 2.073 D.7 200.00 85.63 285.63 100 8.582E+04 1.428 L.7 200.00 117.33 317.33 100 6.259E+04 1.587 D.2.5 join 200.00 72.01 272.01 100 9.937E+04 1.360 L.2.5 join 200.00 71.98 271.99 100 9.940E+04 1.360 D.7 join 200.00 71.30 271.30 100 1.002E+05 1.357 L.7 join 200.00 71.28 271.28 100 1.002E+05 1.356 D.2.5 contact 200.01 116.47 316.48 100 6.310E+04 1.582 L.2.5 contact 200.01 209.36 409.38 100 2.915E+04 2.047 D.7 contact 200.00 80.07 280.08 100 9.103E+04 1.400 L.7 contact 200.00 103.56 303.56 100 7.150E+04 1.518 Modello (δ = 2.0 mm) TABELLA IV Modello (δ = 2.4 mm) Figura 10 - Descrizione dei parametri ed equazioni del metodo di Poutiainen e Marquis (2006). chiave per valutare la concentrazione delle tensioni al piede del cordone secondo Poutiainen è la definizione di tensione media nel cordone di saldatura, cioè una variabile che valuta la forza che viene trasmessa dalla saldatura. Secondo i suggerimenti di Poutiainen, le concentrazioni di tensione al piede del cordone di saldatura nel dettaglio di tipo L possono essere valutati in modo banale poiché tutta la forza passa attraverso la saldatura: se la forza da trasmettere è pari a F, per ogni cordone deve trasmettersi una forza pari a F/2 e se il lato della saldatura è lw la tensione nel cordone è F/2 lw. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 71 C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo TABELLA V Modello: D.2.5 σnom [N/mm2] t [mm] F [N] lw [mm] σweld ksa D.2.5 contact L.2.5 200 200 200 200 12 12 12 12 633.3 845.50 670.68 1200 3.5 3.5 3.5 3.5 [N/mm ] 180.9 241.6 191.6 342.9 [-] 1.641 1.856 1.679 2.214 2 σs=ksa*σnom [N/mm ] N [-] 2 Modello: σnom [N/mm2] t [mm] F [N] lw [mm] σweld [N/mm ] ksa [-] 2 σs=ksa*σnnom [N/mm ] N [-] 2 Per il dettaglio di tipo D la tensione media nel cordone di saldatura può essere calcolata mediante i modelli di calcolo agli elementi finiti, ad esempio valutando le forze di vincolo all’estremità su una delle lamiere esterne. Il fattore di concentrazione delle tensioni Ksa ed il relativo valore della tensione strutturale si calcola in accordo alle equazioni proposte da Poutiainen e Marquis (2006) e riportate nella Figura 10. I risultati sono riportati nella Tabella V. Si noti come per i dettagli di tipo L non vi sia alcuna differenza relativamente all’opzione di collegamento fra i bordi adiacenti delle lamiere (staccati o a contatto) poiché in ogni caso il parametro determinante è la forza trasmessa dal cordone di saldatura che è sempre identica se la lamiera centrale è discontinua. I modelli dei dettagli con lamiere collegate, sia di tipo D sia di tipo L, praticamente coincidono. 4. Notch stress approach I calcoli relativi all’approccio della tensione di intaglio (“notch stress appro- 72 D.2.5 join Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 328.2 371.1 335.7 442.9 5.659.E+04 3.913.E+04 5.285.E+04 2.303.E+04 D.7 D.7 join D.7 contact L.7 200 200 200 200 12 12 12 12 723.96 844.81 755.37 1200 9.9 9.9 9.9 9.9 73.1 85.3 76.3 121.2 1.111 1.129 1.116 1.184 222.2 225.9 223.1 236.7 1.824.E+05 1.736.E+05 1.801.E+05 1.505E+05 ach”) sono stati condotti in accordo alla guida dell’IIW recentemente pubblicata (Fricke, 2008a), valutando la tensione nell’intaglio mediante una geometria fittizia che consideri gli effetti non lineari di concentrazione delle tensioni. A differenza dei metodi precedentemente applicati, il dettaglio in esame può essere esaminato con questo metodo anche in relazione alla possibilità di propagazione iniziale della cricca a partire dalla radice del cordone di saldatura, oltre che al piede dello stesso. La guida suggerisce due differenti geometrie per realizzare un raggio di raccordo pari ad 1 mm nell’intaglio alla radice del cordone, come richiede il metodo: un foro circolare oppure una geometria ad “U”, come mostrato nelle Figure 11÷14. Nel caso di cordoni con gola pari a 2.5 mm la mesh ha una dimensione media pari a circa 0.2 mm nella zona dell’intaglio, sia alla radice sia al piede del cordone, mentre nel caso di cordoni con gola pari a 7 mm la mesh ha una dimensione media pari a circa 0.25 mm, come prescritto nella guida IIW. Si può facilmente intuire che, con la geometria fittizia ad “U” alla radice del cordone, si perde la possibilità di poter considerare in contatto o di unire tra loro le lamiere adiacenti. Al contrario, analogamente ai precedenti approcci, per il caso di geometria circolare alla radice del cordone è possibile considerare le opzioni di lamiere staccate, completamente collegate o a contatto. Il foro circolare riportato nelle Figure 12 e 14, centrato alla radice del cordone di saldatura, potrebbe essere spostato in modo eccentrico al fine di evitare una riduzione della sezione resistente di una delle due lamiere ma contemporaneamente aumentando quella della lamiera adiacente. In effetti, la guida IIW suggerisce di posizionare alla radice del cordone di saldatura non il centro del foro ma il quadrante, cioè di spostare il foro 1 mm più indietro rispetto al cordone di saldatura. Tuttavia la scelta di centrare il foro alla radice del cordone è conservativa in quanto riduce la sezione resistente proprio in corrispondenza del picco di tensione. Poiché tutte le lamiere sono caricate, anche se nei dettagli di tipo D le lamiere esterne sono caricate in misura minore rispetto a quella centrale, è stato deciso di mantenere il foro centrato sulla linea di contatto. C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo Figura 11 - Geometria e mesh per modelli con a = 2.5 mm, forma ad U raccordo radice cordone (D.2.5U). Figura 12 - Geometria e mesh per modelli con a = 2.5 mm, forma circolare raccordo radice cordone (D.2.5C). Figura 13 - Geometria e mesh per modelli con a = 7 mm, forma ad U raccordo radice cordone (D.7U). Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 73 C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo Figura 14 - Geometria e mesh per modelli con a = 7 mm, forma circolare raccordo radice cordone (D.7C). Figura 15 - Tensione principale massima modelli D.2.5C, D.2.5C join, D.2.5C contact. TABELLA VI Geometria al piede/radice del cordone: Posizione: Modello 74 circolare centrato alla radice Piede Stress: longitudinal [N/mm2] Stress: Principal 1 [N/mm2] Stress: Von Mises [N/mm2] FAT NPrincipal1 NvonMises D.2.5 786.85 961.15 848.85 225 2.566E+04 3.725E+04 L.2.5 1800.10 2324.10 2049.80 225 1.815E+03 2.645E+03 D.7 548.22 600.62 529.14 225 1.051E+05 1.538E+05 L.7 680.89 780.11 687.25 225 4.799E+04 7.018E+04 D.2.5 join 481.28 532.84 469.38 225 1.506E+05 2.203E+05 L.2.5 join 481.21 532.76 469.31 225 1.507E+05 2.204E+05 D.7 join 492.94 528.00 465.16 225 1.548E+05 2.263E+05 L.7 join 492.90 527.94 465.11 225 1.548E+05 2.264E+05 D.2.5 contact 792.63 954.90 843.46 225 2.616E+04 3.797E+04 L.2.5 contact 1600.30 2023.40 1785.00 225 2.750E+03 4.006E+03 D.7 contact 532.78 581.03 511.88 225 1.161E+05 1.699E+05 L.7 contact 636.19 721.85 635.90 225 6.057E+04 8.860E+04 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo TABELLA VII Geometria al piede/radice del cordone: Posizione: Modello circolare centrato alla radice Radice Stress: longitudinal [N/mm2] Stress: Principal 1 [N/mm2] Stress: Von Mises [N/mm2] FAT NPrincipal1 NvonMises D.2.5 1076.80 1134.50 1005.60 225 1.560E+04 2.240E+04 L.2.5 2805.00 2955.20 2619.50 225 8.827E+02 1.267E+03 D.7 477.05 477.05 423.16 225 2.098E+05 3.007E+05 L.7 906.95 906.95 804.75 225 3.054E+04 4.371E+04 D.2.5 join 441.73 490.21 434.46 225 1.934E+05 2.778E+05 L.2.5 join 441.71 490.18 434.44 225 1.934E+05 2.778E+05 D.7 join 317.85 333.85 294.46 225 6.122E+05 8.923E+05 L.7 join 317.86 333.86 294.47 225 6.122E+05 8.922E+05 D.2.5 contact 991.30 1118.30 990.87 225 1.629E+04 2.342E+04 L.2.5 contact 2249.70 2552.90 2262.20 225 1.369E+03 1.968E+03 D.7 contact 481.74 507.16 450.03 225 1.746E+05 2.500E+05 L.7 contact 880.40 926.86 822.73 225 2.861E+04 4.091E+04 Nelle immagini delle Figure 15÷20 si riportano le tensioni principali massime di trazione ottenute con i vari modelli di calcolo. Nelle Tabelle VI e VII sono riportati i valori delle tensioni di intaglio (notch stress) in forma numerica. La guida IIW non specifica se in questo caso la tensione da utilizzare per l’esecuzione dei calcoli di vita a fatica del dettaglio sia quella massima principale di trazione o piuttosto la tensione ideale, ad esempio secondo Von Mises, od ancora una differente componente della tensione. Come ci si poteva aspettare, l’opzione di collegare completamente, lasciare staccate o considerare il contatto fra le lamiere adiacenti influenza i risultati, in particolare per quanto riguarda la con- centrazione delle tensioni nel cordone di saldatura. Anzi, in taluni casi le tensioni ottenute sono incredibilmente elevate. Sia al piede sia alla radice del cordone è stato individuato il nodo nel quale si ha il valore più elevato della componente longitudinale di tensione, della tensione principale massima, della tensione ideale secondo Von Mises. TABELLA VIII Geometria al piede/radice del cordone: Posizione: forma ad U Piede Stress: Principal1 [N/mm2] Stress: Von Mises [N/mm2] FAT NPrincipal1 NvonMises D.2.5 1001.400 999.160 225 2.269E+04 2.284E+04 L.2.5 2408.600 2403.700 225 1.630E+03 1.640E+03 D.7 606.590 604.470 225 1.021E+05 1.031E+05 L.7 807.300 834.130 225 4.330E+04 3.925E+04 Stress: Principal1 [N/mm2] Stress: Von Mises [N/mm2] FAT NPrincipal1 NvonMises D.2.5 1064.00 1061.00 225 1.891E+04 1.907E+04 L.2.5 2715.00 2709.00 225 1.138E+03 1.146E+03 D.7 360.77 358.95 225 4.852E+05 4.926E+05 L.7 693.07 689.98 225 6.843E+04 6.935E+04 Modello Posizione: Modello Radice Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 75 C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo Figura 16 - Tensione principale massima modelli L.2.5C, L.2.5C join e L.2.5C contact. È opportuno notare che i valori più elevati si riscontrano in posizioni (nodi) differenti in funzione della tensione considerata. Si riportano a titolo comparativo i risultati ottenuti per i modelli con forma ad “U” del raggio di raccordo nell’intaglio alla radice del cordone (Tab. VIII) per i quali si hanno valori di tensione paragonabili ai casi precedentemente analizzati ad eccezione di qualche ragionevole variazione. Figura 17 - Tensione principale massima modelli D.2.5U e L.2.5U. Figura 18 - Tensione principale massima modelli D.7C, D.7C join e D.7C contact. Figura 19 - Tensione principale massima modelli L.7C, L.7C join e L.7C contact. 76 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo La comparazione con i risultati dei calcoli è in termini di vita a fatica poiché non sarebbe congruente confrontare i valori di tensione locale ottenuti con metodi diversi. Per l’approccio della tensione di intaglio (notch stress) il calcolo è stato eseguito utilizzando la tensione principale massima di trazione. Nella Tabella IX sono anche riportati i cicli a rottura per i dettagli sollecitati con una tensione pari a Δσ = 200 MPa come risultano dalla resistenza a fatica (FAT) ottenuta con le prove sperimentali. Figura 20 - Tensione principale massima modelli D.7U e L.7U. 5. Confronto dei risultati caso 611 con diversa resistenza a fatica nel caso si voglia considerare la propagazione della cricca al piede o alla radice del cordone. Le prove sperimentali hanno evidenziato come, ad eccezione del dettaglio L.2.5, la cricca si propaga sempre dal piede del cordone. Probabilmente un cordone di dimensioni molto limitate comporta tensioni secondarie di flessione, legate alla rotazione locale, che provocano l’innesco della cricca alla radice del cordone. La Tabella IX mostra la resistenza a fatica dei dettagli esaminati adottando l’approccio della tensione nominale secondo la guida dell’IIW (Hobbacher, 2007) e le risultanze sperimentali di alcune prove condotte presso il laboratorio Strutture Navali dell’Università di Amburgo nell’ambito del Network E u r o p e o M A R ST RUCT (Fe l t z & Fricke, 2009). Tali prove sono state portate a termine dopo che i calcoli presentati nei precedenti paragrafi erano già stati eseguiti (Avvisati, 2008), utilizzando tuttavia un cordone di saldatura leggermente diverso da quello inizialmente stabilito per le analisi numeriche (a = 3.0 mm invece di a = 2.5 mm adottato nei calcoli). Si noti che nel caso di approccio nominale non è possibile tenere in considerazione la dimensione del cordone di saldatura e anzi esiste qualche difficoltà nell’identificare tra quelli presentati dalla guida IIW il dettaglio più appropriato: per il dettaglio di tipo D si possono considerare il caso 513 della guida IIW, che presenta un cordone di lunghezza ipoteticamente infinita, oppure i casi 711 o 713, con un cordone di lunghezza limitata, mentre il dettaglio di tipo L è riportato nella guida come 6. Considerazioni conclusive È stata valutata la resistenza a fatica di due dettagli strutturali caratterizzati da due cordoni di saldatura differenti, utilizzando 5 diversi metodi proposti in letteratura e adottati anche nella pratica industriale; alcune varianti nel calcolo derivanti dalla difficile interpretazione della normativa e/o della procedura proposta dagli Autori dei vari metodi sono state analizzate. Figura 21 - Errore dei vari approcci rispetto ai valori stimati dalle prove sperimentali. TABELLA IX Approccio tensione nominale e dati sperimentali (Feltz & Fricke, 2009) D.2.5 Nominale Sperimentale N (Δσ = 200 MPa) D.7 FAT 71 (dett. 513) FAT 50 (dett. 711-713) L.2.5 L.7 FAT 63 (dett. 611, piede) FAT 45 (dett. 611, radice) FAT 75, piede FAT 75, piede FAT 40, radice FAT 82, piede 1.055E+05 1.055E+05 1.600E+04 1.378E+05 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 77 C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo TABELLA X Metodo⇨ Modello Strutturale classico Dong Dong Xiao/Yamad (δ = 2.0 mm) (δ = 2.4 mm) a Notch circ. (piede) Notch circ. (radice) D.2.5 2.314E+05 2.439E+05 6.640E+04 6.715E+04 5.659E+04 2.566E+04 1.560E+04 L.2.5 1.635E+05 1.782E+05 2.748E+04 2.804E+04 2.364E+04 1.815E+03 8.827E+02 D.7 2.638E+05 2.381E+05 8.518E+04 8.582E+04 1.824E+05 1.051E+05 2.098E+05 L.7 2.121E+05 2.048E+05 6.194E+04 6.259E+04 1.508E+05 4.799E+04 3.054E+04 D.2.5 join 2.624E+05 2.564E+05 9.883E+04 9.937E+04 3.913E+04 1.506E+05 1.934E+05 L.2.5 join 1.672E+05 2.564E+05 9.887E+04 9.940E+04 2.364E+04 1.507E+05 1.934E+05 D.7 join 2.608E+05 2.552E+05 9.957E+04 1.002E+05 1.736E+05 1.548E+05 6.122E+05 L.7 join 1.902E+05 2.552E+05 9.959E+04 1.002E+05 1.508E+05 1.548E+05 6.122E+05 D.2.5 contact 2.516E+05 2.188E+05 6.232E+04 6.310E+04 5.285E+04 2.616E+04 1.629E+04 L.2.5 contact 1.932E+05 1.553E+05 2.857E+04 2.915E+04 2.364E+04 2.750E+03 1.369E+03 D.7 contact 2.659E+05 2.441E+05 9.041E+04 9.103E+04 1.801E+05 1.161E+05 1.746E+05 L.7 contact 2.122E+05 2.176E+05 7.085E+04 7.150E+04 1.508E+05 6.057E+04 2.861E+04 I risultati ottenuti con i diversi metodi evidenziano una certa dispersione che può essere attribuita a varie cause. Certamente il modo di implementare il metodo di calcolo al caso in esame dipende dall’esperienza e dalla capacità dell’analista, sebbene per alcuni approcci l’applicazione sia più agevole di altri. Nel caso del giunto per sovrapposizione con cordone di saldatura più piccolo (dettaglio di tipo L.2.5), le prove sperimentali indicano che la rottura avviene alla radice del cordone e pertanto l’unico metodo in grado di valutare la resistenza a fatica del giunto è il “notch stress approach”. Effettivamente i risultati ottenuti con questo metodo, sebbene relativamente conservativi, riescono a fornire un’indicazione al progettista. In alcuni casi si deve invece evidenziare come i risultati non siano conservativi, pur talvolta avvicinandosi al valore indicato dalle prove sperimentali. Il grafico della Figura 21, per i diversi dettagli esaminati, riporta una comparazione del valore della vita a fatica stimato dai vari approcci nel caso in cui la cricca inizia a propagarsi dal piede del cordone. Non è riportato il caso della rottura alla radice dell’intaglio. Sono invece riportati i valori della vita a fatica ottenuti utilizzando la tensione di intaglio ricavata da modelli in cui il foro alla radice del cordone è spostato 1mm indietro, in modo da avere una minore 78 Poutiainen Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Bibliografia Fricke W. (2008), MARSTRUCT document MAR-M2-4-TUHH-2(1), Outline of Fatigue Strength Analysis of Load-Carrying Fillet Welds, February 2008, http://www.mar.ist.utl.pt/marstruct/ Dong P.: «A structural stress definition and numerical implementation for fatigue analyses», Int. J. Fatigue, 23, pp. 865-876, (2001). Hobbacher A.: «Fatigue Design of Welded Joints and Components», Recommendations of IIW Joint Working Group XIII-XV. IIW Doc. XIII-2151-07 / XV-1254-07, Final Draft, Int. Inst. of Welding (Ed.), (2007). Niemi E., Fricke W. and Maddox S.: «Fatigue Analysis of Welded Components Designer’s Guide to the Structural Hot-Spot Stress Approach», Woodhead Publ., Cambridge (Ed.), (2006). Poutiainen I. and Marquis G.: «A fatigue assessment method based on weld stress», Int. J. Fatigue, 28, pp. 1037-1046, (2006). Xiao Z.G. and Yamada K.: «A method of determining geometric stress for fatigue strength evaluation of steel welded joints», Int. J. Fatigue, 26, pp. 1277-1293, (2004). Fricke W.: IIW doc. XIII-WG3-03r6-08 «Guideline for the Fatigue Assessment by Notch Stress Analysis for Welded Structures», International Institute of Welding, (2008a). Avvisati M.A.: «Comparazione di metodi locali per valutare la vita a fatica», Tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria Navale, Marzo 2008, Università di Genova, relatore Ing. Cesare Mario Rizzo. Feltz O. & Fricke W.: «Experimental and numerical fatigue analysis of partial load and full load carrying fillet welds at doubler plates and lap joints», Analysis and Design of Marine Structures - Guedes Soares & Das (eds), 2009 Taylor & Francis Group, London, ISBN 978-0-415-54934-9 (MARSTRUCT 2009 Conference, Lisbon, 14-16 March 2009). Rizzo C.M., Codda M.:«Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa», Rivista Italiana della Saldatura, n. 5, Settembre/Ottobre 2008, ISSN:0035-6794. C.M. Rizzo e M.A. Avvisati - Confronto fra alcuni approcci locali per l’analisi a fatica di saldature d’angolo riduzione della sezione resistente (Notch circular weld toe (quadr)). Si può notare come il modello L.2.5, in cui il cordone di saldatura è relativamente piccolo e molto caricato, comporta le maggiori incertezze e, d’altra parte, la rottura in realtà si propaga dalla radice del cordone (resistenza FAT 40). Il metodo recentemente proposto da Poutiainen e Marquis (2006) sembra fornire per i dettagli con cordone di maggiori dimensioni (a = 7.0 mm) risultati non conservativi così come in generale tutti i metodi basati sul concetto di tensione strutturale classico e di Xiao/Yamada, pur con diverso margine di errore; tuttavia deve essere considerato che i calcoli non considerano imperfezioni e disallineamenti che invece certamente sono insiti nei risultati delle prove sperimentali. Per i dettagli con cordone di dimensioni inferiori (a = 2.5 mm) l’approccio di Poutiainen e Marquis (2006), contrariamente agli altri metodi basati sulla tensione strutturale, è decisamente conservativo. Il metodo del “notch stress approach” è l’unico capace di studiare anche la pro- pagazione di una cricca alla radice del cordone di saldatura e generalmente fornisce indicazioni conservative, ad eccezione dei modelli “join” che tuttavia costituiscono un caso limite. La posizione del foro alla radice del cordone, che determina una maggiore o minore riduzione di sezione resistente, comporta differenze non del tutto trascurabili ma neppure sostanziali sia in termini di vita a fatica sia di tensione d’intaglio. È comunque indubbio che la dimensione del cordone di saldatura abbia una qualche influenza sulla resistenza a fatica dei dettagli esaminati e che, anche in funzione della dimensione del cordone di saldatura oltre che del tipo di dettaglio (tipo D o tipo L), il campo di tensione sia modificato e pertanto la resistenza a fatica sia differente. Si ricordi che i dati sperimentali per i dettagli con cordone a = 2.5 mm in realtà si riferiscono a cordoni con lato pari ad a = 3.0 mm. La complicazione derivante dall’introduzione del contatto, rispetto al caso di modelli con lamiere libere di compene- trarsi, non pare modificare apprezzabilmente il risultato finale in termini di vita a fatica: salvo in alcuni casi (modelli L.2.5, di cui si è accennato) le differenze sono inferiori al 10%. I risultati dei metodi ritenuti più complessi non sempre sono quelli che più si avvicinano alle prove sperimentali che costituiscono il target per il presente studio ma assai raramente sono a disposizione del progettista. In conclusione si può ancora rilevare come, anche per dettagli saldati di geometria piuttosto semplice, l’applicazione pratica dei metodi di calcolo non è immediata e anzi si presta a varie interpretazioni che possono portare a risultati assai variabili. Ringraziamento Il presente lavoro è stato parzialmente eseguito con il contributo del Network of Excellence in Marine Structures MARSTRUCT finanziato dalla UE attraverso il 6° programma quadro (Contract No. TNE3-CT-2003-506141). Cesare Mario RIZZO, laureato in Ingegneria Navale (1998), ha conseguito il dottorato di ricerca in “Discipline progettuali navali e nautiche” (2004) presso l’Università di Genova, dopo essere stato ispettore di una società di classifica. È attualmente ricercatore presso il DINAV (Dipartimento di Ingegneria Navale e Tecnologie Marine) dell’Università di Genova afferendo al settore scientifico disciplinare “Costruzioni ed impianti navali e marini”. È coinvolto in progetti di ricerca nazionali ed internazionali, recentemente con particolare riferimento alle problematiche di degrado, ispezione e manutenzione delle navi. Si occupa anche delle prove sperimentali in grande scala ed al vero presso il Laboratorio Strutture Navali del DINAV. È autore di circa 60 pubblicazioni scientifiche e di alcune pubblicazioni di carattere didattico. È docente di Costruzioni Navali per i corsi di laurea in Ingegneria Navale e Nautica dell’Università di Genova. Maria Assunta AVVISATI, nata a Latina il 12/10/1982, diplomata geometra all’ITG “Angelo Sani” di Latina, laureata in Ingegneria Navale nel 2005 presso l’Università degli Studi di Genova, consegue nell’Ottobre 2008 la laurea specialistica in Ingegneria Navale. È impiegata presso la ditta Prosoft Intesys di Genova e si occupa di analisi strutturali agli elementi finiti di componenti dei macchinari e degli impianti, in particolare di turbomacchine, in qualità di consulente esterno di Ansaldo Energia. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 79 International Institute of Welding N ew f r i c t i o n s u r fa c i n g a p p l i c a t i o n fo r s t a i n l e s s s t e e l p i p e ( °) Y. Katayama M. Takahashi T. Shinoda K. Nanbu * * ** ** Summary 1. Introduction Structural materials used in the energy industries, such as thermal and nuclear power generation, often operate under severe environments. For this reason, many components of such materials have to be surface-treated in various ways, in order to meet the requirements of resistance to corrosion and wear. Several surface treatment techniques are used, for example, metal spraying, physical vapour deposition (PVD) and chemical vapour deposition (CVD), etc. The type of surface treatment is selected by considering factors such as applicability to the target material, material thickness, treatment costs, etc. The friction surfacing (friction overlaying) technique pro- (°) Doc. IIW-1971-08 (ex-doc. III-1474r1-08), recommended for publication by Commission III “Resistance welding, solid state welding and allied joining processes”. * Metals & Technology R&D Department of Toshiba Corporation - Yokohama (Japan). ** Technological Department Group of Kosei Aluminium Co., Ltd. - Toyota and Fukui (Japan). Friction surfacing, a solid state joining process similar to Friction Stir Welding (FSW), has not received much attention in the repair and modification of pipe and/or roll surfaces. It is well-known that both friction surfacing and FSW are two of several friction variants and that the operating parameters and deposited metal characteristics of the two processes are similar.This experimental work describes the fundamental parameters for friction surfacing AISI 316L austenitic stainless steel plates with AISI 440C quench-hardened, martensitic stainless steel and shows that lower speeds of rotation form more uniform overlays. Based on results of a series of plate experiments, friction surfacing of an 89.1 mm-diameter, AISI 316L pipe along its full circumference with an AISI 440C steel rod was successfully carried out. Since the overlaid metal obtained by friction surfacing has a very fine grain size and is not diluted by the base metal, improvements in toughness, corrosion resistance and wear resistance can be expected. KEYWORDS: Friction surfacing; lap joints; stainless steels; steels; surfacing; tubes and pipes. posed here is a method by which a material that has been softened by friction heat is overlaid on the surface of a metal substrate. The thickness of the overlay is about 1 mm. Friction surfacing [1] can be considered the forerunner to friction stir welding (FSW). FSW, which has been receiving much attention in recent years, was born in the development stages of friction surfacing [2]. The tw o techniques have se v e r a l common features, for example, similar work execution characteristics and microstructural resemblance [3]. However, it is wellknown that there are some problems such as tool wear, etc., in the application of FSW to steels [4]. On the other hand, since friction surfacing is a process that can be readily applied to ferrous metals, it is now receiving fresh attention as a viable surface treatment technique. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 81 Y. Katayama et al. - New friction surfacing application for stainless steel pipe 2. Principle of friction surfacing and its characteristics The principle of friction surfacing is illustrated in Figure 1. The overlaying consumable tool is a round bar that is rotated at the specified speed and is brought into contact with the substrate along with application of axial pressure. The consumable tool material becomes plastic, due to the frictional heat generated at the interface between the consumable tool and the substrate. At this point, a phenomenon called “travelling phenomena of the rotational plane” occurs and a rotating layer slides up the tool. As a result, the tool material that has been softened by friction heat exhibits plastic flow and forms an overlay on the substrate. By moving the substrate relative to the tool, an overlay similar to a weld bead is produced on the surface of the substrate. As shown in Figure 2, when an overlaying tool rotating at constant speed is brought into contact with the substrate and is loaded axially, the friction heat generated at the contact interface produ- Figure 1 - Principle of friction surfacing. 82 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 ces a rise in temperature in both the tool and the substrate. The maximum interface temperatures of the tool and the substrate are equal immediately after contact occurs. However, due to the differences in the thermal properties and the heat capacities of the two materials, the temperature of the tool gradually becomes higher than that of the substrate and temperature distribution across the rotational plane becomes asymmetric [5]. Thus, as time passes, the region of maximum temperature moves from the friction interface towards the consumable tool and the rotational plane gradually travels to the consumable tool side. Since the strength of the portion of the consumable tool in the maximum temperature region is low (because of the elevated temperatures), it is torn off by the shear forces and is formed as an overlay on the substrate surface by plastic flow. At this point, if the substrate is moved relative to the tool, a continuous overlay similar to a weld bead is produced on the surface of the substrate. The distance between the friction interface and the point of maximum temperature, which corres ponds to the thickness of the o v e r l a y, depends on the physical properties of the materials. In the case of ferrous metals, it is between 1 to 2 mm. Travelling phenomena of the rotational plane [5], due to the asymmetric temperature distribution across the interface between the tool and the substrate, is a fundamental principle of the friction surfacing process. Unlike fusion welding, friction surfacing is a low temperature process that involves no melting. Therefore, thermal stresses are usually small and overlaying of hard materials is possible. Friction surfacing has many other advantages. These advantages, such as no distortion, ease of automation, very fine grain size, etc., can also be expected. 3. Experimental procedure The substrate used was a 50 x 150 x 10 mm, AISI 316L austenitic stainless steel plate and the overlay material (tool) was a 22 mm-diameter, 200 mmlong, AISI 440C martensitic stainless steel rod. The chemical compositions of the substrate and overlay tool are shown in Table 1. For the friction surfacing experiments, a friction welding machine (Model: ACM-1), manufactured by NITTO SEIKI CO. LTD. JAPAN, was used. It was fitted with a traverse table, for moving the substrate relative to the tool, and also with a rotating jig, for experiments on friction surfacing of pipes. Experiments were carried out by varying the axial load on the tool and the traverse speed of the substrate. In all cases, the substrate translation was started after a preheating phase was performed, accor- Figure 2 - Schematic diagram illustrating travelling phenomena of the rotational plane. Y. Katayama et al. - New friction surfacing application for stainless steel pipe Table 1 - Chemical compositions of test materials. Substrate C Si Mn P S Ni Cr Mo 316L Plate 0.012 0.41 0.76 0.017 0.001 12.50 17.50 2.01 316L Pipe 0.013 0.40 1.51 0.026 0.001 12.31 16.33 2.08 440C 0.970 0.29 0.35 0.024 0.008 0.22 16.19 0.30 Consumable tool ding to the conditions laid out in Table 2. After the overlaying experiments, specimens with stable overlays were selected and the basic characteristics of the overlaid metal were evaluated through microstructural examination and hardness measurement. For the microstructural observations, longitudinal sections were cut out along the centreline of the overlays, polished and etched using a solution of picric acid alcohol. The hardness was measured using a Vickers hardness tester with a load of 0.9 N (HV1.0). In addition to the overlay experiments using flat substrates, experiments were also performed on the outer surface of 89.1 mm-diameter, AISI 316L stainless steel pipes with a wall thickness of 5.5 mm, using the same overlay material (AISI 440C). The chemical composition of the AISI 316L stainless steel pipes is shown in Table 1. The friction surfacing conditions used for the pipe overlaying experiments with the pipe were those that had formed stable overlays in the previous flat plate experiments. The pipe was rotated by a jig and the circumferential speed of its outer surface (corresponding to the traverse speed of the substrate in the flat plate experiments) was adjusted to 1 mm/s. 4. Results and discussions 4.1 Friction surfacing of flat plates Figure 3 shows the results of friction surfacing on AISI 316L flat plates, evaluated by their external appearance. In this figure, the symbol “•” indicates stable overlays of about 1 mm thickness, whereas the symbol “▲” indicates unstable overlays. Under the stable conditions (axial load: 27 000 N, speed of rotation: 400 rpm) indicated by “•”, the thickness was stable throughout the entire overlaid metal. Under the conditions indicated by “▲” (axial load: 22 500 N, speed of rotation: 800 rpm), the width of the overlay tended to vary significantly. During the experiments, the thermal cycle of the joint interface was measured at the “Advancing Side” and the “Retreating Side.” Figure 4 presents the results of measurements of the torque of the tool axis, axial displacement (amount of overlay material consumed) and the thermal cycles during overlaying. The overlaying conditions during these measurements were the stable conditions indicated previousl y i n F igure 3 (i.e. axial load: 27 000 N, speed of rotation: 400 rpm). The initial value of the torque was high, with the peak value being 100 Nm. However, once the overlaying material softened and a steady state was attained, the torque became stable at 70 Nm. The gradient of the axial displacement was constant, indicating that the consumption rate of the overlay material was stable. The thermal cycle measurements w ere made by ins erting Al u m e l Chromel thermocouples from the underside of substrate up to its surface (i.e. up to the joint interface), at positions 5.5 mm away from the centreline of the overlay, as shown in Figure 4. At positions 1 and 3, corresponding to the advancing side, the average peak temperature is 940 ˚C, which is 40 ˚C higher than the peak temperature of 900 ˚C at the retreating side (positions 2 and 4). This temperature difference between the advancing and retreating sides is a phenomenon similar to that which has been observed in friction stir welding [6]. Figure 3 - Results of friction surfacing experiments on flat plates. Table 2 - Test conditions. Preheating conditions Friction surfacing conditions Axial thrust load (N) 10 000 Time (s) 10 Speed of rotation (rpm) 250 - 800 Axial thrust load (N) 22 500 - 27 000 Time (s) 100 Speed of rotation (rpm) 250 - 800 Substrate traverse speed (mm/s) 0.5 - 1 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 83 Y. Katayama et al. - New friction surfacing application for stainless steel pipe N-m 120 mm a) Torque of tool axis b) Axial displacement of tool 50 100 40 80 30 60 20 40 10 20 0 0 0 20 40 60 80 100 120 0 20 40 60 80 100 Time (s) 120 Time (s) c) Thermocouple °C 1000 To o l( Ø 22 ) Thermocouple 800 600 400 Ending position 1.3: Advancing side Starting position 2.4: Retreating side 200 0 0 20 Position of temperature measurement 40 60 80 100 120 Time (s) Figure 4 - Example of measurements of the torque of the tool axis, axial displacement and thermal cycles (27 000 N, 400 rpm, 1 mm/s). As examples of stable overlays, Figure 5 illustrates the micrographs of transverse sections of the specimens obtained under overlaying conditions of axial load: 27 000 N and speed of rotation: 400 rpm, the traverse speeds of the sub- strate being 1 mm/s and 0.5 mm/s. In both specimens, neither joint defects nor precipitated phases were observed along the interface between the substrate and the overlaid metal. The thickness of the overlay was 0.9 to 1.1 mm for 1 mm/s 27 000 N, 400 rpm Figure 5 - Micrographs of cross-sections (Flat plate overlaying). 84 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 traverse speed and 1.5 to 1.6 mm for 0.5 mm/s traverse speed, showing that lower substrate traverse speeds result in greater overlay thicknesses. However, there were many cold lap defects at the outer sides of the overlaid metal. Y. Katayama et al. - New friction surfacing application for stainless steel pipe a) Tool material b) Overlaid metal (27 000 N, 400 rpm, 1 mm/s) Figure 6 - Results of microstructural observation of friction-overlaid material. The width of the overlay, above which the joint was good and without any such defects, was more than 85% with respect to the diameter (22 mm) of the overlaying consumable tool. Figure 6 compares the microstructure of the overlay consumable tool material (AISI 440C) before its overlay on the metal to be overlaid. It was confirmed that the quenched martensitic microstructure of the consumable tool material had changed into a fine microstructure, with grain sizes of a few micrometres in the overlaid metal. In addition, carbides that are characteristic of AISI 440C and which measured 2 to 3 μm originally, were found to have become more finely dispersed, with less than 1 μm in the overlaid metal. As illustrated in Figure 7, the hardness of the overlaid metal was higher than HV420, as compared with the hardness of HV230 of the consumable tool material. This suggests that the overlaid material formed by friction surfacing is martensite and has a fine grain microstructure. It can also be seen from the Figure 7 that the maximum hardness occurs at the substrate/overlay interface and that hardness tends to become lower at about 0.5 mm from the interface and then increases to values higher than HV500 at the overlay surface. It was also observed that hardness tends to become higher at lower substrate traverse speeds. This is believed to arise from the fact that the diffusion of carbon from the overlaid metal towards the austenitic substrate (having higher solubility of carbon) is greater at lower traverse speeds. Energy Dispersive X-Ray Spectroscopy Analysis (EDX) was carried out in order to evaluate the dilution at the interface. The diameter of electron beam used in EDX analysis was 2 μm. Since the nickel (Ni) contents of the substrate and the tool materials are quite different, the Ni distribution across the interface was used to evaluate the dilution. The EDX analysis results are presented in Figure 8, showing that there is a clear change in the Ni content at the interface. The Ni distribution also indicates that there is a transition zone that is a few micrometres thick. This indicates that a diffusion zone exists and that metallurgical bonding has occurred at the substrate/overlay interface. It was also confirmed that, unlike in fusion welding processes, there was no fusion or dilution extending over a large zone. a) Location of analysis (27 000 N, 400 rpm) Figure 7 - Results of hardness measurements in overlaid metal and substrate. b) Ni distribution (27 000 N, 400 rpm, 1 mm/s) Figure 8 - Results of EDX analysis of the overlaid metal and substrate. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 85 Y. Katayama et al. - New friction surfacing application for stainless steel pipe Figure 10 - External appearance of friction-surfaced pipe and microstructure of the cross-section of the overlaid metal. Figure 9 - Friction surfacing of pipe in progress. 4.2 Friction surfacing of pipes Figure 9 illustrates the friction surfacing of AISI 316L pipe with AISI 440C. The pipe was rotated using a jig to obtain a circumferential speed of 1 mm/s at its outer surface. The friction surfacing process was found to be extremely stable, except that the width of the overlaid metal tended to become slightly larger at the finishing point as compared with the starting point. This can be attributed to the higher temperature of the substrate at the finishing point. Figure 10 illustrates the external appearance of the pipe and the microstructure of the cross-section of the overlaid metal after friction surfacing. It was confirmed that the friction overlay was formed uniformly along the entire circumference of the pipe and that it had a fine microstructure. It was also clear that the optimum friction surfacing conditions obtained by tests on flat plates were applicable to friction surfacing of pipes as well. Figure 11 shows the microstructures of the axial and circumferential cross-sections of the overlaid metal (single layer) at the 180° position with respect to the starting point. The thickness of the overlaid metal is about 1.2 mm and no defects such as cracks, pores, etc., were seen in the axial and circumferential cross-sections. Figure 12 shows the microstructures of the axial and circumferential cross-sections of the point (0°) at the start and end of the overlaid metal. The thicknesses of both the first (substrate side) and second (outer) layers w ere about 1.0 m m . Although slight disbonding was observed at the finishing point, no other defects such as cracks, pores, etc., were recognized in the overlaid metal. The slight disbonding occurred when the tool was removed from contact with the substrate at the end of the process, thus not appearing to be an intrinsic problem of the friction surfacing process itself. 0° Overlaid metal 270° 90° 5 mm 180° Observed location Cross-section 1 Overlaid metal 5 mm Cross-section 1 Cross-section 2 Cross-section 2 Figure 11 - Results of micro structural observations of the friction-surfaced pipe (Single layer). 86 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Y. Katayama et al. - New friction surfacing application for stainless steel pipe 0° 90° 270° Overlaid metal 5 mm 180° Cross-section 1 Overlaid metal 5 mm Cross-section 1 Cross-section 2 Cross-section 2 Hardness (HV0.1) Hardness (HV0.1) Figure 12 - Results of microstructural observations of the friction-surfaced pipe (Overlap area). Distance from interface (mm) Distance from interface (mm) a) Single layer b) Overlapped part Figure 13 - Results of hardness measurements of cross-sections after friction surfacing of a 316L pipe. Figure 13 shows the hardness distributions measured in the cross-sections of the pipe overlay. The hardness was higher than HV400 in both the single layer and the overlapped portions of the overlaid metal. In the single layer, high hardness was observed near the interface with the substrate. In the overlapped portions, the outer (1st) layer showed lower hardness compared to the inner (2nd) one. However, the hardness at the interfaces in both layers (substrate/inner layer interface and inner layer/outer layer interface) tended to be high. The results above indicate that although friction surfacing of pipes is possible, Side surface Cross-section Figure 14 - External appearances and micrographs of cross-sections after multi-layer, friction surfacing tests. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 87 Hardness (HV0.1) Y. Katayama et al. - New friction surfacing application for stainless steel pipe Distance from interface (mm) a) 3-layer overlay Hardness (HV0.1) a) After machining Distance from interface (mm) b) 5-layer overlay b) After friction surfacing (untreated) Figure 15 - Results of hardness measurements of cross-sections after multi-layer friction surfacing. there is a risk of disbonding at the overlapping part of the overlaid metal. In order to clarify the characteristics of such overlapped parts, experiments of multi-layer overlaying were performed. Figure 14 shows the external appearances of 3-layer and 5-layer friction overlays, produced under an axial load of 27 000 N, a tool rotating rate of 400 rpm and a substrate traverse rate of 1 mm/s. After one layer was produced, the substrate was allowed to cool to room temperature, after which the surface of this layer was cleaned by sandblasting before the next overlapping layer was produced. Judging from the external appearances, it was possible to produce a stable, multilayer overlay a few millimetres thick by the above method. Ob se r v a tio n o f th e c ross-se c t i on, however, revealed the existence of oxide films between the overlaid metal layers. A possible reason for this is that the 88 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Figure 16 - Micrographs of cross-sections near the interface after double-layer friction surfacing. strong chromium oxide films were not eliminated by the sandblasting treatment. A second possible reason is that during the formation of an overlapping layer, the layer underneath becomes softened and distorted by the friction heat, resulting in the pressure becoming insufficient for proper friction surfacing to take place. The hardness distributions in Figure 15 show some dispersion in the hardness values. In the 3-layer and 5-layer overlays, the third layer from the surface showed a tendency for high hardness. The hardness distributions are believed to have been affected by the thermal cycles to which they were subjected during the multiple overlaying processes. In order to remove the oxide film between the first and second layers, a test was carried out by which a second layer was overlaid after machining the surface of the first layer. For comparison purposes, a specimen overlaid on an untreated surface was also fabricated. Figure 16 shows the cross-sectional observation of machined specimens and untreated specimens by SEM. The oxide film between the two layers of the machined specimen was not observed and a good joint was obtained. On the other hand, in the unmachined specimen, some defects and chromium oxide between the two layers were observed. As a result, it was thought that machining at the surface influenced the reduction of disbonding at the overlapping part of the overlaid metal. 5. Conclusions The following results were obtained through experiments of friction surfacing of AISI 316L austenitic stainless steel with AISI 440C martensitic stain- Y. Katayama et al. - New friction surfacing application for stainless steel pipe less steel as the overlaying tool material. (1) The optimum operating conditions for producing friction overlays about 1 mm in thickness on AISI 316L austenitic stainless steel were determined. (2) The overlaid metal obtained by friction surfacing has a very fine microstructure with grain sizes of a few micrometres. The hardness of the overlay tool material, which was HV230, increased significantly in the overlaid metal, reaching HV500 near its surface. (3) Friction surfacing of an AISI 316L austenitic stainless steel pipe along its full circumference with AISI 440C martensitic stainless steel was successfully carried out. The friction surfacing conditions for flat plates are applicable to friction surfacing of pipes as well. References [1] [2] [3] [4] [5] [6] AWS C6.1:1989 - Recommended Practices for Friction Welding, American Welding Society, New York, 1989. Shinoda T., Li J.: «Recent development of research for friction surfacing», Journal of the Japan Welding Society, 1997, vol. 66, no. 6, p. 441. Nicholas E.D., Thomas W.M.: «Metal deposition by friction welding», Welding Journal, August 1986, vol. 65, no. 8, p. 17. Thomas W.: «Inching onward - friction stir steels the lead», TWI CONNECT, Sept./Oct. 1998. Maeda M., Liu H., Fujii H., Shibayanagi T.: «Temperature field in the vicinity of FSW-tool during friction stir welding of aluminium alloys», Doc. IIW1658-04 (ex-doc. 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Questo studio sperimentale descrive i parametri fondamentali per il riporto mediante frizione su lamiere in acciaio inossidabile austenitico AISI 316L con un acciaio inossidabile martensitico AISI 440C e mostra come a più basse velocità di rotazione corrisponda un riporto più uniforme. Sulla base di una serie di prove su piastra, è stato effettuato con successo il riporto, mediante frizione, su di un tubo in AISI 316L, di diametro 89.1 mm, lungo tutta la circonferenza con una barra di metallo di apporto in AISI 440C. Poiché il metallo riportato con questo processo ha un grano molto fine e non è diluito con il materiale base, ci si può attendere un incremento della tenacità, della resistenza alla corrosione e all’usura. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 89 IIS Didattica Introduzione alla brasatura forte * 1 - Definizioni e principio Con il termine brasatura si intende un processo di unione dei materiali realizzato attraverso fusione del solo materiale d’apporto; tale unione è garantita dai fenomeni della bagnatura e della capillarità. Essendo proprio la capillarità l’elemento che distingue il campo della brasatura propriamente detta da quello della saldobrasatura, si parla talvolta di brasatura capillare. Per definizione, la brasatura è detta forte se la temperatura di fusione del materiale d’apporto è superiore a 450 °C, rimanendo comunque al di sotto della temperatura di fusione dei materiali da unire. L’aggettivo forte è anche in relazione alle caratteristiche meccaniche ottenibili con tale processo, le quali sono generalmente elevate, in contrapposizione alle modeste caratteristiche meccaniche dei giunti realizzati attraverso la brasatura dolce. Affinché si realizzi la bagnatura del materiale d’apporto liquido nei confronti dei materiali base, è necessario che questi ultimi si presentino puliti ed esenti da ossidi, che gli stessi siano ad una adeguata temperatura e che il materiale d’apporto (oltre ad avere un basso punto di fusione) possieda una bassa tensione superficiale. * La scelta del materiale d’apporto deve inoltre essere fatta tenendo presenti la qualità dei materiali base, le caratteristiche di esecuzione del processo e le esigenze tecniche del giunto brasato. Se esistono le suddette condizioni affinché il materiale d’apporto liquido possa infiltrarsi per capillarità tra i lembi da unire, può verificarsi la diffusione per adsorbimento del materiale brasante liquido nel materiale base solido; al raffreddamento si attuano poi le condizioni che portano all’unione delle parti, come al rapprendersi di una sostanza cementante. L’analisi micrografica dei giunti brasati mostra che il collegamento fra metallo base e d’apporto può realizzarsi sostanzialmente in tre modi: 1) Formazione di una soluzione solida fra metallo base e d’apporto: la soluzione può interessare tutto lo spessore del giunto brasato oppure soltanto la zona di transizione fra i due metalli. Il primo caso si verifica quando il metallo d’apporto, liquido, ha una capacità solvente molto attiva nei riguardi del metallo base solido. Il se c ondo cas o è più comune del primo, dato anche che le brasature vengono eseguite con rapidità notevole; la soluzione rimane localizzata nella zona di transizione, con concentrazione progressivamente variabile dei due metalli. La formazione di una soluzione solida assicura di solito al giunto buone caratteristiche meccaniche. 2) Formazione di uno o più composti definiti: si costituiscono dei composti definiti che si stratificano fra metallo base e d’apporto e limitano a spessori assai esigui le zone di transizione fra questi composti e i metalli da unire; per di più questi composti sono di solito fragili e quindi le qualità meccaniche del giunto sono spesso assai basse. È allora conveniente brasare rapidamente per evitare o limitare la formazione dei composti. 3) Ancoramento semplice per diffusione: la diffusione intergranulare del metallo d’apporto liquido in quello base solido costituisce, a solidificazione avvenuta, un legame meccanico che assicura un buon collegamento e una buona re si st e n z a meccanica nel giunto. Questi tre tipi di collegamento fra metallo base e d’apporto possono anche coesistere, con più o meno sensibile prevalenza di uno di essi. 2 - Processi di brasatura forte 2.1. Generalità A differenza degli altri processi di saldatura, nella brasatura il riscaldamento deve essere dolce e diffuso e portare tutto il giunto alla temperatura di bagnatura. I processi di brasatura si distinguono, secondo le modalità di riscaldo, nei seguenti: • brasatura al cannello; • brasatura in forno; • brasatura ad induzione; • brasatura a resistenza elettrica; • brasatura ad immersione. La scelta del processo dipende dal tipo di materiale base, dalle dimensioni dei Redazione a cura della Divisione FOR - Formazione e insegnamento dell’Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 91 Introduzione alla brasatura forte pezzi, dal ritmo di produzione richiesto, dal livello di addestramento dell’operatore e dalla qualità desiderata. 2.2. Brasatura al cannello Il riscaldamento di un giunto con una fiamma, sia con torce manuali che con bruciatori automatici, rappresenta il più comune metodo di brasatura (Fig. 1). La versione manuale di tale processo, effettuata da operatori addestrati, costituisce la soluzione ideale per interventi di riparazione, per pezzi unici o per lavori di piccola produzione; la versione automatica, utilizzando parecchi bruciatori, è in grado di produrre diverse centinaia di giunti brasati per ora. 2.2.1. Apparecchiatura Per la brasatura al cannello si utilizzano gli stessi cannelli e gas impiegati nel taglio e nella saldatura alla fiamma; le punte dei cannelli per brasatura hanno tipicamente un diametro maggiore rispetto a quelle dei cannelli per saldatura; la forma della punta dipende dal gas combustibile. Nel cannello ossi-gas, il gas combustibile e l’ossigeno fluiscono attraverso tubazioni separate e si combinano in una camera di miscelazione, quindi passano attraverso la punta prima di dar luogo alla combustione. Un tipico cannello è l u ng o d a 3 0 a 6 0 c m e pe sa da 1 a 2.5 kg. L’impugnatura è in ottone oppure in alluminio ed acciaio inossidabile; le punte sono in lega di rame. La regolazione del flusso di gas consente di ottenere la fiamma voluta. Nei cannelli ad alta pressione (con riferimento alla pressione del gas combustibile), i miscelatori ricevono il gas combustibile e l’ossigeno all’incirca alla medesima pressione e producono una fiamma neutra. Nei cannelli a bassa pressione, i miscelatori ricevono ossigeno ad elevata pressione che determina l’aspirazione del gas combustibile nella camera di miscelazione. Le miscele più utilizzate sono quella ossiacetilenica e quella ossigeno-gas naturale; talvolta si utilizza aria compressa al posto dell’ossigeno, con prestazioni inferiori in termini di temperatura di fiamma e di velocità di riscaldamento. L’automatizzazione del processo può essere effettuata muovendo l’assemblaggio oppure i cannelli. Tipicamente è l’as- 92 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Figura 1 - Esempio di brasatura al cannello. semblaggio che viene fatto avanzare, per mezzo di nastri trasportatori o piattaforme girevoli, attraverso una o più stazioni di brasatura; ad ogni stazione, la brasatura può essere realizzata manualmente o automaticamente. Anche l’alimentazione del flusso e del materiale d’apporto può essere resa automatica. 2.2.2. Tecnica esecutiva Nella brasatura manuale al cannello, il giunto deve essere portato alla temperatura di bagnatura nel modo più uniforme possibile e a tale scopo si deve utilizzare non il dardo, ma il pennacchio della fiamma. La fiamma dovrà essere mossa "a scopa" lungo tutto il giunto o almeno lungo quella parte che si intende brasare contemporaneamente e, se le parti da unire sono di diversa capacità termica, la fiamma deve essere preferibilmente diretta verso quella di capacità maggiore. Il flusso decapante deve essere preferibilmente spalmato sui lembi da unire prima dell’inizio del riscaldamento, in modo che protegga il metallo base dall’ossidazione durante tutto il tempo in cui questo si riscalda. Il materiale d’apporto deve essere posto a contatto con il giunto da brasare quando questo ha raggiunto la giusta temperatura; questa può essere determinata empiricamente dalla fusione dello stesso metallo d’apporto e dalla sua rapida diffusione nel giunto capillare; pos s ono a n c h e servire allo scopo, per operatori sperimentati, il colore dei pezzi e l’aspetto del flusso. P er aiutare lo s c o r r imento del metallo d’apporto nel giunto si può rapidamente percorrere il giunto s tes s o c o n l a fiamma quando e sso viene alimentato con metallo d’apporto, in modo che questo risulti attratto verso la zona più calda e segua il rapido spostarsi di essa. Il metallo d’apporto è in genere utilizzato sotto forma di una bacchetta avente diametro pari a 1 ÷ 3 volte lo spessore dei pezzi da unire: la bacchetta non va scaldata direttamente, se non per farle aderire, quando necessario, un po’ di flusso, ad integrazione di quello già spalmato sul giunto. È invece poco raccomandabile predisporre foglietti, anellini o pezzettini di materiale brasante sui pezzi, come si fa negli altri processi di brasatura, in quanto l’esposizione diretta alla fiamma porterebbe facilmente alla fusione del metallo d’apporto prima che il metallo base sia completamente pervenuto alla temperatura di bagnatura, con conseguente solo parziale brasatura del giunto. I giunti da brasare devono essere ben puliti, specie da grasso, prima di essere cosparsi di flusso; questo, alla fine, deve essere rimosso dalle zone circostanti, affinché non provochi corrosione. 2.3. Brasatura in forno La brasatura in forno consente volumi di produzione medio-alti per assemblaggi auto-aggiustati e con materiali d’apporto pre-posizionati. Gli operatori dispongono il materiale d’apporto nel giunto, tipicamente sotto forma di fogli sottili o di anelli, prima di inserire l’assemblaggio nel forno. Introduzione alla brasatura forte Confrontato con altri processi di brasatura, il costo di investimento del capitale è in questo caso elevato, ma può essere facilmente recuperato attraverso gli alti volumi di produzione. Un altro possibile vantaggio consiste nella possibilità di unire parti che potrebbero risultare distorte dal riscaldamento localizzato di un cannello. Nel caso della brasatura in forno, la preparazione del giunto è molto critica, in quanto non è prevista l’osservazione o l’intervento da parte di un operatore. Fusione e flusso del materiale d’apporto Flusso Materiale d’apporto Giunto brasato Forno Nastro trasportatore Figura 2 - Illustrazione dell’operazione di brasatura in forno. 2.3.1. Apparecchiatura I forni per brasatura possono essere di due tipi fondamentali: a carica intermittente (o a funzionamento discontinuo) ed a funzionamento continuo. I primi sono dei normali fornetti per trattamenti termici, riscaldati a gas o elettricamente, a temperatura regolabile e controllabile; a volte sono dotati di mezzi per produrre e controllare una speciale atmosfera riducente, quando il tipo di brasatura lo richiede; questi forni sono però utilizzati per limitate produzioni o allo scopo di studiare o sviluppare nuove applicazioni. Il tipo di forno impiegato invece normalmente ed ampiamente nell’industria per brasature in serie è quello continuo. Esso è essenzialmente costituito da: • una camera di riscaldo, generalmente dotata di elementi a resistenza elettrica che producono nell’ambiente una opportuna e costante temperatura, regolata in funzione delle caratteristiche del metallo base e d’apporto; in questa camera avviene la fusione e la diffusione capillare del metallo d’apporto; • u n a c a m e r a di raf f re ddame nt o, spesso raffreddata ad acqua, nella quale avviene la solidificazione della lega brasante ed un conveniente raffreddamento del pezzo brasato; • un convogliatore a catena, sul quale viene caricato il pezzo da brasare, opportunamente preparato e dotato del materiale d’apporto; il convogliatore trasporta il pezzo ad una certa velocità attraverso il forno, facendogli percorrere il previsto ciclo termico di brasatura, e lo scarica infine dal lato opposto; il funzionamento è così continuo ed automatico. Il convogliatore a catena deve essere costituito da materiale resistente al calore. Qualche volta invece del convogliatore a catena il forno è dotato di un piano a rulli rotanti: il sistema è preferito solo per la brasatura di pezzi di notevole mole e peso (Fig. 2). I forni per brasatura sono spesso ad atmosfera controllata; questa precauzione è presa a vari scopi: • impedire l’ossidazione delle superfici da b ras are: l’os s idazione, che potrebbe assumere aspetti assai gravi dato il tempo di riscaldo alquanto lungo richiesto dal forno, rende come è noto la bagnatura difficile o solo parziale; • eliminare l’uso di flussi decapanti, spesso di scarsa efficacia, specie perché l’assorbimento o la reazione con notevoli quantità di ossido può renderli troppo vischiosi e di non facile eliminazione dal giunto capillare da parte della lega brasante; • garantire che il metallo d’apporto non si alteri ad elevata temperatura e conservi intatte le sue qualità brasanti; • eliminare la necessità di pulitura dei pezzi dopo brasatura, come conseguenza dell’impiego dei flussi decapanti. Dati i predetti scopi, l’atmosfera del forno deve essere di tipo riducente, capace cioè di ridurre qualsiasi strato di ossido che possa esistere o formarsi sulle superfici del pezzo e del metallo d’apporto. L’atmosfera riducente può essere ottenuta essenzialmente in due modi: • per cracking dell’ammoniaca; • per combustione parziale di un gas combustibile. In relazione ad ogni specifico caso applicativo, variando il rapporto gas-aria si può regolare la composizione dell’atmosfera riducente: in particolare si può regolare il suo potere riducente (in relazione alla diversa ossidabilità dei materiali) ed il suo potere decarburante, cioè la sua tendenza a ridurre il tenore in carbonio degli acciai. Questa proprietà è assai importante quando si devono brasare pezzi di acciaio cementati oppure a medio o alto tenore di carbonio, che non ammettono riduzione del contenuto superficiale di carbonio da parte di un’atmosfera decarburante del forno di brasatura. Il potere decarburante cresce al diminuire del rapporto gas-aria: variando questo, si può ottenere quindi, per ogni temperatura, l’atmosfera di equilibrio o anche lievemente carburante, in relazione al contenuto superficiale di carbonio dell’acciaio. Quando il forno è ad atmosfera controllata è bene che sia evitato ogni rientro d’aria dall’esterno: a tale scopo si deve non solo limitare al minimo l’apertura, ma anche far arrivare il gas riducente a pressione un po’ superiore a quella atmosferica ed aspirare le dispersioni di tale gas alle porte di ingresso e uscita del forno. Per i materiali che temono particolarmente l’ossidazione, può essere necessario creare un vuoto entro il forno. 2.3.2. Tecnica esecutiva I pezzi da brasare devono essere preventivamente aggiustati in modo da garantire i giusti giochi e l’esatta posizione dei pezzi da unire durante le fasi di riscaldo e di raffreddamento. Con questo processo è inoltre essenziale predisporre il metallo d’apporto in forma opportuna (filo, anello, foglietto, pasta, polvere o altro ancora) in vicinanza o addirittura entro il giunto, prima dell’ingresso in forno. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 93 Introduzione alla brasatura forte Metallo d’apporto Metallo d’apporto Pinzatura di fermo Figura 4 - Brasatura di un cappelletto ad un tubo. Figura 3 - Brasatura di una boccola e di un perno ad una leva. È bene altresì che i pezzi da brasare siano studiati e disposti in modo da sostenere il metallo d’apporto che, una volta fluido, tende a scolare in basso ed anche ad attraversare il giunto e fuoriuscire dalla parte opposta. È però evidente che una buona capillarità di collegamento favorirà il diffondersi del metallo in tutte le direzioni e limiterà pure notevolmente le possibilità di scolamento. Nella Figura 3 è rappresentata l’applicazione di una boccola e di un perno su una leva di acciaio dolce. La boccola presenta un collarino d’appoggio ed è fissata in giusta posizione dalla pinzatura (meccanica) di tre punti del braccio di leva contro il suo corpo cilindrico, dalla parte opposta del collarino. Il perno è fissato in posizione dalla ribaditura dell’estremità, in modo da far riscontro alla spalla di cui è dotato. Intorno ai due elementi cilindrici da brasare è disposto un anellino di rame. Nella Figura 4 è rappresentata l’applicazione di un cappelletto ad un tubo: il metallo d’apporto è predisposto fra i due pezzi sotto forma di una rondella premuta fra le due parti da unire. Nei casi di brasatura sopra indicati il giusto posizionamento dei pezzi è ottenuto grazie alla forma delle parti e all’aggiustaggio obbligato dei pezzi stessi. Quando ciò non sia possibile o comodo si ricorre a montaggi fissatori: 94 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 ques ti devono essere di materiale resistente al calore e costituiti in modo da non influenzare sensibilmente la uniforme ripartizione del calore lungo il giunto, sia per diffusione termica che per irraggiamento. Il pezzo da brasare, preparato ed eventualmente fissato nel suo montaggio, viene disposto sul convogliatore e da questo trasportato nel forno a velocità tale da consentire il raggiungimento della temperatura prescritta. 2.4. Brasatura ad induzione La brasatura ad induzione sfrutta quale mezzo di riscaldamento gli effetti dell’induzione elettromagnetica. Una corrente elettrica alternata, a bassa tensione e ad alta frequenza, viene fatta passare in una bobina che avvolge il pezzo da riscaldare; tale corrente crea un campo magnetico che induce nel metallo post o e ntro di esso delle correnti indotte, le quali pe r re si stenza elettrica riscaldano il materiale. Il c a l ore cos ì ge ne ra t o può fondere il materiale d’apporto pre-posizionato. Il riscaldamento è localizzato sulle superfici delle parti da unire o poco al di sotto di esse, il che rap- pres enta un vantaggio quand o si debbano unire componenti dove non siano ammesse alterazioni metallurgiche o quando debbano essere minimizzate o impedite le distorsioni. La brasatura ad induzione avviene quasi sempre in aria. La forma delle bobine disponibili commercialmente limita l’applicazione di questo processo, rendendo talvolta la brasatura in forno più economica per assemblaggi complessi. L’accostamento delle parti deve essere, nella brasatura ad induzione, molto accurato. 2.4.1. Apparecchiatura Per produrre le correnti ad elevata frequenza necessarie per la brasatura ad induzione si possono utilizzare diversi tipi di generatori, ciascuno dei quali è caratterizzato dall’intervallo di frequenza a cui può operare (da pochi kHz a diverse centinaia di kHz). L’organo cui è affidato il compito di riscaldare il pezzo da brasare è l’avvolgimento induttore, in cui circola la cor- Figura 5 - Brasatura di elementi tubolari con avvolgimento esterno. Introduzione alla brasatura forte Figura 6 - Avvolgimento rettangolare. rente ad alta frequenza prodotta dal generatore. L’avvolgimento induttore è comunemente costituito da tubi di rame raffreddati ad acqua; esso deve avere forma tale da riscaldare entrambe le superfici da brasare nel modo più uniforme; può essere sia monospira che plurispire, secondo l’intensità e l’ampiezza del campo magnetico che si vuol ottenere. Per i pezzi a forma tubolare sono assai usati gli avvolgimenti cilindrici esterni (Fig. 5); a volte però, specie per non provocare surriscaldamenti di parti esterne o del metallo d’apporto rispetto a quello base, si usano avvolgimenti interni. Allo scopo di adattarsi il meglio possibile alla forma dei pezzi, per riscaldare il giunto in modo uniforme e disperdere i l m e n o p o s s i b i l e e n e rg i a , a v o l t e gli avvolgimenti si fanno rettangolari (Fig. 6), triangolari, conici o anche a spirale (Fig. 7); qualche volta si usano anche delle piastre forate (Fig. 8) entro i Figura 8 - Piastra forata per brasatura ad induzione. Figura 7 - Avvolgimento a spirale. cui fori si dispongono i pezzi da brasare. Per lavorazioni di grande serie di pezzi può essere conveniente studiare macchine automatiche dotate di testa rotante a più stazioni di lavoro, in modo che l’operatore compia solo le operazioni di carico e scarico dei pezzi, mentre questi passano poi automaticamente, e per tempo ben controllato, attraverso tutto il ciclo di brasatura. 2.4.2. Tecnica esecutiva La brasatura ad induzione è un processo assai rapido: bastano da pochi decimi di secondo a qualche secondo per portare il giunto alla temperatura di bagnatura. Data la sua rapidità, essa richiede un’accurata preparazione del pezzo: il gioco capillare del giunto deve essere garantito con buona precisione; il flusso, quando necessario, deve essere nella minima quantità occorrente per compiere le sue funzioni, affinché non rimanga intrappolato nel giunto; il materiale d’apporto dovrà es s ere opportunamente de posto s ul pe z z o, in modo che sia attratto facilmente dalla capillarità del giunto e non subisca possibil- mente l’azione riscaldante diretta dell’induttore. Questa circostanza è molto importante in quanto, se il metallo d’apporto fondesse prima che tutto il giunto fosse portato alla giusta temperatura, la bagnatura risulterebbe incompleta oppure il metallo d’apporto andrebbe disperso. È buona regola perciò disporre e sagomare l’avvolgimento induttore in modo che i punti più lontani del giunto da brasare siano riscaldati per primi o un po’ più rapidamente. 2.5. Brasatura a resistenza La brasatura a resistenza elettrica (Fig. 9) sfrutta quale mezzo di riscaldamento la resistenza offerta dai pezzi da unire, o dagli elettrodi con cui i pezzi vengono messi a contatto, al passaggio di una corrente elettrica attraverso di essi. Figura 9 - Brasatura a resistenza. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 95 Introduzione alla brasatura forte 2.5.1. Apparecchiatura Gli apparecchi utilizzabili per la brasatura a resistenza si possono ripartire in due grandi categorie, a seconda del principio di riscaldamento messo in atto: • riscaldamento prodotto essenzialmente dalle resistenze di contatto fra i due pezzi da unire; • riscaldamento del giunto per conduttività termica, sfruttando il calore prodotto dalla resistenza degli elettrodi a contatto con i pezzi. Il primo metodo richiama assai da vicino i principi e le modalità della saldatura autogena a resistenza; si utilizzano gli stessi tipi di macchine, ma con pressioni più basse e tempi più lunghi. I pezzi da brasare sono stretti fra gli elettrodi e fra di essi è disposto un sottile strato di metallo d’apporto a punto di fusione più basso di quello dei pezzi da unire; quando si fa passare corrente, il calore sviluppato nella zona di giunzione provoca la fusione preventiva del metallo d’apporto e quindi la brasatura delle due superfici affacciate. Gli elettrodi possono essere di rame incrudito o meglio di lega rame-cromo o rame-tungsteno. La testa di lavoro, a seconda dell’ampiezza della superficie da brasare, può essere dotata di elettrodi analoghi a quelli usati per la saldatura a punti o di piastre simili a quelle per la saldatura a rilievi; tale testa può essere di tipo fisso o a pinze. Il secondo metodo, che sfrutta essenzialmente il calore prodotto dagli elettrodi, comporta l’impiego di elettrodi di forte resistività: di solito si tratta di elettrodi di carbone o di grafite; essi richiedono mediamente una densità di corrente di 2 A/mm² nella superficie di contatto col pezzo, per raggiungere nel tempo e modo migliori la temperatura di brasatura. Il tempo è alquanto più lungo che nel caso precedente e variabile, secondo i lavori, da 2 a 60 secondi. Di solito si impiega corrente alternata, perché più economica; il trasformatore deve avere una tensione secondaria fra 4 e 8 volt e una potenza comparata all’importanza del lavoro da compiere. Generalmente gli elettrodi vengono messi a contatto su ambedue le facce del giunto, in modo che questo, preso e stretto fra gli elettrodi stessi, diventi parte integrante del circuito elettrico: qualche volta però, per necessità operative, si pongono entrambi gli elettrodi dalla stessa parte o anche si usa un unico 96 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 elettrodo di riscaldo, cui pervengono gli estremi del circuito elettrico; il pezzo non è allora attraversato dalla corrente e viene riscaldato unicamente per conduzione termica. 2.5.2. Tecnica esecutiva Il metodo a resistenza di contatto è pi ù usa to, più rapido e dà migliori risultati di quello con elettrodi di carbone; non bisogna però pretendere da esso eccellenza di qualità meccaniche, che spesso sono appena sufficienti a garantire l’unione delle parti; ottime invece possono risultare le caratteristiche elettriche del giunto e perciò questo processo è alquanto usato per la brasatura di contatti elettrici, di cavi e di altri piccoli oggetti conduttori di corrente, generalmente di rame o sue leghe, ed anche per giunti eterogenei. La lega brasante, generalmente sotto forma di un sottile foglietto o anche metallizzata su una delle superfici, è predisposta fra le parti da unire; è da evitare l’uso di flussi che rendono difficile l’operazione e originano facilmente difetti. La brasatura a resistenza con elettrodi di carbone, a causa di surriscaldamenti superficiali, richiede sempre l’uso di leghe brasanti a temperatura molto bassa; solo il rame, data la sua elevata conduttività termica, può consentire l’uso di leghe a punto di fusione anche più elevato. I flussi decapanti devono essere per quanto possibile evitati. Un caso in cui la brasatura a resistenza con elettrodi di carbone è particolarmente indicata è quello dell’unione di un pezzo di forte capacità termica con un altro di capacità termica molto piccola: in tal caso si applicano gli elettrodi solo sul pezzo spesso, mentre quello leggero è riscaldato, per conduzione termica, dal primo. 2.6. Brasatura ad immersione Il processo di brasatura ad immersione (Fig. 10) può essere ottenuto in due modi: • immergendo i pezzi da brasare in un bagno di sali fusi, alla temperatura di bagnatura; • immergendo i pezzi da brasare in un bagno di lega brasante. Nel primo caso il metallo d’apporto viene predisposto sui pezzi ed è attratto Figura 10 - Una fase della brasatura ad immersione. capillarmente nel giunto quando questo è immerso nel bagno di sali. Questi sono in genere dei cloruri o dei cianuri e servono per le brasature a media temperatura. Se i pezzi sono di notevole capacità termica, allo scopo di evitare una prematura fusione della lega d’apporto, è bene preriscaldare i pezzi o con un bagno a più bassa temperatura o procedendo con un’immersione graduale. I flus s i decapanti pos s ono e sse r e cosparsi sui pezzi quando necessario; i bagni a base di cianuri hanno però essi stessi una buona e spesso sufficiente azione protettrice e decapante. Il tempo di immersione in genere sta fra 1 e 2 minuti, ma è bene sia determinato sperimentalmente caso per caso. Largo impiego di questo processo si fa, ad esempio, per la brasatura di pezzi meccanici di larga serie in acciaio e ghisa malleabile per cicli e motocicli. Il secondo processo ad immersione si ottiene immergendo il giunto da brasare in un bagno di lega brasante, tenuto a temperatura di brasatura; sul bagno metallico galleggia uno strato di flusso decapante che, quando si immergono i pezzi, penetra nel giunto per primo ed è poi spinto fuori dal metallo d’apporto fuso; estratto il giunto dal bagno, lo si raffredda in aria; il metallo d’apporto solidifica e collega le parti. Un energico lavaggio, eventualmente in opportuna soluzione, elimina infine i residui di flusso. O così... ... o così! 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Le procedure di verifica e dimensionamento vengono uniformate a quelle indicate dalla norma UNI EN 1993 (Eurocodice 3), in accordo al generale indirizzo di sostituzione delle norme nazionali (la CNR UNI 10011 è stata ritirata senza sostituzione nel Settembre 2004, dopo aver costituito, per quasi vent’anni, il riferimento principale per più di una generazione di ingegneri civili). N e l s e g u i t o v e n g o n o b re v e m e n t e discussi, con riferimento alle nuove prescrizioni, alcuni aspetti ritenuti di particolare interesse. La nuova norma segna il superamento pressoché definitivo del metodo delle “tensioni ammissibili”. L’ a d o z i o n e d i t a l e approccio, tuttavia, è ancor a am m es s a (Par. 2.7) per strutture ordinarie di limitata importanza, purché edificate in Zona 4 secondo l’attuale zonizzazione sismica (la Zona 4 comprende i siti considerati “non sismici” secondo la precedente zonizzazione, indicata nel D.M. 16 Gennaio 1996). Per saldature a piena penetrazione (testa a testa o di testa “a T”) viene eliminata la distinzione in giunzioni di prima e seconda classe, con riferimento alla severità dei criteri di accettabilità di eventuali imperfezioni (Cap. 4). Non è più necessario, di conseguenza, verificare il corretto dimensionamento di giunzioni saldate a piena penetrazione, dal momento che la loro resistenza viene considerata almeno pari alla più debole Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 99 Scienza e Tecnica delle parti collegate (purché il procedimento di saldatura sia adeguatamente qualificato). Per giunzioni saldate a cordone d’angolo e a parziale penetrazione, la norma “recupera” integralmente la procedura di verifica proposta nel D.M. 9 Gennaio 1996 e nella CNR UNI 10011 (che utilizza il particolare dominio di sicurezza noto come “sfera mozza”). Per tenere in considerazione l’impiego sempre più frequente di acciai con carico unitario di snervamento medio-alto, la procedura viene estesa ai gradi S420 e S460 (nelle norme precedenti non si andava oltre il grado Fe 510, oggi S355). Rispetto al passato sono nettamente più articolate le prescrizioni previste per la f a b b r ic a z io n e d i s t rut t ure sal dat e (Par. 11.3). Vengono in particolare indicati i riferimenti normativi da utilizzare per la qualifica dei procedimenti, degli operatori di saldatura e degli operatori CND. Deve essere sottolineato, in quest’ambito, che alcune tra le norme citate sono state recentemente modificate o sostituite da altre di differente denominazione. Sempre con riferimento alle prescrizioni di fabbricazione, la norma UNI EN ISO 5817, il cui utilizzo è ormai generaliz- 100 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 zato in molti ambiti industriali differenti, viene adottata per la definizione dei criteri di accettabilità (più severi per strutture sollecitate a fatica). Di particolare interesse sono le prescrizioni nell’ambito della certificazione di qualità, sulla base delle indicazioni della UNI EN ISO 3834. L’applicazione di tali criteri è cogente, per quanto vengano previsti differenti livelli in relazione alla criticità delle strutture realizzate e alla natura del materiale impiegato. È infine opportuno dedicare un cenno conclusivo alle procedure di verifica previste per gli elementi strutturali sollecitati da azioni sismiche (Par. 3.2 e Cap. 7). In quest’ambito, infatti, gli ele- menti di innovazione rispetto alla norma precedente sono di notevole rilievo. In coerenza con il superamento dell’approccio delle tensioni ammissibili, nelle verifiche allo stato limite ultimo viene ammessa la possibilità che gli elementi strutturali superino localmente il limite elastico con la formazione di “cerniere plastiche”. Nella definizione delle azioni sismiche lo “spettro di risposta” elastico viene pertanto opportunamente ridotto mediante opportuni “coefficienti di smorzamento”, in modo tale da considerare correttamente la capacità del materiale di manifestare deformazioni plastiche ed evitare, quindi, una verifica eccessivamente cautelativa. Naturalmente ogni elemento strutturale deve essere effettivamente in grado, nella realtà, di evidenziare un comportamento sufficientemente “duttile”: in tale contesto, particolare attenzione va posta a tipologia e dimensioni delle giunzioni saldate, tipicamente presenti nelle posizioni in cui è prevista la formazione delle cerniere plastiche. Dott. Ing. Gian Luigi Cosso Responsabile Settore Ingegneria Calcolo Progettazione Divisione Ingegneria IIS Organizzato da: precious water In collaborazione con: Salon of Gas Transport and Distribution Ferrara, Italia 19-21 maggio 2010 X MOSTRA INTERNAZIONALE delle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile e il trattamento delle acque reflue Pubblicazioni IIS Tecnologia della saldatura Indice Capitolo 1. SALDATURA ROBOTIZZATA: Generalità; Architetture robot: Sistemi di programmazione delle unità robot; Principali caratteristiche dei sensori per la saldatura robotizzata (sistemi a contatto, sensori con sistemi di visione, sensori laser, altri tipi di sensori non a contatto, considerazioni conclusive su sensori); Applicazioni di saldatura (saldatura ad arco, saldatura a resistenza, saldatura laser). Capitolo 2. FRICTION STIR WELDING: Introduzione; Il processo Friction Stir Welding (principio, aspetti operativi, materiali saldabili, caratteristiche metallurgiche del processo, caratteristiche meccaniche e difettologia, settori industriali di applicazione); La saldatura FSW degli acciai (la saldatura FSW di leghe dissimili); L’utensile (la spalla (shoulder), il pin). Capitolo 3. INCOLLAGGIO: Classificazione (classificazione in base al meccanismo di indurimento, classificazione in base alle proprietà in esercizio, classificazione in base alla performance); Confronto fra incollaggio e sistemi di giunzione tradizionali (vantaggi dell’uso di adesivi, limiti delle giunzioni incollate); Principi generali della tecnologia dell’incollaggio (preparazione delle superfici, distribuzione delle sollecitazioni e geometria dei giunti); Adesivi poliuretanici ed epossidici (adesivi poliuretanici, adesivi epossidici); Conclusioni. 2008, 52 pagine, Codice: 101109, Prezzo: € 45,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 36,00 Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it IIS News Comitato Direttivo Il Comitato Direttivo dell’Istituto, congiuntamente al Collegio dei Revisori dei Conti, si è riunito a Genova presso la sede dell’IIS il giorno 21 Dicembre 2009; la riunione è stata presieduta dal Presidente dell'Istituto Dott. Ing. Ferruccio Bressani. Il Segretario Generale, Ing. Scasso, su invito del Presidente, ha fornito al Comitato il preconsuntivo di Bilancio per l’anno 2009, illustrando inoltre i dati relativi all’andamento della liquidità nell’esercizio 2009, la situazione dei crediti scaduti verso clienti e gli investimenti in immobilizzazioni, nonché il numero e la ripartizione dei dipendenti in organico ed ha in ultimo presentato il Preventivo di Bilancio per l’esercizio 2010. Il Comitato Direttivo ha preso atto con soddisfazione di quanto emerso dalla documentazione presentata ed ha approvato il Preventivo di Bilancio per l’esercizio 2010. Scasso ha quindi illustrato attività e schemi riguardanti la ristrutturazione e la riorganizzazione dell’Istituto ed ha presentato l’ultima revisione del docum e n to “ S tr u ttu ra Organi zzat i v a e Responsabilità”, in cui sono rappresentati i cambiamenti organizzativi previsti per il 2010. È stata poi illustrata la lista dei documenti di “governance”, suddivisi in disposizioni organizzative, procedure e comunicazioni di servizio, nonché una breve relazione sui progressi realizzati nella messa a punto del Sistema di Gestione Integrato. Infine è stato presentato un resoconto riguardante le implementazioni realizzate nel settore dell’informatica e, più in generale, delle comunicazioni e quelle in programma di realizzazione. Il Comitato Direttivo ha preso atto con soddisfazione. Scasso ha presentato poi il documento QUA 027R “Commissione di Certificazione dell’ Istituto Italiano della Saldatura - Regole di funzionamento”, in cui è stato introdotto un nuovo punto “Modalità di conduzione del riesame sull’imparzialità”. Il Comitato Direttivo approva il contenuto del nuovo punto. Il Presidente, Ing. Bressani, ha introdotto il tema della partizione dell’Istituto, che prevede il trasferimento delle attività di certificazione e di “service” a due società di capitale possedute dall’Istituto stesso. Il Comitato Direttivo ha deciso di costituire un Gruppo di Lavoro incaricato di elaborare, sull’argomento, un documento propositivo da sottoporre per approvazione al Consiglio Generale. Scasso ha illustrato una proposta per l’acquisto di una nuova sede dell’Ufficio Regionale di Taranto. Dopo approfondita discussione il Comitato Direttivo, riconosciuta l’esigenza dell’acquisto, incarica il Presidente, coadiuvato dal Segretario Generale, di gestire il processo di acquisizione. Il Comitato ha quindi esaminato la situazione delle associazioni all’Istituto dal 7 Ottobre al 21 Dicembre 2009 decidendo di accogliere 1 nuova richiesta di associazione a Socio individuale e le dimissioni di 1 Socio individuale. A fronte del Calendario delle Manifestazioni Tecniche programmate dall’Istituto nel secondo semestre del 2009, il Comitato Direttivo ha preso atto con soddisfazione del significativo successo riscosso dalle manifestazioni svoltesi. Per quanto riguarda le pubblicazioni dell’Istituto è stato rilevato che, per quanto riguarda la Rivista Italiana della Saldatura, sono stati pubblicati 44 articoli tecnico-scientifici e 59 rubriche d’informazione; nel contempo sono stati pubblicati 4 nuovi testi, fra cui uno dedicato al controllo radiografico ed uno dedicato alla saldatura dello zirconio. Il Comitato Direttivo ha preso atto con soddisfazione. Scasso ha quindi relazionato circa il programma delle attività relative all’Ufficio della Regione Lombardia presso cui sono previsti, per il 2010, rilevanti lavori di assetto logistico e sulla situazione dei lavori di sistemazione della palazzina adiacente all’Istituto, che ospiterà la Divisione Certificazione. Infine Scasso ha presentato un progetto per l’installazione, sul tetto della Sede dell’Istituto a Genova, di una pala eolica che potrebbe confermare, dopo la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, l’immagine ecologica dell’Istituto. Il Comitato Direttivo ha approvato. Progetti Europei di Formazione Professionale in cui è coinvolto l’IIS Da alcuni mesi l’IIS è coinvolto insieme ad altri Partner nello svolgimento dei seguenti Progetti di Formazione Professionale, facenti parte del Programma di Formazione Europea “Leonardo da Vinci”: Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 103 IIS News EU-JoinTraining 1) Motivazioni alla base dell’esecuzione del progetto L’addestramento e la qualificazione del personale in taluni settori delle tecniche di giunzione, come quelli dei materiali plastici, sono attualmente effettuati in ogni Paese europeo a livello nazionale. I sistemi implementati in ciascun Paese differiscono alquanto gli uni dagli altri, poiché alcuni Paesi sono tecnologicamente più avanzati in confronto ad altri. Ciò porta ad evidenziare delle differenze talora importanti tra settori industriali operanti nelle stesse aree tecnologiche a livello europeo. Tale situazione risulta essere svantaggiosa nel mercato competitivo dei nostri giorni, creando delle barriere alla mobilità delle figure professionali in Europa; essa inoltre vanifica non soltanto la m o b i l i t à d i u n n u m e ro e l e v a t o d i persone qualificate, ma anche lo sviluppo delle aree tecnologiche prima citate. Gli aspetti prima descritti mettono in luce quanto sia importante implementare un sistema di corsi armonizzati per l’addestramento e la qualificazione nelle aree delle tecniche di giunzione indicate in precedenza, che possiedono differenti specificità per i vari settori industriali, come ad esempio la distribuzione in reti di gas e di altri fluidi, oppure per applicazioni domestiche. Tali settori stanno diventando cruciali nello sviluppo di nuove strutture e componenti assemblati e mettono in risalto la necessità di adattamento dei processi tradizionali alle nuove tecnologie e ai relativi corsi di formazione. 2) Finalità del progetto Nell’intento di ampliare l’implementazione delle direttive tecniche comunitarie, lo scopo principale del presente progetto è quello di adattare e promuovere un sistema di qualificazione professionale armonizzata basata sulle linee guida dell’EWF (Federazione Europea della Saldatura) nell’area della giunzione delle materie plastiche. Al momento attuale le industrie operanti in questo settore presentano una crescita annua dell’ordine del 15%, il che mette in luce chiaramente la necessità di disporre di un sistema di qualificazione comune, efficacemente implementato. Il progetto, pertanto, intende promuovere la qualificazione in quest’area sviluppando una linea guida di addestramento 104 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 comune ed organizzando dei corsi di addestramento pilota in ogni Paese membro del Consorzio. Il Partenariato è costituito da Organizzazioni appartenenti a 5 diversi Paesi europei ed ha sufficienti capacità ed esperienza per sviluppare linee guida comuni che saranno successivamente finalizzate ad attività di tipo addestrativo. I Membri del Consorzio sono: l’Associazione Romena di Saldatura, l’Associazione Ceca di Saldatura, l’SLV di Duisburg (Centro di Addes tr am ento e Formazione del DVS - Istituto della Saldatura tedesco), l’EWF (Federazione Europea della Saldatura), l’ISQ (Instituto de Soldadura e Qualidade) e l’IIS (Istituto Italiano della Saldatura). Distoolweld 1) Motivazioni alla base dell’esecuzione del progetto L’industria europea della costruzione di prodotti saldati impiega più di 1.9 milioni di addetti legati in maniera diretta o indiretta alla saldatura. La tecnica di saldatura è il metodo di fabbricazione più importante utilizzato per le operazioni di assemblaggio. Una rottura in saldatura può portare a conseguenze disastrose. Gli sforzi per garantire che la saldatura è stata eseguita con un livello di qualità adeguato appare evidente dalla quantità di norme esistenti in questo settore, che includono al loro interno norme per la qualificazione e la certificazione delle figure professionali (EN 287 per i saldatori e EN ISO 14731 per i coordinatori di saldatura). Il settore della saldatura ha visto diminuire nell’ultimo decennio il numero di persone giovani che intraprendono questa professione. Anche l’attività di riqualificazione delle figure professionali in questa area è andata diminuendo. Tale tendenza si ritiene sia legata al concetto delle 3 D “Dirty, Dangerous, Dusty” (sporca, pericolosa, polverosa) associato alla tecnologia di saldatura. La comunità internazionale sta attualmente portando avanti una campagna di marketing per cambiare questo punto di vista: l’Associazione Americana di Saldat ura AWS ha re aliz z ato il video “Welding is so hot, it is cool”; l’EWF ha coniato lo slogan “Welding cool, clean and clever”, con l’intento di incrementare l’interesse dei più giovani per le attività professionali di saldatura. Valutazioni effettuate dall’Istituto Interna- zionale della Saldatura (IIW) indicano che il numero di richiedenti le attività di addestramento e qualificazione potrebbe aumentare se le sessioni di addestramento non prevedessero dei pesanti corsi “in aula”. L’insegnamento a distanza (Distance Learning) è un modo per raggiungere quelle persone che non possono frequentare i corsi tradizionali in aula. 2) Finalità del progetto Obiettivo di questo progetto è quello di rendere disponibile uno strumento di addestramento che sia utile per andare incontro alle necessità dei discenti. Il progetto farà tesoro dell’esperienza e delle conoscenze acquisite dal membro tedesco dell’EWF (SLV) che ha già implementato dei corsi di formazione a distanza e sviluppato del materiale interessante di tipo “user friendly”. Questa proposta intende avvantaggiarsi di un DVD interattivo per i corsi di addestramento per Welding Engineer e trasferirlo agli altri 4 paesi Membri del Consorzio: Romania, Italia, Portogallo e Polonia, in maniera tale che anch’essi possano beneficiare di tale conoscenza. Il partenariato è costituito dagli Istituti della saldatura di quei paesi che possiedono delle forti conoscenze e competenze nell’addestramento e qualificazione nel settore; tuttavia vi sono delle differenze nelle realtà educative/formative e nelle necessità. Pertanto, l’SLV trasferirà la sua esperienza nello sviluppo e l’utilizzo di materiali addestrativi agli altri membri del Consorzio, che avranno la responsabilità di tradurre e adattare il DVD originale. L’EWF agirà come coordinatore del progetto, in quanto ha una considerevole esperienza nel gestire tale tipo di azione ma, ancora più importante sarà la sua rete di Membri operanti nel settore dell’addestramento e la qualificazione del Personale, che copre 29 Paesi europei ed extraeuropei e che risulterà essenziale nella implementazione e nella disseminazione dei risultati del progetto. Il progetto mira a supportare la traduzione e l’implementazione del materiale addestrativo per l’insegnamento a distanza per International Welding Engineer, in accordo al sistema di qualificazione dell’EWF dei Coordinatori di saldatura (norme EN ISO 14731 e EN ISO 3834). International Institute of European Welding Federation Notizie Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 105 IIW-EWF Notizie 106 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 IIW-EWF Notizie Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 107 IIW-EWF Notizie 108 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 IIW-EWF Notizie Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 109 Dalle Aziende Da Esab Saldatura la nuova soluzione “2 in 1” per la sicurezza del saldatore ESAB Saldatura, azienda di primo piano nella produzione di consumabili e impianti per saldatura, presenta un nuovo tipo di adattatore per elmetto rigido che consentirà all’operatore di risparmiare tempo e diminuire le difficoltà nel cambiare abbigliamento di saldatura per affrontare differenti situazioni di lavoro. L’adattatore per elmetto rigido è stato progettato per ambienti di lavoro dove i saldatori abbiano la necessità di usare sia un elmetto rigido di sicurezza che la maschera di saldatura. L’adattatore è ideale nei cantieri navali o nei cantieri civili dove diventava un problema l’utilizzo simultaneo della maschera di saldatura insieme all’elmetto rigido obbligatorio per il rischio di caduta oggetti. Ora, piuttosto che portarsi dietro due elmetti, l’adattatore per elmetto rigido viene semplicemente attaccato alla maschera per saldatura New-Tech, dopo la rimozione dell’ imbracatura interna per la testa, in pochi secondi. Per un’ulteriore sicurezza per l’utilizzatore non è necessario togliersi l’elmetto rigido per poter applicare o sganciare l’adattatore. Questa operazione può essere compiuta anche indossando guanti pesanti di protezione. Per una totale flessibilità d’uso l’adattatore per elmetto può essere utilizzato con tutte le maschere di saldatura auto-oscuranti della serie NewTech, dotate di tecnologie di ultima generazione sviluppate da ESAB. Tutti i 4 modelli della gamma New-Tech sono leggerissimi e bilanciati per garantire massimo comfort, un ampio campo visivo e protezione per collo, orecchie e viso. L’area davanti alla bocca è larga garantendo così un buon flusso d’aria - questa caratteristica assicura il non ristagno di monossido di carbonio. Per personalizzazioni o per questioni di corporate aziendali gli elmetti rigidi sono disponibili in diversi colori: giallo, bianco, blu, verde e rosso. Per ordinare in maniera più semplice possibile e corretta la maschera di saldatura e l’adattatore, ESAB ha diviso l’operazione in tre semplici passaggi. Primo: selezionare la maschera NewTech desiderata. Nel secondo passo utilizzare il numero che appare a fianco per scegliere l’adattatore corretto e infine selezionare il colore dell’elmetto desiderato. ESAB Saldatura SpA Via Mattei, 24 - 20010 Mesero (MI) Tel. 02 979681 - Fax 02 97289300 e-mail: [email protected] www.esab.it Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 111 Dalle Aziende Formazione in ambiente virtuale Come risparmiare risorse per la formazione dei futuri saldatori Per iniziare o tornare a praticare la prof essi o n e d i s a ld a tore è ne c e ssari o seguire molte ore di esercitazioni pratiche, per acquisire le abilità manuali necessarie per utilizzare la torcia. Prima di raggiungere i risultati di saldatura della qualità richiesta, si consumano notevoli quantità di corrente, gas, lamiere, materiale di fusione e altre risorse economiche. Fronius si è resa conto della necessità di impiegare metodi didattici efficienti e non inquinanti e ha sviluppato una valida alternativa: Virtual Welding. La postazione di lavoro per la formazione dei futuri saldatori è ora costituita da una torcia e un pezzo da lavorare, riprodotti sulla base di un modello, più un PC e uno schermo. Sia l’arco voltaico sia il giunto saldato e il rumore generato durante la sua realizzazione sono virtuali. In questo modo si riduce considerevolmente l’ingente consumo di materiali che caratterizza le esercitazioni tradizionali con attrezzature di saldatura vere e proprie. Il prodotto sarà disponibile sul mercato a partire da Marzo 2010. Un sistema di rilevamento magnetico trasferisce i movimenti della mano nell’ambiente virtuale, visualizzandoli sullo schermo o negli occhiali 3D. Un sensore aggiuntivo posizionato sul casco per saldatura consente una visione realistica dell’operazione di saldatura. A seconda dei parametri di saldatura, 112 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 liberamente impostabili, viene simulato efficacemente l’aspetto tipico di svariate saldature e si può perfino sentire in tempo reale il rumore tipico della saldatura. L’allievo risponde con i movimenti della mano e sviluppa il senso della tensione e dell’intensità di corrente. Dopo un corso di 120 ore di esercitazione con Virtual Welding, il novello saldatore raggiunge risultati concreti. Il fabbisogno di risorse materiali si riduce di un quarto rispetto ai corsi di formazione convenzionali e l’immagine della professione di saldatore guadagna interesse soprattutto tra i candidati ai corsi di formazione più giovani. La connettività di rete del prodotto consente di aprire le porte dell’“aula di esercitazione” anche al vastissimo World Wide Web. Condizioni del team configurabili tra i membri dei gruppi collegati in rete e valutazioni oggettive costanti stimolano la motivazione e l’attitudine al rendimento. L’“officina didattica” virtuale, impiegabile in qualsiasi settore e per qualsiasi marchio, può essere trasportata in un trolley o essere costituita da un terminale che richiede una superficie di appoggio inferiore a 1 m2. Il modello didattico comprende una sequenza formativa e una di simulazione. Nella sequenza formativa il principiante si esercita a essere veloce nella guida della torcia. L’organizzazione dei vari livelli comprende esercitazioni per imparare la distanza ottimale e l’angolazione corretta tra torcia e pezzo da lavorare. Grazie a moduli e parametri impostabili, Virtual Welding simula svariate condizioni di processo. I progressi sono documentabili e valutabili singolarmente. All’occorrenza, l’utente può ricevere anche moduli di aggiornamento e adattamenti specifici per i clienti. FRONIUS Via Monte Pasubio, 137 - 36010 Zanè (VI) Tel. 0445 804444 / 0362 545564 Fax 0445 804400 e-mail: [email protected] www.fronius.com L’innovazione dei distretti industriali corre a MECSPE - A Parma dal 25 al 27 Marzo 2010 l’eccellenza dell’industria manifatturiera del Made in Italy Riapre con sei saloni dedicati all’eccellenza manifatturiera del Made in Italy la nona edizione di MECSPE, la fiera internazionale della meccanica specializzata che si terrà a Parma dal 25 al 27 Marzo 2010. Reduce da un 2009 di successo - 42 mila mq e 23.000 visitatori - l’edizione 2010 di MECSPE sarà segnata dalla presenza delle Piazze dell’Eccellenza, aree espositive organizzate per settori di destinazione finale dove verranno messe in risalto le filiere industriali d’eccellenza. Per enfatizzare quelle realtà produttive che possono rappresentare un esempio e uno stimolo per gli operatori del comparto verrà posizionato al centro di ogni piazza il prodotto finito di un´azienda che eccelle in una particolare produzione o che si caratterizza per innovazioni di processo e intorno ad esso verranno presentati i subfornitori che con i loro prodotti consentono all´impresa di primeggiare nella sua attività. Fra i settori d’eccellenza a cui si indirizzeranno le Piazze dell’Eccellenza quello Medicale, Automotive e Motorsport, Nautico, Alimentare e Packaging, Aeronautico, della Sostenibilità ambientale ed Eolico. All’interno dell’area dedicata al settore Medicale che, secondo i dati dell’indagine condotta dal Centro Marketing di Milano, rappresenta il quinto comparto industriale per "destinazione produttiva", sarà possibile assistere alle tecnologie di produzione più evolute con l’utilizzo di materiali tradizionali e avanzati. Dalle Aziende Protagonisti dei settori Automotive e Motorsport la tradizione, l’innovazione e l’indole da competizione della Dallara Automobili che in fiera presenterà tutte le fasi di realizzazione del progetto X-Bow, la prima vettura a 4 ruote prodotta da KTM che detterà nuovi standard tecnologici ed innovativi, a costi contenuti. L’intera area verrà organizzata con il contributo tecnico-scientifico di Assomotoracing, l’associazione culturale storia e tecnica del motorismo da competizione. Anche per il settore della Nautica vi saranno alcuni esempi concreti di imbarcazioni innovative e tecnologie all’avanguardia di eccellenza internazionale. Di assoluto rilievo il Future Project Hydrogen, un progetto avveniristico di tre aziende austriache, Fronius, Bitter e Frauscher, che ha portato alla realizzazione della prima imbarcazione elettrica al mondo alimentata con celle a combustibile di idrogeno. In scena nell’area dedicata al settore Alimentare e Packaging tutte le tecnolog i e d i p ro c e s s o , c onf e zi oname nt o ed imballaggio trasversali a tutti i settori industriali ed un’area dedicata al design per la tavola che destinerà particolare attenzione alle tecnologie di produzione, ai materiali, al design e all’eccellenza enogastronomica offerta dal territorio. La Sostenibilità ambientale risulta sempre più centrale nelle strategie aziendali perché impone agli operatori di puntare sulla qualità dei prodotti, senza accrescerne i costi e l’efficienza della produttività, anche e soprattutto alla luce delle nuove normative europee. MECSPE ha creato al suo interno il percorso “ecoMEC” che accompagnerà i visitatori tra le aziende espositrici che si stanno impegnando nei confronti dell’ambiente proponendo materiali, sistemi e tecnologie di autoproduzione energetica da fonti rinnovabili, sistemi produttivi a basso consumo energetico, b as s o im p a tto a mbi e nt al e e basso impatto acustico. L’energia del vento sarà un’altra protagonista del percorso “ecoMEC” attraverso la realizzazione della Piazza della Tecnologica Eolica d’Eccellenza in cui verranno presentate le tecnologie realizzate in questo nuovo settore industriale che ha in Italia un grande potenziale di sviluppo essendo già al terzo posto, dopo Germania e Spagna, e prima di Francia e Regno Unito (complessivamente circa 3736 MW a fine 2008). Vi sarà inoltre Impianti Solari Expo, un’area dedicata alle soluzioni fotovoltaiche per i tetti industriali. L’evento include la possibilità di partecipare a momenti formativi, grazie al ricco calendario di workshop a cura delle associazioni che patrocinano la manifestazione, degli istituti di credito, delle istituzioni locali, che metteranno in risalto gli aspetti contributivi e di finanziamento destinati a questa attività, e degli espositori che presenteranno case history di installazioni significative di grandi impianti da loro realizzate. Il settore Aeronautico avrà il suo palcoscenico privilegiato all’interno della Piazza dei Compositi, un’area articolata in spazi espositivi riservati ai fornitori di tecnologie legate ai materiali compositi per i settori Aerospace, Nautica ed Automotive, ed in un’area dedicata allo svolgimento di conferenze tecniche. Oltre all’esposizione, la peculiarità fondamentale della manifestazione è quella di offrire ai visitatori la possibilità di partecipare a vari momenti di approfondimento tecnologico e di mercato. I visitatori potranno assistere nelle Isole di Lavorazione alla produzione diretta di manufatti con tecnologie complesse e materiali diversi, convenzionali e avanzati, e potranno inoltre partecipare alle numerose attività formative previste nei tre giorni della manifestazione che comprendono convegni organizzati in collaborazione con autorevoli riviste del settore ed importanti associazioni e miniconferenze che si svolgeranno direttamente tra gli stand espositivi, a stretto contatto con i prodotti per essere di facile fruibilità e di breve durata. MY PR Via Ripamonti, 137 - 20141 Milano Tel. 02 54123452 - Fax 02 54090230 e-mail: [email protected] www.mypr.it AUTOMATICA, il palcoscenico delle soluzioni robotizzate 8-11 Giugno 2010 Ai vantaggi principali dei robot, come flessibilità, affidabilità e possibilità di impiego in ambienti ostili all’uomo, da anni si aggiungono innovazioni tecnologiche interessanti, ad esempio nell’ambito della sicurezza dei robot stessi, della semplicità di programmazione e movimentazione o della riduzione dei prezzi. L’utilizzo di robot ne ha chiaramente guadagnato e questi sistemi evoluti trovano sempre più applicazioni in nuovi settori industriali generici, cioè al di fuori dei tradizionali impieghi nell’industria automobilistica. Come dimostrano gli esempi appena proposti, cresce il numero di robot impiegati direttamente nel settore alimentare. Per chi vuole avere una panoramica completa dell’offerta di robot industriali, AUTOMATICA 2010 è un appuntamento da non perdere. Il salone, che si svolgerà presso il Centro Fieristico di Monaco di Baviera dall’8 all’11 Giugno 2010, proporrà fra le altre cose la più grande rassegna mondiale di robotica, con soluzioni uniche e innovative per tutte le esigenze produttive, anche nell’industria alimentare. Per Volker Spanier, Direttore della Divisione Factory Automation di Epson Deutschland, AUTOMATICA è un ‘must’: “Il salone è diventato l’evento più importante per il settore dell’automazione in Europa e oltre. La forte vocazione internazionale di AUTOMATICA è un valore aggiunto importante per un’azienda globale come EPSON”. È dello stesso avviso Peter Fornoff, KUKA Key Technology Manager: “ AU TO MATICA è s enz a d u b b i o i l salone leader in Europa per la robotica, con l’offerta più completa del settore a livello internazionale. Ovviamente, per un’azienda come KUKA Roboter che ha sede ad Augsburg, scegliere di partecipare ad AUTOMATICA 2009 è stato un po’ come giocare in casa. Allestendo uno stand senza robot ci siamo voluti allontanare dalla classica concezione di fiera. Al centro dell’attenzione non abbiamo messo i robot, bensì i clienti. I visitatori sono rimasti positivamente colpiti e la qualità dei colloqui è stata molto elevata”. Frank-Peter Kirgis, Direttore della Divisione Robotics di ABB Schweiz AG, spera che AUTOMATICA 2010 produca nuovi impulsi per il mercato: “AUTOMATICA ha tutte le premesse per essere una fiera di successo: focalizzazione su settori specifici, programma collaterale interessante, numero di espositori in cre- Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 113 Dalle Aziende scita e una buona attività di marketing verso i visitatori”. Per maggiori informazioni www.automatica-munich.com. BLUSFERA EXPO & MEDIA Via Bernardo Rucellai, 10 20126 Milano Tel. 02 36531203 - Fax 02 36531598 e-mail: [email protected] www.blusfera.it Girad Condenser, una novità mondiale Si chiama Girad Condenser ed è l’ultima creatura brevettata a livello mondiale dalle Officine Termotecniche Fraccaro, leader a livello europeo nella produzione e progettazione di apparecchiature di riscaldamento ad irraggiamento con flusso dall’alto, per ambienti artigianali, industriali, stabilimenti ferroviari, commerciali, sportivi, hangar per aerei e grandi ambienti in genere. Sfruttando, infatti, i vantaggi del calore emesso per irraggiamento dall’alto e la condensazione, si ottengono importanti riduzioni dei costi di gestione, rispetto a qualsiasi altro impianto radiante a pavimento o a qualsiasi impianto ad aria calda con generatori a condensazione installati in ambienti con altezze superiori ai 5 m. Una nuova generazione di generatori di calore a condensazione, quella brevettata dalla Fraccaro, che da un lato testimonia l’impegno costante dell’azienda di Castelfranco nella ricerca e nell’innovazione di prodotto, dall’altro evidenzia la semplicità e modernità di una tecnologia che può essere applicata oltre che ai nuovi anche agli impianti esistenti per migliorarne l’efficienza energetica con rendimenti medi del 107%. L’alto rendimento dei generatori di calore radiante ed i bassissimi livelli di CO e CO2, ottenuti con l’utilizzo di bruciatori premiscelati, ci permette di realizzare impianti nel rispetto dell’ambiente e del protocollo di Kyoto. Le Officine Termotecniche Fraccaro sono presenti nel mercato del riscaldamento industriale e per grandi ambienti in genere da quasi cinquanta anni (1960 l’anno di fondazione), da oltre 15 anni applicano con successo le stesse tecnologie in tutti quei settori dove è richiesto calore negli impianti di processo indu- 114 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 striale come forni industriali per l’essicazione del legno, delle vernici, del marmo, nella cottura dei cibi e nella deformazione dei materiali come vetro, plastica, alluminio e acciaio. Come spiegano alla Fraccaro, infatti, i vantaggi dell’irraggiamento diffuso dall ’al t o ri sp etto ad un tr adiz ionale impianto a convezione si possono riassumere in poche parole: • minore temperatura dell’aria per effetto del riscaldamento radiante che riscalda in modo primario solo i corpi e le superfici, con notevole risparmio energetico nel riscaldare grandi o piccole superfici; • è un riscaldamento statico, non crea nessun movimento dell’aria e quindi non movimenta polveri che normalmente sono presenti negli ambienti di lavoro, generando quindi un miglior comfort di calore rispetto ai tradizionali sistemi ad aria calda; • il calore viene indirizzato esclusivamente nella parte bassa dei locali, dove effettivamente è necessario riscaldare; • i tempi di messa a regime sono molto bassi e di conseguenza i costi di gestione sono inferiori rispetto ai tradizionali impianti a pavimento; • spot-heating, ovvero non essendo ne c e ssar io r is caldare l’ar ia, s i possono riscaldare singole aree di lavoro, anche di pochi m2 localizzate all’interno di grandi aree, differenziando le temperature da zona a zona, cosa non possibile con gli impianti tradizionali. L’azienda è certificata ISO 9001:2000 pe r l a progettaz ione, produz ione, vendita, installazione e assistenza post vendita; tutti i prodotti sono dotati di marchio CE oltre alle certificazioni per i Paesi dell’Europa dell’Est, dell’Asia, delle Repubbliche ex sovietiche, del Nord America e del Sud America. La gamma dei prodotti Fraccaro a condensazione si articola in diverse linee: i nastri radianti Girad, i moduli a tubi radianti Panrad, le termostrisce ad acqua calda Waterstrip e le termostrisce Vaporad a 105 °C di temperatura. Alla Fraccaro ci sono le competenze per riscaldare qualsiasi stabilimento industriale con il massimo del risparmio energetico. FRACCARO OFFICINE Srl Via Sile, 32 Z.I. 31033 Castelfranco Veneto (TV) Tel. 0423 721003 - Fax 0423 493223 e-mail: [email protected] www.fraccaro.it Cavo Bus universale - Nuovi conduttori in fibra ottica con raggio di curvatura 5xd La Igus GmbH di Colonia, azienda specializzata in sistemi per catene portacavi per il trasferimento di energia e di dati, ha sviluppato un nuovo cavo in fibra ottica "Chainflex CFLG.2LB“ utilizzabile universalmente per tutti i sistemi Bus. La particolarità di questo cavo Bus in fibra di vetro a due anime è data da un raggio di curvatura estremamente piccolo, 5xd o soli 40 mm, utilizzabile in catena portacavi ad un elevato numero di cicli senza perdita di dati. Questo nuovo cavo presenta dei raggi di curvatura inferiori di oltre il 50 % rispetto a quelli di normali cavi Bus e di oltre il 65% rispetto a quelli dei precedenti cavi in fibra di vetro a due anime. Grazie alla particolare struttura delle anime in fibra ottica e alla proprietà di scarico della tensione e della torsione delle fibre Aramid, i test condotti su uno spezzone di prova con raggio di 38 mm hanno fatto già registrare oltre 8.5 milioni di corse in catena portacavi senza alcun problema. Un rivestimento in mescola di TPE altamente resistente all’attrito e all’olio offre ulteriore protezione da danni meccanici. Il cavo è esente da PVC e alogeni e idoneo per temperature operative da - 40 °C a + 60 °C. La fibra di vetro è indipendente dal sistema La nuova generazione di cavi in fibra di vetro, stando a quanto indicato dal- Dalle Aziende l’azienda, è utilizzabile in tutti i settori. Per le applicazioni si spazia quindi dalle macchine utensili fino ai sistemi di manipolazione Pick and Place per arrivare ad impianti per la lavorazione del legno e della pietra. A differenza dei cavi Bus in rame, sostiene il costruttore Igus, i cavi in fibra ottica sono più leggeri, consentono di trasferire maggiori volumi di dati a maggiore velocità, presentano raggi più piccoli, si possono re a liz z a re tr a tte pi ù l unghe , una migliore protezione elettromagnetica e una perdita di trasmissione sostanzialmente ridotta. Infine la fibra di vetro è indipendente dal sistema e, in caso di cambio di sistema Bus, non è necessaria una nuova installazione di cavi. IGUS® S.r.l. Via delle Rovedine, 4 23899 Robbiate (LC) Tel. 039 59061 - Fax 039 5906222 e-mail: [email protected] www.igus.it Fluidtrans Compomac 2010, il mondo della potenza fluida riconferma la fiducia nella manifestazione - Novità tecnologiche, formazione ed eventi internazionali per confrontarsi con i key player del settore e prepararsi alla ripresa Si rinnova a Milano l’appuntamento con il Fluidtrans Compomac, la biennale internazionale di trasmissioni di potenza fluida e meccatronica che si terrà a fieramilano (Rho) dal 4 al 7 Maggio 2010. La manifestazione, che si conferma appuntamento internazionale di riferimento per la componentistica indu- striale nel 2010, presenta un panorama ampio e articolato di prodotti, sistemi e opportunità applicative tecnologicamente all’avanguardia per l’impiego in tutti i settori industriali: dai componenti oleodinamici a quelli pneumatici, dalle tecniche e tecnologie di trattamento e utilizzo dell’aria compressa a quelle del vuoto, dai fluidi alla strumentazione di analisi e controllo, dai materiali ai software di progettazione e calcolo. Pur in un contesto di mercato condizionato dalla situazione di empasse dei principali settori applicativi, Fluidtrans Compomac sta registrando importanti conferme: numerose aziende del settore hanno infatti accolto l’invito di organizzatori e promotori - Fieramilano Rassegne e Assofluid (Associazione Italiana dei Costruttori ed Operatori del Settore Ol e oi dr aulico e Pneum atico) - ad “avere il coraggio di investire”. La manifestazione sarà dunque l’occasione per incontrarsi, confrontarsi sulla situazione di mercato e valutare gli strumenti migliori per affrontare la ripresa ormai da tutti unanimemente attesa nei prossimi mesi: saranno infatti presenti non sol o k ey player italiani, m a anche importanti aziende europee e del Bacino del Mediterraneo. “L’intero mercato della potenza fluida ha dichiarato Giorgio Beretta, Presidente Assofluid - sta vivendo una fase complessa, ma oggi fermarsi e smettere di investire in innovazione sarebbe l’errore più grave. Significherebbe farsi trovare impreparati alla ripresa che, come dimostrano i segnali concreti di que st i ultim i m es i, s ta ar r ivando. Ritengo dunque che la presenza di nume ros i es pos itor i, anche in un momento di liquidità ridotta, sia un segnale forte per il mercato. Per presentare le proprie soluzioni e i propri componenti esserci è fondamentale. Soprattutto in un mercato strategico come quello italiano, che continua ad essere il s e c o n d o i n E u ro p a e i l q u i n t o n e l mondo, dando prova di eccellenza, competitività e grande capacità di innovare”. Gli appuntamenti da non perdere Anche per il 2010 l’AIPI - Associazione Italiana Progettisti Industriali - ha accettato con entusiasmo l’invito ad organizzare la cerimonia di conferimento del Premio Internazionale Leonardo da Vinci all’interno di Fluidtrans Compomac. Il Premio si propone di valorizzare la figura del Progettista Industriale, conferendo riconoscimenti personali a chi abbia realizzato importanti innovazioni in campo tecnico e si estende anche a enti o aziende che abbiano contribuito con particolare efficacia alla diffusione all’estero di prodotti di progettazione made in Italy. Sempre nell’ambito della manifestazione, nella mattinata di Giovedì 6 Maggio avrà luogo la riunione dell’ISC (International Statistics Committee), la Commissione statistica internazionale della potenza fluida, cui prenderanno parte i delegati del CETOP, il Comitato Europeo per le Trasmissioni Oleoidrauliche e Pneumatiche, che rappresenta 17 Paesi e 18 associazioni europee del settore (Belgio-FIMOP, FinlandiaFHPA, Francia-ARTEMA, GermaniVDMA, Italia-ASSOFLUID, NorvegiaHPF, Olanda-FEDA, Polonia, Regno Unito-BFPA, Repubblica Ceca-CAHP, Romania-FLUIDAS, Russia-FPA, Slovenia-FTS, Spagna-AIFTOP, Svezia-HPF, Svizzera-GOP e SWISSMEM, TurchiaAKDER) e i delegati internazionali di USA, Cina, Taiwan e Giappone. Nella stessa giornata, inoltre, avrà luogo l’International Fluid Power Summit, organizzato da ASSOFLUID, durante il quale i rappresentanti delle principali associazioni mondiali di riferimento della potenza fluida si incontreranno per discutere la situazione econom i c a g e n e r a l e e d e l s e t t o re d i riferimento. Infine, grande attenzione sarà data alla tematica dell’innovazione tecnologica e alle sue strategiche ricadute in ambito industriale in termini di efficienza energetica e produttiva, prestazioni, affidabilità: su tali contenuti si concentreranno infatti iniziative tematiche e formative, al momento in fase di definizione da parte del Comitato TecnicoScientifico di Manifestazione, formato da autorevoli associazioni di settore ed esponenti del mondo accademico. Positive sinergie Fluidtrans Compomac insieme a BIAS (Biennale Internazionale dell’Automazione, Strumentazione, Microelettronica e ICT per l’Industria) e Mechanical Power Transmission & Motion Control (Biennale Internazionale di Trasmissioni Meccaniche, Motion Control e Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 115 Dalle Aziende Meccatronica) darà vita alla TEWTechnology Exhibitions Week. Un unico evento per presentare componenti e soluzioni che trovano applicazione nei principali settori dell’industria manifatturiera e di processo: macchine movimento terra, macchine utensili, automotive, food, imballaggio, tessile, chimico e petrolchimico, solo per citare i principali. FIERA MILANO SpA Strada Statale del Sempione, 28 20017 Rho (MI) Tel. 02 49976214 - Fax 02 49976250 e-mail: [email protected] www.fieramilano.it La Slice della Arcair utilizzata dai Vigili del Fuoco per operazioni di salvataggio Il sistema di taglio Slice della Arcair taglia, brucia, fonde o vaporizza gran parte dei materiali grazie ad una reazione chimica denominata Esotermica. L’impianto si compone di una torcia Slice collegata ad una bombola di ossigeno e da un elettrodo in acciaio profilato inserito sulla testa della torcia. La scarica elettrica generata da una batteria viene utilizzata per innescare la fusione dell’elettrodo che continuerà a bruciare fino a quando non verrà interrotto il flusso dell’ossigeno, questo sistema di taglio funziona anche in presenza di acqua nebulizzata. Effettuato 116 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 l ’ i n n e s c o , l ’ e l e t t ro d o b r u c i a a d una temperatura che può raggiungere i 5500 °C, consentendo di operare con facilità su qualsiasi materiale. Questa attrezzatura è particolarmente utile durante le operazioni di salvataggio in quanto riesce a tagliare rapidamente cerniere, porte, bulloni, aprire vie di fuga per consentire il rapido recupero di persone intrappolate in ambienti a rischio. I kit Slice sono disponibili in valigette portatili contenenti: una torcia, l’accenditore, una batteria ricaricabile, accessori d’uso ed una confezione di elettrodi. Per ulteriori dettagli ed un video sul Sistema Slice della Arcair siete pregati di visitare il sito www.arcairslice.com. THERMADYNE ITALIA Srl Via Bolsena, 7 20098 San Giuliano Milanese (MI) Tel. 02 36546801 - Fax 02 36546840 e-mail: [email protected] www.thermadyne.com La vasta gamma dei prodotti Univet ad elevata specializzazione funzionale Occhiali protettivi Gli occhiali protettivi si articolano in diversi modelli, distinti in base alle richieste di performance. Le lenti, solitamente in policarbonato, propongono trattamenti antiappannamento o antigraffio; sono disponibili versioni specifiche per svariati campi d’impiego, per interni ed esterni, con protezione UV. E ancora, possono presentare elevata resistenza all’impatto e ripari laterali integrati. Le aste possono essere regolabili e sono costituite da morbido materiale sovrastampato, allo scopo di garantire un’eccellente vestibilità evitando fastidiose pressioni locali. La montatura, indeformabile e anallergica, è realizzata in policarbonato; alcuni modelli sono sovrapponibili ai comuni occhiali da vista. Un aspetto specifico di questi prodotti è il peso ultraleggero: da un massimo di 50 grammi ad un minimo di 18 grammi. Alla linea di occhiali protettivi possono essere applicate lenti correttive su prescrizione medica, diverse a seconda della patologia visiva dell’utente. Questi prodotti, progettati, sviluppati e realizzati interamente in Italia, sono conformi agli standard EN 166. Per venire incontro alle esigenze di tutti, UNIVET mette a disposizione anche una gamma di occhiali correttivi premontati, per coloro che desiderino avere disponibile immediatamente un prodotto correttivo, unitamente alla certezza di utilizzo di un DPI conforme alle normative che regolamentano gli occhiali protettivi. Maschere Le maschere protettive, dal design avvolgente, costituiscono un’altra branca della produzione Univet. Anche questo prodotto si differenzia in una serie di modelli, con caratteristiche variabili da un tipo all’altro. Caratteristica basilare è la sovrapponibilità alla maggior parte degli occhiali da vista. Oltre a ciò, un’ampia fascia elastica regolabile a supporto della maschera garantisce l’adattabilità a qualsiasi operatore. Indirizzate al settore di protezione civile, le maschere termoignifughe anti-fiamma costituiscono un’ulteriore specializzazione del prodotto in quanto presentano dei tratti altamente caratterizzanti: montatura e lente con qualità di non propagazione della fiamma, lente doppia in policarbonato da 2 mm antiappannante e fascia elastica regolabile ignifuga. Univet propone inoltre le maschere sterilizzabili costituite da un occhiale panoramico ventilato e un sistema di aerazione indiretta. Queste maschere sono ultraleggere e variano da un massimo di 110 grammi ad un minimo di 75 grammi. Visiere Altro settore produttivo riguarda le visiere, costituite da semicalotta ergonomica in materiale anallergico, raccordo universale in alluminio anodizzato, regolazione superiore e posteriore con caratteristiche di perfetta tenuta. Lo schermo della visiera, disponibile in policarbonato iniettato o piano con trattamento antigraffio, si differenzia per modelli e campi d’impiego, proteggendo da raggi UV e infrarossi. UNIVET ha inoltre ideato un caschetto con visiera specificamente pensato per proteggere coloro che possono essere soggetti alle conseguenze dell’arco elettrico. Dispositivi per saldatura Particolari modelli e montature, quando destinati a settori professionali che prevedono attività di saldatura, sono resistenti ad alte temperature e montano le Dalle Aziende specifiche lenti verdi protettive per schermare i raggi infrarossi. Pensati appositamente per la saldatura sono gli schermi in fibra con impugnatura o a baschetto ribaltabile e la maschera in Zytelcon ad alta resistenza al calore e alle particelle calde. Sempre in relazione alla protezione durante la saldatura, Univet propone la rete in acciaio con finestra, in cui è possibile inserire un vetro rotondo o rettangolare e il vetro cilindrico stratificato. Sistemi di illuminazione, accessori e personalizzazione A quest’ampia gamma di produzione si affiancano i sistemi di illuminazione con fascia elastica e le luci LED ad attacco universale (per occhiali protettivi), applicabili ai sistemi ottici e caratterizzati da elevata specializzazione funzionale e strutturale. Una delle opzioni che l’azienda propone all’utenza è infine la personalizzazione dei sistemi protettivi con il logo aziendale o altre iscrizioni indelebili, tramite incisioni al laser, tampografia e con colori a scelta. UNIVET Srl Via Giovanni Prati, 87 25086 Rezzato (BS) Tel. 030 2499411 - Fax 030 2499430 e-mail: [email protected] www.univet.it ACCADUEO 2010: in preparazione la nuova edizione della manifestazione leader del settore idrico.Tante le novità, tra cui H2O Industry ACCADUEO, la mostra internazionale dedicata alle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile e il trattamento delle acque reflue, si svolgerà dal 19 al 21 Maggio 2010 presso il Quartiere Fieristico di Ferrara; è un appuntamento da non mancare, per la rilevanza degli argomenti trattati e per il peso economico/ merceologico delle aziende presenti. Alla decima edizione, ACCADUEO si conferma sempre di più quale momento d’incontro privilegiato tra le aziende espositrici e l’imprenditoria pubblica e privata, forte degli eccellenti risultati conseguiti nell’ambito dell’edizione 2008, con la presenza: di 251 espositori, di 6.747 visitatori professionali (altamente qualificati), dei più importanti marchi italiani ed esteri, la partecipazione di importanti Enti ed Associazioni e una ricca proposta di novità espositive. ACCADUEO si conferma, nel panorama internazionale, come la maggior manifestazione dedicata al settore in grado di offrire a espositori e operatori importanti occasioni di business e aggiornamento professionale per il settore acqua e gas. BOLOGNAFIERE Piazza Costituzione, 6 - 40128 Bologna Tel. 051 282261 - Fax 051 282328 e-mail: [email protected] www.bolognafiere.it Appuntamento con SALDAT Forum 2010 A NA STA , As s ociaz ione Naz ionale Aziende Saldatura e Taglio, organizza SALDAT Forum 2010, che si svolgerà Martedì 22 Giugno al Centro Congressi dell’ATA Quark Hotel di Milano in via Lampedusa. SALDAT si presenta quest’anno con la nuov a ves te di “ SAL D AT For um ” , evento qualificato per gli operatori del mercato di saldatura, taglio e tecniche affini e per tutti coloro che, a vario titolo, sono interessati al settore. A SALDAT Forum, clienti finali, distribut ori , integr ator i e profes s ionis ti potranno conoscere in anteprima le tendenze del mercato, acquisire nuovi contatti e trovare soluzioni ed applicazioni per migliorare la loro attività. SALDAT Forum è soprattutto informazione e formazione, con una ricca agenda di presentazioni a cura delle aziende espositrici. Oltre all’area espositiva, infatti, il programma convegnistico propone sessioni con presentazioni tecnico-commerciali a cura delle aziende, liberamente accessibili a tutti i partecipanti. Le presentazioni comprenderanno tutte le soluzioni e applicazioni della saldatura e taglio: automazione della saldatura compresa la robotica, macchine da taglio, macchine per saldatura ad arco di ultim a gener az ione, pro d o t t i d i consumo rispondenti alle recenti evoluzioni dell’acciaio e, infine, le apparecchiature ossigas con i dispositivi di sicurezza rispondenti alle nuove norme internazionali. L’accesso alla manifestazione è gratuito per tutti gli operatori interessati, che possono accedere liberamente all’area espositiva, ai convegni e ai relativi servizi previsti dagli organizzatori, previa registrazione gratuita sul sito www.saldat.it, dove si trovano tutte le informazioni sull’appuntamento e la domanda di partecipazione. “ANASTA è soddisfatta per essere riuscita ancora una volta a valorizzare la forza di grande rappresentatività del settore,” ha sottolineato il Presidente Giuseppe Maccarini. “Abbiamo lavorato molto nei mesi scorsi per trovare la formula migliore con cui riproporre l’appuntamento con Saldat e i risultati di questo impegno saranno chiaramente visibili il 22 Giugno a Milano. Oltre alla maggioranza dei produttori operanti sul mercato nazionale che aderiscono ad ANASTA, il Forum è aperto anche alle altre aziende del settore e delle tecniche affini. Fra i protagonisti ci saranno soprattutto i visitatori, rappresentati da utilizzatori specializzati, utilizzatori di professioni non specifiche, distribuzione nelle varie forme e dimensioni, istituzioni ed enti. Gli Enti interessati al settore della saldatura e taglio daranno una ulteriore qualificazione e rappresentatività all’evento. In particolare, l’Istituto Italiano della Saldatura sarà il c o n t rol l e r e t u t o r s c i e n t i f i c o d e l l’evento”. Segreteria SALDAT Forum c/o ANASTA Via G. Tarra, 5 - 20125 Milano Tel. 02 66710408 - Fax 02 67070756 e-mail: [email protected] www.saldat.it Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 117 Notiziario Creep & Fracture in High Temperature Components - Design & Life Assessment Issues 2009 Shibli I.A., Holdsworth S.R., Lancaster (PA-USA) 2009, 175x250 mm, 1338 pagine, ISBN: 978-1-60595-005-1, $ 294.50 Questo volume raccoglie tutte le memorie presentate alla seconda Conferenza internazionale sullo scorrimento a caldo “creep”, organizzata nell’Aprile 2009 a Z uri go (Svizzera) dall’European Creep Collaborative Committee (ECCC) e sponsorizzata dall’ISPESL, dall’ALSTOM e dalla WALTER+BAI. I documenti presentati e discussi, durante i lavori della Conferenza, comprendono una vasta gamma di argomenti, riguardanti principalmente lo studio del comportamento metallurgico, l’analisi dell’integrità strutturale e la valutazione della vita residua di componenti industriali eserciti ad alta temperatura. Lo sviluppo e la caratterizzazione di nuovi materiali è, inoltre, uno tra i temi maggiormente sviscerati ed approfonditi dagli autori delle memorie, tutti esperti e specialisti nel settore in campo internazionale. Il volume diviso in dodici sessioni riguarda in dettaglio: ricerche ed appli- cazioni negli impianti nucleari; analisi metallurgica e comportamento allo scorrimento a caldo di strutture saldate; valutazione della vita residua; comportamento alla fatica termica; considerazioni e ricerche sull’impiego degli acciai austenitici, basso-legati, martensitici e delle leghe di nichel; analisi e valutazione dei risultati; raccomandazioni e metodologie per la caratterizzazione delle prove di scorrimento a caldo; stima e previsione della criccabilità dovuta allo scorrimento a caldo. DEStech Publications Inc. , 439 North Duke Street, Lancaster PA 17602-4967 (USA). Fax: 717 5096100 http://www.destechpub.com Bridge Maintenance, Safety Management, Health Monitoring and Informatics - IABMAS ’08 Koh H.-M. e Frangopol D., Leiden (Olanda) 2008, 175 x 250 mm, 732 pagine, ISBN: 978-0-415-46844-2, £ 178.00 Q ues to volume include gli atti della quarta Conferenza internazionale “IABMAS’08” sulla manutenzione, gestione, sicurezza e monitoraggio dei ponti, organizzata dall’International Association for Bridge Maintenance and Safety a Seul (Corea) nel Luglio del 2008. Il libro raccoglie i testi integrali delle memorie e dei documenti presentati durante i lavori della Conferenza, includendo la T.Y. Lin lecture, le Keynote lectures e 456 documenti tecnici redatti da specialisti e professionisti del settore provenienti da 32 paesi. L’insieme delle relazioni presenta una panoramica aggiornata sullo stato attuale delle conoscenze nel campo della progettazione e della costruzione di nuove strutture e sugli sviluppi più recenti nel settore delle tecniche e dei metodi di riparazione e di manutenzione di ponti in esercizio da lungo tempo. Inoltre fornisce un contributo significativo nella scelta e nella razionalizzazione delle soluzioni più idonee, atte a migliore l’integrità strutturale, a prolungare la durata della vita e a gestire economicamente le diverse operazioni. Tra i numerosi argomenti trattati i più significativi ed interessanti riguardano: lo sviluppo e la caratterizzazione di nuovi materiali; la valutazione e il monitoraggio delle vibrazioni e delle sollecitazioni; i codici e le norme di riferimento; il comportamento dinamico e sismico, la progettazione di ponti ferroviari per l’alta velocità; la valutazione dei danni e dei difetti di fabbricazione; la progettazione e l’analisi strutturale; l’utilizzazione di sistemi avanzati robotizzati per il controllo e il monitoraggio; Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 119 Notiziario il comportamento a fatica; l’impiego di materiali compositi; l’analisi strutturale ed economica del ciclo della vita di un ponte; l’affidabilità e la valutazione dei rischi; la riparazione e la manutenzione di strutture già esistenti. CRC Press UK, 24 Blades Court Deodar Road, London SW15 2NU (Inghilterra). Di st r ib u to re : Ta y lor & F ranc i s Balkema, Schipholweg 107C, P.O. Box 447, 2300AK Leiden (Olanda). Fax: + 31 71 5243081 http://www.taylorfrancis.co.uk Codici e Norme Norme nazionali Italia UNI EN 485-1 - Alluminio e leghe di alluminio - Lamiere, nastri e piastre Parte 1: Condizioni tecniche di controllo e fornitura (2009). EC 1-2010 UNI EN ISO 3834-5:2006 Requisiti di qualità per la saldatura per fusione dei materiali metallici - Parte 5: Documenti ai quali è necessario conformarsi per poter dichiarare la conformità ai requisiti di qualità di cui alle parti 2, 3 o 4 della ISO 3834 (2009). UNI EN 10238 - Prodotti di acciaio per impieghi strutturali sabbiati in automatico e preverniciati con una mano di fondo applicata in automatico (2009). UNI EN 13445-5 - Recipienti a pressione non esposti a fiamma - Parte 5: Controllo e prove (2009). UNI EN 13445-6 - Recipienti a pressione non esposti a fiamma - Parte 6: Requisiti per la progettazione e la costruzione di recipienti a pressione e parti in pressione realizzati in ghisa sferoidale (2009). UNI CEN/CR 13445-7 - Recipienti a pressione non esposti a fiamma - Parte 7: Guida all'utilizzo delle procedure di conformità (2010). UNI EN 13445-8 - Recipienti a pressione non esposti a fiamma - Parte 8: Requisiti aggiuntivi per i recipienti a pressione di alluminio e leghe di alluminio (2009). UNI EN ISO 13479 - Tubi di poliolefine per il trasporto di fluidi - Determinazione della resistenza alla propagazione della fessura - Metodo di prova per la propagazione lenta della fessura di un tubo intagliato (2009). UNI EN ISO 14113 - Apparecchiature per saldatura a gas - Tubi flessibili e tubi raccordati di gomma e di plastica per l'utilizzo con gas industriali fino alla pressione di 450 bar (45 MPa) (2009). USA API 570 - Piping inspection code: inservice inspection, rating, repair, and alteration of piping systems (2009). API RP 572 - Inspection practices for pressure vessels (2009). UNI EN 10349 - Getti d'acciaio - Getti d'acciaio austenitici al manganese (2009). API RP 574 - Inspection practices for piping system components (2009). UNI/TR 11220 - Gestione per la qualità - Significato dei principali termini utilizzati nelle norme della serie ISO 9000 (2009). API RP 580 - Risk-based inspection (2009). UNI EN 13445-1 - Recipienti a pressione non esposti a fiamma - Parte 1: Generalità (2009). ASME B16.10 - Face-to-face and endto-end dimensions of valves (2009). UNI EN 13445-2 - Recipienti a pressione non esposti a fiamma - Parte 2: Materiali (2009). UNI EN 13445-3 - Recipienti a pressione non esposti a fiamma - Parte 3: Progettazione (2009). UNI EN 13445-4 - Recipienti a pressione non esposti a fiamma - Parte 4: Costruzione (2009). 120 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 API RP 582 - Welding guidelines for the chemical, oil and gas industries (2010). ASTM A 500/A 500M - Standard specification for cold-formed welded and seamless carbon stein rounds and shapes (2010). ASTM A 568/A 568M - Standard specification for steel, sheet, carbon, structural, and high-strength, low-alloy, hotrolled and cold-rolled (2009). ASTM A 1011/A 1011M - Standard specification for steel, sheet and strip, hot-rolled, carbon, structural, highstrength low-alloy, high-strength lowalloy with improved formability, and ultra-high strength (2009). AWS A5.29/A5.29M - Specification for low-alloy steel electrodes for flux cored arc welding (2009). MSS SP 79 - Socket welding reducer inserts (2009). Norme europee EN EN ISO 12706 - Non-destructive testing - Penetrant testing - Vocabulary (2009). EN 12819 - LPG equipment and accessories - Inspection and requalification of LPG tanks greater than 13 m³ (2009). EN 13195 - Aluminium and aluminium alloys - Specifications for wrought and cast products for marine applications (shipbuilding, marine and offshore) (2009). EN I S O 14713-1 - Z i n c c o a t i n g s Guidelines and recommendations for the protection against corrosion of iron and steel in structures - Part 1: General principles of design and corrosion resistance (2009). ASME B16.36 - Orifice flanges (2009). EN I S O 14713-2 - Z i n c c o a t i n g s Guidelines and recommendations for the protection against corrosion of iron and steel in structures - Part 2: Hot dip galvanizing (2009). ASTM A 240/A 240M - Standard specification for chromium and chromiumnickel stainless steel plate, sheet, and strip for pressure vessels and for general applications (2009). EN I S O 14713-3 - Z i n c c o a t i n g s Guidelines and recommendations for the protection against corrosion of iron and steel in structures - Part 3: Sherardizing (2009). ASTM A 479/A 479M - Standard specification for stainless steel bars and shapes for use in boilers and other pressure vessels (2009). EN ISO 18592 - Resistance welding Destructive testing of welds - Method for the fatigue testing of multispotwelded specimens (2009). Notiziario Norme internazionali ISO 10679 - Steel - Cast tool steel (2010). ISO ISO 10961 - Gas cylinders - Cylinder bundles - Design, manufacture, testing and inspection (2010). ISO 9539 - Gas welding equipment Materials for equipment used in gas welding, cutting and allied processes (2010). I S O 18592 - Res is tance w e l d i n g Destructive testing of welds - Method for the fatigue testing of multi-spotwelded specimens (2009). ISO/IEC 31010 - Risk management Risk assessment techniques (2009). Corsi IIS Luogo Genova Data Titolo Ore Marzo-Giugno 2010 Corso per International Welding Engineer - Parti I e II (Corso di Specializzazione) Legnano (MI) Marzo-Giugno 2010 Corso per International Welding Engineer - Parti I e II (Corso di Specializzazione) -- Mogliano Veneto (TV) Marzo-Giugno 2010 Corso per International Welding Engineer - Parti I e II (Corso di Specializzazione) -- Genova Marzo-Giugno 2010 Corso per International Welding Technologist - Parti I e II (Corso di Specializzazione) -- Legnano (MI) Marzo-Giugno 2010 Corso per International Welding Technologist - Parti I e II (Corso di Specializzazione) -- Mogliano Veneto (TV) Marzo-Giugno 2010 Corso per International Welding Technologist - Parti I e II (Corso di Specializzazione) -- Genova 15-18/3/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Legnano (MI) 15-19/3/2010 Corso celere in saldatura 32 Taranto 16-18/3/2010 Corso avanzato - Risk Based Inspection 24 Genova 22-23/3/2010 Corso teorico-pratico di incollaggio di tubi e/o raccordi di PVC-C, PVC-U o di ABS per la qualificazione secondo UNI 11242 16 Genova 23-24/3/2010 Corso avanzato - Failure analysis 16 Mogliano Veneto (TV) 12-14/4/2010 Corso sulla saldatura dei tondini per cemento armato - Livello Specialist - Modulo Base 20 Messina 12-15/4/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Roma 12-15/4/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Mogliano Veneto (TV) 14-16/4/2010 Corso sulla saldatura dei tondini per cemento armato - Livello Specialist - Modulo Saldatura di tondini per cemento armato 20 Genova 19-22/4/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 20-21/4/2010 Sicurezza e prevenzione degli infortuni in saldatura - Corso avanzato per responsabili della sicurezza 16 -- Organizzatore Istituto Italiano della Saldatura - Divisione FOR Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Tel. 010 8341371 - Fax 010 8367780 - [email protected] Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 121 Notiziario Corsi IIS (segue) Luogo Genova Data 20-22/4/2010 Titolo Ore Corso avanzato - Fitness for service 24 -- Mogliano Veneto (TV) 3-6/5/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) Mogliano Veneto (TV) 3-7/5/2010 Corso celere in saldatura Genova 4-5/5/2010 Corso avanzato - Meccanica della frattura 16 24 32 Legnano (MI) 10-12/5/2010 Progettazione, fabbricazione e collaudo di apparecchi e sistemi di tubazione di PRFV Genova 10-14/5/2010 7-11/6/2010 5-9/7/2010 Corso modulare per la qualificazione ad International Welding Inspector - Comprehensive - Tecnologia della saldatura Genova 17-20/5/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 17-21/5/2010 Corso per International Welding Technologist - Parte III Tecnologia della saldatura -- Genova 17-21/5/2010 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore (CAT. 3) per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-08 36 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Ispettore (CAT. 2) per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-08 36 Genova 17-21/5/2010 -- Taranto 17-21/5/2010 Corso avanzato - Saldabilità delle leghe metalliche 32 Genova 17-21/5/2010 12-14/7/2010 Corso per International Welding Engineer - Parte III Tecnologia della saldatura -- Genova 18-19/5/2010 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore/Ispettore per tecnologia a “foro passante” in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-08 16 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore/Ispettore per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-38 16 -- Genova 20-21/5/2010 Legnano (MI) 24-27/5/2010 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) Genova 24-28/5/2010 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore (CAT. 3) per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-38 36 (*) Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Ispettore (CAT. 2) per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-ST-70-38 36 (*) Genova 24-28/5/2010 Organizzatore (*) Si tratta del totale delle ore per coloro che non abbiano già frequentato il corso da Operatore e/o Ispettore in accordo allo Standard ECSS-Q-ST-70-08. Per coloro in possesso di tale certificato il corso può essere ridotto fino alla durata di 24 ore. 122 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Notiziario Corsi di qualificazione per personale addetto alle PND di livello 1, 2 e 3 Esame visivo (VT) Genova 1-2/4/2010 Legnano (MI) 13-14/4/2010 Legnano (MI) 15/4/2010 Modulo Specifico Saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 8 Genova 20-21/4/2010 Modulo Specifico corrosione e verniciatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Legnano (MI) 22-23/4/2010 Modulo Specifico Saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Mogliano Veneto (TV) 19-20/5/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 21/5/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 8 Esame radiografico (RT) Mogliano Veneto (TV) 16-19/3/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Mogliano Veneto (TV) 12-16/4/2010 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 36 Legnano (MI) 13-14/4/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 20-23/4/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Genova 10-14/5/2010 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 36 Mogliano Veneto (TV) 19-20/5/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Esame ultrasonoro (UT) Genova 23-26/3/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 28 Genova 29/3-2/4/2010 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 36 Legnano (MI) 13-14/4/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Legnano (MI) 26-30/4/2010 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 36 Mogliano Veneto (TV) 10-14/5/2010 Modulo Specifico Operatore Tecniche Convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 36 Mogliano Veneto (TV) 19-20/5/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Esame con particelle magnetiche (MT) Legnano (MI) Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 4-5/5/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Legnano (MI) 18-19/5/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 19-20/5/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 13-14/4/2010 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 123 Notiziario Corsi di qualificazione, ecc. (segue) Esame con liquidi penetranti (PT) Legnano (MI) Genova 13-14/4/2010 6-7/5/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 19-20/5/2010 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Legnano (MI) 20-21/5/2010 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Corsi di altre Società Luogo Data Titolo Organizzatore Bologna Roma 15-16/3/2010 16-17/3/2010 La gestione della qualità nei laboratori di prova secondo la norma ISO/IEC 17025:2005 CERMET - Servizio Formazione (Bologna) Tel. 051 764811; fax 051 764902 [email protected] CERMET - Servizio Formazione (Roma) Tel. 06 7626001; fax 06 76968124 [email protected] Milano 17-18/3/2010 25-26/5/2010 Nuova Direttiva Macchine - Valutazione del rischio e sua documentazione nel fascicolo tecnico Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Roma Milano 17-19/3/2010 27-29/4/2010 Sistemi di Gestione per la Qualità per i Laboratori di Prova secondo la norma UNI CEI EN ISO / IEC 17025 ed accreditamento SINAL ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Napoli Milano 19/3/2010 21/5/2010 I Sistemi di Gestione Ambientale: attuazione, miglioramento, integrazione ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Livorno Napoli 22-26/3/2010 24-28/5/2010 Lead Auditor dei Sistemi di Gestione per la Salute e la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Milano Livorno 24/3/2010 12/4/2010 La nuova ISO 9001:2008: cosa cambia rispetto alla precedente ISO 9001 del 2000 ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Milano Roma 25/3/2010 14/5/2010 Come soddisfare i requisiti della nuova Direttiva Macchine 2006/42/CE Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Centro Formazione UNI (Roma) Tel. 06 69923074; fax 06 6991604 [email protected] Torino 29-30/3/2010 Le apparecchiature di misura: la gestione e la stima dell’incertezza di misura CERMET - Servizio Formazione (Torino) Tel. 011 2258681; fax 051 763382 [email protected] Torino 29/3-2/4/2010 Auditor Sistemi di Gestione per la Sicurezza - Norma OHSAS 18001-2007 AICQ Piemonte (Torino) Tel. 011 5183220; fax 011 537964 [email protected] Milano Roma 30-31/3/2010 22-23/4/2010 Criteri e metodologie di gestione nella taratura degli strumenti di misura Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Centro Formazione UNI (Roma) Tel. 06 69923074; fax 06 6991604 [email protected] 124 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Notiziario Corsi di altre Società (segue) Luogo Data Napoli 5-6/4/2010 Milano 7/4/2010 Napoli Titolo Organizzatore Misure meccaniche e termiche: strumentazione, tecniche e metodologie AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Valutazione del rischio vibrazioni negli ambienti di lavoro Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] 12-16/4/2010 Lead Auditor dei Sistemi di Gestione Qualità ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Milano 12-16/4/2010 Programma di addestramento raccomandato per l’esame con correnti indotte di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Napoli 13-15/4/2010 Corso base per la conduzione delle Verifiche Ispettive Interne per la Qualità secondo le norme ISO 9001:2008 ed ISO 19011:2002 “con esame finale” AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Roma Milano 15/4/2010 13/5/2010 Validazione dei metodi per le prove chimiche ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Roma Milano 16/4/2010 14/5/2010 Calcolo dell’incertezza di misura nelle prove chimiche ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Napoli 19/4/2010 La Dichiarazione Ambientale EMAS AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Roma Milano 19-20/4/2010 18-19/5/2010 Redazione del Manuale Qualità e delle Procedure secondo la norma UNI CEI EN ISO / IEC 17025 ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Roma 20-21/4/2010 Sicurezza nella manutenzione Centro Formazione UNI (Roma) Tel. 06 69923074; fax 06 6991604 [email protected] Milano 27/4/2010 Direttiva Macchine: norme generali di riferimento Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Milano 27-28/4/2010 Dispositivi Protezione Individuale: la Fabbricazione, la Progettazione, la Marcatura CE ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Milano 28/4/2010 Applicazione della Direttiva PED 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione - Corso base Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Napoli 29/4/2010 La gestione della sicurezza delle macchine e degli impianti industriali secondo il D. Lgs. 81/08 Titolo III AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Milano 3-7/5/2010 Programma di addestramento raccomandato per l’esame con liquidi penetranti di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Roma 5-7/5/2010 Salute e Sicurezza dei lavoratori: aggiornamento normativo AICQ-CI (Roma) Tel. 06 4464132; fax 06 4464145 [email protected] Napoli 7/5/2010 La nuova Direttiva Macchine 2006/42/CE: evoluzione rispetto alla precedente normativa 98/37/CE - Obblighi e opportunità ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 125 Notiziario Corsi di altre Società (segue) Luogo Data Milano 10/5/2010 Livorno Titolo Organizzatore Qualità nella manutenzione Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] 10-14/5/2010 Lead Auditor dei Sistemi di Gestione Ambientale ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Milano 10-21/5/2010 Programma di addestramento raccomandato per l’esame di ultrasuoni di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Napoli 12-14/5/2010 I Sistemi di Gestione Ambientale: le norme UNI EN ISO 14000 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Napoli 12-14/5/2010 Costruzione, certificazione ed esercizio delle Attrezzature a Pressione ANCCP Certification Agency (Milano) Tel. 02 2104071; fax 02 210407218 [email protected] Milano 13/5/2010 Applicazione dei requisiti della Direttiva MID ai dispositivi di regolazione e misura Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Milano 18/5/2010 Valutazione globale di conformità alla Direttiva PED 97/23/CE - Il punto di vista del fabbricante, dell’ente terzo, dell’utilizzatore Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Milano 19/5/2010 Applicazione del Decreto Ministeriale 1° Dicembre 2004, n. 329 - Criteri generali per la gestione degli impianti industriali Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024411 [email protected] Napoli 24-28/5/2010 Valutatori dei Sistemi di Gestione per la Qualità AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Roma 26-28/5/2010 Ingegneria di manutenzione Centro Formazione UNI (Roma) Tel. 06 69923074; fax 06 6991604 [email protected] Mostre e Convegni Luogo Titolo Data Organizzatore Seminario Didattico - La saldatura degli acciai strutturali al carbonio, micro-legati e ad alta resistenza bonificati Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] 17-19/3/2010 6th African Conference on NDT National Nuclear Research Institute (Accra - Ghana) Tel. +233 21 401272; fax +233 21 400807 [email protected] Montichiari (BS) 19-22/3/2010 MU&AP - 23a Rassegna della Produzione per l’Industria Meccanica CENTRO FIERA (Montichiari - BS) Tel. 030 961148; fax 030 9961966 [email protected] Orlando (Florida - USA) 20-23/3/2010 CastExpo 2010 - Experience the World of Metalcasting Expo Productions, Inc. (Hartland - Wisconsin - USA) Tel. +1 800 3675520; fax +1 262 3679956 [email protected] Williamsburg (Virginia - USA) 22-26/3/2010 19th ASNT Annual Research Symposium and Spring Conference ASNT (Columbus - Ohio - USA) Tel. +1 614 2746003; fax +1 614 2746899 [email protected] Genova 16/3/2010 Accra (Ghana) 126 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Notiziario Mostre e Convegni (segue) Luogo Data Titolo Organizzatore Parma 25-27/3/2010 MECSPE - Salone della meccanica specializzata SENAF (Milano) Tel. 02 3320391; fax 02 39005289 [email protected] Parma 25-27/3/2010 EUROSTAMPI - Fiera internazionale del mondo degli stampi SENAF (Milano) Tel. 02 3320391; fax 02 39005289 [email protected] Parma 25-27/3/2010 SUBFORNITURA - Salone delle lavorazioni industriali per conto terzi SENAF (Milano) Tel. 02 3320391; fax 02 39005289 [email protected] Parma 25-27/3/2010 CONTROL ITALY - Fiera specializzata per l’assicurazione della qualità SENAF (Milano) Tel. 02 3320391; fax 02 39005289 [email protected] Parma 25-27/3/2010 MOTEK ITALY - Fiera specializzata per la tecnologia di montaggio, assemblaggio e manipolazione SENAF (Milano) Tel. 02 3320391; fax 02 39005289 [email protected] Genova 30/3/2010 Seminario Didattico - La qualità radiografica delle saldature: interpretazione delle imperfezioni e loro valutazione di accettabilità Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Brescia 7-9/4/2010 ESAFORM 2010 - 13th International ESAFORM Conference on Material Forming Università degli Studi di Brescia Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale (Brescia) Tel. 030 3715559; fax 030 3702448 [email protected] Coimbatore (India) 9-11/4/2010 Techno4 - Trends and Innovation in Engineering Sector Orbitz Exhibitions Pvt Ltd (Mumbai - India) Tel. +91 22 24102801; fax + 91 22 2410 2805 [email protected] Torino 14-15/4/2010 AFFIDABILITA’ E TECNOLOGIE - Automotive, Aerospace, Railway, Naval & Yacht A & T (Torino) Tel. 011 5363440; fax 011 5363244 [email protected] Montichiari (BS) 14-17/4/2010 METEF - Expo Internazionale dell’Allluminio EDIMET (Montichiari - BS) Tel. 030 9981045; fax 030 9981055 [email protected] Montichiari (BS) 14-17/4/2010 FOUNDEQ - Expo Internazionale della Fonderia EDIMET (Montichiari - BS) Tel. 030 9981045; fax 030 9981055 [email protected] 15/4/2010 La qualificazione dei saldatori e delle procedure di saldatura secondo ASME BPV Sect. IX Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] 19-23/4/2010 Hannover Messe 2010 - “Efficiency - Innovation Sustainability” Hannover Messe (Hannover - D) Tel. +49 511 89-0; fax +49 511 89-32626 www.hannovermesse.de Genova Stoccarda (Germania) Genova 29/4/2010 La qualificazione dei saldatori e delle procedure di saldatura di acciai secondo EN 287-1, EN ISO 15609-1, EN ISO 15614-1 Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Rho (MI) 4-7/5/2010 BIAS - Biennale Internazionale dell’Automazione, Strumentazione, Microelettronica e ICT per l’industria FIERA MILANO (Rho - MI) Tel. 02 49976214; fax 02 49976250 [email protected] Beijing (Cina) 11-14/5/2010 Metal + Metallurgy China 2010 CIEC Exhibition Company (Beijing - P.R. China) Tel. +86 10 84600308; fax +86 10 84600213 [email protected] Bologna 12-15/5/2010 LAMIERA - Macchine, Impianti, Attrezzature per la lavorazione di lamiere, Tubi, Profilati, Fili e Carpenteria Metallica, Stampi, Saldatura, Trattamenti Termici, Trattamento e Finitura Superfici LAMIERA c/o CEU-CENTRO ESPOSIZIONI UCIMU (Cinisello Balsamo -MI) Tel. 02 26255225; fax 02 26255890 [email protected] Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 127 Notiziario Mostre e Convegni (segue) Luogo Bologna Data 13/5/2010 Titolo Organizzatore Recenti sviluppi delle tecnologie di saldatura Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] San Paolo (Brasile) 18-20/5/2010 Expoaluminio 2010 Reed Exhibitions Alcantara Machado (São Paulo - Brasil) Tel. +55 11 30605000; fax +55 11 30605001 [email protected] Ferrara 19-21/5/2010 ACCADUEO - Mostra Internazionale delle Tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile e il trattamento delle acque reflue BOLOGNA FIERE (Bologna) Tel. 051 282111; fax 051 6374028 [email protected] Genova 20/5/2010 La saldatura degli acciai basso-legati al Ni per servizio criogenico e al Cr-Mo per servizio ad alta temperatura Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Mosca (Russia) 24-27/5/2010 Metallurgy 2010 Messe Düsseldorf GmbH (Düsseldorf - D) Tel. +49 (0) 211 456001 [email protected] Genova 26/5/2010 Seminario Didattico - Fondamenti del Risk Management Istituto Italiano della Saldatura (Genova) - L’approccio dell’EWF Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] 128 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 www.mediavalue.it VolereVolare N asce MEDIAVALUE, la nuova agenzia di comunicazione. Talenti di grande esperienza, che costruiscono con voi soluzioni efficaci e innovative … dalle radici al cielo MEDIAVALUE srl Via Domenichino, 19 20149 Milano - Italy tel. +39 0289459725 fax +39 0289459753 [email protected] www.mediavalue.it M M AC CH IN E UT AC EN CH I S IL NE UT EN B O R OT AU SI L M TO A ON ZI O I A TEC N A SP IA O DE F O RM AZIO NE RTAZ IONE E IE LO G A RI A I IL US E LA COSA GIUSTA AL POSTO GIUSTO 5-9/10/2010 In concomitanza con 27.BI-MU SESTO F.S. TANG IL MONDO DELLA FINITURA DELLE SUPERFICI TORINO ALE COLOGNO NORD RHO-FIERA BOVISA NORD MACIACHINI C lio Navig Gra AEROPORTO LINATE 24 22 15 S.DONATO 18 14 13 11 Metropolitana ABBIATEGRASSO GEN OVA OV EST A GN LO BO www.bimu-sfortec.com E DUOMO nde 27.BI-MU Superficie disponibile per la manifestazione 9 STAZIONE RHO-FIERA METROPOLITANA LINEA 1 I F I R T E D La modulistica di partecipazione alla manifestazione è in P.TA VITTORIA BISCEGLIE Navig lio Ente organizzatore: EFIM-ENTE FIERE ITALIANE MACCHINE SPA Promossa da: UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE Per informazioni: 27.BI-MU c/o CEU-CENTRO ESPOSIZIONI UCIMU SPA viale Fulvio Testi 128, 20092 Cinisello Balsamo MI (Italy) tel. +39 0226 255 233/234/860, telefax +39 0226 255 897, www.bimu-sfortec.com, [email protected] Sede: . Ingresso dalle porte Est e Ovest Periodo di svolgimento: da martedì 5 a sabato 9 ottobre 2010 Orario: dalle 9.30 alle 18.00 Ingresso: biglietto giornaliero € 12 (dà accesso anche a SFORTEC); gratuito, previa preregistrazione on line, secondo le modalità indicate Catalogo 27.BI-MU/SFORTEC: € 20, disponibile nell’ambito della manifestazione GESSATE Pave se TANGENZIALE OVEST fieramilanocity TANGENZIALE EST IL MONDO DELL’ASSEMBLAGGIO ENZI S CETAZIO NT NE RA LE 27.BI-MU ospita IL MONDO DELLA SALDATURA AEROPORTO ORIO AL SERIO VENEZIA AEROPORTO MALPENSA CO MO -VA RE SE ISO 9001-2000 N. 4548/0 DIREZIONE MOSTRA, SALA STAMPA, CENTRO CONGRESSI, CENTRO SERVIZI EST Ricerche Bibliografiche Dati IIS-Data Taglio al plasma (2006-2009) Arc sensing detection approach and its application for cutting torch tracking di WANG J. et al. «JOM», GennaioMarzo 2000, pp. 1-6. Sensori; sistemi di guida; taglio al plasma; torce. A i r- p l a s m a c u t t i n g : s t a t e - o f - t h e - a r t a n d p ro s p e c t s d i ESIBYAN E.M. «Paton Weld. J.», Dicembre 2000, pp. 4-15. Bilancio energetico; proprietà termiche; taglio al plasma; taglio termico; torce. Plasma arc cutting of bridges steels (IIS/ IIW 1366-97, ex. doc. I-1061-97) di HARRIS D. «Weld. World», Maggio-Giugno 2000, pp. 3-10. Acciai da costruzione; codici di buona pratica; ponti; resistenza a fatica; ricarica ad arco sommerso; ricerche e sviluppo; saldatura ad arco; saldatura con filo animato; superfici di taglio; taglio al plasma. Activity of the Russian Institute of Welding in the field of plasma equipment and technology (Review) di SMIRNOV V.V. et al. «Paton Weld. J.», Dicembre 2000, pp. 15-18. Apparecchiature; recensione, rassegna; ricarica al plasma; Russia; saldatura al plasma; spruzzatura al plasma; taglio al plasma. Cost calculations for cutting 8 and 10 mm mild steel with CO 2 laser and fine jet plasma cutting (IIS/IIW-1454-99, ex. doc. I-1083-99) di BRÖMSSEN B.V. «Weld. World», LuglioAgosto 2000, pp. 12-17. Acciai dolci a basso carbonio; confronti; costi; taglio al plasma; taglio laser. Investigation of cut surface characteristics for plasma arc cutting di WANG J. e KUSUMOTO K. «JOM», Luglio-Settembre 2000, pp. 69-74. Acciai dolci a basso carbonio; condizioni superficiali; lamiere; rugosità; superfici di taglio; taglio al plasma. Artificial neural network estimation of “dross attached level” in plasma arc cutting process di WANG J. et al. «Schw. Schn.», Gennaio 2001, pp. E20-E24. Acciai dolci a basso carbonio; condizioni di processo; intelligenza artificiale; simulazione; sistemi intelligenti; taglio al plasma. Cutting equipment di ANONIMO «Weld. Des.», Dicembre 2000, pp. 7-20. Apparecchiature; apparecchiature per il taglio; taglio al plasma; taglio alla fiamma; taglio laser; taglio meccanico. Features of plasma arc cutting in nitrogen- oxygen mixtures (Review) di VASILIEV K.V. «Paton Weld. J.», Dicembre 2000, pp. 18-23. Acciai al C; azoto; catodo; gas-plasma; miscela; ossigeno; parametri di processo; taglio al plasma; velocità. La zona termicamente alterata nel taglio plasma di acciaio e conseguenti modificazioni metallurgiche di CHARLES M. et al. «Lamiera», Aprile 2001, pp. 110-115. Acciai dolci a basso carbonio; durezza; lamiere; metallurgia; microstruttura; taglio al plasma; ZTA. Advanced technology comes to CNC cutting di IRVING B. «Weld. J.», Luglio 2001, pp. 36-39. Comando numerico; elaboratori; programma di elaboratori; taglio al plasma; taglio alla fiamma; taglio laser; taglio termico. Plasma arc cutting torch tracking control di WANG J. et al. «Weld. Join.», Maggio-Giugno 2001, pp. 154-158. Laser; programma di elaboratori; sensori; sistemi di guida; taglio al plasma; torce. Minimizzare i costi con il taglio ad arco plasma di PARKER P. «Riv. Sald.», Maggio-Giugno 2001, pp. 337-339. Costi; taglio al plasma. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 131 Ricerche Bibliografiche Aspetti geometrici e metallurgici nel taglio al plasma ad alta definizione di titanio di GARIBOLDI E. e PREVITALI B. «Lamiera», Maggio 2001, pp. 98-106. Metallurgia; microstruttura; taglio al plasma; titanio. Saldatura laser di lembi tagliati mediante plasma ad alta definizione di CAPELLO E. et al. «Lamiera», Giugno 2001, pp. 132-144. Acciai inossidabili austenitici; CO2; confronti; controllo visivo; microstruttura; penetrazione; precisione; preparazione dei giunti; prove di durezza; prove di piegamento; prove di trazione; saldatura a foro di chiave; saldatura laser; taglio al plasma. Ta g l i o p l a s m a d i a c c i a i o i n o s s i d a b i l e e a l l u m i n i o d i CHARLES M. et al. «Lamiera», Novembre 2001, pp. 142-149. Acciai inossidabili; acciai inossidabili martensitici; alluminio; leghe Al-Mg-Si; leghe d’alluminio; microstruttura; taglio al plasma; ZTA. The industrial application efficiency criteria of gas-laser cutting di PAVELE L.A. e SUDNIK V.A. «Weld. Int.», Marzo 2002, pp. 224-227. Applicazioni; costi; produttività; taglio a getto d’acqua; taglio al plasma; taglio alla fiamma; taglio laser; taglio meccanico. Fusion cutting with cutting gases containing nitrogen di IRMER W. e KARPENKO M. «Welding and Cutting», MaggioGiugno 2002, pp. 172-175. Acciai basso-legati; acciai non legati; aria; azoto; gas; metallografia; metallurgia; miscela; porosità; taglio al plasma; taglio laser. Modern cutting machines and techniques in the shipbuilding industry di DECKER K. «Svetsaren», Gennaio-Giugno 2002, pp. 22-26. Comando numerico; costruzioni navali; preparazione superficiale; taglio a getto d’acqua; taglio al plasma; taglio alla fiamma. Analytical model of heating a component by plasma-assisted machining di PASHATSKII N.V. e PROKHOROV A.V. «Weld. Int.», Maggio 2002, pp. 405-407. Apparecchiature; componenti; riscaldamento; simulazione; taglio al plasma. Hard plates and fine cuts - Trimming of rolled plates by means of plasma cutting di SCHIMMACK H. et al. «Welding and Cutting», Luglio-Agosto 2002, pp. 190-192. Lamiere; laminazione; taglio al plasma. Cutting and underwater cutting procedure by means of shaped charges d i B E N G H E S C . e PARV U M . « S u d u r a » , Gennaio-Marzo 2002, pp. 51-54. Ambiente subacqueo; taglio ad esplosione; taglio al plasma; taglio subacqueo. Inclinazione e asimmetria nel taglio al plasma ad alta definizione di BRAZZALE L. et al. «Lamiera», Febbraio 2002, pp. 80-88. Controllo della qualità; fattori di influenza; gas; taglio al plasma. Plasma-arc cutting - a promising method of thermal cutting di VASIL’EV K.V. «Weld. Int.», Febbraio 2003, pp. 147-151. Parametri di processo; taglio al plasma. Noise factor in the plasma cutting of metal di PYKIN YU.A. e STEKLOV O.I. «Weld. Int.», Febbraio 2003, pp. 162-164. Apparecchiature; rumore; salute del lavoro; salute e sicurezza; taglio al plasma. Characteristics of kerf shape in plasma arc cutting di WANG J. et al. «JOM», 3/4-2002, pp. 38-43. Parametri di processo; taglio al plasma. Plasma arc cutting machine selection and techniques di SCHMIDT B. «Weld. J.», Febbraio 2003, pp. 24-27. Apparecchiature; scelta; taglio al plasma. Analysis of acoustic characteristics for plasma arc cutting di XUE W. et al. «Weld. Join.», Novembre-Dicembre 2003, pp. 443-449. Condizioni di processo; corrente elettrica; fattori di influenza; parametri di processo; rumore; simulazione; taglio al plasma; velocità. Reducing the amount of harmful emissions and waste in plasma cutting of metals di GORBACH V.D. et al. «Weld. Int.», Luglio 2004, pp. 581-584. Fumi; salute e sicurezza; taglio al plasma. Air-plasma cutting in fabrication of locomotive parts at “Luganskteplovoz HC” di BASOV G.G. et al. «Paton Weld. J.», Febbraio 2004, pp. 38-40. Costi; locomotive; parametri di processo; taglio al plasma; taglio alla fiamma; ugelli. PWI developments in the field of underwater welding and cutting di KONONENKO V.YA. «Paton Weld. J.», Marzo 2004, pp. 38-43. Bacchette animate; controllo semiautomatico; elettrodi rivestiti; saldatura con filo animato; saldatura subacquea; sviluppo; taglio ad arco; taglio al plasma; taglio alla fiamma; taglio subacqueo. New plasma technology of shaped perforation di VASIL’EV K.V. et al. «Weld. Int.», Agosto 2004, pp. 660-661. Apparecchiature; sviluppo; taglio al plasma; torce. Modeling of gas phase composition in plasma cutting of ship hull steels di SERBIN S.I. et al. «Paton Weld. J. », Agosto 2004, pp. 11-14. Acciai da costruzione; aria; azoto; bassa temperatura; navi; plasma; porosità; simulazione; taglio al plasma; vapori. T h e g re a t d e b a t e : p l a s m a o r o x y f u e l ? d i H I D D E N S . e BUHLER B. «Weld. J.», Marzo 2005, pp. 40-44. Salute e sicurezza; taglio al plasma; taglio alla fiamma. Taglio plasma ad alta definizione di DEGIORGI C. «Riv. Sald.», Novembre-Dicembre 2002, pp. 763-774. Plasma; storia; taglio al plasma. Plasma cutting - an economically viable process for mild and low-alloy steels di WEGMANN H. et al. «Welding and Cutting», Luglio-Agosto 2005, pp. 191-194. Acciai basso-legati; acciai dolci a basso carbonio; confronti; economia; gas; plasma; taglio al plasma; taglio laser; vantaggi, svantaggi, limitazioni. Esplorando la tecnologia di taglio con fascio plasma a secco di COLT J. e COOK D. «Lamiera», Ottobre 2002, pp. 180-184. Taglio al plasma. Taglio al plasma. Come ottimizzare la durata dei materiali di consumo di PARKER P. «Lamiera», Ottobre 2005, pp. 70-74. Materiali di consumo; ottimizzazione; taglio al plasma. 132 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Ricerche Bibliografiche Gas-dynamic factors of noise emission from plasma torches di ANAKHOV S.V. e PYKIN Y.A. «Weld. 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Plasma arc cutting offers savings to concrete recycling facility di HIDDEN S. «Weld. J.», Giugno 2006, pp. 46-49. Apparecchiature; calcestruzzo; parametri di processo; taglio al plasma; torce. Monitoring of plasma arc cutting process by cutting sound evaluation of 2D, 3D and applied plastic strain methods for predicting buckling welding distortion and residual stress di KUSUMOTO K. et al. «Weld. Join.», Novembre-Dicembre 2006, pp. 701-706. Apparecchiature; controllo della qualità; parametri di processo; rumore; sistemi di controllo; taglio al plasma; velocità. Plasma gouging versus traditional methods di FERNICOLA R. «Svetsaren», Gennaio-Giugno 2006, pp. 17-23. Confronti; costi; fumi; plasma; salute e sicurezza; scanalatura; taglio al plasma; taglio termico. Plasma gouging: a faster, cleaner, and quieter alternative to carbon arc gouging - II di ASSAL A. «Svetsaren», GennaioGiugno 2006, pp. 24-26. Scanalatura; taglio ad arco con elettrodi di carbone; taglio al plasma; taglio termico. Restricting the heat-affected zone during the plasma cutting of high-alloy steels di ZAJAC A. e PFEIFER T. «Weld. Int.», Gennaio 2006, pp. 5-9. Acciai ad alta lega; acciai inossidabili austenitici; corrente elettrica; durezza; metallografia; misura; parametri di processo; superfici di taglio; taglio al plasma; velocità; ZTA. What’s new in cutting di CULLISON A. et al. «Weld. J.», Gennaio 2007, pp. 38-42. Apparecchiature per il taglio; taglio al plasma; taglio alla fiamma; taglio laser; taglio termico. Prospecção de novas tecnologias nos processos de sodagem e c o r t e ( P ro s p e c t i o n o f n e w t e c h n o l o g i e s i n p ro c e s s e s o f welding and cutting) di LERMEN R.T. e MACHADO I.G. «Inspecao», Marzo 2006, pp. 134-140. Acciai inossidabili; apparecchiature; campo elettromagnetico; plasma; saldatura al plasma; saldatura TIG; taglio al plasma; torce. Corte con laser, plasma y oxicorte en la industria actual di MARTINEZ F. «Sold. Tec.», 105/2007, pp. 21-25. Taglio al plasma; taglio alla fiamma; taglio laser; taglio termico. P l a s m a c u t t i n g i n t h e m u l t i - p u r p o s e re s e a rc h re a c t o r (MZFR) - Underwater use at steel thicknesses of up to 130 mm (IIW-1812-07, ex-doc. I-1151-04/I-E-381-04) di PFEIFER W. et al. «Weld. World», Novembre-Dicembre 2007, pp. 3-10. Acciai; centrali elettriche; demolizione; dimensioni; grandezza; industria nucleare; spessore; taglio al plasma; taglio subacqueo; taglio termico. Current tasks the cutting-stage is facing - High precision groove cutting from the primary machining di IHARA D. «Weld. Int.», Novembre 2007, pp. 800-804. Apparecchiature; parametri di processo; preparazione dei giunti; taglio al plasma; taglio termico. Electrode life: a measure of system performance in plasma cutting di HUSSARY N. e RENAULT T. «Weld. J.», Aprile 2008, pp. 30-32. Afnio; durata dell’elettrodo; erosione; fattori di influenza; gas di protezione; proprietà termiche; taglio al plasma; tungsteno; usura. Examination of the cut surface in thermal cutting of 09G2S steel di ANAKHOV S.V. «Weld. Int.», Aprile 2008, pp. 267-270. Acciai basso-legati; acciai dolci a basso carbonio; acciai per condotte; azoto; bassa temperatura; condizioni di processo; condotte; fattori di influenza; idrogeno; microstruttura; ossigeno; parametri di processo; superfici di taglio; taglio al plasma; taglio termico. Air plasma cutting with ABIPLAS CUT holders manufactured by ABICOR BINZEL di BERERZIUK M. e LEZOH J. «Weld. Int.», Giugno 2008, pp. 385-387. Apparecchiature; parametri di processo; taglio al plasma; taglio termico; ugelli. Plasma cutting of non-ferrous materials with water di MONECHI M. «Stainless World», Luglio-Agosto 2007, pp. 35-37. Acciai inossidabili; alluminio; argo; azoto; confronti; costi; idrogeno; leghe d’alluminio; metalli non ferrosi; miscela; taglio a getto d’acqua; taglio al plasma; taglio laser; taglio termico. Caratterizzazione e ottimizzazione dei parametri di taglio nel plasma ad alta definizione di ANNONI M. et al. «Lamiera», Ottobre 2008, pp. 114-121. Acciai dolci a basso carbonio; lamiere; ottimizzazione; parametri di processo; plasma; taglio al plasma. Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 133 Fonti dei riferimenti bibliografici Riviste italiane e straniere analizzate per la Banca Dati IIS-Data Titolo Acciaio Advanced Materials Processes Alluminio e Leghe Alluminio Magazine Ambiente e Sicurezza sul Lavoro Analysis Europa Anticorrosione ASTM Standardization News ATA Ingegneria Automobilistica Australasian Welding Journal Australian Welding Research Automatic Welding Automazione Energia Informazione Avtomaticheskaya Svarka Befa - Mitteilungen BID-ISIM Biuletyn ISG Boletin Tecnico Conarco Bollettino Tecnico Finsider Bollettino Tecnico RTM Brazing and Soldering Bridge Design & Engineering British Corrosion Journal China Welding Chromium Review Constructia De Masini Costruzioni Metalliche Czechoslovak Heavy Industry De Qualitate Deformazione Der Praktiker Elettronica Oggi Elin Zeitschrift Energia Ambiente Innovazione Energia e Calore Energia e Materie Prime EPE International Esa Bulletin Eurotest Technical Bulletin Fogli d’Informazione Ispesl Fonderia FWP Journal GEP Giornale del Genio Civile Heron Hightech Hitsaustekniikka Hybrid Circuits Iabse Periodica Il Filo Metallico Il Giornale delle Prove non Distruttive Il Giornale delle Scienze Applicate Il Perito Industriale Il Saldatore Castolin Ilva Quaderni Industrial Laser Rewiew Ingegneria Ambientale Ingegneria Ferroviaria Inossidabile Insight International Construction Interplastics IPE International ISO Bulletin J. of Offshore and Polar Engineering Joining & Materials Joining of Materials Joining Sciences Journal of Bridge Engineering Journal of the Japan Welding Society Kunststoffe L’Acciaio Inossidabile Abbreviaz. Acciaio Mat. Processes AL Alluminio Sicurezza Lav. Analysis Anticorrosione ASTM Std. ATA Austr. Wdg. J. Austr. Wdg. Res. Aut. Weld. AEI Aut. Svarka Befa Mitt. BID-ISIM Biuletyn Conarco Finsider RTM Braz. Sold. Bridge Br. Corr. J. China Weld. Chomium Constr. Masini Costr. Met. Czech. Heavy Qualitate Deformazione Praktiker Elettronica Elin Enea E.A.I. Energia Energia EPE Esa Bulletin Eurotest ISPESL Fonderia FWP J. GEP Giornale G.C. Heron Hightech Hitsaust. Hybrid IABSE Filo Metallico Giornale PND Scienze Applic. Perito Ind. Castolin Ilva Ind. Laser I.A. Ing. Ferr. Inossidabile Insight Int. Const. Interplastics IPE ISO Offshore Joining JOM Join. Sciences Jour. Bridge Journal JWS Kunststoffe Acc. Inoss. 134 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio 2010 Titolo Abbreviaz. L’Allestimento Allestimento L’Elettrotecnica Elettr. L’Industria Meccanica Ind. Mecc. L’Installatore Tecnico Installatore La Meccanica Italiana Mecc. Ital. La Metallurgia Italiana Met. Ital. La Termotecnica Termotecnica Lamiera Lamiera Laser Laser Lastechniek Lastech. Lavoro Sicuro Lav. Sic. Lo Stagno ed i suoi Impieghi Stagno Macchine & Giornale dell’Officina Officina Macplas Macplas Manutenzione: Tecnica e Management Manutenzione Materialprüfung Materialprüf. Material and Corrosion Mat. Cor. Materials Evaluation Mat. Eval. Materials Performance MP Meccanica & Automazione Mec. & Aut. Meccanica & Macchine di Qualità Mecc. & Macchine Meccanica Moderna Mecc. Moderna Meccanica Oggi Meccanica Mechanical Engineering Mech. Eng. Metal Construction Met. Con. Metalli Metalli Metallurgical and Materials Transactions Met. Trans. Metallurgical B Metallurgical B Metallurgical Reports CRM Met. Rep. Metallurgical Transactions Metallurgical T Metalurgia & Materiais Met. Materiais Metalurgia International Metalurgia Modern Plastics International Plastics Int. Modern Steel Construction Steel Constr. NDT & E International NDT & E Int. NDT & E International UK NDT & E Int. NDT International NDT Int. Notagil S.I. Notagil Notiziario dell’ENEA Energia e Innovazione ENEA E.I. Notiziario dell’ENEA Sic. e Prot. ENEA-DISP. Notiziario Tecnico AMMA AMMA NRIM Research Activities NRIM Research NT Tecnica e Tecnologia AMMA NT AMMA Oerlikon Schweissmitteilungen Oerlikon PCB Magazine PCB Perito Industriale Perito Ind. Petrolieri d’Italia Petrolieri I. Pianeta Inossidabili Inox Plastic Pipes Fittings Plastics Prevenzione Oggi Prevenzione Produttronica Produttronica Protective Coatings Europe PCE Przeglad Spawalnictwa Pr. Spawal. Quaderni Pignone Pignone Qualificazione Industriale Qualificazione Qualità Qualità Rame e Leghe CU Rame Notizie Rame Research in Nondestructive Evaluation Research NDE Revista de Los Trat. Ter. y de Superficie Tratersup Revista de Metalurgia Rev. Met. Revista de Soldadura Rev. Soldadura Revue de la Soudure Rev. Soud. Revue de Metallurgie CIT Revue Met. CIT Revue de Metallurgie MES Revue Met. MES Ricerca e Innovazione Ric. Inn. Riv. Infortuni e Malattie Professionali Riv. Inf. Rivista di Meccanica Riv. Mecc. Rivista di Meccanica Oggi Riv. Mecc. Oggi Rivista di Meccanica International Riv. Mecc. Inter. Rivista Finsider Riv. Finsider Rivista Italiana della Saldatura Riv. Sald. Titolo Schweissen & Pruftechnik Schweissen und Schneiden Schweisstechnik Schweisstechnik Science and Technology of W and J Seleplast Sicurezza e Prevenzione Skoda Review Soldadura e Construcao Metalica Soldadura y Tecnologias de Union Soldagem & Inspecao Soldagem & Materiais Soldering & Surface Mount Technology Soudage et Techniques Connexes Souder Stahlbau Stainless Steel Europe Stainless Steel World Stainless Today less Steel Research Structural Engineering International Sudura Surface Engineering Svarochnoe Proizvodstvo Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Technica/Soudure Technical Diagnostics and NDT Testing Technical Review Technische Uberwachung Tecnologia Qualidade Tecnologie e Trasporti per il Mare Tecnologie per il Mare Teknos The Brithis Journal of NDT The European Journal of NDT The International Journal of PVP The Journal of S. and E. Corrosion The Paton Welding Journal The TWI Journal The Welding Innovation Quarterly Tin and Its Uses Transactions of JWRI Transactions of JWS Transactions of NRIM Ultrasonics Unificazione e Certificazione Università Ricerca Unsider Notizie di Normazione Varilna Tehnika Westnik Maschinostroeniya Welding & Joining Welding & Joining Europe Welding and Metal Fabrication Welding Design and Fabrication Welding in the World Welding International Welding Journal Welding Production Welding Review International WRC Bulletin WRI Journal Zavarivac Zavarivanje Zavarivanje I Zincatura a caldo Zis Mitteilungen Zis Report Zvaracske Spravy Zváranie Abbreviaz. Sch. Pruf. Schw. Schn. Schweisst. Sch. Tec. Weld. Join. Seleplast Sicurezza Skoda Soldadura Sold. Tec. Inspecao Soldagem Soldering Soud. Tecn. Con. Souder Stahlhau Stainless Eu. Stainless World StainSteel Engineering Sudura Surface Svar. Proiz. Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Tech. Soud. NDT Testing Tech. Rev. Techn. Uberw. Qualidade Tec. Tra. Mare Tec. Mare Teknos Br. Nondestr. European NDT Journal PVP Corrosion Paton Weld. J. TWI Journal Weld. Innovation TIN Trans. JWRI Trans. JWS Trans. NRIM Ultrasonics Unificazione Università Unsider Var. Teh. – Weld. Joining Weld. J. Europe Welding Weld. Des. Weld. World Weld. Int. Wdg. J. Weld. Prod. Weld. Rev. WRC Bulletin WRI J. Zavarivac Zavarivanje Zavariv. Zincatura ZIS Zis Zvaracske Zváranie 200.000 volte informati Il sistema di informazione e di marketing messo a punto da Com-Media S.r.l. per lo sviluppo dell’industria idrica e del gas viene utilizzato ogni anno da oltre 200.000 operatori italiani ed esteri Il portale internet www.watergas.it con oltre 200.000 visitatori annui è lo strumento di informazione e lavoro per tutti gli operatori interessati allo sviluppo dell’industria dell’acqua e del gas in Italia; Gli annuari AcquAgenda e GasAgenda con una diffusione di 7500 e 5000 copie rispettivamente, sono la versione stampata che contiene tutti i dati presenti sul portale www.watergas.it per una consultazione rapida e sempre disponibile; Le banche dati dei gestori italiani dell’industria idrica e del gas sono lo strumento per trasformare la visibilità offerta dagli annuari e del portale internet in programmazione dell’attività di marketing e sviluppo dei contatti. 700 aziende che offrono prodotti e servizi per la progettazione, costruzione e gestione delle reti e degli impianti per l’industria dell’acqua e del gas già utilizzano gli strumenti del sistema informativo di Com-Media per mantenere o attivare i contatti con i propri clienti attuali e potenziali. La tua azienda è già presente nell’elenco dei “Prodotti e Fornitori” di www.watergas.it ? Inserire i dati di contatto della tua azienda e abbinarli alle categorie dei prodotti offerti è facile, libero e gratuito. La tua azienda è già presente sugli annuari di Com-Media o ha mai usato i censimenti dei gestori delle reti idriche e gas? Questi e altri strumenti per dare visibilità alla tua azienda e per creare le condizioni favorevoli allo sviluppo della tua attività commerciale sono disponibili a tariffe particolarmente convenienti. watergas.it LA COMUNITA’ ON LINE DEI TECNICI PROFESSIONISTI DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL GAS E DELL’ACQUA Com-Media S.r.l. - via Serio, 16 - 20139 Milano (MI) - Tel. 02 56810171- Fax 02 56810131 - [email protected] - www.watergas.it DE FEBBRAIO 2010 Tribunale di Roma 5.8.92 N° 479/92 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbona mento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n° 46) Art. 1, Comma 1 - DCB Roma VERIFICHE ISSN 1123-3249 UALITATE ᇾ 8,50 • Pubblicazione mensile diretta da Roberto Scaramuzza R I V I S T A La misurazione del valore generato dalla qualità operativa delle risorse umane GESTIONE Ecoefficienza e competitività MANAGEMENT Il processo di progettazione della qualità I T A L I A N A D E L L A Q U A L I T À De Qualitate è la rivista che approfondisce mensilmente tutte le tematiche della qualità, coniugando teoria e pratica in modo chiaro, semplice e concreto. De Qualitate è la rivista che ti offre i commenti approfonditi, le interpretazioni e le opinioni delle maggiori firme italiane sui temi della Qualità, della Sicurezza e dell'Ambiente. Per il 2010 al vecchio costo di 93,00 euro abbiamo riservato alcune importanti novità. Informazioni, approfondimenti e modalità di pagamento sul sito www.tecnaeditrice.com Organo Ufficiale dell’ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Redazione: tel. 010 8341.333/386, fax 010 836.77.80, e-mail: [email protected] Pubblicità - Abbonamenti: tel. 010 8341.392/424, fax 010 8341.399, e-mail: [email protected] La RIVISTA ITALIANA DELLA SALDATURA è lʼorgano ufficiale dellʼIstituto Italiano della Saldatura. Ha una tiratura di 3.500 copie ed è lʼunico Periodico italiano indipendente specializzato nel settore della saldatura e delle costruzioni saldate. Ogni anno vengono pubblicati circa 50 articoli tecnici (metallurgia e saldabilità dei materiali, processi di saldatura, progettazione, fabbricazione, diagnostica industriale, certificazione, prove non distruttive, normativa, didattica, documenti dellʼInternational Institute of Welding (IIW) in lingua originale, ecc.), ed inoltre Informazioni Tecniche e Rubriche Giuridiche, Attività dellʼIIS, Letteratura Tecnica, Codici e Norme, Corsi, Mostre, Ricerche Bibliografiche, notizie dalle Aziende e dalle Associazioni. Lʼabbonamento comprende anche la spedizione gratuita del supplemento elettronico settimanale “Saldatura Flash”. 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Il versamento di € ____________ è stato effettuato in data _________________ tramite: (barrare la casella di interesse) Bonifico bancario intestato allʼIstituto Italiano della Saldatura Banca Popolare di Milano – Filiale di Genova. Cod. IBAN IT 31 I 05584 01400 000000004500 CC Postale n. 17144163 intestato a Istituto Italiano della Saldatura Data: ___________________ Firma: __________________________________________ USCITE 2010 Rivista 1 / 2010 Rivista 2 / 2010 Rivista 3 / 2010 Uscita: 28 Febbraio 2010 Uscita: 30 Aprile 2010 Uscita: 30 Giugno 2010 Rivista 4 / 2010 Rivista 5 / 2010 Rivista 6 / 2010 Uscita: 15 Settembre 2010 Uscita: 31 Ottobre 2010 Uscita: 15 Gennaio 2011 RISPEDIRE UNITAMENTE AL COMPROVANTE DI VERSAMENTO AL FAX 010 83 67 780 Informativa ai sensi Dlgs. 196/2003: Si informa che ai sensi della suddetta legge, la presente domanda firmata conferisce all’Istituto Italiano della Saldatura l’autorizzazione al trattamento dei dati personali in essa contenuti. Inoltre gli stessi dati saranno inseriti nelle nostre banche dati per consentirci l’invio di materiale informativo, pubblicitario e promozionale. Sono riservati al committente tutti i diritti dell’art. 7 della presente legge con l’accorgimento di fare domanda scritta in caso di volontà di recesso o cancellazione nel trattamento dei dati conferiti. Elenco degli Inserzionisti -17-18 --98 4+80 -19 -64 15 11 -----135 1 --2 --4a cop ---5 16 -101 14 -52 -130 ----90 -63 ---9 ------------7 -16 -110 -----3 -3a cop -118 129 --36 10 ---136 --12 --------2a cop 97 ----8 6 13 --35 3 M ITALIA AEC TECHNOLOGY AIPND ANASTA ANCCP ANDIT AUTOMAZIONE AQM ASG Superconductors ASPIRMIG ASSOMOTORACING BÖHLER WELDING GROUP ITALIA CAPILLA CARPANETO - SATI CEA CEBORA CGM TECHNOLOGY COFILI COM-MEDIA COMMERSALD C.T.A. - COLLEGIO TECNICI ACCIAIO DRAHTZUG STEIN DVC - DELVIGO COMMERCIALE EDIBIT EDIMET ESAB SALDATURA ESARC ETC OERLIKON EUROCONTROL F.B.I. FABTECH CONSULTING ENGINEERS FEI Forum Energetico Internazionale FIERA ACCADUEO FIERA AFFIDABILITA’ & TECNOLOGIE FIERA ALUMOTIVE FIERA BIAS FIERA BIMEC FIERA BI-MU FIERA BIMU-MED FIERA COMPOTEC FIERA DI ESSEN FIERA EMO MILANO FIERA EUROMAINTENANCE FIERA EXPOLASER FIERA LAMIERA FIERA MAQUITEC FIERA MCM FIERA MECFORPACK FIERA MECSPE FIERA METALRICICLO FIERA METEF FIERA MOTORSPORT EXPOTECH FIERA SAMUMETAL FIERA SEATEC FIERA SICURTECH FIERA TECHFLUID FIERA VENMEC FRONIUS G.B.C. INDUSTRIAL TOOLS G.E.INSPECTION TECHNOLOGIES G. FISCHER GILARDONI HARMS & WENDE HYPERTHERM Europe B.V. IGUS INE IPM ITALARGON ITW LANSEC ITALIA LASTEK LENZI EGISTO LINCOLN ELECTRIC ITALIA LINK INDUSTRIES MCM DAYS MEDIAPOINT & COMMUNICATIONS MEDIAVALUE NDT ITALIANA OGET OLYMPUS ITALIA ORBITALUM TOOLS OXYTURBO PARODI SALDATURA RIVISTA BELTEL RIVISTA DE QUALITATE RIVISTA MECCANICA & AUTOMAZIONE RIVISTA U & C RIVOIRA RTM SACIT SAF - FRO SALTECO SANDVIK ITALIA SELCO SEMAT CARPENTERIA SE.MAT SIAD SOGES SOL WELDING STUDIOBOOK TEC Eurolab TECNEDIT TECNOELETTRA TECNOMECCANICA TEKA TELWIN THERMIT ITALIANA TRAFILERIE DI CITTADELLA Via San Bovio, 3 - Località San Felice - 20090 SEGRATE (MI) Via Leonardo Da Vinci, 17 - 26013 CAMPAGNOLA CREMASCA (CR) Via A. Foresti, 5 - 25127 BRESCIA Via G. Tarra, 5 - 20125 MILANO Via Rombon, 11 - 20134 MILANO Via Privata Casiraghi, 526 - 20099 SESTO SAN GIOVANNI (MI) Via Edison, 18 - 25050 PROVAGLIO D’ISEO (BS) Corso F.M. Perrone, 73r - 16152 GENOVA Via Podi, 10 - 10060 VIRLE PIEMONTE (TO) Via Tanari, 68/a - 40024 CASTEL S. PIETRO TERME (BO) Via Palizzi, 90 - 20157 MILANO Via per Telgate - Loc. Campagna - 24064 GRUMELLO DEL MONTE (BG) Via Ferrero, 10 - 10090 RIVOLI/CASCINE VICA (TO) Corso E. Filiberto, 27 - 23900 LECCO Via A. Costa, 24 - 40057 CADRIANO DI GRANAROLO (BO) Via Adda, 21 - 20090 OPERA (MI) Via Friuli, 5 - 20046 BIASSONO (MI) Via Serio, 16 - 20139 MILANO Via Bottego, 245 - 41100 COGNENTO (MO) Piazzale R. Morandi, 2 - 20121 MILANO Talstraße, 2 - 67317 ALTLEININGEN (Germania) Località Cerri - 19020 CEPARANA DI FOLLO (SP) Via Cà dell’Orbo, 60 - 40055 CASTENASO (BO) Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) Via Mattei, 24 - 20010 MESERO (MI) Via Cadibona, 15 - 20137 MILANO Via Vo’ di Placca, 56 - 35020 DUE CARRARE (PD) Zona Industriale - 89811 PORTO SALVO (VV) Via Isonzo, 26 - 20050 SAN DAMIANO DI BRUGHERIO (MI) Via Rimembranze, B-1/2 - 33033 CODROIPO (UD) c/o CENACOLO - Via C. Colombo, 101/h - 29100 PIACENZA c/o BOLOGNAFIERE - Piazza Costituzione, 6 - 40128 BOLOGNA c/o A & T - Via Palmieri, 63 - 10138 TORINO c/o ADExpo - Viale della Mercanzia, 142 Centergross - 40050 FUNO DI ARGELATO (BO) c/o FIERA MILANO RASSEGNE - Piazzale Carlo Magno, 1 - 20149 MILANO c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o CARRARAFIERE - Viale Galileo Galilei, 133 - 54033 MARINA DI CARRARA (MS) Via Vincenzo Monti, 8 - 20123 MILANO c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o EIOM - Viale Premuda, 2 - 20129 MILANO c/o PIACENZA EXPO - S.S. 10 Loc. Le Mose - 29100 PIACENZA c/o UCIMU - Viale Fulvio Testi, 128 - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o EXPO CONSULTING - Via Brugnoli, 8 - 40122 BOLOGNA c/o EIOM - Viale Premuda, 2 - 20129 MILANO c/o BOLOGNAFIERE - Piazza Costituzione, 6 - 40128 BOLOGNA c/o SENAF - Via Eritrea, 21/A - 20157 MILANO c/o EDIMET - Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) c/o EDIMET - Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) c/o MODENA ESPOSIZIONI - Viale Virgilio, 58/B - 41100 MODENA c/o PORDENONE FIERE - Viale Treviso, 1 - 33170 PORDENONE c/o CARRARAFIERE - Viale Galileo Galilei, 133 - 54033 MARINA DI CARRARA (MS) c/o FIERA MILANO TECH - Via Gattamelata, 34 - 20149 MILANO c/o EDIMET - Via Brescia, 117 - 25018 MONTICHIARI (BS) c/o PADOVAFIERE - Via N. Tommaseo, 59 - 35131 PADOVA Via Monte Pasubio, 137 - 36010 ZANE’ (VI) Via Artigiani, 17 - 25030 TORBIATO DI ADRO (BS) Via Grosio, 10/4 - 20151 MILANO Via Sondrio, 1 - 20063 CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI) Via A. Gilardoni, 1 - 23826 MANDELLO DEL LARIO (LC) Grossmoorkehre, 9 - 21079 HAMBURG (Germania) Vaartveld, 9 - 4704 SE ROOSENDAAL (Olanda) Via delle Rovedine, 4 - 23899 ROBBIATE (LC) Via Facca, 10 - 35013 CITTADELLA (PD) Via A. Tadino, 19/A - 20124 MILANO Via S. Bernardino, 92 - 24126 BERGAMO Via Privata Iseo, 6/E - 20098 S. GIULIANO MILANESE (MI) Via Bizet, 36/N - 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Viale dello Sport, 22 - 21026 GAVIRATE (VA) Via G. Di Vittorio, 39 - 59021 VAIANO (PO) Via Fratelli Canepa, 8 - 16010 SERRA RICCO’ (GE) Ponte Morosini, 49 - 16126 GENOVA c/o EIOM - Viale Premuda, 2 - 20129 MILANO Corso Buenos Aires, 8 - Corte Lambruschini - 16129 GENOVA Via Domenichino, 19 - 20149 MILANO Via del Lavoro, 28 - 20049 CONCOREZZO (MI) Via Torino, 216 - 10040 LEINI’ (TO) Via Modigliani, 45 - 20090 SEGRATE (MI) Josef-Schüttler-Strasse, 17 - 78224 SINGEN (Germania) Via Serio, 4/6 - 25015 DESENZANO DEL GARDA (BS) Via Piave, 33 - Z.I. - 17047 VADO LIGURE (SV) c/o THE C’ COMUNICAZIONE - Via Orti, 14 - 20122 MILANO c/o TECNA EDITRICE - Viale Adriatico, 147 - 00141 ROMA Via Rosellini, 12 - 20124 MILANO c/o THE C’ COMUNICAZIONE - Via Orti, 14 - 20122 MILANO Via C. Massaia, 75/L - 10147 TORINO Via Circonvallazione, 7 - 10080 VICO CANAVESE (TO) Via del Lavoro, 8 - 36020 CASTEGNERO (VI) Via Torricelli, 15/A - 37135 VERONA S.P. Rivoltana, 35/b - 20090 LIMITO DI PIOLTELLO (MI) Via Varesina, 184 - 20156 MILANO Via Palladio, 19 - 35010 ONARA DI TOMBOLO (PD) Via Fornaci, 45/47 - 25040 ARTOGNE (BS) Via Monterosa, 81/A - 20043 ARCORE (MB) Via S. Bernardino, 92 - 24126 BERGAMO Via alla Stazione di San Quirico, 7 - 16163 GENOVA Via Meucci, 26 - 36030 COSTABISSARA (VI) c/o the C’ Comunicazione - Via Orti, 14 - 20122 MILANO Viale Europa, 40 - 41011 CAMPOGALLIANO (MO) Via delle Foppette, 6 - 20144 MILANO Via Nazionale, 50a - 70 - 23885 CALCO (LC) Via della Borsa, 11 - 31033 CASTELFRANCO VENETO (TV) Industriestraße, 13 - 46342 VELEN (D) Via della Tecnica, 3 - 36030 VILLAVERLA (VI) Piazzale Santorre di Santarosa, 9 - 20156 MILANO Via Mazzini, 69 - 35013 CITTADELLA (PD)