SALMI DI RISURREZIONE BENEDETTO MARCELLO (1686

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SALMI DI RISURREZIONE BENEDETTO MARCELLO (1686
SALMI DI RISURREZIONE
BENEDETTO MARCELLO (1686-1739)
Domenica 7 aprile 2013
MUSICA & SPAZIO
Chiesa di San Fedele, ore 17.00
Solisti:
Beatrice Palumbo, soprano
Marta Fumagalli, mezzosoprano
Basso continuo:
Marco Testori, violoncello
Francesco Catena, organo
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PROGRAMMA
JOHANN SEBASTIAN BACH (1685 - 1750)
Preludio, dalla Suite No. 3 in do maggiore per violoncello,
BWV 1009
BENEDETTO MARCELLO (1686 - 1739)
Da L’Estro poetico-armonico
Salmo XIV
O signor, chi sarà mai, per soprano e basso continuo
JOHN STANLEY (1712 - 1786)
Volountary op. 5 n. 7 in sol minore per organo
BENEDETTO MARCELLO
Salmo XV
Signor, dall’empia gente che m’assale, per contralto e b. c.
JOHN JAMES (? - 1745)
Volountary in la minore per organo
BENEDETTO MARCELLO
Salmo III
O Dio perché cotanto è mai cresciuto, a 2 voci e b. c.
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SPUNTI
Tre salmi di Benedetto Marcello di cui due di risurrezione
tratti dalla sua raccolta intitolata l’Estro poetico-armonico,
Parafrasi sopra li primi [e secondi] venticinque Salmi (1724-26).
Autore delle “parafrasi” dei salmi fu il nobile Girolamo Ascanio
Giustinian, del cui salotto letterario veneziano, Marcello era un
frequentatore. Insieme alla pregevole fattura della scrittura
contrappuntistica, quella del basso continuo è qui portata da
Marcello a un mirabile livello di elaborazione e di cesello. Nel
Salmo XV in programma, Marcello svincola il violoncello dalla
funzione del basso continuo e gli destina una parte musicale
autonoma, che si può addirittura definire ‘concertante’.
Altra particolarità dei Salmi di Marcello è la vocalità, che,
oltre al cantus firmus della liturgia romana, fa proprie le
inflessioni del canto armeno e greco-ortodosso, nonché ebraico
di vari paesi, come testimoniano i Salmi XIV-XV, i quali, in due
rispettive sezioni, prevedono l’intonazione del salmo alla
maniera degli «Ebrei spagnuoli» e «tedeschi». In questo senso,
oltre a essere una delle più ambiziose opere del barocco
musicale, L’Estro poetico-armonico è una vivida testimonianza
del multiculturalismo proprio della Serenissima Repubblica di
Venezia.
Il momento musicale sarà introdotto dal Preludio in do
maggiore BWV 1009 di J.S. Bach. Tra i tre salmi di B. Marcello
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verranno intercalati due brani organistici per la liturgia
anglicana di autori del Settecento: John James e John Stanley.
Spunti di Gianfranco Ravasi sui salmi 3, 14 e 15
Salmo 14 Atto penitenziale prima dell’ingresso nel tempio,
dove è richiesta la purezza non esteriore ma morale per
soggiornarvi. La processione dei fedeli domanda di ottenere
l’accesso al culto. I sacerdoti rispondono elencando 11
condizioni di ammissione legate all’etica dell’alleanza. Esse
riguardano l’impegno esistenziale permanente che abbraccia
l’arco intero dell’esistenza. I primi tre impegni sono di ordine
generale: il camminare senza colpa, l’agire secondo giustizia e il
parlare lealmente. Seguono tre impegni orizzontali nei confronti
del prossimo: l’importanza della sincerità nelle testimonianze
pubbliche, la generosità nei riguardi del prossimo, la denuncia
di ogni contumelia lanciata contro il prossimo. Gli impegni del v.
4 riguardano sempre la vita sociale ma sono illuminate
verticalmente d a Dio: il giusto si deve dissociare dal malvagio
e deve allinearsi con chi teme il Signore, non rinnega mai la
parola data. L’ultima serie di impegni rigetta l’usura e la
corruzione.
Solo questa fedeltà totale e integrità può rendere stabili
come Dio e permettono di partecipare al suo culto all’intimità
con lui.
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Salmo 15 Salmo che annuncia la Pasqua di Cristo con un
accenno all’immortalità ai vv. 9-11, fatto raro nell’Antico
Testamento. Splendida preghiera di fiducia.
La preghiera si
apre con un sì gioioso a Dio attraverso una stupenda
professione di fede: “Signore, sei tu il mio bene, sopra di te non
c’è nessuno”. Il salmista attraverso cinque immagini esprime la
totalità di dedizione del sacerdote al suo Dio: il Signore per lui è
parte dell’eredità, il suo calice (il suo ospite, il suo familiare che
lo accoglie e anche il suo destino ultimo, un luogo delizioso,
l’eredità suprema. Agostino interpreta così: “Signore, sii tu
stesso la mia eredità; sei tu che io amo”.
L’intimità goduta con Dio dal sacerdote non può spegnersi
con la morte. Abbiamo qui una professione di fede nel destino
glorioso del fedele. Tre sono i simboli per esprimere la sua
fiducia nella comunione piena con Dio: il sepolcro e lo Sheol (gli
inferi); il cammino della vita (la via della giustizia già percorso
dal saggio durante la sua esistenza terrena, la cui meta è solo
Dio stesso); il volto e la destra di Dio mentre accolgono il
giusto. “vedere il volto” di Dio significa accedere al tempio per
l’intimità della preghiera e “stare alla sua destra” significa
essere da lui tutelati e protetti contro il male e il nemico. Il
salmista canta ora l’ingresso nel tempio celeste là dove il
nemico per eccellenza, la morte, non ha nessuna cittadinanza.
Salmo 3 Salmo usato come preghiera del mattino nelle
liturgie orientali, il v. 6 si riferisce alla passione e alla
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risurrezione di Cristo. Il salmista entra in scena con una
descrizione dal vivo della sua situazione drammatica in cui
imperversano gli avversari. Il gran numero dei nemici fa da
contrasto stridente con la solitudine del protagonista che è
immerso nella palude dell’angoscia e persino dell’abbandono
apparente di Dio. La frase ironica di questi avversari rievoca la
frase urlata contro Gesù in croce: “Ha confidato in Dio; lo liberi
ora se gli vuol bene!”
Il centro del Salmo è nel fondamentale “ma” del v. 4 che
segna il passaggio dall’oscurità alla luce e marca la svolta
dall’invocazione dal lamento alla fiducia, dall’incubo alla
speranza. Il tu di Dio domina ora la scena e crea un mutamento
di atmosfera (v.5). Il Signore si avvicina e “solleva” alto il capo
del suo fedele perché dall’umiliazione passi alla gloria del
trionfo. Immagine dell’esaltazione gloriosa del Cristo risorto:
egli, umiliato nella sofferenza e nella morte, viene innalzato
nella gloria divina.
Alla notte (immagine del dolore da cui si spera di essere
salvati) segue il giorno, segno di vita, testimonianza della
vittoria sfolgorante di Dio sul nulla e sul male.
In conclusione un inno con l’implorazione “sorgi!” a Dio
dopo il “sonno” del suo silenzio. I nemici fuggono atterriti
perché su di loro sta per incombere il Giudice supremo, il
Creatore.
BIOGRAFIE
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Marta Fumagalli, mezzosoprano ha conseguito il Diploma
di Canto presso il Conservatorio di Como, sotto la guida del
soprano Cristina Rubin, e si è perfezionata con Roberto Balconi.
Collabora con realtà di prestigio (Teatro alla Scala, La
Venexiana, La Divina Armonia, Il canto di Orfeo, Canone
Inverso, Dolce e Tempesta, Fondazione Arena di Verona,
Milano Classica) e si esibisce nell’ambito di importanti rassegne
internazionali: Festival di Aosta, Cantar di Pietre, Semana de
Musica Religiosa de Cuenca, Misteria Paschalia (Cracovia),
MITO, Musikfest (Stoccarda), Seviqc Brezice (Slovenia), Festival
di Musica Antica (Milano), Festival della Val d’Orcia, Freunde
alter Musik (Basilea), Bozar Music (Bruxelles), Internasjonale
Kirkemusikkfestival
(Oslo),
Osterfestival
Tirol,
Salzburger
Bachgesellschaft, Pietà de’ Turchini (Napoli), Barockfestival (St.
Poelten), Clasicos en Alcalà de Henares.
Ha inciso l’opera Il ritorno di Ulisse in patria di C.
Monteverdi, per l’etichetta discografica Glossa.
Beatrice Palumbo, nata nel 1987, ha iniziato i suoi studi
musicali all’età di 9 anni presso il Coro delle Voci Bianche del
Teatro alla Scala seguita da Bruno Casoni e Alfonso Caiani con i
quali ha collaborato fino al 2006, in quel periodo è stata
selezionata come voce solista in diverse produzioni (Tosca,
Macbeth, Bohème) ed ha partecipato alla tournée scaligera a
Tokyo del 2003 sotto la direzione di Riccardo Muti.
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Studia al Conservatorio di Milano Musica Vocale da Camera
con Stelia Doz e Viola da Gamba con
Nanneke Schaap.
Parallelamente ha ampliato i suoi orizzonti sia come cantante
che come musicista, partecipando a corsi di specializzazione di
repertorio barocco in Italia e all’estero. Collabora in veste di
cantante e strumentista con diversi gruppi di repertorio barocco
tra i quali: il “Coro Cantemus” diretto da Luigi Marzola e l’
Ensemble “Festeggio Armonico”.
E’ membro stabile dell’Ensemble La Silva diretto da
Nanneke Schaap che ha tenuto numerosi
concerti in Olanda ed Italia (nel 2012 al Teatro Farnese di
Parma - “Membra Jesu Nostri” di D. Buxtehude ).
Marco Testori. Nato nel 1970 a Como, si è diplomato in
Organo
e
composizione
organistica
sotto
la
guida
e,
successivamente, in Violoncello presso il Conservatorio «G.
Verdi» di Milano. Dopo aver seguito corsi di perfezionamento,
intraprende
un
approfondito
studio
della
musica
antica
studiando presso la «Schola Cantorum Basilensis» con il M°
Coin. Inizia la sua collaborazione con diversi gruppi, tra i quali
“La venexiana, “Ensemble Arcadia Basel”, “Ensemble Baroque
de Limoges”, “Cappella S. Petronioù”, “Ensemble Arte-Musica”
e incidendo con loro per le case discografiche Opus 111,
Dulcimer, Naxos, Naïve, Amadeus e Stradivarius. Partecipa,
inoltre, a produzioni cameristiche di enti quali Milano Classica,
A.S.L.I.C.O., I Pomeriggi Musicali. Dal 1994 è primo violoncello
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dell’ensemble il “Giardino Armonico”, con il quale partecipa ai
maggiori festival internazionali e nelle più prestigiose sale da
concerto del mondo. È membro del gruppo svizzero I
Barocchisti ed è attivo anche in campo corale in qualità di
compositore e direttore del coro “Convivia Musica”.
Francesco Catena. Milanese, ha studiato presso il
Conservatorio «G. Verdi» della propria città, conseguendo il
diploma di Pianoforte e di Organo e Composizione organistica.
Nel 1973 vince il concorso di organista/clavicembalista presso
l’orchestra del Teatro alla Scala, posto che occuperà sino al
2002. Come solista ha effettuato concerti in Russia, exIugoslavia,
Lussemburgo,
Svizzera
e
Croazia.
Incisioni
discografiche effettuate per Ariston, Eco, Paragon, CBS; di
particolare rilievo l’integrale del Secondo Libro di Toccate e
Canzoni di Girolamo Frescobaldi per l’etichetta Philips. Ha
registrato per la RAI l’opera omnia organistica di César Franck.
Dal 1965 è l’organista titolare della Basilica di San Fedele in
Milano.
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