La partecipazione nel progetto di territorio e di paesaggio

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La partecipazione nel progetto di territorio e di paesaggio
 Commissione Nazionale Paesaggio e Qualità del Progetto
Commissione Nazionale Partecipazione
Sezione Sicilia
La partecipazione nel progetto di territorio e di paesaggio
Ragusa 28 e 29 giugno 2012 1. Titolo del progetto “Piano del Paesaggio del comune di Acireale” ‐ Piano Strategico di città. 2. Progettista Ing. M. Erbicella (capogruppo) J. Bellmunt i X. Andreu Arquitectes i Associats scp Ing. P. Lombardo Dott. A.D. Carbonio Ing. A. Contabile Ing. S. Scarpa Cons. S. Piazza 3. Situazione paesaggistica La struttura territoriale di Acireale si identifica nella scarpata lavica della “Timpa” che, associata a elementi strutturali
di tipo tettonico (faglie), costituisce un elemento del paesaggio che caratterizza decisamente l’area. Essa connota ben 7 chilometri della Riviera acese, dall'estremità sud a Capomulini, poi lungo S. Maria la Scala e fin oltre Santa Tecla. La Riviera è completata dalle frazioni di Scillichenti, Stazzo e Pozzillo. L’analisi svolta sull’assetto dell’urbanizzazione dimostra come nel corso degli anni si sia verificato un progressivo allontanamento della città dalla cornice verde della Timpa e dalla linea di costa delle “marinerie” e come, allo stesso modo, la ricchezza vegetazionale rappresentata dal Bosco d’Aci sia via via diminuita fino quasi a scomparire dalla compagine urbana; d’altra parte si é riscontrata la presenza di un verde privato diffuso all’interno del centro storico facente parte del patrimonio vegetazionale il cui contributo alla ricchezza ambientale e paesaggistica é un aspetto da porre in valore. In particolar modo, la Timpa rappresenta un patrimonio naturalistico e geologico eccezionale; si sviluppa nella zona orientale parallelamente e a ridosso della costa, con caratteristiche di elevata acclività che favoriscono, unitamente ad altri fattori, l’attivarsi di processi geomorfologici. I tratti morfologici che caratterizzano l’intero sviluppo della scarpata lavica rappresentano il risultato dell’azione concomitante di diversi fattori morfogenetici, tra cui principalmente il mare e gli agenti atmosferici. Essi sono stati condizionati tuttavia dalle caratteristiche litologiche e soprattutto strutturali della fascia costiera. Ciò ha comportato e comporta tuttora una intensa attività dei fattori morfogenetici, che si traduce in una generale condizione di equilibrio instabile dell’intero versante, regolata essenzialmente dalla gravità. Ad accentuare i fenomeni naturali di tipo morfoevolutivo contribuisce tuttavia l’azione antropica che, in vario modo, induce una diminuzione della resistenza residua delle masse rocciose instabili. In seguito allo studio sono state individuate due tipi di emergenze : a) Emergenze paesistiche: 1. Aree a vegetazione naturale 2. Relitti del Bosco di Aci (parte nella Gazzena) 3. Chiancone 4. Paesaggio agrario 5. Acquegrandi 6. Timpa di Don Masi b) Emergenze storico‐culturali, oltre il Centro Storico acese: 1. Cappelle ed altarini 2. Bastione del Tocco 3. Chiazzette 4. Gazzena: Villa Calanna 5. Il vecchio tracciato ferroviario. Tali emergenze hanno costituito insieme alla rete di percorsi naturalistici la base su cui lavorare per definire un sistema fortemente strutturato e dinamico, relazionato con il territorio. Un elemento significativo dell’armatura urbana di questa zona é rappresentato dal grande numero di frazioni distribuite nel territorio; la causa di tale diffusione dell’urbanizzazione – originariamente di tipo rurale – può certamente essere fatta risalire alla struttura della proprietà fondiaria e alla prevalente vocazione agricola dell’economia. Ciononostante, il sistema agricolo risulta oggi estremamente rigido; in tal senso attraverso il piano del Verde e parallelamente con il Piano dell’Arredo Urbano si é cercato di creare una struttura del “paesaggio agricolo” capace di rafforzare e rendere fruibile al pubblico un patrimonio esistente, la cui presenza non é attiva sul territorio. É per questo che all’interno delle aree agricole il Piano propone di potenziare lo sviluppo di masse boscose e zone verdi, recuperando il paesaggio perduto del “bosco d’Aci” e favorendo la biodiversità e la connettività ecologica con il resto degli ambiti. Nella definizione del Piano del Verde, in seguito all’analisi si riscontra un ruolo preponderante assunto dai terreni incolti in passato dedicati all’attività agricola; su tali terreni che oggi costituiscono aree di interesse ecologico‐
paesaggistico é stata strutturata una strategia progettuale che promuove la riqualificazione e la conversione di tali aree. 4. Caratteri del paesaggio Il Parco dell'Etna e la Costa Ionica sono ambiti di relazione diretta dell'area in oggetto e ne costituiscono le risorse fondamentali. Tuttavia all'interno del territorio vi sono aree di alta naturalità che in relazione all'alta densità abitativa assumono particolare importanza: 1 la Timpa: patrimonio naturalistico e geologico eccezionale, costituita da una successione di terreni vulcanici, collegati da almeno due cicli eruttivi diversi e coperti dall'ormai rara macchia mediterranea, che formano una parete rocciosa a picco sul mare caratterizzante ben 7 chilometri della Riviera acese, dall'estremità sud a Capomulini, poi lungo S. Maria la Scala e fin oltre Santa Tecla. La Riviera è, poi, completata dalle frazioni di Scillichenti, Stazzo e Pozzillo. 2 le Acque Termali: classificate come sulfuree, salso‐bromo‐iodiche, radioattive e ricche di idrogeno solforato, presentano delle eccellenti virtù terapeutiche; nel 1873, peraltro, furono costruiti, per iniziativa del barone Agostino Pennisi di Floristella, gli edifici delle "Terme di Santa Venera", di pregevole fattura neoclassicheggiante, e del "Grand Hotel des Bains", presto diventate un punto di attrazione di rilievo europeo. 3 Il Bosco delle Aci nel comune di Acireale e Aci s.Antonio: sebbene oggi le secolari macchie boschive siano state in parte soppiantate dalla vite e, in misura minore, dagli agrumi, la dove la ricchezza di sorgenti idriche lo ha consentito, rappresenta un bene ambientale‐paesaggistico di preminente rilievo. 4 Le aree archeologiche di rilievo nel comune e nei territori e centri confinanti (Capo Molini, San Cosmo, Terme di Santa Venera al Pozzo.). La struttura architettonico urbanistica rispecchia nelle forme stilistiche, nel dimensionamento, e nell’ organizzazione spaziale i diversi momenti storici della sua formazione e crescita:  Quello medievale formato da casali sparsi nel territorio con una centralità politico‐militare individuabile nel castello Normanno di Aci Castello. Di questo assetto rimane l’organizzazione del territorio in tanti Comuni la cui crescita ha determinato un’area ad alta densità  Quello determinatosi a seguito delle ricostruzioni post‐terremoto del 1693, da cui è nata una particolare produzione stilistica individuata come “Barocco Fiorito” che trova la massima espressione, oltre che in alcuni edifici isolati, nelle piazze monumentali di Acireale: piazza Duomo, piazza S. Domenico e piazza Vigo  Quello della formazione dei collegi scolastici avventa nell’800, consistenti in grandi complessi architettonici attrezzati di spazi collettivi e per il tempo libero: cortili e giardini. Grande rilievo architettonico‐culturale assume, del resto, anche la fitta maglia di sentieri storici che innervano l’intero territorio della Timpa e che un tempo rappresentavano le uniche vie di comunicazione tra i centri ubicati nell’entroterra e i borghi marinari sgranati lungo la costa, capo Mulini, Santa Caterina, Santa Maria La Scala e Santa Tecla. Un esempio è rappresentato dall’antica mulattiera denominata le “Chiazzette’: per giungere al porticciolo di S. Maria la Scala dal rione di pescatori del Suffragio, superando il dislivello di oltre cento metri della Timpa, in epoca spagnola venne costruito, infatti, un camminamento a gradoni dall’andatura a serpentina, con ampie rampe scavate nella lava e lastricate. Detto delle “Chiazzette” per la presenza, in ciascuna rampa, di una piazzetta (chiazzetta) in piano, che discendeva senza soluzione di continuità, dal Suffragio, di cui rappresentava una sorta di propaggine. Ancor oggi, è possibile accedervi proprio dal medesimo quartiere, attraversando però la Strada Statale 114, ch’è stata frapposta tra i due tratti dell’antica strada. Tra il variegato patrimonio monumentale e architettonico diffuso nel territorio acese e che vanta esempi di stile barocco dal livello notevolissimo, basti citare gli esempi aulici di architettura religiosa presenti nel Centro Antico, quali la Cattedrale Annunziata e Santa Venera, la Chiesa Collegiata di S. Sebastiano, la Basilica dei SS. Pietro e Paolo, il Palazzo Comunale, la Chiesa di San Camillo dei Crociferi, la Chiesa di S. Maria del Suffragio, la Chiesa di S. Antonio, la Chiesa della Maddalena, la Chiesa del Carmine, la Chiesa di S. Domenico, il Palazzo del Fiorentino, il Santuario Madonna di Loreto, la Chiesa dei Filippini, nonché le Terme di Santa Venera. 5. Processi di partecipazione (e modalità di attivazione) Al fine di diffondere la filosofia del Piano e le tematiche che lo caratterizzano, implementarne contenuti e idee ed approntare una metodologia condivisa, nell’ambito delle attività svolte sono stati organizzati una serie di meeting nella forma di conferenze di servizio, tavoli tecnici, incontri tematici, workshop, panel, con diversi soggetti ai vari livelli della comunità cittadina. L’obiettivo è stato quello di offrire occasioni di approfondimento delle problematiche legate alle trasformazioni urbane e socioeconomiche, per il coinvolgimento attivo dei protagonisti e degli attori locali che fruiscono e amministrano il territorio. La definizione e programmazione gestionale dei progetti bandiera e delle altre azioni strategiche è stato il frutto di un percorso di continua condivisione con i portatori di interesse. A tale scopo sono stati istituiti i cosiddetti "Tavoli progettuali", ciascuno associato alle diverse strategie individuate, ove protagonisti sono stati tutti quei soggetti interessati ad apportare il proprio contributo concreto in termini di risorse umane e/o finanziarie per il conseguimento degli obiettivi e delle finalità del Piano. Ogni tavolo ha individuato un coordinatore di progetto (project leader) con delega a promuovere il percorso indicato dal modello del Piano Strategico, nella fase di implementazione successiva alla consegna del Documento definitivo, per la realizzazione degli interventi previsti. Tutti gli elaborati del Piano Strategico sono stati pubblicati sul sito web www.acirealepaesaggio.it. Il portale ha avuto lo scopo di diffondere nella comunità Acese lo filosofia d'intenti e le opportunità di sviluppo del territorio. Il sito web è lo strumento funzionale di comunicazione esterna ed essenziale interfaccia con tutti i soggetti chiamati in causa quali portatori d'interesse e che hanno voluto essere parte attiva della fase programmatica futura e di implementazione delle strategie da porre in essere. 6. Indicazioni progettuali Il Documento Definitivo del Piano Strategico indica un modello di marketing territoriale attraverso cui individuare le strategie per Acireale, gli interventi territoriali, le fonti di finanziamento pubblico ‐ privato e gli scenari alternativi. È stato analizzato un quadro territoriale (masterplan) con riferimento alle dinamiche del paesaggio (valori, zone protette, ambito agricolo, evoluzione del territorio, tematismi, percorsi storici ed emergenze architettoniche) ed ai diversi sistemi o ambiti territoriali (urbano, Timpa, costa). Il Piano contiene inoltre una serie di elaborazioni che hanno prodotto lo stesura degli "Elementi del Piano del Colore" e degli "Elementi del Piano dell'arredo urbano e del verde" per la città. Tali studi, che non vanno intesi come piani di settore specifici, si propongono di individuare i modelli concettuali e progettuali che l'Amministrazione potrà utilizzare per migliorare la qualità urbana utilizzando, ad esempio, formule di incentivazione economica verso i privati. L'attività di costruzione del Piano ha visto i progettisti affidatari impegnati in diversi Tavoli tematici ai quali hanno partecipato vari soggetti portatori d'interesse (stakeholders), in rappresentanza dell'Amministrazione Comunale, associazioni di categoria, associazioni ambientaliste, associazioni imprenditoriali, professionisti e cittadini. L'analisi di contesto socio‐territoriale e la concertazione hanno portato all'individuazione dei temi catalizzatori del Piano: competitività dei prodotti‐servizi locali, miglioramento della qualità della vita, valorizzazione delle risorse naturali e culturali, apertura della città al mare attraverso lo rivisitazione dell'uso e fruizione della Timpa e un sistema di by‐pass della SS 114. Ne deriva uno scenario progettuale ed operativo costruito per "assi strategici" ed organizzato per singole "misure" e "azioni" di intervento. A ciascuna strategia o asse strategico vengono associati i possibili "progetti bandiera" cioè azioni e/o interventi ritenuti necessari, catalizzatori e rappresentativi di una determinata strategia per la città. 7. Strumenti attuativi e soggetti del progetto Acireale ha bisogno di grandi progetti innovatori, che con termine anglosassone sono chiamati flagship projects. Si tratta delle componenti più rilevanti e complesse della politica di sviluppo del territorio. Un “flagship project” è un potente fattore di cambiamento; determina un mutamento intrinseco negli aspetti economici, paesaggistici e ambientali, che si esprime anche sul piano sociale, culturale e produttivo. Esso è un potente comunicatore del territorio, delle sue specificità e del posizionamento che esso intende assumere. Nel piano sono previsti flagship project, definiti “progetti bandiera”, che pur con contenuti specifici presentano due elementi piuttosto tipici: 1) sono incentrati su un disegno ampio e di contesto con a corollario più opere tra loro collegate; 2) sono funzionali al rafforzamento dell’attrattività dell’area geografica e in particolare delle condizioni che essa offre per l’attuazione di determinate funzioni direzionali Le analisi svolte hanno portato alla definizione di schede‐progetto quali veri e propri studi di pre‐fattibilità che indicano lo scenario di riferimento, le linee strategiche, gli obiettivi, gli attori, gli strumenti e le risorse, le tempistiche di riferimento, i progetti correlati e le alternative di scenario (cfr. Elaborato F – Il Piano d’azione). Il Piano d’azione è lo strumento operativo mediante il quale l’Amministrazione locale ed i portatori d’interesse (attori locali) dovranno adottare gli indirizzi, i modelli (sistemici e omnicomprensivi) e gli obiettivi di qualità progettuale del territorio acese sulla base delle aspettative e delle priorità condivise (project cycle management) ed in coerenza con le evidenze emerse dal quadro diagnostico del piano del paesaggio di Acireale Nel piano d’azione sono contemplate tutte le indicazioni del piano strategico circa le strategie (assi), l’attuazione dei progetti, i modelli (strumenti) ed il controllo (risultati). 8. Risultati ottenuti o previsti Il piano d’azione dovrà recepire gli indicatori di sostenibilità del piano strategico che indicano l’efficacia delle azioni e gli strumenti che i soggetti pubblici e privati dovranno intraprendere per la sostenibilità del proprio territorio. Il Piano d’azione dovrà applicare le indicazioni di Agenda 21 locale per condividere la visione dello sviluppo sostenibile, la diversità e le aspirazioni di ogni attore, nonché la condivisione possibilmente più ampia sugli obiettivi, gli strumenti, i mezzi di azione ed i criteri di valutazione di questo processo, favorendo una vasta partecipazione e collaborazione costruttiva. Il Piano d'Azione, col piano di comunicazione e monitoraggio, dovrà essere implementato, approvato ed attuato nella fase gestionale del piano strategico, attraverso un processo che coinvolga tutti i portatori d'interesse. Per la gestione del piano del paesaggio di Acireale si dovrà costituire una “agenzia di sviluppo” come struttura gestionale “intelligence agengy” del marketing territoriale, con strumenti di PPP e con una gestione per progetti (sistemica) da affidare alla supervisione di un esperto di economia territoriale a capo della struttura di gestione. In concreto, la pubblica amministrazione dovrà costituire un Ufficio del Piano Strategico (UPS) deputato alla gestione amministrativa ed un Comitato Tecnico di Verifica (CTV) del Piano strategico per valutare la qualità e l’efficienza delle fasi attuative del Piano, ed il monitoraggio dei risultati ottenuti. L’amministrazione comunale dovrà utilizzare il piano del paesaggio di Acireale (lg.144\1999) come progetto di sviluppo economico e sociale su cui fondare e determinare le scelte future per coerenza al modello di management pubblico (lg.142/90) e alla missione che indica alla P.A. come paradigmi vincolanti: l’utilizzo delle risorse finanziarie e del patrimonio, per ottenere l’efficacia, l’efficienza e l’economicità delle azioni con un vincolo di responsabilità, civile e penale, per i singoli amministratori pubblici. Questa filosofia comportamentale deve essere assunta anche in ottemperanza alle disposizioni in materia di gestione controllo e rendicontazione delle Pubbliche amministrazioni (legge P.A., nuovo ordinamento degli enti locali della Regione siciliana, Corte dei Conti); contributo dell’amministrazione comunale al modello di sviluppo. 9. Rapporto tra progetto paesaggistico e la pianificazione ai diversi livelli Nel quadro della valorizzazione delle identità e delle peculiarità del territorio Acese sia nel suo insieme unitario che nelle sue diverse specifiche configurazioni, nel piano strategico denominato “Piano del Paesaggio di Acireale” si è fatto riferimento, in relazione al loro stato approvativo o formativo, ai seguenti strumenti di governo del territorio:  LIVELLO REGIONALE 1. Le linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale dell’Assessorato dei BB.CC.AA. e della P.I., approvate dal comitato tecnico scientifico ai sensi dell’art. 24 del R.D. n. 1357/40 nella seduta del 30.04.96 per effetto della rilevanza costituzionale della L. n. 431/85 efficace anche nel territorio della Regione Sicilia, e successivamente approvate con D.A. 6080 del 21.05.99, sia per quanto riguarda il livello della conoscenza sia sotto il profilo dei contenuti d’indirizzo. 2. La proposta del Piano Territoriale Urbanistico della Regione Sicilia, redatta dalla DRU nel novembre 2003. 3. Il Decreto di Istituzione della Riserva Naturale Orientata della Timpa di Acireale e relativo Regolamento di attuazione e gestione (D.A. del 23.04.1999), seguito dal protocollo d’intesa tra il Comune di Acireale, la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Catania e il Dipartimento Provinciale dell’assessorato Ambiente e Foreste stipulato in data 12.09.01, per la definizione delle procedure amministrative degli interventi nell’area protetta.  LIVELLO PROVINCIALE 4. Lo schema di massima del Piano Territoriale Provinciale di Catania, ai sensi dell’art. 12 della L.R. n. 9/86 (le cui direttive generali sono state approvate con delibera di consiglio provinciale n. 45 del 28.05.99 e lo schema di massima, aggiornato nella forma del QCS e del QPS che ne recepiscono le istanze, approvato con Del. n.47 del 11.10.11. 5. Il redigendo Piano Paesaggistico della Provincia di Catania, quale strumento di attuazione del codice dei BB.CC. e del Paesaggio nonché delle citate linee guida.  LIVELLO COMUNALE 6. Il vigente Piano Regolatore Generale approvato con D.A.R.T.A. n. 1270/DRU del 04.11.2003, integrato con D.A.R.T.A. del 18.01.05 (pubblicato nella GURS n. 8 del 25.02.05). 7. Il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (P.U.D.M.). 8. Il Piano triennale delle OO.PP.  STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE NEGOZIALE 9. Il PRUSST “economie del turismo”, che comprende tra l’altro i seguenti interventi: “riqualificazione porto di Pozzillo”, “riqualificazione porto di Stazzo”, “riqualificazione del porto di S.M. La Scala”, “riuso dell’ex sede ferroviaria ai fini della fruizione turistica”. 10. Il Patto delle Aci. 11. Il PIT delle Aci. Nonché la individuazione e perimetrazione degli ambiti: 12. SIC‐ZPS denominati:  ITA 070028 “Fondali di Acicastello” comprendente la costa di Capo Mulini;  ITA 070004 “Timpa di Acireale” che interessa l’intera area della riserva. Inoltre il Piano di Assetto Idrogeologico in cui è inserito il contesto territoriale acese.